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Campagnolo

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Sosta in città

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Tutti con gli occhi al cielo per l'ultimo saluto a Michele Bortignon

Dopo aver disputato la terza prova speciale il pilota di Romano d'Ezzelino in gara con la figlia Alessia è stato colto da un improvviso malore. Ha avuto il tempo di accostare a bordo strada prima di perdere i sensi. Inutili tutti i tentativi di rianimazione da parte di tre équipe mediche

■ Nè passerella sul palco nè bollicine. Semmai occhi al cielo per l'ultimo saluto a Michele e un abbraccio ideale alla sua famiglia, così duramente colpita. Era cominciato in un clima di festa il rally Campagnolo, con un fugace saluto del sole, ma è durato poco. Conclusa la terza prova speciale, alle porte di Recoaro, Michele Bortignon, per tutti Marco, ha avuto appena il tempo di accostare la sua Ford Escort al ciglio della strada, colto da un malore vigliacco che non gli ha dato scampo. E' morto mentre i medici, allertati dalla figlia Alessia che gli faceva da navigatrice, tentavano disperatamente di rianimarlo. Non è servito neppure l'intervento dell'elisoccorso. Devastante l'attacco. Si era preparato scrupolosamente per il rientro nel mondo dei rally, riscoprendo a 51 anni una passione giovanile che lo aveva già portato a calcare i campi di gara. Approfittando dei momenti di pausa che il lavoro gli concedeva, con l'aiuto dell'amico Alvise aveva trasformato una Ford Escort Rs stradale in una macchina da rally. S'intendeva di meccanica e carrozzeria, aveva le mani d'oro. Ore e ore dedicate alla preparazione. Il risultato oltre ogni previsione. Sorpresi gli amici e ancor di più Mauro Valerio, il patron del Team Bassano, prodigo di consigli e suggerimenti. E proprio col Team Bassano aveva deciso di rientrare nel mondo delle competizioni scegliendo, per il debutto, il Campagnolo, uno dei rally più belli del panorama nazionale. Orgoglioso, aveva trascorso le ore della vigilia riassaporando il

Qui: Lucky-Pons con la Delta Integrale; sotto: Lombardo-Consiglio su Porsche Carrera Rs.

piacere della sfida ritmata dal cronometro, felice che al suo fianco ci fosse Alessia, fiera di un papà ancora giovane e appassionato. In gara, superata l'emozione della partenza, aveva trovato subito un buon ritmo, consapevole che i suoi riscontri sarebbero migliorati passaggio dopo passaggio, il tempo di trovare sintonia con cambio e acceleratore. Dopo la terza prova speciale, Recoaro Mille, occupava la 62^ posizione, a 6'30" dai battistrada. Mancava solo il passaggio sull'asfalto rugoso di Monte di Malo prima del riordino in attesa del secondo giro. Il malore lo ha colto

La gara è stata immediatamente sospesa e la classifica congelata dopo la quarta prova speciale

alle 12,45, poco dopo aver superato la postazione dei cronometristi, trovando le ultime risorse per fermare la Escort a bordo strada. Alessia, impotente, ha compreso subito la gravità del momento. Ha dato immediatamente l'allarme e chiesto l'intervento dei soccorritori. Dalla direzione gara, appurato attraverso il tracking satellitare che la macchina era ferma, è partito l'ordine all'ambulanza jolly di intervenire. Tempo un quarto d'ora e i medici erano già in azione, coadiuvati poco dopo dai sanitari di una seconda ambulanza, partita da Arzignano e dal personale dell'elisoccorso. Purtroppo tutte le manovre rianimatorie si sono rivelate inutili. Alle 13,30 è stato accertato il decesso, quasi sicuramente dovuto ad un attacco cardiocircolatorio.

In testa l'equipaggio siciliano Lombardo-Consigli su Porsche Carrera Rs davanti a Lucky-Pons con la Delta rallentati da una errata scelta di gomme.

Gli altri equipaggi in gara, nel frattempo, stavano affrontando la prova di Monte di Malo. La tragica notizia si è sparsa in un attimo, lasciando tutti attoniti. Dal cielo pioggia. Ogni goccia una lacrima. Renzo de Tomasi, presidente del Rally Club Team di Isola Vicentina, a capo dell'organizzazione in stretta collaborazione con Aci Vicenza, non ha avuto indugi, ordinando la sospensione del rally, trovando immediata sponda nel direttore di gara, il sanmarinese Mauro Zambelli, e in Gigi Battistolli, nella doppia veste di pilota e presidente Aci. Gli equipaggi hanno compreso la gravità del momento, raggiungendo mestamente il parco chiuso alle porte di Isola Vicentina. Al comando del Campagnolo, dopo il giro di boa, c'erano i siciliani Angelo Lombardo e Roberto Consiglio su Porsche Carrera Rs. Una corsa impeccabile la loro, dominatori incontrastati, favoriti anche da azzeccate scelte di gomme, confermandosi abili a interpretare i segnali di Giove Pluvio e a scegliere oculatamente le "scarpe" più adatte alla loro macchina. Dopo il sole iniziale, infatti, il cielo s'era presto oscurato, scaricando poi acqua. Lucky, affiancato come sempre da Fabrizia Pons, aveva ricevuto la comunicazione da Dino Toldo, appostato a Monte di Malo per godersi lo spettacolo, che la pioggia in alto era battente. Purtroppo era già in trasferimento e mancava il tempo per cambiare le slick con le rain. «Ho preso tutta la strada, sfruttando ogni angolazione - ha spiegato a motori spenti - ma tenere in linea la Delta sull'acqua è stata un'impresa. Senza aderenza ho dovuto mollare perdendo secondi preziosi.» E come Lucky anche altri equipaggi si son trovati a "navigare" con pneumatici inadeguati. Il toscano Salvini, portacolori della Palladio Historic, per dirla, era stato costretto a cedere la piazza d'onore proprio a Lucky e quindi a lasciare il terzo posto a Giovanni Costenaro, retrocedendo di due posizioni. Quest'ultimo, in coppia con Matteo Gambasin, ha sfruttato abilmente le caratteristiche della sua Ford Sierra Cosworth, piazzandosi ad una manciata di secondi da Lucky. Una lotta ravvicinata spettacolare e incerta, quella fra i due vicentini, tale da

Qui: la Sierra Cosworth di Costenaro-Gambasin; a sinistra: i vincitori Angelo Lombardo e Roberto Consiglio.

Classifica dopo 4 prove

1 Lombardo-Consiglio (Porsche Carrera Rs) 28'59"6 2 Lucky-Pons (Delta Integrale) a 35"0 3 Costenaro-Gambasin (Sierra Cosworth) a 43"0 4 Salvini-Tagliaferri (Porsche 911 Rsr) a 55" 5 Galletti-Marcon (Porsche 911 Rsr) a 1'28"5

riportare alla memoria il Campagnolo di tre anni fa quando Lucky dovette vedersela col figlio Alberto, vincitore con la Lancia 037 Rally, e Giacomo Costenaro, il fratello maggiore di Giovanni, alla fine secondo con la Sierra. Pesante il divario tra Lombardo e Lucky, già 35", ma non incolmabile: con la ripetizione delle prove e un occhio più attento al meteo avrebbe potuto ancora recuperare sfruttando la motricità integrale della Delta 16 valvole tirata a lucido dalla KSport. Costenaro jr. di secondi in più ne aveva invece 43", con un vantaggio di 12 lunghezze su Salvini, retrocesso a 55" dai leader. Più staccati Sergio Galletti e Alberto Marcon su Porsche Rsr con un margine di 6"1 su Mannino-Giannone (Porsche Sc). Settimi, invece Enrico Volpato e Samuele Sordelli con una Ford Escort MK2, nel mirino di Riccardo Bianco-Matteo Valerio (Sierra Cosworth 4x4), Tiziano e Francesca Nerobutto (Ascona 400) e Pierluigi Zanetti-Carlo Vezzaro (Sierra Cosworth 4x4). Giochi apertissimi, dunque, anche perché Luise-Ferro (Ritmo 130 Abarth), Biasiotto-Lizzi (Bmw M3), Rimoldi-Ratnayake (Porsche Sc), Massimo Zanin-Cristiano Rosina (Bmw M3) e Giorgio CostenaroLucia Zambiasi (Lancia Stratos)

Terzo posto per Giovanni Costenaro e Matteo Gambasin su Ford Sierra Cosworth 4x4.

non avevano alcuna intenzione di mollare l'acceleratore. Già fuori, invece, Bertinotti-Rondi, Smiderle-Bordin, Sbalchiero-Molon, Filippo Zanin-Alberto Cerantola, Jacopo Rocchetto e Francesco Berdin appiedati da noie al cambio della loro Porsche Sc. Avendo superato il giro di boa, il rally è valido per il campionato tricolore ma il punteggio in palio è dimezzato. Mentre i piloti raggiungevano il parco chiuso gli uomini del Rally Club Team di Isola Vicentina smontavano anzitempo il palco d'arrivo. Nessuna premiazione. Solo un pensiero per Marco e per la sua famiglia.

RALLY CAMPAGNOLO "Ho ritenuto doveroso sospendere la gara"

Renzo De Tomasi organizzatore della manifestazione

■ Tanta tristezza in direzione gara. La tragica scomparsa di Michele Bortignon ha lasciato tutti sgomenti. Renzo De Tomasi, presidente del Rally Club Team Isola Vicentina, organizzatore della gara, trattenendo a stento le lacrime: “La gara era partita nel migliore dei modi e c'erano tutti i presupposti per una grande giornata di sport e festa. Ho ritenuto doveroso sospendere la gara in quanto non c'erano i presupposti per continuare e, soprattutto, per rispetto verso Michele Bortignon e la sua famiglia alla quale sono vicino in questo tragico momento”. Luigi Battistolli, presidente dell'Automobile Club Vicenza: “La commozione di Renzo De Tomasi rappresenta il dolore che c'è in tutti noi. Non riesco a trovare le parole per esprimere quello che provo, sia come presidente di ACI Vicenza, sia come sportivo visto che ero anch'io in gara. Eravamo al parco assistenza quando è arrivata la notizia e, in quel momento di grande commozione, all'unanimità i piloti hanno approvato la decisione di sospendere il rally”. Mauro Zambelli, direttore di gara: “È triste quando ci si trova di fronte ad un evento come questo, pensando che è accaduto ad una persona che credeva in quello che stava facendo con passione. Alle ore 12.45 siamo stati allertati a seguito della fermata della vettura numero 88 nel tratto di trasferimento succesivo alla terza prova speciale “Recoaro 1000”. Verificato anche tramite il servizio tracking attivo su ogni vettura da gara, abbiamo compreso la gravità della situazione. Contemporaneamente è giunta la chiamata da parte della centrale operativa del 118 competente territorialmente; abbiamo mandato una ambulanza in servizio per il rally quale mezzo “jolly” di supporto che stazionava all'area di assistenza remota di Valdagno, che il sistema tracking ha confermato esser giunta sul luogo alle 12.54 e di lì a breve sono intevenuti anche l'elisoccorso ed una successiva ambulanza inviata dalla Centrale Operativa SUEM. Nonostante tutti gli interventi degli operatori sanitari al pilota, alle 13.30 ne è stato constatato il decesso. Giungano alla famiglia e in particolare alla figlia che era al fianco del padre, un abbraccio e le sentite condoglianze.” Pietro Mainente, medico di gara: “Mi associo alle condoglianze espresse da tutti. Ricevuta la chiamata del 118 di Vicenza che mi ha comunicato che l'ambulanza di zona non era disponibile, subito ho fatto partire la nostra di servizio che in meno di quindici minuti era operativa sul posto. Ero in collegamento telefonico con il medico che stava intervenendo con le manovre rianimatorie e successivamente con quelle avanzate con intubazione e somministrazione di farmaci. Purtroppo nonostante tutti le operazioni effettuate non è rimasto che constatare il decesso."

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Il "motore" di Marco si è spento

Un uomo grande e mite che ha saputo costruire con Michela una stupenda famiglia. La sua passione per i motori lo accompagnava da quando era piccolo ed al Campagnolo stava vivendo il suo primo rally dopo vent'anni di stop con una navigatrice d'eccezione

■ Difficile salutare chi era partito la mattina per una gara vicino a casa, difficile darsi una risposta ai mille perché succedono queste disgrazie, ma certo esiste una consolazione: stava realizzando il suo sogno più grande tornare in macchina a correre e, per di più, con la figlia Alessia. Così Michele Bortignon o, meglio, Marco, come tutti lo chiamavano da quando era piccolo, ha lasciato questa strada terrena per quella sconfinata dei cieli. “Era un uomo mite e buono” esordisce così il cognato Francesco Bernardi nel descrivere una persona speciale non solo per la famiglia, ma anche per quanti l’hanno conosciuto. Aveva sempre vissuto in una famiglia amante dei motori e lui, dopo gli studi in meccanica, aveva coltivato la passione in quel campo

Qui: Marco e famiglia, Alessia, la moglie Michela, Mauro, Sofia; a sinistra: Marco Bortignon durante il Campagnolo con la figlia Alessia.

sino ad entrare nell’azienda del cognato Chrysos, per occuparsi della manutenzione e diventare la persona di fiducia della proprietà, perché con la sua precisione era una risorsa inestimabile per tutti. I motori vissuti sulla strada erano stati accantonati negli ultimi vent’anni perché Marco si era dedicato a costruire la sua famiglia con la moglie Michela per crescere tre stupendi figli: Alessia 21 anni, Sofia 19 e Mauro 16. Ma, come si dice, “la strada chiama” e grazie al nipote Luca Bernardi, che corre con la A112 con il Team Bassano, si è riavvicinato a questo mondo spinto dalla voglia di tornare in pista. Alcuni mesi fa le figlie hanno fatto il corso di navigatrici e pertanto Marco, che solo un anno fa aveva acquistato una bellissima Ford Escort 2000 che aveva minuziosamente rifatto in ogni sua parte, ha deciso di chiedere ad Alessia di vivere insieme quest’avventura fantastica al Rally Campagnolo. Dalla gioia alla tragedia quando il cuore di Marco ha deciso di smettere di battere spegnendo il motore non solo della sua Escort, ma di tutte quelle in gara per rispetto di un silenzio e del dolore che Marco in quella strada aveva lasciato. Il vuoto di un padre, ma anche da un figlio per i genitori Renato e Liliana e di un amico è certamente incolmabile, tuttavia rimane la certezza che Marco era felice e, forse, quando ha accostato la sua macchina ed il suo “motore” si è spento, aveva la certezza di aver messo al sicuro la sua famiglia ed essere stato per loro un esempio ed una guida sicura che illuminerà la strada delle loro vita. Buona strada Marco!

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