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Never say never again… la stagione è stata come un giro sul calcinculo, la giostra su cui si vola un
riesce sempre a stupire.
po’ su e un po’ giù cercando di acciuffare la coda del coniglio. I su e giù sono
L’inatteso regalo in centro Italia è stato davvero apprezzato sia dai freerider
state le brevi e intense nevicate e il freddo che hanno fatto più volte sperare
italiani che stranieri e qualche bello e insolito scatto siamo riusciti a
nello stabilizzarsi dell’inverno, alternate al persistere dell’asciutto e di
proporvelo su questo 4SkierS; assieme a diverse interviste, foto spettacolari
temperature ben sopra la media; mentre la coda del coniglio, neanche a
e articoli dal mondo.
dirlo, sono quelle giornate epiche in montagna che ti riappacificano col
E’ l’occasione giusta per ringraziare tutti quelli che hanno contribuito, con
mondo. Mentre davamo ormai per scontato che solo il nord ovest potesse
immagini, parole ed entusiasmo a realizzare questi quattro numeri del
regalare soddisfazioni, e qualcuno addirittura fuggiva in Iran per riparare, il
magazine. Dopo il consueto breve stop stagionale, saremo pronti per
Burian, vento gelido di provenienza siberiana ha attraversato l’Europa, per
raccontarci nuove ed entusiasmanti avventure. Teneteci al corrente sui vostri
trasformarsi in tempesta perfetta sugli Appennini. In quei giorni eravamo in
movimenti. Ora è tempo, per noi della redazione, di posare la penna e salire
contatto con JP Auclair per finalizzare la sua intervista e in una mail,
di quota.
incredulo, ci inviava immagini trovate in internet, di un Abruzzo talmente
Ci si vede in montagna, non è ancora finita…
innevato da sembrare più che altro il suo Canada. L’Italia nel bene o nel male
The Wise and the Team
Contact: info@thegroupdistribution.it
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D E S T I N A Z I O N E
M O N T
B L A N C !
REWOOLUTION RAID WINTER 2012 Rewoolution, innovativo marchio Made in Italy che produce abbigliamento tecnico sportivo in pura lana Merino, sponsorizza i Rewoolution Raid 2012, un nuovo modo di vivere l’outdoor nel quale i partecipanti si trovano a dover affrontare il territorio e le sue forme in ogni circostanza: pioggia, vento, neve, sole, salite e discese. Non una sfida contro la natura, ma un modo per integrarsi con essa: un’avventura multisport capace di mettere alla prova le capacità dei partecipanti e il loro spirito di squadra. Dolomiti 17/18 Marzo e Livigno 31 Marzo/1 Aprile sono le due edizioni invernali dedicate a tutti gli appassionati di sci e snowboard che hanno voglia di trascorrere un weekend immersi nella natura. Un’entusiasmante sfida contro il tempo in due scenari tra i più rinomati dell’arco alpino. I team, composti da tre persone, affronteranno diverse prove speciali: slalom gigante, skicross, freeride, freestyle, mogul e chilometro lanciato. Non solo, studiando il ‘Road Book’ i team dovranno decidere quali prove affrontare e quali dei numerosi Check Point disseminati sul territorio scovare, valutando con attenzione il percorso migliore per rientrare al campo base nel tempo limite stabilito. In aggiunta, uno speciale contest fotografico che si terrà durante la gara permetterà ai team di incrementare il loro punteggio finale. Sarà fondamentale pertanto la strategia adottata da ogni squadra al fine di ottenere i punti necessari alla vittoria. Il team che avrà raggiunto la miglior classifica globale e uno estratto a sorte, naturalmente solo fra quelli che avranno preso parte ad entrambe le tappe (Dolomiti e Livigno), si aggiudicheranno un fantastico viaggio in Nuova Zelanda, offerto da ZQUE in collaborazione con Rewoolution, al fine di mostrare la sede degli allevamenti di pecore dell’azienda. Il format dei Rewoolution Raid non termina con le edizioni invernali ma avrà anche due tappe Summer in cui i team si cimenteranno in percorsi che includono discipline come mountain biking, orienteering, trail running, roping down, nuoto, ecc… Per maggiori info: www.rewoolutionraid.com
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POLARTEC® SCUFONEDA: 15 ANNI “DE FUEGO” Via alla 15esima edizione del più grande evento Telemark & freeride d’Europa. Dal 4 all’11 marzo freeride, telemark, musica sotto le stelle, buon cibo, bella gente, neve, neve, neve. Nello scenario unico della Val di Fassa. Un altro appuntamento importante con un evento oggi in grado di chiamare a raccolta oltre 800 atleti da ogni angolo del mondo, e più di 5000 persone di tutte le età, minimo comun denominatore la passione per la montagna. Era il 1998 quando gli “Scufons del Cogo” lanciavano il primo appuntamento con il Telemark contemporaneo, ovvero la prima edizione della Polartec® Scufoneda. Oggi, tre lustri dopo, il mix di performance e divertimento è ormai pressoché perfetto, complice anche la partnership con Polartec® leader mondiale nella produzione di tessuti ad alte prestazioni ormai giunta al suo quinto anno. Da questa 15esima edizione della Polartec® Scufoneda si attendono importanti exploit sportivi. Si incomincia domenica 4 marzo con la gara FISI per il Titolo Italiano assoluto di Telemark, ma l’appuntamento clou è la spettacolare Freeride World Cup, in calendario per sabato 10 marzo nello splendido scenario del Passo S. Pellegrino. Aperta a sciatori, telemarkisti, snowboardisti, la competizione è ormai famosa per l’incredibile difficoltà tecnica, che giustifica il prestigioso montepremi di Euro 8.000 in denaro e di oltre euro 5.000 in premi tecnici. Quest’anno tra i protagonisti dell’evento figurano atleti del calibro di Nick Devore, Eben Mond, Will Cardamone, freerider statunitensi di fama mondiale. Agli exploit professionali si affiancano una quantità di iniziative dedicate a tutti gli appassionati di sci. Durante i 7 giorni della Polartec® Scufoneda, infatti, è possibile intraprendere emozionanti “Dolomiti Tour” in pista e fuori pista, accompagnati da qualificate Guide Alpine, mentre per i ragazzini dai 10 ai 15 anni sono disponibili gli appuntamenti quotidiani con “Telekids”, corsi gratuiti di avvicinamento al telemark. Di grande interesse anche le iniziative dedicate al tema della sicurezza in montagna, sostenute da appositi spazi Polartec®. Ma la Polartec® Scufoneda saprà come intrattenere anche chi non ha propriamente lo sport nel sangue, e predilige le passeggiate, l’allegria delle antiche tradizioni montane. E in questo Moena è maestra: nota come “la Fata delle Dolomiti” e coronata da spettacolari gruppi dolomitici – Catinaccio, Sassolungo, Manzoni, Latemar – è da sempre tra le mete più care degli amanti del Trentino. Info: www.scufons.com - www.polartec.com
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SUPERPARK FREESKI SERIES - ARABBA, 26 FEBBRAIO 2012 La Superpark crew è lieta di presentarvi i Freeski Series! Domenica 26 Febbraio avrà luogo il primo contest di Arabba Superpark dedicato interamente al freeski. Come al solito vige la regola "no stress": Niente run e niente ordine di partenza, ma una jam session per mettere a proprio agio i partecipanti e valutare i migliori freeskiers della giornata. Tutti i partecipanti verrano premiati in materiale offerto dalle aziende partner di Superpark, quindi si vince sempre! REGOLAMENTO: -iscrizione in loco (alla shaper house), 10:00 -iscrizioni e training aperti dalle 10:00 -riders meeting alle 11:00 alla shapers house -jam session dalle 11:30 alle 12:45 -premiazioni alle 15:00 al rifugio Bec De Roces, in cima allo snowpark -casco obbligatorio Thanks to: Nordica - Armada - Funny Bunny - TSG - CMYK –Iuter INFO: arabbasuperpark.com - facebook.com/superparkproject marcoresenterra@gmail.com - +39 329 7441844
UNA GIORNATA DI SCI ALPINISMO A SOSTEGNO DELLO SNOW LEOPARD TRUST Una giornata di solidarietà alpina e animale: per ogni metro di dislivello compiuto DYNAFIT verserà un centesimo di Euro allo Snow Leopard Trust. Un progetto internazionale con due tappa italiane in marzo all’Alpe Devero e in Alto Adige, per la salvaguardia di una specie in via di estinzione. Il suo habitat si riduce di anno in anno, mentre aumenta il numero dei suoi nemici: troppo ambite sono le ossa dalle presunte capacità taumaturgiche e troppo preziosa la sua pelliccia. Ed è così che per il leopardo delle nevi è nata un’associazione a tutela di questo splendido animale. L’organizzazione internazionale Snow Leopard Trust si batte dal 1981 per la salvaguardia degli esemplari rimasti, impegnandosi allo stesso tempo nello studio di questo felino a rischio di estinzione. Un animale meraviglioso che la natura porta a vivere e ad insediarsi a tremila metri, la stessa quota “frequentata” da DYNAFIT, l’azienda di sci alpinismo che si identifica nel leopardo delle nevi al punto tale da essersi posta, in qualità di partner del progetto, l’obiettivo di un sostegno a lungo termine. È proprio per questa ragione che DYNAFIT organizza per la terza edizione consecutiva lo Snow Leopard Day. Un evento itinerante di sci alpinismo che prevede la raccolta di fondi in varie località europee. Ad ogni singolo evento i partecipanti dovranno percorrere con gli sci il maggior numero di metri di dislivello possibile. Perché? Semplice: i metri conquistati verranno convertiti da DYNAFIT in denaro contante (un centesimo per ogni metro di dislivello!) da destinare all’associazione Snow Leopard Trust. In Italia l’evento si terrà il 10 marzo all’Alpe Devero, in Piemonte, e il 24 marzo a Racines in Alto Adige. L’anno scorso lo Snow Leopard Day ha permesso di raccogliere più di 5.500 Euro coinvolgendo quasi 1.100 scialpinisti che hanno sciato la bellezza di 554.238 metri di dislivello, pari alla somma versata da DYNAFIT. Non importa se si è principianti o se si pratica sci alpinismo da decenni, l’importante è partecipare ed essere protagonisti allo Snow Leopard Day con un unico obiettivo: tanti, tantissimi metri da raccogliere. Info: www.dynafit.it - www.facebook.com/dynafit
RED BULL JIB-SKI KINGS, SECONDA EDIZIONE ALL’ALPE DI SIUSI! Dopo il successo del 2011, torna questo contest di freeski unico nel suo genere, che vedrà pro e amatori darsi battaglia il 9 e 10 marzo 2012 sulla pista Spitzbuhl dell’Alpe di Siusi (BZ). A differenza delle usuali competizioni in questa disciplina, il Red Bull Jib-Ski Kings non si svolgerà all’interno di un park, ma su una normale pista da sci, e soprattutto metterà in primo piano la dimensione più “naturale” di questo sport. La gara sarà aperta sia a pro che ad amatori: mentre i pro parteciperanno su invito, per gli amatori la possibilità di far parte dell'evento sono assolutamente “open”: basta inviare la propria candidatura su www.redbull.it/jibskikings. Tra i giudici, anche la giovane promessa del freeski italiano Markus Eder che, non potendo partecipare a causa di un infortunio, avrà il difficile compito di giudicare i suoi colleghi atleti pro. Info: www.redbull.it/jibskikings
WAZIMU SNOW PARK - LA THUILE Inaugurato con un BIG OPENING PARTY sabato 18 febbraio, Il nuovo parco nasce dalla passione e dalla volontà di un gruppo di giovani, innamorati del comprensorio di La Thuile, che hanno raccolto tutte le proprie esperienze per ricreare il luogo ideale per il freestyle. Nella lingua swahili, appartenente ad alcune tribù dell’Africa centrale, "Wazimu" significa "follia". WAZIMU SNOW PARK è, infatti, un luogo per le tribù del freestyle, nel quale condividere, con un po' di follia, l’amore e la cultura di questo bellissimo sport. Un luogo pensato per esprimere creatività attraverso salti e acrobazie, per divertirsi, sfidarsi, crescere, allenarsi, vincere, perdere, cadere, rialzarsi, imparare… sempre rigorosamente con sci e snowboard ai piedi. Questa attrezzatissima area, dedicata a tutti i rider, è posizionata in zona Les Suches, sulla pista n. 12 Piloni, ed è facilmente raggiungibile dal paese con la funivia DMC o con la seggiovia Bosco Express. Nello snow park si trovano una serie di strutture per il divertimento di giovani e adulti: · 4 kicker in progressione con flat da 2 a 8 metri - 1 funbox con flat 4 metri - 2 box di lunghezza 6 metri e uno di 4 metri - un t-box da 6 metri - un rainbow Per i più piccoli è stato realizzato un corridoio laterale con 3 piccole whoops. Info: www.lathuile.net
MA IL TRIO FREESKICAMP? Durante l’inverno tra session infinite in park, photoshooting e gare io (Marco), Fette e Pablo ci teniamo occupati ad organizzare eventi e camp sempre legati al mondo dello sci freestyle, senza però dimenticare di raidare per conto nostro! In particolare quest’anno, dopo l’annuncio dell’inserimento del nostro sport come disciplina all’interno delle prossime olimpiadi di Sochi, io e Fette abbiamo pensato che fosse necessario coinvolgere in maniera importante gli sci club con l’obbiettivo di far conoscere il freeski, formare gli allenatori e chi lo sà, magari scoprire nuovi talenti. E' il Freeski Learning Tour, un’idea che è subito piaciuta a Nordica e Invicta, tutt’ora i due sponsor principali del progetto. Nelle tre tappe fin’ora svolte a Madonna di Campiglio, Sestriere e Val di Luce, i club hanno risposto con entusiasmo e tanta voglia di imparare, sia da parte degli allenatori che dei ragazzini. Visto il successo riscontrato con i vari
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club la nostra idea è di portare avanti questo progetto anche nei prossimi anni cercando di coinvolgere ancora più ragazzini ed allenatori. Parallelamente al Freeski Learning Tour, durante la stagione invernale Pablo ha sviluppato altri interessanti progetti, sempre con l'obbiettivo comune di coinvolgere ed avvicinare il maggior numero di appassionati al freeski, coprendo diverse aree geografiche. E' così che è nata l'idea della settimana di Camp organizzata a St.Moritz con la scuola di sci italiana "Speciale" svoltasi dal 19 al 24 febbraio. Per quanto riguarda il cuneese, Pablo sta seguendo il Team freeski della scuola “Snow Academy” di Prato nevoso, un calendario di 5 week-end (il prossimo 3-4 Marzo) al quale si possono unire anche tutti gli appassionati che vogliono migliorare e divertirsi. Ottime le condizioni neve e park. Oltre a ciò, per il mese di marzo, sono previste una settimana di freeski-camp con gli amici abruzzesi della scuola di sci "Le Aquile" e ancora a Courchevel, FRA, con la scuola inglese "New Generation". Insomma, proviamo ad accontentare un po' tutti, indipendentemente dalla zona di provenienza! Ci preme trasmettere la nostra passione e fare conoscere il freeski a tutti e magari allenare un futuro olimpionico! State aggiornati su www.freeskicamp.it per seguire i nostri spostamenti e se vi capita veniteci a trovare!
A cura di: Marco “Saggio” Melloni
Skier: JP Auclair - Foto: Courtesy Oakley
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THE NORTH FACE - WOMEN SPECIAL EFFECTS JKT Un capo estremamente alla moda, grazie alle righe trendy, i colori vivaci e al tessuto estremamente morbido ma particolarmente resistente. Realizzatoa in tessuto HyVent a due strati, impermeabile e traspirante, e dotata di fodera isolante esclusiva in materiale riciclato al 100% Heatseeker™ Eco, questa giacca con la sua vivace fantasia a strisce e l’originale cerniera asimmetrica, è la soluzione ideale per le sciatrici. Special Effects Jacket è dotata di cuciture nastrate, un cappuccio fisso, una ghetta posteriore con gripper elastico e un tassello con cerniera sul colletto, per una protezione totale dalle intemperie. Per i momenti più impegnativi dal punto di vista dello sforzo fisico, la giacca tecnica è dotata di aperture d’aerazione con cerniera sotto le braccia. L’orlo regolabile e il sistema integrato “pants-a-lock” permette di evitare che la giacca si sollevi nell’esecuzione di figure acrobatiche o durante i giochi sulla neve, mentre un’apposita clip consente di tenere i pass a portata di mano. Prezzo al pubblico: 250,00 euro. Info: www.thenorthface.com
OAKLEY – CROWBAR JP AUCLAIR SIGNATURE E’ la maschera 2012/13 del pro JP Auclair, cofondatore di Alpine Initiatives, l’organizzazione che funge da catalizzatore per le comunità montane nel favorire il miglioramento e lo sviluppo delle condizioni ambientali di tutto il mondo. La vendita di ogni singola maschera JP Signature contribuisce al sostegno del fondo. Lente sovradimensionata per aumentare il campo visivo Flessibile montatura in O Matter® - Gli attacchi della fascia O Matter® rigidi assicurano la distribuzione uniforme della pressione delle maschere - Guarnizione viso in pile triplo per massimizzare l'eliminazione dell'umidità e la comodità - Profilo ridisegnato per garantire ottima vestibilità - Icone in metallo - Lente balistica con trattamento antiappannamento - Sistema XYZ Optics® brevettato - Il materiale della lente in Plutonite® filtra il 100% dei raggi UVA, UVB e UVC nonché la dannosa luce blu - È disponibile la polarizzazione (optional) - Disegnati per volti di misure medie Info: www.oakley.com - www.alpineinitiatives.org
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in fresca e per divertirsi al massimo."
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Misure disponibili: 170, 180, 184, 192. Raggi: 20,3, 20,3, 26,
129/96/126, 131/98/127, 133/100/129
26. Sidecut: 142/122/132 x 184
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distribuzione del peso, in quanto il carico viene mantenuto in una
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dentro che fuori dalle piste, ama gli
l’azione sportiva. Inoltre offre scompartimenti separati e compatti. La
spazi ampi e la polvere incontaminata,
configurazione esterna del sistema di trasporto a strappo è
anche nel carving in switch.
compatibile con il telaio A-frame e permette il trasporto diagonale
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degli sci, nonché quello orizzontale e verticale della tavola.
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Info: www.arcteryx.com
Ino: www. apo-snow.com
Intervista di: Dmitrii Sartor Ciao Giulietto! Presentati un po’ Ciao! mi chiamo Giulio Dioli, ho 15 anni, sono nato il 13/12/1996, vivo a Caspoggio, un piccolo paesino della Valmalenco. Sono uno studente, in teoria dovrei essere in seconda superiore ma purtroppo alle scuole medie le cose sono andate storte
Nome e Nickname: Giulio Dioli aka Giulietto Età: 15 anni
ah ah ah, quindi adesso sono in prima superiore, Ragioneria.
Anni di sci: 9 Homespot: Chiesa in Valmalenco
Da quanti anni pratichi il freeski? So che hai due fratelli maggiori, uno
Set-up: Nordica Ace of Spades Skis & Boots
snowboarder, l’altro skier, che ruolo hanno avuto per la tua progressione
Best trick: Switch 1080
da freeskier? Pratico il freeski da quando avevo all’incirca 10 anni. Ho iniziato ad
Favourite skimovie: Claim
appassionarmi a questa disciplina grazie ai miei fratelloni che al tempo vedevo già saltare... ero invidioso perché non riuscivo a fare le loro stesse cose, così ho
Quest’anno avrai modo di vedere alcuni tuoi coetanei da tutto il mondo
deciso di seguire le loro tracce e ho iniziato a saltare con loro. Sono stati sempre
gareggiare per i primi mondiali juniores di slopestyle a chiesa… come
di grande aiuto perché mi hanno sempre insegnato e mi hanno sempre
pensi di sfruttare quest’occasione?
incoraggiato a provare nuovi trick. La persona che mi ha dato più sostegno è
Spero di riuscire a partecipare anche io a questa gara e magari piazzarmi in una
Andrea Lenatti, fin dall’inizio mi ha sempre dato dei consigli importanti e,
bella posizione, o almeno spero di potermi mettere in gioco e vedere a che livello
soprattutto, si è sempre “sbattuto” per me.
sono rispetto ai miei coetanei di tutto il mondo.
Anche se per la maggior parte del tuo tempo sei al Palu Park di Chiesa, hai
Il tuo rider preferito?
avuto modo di girare un po’… cosa pensi della scena del freeski in Italia?
Tom Wallisch.
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Secondo me il livello del freeski in Italia ogni anno aumenta sempre di più e i park in giro sono sempre più belli. Mi piacerebbe andare più spesso in giro per
Se dovessi scegliere... snowpark perfetto o due metri di fresca?
confrontarmi con gli altri ragazzi.
Preferirei snowpark perfetto
Che prospettive hai per il tuo futuro?
Saluti e ringraziamenti
In futuro spero di diventare uno skier professionista, anche se non sarà per
Ringrazio tutti gli amici del Palù Park, Ciccio, Dima, Lenaz e la mia famiglia che mi
niente facile visto che il livello in giro si sta alzando sempre di più. Il mio sogno
dà sempre una mano… Ciao!
sarebbe partecipare al Dew Tour e agli X-Games. Descrivi la tua giornata Mi sveglio alle sei del mattino per andare a scuola, all’una esco da scuola, all’una e trenta arrivo a casa, mangio e mi vesto il più velocemente possibile, vado a prendere la funivia, arrivato al park salto insieme ai miei fratelli e amici sto fino alle 4 e 30, arrivato a casa mi lavo e poi guardo la tv, alle 7 ceno, finito di cenare vado a fare un giro insieme ai miei amici, arrivo a casa, faccio i compiti e “studio”, facebook 2 minuti e poi op inta el lec!!!!! Ah ah ah. Cosa fai e come ti alleni quando non scii? Quando non vado a sciare, solitamente, mi alleno sui tappeti elastici oppure gioco a calcetto in palestra insieme ai miei amici.
Testo di: Marco Melloni - Foto: Mysticfreeride / courtesy K2 / courtesy Atomic con mezzi da pro, nella realtà però farsi una risalita in elicottero, non è cosa che si possano permettere in molti. E così vuoi che l’elicottero inquina e disturba gli animali (ma certo è per questo che non lo prenotiamo ogni sabato), vuoi che la motoslitta da noi dà un po’ nell’occhio, si è costretti il più delle volte ad arrangiarsi con quello che c’è, sciando i sottoseggiovia marci di tracce o sprofondando per qualche decina di metri lontano da una pista per trovare un po’ di
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terreno vergine. Ma qualche santo pare sia venuto in soccorso del freerider; vuoi un paio di stagioni di video propositivi di una nuova
L’EVOLUZIONE DEL FREERIDE
tendenza, vuoi un atteggiamento un po’ meno intransigente nei confronti degli
Il fuoripista è sicuramente l’accezione originale dello sci, l’idea di battere le
amici skialper, fatto sta che il freeride e lo scialpinismo hanno cominciato a
piste e creare percorsi sicuri e accessibili a tutti è un passaggio successivo,
corteggiarsi e a diventare più intimi. Eh si, era nell’aria, ma lo ha confermato
il passaggio che ha reso lo sci uno sport “di massa”. Nicchie di appassionati
l’ISPO 2012, la tendenza è proprio quella di armare i nostri amati FAT SKI, con
hanno sempre continuato a praticare il fuoripista, allontanandosi un poco
attacchi predisposti alla risalita e pelli di foca.
dagli impianti per godere della neve fresca o praticando lo sci alpinismo
Proprio così, in nome della fratellanza alpina pare si stiano abbattendo le
nella sua forma tradizionale ma possiamo affermare sia stato lo snowboard
frontiere di categoria che vedevano fronteggiarsi sciatori da pista, freerider,
a lanciare la moda del freeride come lo intendiamo generalmente oggi. La
freestyler e scialpinisti. Lo confermano, tra le altre, aziende come The North
relativa facilità con cui si possono affrontare i pendii con la tavola ha fatto si
Face che ha arruolato fra le fila atleti come Tom Wallish e Markus Eder, Dynafit
che sempre più gente si inoltrasse fuori dalle piste battute, con grande
che ha presentato anche modelli sci parecchio larghi, 4Front che ha messo in
disappunto tra l’altro dei gestori dei resort. Il freeride con gli sci è rimasta
catalogo pelli e sci compatibili e ancora Atomic, Salomon e Scott che hanno
un’attività marginale per lunghi anni, praticata solo da gente capace di far
presentato attacchi da mountaineering.
girare sci stretti e non sciancrati nella neve profonda. Poi con l’arrivo degli
L’anno prossimo vedrete dunque un’offerta davvero ampia di sci freeride da
sci sciancrati e larghi e ancora dopo degli shape rocker si sono cominciati a
abbinare ad attacchi mountaineering appositamente studiati per larghezze
vedere in freeride sempre più sciatori a contendere le linee agli
importanti e pelli tagliate su misura o trim to fit, con agganci compatibili anche
snowboarder. Gli sciatori freerider diciamolo, pur senza una tradizione alle
con shape twin tip. Questa nuova tendenza ha anche degli illustri promoter, Seth
spalle con cui farsi belli hanno da subito spocchiato lo scialpinista, colpevole
Morrison, JP Auclair, Mark Abma, per citarne alcuni. Questo non significa che la
di utilizzare sci stretti, vestiti stretti e di apprezzare a quanto sembra più la
tendenza è farsi per forza chilometri di risalita per gustarsi due curve su neve
salita della discesa e più le nevi primaverili di quelle polverose invernali. Gli
ventata, ma al contrario ciò rappresenta la possibilità di allontanarsi un po’ di
sciatori freerider hanno fatto propria l’eredità degli snowboarder, sognando
più da una funivia, per farsi quella linea che non si era mai riusciti a fare, senza
grazie ai video ampi pendii vergini, boschi a misura di curva e soprattutto
farsi scoppiare i polmoni sprofondando con la neve alle ginocchia, attraversare
comode risalite in elicottero o in motoslitta.
un ghiacciaio con più velocità e meno rischi o ancora la possibilità di
Certo, con la fantasia sciamo tutti i week end in Canada e Giappone supportati
recuperare un po’ di dislivello se si è andati lunghi in un fuoripista.
QUINDI? Ora vi domanderete che diavolo c’entra questo con il freeride in sicurezza. C’entra nella misura in cui la possibilità di allontanarsi più di prima dalle zone conosciute porta con sé maggiori rischi di incappare in situazioni pericolose. Questo rende la conoscenza dei pericoli e degli strumenti per combatterli, essenziale per ridurre i rischi. Se nella scorsa puntata vi abbiamo dato indicazioni circa i fattori di rischio classici che si possono incontrare affrontando un fuoripista, in questa puntata vogliamo mostrarvi qualche esempio degli strumenti più attuali o in arrivo sul mercato, per sciare in fuoripista con maggior sicurezza.
GLI STRUMENTI BASE Come dicevamo l’altra volta gli strumenti base per fare freeride sono ARTVA (Apparecchio di Ricerca Travolti da Valanga), pala e sonda. Circa la pala e la sonda ne troverete sul mercato diversi tipi, le migliori sono al contempo leggere, resistenti e poco ingombranti, quindi realizzate con alluminio, carbonio e design che consentono di farle stare tutte in piccolo zaino da 25 litri, lasciando posto ancora per altro. Per quanto riguarda l’ARTVA anche in questo caso ne esistono di diverse marche e tipo, vi consigliamo quelli che garantiscono un raggio di ricezione più ampio (30m in orizzontale sono un po’ pochi, 50m sono un po’ meglio) e un funzionamento semplice e intuitivo (nel momento critico è più utile farsi condurre come si fosse bambini dell’asilo), quindi magari con display che indichino distanze e direzioni da seguire.
COS’ALTRO PUO’ SERVIRE Oltre agli strumenti di base, al casco (con la testa dentro però) e magari al paraschiena (l’anno scorso il collega Guadaz cadendo all’uscita di un couloir
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al Corvatsch si è fatto tre vertebre… e aveva casco e paraschiena, immaginate un po’ cosa sarebbe successo senza), possono essere utili l’Avalung e lo zaino con Airbag. L’Avalung è uno congegno piuttosto efficace prodotto da Black Diamond, azienda leader nella produzione di attrezzatura da alpinismo. Costituito da un’imbragatura pettorale (integrata allo zaino nella versione completa) e da una sorta di boccaglio che termina in uno scarico, consente di prelevare l’aria presente sotto la valanga da una valvola posta sullo spallaccio
La nuova sonda Salewa
Mammut Pulse Barryvox
Novità Pieps
Novità Ortovox
Il nuovo zaino con Avalung e la pala Deploy di Black Diamond
e di scaricare il CO2 dell’espirazione dallo scarico posto in zona
bomboletta che rilascia aria compressa al suo interno quando
dorsale, ovviando al fatto che i respiri affannosi del travolto
azionata dalla maniglia posta sullo spallaccio; in caso di
tendono a far entrare neve nel cavo orale, a ghiacciare la neve
valanga non bisogna fare altro che tirare la maniglia (e
posta di fronte al volto, non consentendo più all’aria esterna di
sperare di non finire in un dirupo, in quel caso serve i
filtrare sotto la valanga e a saturare l’aria posta direttamente
paracadute); il pallone gonfiandosi tenderà, anche in caso di
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davanti al viso di CO . Questo dispositivo non evita di finire sotto
grandi quantitativi di neve, a riportarvi sempre in superficie.
una valanga e non aiuta i compagni a localizzare il travolto, ma
Rispetto ai primi modelli apparsi sul mercato ora gli zaini con
dà a quest’ultimo possibilità maggiori di respirare, per più
Airbag sono molto più leggeri e funzionali e differiscono
tempo, ampliando quindi le possibilità di essere soccorsi. Il
sostanzialmente per la forma del pallone, che può essere
tempo in cui si riesce a respirare può estendersi da 15/20 a 58
spilittato in due unità separate poste ai lati dello zaino, o in
minuti. L’Airbag è un vero e proprio pallone, integrato nello
pezzo unico in forma di C o in forma quasi di giubbino
zaino specifico, corredato da una maniglia e da una bombola di
salvagente. Il prezzo è l’unica nota dolente ma chi si avventura
aria compressa. Dalla stagione prossima lo troverete offerto
di frequente su pendii esposti farebbe bene a valutarne
dai maggiori brend del nostro settore, con qualche variante,
l’acquisto.
anche se la tecnologia che ne sta alla base è stata sviluppata da aziende terze come ABS e Snowpulse. Lo zaino con Airbag è
BASTA COSI?
lo strumento più efficace per non finire sotto una valanga e lo
Se siete fra quelli che intendono spingersi su terreni davvero
hanno dimostrato la sopravvivenza dello snowboarder estremo
difficili, con gradi di inclinazione notevoli, 40° e oltre,
Xavier de Le Rue ad una valanga di 2 Km di lunghezza, la
incrociando passaggi su roccia o attraversamenti di ghiacciai,
rovinosa caduta di Sage cattabriga-Alosa in Alaska di due
vi consigliamo di aggiungere alla vostra dotazione almeno
stagioni fa e molti altri episodi. Il funzionamento è semplice,
l’imbrago con un paio di moschettoni, una corda da 30m, un
l’Airbag sta ripiegato nel suo astuccio, grande circa 30 x 20cm,
paio di fettucce, una piccozza, due viti da ghiaccio…
contenuto all’interno dello zaino, ed è collegato ad una piccola
ma questa è un’altra storia…
Nuova proposta The North Face - ABS
Nuova proposta Scott - Snowpulse
Nuova proposta Mammut - Snowpulse
Testo di: Giulio Guadalupi
LA REDAZIONE DI 4SKIERS AL GRAN COMPLETO, DI BASE NELL’UNICO STAND PRESENTE DI UN EDITORE ITALIANO, IL NOSTRO, HA GIROVAGATO FRA I PADIGLIONI PER QUATTRO GIORNI PAPARAZZANDO LE NOVITÀ 2012/’13, INTERVISTANDO I PRO INTERNAZIONALI E FIUTANDO LE TENDENZE DI MERCATO CHE SEMBRANO RICONDURRE IN GRAN PARTE ALLA RIDUZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE E ALLA PROMOZIONE DELLO SKI MOUNTAINEERING. ECCOVI COMPRESSO IN UNA GALLERY FOTOGRAFICA, CIÒ CHE VEDRETE SULLA NEVE NELLA PROSSIMA STAGIONE DI SCI.
Lo stand Johnsons Media - 4SkierS.
Nuovi attacchi da skialp, ecco cosa usano i team rider Salomon in mountaineering!
Molto Picassiana la linea Volkl.
K2 Pro Line, Pettit ha preso il posto di Seth, evolution…
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Diamir il nuovo attacco da freeride, bello rinforzato.
Pelli personalizzate allo stand Black Diamond.
Bel giallo pieno per il Jester pro con din 18!
Arc’Teryx fa sempre impazzire per tecnicità e colori.
Colori shock in casa Mammut per il 2013.
Dynafit, si conforma alla tendenza del freeride mountainering.
REEF Girls, e allora NO.
Gamma Salomon Rocker ma con shape all terrain rocker.
Wallisch super stile, come un polacchino slacciato ma quante ne sa!
Che padelle questi Majesty, larghissimi ma lâ&#x20AC;&#x2122;estetica?
Atomic, nuovi Blog e Bent Chetler.
Nuova gamma Freeride/Mountaineering anche per Black Diamond
Progrip, dalle moto alle racchette.
Un Moment arrivo! Movement, non solo sci.
I Love POW niente di più diretto in Nordica.
Mountaineering, anche Scott ci crede sempre di più.
Scott sbanana i nuovi Punisher, superpolivalenti.
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Tecnologia MIPS per i caschi scott, migliora la distribuzione dell’impatto. Anche il caro Tanner Hall si allarga, ed il nuovo promodel è una bestia da Alaskan peaks.
L’attrezzatura adatta alle nostre alpi e alle alture è completa in casa Scott.
Occhiale del futuro, in quel piccolo schermino è possibile leggere velocità, metri dislivello, etc. Ma guardate anche avanti!
Ma quanto si stanno “allargando” i Liberty???
La nuova divisa di Seth Morrison nella vetrina Oakley.
Born To Drop….che verità Core Upt.
SNOW_1011
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sportxtreme... cattura ogni singola emozione
Liquid Image 335 HD
Drift HD
OverLook GX-9
Maschera da neve con macchina fotografica digitale e videocamera HD integrata. L'occhiale permette la visualizzazione con un ampio angolo di 159 gradi (intero campo visivo), adotta lenti speciali che permettono di catturare tutta l'azione, nello sci, snowboarding, slittino o motoslitta. La fotocamera digitale possiese la risoluzione di 5.0MP (2560x1920) e in modalità videocamera registra filmati in HD 720p (1280x720) fino a 30fps con audio.
Videocamera Full HD 1080p, impermeabile fino a 30 metri con custodia rigida waterproof (opzionale). Display 1.5”, 60/50fps, per realizzare stupendi video in “slow-motion”. Telecomando a radiofrequenza permette di risparmiare le batterie, la memoria e modificare il tempo, rendendo semplice girare brevi clip, avviando e fermando la registrazione, senza lottare con la telecamera in movimento. Realizza foto 5MP con obiettivo grandangolare 170°.
OverLook GX-9 Occhiali con Lenti polarizzate e VideoCamera, con grandangolo 135° potrete realizzare riprese audiovisive spettacolari in completa libertà, avendo le mani libere, con discrezione in ogni occasione. La qualità Video HD 720p (1280x720) permette di acquisire filmati con dettagli incredibili. Overlook GX-9 sono il compagno ideale per gli sportivi (ma non solo) che vogliono riproporre le loro avventure agli amici.
Distributore Nazionale: SofTeam Macherio (MB) Tel 039 207891 www.softeamitalia.com - www.playhd.it - www.sportxtreme.it
Side Seth, Morrison si sposta al Mountaineering, del resto è stato stregato da Cham!
Ma qui c’è proprio voglia di Harley….mah?
Acid color per la nuova collezione Black Crows.
Rolling Stones, e chi altri, K2 nel segno!
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Toro incazzato su tutta la linea Blizzard! Dynastar, la nuova gamma di palettoni con montato l’attacchino.
Picture project, materiale ecologico, e messaggi “subliminali” al flip di un bavero!
4frnt anche le pelli per risalire e scendere a cannone…
RRRRRRRRRRRRRR!!
La gamma rocker di Salomon al completo.
Atomic, il Tracker 16, vincitore dell’ISPO Award 2012.
SONO TRE ANNI CHE VADO A VERBIER PER FOTOGRAFARE I MIGLIORI RIDER DEL MONDO. AMO IL FREERIDE E MI PIACE RACCONTARE, A CHI NON HA LA FORTUNA DI ESSERE LÌ IN QUEL MOMENTO, LE SENSAZIONI CHE PROVO. E’ UN’EMOZIONE UNICA VEDERE SCENDERE DAL PENDIO I MIEI MITI, IN UNA MANCIATA DI SECONDI, COME FOSSERO SU UNA PISTA PERFETTAMENTE BATTUTA. MI PIACE RACCONTARE NON SOLO LE LORO DISCESE MA ANCHE TUTTO CIÒ CHE CI STA ATTORNO: LA CERIMONIA DI APERTURA, LE SERATE ALCOLICHE CON I RIDER, LA RICOGNIZIONE E LE LORO EMOZIONI DOPO LA GARA.
Qui con me c’è il numero uno del Ranking Mondiale, Oakley White Allen, un ragazzo di 28 anni di Salt Lake City. E’ euforico, per lui è la prima volta in Europa, è molto simpatico e disponibile anche se mi sembra un po’ troppo esaltato! Parla uno slang velocissimo, mi sembra di essere in un cartone della Warner Bros, la sua voce somiglia a quella di Duffy Duck! Vedo che tutti gradiscono il buon vino rosso italiano, piano piano le bottiglie si svuotano e ci accorgiamo che è ora di andare al letto. Oggi è il secondo giorno a Courmayeur: in programma c’è la ricognizione del
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Subito dopo la tappa di Chamonix che ha visto vincere il neozelandese Sam
pendio e il riders meeting.
Smoothy, quest’anno, per la prima volta nella storia del Freeride World Tour,
Ci ritroviamo proprio con Oakey nella piccola funivia dell’Arp. La funivia è
c’è stata una tappa in Italia, niente meno che a Courmayeur, sul versante
molto vintage: è grigia e blu metallizzata ed è ormai un’icona nel mondo del
italiano del Monte Bianco. Ho colto subito la palla al balzo e sono partito.
freeride.
Il primo giorno l’appuntamento è al JSET, un bel locale di Courmayeur, per la
E’ stata inaugurata niente di meno che nel ‘63 e trasporta solo una decina di
consegna dei pettorali di gara, qui dopo una lunga presentazione dell’evento
sciatori esperti alla volta!
tenuta dal fondatore dell’FWT Nicolas Hale Woods e dal simpatico Gioacchino
Oakley ci parla dei suoi bastoni di bamboo ad impatto ambientale zero: sono
Gobby, presidente delle funivie di Courmayeur-Mont Blanc, i rider vengono
fatti con legno di bamboo, il laccetto di fibra di canapa “home made” e la
chiamati uno ad uno per l’estrazione del pettorale di gara da una grande
parte del puntale in plastica riciclata, come tutte le viti; sono belli e
scatola di cartone. La cerimonia finisce presto e inizia la “fiesta” con
resistenti, è una bella iniziativa. Li voglio!
innumerevoli bottiglie di buon rosso e un ricco buffet… gli atleti approfittano
Usciamo dall’ultima funivia di Courmayeur, siamo a quota 2755m, il
alla grande!
panorama sul Monte Bianco e la sua catena è mozzafiato!
Quest’anno la prima prova del Tour si è tenuta a Revelstoke in Canada con
Ci mettiamo gli sci ai piedi e oltrepassiamo la cresta alla nostra destra poi,
grandi risultati per gli americani che al momento occupano le prime
dopo una lunga diagonale, attacchiamo gli sci allo zaino per affrontare la
posizioni in tutte e due le specialità, sia in campo maschile che femminile,
ripida salita di 400 metri che porta al colle, dove stanno ancora allestendo
avendo confermato la propria forma anche nella prova francese di Chamonix.
l’area di gara.
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Samuel Anthamatten
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Sam Smoothy
Pian piano vediamo sbucare i rider sul colle, più o meno affaticati dalla salita a piedi. Il pendio scelto per la competizione è completamente in ombra e non prende mai il sole. Ci sono 30cm di neve nuova e la condizione sembra ottima. Gli atleti sono tutti qui con noi, e osservando la montagna con i loro binocoli immaginano la linea perfetta per la gara. Dopo un po’ scendono 2 apripista per testare bene il manto nevoso. Appena finisce il riders meeting ci buttiamo tutti insieme a capofitto nel canale che porta giù nella valle dove c’è il collegamento per tornare agli impianti. Anche questa sera ci troviamo al JSET, ci sono tutti, è un’altra piacevole serata con i nostri amici. Questa volta però i ragazzi spariscono presto; domani è un giorno importante!
Mi sveglio all’alba e, dalla finestra del mio albergo, vedo l’Aiguille Noir arrossire con le prime luci del sole. Opto per il trasferimento in elicottero, ho molta attrezzatura fotografica pesante e sinceramente non ho voglia di farmi anche oggi quella ripida salita a piedi.
Drew Tabke
L’area di gara è infatti raggiungibile o con gli sci (per sciatori esperti) o tramite l’elicottero che l’organizzazione ha messo a disposizione dei vari media e degli “addetti ai lavori”. Tutti gli atleti vengono portati a gruppi sulla cresta del pendio di gara, dove si trovano i vari gate di partenza. E’ sempre emozionante guardare dal mio 600mm i rider scendere sul pendio di gara ma confesso che a volte è veramente difficile individuarli e seguirli fino alla fine della discesa! Il primo ad impressionarmi è lo svizzero di Zermatt Samuel Anthamatten, il più piccolo tra i rider con i suoi 169 cm di altezza. Scende con stile e velocità, completando la sua linea con un perfetto e lungo backflip Corky. Risulta però un po’ lento nell’ingresso di un cliff, alla giuria forse non piacerò molto. Il pendio è molto corto, l’ultima parte è abbastanza piatta e senza rocce e non ha alcun peso sul giudizio finale. Tra gli altri atleti mi salta agli occhi Sam Smoothy, il vincitore della tappa di Chamonix, tutt’altro che un piccoletto, con quasi 190 cm di altezza e 90 kg di peso. Vive tra Chamonix e il suo paese di origine Cromwell (NZL). Ha un controllo strepitoso, scende velocissimo facendo letteralmente il pelo alle rocce. Sicuramente salirà su uno dei gradini del podio! La gara procede alla grande, fortunatamente senza incidenti né brutte cadute. Mi diverte la prova di Drew Tabke. Lui è un veterano di queste gara, anche se non arriva a 30 anni ha già visto molte edizione del’Xtreme di Verbier. Drew scende molto cattivo nella prima parte del pendio ma alla fine prova un 360° veramente lungo senza completare la rotazione e sprofonda nella neve! La gara finisce in perfetto orario. Raggiungo il tavolo della giuria per immortalarli mentre assegnano gli ultimi voti. Tra loro c’è il grande Seb Michaud, leggenda del freeride World Tour. Peccato che adesso mi trovi molto più giù del villaggio di gara, dove si terranno le premiazioni, e mi tocchi risalire a piedi con 15kg di zaino; fa parte del mio lavoro anche questo! Non è scontato chi abbia vinto la gara, ci sono state tante belle run e alcune molto simili fra loro. Sarà un duro compito per la giuria. Tutti attendono con ansia il verdetto. Finalmente ci siamo, vengono chiamati i quarti classificati pari merito: Aurelien Ducroz (FRA) e Stefan Hausl (AUT). Sul gradino più basso ma con grande stile sale Samuel Anthamatten (SUI) poi a seguire Il neozelandese Sam Smoothy e uno scatenato Richard Amacker (SUI).
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© Roberto Parisse
34 Per Richard è il primo grande risultato nel Freeride World Tour; è da due anni che è entrato nell’FWT, ricordo la prima volta che l’ho visto al FWQ Mystic Xperience di Gressoney dove vinse con un cliff di circa 25 metri. Dopo la gara ci confessò che non si aspettava di volare in quel modo! Ha stile, sono contento per lui. Con questa gara la sua stagione ha svoltato! Ancora una volta ci ritroviamo tutti nel vallone che porta alla Zerotta. Arriviamo al ristorante dove ci sono una serie di tavoli apparecchiati per noi, con brocche di vino rosso, affettati misti e una pennetta all’arrabbiata veramente estrema! I rider sono contenti, si scherza, si beve e si mangia. La sera ci troviamo per l’ultima volta al nostro locale preferito. C’è un clima di festa, sono tutti scarichi e hanno solo voglia di divertirsi. ordinato 27 staffette di rum per festeggiare!
CLASSIFICHE CHAMONIX - MEN
Richard, da rider scatenato che scende quasi dritto dal pendio di gara, è
Sam Smoothy
- NZL
ritornato il ragazzo serio con gli occhialini neri e la sciarpetta al collo ma
Reine Barkered
- SWE
con un Mojito in mano!
Oakley White Allen
- USA
Sam Smoothy non si “schioda” per un’ora dal bancone del bar, ha appena
E’ arrivata l’ora della grolla! L’organizzazione ha fatto fare delle piccole grolle ricordo con la scritta Courmayeur e FWT. Bellissime. Vengono riempite a
CHAMONIX - WOMEN
richiesta con dell’ottimo caffè valdostano che ci dà il colpo di grazia prima di
Jaclyn Paaso
tornare in albergo.
Angel Collinson
- USA
C’è in programma di andare a fare il Canale dei Cosmique all’Aiguille du Midì
Janina Kuzma
- NZL
- USA
(3849m) una discesa estrema in compagnia di Mathieu, Oakley ed altri ma… dubito che domani si alzeranno dal letto prima del 2 di pomeriggio!
COURMAYEUR – MEN
Perfetta, a detta degli atleti, e anche a mio parere, l’organizzazione.
Richard Amacker
Quest’anno hanno gettato solide basi per un evento che è destinato ad essere
Sam Smoothy
- NZL
un “classico” per Courmayeur, il fiore all’occhiello della Valle D’Aosta.
Samuel Anthamatten
- SUI
- SUI
Da un’idea di: Dmitrii Sartor
SIAMO ORMAI ENTRATI NELLA SECONDA PARTE DELLA STAGIONE. SE UN MESETTO FA CI STAVAMO ANCORA LAMENTANDO DELLA CARENZA DI NEVE (IN MOLTE ZONE LA SITUAZIONE NON È CAMBIATA) E DI CONSEGUENZA DEL RITARDO DELL’APERTURA DEI PARK, DI RECENTE ALCUNI FORTUNATI DI NEVE NE HANNO RICEVUTA IN ABBONDANZA; MENTRE PER GLI ALTRI È ARRIVATO IL FREDDO CHE, QUANTOMENO, HA PERMESSO DI FINIRE LA COSTRUZIONE DEI PARK. AD OGNI MODO, UN PO' TUTTI, SEPPUR IN LEGGERO RITARDO, HANNO INIZIATO A FARE LE PROPRIE COSE, TRA EVENTI, SHOOTING, ALLENAMENTI, VIAGGI E QUANT’ALTRO. ED È COSÌ CHE HO DECISO DI FARE UN PO' IL PUNTO DELLA SITUAZIONE DI CIÒ CHE STA ACCADENDO IN ITALIA, FACENDOMI/VI RACCONTARE DA ALCUNI PROTAGONISTI DELLA SCENA I LORO MOVIMENTI, RISULTATI O VIAGGI DELLA PRIMA PARTE DI STAGIONE. DAI RACCONTI DELLA POLVERE GIAPPONESE DI VALENTINO MORI ALLE NOVITÀ DAL FRONTE LIVIGNASCO, DALLE RECENTI ATTIVITÀ DEI RAGAZZI DI FREESKICAMP ALLE USCITE IN FRESCA SUGLI APPENNINI GONFI DI NEVE DEI LOCAL ABBRUZZESI E COSÌ VIA. TRA LE ALTRE COSE POSSO FARVI UN CENNO CIRCA LA PRONTA GUARIGIONE DI LUKAS SCHAFER DOPO LO STOP DOVUTO AD UNA LUSSAZIONE ALLA SPALLA, ALLA CONVALESCENZA DI MARKUS EDER E ANDREAS BACHER, AGLI ALLENAMENTI IN COLORADO DI STEFAN SCHENK E ALLA PRESENZA DEI DUE FRATELLI A ORMAI TUTTI I CONTEST PIÙ IMPORTANTI IN GIRO (CON OTTIMI RISULTATI). PER NON RISCHIARE DI DIMENTICARE QUALCUNO MI FERMO QUI, AUGURANDOVI BUONA LETTURA E UN BUON FINE STAGIONE A TUTTI!
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NEWS FROM DA HOOD Testo di: Valentino Mori Foto: Stefano Martinello
Dalle nostre parti ed in particolare tra le nostre dolomiti trentine quest'anno le precipitazioni non hanno permesso di godere del piacere della powder e così ci siamo dovuti accontentare dell'ottimo lavoro dei resort di casa per spingere un po' di park riding e fare un po’ di street assieme ai miei ragazzi dello Ski College di Pozza di Fassa. Avevo in programma un viaggetto verso oriente e così a fine gennaio sono finalmente partito per rigenerarmi tra la polvere giapponese. E' stata sicuramente un’esperienza unica ed assolutamente gratificante. Mi sono aggregato al gruppo di The White Planet, coordinato dai miei amici Stefano Martinello e Luca Gasparini e grazie a loro ho avuto l'occasione di scoprire un amore vero per una terra e una cultura tanto lontana dalla nostra quanto incredibilmente affascinante e sconosciuta. Niseko, si trova nell'isola di Hokkaido, l'isola della polvere, fitta e continua, dove ogni giorno, metri di soffice neve leggerissima aspettano di essere solcati da curve veloci e profonde. Qui tutto sembra creato apposta per stimolare la fantasia di chi vuole interpretare questa natura. Si respira un'atmosfera magica e con gli sci ai piedi tutto sembra possibile. Qui tutto è freeride, la montagna è aperta a tutti e tutti si impegnano a viverla con rispetto e consapevolezza. Naturalmente ci sono delle regole e un continuo controllo della sicurezza, ma una volta individuato dove poter sciare è la libertà di interpretazione di ognuno a fare da padrona. Tra le varie giornate incredibili di cui potrei raccontare, credo che una in particolare rappresenti l'essenza di questo viaggio e un obbiettivo che nessuno di noi avrebbe immaginato di potersi prefissare alla partenza. Il monte Yotei, chiamato anche il piccolo Fuji è una delle cime più alte dell'isola (solo 1893m) ed è un vulcano attivo a riposo. Solitamente le continue nevicate, la nebbia e il vento, lo rendono meta irraggiungibile, coprendolo quasi completamente alla vista. Nel nostro caso invece, una giornata di sole ha accompagnato la nostra risalita con le pelli per tutti i 1600 m di dislivello, permettendoci un’esperienza a dir poco unica. Per me non si è trattato certo di una passeggiata, ma credo di poter dire di aver scoperto l'entusiasmo per la conquista di una discesa fuori dal comune. In cima al cratere, una sciata verso il centro del vulcano è stata un’emozione unica e indescrivibile. Una volta risaliti e individuata la via d'accesso, il versante nord ci ha regalato curve profonde e veloci, neve leggerissima e un panorama da sogno. Le nostre espressioni durante tutta la discesa, sorridenti ed estasiate, felici ed onorate di aver potuto tracciare le prime linee di questo monte sacro. Insomma, nonostante tutto anche quest'inverno sta andando alla grande! C'è sempre qualche cosa da fare e soprattutto quando c'è la voglia e l'entusiasmo per qualche cosa che amiamo, troviamo sempre il modo per divertirci e inventarci qualche cosa di nuovo... l'essenza del freeski!
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Peter Seidl Lorenza Chiariello Marc Hartinger
Marc Hartinger
POLVERE D’ABRUZZO Testo di: Andrea Chiariello Foto: Marius Schwager
Rider da ogni dove sono accorsi per surfare le montagne abruzzesi, una nevicata così raramente si era vista negli ultimi anni e, con le alpi scoperte, quale se non questo il momento migliore per andare a far visita agli Appennini? Noi local della crew abruzzese “Dalatera” non ce la passiamo un granché bene: Giamma è ancora in via di recupero dopo l’infortunio di quest’estate, mentre io (Andre) sono alle prese con una recente frattura della cla-
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vicola. Ciononostante non potevamo perdere l’occasione di immortalare qualche bello scatto, anche se solo in fresca, della pow stagione 2012. Io, la mia sorellina Lori e Renato Cotronei, rider local di Roccaraso (la stazione con maggior quantità di neve nella zona), abbiamo aperto le danze della stagione del grande freeride italiano, proprio qui in Abruzzo. Neve polverosa, boschi con pillow, cliff e canali, condizioni perfette! Dopo la prima settimana di riding in solitaria, con i rider del resto d’Italia bloccati sulle autostrade chiuse per neve e scoraggiati dall’allarmismo a volte eccessivo da parte dei media, le notizie riguardanti l’Abruzzo sono arrivate addirittura oltralpe. Dopo dieci giorni di nevicate incessanti sono arrivati a Roccaraso, direttamente dall’Austria, Mark, Piter e Marius, freerider di esperienza internazionale, attirati qui da alcuni siti di settore che davano il comprensorio dell’Altosangro come il più innevato d’Italia. Noi, con grande orgoglio, li abbiamo guidati nei nostri migliori spot, e grazie alla loro esperienza abbiamo potuto rivivere a pieno il vero significato della nostra passione per la montagna. L’occasione era irripetibile, giorno dopo giorno la neve non faceva che aumentare, le tracce scomparivano nella polvere che ci ridava pendii vergini ogni giorno. Abbiamo passato adrenaliniche giornate segnando track mai fatte prima, mai prima d’ora ci eravamo dedicati così tanto al freeride; al ritorno dagli impianti, stanchi ma sempre soddisfatti eravamo già pronti per studiare le foto delle nostre montagne, alla ricerca continua di nuove linee mozzafiato da fare il giorno dopo. Sono stati giorni fantastici e indimenticabili. Speriamo in futuro di poter rivivere ancora momenti come questi.
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Da Sx a Dx: Andrea Chiariello e Renato Cotronei
I COSIDDETTI LIVIGNASCHI Testo di: Raffa Cusini Qui a Livigno quest'anno non sta andando male; fortunatamente a inizio
resto di gennaio niente di che, Jeff in giro per le sue cose, io e Yuri ab-
stagione ha nevicato abbastanza da permetterci un po' di uscite in fresca
bastanza fissi a casa; poi ISPO, garette di rail a Livigno e Braulio Verti-
e così sia io (Raffa) che il Jeff (Davide cusini) abbiamo passato dicembre
cal tour a Bormio. Sono stato un paio di volte a Chiesa a girare e di
a fare boschetti e qualche foto in attesa che costruissero i park. Il rail
recente ho fatto una bella uscita in fresca in Abruzzo; hanno veramente
park dell'Amerikan era già pronto a inizio stagione quindi spesso passa-
tanta tanta neve!
vamo il tempo lì, dove trovavamo fisso anche Yuri Silvestri.
Al momento tutti e tre ce la giriamo a Livigno, i park sono quasi del tutto
Il 12 gennaio, come ormai da 4 anni a questa parte, abbiamo organiz-
pronti quindi non ci muoviamo più di tanto. Io spero ancora in una bella
zato la serata in ricordo di Danielino e Fabio: rail illuminati, musica,
nevicata, ma nell'attesa ci motiviamo un po' sulle linee del Mottolino. Yuri
amici, birra e salsicce. Purtroppo io l'ho vissuta un po' dall'esterno per
migliora sempre di più, quest'anno vorrebbe quantomeno provare a mon-
un trauma cranico con tanto di colpo di frusta al collo preso in fresca
tare il video richiesto per partecipare al "Nine Knights" che si svolgerà
qualche giorno prima. Nei giorni successivi abbiamo organizzato un
proprio a casa nostra, sarebbe una gran cosa, staremo a vedere...
sunset shooting al carosello sul primo big air della stagione. Durante il
Per il momento è tutto, ci si vede in giro!
Aiace Bazzana - Foto: Alessandro Belluscio Martino Valle - Foto: Aiace Bazzana
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IL GENEROSO OVEST Testo di: Aiace "Ach" Bazzana e Stefano "Steo" Gex Foto courtesy: http://www.scuolascicourmayeur.com/ http://areaeffe.blogspot.com/
Qui a Courmayeur la stagione non è partita alla grande, come in tutta Italia la neve si è fatta aspettare fino all'ultimo. Fortunatamente vivendo non lontano da Cervinia abbiamo potuto sciare bene fin dai giorni di Sant'Ambrogio. I ragazzi dell'Indian Park hanno da subito costruito un bella linea di rail sulla quale ci siamo scaldati alla grande. Nei giorni successivi grazie al bel lavoro dei gattisti di Courma, abbiamo iniziato a sciare anche sulle piste più alte di casa nostra. Grazie a Dio nella nostra zona la neve non si è fatta aspettare più di tanto e così siamo riusciti ad averne abbastanza per iniziare le vacanze di Natale con il resort tutto aperto. Io e Stefano da anni facciamo parte della Scuola sci Courmayeur dove grazie al club annuale di nome Jibbing abbiamo l'opportunità di insegnare a dei ragazzi che amano il freestyle e il freeride come noi. Questo fa si che insegnare sia un po' meno noioso, soprattutto perché non si tratta del semplice insegnamento di una tecnica ma ci dà la possibilità di trasmettere la nostra passione per la montagna. Con questi ragazzi andiamo in giro per l'Italia in cerca di park nei quali allenarci. Purtroppo a Courma non possiamo lavorare al meglio sul freestyle in quanto non abbiamo ancora uno snowpark adatto
alle nostre esigenze. Tuttavia il comprensorio si presta mol-
Ema Gex Foto: Pietro Celesia
tissimo al freeride, offrendo un backcountry incredibile dove trovare cliff di tutte le dimensioni, canalini estremi e boschetti. Subito dopo le vacanze di Natale siamo stati premiati con un'abbondante nevicata che ci ha permesso di togliere la giacca da maestro e prendere i padelloni per andare tutti insieme a fare freeride. Ci siamo divertiti sia sul comprensorio di Courma che sul Monte Bianco dove abbiamo trovato le condizioni per sciare su canali più impegnativi, con discese che sfiorano i 50° di pendenza. Grazie a queste abbondanti nevicate ed un periodo di basse temperature Cormayeur è riuscita come l'anno scorso ad ospitare una tappa del Freeride World Tour. La gara si è svolta sui fantastici pendii del Mont Fortin dove gli atleti sono riusciti ad esprimersi al meglio offrendo ai numerosi spettatori cliff e linee da paura. Come tutti gli anni in settimana riusciamo a ritagliarci un po' di tempo per andare a Pila in park a fare due salti, per noi andare a girare all'area Effe è sempre un piacere perché gli shaper Ivo e Bazza oltre a fare un ottimo lavoro sulle strutture sono anche buoni amici e fanno si che le giornate, tra un salto e l'altro, finiscano sempre con una bella grigliata e una
Stefano Gex - Foto: Pietro Celesia
birretta in compagnia. Ora ci aspettano 15 giorni di lavoro intenso per le vacanze di Carnevale, durante le quali cercheremo di programmare al meglio le prossime trasferte con i ragazzi del Jibbing previste dopo febbraio in giro per l'Italia, in particolare a Livigno e Bardonecchia. Al momento è tutto, ci si vede presto in giro!
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FINALMENTE RICOMINCIO A GIRARE Testo di: Arianna Tricomi Foto: Carolina Bagnato
Ciao a tutti! Finalmente anche per me è tornato l'inverno, visto che non ne potevo più di non girare per quasi un anno a causa di un infortunio alla schiena! Insomma la stagione è iniziata, anche se purtroppo qui in Alta Badia di neve non ce n’è molta! Fortunatamente a inizio gennaio ho avuto l'occasione di andare in Austria qualche giorno a fare qualche foto ed è stato fantastico tornare in park a girare e passare un po’ di tempo con un bel gruppo di amici! Durante il mese di gennaio non aspettavo altro che fosse pronto il park di Alta Badia, il mio home resort, ma il tempo non è stato molto d'aiuto e quindi ho dovuto aspettare la fine di gennaio. Non ostante tutto ora il park è bellissimo, i kicker non sono grandi ma ogni giorno mi diverto come non mai. Conto i minuti a scuola per poter uscire e andare a girare con i miei amici! Verso inizio febbraio ho partecipato ai Mayrhofen Freeski Open, anche se non volevo andarci perché non ho avuto modo di allenarmi molti giorni. Il pretesto l'ho avuto da mia mamma che, compiendo gli anni in quei giorni ha deciso di regalarci una piccola vacanza in Austria, era il compleanno… senza pretese ho partecipato al contest… e sono arrivata seconda! Era da molto che non mi sentivo così felice, ero molto soddisfatta e soprattutto molto contenta per come è guarita la mia schiena! Per il momento mi sto divertendo qui in park a girare con i miei amici, ogni tanto mi faccio filmare, speranzosa di potermi qualificare per il "Nine Queens", sarebbe un vero sogno. Per il resto della stagione ho in
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programma ancora qualche contest e alcuni photoshooting, anche se al momento sto benissimo qui nel mio park! Ovviamente spero anche che arrivi un po’ di powder per andare a fare due curve in fresca! Finito l'inverno dovrò concentrarmi un pochino sullo studio, aspettando l'estate per poter andare in Nuova Zelanda a sciare, non vedo l'ora! Un grazie agli sponsor, alla mamma, al papà e a tutti i miei fantastici amici! Yeah
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Intervista di: Marco Melloni e Giulio Guadalupi Foto di: Dave Mossop - Sherpas Cinema, Chris Figenshau, Chris O’Connell, Patrik Lindqvist
INCONTRARE JP AUCLAIR AD ISPO, DOPO CHE L’ANNO SCORSO AVEVAMO AVUTO IL PIACERE DI CONOSCERE SETH MORRISON, RENDE L’APPUNTAMENTO ANNUALE IN OAKLEY SEMPRE PIÙ PIACEVOLE. ECCO COSA CI HA RACCONTATO MONSIEUR AUCLAIR.
Street session “All I Can” Sherpas Cinema
© C. O’Connell
46 Giappone 2006
© C. O’Connell
Giappone 2005
Ciao JP è la prima volta che vieni ad ISPO? Che
supremazia americana si sono visti ottimi risultati
gareggiato per 4 anni. A 20 anni però mi sono reso
sensazioni hai del freeski in Europa rispetto a
anche in Europa.
conto che non c’era la libertà di fare i salti che volevo e c’erano regole che mi andavano un po’
ciò che si respira negli Stati Uniti? Non è la mia prima volta ad Ispo, è dal 2002 che
Sei stato uno dei primi a credere nello sci
troppo strette. Ho quindi cavalcato la scena freestyle
vengo ogni anno. E’ incredibilmente gigantesca
freestyle, che anni erano e da che esperienze
sci che stava nascendo proprio sulle orme dello
questa fiera, e devo dire che respiro molta
precedenti venivi?
snowboard, con gare dedicate nei park e i primi
eccitazione probabilmente poiché c’è molta neve in
Tutto è iniziato con lo sci, a 5 anni sciando con il mio
segmenti di filmato a me dedicati. Fino al 2001 ho
Europa ad oggi. In USA quest’anno non abbiamo neve
babbo e mio fratello prendevo le gobbe che si
continuato a fare entrambe le cose ma poi mi sono
da nessuna parte, è una buona situazione
formano a bordo pista facendo i miei primi
accorto che le gare mi avevano stufato e mi sono
esclusivamente nel Nord della British Columbia e in
trickettini, come aprire le gambe o raccoglierle di
concentrato sui filmati, lì puoi fare quello che vuoi
Alaska. Ispo 2012 è veramente pieno di gente e
lato. Poi dai 12 ai 16 anni ho seguito un intenso
dove vuoi, il massimo della libertà d’espressione. Ad
questo è molto positivo perché è un bel segnale di
programma di allenamento per le gare, dove ho
oggi la mia evoluzione mi sta portando verso
ripresa per il settore, questa fiera è molto più
potuto lavorare molto sulla tecnica di base e sulla
l’alpinismo, voglio imparare sempre di più a vivere la
grossa ed attiva rispetto al Sia che si tiene negli
competizione. Ma durante questo periodo ho iniziato
montagna, per questo motivo anche la prossima
States. Al contrario credo che ad oggi dal punto di
anche a capire che il mondo del racing era un po’
stagione sarò sulle Alpi.
vista dei filmati ci sia una bella differenza tra le case
troppo quadrato per i miei gusti. In quel periodo in
di produzione americane e quelle europee. Il
Québec mi hanno ritirato molto spesso lo skipass
Già da subito non ti sei limitato a vivere lo sci da
prodotto americano è molto più professionale e solo
perché era vietato saltare, io non sopportavo per
atleta ma hai proposto le tue idee in campo di
negli ultimi due anni si inizia a vedere qualche cosa
niente queste regole assurde. L’unico modo per non
design collaborando con le aziende, quali sono
di tosto uscire dai computer di produttori europei.
perdere lo skipass è stato quello di iscriversi al
stati i primi passi in questo campo?
Questo è un segnale di evoluzione simile a quello
Freestyle Club locale, ho quindi abbandonato le gare
Ho studiato Design dopo la High School, ero molto
avuto nel mondo dello snowboard, dove dopo la
per fare Mogul, in cui mi sono allenato e ho
appassionato anche nei confronti della scuola.
© C. O’Connell
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British Columbia - 2006
© Chris Figenshau © Chris Figenshau
Monte Bianco - 2011
© Chris Figenshau
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Purtroppo ho fatto fatica a conciliare le gare ad alto livello con gli impegni di studio e ho quindi deciso di dedicarmi solamente allo sci. Ma la passione per il design è rimasta e ho potuto metterla in pratica nel mondo dello sci, dove c’è la possibilità di lavorare molto sui materiali e le attrezzature sono sempre in evoluzione. Con Salomon ho collaborato a realizzare un po’ di prodotti, per esempio il Pocket Rocket, mi sono reso conto però che in un’azienda così grossa le decisioni erano troppo soggette a lungaggini e non c’era flessibilità. Nel 2002 quindi è partita l’avventura di Armada. Lì posso mettere a frutto tutta la mia creatività e scendere direttamente alle presse per modificare o creare il prodotto; è molto appagante. Lo stesso succede con Oakley, anche qui posso lavorare sulle grafiche e avere voce in capitolo sui materiali. Sono certo che anche a voi capita usando i materiali tecnici di pensare: se ci fosse uno strap in questo punto, se si potesse fare questo cambiamento. Io ho la fortuna di interagire con i differenti team di designer per provare e realizzare queste migliorie.
Š P. Lindqvist
Monte Bianco - Rond - 2012
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© C. O’Connell © D. Mossop
Street session “All I Can” Sherpas Cinema
Come è nata l’idea di fondare Armada? Come dicevo poc’anzi volevamo essere un piccolo gruppo di persone con il medesimo goal e la stessa attitudine mentale. Cosa significa il nome JJ, ora che Julien Reigner è passato in Black Crows? Questa sua fuga come ha modificato l’assetto di Armada? Il JJ era appunto il pro-model mio e di Julien. Io e lui avevamo lo stesso concetto di sci e lo shape era uguale, allora per contenderci la posizione abbiamo
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scherzato sulla cosa e lo sci è nato come JP vs Julien, avevamo uno sci a testa su cui curare la grafica. Poi, dopo che Julien se n’è andato oramai lo sci aveva la sua connotazione ed era apprezzato, così lo abbiamo lasciato con il nome di JJ. Da quando lui è andato via da Armada non è cambiato niente in azienda, ed è rimasto il mio migliore amico con il quale scio spesso e molto volentieri. Inoltre credo che Black Crows sia un’ottima azienda ed è bello che possa crescere, perché fa bene al settore. Sei stato e sei considerato tutt’ora un simbolo del freestyle ma poi quest’anno tutti ti hanno visto accanto a Seth Morrison sulle linee più toste del Monte Bianco, ti stai convertendo allo sci ripido e all’alpinismo? Si è il mio prossimo obiettivo, il freestyle sono le mie radici, ma ora sono attratto dalle montagne estreme. Voglio essere più intimo con la vita di montagna e proprio l’alpinismo credo che abbia questa caratteristica. Quando usi l’elicottero tutto è molto veloce ed immediato, parti dal paese e in pochi minuti ti trovi sulla cima e scendi per ripeterlo ancora. Non respiri la montagna nella sua essenza. Con l’heliski tutto si muove veloce, con l’alpinismo invece hai il tempo di immergerti nell’esperienza, trovo si adatti molto di più al mio carattere, forse sono una persona lenta.
© C. O’Connell Giappone 2005
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Ci hanno detto che ti sei trasferito a vivere in
andare a lavorare sul montaggio ed essere sicuro di
anche evoluzioni e trick classici, vedo una certa
Svizzera, lo hai fatto per amore delle Alpi o di
aver realizzato qualche cosa di originale, che hai
connessione tra lo sci del ’70 e quello del 2010.
una donna?
pianificato nel dettaglio.
Inoltre ci sono anche molti giovani sciatori professionisti che hanno stili molto vintage come Kye
Un po’ tutte e due le cose. Voglio essere più vicino alle montagne, prima stavo a Québec City ed ero via
La tua parte di street in “All I Can” ha riscosso
Petersen che scia con le gambe molto unite e le
per molte settimane da ottobre a maggio. Ora voglio
un successo planetario, come è nata l’idea,
braccia larghe, questo fa molto seventies. Anche Eric
essere più stabile. Con l’esperienza di sciare a
quanto ci avete messo a realizzarla?
Hjorleifson ha uno stile classico. Mi piace l’idea che
Chamonix fatta l’anno passato con Seth ho
Quando ero bambino, come tutti, guardando dal
lo sport possa andare a prendere idee e stili dalle
conosciuto molta gente simpatica che mi ha
finestrino mi immaginavo che ci fosse uno sciatore
origini.
affascinato. Voglio imparare e fare esperienza in alta
immaginario che percorreva il panorama davanti a
montagna e carpire i segreti dello sci in Europa.
me, con trick, salti, anche molto improbabili. La
Molte aziende un tempo orientate al freestyle,
Tornerò anche in America naturalmente, ma
volontà di questo video è stata proprio riprodurre
propongono ora modelli di sci compatibili con le
complice anche la mia ragazza che ora vive in
quello sciatore e quell’immaginazione. Ci sono volute
pelli e molte aziende che si identificavano solo
Svizzera, posso condividere entrambe le esperienze.
tre settimane per completare la parte lo scorso
con l’alpinismo si sono rivolte al freestyle, cosa
marzo, ed è stato un duro lavoro, ma il risultato mi
ne pensi?
ha molto soddisfatto.
Negli anni ’90 c’è stato un grosso sforzo per creare
Nella carriera hai vinto tra le altre cose il primo
settori molto ben definiti: Big Mountain, Backcountry
US Open, poi sei arrivato secondo al Line Catcher nel 2009 e secondo al Cold Rush nello
Cosa dobbiamo aspettarci dal camaleontico JP
Freestyle, etc. Non mi sono mai ritrovato molto in
stesso anno, sei stato anche protagonista in
per il futuro prossimo e come si evolverà il
questo tipo di segmentazione di mercato; infatti
numerosi video, qual è la tua dimensione ideale,
freeski nei prossimi anni?
ritengo che alla fine sia sempre la stessa cosa,
preferisci le competizioni, le video part o altro
Non so, faccio queste cose da quando ho 5 anni e ho
sciare, magari su terreni diversi con stili diversi ma
ancora?
sempre trovato nuove ispirazioni, ora certamente
non certo cose che uno sciatore non ama nella sua
I video come dicevo, perché puoi andare ovunque e
l’alpinismo e la montagna sono il mio prossimo step
interezza. Ad oggi le cose sono cambiate, per
divertirti al massimo. Non hai degli schemi di salti
personale. Non so quanto ci vorrà perché so che non
esempio The North Face, che ha sempre comunicato
preparati e fissi, puoi veramente interpretare il
si smette mai di imparare, ma certamente mi
un approccio di alta montagna ha preso come atleta
terreno ed essere originale. E inoltre spesso
concentrerò di più in questo settore. A livello di
Tom Wallisch, questo è un segnale importante di
immagino la colonna sonora e il montaggio della
freeski in generale penso che sarebbe bello ispirarsi
come tutto stia tornando alla sua matrice unica.
sequenza prima di fare una linea. E’ fantastico
alle origini, mi sembra che i ragazzini riscoprano
Questa tendenza mi trova d’accordo.
Intervista di: Giulio Guadalupi Foto: Adam Clark
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PROTAGONISTI DI SERVIZI FOTOGRAFICI SPETTACOLARI E VIDEO MOZZAFIATO, DA ANNI LI AMMIRIAMO QUALI ICONE MONDIALI DEL FREERIDE. ABBIAMO VOLUTO CONOSCERLI MEGLIO PER CAPIRE UN PO’ DI PIÙ COME SONO DAVVERO, E ABBIAMO SCOPERTO CHE OLTRE AD ESSERE FREESKIER INCREDIBILI SONO DAVVERO DUE RAGAZZI SPECIALI. SAGE CATTABRIGA-ALOSA Ciao Sage, tutti sappiamo dei tempi difficili, spesi nel retro di una cucina a lavare piatti ad Alta per guadagnare i dollari necessari a pagare uno skipass. Ora sei una superstar della scena mondiale del freeski! Ti mancano i tempi in cui non c’era la notorietà e tanti sbattimenti o stai vivendo il sogno? Certamente sto vivendo un sogno fantastico, ma la vita del Pro non è tutta rose e fiori, ci sono doveri e difficoltà, e tante volte si è costretti ad allenare la propria pazienza. Certo non mi manca il lavoro di lavapiatti, ma un po’ quella vita che mi permetteva di concentrarmi esclusivamente sullo sciare tutti i giorni e sulla ricerca della neve migliore. Il trucco è trovare l’equilibrio tra le attività obbligatorie, e quelle piacevoli, e ci sto riuscendo non male. Quale sarà il tuo futuro, uno zombie che scia e carica ancora a oltre 50 anni come Glen Plake, o in ritiro spirituale in un rifugio disperso? E’ difficile dire cosa potrà succedere. Ho un piano per i prossimi 10 anni, voglio continuare a sviluppare il mio amore per la montagna e la mia esperienza a tutti i livelli. Sono certo che rimarrò un punto di riferimento nella scena mondiale ancora per un po’. Potrei diventare un ambasciatore per differenti brand o magari decidere per un percorso completamente diverso, chi lo sa il tempo farà il suo lavoro. Per due anni consecutivi hai gareggiato al Linecatcher finendo appena fuori dal podio, sei pronto a salirci nel 2013? Cosa ne pensi di questi eventi di backcountry-freestyle? Amo il Linecatcher e gli altri eventi simili, che sono completamente orientati al Powder. Rappresentano perfettamente dove sia arrivato lo sci, infatti in questo genere di
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trick su linee Big Mountain. Su questi tipi di terreno
calcato e lasciare per primo la tua traccia. Oltre a
le diverse capacità e le proprie caratteristiche per
e esposizioni non c’è molto spazio per sbagliare ed è
questo la vicinanza con l’oceano crea le condizioni
ottenere un risultato. Sono molto tentato di tornarci.
questo che rende epici molti dei gesti atletici che
ideali per avere una tipologia di Powder molto
E’ un evento basato sui trick fatti però su di una
vediamo. Su terreni meno pericolosi ci sarà una
soffice ma stabile anche su pendii molto ripidi.
parete molto tosta, il massimo del divertimento!
continua evoluzione in questo senso, chissà chi
Neve incredibile, catene montuose inviolate e
chiuderà il primo 1080 su un 20 metri?
indimenticabili avventure mi fanno tornare ogni
competizioni è necessario bilanciare correttamente
anno. Non è facile, se vuoi filmare e fare tanto
Nei tuoi video ammiriamo come spesso misceli linee Big Mountain con trick freestyle.
E’ chiaro a tutti che tu sia innamorato
heliski devi stare lì per molti giorni; per avere una
Sei stato un po’ il primo a introdurre questo
dell’Alaska, cos’è così speciale laggiù? Quanto
sola possibilità di filmare con il bel tempo vanno
stile e ora tante nuove leve mostrano
ci metti a completare un pezzo di filmato?
via anche due settimane. Ma quel giorno in cui
rotazioni su cliff spessi. Chi ritieni abbia le
Cosa fai nelle giornate infinite di attesa per il
l’elicottero si può alzare capisci sempre che ne è
carte per scrivere pagine di storia in futuro?
bel tempo?
valsa la pena.
Quale pensi possa essere l’evoluzione in
L’Alaska è un posto fantastico, lontano, selvaggio e
questo senso?
incredibilmente vasto. Le catene montuose si
Cosa fai oltre a sciare? Ho letto qualcosa
L’evoluzione è sotto gli occhi di tutti, i filmati
diramano in tutte le direzioni lasciando aperte
circa avventure imprenditoriali nella
confezionati da Sean Pettit, Kye Petersen e Dane
moltissime opzioni pronte per essere esplorate.
produzione di cappelli?
Tudor la passata stagione parlano da soli. Loro
Non sono molti i posti sul nostro pianeta dove
Si ho anche molti progetti fuori dal mondo neve. Io
rappresentano certamente il futuro della fusione di
puoi trovare montagne che mai nessuno ha
e la mia ragazza abbiamo aperto un’azienda che
produce cappellini per feste e varie gadget.
mutamento del clima il problema ma tutte le
effettuare nuove avventure in zone diverse, con
Entrambi abbiamo una forte vena artistica ed è un
altre conseguenze che ritengo non si possano
attrezzatura performante in entrambi i sensi,
modo per metterla in pratica. La nostra azienda si
immaginare appieno ad oggi. Iniziare è già buono
salita e discesa, cosa ci aspetta ancora?
chiama Dangerland (dangerland.com), poi faccio
non solo per se stessi ma per tutti quanti,
anche arte digitale, mi esprimo con la computer
FALLO!
Pubblichiamo una doppia ITW, tua e di Ingrid
graphic. Ho un’altra
Backstrom. Lavorate per
azienda che si occupa di
due differenti case di
questo, si chiama
produzione di filmati,
Nomadic Event Design,
avete mai sciato insieme?
creiamo spazi dedicati per
Che ne pensi di lei?
eventi e party, miscelando
Ingrid è una persona
la percezione dei diversi
speciale, e una sciatrice
sensi del pubblico, per
esperta. Anche se non
fornire sensazioni mirate.
filmiamo insieme sciamo
Io guido la parte di
spesso assieme, grazie al
proiezione digitale in
fatto che abbiamo uno
questa realtà e mi piace
sponsor in comune (The
molto.
North Face). Ingrid ha uno stile eccezionale e si è
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In estate che sport fai?
cimentata in un bel po’ di
Principalmente faccio
spedizioni che hanno
mountain bike, è perfetta
arricchito la sua
per rimanere in forma ma
esperienza anche in alta
soprattutto
montagna. L’anno scorso
maledettamente
abbiamo scalato insieme il
divertente. Ho una bici da
Denali in Alaska, la cima
Downhill e una da All
più alta in tutto il Nord
Mountain e mi piace sia
America. La sua presenza
l’adrenalina di una bella
ed esperienza sono state
discesa che la fatica e la
fondamentali per la buona
soddisfazione di una
riuscita della spedizione.
pedalata con dislivelli.
Certamente anche in questa stagione troveremo
E’ stato detto molto sul
il modo di passare tempo
cambio di clima che
insieme.
vediamo sul pianeta, ci sono organizzazioni
Hai progetti speciali di
attive come “Protect
cui ti va di parlarci?
our winter”. Cosa ne
Prossime curve in
Pensi? Pensi che chi ha
Powder, dove e quando?
il potere di fare
Quest’anno TGR ha definito
qualcosa di importante
che filmeremo principalmente in Alaska e
cambierà il focus dalla convenienza economica a quello del
Il mercato si sta evolvendo con attrezzature
quindi sono in partenza per Girdwood nei
benessere della umanità?
specifiche, per salire con le pelli ed essere
prossimi giorni. Proprio oggi una crew è partita
Beh tutto si basa sulla coscienza di ognuno, tutti
aggressivi in discesa. Cosa ne pensi di questa
con camion e motoslitte per la nostra
usiamo risorse e ogni azione anche la più piccola
evoluzione?
destinazione, dove staremo per i prossimi tre
può essere benefica. Certamente persone come
E’ affascinante quello che sta succedendo oggi
mesi. Dovrebbe essere una bella avventura.
noi che hanno un seguito hanno il compito di
nell’industria dello sci, arrivano nuove proposte
lavorare sodo per aumentare la conoscenza del
che ci permettono di evolvere il modo di
Beh non possiamo che augurarti buon
pubblico, tutti possiamo fare qualche cosa. Se si
interpretare la montagna così come di ampliare le
divertimento, siamo certi che vedremo i
guarda il problema nella sua totalità sembra
possibilità di accedere ad aree più remote. Tutto
risultati di questa supersession la prossima
insormontabile, ma dobbiamo partire cambiando
si basava sull’uso di elicottero o motoslitta o gatto
stagione, che invidia però! Grazie Sage e
le nostre abitudini personali, non è solo il
delle nevi. Ma ad oggi per tutti è possibile
PUSH IT!
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Intervista di: Giulio Guadalupi e Marco Melloni Foto: Adam Clark
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INGRID BACKSTROM
è venuto a mancare Arne, per il quale ti faccio
discreto successo insieme ai miei fratelli e ho
Ciao Ingrid parlarci un po’ di te, da dove vieni
le condoglianze, nel terribile incidente
continuato fino all’università. Avevo molti amici
e come mai nella tua famiglia sembra che
sciistico in Perù, il tuo amore per questo
che facevano freeski e ho iniziato a seguirli, mi
siate tutti “pazzi per la neve”! Chi ha
mondo ha in qualche modo subito una scossa?
sono spostata a Lake Tahoe, dove per sopravvivere
influenzato chi?
Innanzitutto grazie, dopo la scomparsa di Arne,
facevo lavoretti e sciavo a più non posso.
Ciao! Sono di Seattle, il resort dove sono cresciuta
non è cambiato il mio modo di amare la
E qui che con la community locale ho iniziato ad
è Crystal Mountain nello stato di Washington, è lì
montagna. Ma certamente ora mi approccio in
amare questo sport ancora di più. Ho iniziato a
che ho mosso i primi passi sugli sci. Da dieci anni
modo differente. Non voglio sciare linee troppo
cimentarmi in alcune gare di freeski e subito ho
vivo a Squaw Valley, Lake Tahoe in California. La
esposte o molto pericolose. Semplicemente sono
capito che questa era la gente con la quale volevo
mia famiglia è sempre stata appassionata a
più cauta e consapevole degli enormi rischi che
condividere la mia passione.
questo sport, tanto che entrambi i miei genitori
molto spesso si corrono in certe situazioni.
facevano parte delle guide locali. Crescendo
Da quanto sei una skier professionista? Svolgi
quindi ci hanno trasmesso la passione per questo
Il tuo nome è associato al freeride e al
altre attività o vivi solo di questo?
sport che è rimasta radicata in me.
backcountry freestyle, sei arrivata a fare
Da 6 anni sono professionista e riesco a viverne,
questo passando dal freestyle, dallo sci alpino
un sogno! Tutto è cambiato quando ho fatto il
La passione per la montagna che condividi
o questo è sempre stato il tuo modo di vederti
primo video per la Matchstick Productions, questo
con i tuoi fratelli vi ha portati alla massima
con gli sci?
è stato il salto che mi ha permesso di guadagnare
notorietà nello sci e nello snowboard. Quando
Iniziai a gareggiare tra i pali a 12 anni, con un
a sufficienza per mantenermi.
62 Cosa fa Ingrid Backstrom quando non scia?
argomento poco tempo fa con Guillame di
Ti abbiamo vista nel video Matchstick – Attack
Sono una semplice Nerd che ama leggere,
“skipass.com”. I maschi hanno molto spesso molti
Of La Nina, nella parte girata in Canada. 20
cucinare, ma soprattutto vivere all’aria aperta, e
più modelli ai quali rifarsi durante gli anni della loro
giorni di campeggio con Eric Hjorleifson e
stare con gli amici.
formazione, padri, nonni e fratelli che sciano. Inoltre
James Heim, ci parli di questo posto e di
è normale per un maschio essere o “dover” essere
quest’avventura?
Cavolo ti definisci una Nerd?
coraggioso, spingere aggressivamente e lavorare a
E’ stato un viaggio incredibile, non volevamo
Nerd nel senso che non sono una che ama fare tardi
migliorarsi. Poche donne hanno la nonna o la
assolutamente tornare nella civiltà. Certo il tempo
o particolarmente pazzoide o che ha una vita
mamma che le insegna a droppare cliff, o a mollare
avrebbe potuto essere un po’ più clemente, su 17
superselvaggia, sono semplice, mi sfogo già in
tutto su un pendio, gli viene invece insegnato ad
giorni di viaggio siamo riusciti a filmare per soli 5
montagna.
essere responsabile e ad essere un riferimento nel
giorni. In campeggio con il brutto tempo è stata
loro gruppo. Penso però che le nuove generazioni
una vera avventura ma a parte questo era un vero
Non molte skier americane o europee hanno
femminili, potranno in futuro essere un riferimento
paradiso. Fonti termali naturali, incredibili
degli sponsor e girano il mondo come te, come
per le donne più giovani, e quindi il numero di donne
montagne da tracciare, niente telefono, niente
mai secondo te, sono le ragazze a non avere
in questo sport non può che aumentare.
internet, solo un gruppo di amici attorno al fuoco. La vita diventa fantastica quando ci si accontenta
questa ambizione/interesse o gli sponsor/le case
delle cose semplici.
di produzione preferiscono puntare sui ragazzi?
Sei praticamente sempre in giro con i ragazzi,
Io scio per sciare, faccio quello in cui credo al meglio
che rapporto si crea con loro, c’è competizione
per essere soddisfatta. Non faccio discese o trick
o senso di protezione da parte loro o altro?
La tendenza nello sci si sta spostando verso
con scopi secondari. Non ho il particolare obiettivo di
Direi che il livello è paritetico, è bello discutere e
un’attrezzatura che permetta di salire con
modificare la scena femminile. Le donne hanno una
analizzare le linee insieme, e poi condividere
pelli e scendere a bomba, il mountaineering è
struttura corporea differente e anche a livello
avventure stupende. Mi piace molto il rapporto che
la vera fusione tra il touring ed il freeride,
mentale l’approccio è differente. Io non vedo la cosa
si crea nel nostro ambiente, si vive intensamente
che ne pensi?
come una competizione, o un confronto nel quale si
ogni minuto e si creano amicizie incredibili che
Sono d’accordo che la tendenza su tutto il
è uguali. Credo infatti che sia semplicemente sciare,
durano secoli. Nel momento in cui condividi certe
movimento vada in questa direzione. Molte
ognuno ha il suo stile e il suo modo di affrontare la
sensazioni l’empatia è talmente forte che fonde dei
persone oggi possono raggiungere facilmente
montagna. Pensa, parlavo proprio di questo
legami indissolubili.
zone immacolate con le pelli per poi spingere al
massimo in discesa con impronte sotto gli scarponi superiori ai 110mm. Il gap tra freeride a alpinismo si sta chiudendo, spero solo che la sicurezza rimanga un primario obbiettivo per tutti, la montagna è un elemento naturale, attenzione! Sei mai stata a sciare in Europa e in Italia? Se no consideralo un invito ufficiale, se si come ti è sembrato sciare sulle le nostre montagne? Grazie, Sono appena stata a Courmayeur e sull’Helbronner, fantastico! Mi piacerebbe molto sciare sulle Dolomiti, con la mia cara amica Giulia Monego. Devo venire a sciare con lei come le ho sempre promesso. Amo l’Italia! In Europa avete delle montagne molto più estreme, inoltre la tradizione sciistica è molto più antica. La gente sembra molto più a suo agio con i rischi e le linee esposte che si trovano soprattutto in Europa, è come se ci fosse una specie di Cavalleria nei confronti della montagna. In America il territorio è più semplice e i rischi sono minori, voi europei avete accettato il rischio e ci convivete. Pubblicheremo contemporaneamente la tua intervista e quella di Sage Cattabriga-Alosa. Condividete la sponsorizzazione con The North Face, ma girate per due case di produzione diverse, vi è capitato di sciare assieme? Cosa pensi di Sage? Ho avuto la fortuna di passare molto tempo con Sage, sia sciando che in bicicletta. Sembra un alieno rispetto alle persone normali, tanta è la positività, l’energia che sa trasmettere e la sua naturale capacità in tutti gli sport. La sua personalità è viva e porta felicità e voglia di vivere a chi gli sta intorno. Ogni tanto provo gelosia per lui poiché tutto ma proprio tutto gli viene naturale, chiude trick che a me costano numerosi tentativi, con una naturalezza disarmante. Tutto sembra facile se lo si guarda, ma poi la realtà è fatta anche di qualche acciacco.
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Boardcore - tel. 02.69017189 info@ boardcore.it
Testo Giulio Guadalupi Foto Mysticfreeride.com
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ABBIAMO ASSISTITO A REAZIONI DIVERSE, DALLO STUPORE ALL’ACCUSA DI PAZZIA, DOPO AVER DICHIARATO AL NOSTRO INTERLOCUTORE LA META DEL PROSSIMO RIDE TO DISCOVER. IL VIAGGIO AVVENTURA CHE PER MYSTICFREERIDE È ORAMAI UN APPUNTAMENTO FISSO NEGLI ULTIMI 7 ANNI E CHE CI HA PERMESSO DI CALCARE CON LE NOSTRE LAMINE MONTAGNE MOLTO SELVAGGE. CONFESSO CHE ANCHE NOI CONTINUANDO A RICEVERE INFORMAZIONI POCO RASSICURANTI DAI MEDIA INTERNAZIONALI, QUALCHE VOLTA ABBIAMO VACILLATO CIRCA LA SCELTA FATTA. MA ORA HO LA CONFERMA CHE I TELEGIORNALI NON DESCRIVONO LA REALTÀ DEI FATTI, QUESTA È SEMPRE MOLTO MA MOLTO DIFFERENTE QUANDO LA VIVI SULLA TUA PELLE. Tutto è iniziato l’estate scorsa, quando a cavallo della Mountain Bike e lontano da pensieri nevosi, Mauro Tarter, che per l’occasione ci mostrava i secret spot fantastici della sua Val di Fassa, ha iniziato a parlarci dell’Iran. Mauro ha passato oltre tre anni nel paese, con incarichi ufficiali come coach della nazionale iraniana di sci e snowboard. Questo è un preambolo non da poco per un viaggio del genere, avere lui come guida è stata la base del successo del viaggio. Lavorando sulla preparazione durante la stagione autunnale solo nel mese di gennaio ci ha fatto arrivare i visti per entrare nel paese, e ha cancellato i dubbi lasciando il posto all’emozione. Con il volo diretto che è disponibile solo una volta la settimana e “curiosamente” è praticamente vuoto, arriviamo subito a Teheran. La capitale è una megalopoli di ben 13 milioni di abitanti. La principale caratteristica è il traffico, si possono facilmente perdere anche tre ore per sbrigare le principali commissioni, e a livello di stile di guida un iraniano può far impallidire il palermitano più incallito. II
Gianandrea Lecco, si immerge nella Powder Persiana di Shemshak
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Mauro Tarter, schiaccia il tallone libero nei ripidi colouir di Shemshak
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85 imperioso sulle altre montagne. Quella è la meta finale che vogliamo raggiungere entro la fine del viaggio. Raggiunti i 3800 metri della cima ci si apre un panorama mozzafiato, del quale ci beiamo a lungo prima di recuperare le forze e le gambe per iniziare la discesa. Le vette conquistate con il sudore hanno un gusto particolare, apprezzi la discesa in maniera codice della strada è molto fantasioso, o meglio ne è
nostro agio. Il primo giorno studiamo il territorio
diversa rispetto a quando sei trasportato sulla cima.
fantasiosa la loro interpretazione, più di una volta ci
utilizzando gli impianti disponibili, apprezzando le
Ogni curva che tracci sul manto nevoso, aumenta il
attacchiamo al sedile in preda al panico. La presenza
notevoli aree vergini dove toglierci un po’ della fame
gusto e la soddisfazione del traguardo raggiunto. La
di autoveicoli è massiccia e si capisce subito che la
di Powder che caratterizza un po’ i nostri inverni. Il
discesa è tecnica, su neve variabile, bisogna
potenza economica del paese si basa fortemente
secondo giorno partiamo di buon mattino dai 2500
verificare attentamente i riporti di vento per
sull’esportazione del greggio. Introito che permette
mt del paese. Il dislivello, superato alternativamente
accertarsi di curvare sul morbido. Siamo consci di
al regime di prosperare, e avere una popolazione
tra pelli e cammino sulla parte più ripida, è di oltre
non avere margine di errore, non c’è assistenza
relativamente benestante.
1300mt, che abbiamo coperto in circa quattro ore.
organizzata e tanto meno elicotteri che ci possano
L’altitudine ha appesantito le gambe e la conquista
trarre d’impaccio. Non abbiamo potuto comunicare
Il viaggio ha alternato sapientemente l’utilizzo degli
della vetta è cadenzata da passi misurati e ben
apertamente lo scopo del nostro viaggio, poiché il
impianti disponibili a spedizioni alla conquista di
calibrati. La neve in alcuni tratti è molto ventata e
regime non apprezza spedizioni con fini giornalistici,
cime inesplorate, permettendoci di recuperare a
rigida e i traversi obbligano a calcare ogni passo per
e pertanto abbiamo sempre mantenuto un basso
livello fisico le forze necessarie.
essere certi di rimanere sulla lamina senza
profilo. La discesa è veloce e ai piedi del massiccio
Tre sono state le spedizioni principali, che hanno
perderne la tenuta. La salita è accompagnata da un
roccioso che abbiamo appena firmato sogniamo
insaporito l’esperienza.
sole pieno e da una vista mozzafiato. Al primo stop
l’opportunità di poter tracciare ancora, ma siamo
La prima cima conquistata è stata il monte Oak nella
di ristoro, dopo circa un’ora e mezza di pellata,
solo all’inizio e quindi armati di pazienza risaliamo
zona di ShemShak, stazione sciistica a poco più di
prima di attaccare a piedi il pezzo più impervio, ci si
una parete, evitando un pericoloso salto di roccia di
due ore dalla capitale. Questa è la zona con le
presenta alla vista la cima del vulcano Domovand,
40 metri, per raggiungere la strada.
montagne più ripide, ci siamo quindi trovati subito a
alla nostra sinistra, che con i suoi 5700 metri svetta
86 Dopo due giorni è tempo di cambiare zona, decidiamo di passare la notte a Dizin. Resort molto quotato e definito International per lo standard degli impianti, molto più numerosi, ma sempre datati. Dopo aver perso le solite ore nel traffico di Teheran, e aver sbranato una pizza nel locale italiano di un amico iraniano di Mauro, partiamo con il nostro fido driver per le tre ore di viaggio che ci separano da un agognato letto. A mezzanotte passata da poco, in una
praticanti. E’ una stazione molto rinomata, voluta
ritardo, puntiamo la cima sopra Dizin. Dopo una
vallata con poche luci, si rompe il filo
dallo Sha di Persia prima della rivoluzione Islamica
veloce ascesa ci aspetta una lunga discesa
dell’acceleratore del furgoncino, durante un
che ha instaurato l’attuale regime negli anni ’70. Il
nell’immensa vallata. La visibilità sta calando
sorpasso azzardato. La stanchezza comincia a farsi
livello degli sciatori è alto così come le attrezzature
velocemente e ci tocca affrontare ogni passaggio
sentire e i -18° ci fanno rabbrividire ancor di più ma
che in questa zona sono molto moderne. La giornata
con cautela, anche la temperatura sta scendendo
non ci perdiamo d’animo e dopo aver tentato di
di decompressione ha avuto lo scopo di farci
repentinamente e la neve soffice e morbida del
sistemare il pedale dell’acceleratore, utilizzando le
esplorare i dintorni particolarmente ricchi di vergini
giorno prima si sta facendo pesante. Il grandioso
mitiche Fascette Legrand di cui siamo dotati ci
discese di fresca, e di tracciare la via per la
panorama permette di goderci la discesa, ma tutti
colleghiamo alla farfalla dell’acceleratore. E così con
traversata che ci aspettava la giornata seguente. Il
siamo in apprensione per la tenuta del manto
acceleratore a mano e cambiata a 4 mani, riusciamo
mattino non ci porta buone nuove, il fantastico cielo
nevoso; l’arrivo a Darbandasar è sicuramente un
a coprire l’ora e mezza di strada che ci separa dal
azzurro che ha caratterizzato le tre giornate
sollievo.
resort. Siamo rimasti abbastanza stupiti
precedenti ha iniziato a guastarsi, e mentre cala la
nell’apprendere che l’autista del pulmino ha deciso
visibilità aumentano i dubbi sulla fattibilità del
PRONTI PER UN PO’ DI STORIA.
di rientrare con il furgone in quelle condizioni fino a
nostro programma. Attraversare con gli sci i passi
Approfittando delle previsioni di brutto tempo dei
Teheran. Poi, giusto il tempo di appoggiare la testa al
che collegano Dizin a Darbandasar. La traversata
successivi due giorni decidiamo di spostarci a sud,
cuscino e perdiamo i sensi.
può essere coperta in circa due ore con gli sci,
esattamente a Shiraz, cittadina molto più piccola di
mentre è di tre ore e mezza con l’auto. Dopo essere
Teheran, ma comunque dal ragguardevole numero
A Dizin abbiamo potuto apprezzare come gli iraniani
saliti fino al punto di partenza del percorso e aver
di due milioni di abitanti. Dopo aver rischiato di
amino lo sci, stupendoci per l’ampio numero di
verificato che il maltempo in arrivo sembra essere in
perdere il volo, a causa del solito traffico estenuante
Massimo Mazzoleni, carvone al finire di giornata al Monte Oak
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Massimo Mazzoleni, Decollo verticale a Dizin
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della capitale, veniamo accolti da Mohammed.
La pioggia imperversa pesante e ben presto si
angolo è ricco di storia e di incisioni stupende, con
Mohammed e i suoi amici si dimostrano incredibili a
trasforma in una copiosa nevicata mentre ci
graffiti in lingua persiana. La giornata scorre veloce
livello di ospitalità. Sono sempre presenti e si danno
avvicinavamo a Pooladkaf, resort privato della zona.
e finiamo a visitare le tombe degli imperatori
un gran daffare per assicurarsi che non ci manchi
Ci fermiamo in un delirio collettivo dove la strada si
Persiani. Una parete di roccia alta almeno ottanta
niente. E’ qui che iniziamo a conoscere il reale
fa impervia, la maggior parte dei locali sono bloccati.
metri in cui sono stati ricavati i loculi e le incisioni
pensiero delle nuove generazioni iraniane. Pensiero
Abbiamo le catene a bordo e riusciamo a proseguire
per venerare le spoglie dei caduti. Costruzioni
ben sintetizzato dai moti di piazza che l’anno passato
mentre ci godiamo i giochi con le palle di neve di
immense che rapportate alla tecnologia dell’epoca
hanno colpito Teheran e che sono stati
questi bambinoni che si rilassano spensierati, per
lasciano davvero stupiti.
pesantemente contrastati dal regime con un alto
nulla preoccupati di essere bloccati per la strada.
Sulla via del ritorno, in gran segreto, altri amici di
numero di vittime. I giovani non condividono l’idea di
La giornata è impossibile, il resort è chiuso e a parte
Mauro che per l’occasione hanno speso la giornata
nascondere la brama di potere del regime che si fa
una veloce sgambettata nella nebbia ci ritiriamo ben
con noi, ci offrono del vino locale, fatto appunto con
scudo tramite la religione islamica, quando è
presto a visitare Shiraz. Un’immancabile giro nel
uva di Shiraz. Certo non si può comparare alla
evidente che le due cose sono ben distinte. Certo non
Bazar e una lauta cena tipica condiscono questo
nostra produzione, ma visto il rischio che corrono
è facile non poter uscire con una ragazza, e se
venerdì santo dell’anno islamico 1390. Il giorno dopo
per condividerlo non possiamo che finire ubriachi
fermati per strada rischiare di finire in guai molto
ci immergiamo nella storia di questo incredibile
sull’aereo che ci riporta alla capitale, facendo
seri, a meno che non sia presente un parente, e
paese che prima di chiamarsi Iran è stato per anni
attenzione a non esser notati.
naturalmente la ragazza deve avere sempre il capo
l’impero Persiano. Si quell’impero con cui sia i greci
coperto. Sono leggi difficili da comprendere per noi
che i romani si sono più volte scontrati, molto
Il nostro obiettivo primario è finalmente vicino, Il
ma sono difficili da accettare anche da parte dei
spesso perdendo. Persepolis il sito archeologico
vulcano Domovand, la montagna più alta dell’Iran. Le
giovani iraniani, che le vivono come un obbligo.
della vecchia città natale di Dario il Grande e Serse I
previsioni del giorno successivo danno una forte
dopo di lui, è conservata sufficientemente bene. Ogni
variabilità e non siamo certi di poter avvicinare il
mostro. Partiamo di buon mattino con un cielo
responsabile, con la radio walkie talkie.
sgombro in direzione del vulcano.
Apprendiamo, dal membro della polizia in borghese
Dopo un paio d’ore di macchina ci avviciniamo ai
che ci “interroga”, di essere finiti in area protetta.
piedi del vulcano passando per l’Imam Nazemi
Dopo aver controllato le nostre macchine
Mosquee Pass, su cui splende il sole. Ma appena in
fotografiche e averci costretti a cancellare qualche
prossimità del vulcano le brutte previsioni si fanno
immagine che ritenevano compromettente, ci
realtà, un’ampia porzione del gigante è coperta da
lasciano andare scortandoci sulla strada. Questo è il
una fitta coltre di nubi. Non ce la sentiamo di
regime, e siamo stati fortunati che Mauro potesse,
rischiare, dobbiamo rinunciare a salire. Il piano di
con la conoscenza della lingua, spiegare la nostra
un’esperienza che non solo a livello di avventura ma
riserva si materializza velocemente dai 2800 m del
totale estraneità al luogo. Non sappiamo
anche a livello umano ci ha dato moltissimo. Ora so
passo della moschea da poco passata, in un paio
esattamente cosa accada in quella zona ma
che un gruppo di giovani vogliono cambiare e che
d’ore raggiungiamo i 3500 m da cui si apre una
certamente non ci vorremmo tornare. Da lì in poi
hanno grandi potenzialità, non ascoltate i telegiornali
vallata immensa che termina in quello che a prima
abbiamo deciso di puntare a fondovalle isolati,
che confondono tutti gli iraniani come dei fanatici.
vista sembra essere un paesino innocuo. Galvanizzati
perlomeno in questa zona.
Molti hanno una grande cultura e soprattutto voglia
dal tempo che sembra reggere in questa zona ci
di vivere la vita e condividono le nostre stesse
lanciamo nella discesa in direzione del centro
L’ultimo giorno di viaggio è arrivato e scartando
passioni. Sono contento di avere trovato nuovi amici
abitato. Dopo un buon numero di curve
nuovamente il Donovand poiché le previsioni sono
e avere vissuto un’esperienza fantastica. E’ stato
raggiungiamo il paese per essere accolti da una
poco rassicuranti torniamo a Shemshak, dove ci
fondamentale avere con noi Mauro che conosce
guardia armata di mitragliatore; che senza
tocca ricalcare le tracce dei primi giorni,
bene questi luoghi ed è praticamente un local, quindi
puntarcelo ci accompagna con fare sbrigativo da un
abbondantemente coperte dalla nuova nevicata di 70
se volete esplorare questo paese eccovi la sua mail.
gruppo di locali, tra cui quello che sembra il
centimetri. Un perfetto modo di concludere
maurotrt@gmail.com
Giulio Guadalupi, Pine jump a Shemshak
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ERANO ANCORA TEMPI NON SOSPETTI QUANDO A NOVEMBRE ANDAI PER LA PRIMA VOLTA IN QUESTA STAGIONE A COURMAYEUR. SI, PERCHÉ IN UN MESE SAREI TORNATO A FAR VISITA AL GIGANTE BIANCO ALTRE QUATTRO VOLTE, E IO DI STRADA NE DEVO FARE TANTA! Testo di: Roberto Parisse - Foto: Luca Parisse - risk4sport.com
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Sembra strano come in alcune stagioni la neve cada
straordinarie sciate tra il Glacier dell’Argentiere e le
sempre e solo nella stessa zona ed è proprio quello
discese del Toula, mi rendo conto di non avere
che è successo quest’anno a ovest delle Alpi e
nemmeno un’immagine che documenti quanto
precisamente ai piedi del Monte Bianco!
vissuto, a parte qualche scatto fatto in paese nei pub
Qualcuno dice che le belle discese non si
di Chamonix. E’ così che mi convinco che bisogna
dimenticano mai e raccontare solo con le parole le
tornare per raccontare, attraverso la fotografia, i bei
emozioni che la montagna può dare sia difficile, alla
momenti tra i ghiacciai e la polvere unica del Monte
fine si finisce per sminuire i momenti e le sensazioni
Bianco. Non passa troppo tempo che si presenta una
provate. Da qui la passione per la fotografia,
nuova occasione (o forse il pretesto!) per salire
trasformatasi in lavoro negli ultimi cinque anni,
nuovamente a Courmayeur. Con mio fratello Luca,
unica testimone capace di rendere indimenticabili i
abile fotografo, e questa volta con le idee chiare:
paesaggi sensazionali e i bei momenti che solo certe
portare a casa materiale, immagini, momenti, per
discese possono regalare.
non parlare più, per non raccontare la solita storia,
Porto sempre con me la mia Canon, ma ultimamente
ma emozionare e far sognare grazie agli
non ho molta motivazione nel fotografare; prediligo
straordinari scenari che quella montagna è in grado
l’azione, ho voglia di sciare, di scivolare e di
di offrire.
emozionarmi, soprattutto qui, tra gli ambienti severi
Organizziamo in fretta e furia la partenza, ormai
e allo stesso tempo meravigliosi del Bianco.
siamo abituati a tanta strada e a portare tanta
Solo quando torno a casa, dopo giorni di fresche e
attrezzatura!
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I giorni passano velocemente e riusciamo a strappare solo qualche scatto interessante dalle discese esposte a sud-ovest accessibili dall’ovovia di Dolonne, a fondo valle. Siamo delusi, le immagini sono belle ma... questo non è il Monte Bianco che vogliamo raccontare! Non ci sono i ghiacciai e la vista del paese ci ricorda La stanza, nella ormai familiare pensione “La
che siamo troppo in basso, inoltre ci è rimasto solo
Grange” a Entreves, è calda e pronta a darci come
un giorno prima di tornare a casa. Il meteo non
sempre ospitalità e conforto durante il nostro
promette niente di buono, sembra che una nuova
soggiorno.
perturbazione stia per arrivare già nelle prime ore
Le condizioni di neve questa volta non sono
del mattino.
eccezionali: lo zero termico è balzato in alto e a
La decisione è presa: domani Aiguille du Midi!
Courmayeur paese ha piovuto. Sappiamo, però, che
Ci svegliamo presto, preoccupati e incerti per le “non
in quota la neve c’è e in grande quantità! Il tempo nei
buone” previsioni del tempo, ma prepariamo
prossimi giorni non sarà un granché, e sarà
comunque l’attrezzatura. Luca si occupa del
veramente difficile con la scarsa visibilità trovare
materiale fotografico, optando per la dotazione
spunti per shot interessanti.
leggera: una fotocamera, un grandangolo ed uno
Scendiamo nei primi giorni lungo le discese tra lo
zoom tele. Io organizzo tutto il necessario per
Youla e l’Arp. Le funivie sul versante del Bianco
affrontare in sicurezza la discesa tra i ghiacciai:
rimangono chiuse per la scarsa visibilità e, pur
imbrachi, spezzoni di corda e chiodi da ghiaccio.
volendo, le condizioni sono proibitive: il pericolo
Il tempo di attraversare il costosissimo traforo (50
valanghe è altissimo come anche quello di finire in
euro!!!) e siamo a Chamonix: “mecca” indiscussa del
un crepaccio.
freeride. Siamo nel piazzale della funivia più alta
Due marcchi, un’u unica grande performance e
COCHISE: due marchi, un‘unica grande performance.
Cochise 120
Cochise
Blizzard Cochise è lo sci ideale per tutti gli esperti di Free Mountain che sono alla ricerca della miglior combinazione tra ottime prestazioni in neve fresca e massima stabilità sulle nevi più impegnative. La rivoluzionaria tecnologia FLIP CORE garantisce, grazie al rocker naturale, massime performance ed incredibile stabilità. Lo sci che abbatte qualsiasi confine e si fa strada su qualsiasi terreno. Tecnica Cochise 120 lo scarpone più versatile per chi vuole vivere il Free Mountain a 360°. La tecnologia I-FS Intelligence Freeride System offre la possibilità di avere una suola in gomma dal profilo antiscivolo intecambiabile, compatibilità Dynafit®e Mobility Cuff System per la massima comodità anche nelle ascensioni. Cochise 120 è pronto ad affrontare qualsiasi sfida.
Mentre procedo con cautela sento un urlo: 50 metri alle nostre spalle c’è un tipo che inveisce perché i suoi sci sono precipitati nella ripidissima parete Nord che porta verso valle. E’ talmente fuori di sé che scivola, rischiando di finire nell’ignoto con i suoi sci. Poveraccio! Dimentichiamo la scena e in un attimo abbiamo gli sci ai piedi pronti a solcare la morbida neve fino al Mer de Glace. Ci sono molte tracce ma riusciamo comunque a ritagliarci splendide linee nella neve profonda e immacolata tra i ghiacci azzurri. L’intesa con mio fratello è più che mai perfetta, questo ci consente di catturare gli scorci più belli limitando il più possibile i rischi: cliffare una roccia o un blocco di ghiaccio e uscire fuori traccia in un ghiacciaio non è poi così tranquillo! Il sole ci abbandona dopo i primi mille metri di dislivello, all’altezza del rifugio Requin; è ora di mettere l’attrezzatura fotografica nello zaino e
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sciare con più cautela possibile. Ci troviamo nel Mer de Glace, un enorme ghiacciaio formato da tre ghiacciai più piccoli: Il Tacul, il Leschaux e il Talèfre. Più in basso, di fronte a noi, ci attende un mer de brouillard (un mare di nebbia ). Speriamo bene! Ne usciamo sani e salvi; era talmente fitta da non riuscire a vedere neanche le punte dei nostri sci! Ci aspetta una salita a piedi di circa 20 minuti prima di raggiungere il rifugio Marmottes da dove parte il collegamento con gli impianti di d’Europa che ci porterà dai 1000 metri di Chamonix
Chamonix.
ai 3840 dell’Aiguille du Midi e già comincia a salire
Ci rifocilliamo e ci buttiamo a capofitto verso la
l’eccitazione.
cittadina.
Facciamo il ticket, rigorosamente solo andata!
Finalmente le foto che volevamo!
Il tempo è brutto ma non ci perdiamo d’animo e,
Un vecchio treno cattura la nostra attenzione.
spinti dal nostro consueto ottimismo, ci
Mentre torno alla macchina, attraversando il
ritroviamo in cima: lo spettacolo è maestoso e c’è
paese, non posso non pensare a quanto sia
il sole, finalmente!
fantastica Chamonix! Una città a misura di
Accendiamo l’ARTVA, attacchiamo i bastoncini agli
freerider... e non solo.
sci, indossiamo i guanti e... via attraverso il tunnel
Siamo in macchina, contenti e finalmente
di ghiaccio!
soddisfatti per la splendida discesa, le foto e… la
Il sole ci conforta anche se fa comunque molto
vita salva!
freddo. Le mani sono già gelide ma stringono
Non ci resta che tornare nella nostra cara città, a
forte la lunga corda fissa che permette di
oltre otto ore di macchina, dove sta arrivando il
scendere la cresta esposta che porta all’attacco
“Burian”, una perturbazione nevosa che speriamo
della discesa.
passerà alla storia!