lupetto cieco

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IL NUOVO LABORATORIO

IL LUPETTO CIECO Favole scritte da bambini sul tema dell’handicap Collana per l’infanzia “diventare GRANDI”

Edizioni “Il Grappolo”


CopyrightŠ 1999 by Edizioni "Il Grappolo" Parco S.Anna - Tel.089-894457 84080 S.Eustachio di Mercato S.Severino (SA) Internet: www.ilgrappolo.it

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Presentazione L’Associazione “Il Nuovo Laboratorio” composta prevalentemente da genitori di ragazzi disabili, ha bandito un concorso nelle scuole e dopo aver portato la propria testimonianza del vivere quotidianamente con una persona disabile, ha chiesto agli alunni delle elementari del Circolo Didattico di Albino, cittadina nella quale ha sede l’associazione stessa, di riflettere e di inventare delle favole Nasce così questaa gradevole e significativa raccolta. che si riferissero questo importante tema sociale. Il Presidente coadiuvato nelle scelte da tutto il direttivo si chiama Pasquale Ghilardi. Generalmente quando si realizza un libro è d’uso fare una prefazione o una dedica. Noi vogliamo spiegare come siamo arrivati a tutto ciò inventando un mini racconto. C’erano una volta dei genitori di ragazzi disabili che un bel giorno decisero che era ora di smetterla di piangere e autocommiserarsi, finalmente avevano capito che serve a poco ritrovarsi a dirsi “Come sono sfortunato!” “Perché la vita è stata me?” Armati di tanto un cattiva po’ diconcoraggio, decisero di fondare un’associazione di volontariato e di lavorare perché il mondo potesse migliorare. Una volta fatto il primo passo si trattava di preparare un programma d’intervento; presero subito in considerazione il mondo della scuola … e bandirono un concorso e chiesero ai ragazzi delle scuole elementari di inventare una favola che considerasse “Il Pianeta Handicap”.I ragazzi risposero bene ed ecco nascere queste meravigliose favole che proponiamo e consigliamo ai bambini sensibili e per chi crede ancora nei valori della Solidarietà. 3


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IL LUPETTO CIECO

C’era una volta un branco di lupi. In questo branco, un lupo ed una lupa fecero un lupetto di nome Tom. Questo lupetto da piccolo sembrava normale ma diventando grande ci si accorse che era cieco. Tom fu cacciato dal branco per questo motivo, tutti insieme gli dissero che poteva tornare se uccideva Pen, un orso che abitava sulla montagna. Tom andò a cercare Pen, arrivo sulla montagna sentendo gli odori, tese un tranello a Pen e lottò per dieci minuti, la lotta fini e vinse Tom. Il lupetto portò nel branco Pen. Nessuno credeva che Tom tornasse vittorioso ma quando lo videro arrivare tutto contento per aver battuto Pen, lo acclamarono e gli fecero tante feste. Da quel giorno in poi tutti i lupi del branco adorano Tom anche se aveva dei difetti.

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UN CERBIATTO DIVERSO

Una volta, nella foresta, mamma cerbiatta ebbe un piccolo che chiamò TIPPETE, esso ebbe una difficoltà, non riusciva bene a sostenersi sulle zampe, era però molto intelligente ed abile pittore. Passava ore ed ore a guardare i suoi fratelli che felici giocavano nel giardino e si divertivano a saltare un torrente che scorreva davanti a casa loro. Avrebbe voluto tanto saltare con loro. Una notte volle provare … Saltò ma venne trascinato dalla corrente fino a fondo valle dove riuscì ad aggrapparsi ad una roccia e rimase lì tutta la notte. La mattina seguente i suoi cinque fratelli passarono nello stesso posto per andare a scuola, lo videro ma fecero finta di niente, solo uno di loro disse: “Ehi cosa fai lì?” “Forza vai a casa c’è la mamma che ti aspetta”. “Aiutami ! Non ce la faccio da solo”. Disse il cerbiatto in tono disperato ma i suoi fratelli senza guardarlo, proseguirono per il cammino verso la scuola. Passarono di lì, due oche con due buffi cappellini che evidentemente, andavano a farsi una nuotata nel fiume, “Scusate signore, potreste darmi una mano” le due oche non lo degnarono nemmeno di uno sguardo. Poco dopo passò l’ultimo fratellino il più piccolo che stava andando a spasso. “Mi potresti aiutare?” urlò TIPPETE, il fratellino lo aiutò a nuotare fino a riva poi lo accompagnò a casa. Gli altri fratelli quando tornarono, videro TIPPETE e gli domandarono come avesse fatto. Lui disse che lo aveva aiutato Rolly, il più piccolo. 6


Il giorno seguente Amburino, il fratello maggiore scivolò nell’acqua, nel tentativo di salvarlo, tutti caddero nel ruscello, TIPPETE nonostante non camminasse bene, lo aiutò. Gli lanciò una fune che poi tirò con tutte le sue forze. I fratelli si accorsero dello sbaglio fatto e diventarono amici e fecero partecipare TIPPETE a tutti i loro giochi.

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L’USURPATORE SCOMODO

Un giorno, su una panchina, ho sognato … Sognato … Ero una bambina molto coccolata e credevo di essere la più importante per la mia famiglia e per i miei parenti. Ma con l’inverno gelido e freddo che con il suo manto raffreddava tutto quello che toccava; arrivò nella casa di mia zia un bimbo che tutti adoravano. Quando lo guardavano, mormoravano: “Com’è bello, Max è un bel nome!” Passò un mese ed io ero sempre meno coccolata, mentre lui stava con i nonni e continuava a giocare con loro, che sembravano molto felici. Un giorno per me arrivò la bella notizia; mio cugino era un DOWN e tutti dicevano: “Chi se l’aspettava! Era così adorabile!” Da quel giorno, tutti tornarono a guardare solo me, sembravo una principessa servita e riverita. Quando andavo a casa di mia zia e vedevo Max, che sembrava un fiore che la rugiada doveva ancora aprire; mi addolcivo sempre di più … così un giorno d’estate che con il suo calore apre un varco di felicità decisi di fare come il sole e dissi a mia zia: “Scusami, ho trattato male Max! Ma era solo perché ero invidiosa di lui” “Adesso però voglio conoscerlo meglio e voglio portarlo al parco!” Lei mi Fu un giorno per me, insieme!” avevamo giocato sugli rispose: “Sì, mamemorabile certo! vi divertirete scivoli, sulle altalene; lo prendevo in braccio, mi sembrava di essere la sua mamma. Passarono gli anni e piano piano mi sembrava che Max, stesse cominciando a sbocciare e a diventare più 8


consapevole delle cose che succedevano accanto a lui e delle possibilità che aveva. Tutte le estati le trascorrevamo insieme al mare e ci divertivamo a costruire castelli di sabbia, a tuffarci nell’acqua limpida e fresca che rifletteva tutti i nostri pensieri. Avevo cominciato ad imparare ad amare il prossimo e a non essere più cattiva; diventai una rosa profumata e delicata. Arrivò il nono compleanno di Max e ci divertimmo un sacco a giocare ma rimasi poco con lui, perché il giorno dopo dovevo andare al liceo e dovevo studiare. Mi divertivo ad andare a scuola e spesso pensavo a Max e diventavo più sicura. Un giorno, i professori ci avvisarono che dovevamo prepararci per gli esami … Così non trovai più il tempo per Max, lui invece mi cercava sempre, voleva aiutarmi, voleva interrogarmi ma non sapendo leggere mi cantava. “Non ti preoccupare, l’esame supererai! Non ti preoccupare il tuo Max è conparole te!” mi commuovevo, lo abbracciavo e anche A quelle per lui mi impegnai ancora di più a studiare e ad acoltare i professori. Il giorno dell’esame appena sveglia incontrai Max che mi accompagnò e mi disse “Fatti coraggio, pensa a me!” L’esame iniziò, non era tanto difficile ma io ero agitata e non riuscivo bene a concentrarmi anche se ce la mettevo tutta e ripensavo alla canzone che cantava Max. Mi sembrava di vedere due cuori che mi davano tanto amore: Max e la mia mamma; ma proprio in quel momento suonò la campana e dovetti tornare a casa. Dopo una settimana mi consegnarono la prova d’esame, avevo preso dieci. Tornai a casa da Max e gli dissi. “Grazie per avermi cantato quella canzone!” 9


Poi chiesi a sua mamma. “Max, potrebbe andare a scuola?” Lei mi rispose: “No, non si abituerebbe!” Ritornai a casa un po’ delusa ma poi mi venne un’idea, avrei potuto insegnare io a Max. Il giorno seguente chiesi il permesso a mia zia che rispose. “Sì!” Così imparai ad aiutare i Down e tutte le persone che mi stanno accanto e che hanno delle difficoltà. Grazie Max, ora sono una bambina migliore.

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TIMMY, IL LUPETTO CHE NON SAPEVA ANNUSARE

Tanto tempo fa in una cucciolata c’era Timmy, un lupetto che era appena nato. Il giorno dopo la nascita già zampettava con i suoi tre fratellini, Toby, Paco, Chicco. Timmy aveva un musetto simpatico, due occhioni tondi, neri e lucidi, il suo corpo era coperto di pelo che sembrava appena spazzolato, lui scodinzolava contento e la sua coda sembrava un elica in funzione. Dopo una settimana Timmy andò ad acchiappare alcune prede con la mamma e i fratellini, che urlavano: “ che profumo ha questo giglio, come puzzano questi pesci !” Timmy però non sentiva niente e preoccupato ne chiese il motivo alla mamma che rispose di non preoccuparsi perché avrebbe imparato ad annusare più tardi. Passò un mese ma Timmy non riusciva ancora a sentire i profumi e gli odori perciò non cacciava e mentre i suoi fratelli riuscivano a procurarsi il cibo da soli, lui era costretto a farselo prendere dalla madre. I fratelli lo schernivano dicendogli: “Ciao annusatore, buona caccia!” Timmy avvilito quella notte se ne andò. Viaggiò tutta la notte per il bosco, finché all’alba, mentre ancora camminava, si scontrò con una volpe grigia e non argentata come la sua famiglia: era un problema stupido ma Grey lo considerava una catastrofe. Così Timmy e Grey diventarono amici; Grey aiutava Timmy a cercare il cibo e Timmy la rincuorava dicendo: 11


“Vedrai, un giorno sarai anche tu argentata come la tua famiglia.” Un giorno, mentre i due amici andavano in cerca di cibo, sentirono dei guaiti, corsero verso il rumore e meravigliati trovarono un orso che aveva imprigionato la famiglia di Timmy. Grey passò subito all’assalto perché era un tipo coraggioso ma l’orso imprigionò fra le fauci anche lei. Timmy allora lasciò da parte la paura ed andò a salvare i suoi familiari e Grey. Il sole gli abbagliava gli occhi e non vedendoci più era preda molto più facile per l’orso che tentò di azzannarlo ma Timmy era molto attento, sentì il rumore e con uno scatto saltò sull’orso e lo morse. L’orso, preso alla sprovvista, si spaventò e scappò lasciando liberi tutti i suoi prigionieri. La famigli di Timmy capì quanto erano buoni sia Timmy che Grey che aveva rischiato la vita per salvare loro che non conosceva neanche, fu così che chiesero scusa a Timmy per come lo avevano trattato e accolsero in casa i due amici felici di poterli aiutare a loro volta.

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IL MONDO DI ZABAQUI

Il tempo era volato e la terra compiva tremila anni ma niente era cambiato, infatti un giorno un uomo sposò una donna. Passarono mesi e mesi ed alla fine ebbe un bambino che chiamarono Zabaqui. Il bambino aveva qualcosa di diverso, scoprirono poi che aveva una malattia molto strana; non riusciva a crescere ed a correre come gli altri bambini. I suoi genitori erano un po’ dispiaciuti ma gli volevano bene. Gli anni passavano e Zabaqui incominciò ad andare a scuola. Nessuno lo voleva perché i compagni dicevano che non era capace di fare niente, non sapeva leggere, scrivere fare i conti e così fu lasciato sempre da solo in fondo alla classe. Un giorno venne organizzata una gara in bicicletta e Zabaqui si iscrisse e inaspettatamente arrivò prima di tutti. Da quel giorno tutti i suoi compagni volevano Zabaqui, decisero di aiutarlo ad imparare a leggere e a scrivere e lui invece spiegò loro come si poteva diventare campioni in bicicletta.

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UN ANIMALE DIVERSO

Cera una volta in una foresta una volpe di nome Kira. Questa volpe era nata cieca e i suoi genitori l’avevano abbandonata, lei era odiata e presa in giro dai suoi amici. Un giorno la mamma di uno di questi amici capì che era giusto aiutarla e allora la portò a casa sua; la fece curare ma lei rimase cieca, allora decise di tornare in famiglia anche se non era accettata. La mattina dopo si alzò e tocco il calendario per ciechi e capì che era il giorno del suo compleanno, si sentì felice come un gatto quando viene accarezzato e fa le fusa ma questa felicità si spense perché non aveva nessuno che preparava i dolci per lei ed i suoi amici non sarebbero sicuramente venuti Tristissima, decise adifesteggiare. scappare in cerca di fortuna; batteva da tutte le parti ma non si fermò fino a quando sentì che qualcuno piangeva e capì di essere in mezzo al bosco. Seguendo il suono del pianto e annusando il terreno arrivò vicino ad un bimbo che era disperato perché si era perduto. La volpe gli disse di non piangere e che lo avrebbe aiutato lei perché anche se era cieca conosceva benissimo la foresta e poteva portarlo in paese. Quando i genitori videro arrivare il loro bambino sano e salvo, si meravigliarono che una volpe cieca fosse riuscita a trovarlo mentre tante persone non erano riuscite a venirne a capo. Tennero la volpe con loro, la portarono da tutti i più bravi dottori del mondo fino a quando non riuscirono a dargli la vista. 14


La volpe era molto felice di poter vedere il mondo che la circondava ma soprattutto era molto riconoscente ai genitori del bimbo perchĂŠ avevano saputo amarla e valorizzare il gesto che lei aveva compiuto con naturalezza, non pensava proprio di aver fatto qualcosa di straordinario e quindi fu ben contenta di ricevere stima e affetto per la prima volta nella sua vita.

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TOPONIK

Un giorno Topinda partorì Toponik, un topino al quale non sarebbero mai cresciuti i denti. Diventato grande non era in grado di mangiare perciò nessuno lo invitava ai Formaggio Party e per fargli pesare ancora di più quel difetto gli dicevano: “Come è buono questo gorgonzola, ne vuoi un po’?” Lui allora se ne andava offeso. La mamma Topinda gli voleva bene e qualche volta gli frullava un po’ di fontina che prendeva nella dispensa. Topy, un topo del paese, era l’unico suo amico ma dopo un po’ lo abbandonò perché i topini scherzavano anche lui. Toponik, un giorno, mentre tornava a casa, vide un manifesto con raffigurata la principessa che compiva diciotto anni. Sul manifesto c’era anche il suo indirizzo allora Toponik si mise in cammino. Trovò un albergo dove passare la notte ma prima di addormentarsi fece una partita a carte con l’albergatore; vinse lui guadagnando soldi sufficienti per prendere il tram. All’alba prese il tram che in un ora lo portò al castello. Dopo aver bussato, chiese : “Potrei vedere la principessa, Linda Topetti?” Lo fecero entrare e la principessa, che era molto ospitale, lo ospitò nella sua reggia. Un pomeriggio, all’ora del the, Linda dissi a Toponik che era innamorata di lui, anche lui lo era ma non aveva osato dirglielo. Dopo un anno si sposarono e tornarono a vivere a Topolandia dove tutti si scusarono e Topy andandogli 16


incontro disse “Scusami amico se ti ho voltato le spalle, Tu però hai avuto una vita più bella della mia.” Toponik lo scusò e lo nominò suo consigliere, perché gli voleva ancora bene.

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SPIRIBI ED IL SIGNORE RICCO

Un giorno sul pianeta Plutone a due Plutarchiani nacque un bambino che non riusciva a muovere le gambe. Tutti si domandarono perché non le muovesse, il dottore scoprì che aveva una malattia. I cittadini allora decisero di trattarlo meglio dei propri figli; decisero di metterlo sulla sedia a rotelle. Tutti gli volevano bene, tranne un signore molto ricco. I cittadini decisero di mandarlo ad abitare proprio da quel signore, il quale conoscendo molto bene Spiribi si accorse che era una persona normale e diventarono amici, lo aiutò a camminare e dopo venti giorni, il ragazzo riuscì a fare dei piccoli passi ma tutti erano felici lo stesso anche se non camminava bene. L’amicizia tra Spiribi ed il Signore continuò per anni. Passavano insieme le loro giornate inventando giochi sempre nuovi e volendosi molto bene. Il signore molto ricco si rese conto di avere giudicato male Spiribi senza averlo conosciuto e si pentì di quello che aveva fatto.

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LA FUGA DELLA NAVICELLA

Era un’estate calda e in quel giorno si doveva inaugurare una navicella spaziale. Noi bambini di quinta A andammo all’inaugurazione. Incuriositi ci entrammo e d’improvviso la navicella partì con tutti noi a bordo. Dopo un’ora di viaggio tra le galassie ci fu un colpo molto brusco. Eravamo atterrati su un pianeta sconosciuto. Scendemmo dalla navicella: la terra era liscia, non c’erano né sassi né erba. Ci avvicinammo e notammo con grande stupore che nel paese c’era molto movimento. Una cosa strana però era che da nessuna parte c’erano gradini al loro posto, c’erano degli scivoli. Non c’erano nemmeno mezzi a motore ma solo carrozzelle per handicappati. La gente era un po’ strana: era umana ma con dei difetti, alcuni non riuscivano a camminare, altri non riuscivano proprio a muoversi. Noi chiedemmo al primo passante: “Scusi in che pianeta siamo capitati?” “Nel mondo dell’handicap” ci rispose. Per mangiare e per bere dovemmo aiutarli ed anche nei lavori quotidiani. A poco a poco tutti noi cominciammo a capire che era gente come noi, solo avevano qualche difficoltà in più. Furono molto ospitali con noi, erano contenti per la nostra presenza ed instaurammo con loro un ottimo rapporto di amicizia. 19


Imparammo così ad apprezzare alcune qualità che davamo per scontate: l’affetto, l’amicizia, il rapporto con gli altri, il modo di comunicare non solo a parole ma con un linguaggio fatto di sguardi e di gesti. Con il loro aiuto costruimmo un apparecchio che mandò un S.O.S. sulla terra. I soccorsi arrivarono dopo un giorno e quando tornammo a casa portammo con noi tutti i disabili per inserirli nella nostra società. In un primo momento si trovarono un po’ in difficoltà a muoversi con tutte queste barriere architettoniche ma con l’aiuto di tutti, grandi e piccoli riuscimmo ad abbatterle. Pian piano nella società, tutti imparammo che essere disabili vuol dire essere diversi ma tutti siamo esseri umani con dei limiti.

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SIMONE ED IL SUO FRATELLINO

C’era una volta un bambino che si chiamava Claudio e aveva dei problemi fisici: non parlava e non camminava bene. Una volta Claudio andò al parco giochi ed incontrò tre amici: Simone, Mattia, Roberto. Questi bambini giocavano a pallone e Claudio voleva giocare con loro ma questi ragazzi lo prendevano in giro. Claudio se ne andò a casa triste. Dopo un anno Simone, ebbe un fratellino handicappato che si chiamava Marco aveva gli stessi problemi di Claudio e a scuola non veniva accettato. Simone allora capì l’errore fatto qualche anno prima, andò a casa di Claudio e gli chiese scusa, così diventò suo amico e imparò a non prendere in giro le persone meno fortunate.

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GIACOMINO

C’erano una volta quattro canguri con quattro zampe. Un canguro di nome Giacomino nacque invece con tre zampe e non venne accettato da nessun canguro. Un giorno si fece una gara di corsa e Giacomino arrivò primo in classifica e vinse il primo premio. Tutti i canguri furono sorpresi e da quel giorno diventarono amici di Giacomino. L’amicizia a volte fa anche dei miracoli, infatti Giacomino incominciò ad avere fiducia in se stesso e nessuno si accorse più che aveva solo tre zampe.

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OZNEROL, IL BAMBINO CHE PARLAVA AL CONTRARIO C’era una volta sulla terra, un bambino che parlava al contrario e ne diceva di tutti i colori, la sua lingua era l’Onailati. I suoi compagni di classe non sapevano che ci fosse perché non lo guardavano mai. Oznerol, così si chiamava il bambino, non comunicava con nessuno, finché una sua compagna di classe, si accorse di lui e decise di insegnargli l’italiano. Dopo un po’ di tempo tutte e due parlavano le due lingue perfettamente. I compagni intanto continuavano imperterriti a ridere di lui. Un giorno però si accorsero della bella amicizia nata tra Laura, questo era il nome della ragazza, e Oznerol, cominciarono così ad ascoltarlo ma proprio non riuscivano a capirlo. Durante una festa mascherata Oznerol era felicissimo ed esprimeva la sua gioia così: “Onos ecilef, onos omissicilef ” ma quando i compagni stavano riprendendo a ridere li stupì dicendo: “Sono felice, sono felicissimo”. Il ghiaccio era rotto e Oznerol fu considerato dai suoi amici il più intelligente perché parlava due lingue.

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UNA FESTA D’AMORE CON AMORE

Un giorno Paola e Sergio stavano cercando di costruire dei cuoricini in legno da regalare ai loro genitori per S.Valentino. Ma dato che era la prima volta che facevano questi lavoretti non riuscivano a costruirli. Provarono più volte ma il cuoricino non era mai perfetto. Stavano per tornare a casa sconsolati quando incontrarono un bambino con dei problemi. Paola lo riconobbe e disse “Ma é Mauro, quel bambino che abbiamo incontrato in quel negozietto dove fa qualche lavoretto.” Mauro riconobbe subito Paola e Sergio e li salutò, i due fratellini gli chiesero se poteva aiutarli a costruire dei cuoricini, Lui accettò anche perché sapeva di averne già fatti. Andarono a prendere il legno e Mauro spiegò loro come costruirli; ci riuscirono e fecero dei bellissimi cuori. Per ringraziare Mauro gli comprarono il gelato e tornarono a casa. Il giorno di S.Valentino quando i genitori scartarono il pacchetto rimasero stupiti di vedere un così bel lavoro. Paola e Sergio spiegarono che li aveva aiutati un bambino down di nome Mauro. Allora i genitori dei bambini andarono da Mauro a congratularsi con lui.

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IL CORAGGIO DI PREDATOR

C’erano una volta degli alieni. Il Re si chiamava Slaimer, sua moglie la regina Teodolinda ed il loro figlio Predator. Il principe assomigliava più ad un umano che ad un alieno e crescendo si sentiva sempre più diverso e triste. Un giorno Predator andò sulla terra e vide un bimbo come lui. Predator fece amicizia con Luca. Il bimbo gli chiese da dove veniva perchè non l’aveva mai visto. Predator gli spiegò che veniva da Saturno. Sulla terra imparò a giocare e a divertirsi e per questo si sentì felice. Un giorno decise di tornare a casa ed insegnò agli Alieni tutto quello che aveva imparato dai terrestri. Tutti lo lodarono e gli dissero che anche se era diverso da loro si era dimostrato coraggioso ad andare su un pianeta sconosciuto come la terra. Gli Alieni diventarono più buoni e decisero di visitare questo nuovo pianeta, accompagnati da Predator. Lui li presentò a Luca che era diventato suo amico. Quando poi ritornarono su Saturno, portarono nel cuore questa esperienza fatta all’insegna dell’amicizia e della disponibilità.

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ASPIRATORES

Sul pianeta Aspiratores vivono solo aspirapolvere. Ad un certo punto, a due aspirapolvere nacque una scopa, all’inizio fu uno scandalo. Gulf (così si chiamava la scopa) non veniva accettata da nessuna scuola di pulizia e neanche gli aspirapolvere la lasciavano giocare con loro. Un giorno, per non lasciare Gulf da sola, i genitori la portarono dalla zia che scoprì che Gulf non solo era utile per le faccende di casa e bravissima ad attirare la polvere con le setole ma riusciva anche ad andare negli angoli più sperduti della magra. Certocasa, Gulfpoiché facevaerapiù fatica ma riusciva a far lo stesso servizio degli aspirapolvere. Da quel giorno Gulf fu accettata ed anche utilizzata da tutti.

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PER UN MONDO MIGLIORE

Nella classe quinta B arrivò una bambina di nome Corinna, diventò amica di Gabriele, Claudio, Roberta! Ma gli altri compagni li schernivano perché stavano sempre insieme. Nonostante ciò Claudio e Corinne continuavano a trovarsi perché si volevano bene. Insieme costruirono molte cose in legno, Corinne era più brava ed insegnò a Claudio tanti trucchi del mestiere. Claudio disse a Corinne: “Perché non facciamo capire a tutti che anche se uno ha dei problemi può essere uguale agli altri e può insegnare qualcosa a chi apparentemente sta meglio di lui.” Corinne fu entusiasta e rispose: “Si, va bene.” Così insieme ad altri amici fondarono un’associazione per far capire a tutti che ogni persona può insegnare ad arricchire gli altri.

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SOLIDARIETA’

C’era una volta una femmina di scoiattolo, che stava per partorire, era ansiosa di vedere suo figlio ma appena nacque, la mamma si accorse che non aveva la coda ed aveva le zampe fuori posto, allora decise di abbandonarlo. Un giorno, un tasso passò nel posto dove si era rifugiato il povero scoiattolo lo vide e gli chiese : “Come mai sei solo?” “I miei genitori mi hanno abbandonato!” rispose lo scoiattolo. Il tasso gli domandò ancora: “Vuoi venire con me?” Lo scoiattolo accettò. Quando tutti e due arrivarono alla casa del tasso, esso capì che il suo nuovo amico non era come gli altri, decise allora che aveva bisogno di tanta amicizia e pensò di presentargli i suoi amici. Venne organizzata una festa e gli amici del tasso vennero invitati e conobbero lo scoiattolo ma invece di capirlo cominciarono a deriderlo…dicendo “Ah! ah! a quello manca la coda!” “Guardate come ha le zampe”. Il tasso che sentiva tutto rimase molto male e decise di cacciare i suoi amici, poi si rivolse allo scoiattolo e gli disse “Ti sei offeso?” Lo scoiattolo rispose: “Non troppo, ci sono abituato!” Il tasso però capì che proprio perché non era come gli altri aveva bisogno di più affetto; dimostrando di essere molto saggio. Continuarono a vivere insieme ed a volersi bene e il tasso scoprì che chi ha degli svantaggi sa donare più amore e ci si può costruire un rapporto che arricchisce.

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LA STORIA DI MAURIZIO E MICHELE

Su un pianeta di nome Terra c’erano delle persone che non sapevano contare. Un giorno nacque un bambino di nome Maurizio con un cervello molto piccolo ed i suoi genitori non sapevano come aiutarlo. Maurizio però era capace di fare una cosa che nessuno sapeva fare contava molto bene. Quando Maurizio andò a scuola ebbe molti problemi con i compagni perché lo disprezzavano ma poi incontrò un bambino di nome Michele che era molto disponibile verso di lui. Il giorno dopo Michele andò a trovare Maurizio e proprio quel giorno per ricambiare, Maurizio insegnò a Michele come contare correttamente, dimostrando che ogni persona può aiutare chi gli sta vicino nonostante sia diverso.

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OCCHIALONE E CRISTALLO

C’era una volta, in un pollaio di Ovetti, una gallina che si chiamava Coccodè. Un giorno fece cinque uova, quattro come tutte le uova ma il quinto era marrone. Una mattina di maggio si schiusero tutte le uova una dopo l’altra. Dal quinto uovo nacque un pulcino strabico, questo pulcino si chiamava Occhialone e siccome nel pollaio nessuno era strabico, tutti lo schernivano. Quando andavano tutti insieme al laghetto gli altri pulcini vedevano una rana, invece Occhialone ne vedeva cinque, gli altri credevano che fosse matto. Due settimane dopo nel pollaio nacque un tacchino di nome Cristallo ed il pulcino fece subito amicizia con lui. Cristallo essendo piccolo faceva molte domande sul problema di Occhialone però non lo schermiva. Un giorno Cristallo propose ad Occhialone di organizzare una festa per farsi conoscere meglio. Tre giorni dopo, nel pollaio vi fu una festa con canti, balli, pasticcini e uova di cioccolato. Da quando Occhialone era nato la sua mamma faceva sempre uova di cioccolato. Dal giorno della festa nessuno vide più la diversità di Occhialone e non lo scherniva più. Occhialone ringraziò molto Cristallo per averlo aiutato a farsi apprezzare da tutto il pollaio.

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Indice Presentazione

pag.

3

Il lupetto cieco

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5

Un cerbiatto diverso

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6

L’usurpatore scomodo

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8

Timmy, il lupetto che non sapeva…

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11

Il mondo di Zabaqui

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13

Un animale diverso

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14

Toponik

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16

Spiribi ed il signore ricco

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18

La fuga della navicella

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19

Simone ed il suo fratellino

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21

Giacomino

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22

Oznerol, il bambino che parlava…

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23

Una festa d’amore con amore

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24

Il coraggio di predator

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25

Aspiratores

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26

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Per un mondo migliore

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27

Solidarietà

«

28

La storia di Maurizio e Michele

«

29

Occhialone e cristallo

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Finito di stampare nel mese di aprile 1999 da Santos Cantelmi s.n.c – Salerno per conto delle Edizioni “Il Grappolo”

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