Metropolzine 31

Page 1




Tutto ha un inizio ed una fine: un’avventura, un lavoro, una partita di calcio, un film, la vita…Si inizia con entusiasmo, con vigoria. Si finisce col fiatone, con fatica. In questo caso con emozione ed anche con la consapevolezza di aver dato vita ad un progetto che ha coinvolto molti, emozionato moltissimi. Me per primo.Quando leggerete questo ultimo capitolo cartaceo il Fan Club avrà spento da poco, o si appresterà a farlo, le 15 candeline. Un traguardo storico, difficile da raggiungere. Mancherà a tutti noi l’emozione degli incontri, l’affannosa rincorsa alle notizie, alle recensioni, ai contatti giusti per poter organizzare aftershows ed incontri vari. Ricordo le telefonate a tutte le ore, lo stress pre tour, le suppliche per poter ottenere privilegi per i soci dagli organizzatori dei concerti e, infine, il riposo dei guerrieri al termine delle estenuanti battaglie post tour… Tutto questo era pesante, ve lo giuro. Il rovescio della medaglia, la parte piacevole della situazione, consisteva nella consapevolezza di aver sempre svolto il proprio lavoro al di sopra delle parti, con coscienza, nella massima gratuità. E, perché no, aver conquistato la stima dei nostri amici d’oltreoceano. La mente torna soprattutto ai giorni in cui abbiamo “pensato” al nostro “organo di informazione”, al primo numero di Metropolzine: l’antesignano e famoso “Numero 0”. Articoli fotocopiati e ritagliati, foto trasferite spartanamente in bianco e nero su semplici fogli A4 poi piegati in due… Bei tempi. Era tutto un gioco e a noi piaceva giocare. Copertina affidata al tratto di Viviano Crimella e stesura, impaginazione e creatività (si fa per dire) del sottoscritto. E come dimenticare l’opera preziosa di Ivan (Iapo per molti di Voi). Dimentico senz’altro qualcuno ma i tempi sono così remoti che spero mi perdonino tutti. Poi l’avvento di Simone e Marco ha regalato a tutti noi una vera perla difficilmente riscontrabile in altre realtà. Avete avuto per le mani un gioiello di grafica, un concentrato di ironia e simpatia che mancherà a tutti. Vi assicuro che un po’ tutto questo mi manca ma si arriva ad un certo punto che non ce la si fa più. Non ci si sta più dentro. Io da molto prima dei miei amici Simone e Marco. Il “riposo dei guerrieri” è più che meritato e, ne sono certo, pieno di malinconia e orgoglio. Gli amici che ci hanno seguito sono stati tantissimi. Migliaia. A tutti Voi un caro saluto ed un grazie di cuore. Matteo Santoro


Ho cercato di vivere questa avventura nell’unica maniera che conosco, dando tutto me stesso e cercando di infondere questa volontà in chi ci ha circondato durante tutti questi anni. Inconsciamente, ma neanche poi tanto, ho fatto della passione per la musica e per i Dream Theater parte integrante della mia vita quotidiana. Umili, cocciuti, concreti e determinati abbiamo voluto conoscere tutto quello che sta intorno a questi cinque fantastici musicisti. Dovevamo scoprire il perché, la ragione, la follia di chi ci stava regalando queste sensazioni. Ci siamo intrufolati in tutti gli anfratti dove ci è stato permesso, anzi, a volte siamo anche andati dove non potevamo, pur di SAPERE cosa e chi sono i Dream Theater. Ma alla fine, il momento più bello era quando riuscivamo a dividere tutto questo insieme a voi. La musica è un’emozione difficile da spiegare, spesso leghiamo canzoni a momenti e ricordi indelebili. Un nuovo album, una nuova foto, un nuovo concerto, un autografo ed una nuova festa. Se anche solo per un attimo, siamo riusciti a farvi sentire bene, fuori dal coro, parte di qualcosa di diverso, vuol dire che abbiamo raggiunto il nostro scopo. Sono sicuro che, chi ha incrociato anche solo per pura curiosità, la strada dell’Italian Dreamers abbia, dentro di se quella piccola scintilla di pazzia che contraddistingue le persone speciali. E’ giunto ora il momento di concentrare tutto questo verso le nostre famiglie, verso la nostra vita. Senza nessuno che ci abbia forzato, senza nessun problema con la band e/o chi li gestisce, semplicemente ci siamo accorti che questo era il momento giusto. Come annunciato lasciamo aperto il canale del sito internet anche perché la loro musica c’è ancora e noi saremo lì, con voi e con loro, splendidi spettatori ed ascoltatori di questo sogno. Sono certo che, anche con meno tempo a disposizione, sapremo farvi delle belle sorprese. Ci sono voluti quattro mesi per completare questa fanzine. Sono tanti ma sono stati intensi, come sempre. Metropolzine 31 è stata scritta e disegnata con il cuore e con la passione di chi ha vissuto questa immensa avventura fino all’ultima goccia di adrenalina. Permettetemi di ricordare due persone d’ispirazione fondamentale per la mia esistenza: mio nonno Tony e Marco, a cui dedico, personalmente, tutto questo. Con tutto il mio rispetto. Simone Fabbri


Quando Simon e Marco mi hanno chiesto di scrivere due righe da mettere sull’ultima fanza non sapevo da dove iniziare, poi mi sono guardato indietro e ho visto 15 anni di Fan Club alle spalle, iniziato un pò per gioco con Matteo alla guida. In così tanto tempo ho conosciuto tanta gente e tanti nomi, ho visto tanti posti e vissuto tante avventure e il gioco alla fine è diventata una passione. Come dimenticare gli inizi quando le iscrizioni si prendevano fuori dai concerti sul tettuccio della mia macchina, o la fanzine n°0 fotocopiata e impaginata nel negozio di Matteo. In tanti anni ne sono successe veramente tante; i primi concerti dove nessuno sapeva chi fossimo e cosa facessimo, le convention come ad esempio la “fiera del disco” dove lo stand del Fan Club serviva per far sapere alla gente della nostra esistenza, il banchetto montato su un tavolino di fortuna (ci eravamo già evoluti rispetto al tettuccio) fuori dai palazzetti prima dei concerti per raccogliere le iscrizioni. Per non parlare poi dei clinic, dove, mi ricordo, una volta il nostro buon Vivio ha dovuto montare la batteria a Mike perché il tecnico di “casa” non sapeva le regolazioni giuste. Come dimenticare poi i mitici Camper per seguire i tour in Italia e all’estero, le migliaia di km macinati e le memorabili piadinate post concerto. L’organizzazione degli after show, mitico quello di Milano del 1999 dove invece di entrare 25 persone ne sono entrate 72 con i Dream che continuavano a fare autografi e chiedere “ma quanti siete???”. Ma non basterebbe una fanzine per raccontare tutto quello che abbiamo passato insieme. Dopo così tanto tempo in giro posso soltanto dire “ GRAZIE ”, grazie a Matteo che mi ha fatto scoprire i Dream Theater, nel lontano 1992, e mi ha portato dentro lo staff del Fan Club, grazie a Simon e a Petrus che hanno continuato in maniera brillante il lavoro iniziato da Matteo mettendo all’interno del Fan Club tutta la passione che avevano e trasformandolo in una creatura viva, che ci mancherà. Grazie a tutti voi che negli anni ci avete seguito in questa avventura, e soprattutto grazie ai Dream Theater senza i quali tutto questo non ci sarebbe stato. Chi sono io? Io sono Ivan o più semplicemente Iapo


Se dovessi descrivere cosa è stato l’Italian Dreamers per me potrei traquillamente dire che è stato parte della mia vita dalla fine dell’adolescenza ad oggi. Questa comunità mi ha dato e insegnato tanto: emozioni, forza vitale, nuove amicizie ed anche la mia attuale compagna, convivente e futura moglie, conosciuta grazie all’invio di una maglietta di una taglia sbagliata. I rapporti interpersonali, necessari a mandare avanti il Fan Club mi hanno aiutato ed insegnato a capire le persone, a intuire subito quali sono quelle buone da coltivare e quali, invece, sono le mele marce da cui stare lontani. Ho sempre vissuto questa esperienza in primissima linea, dando tutto me stesso per riunire più gente possibile intorno alla stessa passione passando più volte notti insonni per finire un articolo o per correggere gli errori in una fanzine. Cosi come ho lottato con tutte le mie forze per dare lustro e continuità alla prima e unica comunità internet in Italia dedicata ai Dream Theater: YtseItalia. Quella domenica pomeriggio di febbraio 2007 non è stato facile affrontare il discorso riguardante la chiusura dell’Italian Dreamers con tutti i ragazzi dello staff presenti a casa mia; soprattutto perché proprio tutti loro si sono sempre fatti un culo terribile per aiutarci. Era una decisione da prendere perché col tempo le nostre vite e le nostre priorità sono cambiate; ora lavori e famiglie necessitano più impegno da parte nostra. Il tempo da dedicare all’Italian Dreamers è sensibilmente diminuito e non abbiamo più l’età ne la costanza per fare notti insonni davanti ad un computer a cercare le parole e le immagini migliori per le fanzine o per coordinare tutte le varie attività che abbiamo proposto in questi quindici anni. Resta un gruppo di amici che continuerà ad incontrarsi ogni tanto per una grigliata di pesce nel mio giardino; chi passa di qua è assolutamente invitato. Non mi rimane che ringraziare tutti voi per tutte le emozioni che mi avete regalato negli anni; spero di essere riuscito a ricambiarle almeno in parte. Marco “Petrus” Petrini


E’ una domenica di inizio gennaio quando riprendo in mano questo vecchio file salvato nell’archivio “Italian Dreamers” all’interno del mio disco rigido. Sulla scrivania le fanzine dal numero 1 al 30, fuori piove, i ricordi tornano alla mente e scorrono veloci. Mi auguro che la mia memoria mi assista nello scrivere questa nuova opera riguardante il Fan Club. Abbiamo deciso di riportare anche i primi 10 anni di storia, così come raccontati in Metropolzine 18, per fare vivere anche a tutti coloro che nel 2003 non erano iscritti tutte le emozioni di 15 anni di Fan Club. Come già detto, questa fanzine non vuole essere semplicemente una cronistoria di ciò che è successo in 15 anni, ma anche una “personale” visione di cosa è stato per il sottoscritto questo lungo periodo passato per la maggior parte al timone, insieme al prode Simone, di questa imbarcazione fatta di immagini e parole. Un po’ come vivere l’Italian Dreamers “Through my eyes”…

1993: The early years

T

utto nasce il 5 aprile del 1993, giorno in cui questa giovane band di New York chiamata Dream Theater sbarca in italia per il loro primo concerto in assoluto. Il luogo scelto è il Rolling Stone di Milano e nel pomeriggio Matteo Santoro, al tempo con qualche capello in più, è li fuori con poche altre persone; lui, che di gruppi nuovi ne ha sempre saputo a pacchi (gli devo ancora l’avermi fatto conoscere i Pain of Salvation con Concrete Lake quando ancora nessuno li ascoltava! Ndr) ha colto l’occasione per provare ad intrufolarsi e vedere in faccia, da vicino, questi 5 capelloni americani. E’ da un po’ di tempo che ci gira in testa l’idea di scrivere una storia completa del Fan Club, quale occasione più propizia di una fanzine completamente dedicata a questo. Poco prima di lasciare il timone a Simone e al sottoscritto, lo stesso Matteo Santoro aveva iniziato a scrivere qualche riga su quel “primo giorno”; leggiamo insieme come andò: di Matteo Santoro “Splendeva il sole, ma non faceva caldissimo. Il solito traffico meneghino, il lungo viale che porta al Rolling Stone e la fame che stava cominciando a disturbare la quiete del mio povero stomaco. Era infatti mezzogiorno e, ben in anticipo rispetto all’apertura dei cancelli per il concerto, stavo arrivando a destinazione quando intravedo una figura oscura di fronte a me, a una cinquantina di metri. Si trattava del Tour Bus che di li a poco avrebbe scaricato i componenti di un gruppo che ai più non diceva un granché: Dream Theater. 5 Aprile 1993: mai data mi resterà così scolpita nella mente, a parte quelle relative agli affetti più personali. Insieme a me, pazzi come me, quattro o cinque avventori, medesime vittime di una fede incrollabile. I vetri oscuri del Tour Bus non lasciavano spazio a sbirciate furtive in cerca di qualche volto conosciuto e la tensione in attesa di una loro apparizione era tangibile, quasi palpabile. Dio, eccoli, sono loro. Scendono ad uno ad uno. Prima John Myung che, alla spiccio-


lata, guadagna l’ingresso del Rolling e già faceva intravedere la sua indole tipicamente orientale: poche parole, un sorriso e via. Poi è la volta di Kevin, poi James, poi l’altro John, John Petrucci. Si intuiva che era lui il capo. Lo testimoniava la sua fierezza. Ed infine lui, il guascone: Mike Portnoy. E’ l’ultimo a scendere ed è colui che più di tutti si ferma a chiacchierare con i suoi ammiratori. Barba e capelli lunghi, prima di scomparire dietro il portellone del Rolling fa in tempo a dirci: “Ragazzi, oggi vi divertirete!” Eh, si Mike. Avevi proprio ragione. Il contatto, il primo contatto con loro lo ebbi in quelle circostanze, ma nessuno, nemmeno il più inguaribile degli ottimisti, poteva immaginare che cosa sarebbe accaduto di li a poco. Avevo scattato delle foto e, consapevole che non sarebbero più usciti fino a dopo il concerto, mi allontanai in cerca di un studio fotografico, di quelli che ti sviluppavano il rullino in un’ora o poco più. Erano passati 90 minuti circa e stavo ripercorrendo a ritroso il C.so XXII Marzo dopo aver portato il rullino a destinazione e mi stavo incamminando di nuovo verso il Rolling Stone quando, davanti a me, vedo un tipo alto e magro, capelli raccolti a mo’ di coda e pass al collo, t-shirt dei Napalm Death.

Dopo pochi secondi esce di nuovo e mi dice: “Matio, vieni dentro a vedere il soundcheck”. Giuro, me la sono fatta addosso… E’ Kevin Moore! Ragazzi che occasione, non posso farmela sfuggire. Mi faccio incontro e lo saluto. Lui quasi stranito del fatto che l’avessi riconosciuto mi saluta e mi chiede: “Ho bisogno di cambiare dei dollari, mi accompagni in una banca?”. La prima cosa che mi è saltata in mente è stata: “Cazzo, se ti ci porto!”. Ovviamente non potevo dirglielo, ma in banca ce l’ho portato davvero, salvo scoprire che a quell’ora erano tutte chiuse. Per ingannare il tempo abbiamo preso a passeggiare per le vie di Milano. Aveva tempo fino alle 16, ora del soundcheck, e allora un giro in Piazza Duomo non poteva togliercelo nessuno. Prima però una sosta in un bar a bere qualcosa e a parlare del più e del meno. A quel tempo il mio inglese non era dei migliori (non che adesso sia eccellente, ma sicuramente me la cavo meglio…) e facevo fatica a spiegarmi. La cosa che colpì molto Kevin è stata la mia abilità nel non assillarlo con domande sui Dream Theater e sul loro splendido “Images & Words”. Abbiamo parlato di tutto ma non di musica: di football, di tennis, di cinema, ma non di musica. Piazza Duomo deve averlo colpito. E’ rimasto senza parole, estasiato dalla visione della cattedrale e quando fummo al suo interno, un religioso silenzio lo attanagliò. Non so se per fede o solo per rispetto, ma non disse una parola. Lo divertirono molto i tanti piccioni raccolti sul sagrato. Si stava facendo tardi, anzi era tardissimo. Affrettammo il passo e nel tragitto di ritorno mi chiese una cortesia: “Dopo il soundcheck puoi accompagnarmi a lavare gli abiti?”. Certo, risposi, ma non capivo cosa volesse dire. Era in ritardo e la sola cosa di cui mi preoccupavo era portarlo al più presto al locale perché, secondo i miei calcoli e l’ora, gli altri avevano già iniziato il loro lavoro. Infatti, come siamo arrivati in prossimità del Rolling, due roadies lo prendono di peso e lo portano dentro.


Dopo pochi secondi esce di nuovo e mi dice: “Matio (non riusciva proprio a dirlo bene il mio nome), vieni dentro a vedere il soundcheck”. Giuro, me la sono fatta addosso…” Ancora oggi ne Mike ne i suoi soci sanno pronunciare bene il nome di Matteo! Ovviamente dopo quel soundcheck c’è stata la richiesta di “Matio” a Mike Portnoy di affrontare un discorso che potesse supportarli direttamente in Italia. Il nome nacque all’interno del vecchio negozio di dischi di Santoro, lo storico “Riff Raff” di Gallarate: Italian Dreamers; perché in fondo tutti gli italiani sono un popolo di sognatori (e di navigatori)!!! Il gioco era fatto, i Dream sarebbero tornati già nel novembre dello stesso anno in un palazzetto più grande per un altro concerto storico che, sicuramente, li avrebbe inseriti in quella piccola nicchia scavata per loro all’interno della musica metal.

1994: Metropolzine 0

Q

uando mi sono imbarcato in questa avventura non avevo la benchè minima idea di ciò che ne sarebbe venuto fuori. In questi casi ci si butta a pesce sperando di rimanere a galla e magari, una volta che ci si accorge di non affondare, cercare di fare qualche bracciata e raggiungere il primo traguardo. Sono le parole di Matteo Santoro nell’editoriale della fanzine numero 0 (si, la introvabilissima numero ZERO che solo 156 soci hanno ricevuto poco dopo l’uscita di Awake durante quell’anno). Ai tempi di Awake il Fan Club aveva alcuni collaboratori che mi piacerebbe citare perché alcuni di loro ancora ci aiutano ed altri sono vere pietre miliari tra gli iscritti: Ivan Iapichella, Viviano Crimella, Matteo Masera, Michela Solbiati, Tornatola Maria Grazia, Bellarosa Lilla, Parolin Renato, Fermata Fabrizio, Beppe Riva, Paola Ceci, Fabio Loffredo, Stefano Marchetti, Monica Frontini. Il lavoro di queste persone e la dedizione di Matteo hanno fatto si che uscisse un primo numero della fanzine “Metropolzine” che poi rinascerà solo nel 1998!

diffondere il verbo di questa nuova band chiamata Dream Theater La numero ZERO era piena di articoli di giornale dei tempi di Awake, con un paio di interviste carine che presto ristamperemo per tutti. Le basi erano buttate per un lavoro che, sicuramente, avrebbe preso buona parte del tempo quotidiano a Matteo e ai suoi collaboratori: diffondere il verbo di questa nuova band chiamata Dream Theater. Già dal secondo concerto sul suolo italiano lo stesso Santoro ha organizzato concorsi per fare conoscere ai soci del Fan Club i membri della band e già al tempo tutti i soci iscritti muniti di tessera potevano entrare prima degli altri ai concerti, a volte anche guardando il soundcheck!

1995: Cosa succede intanto a Rimini?

U

n piccolo gruppo di metallari di Rimini segue ogni concerto proposto a Milano; è formato dai membri di un gruppo di musica demenziale e altri pochi intimi amici.


Tra di loro Simone che viene presto in contatto con il sottoscritto per un discorso prettamente musicale. Dopo aver mollato un gruppo cover locale avevo iniziato a bazzicare l’ambiente dei concerti, montando palchi, facendo da security ai gruppi etc… dall’altra parte Simone stava facendo partire una trasmissione in radio improntata sulla musica metal, con recensioni, interviste ai gruppi e serviva un altro collaboratore. Un amico comune ci mise in contatto e il sodalizio musicale iniziò da subito in una buia stanza poco fuori Riccione che era la regia audio di Radio Icaro 92Mhz. Ovviamente il mio target musicale era più melodico e meno metal, ma la pazzia la diceva lunga vista una mia pseudo-fuga di casa da adolescente per recarmi in Spagna a vedere i Dire Straits ed altri viaggi per Pink Floyd e Bruce Springsteen. Simone e compagnia provavano a portarmi ai vari concerti metal ma ogni volta rispondevo picche. Quando li vedevo tornare però stavo male perché con la scusa di un’intervista o di un autografo per la radio avevano anche conosciuto il relativo gruppo. Un giorno di marzo mi arriva un invito: “visto che non sei venuto neanche per i Pantera e per i Sepultura, che ne dici di venire a vedere i Dream Theater ?” All’inizio avevo detto di no in quanto non ero interessato a quel genere di musica poi però la mia mente mi ha ricordato che a Milano avevo un’amica molto carina che non vedevo da tempo: due piccioni con una (Gi)Fava! I ragazzi mi avrebbero dato un passaggio a Milano e io avrei sfruttato l’occasione per una pizza con l’amica.

John Petrucci seduto per terra, su un tappeto e Mike con l’inseparabile (al tempo) sigaretta e un buon bicchiere di vino bianco in mano Niente male come idea e cosi mi inventai fotografo per un giorno. L’etichetta discografica aveva invitato Radio Icaro alla conferenza stampa di presentazione del nuovo album dei Dream Theater e aveva pure concesso un’intervista con John Petrucci e Mike Portnoy. Per me quei due nomi non significavano ancora niente al tempo ma per gli altri amici era un’occasione particolarmente interessante. Ricordo ancora l’arrivo alla conferenza stampa…da Radio Icaro eravamo in sette su una trentina di persone invitate! Quasi non ci facevano entrare ma ognuno di noi aveva i suoi ruoli, chi intervistatore, chi responsabile musicale, chi responsabile artistico, chi traduttore… e io: il fotografo! Sembravamo le Sturmtruppen! Pochi momenti sono rimasti nella mia mente di quella conferenza, questo perché l’intervista con Mike e John ha catturato parte della mia memoria riservata a quella giornata. Ricordo solo James con un’immensa tazza di latte caldo alle 3 di pomeriggio e poi sette persone intorno a due Dream Theater increduli di destare cosi tanto interesse al pubblico italiano. John Petrucci seduto per terra su un tappeto e Mike con l’inseparabile (al tempo) sigaretta e un buon bicchiere di vino bianco in mano. Non sembrava neanche un’intervista, ma un gruppo di amici che non si vedono


da tempo che si ritrovano e parlano della loro passione musicale. Ci fu anche il primo vero “infiltrato” della nostra storia (ce ne saranno tanti altri), Andrea di “The Games Machine”, una rivista di giochi per computer che aveva al suo interno una sezione dedicata alla musica. Fu con noi per tutta l’intervista e anche per il giretto di rito a Milano per mangiare qualcosa prima del concerto… giusto “qualcosa”. Alla richiesta di farci una foto ad una delle ragazze che lavoravano da Mc. Donald’s in Piazzale Loreto la risposta è stata: “con tutto il casino che avete lasciato su quel tavolo volete pure una foto???” e cosi è stato e prima o poi quella foto verrà trovata e pubblicata ;-)

“Tieniti forte, Dream Theater! 5 luglio! Rimini!!!” Il resto è una storia che solo pochi amici intimi sanno, ma comunque è andata a finire cosi: non ho più una buona amica a Milano ed ho preferito l’invito di John Petrucci a vederli dal vivo quella sera piuttosto che una pizza in compagnia! Ovviamente l’invito di John Petrucci non corrispondeva ad un pass (al tempo inimmaginabile) e dal mio canto ho dovuto rivolgermi al solito “bagarino bastardo” che mi ha spillato ben 70mila lire per un concerto che ne costava 30!!! Di quella giornata rimangono solo bei ricordi; inutile sprecare ulteriore spazio per raccontare il concerto e il viaggio di ritorno dentro un Espace senza riscaldamento dove, per tenere alta la temperatura corporea, si pogava ascoltando i Meshuggah. Il 1995 è stato un anno d’oro, le sorprese non finiscono, giugno è caldissimo ed il sottoscritto lavora tutto il giorno e tocca casa solo di sera. E’ proprio qualche giorno prima del mio compleanno che Simone lascia un messaggio nella mia segreteria telefonica, ricordo ancora le parole: “Tieniti forte, Dream Theater ! 5 luglio ! Rimini!!!” Il tour estivo era stato annunciato ma solo su Varese e su Roma ed io non sarei potuto andare causa lavoro mentre Simone aveva già biglietti e pass pronti! La mia telefonata di risposta al suo messaggio è stata molto breve : “Vaffanculo!!! te e i tuoi Dream Theater!!!” Purtroppo ho dovuto rimangiarmi la parola… era tutto vero… i Dream Theater avrebbero suonato a Rimini in estate… e non solo, Simon aveva già organizzato un’altra intervista con John Petrucci dopo pranzo di quel giorno e un giro con Mike Portnoy in centro a Rimini. Con mille sacrifici sono riuscito a sgamare un pomeriggio di ferie al mio capo e mi sono presentato puntualissimo all’appuntamento dopo pranzo con tanto di chitarra da fare autografare!!! L’appuntamento era stato rimandato, non c’erano i cellulari al tempo e io come un pirla ero fuori dall’hotel aspettando Simone e John Petrucci.


Non passano più di cinque minuti e mi vedo uscire John Myung con un grosso libro; proprio lui mi comunica che l’intervista è slittata di un paio d’ore e si congeda con pochissime parole.

Si fa sera, il Velvet Club di Rimini non è pienissimo, un temporale estivo fa pensare al peggio ma le cose si sistemano in fretta A ruota esce Derek Sherinian; mi riconosce, forse perché a Milano, in marzo, ero stato l’unico ad aver parlato con lui (alla presentazione di Awake a Milano, Derek non faceva ancora parte della band e quindi non era neanche stato presentato al pubblico); lo avevo riconosciuto perché aveva già suonato con Alice Cooper e quando mi ha visto fuori dall’hotel ha parlato con me per un bel po’. Da notare che davanti all’hotel spuntava una immensa insegna della sala giochi più grande di Rimini e Derek si è infilato li dentro non appena è comparso John Petrucci per l’intervista. Nel mentre arriva anche Simone e diamo luogo al nostro affare per poi discutere della serata in arrivo e del concerto tanto atteso, Scopriamo che suoneranno A Change Of Seasons per intero e che finito il tour entreranno in studio per registrare questo brano scartato da Images and Words. Il pomeriggio passa tra due passi al mare con John Petrucci e Simone che, insieme a Matteo Santoro, accompagnano in centro Mike Portnoy che svuota un negozio di dischi comprando bootlegs dei Deep Purple, dei King’s X e dei Led Zeppelin. Si fa sera, il Velvet Club di Rimini non è pienissimo, un temporale estivo fa pensare al peggio ma le cose si sistemano in fretta e il concerto inizia in orario. Dire che quello di Rimini è stato forse il più bel concerto dei Dream Theater in Italia non è una follia. Non più di 600 persone (mai accaduto in Italia), un clima molto intenso, familiare e una band in estrema forma, senza contare un mezzo set acustico mai suonato altrove. E’ proprio in quel giorno che conosco il Fan Club italiano, l’Italian Dreamers. Simone è già iscritto dopo un articolo apparso su Metal Shock mentre io decido di evitare un possibile pacco dopo essere stato iscritto (poco convinto) per due anni al Metallica Italia… Grazie a quel fantastico pomeriggio i rapporti tra il sottoscritto, Simone e i Dream Theater sono più saldi, il lunghissimo aftershow ci porta alla conoscenza con Matteo Santoro e la sua missione con questi Dream Theater. Esce A Change Of Seasons e dopo agosto gli animi per i Dream Theater si placano un attimo.


1996: L’anno buio

I

l 1996 è un anno molto buio per i Dream Theater. I primi clinic italiani di John Petrucci e Mike Portnoy nel marzo di quell’anno, non bastano a risvegliare i fans. Mike e soci hanno problemi con l’etichetta discografica ma poche persone lo sanno in quanto internet ancora non è cosi sviluppato come mezzo di comunicazione.

Guardandoci intorno a livello mondiale, al tempo, una sola pagina internet era dedicata ai Dream Theater: www.rsabbs.com/dt E’ con un braccio rotto, cadendo lavorando sul palco di un concerto di Ligabue (è proprio vero che sono un equilibrista), che mi fermo a pensare su come valorizzare il nome dei Dream Theater. Ho appena visto all’opera il Fan Club del Liga e già hanno un sito internet. Sono uno dei primi pionieri della grande rete e so fare pagine in Html! Perché non fare qualcosa per i Dream Theater? Tutto nasce una mattina di settembre all’Hotel Ascot di Miramare di Rimini, dove lavorava il nostro attuale presidente. Si mettono in moto le meningi e si comincia a ragionare sui Dream Theater: ovvero ciò che sarà il tema principale dei nostri prossimi 8 anni. www.geocities.com/sunsetstrip/alley/8483 è la primissima pagina in italiano dedicata ai Dream Theater. Creata a mano, senza ausilio di programmi (che al tempo non ricordo manco esistessero). Poche cose prese dai giornali, le biografie, i saluti della band raccolti con un registratore a Rimini l’anno prima e qualche foto scroccata ad amici fotografi per i giornali metal italiani. Nasce l’avventura più bella della mia vita. Passa qualche mese e a fine anno ci proponiamo a Matteo Santoro per diventare la pagina web del Fan Club. L’allora presidente accetta di buon grado la nostra sfida su internet, ma è ovvio che tutti e tre vogliamo di più; una pagina ufficiale per l’Italia dedicata alla band. Guardandoci intorno a livello mondiale, al tempo, una sola pagina internet era dedicata ai Dream Theater: www.rsabbs. com/dt, ed era gestita dai soliti ignoti; solo pochi mesi più tardi nascerà Under a Cyber Moon e viene fuori il nome di Mark Bredius, l’attuale web master di www.dreamtheater.net. E’ da questo sito che veniamo al corrente di una raccolta di firme per il prossimo album dei Dream Theater. Le notizie erano poche e molto scarne, giravano strane voci che i 5 americani avessero già pronti i brani per un nuovo lavoro discografico (annunciato anche durante i clinic di marzo) ma mai confermato dalla stampa.


Il 1996 lascia il suo triste segno anche per altri e ben più famosi gruppi: a giugno esce Load a decretare la morte dei Metallica e a dicembre, pochi giorni dopo un grandioso concerto a Pordenone (e noi c’eravamo) si sciolgono i Sepultura. Senza nulla togliere ai Soundgarden che nel 1996 hanno fatto il loro ultimo concerto al Marquee Club di Londra (si proprio quello in cui nel 1995 i Dream fecero il loro show di cover) prima dello scioglimento.

1997: La svolta

I

l 1997 inizia in fretta; le tecnologie crescono e i mezzi per modellare pagine web si fanno vedere sul mercato. La pagina del Fan Club prende un nome: YtseItalia, suggerito da un nutrito gruppo di ragazzi del bergamasco che hanno creato una propria comunità internet che si ritrova ogni sera in un canale mirc chiamato Metalitalia. Nasce anche una mailing list dove scambiarsi opinioni ed il mondo dei Dream Theater in Italia si apre piano piano a persone che abitano lontano tra loro; ricordo benissimo i primi contatti: Perix, Marco Tobia e poi il grande Salve, Francesco di Bari, Elisa di San Marino, Flavio di Milano, Marco di Lecco, Riccardo di Firenze… qualcosa stava nascendo!

“dove hai comprato quello schifo di vestito? Non vorrai mica suonarci… guarda che non monti sul palco vestito come un palombaro!” Le voci iniziano a circolare nella rete: “An evening with new music”, Dream Theater live al Palalido di Milano in aprile. Un’ottima notizia per tutti; proprio i Dream hanno deciso di portare sul palco uno show per fare sentire alla gente alcuni dei loro nuovi brani e vedere la risposta del pubblico prima di entrare in studio a registrare. E’ anche un modo per finanziarsi visto che all’epoca pare che l’etichetta non fosse tanto convinta di questa band. Tutto è fissato per il 12 del mese e già il gruppetto dell’ YtseItalia si muove, nascono le prime iniziative; il primo ritrovo fuori dai cancelli e le prime discussioni musicali. Arriva il giorno del concerto e, sempre con la scusa del programma radiofonico di Radio Icaro, riusciamo ad intrufolarci nell’hotel dove alloggiavano i Dream Theater. C’è una grande scena che mai toglierò dalla mia testa che si verifica proprio davanti ai miei occhi appena entrato in hotel. Derek Sherinian rientra dopo un giro di compere al negozio Armani a Milano, indossa un paio di occhiali futuristici e in braccio ha due completi di cui uno totalmente color “amianto”. Si apre la porta di uno dei due ascensori chiamati da Derek e ne escono John Petrucci (che aveva un’intervista con noi) e John Myung. Non mi è possibile raccontarvi la faccia dei due alla visione delle compere di Derek ma bastano le parole di Petrucci: “dove hai comprato quello schifo di vestito? Non vorrai mica suonarci… guarda che non monti sul palco vestito come un palombaro!”


Ma dopo l’episodio buffo le cose, per noi, si fanno davvero serie e piene di emozione. Appena finita l’intervista, Mike Portnoy e John Petrucci visitano alcune pagine del nostro sito (la YtseItalia) e lo dichiarano sito ufficiale per l’Italia, con tanto di certificazione firmata e sottoscritta anche da John Myung. Ormai per Simone e me la vita al fianco dell’Italian Dreamers è iniziata. Ancora tanto lavoro per il Fan Club durante il concerto; la data è andata sold out praticamente senza neanche essere stata pubblicizzata. Quasi 5000 le persone stipate all’interno del Palalido pronte ad ascoltare e apprezzare alcuni brani di questo nuovo lavoro dei Dream Theater previsto per fine anno. Ancora la conferma che i soci del Fan Club stanno crescendo e ancora un aftershow con tante persone curiose di conoscere la band.

una tappa a Rock FM e poi una sessione di autografi al Mariposa di Porta Romana L’estate inizia e ormai anche la Ytseitalia fa parte della vita quotidiana di tante persone, ragazzi sparsi su tutta la penisola che parlano e scambiano pareri ma, vista la prevista uscita del nuovo album, cominciano anche ad arrivare i primi spezzoni dei nuovi pezzi; circolano quindi i primi mp3 di chi ha registrato i concerti di aprile e di chi ha avuto l’occasione di entrare a vedere i clinic dell’anno passato dove i due Dream hanno proposto qualche strumentale in lavorazione. E’ proprio nel mese di giugno che arriva una mail al sottoscritto firmata Emiliano Maiello; un giornalista esordiente di Roma che ci fà i complimenti di rito e con il quale nasce una piccola amicizia epistolare che sfocia in un incontro alla fermata della metrò di Lampugnano a Milano la notte del 3 ottobre. La cosa curiosa è che il sottoscritto e Simone erano a Milano per presenziare alla presentazione di Falling Into Infinity il giorno dopo, insieme a Matteo Santoro. L’occasione ghiotta era che Mike Portnoy e Derek Sherinian sarebbero arrivati in Italia la sera prima e non sapevano con chi trascorrere la serata. Matteo li aveva invitati a bere qualcosa in un pub di Sesto San Giovanni, lontani da occhi indiscreti ed il sottoscritto aveva invitato anche Emiliano che si era fatto “solo” 5 ore di treno dalla capitale con la promessa che avrebbe potuto scambiare 4 chiacchiere con i due Dream in completa esclusiva per il suo giornale. La serata è finita a birra e salsiccia, pochi intimi dentro il pub ed un Derek abbastanza brillo che si è messo a cantare tutti i brani di Awake in formato rap. Ma il vero succo del discorso fu la volontà di Mike di creare una sorta di circolo ristretto tra tutti i Fan Club europei che intanto erano nati attorno ai Dream Theater; fu la prima volta che sentimmo parlare di Ytseclubs. Un divertimento finito troppo presto ma destinato a continuare il giorno dopo con la presentazione dell’album in un hotel del centro di Milano con tanto di stampa invitata, una tappa a Rock FM e poi una sessione di autografi al Mariposa di Porta Romana.


Quel pomeriggio è stata la prova del nove per me e Simone come membri operativi dello staff dell’ Italian Dreamers. Mai ci eravamo posti la domanda di come si sarebbe stati dall’altra parte della barricata...a rispondere ai quesiti più assurdi posti da fans ansiosi di avere risposte (e a volte anche un po’ troppo pretenziosi). La sfida era iniziata! L’anno non è ancora finito perché proprio poco dopo il lancio del nuovo album viene annunciato il tour europeo; la data è fissata per il 30 novembre al Filaforum di Assago. Increduli siamo tutti presenti dentro questo spettacolare palazzetto con una capienza che sfiora le diecimila persone. Lo avevamo visto pieno con i Metallica, strapieno con Pearl Jam ed altri gruppi, ma mai e poi mai ci saremmo aspettati il pubblico delle grandi occasioni anche per i Dream Theater. E invece è così...più di settemila persone sono presenti al concerto e per la band è l’esibizione con il maggior numero di persone mai fatta in vita loro fino ad allora. Poco prima del concerto, durante l’opening act dei Vanden Plas, più volte Mike e John Myung si sono affacciati dal palco per vedere la distesa di persone davanti a loro. Personalmente non avevo mai visto i membri della band cosi tesi. Mi era già capitato di vedere in vita mia concerti anche con più persone… ma mai e poi mai avevo provato l’effetto di vedere l’immensa distesa di persone davanti ad un palco acclamanti la loro band preferita. Sembrava esserci una leggera nebbiolina ma, quando alla fine del concerto dei Vanden, per un attimo, le luci si sono accese e hanno illuminato il Forum pieno, ho visto negli occhi di Mike un’adrenalina da far paura. Per la cronaca, la band intera, ma, soprattutto John Petrucci, ha pagato l’emozione di un concerto di cosi grande portata. Loro, i Dream Theater, erano l’evento della serata e, seppure qualche errore di troppo nei primissimi brani, non hanno saputo mancare all’appuntamento lasciando il pubblico a bocca aperta per l’ennesima volta. Per noi il tour non è finito, anzi, ci prendiamo gusto e decidiamo, per la prima volta in vita nostra, di recarci a Amburgo per vedere i Dream Theater dal vivo fuori dall’Italia. Il posto è dieci volte più piccolo del Forum di Milano ma il concerto è ugualmente emozionante. Caso volle che nella città tedesca si diedero appuntamento anche alcuni presidenti degli altri Fan Club europei. Ufficialmente dopo quel concerto si può dire che si tenne la prima riunione dell’Ytseclub (l’organo che ora riunisce i capi di tutti i Fan Club ufficiali al mondo dei Dream Theater) I presenti erano Neil Elliot dell’allora Fan Club ufficiale con sede nel Regno Unito, Steffen del Fan Club tedesco e due ignari e loschi figuri arrivati dall’Italia. Il tedesco pieno di birra ci presentò la prima fanzine e da quella riunione nacquero due idee; la prima, era una fanzine tutta italiana per non essere da meno, l’altra fù la pubblicazione del famosissimo Christmas CD anche per tutti gli altri Fan Club ufficiali (al tempo: tedesco, francese, giapponese, olandese e italiano).


1998: Metropolzine numero 1

O

vviamente i lavori per la nostra “numero 1” erano iniziati già alla fine del 97 dopo il concerto di Amburgo, e anche i lavori per il Christmas CD del 1997 erano a buon punto ma, ufficialmente, tutto vede la luce nei primi mesi del 1998 (e da li la leggenda che il xmas cd non arriva mai per natale, ma un po’ dopo!). Fare una fanzine non è stato facile, semplicemente perché non ne avevamo mai fatta una, cosa serviva? Qualcuno che sapesse scrivere, qualcuno che sapesse usare un computer…. E tanta, tanta esperienza.

e pochi minuti dopo, con un cabaret di castagnole di carnevale della nonna, eravamo in macchina sulla rotta per Lione Dotati di word 97 e di tanta buona volontà abbiamo iniziato le nostre prove e il risultato non è mancato, anche se non eravamo ancora all’altezza degli altri Fan Club ancora ma, la voglia era tanta e gli articoli presenti sulle nostre prime 16 pagine non erano così poi male. Metropolzine 1 insieme al Christmas cd 1997 viene spedito a tutti i soci del fan club iscritti dal 1993 al 1997, anni in cui l’attività del Fan Club era tangibile solamente durante i concerti. Sicuramente è un nuovo inizio per l’Italian Dreamers in quanto i rinnovi per il 1998 non tardano ad arrivare. Complice anche la stampa metal che ci da man forte pubblicizzando parecchio le nostre attività e complici anche i Dream Theater che decidono due ulteriori calate in Italia per i mesi di aprile e giugno, possiamo considerare la primavera del 1998 come un nuovo inzio dell’Italian Dreamers. Già dall’inizio dell’anno si era sparsa la voce di un prossimo tour europeo e la data già fissata è per il giorno 2 aprile a Pordenone. Un posto molto scomodo da raggiungere e soprattutto un tour molto lungo che sarebbe iniziato a fine febbraio per finire a fine aprile. Ricordo perfettamente una sera al pub The Barge di Rimini durante una riflessione tra me e Simone al riguardo del tour che stava per iniziare. Alla mia domanda “Dove aprono il tour i Dream domani sera?” la sua risposta è stata “Lione… quanto dista da Rimini?”. C’è voluto poco a fare il calcolo dei chilometri e delle tempistiche e pochi minuti dopo, con un cabaret di castagnole di carnevale della nonna, eravamo in macchina sulla rotta per Lione. L’arrivo a Lione è stato emozionante; un’altra città nuova, ancora i Dream Theater. Questa volta si trattava dell’inizio del tour e abbiamo passato tutto il pomeriggio a vedere i roadie della band che scaricavano e toglievano dagli imballi parti di batteria e le nuove chitarre di John. Al tempo Mike era tornato alla Tama ed era arrivata la sua nuova batteria signature e


l’Ibanez aveva consegnato a John una decina di nuove chitarre dai colori più vari da utilizzare durante il tour.

... cosi nascerà “Metropolzine 2” la prima fanzine a colori per l’Italia Il concerto è andato benissimo anche in terra francese, e già nel viaggio di ritorno a Simon è venuta un’idea che poi si è realizzata due mesi dopo: il “Pullming into Infinity” è un’altra idea del tempo per trovare nuovi amici. Il primo pullman da 52 posti organizzato con partenza da Rimini alla volta di Pordenone, unica tappa italiana per i concerti dei Dream Theater ad aprile, fu riempito da amici stretti con qualche ospite eccellente: primo fra tutti ancora Emiliano da Roma in compagnia di Daniele “KingDani” proveniente direttamente da Cagliari. Durante il tragitto tra i vari discorsi e le strade sbagliate da parte dell’autista, viene commentata la prima Metropolzine e vengono anche fatte vedere a tutti le fanzine degli altri Fan Club. “Noi possiamo fare di meglio”: le parole dette all’unisono sono di King Dani e di un tale Ivan Drudi da Santarcangelo di Romagna che di mestiere faceva (e fa tuttora) il grafico pubblicitario... cosi nascerà “Metropolzine 2” la prima fanzine a colori per l’Italia. Ancora c’è un concerto; quello di Torino al Palastampa all’interno del Monster of Rock ma, ormai la convinzione di fare tanto per i soci iscritti è tanta. Una spinta ulteriore viene data proprio dalla presenza dei Dream Theater al tanto atteso ritorno del Monster of Rock, mancato all’appello per tanti anni. Complici gli headliner Van Halen, che proprio quella sera mancano l’appuntamento a causa di un infortunio del batterista, i Dream Theater si trovano a suonare come penultima band proprio prima dei Deep Purple, con un set più lungo di quanto schedulato, proprio per la mancanza del gruppo principale. Poco male, e poco bene; infatti il sound del palazzetto e l’impianto condiviso tra più gruppi non rendono grazie alle sonorità a cui sono abituati i fan della band ma, nonostante questo, una grande affluenza di persone da modo ai Dream di farsi conoscere ancor meglio sul territorio nazionale. Non ci perdiamo d’animo, anzi, la convinzione di incominciare a dare di più a tutti i fans italiani dei Dream Theater è tanta, bisogna incominciare a darsi veramente da fare. Ecco allora la seconda trasferta all’estero per lo staff Italian Dreamers, in occasione del famoso concerto acustico di Rotterdam. Due camper battenti bandiera italiana sono partiti da Rimini e da Milano alla volta di Rotterdam per assistere ad uno dei più bei concerti dei Dream Theater di sempre. Proprio a Rotterdam avvengono gli incontri con i ragazzi del Fan Club olandese, con Mark Bredius, e con il Fan Club francese (già incontrato anche al Monster of Rock). Un altro incontro storico che ha sancito ancora di più la collaborazione tra i vari Fan Club sia per lo scambio di idee, informazioni e interviste, sia per la produzione di altri Christmas cd. All’inizio di settembre, al Pub Helvetia di Rimini, con la partecipazione di pochi intimi ed in compagnia di qualche amico


del Fan Club tedesco venuto per una piccola vacanza in terra romagnola avviene la presentazione di “Metropolzine 2”, la prima fanzine a colori del Fan Club. L’anno finisce in crescendo quando viene annunciata alla stampa l’uscita di un doppio cd live dei Dream Theater previsto per la fine di ottobre. Intanto da Bergamo arriva l’idea per organizzare il primo meeting del Fan Club in un pub metal della zona. I nostri amici bergamaschi fanno tutto ciò che serve per organizzare la serata, prenotano il locale, trovano un gruppo cover che suoni ma non sanno della sorpresa che abbiamo fra le mani. Infatti quella sera al Keller Pub di Bergamo viene presentato e fatto ascoltare in anteprima il doppio cd live dei Dream Theater. Il concerto delle Onde Rock (gruppo cover locale) è la ciliegina sulla torta di una serata stupenda. Sui muri del Keller pub capeggiano i volti dei Four Horsemen e tutto lo staff del Fan Club è presente insieme ad alcuni amici che si sono uniti al viaggio. E’ la prima festa “seria” per l’Italian Dreamers, l’importante è prenderci gusto!

1999: L’anno delle novità

L

a redazione del Fan Club è in piena attività. Nei primi giorni dell’anno esce Metropolzine 3 con allegato il Christmas CD 1998, forse uno dei più belli ed interessanti pubblicati dai Fan Club, contenente estratti del concerto acustico di Rotterdam mai pubblicato ufficialmente.

A fine estate, sono annunciati in ordine sparso: i clinic di Mike Portnoy a Roma e Pisa, quelli di John Petrucci a Bologna e Montebelluna L’anno, per noi, si apre con tante novità per la band; prima su tutte il cambio di line up con la decisione di Mike e John Petrucci di inserire Jordan Rudess all’interno della band come tastierista full time al posto di Derek! Nel mese di aprile viene pubblicata Metropolzine 4, con la copertina più strana (e forse più bella) mai apparsa su una fanzine; i cinque DT trasformati in Simpsons Style. Un anno che inizia bene non può certo che proseguire meglio ed infatti, già da Maggio, iniziano le sorprese; il 24 per la precisione. Il Fan Club sbarca per la sua prima volta nella capitale, al Frontiera è in programma un’altra festa questa volta denominata “Tonight i’m Awake” e per tutti i partecipanti il preascolto del Liquid Tension Experiment 2 in anteprima nazionale.


Quella sera di fine maggio la gente era tanta; tutti si aspettavano della grande musica, sia per la presentazione del nuovo capitolo del progetto parallelo di Mike Portnoy ma anche per la presenza sul palco di Empty Tremor e Zen; due gruppi prog italiani molto bravi. Come un fulmine a ciel sereno prima dei concerti scende sul palco un megaschermo ed arriva la sorpresa: Mike Portnoy, dotato di telecamera, entra negli studios in cui i Dream al tempo stavano registrando il nuovo album in uscita ad ottobre, e filma un buon quarto d’ora di immagini da fare vedere a tutti i partecipanti della nostra convention romana. Un delirio per tutti che affolla i nostri ricordi per tutta l’estate successiva. Esce Metropolzine 6 con tanti speciali sui vari progetti paralleli di James LaBrie, i dischi solisti di Kevin Moore e Derek Sherinian e la recensione della festa di Roma. A fine estate, sono annunciati in ordine sparso: i clinic di Mike Portnoy a Roma e Pisa, quelli di John Petrucci a Bologna e Montebelluna, l’uscita del nuovo disco e un concerto in novembre. Non male, ci rimbocchiamo le maniche e ricominciamo. Mike è il primo ad arrivare e l’Alpheus di Roma si riempie per il suo clinic che, per l’occasione, viene trasformato in una vera esibizione di batteria piuttosto che un seminario; va meglio il giorno dopo a Pisa da Niccolai, famoso negozio di strumenti musicali della zona. E’ a ottobre che, però, la macchina organizzativa del Fan Club si scatena. Con la calata italiana di John Petrucci vogliamo organizzare qualcosa di unico e speciale. Durante il tardo pomeriggio partecipiamo al suo clinic di fronte ad 800 persone entusiaste, e per la sera una grande festa. “Spirit Carries On” è il nome dell’evento in quel di Bologna, più precisamente allo Psycho Circus Pub. Un piccolo pub fuori dal centro che per una sera si è riempito esclusivamente dei soci del Fan Club arrivati da ogni


parte d’Italia sia per ascoltare il nuovo, attesissimo disco Scenes From A Memory nel giorno della sua uscita nazionale, sia per poter stringere la mano direttamente a John Petrucci, nostro ospite d’onore per tutta la notte. A novembre, il secondo concerto al Filaforum di Milano sancisce per i Dream Theater, la definitiva entrata nell’olimpo della notorietà. E’ ancora il tour di riscaldamento e “Scenes…” non viene suonato per intero ma, è l’occasione per tutti noi di vedere Jordan Rudess sul palco con i Dream Theater per la prima volta. Quella di Milano è stata anche una delle esperienze più curiose per noi. Come da programmi, alcuni soci estratti a sorte hanno vinto l’ingresso all’aftershow. Non avevamo fatto i conti con gli infiltrati ed i portoghesi ed alla fine ci siamo trovati a gestire l’aftershow più numeroso (72 persone!) della storia del Fan Club con tanto di mangiata finale a base di bucatini all’amatriciana cucinati da Matteo Santoro. L’anno è quasi finito quando i Fan Club si organizzano per il Xmas CD 99, che prenderà forma solo nei primi mesi del 2000, diciamo verso Pasqua! Il ritardo sarà grave, lo abbiamo ammesso, ma il risultato fu da leccarsi i baffi.

2000: Scenes per intero e i Dream Theater ad una festa del Fan Club

C

aro duemila , cosi cantava Elio in una famosa canzone scritta per dare il benvenuto al nuovo millennio. L’anno inizia subito bene per il Fan Club, tre date annunciate per aprile e forse la possibilità di un ulteriore tour in estate. Il ritardo nella consegna del Xmas CD 99 viene subito perdonato dai tanti soci iscritti in quanto le iscrizioni balzano alle stelle già dai primi mesi. Tutti i fan romani si ricorderanno benissimo quella sera piovigginosa del 10 aprile, in un piccolissimo locale della capitale, non lontano dal colosseo. Le difficoltà per organizzare quella festa all’HM Pub non sono state poche, condite da un gestore che ci ha dato non pochi problemi. “Scenes from a Night” era stato presentato come il nostro “semplice” quarto meeting fra i soci, seguendo una tradizione iniziata tempo prima a Bergamo. I gruppi contattati per la serata erano Zen ed Abstracta, due band romane molto conosciute anche a livello nazionale. La serata scorre veloce, il posto è piccolo e gli Zen fanno il loro show quando qualcosa succede nella pausa di cambio palco tra un gruppo e l’altro… ebbene si, ringraziando il cielo, ringraziando la band per la disponibilità siamo riusciti a farvi la sorpresa anche questa volta. Sulle scale del locale si materializzano John Petrucci e moglie, Mike Portnoy e moglie, James LaBrie e Jordan Rudess. I presenti alla festa impazziscono e scatta il delirio. Partono un mare di telefonate ad amici e parenti e in pochi minuti il locale già pieno diventa stracolmo di persone dentro e fuori sotto la pioggia. Il concerto degli Abstracta viene stravolto ed alla fine della loro


esibizione, acclamato da tutto il pubblico presente, il buon vecchio Mike imbraccia il basso e si lancia in una The Trooper al fulmicotone durante la jam finale con gli Zen. Tra le altre cose successe quella sera vorrei ricordare piacevolmente la decisione di un grande fans dei Dream: Matthias, che dalla Germania ha deciso di seguire tutto il tour italiano con i suoi amici dell’Italian Dreamers e di festeggiare, proprio quella sera, il suo compleanno con i Dream Theater e con tutti i ragazzi presenti alla festa!

I Dream non avevano mai suonato in posti cosi grandi a Roma e l’effetto che fa la distesa di circa 10mila persone all’interno del palazzetto è stupendo Di quella serata gli episodi divertenti sono ancora tanti da raccontare… molti li ha già raccontati Simon nella sua recensione della festa, compreso l’involontario giro attorno al Colosseo con Mike e moglie in macchina in quanto chi gli doveva fare strada andava un po’ troppo veloce…. Ma anche un James leggermente brillo che, passando davanti al monumento principale di Roma, inizia a parlare di leoni e gladiatori simulando in macchina una sorta di combattimento e qualcuno in macchina gli da la classica risposta alla Galeazzi!. Ci vorrebbero ore a raccontare tutto ciò che è successo quella sera ma è meglio spostare ora il focus sulla serata seguente al Palamarino. I Dream non avevano mai suonato in posti cosi grandi a Roma e l’effetto che fa la distesa di circa 10mila persone all’interno del palazzetto è stupendo. Dopo un concerto meraviglioso anche nella capitale alcuni soci tra gli iscritti hanno la possibilità di incontrare la band tra cui il mitico “intruso” che è riuscito ad eludere una security ai massimi livelli, nascondendosi prima nei bagni e poi dietro ad una colonna… arrivato sulla tribuna in cui tutti i dreamer vincitori del concorso stavano aspettando la band si è subito autodichiarato “intruso” e noi lo abbiamo accolto con un applauso e lo abbiamo tenuto con noi all’incontro con la band solo per il suo impegno nel mimetizzarsi all’interno di un palazzetto così grande ma ipercontrollato. Non sapremo mai il suo nome! Neanche il tempo di tirare il fiato e si parte per Firenze dove abbiamo come ospiti un paio di ragazzi dello staff dei Verdena (band con la quale lo staff del fan club instaurerà un’ottima amicizia ancora in essere! Ndr). A Firenze è freddo ma le birre di Matthias ci scaldano parecchio mentre un po’ brilli


cerchiamo di entrare nel palasport per vedere il soundcheck della band. Il bello è che la security non era ai livelli di Roma, anzi era facilissimo eluderla e sbeffeggiarla… tentiamo uno dei nostri giochetti riuscendo ad entrare all’interno del palasport con i pass più assurdi, in testa alla fila il Salve (staff Verdena) con un pass dei Verdena, poi Emiliano con un pass del Freddy Mercury Tribute e infine il sottoscritto con un pass del tour di Britney Spears... e riusciamo ad entrare!

mentre Mike stesso gli ruba la macchina fotografica e vola sul palco per immortalare il momento e la faccia del malcapitato Ancora un concerto, ancora un aftershow e si parte subito per Torino. Il Palastampa lo conosciamo bene, parecchi “amici” vengono a farci visita… Luca Bernasconi del Fan Club dei Labyrinth e Bianca Saviane di Guitar Club tra gli altri. Anche qui il concerto passa in fretta ma con una sorpresa finale inaspettata. Nascosto dietro le spie della batteria per scattare le “sue” solite foto in primo piano a Mike, Simone, tutto ad un tratto, si ritrova trasportato di peso dallo stesso Mike e da Jose dietro le pelli del “Purple Monster”, il “quattro” finale di Take the Time spetta a lui mentre Mike stesso gli ruba la macchina fotografica e vola sul palco per immortalare il momento e la faccia del malcapitato. Per l’aftershow ci si ritrova nella tribuna retropalco con gente arrivata addirittura da Pozzallo, provincia di Ragusa! E’ tempo di saluti, Matthias se ne torna in Germania felice e contento e per tutti è tempo di tornare a casa dopo 4 giorni in giro per l’Italia. Ma qualcosa succede… sbuca il tour manager del tempo, il mitico e insostituibile Bill Barclay che ci annuncia a caldo altre due date in luglio, una a Milano e un’altra a Roma entrambe in open air! Metropolzine 7 esce nel mese di giugno, subito dopo i concerti e con tante recensioni tra cui il tour appena finito e un bellissimo special sugli aftershow. Inutile dire che luglio arriva sempre presto per tutti e già si inizia a pianificare le trasferte e i concorsi per i soci che dovranno incontrare la band. Presto arrivano anche le “location” per i concerti che sono il parco dell’Idroscalo di Milano e l’Ippodromo di Tor di Valle a Roma. Impossibile raccontare tutto il viaggio da Rimini a Milano, da Milano a Roma (in aereo) e i vari ritorni a casa… solo alcune


note su questi due giorni da pazzi: un concerto non tanto bello a Milano a causa di disguidi all’impianto audio prima dello show, ma un bellissimo aftershow con tanto di torta a sorpresa per il compleanno di John Petrucci e del sottoscritto; l’accenno di una partita a pallone nel backstage con pallone spedito in tribuna da John Myung. La serata dopo si prospetta una notte magica invece…

Un aftershow sotto le stelle, forse il più bello; lunghissimo, con una band divertita dal clima e dal luogo Roma sotto le stelle e con la luna piena è una cosa stupenda… se poi pensate a più di 10mila persone che affollano un ippodromo davanti ad un palco veramente immenso, beh, il gioco è fatto! Anche un concerto di tutto rispetto in cui ne sono successe tutte….dai gestacci di Mike a Simon mentre registra alcuni spezzoni di concerto direttamente sul palco a qualcuno che si presenta sul retropalco con tanto di cane al guinzaglio! Un aftershow sotto le stelle, forse il più bello; lunghissimo, con una band divertita dal clima e dal luogo e disposta a stare con tutti i vincitori per quasi un’ora. Impossibile non ricordarsi di quella sera ma anche di quel pomeriggio! Spieghiamo il perché: chi di voi ha visto il dvd di Scenes from New York? Bene! avete visto l’album fotografico? C’è anche una stupenda immagine pomeridiana di Tor di Valle mentre il palco veniva ultimato … ma li vedete quei due loschi figuri in lontananza, sotto la torretta del mixer, sdraiati sull’erba? Si chiamano Emiliano e Petrus i quali alle quattro di pomeriggio, appena arrivati in aereo da Milano, non sapendo che fare, hanno deciso di ammazzare il tempo bevendo birra per contrastare il caldo e l’afa di quel giorno…. Quella foto è il risultato di qualche birra di troppo! L’arcano è finalmente svelato ;-) I fan se ne vanno dall’aftershow e ancora il tour manager ci da una grandissima sorpresa, confermata dal sorriso a 32 denti di Mike: i Dream Theater registreranno un concerto per un futuro VHS e DVD, la data è fissata per il 30 agosto a New York…. e le nostre menti sono già proiettate nella citta degli Hot Dog! Come detto il 2000 è un anno molto pieno per il Fan Club, le iscrizioni continuano a crescere mentre lo staff si organizza


per la trasferta a New York. Alla fine sono sempre i soliti tre stronzi a partire con bagaglio in mano alla volta della grande mela: Pablo, Paco e Pedro, in arte Simon, Emiliano e il sottoscritto. Abbiamo già narrato le nostre avventure e sventure in quel di New York in Metropolzine 8, uscita nel settembre dello stesso anno. Al nostro ritorno, e con la fanzine, è già ora di annunciare altre date con, purtroppo, la delusione per tanti fans italiani in quanto nell’ultimo tour europeo di Scenes from a Memory, i Dream Theater non toccano l’Italia. Ma non possiamo lasciarci andare l’occasione di vedere ancora la band dal vivo e soprattutto di recensire sulla nostra fanzine l’ultimo concerto dei Dream per il 2000. Sono quindi a parlarvi di Londra ma soprattutto del giorno dopo quel 21 ottobre; infatti proprio il 22 ottobre Mike sbarca con il suo prode Jose in Italia, a Montebelluna per un clinic prima del suo ritorno negli States per iniziare a lavorare sul nuovo album. Come sempre noi siamo li, presenti e stanchi dopo il viaggio a Londra; Mike offre a tutti un grande spettacolo e lo staff di EsseMusic si conferma come sempre molto professionale e con tanta voglia di portare artisti famosi presso il loro salone per dei seminari. La sera dopo parte dello staff Italian Dreamers proseguo per Milano per un concerto dei Deep Purple con orchestra e poi è tempo di tornare a casa a lavorare su Metropolzine 9 con copertina nero-dorata e con le recensioni di tutti gli eventi degli ultimi mesi dell’anno. Allegata una news letter con il lancio del concorso per la “Cover Band Ufficiale Italiana” (vedi nel 2002 le informazioni al riguardo). Anche il 2000 passa e lascia il suo segno.

2001: Il grande cambio, l’anno dei ritardi

L

’anno inizia in ritardo per tutti; infatti la prima fanzine esce a luglio! Metropolzine 10 viene spedita a tutti i soci proprio all’inizio dell’estate, insieme a quello che è stato chiamato da tutti “l’easter” CD. Non si è trattato solo di un ritardo nella stampa del cd (quello è stato spiegato nella relativa fanzine) ma, a tale ritardo si è anche accumulato un ritardo organizzativo del fan club che proprio nei mesi centrali dell’anno ha visto l’abbandono di Matteo Santoro come presidente e il relativo trasferimento di carica a Simon con tanto di traferimento della sede a Riccione.


Ma fino a luglio l’Italian Dreamers non è rimasto con le mani in mano; infatti proprio il 29 aprile si è svolto il 5 Italian Dreamers Party in quel di Rimini. La scusa per tale raduno era il lancio del DVD di Scenes from New York e si è deciso di farlo a Rimini in concomitanza con il Disma Music Show e con la presenza di una band di tutto rispetto formata, tra gli altri, da Cesareo e Meyer degli Elii e le storie tese. Una serata stupenda con un pub pieno zeppo di gente pronta a divorarsi le quasi 4 ore di DVD e pure un bellissimo concerto di quasi 2 ore. C’è stato anche chi alle 4 di mattina ha chiesto di rivedere qualche parte del DVD mentre altri tornavano in albergo a piedi “perché tanto è vicino”

Ma il buon Mike non è capace a starsene con le mani in mano e sbarca in novembre in europa per un tour con il suo supergruppo chiamato Transatlantic Il clou dell’anno però lo si vive solo al di là dell’oceano: un G3 organizzato da Joe Satriani con il suo amico di sempre Steve Vai e anche con la partecipazione di John Petrucci. Il sottoscritto non si fa pregare e parte subito per la California a vedere i suoi tre chitarristi preferiti tutti insieme per una notte. Alla batteria per John Petrucci c’è Mike Portnoy il quale dall’America manda alcune news a tutti gli italiani riguardo al nuovo album. Un album che uscirà solo nel 2002 dopo un parto lunghissimo dovuto ai tanti impegni nei calendari dei singoli elementi presi da un mare di progetti paralleli. E’ proprio a settembre che esce Metropolzine 11 con tante novità sui progetti paralleli nuovi e vecchi e con una mega intervista a Mike e John sul nuovo album in composizione. Ma il buon Mike non è capace a starsene con le mani in mano e sbarca in novembre in europa per un tour con il suo supergruppo chiamato Transatlantic. Una data, quella del 20 novembre al Palaquatica di Milano, molto controversa sia per la qualità del concerto, per la scarsa partecipazione di pubblico e anche per la tanta nebbia che si è abbattuta in quel di Milano quel giorno. Mike arriva in territorio italiano con una copia advance di quello che sarà il nuovo album in uscita a gennaio: Six Degrees of Inner Turbulence ma, questa volta, pensa anche a tutti i soci dei Fan Club e ci regala una compilation di 4 brani “edit” estratti dal doppio cd in uscita. Questo è il cd annuale per il 2001,


cd che arriva in casa di tutti gli iscritti nei primi giorni di gennaio insieme a Metropolzine 12 dedicata alla presentazione del nuovo album.

2002: L’anno più lungo

S

icuramente il 2002 è stato l’anno più lungo, e forse il più bello, in tutta la storia dell’Italian Dreamers.

Il 16 di gennaio a Roma è prevista la festa per la presentazione del nuovo album. L’organizzazione, a dire il vero, ha lasciato un po’ di amaro in bocca a tutti.

i Dream Theater sbarcano in Italia con una serie di eventi da fare impazzire tutti; 3 concerti e 4 clinic in 5 giorni L’ascolto in anteprima di Six Degrees of Inner Turbulence all’Alpheus di Roma è stata una validissima idea ma ecco le dolenti note, provenienti dal nostro contatto a Roma. Colui che ha gestito tutta l’organizzazione, ci assicurò la presenza di una cover band Dream Theater (All’inizio addirittura doveva essere cover band Liquid Tension Experiment). I tempi sono stretti e noi dello staff non riusciamo a valutare la band tramite un loro concerto o un demo, quindi ci fidammo. Quella sera all’Alpheus, avviene l’improponibile: il pubblico arrivato alla festa del Fan Club si trova davanti una band di pseudo fenomeni circensi che fanno letteralmente incazzare tutti proponendo brani dei Dream Theater suonati con assoluto pressapochismo infarciti di assoli inutili, tanto per allungare la durata della scaletta. Cacciato il gruppo dal palco riusciamo a portare avanti la serata con l’ascolto dell’album, la visione di alcuni video inediti insieme a veramente tanti dreamers che per l’occasione si sono presentati all’Alpheus. Tutto questo ci servirà da lezione per tutte le feste a venire. Per preparare al meglio i concerti italiani, facciamo un salto a Londa per la prima data del tour del nuovo album all’ Hammersmith Apollo. Da bravi fan dei Queen, Simone e Millo vanno a visitare, sotto una pioggia mostruosa, la villa di Freddie Mercury, Garden Lodge al 1 di Logan Place. Io, non da meno, rubo Millo e lo porto a vedere Cats in una versione pomeridiana al teatro. Pochi giorni di relax ed i Dream Theater sbarcano in Italia con una serie di eventi da fare impazzire tutti: 3 concerti e 4 clinic in 5 giorni. Milano, Roma e Bologna sono le location per i concerti e anche dei clinic di John Petrucci, a cui si aggiunge Monselice per il clinic di Jordan Rudess la sera dopo il concerto di Bologna. Lo staff Italian Dreamers si prepara agli eventi italiani andando a Londra per sondare il terreno relativo al nuovo album e si presenta al tour italiano con il solito YtseCamper pronto a macinare chilometri anche questa volta.


Il tema dominante di questo primo tour di febbraio è la pioggia che incessantemente è caduta sulle nostre teste per tutti i 5 giorni. Nonostante questo, ci siamo tolti la soddisfazione di vedere tante presenze ai concerti e soprattutto di essere riusciti ad organizzare tanti eventi in concomitanza di questa kermesse invernale. Veniamo subito ai dettagli: i Dream sbarcano in terra italiana il 13 febbraio in quel di Milano. Nel mentre John Petrucci ha cambiato endorsment di chitarre passando alla Ernie Ball/ Music Man. La Synchro, importatore locale per questa marca di chitarra, organizza in concomitanza con i concerti una serie di clinic nelle stesse città toccate dai concerti: Milano (la sera prima del concerto del 14 febbraio), Roma e Bologna. Intanto, l’Associazione Giacomo Spanò di Este organizza un clinic di Jordan Rudess il giorno 17 aprile a Monselice (PD). Le recensioni dei concerti e dei clinic sono già state fatte in precedenti numeri di Metropolzine ma è proprio in questo tour che accadono cose divertenti. Due ragazzi estratti a sorte tra tutti i soci hanno la possibilità di vincere un pass ALL AREAS e di trascorrere tutta la giornata al seguito dello staff Italian Dreamers e vicino proprio ai Dream Theater prima e dopo il concerto. L’unica nota dolente è stato il mancato aftershow di Roma al Palamarino a causa di un disguido (ampiamente spiegato in fanzine anche questo) con il management della band. Per il resto sono stati 5 giorni stupendi a contatto con persone nuove in cui, anche questa volta, il Fan Club ha dimostrato la sua validità come organizzazione interna andando perfettamente ad interfacciarsi con il personale di Music Man Italia e con l’Associazione Spanò per rendere ogni evento un altro successo.

Il risultato si chiama Inside the Turbulence ovvero il numero 14 di Metropolzine: uno speciale dedicato interamente a questo album Ma come già anticipato il 2002 è stato un anno pieno. A Maggio esce la fanzine numero 13 ed oltre a tutte i report di concerti e clinic c’è anche la premiazione ufficiale da parte della band di quello che sarà il gruppo cover italiano dei Dream Theater. Il concorso lanciato l’anno prima aveva come fine quello di ufficializzare un gruppo in Italia a diventare il gruppo cover dei Dream Theater per eccellenza. Ovvero i migliori sul territorio nazionale a suonare musica dei Dream. Tanti sono i gruppi che hanno mandato le loro registrazioni al fan club; registrazioni consegnate nelle mani di Portnoy e soci i quali si sono fermati per qualche ora ad ascoltare i cd in questione e a designare il gruppo vincitore. Gli Astra di Roma sono la band che ha battuto tutti e che si è pregiata del titolo. Un’altra idea del Fan Club per animare un po’ il mondo attorno ai Dream anche quando la band non è presente con un disco o un tour.


La premiazione avviene con una festicciola al pub Radio Londra di Roma il giorno 30 di maggio dove gli Astra si presentano in gran forma a tutti quelli curiosi di sentire questa “cover band ufficiale”. C’è anche Rai 2 a fare un servizio sul concorso indetto dal fan club e, ovviamente, sui vincitori. Nel mentre Six Degrees … cominciava a diventare meno oscuro come album; dal giorno della sua uscita a gennaio alla fine di giugno l’album aveva iniziato ad essere più digeribile, ad essere capito. Ma, non tutti avevano le idee chiare sulla complessità stilistico-musicale dei brani, per non parlare dei testi. Da qui l’idea della mia mente malsana di prendere carta e penna (giuro che lo special è stato scritto inizialmente tutto su diversi fogli di carta) e di scrivere tutto ciò che sapevo riguardo a questo nuovo album. Il risultato si chiama Inside the Turbulence ovvero il numero 14 di Metropolzine: uno speciale dedicato interamente a questo album. Sei capitoli che vanno ad analizzare la composizione dell’album, i testi, la loro parafrasi, la strumentazione e tanti altri piccoli angoli che prima erano ancora oscuri.

a Conegliano e Pistoia siamo riusciti ad effettuare due aftershow veramente belli ed interminabili E’ luglio ed è già tempo di tour; ancora tre date in Italia, un vero record anche se le località questa volta sono un po’ strane e anche un po’ scomode. Toscolano Maderno, sulle rive del lago di Garda, Conegliano Veneto e poi Pistoia, durante la manifestazione del Pistoia Blues. Una scelta un po’ azzardata e dei luoghi che hanno pagato un po’ lo scotto di trovarsi veramente “in culo ai lupi”. Forse anche a causa dell’estate, l’affluenza non è stata delle maggiori ma con Toscolano e Conegliano i Dream Theater tirano fuori dal cappello i loro due migliori concerti in Italia fino a quel momento. Più di tre ore di concerto in due atti; due atti lunghissimi per presentare agli spettatori tutto il secondo disco del loro ultimo lavoro; quasi 50 minuti di musica raccolti in un solo brano. E poi Pistoia, con un opening act molto Blues e un concerto molto più corto anche se sicuramente la bellezza della piazza Duomo di Pistoia ha reso onore al concerto presentato quella sera.


La macchina infernale dell’Italian Dreamers è stata messa in moto anche per questi tre giorni di kermesse: una cena tra lo staff e la band la sera prima di Toscolano per definire alcuni punti e per trascorrere del tempo in maniera spensierata. C’erano anche due compleanni da festeggiare, John Petrucci ed il sottoscritto; e, ovviamente, anche questa volta è arrivata una torta al tavolo con tanto di candeline per entrambi. L’impegno, per lo staff, nei giorni seguenti, è stato notevole. 25 persone ad ogni data sono entrate prima degli altri per potersi piazzare meglio sotto il palco e, dopo il concerto, hanno vissuto qualche momento insieme alla band. E se purtroppo a Toscolano la cosa si è svolta abbastanza in fretta e in un luogo molto scomodo, a Conegliano e Pistoia siamo riusciti ad effettuare due aftershow veramente belli ed interminabili con tanto di foto di gruppo per immortalare i momenti più memorabili. Il top è stato vissuto dai ragazzi vincitori dell’aftershow di Pistoia in quanto il concerto si è svolto il 12 di luglio, compleanno di John Petrucci, il quale, non contento di aver preso una torta in faccia durante il concerto, ha bissato la torta (e stavolta l’ha mangiata) con tutti i ragazzi presenti al dopo concerto.

In allegato è spedito a tutti i soci anche il cd The ATCO Demos L’estate finisce e il tour autunnale non tocca l’Italia. Le attività del Fan Club vanno avanti all’impazzata; ancora nulla è finito in questo 2002. Dieci anni prima era uscito l’album che aveva consacrato i Dream Theater come la miglior band prog metal al mondo: Images and Words. E, nel mese di ottobre, esce Metropolzine 16, completamente dedicata a tale album. Un vero special atto a spiegare tutti i retroscena delle registrazioni di questo album a tutti i fans, anche quelli più giovani. In allegato è spedito a tutti i soci anche il cd The ATCO Demos, ovvero i brani che i Dream registrarono in versione demo e che mandarono alla ATCO, una divisione della Atlantic; etichetta che poi produsse tale album. A tema Images and Words anche l’Annual CD, spedito insieme a Metropolzine 16 nel dicembre di quest’anno. Taste the Memories è un cd contenente brani live estratti da tre concerti del tour di Images tra il ‘92 ed il ‘93. Per concederci un pò di sollazzo, decidiamo di ritornare a Londra, dove il 20 ed il 21 ottobre la band ha in previsione due serate consecutive nello stesso club; il famoso London Astoria. Siamo lì per due motivi. Il primo, naturalmente, per ascoltarci la serata speciale, annunciata mesi prima dalla band dove sarebbe stato suonato un “classic metal album” non ben precisato (The Number of the Beast degli Iron Maiden). Il secondo motivo, ben più goliardico, per partecipare alla riunione di tutti i Fan Club europei che si ritrovano per la prima volta dopo il meeting al Roseland di New York dell’agosto 2000. Entrambi gli eventi hanno ben ripagato il costo del biglietto aereo.


E ancora non è finita; a fine 2002 partono le “Tribute Night”, Fan Club e Cover Band Ufficiale insieme per una serata totalmente a tema Dream Theater. Il primo pub ad ospitare queste serate è il Brunch di Porto D’Ascoli. Il 28 dicembre 2002 il pub è stracolmo di gente venuta apposta ad acclamare gli Astra che come al solito danno prova di essere veramente i migliori. La notizia fa il giro della penisola ed iniziano ad arrivare le richieste da pub sparsi in tutta Italia. Ma decidiamo di prenderci un po’ di ferie e la prossima serata a tema sarà solo nel mese di maggio dell’anno seguente.

2003: Dieci anni di attività, l’anno dei record

C

on tanto bisogno di tirare il fiato decidiamo di dare inizio al 2003 solo nel mese di marzo. I lavori alla fanzine iniziano a pasqua e Metropolzine 1+7 (perché diciassette porta sfiga) arriva nelle vostre case in tarda primavera. I Dream sono rientrati in studio nel mese di marzo in gran fretta; hanno tante nuove idee e non vogliono lasciarle uscire dalle loro teste. Un tour mondiale lunghissimo e l’aver suonato due album di classic metal come Number degli Iron e Master dei Metallica li ha rinvigoriti invece di averli stancati. La decisione è quella di chiudersi subito in studio per definire bene il materiale già pensato durante i tanti soundcheck del tour passato.

Solo un paio si reputano veramente valide e una di queste potrebbe essere la nostra notte:“la grande festa” Per noi è tempo di rinnovamenti; inizia la ricerca di nuove leve, alcune persone escono dal “giro” dello staff ed altre entrano in prova (saranno confermate solo a fine anno!). Si rinnova il sito internet; inaugura il canale IRC del Fan Club e anche la Board, che presto verrà inglobata direttamente nel sito dell’Italian Dreamers. Ma, la prima newsletter che arriva ai soci i primi giorni dell’anno la dice lunga: “stiamo preparando una grande festa per i nostri 10 anni, state pronti perché potrebbe arrivare in ogni momento!” Per il numero di iscrizioni è un anno di record; continuano ad arrivare le richieste di “Tribute Night” e nel mese di maggio, il giorno 24 il Siddharta di Prato (un tempio della musica rock in Toscana) ospita il Fan Club e tutti i presenti possono ascoltare gli Astra che presentano per l’occasione il loro nuovo cantante. La serata riesce talmente bene che usciamo dal locale già con alcune nuove proposte. Una è a San Marino, l’altra a Verona, forse una a Vicenza e altre sparse tra Bari, Roma, Torino. Solo un paio si reputano veramente valide e una di queste potrebbe essere la nostra notte: “la grande festa”


Alcuni colleghi di altri Fan Club europei vanno in America per seguire il tour dei DT insieme ai Queensryche e partono i primi contatti con membri della band per averli come ospiti alle nostre feste dei dieci anni (infatti anche il Fan Club ufficiale e quello francese sono nati dieci anni prima come l’Italian Dreamers). La persona indicata è John Petrucci. Onorato dell’invito, al momento di stringere per il mese di ottobre, fa un passo indietro per motivi familiari. Non ci buttiamo giù e ripensiamo al mese di febbraio quando Jordan Rudess ci aveva contattato in via privata per schedulare un paio di settimane di vacanza a Riccione. Ovviamente, trattandosi di ferie e non di concerti, tutto si svolse in gran segreto e solo un paio di persone vicine a noi sapevano di questa vacanza italiana del tastierista dei Dream Theater.

Avevamo sognato per tanto tempo di fare la festa proprio vicino a casa nostra e questa occasione non ci deve scappare. Durante il mese di giugno accogliamo la richiesta di un locale di San Marino per una serata tributo con gli Astra. La location è stupenda; un giardino di una discoteca tra le più belle d’Italia, con tanto di piscina. Parte la macchina organizzativa per quella che diventerà la tanto sospirata “notte dei 10 anni”. Avevamo sognato per tanto tempo di fare la festa proprio vicino a casa nostra e questa occasione non ci deve scappare. Jordan ci comunica la sua intenzione di unire l’utile al dilettevole: una vacanza in Italia insieme a qualche evento con la sua partecipazione. Alla fine Jordan avrebbe tenuto un clinic, un concerto per pianoforte ed avrebbe presenziato alla festa dei 10 anni dell’Italian Dreamers suonando in esclusiva per i soci e condividendo il palco con gli Astra per qualche brano. I ricordi di quella dolce serata sono stampati a fuoco nella memoria del Fan Club. L’entrata anticipata riservata ai soci fa in modo che Jordan si ritrovi circondato dai suoi fans, lui, la sua Kurzweil e le sue bimbe. Terminata la chiaccherata e l’interminabile fila per gli autografi, partono i concerti. La gente si accalca attorno alla piscina e sul ponte levatoio per gustarsi l’apertura degli Empyrios ed il concerto degli Astra. La ciliegina sulla torta di una serata pazzesca arriva con Jordan che si unisce al gruppo per l’esecuzione di The Spirit Carries On. Sono le due passate quando la torta per i dieci anni del Fan Club fa la sua comparsa sul palco. Tanti auguri Italian Dreamers!!!


...continua da Metropolzine 18

R

iprendiamo la nostra storia dal mese di ottobre del 2003, stanchi ancora dall’impressionante Tour de Force per l’organizzazione della festa dei “10 anni di Italian Dreamers”. I giorni seguenti sono stati fondamentali per ricucire alcuni strappi che si erano creati all’interno dello staff. Con la solita tempra che ci contraddistingue abbiamo tirato le somme di 10 anni di attività, ripartendo con ancora più grinta. Nessuno doveva mollare, nessuno doveva tirarsi indietro, c’era solo la necessità di avere nuove persone fidate attorno a noi e, con il senno di poi, quella festa ci ha aiutato a scatenare nella mente di alcune persone, un istinto collaborativo che darà i suoi frutti già dal 2004. E’ il novembre 2003, Train of Tought è la nuova opera controversa dei Dream Theater, qualcuno che in passato avesse letto “Edika” avrebbe potuto dire “...perchè tanto odio!” e mi rivolgo ai nuovi suoni dei Dream Theater. Ricordo perfettamente di aver ricevuto il promo poco dopo la festa di San Marino e di aver passato una serata davanti al mio impianto stereo a chiedermi “perché” di questo cambiamento (speravo fosse la prima e unica volta… ma col tempo i miei “perché” si sono ripetuti anche con gli album successivi). Suoni duri, granitici, brani indiscutibilmente lunghi ed elusivi, testi pesanti; si sta aprendo una nuova era per i Dream Theater, scontato il fatto di aspettarsi un cambio anche a livello di utenza generale all’interno della base di fans. Dopo una festa a Verona con tanto di coro Gospel e fonico indecentemente idiota, concludiamo il nostro anno con una grande festa di presentazione di Train of Tought al Transilvania di Milano organizzata insieme alla EastWest, una grande festa al Siddharta di Prato insieme agli Astra e due feste di inizio anno a Porto d’Ascoli e Roma per ricordarci che siamo già nel 2004.

Il 2004: L’anno dei grandi cambiamenti

D

opo le feste è ora di spedire a tutti Metropolzine 19 con annesso Fan Club CD, stavolta la proposta di Mike è di fare avere a tutti l’audio del Graspop Festival 2002; una scelta azzeccata vista la scaletta veramente “potente” e un audio azzeccato che ancora una volta rende il regalo di ogni Fan Club ai propri soci una chicca veramente notevole.

Ovviamente, tutto questo senza dimenticare che c’è anche un aftershow per ogni concerto Non facciamo in tempo a smaltire i fumi del capodanno e siamo già sotto con le nostre nuove attività, le quali prevedono, tanto per iniziare, un tour dei Dream Theater in terra italiana con ben tre concerti in tre giorni. La situazione si fa pesante, le location scelte sono le tre più grandi in Italia; ad affiancare il solito Forum di Assago abbiamo il PalaMalaguti di Bologna, recentemente visto strapieno con un concerto dei Red Hot Chili Peppers, ed il PalaLottomatica di Roma. Un vero impegno per noi e per tutto lo staff che a sua volta sta


cambiando... ci troviamo a partire alla volta di Milano nella solita formazione dei soliti ignoti, i quali si sobbarcheranno l’ingrato compito di gestire le tribune riservate e l’accesso privilegiato dei soci all’interno dei palazzetti con 15 minuti di anticipo rispetto l’apertura delle porte. Poteva bastare questo per renderci contenti? No. Proprio qualche giorno prima di partire si apre un contatto con Mike per poter filmare con nostre telecamere un intero concerto dei Dream Theater; la scelta è di riprendere quello di Milano e così iniziano i preparativi per definire tutta la preparazione per le registrazioni. Ovviamente, tutto questo senza dimenticare che c’è anche un aftershow per ogni concerto da organizzare!

Le parole di Mike allo staff erano state chiare: “stasera deve procedere tutto alla perfezione e ne deve venire fuori un grande DVD” La data del 5 febbraio 2004 a Milano è forse uno dei più bei concerti dei Dream Theater in assoluto, una prestazione immensa con (senza dubbio) la miglior audience mai vista ad un concerto dei Dream Theater in 15 anni... non ci sono cazzi, quando Milano si incendia non c’è Roma che tenga! Di ricordi di quel giorno ho solo stampata in mente la mia richiesta del dono dell’ubiquità; non ho parole per ringraziare lo stage manager dei Dream Theater per tutto il supporto avuto nell’organizzare le riprese e stendere i cavi tra una telecamera e l’altra. Noi che sembravamo il gruppetto della parrocchia venuto a registrare per la prima volta la Santa Messa della domenica e lo staff dei Dream Theater che invece di strafancularci ci aiutava in tutto e per tutto. Le parole di Mike allo staff erano state chiare: “stasera deve procedere tutto alla perfezione e ne deve venire fuori un grande DVD”. A mente fredda e con il prodotto finale ben custodito dentro la mia vetrinetta (in attesa di una pubblicazione come Official Bootleg) posso dire che il prodotto non è venuto bene, ma che è venuto BENE! Alle nostre cinque telecamere sono state unite le registrazioni di tutte le riprese fisse del palco per arrivare ad un totale di nove. Il tutto contornato da un mixaggio audio perfetto. A parte alcune piccole pecche e le innumerevoli bestemmie del nostro buon caro Millo (che ha curato il mixaggio video) il prodotto è di gran lunga superiore al Romavarium che tutti voi avete visto.... faremo di tutto per farvelo avere al più presto! Tornando al concerto, ricordo ancora il delirio del pubblico quando i Dream Theater hanno iniziato i bis con Hallowed be thy Name degli Iron Maiden, e la faccia di Petrucci durante l’aftershow seguente: occhi fissi sul pavimento e movimento della testa verso l’alto e verso il basso come a voler annuire a se stesso che la serata è andata bene.


Bologna scorre velocemente ed il PalaMalaguti conferma la sua nomea di palazzetto antimusica, la gente se ne rende conto e mostra segni di delusione già dall’inizio del concerto. Per fortuna c’è la mente bacata di qualcuno (il sottoscritto) che poco prima dello show incontra Jordan nei camerini e si accorda sul fare una sorpresa a tutti i fans presenti.

il gruppo elettrogeno che alimenta le tastiere di Jordan si spegne totalmente e lascia lo strumento senza corrente La posta in gioco non verrà mai rivelata su queste pagine ma la scommessa era quella di trovare un modo semplice e carino per fare cantare il pubblico. Jordan avrà un assolo da fare proprio verso l’inizio del concerto e l’idea è quella di trovare un brano che possa svegliare la gente. Posso dire con certezza che questa cosa era già pianificata prima del tour, il brano proposto a Jordan è arrivato naturale alla mia mente ed il pubblico ha confermato che non c’è stata scelta più azzeccata perché è il riff di Impressioni di Settembre. Il concerto corre via tra un’improvvisazione stile Zappa ed una Summer Song di Satriani venuta male ma, il clou del concerto arriva con l’inizio di Stream of Consciousness, quando il gruppo elettrogeno che alimenta le tastiere di Jordan si spegne totalmente e lascia lo strumento senza corrente. Gli altri tre Dream presenti sul palco in quel momento se ne accorgono ma continuano speranzosi che il buon tecnico di Jordan possa ripristinare la situazione in fretta e che il tastierista li raggiunga in corso d’opera. Il danno è più grave di quanto sperato e così i fans accorsi quella sera possono dire di essere gli unici ad aver sentito tutto lo strumentale di Train of Tought senza le tastiere in un ‘combo elettrico’ veramente interessante. L’unica pecca della serata viene dal fatto che dopo il black out non è stato possibile ripristinare tutti i suoni della tastiera di Jordan per cui il bis di A Change of Seasons putroppo salta, mentre viene eseguito, come già previsto dalla scaletta, In the Name of God. Sette febbraio, Roma, PalaLottomatica: il colosseo del basket completamente sold out per un concerto dei Dream Theater. Non nascondiamo che qualche perplessità l’abbiamo avuta anche noi in quanto il palazzetto è veramente enorme. Ci ricrediamo quando, ad un quarto d’ora dall’inizio del concerto, ci infiliamo nel pit per le fotografie e girando la testa vediamo solamente gente, tanta gente, nel parterre e nei due anelli delle tribune. Non abbiamo parole, verranno contate poco meno di 9000 presenze!


Il calore del pubblico fa venire i brividi pure a noi, pensate cosa devono aver provato i Dream Theater sul palco! Mike si presenta con la canottiera della nazionale di basket italiana mentre gli altri sono nelle loro divise tradizionali. La carica del gruppo è notevole, sormontata da una nuova, ennesima, potente prestazione di James LaBrie (ricordatevi che contando anche la data in Svizzera del 4 febbraio, questa è la quarta sera di fila che canta per tre ore consecutive!). Top della serata un’esecuzione perfetta di Another Day ma senza dimenticare che Jordan rende ancora omaggio all’Italia con Impressioni di Settembre in mezzo al suo assolo. La serata si chiude con un aftershow sotto il palco con tutti e cinque i Dream presenti e disponibili per i fans vincitori dei nostri concorsi.

L’idea iniziale era di avere due band di alto calibro quali P.F.M. ed Elio e le Storie Tese Il tempo di prepare una fanzine, Metropolzine 20 ed è già ora di annunciare un nuovo tour: i Dream Theater torneranno in Italia per tre date one-off nei primi giorni del mese di luglio. Saranno anche le prime tre date gestite da Live in Italy per fissare un sodalizio che rimarrà tale fino ai giorni nostri. Le date arrivano in fretta e la nostra macchina come al solito si muove velocemente. Questa volta il Fan Club sarà assolutamente trasparente ai suoi soci, vista la scarsa disponibilità di “personale” decidiamo di goderci i concerti senza tribute riservate ne aftershow. L’occasione è delle migliori anche per gli Empty Tremor di Daniele Liverani; Mike Portnoy ci chiede un consiglio in merito ad una band italiana per fare da supporto ai Dream Theater ed il nostro consiglio non si fa attendere. Non ci sono dubbi, nonostante alcuni screzi con qualche elemento del gruppo in tempi passati, abbandoniamo l’ascia di guerra e riconosciamo al sestetto ravennate la grande qualità di miglior band prog giovane sul territorio italiano, e così, gli Empty Tremor sono della partita per tutte e tre le date. L’idea iniziale era di avere due band di alto calibro quali P.F.M. ed Elio e le Storie Tese ma, purtroppo, i budget spesso non combaciano e bisogna fare delle scelte. Insieme agli Empty Tremor, e frutto di vari giochi di potere tra le varie etichette discografiche (nonostante questo c’è qualcuno che ad oggi ancora non ha capito che funziona cosi!) ci sono i Domine a Roma, i Vision Divine a Firenze ed i Mind Key a Bergamo. La prospettiva di ascoltare del buon prog metal è allettante ed iniziamo a prenotare hotel e schedulare i tragitti. Il nostro tour inzia da Padova (Metallica) per passare da Milano (Queensryche) da dove torniamo per una notte a Rimini con direzione Roma: è il 2 luglio e la capitale è ancora piena di traffico ed il caldo sicuramente non ci aiuta. I Dream Theater sono atterrati da poche ore e Jordan ci comunica che sono rinchiusi all’Alpheus sotto mentite spoglie per provare per questi tre concerti one-off.


Arriva il 3 luglio; sono circa le 20:00 ed è il momento. Il primo concerto inizia quando il buio non è ancora calato: quaranta minuti scarsi a testa per entrambi i gruppi spalla e poi spazio ai Dream Theater. Ovazioni per gli Empty Tremor (in cui è assente Oliver Hartman) e, purtroppo, fischi per i Domine, non apprezzati dal pubblico prog presente alla Centrale del Tennis.

la morte di Marlon Brando dà spunto alla band per un ‘mini tributo’ L’attesa si fa snervante, mentre i tecnici sistemano le ultime cose sul palco scende il buio e la luna piena ci preannuncia che sarà una serata fantastica: il ritorno dei Dream Theater in Italia, solo per l’Italia e nella città in cui preferiscono suonare, seconda solo a Milano. Niente schermi giganti ne video di introduzione questa volta, ma buio in sala e The Glass Prison apre il concerto seguita dal brano suo complemento naturale, This Dying Soul. La scaletta ruota praticamente sul nuovo disco e vengono proposte per la prima volta in Italia Vacant e lo strumentale Stream of Consciouness. Qualche inserto da Scenes From a Memory e dalla suite di Six Degrees; richiami al passato con The Mirror, A Fortune in Lies e Peruvian Skies ci fanno capire che anche tre ore sono poche per coprire il panorama musicale dei Dream Theater degli ultimi 15 anni. Sono passate quasi due ore e c’è tempo ancora per tantissime emozioni musicali; dopo una lunghissima Trial of Tears c’è spazio per la sempreverde Pull Me Under a chiudere il set della serata ma, ovviamente, tutti si aspettano un bis. Il rientro sul palco di Jordan da solo ci preannuncia una sorpresa, ma stavolta nessuno di noi aveva chiesto qualcosa di particolare... la morte di Marlon Brando dà spunto alla band per un ‘mini tributo’ e così, prima della conclusiva In the Name of God, c’è tempo per un improvvisato tema de Il Padrino al pianoforte. Il pubblico apprezza ed accompagna tutte le note suonate da Rudess con un coro indimenticabile. Ora tutto è veramente finito, le luci si riaccendono (forse troppo presto...) e piano piano il pubblico della capitale sfolla. Il 4 luglio è festa per gli americani ed i Dream Theater si prendono il loro giorno di pausa; un’occasione unica ed irripetibile per passare qualche ora con noi del Fan Club. I miei ricordi di quel pomeriggio per fortuna sono fissati in maniera indelebile su un DVD fatto da un caro amico che è stato in giro con noi tutto il pomeriggio riprendendo la passeggiata nel centro di Firenze con James e Jordan. Il ricordo del nostro “passaggio” a Firenze invece è ancora appeso su uno dei muri del ristorante “Acqua al 2”, dove la sera lo staff del Fan Club e buona parte dello staff dei Dream Theater (band compresa) ha cenato fino a tarda ora. Qualche ora di sonno e ci svegliamo che è già il 5 luglio: la luce dello splendido tramonto fiorentino fa da cornice all’esibizione dei due gruppi spalla della giornata: Empty Tremor (questa volta con il vocalist ufficiale, Oliver Hartman) e Vision Divine: Olaf Thorsen & soci ci deliziano con un’ottima performance e scaldano il pubblico presente (meno numeroso che a Roma).


Ancora una volta sono da poco passate le 21:00 e parte il tema di Psycho che ci preannuncia l’imminente inizio dello show. Questa volta viene scelto come brano iniziale lo stesso opening del nuovo disco: As I Am. James fa subito capire a tutti che anche questa serata la farà da padrone e, come da copione, segue This Dying Soul, durante la quale succede un episodio che poteva risolversi con conseguenze più preoccupanti: James inciampa un paio di volte sui cavi che alimentano le luci spot di colore rosso poste proprio davanti a lui sul palco. Il tecnico di palco tenta di rimetterle al posto giusto ma il suo lavoro non è preciso e fa inciampare una terza volta James che, adirato con il malcapitato, da un forte calcio alle due luci che cascano nel pit sotto palco, dove ancora ci sono i fotografi intenti a fare il consueto lavoro di report. Nessuno si fa male, solo un pò di paura ed un fuggi fuggi generale per alcuni secondi. Il concerto continua e le luci vengono finalmente risistemate al loro posto.

la migliore esibizione di sempre di questo brano, con un panorama indescrivibile a fare da cornice La posizione del palco, che da le spalle al panorama mozzafiato di Firenze, fa si che il concerto si porti dietro un’atmosfera quasi magica. I primi venti minuti scivolano via e dalle atmosfere heavy di Train of Thought torniamo indietro fino ad Awake con Caught in a Web. La scaletta ci da modo di ripercorrere ogni album della band fino a When Dream and Day Unite con la splendida (e molto rara dal vivo) Afterlife acclamata calorosamente dai presenti. A metà concerto succede un altro episodio strano, la tastiera di Jordan si ferma e James coglie l’occasione per ringraziare tutti e spiegare che il concerto ripartirà entro pochissimo. Parte un coro “Forza Panino” che simboleggia la profonda passione che tutti i fan dei Dream Theater hanno anche per il gruppo degli Elii e in pochi minuti si riparte di slancio con un “Graziii” urlato da James come segno di sfogo della tensione accumulata durante lo show. E’ il momento del “flusso della coscienza” ed è anche tempo di riposo per la voce di James che si gode tranquillamente il panorama nei minuti di pausa prima del suo ritorno sul palco. Chi ha visto il concerto di Roma sa che ormai siamo agli sgoccioli; scaletta alla mano ci aspettiamo Finally Free ma qualcosa di strano accade sul palco... Jordan parte con un mini intro di pianoforte e immediatamente ci lega un brano impossibile da non riconoscere: The Spirit Carries On. Un altro urlo si leva fra le file dello staff del’Italian Dreamers: ne abbiamo fatta un’altra delle nostre e ancora una volta la band ha esaudito una delle nostre richieste: “GOOOOAAAALLLL”!!! Per dieci minuti è il delirio, accendini accesi ovunque, coppiette che si abbracciano e si baciano e il coro a squarciagola di tutti i presenti. Purtroppo non c’erano telecamere ufficiali a riprendere l’evento ma sicuramente è stata la migliore esibizione di sempre di questo brano, con un panorama indescrivibile a fare da cornice. Il tutto finisce anche stasera con Pull Me Under ma sappiamo che ancora non è finita e che la sorpresa di questa sera sarà molto grande. Qualche minuto di pausa e poi tutti a cercare di


nuovo la concentrazione per fare fronte ai prossimi trenta minuti di A Change of Seasons. L’esibizione della stessa song a Roma nel febbraio di quest’anno aveva fatto capire a Mike quanto il popolo italiano adori questo brano ed è per questo che è stato inserito nelle scalette di luglio (fatta eccezione ovviamente per il concerto di Roma).

Per i 5 d’oltreoceano è tempo di saluti, James si comporta da vero frontman e saluta tutti con il suo ormai noto “Graziiii Italia!” La truppa Italian Dreamers ed Empty Tremor si sposta verso Reggio Emilia proprio dopo il concerto di Firenze; un modo per spezzare il tragitto e riuscire a dormire qualche ora di più, cosa che matematicamente non avviene perché quei burloni degli Empty Tremor hanno deciso che è ora di baldoria e tengono svegli tutti praticamente tutta la notte. La mattina lo stato comatoso si evince dai visi di tutti scesi in sala colazioni, è ora di partire e la strada per Bergamo per fortuna non è tanta. L’arrivo nella città lombarda è per le primissime ore del pomeriggio e, dopo una sosta a lasciare i bagagli all’ostello che ci ospita, è già ora di scendere verso il luogo del concerto. Nello splendido scenario del medievale Chiostro del Lazzaretto di Bergamo i Dream Theater fanno il loro solito soundcheck per poter dare il massimo della resa sonora, ma i problemi durante queste prove non sono pochi. La corte del chiostro è molto grande ma l’altezza delle costruzioni che delimitano lo stesso dà il classico problema di rimbombo: il suono torna indietro a velocità troppo alta e si mischia al suono originale creando una situazione di vero “casino”. Nigel (l’ingegnere del suono dei Dream Theater) sfodera il suo talento e con il suo inseparabile portatile apporta delle modifiche all’impianto audio ed il problema è risolto in poco meno di un’ora. Il soundcheck può ricominciare senza problemi. Tra un calcio al pallone ed una birra in compagnia dei tanti amici arrivati al concerto è l’ora di inizio per le opening bands. Ancora Empty Tremor, ancora i brani di The Alien Inside a fare sfoggio delle capacità tecniche e compositive dei sei ragazzi ravennati e poi è tempo per i nuovissimi Mind Key, prodotti anche loro, come gli Empty, dalla italianissima label Frontiers Records. Il nuovo album è veramente un gran bel lavoro ed i brani presentati sul palco di Bergamo lasciano intuire che questo gruppo farà sicuramente parlare di se anche in futuro. Gli ultimi venti minuti circa di attesa e poi si riparte; questa volta torna l’accoppiata The Glass Prison e This Dying Soul. La scaletta è quasi identica a quella di Roma se non per la mancata esecuzione dei brani presi dalla suite di Six Degrees e per l’inserimento a sorpresa di Under a Glass Moon e, data l’eccellente forma del singer canadese, non possiamo che dare ragione a Mike per questo cambio. Non ci sono impacci ne episodi strani da raccontare e il concerto scorre liscio fino alla fine dando spazio al bis che, come già detto per Firenze, è dedicato completamente all’esecuzione di A Change of Seasons.


Per i 5 d’oltreoceano è tempo di saluti, James si comporta da vero frontman e saluta tutti con il suo ormai noto “Graziiii Italia!” (a nulla sono valsi anche questa volta i nostri tentativi di insegnare a James qualche parola di italiano). Il pubblico rende omaggio con un lunghissimo applauso ed è ora, anche per stanotte, dell’inchino di rito che sancisce la fine di ogni concerto. L’appuntamento con i fans è nel 2005 con un altro album e forse un altro tour. Lo staff del Fan Club si gode un meritato invito di James LaBrie nei camerini per un dopo concerto a base di risate e buon vino fornito dal sempre presente Salve. Intanto il chiostro si svuota, la gente abbandona i parcheggi dello stadio e quando usciamo noi, nelle primissime ore della mattina, la zona è deserta. C’è solo il bar dello stadio ancora aperto, e per smaltire un pò il buon vino decidiamo di mangiare qualcosa insieme a qualche amico che ci aveva aspettato al di fuori del luogo del concerto. La serata è di quelle da ricordare ed una frase per noi storica è il simbolo della serata; Millo che dice “Ma in che condizione mentale stavo per aver ordinato un ‘succo d’ananas’!”. Sicuramente per tutti voi conterà molto poco questa frase ma, ancora oggi, per noi è un simbolo di un grande tour che finisce con i saluti di rito e lo staff che si divide, chi torna a Milano, chi a Roma, chi torna a Ravenna e chi rimane con destinazione Este per il Master Class di Jordan Rudess organizzato dalla sempre presente Associazione Spanò. Del Master Class se ne è parlato ampiamente in una precedente fanzine ed anche dei due giorni dopo in giro per il Veneto in attesa del concerto del G3 a Stra visto insieme a Jordan stesso. E’ il 9 luglio, con una piccola deviazione a Milano, è ora di tornare a Rimini dopo quasi 14 giorni fuori di casa. L’estate passa all’insegna del puro relax e con l’inizio dell’autunno è tempo per noi di lavorare su Metropolzine 21 che vede la luce nel mese di settembre accompagnata dal CD Stream of Consciousness Contest, mentre le attività del Fan Club procedono incessanti seguendo due terzi del tour degli alieni del Planet X (combo fondato da Derek Sherinian e Virgil Donati) con tanto di ‘meet and greet’ con alcuni fortunati vincitori di un concorso, ed infine, con una Tribute Night, il 5 novembre, al Transilvania Live di Reggio Emilia in compagnia degli Astra e con la presentazione ufficiale al pubblico del DVD Live at Budokan. Il freddo inverno ci accompagna mentre tutti i Fan Club si coordinano per stampare il nuovo Fan Club CD 2004 A Sort of Homecoming che contiene uno scorcio del memorabile concerto tenuto dai Dream Theater al Theater of Madison Square Garden il 3 aprile 2004 con la prima esecuzione live di “Disappear”. Mentre Metropolzine 22 ed il relativo CD vengono imbustati e spediti a tutti i soci, tiriamo le somme di uno degli anni più produttivi per l’Italian Dreamers: più di 1300 soci iscritti, 6 concerti dei Dream Theater, 3 del Planet X, una Master Class di Jordan Rudess, oltre alle solite 3 Fanzine ed a ben 2 CD distribuiti dal Fan Club. Il tutto senza considerare che i Dream Theater sono già chiusi in studio per lavorare all’ottavo capitolo della loro carriera musicale...


2005: L’anno dell’Octavarium

L

’anno inizia al meglio, con un bel viaggio a New York proprio nello studio in cui i Dream Theater stanno registrando il nuovo album. Il giorno in cui ci viene concessa la visita presso l’Hit Factory Studio di New York è il giorno in cui si registrano le parti di orchestra; un’orchestra vera e propria che per la prima volta fa la comparsa su un album dei Dream Theater. Le nostre foto sono le prime che fanno il giro della rete e verranno pubblicate su Metropolzine 23. E’ durante questo breve soggiorno che facciamo ascoltare ai Dream Theater i demo delle cinque band che hanno coraggiosamente partecipato al concorso per la nuova Tribute Band Ufficiale Italiana. La band che più convincerà Mike Portnoy e soci sfiderà in concerto gli attuali detentori del titolo, gli Astra, che il 12 febbraio suonano per la seconda volta all’Area 51 di Riccione per una Official Tribute Night. Il locale è l’unico della zona che propone musica rock dal vivo durante l’inverno ed i nomi che presenta son sempre di alto livello.

Abbiamo già la data per l’uscita del nuovo lavoro dei Dream Theater Il concerto si svolge di sabato, giorno ideale per tutti i nostri iscritti di darsi appuntamento alle nostre feste, succede anche questa volta e la festa è preceduta da una cena tra lo Staff del Fan Club ed alcuni iscritti della nostra board. Anche per questa sera riproponiamo le immagini del DVD Live at Budokan (questa volta per intero) seguite, poco prima dell’esibizione degli Astra dalla visione di As I Am ripresa da sotto il palco del concerto al Palalottomatica di Roma del febbraio 2004 (il video è attualmente disponibile per il download sul nostro sito internet). L’annata si prospetta intensa. Abbiamo già la data per l’uscita del nuovo lavoro dei Dream Theater, tre concerti già fissati per il mese di giugno ed anche James LaBrie in compagnia della sua band che sbarca in Italia per 3 esibizioni molto interessanti. E’ proprio durante una serata “off” che incontriamo James in piena tranquillità nel centro di Milano e ci rechiamo a cena in compagnia di tutta la band. Sarà una serata memorabile in cui i ricordi di un James che non riesce a pronunciare “spaghetti all’astice” si affiancano ad una poderosa prestazione di John Macaluso che ingurgita una dietro all’altra una serie infinita di mozzarelle. Da qui il suo soprannome John “Mozzarella” Macaluso. Maggio è il mese delle semifinali del concorso Tribute Band Italiana dei Dream Theater. Dallo studio di New York arriva il verdetto, accedono alle semifinali i Progeny da Milano e gli YtseJamKR da Crotone. Le semifinali vengono presto organizzate, le date definitive sono il 18 maggio a Crotone, e il 21 maggio a Soncino (CR). Lo staff partecipa ai due concerti dovendo portare testimonianza delle due serate ai Dream Theater. Il regolamento, rinnovato nelle modalità rispetto al


precedente concorso, prevede che le due band non solo suonino di fronte all’Italian Dreamers, ma entrambe le formazioni devono anche filmare l’evento e riversarlo direttamente su DVD, senza nessuna sovraincisione, senza nessuna aggiunta, neanche i menu, niente di niente: il concerto dovrà essere nudo e crudo cosi come è stato ripreso. Il tempo per la consegna del materiale è veramente poco perché abbiamo preventivato di recapitare i due DVD nelle mani di Mike Portnoy proprio durante i concerti di giugno. L’estate è iniziata e l’Italian Dreamers si mette in moto per l’ennesima volta; per questi concerti lo staff è in formazione ridotta per cui non vengono organizzate entrate anticipate ne tribune, in quanto inutili visto le location “open air”. Mentre Iapo si gode il concerto di Fucecchio in solitaria, da Ascoli in poi lo staff piano piano si ricompone per finire a Stra dove, con un rush in un’ora e mezzo, arriva anche Simon appena smontato dal turno presso il suo hotel di Riccione. I concerti scorrono via in maniera abbastanza anonima tra i soliti imbucati, gli scrocconi ed un aftershow improvvisato per lo staff a Stra solo per consegnare i DVD delle semifinali del concorso Tribute Band Ufficiale Italiana e dei cannoli siciliani a John Petrucci.

Noi tutto questo lo diamo gratis e da più di dieci anni! Anche le scalette sono un puro “rodaggio” per la band. I DT sono proposti insieme a due gruppi che negli ultimi anni hanno avuto alcuni cambi di line up senza perdere troppo nella sostanza: gli italianissimi Labyrinth di quell’immenso talento vocale che risponde al nome di Roberto Tiranti e gli Angra che dopo la dipartita di Matos si sono reinventati con un paio di album discretamente apprezzabili. Durante gli Aftershow abbiamo visto far capolino le formule “Platinum Tickets” che consentono a chi è disposto di pagare una discreta cifra (attorno ai 150€) di poter usufuire di un pass per un incontro con la band con annessa stretta di mano, autografo, foto e calcio in culo. Abbiamo fatto sentire la nostra voce su questo capitolo, scrivendo direttamente al management della band. Noi tutto questo lo diamo gratis e da più di dieci anni! Da quel giorno i PT non si sono più ripetuti, almeno in Italia. Il sodalizio Live in Italy – Dream Theater, iniziato nel luglio 2004, porta fortuna ai fans italiani in quanto, proprio a seguito delle date estive, vengono annunciate tre date che lasceranno il segno. La band americana tornerà in Italia in autunno con un nuovo trittico da urlo. Di nuovo tre grandi palazzetti a testimoniare il grande consenso da parte dei fans italiani: Milano, Bologna e Roma sono le città prescelte; con un concerto finale, a Roma, proprio durante la notte di Helloween... Purtroppo per l’Italia, neanche questa volta si realizza la possibilità di una doppia data nella stessa città con annessa esecuzione di un album cover di uno dei gruppi storici che


hanno influenzato musicalmente i Dream Theater. Ma l’Italian Dreamers non ci stà e la sorpresa a tutti i fans italiani è già nelle nostre menti... Noi però non siamo sazi dei 3 concerti italiani per cui decidiamo di prenderci un giorno di stacco e volare a Parigi sabato 25 giugno per incontrarci con i nostri cari amici del Fan Club Your Majesty e per assistere al concerto in cui i Dream Theater apriranno per gli Iron Maiden allo stadio “Parco dei Principi”. Il concerto va alla grande, l’immensa folla parigina carica al meglio i Dream Theater che rendono al pubblico un ottimo show a cui segue uno strano aftershow, con i Dream Theater sparpagliati negli spogliatoi dello stadio; cosa che ci fa perdere la gran parte del concerto degli Iron Maiden che però possiamo sentire in sottofondo mentre parliamo con Jordan cercando di convincerlo a dirci quale sarà l’album cover che suoneranno nelle doppie date di ottobre di Amsterdam e Londra.

fare un DVD con una piena retrospettiva su ciò che vivono i Dream Theater prima dei loro concerti durante un tour Poco male perché ci eravamo già divertiti alla grande un paio di settimane prima con un’abbinata niente male: Iron Maiden al Gods of Metal di sabato e Heineken Jamming Festival il giorno dopo con Oasis, Velvet Revolver e Billy Idol con Derek Sherinian alle tastiere. Sicuramente l’incontro con Nicko McBrain del sabato pomeriggio è un incontro niente male ma, l’alone che avvolge Slash che esce dai camerini senza il suo inseparabile cappello non ha prezzo. Al confronto aver incrociato Noel Gallagher nei camerini è una cosa di poco conto. Derek, a fine concerto dei Velvet Revolver, ci invita ad andare a Bologna con lui, al Gods of Metal suonano tre suoi amici: Yngwie Malmsteen, Zakk Wilde e Tommy Lee; siamo stanchi e il giorno dopo il lavoro ci attende per cui ringraziamo per l’invito e riprendiamo la strada per Rimini ignorando anche la prestazione degli Oasis. Intanto in quel di Riccione si lavora e tra una piadina e l’altra decidiamo di dedicare alcune notti alla preparazione di Metropolzine 24 che vedrà la luce a fine settembre 2005 con un interessante retrospettiva su Octavarium curata dal sempre presente Igor Italiani e con un’intervista lunghissima a Mike Portnoy, il tutto condito con un’interessante racconto curato da alcuni di voi riguardante i tre concerti estivi. E’ ottobre ed è già ora di concerti: perché stare fermi ad aspettare la fine del mese per vedere i Dream Theater in Italia quando l’occasione per andare qualche giorno ad


Amsterdam è proprio dietro l’angolo? Il gruppo che si muove dall’Italia è molto folto e la ridente cittadina olandese è proprio la meta per un incontro dell’Ytseclub, l’organismo che riunisce tutti i fan club ufficiali dei Dream Theater sparsi in Europa. La scusa è proprio una doppia data in cui siamo certi che i Dream Theater ci stupiranno con un nuovo album cover di qualche gruppo storico. Tra un coffe shop e un ristorante sushi il soggiorno ad Amsterdam scorre bene e se il primo concerto rimane abbastanza anonimo, le prerogative per il secondo sono delle migliori. L’Ytseclubs al gran completo si ritrova qualche ora prima del concerto fuori dall’Heineken Music Hall e davanti ad una birra si discutono i particolari per il regalo di Natale 2005. Alcuni di noi hanno già fatto la loro parte e ci danno consigli sulle cose da migliorare e quelle da portare avanti; il progetto è di ampia portata, ovvero riuscire a fare un DVD con una piena retrospettiva su ciò che vivono i Dream Theater prima dei loro concerti durante un tour. Tra una birra ed un panino il tempo passa ed è ora di prendere i nostri posti all’interno del Music Hall; la prima parte del concerto è abbastanza scontata, non lo è invece la seconda parte, soprattutto quando in sala riecheggiano i primi “rumori” di sottofondo di quello splendido intro che si chiama Speak to Me. Del tutto sconvolti ci troviamo di fronte ad un’esecuzione perfetta di tutto The Dark Side of the Moon, capolavoro dei Pink Floyd e sicuramente una delle sette meraviglie musicali ancora al giorno d’oggi.

ma ad un patto, la seconda parte della scaletta della serata la decidiamo noi! Al nostro ritorno il tempo per pensare è poco, siamo in fermento perché ci sono le tribune da organizzare, un aftershow a Bologna da fare e un intero concerto da riprendere audio e video. Esatto! Un concerto INTERO, non solo una parte da dedicare al DVD 2005! La mail di Mike è chiara, il lavoro svolto dall’Italian Dreamers per il live di Milano del febbraio 2004 è piaciuto tanto al batterista americano (che ha ricevuto una preview copy direttamente a casa sua pochi mesi dopo l’esibizione) e ci chiede se fosse possibile registrare tutto il concerto per un’altra futura release della Ytsejam Records. Ovviamente incominciamo subito a programmare la cosa, grazie anche ad un paio di cugini di Millo... ma ad un patto, la seconda parte della scaletta della serata la decidiamo noi! La risposta di Mike si materializza nelle vostre mani sottoforma del Fan Club DVD 2006: ”Romavarium”! I Dream Theater, dopo un mese preciso di tour, arrivano in Italia. Nonostante i tre concerti di giugno il pubblico italiano è


ancora pronto ad accoglierli con il calore di sempre. Nella cornice milanese e, con un Forum quasi pieno (7000 presenze!), inizia il primo atto sulla penisola a coronare la fine di questo ultimo tour europeo a suppporto di Octavarium. Dopo i primi due brani veniamo catapultati indietro di circa 20 anni per ascoltare una rispolverata Another Won riesumata direttamente dal primo demo dei Majesty. Il percorso avanti nel tempo ci porta ad una grandiosa Afterlife alla quale seguono chicche del calibro di Caught in a Web (suonata nell’ennesima nuova versione), Peruvian Skies con inserti floydiani/metallici e con una Raise the Knife mai eseguita dal vivo ed appartenente ai demo di Falling into Infinity. Dopo quasi un’ora e mezzo di concerto finisce la prima parte con un Gran Finale. Si riparte da Train of Thought per dare spazio al presente con un’ampia panoramica su Octavarium compresa la title track eseguita per intero. Ancora un’ora circa di musica e le luci si spengono di nuovo. Non è finita; Milano si prospetta uno dei concerti più lunghi del tour ed infatti il Forum esplode letteralmente con The Spirits Carries On e Learning to Live con un James LaBrie in grande spolvero. Il Fan Club è ancora presente: oltre ad un ingresso privilegiato e riservato per tutti i soci, occupa un’intera tribuna alla sinistra del palco, piena di palloncini e striscioni che la band saluta più di una volta durante il concerto.

neanche la migliore delle congiunzioni astrali poteva creare un’atmosfera del genere Il ritorno dei Dream Theater a Bologna è stato accolto dai più in maniera piuttosto tiepida. I biglietti staccati infatti sono circa 3000. La band è in forma e lo dimostra proponendo il miglior concerto Dream Theater che la città felsinea abbia potuto vedere. Protagonista assoluto della serata John Myung, mai così “agile” nel muoversi sul palco come in questo tour e decisamente trasformato rispetto alla figura precisa e a volte distaccata che tutti conosciamo. Molto particolare il filmato che ripercorre tutta la ventennale carriera del gruppo. Viene proiettato come introduzione alla parte centrale del concerto, dove sono ripescati un brano per ogni album uscito (tranne per Falling into Infinity purtroppo...), più alcune chicche come Another Won e quella Speak to Me scarto dei demo di FII e reinserita nel mitico Annual CD del 99. La serata si chiude con una magistrale esecuzione di Learning to Live durante la quale James ci delizia con un acuto degno dei tempi di Images and Words. Siamo alla penultima data del tour, la terza di fila ma James non risente proprio per niente della fatica di un intero tour. Lo dirà lui stesso parlando con noi nei camerini dopo il concerto: “L’Italia ed i fans italiani ci ricaricano sempre ed anche se siamo alla fine del tour, arriviamo qui con l’adrenalina a mille”. Parole confermate anche da Jordan proprio nella sua intervista nel DVD 2005 A Walk beside the Band. A fine concerto viene inoltre recuperato l’aftershow annullato durante il tour di Six Degrees, dando spazio ovviamente a quei ragazzi a cui era stato promesso ma che per vari motivi non ci era stato concesso.


Neanche la migliore delle congiunzioni astrali poteva creare un’atmosfera del genere e regalare al pubblico romano un concerto “memorabile”. Ultimo concerto del tour autunnale, ultimo concerto europeo prima di una lunga pausa di riflessione da parte della band, la notte di Helloween e soprattutto una sorpresa da parte di Dream Theater e Italian Dreamers. Per la prima e unica volta sarà eseguito tutto l’album Octavarium per intero, dall’inizio alla fine.

I Dream Theater chiuderanno il loro tour primaverile il 1° Aprile al Radio City Music Hall di New York Si inizia come l’anno scorso, con una As I Am che scalda il pubblico e poi si riparte indietro nel tempo fino al 1985 con Another Won seguita da Afterlife. Avanti di album in album fino a Caught in a Web, Peruvian Skies e poi ancora la particolarità di Solitary Shell nella sua versione 4 Degrees of Radio Edit. Una splendida In the Name of God chiude la lunghissima prima parte. Poco più di un quarto d’ora e si parte dalla radice di questo ottagono di brani circolari. Solo chi era presente al concerto può confermare quanto sia particolare ascoltare e rimanere intrappolati in questo Octavarium di circa 90 minuti. Il finale è adrenalina pura; prima The Spirits Carries On con uno dei migliori cori da concerto mai sentito ad uno show dei Dream Theater (più di 7000 persone presenti... cantanti!). Segue Pull Me Under eseguita per metà, poi luci spente in sala per creare l’atmosfera e vedere comparire i Dream Theater in maschera per un’esecuzione del finale di Metropolis. Happy Helloween!!! La fine del 2005 è tutta in discesa a questo punto, una fanzine completa con articoli sull’ultimo tour italiano, una intervista con panoramica sulla strumentazione di Jordan Rudess curata dal precisissimo Gilles Boscolo, le paranoie danzanti di Marco Termine sui segreti di Octavarium ed un interessante articolo sul mixing curato da Stefano Tappari in collaborazione proprio con Michael Brauer, colui che ha realmente mixato l’album. Il tutto condito da A Walk Beside the Band, il primo DVD promozionale mai distribuito da un Fan Club sulla faccia della terra. Sabato 17 dicembre, ancora all’Area 51, arriva l’ultima Official Tribute Night. Gli Astra hanno rimesso in gioco la loro posizione e, dopo un concorso, le selezioni e le relative semifinali, i Dream Theater e l’Italian Dreamers hanno scelto le formazioni (Progeny da Milano e YtseJamKR da Crotone) che sfideranno gli stessi Astra nella finale di Roma prevista per la prossima primavera 2006. L’anno finisce con un annuncio molto interessante. I Dream Theater concluderanno il loro tour primaverile il 1° Aprile al Radio City Music Hall di New York per quello che è già definito “IL” concerto dei Dream Theater. Inutile dirvi che l’evento sarà completamente registrato per una uscita live. Il buon Mike ci aveva dato la notizia in anteprima, prima del concerto di Roma.


2006: New York, La Finale e Romavarium su tutti

A

causa di alcuni problemi, causati dal solito Mr. Murphy, l’anno 2005 si chiude tardi. La produzione di A Walk Beside the Band viene ritardata e le spedizioni vengono effettuate solo nei primi mesi del 2006. I soci sono pienamente ricambiati della fiducia e dell’attesa, con un DVD che attesta l’alta qualità raggiunta dall’Italian Dreamers e dai Fan Club europei che si sono uniti per questa opera monumentale. I rinnovi delle iscrizioni per il nuovo anno, hanno un’impennata durante la primavera. Per voi, la Sig.ra Luisa abbatte ogni record, sparandosi 500 tessere plastificate in un intero pomeriggio.

Il problema più grosso non è ne il volo e neppure l’hotel, ma il passaporto!!! L’annuncio della data a New York crea fermento all’interno del Fan Club. Alla spedizione si vorrebbe unire anche Iapo, alla sua prima volta in terra americana. Tramite internet abbiamo trovato il volo che porterà la nostra follia a volare verso la grande mela a sei anni dal nostro sbarco per Live Scenes from New York. Sembra fatta ma in poco tempo sorge l’imprevisto. Il problema più grosso non è ne il volo e neppure l’hotel, ma il passaporto!!! Le leggi americane appena cambiate pretendono un nuovo tipo di passaporto che ovviamente, visto che siamo in Italia, solo pochissimi commissariati di polizia sono in grado di produrre in tempi brevi. Grazie alla magia di un caro amico otteniamo i nostri documenti in tempo per partire ed un giovedi di fine marzo siamo a Malpensa fieri e garruli per attraversare l’oceano con rotta sul JFK. I quattro giorni passati in città e le peripezie di Iapo mai arrivato e del “suo” amico fidato sono raccontati in Metropolzine 28 che esce nei primissimi giorni del mese di Giugno. Il ricordo più personale è stato il pranzo offertoci da Danielle Rudess il giorno prima del concerto al Radio City. La moglie di Jordan era a Manhattan perché i Dream Theater quel giorno stavano provando in gran segreto insieme all’orchestra. Con il cellulare sempre acceso, quel giorno, Danielle figurava come “runner” del gruppo, ovvero come colui e/o colei che è sempre attivo nel caso la band avesse avuto bisogno di qualcosa all’improvviso. La telefonata arrivò sul serio, era John Petrucci che aveva bisogno di una serie di mute nuove per le sue chitarre. Il ricordo più buffo, invece, è stato quando siamo entrati in uno show room di batterie per cercare un paio di bacchette Pro Mark e ci siamo imbattuti in un totem della Sabian che pubblicizzava alcuni piatti della serie B8 usati da Mike in concerto. Alla base del cartellone c’è una bella foto del barbone in azione. Sapete chi ha scattato quell’immagine? Iapo durante il concerto di Stra a Villa Pisani nell’estate del 2005. Scuotendo il capoccione e pensando al “culo del principiante” usciamo dal negozio andando a festeggiare con una Dr. Pepper al primo angolo disponibile.


Abbiamo visto dal vivo il concerto che uscirà sul DVD di Score e senza aspettarcelo siamo stati invitati dalla band all’After Show nelle viscere del teatro. Oltre al catering con piatti caldi abbiamo avuto l’onore di conoscere tutte le famiglie al completo e tutti gli amici più intimi dei Dream Theater. Torniamo in Italia carichi come le molle e mentre i DT si prendono la loro prima estate libera da impegni da dieci anni a questa parte, noi siamo già pronti per dedicarci anima e corpo nell’organizzazione dell’evento che segnerà indelebilmente la storia dell’Italian Dreamers: La Finale!

abbiamo avuto l’onore di conoscere tutte le famiglie al completo e tutti gli amici più intimi dei Dream Theater Chi ha fatto parte dell’Italian Dreamers conosce perfettamente i problemi relativi all’organizzazione di un evento, per noi fondamentale, quale La Finale del concorso per la nuova Tribute Band Italiana dei Dream Theater. Agende superimpegnate tra i Dream Theater non hanno permesso una finale in primavera e la dipartita dal concorso degli Astra a causa della firma con una label per un album hanno creato ulteriore confusione. Dobbiamo ricominciare dall’inizio e quella che doveva essere una finale a tre band si trasforma in breve in un evento più di nicchia in una location completamente nuova. Abbandonata l’idea “Roma” auguriamo un immenso ”in bocca al lupo” agli Astra per la loro carriera musicale. Decidiamo, quindi, di cambiare in corsa le regole e portarci la finale in casa, a Rimini, presso un Teatro privato che fa proprio al caso nostro. Fosse facile! La fortuna ci assiste e finalmente un giorno d’estate ci arriva un messaggio dagli States: Jordan Rudess vuole fare qualche giorno di ferie in Italia con tutta la famiglia. Nessuna mail del tastierista americano fu più desiderata di quella. Basta una chiacchierata su Skype e la lampadina si accende: il 25 novembre è la nostra data, la volontà di Jordan è quella di portare la famiglia in Italia durante una pausa scolastica proprio a fine novembre e per noi c’è tutto il tempo necessario di oliare i nostri ingranaggi e fare partire l’organizzazione dell’evento. Anche noi urliamo quattro volte “Campioni del Mondo” insieme a Caressa e zio Bergomi. Per il sottoscritto non c’è modo migliore di festeggiare il proprio compleanno. Passano pochi giorni e scatta subito una riunione che sancisce l’inizio dei lavori proprio durante il mese di luglio 2006. Tutto lo staff è coinvolto, ognuno ha la sua piccola parte di lavoro. Ci sono i gruppi e gli ospiti da sistemare in hotel, il service audio, video e luci da trovare, le pratiche SIAE da seguire, la giuria da formare, contattare e schedulare per la serata; va stilato un regolamamento con i parametri di giudizio e, se ciò non bastasse, vanno contattati i Dream Theater per individuare i brani obbligatori. Solo chi ha vissuto di persona tutta la giornata del 25 novembre può capire realmente fino a che punto è riuscita ad arrivare la macchina organizzativa dell’Italian Dreamers. Nonostante gli impegni riusciamo anche a pubblicare in tempo


Metropolzine 27 che esce nel mese di ottobre con un contributo su Score, tre interviste a Petrucci, Sherinian e Dominici e l’annuncio ufficiale della Finale del 25 novembre a Rimini! Il passo tra ottobre e novembre è relativamente veloce, tutte le cose per fortuna si incastrano al meglio. Per raccontare tutti gli aneddoti divertenti successi durante la programmazione dell’evento di Rimini ci vorrebbe un libro e molta memoria. Il sottoscritto ha perso il conto di quante volte si è dato malato al lavoro per poter restare in casa a ultimare delle cose rimaste in sospeso; ricordo ancora una fuga dal lavoro con la scusa che mi stavano consegnando la lavatrice nuova in casa per poter andare al teatro a prendere le misure del palco da inviare alle band ed ai tecnici del suono. Tante persone andrebbero ringraziate per averci aiutato anche dandoci i contatti migliori e i consigli più azzeccati per la riuscita della festa, con queste due righe vorrei comprendere tutti!

L’ospite d’onore è Jordan Rudess che, oltre ad essere presidente di giuria, eseguirà alcuni brani con la sua inconfondibile Korg Oasys Arriva il 25 novembre, dopo oltre due anni di selezioni, concerti e lunghe attese, le due band si contendono sullo stesso palco e in un’unica serata senza possibilità di appello, lo scettro di “Tribute Band Ufficiale per l’Italia”. Per l’occasione è stato scelto un teatro con un palco molto grande e posti a sedere limitati per rendere l’evento più intimo. Lo staff dell’Italian Dreamers ha anche selezionato per la serata il migliore service audio della zona e uno staff di 4 cameramen professionisti che per riprendere le esibizioni dall’inizio alla fine. L’ospite d’onore è Jordan Rudess che, oltre ad essere presidente di giuria, eseguirà alcuni brani con la sua inconfondibile Korg Oasys ed incontrerà tutti i convenuti per una sessione di autografi. I gruppi hanno dovuto rispettare un regolamento pre-finale che li obbligava in primis a mantenere la stessa formazione delle semifinali, aggiornare costantemente il sito internet con nuovi contenuti audio e video e incrementare la propria set list di pezzi disponibili. Quest’ultimo punto è fondamentale perché tra i vari punti del regolamento ci sarà l’esecuzione di quattro brani obbligatori, decisi e comunicati dai Dream Theater solo un mese prima del 25 novembre. Altre piccole incombenze sono la durata massima dell’esibizione, che non deve superare i 120 minuti, e l’impossibilità di utilizzare “playback” e parti “registrate”. I brani proposti devono essere compresi all’interno della discografia ufficiale dei Dream Theater, possono essere comprese le versioni “live” ed è ammesso un solo brano strumentale. I pezzi obbligatori scelti dalla band sono: Metropolis Pt.1, The Glass Prison e Octavarium (tutta), mica male! Il quarto obbligato, proposto dallo staff dell’Italian Dreamers ed accettato da Mike, dovrà essere un medley dalla durata massima di 10 minuti con all’interno almeno 4 brani dei Dream Theater, strumentali e non.


La giura, capitanata da Jordan Rudess, è composta da altre 18 persone. Dovrà esprimere il proprio voto in base a vari parametri scelti dall’Italian Dreamers e dallo stesso tastierista dei Dream Theater. Cesareo degli Elio e le Storie Tese, Roberto Gualdi, Marco Sfogli, Daniele Liverani, Dario Ciccioni e tutti gli altri giurati hanno preso in considerazione parametri quali la presenza della band sul palco, l’affiatamento, la resa sonora, la fedeltà dei suoni proposti rispetto a quelli dei Dream Theater, oltre a giudicare con un voto da 1 a 5 ogni membro del gruppo e ognuno dei 4 brani obbligatori. Il verdetto finale è stato letto, ad un pubblico visibilmente stremato, alle 01.30 di mattina. La maratona era iniziata alle 15.30 del pomeriggio precedente. Il risultato è stato il seguente: YtsejamKr battono Progeny 1134 voti contro 1060,75 voti. Il massimo punteggio raggiungibile era 1400 voti. Migliori della serata Davide batterista degli YtsejamKR con 88 voti e Fabrizio, Luca e Marco, ovvero voce, basso e chitarra dei Progeny rispettivamente con 77, 70,5 e 75,5 voti su 90.

Il verdetto finale è stato letto, ad un pubblico visibilmente stremato, alle 01.30 di mattina Mi piacerebbe continuare a descrivere a fondo La Finale di Rimini vista dai miei occhi e dilungarmi sul lungo tour de force che ha portato alla realizzazione di un evento di cui ancora si parla. Abbiamo fatto talmente tanto che quel 25 novembre, per noi è stato l’apice delle attività in quindici anni di Italian Dreamers. Avevamo tanti progetti che avrebbero seguito quella serata speciale. Il nostro sito ha avuto una sezione completamente dedicata al progetto fino al 31 dicembre 2007 ed i filmati dei concerti erano pronti per essere pubblicati su un doppio DVD. Per noi è stato un impegno fisico, mentale ed anche un gran investimento monetario ma, tutt’ora, c’è qualcuno che non riesce ancora a dare il vero valore a questo concorso ed a questo titolo conquistato. Zero rispetto abbiamo avuto e stiamo avendo ancora da parte di chi, quella sera, ha vinto un titolo da NOI inventato e fortemente voluto per pubblicizzare al meglio la musica dei Dream Theater sul territorio italiano. Per questo abbiamo deciso che le immagini, i suoni e le parole di quella serata rimarranno sempre nei nostri cassetti. Nel frattempo il nostro Millo è chiuso a Roma nel suo studio personale a completare il mixing audio e video di quello che sarà la nostra punta di diamante: Romavarium. Un DVD richiesto esplicitamente dall’Italian Dreamers a Mike Portnoy. E’ il secondo DVD per i Fan Clubs ma è il primo documento video ufficiale di un live realizzato in Italia. Lo staff si incontra per visionare il master, le correzioni sono poche, tutto sembra perfetto e si decide di andare in stampa per i primi giorni del mese di gennaio 2007. Questa volta il ritardo è minimo e anche Metropolzine 28 viene prodotta a tempo di record. Una serie dei nostri migliori scatti ai concerti dei Dream Theater fa da sfondo ad un calendario che speriamo abbia accompagnato tutti voi per tutto il 2007.


2007: In Constant Motion

I

l nostro 2007 inizia nei primi giorni di Febbraio con una riunione di tutto lo staff. C’è una decisione importante da prendere: tutti devono essere presenti! La casa del sottoscritto ospita il meeting in un pomeriggio domenicale dove l’atmosfera diventa piano piano irreale. Simon è appena tornato dal suo lungo viaggio in Thailandia, ma un costante contatto via mail, ha permesso l’organizzazione di questo incontro. L’ordine del giorno prevede di votare la decisione più importante per l’Italian Dreamers da quando esiste, ovvero “la chiusura del Fan Club”. Le mie personali considerazioni su questa decisione sono riportate nel redazionale all’inizio di questa fanzine. Per la cronaca, quella domenica pomeriggio il consiglio direttivo ha sancito la chiusura dell’Italian Dreamers per il 31 dicembre 2007. Con il Fan Club si è deciso anche di chiudere la nostra comunità YtseItalia.net e di rendere definitivamente vacante il titolo di Official Tribute Band Italiana dei Dream Theater. Sarebbe rimasto attivo esclusivamente il sito internet, come punto di riferimento anche senza le attività e le produzioni “solite” targate ID. Anche se la decisione è presa, per rispetto nei confronti di tutti voi il nostro sforzo sarà massimo durante tutto l’anno. Ovviamente mancano ancora dieci mesi alla fine delle attività e noi abbiamo ancora tanto da dire, c’è un album in uscita, sicuramente saranno annunciate le date del relativo tour e noi vogliamo esserci fino alla fine. Con una festa a Bari in marzo, iniziano le nostre attività per il 2007. Il 27 aprile in un hotel di Milano, Mike e James sono in tour promozionale per la stampa per presentare Systematic Chaos. La vera novità è l’annuncio della loro nuova etichetta discografica. Per noi cambiano tutti i riferimenti ma poco male, grazie al nostro lavoro svolto in passato, i nostri contatti con la Roadrunner Italia raggiungono subito un buon livello, sancito con l’invito all’hotel scelto per le interviste. Abbiamo già avuto modo di ascoltare il nuovo album, recapitatoci a casa direttamente dal manager dei Dream Theater, per cui siamo in grado di addentrarci un pò nella nuova musica e di chiedere qualche delucidazione in più. Metropolzine 29 esce nel mese di maggio e, dopo una retrospettiva su Systematic Chaos curata dal neo ‘zio Baio’ ci addentriamo nella nuova musica con alcune domande proprio a Mike e James. Il resto della fanzine è dedicata a Mike con la traduzione di 4 interviste a 4 grandi batteristi curate proprio da Portnoy per il periodico inglese “Rythm Magazine”. Ovviamente a Maggio le menti dei fans sono già proiettate verso il 3 giugno, giorno del Gods of Metal: unica data in suolo italiano per i Dream Theater in questo primo Chaos in Motion World Tour 2007/2008 (ed è proprio quel 2008 che promette molto bene!). Noi non riusciremo ad essere della partita, i nostri impegni non ci permettono


di essere a Milano quel giorno, nonostante Mike ci abbia promesso privatamente una grande sorpresa per tutti. Prima del Gods of Metal decidiamo di organizzare una festa che ha come tema principale il preascolto in anteprima di tutto Systematic Chaos, la serata si svolge al Sottosopra di Este il 29 maggio, proprio una settimana prima del concerto di Milano. Nel tardo pomeriggio del 3 giugno arriva la bomba dall’Idroscalo: Images and Words suonato per intero (dall’inzio alla fine) a celebrare i 15 anni del secondo album dei Dream Theater. Da una parte siamo dispiaciuti ma dall’altra sappiamo che seguiremo alcune date all’estero e che potrebbe capitarci la fortuna di ‘beccare’ proprio la data “giusta”. Infatti Mike ha selezionato alcune città in cui verrà suonato tutto l’album durante questo primo tour europeo. La notizia che rimbomba pochissimi giorni dopo il Gods però è di ben più ampio valore per tutti i fans che si sono persi la data di Milano. I Dream Theater ritorneranno in suolo italico a Ottobre per cinque date di cui una ad Andria. Complimentandoci con la Live per il coraggio e per la volontà di portare i Dream Theater anche al sud mettiamo da subito in moto la nostra macchina che parte con un filo di gas durante l’estate per poi dare il massimo da settembre in poi. Vogliamo esserci, vogliamo fare e dare il nostro massimo perché saranno le nostre ultime date come Fan Club. Ancora nessuno conosce la nostra decisione, che dovrà rimanere segreta fino all’ultimo ma, noi spingiamo sull’acceleratore al massimo. Vogliamo dare il meglio anche perché l’impegno sarà notevole. Le date sono cinque, non le solite due o tre, ma CINQUE! Tutti i particolari sono già pronti a fine settembre, viaggeremo per una parte uniti, per una parte divisi, un pò ci muoveremo in macchina, altri in treno, altri ancora in aereo, alcuni useranno tutti e tre i mezzi, ma il risultato è quello che desideravamo: saremo a tutte e cinque le date! L’unico neo è su Roma: visto il metodo di vendita biglietti e di assegnazione dei posti non ci è possibile riservare una tribuna intera per i nostri soci. Come piccola considerazione personale potrei anche aggiungere che la voglia di una tribuna a Roma era pochissima visto il trattamento poco educato che ci è stato riservato negli ultimi due concerti del 2004 e del 2005 quando i nostri spazi ben delimitati sono stati letteralmente invasi da persone che poco avevano a che fare con i nostri soci. Aggiungo che, proprio nel 2005 abbiamo dovuto interrompere la nostra intervista a Jordan sul palco del PalaEur perché il questore di Roma ha imposto l’apertura anticipata dei cancelli esterni in quanto la folla stava “sfondando”, mettendo in serio pericolo le persone che erano davanti rischiando di rimanere schiacciate. Le altre quattro date sono organizzate: Bologna, Andria, Milano e Padova. Milano a parte, per noi sono posti nuovi, il PalaDozza di Bologna l’avevamo conosciuto per via di concerti di altri gruppi ma, di Andria e Padova non sappiamo niente e partiamo armati di buone speranze. Il supporto di Rosario e di tutto lo staff della Live è fondamentale e noi riusciamo a fare veramente tutto ciò che ci eravamo prefissi, compreso un regalo a sorpresa a tutti i partecipanti alla tribuna di Andria! Dei cinque concerti italiani di ottobre se ne è parlato tanto, le scalette hanno convinto pochi, la prestazione della band non è stata eccellente ma, possiamo assicurarvi che sul palco erano i Dream Theater di sempre.


Noi li abbiamo incontrati prima del concerto ad Andria per un Meet & Greet ufficiale e segreto. Tutto lo Staff al gran completo si è riunito attorno ad un tavolo insieme ai Dream Theater ai quali è stata comunicata la decisione della chiusura dell’Italian Dreamers. A parte Jordan, che aveva saputo della scelta due giorni prima durante un pranzo con il sottoscritto a Bologna, il resto della band ha veramente accusato il colpo. Ricordo perfettamente James chiederci se non fosse uno scherzo, gli occhi di Petrucci cercare i miei per una conferma reale, i piedi di Mike che iniziano a muoversi come se avesse una doppia cassa sotto il tavolo. Sono dei professionisti e sono stati per noi prima di tutti degli amici. Conoscono ormai perfettamente il difficile mondo della musica, hanno delle famiglie anche loro, sono ovviamente dispiaciuti ma hanno sicuramente capito le nostre motivazioni. Le prime parole di John Petrucci, di fronte a tutti sono state “Sarete sempre parte della nostra grande famiglia, grazie!” mentre, il taciturno John Myung ci ha detto “Grazie per tutto quello che avete fatto, in bocca al lupo per le vostre vite!”. Stranamente è proprio Mike quello che fa più fatica a parlare, ma il suo abbraccio a tutti noi vale più di mille parole. Sono soddisfazioni che rendono giusto merito a tutto quanto è stato fatto negli ultimi anni e volevamo viverle solo con i nostri più stretti collaboratori ed amici. Una Ytsemagazine da 150 pagine digitale uscita poco dopo i concerti di Ottobre sul sito vi da un riassunto fotografico delle emozioni vissute in quei giorni. Non ci sarà mai una fanzine dedicata a quei cinque concerti con i nostri commenti in quanto abbiamo preferito dedicare l’ultimo numero in assoluto di Metropolzine ad altri contenuti.

2008: Cala il sipario, ciao a tutti!

G

ià dal dicembre 2007 avevamo fissato in tre, le date da organizzare per decretare la chiusura dell’Italian Dreamers. Feste pensate per salutare e ringraziare di persona tutti quelli che hanno creduto in noi ed in questo progetto, non facendo mai mancare, di anno in anno, il proprio appoggio e sostentamento. Nel frattempo Simon è a Bangkok per il concerto “An Evening with...” del 19 gennaio. Nonostante il Fan Club sia in chiusura, l’accoglienza è quella di sempre con una band in formissima che vuole lasciare un messaggio di ringraziamento per tutti gli Italian Dreamers. Il risultato sono questi due fogli qui a fianco. Per mio conto tornerò negli States per gustarmi la reunion del Liquid Tension Experiment dopo dieci anni. Dal 1 gennaio 2008 l’Italian Dreamers non esiste più. Dopo queste 3 feste di chiusura non ci saranno più le Official Tribute Night e, con loro, la garanzia di “qualità” che ci ha sempre contraddistinto. Forse nascerà un altro Fan Club, per cui abbiamo voluto lasciare completamente libero il campo a chi vorrà avventurarsi nell’impresa. Il titolo di Official Tribute Band Italiana è stato sviluppato ed organizzato in base ai parametri voluti dall’Italian Dreamers.


Se un domani un altro Fan Club vorrà ripetere la nostra esperienza potrà farlo in completa autonomia ripartendo da zero con nuove idee, nuove modalità e nuove giurie. Per questo, con la chiusura del Fan Club, abbiamo lasciato “vacante” il titolo di Official Tribute Band Italiana e per questo abbiamo anche deciso di chiudere la nostra comunità YtseItalia.Net. Durante tutti questi anni, il “rispetto” della band e dei propri soci, come chiede Mike Portnoy nel suo messaggio scritto a mano, l’Italian Dreamers se lo è meritato con i “fatti”, non con i “titoli”! Del 2008 c’è poco da dire ma sicuramente sarà ricordato come un anno che lascerà il segno in tutto lo staff, visto il suo inizio tragico. Uno di “noi”, Marco di Ancona, ci ha lasciato prematuramente un venerdi di fine Gennaio. Le parole da spendere sono poche. Volevamo annullare le feste, evitare l’ultima fanzine, ma poi abbiamo reagito e pensato che Marco non vedesse l’ora di leggere l’ultima Metropolzine e di partecipare ai concerti di chiusura. Allora eccoci di nuovo qui per un ultimo sprint che porta nelle vostre case queste pagine di storia e questo meraviglioso CD che siamo sicuri apprezzerete. Da adesso in poi la storia la dovete fare voi!!! In bocca al lupo a tutti. GRAZIE! Petrus


Metropolzine: la fanza, la mitica fanza. Il nome lo diede Matteo al famoso ed introvabile numero “0” ed era, secondo noi, perfetto per queste pagine dedicate ai Dream Theater. I fogli fotocopiati sono diventati pagine patinate, scritte da giornalisti improvvisati ed impaginate usando software craccati. Con un unico obbiettivo: Metropolzine era la “faccia” del Fan Club e doveva essere speciale. Materialmente è stato il mezzo per dimostrarvi che il Fan Club era concentrato sul proprio lavoro. A volte venuta meglio a volte un po’ meno, a volte spedita con ritardi clamorosi, non è mai uscito un numero se ogni particolare non era nel proprio posto esatto. L’emozione di vederla nelle vostre mani o lanciata dal palco da Mike ci dava la forza per migliorarci sempre di più. Abbiamo cercato di ripercorrere la storia e di sottolineare tutti i particolari di queste pagine piene di ricordi. Sul sito, con il tempo, troverete ogni numero scaricabile in formato pdf. Nel frattempo, buona lettura. Metropolzine 1 Leggendo la biografia ufficiale dei Dream Theater e collocandovi, temporalmente, l’uscita di Metropolzine numero 1, veniamo a scoprire, oggi, che per noi stava nascendo un nuovo mondo

mentre la band era nel periodo più nero della propria carriera. Il periodo fine 1997/inizio 1998 è un’esplosione di attività per l’Italian Dreamers. Il concerto al Forum ed i primi voli presi per andare a vedere i DT oltre confine fanno si che la prima fanzine nasca quasi in automatico. Il merito della numero 1 è totalmente di Petrus che dopo aver consultato un paio di amici in zona, si affida ai sapienti consigli di Daniele “King Danii” Carotenuto dalla Sardegna che oltre a disegnare la copertina dona istruzioni fondamentali per l’impaginazione. Metropolzine 1 è totalmente lavorata con “word 97” ed, incredibile ma vero, riesce anche abbastanza bene.

Per ragioni di costi decidiamo di stamparla in bianco e nero e quindi la bellissima copertina di King Danii viene stuprata. Per chiedergli scusa di tutto cio, ogni qualvolta verrà riproposta sul sito o sulla fanza, pubblicheremo sempre la “vera” versione a colori. Gli argomenti trattati sono da “primo numero” con un accenno di biografia del gruppo e le schede di Mike e John Petrucci. Partiamo subito forte, invece, con le


schede tecniche. Roberto Sanna cura la strumentazione di Petrucci e, credetemi, al tempo, era una vera manna per i curiosi. In seguito miglioreremo su ogni fronte. Concludo con due chicche. A pagina 2 compare uno dei primi indirizzi del sito del Fan Club, datoci in comodato d’uso da un amico più telematico di noi (grazie Ben, che tempi!). Segue l’invito ad iscriversi all’Ytseitalia. Testimonianza inequivocabile che la “allora” mailing list nacque prima della fanza. La foto dell’ultima facciata ritrae Mike e Derek in versione “Nightmare Cinema” durante il soundcheck al Forum di Milano il 30/11/1997. La foto la scattò mio cugino. Metropolzine 2 Come potete leggere nelle pagine dedicate alla storia del Fan Club, Metropolzine 2 nasce sostanzialmente sul pullman che stava trasportando 40 anime verso il concerto di Pordenone dell’aprile 1998. Le conoscenze si allargano e Ivan Drudi di Santar-

cangelo di Romagna accetta di aiutarci nella stesura e nell’impaginazione. Ivan ci fa scoprire il magico mondo di Photoshop 5.5, un errore gravissimo;-). Appena tornati dalla trasferta in camper di Rotterdam siamo rinchiusi nel suo sgabuzzino, senza tregua, per il resto dell’estate. Tutte le idee che venivano in mente a me e Petrus, lui cercava di riprodurle su schermo, senza tanto pensare alla forma. Ricordo la puzza di ascelle, la cartina dell’Europa da scansionare a pezzi e da rimettere insieme, Elio e gli Iron a manetta, il computer che si piantava di continuo ed il gatto “Nando” che ogni tanto veniva a vedere cosa succedeva. Incredibile ma vero, il primo di settembre 1998 avevamo fra le mani la prima fanza a colori “professionale” da 36 pagine. Per noi era bellissima. La spedimmo subito a casa di Mike e per festeggiare organizzammo la prima “vera” festa del Fan Club in un pub di Rimini con “turiste” teutoniche al seguito. Le chicche sono sicuramente la copertina stessa con un rendering spettacolare del simbolo dei DT dentro un lago fatto da King Danii, e due articoli a cui tengo in

modo particolare: 1) La prima recensione di bootlegs compendente titoli e rarità oggi introvabili su ogni mercato. 2) “Duri, incazzati…e progressivi” frasi in libertà del sottoscritto accompagnate da 4 foto storiche. Petrucci in camerino attaccato ad un Laney prima di salire sul palco a Pordenone, Mike all’interno della Dimar (negozio di dischi di Rimini), Petrus, Roots (FC Olandese) e me a Rotterdam e l’after show del Palalido con Mike con la maglietta di Zappa ed un pass pazzesco, che nessuno ha. Metropolzine 3 Ormai siamo partiti in tromba, talmente in tromba che Matteo (l’allora presidente) ci comunica che stanno terminando i fondi per l’anno in corso e che una riduzione dei costi prima di riaprire le iscrizioni per il 1999 sarebbe cosa gradita. Scartiamo dalle nostre menti l’idea di una Metropolzine con le pagine placcate oro (non stiamo scherzando, riusciremo nell’impresa con la numero 9!!!) e ci buttiamo a capofitto per poter far uscire un poster/fanza che accompagnerà il glorioso Christmas CD del 1998 (quello con i pezzi live di Rotterdam). Il provino del poster/fanza viene una cagata ed a breve giro telefono/fax con Matteo riu-


quei giorni mi sono permesso di andare a visitare il negozio dove il caro Mike comprò la sua prima batteria: il Long Island Drum Center. “…non ho più sgomento, lieto mi addormento…ebbro dei miei gas” (EeLST 1989).

sciamo ad impaginare una “vera” Metropolzine in miniatura da 16 pagine che esce nei primi giorni del 1999. Lo sgabuzzino di Ivan è sempre più stracolmo di foto, articoli, materiale e rimasugli di pizza, quelle pareti sudano veramente Dream Theater. La copertina la disegna totalmente lui, credo che come processore avesse un AMD K6 350 con ben 256Mb di Ram, il rendering per il sommergibile e la scritta semisommersa nella sabbia lo abbiamo lanciato alle 23. Alle 17 del giorno dopo era ancora al 72%. Degno di nota il resoconto e le foto esclusive del mio primo viaggio a New York per andare a stanare Mike durante un clinic a Massapequa, vicino a King’s Park a Long Island. Nel mio peregrinare di

Metropolzine 4 Siamo sotto assedio: Jordan Rudess diventa il nuovo tastierista della band che è chiusa in studio per registrare SFAM e non fa uscire una nota che sia una. Chessifà? Si festeggia, con Ivan che si inventa la copertina più bella di sempre: I Dream Theater in formato Simpsons, totalmente disegnata a mano (qui sopra uno dei temi non ancora colorato). Non pago esegue una perfetta supercazzola con il

proprio capo alla tipografia dove lavora e ci fa ottenere per lo stesso prezzo di una copertina normale, un materiale non ben definito che abbiamo prontamente denominato “il gommone”. Devo ammettere che Metropolzine 4 abbracciata da quella copertina era veramente uno spettacolo. Stampata in sole 1000 copie è la fanza più ricercata e richiesta al mercato nero. All’interno nella confusione web del tempo compaiono un nuovo indirizzo internet e due “strane” mail a cui rivolgersi. Bellissime le interviste di Petrus al neoarrivato Jordan ed al partente Derek. Il “Nando” gatto compare finalmente sulla fanza, per anni soffice coprotagonista nella scelta dei vincitori dei vari concorsi. Al tempo la Fiera degli Strumenti Musicali si teneva nel centro di Rimini. Sapevamo dello sbarco in Italia del primo video didattico di John Petrucci, ma non sapevamo chi lo avrebbe distribuito. Leggetevi il prefisso e chiedetevi quante volte ci ha ringraziato il titolare per le copie vendute di un video che al tempo costava 78 mila lire! Il nostro legame con il mondo eliatico è assoluto (ve ne sarete accorti col tempo) e quindi il ricordo di Paolo Panigada, mancato qualche mese prima, non è doveroso, è naturale. Forza Panino!


Metropolzine 5 Credo che con questo numero di Metropolzine, la catarsi della sezione di Rimini del Fan Club sia completa. Ne viene fuori una fanzine alquanto psichedelica, ma con un’attenzione ai particolari quasi maniacale. Per chi non si ricorda il 2 agosto 1999 ci fu un’eclissi “quasi totale” di sole in Italia, chissà se qualcuno di noi ne subì le conseguenze? Fattostà che la copertina fu disegnata da uno di quegli artisti di strada che dipingono mondi ed universi lontani con le bombolette spray su carta fotografica. Dietro lauta ricompensa riuscii ad ottenere questo viso femminile rivolto verso l’eclissi in una notte stellata con una cometa in lontananza. Risistemata da Ivan decidemmo di aggiungerci il caro vecchio Yoda indossante una sottoveste di Images and Words. Nell’attesa dell’uscita di SFAM ci buttammo a capofitto sui progetti paralleli: LTE2, Mullmuzzler, Planet X e Kevin Moore. Il racconto della seconda festa ufficiale del Fan Club al Fron-

tiera di Roma del 29 maggio 1999 è la parte più importante della fanza. Non da meno quello che Mike ci fece recapitare da proiettare in anteprima mondiale proprio per quella festa: le prime immagini, le prime note che uscivano dal Beartrack Studio del nuovo album, per noi un grande onore, benzina sul fuoco della nostra passione. Chicca finale: da questo numero in poi, l’unico e solo indirizzo web del Fan Club sarà www.italiandreamers.net. Il sito debuttò al pubblico lunedi 25/10/1999. Metropolzine 6 32 pagine di fanza sarà, d’ora in poi, il formato standard di Metropolzine, Ivan è diventato l’icubo di tutte le tipografie di Rimini, San Marino e circondario per la quantità di preventivi richiesti. Il suo livello toccato nella numero 6 è di assoluto spessore anche perché le cose da raccontare erano molte e tutte molto importanti. Credo sia stata una delle fanzine con la gestazione più lunga a causa degli articoli che arrivavano all’improvviso, le nuove foto da sistemare, il tour ed i clinic da raccontare. L’abbiamo definita la fanza “zippata”, ci pareva impossibile aver infilato così tanta roba in così poco spazio. Prima di tutto Petrus vi prende per mano e vi conduce dentro Scenes from a

Memory, a settembre ci sono stati i clinic di batteria di Mike e ad ottobre quelli di John Petrucci. La sera del clinic di Bologna, John ha partecipato alla festa organizzata per il lancio mondiale di SFAM e l’abbiamo ascoltato, con lui, in anteprima. Poco dopo, a novembre, i Dream Theater hanno impacchettato di gente il Forum con due nostri camper al seguito che si sono fatti anche Monaco di Baviera e Lione. Vuoi non metterci anche la prima parte della storia dei DT? Vuoi non inserirci anche un po’ di merchandise da vendere? Nel frattempo era in lavorazione pure il Christmas CD 1999. Sarà stata la paura del “Millennium Bug”, sarà stata la puzza di piedi delle gelide notti in camper ma Ivan Drudi, il nostro grafico, decide di terminare qui la sua avventura con noi lasciandoci, come ultimo regalo, il disegno per la maglietta dell’Italian Dreamers 2000. Mike la porterà (leggermente smanicata) sul palco a Tordivalle nel luglio dell’estate 2000.


Metropolzine 7 La storia si fa seria, c’è il tour di SFAM in arrivo, l’organizzazione dei pre e post concerti, le iscrizioni che schizzano subito su numeri importanti e noi siamo senza grafico. Chessifà? Si festeggia naturalmente: 10 aprile 2000 HM Pub di Roma, vicino al Colosseo, mancava solo John Myung. Per le tessere del 2000 ci siamo abbastanza arrangiati, le disegnò Marco Scotti, ovvero colui

che stampò anche le magliette di cui sopra. Anche se sono le tessere peggiori mai uscite, sul posteriore avevano il calendario dell’anno, almeno a qualcosa sarebbero servite. Per i lavori di Metropolzine 7 risvegliammo King Danii che disegnò la bellissima copertina ma per le restanti pagine decidemmo di “autoprodurci”. Dopo il tempo passato con Ivan, dopo qualche lettura tipo “Photoshop for Dummies” e dopo ore e ore di prove rubate al lavoro, decido di affrontare a muso duro l’avventura. Appena tornato dalle date del tour mi fingo malato al lavoro e vado in soffitta per una full immersion di tre giorni, solo io e la fanza, Marco al telefono e mia mamma che si è preoccupata quando al terzo giorno ha cominciato a sentire dei flebili lamenti provenienti dal piano di sopra. E qui entra in scena un nuovo personaggio nello svariato mondo del Fan Club: Stefanino, detto anche “Bingo Bongo”. Io potevo anche aver vagamente lavorato con la nuova grafica della fanzine, ma non avevo assolutamente idea di come si impaginasse con i testi e tutto il resto. Girammo un paio di tipografie dove i titolari ci risposero a rutti ed alla fine approdammo sul molo di Rimini, dove da poco aveva aperto una “Stamperia” al posto di una gelateria. Forse preso da immensa commozione, Stefanino si offrì volontario di darci una mano su tutto il fronte, lavorando ben oltre il suo orario di lavoro in cambio soltanto di qualche pizza. Il

risultato fu Metropolzine 7, probabilmente un’accozzaglia di immagini con i testi incastrati nella grafica approssimativa. Per un errore di stampa, la cosa più bella, la copertina, venne sbiadita. “Linea”, nostro illustre ospite indossò una maglietta tendente al grigio invece che il nero scintillante mandatoci da King Danii, a cui chiediamo, a distanza di anni, ancora scusa. Metropolzine 8 L’estate 2000 ci portò due concerti a Milano e Roma più la trasferta a New York per la serata al Roseland. Tornammo carichi come le mine e volendosi rifare a tutti i costi per le disavventure della fanza precedente, ingaggiammo King Danii a tempo quasi pieno, mentre il sottoscritto si diede parecchio da fare, studiando con più attenzione tutti i particolari sfuggiti sul numero precedente. Bingo Bongo era prodigo di consigli e le ore spese in Stamperia sono state tra le più esilaranti della nostra storia. Filippo Berlini (attuale batterista degli Astra) e tutta la sua compagnia facevano da “supporto morale”, il che significava andare in missione al porto di Rimini e comprare pizzette, liquirizie e birra in quantita industriali. La copertina di Metropolzine 8 è tra le mie favorite di sempre ed all’interno compare un articolo di Petrus che mi sta molto a cuore: Magic Moments. Forse lo spirito dell’Italian Dreamers sta anche in questa libertà di scrivere emozioni molto personali e di metterle a disposizione di tutti voi. Le foto che accompagnano le tre colonne sono tra le più cariche di significato per tutto lo staff del Fan Club. La fanza ci fu consegnata da Stefanino alle 18.30 di un martedi di inizio


ottobre, io e Marco fummo così felici del risultato che andammo subito nel centro storico di Rimini a fare il giro di aperitivi in tutte le cantinette della piazza. Chicca del periodo fu la visita a Rimini della sorella di Mike, Samantha a cui organizzammo il viaggio della luna di miele in giro per l’Italia. Metropolzine 9 Si sta per chiudere il “Caro 2000”, un anno da record per il Fan Club, sia per i concerti seguiti, sia per le iniziative e le feste proposte, sia per il numero di iscritti che siamo riusciti a raccogliere. Vogliamo chiuderlo alla grande e chiediamo a Matteo un piccolo sforzo economico per fare una fanza “oltre le righe”. L’OK del presidente ci arriva immediato e ci tuffiamo da Stefanino a vagliare tutte le proposte. Il colore oro, se lo componi in

quadricomia viene fuori un marroncione tendente al viola, è uno dei colori più “stronzi” (scusate il termine) da riprodurre su carta. Amenochè non si usi l’oro come colore singolo. E che oro sia, su carta opaca con la scritta “Italian Dreamers” lucidata UV. Sul retro copertina il messaggio di auguri inviatoci da Mike via fax, notare il foglio intestato riportante ancora la scritta “Majesty” che abbiamo, ovviamente, lasciato al proprio posto. Il particolare più fastidioso è che per sfogliare la fanzine servirebbero dei guanti, in quanto la copertina, così composta si copre immediatamente delle vostre belle ditate. Da notare l’articolo di Millo sul singolo di Tears. Al giorno d’oggi ancora il disco più ricercato di tutta la discografia DT. Come “Totem” aveva la

sua “pupa”, anche noi non vogliamo essere da meno pubblicando in penultima pagina una foto, castissima, di Jenna Jameson, facendo felice chi, fra noi, era iscritto al suo Fan Club. Metropolzine 10 La prima fanzine del 2001 nasce in ritardo. All’inizio dell’anno la burocrazia la fa da padrona. Lo spostamento in Romagna della sede e della presidenza del Fan Club ci fa perdere tempo prezioso. Recuperiamo subito con una festa per certi versi storica. Presentiamo in anteprima il DVD Scenes From New York nel bel mezzo della fiera degli strumenti musicali di Rimini. Il risultato vede la Mogar Band sul nostro palco, Faso al bar a parlare di baseball e 400 cavalli imbizzarriti inondati di musica per sei ore di fila tra concerto e DVD. Per chi ancora sta aspettanzo la propria pizza, sappia che il pizzaiolo su The Spirit Carries On ha lanciato tutte le comande in aria e se n’e’ andato. A parte questa nota di colore, Metropolzine 10 vede la collaborazione intensa di King Danii a cui lasciamo carta bianca soprattutto per la copertina. Anche i caratteri cambiano per quella che viene considerata una visione un po’ “mistica” del gruppo che a noi non dispiace affatto. Entra in


scena come collaboratore anche Marco Poderi a cui affidiamo alcune recensioni. Rimasto in ombra fino ad ora “Pode” ha sempre dato una mano al Fan Club fino a che ha potuto. Ha fatto parte del “gruppo di Pesaro” formato da una mezza dozzina di elementi poco raccomandabili che ci hanno accompagnato in questi incasinatissimo periodo. Le notti passate in Stamperia sono sempre più fonde, con occhiaie evidentissime. L’ultima notte, quella in cui si chiude l’impaginazione con le correzioni finali ha lasciato il segno. Stefanino si dimentica di levare i quadri per gli sbordi attorno alle foto nelle pagine della festa ed in quelle del “Transatlantic Live”, ma va bene lo stesso. Metropolzine 11 Mettere insieme una fanzine non è

proprio la cosa più semplice da fare. Occorre coordinare un gruppo di persone affinché il loro materiale arrivi in un certo luogo, tutto insieme e nello stesso istante. Mi dimenticavo di dire che tutto questo non è un lavoro e che nessuno obbliga nessuno. Ecco che, dunque, dopo due mesi di gestazione e di fitte telefonate, esplode la voglia di sciogliere la tensione e di festeggiare la nascita di una nuova fanzine. Niente di meglio che trovarsi da Stefanino in Stamperia ordinando piadine colorate con Umberto Tozzi in sottofondo. Volevamo fare tutto questo anche per Metropolzine 11 iniziando i lavori l’11 di settembre che era pure il giorno d’uscita del triplo CD di Scenes from New York. Sapete benissimo cosa successe quel giorno e la sera in Stamperia

l’aria che tirava non era delle migliori. Al centro della fanzine prepariamo un piccolo ricordo delle due torri accompagnato da tutti i nomi degli iscritti al Fan Club fino ad allora. Metropolzine 12 La fanza di fine anno è completamente dedicata a Six Degrees… (nulla a che vedere però con quello che concepirà Petrus nell’estate seguente). A pagina intera fa capolino, per la prima volta in assoluto il “Siamese Monster” di Mike. La foto ci fu inviata direttamente da Josè Barraquio, il suo roadie, che se la fece scattare all’interno della fabbrica Tama, mentre assemblava, per la prima volta, la batteria a tre casse di Mike. Per noi fu un onore immenso. La fanza viene

accompagnata dall’Annual CD “Four Degrees of Radio Edit”, quattro brani in preascolto del nuovo album in uscita da li a breve, e scusate se è poco. Lo speciale sulla batteria di Mike è arrivato alla sua quarta puntata concentrandosi sul kit di SFAM. Gli articoli sono sempre stati scritti da Viviano Crimella, una delle prime persone che diede una mano a Matteo nella nascita del Fan Club. Da un paio di numeri, Viviano è affiancato da Alan “Eagle Eye” Muirden, un ragazzo inglese che ha fatto dello studio della batteria di Mike quasi un’ossessione. Non avendo un diagramma


del kit di SFAM, Alan ce lo produce disegnandolo interamente a mano, devo aggiungere altro? Lo stesso Mike Portnoy vuole ringraziare Alan per questa sua costante applicazione e lo fa a modo suo. Alan è stato il roadie di Mike durante il tour europeo del Transatlantic. A Milano lo abbiamo finalmente incontrato di persona e gli abbiamo offerto una cassa di birra. Metropolzine 13 La prima fanzine del 2002 vede la fine della collaborazione con King Danii che non ringrazieremo mai abbastanza per quello che ha fatto per noi. Ora l’impianto grafico grava completamente sulle mie spalle, ho sei numeri dietro di me da cui ho solamente imparato, vediamo d’ora in poi come ce la caveremo. Proseguono le copertine dedica-

te. Metropolzine 13 si occuperà di far conoscere meglio il personaggio più oscuro di tutti: John Myung. Oltre a questo vi raccontiamo l’estenuante viaggio dell’Ytsecamper all’inseguimento dei DT in giro per l’Italia con i clinic di Petrucci fissati alle 13 del giorno del concerto stesso sia a Roma che a Bologna, puro delirio. Nelle ultime pagine diamo inizio ad una nuova pagina per il Fan Club, la proclamazione della prima Tribute Band riconosciuta direttamente dai Dream Theater. Il progetto nasce circa due anni prima ed il concorso viene lanciato nel 2001. D’ora in poi il Fan Club ha un nuovo modo per far conoscere se stesso ed i DT al resto del mondo. Nota di colore nonchè di estremo gossip: Alla fine delle riprese del film di Andrew Blake La Villa, Kyla Cole ci invitò per

una serata in discoteca a Roma. Con molto dispiacere declinammo la proposta. Il presidente si rifece con gli interessi durante il 2003. Metropolzine 14 L’idea di un approfondimento completo sui temi toccati da Six Degrees… credo fosse nella mente di Marco sin dai primi giorni di ascolto. Una volta digeriti i testi, ha passato notti intere su internet per studiare tutte le tematiche toccate. Formulammo quasi immediatamente la proposta per stampare una Metropolzine maggiorata a Stefanino che ci aggiornò di li a breve su tutte le variabili di costo, di numero di pagine per l’impianto e per la confezione, che non sarebbe stata quella tradizionale con il punto metallico. Dal punto di vista grafico le immagini prodotte sul booklet dell’album si prestavano bene alla concezione di “sfondo” che avevo in mente. Questo fu anche il primo album di cui Mike ci inviò i files originali e le fotografie ufficiali e promozionali da usare liberamente. Un passo in avanti perché alla fine si nota sempre quando una foto o un booklet sono scansionati. Il mio computer al tempo era un Pentium II 350 con 320Gb di Ram, se penso ai tempi di swap che aveva su disco per creare Metropolzine 14 mi viene quasi da ridere. Non tanto per la pesantezza delle immagini, quanto per il numero di esse con i vari filtri usati per creare gli sfondi. La fanza fu creata mano a mano che si aggiungevano i testi, tutto il processo si generava in Stamperia così Stefanino sapeva esattamente dove posizionare una foto nel corrispettivo punto citato dal testo. Sinceramente mi sono dimenticato di quante volte ci siamo incontrati per giungere alla conclusione. Il tocco di


classe finale è costituito dalla copertina che è venuta in mente al sottoscritto sostanzialmente per un errore nella costruzione della “vera” copertina (quella sottostante). Una sera movimentando i vari livelli cercavo un allineamento orizzontale ed inavvertitamente ho cancellato tutte le immagini di sottofondo, lasciando solo lo sfondo bianco ed i testi. Sottoposi l’idea a Stefanino che si mostrò dubbioso sul fatto che le parole avrebbero esatta-

mente combaciato in trasparenza con la copertina sottostante. Il risultato, durante le prove sul suo Mac, gli piacque così tanto che si recò di persona a controllare che l’incollaggio della copertina trasparente venisse fatto come da nostre precise istruzioni. L’intera Metropolzine 14 fù al di sopra delle nostre aspettative. In anteprima la fanzine venne presentata ai DT durante una cena a Brescia, il 9 luglio 2002. Petrus, vestito come un cameriere, porse Metropolzine 14 su un piatto d’argento a Mike, John, James e Jordan. Una scena memorabile. Metropolzine 15 Il 2002 è stato un anno molto impegnativo per il Fan Club, nonostante tutto non volevamo far mancare nulla ai nostri soci che avevamo incontrato durante i sei concerti tra febbraio e luglio. Tutti si dimostravano entusiasti per le attività da noi svolte e questo ci spingeva esclusivamente a fare meglio. Appena inviata la fanza speciale su Six Degrees… Mike contattò tutti i Fan Club per uno speciale anniversario: il decimo anno dall’uscita di Images and Words. Quello che tirò fuori dai suoi archivi si chiama The ATCO Demos, la fanzine con cui decidemmo di accompagnare il tutto era Metropolzine 15. Sostanzialmente un altro numero speciale, que-

sta volta sull’album più storico per la band. In 16 pagine riuscimmo a far combaciare storia, commenti, racconti dei primi 2 concerti e discografia Bootleg correlata. Per noi e per voi è stata anche la prima volta nel vedere pubblicate foto esclusive tratte dalla sessione di registrazione ai Beartrack Studios di Suffern, New York. Metropolzine 16 Personalmente ritengo Metropolzine 16 una delle meglio riuscite di sempre. Il 2002 sarà l’unico anno in cui abbiamo pubblicato 4 fanzine. Gli argomenti da trattare dopo il tour estivo di Six Degrees… erano tanti, e tante erano anche le persone che avevamo messo in moto per potervi proporre ogni particolare del tour ap-

pena passato. Partendo dal fondo della fanza, Stefano Tappari ci introduce alla prima parte della produzione “live” dei DT vista dal punto di vista tecnico. Cioè quali “macchine, congegni e marchingegni” sono usati per far si che alle 21.00 in punto le luci si accendano e cominci


un nuovo show. La fanzine è dedicata a James LaBrie con un’intervista fatta da Petrus all’interno dei “prefabbricati” fungenti da camerini dietro il palco di Conegliano Veneto. C’e’ il racconto dei concerti estivi e della nostra fuga a Londra per assistere alla doppia serata culminata con l’esecuzione di The Number of the Beast. Chicche da segnalare. La pagina centrale è un collage di foto del tour

estivo scattate da Bert Baldwin, il tecnico personale di Jordan. Ce le invio in uno zip da 7Mb che naturalmente tenemmo stretto stretto per potervi dare le immagini in esclusiva. Memorabile quella di Mike piangente e Petrucci con il dito medio, fermi alla dogana rumena in attesa dei visti. Nella quarta facciata in alto a sinistra compare il programma che normalmente il tour manager appende nei camerini per informare la band degli “orari” della giornata in corso. Per lui la città odierna è ToscolERNO Maderno. Metropolzine 1+7 Abbiamo scelto l”1+7”, il diciassette in Romagna ha influenze negative. Il 2003 sarà un anno senza concerti ne apparizioni dei Dream Theater. Da un lato potrebbe essere una cosa negativa, per noi invece vuol dire “re-

spirare” e portarci in pari con tutto quello che avevamo tralasciato in passato. Per placare la sete di musica viaggiamo in lungo ed in largo per lo stivale insieme agli Astra per proporvi le “Official Tribute Night” ma, soprattutto, il 2003 è il nostro decennale che suggelleremo con una festa memorabile a San Marino. Metropolzine 1+7 è un concentrato su John Petrucci. Interviste, vita privata, chitarre ed impianti usati occupano i ¾ di una fanza molto “tecnica” che comprende anche la seconda parte della strumentazione “live” dei DT. Siamo molto orgogliosi per l’intervista pubblicata fatta a Rena Petrucci. L’articolo compariva sulle pagine della fanzine del Fan Club Internazionale con sede in Olanda che ci ha dato la possibilità di poterla rendere accessibile anche per voi. Le due foto che accompagnano l’articolo sono molto personali per John e molto belle, soprattutto quella in cui guarda il figlio pescare sulla riva di un lago. Metropolzine 18 Una volta annunciata la festa, passiamo l’intera estate del 2003 a prepararla,


mero delle pagine a 48. Appena dopo la festa, tramite il sito, abbiamo invitato i nostri soci ad inviarci le loro foto più belle fatte con i Dream Theater. Ben dieci pagine della fanza sono dedicate alle vostre faccie insieme a loro, alcune espressioni la dicono lunga su quei momenti magici. In copertina la torta spartita con Jordan, apparsa sul tavolo a bordo piscina alla fine della festa di San Marino. Auguri Italian Dreamers!!!.

con tutte le varie peripezie e problemi di un evento autoprodotto, che abbia il risultato che vogliamo noi e soprattutto che vedrà come ospite Jordan Rudess. Metropolzine 18 vi racconterà tutto questo e, sempre dalla penna di Marco decidiamo anche che sarà presentata la storia del Fan Club fino ad allora con tutti, ma proprio tutti i protagonisti dei nostri primi 10 anni di vita. Per la parte dedicata a questo racconto, abbandoniamo il formato a tre colonne e, dietro il consiglio di Stefanino, usiamo un due colonne ibrido che ci da, però, la possibilità di mostrarvi foto più grandi. Il mio lavoro principale è proprio quello di scandagliare ogni file dell’archivio alla ricerca delle foto più significative da agganciare ai racconti di Marco. L’impaginazione si svolge nella identica maniera dello speciale su Six Degrees..., con Stefanino e noi due che tiriamo orari assurdi in Stamperia per posizionare le foto nel punto appropriato del testo. Non volevamo tralasciare nessun particolare, questo aumenta il nu-

Metropolzine 19 A novembre 2003 esce Train of Thought, impieghiamo circa tre mesi per digerirlo e decidiamo di pubblicare Metropolzine 19 appena prima dei concerti del febbraio 2004. La lavorazione della precedente fanzine ci aveva preso parecchie energie e non volevamo affrettare le considerazioni su un album di svolta per i DT. La nuova board è stata

aperta ed alcuni dei vostri commenti sono finiti dritti sulle nostre pagine. Anche in questo caso Mike ci fa avere la grafica ufficiale dell’album in formato originale ed in alta risoluzione. Sebbene in bianco e nero, le immagini di Uelsmann sono fantastiche per comporre la parte della fanzine dedicata al nuovo lavoro. Come da tradizione, anche la tessera del nuovo anno si baserà sulla grafica dell’album, il risultato sarà ottimo. Il nostro collaboratore e specializzato in recensioni “Pode” decide di farsi da parte, è subito rimpiazzato da un altro valido amico del Fan Club facente parte della famosa “mezza dozzina” di Pesaro: Lorenzo “Lucco” Lucchini. Metropolzine 19 è accompagnata dall’Annual CD Graspop Festival 2002. Si chiamerà “Annual CD” come vuole Mike, ma, guarda caso esce sempre intorno a Natale, mah. Metropolzine 20 Il 2004 segna, per il sottoscritto, il passaggio dall’era della pellicola a quella delle macchine digitali. Mi ritrovo sotto il palco dei tre concerti di febbraio con la mia nuova, fiammante Olympus 720UZ dove “UZ” sta per Ultra Zoom. Non sarà una costosissima (per allora) reflex, ma il suo dovere lo fa egregiamente, e lo zoom ottico 10x mi permette di arrivare agli occhi di Mike seduto dietro la sua batteria. Al diavolo i vecchi rullini. Il risultato è una montagna di foto da catalogare e da scegliere per la nuova fanza. Metropolzine 20 racconta per filo e per segno il tour di febbraio, uno dei migliori di sem-


pre, ed approfondisce Train of Thought con le interviste a Mike, James e Petrucci. Abbiamo appositamente accellerato i lavori per far uscire questo numero prima dell’estate perché a sorpresa, a luglio, i DT torneranno per altre tre date solamente in Italia. In copertina un collage di foto live con, al centro, la grafica originale del disegno che poi compare sulle pelli delle casse di Mike. L’unica differenza è che invece di “2004” comparirà la scritta “Tama”. L’opera proviene dagli USA a cura di Dave Hatlee. La scritta “Metropolzine” viene aggiornata con la versione che vi accompagna fino ai giorni nostri. Metropolzine 21 La calata dei Dream Theater per tre concerti SOLO in Italia ci ha sorpreso. Naturalmente Metropolzine 21 è completamente dedicata all’evento. Per quanto riguarda il sottoscritto, da un

anno a questa parte ho un attività estiva a Riccione e dunque i concerti in estate sono quasi peggio di un bel calcio fra i maroni. Facendo i salti mortali riesco ad essere presente solo all’incontro ed alla cena con la band a Firenze, il giorno prima del concerto in Piazzale Michelangelo. C’è un altro motivo per esserci quel giorno. Memore del viaggio per la luna di miele della sorella nel 2000, Mike mi affida il compito di organizzare una sorpresa per la moglie (la Marlenona) per il loro decimo anniversario di matrimonio. A Firenze gli consegno i biglietti ed i voucher per il loro “nido d’amore” che gli avevamo preparato a Venezia. Come Woody Allen, un motoscafo li stava pure aspettando all’uscita della stazione di S. Lucia (che carini). Per le

foto live che compaiono sulla fanza ho dovuto delegare, vista la mia assenza. Petrus a Roma, Patrizia a Firenze ed il prode Iapo a Bergamo. Questo uomo e la fotografia sono su due pianeti distantissimi, sebbene l’autofocus sia attivo, gli viene nitida una foto su trenta, ma quella foto diventa famosa. La coppia Petrucci-Myung in copertina è merito suo ed in futuro, un suo scatto al concerto di Villa Pisani a Stra per il tour di Octavarium, sarà passata da Mike alla Sabian per il catalogo ufficiale. La fortuna del principiante. Metropolzine 22 Il Dicembre 2004 ci lascia sul groppone due avvenimenti tragici, la scomparsa di “Dimebag” Darrell e lo tsunami nel sud est asiatico. Rientrai dal mio “buen ritiro” di Kata Beach il 24 dicembre a mezzanotte, due giorni dopo ero attaccato al telefono ed a internet per sapere se tutti gli amici lasciati là, stavano bene, fortunatamente si. La fine dell’anno per i DT culmina con la pubblicazione del (a mio avviso) miglior DVD Live di sempre: Live at Budokan. Suggelliamo l’evento dedicandogli la copertina di Metropolzine 22, una fanza bella pregna di notizie. Mettiamo in moto Francesco “Carambola” Ferrari che si prodiga nelle sue conoscenze di maestro d’ascia per donarci la prima parte


dello speciale sulle chitarre di John Petrucci. A ottobre abbiamo seguito il tour dei Planet X, riportiamo ogni particolare raccontato da Petrus terminando con una bella intervista a Derek da parte di Igor Italiani. E’ iniziata l’era degli Official Bootlegs a cui diamo seguito su cosa siano e dove nascano, veramente, i bootleg, una novella raccontata dal nostro specialista Millo. Per chiudere in bellezza, la fanza è accompagnata dal solito regalino di natale: l’Annual CD A Sort of Homecoming. La legge di Murphy si materializza all’improvviso. Alcune parti della fanza, per un errore di stampa, non sono alla risoluzione massima, copertina compresa. Il buon Stefanino offre birre in quantità industriale e chiede scusa a tutti voi. La fanza con la giusta risoluzione si puo’ scaricare direttamente in formato pdf dal nostro sito. Metropolzine 23 Supercazzola delle supercazzole, mi ritrovo, invitato da Mike all’Hit Factory Studio di New York il 16 febbraio

2005, il giorno in cui l’orchestra registrava le proprie parti per il nuovo disco dei DT: Octavarium. Prodigo della mia nuova fiammante Nikon D70 thailandese, spariamo le foto in anteprima mondiale su Metropolzine 23 che esce ad aprile. “Abemus Papa” annunciamo a James LaBrie a Treviso per la prima data del tour di supporto al suo nuovo album solista Elements of Persuasion. La fanza gravita molto su questo nuovo, ottimo, lavoro di James con una bella recensione ed un’ottima intervista curata da Petrus. Carambola termina con onore il suo speciale sulle chitarre di Petrucci mentre proseguiamo la saga degli Official Bootlegs. Nelle ultime pagine pubblichiamo i risultati della prima selezione per il nuovo concorso di Tribute Band. Una mail di

Mike farà scontrare a distanza YtseJamKr e Progeny in due semifinali infuocate. Di li a poco però tutto cambierà. Dopo le birre offerte da Stefanino per Metropolzine 22, decidiamo di intraprendere la via dell’autoproduzione totale. Questo vuol dire che impagineremo le foto ed i testi per nostro conto. Avvio lo studio su Adobe InDesign CS2 e grazie a qualche utile consiglio del meno assonnato Stefanino riesco a terminare il lavoro in tempi relativamente brevi. Metropolzine 24 Esce Octavarium seguito da tre concerti in suolo italico nel mese di giugno. La nostra estate passa sostanzialmente nel raccogliere materiale, foto e testimonianze del nuovo corso dei DT. Il 2005 è anche il ventesimo anno di carriera della band e vogliamo festeggiarlo alla nostra maniera. Tramite internet abbiamo lanciato un concorso ai soci per poter disegnare la nuova T shirt del Fan Club che, appunto, ricordasse questo evento. Spulciando una trentina di proposte abbiamo scelto il layout di Francesco Zacchino da Lecce, un ragazzo disponibilissimo a cui faremo disegnare anche le pagine del tour


estivo per la fanza e gli sfondi degli Ytsemagazine 2, 3 e 4 che trovate in download sul sito. L’umiltà e la bravura di Francesco furono premiate a Bologna, per il tour autunnale, quando riuscimmo ad infilarlo nell’after show con i DT. Come collaboratore del Fan Club fa la sua prima comparsa sulla fanza Alessandro “Liso” Tramonti che curerà tutti gli aspetti riguardanti il web. Come per i precedenti due album, dopo l’uscita di Octavarium ci viene inviato l’artwork completo ed i font per poter dare ai nostri soci la miglior qualità possibile. Sinceramente, credo che la collaborazione fra la band, il loro management ed i Fan Club europei, abbia toccato dal 2004 livelli altissimi, a giovarne sono state entrambe le parti. Il risultato più evidente sarà la sorpresa di fine 2005. Metropolzine 25 Sorpresa che si materializza nelle vostre

mani sottoforma di DVD. Un passo importante nella storia dei Fan Club. Una collaborazione mostruosa per tempi tecnici, sincronismi e montaggi audio/video che ha donato a tutti voi una visione molto particolare dell’Octavarium World Tour 2005/2006. Noi per non farci mancare nulla siamo volati anche ad Amsterdam per la notte di Dark Side of the Moon. Tutto riportato per filo e per segno su Metropolzine 25 che cerca anche di svelare i segreti del “Codice Octavarium” con uno dei più incredibili articoli mai usciti. E’ una raccolta dei pareri più attendibili e delle idee più strane sulla genesi ed il significato del titolo dell’album dei DT. Uno studio della simbologia presente nella grafica del booklet. La ricerca della relazione fra il titolo e la storia dei DT e, per finire, curiosità

e significato del testo della lunga suite finale. Anche per questo numero, alcune pagine sono disegnate da Francesco. Non ho più paura di InDesign CS2 che, al momento è la suite più recente di Adobe per l’impaginazione. Per quello che riguarda la composizione degli sfondi invece, sono fedele, incredibile ma vero, al mio vecchio Photoshop 5.5, con qualche escursione in Photoshop 7.0. Lo so, i puristi del software storceranno il naso, ma PSCS ed il successivo CS2 sono due mattoni poco digeribili dal mio Pentium IV a 2Ghz e soprattutto, non mi hanno mai convinto in velocità di esecuzione. La foto più bella della fanza è quella che ritrae Jordan con Franco Mussida e Roberto Gualdi all’interno del CPM di Milano, mentre ascoltavano un’anteprima di “Dracula”. Metropolzine 26 La data del 1° aprile 2006 l’avevamo puntata già dal natale precedente, quando, tramite internet, comprammo i nostri bei tre biglietti. Le funamboliche peripezie di Iapo fecero si che a New York ci andammo solo io e Petrus e che il sottoscritto, sotto mentite spoglie, ha dovuto pure fare il bagarino fuori dal Radio City Music Hall per rivendere il famoso terzo biglietto che Iapo, ancora, vede in sogno. Metropolzine 26 esce


Mike. La foto del redazionale è la chicca della fanza: John Myung abbracciato a Topolino.

a giugno, dopo un meritato periodo di riposo dato dal fatto, anche, che la band è in vacanza per tutta l’estate. Pubblichiamo naturalmente il racconto del nostro viaggio ed anche un’interessante retrospettiva della vita “on tour” della band, vista però da una persona molto particolare: il Tour Manager. Apprezziamo moltissimo tutt’ora questa figura, semplicemente per il culo mostruoso che si fa e le responsabilità che gravano sulle sue spalle. Nel nostro peregrinare con i DT ne vogliamo citare due: Bill Barclay ai tempi di Awake, Falling e Scenes e l’attuale Rikk Feulner, in sella da Six Degrees in poi. Alan Muirden fa l’ennesimo miracolo preparando per noi la scheda tecnica ed il disegno a mano dell’”Albino Monster” di

Metropolzine 27 Campioni del mondo, assolutamente campioni del mondo! Con ancora il ricordo della pazzesca serata di luglio, montiamo, a cuor leggero Metropolzine 27. Abbiamo dei lavori arretrati da pubblicare senza meno, tra questi un’intervista a John Petrucci, il progetto di James con la True Symphonic Rockestra, un’intervista a Derek per Blood of the Snake e la calata in Sardegna di Charlie Dominici per un paio di concerti con i Solid Vision. In copertina troneggia il “negativo” della copertina di Score, il DVD Live dei DT sul concerto a New York. Il ritiro degli Astra a causa della firma del loro primo contratto discografico, fa si che a contendersi il titolo di

Tribute Band siano rimasti i Progeny e gli YtseJamKr. In piena estate, un vacanziero Jordan Rudess ci comunica il “si può fare”. La genesi, la produzione ed il racconto della festa di Rimini del 25 novembre sarà raccontata da Marco con una sezione speciale dedicata, sul nostro sito. Lavorando in apnea, a metà ottobre riusciamo ad avere tutto confermato. Possiamo così pubbblicare su questa fanza tutte le informazioni e la logistica di quello che sarà l’evento più importante per l’Italian Dreamers in 13 anni di storia. Per la pagina finale dei credits abbiamo cercato di creare qualcosa di indelebile in ricordo degli azzurri. Abbiamo trovato il sito e la foto del famoso “… e ora ridateci la Gioconda”, ma l’immagine a noi più cara è l’autobus con la scritta “Magnateve sta pizza”. Metropolzine 28 Dopo la Finale di Rimini siamo fisicamente e mentalmente distrutti, i Dream Theater sono


un Gabry Ravaglia in una “forma” strepitosa. Avendo pochissime news da pubblicare, ci concentrammo su una nostra idea di qualche anno prima, pubblicare una fanza/calendario. Un nuovo adepto, Mario Ingrassia di Rimini coadiuvato da Petrus fece tutto il lavoro grafico. Le foto del calendario sono del teutonico Darko. Se vedete una D80 sotto il palco, ovunque voi andiate nel mondo, probabilmente dietro l’obiettivo c’è lui.

chiusi in studio e quindi decidiamo di staccare un po’ la spina. Nel frattempo, però, c’è chi lavora per voi ugualmente. Il caro vecchio Millo è stato insignito, dall’ordine dei cavalieri dei Fan Club mondiali, del titolo di “montatore dell’anno 2006”. Sua la completa produzione di Romavarium, il primo ed unico DVD Live ufficiale che testimoni di un concerto dei DT in Italia. Lo staff del Fan Club, con l’aiuto di un paio di amici, riprese per intero il concerto di Roma di Helloween 2005. Giro di mail con Mike che accettò la nostra proposta di pubblicazione della seconda parte del concerto della capitale in contrapposizione con l’uscita di Score che vedeva Octavarium coadiuvato dall’orchestra. La sera del concerto Mr. Murphy si fece vedere e sentire con un paio di black out elettrici che mandarono all’aria la registrazione audio. Mike ci fece avere i suoi DAT personali che furono risistemati al Fear Studio di Alfonsine, da

Metropolzine 29 Dal momento in cui decidiamo di incominciare una nuova fanzine, al giorno in cui ci viene fisicamente consegnata dalla tipografia, passano mediamente due mesi e mezzo, a volte anche tre. Tutto parte dalla scaletta, ovvero dalla decisione mia e di Petrus di cosa vogliamo metterci dentro. Lui contatta tutti i collaboratori e gli altri Fan Club per gli articoli e le interviste, mentre io do il mio parere per lo svolgimento grafico. Una volta dato l’ok partono i lavori. Per quanto

mi riguarda, la mia postazione di lavoro è in una piccola mansarda dove abito a Riccione. Mi piace lavorare di notte, notte fonda, come in questo momento visto che l’orologio segna le 3:58. Per me la notte è magia, mi rilassa con la sua tranquillità, anche perché prima di mettere mano a photoshop, cerco di creare immagini e sfondi nella mia testa che deve essere libera da tutto e concentrata sul risultato finale. L’ispirazione arriva da tutto quello che abbiamo vissuto grazie ai Dream Theater, e la pubblicazione di Metropolzine è anche un modo nostro di ringraziarli. Musica in sottofondo sempre e comunque. Non solo DT, ma anche Elio, Queen, Tommy Emmanuel, Loreena McKennitt e Gathering in quantità industriale. Quando arrivano i testi di Petrus il lavoro si sposta a casa sua dove l’impaginazione è preceduta e seguita da cene di pesce memorabili. Il processo sembra semplice ma è estremamente lungo e puntiglioso perché ogni tassello deve andare al proprio posto. Ogni foto deve avere un preciso riferimento testuale ed ogni particolare deve essere curato al massimo. Un mese dopo, una prima bozza viene inviata in giro ad amici e conoscenti per la correzione dei testi e per farci respirare un po’. Stando troppo “sopra” il lavoro rischiamo di venire soffocati e di non avere la visione d’insieme che serve in questi casi. Fatte le dovute correzioni e sistemati bordi e sbordi, la fanza è pronta per essere portata in quadricromia alla tipografia. Tre giorni dopo andiamo a controllare la prova di stampa cianografica, ovvero una stampa su carta normale di quello che sarà l’impianto finale. Serve per controllare se tutto è impaginato nella giusta


maniera e con le giuste proporzioni. Se serve, è l’ultima possibilità di correggere eventuali errori ortografici. Ottenuto il nostro OK, Metropolzine entra in stampa e ci viene consegnata pronta e confezionata tre giorni più tardi. Non rimane altro che chiamare forze fresche ed organizzare la sera per l’imbustamento. Metropolzine 29 esce a fine maggio 2007, in contemporanea con Systematic Chaos. La fanza è dedicata completamente a Mike Porntoy. Nell’articolo dell’intervista a Howard Portnoy c’è una foto rarissima che ritrae un giovane Mike abbracciato al padre nel 1981. Abbiamo dovuto chiedere l’autorizzazione direttamente ad Howard, per

poterla pubblicare. Metropolzine 30 Siamo così arrivati ai giorni nostri. I Dream Theater, per la prima volta terranno cinque concerti di fila in Italia. A giugno hanno dato via al loro tour mondiale da Milano, omaggiando gli umidi presenti suonando per intero Images and Words. Jordan ha dei nuovi giocattoli che vengono analizzati da Gilles Boscolo e Marco Vettorello. C’è la nuova casa discografica da presentare e c’è Petrucci che per i testi di In the Presence… si è ispirato ad un fumetto coreano.

Sempre tenendo presente i tre mesi di lavorazione di cui sopra, nel momento stesso in cui diamo il via ai lavori per Metropolzine 30, Petrus decide di dare una nuova vita al sito internet. In realtà sia Liso che Petrus è da parecchio tempo che ci lavorano su, ma ricordo il periodo post ferragosto con il computer praticamente sempre acceso tra il pho-

tobook nuovo di zecca e le prime bozze della fanza. I Dream Theater stanno arrivando con..., non c’è posto per chi dorme. Riusciamo nell’intento di farvi trovare il nuovo sito on line il 26 di agosto e la fanza pubblicata in tempo per il tour di ottobre. Prima di andare in vacanza prepariamo Ytsemagazine 5, un mostro digitale da ben 150 pagine (!!!) con tutte le foto più belle del tour estivo ed autunnale. Ci auguriamo di avervi dato il massimo anche questa volta. Metropolzine 31 Impossibile, veramente impossibile ringraziarvi tutti per averci offerto questa magnifica possibilità di spartire la nostra passione con voi. Vorrei non essermi dimenticato di nessuno nel menzionare chi ha partecipato attivamente, anche per poco, alla vita dell’Italian Dreamers e della sua fanzine. Marco ci ha lasciato troppo presto e se esistono queste pagine è perché lui le avrebbe volute così. Un Amico a cui noi dedichiamo tutto quello che è passato e tutto quello che verrà. Il Fan Club chiude, ma sappiamo che i suoi occhi ed il suo sorriso saranno sempre con noi, fieri di aver condiviso questa incredibile esperienza con tutti voi. Simone Fabbri



SALITE A BORDO CON NOI: THE ITALIAN DREAMERS STAFF Come ogni buon “equipaggio” che si rispetti, lo Staff dell’Italian Dreamers ha subito vari cambiamenti durante gli anni; a partire dal ruolo del timoniere che è stato di Matteo Santoro per i primi anni di vita del Fan Club per arrivare poi al doppio timone sullo stile “America’s Cup” gestito da Simone Fabbri e Marco Petrini nei fondamentali ruoli di Skipper e Tattico/Navigatore di questa velocissima barca che ha traghettato la passione per i Dream Theater durante gli anni su tutto il territorio italiano. E’ noto però che una buona imbarcazione è vincente solo ed esclusivamente se l’equipaggio è affiatato e collaborativo. E cosi è stato, per l’Italian Dreamers di oggi e di ieri; persone che spesso e volentieri hanno sacrificato tempo rubato alle loro vite private per salire in barca e farla volare sul mare musicale dei Dream Theater a vele spiegate. Passiamo, quindi, alle presentazioni, in modo da far conoscere a tutti voi anche quelli che spesso lavorano alacremente dietro le quinte.

Simone: Il nostro statuto impone un Presidente, una persona che ha la piena responsabilità della barca. Simone, riccionese di nascita, è il capitano del nostro vascello; colui che sale per primo e scende per ultimo. La gestione amministrativa del Fan Club è affidata a lui, cosi come buona parte dei

contatti “esterni”. Addetto alle prevendite dei biglietti (quando c’erano), nel tempo si è inventato fotografo, grafico ed impaginatore della nostra fanzine. Famosa la sua sterminata collezione fotografica grazie alla quale ha partecipato ai Tourbook ed alla biografia ufficiale della band. Oltre a questo è colui che pianifica gli spostamenti dello Staff durante ogni tour.

Marco: Ogni buon capitano deve avere al suo fianco un consulente stretto, un personaggio di reale fiducia come può essere un navigatore o un tattico. E’ la mente di Marco (Petrus per la stragrande maggioranza di voi) ad essere sempre in “costant motion”, a trovare le idee per le fanzine, per il sito internet, le feste e tutto


struttura creata anni prima da Francesco, personalizzata e completamente stravolta e migliorata per quanto riguarda l’aspetto grafico e gestionale.

il resto in comune accordo con Simone. Marco è un pò la persona di “contatto” del Fan Club essendo schierato spesso in prima linea su forum, board, mailing list a spargere la passione per l’Italian Dreamers. Ivan: Spesso al fianco dello skipper e del tattico/navigatore si pone una persona dal ruolo abbastanza oscuro ma a volte fondamentale: il

meteorologo. Ivan è il nostro Torben Grael, con la sola differenza che quando dice una cosa noi facciamo il contrario. Dalla Malpensa il nostro Iapo (voi lo conoscete così) dà pieno supporto al Fan Club per quanto riguarda gli spostamenti per i concerti, la gestione delle tribune riservate, gli ingressi anticipati e gli aftershow. Ivan è anche il fratello “italiano” di Jordan Rudess assomigliando in maniera impressionante al fratello vero del tastierista americano.

Matteo: Matteo è stata la prima persona in Italia ad entrare in contatto con i Dream Theater e a dare il via a questo sogno, divenuto realtà, che tutti voi avete vissuto. Per impegni familiari ha lasciato il testimone nel tardo duemila. Lo menzioniamo su questa nostra imbarcazione come diciottesimo uomo, ovvero colui che guarda la regata come ospite a poppa senza interferire con l’equipaggio. Questo perché Matteo ci ha sempre “guardato” nel nostro cammino di questi ultimi anni senza mai interferire nelle nostre svariate attività; complimentandosi con noi ogni qual volta l’equipaggio portava la barca da lui creata a vincere una nuova regata. Alessandro: detto anche, e soprattutto, Liso! Lo spinnaker è una vela fondamentale e viene manovrata dal prodiere, colui che si fa carico di mansioni che spesso vengono svolte sottocoperta, come la piega delle vele. Il lavoro sottocoperta di Liso non si vede ma, quello svolto sopracoperta è noto a tutti: Italiandreamers.net e YtseItalia.net sono sue creature, sviluppate su una

Emiliano: detto Millo, il membro romano del nostro staff. In ogni equipaggio serio c’è un uomo che sembra non serva a nulla ma, quando fa il suo lavoro lo notano tutti: l’uomo d’albero! Millo lavora nel suo studio multimediale segreto di Roma ricoperto da miriadi di DVD con bootlegs dei Dream Theater e Manga Giapponesi. Sta

studiando per diventare operatore professionista di Steady Cam. Si narrava che i software per il montaggio video dovessero avere il suo ok prima di essere mandati in commercio. Quando deve produrre qualcosa sparisce dalla circolazione per periodi “sabbatici”. Romavarium è un’opera completamente sua e rende grazie all’immensa dedizione per la band americana da parte di tutto il Fan Club. Condivide con il presidente l’amore per i Queen. Sul raccordo sfreccia agli 80 con la sua vecchia 500. Andrea: detto anche Baio. Il suo ruolo è fondamentale in


quanto è uomo di contatto, di coesione, infatti nel nostro equipaggio è il “pitman”, l’uomo del pozzetto! Il Baio è grande intenditore musicale, nonchè colui che tiene sotto costante supervisione il sito internet. Se non ci fosse Andrea bisognerebbe inventarlo!!! In Juve-Real del 2005, dopo il gol di Zalayeta, in curva non riuscivamo più a trovarlo. Uno dei maggiori sostenitori del Made in Italy, gira in Vespa e con la nuova 500.

Dalila: detta Daly. Dal 2004, prima e unica donna, in quindici anni di Italian Dreamers, ad entrare nel “pozzetto” della nostra barca. L’uomo di tramite denominato oggi anche stratega è colui (in questo caso colei) che tiene il continuo contatto tra gli uomini di poppa ed i grinder. Nelle decisioni importanti che lo skipper ed il navigatore/ tattico devono prendere c’è sempre una sua parola, un consiglio o una critica. I GRINDER: Solitamente in un team vincente i grinder sono fondamentali, uomini di fatica instancabili. Nel nostro “equipaggio” i Grinder sono prima di tutto persone di grande fiducia a cui siamo legati da stretta amicizia. Eccovi la presentazione del nostro gruppo in rigoroso ordine alfabetico:

Francesco: detto Devu. Colui che ha creato le solide basi per il primo sito ItalianDreamers.net, ora passato ad un ruolo di fotografo semiprofessionista. Molti dei nostri migliori scatti di recenti concerti sono i suoi, con i quali ha contribuito anche al TourBook dell’ultimo tour. Ivan: a volte imbustatore, a volte fotografo, altre volte cameraman; fa parte del gruppo “romagnolo” dei nostri Grinder. Famoso per i suoi arrosticini che importa direttamente dall’Abruzzo per organizzare storiche cene di staff nella sua casa di Forli. Possiede il potentissimo impianto audio/ video con proiettore HD e sistema 5.1 su cui è stata testata ogni nuova uscita dei DT.

Mariagrazia: la “cuoca” di bordo. Ci ha deliziato con ottime ricette tra cui del gran buon pane fatto in casa. Si è recentemente trasferita in Abruzzo. La sua collaborazione durante il 2004 ed il 2005 è stata utilissima, è stata l’addetta alla compilazione e plastificazione delle tessere.

Martina: Occhio critico per l’abbigliamento dei DT durante i concerti. E’ nostra aiutante durante ogni imbustamento così come è presente, dando il suo pieno supporto, nelle tribune riservate di Fan Club ed alle nostre feste.

Stefano Tappari detto Tapparella. Chitarrista professionista e tecnico del suono. Dal suo studio di registrazione in Piemonte è colui che ci ha dato per anni consulenze sulla strumentazione e l’impiantistica usata dai Dream Theater nei vari tour. Purtroppo la distanza e gli impegni lavorativi e familiari non permettono un’assidua frequentazione ma anche Stefano è una di quelle persone che c’è al momento giusto, come alla Finale di Rimini del 25 novembre 2006 dove il suo aiuto è stato fondamentale per Jordan.


YTSEITALIA: Prima di tutto un po’ di storia sulla nostra creatura: YtseItalia è il nome dato alla “prima” comunità dedicata ai Dream Theater già dal lontano 1996 quando per molti Internet era ancora una chimera. Un gruppo di amici (ora tutti over 30 e con famiglie al seguito) si incontrava per caso ai concerti e poi si scambiava commenti e consigli tramite email grazie ad una mailing list che al tempo era già qualcosa di ultra tecnologico. YtseItalia fu un nome di fantasia dato da uno dei partecipanti alla mailing list per affiancare questa comunità di amici ad un Fan Club, l’Italian Dreamers che stentava a decollare. Nell’aprile 1997 arrivò, tramite Petrus, alla YtseItalia la prima email da Mike Portnoy che iniziò a raccontare agli amici italiani tutti i particolari sulle registrazioni di Falling into Infinity. Proprio in quell’occasione la Ytseitalia e la prima bozza di un sito tutto italiano dedicato ai Dream Theater furono visitati e ufficializzati dalla band. Il resto è storia, il sito di riferimento per i fan italiani dei Dream Theater è diventato ItalianDreamers.net e la comunità che per alcuni anni sparisce per poi tornare sulla cresta dell’onda trasformandosi da mailing list a internet forum. Di questo grande

passo dobbiamo dare merito al disperso Leo (detto Helix) che mise la sua passione per internet e per i Dream Theater a disposizione di tutti i naviganti del tempo per riunirli dentro una board che presto venne inglobata nell’organizzazione Italian Dreamers. In poco tempo la board migliorò, passò su di un server migliore e anche lo staff cambiò per dare un servizio sempre più professionale. Alessandro di Recco e i ragazzi del suo nuovo staff prendono le redini della comunità e la portano ad un livello superiore. Con il tempo sentiamo ancora l’esigenza di un rinnovamento e con l’aiuto di Liso e Danilo (detto Fylgiar) la nostra comunità viene rilanciata con una nuova grafica ed una nuova organizzazione interna. Ad aiutare i due nuovi “capitani” arrivano: Maria Teresa, Luciano, Gennaro e Osvaldo che colgo l’occasione di ringraziare. Ora abbiamo lasciato ad altri il compito di provare a riunire tutti i fans italiani dei Dream Theater sparsi per la rete. La YtseItalia non è chiusa e non chiuderà mai ma, è tornata a riunire un gruppo di amici intimi che ora non sono più ragazzini: “La storia finisce da dove era iniziata!”.

FANS & FRIENDS: La storia dell’Italian Dreamers si snocciola dal 1993 al 2007. Tanti anni di incontri, collaborazioni e amicizie con persone splendide che ci hanno in qualche modo aiutato, incoraggiato o semplicemente motivato; eccoli (sempre in assoluto ordine alfabetico): Alberto (detto Lupo) da Crema; Alessandra (detta Glassprison) se abbiamo un MySpace è solo merito suo; Andrea (detto il Salve) da Bergamo, colui che ha dato il nome alla prima Ytseitalia; Andrea (detto Ben) da Ravenna colui che ha prestato il suo server al servizio del primissimo sito ItalianDreamers. net; Andrea da Este sempre in prima linea nella nostre collaborazioni con Jordan; Antonio da Lamezia Terme per le recensioni di tutti gli Official Bootlegs; Daniele (detto King Danii) da Cagliari, ovvero colui che ci ha aiutato con la grafica fino a Metropolzine 11; Elena da Reggio Emilia per le traduzioni dei testi dei Dream Theater; Filippo (detto Ber-

lo) da Pesaro, ovvero il nostro attaccatore di francobolli “ufficiale” e la sua morosa Anna; Flavio da Milano, presente già dalla prima YtseItalia; Francesco (detto Carambola) per l’interessante articolo sulle chitarre di John Petrucci, condivide con il presidente la passione per i generi “Creampies” e “Squirt”; Francesco da Lecce per aver creato la grafica delle magliette ed aver collaborato per qualche fanza; Giacomo (detto Giachi) da Urbino semplicemente per


averci cambiato la vita dal punto di vista culinario; Gilles che è stato il responsabile di tutti gli articoli tecnici riguardanti la strumentazione di Jordan Rudess passata e presente; Ignazio (detto Igno) fornitore di ottimo olio pugliese, Parmiggiano Reggiano e Prosciutto di Parma; Igor (detto Italiani do it better) le sue recensioni hanno punzecchiato più di una volta i vostri istinti e hanno aperto gli occhi di tanti fans dubbiosi, è il giornalista italiano preferito da Derek Sherinian; Ivan (detto Dreuda) da Santarcangelo di Romagna, ovvero la persona che ha dato l’impulso iniziale alla grafica dell’Italian Dreamers fino a Metropolzine 6; Lorenzo (detto Lucco) da Pesaro per le recensioni su fanzine e sito internet; Luca (detto Addis) da Pesaro; Marco (detto Gonzo) un altro ottimo recensore che più di una volta si è preso la briga di scrivere articoli e recensioni impossibili; Marco da Lecco anche lui presente già dalla prima YtseItalia; Marco (detto il Pelle) da Bergamo il nostro maestro di sostanze psicotrope; Marco (detto

Pode) da Pesaro per tutte le recensioni che si è fatto nelle fanzine; Mario da Rimini, grafico “lampo” per Metropolzine 28; Mauro da Gorla Minore, colui che ha contribuito ad alzare il tasso alcolico dello staff; Roberto da Gallarate uno dei primi collaboratori; Romeo da Milano 3, driver del gruppo in più di una occasione ma anche persona di grande suppor-

to in ogni situazione; Sara (detta SilentGirl) la più giovane collaboratrice di sempre, è stata al fianco di Liso nello sviluppo dell’ultima versione di ItalianDreamers. net; Simone (detto Pivo) da Pesaro anche lui presente con più di una recensione; Stefano (detto Bingo Bongo) da Rimini, esterno allo staff del Fan Club, è colui che ha impaginato pazientemente e minuziosamente buona parte delle nostre fanzine, celebri le sue “scappate” in Argentina dove si richiudeva in qualche pampa a mangiare della gran carnazza; Stefano (detto Byu) da Rimini, ex-gestore del ristorante “Il Canevone dei Veneziani” sede distaccata del Fan Club fino al 2004; Veronica per le traduzioni dei testi dei Dream Theater; Viviano (detto Vivio) ovvero colui che ha dato il primo impulso al Fan Club insieme a Matteo e Iapo, senza di lui il clinic di Mike a Pisa non si sarebbe tenuto. Tutti coloro che hanno dato una mano con il cuore sono stati degnamente ricambiati. Per gli approfittatori, gli scrocconi e i paraculi non rimangono neanche le briciole.

Il vostro futuro … Il nome Italian Dreamers, i fatti e la storia che lo hanno contraddistinto negli ultimi 15 anni rimarranno sempre nostri e vostri, insomma di tutti quelli che ne hanno fatto parte come amici ma anche e sopratutto come soci. Si è scelto di chiudere il Fan Club ma, senza farlo morire. Infatti il sito internet continuerà ad esistere, sarà aggiornato non appena avremo delle novità sulla band. Rimarremo all’interno del “circolo” dei Fan Club Ufficiali e saremo sempre presenti e visibili ai concerti dei Dream Theater

ma, senza le nostre solite attività. Abbiamo provato a cercare qualcuno che ci sostituisse, che potesse continuare la nostra storia ma, purtroppo, come spesso succede, non abbiamo trovato gente motivata dalla stessa passione che ci ha sempre spinto. Anzi, abbiamo ricevuto richieste del passaggio di testimone da persone a volte sconosciute, spinte solo dal fa-


natismo di creare qualcosa per se stessi, magari con l’idea di poter incontrare i propri miti solo grazie al nome “Italian Dreamers”. Non ci è sembrato il caso. Anche i nostri migliori collaboratori non se la sono sentita per cui abbiamo preferito fermarci qui. Tutti i nostri contatti esterni, italiani e non, le case discografiche, i promoter, etc. ci hanno fatto esplicita richiesta di non passare il testimone a gente non “fidata” e, vista la stima che hanno riposto in noi negli anni, abbiamo pensato di contraccambiarli con la medesima. Petrus Una menzione particolare va in ricordo di: Marco, conosciuto come Marco di Ancona. Marco ci ha abbandonato tragicamente il 25 gennaio del 2008 lasciando un marchio indelebile nei nostri cuori. Difficile realizzare la sua mancanza; il suo spirito e la sua immensa umiltà ci ha accompagnato durante gli ultimi 4 anni di vita del Fan Club. Impossibile negare la grande passione per i Dream Theater e la grande stima (assolutamente ricambiata) che Marco poneva nei confronti di tutto lo Staff dell’Italian Dreamers. Marco è arrivato a noi, insieme alla sua ragazza Martina, passando dalla porta di servizio, durante un incontro informale del Fan Club in un pub di Rimini davanti a piada e porchetta e qualche video dei Dream Theater. E’ stata amicizia a prima vista, intesa assoluta e piena collaborazione: sicuramente il nostro migliore “grinder”!!! E’ stato impossibile scrivere questa fanzine degli ultimi anni di Fan Club senza pensare costantemente a lui perché Marco, quando poteva, era ovunque andava lo Staff. Capace di sbattersti chilometri su chilometri per non mancare ad un appuntamento ufficiale o ufficioso, facendo da “autista” per gli altri ragazzi più giovani durante i concerti e gli imbustamenti a volte finendo ad orari veramente impossibili ma, lui VOLEVA esserci. Negli ultimi mesi Marco ha provato in tutti i modi a trovare una soluzione alla chiusura dell’Italian Dreamers ma, proprio durante la notte di capodanno 2008 si era arrivati alla conclusione che la parola “fine” era la scelta più auspicabile e che le feste di chiusura sarebbero dovute essere una chiusura col botto. Il nostro Amico non ci sarà alle feste così come non potrà ascoltare il Xmas CD 2007 che avrebbe sicuramente apprezzato visto che Images and Words è stato il suo primo amore verso i Dream Theater. Le tre feste e “Images and Words 15th Anniversary Performance” allegato a questa fanzine sono dedicati a lui. Con te per sempre, ciao Marco! Petrus


Metropolzine n. 31 Italian Dreamers 1993-2007 Metropolzine è un periodico dell’Associazione Culturale “Italian Dreamers” Casella Postale 161 47838 Riccione Centro RN Tiratura: 1200 copie Italian Dreamers Staff: Simone Fabbri Marco Petrini Collaboratori: Ivan Iapichella Emiliano Maiello Andrea Baietti Dalila Galleni Un ringraziamento va a Samantha Rametta che ha collaborato per questa fanzine con la sua sterminata collezione di vecchi ritagli di giornale riguardante i DT. Web Master: Alessandro Tramonti Internet Home Page: www.italiandreamers.net Stampa: Studiostampa s.a. - RSM

Crediamo di aver salutato tutti quelli che hanno dato una mano VERA al Fan Club in tutti questi anni. Ci prendiamo questo piccolo spazio per ringraziare di cuore chi, per professione, ci ha sopportato in questo lungo cammino: CGD East West Warner Italia nelle persone di Valentina, Gianni ed Elena; Roadrunner Records Italia nelle persone di Barbara ed Elena; Barley Arts nelle persone di Elena, Marzia, Cristina e Aldo; Live in Italy nelle persone di Mariela, Rosario, Andrea ed Elena; Mogar Music nelle persone di Lorenzo, Alberto, Sebo ed Alessandro; Frontiers Records nella persona di Elio Bordi; Inside Out Staff, Audioglobe & Kizmaiaz Staff. Grazie, avete reso possibile tutto questo. Our brothers of DT Fan Clubs around the world through which the spirit still carries on: Seb, Bertrand & Stephane@ Your Majesty Francia. Steffen, Margret, Michael, Dave, Sebastian, Darko & Susanne@The Mirror Germania. Masa@Carpe Diem Giappone, Kim & John@DT Norway. Tom, Kerry & Greg@Voices UK. Ciao also to Roots, Denis, Erik, Iris & John@Theater of Dreams Olanda. A big cheers to Neil Elliot and to the members of Ytseclubs, Ytsecore and DVD Team lists. We’ll see you...around the world! The biggest THANK YOU to: Mike Portnoy, John Petrucci, John Myung, James LaBrie, Jordan Rudess, Charlie Dominici, Kevin Moore, Derek Sherinian and all their lovely families and parents. All the crews and tour managers we stressed through the years. Thank you for beeing important part of our lives! Un ringraziamento particolare a Lara, Enea e Gianluca per aver partecipato alle nostre feste di chiusura. L’Italian Dreamers Staff è contento di sapere che oggi la Toscana non si sta più estinguendo e che, al contrario, è in sovrappiù.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.