La bellezza dell'amore - Estratto

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Agostino Tisselli

La bellezza dell’amore Piccolo percorso su amore e sessualità, amore e affettività, educazione del sentimento


Agostino Tisselli La bellezza dell’amore Itaca, Castel Bolognese www.itacaedizioni.it/bellezza-amore Prima edizione: dicembre 2015 © 2015 Itacalibri, Castel Bolognese Tutti i diritti riservati ISBN 978-88-526-0461-4 Le edizioni Itaca sono distribuite da: Itacalibri srl via dell’Industria, 249 48014 Castel Bolognese (RA) - Italy tel. +39 0546 656188 fax +39 0546 652098 e-mail: itaca@itacalibri.it on line: www.itacalibri.it in libreria: www.itacaedizioni.it/librerie Grafica di copertina: Andrea Cimatti Stampato nel mese di dicembre 2015 da Alpha Service, Cesena (FC)


Dedicato a Maria Pacioni che ha dato inizio al percorso educativo per i giovani chiamato VAR



PRESENTAZIONE

Questo libro raccoglie alcune conversazioni svolte da don Agostino Tisselli con noi, ragazzi e ragazze, sui temi legati all’amore. Il titolo era: Piccolo percorso sull’amore. Sono lezioni che puntualmente, da luglio ad agosto di due anni fa, ogni giorno alle 14,30 venivano svolte da lui, per non più di tre quarti d’ora, presso il Centro Estivo della Società dell’Allegria. Era per tutti l’ora del tempo libero, dopo che avevamo servito a tavola più di duecento bambini, nel caldo afoso della costa dell’Adriatico a Cesenatico. Ad ascoltarlo alcuni giorni eravamo un’ottantina, altri giorni di più; un giorno arrivammo anche a centotre ragazzi. Capitava che qualcuno avesse invitato cinque o sei compagni di classe e che li guardasse poi stupito, perché, diversamente dalle lezioni a scuola, rimanevano attenti. Erano i giorni della vacanza, avremmo potuto essere tutti altrove, invece restavamo lì al Centro Estivo, attratti e stranamente desiderosi di uno sguardo buono su di noi. A me spetta ora il compito di raccontare come siamo arrivati fin qui. Fin dal 1996 ho visto accadere l’ampliarsi di una intuizione che ebbe mia sorella Maria (morta nel dicembre 2002). Lei frequentava ogni estate il Centro Estivo della Società dell’Allegria nel quale tutto era orientato a conoscere Gesù. I bambini delle elementari e i ragazzi delle medie del Centro Estivo erano, già allora, centinaia. Tutti i giorni c’era la preghiera del mattino, quella prima del pranzo, infine la preghiera della sera in riva al mare, ma non si ripetevano appena le preghiere, si imparava proprio in cosa consistesse il vivere con Gesù, che compagnia fosse per la vita e si cantava tanto, sempre, canti autorevoli e vivi. Raramente non si sentiva parlare dell’amore. Tra tutto, quello che c’era di più attraente era l’amicizia 5


fra preti – don Agostino Tisselli, don Giovanni Savini all’inizio e più avanti don Mirco Bianchi –, sempre accompagnati nel tempo dall’amicizia dei vescovi Lino Garavaglia, Antonio Lanfranchi, Douglas Regattieri e di sacerdoti come don Ettore Bagnolini, don Giampiero Casadei, don Marco Muratori, don Davide Medri, don Livio De Petri, don Vincenzo Zolla, don Eugenio Rossotti e tanti altri che venivano a trovarci in riva al mare. Era una amicizia intelligente, che noi ragazzi sentivamo autorevole, misericordiosa e vivace, una amicizia cristiana. Raramente si incontrava una amicizia tra preti così. C’erano tanti adulti con loro, tutti molto lieti, e attraverso di loro, ogni bambino, me compresa, si sentiva amato da Gesù come se fosse appena venuto al mondo. Tutti noi sapevamo di non far parte del solito centro estivo, ma di esser stati presi in una amicizia che non sarebbe potuta finire. I bambini venivano da ogni parte della Romagna, coi pullman carichi, viaggiando a volte un’ora. Mia sorella Maria, alla fine della terza media, ebbe questa intuizione: perché avrebbe dovuto smettere? La terza media era il limite allora di questa esperienza e sembrava strano che qualcuno chiedesse di continuarla. Quando lo chiese non sembrò subito una buona idea; lei rimase anche un po’ addolorata di questo. All’inizio le venne negato, ma poi, grazie alla sua insistenza, ottenne di potere frequentare quel luogo con un po’ di amici della sua età. E avvenne che al Centro Estivo cominciarono ad arrivare ogni anno cinque o sei ragazzi che servivano a tavola al pranzo o giocavano con qualche bambino. Scene già viste, voi direte! E invece no, perché quando lei morì, fu chiaro agli altri ragazzi rimasti che non se ne sarebbero voluti andare comunque, e fu così che ogni estate si ripresentarono in dieci o più, me compresa. L’unica frase che ci veniva rivolta era che non eravamo lì per “badare” i bambini, ma per diventare uomini. Di fatto non ci era consentito badarli perché tutto andava avanti da sé; il nostro contributo, anche nel fare, a volte era d’impiccio. Direi piuttosto che ci fu chiaro che quel luogo ci era stato dato per imparare. Questa diversità di metodo rispetto a quello proposto dagli altri centri estivi della Romagna era davvero evidente. All’inizio di questa esperienza si era in pochi, un gruppetto di cinque o sei ragazzi. Immaginatevi allora questo gruppet6


to che ogni anno si trova a crescere di numero. Mia mamma Silvana capì ben presto che dovevamo costituire una associazione Onlus che ci avrebbe permesso di operare nel rispetto delle normative e di avere titolo per ricevere i fondi necessari per far fronte alle spese, visto che diversi genitori non erano disposti a pagare per il figlio che chiedeva di venire al Centro Estivo e preferivano piuttosto che trovasse un lavoro estivo; non a tutti era chiaro quanto fosse importante un’esperienza educativa. Fu così che nel 1999 nacque la VAR (Volontari Aiuto Responsabili), Associazione Ragazzi Onlus. Il nome lo coniammo in un giorno, fu l’unico che ci venne in mente visto che era evidente che seguivamo e aiutavamo chi già rispondeva (responsabili) a Gesù nelle varie opere. Allo stesso tempo don Ago e don Gio (come li chiamavamo noi) capirono che la nostra sete di conoscere Gesù era tanta, ma, molto di più, non conoscevamo i caratteri e le esigenze dell’uomo e perciò non riuscivamo a capire la Chiesa. Così don Agostino cominciò a dedicarci il suo tempo libero, nel nostro tempo libero, per stare con noi più a lungo. Quello del primo pomeriggio era l’unico momento che potevamo “strappare” al centro estivo. Al mattino ci dividevamo nelle varie attività sportive e non, poi servivamo a tavola o pulivamo i luoghi comuni con tanto di straccio e spugne per i bagni, infine nel pomeriggio, prima del bagnone nel mare, sia che fossimo all’aperto o in saloni seduti in terra o in riva al mare, ascoltavamo questo sacerdote parlare. Non è mai stato facile; dopo pranzo ci veniva sonno, eppure nessuno saltava gli incontri. I ragazzi più assidui erano i pluribocciati a scuola; c’erano ragazzi scout, ragazzi che venivano da lontano con i preti delle loro parrocchie, metallari, ragazzi del bar, PR delle discoteche, liceali molto bravi, ragazzi pieni di debiti scolastici, ragazze bellissime, esiliati sociali; qualcuno ci venne mandato anche dai servizi sociali perché potesse stare “in qualche luogo” con quelli della sua età. Ragazzi di tutti i tipi che tuttavia stavano attenti e facevano domande. Un ragazzo a cui era morta la madre un mese prima, ci disse: “Non rimarrò mai”, ma dopo qualche giorno tornò a dirci: “Voi non mi potrete mandare via, io ho deciso di rimanere”. 7


Negli anni quei tre quarti d’ora del pomeriggio non bastavano più, così nelle ultime estati don Agostino ha cominciato a farci lezione al mattino presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico Ferrari di Cesenatico, cioè abbiamo svolto le lezioni al posto delle attività libere coi bambini. All’inizio sembrò uno scandalo, ma già dopo una settimana tutti ne avevamo capito la convenienza e nessuno saltava mai quell’appuntamento. Al pomeriggio dopo il pranzo avevamo mezz’ora di domande, di risate e qualche gioco. Qualche ragazzo chiese di ritrovarci anche durante i mesi invernali con continuità. Cominciarono gli incontri e qualche uscita e si moltiplicarono le occasioni per aiutare nelle varie opere. Ancora oggi ogni due o tre settimane ci vediamo con don Agostino, andiamo in caritativa dove possiamo, siamo sempre presenti alle sue lezioni. Nell’estate del 2015 don Agostino ha dato un nuovo nome a questa esperienza, l’ha chiamata Scuola Estiva, percorso di cultura elementare. Credo che il carisma di don Giussani1, che continuamente ha attraversato questa proposta educativa, sia così contagioso fra noi ragazzi proprio perché parla dell’uomo e di come solo Dio lo conosca fino in fondo. Don Agostino e don Giovanni ci hanno sempre parlato di don Giussani e dei papi come se fossero lì in mezzo a noi. Le lezioni sono sempre difficili, in questo non siamo mai stati risparmiati. Eppure la pienezza delle parole ci ha sempre attratto e custoditi curiosi. Non conoscere il significato del linguaggio oggi è più che mai ciò che ci tiene lontani dal capire la vita, i sentimenti, le notizie e dal costruire rapporti veri, ecco perché il contenuto di questo libro è tanto attuale: restituisce a chi legge il significato delle parole. Chiunque si accorgerà di quanto la scuola cristiana sia vivace e capace di rispondere: all’uomo sull’uomo, all’uomo sull’amore, all’uomo sul desi-

Don Luigi Giussani (1922-2005) è il fondatore del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, oggi guidato da don Julián Carrón e presente in circa 80 Paesi in tutti i continenti. Lo scopo che caratterizza CL fin dalle sue origini è quello di mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita. 1

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derio, all’uomo sul suo corpo, all’uomo sulle sue domande e di farne nascere di nuove. Le lezioni sono fatte da un uomo che ti parla. Ecco perché abbiamo volutamente lasciato la trascrizione delle parole così come sono state pronunciate. La loro caratteristica è evidente: sono corpose, spesso difficili, sempre ripetute. Ho capito con gli anni che occorre imparare nella ripetizione, prima di poter dire di esser pronti a raccontare ciò che si è capito. Quale adolescente dopo giugno potrebbe confessare di voler ricominciare ad andare a scuola? E invece a scuola di amore si vuole andare sempre. Questa amicizia, che prometteva di essere inesauribile, mantiene la promessa. Anna Pacioni

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prima lezione

L’amore, legge fondamentale del vivere umano

Introduzione Inizio questo corso che facciamo sull’amore, sulla sessualità, sull’affettività e sui sentimenti con una frase di Gandhi: «Il cristianesimo non appartiene soltanto ai cristiani, perché Cristo ci ha insegnato la legge fondamentale del vivere umano: l’amore». La parola legge in questo caso non significa regola, ma inizio, percorso e traguardo di un cammino: è l’inizio per trovare sé stessi, il cammino per essere sempre di più sé stessi, il traguardo per il compimento di sé. Non esiste il mio io senza amore, non esiste la vita (la parola vita è uguale alla parola anima, che in latino vuol dire movimento), non esiste movimento, non esiste gradualità (che in latino vuol dire passo dopo passo), non esiste avvenire senza l’amore, soprattutto non esiste il senso della vita senza l’amore. Senza questa esperienza non sai dove vai perché l’amore è come un oceano in cui confluisce ogni goccia del nostro fiume che trascorre verso di esso, verso il nostro destino infinito. Questo vale anche per il più sbadato o per il più delinquente di noi, l’amore muove chiunque; come diceva Dante: «L’amor che move il sole e l’altre stelle» (Paradiso XXXIII,145). Se l’amore muove il cielo e le altre stelle, muove anche quel piccolo granello di polvere che sono io, che è il mio io, che molte volte ritengo così insignificante da pensare che non sia amato, che non ami, e non potrà essere completamente immerso nell’oceano dell’amore. Questa è l’introduzione: la legge fondamentale del vivere umano è l’amore, così come ce l’ha insegnato Cristo. Io vi voglio bene, voglio il vostro bene, il meglio per voi, ma non ne sono capace; tento allora di trasmettere l’amore di chi veramente ci vuole bene, perché è l’amore stesso: Gesù.

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indice

Presentazione Anna Pacioni

p.

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Prima lezione L’amore, legge fondamentale del vivere umano

»

11

Seconda lezione La sessualità: energia di attrazione

»

19

Terza lezione Le quattro parole dell’amore

»

25

Quarta lezione L’amore, apertura al Tu che è prima di me

»

33

Quinta lezione La passione per il proprio io

»

43

Sesta lezione Il desiderio di un tu che mi compia

»

47


Settima lezione La mia vita ha un valore assoluto

p.

53

Ottava lezione L’etica, coscienza del valore assoluto della persona

»

57

Nona lezione L’amore è contagioso

»

65

Decima lezione L’affettività

» 67

Undicesima lezione La paternità e la maternità

»

75

Dodicesima lezione La figliolanza

»

81

Tredicesima lezione L’innamoramento

» 85

Quattordicesima lezione Innamoramento e amore

»

Quindicesima lezione La castità, vertice dell’amore

» 105

91


L’alleanza d’amore tra l’uomo e la donna, alleanza per la vita, non si improvvisa, non si fa da un giorno all’altro. Bisogna lavorare sull’amore, bisogna camminare. Fare di due vite una vita sola è anche quasi un miracolo, un miracolo della libertà e del cuore, affidato alla fede. Papa Francesco


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