Body paint

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BODY

& FACE PAINTING HASAJ JETMIRA DIDATTCA MUSEALE A.A 2013/2014


BODY ART La Body art, quella che in italiano viene definita come arte del corpo, ha una storia antica e affascinante, e si manifesta sotto varie forme nell’intento unico di fornire un messaggio, esprimere a sè stessi e anche agli altri qualcosa, attraverso un disegno o un simbolo. I tatuaggi sono una delle forme di Body art più diffusa e praticata, ma già da qualche anno un’altra forma d’arte che interessa il corpo si sta sviluppando e sta riscuotendo un notevole successo: il Body Painting. Questa pratica ha delle origini antiche che vengono ancora oggi portate avanti da varie tribù presenti nel mondo. Molte culture antiche che utilizzavano questa straordinaria forma di arte, la usano tutt’ora, scegliendo la polvere o la sabbia per le loro splendide creazioni. La decorazione del corpo attraverso la pittura e il disegno veniva un tempo associata a cerimonie di vario genere. BODY PAINTING A differenza del tatuaggio o di altre forme di Body art, il Body Painting è temporaneamente dipinto sulla pelle e dura un giorno al massimo, o come nel caso della pittura con henné, un paio di settimane. In caso il body painting si limitasse al viso, viene chiamato face painting (pittura facciale) Gli esseri umani dipingono il loro corpo sin dalla preistoria, utilizzando i materiali più disparati: pittura, fango, cenere ecc. Essi credevano che i disegni fatti sul corpo potessero avere una sorta di “potere magico”che tenesse lontani gli spiriti malefici o i nemici tribali. Un altro motivo di questi disegni era il loro uso durante celebrazioni di vario genere. Questa pratica viene ancora oggi usata da varie tribù, in diverse parti del mondo, come in Nuova Zelanda, Australia, India, Africa e numerose isole del Pacifico. Negli anni questa pratica è diventata sinonimo di spettacolo. Clown e attori di tutto il mondo usano dipingere il viso, e a volte anche il corpo. BODY ART RITUALE La pittura del corpo con argilla e altri pigmenti naturali esisteva nella maggior parte, se non tutte, le culture tribali. Spesso utilizzato durante le cerimonie, sopravvive ancora in questa antica forma tra le popolazioni indigene dell’Australia, della Nuova Zelanda, le isole del Pacifico, parte dell’Africa, India, Giappone e altro ancora. In queste forme di arte rituale troviamo body painting, tatuaggi, piercing, spine naso orecchie bocca, Mehndi e scarificazione. Il luogo che queste forme di body art occupano in queste culture e` molto importante. Si tratta di una parte della loro vita sociale e spirituale ed è un elemento fondamentale nei momenti importanti della vita umana. Riti di passaggio • • • • • •

Il bambino diventa adulto Matrimonio Preparazione per la guerra o la caccia La nascita di un figlio Riti spirituali Morte


Body art mostra anche la posizione di una persona in un certo gruppo • vostra origine, la vostra posizione, simbolo del potere, quello che hanno raggiunto e perimentato, può essere come una carta d’identità (Maori e Polynisia), protegge dalle forze del male, mostra coraggio e la bellezza, può essere un atto di trasformazione, lutto , il collegamento con gli spiriti degli animali o della terra, simbolo di fertilità. Alcuni rituali sono anticipati da una preparazione personale: un periodo di silenzio, nessuna attività sessuali, isolamento, alcune tribù praticano anche il digiuno FACE PAINTING Tribale o culturale il Face Painting è stato usato per molti motivi. Per la caccia, motivi religiosi, e per ragioni militari (principalmente come metodo per mimetizzarsi) o per spaventare il nemico. Diverse tecniche di combattimento tribali sono state adoperate per incutere terrore. Alcuni guerrieri entrarono in battaglia nudi ad eccezione di un perizoma, i loro corpi però sono dipinti con bizzarre striature di vernice rossa e nera . Decorare il proprio volto con varie forme e modelli è stata una parte importante del patrimonio culturale del Face painting di molte società fin dall’inizio dei tempi. La pittura facciale è un tema comune che attraversa culture tanto differenti come le tribù indigene americane nel nord America e varie tribù africane e sudamericane. Nelle tribù di nativi americani, il Face Painting viene utilizzato per l’espressione artistica fin dai tempi antichi. L’arte di trasformare noi stessi con il makeup e le maschere è un fenomeno universale. Prima abbiamo cercato di sfogare il nostro impulso artistico su una parete della caverna poi abbiamo dipinto sui nostri volti e sui nostri corpi. I popoli indigeni dell’Amazzonia hanno detto che con questo potere di cambiare noi stessi, dimostriamo la nostra umanità e poniamo a parte il mondo degli animali. Modelli sviluppati nel tempo per indicare una varietà di eventi culturali , veicolati da un significato emotivo che era ad essi connesso. E` vasta la gamma di modelli che un pittore del volto può creare, per valorizzare le emozioni e il significato degli eventi culturali. I modelli possono essere di un colore specifico o casuale, con una geometria apparentemente senza alcun significato. Le forme e i colori trasmettono un forte legame e significato tra le persone che hanno una tradizione di Face painting. Si tratta di una connessione al loro passato che porta un forte significato culturale nella loro vita. Ci sono diverse ragioni per cui le tribù usano la Face painting per trasformare se stessi, a volte scelgono di farlo per un rituale tribale altre per marcare il loro stato, ma il linguaggio colorito e la dinamica della pittura del viso rimane la stessa. LE MATERIE PRIME UTILIZZATE PER LA FACE PAINTING TRIBALE Le società tribali, che seguono ancora oggi l’antica usanza di dipingersi il volto, prendono i colori da materiali grezzi. In tempi antichi, venivano usati infatti solamente colori come rosso, blu, giallo, o


bianco. Arricchendole a volte con una spruzzata di polvere o di morbide piume d’uccello. Oggigiorno, invece, i tribali (inteso come persone) adoperano pitture branded, ovvero marcate. Dipingersi il volto è forse la prima vera arte creata dall’uomo, adoperata sin dalle sue più remote origini. Gli artisti infatti dipingevano il coraggio, oppure maschere ispirate alla Natura o dettate dalla propria fantasia, o ancora maschere tradizionali. A differenza della danza e della musica, dove il significato spesso non viene colto appieno, la pittura cattura emozioni ed espressioni più facilmente comprensibili, anche a distanza di lunghi periodi. La pittura è sostanzialmente una combinazione di linee, forme, colori, tinte, texture e spazi che tenta di trasmettere delle sensazioni a colpi di pennello. Per i nativi americani, quest’arte era considerata una tradizione molto importante; era più di una pratica cosmetica (intesa come decorativa). Era una un sacro atto di distinzione sociale e di retaggio culturale. In occasioni particolari poi, i volti dei membri di una tribù venivano dipinti per amplificare la propria forza. Ogni tribù aveva tecniche esclusive di pittura facciale, ma è riscontrabile in tutte un utilizzo comune di alcuni materiali per la creazione delle tinte usate, come radici, frutti di bosco e cortecce degli alberi. Queste naturali materie grezze venivano poi miscelate tra loro, ottenendo i colori desiderati. Anche le argille, grazie a colori del tutto particolari, erano usate per il face painting. L’effetto visivo di questa pittura era dato dal perfetto connubio tra splendide tinte del tutto naturali e disegni perfezionati nel tempo. Il processo inoltre richiedeva un rigoroso ordine rituale durante la stesura del colore: per esempio, il naso era la prima zona dove il colore veniva steso e solamente utilizzando l’indice e il medio. Il resto del volto, cioè la fronte, il mento e il contorno occhi venivano subito dopo. Alcune pitture facciali erano anche ricoperte/stuccate con fango, lasciando solamente spazi per bocca e occhi. Generalmente i guerrieri si dipingevano il viso con argille colorate, per poi riprodurre il motivo della propria tribù. Ogni tribù aveva effigi diverse per guerra e cerimonie varie. Al ritorno dei guerrieri dalla caccia, questi avrebbero avuto una grande festa in loro onore, potendo anche metter le mani per primi sulle prede da loro catturate. Gli indiani usavano ogni parte dell’animale che uccidevano.

Gli indiani delle pianure usavano la pittura per adornare non solo loro stessi, ma anche i loro vestiti, i loro cavalli e le loro case. Anche se la loro cultura non possedeva una lingua scritta, la loro storia era racchiusa nei profondi significati dei loro disegni e dei loro simboli. Usavano molti colori differenti, attingendo da ciò che avevano a portata di mano: piante, argille e persino sterco di anatra. Il rosso poi era di gran lunga il colore più usato, anche se i primi nativi potevano vantare una vasta gamma di colori, tra cui il giallo, il nero, il blu, il verde, il marrone ed il bianco. Con la reperibilità dei pigmenti portati dall’uomo bianco poi, gli indiani del XIX secolo iniziarono ad adoperare altri colori. Inizialmente tuttavia, una particolare vernice gialla (penso ocra, ma non viene detto) fu creata combinando la terra del fiume Yellowstone con bacche di toro e muschio dei pini. Il blu fu ottenuto dagli escrementi di anatra trovati sulle rive dei fiumi, o da fanghiglia dalle tinte blu.


Il bianco invece da terra bianca e argilla. Il verde era estratto dalle piante, dal fango o dal minerale del rame (copper ore). I pigmenti venivano fatti essiccare sul fuoco, poi schiacciati in mortai di pietra o legno e quindi mischiati tra loro per ottenere la tinta desiderata. Tenuti in piccoli sacchetti di pelle, venivano poi sciolti in acqua calda quando ed usati dal pittore. I nativi disegnavano con rami di salice, usati come “righelli”, perfetti per riprodurre linee dritte, e con bastoncini corti e morbidi che servivano a tracciare il disegno su pelle. I pennelli invece erano composti da stecchi di salice, pioppo masticato o peli di bufalo, ed ogni colore aveva il proprio. SIGNIFICATO DEI COLORI Colori nella cultura dei nativi americani hanno un significato speciale. Il rosso è un colore violento, è il colore della guerra. Stranamente il nero, che è considerato essere un colore nefasto in molte culture, è il colore della ‘vita’, indossato sul viso durante i preparativi di guerra. Il bianco è prevedibile, infatti è il colore della pace. Il colore verde quando indossato sotto gli occhi è creduto per potenziare chi lo indossa con una visione notturna. Giallo è il colore più infausto, è il colore della morte, in quanto è il colore delle “ossa vecchie” . Si deve prestare attenzione a non indossare un sacco giallo, perché viene indossato solo quando una persona è in lutto. Ogni tribù indiana ha il proprio ed unico modo di face painting. Il dipinto facciale comprende sia la semplice striatura di un colore sul viso o la sua totale colorazione SEMINOLE Mentre agli inizi del diciannovesimo secolo i Seminoles si dipingevano mani e volti per occasioni speciali, oggigiorno la pratica non è più diffusa. Era praticata in occasioni pubbliche, per aumentare l’appariscenza ed il prestigio. La pittura doveva esser fatta con parsimonia, mantenendo un certo riguardo. Oggi viene utilizzata per rievocazioni di battaglie passate o per cerimonie di grande importanza, ma ma sarebbe del tutto inappropriata per una dimostrazione casuale. Un attore di rievocazioni potrebbe fare una pessima impressione se, truccato, ciondolasse per il campo adibito alla cerimonia, o mentre balla fuori dalla Green Corn Dance. Sarebbe un grosso errore da parte sua truccarsi senza una valida motivazione. I Seminole infatti dipingevano su di loro i poteri della Natura, pensando così di assorbirne la forza. Un parallelo può essere fatto con i Cristiani, i quali indossano crocifissi attorno al collo come amuleto, per ricavarne una sorta di forza interiore. IN INDIA La pittura del corpo e del volto viene praticata in India sin dai tempi più antichi. Gli uomini si pittavano il corpo per camuffarsi durante la caccia. La pittura facciale è un rito dei villaggi Indiani, usata soprattutto nelle festività religiose, nelle danze e nel “teatro”, ed oggigiorno è ancora un rituale usato in molte zone, facendo parte del folklore popolare.


KATHAKALI Il processo di Face painting del Kathakali e` molto elaborato e dura 3 ore .Questo make up da un look sovrannaturale agli attori. Distingue il personaggio maschile da quello del santo . Il Make Up viene applicato direttamente sul viso per non ostacolare la piena espressione del viso e degli occhi. Tutti i colori utilizzati nel make-up sono ottenuti da sostanze naturali ed erbe. Ad esempio, i colori rosso e giallo sono realizzati mediante polverizzazione delle rispettive pietre Chaayilyam e Manayola. Una miscela di calce, riso e farina serve per il bianco. Il colore verde è prodotto mescolando Manayola e Neelam (blu). L’ olio di cocco è utilizzato come base per la miscelazione di queste polveri. Un’altra pietra, Chenchilyam in polvere viene applicata al fine di proteggere la pelle dalle ustioni. Kanmashi o Kajal (la sostanza nera) è preparato bruciando olio di sesamo. Tuttavia, oggigiorno molti di questi processi di miscelazione del colore sono stati sostituiti da materiale facilmente reperibile come la pasta di carta, ecc Theppu è la prima fase in cui l’artista si applica le pitture facciali di base. Su questo il Chuttikkaran (trucco uomo) mette il Chutti (una serie di creste bianche che partono dal mento fino ai lati delle guance) che costituisce il secondo stadio di make-up. L’attore adagiato sul pavimento e l’esperto inizia a disegnare “i disegni” sulla faccia. La parte più elaborata del make up è la parte dell’applicazione del chutti , dopo essersi truccato l’attore si alza per mettere sulla gonna costume. The è un ben inamidato e Il Chutti gioca un ruolo cruciale nel differenziare i personaggi e le loro personalità e ha la seguente classificazione di base Pachha (verde), Katti (coltello), Tadi (barba), Kari, Minukku. Il colore di base svolge anch’esso un ruolo importante nel Kathakali . I colori infatti riflettono delle categorie di emozioni e di attributi.

La classificazione e la natura di carattere sono i seguenti. • Il verde rappresenta la natura Sattivika (senza contaminazione o negatività è lo stato più positivo a cui la mente può aspirare, rappresenta la pietà) • Il rosso rappresenta la natura Rajasici(appassionata e irosa. Può essere violenta, parziale e irrazionali.) • Il Nero rappresenta la natura Tamasici (chiusa e limitata, rappresenta il male) • Il Giallo rappresenta la natura Sattivika & Rajasici • Il bianco con la spiritualità

Kari Vesham

Kathi

Minukku

Pachha

Vella Tadi


MEHNDI Le donne indiane hanno tradizionalmente pitture con l’henné sulle loro mani e sui piedi , nel sotto braccio, molto spesso per il rituale del matrimonio o per altre occasioni speciali. A volte il anche il collo e la gola possono essere tatuati. Il soggetto il più delle volte è astratto, a volte incorpora simboli religiosi o di buon auspicio. La storia e le origini dell’ henné sono difficili da tracciare a causa delle migrazioni secolari e all’interazione culturale tra varie popolazioni. Una prova evidente possono essere gli ornamenti in onore della Dea della fertilità ritrovate a Catal Huyuk e risalenti a 7000 anni fa durante il Neolitico. Le prime civiltà ad aver usato l’henné sono i Babilonesi, gli Assiri, i Sumeri, i Semiti, Ugaritici e Cananei. La prima menzione scritta sull’utilizzo dell’henne` risale al 2100 a.C.: nella leggenda Ugaritica di Baal e Anath ritrovata nel nord ovest della Siria, in cui si fa riferimento a adornamenti da donna in occasioni speciali. L’henné è stata molto usata anche nel sud della Cina e sono state associate a rituali per almeno 3000 anni nella precedente cultura degli dei. L’uso dell’henne` nei quattro-cinque secoli del Deccan nella parte occidentale dell’India è chiaramente illustrata nel Bodhisattva e sui murales della grotta di Ajanta e in cave simili ritrovate in Sri Lanka. Le prove dimostrano come l’henné fosse comune in India sette secoli prima dell’invasione Moghul e centinaia di anni prima delle influenze islamiche che iniziarono nella metà del 7’ secolo d.C. FACE & BODY PAINTING DEGLI ABORIGENI Aborigeni dell’ Australia centrale hanno ereditato specifici disegni della pittura del viso dai loro antenati. Questi disegni sono dipinti sul viso e sul corpo con terra ocra mescolata con acqua. Vengono applicati sia in strisce o cerchi. Anche le moderne pitture dell’Australia centrale e del deserto occidentale sono caratterizzati da questi disegni specifici. Sembra che le tribù aborigene abbiano ideato un nuovo linguaggio della pittura, utilizzando i simboli criptici per cose diverse. Body painting, decorazione e ornamento personale tradizionalmente svolgono un profondo significato spirituale per gli aborigeni australiani. Il Body painting viene effettuato entro convenzioni rigide che sono principalmente legati a questioni spirituali, anche se viene riconosciuta anche la natura creativa. I disegni particolari o motivi utilizzati da individui riflettono la loro posizione sociale e di relazione al loro gruppo famiglia e anche a particolari antenati, animali totemici e appezzamenti di terreno. Le persone non sono libere di cambiare il loro aspetto a piacimento, ma devono essere conformi ai modelli rispettati. In molte situazioni le persone sono completamente trasformate in modo che essi “diventino” lo spirito dell’antenato che rappresentano con la danza. FACE PAINTING CINESE Lo sviluppo del Face Painting in Cina è strettamente legata a quella dell’arte drammatica, anche se il face painting è apparso molto prima che l’arte drammatica cinese prendesse forma. Con l’avvento dell’ arte drammatica cinese, gli svantaggi di indossare maschere divennero sempre più evidente, le


maschere impedivano agli attori di mostrare le loro espressioni facciali. Un volto vividamente dipinto permette al pubblico di vedere le espressioni chiaramente. In principio venivano adoperati solo tre colori fortemente contrastanti - rosso, bianco e nero. I primi Face Painting erano semplici e banali, ma con il tempo i disegni è diventarono più elaborati ed ornamentali. Le opere cinesi sono basate su vecchie storie di eroi. Oggi le storie trattano di eroi della rivoluzione comunista o con grandi eventi storici del recente passato. La varietà di Opera cinese conosciuta come Opera di Pechino è il più noto in Occidente.

ARTE CADUVEO Attualmente sono rimasti circa 1.600 Caduveo, che abitano nello stato del Mato Grosso. I caduveo sono conosciuti anche col nome di Indios cavalieri perché possedevano molti cavalli ed erano particolarmente abili a cavalcarli, e sono considerati i sopravvissuti dei Mbayá, un ramo dei Guaikurú. Sono da sempre organizzati in una società gerarchica al cui estremo stanno i nobili e all’altro estremo gli schiavi. I disegni d’arte corporale, che le donne producevano sul volto e sul corpo sono di un raro virtuosismo. Il loro viso, e a volte il loro intero corpo, è coperto da una rete di arabeschi asimmetrici, alternati a motivi si una sottile geometria. Solo alcune vecchissime donne sembravano conservare l’antica abilità. Questa è una prova dell’importanza eccezionale che le pitture corporali, specie quelle del viso, hanno nella cultura indigena. Un tempo i motivi erazno tatuati o dipinti; ora si usa solo quest’ultimo metodo. La pittrice lavora sul viso o sul corpo di una compagna, talvolta anche di un ragazzo. Con una sottile spatola di bambù intrisa nel succo di genipapo –incolore da principio, ma che poi diventa blu-nero per l’ossidazione –l’aetista improvvisa sul vivo, senza modello, né abbozzo, né un punto di riferimento; orna il labbro superiore con un motivo a forma di arco che termina a i due estremi a spirale; poi divide il viso a metà con un tratto verticale, tagliato a volte da linee orizzontali. La faccia, divisa in quarti e in sezioni –o anche in obliquo- viene allora decorata liberamente di arabeschi che non tengono conto della posizione degli occhi, del naso, delle guance, della fronte e del mento, sviluppandosi come su un piano


ininterrotto. Queste sapienti composizioni, asimmetriche pur restandoe quilibrate, incominciano da un punto qualunque e continuano fino alla fine senza esitazioni o interruzioni. <<Queste composizioni si sipirano a motivi relativamente semplici, come spirali, esse, croci, losanghe, greche e volute, combinate in tal maniera che ogni opera possiede un carattere originale; su 400 disegni raccolti nel 1935, non ne ho mai trovato due uguali; ma poiché ho fatto la constatazione inversa paragonando la mia collezione con quella raccolta più tardi, se ne può dedurre che il repertorio straordinariamente esteso degli artisti è tuttavia fissato dalla tradizione. Disgraziatamente non è stato possibile né a me, né ai miei successori, penetrare la teoria ispiratrice di questa stilistica indigena>> Afferma Levi Strauss. Queste pitture del viso conferiscono all’individuo la sua dignità di essere umano; esprimono il passaggio dalla natura alla cultura, dall’animale stupido all’uomo civilizzato. Con la pittura facciale i Caduveo passano da animali ad esseri umani e dimostrano anche la loro collocazione gerarchica quindi la pittura facciale simbolizza nello stesso tempo il passaggio dalla animalità alla umanità e la collocazione nella struttura sociale. Quindi, due ragioni: quella sociale (araldica) e quella individuale (diventare essere umano).


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