Unione Europea Storia di un’amicizia
Adenauer, De Gasperi e Schuman
a cura di Fondazione De Gasperi prefazione di Maria Romana De Gasperi
La mostra internazionale Unione Europea, storia di un’amicizia. Adenauer, De Gasperi, Schuman è un progetto promosso dalla Fondazione De Gasperi, in collaborazione con la Konrad Adenauer Stiftung Italia e la Maison de Robert Schuman presso il Dipartimento della Mosella. La Fondazione De Gasperi nasce nel 1982 ed è animata, fin dalla sua origine, da Maria Romana, figlia dello statista trentino e sua assistente personale nel secondo dopoguerra. L’attività della Fondazione, arricchita dell’archivio privato di De Gasperi, contenente lettere, documenti e fotografie ancora inediti, mira ad accrescere una cultura civica nel Paese e in Europa al servizio del bene comune e delle istituzioni. Si articola in gruppi di ricerca, convegni accademici, tavoli di lavoro tematici, corsi di formazione, pubblicazioni, il tutto non solo con la collaborazione di illustri personalità italiane e straniere, ma soprattutto dando spazio alle giovani generazioni animate dagli stessi ideali morali e politici di Alcide De Gasperi. Ideazione Emmanuel Exitu autore, regista e responsabile storytelling @Ways! Luigi Gianniti capo Ufficio Studi Senato della Repubblica Markus Krienke professore di Filosofia moderna ed Etica Sociale Facoltà di Teologia di Lugano Lorenzo Malagola segretario generale Fondazione De Gasperi Michele Rosboch professore di Storia del Diritto Medievale e Moderno Università degli Studi di Torino Laurent Thurnherr direttore Maison de Robert Schuman Francesca Traldi referente scientifica Konrad Adenauer Stiftung Italia Massimiliano Valente professore di Storia Contemporanea Università Europea di Roma Curatore Massimiliano Valente Testi Markus Krienke Massimiliano Valente Contributi per le ricerche Alessandro Albanese Ginammi Matteo Anastasi Valerio Gentili Gabriele Mele Dante Monda Angelo Nicotra Responsabile progetto Martina Bacigalupi Progetto architettonico e allestimento ProStand. Allestimenti & Eventi Direzione artistica, grafica e illustrazioni Massimiliano Marzucco
Si ringrazia per la collaborazione Archivio Konrad Adenauer Stiftung (KAS) Archivio Storico Istituto Luce Bundesarchiv Archivio Il Tempo Archivio Istituto Luigi Sturzo (AILS) Archivio Maria Romana De Gasperi (AMRDG) Archivio Maison Schuman (Maison Schuman) Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale (ASMAE) Publifoto, CSAC dell’ Università di Parma/SezioneFotografia Stiftung Bundeskanzler-Adenauer-Haus Si ringrazia per il sostegno Confcommercio Fondazione Studi Consulenti del Lavoro Intesa San Paolo Uno speciale ringraziamento va a Maria Romana De Gasperi per la sua partecipazione al progetto #UEstoriadiunamicizia FONDAZIONE DE GASPERI via Gregoriana 5, Roma fondazionedegasperi.org info@fondazionedegasperi.org
Catalogo della mostra Unione Europea, storia di un’amicizia. Adenauer, De Gasperi e Schuman www.itacaedizioni.it/unione-europea-storia-di-amicizia Markus Krienke ha curato i testi dei capitoli: 1, 4, 8 della prima sezione; 1 e 6 della seconda sezione; 9 della terza sezione. Massimiliano Valente ha curato i testi dei capitoli: 2, 3, 5 e 6 della prima sezione; 2, 3, 4, 5 e 8 della seconda sezione; 8 della terza sezione. Markus Krienke e Massimiliano Valente hanno curato i testi dei capitoli: 7 della prima sezione; 7 della seconda sezione; 1-7 della terza sezione. Prima edizione: agosto 2017 © 2017 Itaca srl, Castel Bolognese Tutti i diritti riservati ISBN 978-88-526-0535-2 Itaca srl via dell’Industria, 249 48014 Castel Bolognese (RA) - Italy tel. +39 0546 656188 fax +39 0546 652098 e-mail: itaca@itacalibri.it in libreria: www.itacaedizioni.it/librerie on line: www.itacalibri.it Grafica: Andrea Cimatti Finito di stampare nel mese di agosto 2017 da Modulgrafica Forlivese, Forlì (FC)
Indice Prefazione di Maria Romana De Gasperi 4 Presentazione di Angelino Alfano 4 Introduzione di Massimiliano Valente 5 Prima sezione Tre uomini di confine nel cuore dell’Europa 1. Konrad Adenauer: un renano nell’impero germanico 2. Alcide De Gasperi: un trentino nell’impero austro-ungarico 3. Robert Schuman: un francese nel mondo tedesco 4. Konrad Adenauer borgomastro di Colonia 5. De Gasperi, il Partito popolare e lo scontro con il fascismo 6. Schuman e l’impegno politico per l’Alsazia e la Lorena 7. Il viaggio di De Gasperi in Germania e l’incontro con Adenauer nel 1921 8. Adenauer durante il nazismo e la seconda guerra mondiale
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Seconda sezione Tre uomini al potere e un’Europa da ricostruire 1. Konrad Adenauer: dal municipio di Colonia alla Cancelleria di Bonn 2. De Gasperi: la rinascita dell’Italia e l’idea di Europa 3. Robert Schuman e il problema centrale della Germania nella politica estera della Francia 4. L’Italia, la Francia e il primo “patto europeo” sulla sicurezza a Bruxelles nel 1948 5. L’incontro tra De Gasperi e Schuman a Parigi nel 1948 6. L’incontro tra Adenauer e Schuman a Bassenheim nel 1948 7. Il dibattito sull’Europa unita dal Congresso dell’Aja alla nascita del Consiglio d’Europa 8. De Gasperi, Schuman e il coinvolgimento dell’Italia nel Patto Atlantico
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Terza sezione La strada verso l’integrazione europea 1. La collaborazione franco-tedesca su carbone e acciaio 2. La proposta di Schuman per la creazione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio 3. La costituzione di un esercito europeo 4. La questione dell’integrazione militare dell’Europa: il “Piano Pleven” 5. Il negoziato per la nascita della Comunità europea di difesa 6. De Gasperi e il progetto di “assemblea della Ced” e di “costituzione federale” 7. Il rapido apogeo e fallimento della politica europeista 8. «Bisogna che noi due viviamo ancora due anni...» 9. Adenauer, la collaborazione con De Gasperi e Schuman, e il futuro dell’Europa
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Bibliografia generale Fonti delle citazioni
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Prefazione Il riferimento ideale che stava alla base del processo di unificazione europea in Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman era il principio cristiano della ricerca di una fratellanza allargata ai popoli europei, accanto alla necessità di affrontare politicamente ed economicamente un futuro comune, che farà dei Padri fondatori i più convinti sostenitori di quell’Unità delle nazioni dell’Europa uscita dalla seconda guerra mondiale per la quale combatterono fino all’ultimo. È bene ricordare anche oggi che furono i partiti di ispirazione cristiana ad avere per primi una visione europea dei problemi: Schuman e Adenauer, uomini di grande statura morale e di alta capacità politica, accompagnarono De Gasperi in questo cammino. Ed essi erano consapevoli del fatto che l’unificazione si sarebbe realizzata gradualmente nel corso di più di una
generazione, attraverso la creazione di sempre nuove istituzioni europee a cui gli stati nazionali avrebbero conferito funzioni e responsabilità sempre più crescenti. Oggi questa mostra mi pare possa essere non solo il corollario di tutto questo lavoro, ma anche di quello di tanti altri che negli anni passati hanno cercato di interpretare le figure di queste personalità con i propri scritti. I testi, la raccolta di documenti e di manoscritti fatta con impegno e portata avanti con l’aiuto decisivo di studiosi e tecnici, daranno al visitatore non solo l’idea di un percorso storico, ma anche, mi auguro, un punto di riferimento e una coraggiosa speranza per il futuro. Maria Romana De Gasperi
Presidente onorario Fondazione De Gasperi
Presentazione La Fondazione De Gasperi celebra con la mostra “Unione europea, storia di un’amicizia. Adenauer, De Gasperi e Schuman” il 60º anniversario della firma dei Trattati di Roma, uno dei primi frutti maturi di quella straordinaria intuizione che fu l’idea di Europa unita. Alla sua origine ritroviamo il rapporto di fiducia e amicizia tra Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e Robert Schuman, tre statisti che seppero anticipare il futuro, guidando alla ricostruzione morale, democratica ed economica le nazioni europee all’indomani della seconda guerra mondiale e innestando il seme dell’Unione europea. Essi furono animati dal comune ideale cristiano, capaci di scelte politiche coraggiose e di mobilitare i cuori e le menti dei rispettivi popoli verso traguardi alti e ambiziosi. Oggi come allora, siamo chiamati alla ricostruzione dell’identità e delle istituzioni comunitarie, minate da una profonda sfiducia da parte dei cittadini europei e travolte dalle molteplici crisi 4
che segnano la nostra epoca. La loro esperienza umana e politica costituisce un patrimonio immenso che chiede di essere riguadagnato e trasmesso alle generazioni future. Innanzitutto quanti sono implicati nel servizio della res publica hanno il dovere di farsi ispirare dal loro esempio perché l’idea dell’Unione europea non sia ridotta a pura retorica ma torni alla sua intuizione e forza originaria. La politica può e deve tornare ad essere il luogo dove le aspirazioni più profonde di un popolo trovano uomini che, mossi da “carità politica”, uniscono le loro forze per delineare una strada che, andando oltre facili forme di demagogia e di populismo, assicuri una nuova e lungimirante prospettiva di pace e di cooperazione tra i paesi europei. Angelino Alfano
Presidente Fondazione De Gasperi
Introduzione La chiave di lettura di questa mostra, dedicata ai tre statisti che diedero inizio al processo d’integrazione europea, è la “storia di un’amicizia”, cioè della comunanza di valori di fondo, legati alle loro origini, formazione, credo religioso, esperienza di vita e impegno politico. Fu la combinazione di questi fattori che rese possibile la genesi di una straordinaria e innovativa idea, capace di recepire le istanze del momento e risolvere questioni fondamentali per la sicurezza collettiva e la cooperazione politica ed economica dei Paesi europei. Per presentare questo percorso, la mostra è stata articolata in tre sezioni. La prima è incentrata sulla ricerca delle componenti che costituirono le basi della comunanza di vedute fra i tre statisti, negli anni della giovinezza, degli studi, della formazione politica e del contesto storico del loro vissuto: quindi la provenienza da territori di frontiera, l’aver vissuto “dall’altra parte del confine”, l’essere inseriti in contesti multietnici e l’applicazione dei principi della loro fede, cristiano-cattolico, nell’esperienza politica e sociale. La seconda sezione tratta della politica attuata nel dopoguerra, quando furono chiamati alla guida dei loro Paesi: i primi incontri in qualità di capi di governo o ministri degli Affari Esteri e il suscitarsi di quel sentimento di fiducia reciproca e della relativa comunanza di vedute. Tutto ciò risultò fondamentale per la difesa dei valori democratici e per lo sviluppo dell’idea di un’Europa unita che ebbe come esito la nascita del primo organo comune del continente: il Consiglio d’Europa, creato nel 1949. Nell’ultima sezione sono illustrati gli esiti concreti della loro “affinità e amicizia”, a partire dal progetto per l’integrazione dei Paesi europei sul settore del carbone e dell’acciaio. Quindi l’illustrazione delle politiche attraverso le quali la loro medesima visione si sarebbe sviluppata, con il tentativo francese di creare una Comunità Europea di Difesa. Di questo progetto De Gasperi fu un grande sostenitore, anche in vista della realizzazione di una Comunità Politica Europea (Ced). L’analisi si esaurisce con il fallimento della Ced
e la conclusione della prima stagione europeista. L’obiettivo degli ideatori della mostra e di questo catalogo è stato quello di mostrare come Adenauer, De Gasperi e Schuman, di fronte alle decisioni da adottare per i loro Paesi, si fossero trovati a dover compiere una scelta determinante e lungimirante rispetto a due possibilità: «divenire fanatici militanti nazionalisti ciechi a qualunque obiettivo politico che non fosse la redenzione di una determinata terra irredenta – come scrisse lo storico inglese Arnold Joseph Toynbee –, oppure aprire il loro cuore e abbracciare tutta l’Europa insieme alla loro propria nazione». La scelta non poteva cadere se non sulla seconda opzione: «Entrambi avevano scelto l’alternativa che offriva più vasti orizzonti, e questa è la ragione per la quale si trovavano ora a lavorare fianco a fianco tanto per l’Europa che per la loro rispettiva nazione». Le politiche adottate avrebbero poi sempre rispecchiato i comuni valori: «Come cattolici sapevano come conciliare una fedeltà minore con una maggiore. Come uomini nati in zona di confine riconoscevano che questa era la scelta che la loro esperienza politica consigliava, anzi comandava loro di compiere». Da queste parole emerge il senso della “affinità e amicizia” che è alla base delle loro scelte europeiste. Come disse De Gasperi, il 27 luglio 1952, di ritorno in Italia dopo aver partecipato alla conferenza che aveva stabilito le prime norme essenziali per il funzionamento della Ceca: «Il bambino è nato. Esso è vitale e di costituzione robusta; è l’unità europea. La vedremo crescere e svilupparsi: purtroppo noi anziani non ne vedremo forse la piena maturità, ma i giovani sì. I nostri figli ci benediranno per gli sforzi compiuti». Parole valide e vive ancora oggi. La “lezione” e “l’amicizia” dei tre padri fondatori può in questo senso costituire un utile riferimento per l’Europa presente e futura alla ricerca di una nuova identità e di una vera anima. Massimiliano Valente
Professore Associato di Storia Contemporanea presso l’Università Europea di Roma 5
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prima sezione
Tre uomini di confine nel cuore dell’Europa Per comprendere Adenauer, De Gasperi e Schuman basta guardare all’inizio della loro vita. Erano giovani che sentivano viva la responsabilità di contribuire a un mondo più umano e giusto. Erano espressione del proprio popolo, di cui hanno condiviso fino in fondo le sofferenze, arrivando al vertice delle istituzioni dopo un lungo percorso. Erano cresciuti in territori di periferia e di confine, nati in mezzo a lingue, culture e religioni diverse che si dovevano confrontare ogni giorno nel dialogo e nella convivenza. Hanno incontrato e seguito mentori e maestri che li hanno cresciuti e valorizzati. Su tutto hanno vissuto il cristianesimo come il cuore della propria esistenza privata e pubblica, e quindi anche dell’impegno politico. Oggi sono considerati statisti, padri della patria e servi di Dio: tre visionari che hanno saputo anticipare il futuro convincendo le rispettive nazioni a fare un passo indietro per inseguire assieme il sogno di un’Europa unita per la libertà e la pace dei popoli.
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1. Konrad Adenauer: un renano nell’impero germanico Konrad Adenauer nacque a Colonia, nella Prussia renana, il 5 gennaio 1876 e visse la sua giovinezza mentre nel secondo Reich imperversava il Kulturkampf di Bismarck. I genitori gli impartirono un’educazione cattolica molto rigorosa, orientata ai valori della meritocrazia e del perfezionamento di sé. Il giovane Konrad, dopo aver conseguito la maturità nel 1893, intraprese gli studi universitari in giurisprudenza prima a Friburgo – dove entrò a far parte anche di un’associazione studentesca, il Kartellverband, legata ai valori della Dottrina sociale della Chiesa – e poi a Bonn. Durante quegli anni, Adenauer si distinse per il suo “non apparire”: la tenacia con cui perseguì i suoi propositi non lo rese arrogante o prepotente. Era uno studente diligente ma non solitario, sebbene i suoi amici o compagni di studio e dell’associazione avessero sempre l’impressione di una distanza incolmabile da lui. Dopo l’esame di stato nel 1897, Adenauer affrontò i quattro anni di tirocinio legale, durante i quali tornò ad abitare nella casa dei genitori, la cui rigida religiosità determinò in lui una crisi di fede, che superò attraverso letture soprattutto d’ispirazione protestante. Inoltre, nelle sue riflessioni e nei suoi studi cercò delle risposte alle sfide delle scienze (evoluzionismo, positivismo) e delle ideologie (marxismo), rifiutando di ridurre l’uomo a mero prodotto dell’evoluzione naturale o sociale. Ancora nel 1953 affermò la necessità di essere forti «contro la socialdemocrazia profondamente mate-
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rialistica e in parte atea». Adenauer seppe così indirizzare la sua curiosità in modo virtuoso, divenendo nei decenni successivi autore d’invenzioni brevettate. Insieme all’idea ormai ben definita di diventare notaio, si delineò in lui quell’ambizione all’autorealizzazione secondo la virtù che egli apprese nella casa natale. Certamente Adenauer cercò anche di divagarsi: durante il suo tirocinio egli frequentò fra l’altro un tennis club nel quale conobbe la sua futura moglie, Emma Weyer, appartenente ad una famiglia nobile di Colonia. Non essendo stato arruolato a causa di problemi alle vie respiratorie, nel 1901 affrontò il “grande esame di stato”, per orientarsi però poi quasi subito verso il mondo della politica. Egli vide in essa il vantaggio nel «potersi impegnare nel sociale, sia per elevare materialmente le classi inferiori, sia per promuovere intellettualmente le classi medie». Dopo alcuni impieghi nella procura di stato, presso avvocati e come giudice, nel marzo 1906 divenne assessore del comune di Colonia. Giustamente è stato osservato che se questi primi trent’anni di vita non fossero quelli di Konrad Adenauer, probabilmente, non sarebbero stati degni di nota. Se paragonato con quella di tanti altri uomini di stato, il corso della sua giovinezza non avrebbe fatto di certo presagire il suo brillante futuro. Una storia certamente destinata a cambiare radicalmente con il suo ingresso in politica.
Il Cancelliere non era inaffidabile. Certamente talvolta cambiava idea, quando gli venivano presentate nuove considerazioni. Ma una volta che aveva preso una decisione su una determinata questione, egli la teneva ferma, immodificabile, nonostante tutte le avversità. Era dell’opinione che la giustezza di una scelta politica si rivelava comunque soltanto dopo anni o dopo decenni. Osservazioni del direttore dell’ufficio stampa e informazione di Adenauer Felix von Eckardt, 1976.
L’importanza della religione per la politica per Adenauer non consisteva nella realizzazione politica di dogmi del magistero della Chiesa. La religione era importante per la politica affinché gli attori politici fossero legati dal comandamento del rispetto per la vita, del valore e della dignità della persona e dalla loro responsabilità di fronte a Dio. La sua collaboratrice Anneliese Poppinga su Adenauer, 1975.
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1. Adenauer alla prima comunione, 1885 (KAS). 2. Adenauer con la fidanzata Emma Weyer, 1902 (KAS). 3. Adenauer al Tennis Club, 1900 (Stiftung Bundeskanzler-Adenauer-Haus, Rhöndorf).
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