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Cinture di sicurezza un dispositivo salvavita ancora poco amato

Sono soprattutto i guidatori ed i passeggeri Over 40 a non utilizzarle al contrario dei giovani.

Rappresentano invece la seconda causa di morte dopo l’eccesso di velocità. Gli obblighi del conducente nel far rispettare le regole a chi è in macchina e le sanzioni previste

■ Durante le lezioni in autoscuola, quando si parla dei dispositivi di sicurezza passiva, come ad esempio le cinture di sicurezza, sistematicamente troviamo allievi che candidamente confessano di non usarle. Ci sono delle statistiche al riguardo.

I passeggeri di età superiore a 40 anni sono quelli meno propensi a mettere la cintura di sicurezza sui sedili posteriori. Non la indossano nel 46% dei casi. Invece, i ragazzi al di sotto dei 24 anni, quando salgono dietro non mettono la cintura solo nel 21% dei casi. E gli Over 40 sono anche quelli che, da guidatori, insistono meno sui loro passeggeri perché si assicurino al sedile. Questo sfata un po’ il mito che siano i giovani i più propensi al rischio. Sicuramente sarà capitato a tutti di far salire sul proprio autoveicolo un passeggero riluttante a met- tersi spontaneamente la cintura e a dover essere in imbarazzo nel pronunciare la frase “Per favore mettiti la cintura!” E magari sentirsi rispondere “Perché, mica dobbiamo fare un incidente” oppure “Ma tanto facciamo poca strada!”

I numeri indicano anche che la mancanza d’uso della cintura è la seconda causa di morte, dopo l’eccesso di velocità e prima della guida in stato d’ebbrezza. Inoltre, l’uso della cintura riduce i rischi di ferite gravi o mortali, in una percentuale che va dal 40 al 65%, nei vari casi d’incidente.

L’art. 172 comma 1 del codice della strada cita: “Il conducente e i passeggeri dei veicoli… muniti di cintura di sicurezza, hanno l'obbligo di utilizzarle in qualsiasi situazione di marcia. I bambini di statura inferiore a 1,50 m devono essere assicurati al sedile con un sistema di

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