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di Marco "Petrus" Petrini e Andrea Schwarz
Parlare dei Dream Theater ha sempre un gusto particolare ed ogni volta che ci si imbatte in questa band alla vigilia di una nuova release si rimane sempre con il fiato sospeso grazie al genio creativo del quintetto che di volta in volta reinventa se stesso con dischi di altissima qualità. Anche questa volta la collaborazione tra Rock Hard e l'Italian Dreamers ha dato i suoi buoni frutti, e con una perfetta sinergia nelle persone di Marco Petrini, vice presidente dell'official fan club della band che ringraziamo per la gentile e preziosissima collaborazione, e il nostro Andrea Schwarz, abbiamo raggiunto la band nella persona di Jordan Rudess, in occasione del suo minitour italiano, per una lunga conversazione in esclusiva per tastare un po' il terreno su cosa ci stanno riservando i Dream Theater per il futuro! Ma lasciamo che sia lo stesso Rudess a guidarci …
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Ciao Jordan, prima di tutto una domanda di rito ed un po' frivola: come mai questo cambio di look cosi drastico? Prima fu Mike a tagliarsi i capelli nel '97, seguito da James e poi da John Petrucci nel 2001… ma tu ti sei proprio rasato a zero!!! "Bella domanda!!! Personalmente credo che quando sei all'interno del music business anche l'aspetto esteriore sia una cosa che un'artista deve curare. Ho sempre pensato come poteva essere l'idea di svegliarmi una mattina ed essere completamente pelato, pensa che durante l'ultimo tour i ragazzi della band hanno sempre provato ad incoraggiarmi ma io sono sempre stato restio all'idea. Poi il giorno di capodanno di questo 2003 ho deciso che era ora di fare un cambio totale di look." Questi ultimi due mesi vi hanno visti impegnati sul palco con i Fates Warning e i Queensryche con dei concerti spettacolari per i veri fans
del progressive metal. Cosa ci dici di questa esperienza? "Per tanto tempo i Dream Theater hanno sognato di andare in tour con i Queensryche. Come ben sapete, ci sono stati dei momenti di tensione alcuni anni fa tra le due band, ma poi pian piano i rapporti si solo rilassati e alla fine, vale a dire quest'anno, è arrivato l'invito a far parte di questa terna per un tour negli Stati Uniti. Posso dire che per un vero fan del progressive metal, si è trattato di un'occasione più unica che rara di vedere sul palco le migliori prog band del mondo tutte nella stessa serata. Dal mio punto di vista personale posso dire di non essere mai stato un fan accanito dei Fates o Queensryche, ma passarci l'estate insieme 'on the road' è stata un'esperienza magnifica, sono tutti persone simpatiche e ognuna speciale, e altamente professionali al tempo stesso. Sicuramente per me è stata anche un'occasione per apprezzare e capire meglio anche musica di band che ho sempre ascoltato poco." Il vostro tour era soprannominato "Escape From The Studio", un'idea rubata a un'altra band famosa di cui non facciamo nomi… Come mai avete deciso di non suonare nessun brano registrato in quello studio da cui siete scappati per due mesi?
"Perché abbiamo deciso di tenere tutto top secret, anche solo suonare un brano o due avrebbe creato sicuramente l'inizio di una discussione lunghissima tra tutti i fans… Non ci si può fare un'idea su di un nuovo album soltanto ascoltando uno o due pezzi suonati dal vivo, e poi inevitabilmente i pezzi avrebbero iniziato a circolare su internet, con tutte le speculazioni che ne sarebbero potute derivare. Preferiamo dare una grande sorpresa a tutti i fans e vedere le loro discussioni sui vari siti web dal giorno in cui l'album uscirà ufficialmente nei negozi, non prima." Tornando ai Queensryche, ti sei divertito durante la jam che avete fatto alla fine di ogni concerto? "Penso che i fan si siano veramente divertiti! Ogni sera a fine concerto i due gruppi salivano insieme sul palco, suonando brani dell'uno o dell'altro, ma anche cover di altre band! In tanti mi hanno detto che è stata un'esperienza magnifica e che certe cose succedono una sola volta nella vita. Personalmente credo che sia stato veramente difficoltoso dare un impatto sonoro di un buon livello quando ti trovi in 10 su un palco. Non hai più i tuoi suoni così come i tuoi settaggi per gli strumenti; nei monitor non senti più i tuoi volumi e tutto risulta molto più difficile. Io sono molto pignolo in queste
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JORDAN RUDESS ITALIAN TOUR La fine dell' estate 2003 ha segnato un importante tappa per il fan club ufficiale dei Dream Theater in Italia. Infatti, l'Italian Dreamers, che fa segnare quest'anno il suo decimo anno di attività, ha festeggiato la sua prima decade nel migliore dei modi. Non solo una festa nel giardino di uno dei più bei club in Italia con la presenza della cover band ufficiale, gli Astra, e con Jordan Rudess direttamente dall'America come special guest... con la collaborazione di Esse Music Store, Associazione Giacomo Spanò e Andrea Pavanello è stato organizzato un vero e proprio mini tour del tastierista dei Dream Theater! Ma veniamo ai dettagli... Il tutto è iniziato il 27 agosto ad EsseMusic, un negozio di strumenti musicali immenso, con una marea di strumenti esposti; lo stesso negozio che ha già ospitato per ben due volte Mike Portnoy e John Petrucci. Quasi inutile dire che anche per Jordan Rudess il negozio (che al suo interno si può permettersi di allestire un piccolo auditorium) era letteralmente stracolmo di fan entusiasti! Circa 350 persone pronte per un clinic che ha lasciato tutti di stucco. Jordan ha deciso di dividere la serata in due parti, durante i primi 40 minuti ha allietato il pubblico con della musica inedita, suonata ad ispirazione momentanea usando come supporto la sua Kurzweil K2600 e la nuova entrata Korg Karma. Durante i restanti 40 minuti Jordan ha invece intervallato risposte a domande fatte dal pubblico con esecuzione di alcuni soli di brani dei Dream Theater! 29 Agosto: nella cornice del castello di Este Jordan si esibisce per quasi due ore in un concerto acustico suonando uno splendido pianoforte a coda Steinway e alternandolo per alcuni brani con la sua inseparabile Kurzweil. Anche qui si è trattato di musica completamente inedita, brani toccanti intervallati da veri e propri virtuosismi al synth e ai campionatori. Da notare l'esecuzione al pianoforte di alcuni brani del Liquid Tension Experiment, seguiti da "The Dance Of Eternity" sempre al pianoforte e da una lunghissima "The Spirits Carries On" cantata ad alta voce da tutti i partecipanti al concerto. 30 agosto: Il Symbol club di San Marino è già pieno alle sette di sera, l'ingresso è riservato a tutti i soci dell'Italian Dreamers, gli unici che potranno incontrare Jordan e sentirlo suonare in questa serata. Un'ora e mezzo circa di musica e domande, per poi passare alla solita fila per gli autografi di rito. La serata continua anche per i non soci, e davanti a circa 750 persone si esibiscono prima gli Empyrios (una band locale con ottime potenzialità) e a seguire la cover band ufficiale per l'Italia dei Dream Theater, gli Astra. La formazione capitolina esegue in un paio d'ore di repertorio dei Dream Theater brani tra i quali "A Change Of Season", "Take The Time", "Metropolis", "Learning To Live" ed una splendida "The Spirits Carries On", con Jordan Rudess al pianoforte.
cose, soprattutto quando si tratta di fare ascoltare la propria musica." Ieri in macchina abbiamo parlato del nuovo album, che si intitolerà "Train Of Thought"... visto che non circolano voci in rete e visto che c'è il più assoluto top secret… perché non ci dai qualche notizia esclusiva per i lettori di Rock Hard? "Posso dirti che è stata una esperienza nuova, diversa da tutte le altre insieme ai ragazzi della band, dai tempi del Liquid Tension o di "Scenes..." in cui entravamo in studio e creavamo nuova musica. Questa volta è stato un po' come tornare a scuola, quando si suonava chiusi in una stanza con i volumi al massimo. Infatti prima di entrare in studio per registrare i brani ci siamo effetivamente chiusi in una stanza per alcuni giorni, per dare un'impronta finale a tutti i brani che avevamo già pronti. Volevamo dare un'impronta molto grezza a questo nuovo album, qualcosa di veramente forte… e ci siamo riusciti!!" Riguardo alla composizione dei brani, hai appena detto che non siete entrati in studio per creare nuova musica, ma solo per registrare brani già pronti… quando sono stati creati questi brani? "Durante i sound check! Sembrerà strano ma è verissimo. Abbiamo passato tantissimo tempo a fare jam durante i sound check, avevamo pronti tantissimi brani per questo ultimo tour e ci annoiavamo a suonarli anche durante i sound check; allora abbiamo iniziato prima a mischiare i nostri brani vecchi (cosi è nato il famosissimo instrumedley, suonato dal vivo, per ora, solo durante i tour americani e in alcune occasioni durante i concerti dell'ultimo World Tourbulence che però non ha toccato l'Italia) e poi abbiamo iniziato a buttare giù alcune nuove idee. Cosi facendo, registrando gli stessi sound check, ci siamo trovati a fine tour con tanta nuova musica pronta per essere ritoccata e registrata." Sappiamo per certo che non avete registrato al solito BearTrack ma non sappiamo null'altro sulle registrazioni… "Quello che posso dirti è molto poco… lo studio in cui abbiamo registrato è un nuovo studio a Long Island, poco lontano dal centro di New York, proprio dove la band ha mosso i suoi primi passi. Le registrazioni si sono svolte in diverse sessioni; dopo aver affinato i pezzi tutti insieme, abbiamo deciso di entrare in studio uno alla volta per fare il proprio strumento. Se non sbaglio il primo ad entrare è stato proprio John Petrucci, insieme a Mike, seguiti da John Myung. Io sono entrato in studio dopo un paio di settimane e ho registrato tutte le mie parti. Dopo il tour di questa estate, nelle settimane centrali di agosto, è entrato James a registrare le parti vocali, in quanto i testi sono stati scritti durante il tour con i Queensryche. Il mixaggio è iniziato proprio in questi giorni e terminerà a fine settembre." Pensi che la base di fan potrà crescere dopo quest'album e che la vostra popolarità possa aumentare? "Credo proprio di si, da un certo punto di vista quest'album sarà molto più heavy e l'audience sarà sicuramente maggiore, abbiamo mixato insieme un buon progressive con dell'ottimo metal. Penso che il nostro bacino futuro di fans possa tranquillamente raccogliere i metal fans, gli adoratori del prog rock e tutti i giovani che suonano uno strumento, quelli che dicono "vorrei suonare la chitarra come John Petrucci" (ridendo, nda). Il resto credo che sia in capo al nostro management, alla promozione che ci farà la casa discografica. Quello che possiamo fare noi è creare della musica speciale, e l'abbiamo sicuramente fatto!" Ogni volta che i Dream entrano in studio creano un piccolo angolo in cui ascoltare alcuni cd che ogni membro della band si porta dietro, questo angolo è chiamato inspiration corner. Questa volta cosa avete portato con voi? "Niente, non abbiamo portato niente di particolare in studio, le maggiori ispirazioni ci sono venute durante il tour mentre studiavamo i brani dei Metallica e degli Iron Maiden. Credo che più che cercare nel passato questa volta abbiamo voluto utilizzare il maggior tempo possibile a creare qualcosa di nuovo. Io ad esempio ho passato tantissimo tempo a creare nuovi suoni per
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la mia tastiera per dare un'impronta più dura al sound dei Dream Theater." Sappiamo che potremo ascoltare "Train Of Thought" ad inizio novembre, mentre a febbraio e già previsto il tour; pensi che sia un buon incastro di tempi? "Si, sicuramente. Con Six Degrees è stato molto più complicato, l'album è uscito praticamente il giorno in cui il primo tour europeo è iniziato e non si trattava di un normalissimo album ma di due cd completamente diversi, sperimentazione uno e semi-concept l'altro. Due cose diverse ma ugualmente complicate da digerire, da comprendere ed andare sul palco cosi presto per noi è stato abbastanza difficile in quanto i fans ancora non avevano recepito la nuova musica. Con questo album in uscita non abbiamo voluto fare lo stesso errore, abbiamo pensato che dare ai fans almeno 3 mesi di anticipo rispetto al tour sarebbe stato un ottimo periodo per loro per interiorizzare la nuova musica che abbiamo scritto." Da quest'anno è stata lanciata una nuova campagna discografica direttamente dalla band, chiamata "Official Bootlegs"; è una mossa strategica per combattere i vari bootleggers o c'è qualche "losco" affare sotto? "(ride!, nda) Haha, beh, non sarebbe una grande idea per fare più soldi! Più che altro è stata un'idea di Mike, che è un grande fan della sua stessa band. In casa ha un archivio con tutte le registrazioni su DAT di tutti i concerti fatti dai Dream Theater dai primi tempi. La funzione di questi official bootlegs è solo di dare a tutti i fans una maggiore panoramica su quello che è il gruppo sia in studio che dal vivo. Sicuramente è un modo per combattere i bootleggers ed evitare ai fans più accaniti di spendere soldi inutilmente per registrazioni pirata che a volte fanno veramente schifo. Si tratta di registrazioni tutte da soundboard, sia dal vivo che in studio e l'idea è quella di pubblicare con il tempo sia i concerti più belli che tutti i vari making degli album con una qualità audio sensibilmente superiore di tutti i vari bootlegs in circolazione. Solitamente Mike decide quale materiale pubblicare, solo lui ha una reale panoramica di tutte le registrazioni, anche se credo che ormai non si renda più conto di quante cose sui Dream Theater abbia in casa. Ha una cantinetta piena zeppa di cimeli; non a caso si sta spostando in una nuova casa." Avete creato una vera etichetta per fare questa operazione, la YtseJam Records. "E' un'etichetta a cui fanno capo Mike e John Petrucci, una cosa nata già da anni da quando entrambi hanno voluto essere produttori degli album dei Dream. Dopo 'Falling Into Infinity' nessuno si fidava più di persone decise dall'etichetta discografica a farci da produttori; spesso si trattava di gente che non conosceva il nostro range musicale e che non faceva quasi mai gli interessi della band. Così Mike e John hanno affrontato di petto le alte sfere della label e hanno deciso di produrre i dischi avendo così un totale controllo sull'attività musicale del loro stesso gruppo." Vero, in fondo questo dovrebbe essere il vostro ultimo album per la Elektra… potrebbe essere una mossa per il futuro... "No, non è così, infatti questo non è l'ultimo album per l'Elektra, ne abbiamo ancora un altro!" …. E poi? Cosa accadrà? "Questa è una domanda importante. E' qualcosa di cui stiamo già discutendo adesso perché l'industria musicale viaggia molto veloce e non sai quale può essere il futuro per una band come i Dream Theater. Si stanno aprendo nuovi orizzonti musicali davanti a noi, come ad esempio il caso di internet, e sicuramente passeremo al vaglio tutte le possibilità prima di prendere una decisione. Senza ombra di dubbio tutti noi siamo molto contenti di essere liberi e indipendenti, fuori da vincoli con una major." Quindi lascerete l'Elektra definitivamente? "E' ancora tutto da vedere, ne stiamo discutendo ma è ancora presto, chi può saperlo… sicuramente, visto il panorama musicale di oggi, dubito che
una major prenda in considerazione una band di nicchia come la nostra per spingerci ad alti livelli. Ma non si può mai dire... l'importante è la nostra voglia di fare musica, di farla ascoltare ai nostri fans e questo ci basta come stimolo per andare avanti." E riguardo le attività dei fan club? Cosa ne pensi come mezzo di promozione? "Dopo aver visto cosa siete capaci di organizzare in questi ultimi giorni direi che sono rimasto molto toccato dal livello degli eventi che siete riusciti a creare qui in Italia. Il supporto che state dando ai Dream Theater è impressionante e la devozione dei ragazzi che hanno suonato ieri sera alla festa ne è la testimonianza. Il loro livello musicale è impressionante e i Dream Theater devono essere fieri di avere una cover band come gli Astra in Italia." Sei al corrente delle attività di ogni fan club? "Mike è quello più a contatto con tutti i fan club ma io ricevo tutte le fanzine e le mail che vi scambiate. Penso che essere in Italia ed aver partecipato a questi tre eventi completamente diversi l'uno dall'altro sia stato molto emozionante sia per tutti i fans che sono venuti a vedermi che per me e per la mia famiglia. L'Italia è un paese magnifico e credo che in futuro ci saranno sicuramente altri eventi del genere." Durante gli ultimi anni siete stati tutti coinvolti in parecchi progetti
solisti, paralleli o semplici partecipazioni in album di altri artisti: cosa significano per voi queste esperienze musicali? "Dal canto mio è veramente importante avere progetti solisti, o collaborazioni a livello musicale... i Dream Theater per me sono una grandissima cosa, una parte incredibile della mia vita, ma non possono per ovvi motivi permettermi di esprimermi a 360° come musicista. Mi piace suonare tantissimi stili musicali, e sento spesso il bisogno di esplorare mondi musicali che con questa band non potrei vedere. Suonare con altri artisti è un'esperienza che fa crescere musicalmente, ed è per questo che ognuno di noi si crea altri spazi o si lascia coinvolgere in altri progetti, per apprendere sempre di più nuove concezioni musicali, nuovi stili, anche per portare queste novità come nuovo bagaglio all'interno della grande avventura chiamata Dream Theater." E' vero che hai iniziato i lavori per un nuovo album solista? "In un certo senso sì... ho solo preparato quello che sarà il nuovo studio poco prima di partire per l'Italia. Al mio ritorno inizierò a pensare a come sviluppare certe idee musicali e poi penso che darò inizio alle registrazioni." Sarà un seguito di "Feeding The Wheel"? "Si, sarà un altro rock album sulla scia di 'Feeding...' Non ci saranno tantissimi ospiti, per la maggior parte saranno strumenti suonati da me, con l'aiuto di un batterista e uno o due chitarristi." Ti cimenterai a suonare la chitarra questa volta? Chi saranno gli ospiti? "Vuoi che suoni io le chitarre? Ancora non lo so se lo farò, vedremo! Riguardo agli ospiti per ora sono quasi certo di coinvolgere Rod (Morgenstein), con cui sono sempre in stretto contatto. Purtroppo non riusciamo a trovare il tempo per fare un secondo capitolo del nostro progetto/duo, ma credo che averlo alla batteria in alcuni brani possa aiutare un po' a creare l'atmosfera giusta." Osa ne pensi dei progetti paralleli dei tuoi compagni? "Mi piace quello che ha fatto Mike su O.S.I., lavorando ancora con Kevin Moore e sperimentando sonorità molto tendenti all'elettronica. Mike ha avuto modo di fare proprie certe cose e di trasmetterle anche noi all'interno della band. Tutto ciò che hanno fatto gli altri ragazzi della band mi è piaciuto, io sono sempre stato abituato a suonare con altri artisti, mentre fino alla nascita di Liquid Tension Experiment nessuno della band aveva mai fatto qualcosa di concreto. Penso che certe ventate di aria nuova all'interno della
TRAIN OF THOUGHT: L'attesa è (quasi) finita!! Un ascolto veloce non renderebbe gloria a questi 7 brani che già dai titoli sembrano promettere molto. Ormai manca poco, non è il caso di rovinare la festa a nessuno; già nel prossimo numero ci sarà una multirecensione, e sicuramente se ne parlerà fino alla prossima estate di questa nuova musica; musica che faremo nostra prima ascoltando il disco e poi gustandola dal vivo con tre concerti che si prospettano spettacolari e intensi; visto che i Dream Theater e la Barley Arts hanno scelto i tre palazzetti più grandi d'Italia. Dal punto di vista stilistico musicale si può solo dire che le tracks suoneranno come qualcosa di potente, potente sì ma anche complicato al punto che i virtuosismi del Liquid Tension Experiment saranno ampiamente superati! Forse tutto un tour trascorso a preparare due album come "Master Of Puppets" dei Metallica e "Number Of The Beast" degli Iron durante i soundcheck ha definitivamente contagiato la band, portandola a spostarsi su un sound più pesante che tanto potrebbe ricalcare le già conosciute note di "Glass Prison". Non è novità che Petrucci e soci abbiano focalizzato le loro menti su influenze più heavy, senza dimenticare mai le loro origini; e sicuramente con la voglia di dare ai fans qualcosa che stanno dimenticando: il sound dei vecchi Metallica, dei Pantera e di altre band che sono sparite o hanno ampiamente deluso negli ultimi tempi. Sette brani, intensi, un brano strumentale, lunghissimo, un brano molto "mellow" sullo stile di "Wait For Sleep" e testi toccanti che andranno analizzati a fondo dai più accaniti. Un ritorno alle origini riguardo la composizione dei brani e una formazione che non si cambia, compresi coloro che stanno dietro ai bottoni: Doug Oberkircher come ingegnere del suono, Kevin Shirley ai livelli del mixaggio e i soliti Mike Portnoy e John Petrucci come produttori. C'è ancora poco da dire su questo "treno" in arrivo…! TRACKLIST: ON TOUR: Feb 05th Milan, Italy - Filaforum Feb 06th Bologna, Italy - Palamalaguti Feb 07th Rome, Italy - Palalottomatica Italian Tour supported by Rock Hard
Produced by John Petrucci and Mike Portnoy Engineered by Doug Oberkircher Mixed by Kevin Shirley Release date: 7 or 11 november 2003
band siano molto formative. Anche quando io stesso sono entrato a far parte dei Dream Theater è stato qualcosa di nuovo; il gruppo aveva bisogno di nuovi stimoli, di una nuova ricerca musicale, ed è quello che è accaduto." Hai detto che probabilmente il tuo arrivo nella band, questo cambio, forse era necessario. Non credi che entrare nei Dream Theater sia stato uno degli step più grandi della tua carriera? "Assolutamente si, non c'è dubbio sia dal punto di vista del business che dal punto di vista creativo e musicale. Prima dei Dream Theater, in pochissimi conoscevano la mia attività come solista e come tastierista sugli album di Vinnie Moore, Speedway Boulevard etc… Adesso ci sono tanti fan che si stanno addentrando nei meandri della mia musica, ed è bello sentire il loro feedback e sapere che apprezzano le mie creazioni. Dall'altro canto per me è bellissimo fare parte di questa grande famiglia, con cui facciamo buona musica e con cui giriamo il mondo, portando le nostre composizioni sui palchi di tutto il mondo. Si, è stato un grande passo per la mia vita." Parlando ancora di Dream Theater, per quanto tempo pensi che la band possa continuare a fare dischi? "E' veramente difficile prevedere queste cose. Di certo non siamo una fashion band, siamo una band che porta avanti un progetto da più di 10 anni, e credo che si andrà avanti finché ci sarà un saldo legame musicale tra di noi. Ad esempio, se John Petrucci un giorno dovesse ricevere una chiamata dalla Universal Records per un contratto come solista da milioni di dollari, nessuno può dire cosa potrebbe decidere di fare. Comunque rassicuro i fan, al momento sarebbe impossibile, dato che oltre al legame musicale c'è anche un forte legame interpersonale, e non ci sono segni di rotture all'interno della band." Ok, prendiamo l'esempio che John Petrucci accetti questo contratto e lasci i Dream Theater. Credi che la band possa cambiare line-up o pensi che sia la fine per i Dream Theater? "Credo che all'interno dell'industria musicale ci sia un certo pensiero che dice che non è importante il singolo nella band, ma il complesso totale. Forse è un concetto un po' duro da affrontare per un vero fan, ma ognuno
1. As I Am 2. This Dying Soul 3. Endless Sacrifice 4. Honor Thy Father 5. Vacant 6. Stream Of Consciousness 7. In The Name Of God
lo interpreta a modo suo. Immagina che io lasci la band; Emanuele degli Astra potrebbe benissimo entrare a far parte della band e suonare con i Dream Theater. Magari non ha le mie stesse qualità, ma potrebbe averne tante altre. Nel caso che John Petrucci lasci la band ci potrebbe essere Steve Morse per esempio; guarda proprio i Deep Purple! Sto parlando per assurdo, sia chiaro, non accetterei mai che John se ne andasse, come nessuno accetterebbe mai l'idea che Mike stesso se ne andasse. Ma alcuni cambiamenti possono sempre essere possibili." Alla fine di questa lunghissima settimana, come ti senti a dover ripartire dall'Italia? "Mia moglie non vuole più partire, so che ha già preso contatti con voi per rimanere qui (ride, nda)!! A parte gli scherzi, è stato tutto molto entusiasmante. Quando all'inizio ho letto la vostra e-mail con la proposta di un clinic, un concerto e un Italian Dreamers Party pensavo che sarei arrivato distrutto alla fine della settimana e che non mi sarei goduto quasi per niente il vostro paese. Non è stato assolutamente cosi, l'Italia è un paese meraviglioso e con la mia famiglia abbiamo avuto modo di girare parecchie città e di provare tantissimi ristoranti. Tantissimi fan sono venuti agli eventi in programma, e ho sentito veramente la loro devozione mentre suonavo, è stato incredibile! Come ho già detto, si tratta solo di una prima tra le tante volte che tornerò in Italia con la mia famiglia!" I nostri sentiti ringraziamenti allo Staff Italian Dreamers, fan club ufficiale italiano della band per la disponibilità. Altri ringraziamenti particolari vanno a: (in ordine sparso) Denis, Lorella e tutta la cricca di Esse Music Shop; Marco, Francesco e tutti i ragazzi dell’Associazione Giacomo Spanò; Andrea Pavanello, Elio Bordi, Sandro Amadei per aver prestato la sua tastiera a Jordan, gli Astra e tutto il loro seguito compresi gli equilibristi, gli Empyrios, Simon e quel pazzo di Michael Bitter del fan club ufficiale tedesco The Mirror che ha condiviso con me tutto il viaggio al seguito di Jordan e tutta questa lunghissima intervista. Ricordate il sito www.italiandreamers.net
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Dati raccolti da Marco "Petrus" Petrini con l'aiuto di Simone Fabbri, Marco Poderi, Alan Muirden e Stefano Tappari
Speciale strumentazione SUL PALCO DEI DREAM THEATER! Nel mese di luglio 2002, durante la seconda parte europea del World Tourbolence, l'Italian Dreamers ha pubblicato una fanzine speciale di ben 72 pagine dedicata completamente a Six Degrees of Inner Turbulence. Le sei parti in cui si snodava tale fanzine abbracciavano tutti i vari risvolti di quel complicatissimo doppio album: percorso guidato al disco, traduzione dei testi, analisi significativa, la strumentazione e l'esecuzione dei brani dal vivo. Traendo spunto, abbiamo voluto approfondire l'aspetto strumentale dei Dream Theater. Eccovi dunque una panoramica approfondita e completa, tratta dalla fanzine (la quarta parte, dedicata appunto alla strumentazione) e riadattata dalla nostra redazione, per capire al meglio la musica della band, anche attraverso la strumentazione! Per i Dream Theater gli impegni dal vivo rappresentano una sorta di doppia incombenza: oltre al dover dare il massimo, la band è sempre alla ricerca di una qualità sonora per i fan presenti che sia pari, se non addirittura superiore, a quella del loro lavoro in studio. La difficoltà non è rappresentata solo da partiture ai limiti dell'impossibile o cose simili, ma anche dal riuscire ad avere una strumentazione in di riprodurre fedelmente i suoni creati in studio. Cosa utilizzano i Dream Theater? Abbiamo esaminato da vicino per tutti i lettori musicisti (e non solo) tutta la strumentazione da palco di Portnoy e soci, cercando di cogliere anche i minimi particolari... buona lettura!
JOHN PETRUCCI John Petrucci è uno dei chitarristi più conosciuti sul piano mondiale, non solo per la sua tecnica ma anche per la sua infinita strumentazione. "C'è un lavoro immenso dietro al mio sound; cerco sempre di modellare il suono, al fine di avere una migliore resa sonora dei brani anche dal vivo." (John Petrucci)
LE CHITARRE Dal 2000 la Music Man può vantare tra i musicisti della sua scuderia anche John Petrucci, e non c'è voluto molto tempo perché la casa Americana fondata da Leo Fender realizzasse un'intera serie di strumenti "signature" per il chitarrista dei Dream Theater. Analizziamo la chitarra :
I legni: il corpo è costruito con il Basswood (Tiglio), che infonde alla chitarra un suono abbastanza brillante, mentre il manico è costituito da Acero selezionato e la tastiera è in Palissandro. Il ponte, dotato del tremolo, è un modello realizzato dalla casa Ernie Ball in collaborazione con John e a quanto pare dovrebbe fornire ampie possibilità con la leva, senza però incorrere negli svantaggi che colpiscono i classici Floyd Rose; le corde, poi, non sono bloccate all'altezza della paletta, come accade con molti sistemi mobili, ma per garantire la stabilità dell'accordatura la chitarra è stata dotata di meccaniche Schaller M6IND con l'autobloccaggio. Si può inoltre optare per una versione di questo ponte dotato del sistema Piezo, che consente la riproduzione del suono di una chitarra acustica. Elettronica: anche per quanto riguarda i Pick-Up Petrucci è stato puntiglioso: i due Humbucking presenti sui suoi modelli "signature", infatti, sono stati realizzati dalla DiMarzio in base a sue precise richieste. Per la scelta del Pick-Up è stato montato un selettore a tre livelli: la funzione della posizione centrale non è prestabilità ma può essere decisa dall'utente. Sono inoltre presenti un controllo del volume ed uno dei toni. Come segna tasti sono stati utilizzati degli scudetti, il primo dei quali di dimensione notevole ed inciso con le iniziali "JP". La firma di John è anche presente sulla paletta. La chitarra Music Man JP Model è disponibile sia in versione a sei corde che a sette corde ed in vari colori. Oltre alla nuova linea di chitarre Ernie Ball/Music Man signature, John può contare su un arsenale di amplificatori effetti e casse, ecco nello specifico :
AMPLIFICATORI/ PREAMPLIFICATORI Mesa/Boogie: Mark IIC+, TriAxis preamp, 2:90 power amp, Mark IV, Formula, Dual Rectifier, Heartbreaker, e Nomad.
CASSE: Mesa/Boogie Rectifier Traditional 4×12 con coni Celestion Vintage 30
MONITOR: Mesa/Boogie Custom 2×12 wedge (passati in disuso con l'utilizzo del sistema "in hear")
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EFFETTI: Tutti gli effetti sono organizzati in uno o più rack (in base al tour) disegnato da Mark Snyder il tecnico personale di John Petrucci: Boss NS-2 Noise Suppressor; Bradshaw Pedal Board, dbx compressor/gates, Dunlop 535 Wah, Dunlop Rack Mount Cry Baby Wah, Ernie Ball Volume Pedals, Eventide GTR4000, a Korg Digital Delay, Korg Toneworks tuner, Lexicon MPX 1, Lexicon MPX G2, Lexicon PCM 70, Lexicon PCM 80, TC Electronic 2290. "Il mio sistema e' un animale in continua evoluzione. Il concetto base, comunque, rimane un suono pulito che esce dritto da un ampli ed un suono effettato che esce dall'altro, cosi posso miscelare bene il tutto. L'uscita "slave" dall'ampli principale e' dedicata ai differenti effetti, in questo modo, con il mio pedale d'espressione, posso controllare la quantità d'effetto da mandare alle casse. Di solito uso il tempo a disposizione nel soundcheck per controllare che tutto funzioni bene. Dopo un concerto mi segno che suono mi e' piaciuto e quale no, ed, il giorno dopo, sempre al soundcheck, regolo quello che non va, sono proprio un maniaco di queste cose!. La tecnica ha un ruolo importante nel controllo del suono, qualche volta, quando suono vicino al ponte della chitarra, mi piace lavorare con il pedale del volume per dare più o meno gain, mi piace pensare al mio rack come ad un leone indomabile!" (John Petrucci)
sullo stile dello Starclassic che ho sempre avuto, sulla destra invece ho un kit molto più sperimentale con una cassa da 20", octobans e tom. Negli ultimi anni saltavo da un kit all'altro durante le registrazioni in studio e poi avevo problemi per riprodurre gli stessi suoni dal vivo, cosi ho deciso di realizzare questo doppio kit e di portarmelo anche sul palco." (Mike Portnoy) Inizialmente esisteva un solo kit "Siamese Monster" il quale, dopo il concerto di New York al BB King è stato spedito in Inghilterra e da li ha seguito tutta la prima parte del tour. Al momento (come per tutti gli altri vecchi kit di Mike) esistono tre set differenti localizzati in tre diversi continenti: Europa, America e Asia. Mike Portnoy, oltre ad essere Endorser ufficiale di Tama, utilizza piatti Sabian (tra cui i suoi 'signature'), bacchette Pro -Mark e pelli Remo. Guardiamo il "Mostro" da vicino :
Cercando di emulare i due kit utilizzati in studio già dai tempi di "Falling into Infinity", Mike ha deciso di creare, dapprima in studio con i suoi pezzi, e poi, aiutato dalla Tama di cui è Endorser, un kit chiamato "Siamese Monster". "Sul lato sinistro prende posto un kit a doppia cassa
2 casse da 22" x 18" (kit grande) 1 cassa da 20" x 18" (kit piccolo) 4 Octobans sul lato sinistro in alto (kit grande) - per le sessions ai Beartracks studios c'erano solo 2 octobans sul lato sinistro del kit 2 Octobans a destra in alto (kit piccolo) 1 Timbalito "Tito Puente" sopra il timpano da 16" (kit grande) 3 Toms montati a rack, da 8", 10", 12" (kit grande) 2 Toms montati a rack da 13" e 10" (kit piccolo) 1 rullante MP1455 Melody Master 14" (kit grande) 1 rullante MP125 Melody Master 12" (kit piccolo) 1 Gong Bass Drum 20" (su gambe fisse, non sul solito sostegno con le ruote - anche se ai Beartracks ne aveva uno montato su sostegno con ruote...) 1 Tymp Tom 10" con doppie pelli, fatto artigianalmente (posto tra i due kits) con viti non fissate al fusto.
JOHN MYUNG
Le pelli battenti dei tom sono ora delle Remo Emperor, eccetto per il Tymp-Tom che ha una Pinstripe. Le Diplomat sono invece sul lato riflettente di tutti i tom. Le tre casse hanno tutte delle PowerStroke3, con i Remo Falam Slam come protezione nella zona del battente (ce n'è uno sempre singolo anche sulla cassa da 20" col doppio pedale). Le Coated CS Ambassador sono montate sui rullanti, col Black Dot di rinforzo sul lato opposto. La versione 12" non è un modello a stock in Inghilterra, ma presumibilmente è disponibile negli Stati Uniti.
A differenza di altri tastieristi che si presentano live con tantissime tastiere, Jordan Rudess utilizza solo una Kurzweil K2600X sul palco. Ovviamente parte dei suoi suoni sono caricati all'interno di questa tastiera mentre altri suoni, campioni e synth provengono da librerie caricate in altri due rack K2600 e un rack Korg Triton che sono dislocati sul palco dietro a Jordan. Dal tour di "Six Degrees of Inner Turbulence" Jordan porta sul palco, nascosta dietro i rack, una Korg Karma dalla quale prende gli inimitabili synt creati da questa marca di tastiere. Tutte le tastiere passano attraverso un mixer Makie 1604-VLZ Pro "Le tastiere Kurzweil danno un controllo profondo del mezzo e della creazione dei suoni. Come ben sapete collaboro con questa ditta per la sviluppo delle loro tastiere in modo da essere ancora più coinvolto nel lavoro che faccio. Tutto ciò che puoi fare per costruire i suoni, con l'architettura di queste tastiere, è semplicemente fantastico." (Jordan Rudess)
Definire la batteria di Portnoy è impossibile per chiunque. Anche qui ci troviamo di fronte ad una sorta di piccolo mostro in costante crescita. Dai tempi di una batteria a 360gradi di Awake siamo arrivati al doppio set-up unito in uno e portato sul palco.
TAMBURI
ha già di serie questa grafica). E' nella versione standard in bassorilievo sul rullante da 14" e in color porpora 'brillante' su tutti gli altri. Dei reggi-bibite sono disposti in giro per il kit, e c'è un tavolino per bibite e bacchette sulla sinistra del timpano da 16". Tutte e tre le pelli riflettenti delle casse hanno differenti grafiche di SDOIT. Le borse per le bacchette sono fissate al timpano da 16" (kit grande) ed al Gong Bass Drum (kit piccolo). C'è anche un reggi-bacchetta Pro-Mark (una sorta di 'tubo') appena al di sotto del Tymp Tom 10", che starebbe alla destra di Mike dietro al kit grande. Un normale reggibacchette Pro-Mark è fissato allo stand dell'Hi-Hat del kit grande, come lo era prima sul vecchio "monster". Tutti i tamburi sono sorretti da un sistema Rack di Tama; i due Octobans più piccoli sono sorretti da braccetti di fattura artigianale (identica soluzione dei precedenti kit Porpora/Rosso/Verde). Gli altri quattro sono fissati su dei normali Tama HW119 (fissati anch'essi al rack). Tutte le posizioni sono registrate con delle 'memorie' meccaniche ed anche buona parte dei microfoni sono fissati sempre al sistema a Rack, in modo da evitare problemi di posizionamento dovuti all'incrociarsi delle gambe delle varie aste... I tom sul rack hanno microfoni "clip-on", cioè con la clip di fissaggio (i microfoni sopra le pelli, tra l'altro, sono cambiati tra la parte europea e quella americana del "World Tourbulence Tour").
PELLI
JORDAN RUDESS
MIKE PORTNOY
MP ha appena firmato, alla fine di gennaio, un contratto di endorsement con una ditta di nome "Slicknut", la quale produce dei fermi per i piatti a sgancio rapido che rimpiazzano il feltrino e la vite sopra al piatto, sull'asta. Gli Slicknuts sono a misura di qualsiasi asta piatto, eccetto per le combinazioni: 10" Medium Stax/Cup chime e per l'8" High Stax/12" Ice Bell. In questi due casi non avanza abbastanza 'gambo' per fissarci gli Slicknuts, quindi Mike usa le normali viti ferma-piatto di plastica della Tama.
PEDALI
PIATTI (da sinistra a destra guardando il kit da dietro) 15 " HHX Studio Crash 18" HHX Chinese 18" HHX Studio Crash 14" AAX Stage Hats 7" Max Splash 9" Max Splash 10" Medium Max Stax (con 7" TB Radia Cup Chime al di sopra) 18" AA Medium Thin Crash 22" HH Rock Ride 20" HHX Chinese 12"/14" Low Max Stax 19" HHX Fierce Crash 13" HHX Groove Hats 7 " Max Splash 11" Max Splash 17" HH Thin Crash 8" High Max Stax sopra una 12" Ice Bell 20" HH Chinese 8" Max Stax cymbal bottoms X 2 (piazzato come Hi-Hat sotto gli Octobans di destra) Triple Hat composto da due 14" e un 10" AA 16 " HHXtreme Crash 20" Sabian Zodiac gong (piazzato sopra un flight case dietro Mike)
Pedali Tama Iron Cobra, incluso gli Hi-Hat (standard e 'remote', cioè rinviati col cavo) e doppio pedale Power-Glide montato sul kit piccolo. Mike è passato ora agli IronCobra, e praticamente non usa più nessun pedale di marca DW... L'asta del Triple-Hat di Sabian, è montata e controllata con un pedale a cavo all'estrema sinistra del kit; poi abbiamo il pedale che comanda, sempre a cavo, il Groove-Hats da 13" sul kit piccolo (non c'era abbastanza spazio per montare un'asta reggi Hi-Hat per ognuno di questi due); poi troviamo il pedale sinistro del doppio pedale PowerGlide, del kit piccolo; gli 8" Custom Hi-Hat sono comandati da un normale stand IronCobra (la parte superiore dell'asta che solitamente avanza dai piatti è stata tagliata per sistemarlo più comodamente sotto gli Octobans di destra).
PERCUSSIONI 1 LP Barchimes da 35 elementi alla sinistra di Mike (kit grande) 1 LP Barchimes da 25 elementi alla destra di Mike (kit piccolo) LP Granite Blocks (sopra il Gong Bass Drum) (kit piccolo) 1 Tambourine LP Cyclops, alla sinistra dell'Hi-Hat 14" (kit grande) 1 Tambourine LP Cyclops sotto l'HH Thin Crash 17" 1 Lp Ridge Rider Cowbell (kit piccolo) Entrambi i rullanti sono fissati a supporti attaccati al rack (niente stand Air-Ride) Tutti i tom (eccetto gli Octobans) hanno le placchette metalliche 'Starclassic' al posto della consueta grafica (le placchette metalliche sono normalmente usate sui kit Starclassic "Performer", in betulla). Il simbolo grafico "Majesty" è su tutti i tamburi (eccetto l'MP125, il quale
Anche John Myung segue la via dei suoi compagni di band ed è in continua evoluzione. Sono ormai 5 anni che John Myung è endorser ufficiale Yamaha, e da cinque anni che il nostro bassista suona sempre lo stesso basso, lo YAMAHA RBX6JM Signature. Lo strumento viene prodotto in due soli colori, rosso rubino a cui John è affezionato per i tour europei e blu turchese, che possiamo vedere in azione durante il Dvd di "Live Scenes…". Il corpo ha una forma classica, la serie RBX è nota per il taglio a doppia spalla, si appoggia in modo naturale sul corpo del musicista ed ha, sostanzialmente, un buon bilanciamento, cosa utile nel caso si deve suonare per molto tempo in piedi. Il ponte dorato da un tocco di classe all'estetica, mentre il manico, nonostante abbiamo di fronte un sei corde, rimane compatto ed estremamente veloce. Il top del manico è in ebano sul quale spunta il simbolo dell'infinito disegnato con punti incastonati di abalone, il disegno parte dal 12° tasto ed è stato progettato ai tempi di "Falling…". Il confort è eccellente, il peso totale si avvicina a quello di un Fender Jazz Bass a 4 corde. Suonato unplugged, la cosa che salta subito all'orecchio è il suono cristallino ed il lungo sustain. Ricordando che nelle sellette del ponte è posizionato un pick up piezo, attacchiamo il jack all'ampli e ci troviamo di fronte ad una miriade di suoni possibili. John utilizza una linea di amplificatori e casse della Mesa/Boogie tra cui dei preamplificatori a rack TriAxis, un Bass Amp 400+, uno Strategy 500 power amp e delle casse Powerhouse 1000 8x10.
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