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del nostro timore Seneca

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Il verbo partire

Il verbo partire

Cause del terremoto il motivo del nostro timore

In quest’opera il filosofo Seneca indaga sui fenomeni naturali, tra cui ad esempio il terremoto che sconvolgeva spesso il territorio dell’Italia. Cerca le cause così come i moderni scienziati, non accontentandosi di voci e superstizioni.

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Gioverà credere che gli sconvolgimenti del cielo e della terra non sono le conseguenze della collera divina: questi fenomeni hanno le loro cause, e non infuriano a comando, ma gli elementi, come i nostri corpi, vengono alterati e, mentre sembra che facciano del male, lo subiscono. Tutti questi fenomeni provocano in noi ammirazione e timore: e poiché la causa del nostro timore è l’ignoranza, non vale la pena di sapere, per non avere più paura? Quanto è meglio ricercare le cause, e dedicarsi completamente a questo con tutti se stessi! Ricerchiamo, dunque, che cosa sia che scuote la terra fin dal profondo, che muove una massa così pesante… «Quale vantaggio ne trarremo?», chiedi. Il più grande di tutti: la conoscenza della natura. Infatti, l’affrontare questo argomento, pur avendo in sé molte cose che potranno essere utili, non ha niente di più bello del fatto che con la sua magnificenza avvince l’uomo e che la ricerca viene condotta non in vista di un guadagno, ma per la meraviglia destata da questi fenomeni. Indaghiamo, dunque, per quale motivo accadano queste cose.

Dopo aver elencato tutte le cause pensate dagli antichi, conclude:

Io credo… che la causa di questo flagello sia l’aria. Il terremoto non si verifica in superficie o in prossimità della superficie, ma sottoterra, e proviene dalle profondità. Una prova di questo è il fatto che mari profondissimi sono agitati, evidentemente a causa del moto di quelle regioni sopra le quali si distendono: è, dunque, verosimile che il terremoto abbia origine dalle profondità della terra e che lì l’aria si ammassi in enormi cavità. Dev’essere una lesione più interna e più profonda a scrollare la terra: la prova migliore a favore di questa tesi può forse essere il fatto che, quando il suolo si è aperto a causa di un terremoto violento, provocando gravi danni, talvolta quella voragine inghiotte e seppellisce intere città.

Quando l’aria con la sua grande forza ha riempito completamente una cavità sotterranea e ha cominciato a lottare e a cercare una via d’uscita, colpisce più frequentemente proprio le pareti fra le quali è nascosta, sopra le quali sono talvolta situate delle città. Queste pareti a volte ricevono delle scosse tali che gli edifici sovrastanti crollano, a volte il terremoto è così forte che le pareti che sorreggono tutta la volta della cavità rovinano sullo spazio vuoto che si apre sotto e intere città sprofondano nell’immensa voragine.

Seneca, Naturales quaestiones II, 24

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