Come gli Ordini e le Camere gestiscono la presenza online dott. Valentino Spataro www.IusOnDemand.com www.Civile.it 7.12.2009
Tutti vogliono le conclusioni, e ve le servo subito: troppo dipende da quanto viene lasciato all'intraprendenza dei singoli. La presenza online e' sicuramente divisa in tre tipi: • chi ha incaricato una società per lo sviluppo di un sito apposito, con software e grafica apposita, • chi usa soluzioni online open source (wordpress e forum) su propri domini • chi usa soluzioni basate su servizi esterni (wordpress senza proprio dominio, gruppi di google, twitter e facebook).
Entriamo nel dettaglio INVESTIMENTI IMPORTANTI Da parte degli Ordini, delle Camere e delle associazioni di categorie si registra un curioso effetto. Chi piu' investe in termini di denaro ha siti piu' belli, aggiornati quando serve, ma poca vitalitĂ . Cosa significa vitalitĂ in un sito istituzionale ? Significa ricchezza di proposte, di eventi, di partecipazione alla produzione dei contenuti dei siti. In poche parole, passa solo quello che viene autorizzato, secondo le logiche tradizionali. Sono siti autorevoli, completi di formulari, moduli, eventi ma molto meno di quelli che potrebbero interessare gli iscritti, costretti quindi a cercarsi informazioni altrove. Al posto di avere tutti opportunitĂ di presenza, i canali per essere sul sito passano tradizionalmente dal telefono. Per una rara coincidenza non hanno feed rss. SITI E TECNOLOGIE OPEN Chi vuole investire meno risorse utilizza, su un proprio dominio, tecnologie open source. La prima raccomandazione e' di aggiornare il software gestionale, i bug sono sempre presenti e possono essere sfruttati in modo non piacevole dai furbi della rete. I software piu' usati sono Wordpress, ma alcuni non disdegnano i piu' complicati joomla o drupal, appoggiandosi all'avvocato geek.
Altri preferiscono installare un software per la gestione di forum. Entrambe le soluzioni consentono di risolvere a basso costo mille aspetti tecnici, pensando piu' ai contenuti. Questi siti sono vitali, attivi, ricchi di iniziative, flessibili, non sempre meno curati nel template, ma soprattutto pronti ad ogni nuova iniziativa e segnalazione. In breve dare meno risorse al software consente a questi Ordini e Camere di centrare i contenuti. I software usati consentono una facile e veloce interazione con i curatori. Con i Cms la gestione e' filtrata dal moderatore. I forum, spesso moderati, sono pero' piu' portati a far partecipare chiunque. In breve la cultura di chi usa queste soluzioni mette al centro il contenuto prima che la soluzione tecnica. Con il risultato che ha una soluzione tecnica piu' flessibile, grazie al software open source, e una gestione migliore dei contenuti da piu' fonti. Tutti questi hanno feed rss SOLUZIONI PRESSO TERZI Pensate a chi ancora non vuole un proprio dominio. Sempre piu' organizzazioni usano i forum online, oppure i gruppi di Google il cui accesso e' da web ma anche da email, per gestire i contenuti. Non si cerca nemmeno un dominio, si cerca alla semplicitĂ di comunicazione usando strumenti facili da usare per tutti. Alcuni usano anche twitter, friendfeed. Al momento non so se qualcuno e' su facebook.
Soluzioni simili puntano tutto sulla rapidità di distribuzione dei contenuti e di inserimenti, senza problemi di grafica o di gestione del software. Tutti supportano i feed rss, e la circolazione delle idee e' velocissima. AREE RISERVATE Per mille buone ragioni ci sono aree riservate nei siti degli Ordini o delle Camere. Sembra incomprensibile a volte come aree di interesse pubblico vengano limitate da password, anche se gratuite. Sono organi istituzionali, e i contenuti offerti non sono di rilevanza solo per gli iscritti, ma anche per chi potrebbe essere interessato a parteciparvi. Insomma: nella gestione delle comunità, dei contenuti riservati, della comunicazione online, manca ancora quella professionalità che potrebbe far decollare ogni sito. PROSPETTIVE Tutti costoro potrebbero usare i siti in modo molto piu' ampio, sfruttando la capacità diffusiva del web. Ci sono percorsi che tutti dovrebbero percorrere, altri che potrebbero percorrere, sia pure investendo in consulenti professionali e non cercando di sfruttare le competenze che alcuni avvocati hanno acquisto da soli. Insomma: manca ancora un equilibrio tra investimenti e contenuti da offrire agli associati. O si punta tutto sui soldi, o tutto sui contenuti. E' la tipica situazione di sviluppo di un mercato ancora immaturo delle nuove tecnologie, con risultati di eccellenza per ogni settore ma basato sulla personalità dei singoli, in presenza
piu' di tolleranza da parte di chi decide che per reale convinzione delle potenzialitĂ del mezzo. E come in ogni caso, con le dovute ottime eccezioni. In poche parole: grande imitazione di quello che fanno gli altri colleghi avvocati, senza guardarsi intorno. Non si copiano nemmeno gli ordini dei commercialisti, o simili, molto piu' avanti. E purtroppo molti siti personali di avvocati risentono di simili problemi culturali. Alti investimenti economici e poca attenzione ai contenuti, o viceversa. Con il risultato che i pochi che trovano e seguono il consulente capace, e non il collega da sfruttare gratis, hanno ritorno di contatti e di nuovi incarichi. Alla domanda: perche' dovrei tenere informato il mio cliente anche dopo la chiusura della pratica, la risposta e': "lascia che siano i colleghi a farlo con i tuoi clienti, e la prossima volta andranno da loro". Ma finche' non si pensa di essere in un mercato dove la professionalitĂ si deve comunicare, c'e' poco da fare. Si aspetta che il telefono squilli e si gestiscono le pratiche senza attenzione al cliente, tipicamente perdendo i mesi dietro a problemi proprio e non mettendo al centro il cliente.