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Miguel Gobbo Diaz attore e sportivo con il “fuoco” dentro
by ACI
L’attore di origini domenicane, che dall’età di tre anni vive a Creazzo, si é raccontato dagli inizi ad oggi.
Giocava a calcio nel Sovizzo, di recente si é appassionato al golf. É vissuto a Roma e a Londra, ma ha scelto di tornare a casa per raccontare suoi sogni
■ Un attore, uno sportivo, ma soprattutto una persona che cerca di realizzare i suoi sogni con passione e la capacità di mettersi in gioco senza arrendersi di fronte alle difficoltà.
La bocciatura all’istituto Lampertico, l’accorgersi di non poter diventare un calciatore famoso come avrebbe voluto.
Miguel Gobbo Diaz, 34 anni da compiere il prossimo 19 giugno, la delusione l’ha trasformata in nuovi stimoli che ha trasferito sul palco nell’”Inizio di un sogno”, il progetto teatrale in cui racconta la sua storia e che da settembre porterà anche nelle scuole.
E proprio ai tempi delle superiori ha scoperto l’amore per la recitazione. Lui che non amava troppo lo studio al quale preferiva il pallone.
“Ho giocato a calcio dagli 11 ai 18 anni nel Sovizzo - racconta - Ero schierato in fascia: correvo tanto, su e giù per il campo e, ogni tanto, facevo anche qualche gol. Al di là dei risultati lo sport per me é stato importante, mi ha dato un’educazione incredibile: mi ha insegnato il lavoro di squadra, l’impegno, il sacrificio e, appunto, come si deve affrontare un sogno.
Io avrei voluto diventare come Maldini, Shevchenko. Invece, ho capito che non era quella la mia strada: certo, ci sono rimasto male, ma ho trasferito quella delusione in una nuova passione, la recitazione”. Si é trasferito a Roma, per otto anni, dove ha frequentato il Centro sperimentale di cinematografia, poi a Londra nel 2016: la notorietà l’ha raggiunta grazie al personaggio di Malik nella fiction “Nero a metà” con Claudio Amendola.
E, quando gli impegni glielo consentono, la sua base è sempre a Creazzo: “Mi piace questa dimensione - racconta - come pure entrare in contatto con i ragazzi, stimolarli, grazie anche agli incontri nelle scuole. I giovani rappresentano il nostro futuro.
E’ importante non imporre le cose dall’alto, ma aiutarli a pensare, a riflettere, in un confronto costante”.
L’attore é stato tra gli ospiti delle premiazioni del progetto “La strada giusta” coinvolgendo la platea con un appassionato monologo. Ma sorge spontanea la domanda: come é Miguel al volante?
“Con i debiti scongiuri non ho mai fatto un incidente - svela - Non sono certo un guidatore super veloce, anzi: meglio la prudenza a comportamenti a volte irresponsabili come mettersi in macchina dopo aver bevuto”.
Lo sport rappresenta ancora una passione non sopita: “Gioco a pallone con la Nazionale attori e, di recente, ho scoperto il golf, che mi ha appassionato e che, in meno di un anno, mi ha visto raggiungere già il 12 di handicap. Una disciplina molto diversa rispetto al calcio, più mentale che fisica.
Lo sport, a qualsiasi età, rappresenta una valvola di sfogo, la possibilità di dedicarsi a quello che piace. Che poi é quello che bisogna fare nella vita di tutti i giorni, coltivare le passioni per provare a realizzare i propri sogni”.