L'onda di ieri - anteprima

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i canzonieri

Guido Mezzera

L’ONDA DI IERI

e altri racconti ascoltando le canzoni di Davide Van De Sfroos

Prefazione di Davide Van De Sfroos


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L’onda di ieri


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a Davide, uno di casa, uno di famiglia, a cui, per questo motivo, voglio molto bene


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Guido Mezzera L’onda di ieri www.itacaedizioni.it/van-de-sfroos Prima edizione: novembre 2017 © 2017 Itaca srl, Castel Bolognese Tutti i diritti riservati ISBN 978-88-526-0538-3 Itaca srl via dell’Industria, 249 48014 Castel Bolognese (RA) - Italy tel. +39 0546 656188 fax +39 0546 652098 e-mail: itaca@itacalibri.it in libreria: www.itacaedizioni.it/librerie on line: www.itacalibri.it Cura editoriale: Cristina Zoli Grafica di copertina: Andrea Cimatti Foto di copertina: © Dani Simmonds/Shutterstock.com Stampato nel mese di novembre 2017 da Modulgrafica Forlivese, Forlì (FC)

L’onda di ieri


Sommario 5

Sommario

Nota dell’autore

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Prefazione Davide Van De Sfroos 9 Renato detto Tino

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La luna lo sa

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L’onda di ieri

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Storie di ieri, storie di tutti

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Il mostro del lago

53

Una vita di fretta

63

Una strana storia d’amore

75

Ninna nanna, bambino Gesù

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L’onda di ieri


Nota dell’autore 7

Nota dell’autore

Non avevo ancora compiuto dieci anni, ormai più di mezzo secolo fa, quando mio padre mi raccontava delle sue giornate di vacanza, da bambino, durante le estati passate ad Acquaseria, un piccolo paese che si affaccia sulla riva sinistra del lago di Como. Oggi è una frazione del comune di San Siro, ma per me rimane Acquaseria, un luogo di pochi, amatissimi ricordi, con un nome assolutamente appropriato: nuotare nelle acque di quel tratto di lago, come governare la piccola barca a vela di famiglia, richiede infatti un notevole impegno. Dunque mio padre mi raccontava dei suoi giochi estivi, in compagnia di suo fratello Pino, nel giardino della vecchia casa dei Mezzera. La corriera che da Como risale fino a Domaso attraversando quei piccoli borghi che si erano fatti spazio tra la montagna a picco e la sponda del lago, quella corriera, unico legame con il resto del mondo, laggiù, a valle, percorreva quella strada stretta trasportando la gente che si recava ogni giorno al lavoro, quella che andava al mercato a Como, quella che iniziava un lungo viaggio, seduta su quei sedili, per andare a cercare fortuna all’estero. Quando arrivava la corriera, tutti si fermavano per un istante, e i più piccoli, come mio padre, attendevano di sentire il caratteristico suono del clacson che


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L’onda di ieri

annunciava il suo imminente passaggio. Dopo di che grandi e piccoli riprendevano le loro occupazioni: i primi, quasi tutti pescatori, rammendando le reti, parlando di pesci, di vento, di temporali; i secondi fantasticando di mostri in fondo al lago, di avventurose traversate a nuoto, di pesche miracolose. La corriera blu che faceva avanti e indietro lungo la litoranea, il vecchio pescatore che sapeva dove si nascondono i pesci, il giovane contrabbandiere che camminava di notte tra Acquaseria e Porlezza lungo il sentiero a mezza costa, questi erano i protagonisti delle storie, vere e fasulle, che la fantasia di mio padre bambino aveva immaginato e che non avrebbe più dimenticato. Che tenerezza, per un figlio adulto, pensare ai sogni e ai giochi del proprio padre bambino! Così, quando Davide Van De Sfroos, con la sua grande poetica, ha iniziato a mettere in musica quelle stesse storie, di quello stesso ramo del lago di Como (il Manzoni diceva dell’altro), scrivendo delle bellissime ballate, raccontando di un luogo magico e della sua gente, mi è subito parso che parlasse di casa mia, della mia famiglia, dei miei affetti: appunto come uno di casa, di famiglia, a cui, per questo motivo, voglio molto bene. Questi racconti, dunque, sono un ricordo pieno di affetto nei confronti di mio padre e dei suoi giochi di bambino, e insieme storie che la musica e la poetica di Davide Van De Sfroos hanno sollecitato, hanno provocato, storie che mi appartengono, ma che sono storie di tutti.


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L’onda di ieri

L’unda de ieer porta l’unda de incoo L’onda di ieri, porta l’onda di adesso L’occ de un vecc l’era l’occ de un fioo L’occhio di un vecchio era l’occhio di un bambino Davide Van De Sfroos … E semm partii


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