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Città di Bassano

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Mondiale kart

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"Mundialito" dell'Est Gryazin fa man bassa

Il pilota russo ha dominato la gara dall'inizio alla fine vincendo tutte le prove speciali con una Skoda Fabia della Delta Rally di Cartigliano

■ Che fosse di una classe superiore lo si sapeva. Il mondiale non tradisce e lui, nelle gare iridate, gode di prestigio ed attenzioni. Ma che nel "sancta sanctorum" del Nordest si permettesse di mettere in riga tutti con una facilità perfino irritante pochi erano disposti a crederlo. Invece gli avversari si sono squagliati come neve al sole, prova dopo prova, bravi a resistergli, a distanza di mezzo minuto, solo Bostian Avbelj e il palerminano Andrea Nocita. Il tre volte campione d'Europa Luca Rossetti, primo a Bassano nel 2018, è finito oltre il giro di lancette e con lui Sartor e Rovatti. Sossella, il "primo" dei nostri e l'unico nella top ten a non impugnare il volante di una Skoda Fabia (ha gareggiato con la Hyundai R5 della Friulmotor), ha chiuso settimo addirittura a 2'29"8. Mauro Spagolla, osannato campioncino del Nordest, non è andato oltre il dodicesimo posto, complice la ruggine accumulata in un anno di lontananza dai controsterzi, mentre Battaglin, sul quale tutti erano pronti a scommettere, ha salutato la compagnia dopo appena due prove, tradito nella notturna di Rubbio dal turbo e poi dal cambio della Hyundai Wrc, unica world car alla partenza. Una marcia trionfale, quella di Nicolay Gryazin, venticinquenne russo figlio d'arte (padre campione nazionale nei primi anni del Duemila, fratello altrettanto bravo sulle prove speciali), perfettamente assecondato da Konstantin Aleksandrov sul sedile di destra della Skoda FabiaR5 Evo preparata dalla Delta di Cartigliano che, a due passi da casa, ha schierato uno squadrone di supercar. Il "Mundialito del Nordest" è diventato in un colpo solo il "Mundialito" dell'Est. Dopo un giro di prove per prendere le note ed un altro per correggerle, Gryazin, una volta scattata la corsa da Piazza Libertà, nel cuore di Bassano, ha salutato tutti, infilando

Lo sloveno Avbelj ha conquistato matematicamente l'International Rally Cup conquistando il secondo posto assoluto nella gara bassanese

una speciale dietro all'altra, migliorando gli scratch parziali e ripetendo il miglior tempo anche sull'ultima asperità, nell'arena scatenata di Rubbio, quando avrebbe potuto comodamente alzare il piede e godersi lo spettacolo di Bassano dall'alto. Niente, non c'è stato verso: 4'09"9, solo due spiccioli in più rispetto al passaggio precedente. Sette prove su sette, un vantaggio via via sempre più consistente e tante bollicine sul palco per festeggiare il quinto successo assoluto in Italia, dopo le vittorie di Alba, San Marino, nel Vermentino e nella Wrc2 mondiale di Sardegna. Unico neo, se si può chiamare tale, il quarto posto al Due Valli di inizio mese, dietro a Crugnola, Giandomenico Basso e Stefano Albertini, complice una foratura. Bostjan Avbelj avrebbe sicuramente potuto contrastarlo di più - i numeri non gli mancano - ma il Bassano era troppo importante per confermare la sua leadership nell'International Rally Cup, il torneo ideato da Loriano Norcini, che distribuisce ricchi premi a tutti i partecipanti. Con l'occhio rivolto alla classifica, lo sloveno ha tirato un paio di zampate delle sue ma senza rischiare oltre il lecito, bravissimo comunque a restare in coda al russo con licenza "baltica" e a contenere la rimonta di Nucita, con Rudy Pollet alle note, seguito come un'ombra da Gianfranco Cunico, il pluricampione italiano che lo ha preso sotto la sua ala protettrice. Già vincitore dodici mesi fa, Avbelj si è "accontentato", si fa per dire, della piazza d'onore che gli ha garantito la matematica vittoria dell'Irc, con un bottino mica male di sonanti euro. Se i ragazzi della Delta di Riccardo Cappato sono scattati sull'attenti quando gli amplificatori hanno rilanciato la voce straordinaria di Freddie Mercury in "We are the champions" (non si poteva mandare in onda l'inno russo per le note vicende!), i colleghi del Team Munaretto si sono stretti attorno ad Avbelj e Andrejka con altrettanto calore: un secondo posto al Bassano è sempre prezioso e poi il titolo Irc è un vessillo da inalberare con orgoglio nella prossima uscita al Città di Schio, praticamente in casa, dove Bostian potrebbe essere della partita. Se Luca Rossetti, capita l'antifona, tutto sommato si è dichiarato soddisfatto del quarto posto, considerato che anche lui ha sensibilmente rallentato le presenze in gara, Nicola Sartor e Paolo Rocca avrebbero firmato sin dalla vigilia la quinta piazza. Chissà, senza cali di potenza e un cambio riottoso, il duello con Rossetti sarebbe probabilmente stato più incerto: tra i due equipaggi ci sono appena 22"2 di distacco. Sesta piazza, invece, per Michele Rovatti e Jasmine Manfredi, mai seriamente impensieriti da Sossella che sta pagando in maniera pesante l'affiatamento con la Hyundai nonostante un palmarès stellare e titoli a go-go. Alle spalle del vicentino si è classificato l'emiliano Antonio Rusce, con l'esperto Farnocchia al fianco mentre Giovanni Costenaro, con Matteo Gambasin alle note, ha agguantato il nono posto. Un bel salto, per

il marosticense, passare dallo storico al moderno. Lo scorso anno, con la Sierra Cosworth, mise tutti in fila nella gara d'antan. Adesso è più difficile sgomitare nelle zone alte perchè nessuno è disposto a cedere qualcosa agli avversari. A chiudere la top ten ci ha pensato il principe Albert Von Thurm und Taxis, studi universitari a Roma, una lunga carriera agonistica tra velocità in circuito e rally. A Bassano si è divertito, pur essendo arrivato all'ultimo momento, le prove speciali gli sono piaciute e ha promesso che l'anno prossimo ritornerà perché affascinato dalla città e dalle montagne che le fanno da contorno. Oltre a Battaglin, anche Paolo Oriella e Sandra Tommasini, primi nel 2014, hanno salutato anzitempo i colleghi, traditi da una toccata a tre curve dalla fine della speciale di Rubbio. Un capottamento, invece, ha dato lo stop a Gianluca Tosi.

■ “Io e Narciso Paccagnella eravamo seduti uno di fronte all'altro quando abbiamo deciso di far partire 247 equipaggi al Rally di Bassano. I nostri sguardi erano nascosti dai monitor dei pc che avevamo davanti, per fortuna, altrimenti avrebbero confessato ciò che entrambi in quel momento non avevamo il coraggio di dire! Era una bella sfida, ne eravamo consapevoli, ma abbiamo deciso di coglierla e condividerla con gli altri ragazzi della Bassano Rally Racing. Nessuno ha osato tirarsi indietro, anzi, tutti si sono rimboccati le maniche, hanno abbassato la testa e via a lavorare con più energia. Abbiamo ragionato su ogni particolare, abbiamo modificato scelte e tarato tutto facendo affidamento sulla nostra esperienza. Ci sentivamo pronti e determinati. Il resto lo raccontano i numeri: La corsa dei record, 247 iscritti, 85 vetture ritirate, 155 salite sulla pedana di arrivo a Bassano in orario e nessuna prova annullata”. A parlare è Paolo Grandeso, “deus ex machina”del Città di Bassano che aggiunge: “Non farò la lista dei ringraziamenti perché sarebbe troppo lunga e dimenticherei sicuramente qualcuno, voglio però pubblicamente ringraziare la dott. ssa Elena Peruffo, dirigente del Commissariato di Polizia di Bassano, assieme al vice dottor Carlo Dalla Costa, Gabriele Munerato e tutto l'ufficio "OSP ufficio Ordine e Sicurezza Pubblica", nonché la sezione di Polizia Stradale di Bassano, per lo straordinario lavoro, la professionalità e il supporto unico che ci hanno concesso per il quale, personalmente e umanamente, sarò sempre grato”.

Paolo Grandesso "Una grande sfida vinta assieme a voi"

Le apprensioni e l'impegno della Bassano Rally

I ragazzi e le ragazze della Bassano Rally Racing

Classe per classe tutti i vincitori

■ Impossibile dar conto dell’intera carovana, con ogni concorrente e la sua personale storia di gara nelle sette prove. Il minimo sindacale è giostrare tra i podi di Classe, andando per ordine di arrivo assoluto. Cyril Pierre Audirac 19° assoluto, primo di Super 1600 (tutte Renault Clio) in 1h00’11’’9 interrompendo la sfilza delle trazioni integrali, con il rivale diretto più vicino Giovanni Cocco a 1’39’’. Grande bagarre tra le Peugeot 208 Gt Line di Giacomo Guglielmini, 21° assoluto e primo di Rally4 in 1h00’40’1, Mirco Straffi secondo ad appena 3’’8, Riccardo Tondina terzo a 25’’1. Il trofeo intitolato a Ilenia Ossato è stato appannaggio del decimo di Classe, Matteo Baldo navigato da Gabriele Zanni. Divario di 7’43’1 tra il tedesco Sandro Wallenwein primo di Rally3 e l’ungherese Zoltan Laszlo, entrambi su Ford Fiesta. Pier Domenico Fiorese ha tenuto dietro a 47’’0 in R4 il mitico Hermann Gassner, entrambi su Mitsubishi Lancer EvoX. Tre su sei al traguardo le Clio Williams in A7, con successo di Claudio Cogo (33° assoluto) e distacchi pesanti per Valerio Scettri e Simone Gasparini. Primo di R3 Attilio Martinelli (Clio) su Andrea Galeazzi (Citroen) a 50’’5. Unica Super 2000 la Skoda Fabia di Thomas Lorenz, 40° assoluto. Falcidiata dai ritiri l’A6 con Gabriele Cappellari sempre primo e Nicola Peterlin sempre secondo, divisi alla fine da 16’’0, entrambi su Peugeot 106 S16. Identico andamento in N3, solo Clio in gara, primo Davide Scarso e secondo Nicola Dall’Osto a 49’’4. Fuoco fatuo di Michele Milani, scratch di N4 sulla “Rubbio” in notturna e ritiro a “Valstagna”. Unici superstiti al traguardo il tedesco Martin Kainz davanti a Luca Gobbo. Scuola Brenta per Alex Lorenzato, primo delle Clio di Rally5 con spazio largo su Matteo Nerobutto e Nicola Pezzato. Sempre combattuta la propedeutica N2 con l’Honda Civic di Christian Buccino perentoria in testa fino alla seconda di “Rubbio”, poi ritiro del vicentino e passaggio di consegne alla Citroen Saxo del torinese Fabio Breglia, al traguardo con buon margine sulle Peugeot 106 di Fabio Oppici e Davide Vigna. Nettamente prima di RA5N la Suzuki Swift di Marco Cappello, sola soletta la Toyota Yaris di Andrea Reginato in R1TN4x4, e la Clio di Gianluca Crippa in N5Naz. Due ritiri su tre al via, al traguardo di A5 la Peugeot 205 di Loris Zanardo. Fanno specie anche gli altri concorrenti in solitario, come Maurizio Capuzzo su Opel Adam RS1.6 Plus, Michele Crescenzo su Peugeot 106 in K10 (ma Carlo Maroso si è fermato alla ps 5), Elia Signor su Suzuki Swift in Rally5-R1, Filippo Dall’Osto su Peugeot 208 Gti in RSTB1.6 Plus. Infine Mirco Graziani su Citroen Saxo primo in RS1.6 con vantaggio dilatato su Salvatore Spinnato.

Premiata ditta Nodari Padre e figlio sul podio del Bassano storico

Paolo e Giulio si sono aggiudicati la vittoria nella gara riservata alle vetture d'epoca precedendo Marsura-Menin (Porsche 911 S) e Lovisetto-Gasparotto (Lancia Rally 037). Un tubo dell'olio ha stoppato la Bmw M3 di Zonin-Cerantola

■ Filippo Zanin e Bernardino Marsura si sono rilanciati il pallino nelle prime quattro prove, alternandosi al comando del rally storico. Ad andare a segno, però, è stato Paolo Nodari. Lotta incerta sino all'ultimo metro d'asfalto nella 17^ edizione del Città di Bassano in versione amarcord, nobilitata da un parterre di grandi campioni non solo del passato. Una vettura più bella dell'altra alla partenza: dalla Stratos di Giorgio Costenaro e Lucia Zambiasi alla 037 in veste Totip di Adriano Lovisetto-Ivan Gasparotto, passando per una marea di Porsche 911 (MarsuraMenin, Basso-Marchi, Rocchetto, Bordignon...), di Bmw M3 ( Filippo Zanin-Alberto Cerantola, Massimo Zanin-Cristiano Rosina, Mauro Simontacchi-Ballin...), di

Qui: Paolo e Giulio Nodari in volo (Subaru Legacy Sedan 2.0 4WD) a sinistra: Giorgio Costenaro e Lucia Zambiasi (Lancia Stratos HF)

Giorgio Costenaro piantato in asso dal cambio della sua Lancia Stratos ha concluso la prova del Cavalletto viaggiando in folle

Ford Sierra Cosworth (Giacomo Costenaro-Justin Bardini, IccoltiFerrarelli, Bianco-Valerio...) per non dire della Delta Integrale di Sbalchiero-Peruzzi e della Subaru Legacy Sedan di Paolo e Giulio Nodari. Una vetrina, per farla breve, sulla storia mondiale dei rally. Tra rombi del sei cilindri di derivazione Ferrari ai turbocompressi è stato un festival delle cavallerie, con piloti decisi a dare il massimo pur di primeggiare in una delle sfide più attese e spettacolari dell'anno. Ad aprire le danze ci hanno pensato subito Zanin-Cerantola staccando il miglior tempo sui tornanti di Valstagna, precedendo Nodari-Nodari, CostenaroBardini e Marsura-Menin. Sulla successiva prova del Cavalletto è stato invece Marsura a mettere tutti in riga e a prendere le redini del rally in mano, con Nodari e Zanin a pochi secondi e Lovisetto, impegnato a prendere le misure della 037 mai guidata prima, più staccato. Out, purtroppo, Giacomo Costenaro già vincitore del moderno nel 2015, causa un ammortizzatore piegatosi dopo una compressione. A Rubbio la corsa è ritornata nelle mani di Zanin junior, bravo a precedere Nodari e Marsura (i tre raccolti in meno di due secondi nella classifica provvisoria), con Lovisetto già a 42"5 e Sbalchiero, coadiuvato dal rientrante Mauro Peruzzi, oltre il minuto, in compagnia di Simontacchi. Fuori dai giochi, invece, Massimo Zanin, partito per la tangente con la sua Bmw M3 trasformatasi in un "caccia" con tanto di decollo e atterraggio, dopo diverse giravolte, lontano dalla strada. Paura tanta, conseguenze minime. Macchina però da buttare o quasi. Completato il giro di prove, sulla ripetizione di Valstagna Marsura ha dato la "paga" a tutti riconquistando la vetta davanti a Zanin, staccato di 3"4 e Nodari a 3"7. Lovisetto, ormai vicino al minuto, quarto, precedeva Sbalchiero, Simontacchi, Giorgio Costenaro (il figlio Giacomo, piegato un ammortizzatore della Sierra aveva già salutato tutti imitato da Riccardo Bianco) e Gianpaolo Basso,

Qui: Marsura-Menin con la Porsche 911 S a destra: Nereo Sbalchiero e Mauro Peruzzi sotto: Lovisetto-Gasparotto su Lancia 037 Rally

Classifica rally storico

1 Nodari-Nodari (Subaro Sedan) 51'13" 2 Marsura-Menin (Porsche 911 Rs9) a 5"7 3 Lovisetto-Gasparotto (Lancia 037) a 1'07"0 4 Sbalchiero-Peruzzi (Delta Integrale) a 2'02"0 5 Simontacchi-Bellini (Bmw M3) a 3'21" 3

finalmente assecondato a dovere dalla Porsche che nelle salite marcia velocissima e nei rally, purtroppo, segna spesso il passo. Decisivi i 23 chilometri del Cavalletto, insidiosi, difficili e severi. E proprio su questo nastro d'asfalto, un classico del Bassano come lo fu del S. Martino di Castrozza, Paolo Nodari ha costruito la vittoria con una prestazione superlativa. Incalzato dal figlio, ha chiesto tutto e di più alla Subaru Legacy Sedan, chiudendo la prova in 14'35"2, lasciando Marsura indietro di 9"4 e Lovisetto a 13"6. Un tubo dell'olio, invece, bloccava irrimediabilmente Filippo Zanin costretto ad alzare bandiera bianca quando ormai aveva nel mirino il podio di piazza Libertà. Giorgio Costenaro, che stava tenendo a bada il concittadino Gianpaolo Basso s'è trovato col cambio in folle, senza più riuscire a ingranare le marce. Fortunatamente quando è successo il fattaccio si trovava in discesa e così ha potuto raggiungere il fine prova in folle, buttando alle ortiche oltre due minuti e scalando al contrario in classifica, rimanendo tuttavia nella top ten. Applausi scroscianti per i due Nodari sul palco di piazza Libertà, con commozione a stento trattenuta quando è partito l'inno di Mameli. I due vicentini (sono di Gambugliano) hanno smaltito la tensione inondano tutti di bollicine "Foss Marai" e aspirando avidamente, a loro volta, dalla bottiglia di Prosecco che in un amen è rimasta asciutta. Contento pure Bernardino Marsura, reduce dall'oro al Due Valli veronese mentre Adriano Lovisetto, di solito in gara nel rally moderno, ha continuato all'infinito a tessere le lodi della 037 che in altra versione aveva già trionfato al Bassano con Dino Tolfo. Alle stelle anche Nereo Sbalchiero, ai piedi del podio, bravo a contenere l'irruenza di Mauro Simontacchi, quinto assoluto, e Gianpaolo Basso, finito sesto.

Biasion-Carello riaprono pagine di storia rallystica

■ Al traguardo, soddisfatto e sorridente, anche Jacopo Biasion, il figlio di Miki, che ha gareggiato al volante di una Opel Kadett Gte, vettura gemella di quella con cui debuttò al Città di Modena, nel 1979, Biasion senior. Quel rally lo vinse, guarda caso, Mauro Simontacchi con una Lancia Stratos. Al fianco di Jacopo, a leggergli le note, un altro nome famoso nel mondo del controsterzo. A fargli da navigatrice, infatti, è stata Marta Carello, figlia di quel Fausto che corse a metà degli anni Settanta al Campagnolo con una Lancia Beta e nipote di Tony Carello, battuto al Campagnolo nel 1976 da Antonillo Zordan, e vincitore l'anno successivo a Vicenza con la Lancia Stratos ufficiale. Toni Carello, in coppia con Maurizio Perissinot, vinse poi il campionato europeo. Occhi lucidi anche per Miki quando il figlio è salito sul podio, classificandosi 37° assoluto.

■ Voglia di correre tanta e così lo scorso inverno Greta Graziani ha frequentato il corso di prima licenza, organizzato dalla Bassano Rally Racing, per apprendere segreti e regole delle competizioni. Dario Guidolin, specialista delle cronoscalate, stupito da tanta passione, le ha offerto un "passaggio" sulla sua Fulvia coupè e alla ragazza non è parso vero potersi sedere sul sedile di destra nel Città di Bassano storico. Dopo un veloce apprendistato, con i consigli di Gianfranco Menon ormai un "maestro" per tanti debuttanti, l'equipaggio Guidolin-Graziani ha affrontato la gara con spirito battagliero classificandosi 39° assoluto. "È stata brava - ha commentato Guidolin, famoso nel giro delle corse per avere il sottocasco appartenuto a Gilles Villeneuve che conserva come una reliquia - e ci siamo divertiti." Felice anche Greta, che già sogna un'altra gara...

Dopo la teoria la pratica con la Lancia Coupé

Greta Graziani per la prima volta navigatrice sulla Fulvia di Dario Guidolin Jacopo e Marta sono figli di due grandi campioni del controsterzo

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