Torino, una città da scoprire Articolo e foto: Mara Zatti E Torino sia! Questo ho pensato quando finalmente ho deciso di prendere il treno e partire per questa città d'Italia conosciuta da tutti per la sede della Fiat ma sconosciuta ai più come meta turistica (turistisches Ziel). Nell'anno 2008 è stata anche eletta (gewählt) città europea del design e la città ha approfittato di questa occasione (hat diese Gelegenheit wahrgenommen) per sbattere via un po' di polvere che a molti sembra immancabilmente legata a questa città del Nord. Con successo? La prima impressione (Eindruck) è sicuramente di stupore: il centro, le strade, i vicoli, tutto è perfettamente curato e come surreale. Poi camminando si viene catturati sempre più dal fascino dell'architettura così "aperta" e quindi molto inusuale per una città italiana.
Piazza San Carlo Già la prima piazza che si incontra venendo dalla stazione cattura: Piazza San Carlo, con i suoi portici che la incorniciano, l'immancabile statua equestre, i caffè e i negozi. Uno spettacolo. Da qui ci si inoltra (man dringt in ... ein) in viuzze in cui si comincia a respirare la vita torinese. Signore in giro in pelliccia, con cagnolino al gunzaglio, ma anche ragazzi teneramente punk che con i capelli rasta e lo zainetto (kleiner Rücksack) Invicta fanno immancabilmente sorridere. Da qui si può già intravedere (erkennen) sopra i tetti la struttura diventata giustamente il simbolo di Torino: la Mole Antonelliana, che deve il nome alla propria grandezza e al costruttore, Alessandro Antonelli, architetto della metà del XIX secolo. Progettata inizialmente come sinagoga, i lavori furono sospesi (unterbrochen) nel 1869, 6 anni dopo
l'inizio, per mancanza di fondi (Geldmittel). L'Antonelli, che voleva assolutamente portare a termine il suo lavoro, convinse il Comune di Torino a finanziare l'opera e dedicarla al Re Vittorio Emanuele II. E fu così che nel 1889 la Mole, inaugurata come Museo del Risorgimento, si presentava alta 163,5 metri, ai quali vanno aggiunti i 4 metri della statua dell'angelo presente sulla cima. Un edificio (Gebäude) imponente. Molte sventure (Unglück) colpirono l'opera: un terremoto, due nubifragi (Wolkenbrücher), e una tromba d'aria senza contare i problemi di tipo strutturale, fecero sí che perdesse nel 1930 il primato di edificio in muratura più alto d'Europa. Usciti da lì non si può che riprendere la passeggiata. E allora dalla vertigine delle altezze si passa a un altro tipo di sensazione: la svolta (Abbiegen) in Piazza Vittorio Veneto, che leva il fiato (den Atem räubt): si entra da una stradina che non fa assolutamente prevedere quello che aspetta il visitatore. L'orizzonte si apre improvvisamente fino alle Alpi, superando il fiume Po. Si respira automaticamente più a fondo. Si è ora pronti per l'ultima avventura della giornata, la ragione per cui molti si recano a Torino, il Museo Egizio, il secondo per importanza dopo quello del Cairo. Sebbene le vetrine lascino a volte a desiderare (z u wünschen ubrig lassen), per essere, come in molti altri musei italiani, sovraffollate (überfüllt), il contenuto fa perdonare la poca cura e il fastidio da "horror vacui" lascia il posto alla meraviglia. Viste le premesse stupisce non poco la curatissima e quasi mistica sala della statuaria. Completamente adorna di specchi neri, presenta le statue sotto le luci di faretti artisticamente diposti e fa sí che si abbassi la voce quasi di riflesso per contemplare le staue quasi in raccoglimento. La giornata volge al termine e possiamo ripensare alle tante immagini riposandoci in un caffè assaporando un'altra cosa per cui Torino è famosa: la cioccolata! Informazioni: www.comune.torino.it/ www.museoegizio.it
E per la cioccolata: Caffè Auditorium, Via Rossini, 5/e, tel. (0039) 011 8170608