DM oggetti Design Magazine N.7

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AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE 2012 ANNO II NUMERO 07 | Á 3,00

AUX Aud$ 9,00 - AUT ½ 6,00 - BE ½ 5,50 - CANADA Cad$ 10,00 - F ½ 8,00 - D ½ 7,00 - LUX 5,50 - NL ½ 6,50 - PTE CONT. ½ 5,00 - UK £ 4,50 - CZECH REP. CZK 150,00 - E ½ 5,00 - USA $ 9,00 - CH CHF 7,50 - CH CT CHF 7,00- RC CHINA - HONG KONG

Collezione Cappellini NEXT - progetti in progress dal mondo

GIULIO CAPPELLINI

MOSTREMUSEI TDM5 GRAFICA ITALIANA TRIENNALE MILANO> MIC FAENZA> PALAZZO BRANCIFORTE PALERMO> MUSEO BAGATTI VALSECCHI MILANO> COLLEZIONE FARNESINA DESIGN ROMA> DESIGNER GIULIO CAPPELLINI TALENTO GLOBALE> BERTIL VALLIEN L’ARTISTA DEL VETRO> CARDESIGN ZERO EMISSIONI> TOPGOURMET DAVIDE SCABIN COMBAL ZERO> EATALY ROMA JOHNSONS INTERNATIONAL NEWS ITALIA WWW.OGGETTIDESIGNMAGAZINE.IT


Foto Sergio Sutto

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TRIENNALE DESIGN MUSEUM

TDM5 GRAFICA ITALIANA In queste pagine: le sezione dedicata a “Cultura e Politica”, con un corpus importante di immagini, simboli, pensieri e slogan entrati ormai nell’immaginario collettivo.

TDM5 GRAFICA ITALIANA TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO 14 Aprile 2012 - 24 Febbraio 2013 DIRETTORE Silvana Annicchiarico CURA SCIENTIFICA Giorgio Camuffo, Mario Piazza, Carlo Vinti PROGETTO DI ALLESTIMENTO Fabio Novembre PROGETTO GRAFICO Leftloft WALLCOVERING DIGITAL OFF-SET Jannelli&Volpi CATALOGO Corraini Edizioni 34

TDM5 Grafica Italiana

MUSEI & MOSTRE

UNA QUINTA EDIZIONE DEDICATA AL RUOLO DELLA GRAFICA NELLA STORIA DEL DESIGN E NELLA FORMAZIONE DELL’IDENTITÀ E DELLA CULTURA ITALIANA DEL NOVECENTO TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO PASQUALE FORMISANO, FABRIZIO MARCHESI E ARCHIVIO TRIENNALE DESIGN MUSEUM 35

32 OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI

42 50 56 64 72 PALAZZO BRANCIFORTE In queste pagine: a sinistra la biblioteca, collocata nell’antica sede della quadreria del Principe Nicolò Placido Branciforte. L’affresco del soffitto è di Ignazio Moncada di Paternò. A destra, la loggia restaurata con, in primo piano, il marmo “L’evoluzione del cerchio di Carmelo Cappelo” e, in fondo, “Giovane pescatore” di Benedetto De Lisi jr (foto di Ezio Ferreri).

Palazzo Branciforte Palermo UN’ANTICA MAGIONE CINQUECENTESCA NEL CUORE DI PALERMO, RISTRUTTURATA DA GAE AULENTI PER TRASFORMARSI IN UNO SPAZIO D’ELEZIONE DEDICATO ALL’ARTE, ALLA CULTURA E ALLA GASTRONOMIA

TDM5 Grafica Italiana Triennale Design Museum Milano Palazzo Branciforte Palermo MIC Faenza Universo Ceramica Museo Bagatti Valsecchi Milano Collezione Farnesina Design Roma Textile and Design Tendenze dal Salone del Mobile di Milano e Proposte di Cernobbio

TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO EZIO FERRERI / GIACOMO D’AGUANNO / UFFICIO STAMPA CANTIERE DI COMUNICAZIONE 70

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DESIGN<DESIGNERS

OGGETTI DESIGN MAGAZINE CASE MUSEO

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MUSEO BAGATTI VALSECCHI In queste pagine: il Salone centrale della Casa Museo in occasione della mostra Venini per il Fuorisalone 2012, con lampada da tavolo e lampada da terra “Veliero”, design Tadao Ando per Venini (2012).

Giulio Cappellini Talento globale Bertil Vallien L’artista del vetro Fabrizio Plessi Mariverticali HangarBicocca 60 anni di Moroso

CARDESIGN Museo Bagatti Valsecchi Milano ISPIRATA ALLE ABITAZIONI SIGNORILI DEL CINQUECENTO LOMBARDO, LA CASA MUSEO È ARREDATA CON OGGETTI D’ARTE RINASCIMENTALE PERFETTAMENTE INSERITI NEGLI AMBIENTI OTTOCENTESCHI 50

TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO VENINI 51

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CONCEPT STORE

OGGETTI DESIGN MAGAZINE TEXILE AND DESIGN

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CASSINA

VIGANÒ In questa pagina: tessuto jaquard rosso e grigio pixellato, omaggio a Marilyn Monroe (1926-1962).

In questa pagina: tavolo in legno “Pantheon”, design Mario Bellini (2012). Ha come fulcro centrale un piano girevole in cristallo chiamato lazy Susan, sottile e trasparente lastra rotonda che ruota al tocco della mano, fungendo da vassoio girevole.

Textile and Design DAL SALONE DEL MOBILE A “PROPOSTE” DI CERNOBBIO TESSUTI E ARREDI DI TENDENZA SEMPRE PIÙ TECNICI PER UN INTERIOR DESIGN ESPRESSIONE DI AVANGUARDIA E ALTA QUALITÀ RICERCA DESIGN TESSUTI NENA MAZZA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO AZIENDE

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Chevrolet Volt Renault Z.E. Zero Emissioni

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Quality Living Verona Curto Gioielli Cosenza Wonderfool Roma

Sommario

Agosto Settembre Ottobre 2012 N. 07 8


OGGETTI DESIGN MAGAZINE OCCHIELLO

ROLEX SKY-DWELLER (2012)

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L’Oyster Perpetual SKY-DWELLER, espressione della perizia tecnica di

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semplicità di utilizzo e l’eleganza intramontabile delle linee classiche

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della Casa. Questo segnatempo progettato per i grandi viaggiatori

L’orologio ospita il nuovo calibro 9001, un movimento meccanico a

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carica automatica sviluppato e prodotto da Rolex, certificato Cronometro

utilizzare, un calendario annuale che regola automaticamente la data

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alla fine dei mesi di 30 e 31 giorni, il cui sistema brevettato assicura

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS

GIULIO CAPPELLINI I designer del progetto “Cappellini NEXT-progetti in progress dal mondo” e i nuovi designer della collezione 2012. Da sinistra: Arturo Isola, collaboratore di Zanini de Zanine. Zanini de Zanine (Brasile). Constance Guisset (Francia). Ran Amitai e Gilli Kuchik (Israele). In piedi, Raphael Navot (Israele). Nella pagina a destra, da sinistra: Giulio Cappellini e, dietro, il gruppo FUWL, Form Us With Love (Svezia). Alla destra di Cappellini: Sylvain Willenz (Belgio). Mattias Rask e Tor Palm del Glimpt Studio (Svezia). Jacob Wagner (Danimarca).

Giulio Cappellini Talento globale IMPRENDITORE E DESIGNER ILLUMINATO, ARCHITETTO E ART DIRECTOR, PORTAVOCE DI UNO DEI PIÙ GRANDI POLI DELLA QUALITÀ DEL MADE IN ITALY, CAPACE DI UNIRE DIVERSI TALENTI PER LA DEFINIZIONE DI UN DESIGN A 360°, CHE HA IL MONDO COME PALCOSCENICO TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO CAPPELLINI

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TOP GOURMET

OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS

BERTIL VALLIEN

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In queste pagine: l’artista al lavoro e, qui a fianco, uno dei soggetti più ricorrenti della sua ricerca, la “canoa”, reminiscenza di un viaggio in Irlanda.

Davide Scabin Combal.Zero Kit Design G.H. MUMM Eataly Roma Air Terminal dell’Ostiense Alessi Dinner Time Gli Speciali di Moneta WMF Top Gourmet

Bertil Vallien L’artista del vetro ORIGINARIO DI STOCCOLMA, BERTIL VALLIEN È FRA I POCHI MAESTRI DEL VETRO ANCORA IN ATTIVITÀ. DESIGNER DEL MARCHIO KOSTA BODA, VALLIEN HA FATTO DEL VETRO L’OCCASIONE DI UNA CREATIVITÀ INESAUSTA, TRADUCENDO NELLA CONCRETEZZA DELLA MATERIA L’INCONSISTENZA DEI SOGNI

IN TAVOLA

TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO BERTIL VALLIEN - KOSTA BODA 108

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS

L’Oca Nera Home “Sweet” Home Palais Royal Nuovo mood Modigliani Artisti al lavoro Elleffe Design La tavola elegante

BY SHOP AZIENDE MOROSO In queste pagine: il progetto espositivo “Backstage_a sideview on the Moroso design collection”, a cura di Patrizia Moroso, con, in primo piano, divano “Do-Lo-Rez”, design Ron Arad (2008), formato da moduli di diverse altezze agganciati a una pedana con perni in acciaio. Qui a fianco, Patrizia Moroso, Roberto Moroso e l’ing. Alberto Gortani, direttore generale della Moroso Spa. 108

HangarBicocca 60 anni di Moroso NEGLI SPAZI DELL’HANGARBICOCCA A MILANO, DUE IMPORTANTI MOSTRE A CURA DI PATRIZIA MOROSO E MARTINO GAMPER PER CELEBRARE I PRIMI SESSANT’ANNI DI STORIA DELL’AZIENDA TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ALESSANDRO PADERNI E NICCOLÒ RASTRELLI 109

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I Guzzini 100 anni di design BIG+BIH Bangkok Ottobre 2012 Abitare il Tempo Verona INDIRIZZI Aziende

OGGETTI DESIGN MAGAZINE TOP GOURMET

EATALY ROMA I LUOGHI DI RISTORO PIANO TERRA Il ristorantino delle verdure La paninoteca di INO Il gran bar ILLY La piadineria dei fratelli MAIOLI La gelateria alpina LAIT Il ristorantino della frutta La cioccolateria VENCHI La pasticceria di LUCA MONTERSINO

PRIMO PIANO La pizzeria di Eataly Il ristorantino della pasta La friggitoria di PASQUALE TORRENTE Il ristorantino dei salumi e formaggi Mozzarella show di ROBERTO BATTAGLIA la birreria artigianale di Eataly

SECONDO PIANO Il ristorantino del pesce Il ristorantino della carne Il caffè Vergnano e Terre Alte L’aperitivo Vino Libero Il ristorante delle Osterie Romane La rosticceria di Eataly

TERZO PIANO Il ristorante ITALIA Il centro congressi Il tavolo dei 10 FORTUNATI

EATALY ROMA

Eataly Roma Air Terminal dell’Ostiense MODERNA E INNOVATIVA FORMULA DI DISTRIBUZIONE ALIMENTARE, EATALY DI OSCAR FARINETTI APRE A ROMA LA SUA PIÙ GRANDE SEDE NEL MONDO, NEGLI SPAZI DELLA RINATA STAZIONE OSTIENSE TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ZENO COLANTONI E ARCHIVIO EATALY ROMA

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In queste pagine: la stazione della metropolitana situata all’ingresso della sede di “Eataly” a Roma presso l’”Air Terminal della stazione Ostiense”, struttura progettata da Julio Lafuente per i mondiali di calcio del ’90, oggi spazio architettonico recuperato di 17.000 metri quadri divisi su quattro livelli, con monumentali facciate esterne restaurate nel loro aspetto originale. A Eataly Roma si trovano 23 luoghi di ristoro, 40 aree didattiche e 8 aule per corsi didattici. 145

Sommario

Agosto Settembre Ottobre 2012 N. 07 10


OGGETTI DESIGN MAGAZINE OCCHIELLO

SKY-DWELLER (2012) ORO BIANCO

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CHEVROLET VOLT Facile da guidare, dalle linee aerodinamiche e una batteria d’avanguardia, Chevrolet Volt apre un nuovo capitolo nella storia dell’automobile elettrica. Volt permette infatti di godere di tutti i vantaggi di una guida a emissioni zero mantenendo le prestazioni e la praticità delle automobili tradizionali. Volt è un veicolo elettrico ad autonomia estesa (E-REV), in cui la motricità è fornita sempre dal motore elettrico. L’energia elettrica viene fornita dalla batteria che può essere alimentata dal generatore - attivato dal motore a benzina quando necessario - o ricaricata dalla normale rete domestica. Rispetto ai tradizionali veicoli ibridi, Volt presenta il vantaggio di funzionare sempre a trazione elettrica, alimentata a batteria, ossia di non utilizzare il petrolio come combustibile principale, ma solo come generatore di elettricità, riducendo così emissioni e costi di gestione. Rispetto ai veicoli puramente elettrici si distingue per la sua autonomia massima e per la mancanza di “ansia da ricarica”. Una selezionata gamma di accessori esclusivi completano il suo stile unico. Chevrolet Volt: l’auto elettrica, ridefinita. www.chevrolet.it


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Chevrolet presenta Volt, la rivoluzionaria auto elettrica ad autonomia estesa in grado di percorrere oltre 500 km senza mai fermarsi. Un’auto sorprendente in tutto, innovativa grazie alla tecnologia all’avanguardia del sistema di propulsione elettrica Voltec, e divertente da guidare grazie a performance di guida elettrizzanti. Scoprila nelle concessionarie Volt.

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Trimestrale 07 Agosto Settembre Ottobre 2012 REDAZIONE Direttore Responsabile Stefania Bosco di Camastra s.bosco@johnsons.it Responsabile Relazioni Esterne Fabio Romeo f.romeo@johnsons.it Redazione Ombretta Bertini o.bertini@johnsons.it Rossella Crippa r.crippa@johnsons.it Grafica Editoriale Antonella Ferrari Laura Scarani redazione@johnsons.it Collaboratori in Redazione Pubbliche Relazioni Stefania Balzarotti s.balzarotti@johnsons.it Peppa Buzzi Mariella Orlando, Paolo Lanzillotto Design Francesco Massoni, Fabio De Stefani Trend Tessuti Nena Mazza n.mazza@johnsons.it Fotografi Alvise Silenzi, Claudia Zorzi RitrAtelier Marzia Malli, Arianna Battistessa Foto Archivio Aziende

EDITORE Johnsons International News Italia Srl Via Valparaiso, 4 20144 Milano Tel 02 4398 2263 Fax 02 4391 6430 Presidente e Amministratore Delegato Achille Palma Vice Presidente Tiziano Magni Produzione Gionata Caimi Distributore Esclusivo Edicola Italia Press - Di Distribuzione Stampa e Multimedia Srl 20090 Segrate (MI) Distributore Esclusivo Estero Johnsons International News Italia Srl Via Valparaiso, 4 20144 Milano Stampa Valprint Spa Cernusco sul Naviglio (MI) Servizio Abbonamenti Johnsons International News Italia Srl Via Valparaiso, 4 20144 Milano francesca.canale@johnsons.it Logo Testata Glocal Design, Biella

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“Fossil con martello” Mix di Pesce, Tartufo nero e Fagiolini dal “Menu Creativo” di Davide Scabin, chef del ristorante Combal.Zero, precursore del moderno “Art&Food Design”. www.combal.org 16

Ai sensi degli Art.7 e 10 del decreto Legislativo 196/2003 Vi informiamo che i Vostri dati personali sono trattati da Johnsons International News Italia S.r.l., Via Valparaiso 4, 20144 Milano, Titolare del trattamento, e che le finalità del trattamento dei Vostri dati sono l’invio del presente periodico e/o di eventuali proposte di abbonamento, e/o l’elaborazione a fini statistici e/o la trasmissione di iniziative editoriali e/o commerciali di Johnsons International News Italia S.r.l.. I Vostri dati saranno trattati con le finalità sopra esposte dalle seguenti categorie di incaricati: addetti all’Ufficio Abbonamenti e Diffusione, addetti al confezionamento e alla spedizione, addetti alle attività di Marketing, addetti alle attività di redazione. Vi ricordiamo che in ogni momento avete diritto di ottenere l’aggiornamento, la rettifica, l’integrazione e la cancellazione dei Vostri dati inviando una richiesta scritta a Johnsons International News Italia S.r.l. - Responsabile Trattamento Dati -, Via Valparaiso 4, 20144 Milano. Tutti i diritti di riproduzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio, sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta da parte di Johnsons International News Italia S.r.l., Via Valparaiso 4, 20144 Milano. Iva assolta dall’editore Art. 74 Dpr 633/72 e successive modifiche I comma lettera C. Esente da bollo Art. 6 II comma Dpr 642/72.


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Cartier Juste un clou Trasformare un chiodo in un gioiello, scorgere il bello nella semplicità e precisione, e rivelare l’oggetto tale e quale. Un concentrato di energia essenziale e chic che cinge il polso, a fior di pelle, per Lui o per Lei, espressione di un’opinione ribelle, di un carattere votato alla concretezza. Ovale d’oro massiccio, pieno, la cui testa disegna lo slancio, l’elegante vitalità, l’indomabile energia, il grafismo essenziale. Juste un clou – solo un chiodo, ma prezioso, un gioiello, l’approccio industrioso di un artigiano, di un mago-creatore che trascende il quotidiano, associando meccanica e gioielleria. È stato Aldo Cipullo che, negli anni Settanta, ha immaginato per Cartier New York il primo bracciale a chiodo. Riflesso di un’epoca festosa e libera, incarnata dal mitico studio 54. Intramontabile, precursore di una modernità che oggi torna a riproporlo. Il bracciale è nuovamente sulla scena, attualizzato, un chiodo contemporaneo. Un chiodo, sì! Stravolgimento di un oggetto divenuto gioiello in oro giallo, bianco, rosa, essenziale o tempestato di diamanti, modello piccolo o grande. Una spirale cadenzata, un cerchio di forza, totem personale, manifesto di audacia, di rabbia di vivere, di stile e di libertà. Un bracciale. Juste un clou – solo un chiodo come per dire: punto e basta! Oppure: sono quello che sono, riflesso di un’affermazione di sé, essere diverso dagli altri e lontano dalle figure imposte, alla ricerca continua di un’essenza autentica, vera, determinata. Juste un clou* – solo un chiodo. www.cartier.it


AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE 2012 ANNO II NUMERO 07 | Á 3,00

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TENDENZE

Collezione Cappellini NEXT - progetti in progress dal mondo

GIULIO CAPPELLINI

MOSTREMUSEI TDM5 GRAFICA ITALIANA TRIENNALE MILANO> MIC FAENZA> PALAZZO BRANCIFORTE PALERMO> MUSEO BAGATTI VALSECCHI MILANO> COLLEZIONE FARNESINA DESIGN ROMA> DESIGNER GIULIO CAPPELLINI TALENTO GLOBALE> BERTIL VALLIEN L’ARTISTA DEL VETRO> CARDESIGN ZERO EMISSIONI> TOPGOURMET DAVIDE SCABIN COMBAL ZERO> EATALY ROMA JOHNSONS INTERNATIONAL NEWS ITALIA WWW.OGGETTIDESIGNMAGAZINE.IT

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Della collezione “Cappellini NEXT - progetti in progress dal mondo” da sinistra, sedute WireSofa, Stork Chair, Daddy Longlegs. Foto Archivio Cappellini

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e serie problematiche dovute al cambiamento globale di sistema in atto ci impediscono di affrontare ogni argomento con la dovuta obiettività e serenità. Abbiamo deciso quindi di iniziare a parlare della velocità dell’innovazione, quella tecnologica, settore vincente in crescita positiva, iin trasformazione ed evoluzione continue e costanti. Dopo la rivoluzione sei anni fa dei telefonini e tablet con iPhone e iPad, oggi si discute di “Mems”, i sensori microscopici che si trovano in tutti i prodotti portatili e del largo consumo elettronico. Sono presenti negli oggetti della vita quotidiana, nelle nostre case, nelle auto, in strada, rendono la vita più facile sia nel lavoro sia nel tempo libero, e domani saranno i protagonisti dell’ “Internet delle cose”, una nuova rivoluzione della rete che mette in grado gli “oggetti di rendersi riconoscibili e di acquisire intelligenza” grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere a informazioni aggregate da parte di altri. Una ricerca Cisco ci dice che 50 miliardi di oggetti saranno connessi entro il 2020. Da qui, saranno messi sul mercato apparecchi per impostare la spesa con sensori nel frigorifero in grado di riconoscere i prodotti presenti e la loro scadenza, sveglie che suonano prima in caso di traffico, vasetti delle medicine che avvisano se ci si dimentica di prendere il farmaco e, più in prospettiva, arriverà una generazione di sensori, sempre collegati a Internet, che metterà le “cose on line” in grado di prendere decisioni senza bisogno di intelligenze centrali… Con l’obiettivo del risparmio energetico, tutto diventa “smart”: la casa intelligente, la fabbrica intelligente, l’ospedale intelligente, oggetti che parlano con oggetti in grado di far diventare sempre più interconnesso il mercato del cibo, della salute e dello sport. In questa panoramica emerge l’obbligo di fermarsi per capire e rimettersi in gioco con flessibilità per iniziare ad affrontare il cambiamento. Senza dimenticare che questo sistema intelligente è basato sull’energia, che dobbiamo iniziare a rispettare e tutelare, e sulla qualità, alla base della quale c’è sempre l’onestà, scelte che si dimostrano sempre vincenti anche in situazioni discontinue come queste. www.oggettidesignmagazine.it 20

Tecnologia

Ricerca INTERNET degli OGGETTI

Flessibilità

ECO

DESIGN

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QUALITÀ


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Foto Alvise Silenzi Claudia Zorzi RitrAtelier


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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE

BRITISH DESIGN 1948-2012 In questa pagina: abiti di Mary Quant e John Bates nella sezione “Sovversione”. Qui a destra, poster “God save the Queen”per i Sex Pistols, design Jamie Reid (1977), e abito da sera di Alexander McQueen della collezione “Horn of Plenty” del 20092010. Sotto, da sinistra, rendering del “London Aquatics Centre”, design Zaha Hadid (2012), e “Jaguar E-Type”, design Malcolm Sayer (1961).

Victoria&Albert Museum British Design SUCCESSO DELLA MOSTRA “BRITISH DESIGN 1948-2012” DEDICATA ALLE MAGGIORI ESPRESSIONI DEL DESIGN D’OLTREMANICA. DAL 1948 FINO AL PROGETTO DEL LONDON AQUATICS CENTRE DI ZAHA HADID TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO VICTORIA&ALBERT MUSEUM DI LONDRA

N

ella cornice del Victoria&Albert Museum di Londra, fra le più come J. Fowler, J. Makepeace o M. Casson mostra la rinascita di tecniche importanti istituzioni al mondo dedicate alle Arti Decorative, artigianali tradizionali e un rinnovato interesse per la vita agreste quale trasferita nella sede attuale sotto il regno della Regina Vittoria fonte d’ispirazione, mentre progetti di rigenerazione urbana come “The e del Principe consorte, la celebrazione del meglio del design New Towns Act” (1946) rispondono alla rapida crescita della classe britannico dai Giochi Olimpici del 1948, i primi del dopoguerra, all’estate media. Nella seconda galleria, alla “ricostruzione” si sostituisce l’ideale 2012. La mostra “British Design 1948-2012” vuole infatti raccontare la della “rivoluzione”, e dalla “Swinging London”, passando per la scena storia della moda, dell’arredamento, dell’arte, del graphic design, della “Punk” anni ’70, si assiste alla crescita e allo sviluppo della cosiddetta fotografia, dell’architettura e dei prodotti industriali britannici degli “Cool Britannia”, con il sistema delle Scuole d’Arte che hanno svolto un ultimi 60 anni, delineando i cambiamenti culturali, sociali e politici che ruolo cruciale nell’educazione di talenti artistici radicali. Nell’ultima hanno investito il Paese attraverso l’opera dei maggiori artisti e designer sezione della mostra, si evidenzia infine la progressiva trasformazione nati, cresciuti o formatisi in Gran Bretagna. Suddivisa cronologicamente del Paese da potenza industriale manifatturiera in un apparato di e semanticamente in tre Gallerie, “Tradition&Modernity”, “Subversion” servizi finanziari, commerciali e tecnologici, che hanno inevitabilmente e “Innovation&Creativity”, la mostra esplora la tensione fra tradizione e alterato le modalità di produzione, consumo e comprensione del modernità, con particolare attenzione al carattere sovversivo, innovativo design contemporaneo. Senza dimenticare l’evoluzione nel campo e creativo del design britannico. Nella prima galleria, dedicata al periodo dell’architettura e dell’ingegneria strutturale, attraverso i progetti postbellico, è possibile comprendere in che modo eventi come il “Festival architettonici e i modelli della “Falkirk Wheel” realizzata da RMJM nel of Britain” (1951) o l’ascesa al trono della Regina Elisabetta (1952) 2002, il palazzo “30 St Mary Axe” di Foster&Partners del 2004 e un modello abbiano giocato un ruolo importante nel promuovere la modernizzazione della nuova commissione di Zaha Hadid per il “London Aquatics Centre”, del Paese, pur preservandone patrimonio e tradizioni. Il lavoro di designer inaugurato proprio in occasione delle Olimpiadi 2012. www.vam.ac.uk 26



OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE

È

una delle poche regine italiane conosciute da tutti, che nel tempo in cui visse esercitò un fascino impareggiabile perfino su coloro che disapprovavano le sue vedute conservatrici. Con il suo nome sono state battezzate molte cose - specie botaniche, strade, ospedali, café chantant, la pizza. Margherita di Savoia (1851-1926), Regina d’Italia e moglie del Re Umberto I, è indissolubilmente legata alla Villa Reale di Monza, dono di nozze di Vittorio Emanuele II al Principe Umberto. Pare che la giovane regina fosse entusiasta della reggia arrivando a sentirla, come lei stessa scrive, “casa nostra veramente, perché il Re ce l’ha assegnata in proprio”. Oggi gli appartamenti reali sono aperti al pubblico grazie alla mostra “Regina Margherita. Il mito della modernità”, promossa da Fondazione DNArt alla Villa Reale di Monza fino al 30 settembre 2012. Dipinti, sculture, arredi, oggetti, abiti, gioielli, documenti e fotografie accompagnano il visitatore negli “Appartamenti Reali”, illuminandoci sul carattere e sulla personalità dell’antica proprietaria. Perché la storia della Regina Margherita non

può prescindere dal suo legame con Monza e con la reggia. Un luogo suggestivo che assume un ruolo di primaria importanza a cavallo tra il XIX e il XX secolo nelle vicende legate all’Unità d’Italia e ai Sovrani della nuova nazione. Qui Margherita, che amava la cultura, si dilettava di musica e di poesia, circondandosi di poeti, intellettuali e artisti che trovarono in lei una fonte di ispirazione e un modello di eleganza. Fu proprio la Regina a decidere la maggior parte degli interventi, strutturali e decorativi, apportati all’edificio nel corso degli anni per adeguarlo alle nuove esigenze di comfort e funzionalità generate dai rapidi mutamenti della società. La Regina seppe dare una forte impronta personale agli arredi e alle decorazioni, che riflettono un gusto raffinato ancora visibile nelle tappezzerie, negli arredi, nelle vaselle e nell’organizzazione delle tavolate, dove la Sovrana presiedeva alla presentazione delle pietanze e alla scelta del menu. Un luogo unico da scoprire fra la grande Storia e quella, più intima, di una donna che ha lasciato il segno. ww.reggiadimonza.it

La Regina Margherita Villa Reale di Monza GRANDE SUCCESSO PER LA MOSTRA CHE DOPO IL RECENTE RESTAURO DELLA REGGIA APRE AL PUBBLICO GLI APPARTAMENTI DELLA REGINA PIÙ AMATA D’ITALIA. FINO AL 30 SETTEMBRE 2012 TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO LUCA RENOLDI - FONDAZIONE DNART

REGINA MARGHERITA. IL MITO DELLA MODERNITÀ VILLA REALE DI MONZA In alto da sinistra, abito di gala appartenuto alla Regina Magherita di Savoia e dipinto che la raffigura con lo stesso abito, salone d’ingresso di Villa Reale, sala da bagno della Regina e busto in marmo della Sovrana. Qui a sinistra, camera del Re Umberto I di Savoia e, sotto, vista frontale della Villa Reale a Monza.

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PROTAGONISTA [ IL COLORE ] Collezione KREO

www.irisceramica.com Numero Verde: 800 738088



OGGETTI DESIGN MAGAZINE TRIENNALE DESIGN MUSEUM

TDM5 GRAFICA ITALIANA TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO 14 Aprile 2012 - 24 Febbraio 2013 DIRETTORE Silvana Annicchiarico CURA SCIENTIFICA Giorgio Camuffo, Mario Piazza, Carlo Vinti PROGETTO DI ALLESTIMENTO Fabio Novembre PROGETTO GRAFICO Leftloft WALLCOVERING DIGITAL OFF-SET Jannelli&Volpi CATALOGO Corraini Edizioni 32


TDM5 GRAFICA ITALIANA In queste pagine: le sezione dedicata a “Cultura e Politica”, con un corpus importante di immagini, simboli, pensieri e slogan entrati ormai nell’immaginario collettivo.

TDM5 Grafica Italiana UNA QUINTA EDIZIONE DEDICATA AL RUOLO DELLA GRAFICA NELLA STORIA DEL DESIGN E NELLA FORMAZIONE DELL’IDENTITÀ E DELLA CULTURA ITALIANA DEL NOVECENTO TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO PASQUALE FORMISANO FABRIZIO MARCHESI ARCHIVIO TRIENNALE DESIGN MUSEUM 33


OGGETTI DESIGN MAGAZINE TRIENNALE DESIGN MUSEUM

TDM5 GRAFICA ITALIANA In questa pagina: il direttore del Triennale Design Museum di Milano Silvana Annicchiarico, il designer Fabio Novembre e i tre curatori della mostra Giorgio Camuffo, Mario Piazza e Carlo Vinti. 34


TDM5 GRAFICA ITALIANA In questa pagina: a sinistra, “Venti progetti per il futuro del Lingotto” di Achille Castiglioni e Pierluigi Cerri con R. Avanzini ed E. Promontorio per Stabilimento Lingotto (1984) e Copertina di Tibor Kalman e Oliviero Toscani per Benetton (1991-95). Qui sotto, manifesto “Inascoltabili frammenti/sonori” di Angiolo Giuseppe Fronzoni per il Comune di Genova (1980) e pubblicità “Tits” di Attilio Concari per Fiorucci (1976).

L’allestimento di Fabio Novembre è diviso in 9 sezioni organizzate per aree di intervento, con materiali relativi a Lettera. Libro. Periodici. Cultura e Politica. Pubblicità. Imballaggi. Identità Visiva. Segnali. Film e Video.

L

’arcobaleno di profilo, l’abbraccio di un libro aperto, l’esperienza iniziatica del labirinto. Pagine bianche fuori scala che si convertono in portali attraversabili, il colore usato come ipertesto grafico che rimanda alle sezioni espositive. Un allestimento dissacrante chiamato ad aggiungere la terza dimensione a materiali solitamente bidimensionali, una chora da cui tutto prende forma e che in pianta si rivela essere un arcobaleno. Nove sezioni che attraversano lo spettro cromatico dal rosso all’ultravioletto, risultato del taglio e della scomposizione del cubo, solido platonico associato al globo terrestre e citazione mitica che ha guidato la mano di Fabio Novembre. Una storia ancora tutta da scrivere quella della “Grafica Italiana”, protagonista della quinta edizione del “Triennale Design Museum” di Milano, con la curatela scientifica di Giorgio Camuffo, Mario Piazza e Carlo Vinti, e sotto la supervisione di Silvana Annicchiarico, direttore del Museo. Deviazione eterodossa dai più rigidi canoni museali, la mostra abbandona la facile pratica delle icone del design e si presenta per la prima volta senza oggetti: una riflessione diretta, asciutta ed essenziale sul ruolo avuto dal “graphic design” nella crescita del Paese e nella strutturazione del suo sistema produttivo. Figure come Albe Steiner, Franco Grignani, Bruno Munari, Bob Noorda, Armando Testa, Massimo Vignelli hanno accompagnato il successo delle maggiori aziende italiane, operando in

settori cruciali della vita culturale e attraversando in modo rilevante i mutamenti politici, economici e sociali dell’Italia del Novecento. Senza inseguire una restituzione cronologica, la mostra si articola per linee tipologiche e aree di intervento, andando così a configurare una mappa dei lavori più significativi: Lettera, Libro, Periodici, Cultura e Politica, Pubblicità, Imballaggi, Identità Visiva, Segnali, Film e Video. Non solo manifesti dunque, ma un’ampia gamma di materiali che va dai caratteri tipografici ai marchi, dalle riviste ai pieghevoli, dagli opuscoli ai volumi delle enciclopedie, dai manuali di istruzioni ai progetti di segnaletica per lo spazio urbano, dalle etichette ai primi esempi di grafica in video. Un percorso trasversale che si snoda a partire dal secondo dopoguerra, con particolare enfasi per la fase della ricostruzione e quella del boom economico. Un racconto che comincia dagli antefatti, con la gloriosa tradizione tipografica italiana dalle edizioni aldine alla produzione neoclassica di Bodoni, la stagione dei grandi cartellonisti (Leonetto Cappiello, Marcello Dudovich, Severo Pozzati, Federico Seneca), la rivoluzione tipografica futurista. Considerata comunemente una disciplina ancillare e subordinata, la grafica è stata di fatto il baricentro di un arco di produzione molto ampio, dando forma ai contenuti più svariati, costruendo canali d’informazione, educando al bello e al nuovo, contribuendo alla dissolvenza della materia nell’immateriale. 35


OGGETTI DESIGN MAGAZINE TRIENNALE DESIGN MUSEUM

“Molti degli oggetti che oggi definiremmo icone del design sono entrati nelle case italiane attraverso vincenti campagne pubblicitarie” spiega Arturo Dell’Acqua Bellavitis, presidente Fondazione Museo del Design Esiste del resto un rapporto molto stretto fra contesto comunicativo e firmata dallo studio Sound Identity di Milano. Primo tentativo organico orizzonte merceologico, un rapporto di esplicita influenza morfologica: di portare la grafica all’interno del Palazzo dell’Arte, documentata con la creazione di artefatti, così come la realizzazione dei grandi progetti materiali fotografici in mostra, l’esposizione curata da Guido Modiano nazionali, siano essi nuove strutture di servizio o realtà infrastrutturali, nel 1940 ha rappresentato per molti versi un riferimento culturale è sempre stata accompagnata dalla ricerca di un’immagine grafica importante per il lavoro di sondaggio e mappatura attuale, identificando efficace, da un visual capace di condensare miriadi di informazioni. “La Triennale” come il luogo e l’istituzione verso cui si sono indirizzate “Molti degli oggetti che oggi definiremmo icone del design sono entrati sin da subito le istanze di legittimazione, visibilità e riconoscimento nelle case degli italiani per effetto di vincenti campagne pubblicitarie”, pubblico della disciplina grafica. “Triennale è del resto anche il nome di spiega Arturo Dell’Acqua Bellavitis, presidente della Fondazione Museo un ‘carattere tipografico’ disegnato dallo stesso Modiano per la Fonderia del Design. “Basti pensare al successo post bellico della ‘Lagostina’ Reggiani di Milano nel 1933” puntualizzano i curatori, che contiene nel strettamente legato all’opera di Cavandoli e alla sua creazione della tratto il senso della modernità razionalista e dell’importanza strategica ‘Linea’, progenitore cult del disegno di animazione”. Ed ecco allora gli della comunicazione stampata. Ricognizione diacronica nel dominio “house organ aziendali”, che un tempo attiravano penne di poeti, filosofi, delle parole, nel paesaggio dei segni, nella dimensione comunicazionale letterati, le copertine di “Linus”, le confezioni “Barilla”, le bottiglie visibile e invisibile di cui è intrisa la vita quotidiana, il nuovo percorso “Frisia”, il logo “Olivetti” e quello del “Digestivo Antonetto”. Curiosa iconografico del “Triennale Design Museum” accoglie oltre mille pezzi digressione in esterna, una piazza circolare ospita totem colorati con le a rotazione, in molti casi acquisiti da aziende e studi professionali, insegne luminose dei loghi più famosi, diffondendo a cielo aperto i gingle diventando così anche occasione di ampliamento e arricchimento che li hanno resi familiari, efficace dimostrazione di “Sound branding” delle collezioni del Museo. www.triennaledesignmuseum.it 36


TDM5 GRAFICA ITALIANA In queste pagine: le teche dedicate al “Montaggio dell’immagine fotografica”. Nella pagina a sinistra, lo spettro cromatico utilizzato da Fabio Novembre per identificare le diverse sezioni espositive e la sezione riservata ai “Periodici”. Sotto, da sinistra, manifesto per la ditta “Mele” di Napoli di Marcello Dudovich per Ricordi (1907), pubblicità “Questa è la pasta per tutti” di Erberto Carboni per Barilla (1959), manifesto per le macchine da calcolo “Olivetti” di Giovanni Pintori per Olivetti (1948-49), manifesto “Pirelli” di Lora Lamm per Pirelli (1959) e prima pagina de “Il Politecnico” di Albe Steiner per Einaudi Editore (1945). 37


Cestini della collezione “Intrecci�

www.modigliani.it info@modigliani.it Tel. 06 6781715


Photo Marzia Malli Stylist Arianna Battistessa

Servizio tavola della Collezione “Artisti al Lavoro�

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE

N

ell’anno di Helsinki capitale mondiale del design, la mostra forma di carciofo del marchio Louis Poulsen a tutto l’insuperato lavoro del Design Museum “Builders of the Future - Finnish Design di ricerca nel design del legno curvato portato avanti da architetti del 1945-1967” esplora la recente storia della Finlandia e l’età calibro di Alvar Alto o di Arne Jacobsen, senza dimenticare le opere dell’oro del design scandinavo. Dopo l’esposizione del 2010 eccezionali di Tapio Wirkkala, Kaj Franck, Timo Sarpaneva e Nanny Still, sul movimento modernista, una narrazione iconografica per raccontare il design finlandese rispecchia la società in cui nasce: un rincorrersi di l’evoluzione del Paese dalle difficoltà economiche del secondo conflitto tradizionalismo e modernismo che si declina nelle linee e nei materiali, mondiale all’affermazione come principale attore nel campo del design per dare forma agli oggetti della vita quotidiana. Uno stile senza tempo e dell’innovazione tecnologica, grazie anche a una impressionante che nelle sue espressioni più note e iconiche trae ispirazione dalla crescita industriale. L’irrompere sulla scena internazionale del “design “Natura incontaminata”, con materiali naturali e curvature sinuose, ma finlandese” ha inizio agli albori del Novecento, con l’avvento dello stile anche dal “Funzionalismo” e dalla sua economia di linee, con il concetto “Nazionalromantico” e l’adesione di molti architetti al principio wagneriano di forma subordinato a quello di funzione. Una leggerezza che a volte della “Gesamtkunstwerk”, che prevedeva una totale integrazione fra diventa gioco, un approccio concreto e sperimentale fatto di prove e architettura strutturale e arredi interni, in nome di un ideale estetico riprove, per avere oggetti di qualità costruiti per durare. “Builders of unificante. La fama del design finnico è stata del resto preceduta dalla the Future” presenta designer noti e meno noti, progetti, prodotti e sua positiva ricezione alle più importanti fiere del secolo, a cominciare fenomeni che hanno contribuito al successo internazionale del design dall’”Esposizione Universale” di Parigi del 1900 e dall’acclamazione scandinavo, illustrando l’evoluzione dell’educazione e del buon gusto, la popolare con cui vennero accolti i progetti architettonici di Alvar Aalto promozione del design attraverso i media, l’impatto dell’industria e della alla “Fiera Mondiale” di New York del 1939. Dagli uccelli in vetro di Oiva meccanizzazione, gli inevitabili riflessi sull’unità nazionale, la società e il Toikka per iittala alle sedute di Eero Aarnio per Asko, dai lampadari a progresso economico. www.designmuseum.fi www.wdchelsinki2012.fi

Design Museum Helsinki Design Capital 2012 WORLD DESIGN CAPITAL 2012, HELSINKI OSPITA LA MOSTRA “BUILDERS OF FUTURE - FINNISH DESIGN 1945/1967” DEDICATA ALL’EVOLUZIONE DEL DESIGN FINLANDESE DAL II DOPOGUERRA AL BOOM DEGLI ANNI ‘60 TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO DESIGN MUSEUM HELSINKI

BUILDERS OF FUTURE In questa pagina: a destra, coppa “Kantarelli”, design Tapio Wirkkala (1947), servizio tavola “Kilta”, design Kaj Franck (1948), vasi “Hiidennyrkki” design Timo Sarpaneva (1950) ca), scatto di moda della fotografa finlandese Claire Aho e prototipo di seduta di Alvar Aalto. Sotto, gli spazi espositivi del “Design Museum” durante le mostre “Universal Forms” e “FennoFolk”, dedicate rispettivamente all’opera di Kaj Franck e alla cultura popolare finlandese.

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Collezione B black design Josef Hoffmann (1912)

Lobmeyr è distribuito da B.Morone Via Soresina 7 20144 Milano www.lobmeyr.at www.bmorone.it


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI

PALAZZO BRANCIFORTE PALERMO In queste pagine: la biblioteca collocata nell’antica sede della Quadreria del Principe Nicolò Placido Branciforte. L’affresco del soffitto è di Ignazio Moncada di Paternò. Nella pagina a destra, la loggia restaurata con in primo piano il marmo “L’evoluzione del cerchio” di Carmelo Cappelo e, in fondo, “Giovane pescatore” di Benedetto De Lisi jr (foto di Ezio Ferreri). La ristrutturazione del palazzo è stata curata da Gae Aulenti. 42


Palazzo Branciforte Palermo UN’ANTICA MAGIONE CINQUECENTESCA NEL CUORE DI PALERMO RISTRUTTURATA DA GAE AULENTI SI TRASFORMA IN UNO SPAZIO D’ELEZIONE DEDICATO ALL’ARTE, ALLA CULTURA E ALLA GASTRONOMIA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO EZIO FERRERI / GIACOMO D’AGUANNO / UFFICIO STAMPA CANTIERE DI COMUNICAZIONE 43


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI

PALAZZO BRANCIFORTE In queste pagine: vedute della “Collezione Archeologica” collocata nell’antica “Cavallerizza”, e, a destra, crateri attici del 500 a.C.. Sotto, scaffalature lignee dell’antico deposito dei pegni “Monte di Santa Rosalia”, e bronzo “Eros giovinetto” di Antonio Canova.

Ristrutturato da Gae Aulenti, il Museo ospita i reperti della prestigiosa Collezione Archeologica della Fondazione Sicilia, oltre ad antiche maioliche, sculture, collezioni filateliche e numismatiche

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PALAZZO BRANCIFORTE In questa pagina: dall’alto, ingresso e veduta del Museo e il “Ristorante Branciforte”, sede della “Città del Gusto” di Palermo, celebre scuola di cucina del Gambero Rosso.

Gli antichi ambienti lignei perfettamente conservati del “Monte di Santa Rosalia”, deposito degli oggetti che i palermitani portavano al Monte dei Pegni, ospitano oggi mostre contemporanee

I

naugurato dal Presidente Giorgio Napolitanoi in occasione del è finita qui. Nelle vaste sale del palazzo ha sede una ricca e prestigiosa ventesimo anniversario della strage di Capaci, “Palazzo Branciforte” “Biblioteca” comprendente circa 50mila volumi, che vanta libri e periodici è uno storico edificio nel centro di Palermo, recente protagonista difficilmente reperibili o consultabili in altre biblioteche. Nei locali del di un magnifico restauro promosso dalla “Fondazione Sicilia”, primo piano si trova una sezione specializzata in Storia della Sicilia, presieduta dal professor Giovanni Puglisi, e realizzato, a partire dal Storia dell’Arte, Numismatica e Archeologia nonché la raccolta personale 2007, dall’architetto Gae Aulenti, già autrice di alcuni dei recuperi più di Numismatica di Vittorio Emanuele III e una grande sala lettura in cui straordinari degli ultimi decenni, da Palazzo Grassi a Venezia alla Gare sono raccolti circa 30mila volumi suddivisi tra opere di consultazione, de Orsay a Parigi o al Museo de Arte de Catalunya a Barcellona. Un collane, periodici, miscellanee e monografie. Di particolare suggestione intervento che ha permesso di rendere l’intero complesso funzionale è il grande affresco che sovrasta la sala di lettura, realizzato dall’artista e moderno, mantenendo le testimonianze del passato in una riuscita Ignazio Moncada di Paternò. A Palazzo Branciforte la cultura si coniuga contaminazione con il design contemporaneo. Il palazzo nobiliare, di anche alla buona tavola e con i sapori della tradizione mediterranea. In origine cinquecentesca, si sviluppa su 5.650 metri quadri di superficie, un’ala del piano terra sono infatti allestiti la “Città del Gusto” di Palermo, e, oltre a ospitare gli uffici direzionali della Fondazione, offre spazio celebre scuola di cucina del Gambero Rosso, in cui si svolgono corsi ad alcune fra le sue prestigiose collezioni. Al piano terra sono esposte professionali, eventi, incontri, corsi monografici e lezioni dei più grandi le “Raccolte archeologiche” e le “Antiche maioliche”, mentre al piano artisti della gastronomia, e – disponibile anche fuori degli orari museali – nobile trovano collocazione le “Collezioni filateliche e numismatiche” il “Ristorante Branciforte”. Qui è visibile la caratteristica contaminazione e le “Sculture”. Da qui si può accedere a quello che rappresenta forse tra antico e moderno voluta da Gae Aulenti, che ha restaurato gli spazi il nucleo più suggestivo dell’intero complesso: gli antichi ambienti del mantenendo inalterata la loro struttura originaria, dotando la sala di “Monte di Santa Rosalia”, raro esempio perfettamente conservato di una preziosa collezione di antiche maioliche accostandola, al tempo composizione architettonica lignea, con le sue scaffalature in legno, le stesso, ad arredi dal design decisamente contemporaneo. Il progetto di scale interne, i palchetti, i ballatoi e gli spazi per custodire gli oggetti riqualificazione, inoltre, ha visto la creazione dell’”Auditorium Branciforte”, lasciati dai palermitani negli anni in cui il Palazzo era sede dell’antico nuova sala conferenze tecnologicamente all’avanguardia per ospitare “Monte dei Pegni”, destinato oggi a ospitare mostre temporanee. Ma non congressi e iniziative culturali di alto profilo. www.palazzobranciforte.it 45


OGGETTI DESIGN MAGAZINE ANNIVERSARI

C

ultura e saper fare italiano, con un linguaggio di forte respiro internazionale: “Poltrona Frau”, prima azienda italiana del mobile a compiere i suoi primi cento anni (fu fondata infatti da Renzo Frau a Torino nel 1912), festeggia l’anniversario editando il libro “L’intelligenza delle mani“, annunciando il vincitore del concorso ”Centennial Design Contest”, indetto per disegnare la poltrona del centenario, e anticipando la prossima apertura del Museo d’Impresa Frau, progettato da Michele De Lucchi negli stabilimenti di Tolentino, concepito come spazio aperto al pubblico studiato per diventare luogo d’incontro, scambio e riflessione, destinato ad accogliere designer, architetti, studenti, giornalisti e clienti da tutto il mondo. Il concorso ha coinvolto 12 designer tra i più talentuosi e noti, impegnati a interpretare i valori dell’azienda attraverso uno sguardo nuovo, quali Massimiliano Adami, Stephen Burks, Lorenzo Damiani, Daphna Laurens, Zanini de Zanine, Xie Dong, Adam Goodrum, Constance Guisset, Benjamin Hubert, Nendo, Satyendra Pakhalé e Nika Zupanc. Sviluppando il tema della poltrona come luogo dove raccogliersi, meditare, rilassarsi e pensare, il risultato è una rosa di progetti che esprimono una visione trasversale, in cui si intrecciano diverse culture e modi di fare e vivere

il design. Suggestioni inedite che l’Azienda ha fatto sue, ampliando ancora una volta il proprio linguaggio estetico e rimanendo sintonizzata con la contemporaneità. Premiata da una Giuria internazionale formata da protagonisti del mondo del design, dell’architettura, del giornalismo e dell’imprenditoria, la poltrona vincitrice del contest è “Juliet” del britannico Benjamin Hubert, classe 1984, enfant prodige che ha già disegnato per Cappellini, Casamania, De Vorm. Alla ricerca di un punto di equilibro tra semplicità e funzionalità, legate ai materiali e alle sensazioni tattili che essi procurano, il designer prende spunto dalla moda e coglie un dettaglio, la manica a sbuffo, che utilizza per dare forma a un nuovo concetto di poltrona fortemente connotata nel design. Un progetto per il futuro che verrà realizzato con il tradizionale telaio in legno che, più stretto nel basamento, si allarga a sbuffo nella seduta, dove il classico capitonnée si reinventa in una versione più contemporanea e morbida, arricchita da un’originale cucitura a pinces per gli interni. Con una complessità di esecuzione che esprime tutta la maestria degli artigiani Poltrona Frau, ne scaturisce un comfort prima di tutto visivo, quindi una sensazione di relax e abbandono data dal libero gioco di pieghe e cuciture. www.poltronafrau.com

L’Intelligenza delle mani di Poltrona Frau UN CONTEST DEDICATO ALLA POLTRONA DEL CENTENARIO PER FESTEGGIARE IL SECOLO DI ATTIVITÀ CON LA SEDUTA “JULIET” DI BENJAMIN HUBERT E IL MUSEO FRAU PROGETTATO DA MICHELE DE LUCCHI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO POLTRONA FRAU

POLTRONA FRAU In questa pagina: qui sotto, lo storico divano “Chester” con lavorazione a plissé e rivestimento d’interni Poltrona Frau per elicottero. Qui a destra, la nuova poltrona “Juliet”, disegnata da Benjamin Hubert per i 100 anni Frau, e poltrone “Arcibald” e “Vanity Fair”. Sotto, a destra, seduta “Salus” progettata da Foster&Partners per la “Cathay Pacif Lounge” di Hong Kong, e il “Magazzino delle pelli” di Frau.

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Vaso Gaia di GAIA&GINO e SWAROVSKI ELEMENTS Design Harry Allen 2012

GAIA&GINO è distribuito da B.Morone Via Soresina 7 20144 Milano www.gaiagino.com www.bmorone.it


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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MIC FAENZA

MIC Faenza Universo Ceramica TRA SPERIMENTAZIONE, RICERCA, CREATIVITÀ E IL PRESTIGIOSO PREMIO FAENZA, IL MIC METTE IN MOSTRA UNA ECCEZIONALE PERSONALE DI MIMMO PALADINO E IL DESIGN DI “HELSINKI FAT CLAY” TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO UFFICIO STAMPA MIC DI FAENZA 50


MIC FAENZA PALADINO CERAMICHE In queste pagine: l’opera “Scudo” di Mimmo Paladino posizionata accanto all’ingresso del Museo e, a destra, dall’alto, “Suite Faenza 9” in terracotta, ferro, ossidi, smalti e ingobbi (2012), “Calici” in ossidi, smalti e ingobbi (2012). Sono un centinaio le opere di Paladino esposte nella grande mostra “Paladino Ceramiche”, la personale che il MIC gli dedica, in calendario fino al 7 ottobre 2012. Qui a fianco, veduta del cortile interno del MIC. 51


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MIC FAENZA

“PALADINO CERAMICHE” MIC FAENZA In queste pagine: sopra, “Treno” in terracotta, ferro, smalti, ossidi e sabbia (2007). Qui a sinistra, serie “Vasi Ermetici” (20032012), e, a destra, “I Dormienti” in terracotta (2011). Sotto, “Senza titolo” in legno, terracotta e calce (1993). Paladino invita a esperire queste opere al di là di una mera lettura simbolica.

Esponente della Transavanguardia, Mimmo Paladino mette in mostra al MIC “Paladino Ceramiche” 100 sculture e installazioni che si snodano lungo gli spazi con il coinvolgimento diretto del visitatore

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“HELSINKI FAT CLAY” MIC FAENZA In questa pagina: in alto, da sinistra, servizio “Spoon Bowl” di Kirsi Kivivirta (2010), e contenitori “Inverno” della collezione “Talvi” di Kati Tuominen-Niittylä (2010). Qui a sinistra, “La Forma 3” di Heikki Rahikainen e, a destra, la scultura “Ragazza con specchio rotondo” di Kim Simonsson (2012). Tutti gli aderenti al gruppo finlandese “Helsinki Fat Clay” hanno una propria carriera individuale di successo, e, insieme, mostrano una grande varietà di espressione sulla scena dell’arte contemporanea.

ondato nel 1908 dopo la grande Esposizione Internazionale dedicata a Evangelista Torricelli, che ospitò i prodotti delle maggiori manifatture italiane ed europee, il “MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza” custodisce oggi una straordinaria varietà di creazioni ceramiche dall’antichità classica ai nostri giorni e costituisce un importante centro culturale a livello mondiale, in grado di mettere a confronto la produzione faentina, storicamente la più antica d’Italia, con le maggiori produzioni estere. La sezione contemporanea del percorso museale comprende prodotti delle principali manifatture europee del periodo “Modern Style”, oltre a opere di celebri artisti come Picasso, Matisse e Chagall. Riconosciuto come “Monumento testimone di una cultura di pace” secondo il programma lanciato dall’Unesco nel 2000, il MIC è depositario del prestigioso “Premio biennale Internazionale della Ceramica d’Arte contemporanea”, che nel 2011 ha visto vincitori della 57ma edizione, riservata ai giovani artisti under 40, l’italiano Giovanni Ruggiero con “Corrispondenze cosmiche” e i giapponesi Shigeki Hayashi ed Eri Dewa con l’opera “Core”. Nel 2012, anno di “Helsinki capitale mondiale del design”, il MIC ospiterà la manifestazione “Argillà Italia”, versione made in Italy del noto festival della ceramica di Aubagne, nei pressi di Marsiglia. L’edizione 2012 di Argillà, ideata nel segno dell’internazionalità e dell’innovazione, abbraccia il weekend del 31 agosto, 1 e 2 settembre, con una grande mostra-mercato lungo le strade del centro storico di Faenza, con 200

F

espositori provenienti dalle città della ceramica italiane, francesi, tedesche, spagnole, olandesi, austriache, croate, slovene e di altre nazioni europee. Dal punto di vista degli eventi collaterali, la città, attraverso le proprie strutture (Museo Internazionale delle Ceramiche, Palazzo delle Esposizioni, associazioni artigiane e culturali, AICC, Istituto Statale d’Arte Gaetano Ballardini, I.S.I.A.), sarà teatro di mostre, esposizioni e animazioni. In parallelo a questo evento, inoltre, dal 30 agosto al 30 settembre, il MIC ospita una mostra dedicata al gruppo di ceramisti finlandesi “Helsinki Fat Clay” con l’intento di fornire uno sguardo sulla contemporaneità della ceramica finlandese, particolarmente suggestiva per la profondità di ricerca e la forte sperimentazione. Il gruppo è composto di dieci artisti ceramisti che vivono e lavorano nel sud della Finlandia: Erna Aaltonen, Åsa Hellman, Eliisa Isoniemi, Kirsi Kivivirta, Pekka Paikkari, Heikki Rahikainen, Johanna Rytkölä, Kim Simonsson, Caroline Slotte e Kati Tuominen-Niittylä. “Helsinki Fat Clay - ha dichiarato Claudia Casali, direttrice del MIC - mette in campo diverse cifre stilistiche che richiamano una grande tradizione e un ricco percorso artistico (..). Lo spaccato che emerge mostra motivi e percorsi personalissimi, che spaziano dal grès alla porcellana, dal design all’informale materico, dall’elegante minimalismo concettuale alla fotoceramica, dalle perfette linee formali al pop di derivazione manga-cartoon”. La collezione in mostra al MIC si trasferirà successivamente a Milano, presso la Galleria “Officine Saffi”, dove sarà esposta nel mese di ottobre 2012. 53


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MIC FAENZA

“HELSINKI FAT CLAY” MIC FAENZA In questa pagina: a sinistra, dall’alto,“Paesaggio a mosaico” di Kirsi Kivivirta, centrotavola “Onda” di Åsa Hellman (2009) e “Fractured Surface I” di Pekka Paikkari (2007). In alto, a destra, “Glow” di Erna Aaltonen (2011) e “Miraggi” di Johanna Rytköla (2011). Superfici tonde o fratturate, astrazione e matericità: sono i volti dell’argilla elaborati dai maestri del gruppo “Helsinki Fat Clay”.

Nelle opere in argilla del gruppo “Helsinki Fat Clay” troviamo un elegante astrattismo declinato in forme scultoree e ruvide superfici che rimandano al rapporto moderno tra uomo e natura urbana Sul versante mediterraneo, invece, il MIC presenta fino al 7 ottobre la personale di Mimmo Paladino, “Paladino Ceramiche”. Il percorso espositivo si snoda lungo gli spazi museali con il coinvolgimento diretto e immediato del visitatore: sculture di grandi dimensioni, installazioni complesse accanto a produzioni minori che testimoniano della colta e poliedrica personalità dell’artista. A tratti quasi brutale nell’utilizzo di un materiale primordiale come la terra nella sua forma più primitiva e meno accattivante, Paladino espone opere fondamentali della sua produzione, più alcuni inediti realizzati in occasione della mostra faentina, che testimoniano del suo felice connubio con la città. Una mostra imperdibile che pone l’accento sul linguaggio dell’artista campano in un susseguirsi di segni, simboli e rimandi all’epica. Lo stesso Paladino ha voluto contribuire all’elaborazione del progetto 54

espositivo con la scelta di opere che ripercorrono tutta la sua poetica: sculture dipinte che assumono la forma di quadri tridimensionali, lastre nelle cui concavità sono nascosti oggetti dal forte impatto emotivo, dischi e torri di dimensioni tali da rimandare alle ciclopiche fortificazioni micenee. Esponente della Transavanguardia, Mimmo Paladino è il massimo interprete dell’eclettismo e del nomadismo intellettuale codificati da Achille Bonito Oliva negli anni Ottanta. La sua arte si oppone dichiaratamente a ogni interpretazione simbolica, alla ricerca di un senso “altro” e a ogni lettura narrativa, ponendosi piuttosto come dialogo costante tra immagine e linguaggio, un dialogo libero da artifici retorici o linguistici, che preferisce ricorrere a elementi archetipici carichi di potere evocativo, direttamente accessibili all’inconscio dell’osservatore. www.micfaenza.org


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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEO BAGATTI VALSECCHI

MUSEO BAGATTI VALSECCHI “THE WHITE COLLECTION” DI VENINI In queste pagine: la storica Casa Museo milanese ha ospitato in occasione del Fuorisalone 2012 la mostra di Venini “The White Collection”. Nel Salone centrale, le nuove lampade da tavolo e lampade da terra (in foto a destra) “Veliero”, design Tadao Ando (2012). Nell’installazione centrale, le lampade “Veliero”.

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Museo Bagatti Valsecchi Milano ISPIRATA ALLE ABITAZIONI SIGNORILI DEL CINQUECENTO LOMBARDO, LA CASA MUSEO È ARREDATA CON OGGETTI D’ARTE RINASCIMENTALE PERFETTAMENTE INSERITI NEGLI AMBIENTI OTTOCENTESCHI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO VENINI 57


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEO BAGATTI VALSECCHI

VENINI “THE WHITE COLLECTION” In questa pagina: sopra, nello Studio, il lampadario “Diamantei”, design Venini. A sinistra, i nuovi vasi “Murana”, design Fabio Novembre (2012). A destra, vasi “Bolle”, design Tapio Wirkkala (1966-68). Sullo sfondo, il Polittico “La Vergine con il Bambino e i Santi Giovanni Battista, Maddalena, Santa Margherita con il drago e Sant’Antonio”, situato nella Camera del Letto Valtellinese.

Per presentare le sue collezioni Venini sceglie una storica Casa Museo, espressione di un coerente progetto abitativo rinascimentale frutto della passione dei fratelli Bagatti Valsecchi per le Arti applicate 58


VENINI IN MOSTRA MUSEO BAGATTI VALSECCHI In questa pagina: a sinistra, nella Sala della Stufa Valtellinese, il lampadario “Vittoriale”, design Napoleone Martinuzzi (1926), e collezione “Sogni infranti”, design Mario Bellini (1992). A destra, nella Sala da pranzo, i lampadari “Gio Ponti” (1946) e, in primo piano, “Scarlatti”, design Venini (1924). Sul tavolo, lampada “Seltz”, design Rodolfo Dordoni (2000) e vaso “Veronese”, design Vittorio Zecchin (1921).

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uando nel 1880 i nobili Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi decidono di ristrutturare la dimora di famiglia si impegnano in prima persona nel progetto del palazzo, discostandosi dall’eclettismo imperante per indirizzare le loro preferenze a suggestioni e oggetti del Rinascimento, nell’intento di rievocare una sontuosa dimora patrizia del Cinquecento lombardo. Una confidenza, quella con il mondo dell’arte, che i due fratelli hanno acquisito dal padre Pietro, apprezzato miniaturista su smalto e avorio, e che si esprime attraverso una sorprendente condivisione e identità di gusti, nonostante le marcate differenze d’indole: più “viveur” e mondano Fausto, che rifugge il matrimonio, più quieto e riservato Giuseppe, che nel 1882 sposa Carolina Borromeo imparentando i Bagatti Valsecchi a una delle casate nobiliari più antiche e prestigiose di Milano. Non una semplice collezione ma un coerente progetto abitativo, “donde trovasi oggetti del XV e XVI secolo dei generi più svariati: quadri, arazzi, tappeti, mobili, armi, ceramiche, bronzi, vetri, gioielli, ferri, utensili domestici di ogni qualità raccolti con studio accurato e restituiti al loro uso originario”, per citare lo stesso Giuseppe. All’unità stilistica dei manufatti corrisponde dunque una grande varietà di oggetti, una partitura fitta e sovrabbondante frutto della passione di famiglia per le Arti applicate, evidente sin dal primo ambiente di visita, la “Sala dell’Affresco” nell’appartamento di Fausto. E se dipinti come il “Cristo Redentore” del Giampietrino, la “Madonna con Bambino” di Bevilacqua o la “Santa Giustina” di Bellini hanno la funzione

di arredare i diversi ambienti domestici, suppellettili come cofanetti in pastiglia dorata, pregiate maioliche, cristalli veneziani, orologi solari in avorio, strumenti musicali antichi, tavoli e sedili lignei intarsiati devono invece rispondere a precise esigenze d’uso. Ecco quindi che la vasca in marmo neorinascimentale della Sala da Bagno è in realtà una moderna doccia, ovvero un sanitario assolutamente all’avanguardia per la fine dell’Ottocento, anticipatore di soluzioni impiantistiche che si diffonderanno nelle abitazioni signorili del secolo successivo. La casa diventa così un luogo di cimento per una nutrita schiera di artigiani lombardi, maestranze specializzate come i fabbri Piovelli e Biraghi, il marmista Pietro Benaglio, il pittore e stuccatore Angelo Stocchetti, che sono coinvolti in un programma decorativo capillare. Ed è in questo importante contesto storico che Venini è riuscita a stupirci ancora, scegliendo per il secondo anno consecutivo questa prestigiosa Casa Museo di Milano per il suo evento al Fuorisalone 2012. Nelle ottocentesche sale del palazzo, “The White Collection” ha presentato una retrospettiva delle migliori collezioni di design del marchio, con opere di Emmanuel Babled, Edward Barber, Jay Osgerby, Mario Bellini, Rodolfo Dordoni, Alessandro Mendini, Fabio Rotella, Carlo Scarpa, Ettore Sottsass e molti altri. Esposte in anteprima, anche le ultime novità firmate Tadao Ando e Fabio Novembre, le cui creazioni “Murana” e “Happy Pills” erano già state protagoniste dell’evento Venini a Palazzo Grassi in occasione del carnevale in laguna. www.bagattivalsecchi.house.museum www.venini.it 59


OGGETTI DESIGN MAGAZINE VILLA MEISSEN MILANO

VILLA MEISSEN® VIA MONTENAPOLEONE 3 In questa pagina: ingresso di Villa Meissen, lo storico marchio delle spade incrociate, situata nel palazzo Carcassola Grandi a Milano. Sopra, il portale d’ingresso e il decoro del pavimento disegnati da Gio Ponti. A destra, arredi e tessuti della camera da letto e, sotto, poltrona e dettagli del divano e dei tavolini della collezione “HOME® Collectibles” e pezzi storici della Manifattura.

VILLA MEISSEN®a Milano L’APERTURA DI VILLA MEISSEN RAPPRESENTA UNA TAPPA FONDAMENTALE NELLA STORIA DEL BRAND FONDATO IN GERMANIA NEL 1710, CONSOLIDANDONE LA POSIZIONE DI LEADER NEL SEGMENTO DEL LUSSO TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO MEISSEN

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inasce con “Villa Meissen” uno degli edifici più significativi nella storia di Milano. Un restauro iniziato nella primavera 2011 per riportare ad antico splendore quella che fu Casa Carcassola Grandi, palazzo del XVI secolo in via Montenapoleone 3, luogo di incontro dei patrioti italiani negli anni che precedettero l’unità nazionale. Una superficie di oltre 350 metri quadri divisa in otto ambienti a tema, una piattaforma per illustrare l’universo Meissen anche alla luce delle recenti diversificazioni di prodotto. Con i suoi notevoli elementi architettonici e monumentali, come il portale d’ingresso firmato Gio Ponti o le pregiate pitture di artisti lombardi, senza dimenticare le tracce di mura romane e medievali, Villa Meissen rappresenta quei valori di lusso discreto, amore per l’arte e la tradizione che sono il cuore stesso della Manifattura, fondata nel 1710 da Re Augusto Elettore di Sassonia e divenuta presto la scelta d’elezione dei palazzi e delle corti di tutta Europa. Come ha sottolineato Christian Kurtzke, CEO della compagnia, “l’apertura a Milano di Villa Meissen® rappresenta una tappa fondamentale nella storia del marchio, consolidandone la posizione di leader nel segmento del lusso. Il flagship store milanese costituisce infatti un modello europeo per future espansioni nei mercati internazionali”. Inaugurata durante il Salone del Mobile 2012, Villa Meissen ha così potuto presentare in esclusiva i mondi del marchio Meissen: Fine Art, Joaillerie, Fine Living

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e HOME, oltre alla nuovissima HOME® Collectibles. Una linea di divani, poltrone, tavoli, lampade, porcellana da tavola e raffinate stoffe che traggono ispirazione dai tratti stilistici degli anni ’40, ’50, ’60 e ’70, interpretati alla luce della creatività e dell’estetica del brand. Come già avvenuto con il lancio delle collezioni di gioielleria, influenzate dagli esordi della Manifattura, quando si producevano ciondoli, spille e medaglioni, anche per lo sviluppo di HOME® Collectibles si è prestata grande attenzione affinché ogni pezzo incorporasse il DNA di Meissen: largo dunque a un’approfondita ricerca d’archivio tra forme e decori che hanno caratterizzato tre secoli di storia artistica e culturale del marchio, a cominciare dall’intreccio di elementi decorativi europei ed orientali. Un segreto, quello della Manifattura di Meissen, che comincia dagli ingredienti, l’oro bianco scoperto dall’alchimista Böttger nel 1708, e poi i 10.000 colori, le 800.000 forme e il savoir faire artigianale, fedele da 300 anni alla pretesa della più alta qualità. Se le creazioni per rivestimenti d’interni e arredi sono raccontate dall’allestimento degli spazi, l’eccezionale location milanese ospita anche pezzi artistici e creazioni nate con il contributo di artisti emergenti. Villa Meissen celebra dunque un moderna cultura della casa che, unita a una molteplicità di eventi intorno ai temi dell’ arte, dell’architettura e del design, favorirà anche l’incontro e lo scambio di persone, esperienze e culture. www.meissen.com


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Sede Legale : Via Basilicata, 1/3 20085 Locate Triulzi - Milano Showroom e Magazzino : Via Romagna, 30 20090 Opera - Milano Tel. 02 90 78 06 06 - Fax 02 90 77 532 www.taitu.it taituitalia@taitu.it www.taitu-eshop.com


Collezione MONTAGNA


OGGETTI DESIGN MAGAZINE COLLEZIONE FARNESINA DESIGN

Collezione Farnesina Design NELLA SEDE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI, LA COLLEZIONE FARNESINA DESIGN ACCOGLIE I PRODOTTI PIÙ RILEVANTI DELLA CREATIVITÀ ITALIANA APPLICATA ALLA PRODUZIONE INDUSTRIALE TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO VITALIANO LOPEZ E ARCHIVIO COLLEZIONE FARNESINA DESIGN 64


COLLEZIONE FARNESINA DESIGN MATTEO GRASSI E BERNINI In queste pagine: qui sopra, sedia “Aretè”, poltrona “Loom” e separè “Loomy”, design Franco Poli per Matteo Grassi. In parete, opera “Senza Titolo” di Paolo Cotani. Nella pagina a sinistra, sedute “Serie 0 + 1”, design Franco Poli per Bernini. 65


OGGETTI DESIGN MAGAZINE COLLEZIONE FARNESINA DESIGN

TECNO GRUPPO RAGAINI LOCCIONI ENERGY In queste pagine: sopra, installazione “Tecno” situata nell’Anticamera degli Ambasciatori, con tavolo “Nomos”, design Foster&Partners, e opera “L’albero meraviglioso con i suoi frutti e fiori” di Gastone Novelli. Sotto, radiatore “Ciussai”, design Stefano Ragaini e Giorgio Di Tullio per il Gruppo Ragaini, e misuratore di sostenibilità “Leaf Meter” di Loccioni Energy.

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DUCATI In questa pagina: moto “Hypermotard”, design Centro Design Ducati (2010), dell’installazione “Ducati”.

La Collezione Farnesina Design si sviluppa attraverso un “museo verticale”, composto da isole collegate da una segnaletica specifica, che unisce le tappe di un itinerario nel migliore Design Made in Italy

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stituita nel 2008 al fine di sostenere e promuovere la creatività e la capacità imprenditoriale italiana nel mondo, la “Collezione Farnesina Design”, curata da Renza Fornaroli e Angelo Capasso, si propone come un contenitore di oggetti site-specific, ovvero di artefatti, installazioni e ambienti che prendono forma sulla base di una comune trama culturale. Diversamente da un mero archivio, la Collezione assomiglia piuttosto a una rassegna mobile, capace di accogliere e analizzare le questioni estetiche e produttive vissute dal design in Italia, con alcuni oggetti di proprietà e molti altri in comodato d’uso. “Tratto distintivo della cultura progettuale italiana è sempre stata la ricerca della qualità di lunga durata, il rispetto della funzionalità, l’essenzialità dell’operare per sottrazione, evitando sterili eccessi e vistose forzature”, così il Senatore Sergio Pininfarina, Presidente del Comitato Scientifico che ha messo a punto il progetto. Ospitata nelle solenni sale del Palazzo della Farnesina a Roma, sede del Ministero degli Affari Esteri (MAE), maestosa costruzione razionalista realizzata in marmo e travertino all’interno

del complesso del Foro Italico su disegno degli architetti Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Ballio Morpurgo (1933/1935), la Collezione è allestita in sette spazi appositamente individuati, nei luoghi antistanti i quattro ascensori principali e nelle quattro zone angolari, per ognuno dei sette piani sui quali si sviluppa l’edificio. Un “museo verticale” dunque, composto da “isole” collegate fra loro da una segnaletica specifica, che unisce le tappe di un itinerario nel migliore design made in Italy. Compiuta espressione della nostra creatività contemporanea ed eccellente momento di sintesi tra arte e produzione industriale, tra contenuto poetico e valore ingegneristico, il design della Collezione esplora la dimensione storica ed epistemologica della ricerca sul visivo in Italia. La “Collezione Farnesina Design” si affianca alla “Collezione d’Arte italiana contemporanea alla Farnesina”, frutto anch’essa di un’iniziativa del Ministero degli Affari Esteri, curata dai professori Maurizio Calvesi e Lorenzo Canova e aperta al pubblico, a partire dal 2001, nel corso degli appuntamenti bimestrali intitolati “Farnesina Porte Aperte”. 67


OGGETTI DESIGN MAGAZINE COLLEZIONE FARNESINA DESIGN

CERRUTI BALERI ELICA In questa pagina: sopra, installazione “Cerruti Baleri” situata nella Sala Forma1, con sedute “Sumo”, design Xavier Lust, tavolo “Bentz”, design Jeff Miller, tavolini “Celine”, design Denis Santachiara, e, alla parete, “Versus” di Piero Dorazio. Sotto, cappa “Pescecane”, design Gaetano Pesce per Elica.

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COLLEZIONE FARNESINA DESIGN In questa pagina: installazione “Venini” con alcuni pezzi storici, fra cui il vaso “Veronese”, design Vittorio Zecchin (1921), “Geacolor”, design Gae Aulenti, e “Fazzoletto”, design Fulvio Bianconi. Qui sotto, da sinistra, panca “Volo”, design Alessandro Lenarda per Metalco (2007), vaso “Veronese”, design Vittorio Zecchin per Venini, set piatti “Giulietta e Romeo”, design Riccardo Schweizer per Bosa (1971), e vaso “Yemen”, design Ettore Sottsass per Venini (1998).

Dopo la grande mostra all’Ara Pacis, la Collezione Farnesina Design promuove con mostre itineranti presso le Ambasciate d’Italia, gli Istituti Italiani di Cultura e i Consolati la creatività italiana nel mondo La collezione raccoglie le opere dei più significativi artisti italiani dell’ultimo secolo, dal Futurismo ad oggi: Pietro Consagra, Filippo de Pisis, Arturo Martini, Mario Sironi, Mimmo Rotella, Giorgio Morandi, Carlo Carrà, Arnaldo e Gio Pomodoro, per citare solo alcuni nomi. Protagonista di mostre itineranti presso le Ambasciate d’Italia, gli Istituti Italiani di Cultura e i Consolati, la “Collezione Farnesina Design” è stata presente a Casa Italia durante i XXI Giochi Olimpici Invernali di Vancouver, a Casa Azzurri in Sud Africa nel corso dei Mondiali di calcio FIFA 2010, quindi al Museo del Design di Holon in Israele e, fra le tappe più recenti, all’Ecole Nationale d’Architecture di Rabat in Marocco, al Museo Musiikkitalo di Helsinki e a Casa Italia a Londra in occasione delle Olimpiadi 2012 (26

luglio - 12 agosto). Se l’appuntamento finlandese si inserisce nell’ambito delle manifestazioni legate a Helsinki Capitale Mondiale del Design 2012, con l’esposizione di prodotti firmati Ad Hoc, IFI, iGuzzini, Loccioni, LumineXence, Metalco, Pininfarina, Rondine Motor e Stone Italiana, la tappa londinese rinsalda invece la proficua collaborazione con il CONI, già sperimentata in Canada nel 2010, allestendo a Casa Italia una mostra dal titolo “EcoSoluzioni - Il Design del Quotidiano”. Casa Italia è stata ospitata negli spazi del “Queen Elizabeth II Conference Centre”, inaugurato dalla Regina Elisabetta nel 1986, a pochi passi dai simboli della City, il Big Ben, l’Abbazia di Westminster e la ruota panoramica del London Eye. www.esteri.it www.collezionefarnesina.com 69


OGGETTI DESIGN MAGAZINE PITTI FILATI FIRENZE

PITTI FILATI MOSTRA “RENAISSANCE” In questa pagina: la mostra di tendenze “Renaissance” allestita nello “Spazio Ricerca” con carte da parati e rivestimenti murali di “Jannelli&Volpi” realizzati con i materiali (lino, seta, cotone, canvas, paglie, ecopelle, sughero) che si ritrovano nelle collezioni tessili presentate a Pitti Filati.

Pitti Filati 71 Renaissance

È DEDICATO A UN NUOVO RINASCIMENTO CONTEMPORANEO IL TEMA DELLO “SPAZIO RICERCA” DI PITTI FILATI 71, IN SCENA CON UNO SPECIALE SET DI ALLESTIMENTO CURATO DALL’ARCHITETTO ALESSANDRO MORADEI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO PITTI IMMAGINE FILATI

Bilancio positivo per la 71esima edizione di “Pitti Immagine Filati”, che ha ospitato nella fortezza da Basso di Firenze le migliori filature italiane e internazionali impegnate nella riorganizzazione delle loro politiche di export e nell’investimento in materiali e ricerca stilistica. Grande affluenza poi per lo “Spazio Ricerca” nel Padiglione Centrale, fulcro di tutte le espressioni legate al mondo della creatività. Osservatorio sperimentale dove vengono analizzate e lanciate le nuove tendenze, frutto del dialogo costante fra ricerca, prodotto e tecnologia, lo “Spazio Ricerca” di Pitti Filati 71 esplora con “Renaissance”, tema e titolo di questa ultima edizione, ciò che ha reso l’Italia grande nel mondo, ovvero la cultura del progetto e l’abilità manuale e artigiana nel realizzarlo. Un rinascimento contemporaneo, che si nutre della storia ma si proietta nel futuro. Un nuovo percorso dedicato a progetti e collezioni basate sul rapporto tra “Disegno” e “Design”, due temi che sono l’uno l’estensione dell’altro, gli estremi di un lungo processo temporale dove storia e tradizione si rapportano con le nuove necessità e i nuovi linguaggi contemporanei. Una linea del tempo immaginaria dal ’500 ai giorni nostri, con la direzione artistica del fashion designer Angelo Figus e dell’esperta in maglieria Nicola Miller. Diviso per temi, il percorso comincia dalla sezione dedicata al “Disegno” e alla progettazione nell’architettura e nell’arte, con le suggestioni 70

cromatiche della sanguigna di Leonardo, tra macchine straordinarie e ritratti tattili dall’aspetto caldo e leggero, quindi il nero traslucido dei disegni architettonici del Bramante, che fonde note di carbone e inchiostro suggerendo composizioni geometriche bicolori, e poi il verde e il bianco di Leon Battista Alberti, ispirazione per nuovi intarsi grafici per maglie alternative a pull-marine. E infine i colori intensi delle pitture di Michelangelo e delle pietre dure intarsiate: giada gialla, diaspro rosso, turchese, giada del Lu Shan. Riservata al lavoro dei grandi maestri del design italiano, la sezione “Design” cita invece Carlo Scarpa e il suo intervento sul classico e il preesistente, operazione di compenetrazione ortogonale di piani e superfici antiche e moderne, consistenze eterogenee straordinariamente vibranti quando accostate fra loro. Per continuare con Carlo Mollino e i suoi pezzi unici e serie limitate, esperimenti di nuovi materiali e tecnologie dal risultato surreale, tra forme morbide, imbottiture ed evoluzioni lignee. Non può mancare poi il “Gruppo Memphis”, fenomeno culturale degli anni ’80 caratterizzato da un uso grafico e onirico del colore, e infine il design della velocità: Bertone, Pininfarina, Zagato, Giugiaro, Touring. Ovvero l’Italia e il suo primato nell’automotive-design, con i grandi uffici di stile che, attraverso sofisticati strumenti tecnologici uniti a soluzioni artigianali, danno forma alle auto di domani. www.pittimmagine.com



OGGETTI DESIGN MAGAZINE TEXILE AND DESIGN

VIGANĂ’ In questa pagina: tessuto jaquard rosso e grigio pixellato, omaggio a Marilyn Monroe (1926-1962).

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CASSINA In questa pagina: tavolo in legno “Pantheon”, design Mario Bellini (2012). Ha come fulcro centrale un piano girevole in cristallo chiamato lazy Susan, sottile e trasparente lastra rotonda che ruota al tocco della mano, fungendo da vassoio girevole.

Textile and Design DAL SALONE DEL MOBILE DI MILANO A “PROPOSTE” DI CERNOBBIO TESSUTI E ARREDI DI TENDENZA SEMPRE PIÙ TECNICI PER UN INTERIOR DESIGN ESPRESSIONE DI AVANGUARDIA E ALTA QUALITÀ RICERCA DESIGN TESSUTI NENA MAZZA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO AZIENDE

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TEXILE AND DESIGN

RATTI D In questa pagina: tessuti stampati su vari fondi in velluto, in lino, in cotone.

ARTEMIDE SAWAYA & MORONI In questa pagina: in alto, lampada a sospensione “IN-EI” ,design Issey Miyake + Reality Lab (2012), in tessuto riciclato, e, qui a destra, la nuova sedia “Fei Fei”, design William Sawaya (2012).

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SOLBIATI DIVISIONE CASA In questa pagina: tessuti per arredamento in lino stampati e jaquard.

MOLTENI&C E GIO PONTI In questa pagina: Molteni&C rinnova l’attenzione per i maestri del design con un progetto di riedizione di mobili e arredi disegnati da Gio Ponti. In questa foto, sedia in alluminio “Montecatini” (1935) e cassettone, tavolino e tappeto disegnati per Casa Ponti in via Dezza a Milano (1956-57).

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OGGETTI OGGETTIDESIGN DESIGNMAGAZINE MAGAZINEOCCHIELLO TEXILE AND DESIGN

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a fiera del tessuto “Proposte”, svoltasi a Cernobbio, e ancor prima il Salone del Mobile 2012, ci ha regalato una visione composita ed entusiasmante degli universi paralleli del tessuto e del design per gli interni. Tessuti che arredano e arredi che ci avvolgono dandoci interessanti spunti di riflessione, come il nuovo “mood pop” di “Viganò”, che ha celebrato l’anniversario della scomparsa di Marilyn Monroe (1926-1962) con uno jacquard ispirato all’icona-Marilyn di Andy Warhol. Ad altra iconografia attinge “Cassina” con il tavolo “Pantheon” di Mario Bellini, rivisitazione di “La Rotonda”, dal nitore e l’icasticità tutti orientali, che riprende il tipico disco girevole delle tavole festive dell’Estremo Oriente, sottolineando il valore della famiglia e della convivialità. Una gran varietà di tessuti stampati su diversi fondi - velluto, lino, cotone - riveste ambienti e sedute, come quelli presentati oggi da “Ratti D”, in parallelo con lampade di nuova concezione come l’originale “IN-EI” di Issey Miyake per “Artemide”, autentica “scultura di luce e ombra” creata a partire da un programma matematico con formule

geometriche tridimensionali. Il suo segreto? Un tessuto speciale capace di assumere e mantenere forme in 3D, partendo da un singolo pezzo di tessuto. Il risultato è molto simile a un luminosissimo origami dall’anima LED. E sempre un origami ricorda “Fei Fei” di William Sawaya, la nuova seduta di “Sawaya&Moroni” composta da un unico foglio materico. L’assoluta pulizia di linee della sedia in alluminio “Montecatini”, disegnata da Gio Ponti nel 1935 e rieditata oggi da “Molteni”, ben si accompagna ai tessuti per arredo in lino, stampati e jacquard dalle sobrie nuances presentati da “Solbiati Divisione Casa”, mentre di nuovo è il colore a farla da padrone con i tessuti “Rubelli”, sontuosi stampati e jacquard che esplorano le sfumature del profondo blu estivo. Lo stesso blu che ricopre la nuova versione della poltrona “LC2” disegnata da Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand nel 1928, riproposta oggi da “Cassina” in nuove cromie per il metallo della struttura e in innumerevoli combinazioni con i tessuti della collezione, approvati dalla Fondazione Le Corbusier e dagli eredi di Jeanneret e Perriand.

Effetti materici, grande uso del colore, tessuti tecnologici dalle nuove consistenze, fibre classiche rivisitate e collezioni di tessuti e di arredi design che giocano con luce e volumi

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RUBELLI In queste pagine: nella pagina a sinistra, tessuti stampati e jaquard. Qui a sinistra, tessuti jaquard.

CASSINA In questa pagina: dalla collezione “Cassina I Maestri”, poltrone “LC2 Villa Church”, design Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand (1928), nella nuova versione di colore sia del tessuto sia del metallo.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TEXILE AND DESIGN

ALCANTARA In questa pagina: della collezione Alcantara® INTERIORS, firmata da Giulio Cappellini e Paola Navone per Alcantara, tessuti tecnologici con diverse disegnature, dall’alto: “Portofino”, “Firenze”, “Elba”.

ZUMTOBEL SAWAYA & MORONI In questa pagina: di Daniel Libeskind, al centro, lampada “eL Masterpiece” in acciaio specchiato (2012) per Zumtobel e poltrone in lega d’acciaio “Altair Chair” (2010) per Sawaya & Moroni.

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uce e colore sono ancora protagonisti con lampade fuori da ogni schema, come “eL Masterpiece” di Daniel Libeskind per “Zumtobel”, grande lampadario in acciaio specchiante pensato come una ‘stalattite architettonica’, in grado di proporsi come magico fulcro prospettico per ampi spazi. O con la nuova complessità materica dell’ultima collezione “Alcantara® INTERIORS”, ideata e realizzata da Giulio Cappellini e Paola Navone, composta da cinque diversi tessuti caratterizzati da un decoro dall’aspetto tridimensionale originale ed elegante. Una collezione che accosta colori e texture diversi, dalle tradizionali stampe Principe di Galles a preziosi ricami, dalle goffrature millerighe a pied de poule fuori scala fino a deliziose plissettature. Troviamo qui le tonalità classiche del bianco e del nero, quelle calde del marrone e del bordeaux e il moderno verde acido. Sempre sull’effetto materico giocano i Fratelli Bouroullec con le celebri poltrone “Quilt” realizzate per “Established&Sons”, rivestite da tessuti tecnici su struttura in fibra di vetro, e il divano “Hidden Dragon” disegnato da Zhang Ke per “Moroso, dai volumi scarlatti che ricordano l’ideogramma del drago. Anche Rubelli presenta consistenze e volumi particolari, con tessuti monocromi in rilievo che prendono il nome da nuovi filosofi e antichi saggi - vedi “Confucio, Hillman e Foucault”.

RUBELLI In questa pagina: spesse armature in rilievo per il tessuto per arredi della serie “Confucio, Hillman e Foucault”.

MOROSO ESTABLISHED & SONS In questa pagina: In alto, divano “Hidden Dragon”, design Zhang Ke (2012) per Moroso. In basso, poltrone “Quilt” in tessuto tecnico e struttura in fibra di vetro, design Ronan ed Erwan Bouroullec (2012) per Established & Sons.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TEXILE AND DESIGN

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n’allure decisamente più classica presentano i lini di Torrilana, con un’inedita struttura di filato frisé in lino e viscosa che interpreta la collezione con grande luminosità, in parallelo alla collezione di lampade “Old Quark” disegnata e realizzata da Barovier & Toso, linea ipertecologica che abbina LED e alogene al cristallo e al tessuto. Diesel with Foscarini, invece, presenta le lampade “Metal Glass”, dalla forma semplice e il sapore vintage, sottolineata da una base in metallo dal deciso segno industriale, mentre l’aspetto pop di “Stewie”, curiosa lampada da terra presentata da Foscarini, ben si riflette nei colori esuberanti dei tessuti Parà, dai motivi di volta in volta geometrici, etnici o fiorati.

TORRILANA In questa pagina: filati frisé in lino e morbida viscosa in diversi colori tipo tweed.

BAROVIER & TOSO In questa pagina: lampada tecnologica “Old Quark” che abbina LED e alogene al cristallo e al tessuto.

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PARÀ In questa pagina: cotoni stampati a motivi geometrici, fiorati ed etnici.

DIESEL WITH FOSCARINI FOSCARINI In questa pagina: in alto, lampade a sospensione in vetro soffiato e metallo della collezione “Metal Glass” per Diesel with Foscarini. Qui a a sinistra, lampada da terra “Stewie”, in polietilene espanso e tessuto prismatico, design Luca Nichetto (2012) per Foscarini.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS DESIGNERS

www.sylvainwillenz.com

Animato da una chiara curiosità per l’industria e i suoi processi, il belga Sylvain Willenz progetta soluzioni innovative nel campo dei complementi d’arredo, dell’illuminazione e dell’elettronica. Un approccio grafico fatto di forme primarie, geometrie, proporzioni e colori, l’aspirazione sempre viva a un sentimento di levità e sobrietà che sfida il contesto. Come la collezione “Candy Tables” per Cappellini, con struttura in tondino costruttivo e piano in metallo, esplorazione delle potenzialità delle barre di rinforzo in acciaio per armature in calcestruzzo. O la “Print Light” per Established & Sons, serie di lampade a sospensione con diffusore a globo, nata da una ricerca sulla possibilità di mixare vetro soffiato, trasparente, colorato e texturizzato in un unico processo produttivo.

www.briansironi.it

Con una formazione accademica e artigianale, Brian Sironi ha compiuto un percorso di apprendistato che si colloca nel cuore della Brianza, a contatto con varie professionalità del sistema design: falegnami, fabbri, intagliatori, tappezzieri. Un radicamento sul territorio che è parte integrante del suo progetto di designer italiano e cosmopolita, impegnato nella ricerca di forme pure e nella facilitazione del rapporto tra prodotto e utente. Un approccio che aspira a migliorare la qualità di vita aggiungendo un tocco di meraviglia, un moto di stupore suscitato dal dettaglio di un oggetto o dal funzionamento di un meccanismo. Una progettazione interattiva declinata nella lampada “Elica” di Martinelli Luce, vincitrice del Compasso d’Oro ADI edizione 2011.

www.studiozanini.com.br

Figlio d’arte, Zanini de Zanine eredita dal padre la passione per il disegno, unita a un orientamento progettuale che ha come filo conduttore il riuso, la sostenibilità, il gesto artigianale. Il legno come simbolo del lavoro manuale e del legame con la propria terra, il Brasile: ipé, peroba, jacaranda, eucalipto e kumaru recuperati dalla demolizione delle fazendas, ma anche incastri e barre d’acciaio riassemblati in arredi scultorei, a volte imperfetti, certamente sempre diversi. Non manca tuttavia una produzione in serie con il contributo di aziende locali, dove il processo creativo si estende ad altri materiali quali metallo, plexiglas e tessuto, dando vita a pezzi estremi formati da segnali stradali, tavole da surf e skateboard come la divertente seduta “Skate”.

www.danielrybakken.com

Luci, ombre e illusioni ottiche governano le opere a metà strada tra sperimentazione artistica e design del norvegese Daniel Rybakken, impegnato in una ricerca significativa sulla luce naturale e sulla sensazione di benessere che è capace di infondere nelle persone. Artifici luminosi e distorsioni della percezione sensoriale, causate dal modo in cui il cervello normalmente organizza e interpreta la luce, diventano materia per installazioni e progetti come “Daylight Comes Sideways”, vincitore dell’ambito “Red Dot Design Award” 2007, un’illusione che ricrea una finestra lì dove non c’è nulla, espandendo lo spazio al di là del muro e migliorando la qualità degli ambienti; o la più recente “Counterbalance light”, lampada da muro a bilanciere realizzata con ruote dentate, appena lanciata da Luceplan.

www.ateliermanferdini.com

Studio di design e architettura con sede a Venice, in California, l’atelier di Elena Manferdini adotta una metodologia progettuale di stampo pluridimensionale basata sulla fusione di elementi, generi e valori differenti: illustrazione, animazione, fotografia, graphic design. Il risultato sono aggregazioni geometriche complesse che si connettono e si definiscono tra loro in virtù di un accurato studio modulare dei singoli elementi. Forme ironiche, ispirazioni fumettistiche e linee organiche definiscono così la seduta “Filigrana” di Moroso, con giochi di tagli a laser che ne accentuano la trasparenza, o la fruttiera “Blossom” di Alessi, in acciaio traforato secondo una trama che reinterpreta la tradizione delle Arts & Crafts, premiata con il “Good Design Prize” 2011. 82


GIULIO CAPPELLINI L’architetto Cappellini nello Showroom di Milano e la poltrona “Proust Geometrica”, edizione prodotta da Cappellini nel 2009, versione rivestita e rifinita a mano in tessuto multicolor della poltrona originaria disegnata da Alessandro Mendini nel 1978.

Design<Designers È LA SEZIONE DEDICATA AGLI INCONTRI CON GLI ARCHITETTI, I DESIGNERS, GLI ARTIGIANI, GLI ARTISTI E LE ACCADEMIE PROTAGONISTI DEL DESIGN CONTEMPORANEO INTERNAZIONALE 83


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GIULIO CAPPELLINI I designer del progetto “Cappellini NEXT-progetti in progress dal mondo� e i nuovi designer della collezione 2012. Da sinistra: Arturo Isola, collaboratore di Zanini de Zanine. Zanini de Zanine (Brasile). Constance Guisset (Francia). Ran Amitai e Gilli Kuchik (Israele). In piedi, Raphael Navot (Israele). Nella pagina a destra, da sinistra: Giulio Cappellini e, dietro, il gruppo FUWL, Form Us With Love (Svezia). Alla destra di Cappellini: Sylvain Willenz (Belgio). Mattias Rask e Tor Palm del Glimpt Studio (Svezia). Jacob Wagner (Danimarca). 84


Giulio Cappellini Talento globale IMPRENDITORE E DESIGNER ILLUMINATO, ARCHITETTO E ART DIRECTOR, PORTAVOCE DI UNO DEI PIÙ GRANDI POLI DELLA QUALITÀ DEL MADE IN ITALY, CAPACE DI UNIRE DIVERSI TALENTI PER LA DEFINIZIONE DI UN DESIGN A 360°, CHE HA IL MONDO COME PALCOSCENICO TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO CAPPELLINI 85


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CAPPELLINI In queste pagine: il nuovo Showroom Cappellini a Bruxelles. Uno spazio di 150 mq tutto blu, che rimanda al colore del brand, ispirato al tema “Arte e Design”, un progetto di Giulio Cappellini, Matteo Negri e Sylvain Willenz (2012). Nella pagina a destra, cassettiera “Side 1” della collezione “Progetti Compiuti”, design Shiro Kuramata (1970). 86


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arla con pacatezza, eppure l’entusiasmo emerge in ogni sua frase. L’entusiasmo di qualcuno che si muove nel nostro tempo con curiosità e ottimismo, indossando con grazia il proprio ruolo di cittadino del mondo. Architetto, designer e art director, Giulio Cappellini è un personaggio dal talento molteplice, declinato in tanti ruoli quante sono le sue passioni. Alla stregua di un regista che tiene le redini di un grande spettacolo, conoscendone a fondo ogni aspetto tecnico e artistico, Giulio Cappellini non solo opera nell’azienda che porta il suo cognome, fondata nel 1946 ed entrata nel 2004 nel fondo Charme di Luca Cordero di Montezemolo, di cui fanno parte anche Poltrona Frau, Cassina e Thonet, ma è anche consulente e art director per aziende diverse quali Alcantara Spa e Ceramica Flaminia. Inserito dal settimanale Time tra i dieci più importanti trend setter della moda e del design di sempre, Cappellini è un talent scout riconosciuto a livello internazionale, dall’intuito lungimirante che l’ha portato a individuare alcune tra le più interessanti personalità del design contemporaneo, da Jasper Morrison a Tom Dixon, da Marcel Wanders ai Fratelli Campana e a Ronan ed Erwan Bouroullec. Nonostante in una recente intervista comparsa sul Los Angeles Times si sia ironicamente autodefinito come un “Sunday afternoon designer”, la sua personale cifra stilistica è estremamente sofisticata e la ritroviamo negli arredi da lui disegnati così come nelle opere dei designer che collaborano con lui: un insieme di inventiva e semplicità, sperimentazione tecnologica e rigore formale, dinamismo e colore. Tutti aspetti che si riflettono in ogni momento di un’attività a 360°, che abbraccia prospettive diverse come scoprire i nuovi talenti, esplorare nuovi materiali e processi manifatturieri, sviluppare la capacità di cogliere lo spirito del tempo anche attraverso i dettagli meno scontati – una cultura fatta di luoghi, persone, immagini, immediatezza ma anche grande techné, ricerca approfondita sui materiali e soprattutto innovazione. Uno spirito illuminato che sa leggere le contraddizioni del nostro tempo alla luce della bellezza. Una sintesi di diversi linguaggi e culture che ha portato alla nascita di opere come la “Thinking man’s chair” di Jasper Morrison o la “Lace Metal Lamp” del gruppo svedese From Us with Love (FUWL) o la “Knotted Chair” di Marcel Wanders. Un design lontano da ogni snobismo, che non teme la copia perché profondamente consapevole del proprio valore nel tempo. Che cos’è il design per Lei? Esistono un “buon” design e un “cattivo” design? Per me il design è il tentativo di creare prodotti utili ma soprattutto belli, perché un’utilità priva di bellezza oggi non basta più a nessuno. In secondo luogo fare design significa anche cercare di regalare un sogno, un sorriso, di stimolare l’immaginazione. Un altro aspetto fondamentale è la ricerca di un design che sia davvero senza tempo, cioè un design che non sia bello esclusivamente nel presente, ma che sia valido attraverso gli anni. Perché chi acquista un oggetto di design, indipendentemente dal costo, fa un investimento, quindi mi sembra giusto e serio non proporre tanto un oggetto alla moda, quanto un prodotto che duri nel tempo. Credo molto più nei long sellers rispetto ai best sellers, insomma. Così come sono convinto che sicuramente esistano il buono e il cattivo design. Fare del buon design oggi significa lavorare costantemente sulla ricerca e sull’innovazione. Inventare forme nuove è obiettivamente difficile, specialmente se pensiamo alle forme bellissime che sono state concepite negli anni Cinquanta e Sessanta.

Da oltre 60 anni Cappellini arreda le più belle case del mondo, soddisfacendo i desideri più diversi senza imporre uno stile vincolante, ma proponendosi al proprio pubblico come argilla da plasmare 87


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CAPPELLINI In queste pagine: ambientazione “Cappellini Home” con i prodotti di catalogo e le novità 2012 nel nuovo Showroom di Bruxelles. Sulla parete a sinistra, un’opera della mostra “Drop me a line” di Matteo Negri sul tema dei “Lego”. Nella pagina a destra, “Wanders’ Tulip Armchair” di Marcel Wanders (2010) e Giulio Cappellini con i tavolini della serie “Candy Tables” di Sylvain Willenz (2012).

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ggi però abbiamo la possibilità di lavorare su nuovi materiali, nuovi sistemi produttivi, nuove texture, il che ci permette anche, in certi casi, di produrre un design più accessibile, meno elitario, che riesca ad avvicinare la gente a questo universo che talvolta mette ancora un po’ in soggezione. A tutt’oggi c’è ancora chi vede l’oggetto di design come qualcosa da ammirare nelle collezioni permanenti dei musei o attraverso le vetrine scintillanti degli showroom e magari stenta a immaginarlo in casa propria. In sintesi, per me il buon design è un design più accessibile, presentato in modo più amichevole, destinato a un maggior numero di persone. Il cattivo design, invece, è quello che fondamentalmente copia in malo modo delle buone idee. Non a caso siamo abituati a parlare di “brutte copie”, mai di “belle copie”. Allo stesso tempo non c’è dubbio sul fatto che le aziende che lavorano sulla ricerca e sull’innovazione, mosse quindi dalla volontà di creare dei prodotti originali, devono cercare sempre di più di raccontare l’oggetto, di far sapere al pubblico che cosa sta alle spalle di un prodotto in termini di ricerca, di fatica, di investimenti. Perché altrimenti dall’altra parte è molto comodo identificare un trend, l’immagine di un prodotto, e ricalcarla in maniera pedissequa creando

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la brutta copia. Non possiamo prendercela se poi il cliente finale acquista la copia rispetto all’originale, perché spesso non conosce le differenze. È nell’interesse del buon design che le aziende lavorino maggiormente su questo tipo di comunicazione. Come nasce la scintilla che La porta a collaborare con determinati designer? Prima di tutto per me è fondamentale il rapporto con la persona, perché oggi realizzare un progetto – un progetto vero – costa fatica, comporta un lavoro di mesi o spesso anche di anni, una continua sperimentazione. Spesso, magari durante la fase di prototipazione, l’idea originale viene stravolta in modo radicale, quindi il rapporto di fiducia che deve esistere tra me e il designer è assolutamente fondamentale. Da una parte il designer deve capire che cosa l’azienda può o non può fare, dall’altra devo rispettare l’individualità di ogni singolo creativo. Circa lo scoccare della scintilla, spesso sono molto istintivo, vedo magari il disegno o il prototipo di un prodotto e subito mi dico “Vorrei averlo a casa mia”. Le mie scelte sono quindi legate a un fatto istintivo, a pelle. Da lì si innesca ovviamente un processo più complesso, perché un


prodotto può andar bene per un’azienda e non per un’altra, u e così via. Ma la parte emozionale per me rimane riimane sempre molto mo importante. Quali sono le Sue fonti di ispirazio ispirazione? one? dell’aarchitettura ho avuto av Dal punto di vista del design e dell’architettura la fortuna, durante i primi anni di università, di lavorare come assistente di Gio Ponti. Ho passato un anno nel suo studio, è stato veramente un grande insegnamento per me. Spesso dico “È valso più un anno nello studio di Gio Ponti che cinque anni all’università”, proprio perché con lui ho imparato che lavorare su progetti veri significa lavorare innanzitutto sui dettagli, senza lasciare nulla al caso. Poi amo molto l’arte contemporanea, di cui sono collezionista. Trovo che ci siano delle connessioni sempre più strette, in termini di colori, forme, materiali, tra arte e design. E poi sono curioso, mi piace osservare tutto. Il mondo della creatività oggi è un progetto a 360°, in cui si può trovare ispirazione guardando un bel film, un bel quadro, una bella scultura o semplicemente osservando come la gente si veste o mangia, che cosa mangia. In più ho la fortuna/ sfortuna di viaggiare moltissimo e quindi di entrare in contatto con culture e con storie molto differenti tra loro. Questo mi porta a dire che, alla fine, si può trovare ispirazione ovunque e in qualsiasi cosa. 89


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CAPPELLINI In questa pagina: sopra, lo Showroom Cappellini di Milano nell’allestimento in omaggio a Shiro Kuramata (1934-1991). Da sinistra, “Bookshelf” (1970) libreria bifrontale composta da pannelli laccati macroter bianco 81; “Dinah”, riedizione della cassettiera della collezione “Progetti Compiuti” (1970), mobile a colonna composto di 18 cassetti in legno laccato bianco che si aprono su entrambi i fronti, oggi parte della collezione permanente del MoMA di New York, e pannello a scacchi con i disegni dei progetti di Shiro Kuramata. Sotto, l’installazione “Cappellini NEXT progetti in progress dal mondo” allestita nello Showroom Cappellini di Bruxelles.

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e Lei non fosse un art director, designer, talent scout, che cosa avrebbe voluto essere? In un certo senso non ho ancora capito che cosa voglio fare “da grande”… è una domanda che mi pongo da una vita intera! Devo dire che, in ogni caso, sono sempre stato interessato al mondo della creazione. Quando studiavo architettura pensavo che avrei fatto l’architetto a tutti gli effetti, poi per tutta una serie di circostanze sono prima entrato nell’azienda di famiglia, e in seguito, da quando la Cappellini è entrata nel fondo Charme, ho continuato a occuparmi della direzione artistica. Mi piace lavorare anche su altri progetti, soprattutto mostre e presentazioni, e come art director di altre aziende dal core business completamente diverso, come Ceramica Flaminia e Alcantara, proprio perché ritengo che comunicare il design sia fondamentale – la qualità della comunicazione è molto importante. Oggi non serve a nulla fare un buon prodotto se non sì è in grado di comunicarlo nel mondo, perché oggi il nostro palcoscenico è veramente il mondo. Tornando alla domanda originale … non saprei, forse mi sarebbe piaciuto fare il regista! Che cosa si può fare per evitare che i centri città diventino tutti uguali, simili a dei “duty-free di aeroporto”, come ha detto in un’intervista? Questo è davvero il prezzo della globalizzazione. Dico sempre che dobbiamo cercare di guardare al futuro, senza tuttavia uccidere il nostro passato, la nostra storia. Secondo me è ancora importante capire se

in questo momento mi trovo a Milano, a Hong Kong o a Sidney, e soprattutto capire se sto lavorando o parlando con un progettista o con un creativo che arriva da Milano, da Hong Kong o da Sidney. Trovo che l’appiattimento culturale sia un rischio in parte legato alla comunicazione in tempo reale, perché, se in passato accadeva qualcosa a New York, a Milano lo stesso tipo di fenomeno emergeva magari dopo tre anni, mentre ora accade tutto in contemporanea ovunque nel mondo. Ovunque troviamo gli stessi prodotti - e questo può andar bene, l’importante è che questi prodotti si adattino alla realtà e alla storia locale. Questo è un po’ il grande rischio della globalizzazione: che viaggiando niente ti sorprende più, la storia si va cancellando. Anche se, per la verità, ultimamente mi sembra di intravedere alcuni segni contrari a questo tipo di globalizzazione. Per esempio l’utente finale oggi vuole una casa che rispecchi la sua personalità, la sua storia personale. In passato le persone volevano case il più possibile simili a quelle dei loro amici, oggi è esattamente l’opposto. Non desiderano più una casa di rappresentanza in cui tutto sia perfettamente coordinato, un luogo asettico e privo di personalità, ma un luogo che li rispecchi pienamente. Quindi il pubblico è più consapevole? Sì, è senz’altro più consapevole. Soprattutto oggi vale una parolachiave che è fondamentale nelle scelte del pubblico, e cioè “libertà di scelta”. In passato ci si decideva per una casa completamente classica, o completamente minimal, o interamente di design, o ancora arredata solo con pezzi di grande design o al contrario con prodotti molto basici.

Il vero gioco dell’oggi e del futuro sta nello sfidare la materia e nel tentare, attraverso la tecnologia e la ricerca, di ottenere sempre il massimo da ogni materiale, naturale o creato dall’uomo che sia

CAPPELLINI NEXT In questa pagina: le sedute del progetto “Cappellini NEXTprogetti in progress dal mondo”. Da sinistra, “WireSofa”, design Jan Plechac&Henry Wielgus; “Stork Chair”, design Sahil&Sarthak; “Daddy Longlegs”, design Martin Solem; “Trez”, design Studio Zanini, e “Dancing Chair”, design Constance Guisset.

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CAPPELLINI In queste pagine: sopra, libreria modulare “Cloud” in polietilene, design Ronan e Erwan Bouroullec (2005). Qui accanto, Showroom Cappellini di Parigi e seduta “S-Chair” con rivestimento in paglia di palude, design Tom Dixon (1991). Nella pagina a destra, “Peacock Chair” realizzata con fogli di feltro arricciato, design Dror Benshetrit (2009) e “Thinking Man’s Chair” in metallo verniciato, design Jasper Morrison (1986). 92


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ggi lo stesso tipo di pubblico, con grande libertà, mixa tranquillamente le sedie dell’Ikea con il tavolo del grande marchio, e per quanto riguarda il futuro a mio avviso la tendenza andrà oltre - vedremo prodotti di design contemporaneo mixati magari con un prodotto degli anni Cinquanta o con un pezzo storico. C’è una sempre maggiore ricerca di personalizzazione della propria casa, del proprio ambiente, un trend che possiamo osservare anche nei luoghi di lavoro, per quanto sia possibile. Soprattutto c’è la chiara intenzione di non inseguire a tutti i costi un’immagine coordinata al 100%. La stessa cosa che, se vogliamo, avviene anche nella moda: una signora acquista un abito da H&M e la borsa da Prada, abbinandoli poi con grande disinvoltura. Che cosa pensa dell’eco-compatibilità? Questo è davvero un progetto molto complesso. In questo momento si parla molto di eco-compatibilità, che per certi aspetti è diventata un fenomeno di moda e di marketing. Io ritengo invece che sia un processo molto serio che deve investire un’azienda a 360°, non solo

Quali sono le Sue letture preferite? Leggo tantissimo, soprattutto libri di architettura e d’arte, mentre per quanto riguarda gli scrittori sono francamente un po’ pigro. Mi piace leggere ma soprattutto mi piace guardare, anche perché tra i miei sogni su “che cosa avrei voluto fare da grande” c’è anche quello di creare dei libri non da leggere ma appunto da guardare, perché il linguaggio delle immagini è un linguaggio internazionale - una bella immagine può essere compresa in Cina tanto quanto in Brasile, un testo, invece, per forza di cose deve essere tradotto. Per cui, a differenza di mia moglie o di una delle mie figlie, che sono lettrici accanite, io lo sono un po’ meno e non ho tra i contemporanei o anche tra i classici uno scrittore preferito, perché le mie letture sono decisamente più orientate ai libri legati al mondo dell’arte e del design. In parte mi ha dato la risposta alla domanda successiva, che sarebbe stata: un progetto o un sogno ancora da realizzare? I “libri da guardare”? Esatto. E quando parlo di “libri da guardare”, intendo collegarmi al

Oggi Cappellini rappresenta la capacità di sfruttare al meglio le nuove tecnologie che utilizzano i materiali più vari, dal metallo a materiali plastici, vetroresina, marmo, sughero, vetro e imbottiti nella scelta dei materiali, quindi, ma nell’intero sistema produttivo, nell’ambiente di lavoro e così via. Si tratta di un tema molto importante e molto caro ormai anche al consumatore finale. Nell’Europa del Nord ci sono arrivati prima, l’attenzione all’eco-compatibilità è molto forte già da anni e finalmente ci stiamo arrivando anche noi. Nel lavoro di oggi e in quello del futuro questo aspetto sarà una priorità sempre più importante: non solo creare degli oggetti esteticamente validi, ma oggetti che, nell’uso dei materiali e nella loro possibile riciclabilità, rispettino l’ambiente - anche perché oggi, rispetto al passato, esistono materiali di riciclo estremamente belli. In passato magari si trattava di materiali molto tecnici, spesso più costosi rispetto a quelli tradizionali, per cui la gente si domandava per quale ragione dover spendere di più per comprare un prodotto eco-compatibile. Oggi invece le aziende stanno facendo grossi sforzi in questa direzione.

discorso di prima: uno può osservare la gente, le architetture, i paesaggi… per esempio la settimana scorsa ero a San Paolo e sono stato fermo un’ora davanti a un centro commerciale a guardare la gente che entrava e che usciva. Anche da questi aspetti si può cercare di capire lo spirito di un luogo, mentre normalmente, quando vai in una città per lavoro o per turismo, ti portano a vedere solo i luoghi classici. Per esempio Milano non è solo Piazza della Scala, Milano è capire come questa città sta diventando multietnica, come sta cambiando e così via, e diventa quindi necessario - e divertente - cercare di cogliere ogni sfaccettatura delle diverse realtà. Riuscire a tradurre in immagini queste sfaccettature, che rappresentano l’evoluzione dei luoghi, e realizzare un libro a partire da materiali così diversi: questo è un sogno che mi piacerebbe realizzare. Creando così oggetti e paesaggi. Ricorda “il gran libro del mondo” di cui parlava Galileo, e noi auguriamo che possa presto essere una realtà. 93


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Bertil Vallien L’artista del vetro ORIGINARIO DI STOCCOLMA, BERTIL VALLIEN È FRA I POCHI INSUPERATI MAESTRI DEL VETRO ANCORA IN ATTIVITÀ. DESIGNER DI KOSTA BODA, VALLIEN HA FATTO DEL VETRO L’OCCASIONE DI UNA CREATIVITÀ INESAUSTA, TRADUCENDO NELLA CONCRETEZZA DELLA MATERIA L’INCONSISTENZA DEI SOGNI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO BERTIL VALLIEN E ARCHIVIO KOSTA BODA 94


BERTIL VALLIEN In queste pagine: l’artista al lavoro come Maestro vetraio nella soffieria svedese “Kosta Boda”. Qui a fianco, uno dei soggetti più ricorrenti della sua ricerca, la “canoa”, realizzata con la tecnica denominata “Graal” che permette di integrare le decorazioni nella fibra di vetro.

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BERTIL VALLIEN E KOSTA BODA In queste pagine: sopra e qui a fianco, una versione del “Giano bifronte”, il dio degli inizi, oggetto di un culto antichissimo che risale alla Roma arcaica, associato all’idea di soglia, passaggio, movimento. Giano veglia in entrambe le direzioni, a custodire entrata e uscita: da questa particolare caratteristica deriva la sua rappresentazione di divinità bicefala. La seconda opera qui a destra è “Black Elements House Of Mystery Glass Art”. Nella pagina a destra, un’altra versione del “Giano bifronte” e l’opera “Minijanus”. Tutte queste opere sono disegnate e realizzate da Bertil Vallien per Kosta Boda. 96


Laureatosi alla prestigiosa Konstfack, l’Università di Arti, Mestieri e Design di Stoccolma, Bertil Vallien continua la sua ricerca sulla tecnica di fusione “Graal” e sulla tridimensionalità della scultura in vetro

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asce da un’avventura irlandese e da tipiche imbarcazioni usate prestito un procedimento industriale usato per la fusione dei metalli, dagli isolani. Il tema della “canoa”, fra i preferiti dell’artista, Vallien ne esplora le molteplici possibilità applicative, in una ricerca riveste per Vallien una moltitudine di istanze psicologiche e ininterrotta dove ogni piccolo progresso tecnico amplia e rafforza simboliche: il viaggio, il passaggio, la vita stessa nel suo fluire la gamma dell’artistico, generando cicli e ricicli di temi e di motivi. inesorabile dalla nascita alla morte. Affermato maestro nella procedura Dunque lo sviluppo continuo di nuove tecniche di fusione come base e della fusione in stampo di sabbia, Vallien si inserisce nel solco della punto di partenza per una varietà estetica delle forme scultoree. Dalle più nota tradizione vetraria svedese di Simon Gate e Edward Hald e, in “barche metafisiche” ricolme di simboli universali passando per torsi particolare, della tecnica denominata “Graal”, che permette di realizzare e monoliti, fino alle lastre di vetro sottile che somigliano a pietre decorazioni integrate nella fibra di vetro invece che semplicemente runiche, o forse a mappe preistoriche indicanti ritrovamenti archeologici applicate sulle superfici, con sorprendenti effetti cromatici. “Il vetro e imprigionate nella materia solidificata. Classe 1938, Vallien nasce a offre opportunità sconosciute ad altri materiali”. “È come osservare nord di Stoccolma in una famiglia di solidi principi religiosi e, dopo la lava incandescente trasformarsi in ghiaccio”. “Comprendere il una breve esperienza come decoratore, si iscrive finalmente a Konstfack, momento esatto per catturare un cambiamento di luce o di espressione prestigiosa Università di Arti, Mestieri e Design della capitale, dove e strapparne il segreto”. Questo il mondo di Vallien. Prendendo a ottiene una borsa di studio che lo porterà fin negli Stati Uniti e in Messico. 97


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Contese dai migliori collezionisti al mondo, le “canoe” di Bertil Vallien realizzate in Kosta Boda con la procedura della fusione in stampo di sabbia sono “barche metafisiche” ricolme di simboli universali

BERTIL VALLIEN In queste pagine: tre diverse versioni del tema della “canoa”, realizzate da Vallien con la tecnica denominata “Graal”, che permette di realizzare decorazioni integrate nella fibra di vetro invece che semplicemente applicate sulle superfici, ottenendo sorprendenti effetti cromatici.

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ientrato in patria nella regione di Småland, terra dall’antica infatti a emblema di un senso di solitudine che è tutto umano, di un tradizione vetraria, l’artista vedrà il suo nome associato alla fabbrica desiderio di avventura che implica il rischio stesso della catastrofe e di Åfors, oggi di proprietà del marchio Kosta Boda. Responsabile del fallimento. Un guscio protettivo che esige il rispetto assoluto da della riorganizzazione e dell’aggiornamento delle procedure lavorative, parte di tutti coloro che ne sono racchiusi, una società in isolamento Vallien si impegna per un maggiore riconoscimento delle abilità che galleggia sul mare, in equilibrio stabile ma precario, metafora artigianali e Åfors, condannata come obsoleta, diventa invece una per eccellenza del tema del viaggio, sia esso reale o solo immaginato. fiorente industria dove l’accento viene posto proprio sulle competenze Bertil Vallien è uno dei pochi innovatori dell’arte del vetro nel mondo artistiche. Materiale difficile ma ricco di possibilità in quanto sintesi contemporaneo: esploratore di nuove tecniche e linguaggi estetici, degli opposti - caldo e freddo, luminosità e tenebra - , il vetro rivela l’artista svedese è particolarmente apprezzato negli Stati Uniti, dove a Vallien la sua straordinaria capacità di attrarre e assorbire la luce, tiene di frequente lezioni all’università, ma anche in Giappone e in capacità destinata a diventare il principio guida di tutta la sua ricerca Australia. Vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali, le sue

artistica, sino alle opere più recenti. Perfetto compendio di luce e forma, opere sono presenti nelle collezioni dei maggiori Musei, fra cui The la testa umana diviene allora il medium privilegiato: il vetro, assorbendo Victoria and Albert Museum di Londra, The State Hermitage Museum di la luce, agisce infatti come una membrana che consente la visione degli S. Pietroburgo, Le Musée des Arts Décoratifs di Parigi, The Metropolitan spazi interni, dove Vallien riproduce un mondo onirico e immaginifico Museum of Art di New York. Severo critico di se stesso, Vallien scarta fatto di stanze del pensiero e microcosmi autosufficienti, che ricordano la maggior parte di ciò che produce, considerando il suo doppio ruolo da vicino i primi esperimenti dei surrealisti. L’arte di Vallien è del resto di artista e designer del vetro perfettamente coerente con la sua il continuo tentativo di trasporre nella fisicità e tridimensionalità ricerca scientifica, condotta grazie al supporto di collaboratori fedeli della scultura un universo mitico, una luce soprannaturale, eterea, e che ancora oggi ne condividono progetti e fatiche. Bertil Vallien in perciò stesso sempre sfuggente. Particolarmente esemplificativa a qualità di Maestro svedese del vetro d’arte sarà presente alla Biennale di tal proposito, la serie “Caroline” è composta da teste scolpite in un Architettura di Venezia con una sua mostra retrospettiva dal 28 agosto intenso blu cobalto e bianco, quasi fossero ghiaccio: la collezione al 25 novembre 2012. La mostra, ideata e curata da Adriano Berengo e è ispirata alla storia della piccola Caroline Olsson che nel 1875, Börge Kamras con il contributo di Francesca Giubilei, presenterà circa all’età di tredici anni, perse completamente i sensi per recuperarli sessanta opere in vetro realizzate da Vallien nel corso della sua carriera solo vent’anni dopo, ricordando quello stato di incoscienza come un presso gli studi svedesi di Kosta Boda, partner produttivo per tutti i mondo di tenebre popolato da creature di colore blu. Anche il tema suoi lavori e main sponsor della mostra insieme a Berengo Studio. Per della “canoa” rientra in un simile linguaggio simbolico: le imbarcazioni avere informazioni in Italia sulle collezioni Kosta Boda contattare lunghe metri, e contese dai migliori collezionisti al mondo, si ergono Messulam di Milano. www.bertilvallien.com www.kostaboda.com 99


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Fabrizio Plessi Mariverticali PRESSO LA GALLERIA CONTINI DI VENEZIA L’OPERA DI UN ARTISTA CHE HA INTERPRETATO L’ANTICO TEMA DELLA BARCA IN VIAGGIO SUI MARI DELL’IMMAGINAZIONE E DELL’IGNOTO TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO FABRIZIO PLESSI / GIORGIO ZUCCHIATTI 100


FABRIZIO PLESSI In queste pagine: l’installazione “Mariverticali”, 12 imbarcazioni in acciaio nero realizzate per la 54a Biennale di Venezia (2011) e, sotto, progetto “Llaüt Light”, già esposto al Palazzo della Llotja di Palma di Mallorca, entrambi in esposizione nella mostra “Blu” presso la Galleria d’Arte Contini di Venezia.

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’icona della barca è presente nell’immaginario collettivo dalla notte dei tempi. Simbolo ancestrale del viaggio ma anche della sfida all’ignoto, memento mori nella sua antica valenza funebre, mezzo di trasporto per i commerci, emblema dell’avventura ma anche del sogno, della navigazione in noi stessi. Se il modo in cui il tema è stato affrontato nelle arti figurative cambia con il passare del tempo, quel che non muta è invece la ricchezza di significati associati alla barca, al naviglio, alla nave. Culla e bara, slitta sull’acqua, tappeto volante: due grandi artisti contemporanei se ne appropriano oggi facendone cifra misteriosa e caratteristica delle rispettive opere. Uno è il celebre Bertil Vallien, forse il più grande artista vivente del vetro, maestro soffiatore presso la svedese Kosta Boda. L’altro è l’italiano Fabrizio Plessi, che espone da decenni le sue installazioni nelle più importanti mostre internazionali quali la Biennale di Venezia, il Kunsthistorisches Museum di Vienna e il Centre Pompidou di Parigi. La luce è come intrappolata nelle sculture in vetro di Vallien, che rende le sue barche di vetro il veicolo di un viaggio immaginario che cattura tutta l’esile luce del Nord in

una speranzosa ricerca – una “quest” epica ma interiore – di nuova luce, nuovi colori. Il viaggio della vita è qui simbolizzato tramite la barca che illumina l’oscurità come una lanterna pulsante in un mare metafisico. Fabrizio Plessi presenta la sua barca nella mostra intitolata “Blu” presso la Galleria d’Arte Contini di Venezia, che porta il suggestivo sottotitolo di “Mariverticali”: un’installazione di dodici gigantesche imbarcazioni in acciaio nero che emergono verticalmente dall’oscurità a simbolizzare dodici mari del mondo, ognuno racchiuso nella propria chiglia, mentre dodici sonori di onde lontane si intersecano nello spazio. Un concerto d’acqua che riassume l’artigianato sapiente dell’uomo e la più avanzata tecnologia, in una perfetta simbiosi tra passato e futuro. Protagonista assoluta l’energia purificatrice dell’acqua solcata da queste nuove elettroniche arche di Noè verticali, che pongono lo spettatore, nelle parole dell’artista, nell’insolita posizione di “aborigeno digitale”. Per l’occasione Plessi ha realizzato anche tre videosculture inedite denominate “Digital Boat” a energia fotovoltaica. La mostra è aperta fino al 23 settembre 2012. www.continiarte.com 101


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MOROSO In queste pagine: il progetto espositivo “Backstage_a sideview on the Moroso design collection”, curato da Patrizia Moroso con Marco Viola, con in primo piano il divano “Do-Lo-Rez”, design Ron Arad (2008), formato da moduli di diverse altezze agganciati a una pedana con perni in acciaio. Qui a destra, Patrizia Moroso, Roberto Moroso e l’Ing. Alberto Gortani, direttore generale della Moroso. 102


HangarBicocca 60 anni di Moroso NEGLI SPAZI DELL’HANGARBICOCCA A MILANO, DUE IMPORTANTI MOSTRE A CURA DI PATRIZIA MOROSO E MARTINO GAMPER PER CELEBRARE I PRIMI SESSANT’ANNI DI STORIA DELL’AZIENDA TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ALESSANDRO PADERNI E NICCOLÒ RASTRELLI 103


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MOROSO HANGARBICOCCA In questa pagina: vedute della mostra “Backstage_a sideview on the Moroso design collection” realizzata con prototipi, pezzi one-off e anche oggetti mai entrati in produzione cui si aggiungono disegni, immagini e modelli 3D.

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MOROSO “METAMORFOSI” In questa pagina: il progetto espositivo “Metamorfosi_ Behind, After or Beyond” con le “sedute multicolor” realizzate da Martino Gamper a partire dai prodotti iconici di Moroso e rifinite con rivestimenti in tessuto riciclato su sagome in schiuma (qui accanto).

Focalizzato sui prodotti iconici di Moroso, il progetto espositivo “Metamorfosi” di Martino Gamper ripercorre la storia dell’azienda mixando idee già esistenti per creare il concept di nuovi mobili

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l gusto della ricerca e dell’innovazione, nei materiali come nelle migliorato dalla bellezza e dalla nuova intelligenza. Sono cresciuta forme, nei prodotti come nei linguaggi. Lo sguardo lungo sui pensando che si poteva fare, e appena ho potuto ci ho provato. Ho fenomeni culturali, sociali, antropologici che attraversano il nostro coinvolto prima gli amici e ho chiesto loro di immaginare un mondo, tempo e lo trasformano. E la lungimiranza di chi, proprio dal non un solo oggetto, e di metterlo in relazione con il futuro”. Curata da rapporto con l’arte, ricava suggerimenti da far rivivere negli oggetti Patrizia Moroso con Marco Viola, “Backstage_a sideview on the Moroso del nostro quotidiano. Questo il senso della collaborazione tra Moroso design collection” presenta disegni, immagini, modelli 3D, prototipi, e la “Fondazione HangarBicocca”, che fino a settembre ospita due pezzi one-off e anche oggetti mai entrati in produzione: uno sguardo importanti progetti espositivi dedicati ai 60 anni del marchio friulano, diverso, laterale, per scoprire cosa si nasconde dietro al processo creativo ideatore di prodotti iconici dall’impronta unitaria e cosmopolita. Una e produttivo di un’azienda che ha saputo far incontrare cura artigiana e storia tutta italiana che conferma le sintesi originali tra sperimentazione, creatività globale. Negli stessi spazi, l’installazione di Martino Gamper raffigurazione artistica e manifattura di qualità, alimentata dal dialogo “Metamorfosi_Behind, After or Beyond”: la trasformazione di prodotti costante tra impresa e cultura figurativa, sia esso nel campo del finiti creati da famosi designer, ibridati in nuove forme, smontati design, del marketing o della comunicazione. Parte di un calendario e riassemblati fino ad ottenere plasticità inedite, mixando idee già di appuntamenti e celebrazioni che si concluderanno a febbraio del esistenti per creare il concept di nuovi mobili. A livello concettuale, prossimo anno, le due mostre si muovono tessendo la trama di una lo sviluppo di precedenti lavori di Gamper come “If Gio only knew”, “metamorfosi”, la trasformazione nel senso più lato del termine, fatta di “Martino with Mollino” e “100 Chairs in 100 Days”. Un taglia, incolla contaminazioni e nomadismo di idee e persone, che ha rappresentato e cuci sperimentato con diversi tessuti e varie strutture; e sotto alle la filosofia stessa di Moroso. A cominciare proprio dallo spirito di poltrone, ai divani e alle sedie di Moroso, la scoperta di forme in schiuma famiglia: Agostino e Diana prima, Patrizia e Roberto poi; e quindi i dai colori tenui, modellate su sostegni in legno e acciaio, come ossa designer, interpreti dell’anima eclettica e poliedrica dell’azienda, e gli sbiancate disseminate nel paesaggio espositivo: parti neutre e nude artisti, vincitori del “Premio Moroso per l’Arte Contemporanea”. “Il mio fra le quali spiccano le sedute colorate di Gamper, rivestite con tessuto personale mondo era pieno di immagini fantastiche”, spiega Patrizia recuperato da scarti di produzione e in modo da lasciar intravedere il Moroso, “visioni di un futuro radioso e certamente possibile: il mondo perimetro dello schiumato. www.moroso.it www.hangarbicocca.org 105


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Fiat 500 EV

La versione elettrica di Fiat 500, battezzata “Fiat 500 EV”, sarà pronta entro la fine del 2012 e immessa sul mercato partendo dagli Stati Uniti, dove verrà assemblata da Chrysler inizialmente in 10.000 esemplari. La 500 elettrica, già presentata al Salone di Detroit 2010, sarà equipaggiata con un motore elettrico alimentato da batterie agli ioni di litio da 100 cavalli di potenza e circa 160 Km di autonomia. Potrà raggiungere una velocità di 100 Km/h. Accanto alla citycar, Chrysler sta lavorando a una flotta di 140 Ram ibridi Plugin, che saranno impiegati in un test di tre anni negli USA. Tale progetto ha ottenuto un finanziamento di 48 milioni di dollari da parte del Dipartimento dell’Energia. www.fiat.it

Nissan Leaf

La nuova “Nissan Leaf” è un’auto elettrica a 4 porte e 5 posti con le misure di una berlina, 4,45 metri di lunghezza. Il motore presenta le caratteristiche equivalenti a un V6 benzina da 2.5 litri, ma non ha emissioni su strada. La strumentazione di bordo offre la possibilità di avviare il climatizzatore da remoto per trovare la vettura già riscaldata in inverno. Particolarmente indicata per chi percorre viaggi di medio raggio, con 2,6 euro al giorno si possono percorrere distanze illimitate, compatibilmente con i tempi di ricarica. Con la stessa cifra, un veicolo a benzina o gasolio difficilmente supera i 30 Km. In Italia è prevista l’installazione di 20 impianti per fare il pieno di energia in altrettanti punti vendita controllati da Mediamarket. www.nissan.com

Honda Micro Commuter

“Honda Micro Commuter” è una microvettura elettrica cittadina, il cui prototipo è stato presentato al Salone di Tokyo 2011. Di dimensioni molto compatte - lunga 2,50 metri e larga la metà - si alimenta tramite un motore elettrico da 3,3 kW con batterie agli ioni di litio, in grado di sviluppare una potenza di 22 CV e di raggiungere i 60 Km/h e una autonomia di 60 Km. Per ricaricare la batteria è sufficiente un’ora. La batteria è estraibile e può essere riutilizzata, per esempio, per alimentare il proprio pc portatile. L’abitacolo si caratterizza per l’assenza del volante, sostituito da una cloche che consente di pilotare agevolmente la vettura. La piccola citycar elettrica si può personalizzare grazie a pannelli intercambiabili. www.honda.com

FT-EV Concept II Toyota

La “FT-EV Concept II” è una city car completamente elettrica basata sulla struttura super compatta della Toyota iQ. Ultima arrivata della gamma Toyota di veicoli ecosostenibili che include vetture ibride, Plug-in Hybrid, ibride a celle combustibili e veicoli elettrici a batteria, la FT-EV Concept II raggiunge una velocità massima di 100 Km/h e ha un’autonomia di oltre 90 Km, grazie alla batteria agli ioni di litio ricaricabile in 2 ore e ½ con una presa elettrica da 230 V. La visibilità eccellente si unisce alle porte scorrevoli a comando elettrico. Dotata di tecnologia “drive-by-wire”, che consente di gestire acceleratore, freni e sterzo tramite joystick, presenta una guida comoda, silenziosa e progressiva. www.toyota.com

Volvo C30 Electric

La “Volvo C30 Electric” nasce nello stabilimento di Ghent, in Belgio, e viene poi portata a Goteborg in Svezia per il montaggio delle batterie e del motore elettrico. Tutti i componenti sono alloggiati al posto di motore e serbatoio, in modo da lasciare invariato lo spazio per i passeggeri e la capacità del bagagliaio. Le prestazioni sono d’avanguardia: la Volvo C30 Electric ha un’autonomia di 150 Km, accelera da 0 a 50 Km/h in 4 secondi e arriva a una velocità massima di 130 Km/h. Il pacco batterie agli ioni di litio da 24 kWh, posizionato al posto del serbatoio, alimenta un motore da 111 CV in grado di erogare 220 Nm di coppia. La ricarica avviene in circa 6-8 ore utilizzando una presa da 16A, mentre con una presa domestica da 10A il tempo aumenta fino a 10 ore circa. www.volvocars.com 106


CHEVROLET VOLT In questa pagina: dettaglio del sistema di ricarica della nuova “Chevrolet Volt”, che presenta una batteria agli ioni di litio che può essere ricaricata in poche ore con una presa di casa.

CARDesign SEZIONE DELLA RIVISTA DEDICATA ALLE AUTO ELETTRICHE DI ULTIMA GENERAZIONE, COMPLETAMENTE ECOCOMPATIBILI, A ZERO EMISSIONI DI CO2 107


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Chevrolet Volt è un veicolo ad autonomia estesa in cui la motricità è fornita dal motore elettrico mentre l’energia arriva dalla batteria, alimentata dal generatore o ricaricata dalla rete domestica

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INDICATORE DI CONSUMO In queste pagine: la nuova Chevrolet Volt. A sinistra, il dispositivo noto come “indicatore di efficienza di guida”, una sfera rotante che deve restare di colore verde e al centro dell’indicatore. In caso di forte accelerazione, la sfera diventa gialla e si sposta in alto, in caso di frenata brusca invece si sposta verso il basso.

Chevrolet Volt UNA VETTURA DI ALTO DESIGN, UNA PIETRA MILIARE NELLA STORIA DELL’AUTOMOBILE ELETTRICA. TUTTI I VANTAGGI DI UNA GUIDA A EMISSIONI ZERO CON LE PRESTAZIONI DELLE AUTO TRADIZIONALI TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO CHEVROLET 109


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CHEVROLET VOLT In queste pagine: a sinistra, dall’alto, tre prospettive della nuova “Chevrolet Volt”. A destra, dettagli degli interni e del cruscotto, completo di indicatore di efficienza di guida, colocato sopra il volante.

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Il generatore ausiliario di Volt consente di percorrere oltre 500 Km con la batteria carica e un pieno. Di notte si può programmare la ricarica in modo da sfruttare le tariffe elettriche più economiche

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on chiamatela macchina ibrida. La nuova “Chevrolet Volt”, nata per celebrare i primi 100 anni di vita di Chevrolet, è un veicolo elettrico ad autonomia estesa, in cui l’energia è fornita da una batteria che può essere alimentata dal generatore - attivato dal motore a benzina quando necessario - oppure ricaricata dalla normale rete domestica. Linee sportive ma eleganti caratterizzano questa straordinaria berlina che, grazie al generatore ausiliario, può percorrere oltre 500 Km con la batteria carica e un pieno. Estremamente silenziosa in modalità elettrica - un apposito avvisatore manuale avverte i pedoni della sua presenza - Volt presenta interni ergonomici dai sedili avvolgenti, e, al posto del cruscotto tradizionale, un display a LCD collocato sopra la consolle centrale che costituisce l’interfaccia primaria per le funzioni di infotainment, navigazione, climatizzazione, uso dell’energia e funzioni di ricarica della batteria. Una delle caratteristiche salienti della strumentazione è sicuramente l’Indicatore dell’Efficienza di Guida: una sfera virtuale che compare sul display e che ha il compito di segnalare, attraverso colore e movimento, i cambiamenti di velocità, accelerazione e frenata del veicolo. L’uso

ottimale dell’elettricità è segnalato dalla posizione centrale della sfera, che aiuta così a mantenere il vantaggio energetico. Quattro le modalità di guida previste, tutte con cambio automatico: la modalità “Normal”, la modalità “Sport”, che riconfigura automaticamente la risposta del pedale dell’acceleratore, senza però aumentare la potenza erogata; la modalità “Hold”, particolarmente utile nelle zone a traffico limitato, che consente al guidatore di conservare l’energia accumulata nella batteria in modalità “Normal” sfruttando appieno l’autonomia elettrica del veicolo, pari a 40-80 Km. Infine la modalità “Mountain”, che assicura alla batteria una quantità di energia sufficiente per guidare su strade scoscese, modificando l’erogazione per potenziare l’andatura senza sprechi. “Volt”, con il suo sistema di propulsione rivoluzionario, è tra i veicoli più aerodinamici di Chevrolet: riducendo l’energia necessaria per superare la resistenza dell’aria, gli esperti di aerodinamica hanno garantito 13 Km di autonomia in elettrico e 80 Km di autonomia estesa. Silenziosa, aerodinamica, scattante e dai consumi responsabili, Volt è una sintesi straordinaria di stile, tecnica e fiducia umanistica nel futuro. www.chevrolet.it 111


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RENAULT “ZOE” RENAULT “TWIZY” In queste pagine: qui sopra dall’alto, il nuovo urban crosser 100% elettrico “Twizy” nei 2 modelli “Twizy Technic” e “Twizy Urban”, e interno di “ZOE”, compatta 5 posti, elettrica a emissione zero. A destra, in apertura, il modello “Twizy Technic”. Twizy fa parte della Gamma Z.E., cioè “Zero Emissioni”, veicoli elettrici completamente ecocompatibili. Tra le opzioni di equipaggiamento di Twizy, il cliente può scegliere elementi che arricchiscono il design esterno, pratici e fashion al tempo stesso, come ad esempio le protezioni laterali e il tetto trasparente.

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Renault Z.E. Zero Emissioni IL FUTURO È GIÀ QUI CON LE AUTO ELETTRICHE DELLA NUOVA GAMMA Z.E. DI RENAULT. QUATTRO VEICOLI INNOVATIVI CHE DECLINANO LA MOBILITÀ NEL NOME DELL’EFFICIENZA E DEL RISPETTO AMBIENTALE TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO RENAULT 113


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RENAULT Z.E. In questa pagina: qui sopra, la nuova “Fluence” Z.E., berlina 100% elettrica con batterie agli ioni di litio e motore elettrico sincrono con rotore a bobina dalla potenza massima di 70 kW (circa 94 CV) a 11.000 giri e una coppia di 226 Nm che permette una velocità massima di 135 Km/h.

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a mobilità del futuro e il rispetto dell’ambiente, due traguardi che si potranno raggiungere solo attraverso lo sviluppo dei veicoli elettrici a zero emissioni. Ne è convinta Renault, che si è messa in gioco in una sfida che coinvolge mobilità, infrastrutture e trasporti. In questa direzione va l’introduzione di Gamma Z.E (Zero Emissioni), una nuova serie completa di quattro veicoli 100% elettrici, dotati di batterie agli ioni di litio, adatti a rispondere alle più diversificate esigenze di utilizzo privato e professionale. Gamma Z.E. comprende l’innovativa urban crosser Twizy, l’elegante berlina Fluence, adatta a esigenze di rappresentanza, e la furgonetta commerciale Kangoo, ideale per il trasporto merci in città. Per la fine del 2012 è infine previsto l’ingresso sul mercato italiano di ZOE, una 5 posti compatta, elettrica e a emissione zero. A rivoluzionare il concetto di mobilità urbana provvede innanzitutto Twizy, il primo urban crosser 100% elettrico dalle dimensioni ultra compatte – 2,32 metri di lunghezza per 1,19 di larghezza – che lo rendono perfetto per i tortuosi percorsi urbani, in cui si muove più rapidamente di un’auto. La vettura si ricarica, in circa tre ore e mezza, su una semplice presa di corrente - a casa, nel box, nei parcheggi pubblici, grazie a un cavo situato nella parte anteriore del veicolo. Twizy si presenta in tre livelli di equipaggiamento: Urban,

Color e Technic, con una vasta gamma di colori - le tinte opache Grey e Red e le tonalità metallizzate White Snow e Black. È inoltre disponibile una versione, limitata a 45 km/h, che in Italia può essere guidata con il patentino. Per chi desidera familiarizzare con il nuovo urban crosser, Twizy può essere provata su strada presso la sede della Renault Retail Group Italia Spa, Filiale di Milano in Baranzate. Sempre nella Gamma Z.E. troviamo l’elegante berlina Fluence, dotata di motore elettrico, interni spaziosi e alti livelli di comfort e sicurezza. La trasmissione automatica assicura una guida silenziosa e un’accelerazione fluida, mentre l’assenza della frizione determina l’eliminazione dei tempi morti a semaforo verde. Il navigatore intelligente calcola sistematicamente l’autonomia del veicolo consentendo di pianificare l’itinerario in base all’ubicazione dei punti di ricarica. C’è poi Kangoo, prima furgonetta elettrica, destinata a un utilizzo professionale, lunga 4,2 m e dotata di una capacità di carico di 650 kg. Per dimostrare i vantaggi del nuovo concept, Renault ha portato in strada il veicolo elettrico con il “Tour Z.E.”, roadshow paneuropeo durante il quale gli automobilisti hanno avuto la possibilità di sperimentare in anteprima un test su strada con Kangoo e Fluence Z.E. – un assaggio che si completerà alla fine di quest’anno con il debutto italiano della compatta elettrica ZOE. www.renault-ze.com

Con i quattro veicoli elettrici della Gamma Z.E. - Twizy, Fluence, Kangoo e ZOE - Renault inaugura una vera e propria rivoluzione nel campo della mobilità sostenibile. Tra confort, design e bassi consumi

RENAULT Z.E. In queste pagine: nella fila orizzontale, da sinistra a destra, i modelli “Twizy Color”, “ZOE”, “Fluence” e “Kangoo” della Gamma Z.E.. “ZOE” sarà messa in commercio sul mercato italiano alla fine del 2012. 115


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www.rlauri.com

Vincitore del Salone Satellite 2012, “Decafé” dello spagnolo Raul Laurì è una riflessione sul ciclo di vita dei prodotti naturali per consumi quotidiani, concepita con l’intento di riutilizzare i fondi di caffè per la produzione di una ciotola e una lampada da tavolo dimmerabile e senza interruttore. Un nuovo materiale che ha richiesto una sperimentazione di due anni, un composto totalmente biodegradabile ancora in via di brevetto che va ad affiancare e migliorare precedenti varianti e applicazioni. Il potenziale degli scarti derivanti dal cibo, ottenuto tramite un processo sperimentale che mette al centro tecniche culinarie tradizionali. Un’immagine morbida e minimal che combina materiali riciclati e tecnologia.

www.wowqstudio.com

Collettivo di architetti e designer spagnoli, lo studio Wow è il vincitore del secondo premio al Salone Satellite 2012 con il progetto “El Botijo”, borraccia in ceramica della tradizione artigianale iberica, capace di raffreddare l’acqua senza l’ausilio del frigorifero, ma solo grazie alla naturale evaporazione garantita dalla porosità della superficie ceramica e dall’intercapedine ricavata sul fondo. Interessante esempio di tecnologia d’altri tempi, “El Botijo” recupera la tradizione in modo mirato, proponendo la commercializzazione di un oggetto utile e sostenibile ammodernato però nella forma e nei colori. Una proposta divertente ed ecologica che riflette sulle potenzialità di tecniche in disuso e sul valore emozionale della memoria.

www.danielenoksson.com

Amante delle cose durevoli e senza tempo, Daniel Enoksson vince il terzo premio al Salone Satellite 2012 con “Enamel”, serie di tavolini smaltati per indoor e outdoor, disponibili in vari colori. Forma archetipica condita da una nota nostalgica, “Enamel” si avvale della tecnica utilizzata in passato per smaltare le vasche da bagno in metallo, rievocazione di scenari domestici che suscitano l’emozione del ricordo. L’intuizione è quella di trasporre un linguaggio da un ambiente a un altro, ovvero dal bagno alla cucina, creando al tempo stesso continuità e innovazione. Enoksson divide il premio con Lucas Hinnerud e Jens Boldt: i tre designer svedesi hanno studi indipendenti, ma sono stati compagni di progetto in questa come in altre occasioni.

www.jesdesign.it

Destinatario di una menzione speciale al Salone Satellite 2012, il gruppo italiano “Jes-Titanium Design” ha brevettato un nuovo sistema di rivestimento in titanio battezzato “Velvet Sand”, con cui personalizzare qualsiasi superficie con effetto goffrato. Carte da parati futuristiche e rivestimenti per interni ed esterni in grado di modificare la percezione dei luoghi e della materia, il tutto attraverso fogli di titanio commercialmente puro di diversi spessori e dimensioni. Una vera e propria pelle metallica dall’impiego eclettico e dal risultato esclusivo, garantito dalla grande versatilità di definizione, con un’ampia gamma di texture per effetti visivi e tattili eterogenei. Il valore della tecnologia applicata a fini decorativi.

www.creativeans.com

Premiato anch’esso con una menzione speciale della Giuria al Salone Satellite 2012, lo studio “Creativeans” di Singapore ha presentato “Pod”, una serie di contenitori multiuso per alimenti in polipropilene rinforzato con tessuto. Oggetti multifunzionali estremamente semplici, sono igienici e lavabili, formati da un disco piatto facilmente conformabile: grazie a uno spicchio che si piega, i contenitori diventano così tovagliette per la tavola, vassoi o coperchi per proteggere i cibi, secondo una tipica usanza locale. La collezione include inoltre la lampada “Mikka”, lanterna con struttura in fil di ferro rosso che riprende la forma delle tradizionali voliere asiatiche, contrastata dalla modernità del neoprene di cui è fatta la calotta, nera fuori e rossa dentro. 116


QUALITY LIVING VERONA In questa pagina: ingresso e reception di “Quality Living “a Verona. In primo piano, la collezione tavola di “Seletti”. Al piano terra vengono esposti i plastici dei progetti e delle Iniziative immobiliari di Quality Living.

Quality Living Verona UN CONCEPT STORE NEL CUORE DI VERONA, UN LUOGO FUORI DAGLI SCHEMI IN CUI LA SCELTA DEGLI OGGETTI D’ARREDO SI AFFIANCA ALLA POSSIBILITÀ DI ACQUISTARE LA CASA DEI SOGNI TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO QUALITY LIVING 117


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Una filosofia che poggia sull’alta qualità dell’abitare, accessibile e di prestigio. Quality Living seleziona i migliori brand internazionali scelti in base alla loro storia e alla loro capacità di fare innovazione

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uality Living nasce a Verona dall’esperienza di operatori presenti nella scelta degli spazi e dei materiali. “L’idea base” spiega Paolo nel mercato immobiliare da oltre 30 anni. Sotto il marchio Zanza “ è di arrivare a un costo di 100.000 euro per 100 mq, come nel “Quality Living” si riuniscono infatti due attività parallele e progetto di Mario Cucinella del 2008, presentato alla Fiera di Rho a complementari: un “concept store” di recente apertura nel cuore Milano.” Un esempio è il villaggio di Sandrà, il primo progetto firmato di Verona, Quality Living per l’appunto, e diverse iniziative di “sviluppo Easy Home. Si parte da appartamenti bilocali di grandi dimensioni, immobiliare” basate sulla ricerca della qualità. Tutto parte proprio da lì, con garage e cucina, a 89.000 euro. Si tratta di immobili selezionati dall’esperienza e dalla collaborazione delle famiglie Fedrigoli e Zanza, rispettando il miglior rapporto qualità-prezzo, che si riflette anche i primi operanti da decenni nel settore delle costruzioni e i secondi nella gamma degli arredi presenti nel concept store, che privilegia le attivi nell’ideazione e nella vendita di prodotti immobiliari. Progetti aziende, italiane e straniere, che sanno unire tradizione, conoscenza abitativi e arredi si uniscono nel concept store Quality Living ideato e ricerca. Il risultato? La model unit “Easy Home” è omogenea e da Paolo Zanza, Presidente dell’Azienda. Così, nel prestigioso setting di flessibile, unisce funzionalità ed estetica, studio accurato degli spazi un palazzo storico in Via Viviani, in uno spazio di cinque piani, trovano e possibilità del loro utilizzo ottimale. Easy Home privilegia l’ergonomia, posto due distinte collezioni che si concretizzano in due diversi modi il design accessibile, la maneggevolezza, come nei prodotti per la di intendere l’abitare. Da una parte abbiamo “Easy Home”, serie di cucina firmati “Joseph Joseph”, giovane azienda fondata nel 2003, iniziative che propongono immobili costruiti con una qualità studiata i servizi in bone china della tedesca “ASA”, il tessile “Easy Home”, e rapportata a prezzi accessibili, particolarmente adatta a un abitare percalle di cotone lavorato a mano, i tessuti di “Ginetto Martinelli” nuovo, giovane, sostenibile nel risparmio energetico e ineccepibile - sete, lini, cachemire, lavorati a mano su disegno personalizzabile.

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QUALITY LIVING EASY HOME COLLECTION In queste pagine: lo “spazio cucina” dove si svolgono i corsi rivolti ai clienti, condotti da chef professionisti che esplorano diverse tipologie di cibi adoperando gli utensili in esposizione, e panoramica dei prodotti delle collezioni “Easy Home”, sezione della tipologia abitativa che privilegia l’ergonomia, il design accessibile, la maneggevolezza. 119


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QUALITY LIVING In queste pagine: sopra, esposizione di carte da parati e tessuti della sezione abitativa “Prestige Collection”. Qui sotto, dettagli della zona salotto. Nella pagina a destra, tessuti, arredi e profumazioni e candele di “Easy Home Collection”.

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Easy Home e Prestige Collection, 2 linee per 2 diverse tipologie abitative arredate dai più celebri brand, dalle porcellane Herend e i cristalli Lobmeyr ai tessuti Pratesi, dalle profumazioni Agraria a Matteo Thun

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arallelamente a Easy Home si colloca la “Quality Living Prestige Collection”, che propone immobili, arredi e oggetti con l’ambizione di cambiare il significato stesso della parola lusso, inteso qui come il piacere dell’alta qualità nella ricerca della personalità, del gusto per il decoro e dell’ambiente ideale. Sul versante progettuale e abitativo, la “Prestige Collection” presenta architetture moderne ed essenziali ma anche recuperi di palazzi storici, collezioni di oggetti prestigiosi e di raffinati arredi di manifattura artigianale. Rivolta ad acquirenti con un potere di spending superiore, la Prestige Collection si distingue, sul versante degli oggetti di arredo, per l’attenzione “maniacale” all’artigianalità del dettaglio e delle finiture, dalla porcellana di “Herend” ai cristalli di “Lobmeyr” e “Saint-Louis”, dal bone china di “Noritake” alle collezioni di posate in argento di “Robbe&Berking”, e poi le carte da parati “Osborne&Little”, le posate di “Cutipol”, gli argenti “Pampaloni”, le porcellane “Mono” e gli acciai di “Auerhahn”, i tessuti “Pratesi”, le candele metallizzate “Deber”, le profumazioni di “Agraria”. Presso il concept store è inoltre presente una grande cucina appositamente allestita in cui uno chef mette in evidenza i prodotti attraverso la preparazione di diversi piatti, insegnando al tempo stesso l’uso di diversi utensili per cucina, dalla planetaria

all’abbattitore di temperatura, raccontando insomma la qualità del vivere dal punto di vista culinario. E non è finita qui: si dà il caso che la sede veronese di “Slow Food” si trovi presso la struttura di Quality Living, con tutti i vantaggi che questo comporta. Sono in programma diversi corsi di degustazione, corsi di panificazione, corsi serali su vari argomenti grazie allo chef Isidoro Consolini (ristorante “Al Caval” di Torri del Benaco) e molti altri, che utilizzano nel loro lavoro marchi come “Zwilling” “Henckels”, “Matteo Thun”, “Staub” e “Dualit”. Nel piano interrato si trova infine il “Design Center”, dove avviene la presentazione di materiali particolari provenienti dal mondo intero. Qui gli esperti di Quality Living seguono il cliente nella selezione dei materiali, lavorando su scelte sartoriali e personalizzate. Tessuti, rivestimenti e legni per gli interni sono esposti per essere combinati a complementi fatti su misura. Un esempio sono i colori di “Colorificio Dolci”, che esporta il 70% della sua produzione all’estero e che adopera ancora gli antichi mulini per produrre le terre per decoro delle pareti, alla vecchia maniera; o ancora i parati inglesi di “Osmond&Lidell” e la carta melamminica. Dettagli di stile che sottendono una filosofia del gusto che investe ogni aspetto del quotidiano, la qualità dell’abitare e del vivere espressa a tutto tondo. www.qualitylivingverona.it 121


OGGETTI OGGETTIDESIGN DESIGNMAGAZINE MAGAZINEOCCHIELLO CONCEPT STORE

Curto Gioielli Cosenza UNO SPAZIO INNOVATIVO E AFFASCINANTE, UN MODO DIVERSO DI INTENDERE IL PUNTO VENDITA PER L’ULTIMO PROGETTO DELL’ARCHITETTO ULDERICO LEPRERI PRESSO LA GIOIELLERIA CURTO TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO LELLO CHIAPPETTA

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l progetto dell’architetto Lepreri riguarda la realizzazione della nuova Gioielleria Curto di Cosenza e in particolare dei reparti espositivi di due grandi marchi del lusso: Bulgari e Cartier. Facendo un’eccezione alla prassi, che prevede l’installazione di arredi aziendali, i due prestigiosi brand hanno concesso al rivenditore di esporre i loro prodotti in arredi disegnati in esclusiva per la Gioielleria Curto dall’architetto Ulderico Lepreri. Il negozio si distribuisce su due piani, ciascuno di 100 mq, dotati di forte visibilità grazie a quattro grandi vetrine a giorno nella zona più esclusiva e centrale di Cosenza. Il tratto più caratteristico

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del progetto è la presenza di una galleria cuneiforme che consente ai clienti al piano terra di esaminare i prodotti prima di entrare nello spazio protetto della gioielleria. La particolare conformazione a cuneo, che si restringe prospetticamente verso il fondo, fa sì che il cliente abbia il tempo di sviluppare un progressivo senso di aspettativa nei confronti dell’interno. Uno spazio narrativo, dunque, che comprende una galleria coperta al piano terra con accesso libero dalla strada. Tutto ciò per garantire visibilità a tutti i brand presenti - oltre a Cartier e a Bulgari, anche Montblanc, Pomellato e altre aziende di alta gamma.


CURTO GIOIELLI In queste pagine: situata nel centro storico di Cosenza, la gioielleria è distribuita su 2 piani con 4 vetrina a vista. Nella foto a destra, le vetrine dedicate ai brand Bulgari e Cartier. Qui a lato, l’architetto Ulderico Lepreri. 123 123


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CURTO GIOIELLI COSENZA In questa pagina: vedute degli interni al piano terra. Sopra, la galleria multibrand per gli orologi e, sotto, quella dedicata alla gioielleria. Qui a destra, la vetrina dedicata alle collezioni Cartier.

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CURTO GIOIELLI In questa pagina: gli spazi espositivi del primo piano, dedicati in esclusiva a “Montblanc”, e vedute della scala d’accesso realizzata in cromie di colore variabili dal grigio, al bianco e all’oro.

Audemar Piguet, Breitling, Bulgari, Cartier, Franck Muller, Montblanc, Vacheron Constantin, sono i brand della Gioielleria Curto armonicamente esposti all’interno di vetrine dal design omogeneo Al piano terra si trovano privé adibiti alla vendita, studiati per facilitare un rapporto più riservato con il cliente. Lo spazio è connotato da una navetta centrale rivestita in mosaico di vetro dorato, che ospita il centro marca di Bulgari e Cartier, mentre intorno si collocano le vetrine dedicate agli altri brand. Salendo una scala rivestita con materiali neutri si accede al primo piano, dedicato a un altro spazio “Montblanc”, agli argenti e ad altri marchi di orologeria. Anche al primo piano sono presenti dei privé per la vendita riservata e un bar interno per i clienti. Dal punto di vista cromatico il tema dominante è quello del bianco e dell’oro, colori neutri valorizzati da sistemi di illuminazione all’avanguardia. Come per i precedenti progetti anche le luci sono state ideate su misura in modo completamente personalizzato. L’evoluzione del punto vendita si gioca anche sull’evoluzione dei materiali: il pavimento, monocromatico, è realizzato con un nuovo materiale spesso 3 mm, un gres porcellanato molto compatto, applicato sopra i pavimenti preesistenti. Dello stesso materiale è rivestita l’intera scocca dello spazio, che alterna lastre oro a lastre bianche, riprese all’esterno sulla facciata. Lo Studio Lepreri ha lavorato sull’individuazione di materiali ecologici come legni riciclati e ricomposti, tinteggiature ad acqua che rendono

i legni cromaticamente compatibili con le pareti e materiali privi di collanti chimici e additivi. In 22 anni di esperienza nel settore, Lepreri ha vissuto la trasformazione del negozio in uno spazio emozionale legato a criteri di comunicazione soggettiva che mettono in gioco fattori sensoriali, cromie, design, ergonomia, illuminazione. L’aspetto culturale si è tradotto nella creazione, all’interno dei nuovi concept store, di luoghi di incontro, conversazione e intrattenimento. Un’altra ipotesi di rinnovamento è trasversalizzare l’offerta incrociando settori come la moda, l’orologeria, la gioielleria, l’oggettistica, la profumeria, creando dei corner dedicati alla regalistica per uomo, a elementi per la scrittura in abbinamento con gli accessori moda. Il “fattore trasversalità” potrà essere espresso anche attraverso un legame con la gastronomia di alta gamma: per esempio, inserendo un ristorante presso il negozio di porcellane o di cristalli, o progettare tavoli a forma di quadranti di orologi, facendone un elemento di connessione con il prodotto. Solo attraverso una rivisitazione e una ri-codificazione degli spazi tradizionali si potrà rendere il punto vendita adeguato alle richieste del consumatore, sempre più attento alla ricerca di spazi in sintonia con altri ambiti, dalla ristorazione alla moda, all’abbigliamento. www.uldericolepreri.com 125


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WONDERFOOL ROMA In queste pagine: sopra, la sezione “Store” con l’area relax. Qui sotto, la “Barberia” e le mensole con gli accappatoi in spugna. Nella pagina a destra, la “Sartoria” che realizza abiti e camicie su misura, la “Palestra” con macchinari “Technogym” e personal trainer.

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Wonderfool Roma IN VIA DEI BANCHI NUOVI A ROMA, IL PRIMO CONCEPT STORE IN ITALIA DEDICATO AL BENESSERE MASCHILE, CON TRATTAMENTI ESTETICI, BARBERIA, SARTORIA E CAMICERIA ARTIGIANALE TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO WONDERFOOL ROMA 127


OGGETTI DESIGN MAGAZINE CONCEPT STORE

WONDERFOOL ROMA In questa pagina: sopra, la “Sala Relax Rossa” e la “Sala Trattamenti”. Qui a sinistra, l’ingresso della sala “Wellness & Grooming”, dove sono proposti diversi trattamenti estetici e relax per uomo e, su appuntamento, anche per donna. Sotto, piombino firmato “Wonderfool” creato per le confezioni regalo degli accessori realizzati in esclusiva per Wonderfool e in vendita nello “Store”.

Da un’idea di Prospero Di Veroli, un salotto nel cuore della capitale con Wellness&Grooming personalizzati, Bagno turco e Palestra, Barberia, Lucidatura scarpe, Store, Sartoria e Camiceria su misura ato da un’idea di Prospero Di Veroli, il primo luogo che propone articoli raccolti in giro per il mondo e accessori realizzati interamente riservato al benessere maschile. In un palazzo del appositamente per “Wonderfool”, dagli esclusivi shorts “Orlebar Cinquecento nel cuore della capitale, un salotto accogliente Brown” agli occhiali “Campbell” e ai gioielli scultura in bronzo e dedicato al “wellbeing and style”, con una selezione di argento di “Natsuko Toyfuku”. Unica nel panorama italiano anche la oggetti e accessori che raccontano storie di qualità, artigianalità selezione di profumi nel corner di profumeria artigianale curato da e design. Arredato con elementi Art Déco, oggetti di modernariato “Campomarzio70”, con nasi ricercatissimi come Kilian, Vero Profumo, e suggestioni coloniali, “Wonderfool Roma” propone pause relax e Breacourt, Yosh, Memo Paris e le candele Cire Troudon. Una scelta cure di bellezza per nutrire il corpo e la mente, ritrovando aspetto accurata come quella dei prodotti cosmetici di “Hur” e “Salin de e forma ideali. Parentesi veloce fra gli impegni di lavoro o pausa Biosel”, dei pennelli da barba “Plisson” e “Old Original”, dei prodotti prolungata alla ricerca di un’esperienza rigenerante, il concept store da barba e creme firmate “Geo Trumper” e “Wonderfool”, queste ultime propone una vasta gamma di trattamenti anti age e relax di qualità, personalizzabili in base alle specifiche esigenze di ogni pelle. E per servizi estetici per un uomo curato ma sempre naturale, manicure, compiacere ulteriormente la vanità maschile, non poteva infine mancare massaggi personalizzati, bagno turco e programmi di allenamento con una sezione di “Sartoria” e “Camiceria” su misura con una ricca offerta personal trainer in sala privata. Tra una chiacchierata, un buon caffè di tessuti, intimo maschile e capi di abbigliamento di classe, dove il o la lettura di un quotidiano, anche la possibilità di abbandonarsi cachemire la fa da padrone. Innovativo crossover di servizi, prodotti ed alle mani esperte di un barbiere, riscoperta dell’antica tecnica della esperienze declinate al maschile, Wonderfool si tinge da qualche tempo rasatura manuale, per uno stile perfetto capace di valorizzare i tratti anche di rosa e dedica, su appuntamento, un’offerta di trattamenti del viso. Imperdibili poi la visita e gli acquisti alla sezione “Store”, specifici alla bellezza e al benessere femminili. www.wonderfool.it

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS ELETTRODOMESTICI A CURA DI PEPPA BUZZI

Gorenje The Touch of Light

Dalla collaborazione tra il designer Karim Rashid e Gorenje è nata “The Touch of Light”, una nuova linea di elettrodomestici dall’aspetto futuristico che fonde minimalismo e funzionalità, interattività e colore. Elemento distintivo della linea è la maniglia che presenta una fascia di luci LED dal colore personalizzabile con sette diverse varianti cromatiche: MysticWhite, BabyPink, HotPink, DeepPurple, SkyBlue, LimeGreen, JuicyOrange. Alla collezione appartengono cappe, forni, frigoriferi e piani cottura in vetroceramica dal design innovativo, con comandi touch control che dispongono delle funzioni “BoilControl” e “StopGo”. I piani cottura sono dotati del dispositivo di sicurezza “ChildLock”. www.gorenje.it

Faber Black Tie

Design ultra-sottile, vetro leggerissimo e comandi touch control, la nuova cappa verticale di Faber, oltre ad avere una linea “thin and light”, dinamica e moderna, vanta tecnologie performanti ed eco-compatibili. La superficie geometrica, dai due pannelli in vetro orizzontali e sovrapposti, permette una potente aspirazione perimetrale che grazie al motore “Brushless”, il più silenzioso sul mercato, garantisce un risparmio energetico fino all’85%, mantenendo la più elevata efficacia. Le illuminazioni “Led Light Faber” consumano solo 3 watt di energia: un fattore energy saving dai risultati sorprendenti. In un anno solare, l’utilizzo quotidiano di “Black Tie” riduce di 288 kg l’emissione di CO2, pari a ben 1.750 Km in meno percorsi in automobile. www.faberspa.com

Hoover Set vision Led

Il Lab di Hoover è una zona all’avanguardia tecnologica dove le forme morbide e arrotondate del piano cottura, del forno e della cappa si integrano con l’ultima tecnologia “Led Lighting”. Nasce così “Set vision LED”, un sistema in cui la luce a LED dà forma all’azione dell’elettrodomestico: diminuisce o aumenta di intensità in modo direttamente proporzionale alla potenza. Nel caso del piano cottura a induzione “Hoover Full E·Space”, l’assoluta flessibilità garantisce efficienza, rapidità di cottura, sicurezza e precisione. Le aree di cottura si possono utilizzare indistintamente, separate o unite, eliminando il vincolo delle zone circoscritte e lasciando massima libertà e comodità d’utilizzo. www.hoover.it

Whirpool 6° SENSO

“6° SENSO” di Whirpool permette ai consumatori di interagire con i loro elettrodomestici tramite smart phone, tablet o personal computer, grazie a semplici applicazioni e ad una connessione internet wi-fi. In questo modo gli utenti sono in grado di accedere ai loro elettrodomestici smart e controllarli ovunque si trovino. Il forno “Glamour 6°SENSO” con sistema “Ready to Cook” e “Cook3” è dotato di un pannello con display a colori e comandi a sfioramento, invisibili quando il forno non è in funzione, e consente di preparare il piatto che si preferisce scegliendo la ricetta dall’applicazione caricata sul tablet. Nel 2011 il forno “Glamour 6° SENSO” si è aggiudicato l’ambito iF Design Award e ha ottenuto una menzione speciale nell’edizione 2010 del Red Dot Design Award. www.whirlpool.it

Samsung Navibot S

Il nuovo robot aspirapolvere “Samsung Navibot S” - elegante, compatto e silenzioso pulisce tutte le stanze in modo sicuro e intelligente. Evita gli ostacoli, rileva la presenza dello sporco più ostinato, raggiunge gli spazi più difficili e nascosti e tiene traccia delle zone già pulite e di quelle dove deve ancora passare. Con il rinnovato sistema di navigazione “Visionary Mapping™ Plus” crea una mappa della casa calcolando il percorso di pulizia più veloce e regolando il tipo di programma e la velocità di aspirazione in base al tipo di sporco. Inoltre, grazie all’innovativa funzione di auto svuotamento, torna da solo alla base di carica quando è pieno e svuota il cassetto della polvere nel contenitore centrale, auto pulendosi e ricaricandosi per poi continuare le sue mansioni in totale autonomia. www.samsung.com 130


ALESSI In questa pagina: della nuova serie di pentole “Dressed”, design Marcel Wanders (2012), casseruole a manico lungo in alluminio con rivestimento antiaderente in “Teflon Platinum Plus”. Il manico è in acciaio inossidabile e il fondo in acciaio magnetico per “cottura a induzione”.

TopGourmet

È LA SEZIONE DEDICATA AI PRODUTTORI E AGLI INTERPRETI DELLA CULTURA ENOGASTRONOMICA, ALLE NOVITA NELL’OGGETTISTICA GOURMET, NEI SISTEMI DI COTTURA E NEI COMPLEMENTI CUCINA 131


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Davide Scabin Combal.Zero

DIDASCALIA

In queste pagine: testo didascalia Antecab LO CHEF DEL CELEBRE COMBAL.ZERO DI RIVOLI TRA DESIGN, ARCHITETTURE DI MATERIE PRIME, inullati cum, temquos evel OSTRICHE VIRTUALI E RISOTTI VERDI. CIBI CHE INTERPRETANO ALTRI CIBI IN UN GIOCO INFINITO DI ATTORI illaut dolesedis alit rendisquis TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO BOB NOTO / ALESSANDRO CASTIGLIONI enihictiume 132


COMBAL.ZERO DAVIDE SCABIN In queste pagine: a sinistra, un ritratto di Davide Scabin all’interno del suo ristorante, il Combal. Zero di Rivoli (To). Sopra, lo chef Scabin al lavoro. A lato, due vedute (esterna e interna) del Combal.Zero, inserito nella storica cornice del Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli. 133


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Dinamismo, inventiva, capacità di individuare le più recondite possibilità di ogni alimento, profondo senso del bello che diventa design servito nel piatto. Al confine tra cibo e arte, rigore e creatività

DAVIDE SCABIN COMBAL .ZERO In queste pagine: sopra, “Dinamico di Bue e Gallina” (tuorlo d’uovo, brodo caldo). Qui a sinistra, “Hambook” (prosciutto patanegra e crema di melone), in versione aperta e allineata come un libro (qui accanto). Nella pagina a destra, in alto, “Check Salad”. Qui a destra,“Cyber Egg” (doppia bolla, con all’interno tuorlo d’uovo e caviale), da assaporare incidendo la pellicola con il bisturi, Davide Scabin e “Soufflé” di maccheroni al sugo e crema di parmigiano.

È

un personaggio di prima grandezza che non ha mai smesso di essere una persona vera. Perché Davide Scabin, classe 1965, artefice e anima del Combal.Zero di Rivoli (To), è una di quelle figure destinate a lasciare un segno per quello che fa e per quello che è. Gli aggettivi fioriscono come fuochi d’artificio per questo chef dall’entusiasmo contagioso che nonostante una ruvida tracheite accetta di farsi intervistare al volo: esuberante, geniale, scientifico, pragmatico, vulcanico. Dosando rigore e passione, ricerca sulle materie prime ed estro creativo, Scabin è l’alfiere di una cucina futurista e contemporanea, dalle radici che, come ogni classico, affondano in un tradizione ben decantata e al tempo stesso innovativa, condita da punte di audacia. Vitella Fassona razza piemontese e Pasta Sushi, Risotto Verde con Mousseline di Ricci (noto anche come “Metodologia progettuale: l’esempio di Bruno Munari”), Tonno di Coniglio con Verdure e “salsa brusca” Astigiana, Cyber Eggs@ e Amburgher di Lamponi si affiancano nel menu del Combal. Zero, miniera di gioielli del gusto e fonte zampillante di continue sorprese gastronomiche. Il talento di Davide Scabin ha, come spesso accade, radici lontane, famigliari, ma apprendiamo con un certo sgomento che, in un’ipotetica realtà parallela alla Sliding Doors, il nostro avrebbe potuto imboccare tutt’altra strada. Ha sempre saputo di voler fare lo chef? 134

Per niente! Io da piccolino sognavo di fare l’hacker. Per le scuole superiori avevo due preiscrizioni: una era per il liceo scientifico, dal quale poi sarei potuto passare alla facoltà di Informatica. C’era questo mio amico che aveva le prime Amiga, con cui passavamo ore a “smanettare” in Dos: da lì mi sono appassionato, pensavo che mi sarebbe piaciuto fare l’hacker da grande. L’altra preiscrizione era per il liceo artistico, che, come la facoltà di Informatica, sfornava gente che poi si trovava puntualmente a piedi dopo il diploma – erano gli anni 1978-79, non c’era ancora il boom dell’informatica come oggi. Mia madre, vedendo in me una certa propensione a cucinare in casa, mi ha proposto la scuola alberghiera, che dà un’ottima preparazione a livello di maturità ed è un corso di studio che mi dava la possibilità di svolgere una professione e, volendo, di proseguire per l’Università. Al che mi sono buttato a capofitto nella gastronomia, che in qualche modo ha unito un po’ le due cose: l’estrema razionalità della scienza e l’estrema fantasia delle arti. Come nasce un piatto di Davide Scabin? Da dove trae l’ispirazione? Mi ritengo piuttosto fortunato perché non vago alla ricerca dell’ispirazione, più che altro ho delle idee che arrivano in modi anche molto diversi. Un’idea originale, mai vista, è il massimo per me. A volte invece può anche non essere originale, in quanto esiste già, magari applicata in campi completamente diversi dalla


gastronomia. Una delle ultime idee a balenarmi nel cervello è stata questa: stavo sfogliando delle riviste di automobili - devo cambiare l’auto - quando mi sono imbattuto in un articolo su un nuovo sistema di ammortizzatori. Leggendo, improvvisamente mi rendo conto che dal punto di vista meccanico un ammortizzatore lavora esattamente come la nostra lingua: un pianale che si muove su quattro assi. Da lì ho cominciato a pensare a piatti che abbiano un’ergonomia che si muova su quattro assi a seconda di come introduciamo il cibo in bocca, e che ci permetta quindi di percepire i gusti in modo diverso. Naturalmente le idee per progettare nuovi piatti mi arrivano anche a partire da canali più prettamente gastronomici: non ho un solo processo creativo, ma almeno quattro o cinque. Di questi, importantissimo è studiare la materia prima. Un paio di anni fa abbiamo lavorato sulle architetture vegetali: la cipolla, ad esempio, è diventata un normale modo di interpretare un millefoglie, perché possiede una struttura naturale che le consente di poter essere sfruttata come un millefoglie, dando vita alla “Matrioska di Tropea”. Sempre lavorando sulle architetture vegetali è nato il “Tataki di Melanzana”, che consiste nell’utilizzare il parallelepipedo di polpa che è il cuore della melanzana come se fosse un tataki di tonno o di carne, lavorando il vegetale come se fosse carne o pesce in modo da occludere le fibre, come in un tataki (ndR: il tataki è una tecnica di preparazione del pesce o della carne

tipica della cucina giapponese, che prevede breve arrostimento in padella, marinatura e affettatura). Un altro esempio di processo creativo è il recente lavoro sui sistemi del gusto primari e del loro controllo lavorando sul sale, sul piccante o sull’amaro. Lei è definito il n. 1 dell’ “art & food design”. E guarda caso il Combal.Zero si trova presso il Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli. Che cos’è per Lei il design in cucina? Per me il piatto stesso è design, cioè è un progetto. E per design non intendo il “lato estetico della cucina”, che, insieme alle forme a ai colori, costituisce comunque una componente del design. Io guardo il progetto dal punto di vista dell’ergonomia e della funzionalità oltre che della bellezza, che, in ogni caso, deve essere la risultante. Certo, si può anche progettare esclusivamente in funzione della bellezza o dei colori, ma per me design significa essenzialmente “progetto”, e il progetto è sempre un foglio bianco, un’idea, possibilmente originale, cui dare una forma, e un modo peculiare di servirla in tavola. In questo momento abbiamo dedicato a Bruno Munari, figura leonardesca dei nostri tempi, artista, designer e poeta, uno dei nostri piatti: il Risotto Verde con Mousseline di Ricci ovvero “Metodologia progettuale: l’esempio di Bruno Munari”, che rappresenta la semplificazione del metodo progettuale codificato da Munari nel suo libro Da cosa nasce cosa (1980/2007). 135


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COMBAL.ZERO DAVIDE SCABIN In queste pagine: in alto, “Charlie (Omaggio a Zio Sam)” composto di mini hamburger, patatine fritte, cosce di quaglia impanate nel sesamo, spaghetti di riso. Qui a destra, vassoio di “Ostrica Virtuale”, composta di anguria, bottarga e mandorle tostate. Qui sotto, “Fossil”, con martello, mix di pesce, tartufo nero e fagiolini. Nella pagina a destra, “Spaghetti Pizza Margherita” realizzati con spaghetti monograno, prodotti dal Pastificio Felicetti di Predazzo, al nero di seppia reidratati e messi sottovuoto, con sopra blend di pomodori, crema di burrata e foglie di basilico.

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Come trasformare un frammento d’anguria tempestato di mandorle in una perfetta “ostrica virtuale”. Tutte le sorprese dell’ “effetto Combal”


Q

ui l’autore riflette come nel design sia necessario innestare la creatività sulla progettazione razionale dell’oggetto e affronta la preparazione di un “risotto verde” trasponendo la ricetta in una serie di semplici operazioni logiche come esempio di risoluzione del problema: “Fare un risotto verde per 4 persone”. La formula della semplificazione progettuale di Munari è di una semplicità sublime, che passa attraverso la ricetta di un risotto. Che come tale è un autentico progetto di design. In che cosa consiste il cosiddetto “effetto Combal”? Qualcuno l’ha descritto come un “contropiede mentale” con cui sorprendere chi viene a cena nel Suo ristorante. L’effetto Combal parte dal concetto che, già a partire dal nome di un piatto, noi stiamo cominciando a mangiare attraverso la nostra immaginazione. Basta pensare a un piatto come l’Ostrica Virtuale: leggendo questo nome scatta l’inevitabile associazione tra quello che si sta per fare, cioè mangiare, e la “preformazione” di un’aspettativa mentale data anche dal “naming”, cioè dalla denominazione del piatto - in sintesi, mangiare un’ostrica. L’Ostrica Virtuale, però, non è affatto un crostaceo, ma un bocconcino di anguria con bottarga grattugiata

in qualche modo c’è una piccola sorpresa nascosta nel piatto. Non è un effetto che si possa ottenere da tutti i piatti, e nemmeno bisogna farlo. Chi gusta un piatto al Combal.Zero non viene a cena per cercare sorprese, semmai deve rimanere piacevolmente sorpreso, altrimenti diventa un esercizio fine a se stesso. Lei ha spesso detto che il suo modo di lavorare e di rapportarsi ai suoi collaboratori somiglia a quello di un branco di lupi. Può spiegare il concetto? Il branco di lupi è una buona similitudine per la struttura gerarchica del Combal.Zero: un leader o maschio dominante coadiuvato da altri esemplari dominanti, femmine e maschi, che fondamentalmente si muovono come un branco. Quando il “maschio alpha” immette nuovi elementi più giovani all’interno del branco, all’inizio li tiene al centro, dove è facile per il resto del gruppo supportarli e seguirli in tutto. Se qualcosa non quadra, i lupi dominanti si avvicinano e danno qualche segnale di avvertimento senza mai mordere, facendo però capire quando qualcuno non è adatto a quella struttura, quella tipologia di branco. Se dopo un paio di avvisi l’esemplare non reagisce

Davide Scabin applica al cibo lo stesso rigore tecnico di un ingegnere, studiando la meccanica dei cibi ma anche la metafisica dei sapori, che sono fatti di cultura, emozione e immaginazione attiva e mandorle a lamelle tostate che restituisce, incredibilmente, il gusto dell’ostrica vera. Attraverso il “naming” del piatto possiamo influenzare, a livello mentale, uno sbilanciamento del gusto verso il salato, l’acido o il piccante. Dopodiché prendiamo “in contropiede” la preformazione del gusto creata a livello mentale, spiazzando con un piatto diverso rispetto a quello immaginato. Oltre al “naming”, anche la vista è fondamentale, perché, nel momento in cui vediamo un piatto cui attribuiamo una connotazione conosciuta, siamo indotti a cercare di ritrovare quel determinato gusto nel nostro background gastronomico. Possiamo già immaginare, insomma, che sapore abbia. Quel che poi “succede” nel piatto potrebbe coglierci completamente alla sprovvista. Un esempio di questo è un piatto che abbiamo in carta in questo momento, il Gambero Rosso di Sanremo all’Occhio di Bue. Mentre parliamo di “occhio di bue” stiamo già preformando mentalmente l’immagine di un tuorlo d’uovo liquido, ma, quando il piatto arriva in tavola, l’uovo non è affatto il classico occhio di bue, anzi si presenta lucido come se fosse appena stato separato dall’albume, e non come un uovo fritto. Si tratta, di fatto, di un tuorlo d’uovo cotto nell’olio a 65°, cremoso, cotto, da tagliare a spicchi. Questo è l’effetto Combal. Ogni volta che si riesce a creare un effetto Combal

adeguatamente, il branco si allarga e accelera l’attività, lasciando indietro unità che sarebbero dannose. Non si tratta di una monarchia, ma di un modello gerarchico-oligarchico con degli equilibri dinamici tra maschi e femmine dominanti e il leader, che in questo caso sono io. E come tale il mio ruolo non è acquisito a vita, una volta per sempre. Sono sempre sotto giudizio, insomma “me la devo giocare” ogni giorno, perché qualunque altro dominante può reclamare il mio posto, che quindi devo difendere. Ha un sogno ancora da realizzare? I sogni realizzabili probabilmente non sono dei sogni veri, altrimenti non sarebbero sogni… Qualcosa che si avvicina molto potrebbe essere, tuttavia, diventare il primo chef che cucina su una stazione spaziale. Ecco, questo è un autentico sogno perché so già che fisiologicamente non potrei mai arrivarci: occorre avere un fisico perfetto per andare in orbita, anni e anni di preparazione! E, a parte questo, bisogna considerare che su una stazione spaziale non si può fumare, né bere caffè né alcun tipo di alcolici… sarebbe decisamente uno sforzo troppo grande per me! Però non si sa mai che cosa può succedere: amo molto la fantascienza, quindi chissà, magari fra dieci anni, in un universo parallelo … www.combal.org 137


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G.H.MUMM lancia la sua prima App per iPhone “Champagne Protocoles”, nuova piattaforma multimediale ricca di suggerimenti, informazioni e curiosità sulla degustazione dello Champagne

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G.H. MUMM In queste pagine: il “Kit Design G. H. Mumm disegnato da Patrick Jouin. Nella pagina a sinistra, in alto, lo chef de cave Didier Mariotti, e, sotto, la nuova App per iPhone “Champagne Protocoles”.

Kit Design G.H. MUMM

DAL 1827 LA MAISON G.H. MUMM TIENE VIVI I RITUALI DELLO CHAMPAGNE SECONDO L’ANTICO USO NAPOLEONICO DEL “SABRAGE” PER SCIABOLARE LO CHAMPAGNE. NEL SEGNO DEL DESIGN TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO G.H. MUMM 139


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G.H. MUMM In queste pagine: la glacette “George” e i flûtes. Sotto, da sinistra, i “Protocolli G.H. Mumm” per imparare ad aprire lo champagne con la tecnica del “sabrage” e il “Kit Design G.H. Mumm” di Patrick Jouin. Nella pagina a destra, il sabrage eseguito con la sciabola del Kit Design G. H. Mumm.

G.H. Mumm riporta in auge la cerimonia della sciabolatura ovvero del “sabrage” creando un “Kit Design” composto di glacette “Georges”, set flûtes, vassoi gourmet e sciabola con manico in cuoio rosso

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KIT DESIGN G.H. MUMM DESIGN PATRICK JOUIN “Trovo straordinario creare oggetti che facciano eco a un momento d’eccezione. Non si tratta di disegnare l’oggetto, ma di partecipare a un momento, creare un ricordo che rimarrà scolpito nella memoria”, afferma Patrick Jouin. Il designer, nato a Nantes, in Francia, nel 1967, si è diplomato nel 1992 presso la “ENSCI-les Ateliers”, École nationale supérieure de création industrielle di Parigi. Designer per la “Compagnie des Wagons-lits” e per “tim thom” THOMSON multimedia con l’art direction di Philippe Starck, ha collaborato con lo studio di Philippe Starck a Parigi dal 1995 al 1999. Designer per aziende come Thomson, Ligne Roset, Renault, Cassina, Murano, Kartell, ha ottenuto il premio “Designer dell’anno” nel 2003 assegnato da “Maison&Objet”. Ha collaborato con Alain Ducasse nel progetto di ristoranti quali Alain Ducasse au Plaza Athénée, Be boulangerie-epicerie, a Parigi, e il ristorante Mix New York. Oggi, partendo da uno studio storico sull’uso del sabrage, Jouin ripropone tutto il fascino di un’arte antica che aggiunge valore alla degustazione del vino più famoso del mondo.

P

er M.me de Pompadour era l’unico vino che lascia bella una la sua collaborazione G.H. Mumm ha trasformato il proprio materiale donna dopo averlo bevuto. Secondo Dorothy Parker rientrava di servizio in nuovi oggetti di design creati intorno all’iconografia nelle tre cose che non sarebbe mai riuscita a ottenere dello storico nastro rosso. Il “Kit Design” si compone della glacette abbastanza dalla vita: benessere, ammirazione e, appunto, “Georges”, in onore del fondatore Georges Hermann Mumm, un set di champagne. Anche Napoleone era stato chiaro: lo champagne è un flûtes, vassoi gourmet e una sciabola dalle linee decise con manico premio nella vittoria, nella sconfitta una necessità. Il suo mito ha rosso in cuoio che riprende nella forma il “Cordon Rouge” e la lama origine nella “Champagne” di fine Seicento, dove nacque questo vino di acciaio dalla punta quadrata. G.H. Mumm riporta così in auge la dalla personalità inconfondibile e i sentori di frutta e crosta di pane. suggestiva cerimonia della sciabolatura ovvero del “sabrage” (da Tra i più celebri portabandiera dello champagne nel mondo, la “Maison “sabre”, sciabola), pratica divenuta celebre nella Francia napoleonica G.H. Mumm” nasce ufficialmente nel 1827 a Reims, nella Francia del grazie agli ussari, che, durante i festeggiamenti per le vittorie nordest, territorio d’elezione del leggendario champagne, ma le radici bonapartiste, in mancanza di normali cavatappi aprivano le bottiglie a della famiglia, la cui dinastia conta baroni e cavalieri, affondano colpi di sciabola. Nel rispetto delle tradizioni, la “Sciabola G.H.Mumm”, nel XVII secolo. Sin dall’inizio la qualità è stata la parola d’ordine, disegnata da Patrick Jouin iD, abbina la funzionalità dello strumento sintetizzata nel motto del fondatore Georges Hermann Mumm: “Solo a un design elegante e maschile che invita a provare l’esperienza il meglio”. Fu proprio lui, nel 1875, a rivestire ogni bottiglia con il di questo rito di storica ascendenza. Una sequenza di gesti precisi, caratteristico “Cordon Rouge”, il nastro rosso della Legione d’Onore, semplici ma spettacolari, che culminano nel far saltare il tappo con il più alto riconoscimento francese, creato da Napoleone I, che un colpo assestato con il dorso della lama. Come? Prima, ovviamente, rappresenta oggi la perfetta incarnazione dello spirito G.H. Mumm: è necessario togliere il cappuccio per liberare il tappo e denudare il ricerca della perfezione e spirito d’avventura. Data invece a oggi la vetro del collo. Poi, tenendo la bottiglia in posizione obliqua, bisogna grande complicità tra la Maison e Patrick Jouin iD, capofila del design appoggiare la lama a metà bottiglia, far scivolare la lama di piatto contemporaneo francese e internazionale, già autore, per Alessi, del sul vetro e, con un movimento ampio, dare un colpo secco contro celebre Pasta Pot, realizzato insieme con lo chef Alain Ducasse. Con il rigonfiamento del collo, decapitando elegantemente la bottiglia. 141


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G.H. MUMM LA STORIA E LA TENUTA I Von Mumm sono una delle più antiche famiglie della nobiltà teutonica, le cui radici risalgono al Medioevo. È nel XVIII secolo che la sua storia si lega per la prima volta a quella del vino. La fondazione della “Maison de Champagne” avviene dopo il trasferimento a Reims nel 1827. Fu Herman Georges Mumm, il fondatore, nel 1875, a rivestire le sue bottiglie di Cuvée Brut con un nastro di seta rosso, allusione alla massima onoreficenza francese, l’”Ordre Royal et Militaire de Saint Louis” e il “Grand Cordon de la Légion d’Honneur”, con la quale venivano decorati i più alti ufficiali. Il “Cordon Rouge” diventerà, in pochi anni, il simbolo del marchio e, più generalmente, dello champagne. Raffigurato nei manifesti realizzati dagli artisti all’inizio del XX secolo e nelle pagine del famoso fumetto di Hergé che raccontava le avventure di Tintin, il G.H. MUMM Cordon Rouge compare anche nei quadri di Utrillo e Foujita, e persino in alcune scene cinematografiche. Il vigneto della Maison G.H. MUMM si stende su circa 218 ettari, classificati al 98% nella scala storica dei cru e situati tra gli 8 grand cru più rinomati della Champagne: Aÿ, Bouzy, Ambonnay, Verzy, Verzenay, Avize, Cramant e Mailly-Champagne. Il vigneto G.H. MUMM copre il 25% del fabbisogno della produzione. Il restante 75% viene fornito da viticoltori indipendenti, secondo una filosofia fondata sul controllo minuzioso e costante della qualità delle uve. 142

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a Maison G.H. Mumm presenta i 100 “Protocolli”, una nuova “App” per “iPhone” che contiene suggerimenti, indicazioni, informazioni e curiosità sulla degustazione dello champagne. Piccoli gesti e rituali carichi di significato, capaci di trasformare “l’essere intenditori” in un momento vitale ed emozionante, dilatandone così il piacere. I Protocolli sono stati poi riuniti in un’applicazione iPhone, disponibile per il download sull’Apple Store oppure scannerizzando un codice QR. A illustrare i Protocolli la Maison ha chiamato l’artista israeliano Noma Bar, londinese d’adozione, uno dei graphic designer più rivoluzionari, guru del design minimalista e dell’arte dello spazio negativo. I Protocolli G.H Mumm sono un valido mezzo per scegliere la bottiglia di champagne più adatta all’occasione, a portarla alla giusta temperatura, a stapparla con eleganza e sciabolarla con classe... senza incidenti di sorta. Una guida preziosa che propone, a scadenza mensile, contenuti originali e divertenti giochi interattivi oltre a un carnet con tutti i migliori indirizzi della Maison. Perché è solo scoprendo i piccoli gesti e i grandi rituali dello champagne che è possibile apprezzarlo come merita. www.ghmumm.com


OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS CANTINE D’AUTORE

www.ceretto.it

Sulla sommità della collina Monsordo in Alba, un’opera d’arte ardita e altamente tecnologica creata per le “Cantine Ceretto”: una grande bolla ovale sospesa tra le vigne, una sorta di “acino d’uva” fuori scala, un oggetto leggero e totalmente trasparente che si inserisce in maniera armonica nell’ambiente circostante. Per la sua realizzazione gli architetti Luca e Marina Deabate hanno scelto un materiale innovativo, l’EFTE, utilizzato tra l’altro per le piscine olimpiche di Pechino, qui sperimentato per la prima volta in un modulo piccolo e dalla forma complessa (80 mq la piattaforma per un’altezza massima di 6 m). Un materiale soffice, pruinoso come l’uva, che permette alla natura di entrare all’interno della sala, avvolgendo chi vi sosta e proiettandolo direttamente nella vigna in un volo sulle colline di Langa.

www.frescobaldi.it

L’integrazione con l’ambiente circostante è stata la filosofia che ha guidato lo Studio Sartogo nel progettare la Tenuta dell’Ammiraglia per le “Cantine Frescobaldi”. Come una grande ala di gabbiano, l’edificio “esce” dalla collina per protendersi verso il mar Tirreno su cui si affacciano i vigneti: oltre trecento ettari nel cuore della Maremma, dove si producono vini che riflettono appieno le straordinarie caratteristiche del territorio, con colline perfettamente soleggiate, terreni ideali alla viticoltura e brezze marine che mitigano le alte temperature estive. Se dalle uve Syrah si ottiene il vino più prestigioso, l’Ammiraglia Maremma Toscana IGT, sui terreni ricchi di galestro si coltiva invece il Sangiovese, che trova qui le sue condizioni ideali.

www.tenutacastelbuono.it

Trenta ettari di colline ricamate da vigneti in Umbria, tra Bevagna e Montefalco, la Tenuta Castelbuono nasce dall’innamoramento della famiglia Lunelli, da tre generazioni alla guida di “Cantine Ferrari”, per il Sagrantino e la sua terra. Ma anche dall’amicizia fra i Lunelli e Arnaldo Pomodoro, coinvolto nel progetto di un’opera architettonica dover poter vivere, lavorare e creare grandi vini. Una vera e propria scultura che nelle forme ricorda una “tartaruga”, simbolo per eccellenza di stabilità e longevità, che con il suo carapace rappresenta l’unione di terra e cielo. Espressione tipica di un vitigno unico nel panorama internazionale, il Sagrantino si caratterizza per la morbidezza, frutto del prolungato affinamento in grosse botti di legno.

www.castellare.it

Sulla collina più alta nell’anfiteatro di Rocca di Frassinello, l’impianto fotovoltaico è solo l’ultima novità della “Cantina Castellare” realizzata da Renzo Piano all’insegna dell’ecosostenibilità, con un ciclo produttivo che funziona per caduta e l’uva che diventa mosto scendendo verso la cantina, mentre la barricaia è sotterranea e quindi climatizzata naturalmente. Un grande progetto internazionale realizzato insieme ai francesi del Domaines Baron de Rotschild. Cinquecento ettari di cui un’ottantina già vitati, metà a Sangioveto e metà a Cabernet, Merlot, Petit Verdot e Shiraz per produrre tre etichette nell’incontro del meglio di Italia e Francia: il vino di entrata, Poggio alla Guardia, quindi le Sughere di Frassinello e il gran vin Rocca di Frassinello.

www.petrawine.it

Sull’altura che sovrasta Suvereto, nell’entroterra di Piombino, la “Cantina Petra” si presenta come un cilindro in pietra sezionato da un piano inclinato parallelo alla collina e due corpi edilizi porticati ai lati. Un volume centrale costruito con una forte immagine plastica e le “barchesse” ai lati, reinterpretazione delle grandi ville della campagna toscana, dove il territorio è impreziosito dal disegno delle coltivazioni – in questo caso i vigneti. Un progetto affidato all’architetto Mario Botta, attento nel salvaguardare il rapporto con l’ambiente e con le funzioni di lavoro e di vita, condizione fondante di un’architettura di qualità. Un luogo di trasformazione e invecchiamento, ma anche di accoglienza e scambio di culture e di esperienze, oltre che il principale veicolo di comunicazione dei valori dell’azienda. 143


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Eataly Roma Air Terminal dell’Ostiense MODERNA E INNOVATIVA FORMULA DI DISTRIBUZIONE ALIMENTARE, EATALY DI OSCAR FARINETTI APRE A ROMA LA SUA PIÙ GRANDE SEDE NEL MONDO, NEGLI SPAZI DELLA RINATA STAZIONE OSTIENSE TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ZENO COLANTONI E ARCHIVIO EATALY ROMA

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EATALY ROMA I LUOGHI DI RISTORO PIANO TERRA Il ristorantino delle verdure La paninoteca di INO Il gran bar ILLY La piadineria dei fratelli MAIOLI La gelateria alpina LAIT Il ristorantino della frutta La cioccolateria VENCHI La pasticceria di LUCA MONTERSINO

PRIMO PIANO La pizzeria di Eataly Il ristorantino della pasta La friggitoria di PASQUALE TORRENTE Il ristorantino dei salumi e formaggi Mozzarella show di ROBERTO BATTAGLIA la birreria artigianale di Eataly

SECONDO PIANO Il ristorantino del pesce Il ristorantino della carne Il caffè Vergnano e Terre Alte L’aperitivo Vino Libero Il ristorante delle Osterie Romane La rosticceria di Eataly

TERZO PIANO Il ristorante ITALIA Il centro congressi Il tavolo dei 10 FORTUNATI

EATALY ROMA In queste pagine: la stazione della metropolitana situata all’ingresso della sede di “Eataly” a Roma presso l’”Air Terminal della stazione Ostiense”, struttura progettata da Julio Lafuente per i mondiali di calcio del ’90, oggi spazio architettonico recuperato di 17.000 metri quadri divisi su quattro livelli, con monumentali facciate esterne restaurate nel loro aspetto originale. A Eataly Roma si trovano 23 luoghi di ristoro, 40 aree didattiche e 8 aule per corsi didattici. 145


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EATALY ROMA In queste pagine: qui sopra, Oscar Farinetti, fondatore di Eataly. Nella pagina a destra, dall’alto, la “Ruota delle stagioni”, il “Ristorante ITALIA”, le vetrate al primo livello, il “Ristorantino della pasta” e il parcheggio davanti all’ingresso di Eataly.

Con un’ampia offerta di vendita, ristorazione, eventi e didattica, Eataly Roma ospita anche una libreria, un’agenzia di viaggi e laboratori a vista di produzione della pasta, del pane, della birra, dei salumi

È

dedicato alla “bellezza” il nuovo “Eataly Roma” firmato Oscar Farinetti, capitano coraggioso al timone di un impero agroalimentare che conta oggi 19 punti vendita nei diversi continenti. Bellezza da ammirare e valorizzare, ma anche da vendere e degustare, patrimonio inestimabile che all’estero ci invidiano, ricchezza artistica ed enogastronomica di cui andar fieri. L’idea è semplice: un luogo conviviale dove il cibo italiano di alta qualità si può comprare, mangiare e studiare, scegliendo liberamente quali esperienze vivere e senza alcuna forma di persuasione occulta. Perché il buon cibo avvicina le persone, crea comunione tra i diversi strati sociali, aiuta a trovare punti di vista comuni tra gente di diverso pensiero. All’Air Terminal della stazione Ostiense, progettato da Julio Lafuente per i mondiali di calcio del ’90, il recupero di uno spazio architettonico di 17.000 metri quadri divisi su quattro livelli, con monumentali facciate esterne restaurate nel loro aspetto originale. Un percorso di comprensione e avvicinamento al cibo per cambiare la mentalità di chi acquista, ispirato alla filosofia del “buono, pulito e giusto” nell’alimentazione quotidiana. Con 23 luoghi di ristoro, 40 aree didattiche e 8 aule per i corsi, “Eataly Roma” propone ristoranti tematici dedicati alle verdure, alla frutta, ai salumi e formaggi, e poi

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il ristorantino del pesce, quello della carne e il ristorante delle Osterie Romane, affidato di mese in mese alle migliori osterie del territorio laziale, per offrire le grandi specialità della cucina tipica realizzate nel rispetto della tradizione. È invece nelle mani di Gianluca Esposito, giovane chef di Bologna, il “Ristorante Gourmet” al terzo piano, con vista mozzafiato sui tetti della capitale: ogni giorno una scelta di 20 piatti (5 antipasti, 5 primi, 5 secondi e 5 dessert) provenienti ciascuno dalle 20 regioni italiane, a rappresentare l’unità della nazione nella biodiversità del suo territorio. Metafora del modo in cui Eataly intende la cucina, un’intera parete del ristorante è dedicata al pittore e scultore livornese Amedeo Modigliani, con quattro opere autentiche gentilmente concesse dal “Modigliani Institut Paris-Rome”. Evidente discrepanza rispetto ai normali mercati di città, ogni reparto di vendita Eataly è preceduto da aree didattico - emozionali con la missione di educare il potenziale cliente sulla storia, la cultura e le caratteristiche dei prodotti in esposizione (vino, ortofrutta, pasta, caffè, ecc.). Prima di entrare nel reparto degli oli extravergini, grandi cartelli raffigurano quindi le mappe delle più importanti “cultivar” e degli oli dop della regione Lazio, mentre al centro campeggia una vera pianta d’ulivo e un piano con la raffigurazione delle fasi di


Omaggio alla regione Lazio, uno spazio espositivo preferenziale dedicato alle specialità regionali lavorazione artigianale dell’olio. Da prenotare all’info point all’ingresso o direttamente sul sito internet, le lezioni e i corsi di educazione e godimento alimentare di Eataly si svolgeranno negli spazi “a vista” delle 8 aule vetrate. A partire da settembre e per quattro giorni alla settimana, l’aula della scuola al piano terra ospiterà i corsi gratuiti dedicati alle scolaresche del territorio, con l’obiettivo di insegnare il ciclo delle stagioni, l’importanza della frutta e della verdura in una dieta equilibrata, la storia e la cultura dei prodotti locali. Nella stessa aula ma di pomeriggio, appuntamento invece per i pensionati, con corsi di educazione alimentare per imparare a cucinare piatti ricchi con ingredienti poveri. Quindi l’aula della birra, quella del vino e le grandiose aule “Pellegrino Artusi – Arclinea”, dove avranno luogo corsi tematici interattivi, e “Renato Dominici – Electrolux”, per le lezioni più informali. Infine, all’ultimo piano, tre sale da 100 posti all’interno del “Centro Congressi”, destinate a corsi di varia cultura enogastronomica. Partner del progetto Eataly dalla sua fondazione, “Slow Food Italia” ha accettato il ruolo di consulente strategico, impegnandosi nell’indicazione dei potenziali futuri fornitori e nell’ideazione e cura di attività formative finalizzate alla difesa della biodiversità alimentare e all’educazione al gusto. www.roma.eataly.it

EATALY ROMA IN NUMERI 17.000 mq 23 luoghi di ristoro 40 aree didattiche 14.000 prodotti in vendita 8 luoghi di produzione a vista 1 area expo

4 piani 1.588 posti a sedere 8 aule per i corsi 500 collaboratori 2 sale riunioni 1 centro congressi

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ALESSI In queste pagine: la nuova serie di pentole “Dressed”, design Marcel Wanders (2012), in alluminio con rivestimento antiaderente in “Teflon Platinum Plus”.

Con la nuova serie “Dressed” Marcel Wanders interpreta l’oggetto-pentola con uno stile inedito che trasforma uno strumento indispensabile in cucina in un elegante gioiello dal decoro neo-barocco

A

utentico trendsetter nel mondo della tavola e della cucina, Alessi presenta la nuova serie di pentole “Dressed” firmata da Marcel Wanders, interprete indiscusso del filone neo-barocco. Prima collezione nella storia di Alessi a essere stata concepita in alluminio con rivestimento antiaderente, “Dressed” è caratterizzata dall’elegante decorazione presente su coperchi, manici e maniglie, 148

realizzati in acciaio inossidabile nella sede dell’azienda a Crusinallo, con la tecnica dello stampaggio e della coniatura. I corpi delle pentole sono in alluminio con rivestimento antiaderente in “Teflon Platinum Plus”, mentre il fondo in acciaio magnetico è adatto anche per la cottura a induzione. La Bistecchiera si distingue per la decorazione a rilievo sul fondo di cottura che viene così riprodotta sulle vivande.


Alessi Dinner Time IL PRANZO SI FA PROGETTO CON LE NUOVE COLLEZIONI PER UNA TAVOLA CHE PONE AL CENTRO IL VALORE DELLO STARE INSIEME. DA MARCEL WANDERS A ELISA GIOVANNONI E CHRISTIAN GHION TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO SANTI CALECA E ARCHIVIO ALESSI 149


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ALESSI In questa pagina: sopra, della collezione “Domenica�, design Elisa Giovannoni (2012), wok in trilamina AISI 430, alluminio, acciaio inossidabile, con griglia e pinza in acciaio inossidabile. Qui a destra, della stessa serie, casseruola a due manici in trilamina con coperchio in acciaio inossidabile e cestello a vapore, e serie di utensili cucchiaio da cucina, schiumarola, paletta, mestolo per spaghetti e pinza da cucina. 150


ALESSI In questa pagina: alzata pieghevole “Fatman” in acciaio inossidabile con decoro, design Marcel Wanders (2012).

Una convivialità pratica e giocosa in cui lo stare a tavola è anche un momento di intensa bellezza. Con la nuova serie “Domenica” di Elisa Giovannoni e l’alzata pieghevole “Fatman” di Marcel Wanders Sempre all’avanguardia nell’ideare nuovi modi per declinare la famiglia o con gli amici, è protagonista con il nuovo set di pentole convivialità, Alessi presenta l’alzata pieghevole “Fatman”, divertente “Domenica” di Elisa Giovannoni, composto da pochi elementi essenziali interpretazione di Marcel Wanders di questa storica tipologia, e versatili: casseruola bassa, casseruola, cestello per le cotture a recentemente ripresa con “Anna Gong” disegnata da Alessandro vapore, wok, studiati in forme capienti e ampi manici per soddisfare Mendini nel 2011. Affascinato dal tema “Circus” e dai personaggi molteplici esigenze di cottura e servire comodamente in tavola le che animano gli spettacoli circensi, Wanders ha dato al suo “Fatman” pietanze nei momenti più conviviali. Le pentole sono realizzate in una forma tonda, vestendolo con un coloratissimo abito da clown. trilamina (acciaio/alluminio/acciaio) per un’ottimale conduzione Una volta chiusa, bloccata tramite il collare a gorgiera, l’alzata del calore e sono completate da un set di utensili da cucina. “In appare come una scultura da tavolo, mentre da aperta si trasforma in cucina ci intratteniamo con i nostri ospiti e spesso condividiamo una alzata multipla. Con “Fatman” Alessi realizza per la prima volta la preparazione delle ricette”, ha commentato Elisa Giovannoni. una colorazione direttamente sull’acciaio, tramite la tecnica della Portare la pentola in tavola è oggi diventato un comportamento decalcomania applicata ad acqua. Il senso dello stare insieme, in molto naturale: con la collezione “Domenica” diventa elegante. 151


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Con la nuova collezione di timballi balli “Il Il Tempo della Festa Festa” Mario Trim Trimarchi riporta gli stampi per la cottura nella grande famiglia degli egli strumenti da cucina, con estro architettonico e abilità scultorea

OFFICINA ALESSI A DI ALESSI In questa pagina: stampi per la cottura dei cibi “Il Tempo della Festa”, di Mario Trimarchi con la consulenza di Alberto Gozzi. Gli stampi in rame argentato per kugelhof e savarin sono di “Officina Alessi”, quelli in silicone sono di “A di Alessi”.

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ALESSI In questa pagina: del designer Christian Ghion con la consulenza dello chef stellato Pierre Gagnaire, ramequin per uova “Le Nid” di “Alessi”, in ceramica stoneware con supporto in acciaio inossidabile. Qui sotto, degli stessi autori, portauovo in melammina “Atomium” di “Alessi”, ispirato nella forma al celebre monumento situato nel Parco Heysel di Bruxelles, che rappresenta la struttura interna di un cristallo di ferro.

Il designer Christian Ghion e lo chef Pierre Gagnaire uniti nel progetto che declina le potenzialità dell’alimento-uovo nelle forme pratiche e rassicuranti di “Le Nid”, “Trio”, “Atomium” e “Pinpin” Il pranzo diventa progetto con la collezione di timballi “Il Tempo della Festa” di Mario Trimarchi per A di Alessi, che rinnova l’antico uso degli stampi per la cottura o timballi. Realizzati in silicone in colori pieni o traslucidi per dosi monoporzione, i timballi “Il Tempo della Festa” danno vita a suggestive forme geometriche da servire in tavola per sorprendere i sensi della vista e del gusto di ogni commensale. Ogni set è completato da un ricettario per preparazioni dolci e salate elaborate con la consulenza di Alberto Gozzi. Accanto a questa versione, pensata per un uso quotidiano, sono presenti anche uno stampo per kugelhof e uno per savarin in rame argentato per il marchio Officina Alessi. Il designer Christian Ghion e lo chef stellato Pierre Gagnaire, leggenda vivente della cucina francese, si sono invece cimentati in un progetto di strumenti per la cottura e per il servizio dell’uovo, uno degli alimenti più

semplici e apparentemente banali, ma capace se ben manipolato di dare sensazioni gustative impareggiabili. Nascono così “Le Nid”, contenitore in ceramica stoneware a forma di uovo ideato per uova strapazzate o in cocotte, che sintetizza nelle sue forme l’immagine della paglia e del nido, “Trio”, formato da tre contenitori in ceramica stoneware uniti tra loro, utile per la cottura in forno o a bagnomaria, il portauovo “Atomium”, composto di tre sfere in melammina unite tra loro, e infine “Pinpin”, cestino per baguette in acciaio inossidabile dalla forma allungata, che può essere scaldato in forno assieme al pane e portato in tavola per servire la baguette calda. L’uso originale e la particolare estetica degli strumenti approntati da Christian Ghion e Pierre Gagnaire sono legati alle raffinate ricette e alle modalità di cottura delle uova proposte dallo chef. Un ricco ricettario, curato da Pierre Gagnaire, accompagna tutti i prodotti. www.alessi.com 153


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Gli Speciali di Moneta

IDEALI PER COTTURE PARTICOLARI, “GLI SPECIALI” BY MONETA MANTENGONO SAPORE E PROFUMO NATURALE DEI CIBI GRAZIE AGLI INNOVATIVI RIVESTIMENTI WHITECH® E CERAMICA_01® TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO MONETA - ALLUFLON 154


Rinnovata per cotture ancora più particolari, la collezione “Gli Speciali” di Moneta con rivestimento interno in CERAMICA_01® o in antiaderente chiaro WHITECH® si presenta con un Cook Book in regalo

MONETA In queste pagine: “Paellera”, “Vaporiera”, “Piastra cuoci tutto” e “Wok 2 manici”. Sopra, “Vaporiera”, e, dall’alto, “Piastra cuoci tutto”, “Paellera” e “Wok”. Garantiti cinque anni, “Gli Speciali” hanno corpo in alluminio ad alto spessore, rivestimento esterno in smalto porcellanato, rivestimento interno in CERAMICA_01® oppure in antiaderente chiaro WHITECH® e manici in acciaio.

S

torico marchio di pentole, Moneta è al primo posto per presenza nelle case degli italiani e percentuale di ultimo acquisto. Interprete da oltre 130 anni dei gusti degli italiani in cucina, Moneta ha percorso la storia alimentare, le abitudini familiari, gli stili di ospitalità e i generi gastronomici con un impegno e un’attenzione rigorosi per qualità, design e innovazione 100% made in Italy. Nati per ispirare e accompagnare viaggi culinari sempre nuovi, “Gli Speciali” by Moneta sono strumenti pensati per elaborare piatti della cucina internazionale come di quella italiana. Rinnovata per cotture ancora più particolari e con rivestimento interno in CERAMICA_01® o in antiaderente chiaro WHITECH®, la serie comprende attualmente 6 pezzi: multi piastra, vaporiera, paellera, wok 2 manici, piastra cuoci tutto e piastra no smoke. Adatti a tutti i tipi di fuochi, eccetto l’induzione, “Gli Speciali” hanno corpo in alluminio ad alto spessore, rivestimento esterno in smalto porcellanato in colore grigio satinato e manici in acciaio inox. Ogni articolo è inoltre presentato in confezione regalo con un “Cook Book” o ricettario ad hoc, per interpretarne meglio le potenzialità, e presine sottopentola in silicone Moneta. Ideale per cucinare in modo semplice,

mantenere il sapore naturale dei cibi, godere di preparazioni leggere, profumate e prive di grassi, l’innovativo rivestimento WHITECH® ha una struttura a triplo strato rinforzata con particelle ceramiche, in grado di garantire un’altissima qualità e di prolungare la vita della pentola. Per performance più gourmet, il rivestimento avorio CERAMICA_01® combina invece i vantaggi di resistenza agli agenti chimici, propri dei rivestimenti di tipo plastico, con le proprietà di estrema durezza e tolleranza alle alte temperature caratteristiche delle protezioni di tipo vetroso, creando sulla pentola una pellicola fitta, compatta e liscia, estremamente facile da pulire. Per scaldare velocemente e garantire cotture croccanti, fritture, rosolature e dorature insuperabili. Dunque l’antiaderente di ultima generazione a confronto con l’originale ceramico: due modalità di risposta a due tipi diversi di cucina, semplice o creativa, accumunate però dall’eccellenza di un marchio che è da sempre protagonista e ambasciatore del gusto e dello stile italiano in cucina. Classe 1875, Moneta diventa nel 1986 di proprietà di Alluflon, azienda radicata con orgoglio nel territorio marchigiano, dove ha sposato i valori di passione, cultura e arte italiana. www.moneta.it 155


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WMF Top Gourmet ALTA TECNOLOGIA, RIGOROSO DESIGN MODERNO CHE GARANTISCE UNA TOTALE PRATICITÀ, MATERIALI D’AVANGUARDIA BREVETTATI WMF CHE ASSICURANO UNA COTTURA SANA DEGLI ALIMENTI TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO WMF ITALIA

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WMF “COMFORT ONE” In queste pagine: a sinistra, pentola alta e casseruola in acciaio inossidabile Cromargan® 18/10, con base “TransTherm®”, della nuova collezione “Comfort One”. A destra, la batteria di pentole “Comfort One”, dotata di tecnologia “Cool+”, in foto sotto, in grado di ridurre sensibilmente il trasferimento di calore dal corpo della pentola ai manici.

I coperchi in acciaio inossidabile Cromargan® 18/10 permettono il rilascio controllato del vapore

C

on la nuova linea di pentole “Comfort One” WMF porta in tavola un design giovane e audace, che, in combinazione con la tecnologia “Cool+” - brevettata a livello mondiale da WMF - rende la preparazione dei cibi particolarmente piacevole e sicura. Il sistema “Cool+” riduce infatti sensibilmente il trasferimento di calore dal corpo della pentola ai manici ed è la prima tecnologia che supera gli standard DIN EN 129831. La nuova tecnologia si riconosce visivamente dal “colore rosso” sui manici, che segnala la presenza di una membrana in silicone, che riduce la trasmissione del calore. Realizzata in acciaio inossidabile Cromargan® 18/10, “Comfort One” è dotata di fondo “TransTherm® “che la rende utilizzabile su tutte le fonti di calore garantendo un’ ottimale conduzione del calore. È inoltre adatta a tutti i tipi di forno (gas, elettrico, ceramica e induzione). I coperchi, anch’essi in acciaio inossidabile Cromargan® 18/10, hanno un’apertura che permette il rilascio controllato del vapore. La serie comprende pentole, tegami, casseruole e un inserto per la cottura a vapore. 157


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WMF POSATE “CORVO” In questa pagina: servizio di posate Corvo” in acciaio inossidabile Cromargan Protect®, design Köhler&Wilms 2012

Piacevole da impugnare grazie alla sua forma innovativa, il coltello del nuovo servizio di posate in Cromargan Protect® “Corvo” di WMF può essere appoggiato sulla tavola sia in piano sia sulla lama

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WMF SET INSALATE “NURO” In questa pagina: qui a fianco, set per insalate “Nuro” disponibile in porcellana grigio/bianco, bianco/verde oppure bianco, design Budde Burkandt (2012), e contenitore per alimenti della collezione “Top Serve” con griglia di drenaggio integrata per la raccolta dei liquidi.

Con il servizio di posate “Corvo” WMF si attesta ai vertici di uno stile compiutamente abbinato alla funzionalità: il coltello può infatti essere appoggiato sulla tavola sia orizzontalmente sia di taglio. In questa posizione il coltello appare della stessa dimensione della forchetta e del cucchiaio. Nonostante il rigore della forma, il manico è estremamente maneggevole. Il design moderno, la superficie satinata e le finiture opache danno alle posate un aspetto di particolare bellezza. Con il set per insalate “Nuro” piacere e design sono di nuovo uniti in tavola. “Nuro” combina un corpo rotondo con elementi di design lineare, ed è accompagnato da un set composto da 2 pezzi a servire. Il nuovo set per insalate colpisce per il gradevole contrasto tra la forma voluminosa e la delicatezza della finitura dei materiali. Le curve della ciotola si incontrano con le forme morbide del poggia cucchiaio e con le linee

dritte e delicate dei manici delle posate a servire. Questo contrasto sottolinea l’effetto di ogni elemento e rende il set una proposta elegante per servire le insalate. “Nuro” è disponibile in grigio/bianco, bianco/ verde oppure completamente bianco. Con la sua combinazione unica di forme, “Nuro” si afferma con la sicurezza di un classico di design. Un’altra interessante novità è costituita senz’altro dalla nuova linea di contenitori per alimenti “Top Serve”, dotati di uno specifico sistema per conservare e servire i cibi. La chiusura del coperchio con valvola salva-freschezza integrata crea il sottovuoto, mentre la chiusura ermetica in silicone assicura la tenuta; l’aroma dei cibi rimane quindi all’interno, mantenendo così la freschezza più a lungo. Grazie alla griglia di drenaggio integrata per la raccolta di liquidi, i cibi non vengono in contatto con l’acqua di condensa. 159


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WMF “TOP TOOLS” E “TOP SERVE” In questa pagina: il nuovo affetta patate della collezione “Top Tools” in acciaio inossidabile Cromargan®. Sotto, la collezione di contenitori “Top Serve” per alimenti con griglia di drenaggio integrata per la raccolta di liquidi.

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L’elegante caraffa “Basic” presenta la pratica chiusura “Close Up”, grazie alla quale il tappo si apre e si chiude automaticamente evitando fuoriuscite di liquido e garantendo la massima igiene

WMF “BASIC” In questa pagina sopra, caraffe “Basic” in vetro WMF, acciaio inossidabile Cromargan®, silicone e plastiche nobili, con tappo “Close Up” in acciaio inossidabile e plastica nera. Qui a fianco, cucchiaio a servire forato della linea di posate “Vela”.

Questo significa che il cibo rimane fresco più a lungo. “Top Serve” non serve solo per mantenere cibi freschi, è anche adatto per servire insalate, marinare la carne e preparare verdure sottoaceto. La combinazione di materiali, vetro e Cromargan®, non soltanto possiede un forte impatto estetico, abbinabile a qualunque tipologia di cucina, ma rappresenta anche una soluzione assolutamente igienica. I contenitori “Top Serve” sono disponibili in varie forme e grandezze e anche in pratiche serie. Sul versante dei liquidi, anche l’acqua è diventata da tempo una bevanda alla moda. I ristoranti di prima classe hanno persino una tessera apposita per l’acqua e, che si tratti di un espresso o di un

menu a più portate, l’acqua è comunque una bevanda d’obbligo. WMF ha ripreso e riconsiderato il tema con la caraffa di vetro “Basic”, che consente di portare l’acqua in tavola in modo non solo elegante, ma anche del tutto igienico. Proposta ora nelle nuove dimensioni, 1.5 l e 0.75 nella moderna combinazione di materiali, acciaio inossidabile Cromargan e plastica nera, la caraffa “Basic” presenta la chiusura “Close Up” grazie alla quale il tappo si apre e si chiude automaticamente quando il contenitore viene inclinato. In questo modo il contenuto viene versato senza rovesciare nemmeno una goccia. Un colino trattiene cubetti di ghiaccio, spicchi di limone e pezzi di frutta. www.wmf.it 161


OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS PICCOLI ELETTRODOMESTICI A CURA DI PEPPA BUZZI

Ardes Grill-Multifunzione

Ardes+Medicura, azienda leader nella produzione e nella commercializzazione di piccoli elettrodomestici made in Italy, ha presentato il nuovo “Grill-multifunzione” studiato appositamente per consentire a chiunque di dar vita a gustose grigliate all’aria aperta. Il nuovo Barbecue, grazie al vano interno, consente di cuocere uniformemente pietanze di carne e pesce, spiedini e pizza. La piastra esterna è invece ideale per preparare piadine, crepes e per arrostire le castagne. Dotato di una doppia griglia e di una pratica vaschetta raccogli gocce per evitare che si sviluppi fumo, il prodotto è anche molto facile da pulire. www.ardes.it

Tefal Vaporiera Steam N’Light

Tefal, con la nuova vaporiera “Steam N’Light”, pone attenzione a una cultura alimentare più attenta, senza sacrificare il gusto e mantenendo intatte le qualità degli alimenti durante la cottura. Grazie ai 6 programmi di cottura differenziati da icone di colori differenti, è possibile cucinare alimenti come pesce, carne, verdure, ottenendo il risultato migliore per il piatto desiderato. Inoltre, il comodo display digitale con timer programmabile rende tutto ancora più semplice. “Steam N’Light” è ultra compatta, con 3 contenitori impilabili e riponibili sulla base per il minimo ingombro possibile. È dotata della funzione “keep warm” per mantenere caldi i cibi ed è completa di vassoio per cucinare anche dolci e tortini. www.tefal.it

Philips-Saeco Syntia

Piccoli peccati al profumo di caffè. Ricette facili, golose e fresche, ricche del gusto inconfondibile dell’espresso. “Syntia”, la macchina da caffè compatta di casa Philips Saeco, macina all’istante il caffè in grani e ne estrae pienamente gli aromi, regalando un espresso perfetto da utilizzare come base ideale per golose ricette. “Syntia” ha ottenuto la certificazione del caffè e del cappuccino perfetti grazie all’adozione di un rigoroso processo di preparazione dell’espresso che soddisfa i parametri organolettici e sensoriali definiti da Philips Saeco e certificati dal “Centro Studi Assaggiatori – Italian Tasters”, la società italiana di consulenza più all’avanguardia nel campo dell’analisi sensoriale. www.philips.it/saeco

Phorma-Kenwood KMix

Phorma è lieta di annunciare l’accordo per la distribuzione della linea di prodotti “KENWOOD kMix” per il canale home-design. “KENWOOD kMix” è una prestigiosa linea di piccoli elettrodomestici che si caratterizza non solo per il design raffinato, ma soprattutto per l’alto contenuto tecnologico. La linea si compone dell’ “Impastatore Planetario KMX51”, con controllo elettronico della velocità, motore a 500W planetario ad azione di miscelazione e una serie di accessori intelligenti, quindi il “Tostapane”, la “Macchina da caffè”, il “Bollitore”, il “Frullatore”, l’ “Hand Mixer” e il “Set Mixer a immersione”, dotato dell’innovativo “Sistema Triblade”, un gruppo di 3 lame per aumentare la superficie di taglio. www.phorma.com

Severin Yogurtiera

Fare lo yogurt in casa con la “Yogurtiera Severin” diventa davvero semplice ed economico, perchè permette un risparmio evidente e la preparazione di un prodotto sano, ormai entrato a far parte delle nostre abitudini alimentari quotidiane. 7 vasetti da 150 ml per i single, 14 per la coppia o la famiglia: i due modelli di yogurtiera Severin (JG3516 e JG3519) consumano solo 13W e rappresentano una soluzione ottimale per l’alimentazione più fresca e salutare dell’estate. Alla sera si prepara 1 litro di latte UHT con una bustina di fermenti lattici e al mattino i vasetti sono pronti per essere messi in frigo e consumati una volta raffreddati. Con un buon risparmio sul prezzo di mercato, senza contare l’eliminazione dei vasetti in plastica e la loro sostituzione con pratici e igienici vasetti in vetro. www.severin.it 162


A di ALESSI In questa pagina: “Palle Presepe” in vetro soffiato, design LPWK - Massimo Giacon e Marcello Jori, della collezione Natale 2012, composta di 10 soggetti decorati a mano.

InTavola È LA SEZIONE DEDICATA ALLE TENDENZE NEI COMPLEMENTI D’ARREDO PER LA CASA E PER LA TAVOLA 163


OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

L’OCA NERA In queste pagine: alzate tonde per torte e dolci in vetro nei colori trasparente, viola, ambra e verde della nuova collezione Home “Sweet” Home.

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L’Oca Nera Home “Sweet” Home DESIGN E FORME CLASSICHE PER QUESTA ATTRAENTE COLLEZIONE DI ALZATE PER TORTE, SCATOLE E COPPE MULTIFUNZIONE IN VETRO E PORCELLANA BIANCA PER UNA NUOVA TAVOLA FESTOSA ED ELEGANTE FOTO ARCHIVIO L’OCA NERA

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

L’OCA NERA In queste pagine: alzate quadrate per torte e dolci in vetro nei colori trasparente, verde, viola e ambra. Nella pagina a destra, alzata quadrata in vetro trasparente della nuova collezione Home “Sweet” Home. 166


L

asciarsi ispirare dalla dolcezza è un must per vivere bene la casa! L’Oca Nera propone il “dolce far nulla”, ovvero la gioia di una tavola-rifugio sognata, desiderata, che si anima di forme, luce, colore e atmosfera. Per un piacere tutto da condividere. Il bello di essere a casa? Sentirsi leggeri, sollevati, a proprio agio. Trattarsi bene, concedendosi di tanto in tanto dei piccoli lussi. Come un dolcetto, ad esempio. L’Oca Nera porta in tavola una collezione di alzate per torte quadrate e tonde in vetro multicolore, nei toni impalpabili del viola, del verde e dell’ambra, alternati alla purezza della trasparenza.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

Un set coordinato e versatile di ciotole, piccole scatole multifunzione e portatovaglioli in porcellana bianca. Ideali per accogliere e valorizzare dolci, praline, cioccolatini e bon bon. Piccole sorprese di stile, per servire dessert e golose delizie in un’atmosfera rilassata e informale. Con il design che spazia da lavorazioni più classiche e ricercate a soluzioni estetiche più essenziali. Giocando con i riflessi della luce o il candore della porcellana bianca, declinata in un mix di forme lineari che vestono le funzioni. C’è un uso misurato e sapiente del decoro,

a tratti sobrio, a volte più presente e caratterizzato. Superfici che sembrano ricami, vetro lavorato come merletto. Ma fuori dalle regole, meraviglia e gioia di vivere investono ogni pezzo, per inventare una tavola allegra e spensierata, per colorare i dessert e rendere la casa così “sweet”. Dolci esaltati ed offerti con gioia, da gustare con gli occhi e non solo, per coccolarsi nelle pause di relax più totale. La casa è sempre quella dei sogni quando dentro ci sono le cose importanti. Ma con L’Oca Nera diventa un luogo della fantasia. www.locanera.it

Focus sul dettaglio ricercato e lavorato per Home “Sweet” Home de L’Oca Nera, la nuova collezione di alzate e contenitori versatili e coordinabili per dolci e prelibatezze realizzata in vetro e porcellana

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L’OCA NERA In questa pagina: ciotole e piccole scatole in porcellana bianca con decori ispirati al mondo animale della nuova collezione Home “Sweet” Home in porcellana bianca.

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Palais Royal Nuovo mood DELICATI MOTIVI NATALIZI PER QUESTA NUOVA ELEGANTE COLLEZIONE IN FINE BONE CHINA CHE SI DISTINGUE PER L’ATTENTA CURA DEL DETTAGLIO E LA QUALITÀ DEI DECORI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO PIULUCE.COM - TORINO 170


PALAIS ROYAL In queste pagine: la collezione “Mistletoe and Tree” in Fine Bone China. Qui a sinistra, scatoline con cerniera segnaposto e, in basso, svuotatasche, piatto quadro e vassoio rettangolare. Nella pagina a sinistra, elementi del posto tavola e tazza da tè con piattino coordinati.

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nche per il Natale 2012 Palais Royal propone un’ampia varietà centritavola, vassoi, coppe, biscottiere, posti tavola, tazze, scatole, di collezioni che interpretano con stile e romanticismo il campanelle, piatti panettone, decorazioni, portatovaglioli, piattini calore e la magia della festività più bella, fra cui segnaliamo da marmellata, segnaposto, carillon, palle di neve e figure da la nuova serie “Mistletoe and Tree” in Fine Bone China. collezione. Fra le altre linee per la tavola firmate Palais Royal, una Una linea di prodotti che si caratterizza per l’eleganza e l’accurata vasta gamma di scelte che conferma la capacità espressiva del fattura, nei toni del rosso, del verde e del bianco, realizzata con marchio, fra cui ricordiamo le collezioni “Sangria”, “Turquoise”, grande attenzione a ogni dettaglio. Regali raffinati e originali, con “Midnight Blue”, “Santa Cat”, “Musicians”, “Stars”, “Santa’s Flight”, decori classici rivisitati in chiave contemporanea, le collezioni Palais “Ornaments” e “Noël Classique”. Palais Royal è un marchio di Lamart, Royal sono per la maggior parte dipinte e rifinite a mano. Per azienda di Moncalieri presente da oltre 40 anni nel segmento dei soddisfare ogni gusto ed esigenza, il ricco assortimento comprende complementi tavola in porcellana e ceramica. www.lamart.it

Accompagnata dal segno benaugurante del vischio, la collezione “Mistletoe and Tree” in Fine Bone China evidenzia eleganza e accurata fattura grazie ai nuovi decori che rievocano una calda atmosfera natalizia

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Modigliani Artisti al Lavoro UNA NUOVA COLLEZIONE PER LA TAVOLA CHE RENDE OMAGGIO ALLA CREATIVITÀ E AL COLORE ATTRAVERSO UNA PARTICOLARE TECNICA DI SMALTATURA CAPACE DI ESALTARNE LA BRILLANTEZZA TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO MARZIA MALLI STYLIST ARIANNA BATTISTESSA

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MODIGLIANI In queste pagine: piatti piani e fondi, tazzine per il caffè e accessori della collezione “Artisti al Lavoro”, in ceramica dipinta a mano. Sempre in ceramica, i cestini portapane della collezione “Intrecci”. Completano la tavola le posate della linea “Via Veneto” e i bicchieri soffiati a bocca della collezione “Tivoli Gocce”, nei colori giallo e arancio.

Con una lunga tradizione nel campo della ceramica e del vetro, Modigliani propone collezioni funzionali che coniugano la sapienza artigianale italiana con le tendenze innovative del design

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orte di una lunga tradizione nel campo della ceramica e del vetro, Modigliani rappresenta dal 1983 uno dei principali protagonisti del design italiano per la tavola. Un universo che sa rinnovarsi di stagione in stagione, anticipando e assecondando lo spirito del tempo attraverso collezioni funzionali e dal forte impatto visivo, caratterizzate da smalti, graffiti, forme irregolari. Una storia italiana che del made in Italy ha fatto il suo vessillo, coniugando l’antica sapienza della tradizione ceramica con la cultura artistica del Belpaese. Attraverso una scrupolosa attenzione per i dettagli e la qualità dei materiali, Modigliani propone collezioni sempre differenti, evocazione di luoghi e stagioni, paesaggi e storie, atmosfere e passioni: una forte identità espressiva fatta di tradizione, creatività e innovazione. Come quella narrata dalla linea “Intrecci”, un lungo filo di ceramica rigorosamente intrecciato a mano, per dar vita ad oggetti d’uso quotidiano e complementi d’arredo: disponibile in 7 colori pennellati, un ricco assortimento di lampadari, portavasi e fruttiere che stupiscono per l’armoniosa leggerezza, oltre a cestini disponibili anche in

miniature pensate appositamente per essere originali bomboniere. Irriverente novità di quest’anno, la collezione per la tavola “Artisti al Lavoro” sperimenta un nuovo smalto capace di esaltare il colore lasciando mano libera ai decoratori, che optano così per un arcobaleno di tonalità e citano ironicamente il loro principale strumento di lavoro: il pennello. Una cromoterapia per una tavola allegra e divertente, adatta a piacevoli momenti da passare in compagnia. Ispirate alla strada romana simbolo per eccellenza della “Dolce Vita”, le posate da usare come accompagnamento fanno parte della linea “Via Veneto”. Disponibili in 10 colori e in un ampio assortimento di pezzi, hanno una linea sinuosa a simboleggiare un mondo in cambiamento, che non dimentica però di celebrare il più importante rito della convivialità, quello del cibo. Per completare la tavola, non possono infine mancare i bicchieri “Tivoli”, anch’essi evidentemente legati a un immaginario che fa della “città eterna” il suo fulcro, oggetti dalle linee morbide, gradevoli al tatto e pratici nell’uso, qui presentati nella versione “Gocce”, colorati con granella di vetro. www.modigliani.it 173


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Elleffe Design La tavola elegante È IMPRONTATA A UNA NUOVA ELEGANZA CONTEMPORANEA LA LINEA PER LA TAVOLA DI ELLEFFE DESIGN, AZIENDA CHE VANTA UNA ESPERIENZA TRENTENNALE NEL SETTORE DELL’ACCIAIO MADE IN ITALY TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO CAMILLA PASINI E ARCHIVIO ELLEFFE DESIGN

ELLEFFE DESIGN In queste pagine: sopra, il nuovo cestino porta pane “Juta” nella versione panna. Qui a destra, glacette della collezione “Sfera” e porta olio e aceto della linea “Surf”, design Alfonso Montalto (2012). Nella pagina a destra, vassoio della linea “Design”, design Giancarlo Aldighieri, Elena Zanoni e Davide Brindisi.

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spressione di un design minimalista e altamente funzionale, i complementi d’arredo per la tavola e la casa di “Elleffe Design” sono allineati ai trend contemporanei e prodotti esclusivamente in Italia. Caratterizzata da un’ampia diversificazione orizzontale di gamma, l’azienda di Gravellona Toce in provincia di Verbania non si limita a disegnare nuovi prodotti, ma sviluppa concetti che porta sul mercato attraverso soluzioni inedite e sorprendenti, capaci di riflettere stili, gusti e abitudini eterogenee. Con un’elevata attenzione alla qualità, alla praticità e all’estetica di tutta la produzione, garantita anche dall’esperienza e dedizione all’azienda dei suoi collaboratori, Elleffe Design rinnova costantemente la propria offerta, proponendo collezioni completamente nuove o aggiungendo nuovi elementi a quelle già esistenti. Costituto per la maggior parte dal dettaglio qualificato, il target comprende punti vendita, hotel e ristoranti di prestigio, selezionati per la cura nel servizio ai clienti. Ed è non a caso il concetto di eleganza, un’eleganza discreta fatta di linee pure e forme essenziali, a rappresentare il fil rouge delle novità di quest’anno, dedicate al mondo della tavola e della casa, per ambienti domestici

contemporanei curati in ogni minimo dettaglio. Ispirata alla sfera, il solido perfetto secondo i filosofi greci, la linea che porta questo nome si compone di un vaso per fiori, una coppa, una biscottiera e una raffinata glacette dai bagliori metallici, per accompagnare i momenti migliori in compagnia degli amici e degli affetti più cari. Novità poi anche per la linea “Juta”, fra le prime realizzate dall’azienda, un concept vincente che continua ad essere prodotto e arricchito, questa volta con deliziosi cestini porta pane con rivestimento e manico di fibra naturale, nella versione marrone scuro e beige, in accordo perfetto alla luce fredda dell’acciaio. Dedicata invece ad atmosfere marine, con oggetti che richiamano il movimento delle onde, la divertente collezione “Surf” disegnata dal designer Alfonso Montalto include un tris di candelieri, un contenitore porta pane, un vassoio per aperitivo e un porta olio e aceto, con uno spazio apposito per i contenitori del sale, del pepe o di altre spezie. Esattamente all’opposto dell’immagine morbida di questa linea, da segnalare infine i vassoi della collezione “Design”, realizzata dai designer Giancarlo Aldighieri, Elena Zanoni e Davide Brindisi e caratterizzata da tagli netti e forme squadrate. www.lfdesignitalia.it 175


BY SHOP

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I Guzzini 100 anni di Design

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ll’inizio c’è la famiglia. PerchĂŠ è questo, prima di tutto, la Fratelli Guzzini: una famiglia arrivata ormai alla quarta generazione alla guida dell’Azienda, che in un secolo di vita ha saputo trasformarsi in un’autentica icona dello stile italiano nel mondo. Una famiglia che ha salde radici nel bellissimo territorio delle Marche, terra di profonda cultura e costante fonte di ispirazione per le sue forme morbide e avvolgenti, per i suoi colori brillanti, accesi e diversi a seconda dell’ora e della stagione... La Storia dell’Azienda Andando a ritroso nel tempo, ci ritroviamo in un bel giorno del 1911 in compagnia di Enrico Guzzini, capostipite e nonno di Adolfo Guzzini, attuale Amministratore Delegato, e di Domenico Guzzini, Presidente e Direttore Marketing. Fu lui, ispirato da un viaggio in Argentina, ad avviare l’impresa un anno piĂš tardi, nel 1912. Tra i primi materiali impiegati in quello che era ancora un laboratorio artigianale c’era il “corno di bueâ€?, con il quale erano realizzati piccoli oggetti raffinati come tabacchiere, scatole e pettini. Nel 1938 fa la sua comparsa il “plexiglasâ€?, materiale acrilico trasparente, fino ad allora mai utilizzato per oggetti di uso domestico. Dalla trasparenza del plexiglas si passerĂ al bicolore grazie alla “tecnologia del doppiatoâ€?, brevetto internazionale depositato dall’Azienda nel 1958 che determina il primo grande successo della Guzzini: gli oggetti in bicolore, a tutt’oggi segno inconfondibile della casa. Gli anni “Sessantaâ€? segnano l’approdo agli acrilici da stampaggio e l’avvio delle prime collaborazioni con designer esterni. Ăˆ in questo periodo, grazie anche alla tecnologia dell’iniezione, che avviene la svolta da una realtĂ artigianale alla vera e propria industria. Sempre in questo periodo il design diventa elemento fondante dell’innovazione e del futuro sviluppo aziendale. Negli anni “Ottantaâ€? prosegue la ramificazione della produzione in oggetti sempre piĂš specifici, con la realizzazione di “Chef Lineâ€?, la prima collezione di design completa e coordinata per la cucina, ambiente molto sentito nella cultura italiana, ma ancora poco considerato dal punto di vista del design. Il nuovo millennio si apre nel segno di una forte spinta all’innovazione tecnologica e stilistica, accompagnate da un sostanziale processo di internazionalizzazione e da un’approfondita ricerca sulla cultura del cibo che si esprime con la nascita del progetto culturale “Foodesign Guzziniâ€?, in cui la cultura alimentare incontra l’esperienza e l’innovazione del design internazionale, coinvolgendo grandi personalitĂ del mondo alimentare e del design in un percorso di studio, confronto e innovazione.

GRUPPO GUZZINI

I Guzzini 100 anni di Design CELEBRA IL PRIMO SECOLO DI VITA L’AZIENDA MARCHIGIANA CHE HA SAPUTO DIVENTARE UNO DEI SIMBOLI DEL MADE IN ITALY NEL MONDO. TRA ARTIGIANALITÀ E INDUSTRIA, INNOVAZIONE E DESIGN TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO GUZZINI

In queste pagine: a sinistra, Adolfo Guzzini, Amministratore Delegato. Qui sopra, Domenico Guzzini, Presidente e Direttore Marketing. Le Aziende del Gruppo Guzzini hanno sede a Recanati in Corso da Mattonata 60. www.fratelliguzzini.com

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BIG+BIH Bangkok Ottobre 2012 Abitare il Tempo Verona Indirizzi Aziende

CALENDARIO FIERE Tendence Messe Frankfurt Francoforte 24 - 28 Agosto 2012

OGGETTI DESIGN MAGAZINE BY SHOP FIERE

Trapunta di Beyond Living, lampada “Dinsor� di Anon Pairot, lampada “Saa Luang� e divisori di Zenith

Tappeto “Pasaya� di Pasaya, collezione “Muschio Verde�di 2Design e pouf “Kowtom� di Mobella

Macef Fieramilano Milano 6 - 9 Settembre 2012

BIG+BIH 2012 In questa pagina: la Signora Nantawan Sakuntanaga, Direttrice Generale del Dipartimento per la Promozione del Commercio Internazionale (DITP). Sopra, mostra di oggetti premiati dal “DEmark�, Design Excellence Award, e sedia “Kanom-t�, design palazzo@ksc.th.com. Stand in fiera durante l’edizione di aprile 2012 e padiglione OTOP con prodotti tipici.

Chaise longue “Sarong� di Crafactor, sgabello a stella di Deesawat e sedie reclinabili “Yacht� di Ok Wood

BIG+BIH Bangkok Ottobre 2012

Maison&Objet Paris Nord Villepinte Parigi 7 - 11 Settembre 2012

“ASEAN SHOWCASE OF ULTIMATE DESIGN PRODUCTSâ€?, LA VETRINA DEI PIĂ™ INNOVATIVI PRODOTTI DI DESIGN DEL SUD EST ASIATICO, SI TERRĂ€ AL “BITECâ€?, A BANG NA, BANGKOK, DAL 16 AL 21 OTTOBRE Sedia “Seiâ€? di Performax, sedia “Nidoâ€? di Plato, vasi di Prempracha e pouf “Sasso di fiumeâ€? di Peakchan

FOTO ARCHIVIO BIG+BIH BANGKOK INTERNATIONAL GIFT AND HOUSEWARE FAIR

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l Dipartimento per la Promozione del Commercio Internazionale (DITP) del Ministero del Commercio Thailandese, in collaborazione con Thai Lifestyle Products Association, è lieto di invitare gli operatori di tutto il mondo a visitare la 34esima edizione della fiera “BIG+BIH Bangkok International Gifts Fair and Bangkok International Housewareâ€?, che si terrĂ al Bangkok International Trade and Exhibition Centre (BITEC) di Bang Na a Bangkok, in Thailandia. Questa edizione di ottobre del BIG+BIH, denominata “Heart of Design&Lifestyle Showcase of ASEANâ€?, ha l’obiettivo di mostrare a tutto il mondo le potenzialitĂ della Thailandia e dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico) nel design e nella produzione di oggetti di tendenza, dalla qualitĂ e dal design eccellenti. La mostra vuole rafforzare i legami tra i Paesi membri dell’ASEAN in vista del 2015, quando la ComunitĂ Economica ASEAN potenzierĂ ulteriormente la sua espansione nell’area Asia Pacifico. “BIG+BIH diventerĂ la piĂš importante vetrina di prodotti

di design dell’Areaâ€?, ha dichiarato la Signora Nantawan Sakuntanaga, Direttrice Generale del Dipartimento per la Promozione del Commercio Internazionale (DITP). Anche grazie alla presenza della Design Hall, un’area interamente dedicata ai piĂš innovativi prodotti di design, e il padiglione OTOP, una vetrina per i prodotti tipici OTOP caratterizzati da eccellente qualitĂ e raffinato design, giĂ pronti per il lancio sui mercati internazionali. Per il BIG+BIH di ottobre 2012 sono previsti oltre 100.000 acquirenti tra domestici e stranieri, con un flusso di cassa superiore ai 1.000 milioni di Bath (circa 25 milioni di euro), e saranno presenti piĂš di 600 operatori che esporranno in 1.620 stand su di una superficie di 40.000 mq. raggruppati secondo le diverse categorie merceologie L’apertura ai professionisti è prevista dal 16 al 19 ottobre, mentre l’apertura al pubblico sarĂ il 20 e il 21 ottobre al Bangkok International Trade and Exhibition Centre (BITEC), Bang Na, Bangkok. Per info: www.bigandbih.com o call center del DITP al 1169.

Gift Fair Le Ciminiere Catania 29 Settembre - 1 Ottobre 2012

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inque padiglioni, uno dei quali interamente dedicato ai progetti e da vivere il padiglione 1, curato da Giulio Cappellini, art director e innovativi di design, quattro sale convegno dove si svolgeranno mente dell’evento. Uno spazio dove troveranno posto un sofisticato una quarantina fra convegni, seminari e workshop, tre giorni di ristorante e due aree dedicate alla comunicazione, una per le riviste contatti commerciali e incontri ad alto livello fra il mondo della specializzate e un’altra utilizzabile dai media e dagli espositori come set produzione e quello della distribuzione. “Abitare il Tempo 100% Project televisivo. Ma anche e soprattutto ben quattro grandi iniziative rivolte “conferma cosĂŹ, dopo il fortunato esordio del 2011, la validitĂ della all’innovazione di progetto. “Avremo l’area Limitedâ€?, racconta Cappellini, formula che fa leva su quell’asse di informazioni, relazioni, progetti e “dedicata alle produzioni di pregio su piccola scala, dall’artigianato d’arte prodotti per soluzioni d’interni capaci di valorizzare e rendere unico all’industria di qualitĂ . Il “Design marketâ€?, lo spazio degli autoproduttori il made in Italy. L’edizione 2012 del “Meeting della Distribuzione che desiderano entrare in contatto con il mondo della distribuzione. Il per le Soluzioni d’Interniâ€? occuperĂ quindi i padiglioni dall’1 al 5 di “Next Designâ€?, l’area riservata alle nuove tendenze da riempire con la Veronafiere, raddoppiando lo spazio espositivo e utilizzando l’ingresso piĂš giovane e vivace creativitĂ su materiali, idee e funzioni, e infine storico del quartiere, quello di Cangrande. Le date, dal 21 al 23 uno “special guestâ€?, che sarĂ scelto nel mese di luglio all’interno di ottobre, comprendono quest’anno la giornata di domenica, con una una rosa di importanti designer internazionaliâ€?. Completano l’offerta calendarizzazione pensata per ottimizzare i tempi di visita degli operatori del primo padiglione il “Black barâ€? e alcune aree riposo. Sempre a italiani ed esteri. “Quella dell’internazionalizzazioneâ€?, commenta Ettore livello di layout espositivo, il padiglione 2 sarĂ dedicato all’â€?Alta Riello, presidente di Veronafiere, “ è la chiave organizzativa e strategica Decorazioneâ€? e il padiglione 3 alle “Finiture d’Interniâ€?, mentre il corpo di questa edizioneâ€?. Il progetto promozionale e di marketing si rivolge centrale della mostra farĂ leva sulle principali industrie di design e i dunque soprattutto al centro Europa, dove la Germania si conferma il grandi gruppi industriali. All’interno di ciascun padiglione troveranno motore economico, all’est europeo (Russia, Ucraina, Polonia) e a tutti inoltre posto gli spazi del “Design labâ€?, con mostre ed eventi di ricerca quei mercati emergenti e dinamici, come l’India e il Brasile, nei quali applicata curati dalle aziende, e le 100% Areas dedicate al “Cookingâ€?, da anni il made in Italy è avvertito come un valore. Tutto da raccontare al “Wellnessâ€?, al “Textileâ€? e al “Lightingâ€?. www.abitareiltempo.com

BIH+BIG 2012 Bangkok International Fair Bangkok 16 - 21 Ottobre 2012 Abitare il Tempo Fiera di Verona Verona 21 - 23 Ottobre 2012

Abitare il Tempo Verona FORMAT DI VERONAFIERE, IL “MEETING DELLA DISTRIBUZIONE PER LE SOLUZIONI D’INTERNI� RADDOPPIA GLI SPAZI ESPOSITIVI E CON L’EDIZIONE 2012 E PUNTA A CONQUISTARE IL MERCATO ESTERO TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO ABITARE IL TEMPO

FIERA DI VERONA

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Da DOMENICA 21 a MARTEDI’ 23 OTTOBRE ORARIO 9.30 -18.00 AREE ESPOSITIVE Innovazione Mercato ed Emozione INNOVAZIONE Corsi di formazione, seminari e workshop rivolti agli operatori di settore. MERCATO Una qualificata esperienza di aziende italiane ed europee di alto profilo, selezionate per offrire il piĂš ampio ventaglio di tendenze e stili, dall’industrial design all’alta decorazione, dall’artigianato alle finiture d’interni. EMOZIONE Un grande spazio dove le capacitĂ di progettisti, architetti e interior designer si trasformano in soluzioni per la progettazione residenziale e per il contract. In questo contesto trovano posto i progetti “100% Areasâ€? (spazi dedicati a specifici settori merceologici), “Shop Labâ€? (spunti di ricerca applicata per punti vendita innovativi) e “Design Labâ€? (mostre ed eventi).

GIULIO CAPPELLINI Direttore artistico e consulente strategico di Abitare il Tempo 100% Project, Giulio Cappellini ha curato per l’edizione 2011 le mostre “Materials�, un percorso tra prodotti di materiale diverso che al momento della loro introduzione hanno rappresentato un’innovazione sia tecnica sia formale, e “Cappellini Heroes�, la storia dell’azienda attraverso una selezione di icone realizzate dagli anni ’80 a oggi. 190

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www.abitareiltempo.com Dimentica la solita fiera di prodotti. Abitare il Tempo 100% Project è l’unico evento in grado di offrire al tuo business un’opportunitĂ di conoscenza, di aggiornamento e di networking sul mercato dell'interior design. Uno spazio a misura d'uomo, per entrare in diretto contatto con una qualificata selezione di produttori italiani ed europei, ricevere informazioni e suggestioni di arredamento e nutrire concretamente la tua creativitĂ . Abitare il Tempo 100% Project: l'appuntamento piĂš originale e stimolante dell'anno, in una cittĂ dal fascino intramontabile. SEGUICI ANCHE SU: WWW.ABITAREILTEMPO.TV.IT

abitareiltempo@veronafiere.com - T. 045 8298001

ByShop

Sommario


24 – 28. 8. 2012

Time for business – time for trends Più di 52.000 visitatori internazionali, oltre 2.000 espositori provenienti da tutto il mondo, aree di design innovative, concorsi creativi rinomati e mostre speciali ricche d’ispirazione. Un’unica piattaforma per l’intero settore dei beni di consumo. Tendence – la fiera esclusiva della seconda parte dell’anno per l’interior design e il mondo del regalo. tendence.messefrankfurt.com info@italy.messefrankfurt.com Tel. +39 02-880 77 81


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I Guzzini 100 anni di Design CELEBRA IL PRIMO SECOLO DI VITA L’AZIENDA MARCHIGIANA CHE HA SAPUTO DIVENTARE UNO DEI SIMBOLI DEL MADE IN ITALY NEL MONDO. TRA ARTIGIANALITÀ E INDUSTRIA, INNOVAZIONE E DESIGN TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO GUZZINI 178


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GRUPPO GUZZINI In queste pagine: a sinistra, Adolfo Guzzini, Amministratore Delegato. Qui sopra, Domenico Guzzini, Presidente e Direttore Marketing. Le Aziende del Gruppo Guzzini hanno sede a Recanati in Corso da Mattonata 60. www.fratelliguzzini.com

ll’inizio c’è la famiglia. Perché è questo, prima di tutto, la Fratelli Guzzini: una famiglia arrivata ormai alla quarta generazione alla guida dell’Azienda, che in un secolo di vita ha saputo trasformarsi in un’autentica icona dello stile italiano nel mondo. Una famiglia che ha salde radici nel bellissimo territorio delle Marche, terra di profonda cultura e costante fonte di ispirazione per le sue forme morbide e avvolgenti, per i suoi colori brillanti, accesi e diversi a seconda dell’ora e della stagione... La Storia dell’Azienda Andando a ritroso nel tempo, ci ritroviamo in un bel giorno del 1911 in compagnia di Enrico Guzzini, capostipite e nonno di Adolfo Guzzini, attuale Amministratore Delegato, e di Domenico Guzzini, Presidente e Direttore Marketing. Fu lui, ispirato da un viaggio in Argentina, ad avviare l’impresa un anno più tardi, nel 1912. Tra i primi materiali impiegati in quello che era ancora un laboratorio artigianale c’era il “corno di bue”, con il quale erano realizzati piccoli oggetti raffinati come tabacchiere, scatole e pettini. Nel 1938 fa la sua comparsa il “plexiglas”, materiale acrilico trasparente, fino ad allora mai utilizzato per oggetti di uso domestico. Dalla trasparenza del plexiglas si passerà al bicolore grazie alla “tecnologia del doppiato”, brevetto internazionale depositato dall’Azienda nel 1958 che determina il primo grande successo della Guzzini: gli oggetti in bicolore, a tutt’oggi segno inconfondibile della casa. Gli anni “Sessanta” segnano l’approdo agli acrilici da stampaggio e l’avvio delle prime collaborazioni con designer esterni. È in questo periodo, grazie anche alla tecnologia dell’iniezione, che avviene la svolta da una realtà artigianale alla vera e propria industria. Sempre in questo periodo il design diventa elemento fondante dell’innovazione e del futuro sviluppo aziendale. Negli anni “Ottanta” prosegue la ramificazione della produzione in oggetti sempre più specifici, con la realizzazione di “Chef Line”, la prima collezione di design completa e coordinata per la cucina, ambiente molto sentito nella cultura italiana, ma ancora poco considerato dal punto di vista del design. Il nuovo millennio si apre nel segno di una forte spinta all’innovazione tecnologica e stilistica, accompagnate da un sostanziale processo di internazionalizzazione e da un’approfondita ricerca sulla cultura del cibo che si esprime con la nascita del progetto culturale “Foodesign Guzzini”, in cui la cultura alimentare incontra l’esperienza e l’innovazione del design internazionale, coinvolgendo grandi personalità del mondo alimentare e del design in un percorso di studio, confronto e innovazione. 179


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FRATELLI GUZZINI In questa pagina: prima fila verticale: contenitore “Bella Vista” di Sottsasss e Associati (1999) e set da pic nic “Pic Boll” di Carlo Viglino (1977). Seconda fila, dall’alto: contenitori in metacrilato colorato (1950), set di coltelli del programma “Handy” di Ross Lovegrove (1999), set modulare in metacrilato di Ornella Noorda (1969). Terza fila dall’alto: set di ciotole della linea “Festa” di Sebastian Conran, posate in plexiglas (1938) e set whisky (1957).

Guzzini ha vinto premi internazionali come ADI Compasso D’Oro, Design Plus, Good Design Award, IF Product Design Award e Red dot Award ed è presente al MoMA e al Victoria&Albert Museum di Londra Fratelli Guzzini oggi Studio, confronto e innovazione che costituiscono i pilastri di ciò che è la “Fratelli Guzzini” oggi, come spiega Domenico Guzzini, Presidente e Direttore Marketing: “L’innovazione è una leva fondamentale per un’azienda: senza innovazione non c’è sviluppo e senza sviluppo non c’è futuro. Per noi l’innovazione si esplicita attraverso la ricerca tecnologica, per esempio attraverso gli oggetti realizzati con l’innovativa tecnologia del tricolore. Oppure attraverso la ricerca dei materiali basta pensare che ormai utilizziamo gran parte delle materie prime disponibili, dalla porcellana al vetro, dai materiali acrilici all’acciaio. Non dobbiamo dimenticare, poi, la ricerca formale, realizzata attraverso la collaborazione con i più grandi designer italiani e internazionali, ma anche con giovani emergenti e proprio per questo dotati di una particolare freschezza. Abbiamo portato innovazione nel retail e abbiamo creato partnership singolari con aziende di eccellenza in settori a noi contigui proprio per creare ciò che non c’era.” Non è un caso che alcune collezioni Guzzini facciano bella mostra al MoMA di New York 180

o al Victoria and Albert Museum di Londra. I tecnici del “Guzzini Lab”, il centro di ricerca e sviluppo interno all’azienda, sono costantemente impegnati a sperimentare combinazioni di materiali inedite, lavorando in sintonia con i designer per offrire una più ampia base alle possibilità di sviluppo dei loro progetti. Non solo. “Con la ferma intenzione di salvaguardare gli standard qualitativi ed estetici di un prodotto che nasce italiano” spiega l’AD Adolfo Guzzini “ci siamo adeguati a un processo di globalizzazione che non ammette deroghe per chi vuole restare su un mercato sempre più vasto e competitivo. Così abbiamo portato le nostre competenze, usufruendo di quelle del Paese che ci ospita, laddove abbiamo trovato cultura manifatturiera, tecnologie e nuovi mercati. Circa il 50% del nostro lavoro si svolge all’estero: Nord America, Europa, Estremo Oriente, Cina.” In vista del futuro, il ruolo dei giovani è cruciale: “Credo che un’azienda come la nostra, fortemente radicata sul territorio, abbia grandi responsabilità verso i giovani” dice il Presidente Domenico Guzzini. “Noi, da anni ormai, collaboriamo con scuole locali e istituti d’arte, come quello di Macerata, con i quali


CARLO COLOMBO PER GUZZINI

ORA-ÏTO PER GUZZINI

In questa pagina: Nato a Carimate nel 1968, laureato in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 1993, Carlo Colombo collabora con il Gruppo Guzzini da anni. Nell’ambito del progetto “Moodesign” ha realizzato la sedia “My Chair”, la prima realizzata dall’Azienda, con seduta ergonomica in metacrilato bicolore, disponibile in otto varianti colore.

In questa pagina: nato Marsiglia nel 1977, Ora Ïto ha disegnato per la Fratelli Guzzini una innovativa serie di accessori da cucina composta di dieci nuovi prodotti, tra i quali, dall’alto, un “Tagliere” per il pane in materiale acrilico con coltello a scomparsa, una “Bilancia elettronica” per cucina e uno “Scolapiatti”

Design, colore, emozione. Con il nuovo millennio Guzzini punta sull’innovazione tecnologica e stilistica e sulla continua ricerca di nuovi materiali favorendo, al contempo, un processo di internazionalizzazione abbiamo svolto attività di partnership dando visibilità agli studenti, nuova identità valoriale e visuale della Fratelli Guzzini e che comprende così come abbiamo fatto con lo “IED” di Milano e con il “Royal College un nuovo “Shoow Room”, il redesign del “Museo Storico Guzzini” di of Art” di Londra. Credo che dare ai giovani la possibilità di esprimersi Recanati, il nuovo catalogo dei prodotti e il libro edito da Skira “Guzzini, attraverso progetti concreti sia il modo migliore per stimolarli a cercare 100 anni di futuro”, che racconta un secolo di storia del design. Una la direzione che vogliono dare alla loro vita professionale. Con “e-my”, dettagliata mostra storica e un’esposizione selezionata dal progetto il marchio che abbiamo recentemente acquisito, abbiamo scelto di “Foodesign” sono il cuore di questa narrazione che abbraccia un secolo lavorare soprattutto con designer emergenti perché crediamo nella loro di ricerca e innovazione. Nell’ambito della mostra trovano posto gli libertà intellettuale e nel loro entusiasmo”. oggetti più rappresentativi della storia dell’Azienda, come le tabacchiere originali del 1912, i primi stampi in legno e resina, i contenitori 100 anni di Fratelli Guzzini Un fitto calendario di impegni ha segnato quest’anno così speciale: bicolori del 1954 che hanno cambiato la storia del design italiano. Le prima con la fiera Maison & Objet di Parigi, appuntamento cardine in celebrazioni si sono poi spostate alla fiera Ambiente di Francoforte, dove cui Guzzini ha presentato i nuovi prodotti del 2012 - i nuovi vassoi il centenario dell’azienda è stato presentato a livello internazionale. colorati della serie “Aqua”, la nuova linea dedicata ai bambini e gli Presente anche Eurocucina 2012 con una nuova collezione di accessori esclusivi prodotti per la casa, come l’ultima edizione della sedia “My firmata dal designer Ora-Ïto, in parallelo con l’ultima cucina di Scavolini, Chair” disegnata dall’architetto Carlo Colombo. Dopo quattro anni, dello stesso autore, la Fratelli Guzzini prosegue ora i festeggiamenti Guzzini è tornata in gennaio anche a Macef di Milano con il progetto a Recanati, dove, per celebrare in casa il secolo di attività, sono “Arca”, elaborato dal concept designer Moreno Gentili, che delinea la previsti numerosi eventi itineranti. www.fratelliguzzini.com 181


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BIG+BIH 2012 In questa pagina: la Signora Nantawan Sakuntanaga, Direttrice Generale del Dipartimento per la Promozione del Commercio Internazionale (DITP). Sopra, mostra di oggetti premiati dal “DEmark”, Design Excellence Award, e sedia “Kanom-t”, design palazzo@ksc.th.com. Stand in fiera durante l’edizione di aprile 2012 e padiglione OTOP con prodotti tipici.

BIG+BIH Bangkok Ottobre 2012 “ASEAN SHOWCASE OF ULTIMATE DESIGN PRODUCTS”, LA VETRINA DEI PIÙ INNOVATIVI PRODOTTI DI DESIGN DEL SUD EST ASIATICO, SI TERRÀ AL “BITEC”, A BANG NA, BANGKOK, DAL 16 AL 21 OTTOBRE FOTO ARCHIVIO BIG+BIH BANGKOK INTERNATIONAL GIFT AND HOUSEWARE FAIR

I

l Dipartimento per la Promozione del Commercio Internazionale (DITP) del Ministero del Commercio Thailandese, in collaborazione con Thai Lifestyle Products Association, è lieto di invitare gli operatori di tutto il mondo a visitare la 34esima edizione della fiera “BIG+BIH Bangkok International Gifts Fair and Bangkok International Houseware”, che si terrà al Bangkok International Trade and Exhibition Centre (BITEC) di Bang Na a Bangkok, in Thailandia. Questa edizione di ottobre del BIG+BIH, denominata “Heart of Design&Lifestyle Showcase of ASEAN”, ha l’obiettivo di mostrare a tutto il mondo le potenzialità della Thailandia e dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico) nel design e nella produzione di oggetti di tendenza, dalla qualità e dal design eccellenti. La mostra vuole rafforzare i legami tra i Paesi membri dell’ASEAN in vista del 2015, quando la Comunità Economica ASEAN potenzierà ulteriormente la sua espansione nell’area Asia Pacifico. “BIG+BIH diventerà la più importante vetrina di prodotti 186

di design dell’Area”, ha dichiarato la Signora Nantawan Sakuntanaga, Direttrice Generale del Dipartimento per la Promozione del Commercio Internazionale (DITP). Anche grazie alla presenza della Design Hall, un’area interamente dedicata ai più innovativi prodotti di design, e il padiglione OTOP, una vetrina per i prodotti tipici OTOP caratterizzati da eccellente qualità e raffinato design, già pronti per il lancio sui mercati internazionali. Per il BIG+BIH di ottobre 2012 sono previsti oltre 100.000 acquirenti tra domestici e stranieri, con un flusso di cassa superiore ai 1.000 milioni di Bath (circa 25 milioni di euro), e saranno presenti più di 600 operatori che esporranno in 1.620 stand su di una superficie di 40.000 mq. raggruppati secondo le diverse categorie merceologie L’apertura ai professionisti è prevista dal 16 al 19 ottobre, mentre l’apertura al pubblico sarà il 20 e il 21 ottobre al Bangkok International Trade and Exhibition Centre (BITEC), Bang Na, Bangkok. Per info: www.bigandbih.com o call center del DITP al 1169.


Trapunta di Beyond Living, lampada “Dinsor” di Anon Pairot, lampada “Saa Luang” e divisori di Zenith

Tappeto “Pasaya” di Pasaya, collezione “Muschio Verde”di 2Design e pouf “Kowtom” di Mobella

Chaise longue “Sarong” di Crafactor, sgabello a stella di Deesawat e sedie reclinabili “Yacht” di Ok Wood

Sedia “Sei” di Performax, sedia “Nido” di Plato, vasi di Prempracha e pouf “Sasso di fiume” di Peakchan

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1° SUMMIT NAZIONALE Settori Tavola, Cucina e Regalo

MACEF FIERA MILANO RHO 6 SETTEMBRE 2012 SALA MARTINI ORE 16.00

La sede storica di WMF Italia spa a Verona

WMF AG Focus sulla continuità e acquisizione di CMA WMF Italia Prossima fusione di Kaiser Italia e di WMF Italia Thorsten Klapproth, Amministratore questo periodo, l’EBIT del gruppo è cresciuto Delegato di WMF AG, è stato riconfermato da 3,3 milioni di Euro a 58,4 milioni di all’unanimità durante la riunione del Euro nell’anno fiscale 2010, e il numero dei Consiglio di Sorverglianza del 4 aprile dipendenti si è incrementato da 5300 a circa 2012, restando così alla guida del Gruppo 6000 unità. Il Gruppo WMF ha concluso anche WMF per altri 5 anni. Il Consiglio di un accordo con la famiglia proprietaria di CMA, Sorveglianza, riconoscendo le performances uno dei maggiori produttori di macchine raggiunte negli anni, ha riconfermato la per caffè, con i marchi Astoria e WEGA. continuità al top management. Negli ultimi Importante fusione anche per la società anni, infatti, il Gruppo WMF ha avuto uno italiana del Gruppo. Kaiser Italia srl e WMF sviluppo molto positivo e questo trend Italia spa si fonderanno, infatti, il prossimo dovrà essere consolidato anche nel futuro. 1.10.2012, con l’obiettivo di un ulteriore Tutti i dipendenti WMF hanno contribuito consolidamento di posizionamento di Marca. al raggiungimento degli obiettivi insieme Con oltre 90 anni di esperienza, il marchio allo staff dirigenziale. “Thorsten Klapproth Kaiser in Italia, come in tutto il mondo, è ha strutturalmente riorganizzato il Gruppo sinonimo di stampi e accessori da forno WMF e ha contribuito in modo significativo di eccellente, superiore qualità “Made in non solo ad affrontare nel migliore dei modi Germany”. la più grande crisi economica nella storia A seguito di questa operazione, gli uffici del dopoguerra, ma anche a crescere con e il magazzino della Kaiser Italia saranno i risultati”, ha commentato il Presidente trasferiti da Milano alla sede storica di WMF del Consiglio di Sorveglianza, Prof. Stefan Italia a Verona: decisioni più rapide e una Feuerstein. Da parte sua, Il Consiglio di migliore organizzazione saranno i vantaggi Sorveglianza è riconoscente del fatto che dei quali soprattutto i clienti godranno. Thorsten Klapproth riconfermi la propria L’attuale direttore commerciale di Kaiser disponibilità al Gruppo WMF e ne presieda il Italia, Pietro Alliata, amplierà le sue attuali responsabilità di Marca, assumendo Consiglio di Amministrazione. Thorsten Klapproth è stato nominato membro la direzione del canale Retail in aggiunta del Consiglio di Amministrazione di WMF AG a quello della GDO/GDS, riportando il 1 marzo 2003 ed è Presidente del Consiglio direttamente al Direttore Generale di WMF di Amministrazione dal 26 giugno 2003. Dal Italia, Markus Scherer. Con il passaggio primo anno fiscale sotto la sua responsabilità, nella nuova sede di Verona l’impegno e la il 2004, le vendite del gruppo WMF sono professionalità dimostrata nei diversi anni di cresciute approssimativamente da 561 presenza in Italia avranno posizione primaria milioni di Euro ai circa 980 milioni di Euro per la continua crescita dell’attuale successo del 2011, con un incremento del 75%. Durante dei prodotti Kaiser. www.wmf.it 188

Organizzato dalla rivista “Casastile”, sponsorizzato da Alessi e Macef con il patrocinio dell’Associazione ART, avrà luogo durante il prossimo Macef di settembre presso la Sala Martini il “1° Summit” nazionale dei settori Tavola, Cucina e Regalo. L’idea nasce dalla necessità di fare il punto sulle dinamiche e i mutamenti in atto attraverso un incontro al vertice che mette a confronto i differenti protagonisti del settore. In questa prima edizione si approfondirà il “concetto di rete” e il fatto che solo attraverso un dialogo serrato fra produzione e distribuzione sia possibile intercettare e interpretare le esigenze del nuovo consumo. L’evento, che comprende tra i vari punti del programma una “Tavola rotonda” sul tema “Come Industria e Trade possono progettare insieme il futuro del settore” e il “Talk show - Lavorare sull’eccellenza: testimonianze e case history”, prevede una premiazione dei punti vendita selezionati dal GIA e interventi di Matteo Alessi, direttore Sviluppo internazionale Alessi, Enrico Corti, direttore vendite Alessi, Donatella Galli, presidente ART, Marcello Gasparetto, titolare del punto vendita Gasparetto di Rovigo, Fabrizio Marazzi, account manager GfK, Walter Mauri, presidente Shaker, Stefano Morandin, titolare del punto vendita Morandin Regali di Treviso, Veronica Paganini, titolare del punto vendita Casaterra Grugliasco - Mondovì, Roberto Ravazzoni, professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, Pietro Ruocco, titolare del punto vendita Prisma di Cerignola, Gerd Schönhuber, presidente del CDA Schönhuber, Marco Serioli, direttore Divisione Exhibitions Fiera Milano spa e Laura Tarroni, direttore di redazione di Casastile Business Media Gruppo 24 ORE. www.living24.it



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C

inque padiglioni, uno dei quali interamente dedicato ai progetti e da vivere il padiglione 1, curato da Giulio Cappellini, art director e innovativi di design, quattro sale convegno dove si svolgeranno mente dell’evento. Uno spazio dove troveranno posto un sofisticato una quarantina fra convegni, seminari e workshop, tre giorni di ristorante e due aree dedicate alla comunicazione, una per le riviste contatti commerciali e incontri ad alto livello fra il mondo della specializzate e un’altra utilizzabile dai media e dagli espositori come set produzione e quello della distribuzione. “Abitare il Tempo 100% Project televisivo. Ma anche e soprattutto ben quattro grandi iniziative rivolte “conferma così, dopo il fortunato esordio del 2011, la validità della all’innovazione di progetto. “Avremo l’area Limited”, racconta Cappellini, formula che fa leva su quell’asse di informazioni, relazioni, progetti e “dedicata alle produzioni di pregio su piccola scala, dall’artigianato d’arte prodotti per soluzioni d’interni capaci di valorizzare e rendere unico all’industria di qualità. Il “Design market”, lo spazio degli autoproduttori il made in Italy. L’edizione 2012 del “Meeting della Distribuzione che desiderano entrare in contatto con il mondo della distribuzione. Il per le Soluzioni d’Interni” occuperà quindi i padiglioni dall’1 al 5 di “Next Design”, l’area riservata alle nuove tendenze da riempire con la Veronafiere, raddoppiando lo spazio espositivo e utilizzando l’ingresso più giovane e vivace creatività su materiali, idee e funzioni, e infine storico del quartiere, quello di Cangrande. Le date, dal 21 al 23 uno “special guest”, che sarà scelto nel mese di luglio all’interno di ottobre, comprendono quest’anno la giornata di domenica, con una una rosa di importanti designer internazionali”. Completano l’offerta calendarizzazione pensata per ottimizzare i tempi di visita degli operatori del primo padiglione il “Black bar” e alcune aree riposo. Sempre a italiani ed esteri. “Quella dell’internazionalizzazione”, commenta Ettore livello di layout espositivo, il padiglione 2 sarà dedicato all’”Alta Riello, presidente di Veronafiere, “ è la chiave organizzativa e strategica Decorazione” e il padiglione 3 alle “Finiture d’Interni”, mentre il corpo di questa edizione”. Il progetto promozionale e di marketing si rivolge centrale della mostra farà leva sulle principali industrie di design e i dunque soprattutto al centro Europa, dove la Germania si conferma il grandi gruppi industriali. All’interno di ciascun padiglione troveranno motore economico, all’est europeo (Russia, Ucraina, Polonia) e a tutti inoltre posto gli spazi del “Design lab”, con mostre ed eventi di ricerca quei mercati emergenti e dinamici, come l’India e il Brasile, nei quali applicata curati dalle aziende, e le 100% Areas dedicate al “Cooking”, da anni il made in Italy è avvertito come un valore. Tutto da raccontare al “Wellness”, al “Textile” e al “Lighting”. www.abitareiltempo.com

Abitare il Tempo Verona FORMAT DI VERONAFIERE, IL “MEETING DELLA DISTRIBUZIONE PER LE SOLUZIONI D’INTERNI” RADDOPPIA GLI SPAZI ESPOSITIVI E CON L’EDIZIONE 2012 E PUNTA A CONQUISTARE IL MERCATO ESTERO TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO ABITARE IL TEMPO

FIERA DI VERONA Da DOMENICA 21 a MARTEDI’ 23 OTTOBRE ORARIO 9.30 -18.00 AREE ESPOSITIVE Innovazione Mercato ed Emozione INNOVAZIONE Corsi di formazione, seminari e workshop rivolti agli operatori di settore. MERCATO Una qualificata esperienza di aziende italiane ed europee di alto profilo, selezionate per offrire il più ampio ventaglio di tendenze e stili, dall’industrial design all’alta decorazione, dall’artigianato alle finiture d’interni. EMOZIONE Un grande spazio dove le capacità di progettisti, architetti e interior designer si trasformano in soluzioni per la progettazione residenziale e per il contract. In questo contesto trovano posto i progetti “100% Areas” (spazi dedicati a specifici settori merceologici), “Shop Lab” (spunti di ricerca applicata per punti vendita innovativi) e “Design Lab” (mostre ed eventi).

GIULIO CAPPELLINI Direttore artistico e consulente strategico di Abitare il Tempo 100% Project, Giulio Cappellini ha curato per l’edizione 2011 le mostre “Materials”, un percorso tra prodotti di materiale diverso che al momento della loro introduzione hanno rappresentato un’innovazione sia tecnica sia formale, e “Cappellini Heroes”, la storia dell’azienda attraverso una selezione di icone realizzate dagli anni ’80 a oggi. 190


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