AUX Aud$ 9,00 - AUT Ĥ 6,00 - BE Ĥ 5,50 - CANADA Cad$ 10,00 - DANIMARCA DKK 5,50 - F Ĥ 8,00 - D Ĥ 7,00 - LUX Ĥ 5,50 - NORVEGIA NOK 55,00 - NL Ĥ 6,50 - PTE CONT. Ĥ 5,00 - UK £ 4,50 - CZECH REP. CZK 150,00 - E Ĥ 5,00 - USA $ 11,00 - SVEZIA SEK 55,00 - CH CHF 7,50 - CH CT CHF 7,00
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MUSEI MAMBO DI BOLOGNA > STUDIO MUSEO ACHILLE CASTIGLIONI > 90° VENINI AL MUSEO DEL VETRO DI MURANO > DESIGN PIERO LISSONI PROGETTISTA RESPONSABILE > LINO TAGLIAPIETRA DA MURANO ALLO STUDIO GLASS CONCEPTSTORE 10 CORSO COMO A MILANO > LOBMEYR A VIENNA > COLETTE A PARIGI > TOPGOURMET I NONINO STORIA DI UNA PASSIONE 16/5:65: 05;,95(;065(3 5,>: 0;(30( $SULOH 0DJJLR *LXJQR 1XPHUR _ Ĥ
www.sieger.org
SIEGER BY FÜRSTENBERG E’ DISTRIBUITO IN ITALIA DA CORRADO CORRADI SPA www.fuerstenberg-porzellan.com www.sieger.org www.corrado-corradi.it 000 37
Tradizione non significa preservare le ceneri, ma tener viva la fiamma Tradition does not mean preserving ashes, but keeping the flame alight Jean Jaurès (1859-1914)
TEIERA DEL SERVIZIO TAVOLA
“BERLIN” DESIGN ENZO MARI 1996
La Manifattura Reale delle Porcellane di Berlino è distribuita in Italia da Corrado Corradi spa Via Medici del Vascello, 8 20138 Milano Tel. 02 5099421 info@corrado-corradi.it www.corrado-corradi.it
OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI
MAMbo In queste pagine: due vedute dell’interno del MAMbo e, a sinistra, particolare della mostra “In search of...” di Matthew Day Jackson.
I MAMbo Bologna INCONTRO E CONFRONTO LUNGO LA VIA EMILIA. 5 SEDI PER RACCONTARE LA BOLOGNA DELL’ARTE CONTEMPORANEA ATTRAVERSO LA STORIA E L’ESPERIENZA DELLA GALLERIA D’ARTE MODERNA TESTO MARCO MUSMECI FOTO ARCHIVIO MAMBO MATTEO MONTI ROBERTO SERRA/IGUANA PRESS
l MAMbo acronimo di Museo d’Arte Moderna di Bologna, è la sede principale dell’Istituzione Galleria d’Arte Moderna della città felsinea. Gli spazi si diramano nella città con le filiali della Villa delle Rose, il Museo della Memoria di Ustica, il Museo Morandi e con l’ultima apertura di via Fondazza 36, la Casa di Giorgio Morandi. Il più doloroso è quello dedicato alle vittime della strage per lunghi anni negata, e che ebbe come inermi protagonisti i passeggeri del volo Bologna–Palermo del 27 giugno 1980. Sembra strano, ma alla fine un motivo c’è della presenza di Bologna nelle pagine spesso tra le più tristi, della storia nazionale. Bologna è il capoluogo di una regione fiorente, l’Emilia–Romagna, che trova la sua origine toponomastica nel tracciamento della via romana, l’antica via Emilia. Quella strada ha permesso da sempre il confronto: il confronto tra le persone, le merci e soprattutto le idee. Bologna come fulcro di quell’asse è stata vista da sempre come un traguardo, soprattutto dagli studenti che da oltre 900 anni ambiscono alla sua Università. La facilità dell’incontro ha poi prodotto negli emiliani–romagnoli uno spirito di accoglienza e di apertura verso
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MUSEI & MOSTRE
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN
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STUDIO CASTIGLIONI In queste pagine: due immagini dello “Studio Museo Achille Castiglioni” di Piazza Castello 27. Nella pagina a destra, ritratto di Achille e lampada “Arco”, design Achille e Pier Giacomo Castiglioni (1962).
62 Metodo Castiglioni Lezioni di design GRAZIE A UN ACCORDO CON LA FONDAZIONE TRIENNALE, È APERTO AL PUBBLICO DAL 2006 IN PIAZZA CASTELLO A MILANO LO “STUDIO MUSEO ACHILLE CASTIGLIONI”, EVOLUZIONE DELLO STUDIO DI ARCHITETTURA DEI FRATELLI LIVIO E PIER GIACOMO TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO STUDIO MUSEO ACHILLE CASTIGLIONI 42
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE CONCEPT STORE
Le fabbriche dei sogni Triennale Design Museum Milano Ettore Sottsass Smalti 1958 a Rotterdam MAMbo Bologna Metodo Castiglioni Lezioni di Design Studio Museo Achille Castiglioni Milano 90° Venini Vetri d’Autore Museo del Vetro di Murano La Milano di Visconi in mostra da Raspini In mostra nel flagship store Raspini le foto originali del film “Rocco e i suoi fratelli”
DESIGN < DESIGNERS LOBMEYR In queste pagine: interno e ingresso dello storico punto vendita Lobmeyer a Vienna. Nella pagina a destra, Leonid, Johannes e Andreas Rath, attuali titolari della manifattura Lobmeyr, fondata nel 1823 nel cuore della capitale asburgica.
Lobmeyr a Vienna UN CONCEPT STORE DAL FASCINO ANTICO CHE RACCHIUDE TUTTA LA MAGIA DEL CRISTALLO MITTELEUROPEO FIRMATO LOBMEYR. DA PIÙ DI 150 ANNI SULLA TAVOLA DI PRINCIPI, ARTISTI E RE TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO LOBMEYR 52
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE
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Philippe e Ara Starck per Baccarat Lalique&The City Metodo Castiglioni Lezioni di Design In ricordo di Rosario Messina Giovanni Moretti Mediani e Personali ADI XXII Compasso d’Oro L’Associazione Dcome Design News Design In Tavola Lino Tagliapietra Da Murano allo Studio Glass News Design&Technology
Novant’anni di passione, ricerca e innovazione, un centinaio di opere firmate dai grandi nomi del Novecento, artisti e designer che hanno fatto di Venini un marchio riconosciuto nel mondo
90° VENINI In queste pagine: alcuni scorci del Museo del Vetro di Murano, ospitato presso l’antico Palazzo dei Vescovi di Torcello. Il Museo venne fondato nel 1861 dall’abate Vincenzo Zanetti e da Antonio Colleoni, allora sindaco dell’isola di Murano. 62
90° Venini Vetri d’Autore CURATA DA GIULIA CHIMENTO, ROBERTO GASPAROTTO E CHIARA SQUARCINA, È STATA INAUGURATA PRESSO IL MUSEO DEL VETRO DI MURANO UNA MOSTRA ITINERANTE PER CELEBRARE I NOVANT’ANNI DI ATTIVITÀ DELLA STORICA AZIENDA FONDATA NEL 1921 DA PAOLO VENINI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO MUSEO DEL VETRO DI MURANO E ARCHIVIO VENINI 63
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE OCCHIELLO
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La vita sa di buono.
Fut iuscidunt nulla ad molent am adit, quamet amet nulluptat. Olore vullamet ipit iure consecte eugait ipsuscipis acillaoreet ullam nonsed dolore modipitDuisi blan
Servizio di posate â&#x20AC;&#x153;Zahaâ&#x20AC;? design Zaha Hadid Architects (2007)
La vita sa di buono.
Servizio di posate “Pirouette” design Ron Arad (2010)
WMF Italia spa Via della Meccanica, 24 37139 Verona Tel. 045 8393511 www.wmf.it
OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE
Lino Tagliapietra Da Murano allo Studio Glass LINO TAGLIAPIETRA In queste pagine: installazione “Endeavor” e, qui a fianco, l’artista Lino Tagliapietra al lavoro.
PRESSO L’ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE E ARTI - PALAZZO CAVALLI FRANCHETTI A VENEZIA E CON LA CURATELA DI ROSA BAROVIER MENTASTI E SANDRO PEZZOLI, OPERE E INSTALLAZIONI COMPRESE FRA IL 1954 E IL 2011 NELLA MOSTRA DEDICATA AL MAESTRO MURANESE LINO TAGLIAPIETRA TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO FRANCESCO ALLEGRETTO RUSSEL JOHNSON ROY CHARLES WHITE
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Piero Lissoni Progettista responsabile Edward van Vliet Beauty Making Power Maestri del Vetro per Kosta Boda 50 Anni di Rosenthal Studio-Line
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IN TAVOLA
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IN CASA
“Sono uno che lavora tanto. Ma non perdo tempo a considerare l’importanza del mio contributo. Mi preoccupo della qualità di ciò che faccio e questo è già sufficiente” PIERO LISSONI In queste pagine: in alto, “Mini Button” di Flos e, sotto, seduta “Toot” di Cassina. A destra, l’Architetto Piero Lissoni appoggiato sul trolley di xxx xxxx con il suo cane xxxx in una foto di N. Lanf.
Piero Lissoni Progettista responsabile ARCHITETTO E DESIGNER, CAPACE DI LAVORARE SU SCALE MOLTEPLICI, NEL SOLCO DI UNA PUREZZA ATEMPORALE CHE TRAE SUGGESTIONI DALL’ESEMPIO DEGLI SHAKER E DA QUELLO DELLA “SCUOLA MILANESE”, PIERO LISSONI CI PARLA DI SÉ E DELLA SUA ATTIVITÀ, INDIVIDUANDO NELLA SERIETÀ PROFESSIONALE UNA VIA D’USCITA ALLA CRISI TESTO FRANCESCO MASSONI FOTO ARCHIVIO STUDIO PIERO LISSONI 96
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN<DESIGNERS
EDWARD VAN VLIET In queste pagine: qui in alto “Galata”, una serie di lampade progettate da Edward van Vliet per Venini (2011). Sotto, la nuova collezione “Sushi” per Moroso (2010) dalla sorprendente lavorazione patchwork con, in primo piano, il pouf. Nella pagina a destra, il nuovo sistema modulare di illuminazione “Odette Odile” per Italamp (2011)
Alessi Forma&Colore Richard Ginori 1735 dal design all’arte Herend Collezione Victoria Vista Alegre New Design Collection Elleffe Design Oggetti da tavola Rivadossi Blue&Ivory WMF Qualità Cromargan protect® Giannini Mix Collection Giannina Family News In Tavola
Edward van Vliet Beauty Making Power LA PREMIÈRE ITALIANA DI “ODETTE ODILE”, IL NUOVO SPETTACOLARE LAMPADARIO DI ITALAMP PROGETTATO DAL DESIGNER OLANDESE EDWARD VAN VLIET. CHE RACCONTA QUI IL SUO PERCORSO ARTISTICO E PROFESSIONALE ALL’INSEGNA DELLA PASSIONE PER LA BELLEZZA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO SEVV 106
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN
KOSTA BODA In queste pagine: a sinistra, un’immagine del maestro vetraio Tuomo Nieminen. A destra, della collezione “Earth” di Bertil Vallien, “Home”, “Wintergarden”, “My Garden”.
Maestri del vetro per Kosta Boda DESIGN E MANUALITÀ, FANTASIA E TECNOLOGIA, PROGETTO E UN’ ANTICHISSIMA SAPIENZA ARTIGIANALE. LA SVEDESE KOSTA BODA PRESENTA LE NUOVE COLLEZIONI PER LA PRIMAVERA 2011 TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO MESSULAM
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Le città visibili di Lladró Giannini Collezione Manhattan Re di Fiori Tentazioni e Incantesimo Fitz and Floyd Il Natale dal 1860 News Pet Design
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La Courtisane Amber and grey crystal, height 60.5 cm – 23 5/6’’, oeuvre signed by Daum and Marie-Paule Deville Chabrolle, limited edition, 175 pieces.
Daum, the Art of Glamour If Art is the ultimate luxury, love is its most beautiful expression. For its new Glamour Collection, Daum offers us a hymn to love sang by the greatest characters of romantic stories. The Courtisane readjusts her draped dress with delicacy whilst Daphné is about to escape from Apollo who is desperately in love with her… A young couple is discovering the excitement of love feeling during a very first Rendez-Vous. All the key moments of love life are thus crystallized by Daum and its most talented artists. For Daum, art has always been the ultimate luxury.
www.daum.fr
Vaso “Totem” di Ambrogio Pozzi (1984)
Vaso “Romanze” di Bjørn Wiinblad (1961)
Vaso “Suomi” di T. Sarpaneva (1976)
Vaso “Conio” di M. de Lucchi (1994) Vaso “Structures” di Stefanie Hering (2000)
Vaso “Love Love” di Eugen Gomringer (1970)
Vaso “Fast” di Cédric Ragot (2006)
“Bottiglia” di Aldo Rossi (1995)
Vaso “Debüt” di Michael Boehm (1989)
Vaso “Arcus” di Marcello Morandini (1983)
ROSENTHAL STUDIO- LINE In queste pagine: alcuni dei 50 vasi scelti per celebrare l’anniversario di mezzo secolo di Rosenthal Studio-Line. Punto di riferimento del design a livello mondiale, Rosenthal Studio-Line è il brand di punta di Rosenthal, nato nel 1961 dalla volontà di Philip Rosenthal di diventare leader mondiale nel campo del design, con una collezione che prosegue fino ai giorni nostri all’insegna di un’estetica al di là dei canoni.
50 anni di Rosenthal Studio-Line UNA SELEZIONE DI 50 VASI IN EDIZIONE LIMITATA CELEBRA L’ANNIVERSARIO DELLA COLLEZIONE CHE HA COLTO IL MEGLIO DEL ‘900 ENTRANDO NEL TERZO MILLENNIO CON IMMUTATO SPIRITO DI AVANGUARDIA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO SAMBONET ROSENTHAL
Vaso “Spirit” di Platt+Young (1999)
“Vase of phases” B. Benshetrit (2005)
Vaso “Landscape” di Patricia Urquiola (2008)
Vaso “Moon” di J. Morrison (1999)
CONCEPT & FLAGSHIP STORE
Vaso “Papyrus” di Vittorio Passaro (2010)
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE CONCEPT STORE
COLETTE In queste pagine: l’ingresso di Colette con affaccio sulla Rue de Rivoli, a pochi passi dal Museo del Louvre e dai giardini delle Tuileries.
Colette a Parigi g
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Lobmeyr a Vienna Ventura Gioielli Colette a Parigi 10 Corso Como a Milano
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PET DESIGN
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Petsmood Design for Humans&Pets News Top Gourmet
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BY SHOP Sommario
NEGOZIO DI TENDENZE, GRIFFE DEL LUSSO, GALLERIA D’ARTE, SPAZIO CREATIVO, LABORATORIO DI IDEE: DAL CENTRO DI PARIGI IL MONDO COLETTE ESPLORA, RIELABORA, DIVERTE, SENZA TEMERE ECCESSI E PREGIUDIZI, TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO COLETT
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE CONCEPT STORE
10 Corso Como The slow shopping NEL CUORE DELLA MOVIDA MILANESE, 10 CORSO COMO NASCE OLTRE VENT’ANNI FA DA UNA FELICE E LUNGIMIRANTE IDEA DI CARLA SOZZANI, TITOLARE DELL’OMONIMA GALLERIA SPECIALIZZATA IN FOTOGRAFIA D’AUTORE E MOSTRE DEDICATE AL DESIGN
DIDASCALIA In queste pagine: testo didascalia Antecab inullati cum, temquos evel illaut dolesedis alit rendisquis enihictiume
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO 10 CORSO COMO 88
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TOP GOURMET
I NONINO In queste pagine: la famiglia Nonino in un ritratto di Oliviero Toscani. Al centro, Benito e Giannola Nonino con le tre figlie (da sinistra) Elisabetta, Cristina e Antonella. L’ampolla di Grappa Nonino Cru Monovitigno® Picolit, è l’unica eletta fra le grappe fra i “top ten distillati” al mondo da F. Paul Pacult, il più importante esperto di distillati degli Stati Uniti
12 I Nonino Storia di una Passione L’AZIENDA CHE DAL 1897 HA CAMBIATO PER SEMPRE IL CONCETTO DI GRAPPA AGLI OCCHI DEL MONDO RACCONTATA DA ANTONELLA NONINO, TRA CONSAPEVOLEZZA ARTIGIANALE, ALTA IMPRENDITORIALITÀ E PROFONDO AMORE PER LA TERRA. AVVINCENTE COME UN ROMANZO E VERA COME LA VITA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO OLIVIERO TOSCANI / ARCHIVIO NONINO
I Nonino Storia di una Passione News Top Gourmet Alessi Lame Creative WMF Alta Tecnologia in cucina
BIG+BIH a Bangkok Profilo aziendale Crystalex 50 Anni del Salone del Mobile Proposte Villa Erba a Cernobbio Tendence a Francoforte Macef e AbitaMi a Milano Rubrica Aziende a confronto Maison&Objet a Parigi Sparkling al Fuori Salone Milano Indirizzi Aziende
Sommario Aprile Maggio Giugno 2011
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N. 02
ISPIRA ZIONE
L’essenza del jazz colta in un’ispirata composizione. Armonia e movimento si fondono in questo omaggio ai musicisti e alla loro arte. Fatto a mano negli atelier Lladró a Valencia – Spagna.
Trio di Jazz 35 x 35 cm Serie limitata
N. verde: 800 463 920 info@it.lladro.com www.lladro.com
Trimestrale 02 Aprile Maggio Giugno 2011 REDAZIONE
EDITORE
Direttore Responsabile Stefania Bosco di Camastra s.bosco@johnsons.it
Johnsons International News Italia Spa Via Valparaiso, 4 20144 Milano Tel 02 4398 2263 Fax 02 4391 6430
Responsabili Relazioni Esterne Stefania Balzarotti s.balzarotti@johnsons.it Francesca Canale francesca.canale@johnsons.it
Presidente e Amministratore Delegato Achille Palma
Direttore Artistico Marcello Mosesso m.mosesso@johnsons.it Redazione Ombretta Bertini Rossella Crippa Patrizia Tabone redazione@johnsons.it Collaboratori Redazione Peppa Buzzi, Francesco Massoni Marco Musmeci, Giorgio Scafazzillo Francesco Maria Rossi Collaborazione Grafica Danilo D’Orta Antonio Davide Colafato Fotografi Alvise Silenzi, Claudia Zorzi Cristina Mercaldo
Vice Presidente Tiziano Magni Produzione Gionata Caimi Distributore Esclusivo per l’Italia A&G Marco Spa 20099 Sesto S. Giovanni (Milano)
Distributore Esclusivo per l’estero Johnsons International News Italia Spa Via Valparaiso, 4 20144 Milano Stampa Grafica Editoriale Printing Srl Bologna Servizio Abbonamenti Johnsons International News Italia Spa Via Valparaiso, 4 20144 Milano Logo Testata Glocal Design, Biella
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 662 del 21/12/2010. Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P.-D.L. 353/2003(conv. 27/02/2004 L .n.46) art. 1, comma 1, LO/MI.
80 YEARS OF DESIGN 80 YEARS OF 1382 “Forma 1382” design prof. Hermann Gretsch (1931) www.unitable.it 14
Ai sensi degli Art.7 e 10 del decreto Legislativo 196/2003 Vi informiamo che i Vostri dati personali sono trattati da Johnsons International News Italia S.p.A., Via Valparaiso 4, 20144 Milano, Titolare del trattamento, e che le finalità del trattamento dei Vostri dati sono l’invio del presente periodico e/o di eventuali proposte di abbonamento, e/o l’elaborazione a fini statistici e/o la trasmissione di iniziative editoriali e/o commerciali di Johnsons International News Italia S.p.A. I Vostri dati saranno trattati con le finalità sopra esposte dalle seguenti categorie di incaricati: addetti all’Ufficio Abbonamenti e Diffusione, addetti al confezionamento e alla spedizione, addetti alle attività di Marketing, addetti alle attività di redazione. Vi ricordiamo che in ogni momento avete diritto di ottenere l’aggiornamento, la rettifica, l’integrazione e la cancellazione dei Vostri dati inviando una richiesta scritta a Johnsons International News Italia S.p.A. - Responsabile Trattamento Dati -, Via Valparaiso 4, 20144 Milano. Tutti i diritti di riproduzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio, sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta da parte di Johnsons International News Italia S.p.A., Via Valparaiso 4, 20144 Milano. Iva assolta dall’editore Art. 74 Dpr 633/72 e successive modifiche I comma lettera C. Esente da bollo Art. 6 II comma Dpr 642/72.
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AUX Aud$ 9,00 - AUT Ĥ 6,00 - BE Ĥ 5,50 - CANADA Cad$ 10,00 - DANIMARCA DKK 5,50 - F Ĥ 8,00 - D Ĥ 7,00 - LUX Ĥ 5,50 - NORVEGIA NOK 55,00 - NL Ĥ 6,50 - PTE CONT. Ĥ 5,00 - UK £ 4,50 - CZECH REP. CZK 150,00 - E Ĥ 5,00 - USA $ 11,00 - SVEZIA SEK 55,00 - CH CHF 7,50 - CH CT CHF 7,00
OGGETTI DESIGN MAGAZINE TENDENZE
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MUSEI MAMBO DI BOLOGNA > LO STUDIO MUSEO ACHILLE CASTIGLIONI > 90° VENINI AL MUSEO DEL VETRO DI MURANO DESIGN PIERO LISSONI PROGETTISTA RESPONSABILE > LINO TAGLIAPIETRA A VENEZIA CONCEPTSTORE 10 CORSO COMO A MILANO > LOBMEYR A VIENNA > COLETTE A PARIGI TOPGOURMET I NONINO STORIA DI UNA PASSIONE > DESIGN & THE MODERN KITCHEN AL MOMA 16/5:65: 05;,95(;065(3 5,>: 0;(30( $SULOH 0DJJLR *LXJQR 1XPHUR _ Ĥ
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ggetti in mostra. Assolutamente da vedere e rivedere, da non perdere. Sono â&#x20AC;&#x153;Le fabbriche dei sogniâ&#x20AC;?, lâ&#x20AC;&#x2122;appuntamento annuale che la Triennale di Milano ci offre per capire il significato del design oggi. Silvana Annichiarico, direttore del Triennale Design Museum, ha voluto dedicare questa quarta edizione agli uomini, alle aziende e ai progetti che hanno contribuito a identificare nel mondo il sistema del design italiano, diventato un fenomeno sociale, come afferma la Annichiarico, â&#x20AC;&#x153;proprio per la capacitĂ degli imprenditori â&#x20AC;&#x201C; da lei definiti â&#x20AC;&#x153;capitani coraggiosiâ&#x20AC;? - di coniugare arte e ricerca col successo economico: è infatti uno dei pochi settori del nostro paese che attrae i cervelli invece di lasciarseli scappareâ&#x20AC;?. Dalla â&#x20AC;&#x153;Superleggeraâ&#x20AC;? di Gio Ponti (1957) allo stereo RR 126 di Achille e Piergiacomo Castiglioni per Brionvega (1966), dalla â&#x20AC;&#x153;Valentinaâ&#x20AC;? di Ettore Sottsass per Olivetti (1968), alla lampada â&#x20AC;&#x153;Tizioâ&#x20AC;? di Richard Sapper (1970) e cosĂŹ via da Albini a Scarpa, da Zanuso a Sambonet, da Munari a Bellini, da Colombo a Mendini e a tutti gli altri, 200 oggetti scorrono come in passerella in questa mostra che Silvana Annichiarico, nellâ&#x20AC;&#x2122;anno in cui il Salone del Mobile di Milano compie i suoi primi 50 anni, ha affidato a un imprenditore del livello di Alberto Alessi, che â&#x20AC;&#x153;ha usato nelle sue scelte la stessa chiave illuminata e visionaria che utilizza nella sua aziendaâ&#x20AC;?. E ad accompagnare il visitatore, con dei grandi pannelli, â&#x20AC;&#x153;quelle figure di imprenditori colti e fini intellettualiâ&#x20AC;?, come li definisce il presidente della Triennale Davide Rampello, â&#x20AC;&#x153;che hanno scritto insieme a designer e progettisti la recente storia del design italianoâ&#x20AC;?. Coniugando arte, cultura e industria perchè â&#x20AC;&#x153;senza cultura non câ&#x20AC;&#x2122;è nessun prodotto â&#x20AC;? come sottolinea Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit. 16
DESIGN AutenticitĂ QualitĂ Cultura SostenibilitĂ
Tecnologia Contaminazione
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE
TRIENNALE DESIGN MUSEUM
Le fabbriche dei sogni Triennale Design Museum
In questa pagina: Alberto Alessi, curatore della mostra, e schizzo dell’allestimento su progetto di Martí Guixé. Da sinistra, “Gnomi”di Kartell, design Philippe Starck (1999), il divano “Pratone”di Gufram, design Gruppo Strum (1966), e, qui a destra, la celebre “poltrona di Proust” dell’Atelier Mendini, design Alessandro Mendini (1978).
GLI UOMINI, LE IDEE, LE IMPRESE E I PARADOSSI DELLE “FABBRICHE DEL DESIGN ITALIANO” NEL NUOVO PERCORSO ESPOSITIVO CURATO DA ALBERTO ALESSI PRESSO IL TRIENNALE DESIGN MUSEUM DI MILANO TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO
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opo aver risposto alla domanda “Che cos’è il Design Italiano?” con “Le Sette Ossessioni del design Italiano”, “Serie Fuori Serie” e “Quali cose siamo”, il Triennale Design Museum diretto da Silvia Annichiarico presenta per la sua quarta edizione “Le fabbriche dei sogni”. In occasione del cinquantesimo anniversario del Salone del Mobile, una mostra dedicata agli uomini, alle aziende e ai progetti che hanno contribuito a costruire il sistema del design italiano dal dopoguerra a oggi e a decretarne il successo a livello internazionale. Attraverso una sequenza di oggetti iconici, un racconto materiale inteso a illustrare l’attività peculiare e la natura profonda delle cosiddette “Fabbriche del Design Italiano” e a presentare le grandi capacità e abilità di tali “laboratori di ricerca”, operanti lungo una linea di demarcazione che oscilla tra valore funzionale, segnico e poetico degli oggetti prodotti. Sotto la cura scientifica di Alberto Alessi, il percorso espositivo adotta una modalità di trattazione poetica, artistica e favolistica, che attinge all’immaginario di Saint-Exupéry e all’opera di Lewis Carroll, ma si nutre anche di un pensiero teorico ben preciso e approfondito. Progettato da Martí Guixé, l’allestimento è concepito come una delle tante avventure di “Alice nel Paese delle Meraviglie”: gli oggetti entrano in dialogo con i progettisti e le storie dei grandi uomini di impresa si intrecciano con le loro biografie personali, in un’atmosfera giocosa e ricca di emozioni e suggestioni. Un’occasione imperdibile per scoprire attraverso nuovi punti di vista alcuni fra i più celebri prodotti del design italiano. Triennale Design Museum conferma ancora una volta la sua natura di museo dinamico, capace di rinnovarsi costantemente e offrire al visitatore percorsi inediti e diversificati. La mostra si inaugura il 5 aprile e resterà aperta fino al 26 febbraio 2012. www.triennaledesignmuseum.org 18
La Milano di Visconti Mostra delle foto di scena originali del film
Rocco e i suoi fratelli DAL 14 APRILE AL 22 MAGGIO 2011 Orari: Il Lunedì 15.30 - 19.30 e dal Martedì al Sabato 10.30 - 19.30
Boutique Giovanni Raspini MILANO, CORSO GARIBALDI 51
OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE
“SMALTI 1958” In questa pagina: dall’alto, a sinistra, tondi di rame smaltato, catalogo della Galleria Il Sestante di Milano, e vasi di rame smaltato con base in legno. A sinistra, foto con appunti autografi dell’architetto Ettore Sottsass e, a destra, l’ingresso della Kunsthal di Rotterdam.
Ettore Sottsass Smalti 1958 UN’INDAGINE SUL PROCESSO DELLA SMALTATURA PER LA MOSTRA ALLA KUNSTHAL DI ROTTERDAM, IN COLLABORAZIONE CON IL VITRA DESIGN MUSEUM, DEDICATA AL GRANDE ARCHITETTO ITALIANO TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO COURTESY MUSEO CASA MOLINO E ENZO ASAIA
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rchitetto, designer, ma anche pittore, ceramista, fotografo e scrittore. Personalità complessa, dai molteplici interessi. Ettore Sottsass è tra i grandi protagonisti del design del secondo dopoguerra: ideatore di un linguaggio originale, rivoluzionario, artefice di una presa di posizione filosofica e poetica sul tema della progettazione, Sottsass rivela una straordinaria capacità di usare il colore come elemento fondante e vitale delle sue architetture. Con la curatela di Fulvio e Napoleone Ferrari, la Kunsthal di Rotterdam inaugura l’esposizione di 60 pezzi originali, accompagnati da schizzi autografi e copie eliografiche in scala reale degli oggetti. Più affine all’arte tout court che alle arti decorative, la mostra è dedicata a un inedito e significativo lavoro realizzato nel 1958 per l’apertura della Galleria “Il Sestante” di via della Spiga. Un’indagine sul complesso e affascinante processo della smaltatura, un insieme di tondi e vasi dai disegni simbolici, quasi misterici. La natura vetrosa dello smalto dà una consistenza fisica alle superfici, irregolarmente spesse ma lisce e lucide, offrendo la possibilità di utilizzare colori puri e vividi, accostati in maniera audace o esaltati per contrasto con il calore naturale del legno. “Un designer dovrebbe sapere che gli oggetti possono diventare lo strumento di un rito esistenziale”, affermava Sottsass in un’intervista pubblicata da “Domus” nel 2004. Perché l’emozione viene prima della funzione, perché il design “è un tentativo di continuo aggiornamento, di capire cosa sta succedendo. Non si tratta di rimanere giovani, ma di restare in tensione con il mondo”. La mostra intende far luce su un periodo altamente produttivo della carriera di Sottsass, ovvero gli ultimi anni Cinquanta, quando, pienamente in linea con la sua formazione razionalista, l’architetto si cimentava nella ripetizione variata di figure geometriche elementari. Ospitata nelle sale espositive della Kunsthal di Rotterdam, un’istituzione d’avanguardia con più di 25 mostre l’anno, che spaziano dall’arte antica alle contaminazioni contemporanee, “Smalti 1958” è organizzata in collaborazione con il Vitra Design Museum di Weil am Rhein. Dal 12 febbraio al 1 maggio 2011. www.kunsthal.nl 20
Collezione VENTO Tessile FOGLIE Posate ONDE
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN
Philippe e Ara Starck per Baccarat PHILIPPE E ARA STARCK CELEBRANO I 170 ANNI DELLA COLLEZIONE “HARCOURT”: PADRE E FIGLIA UNITI IN UN BRILLANTE GIOCO DI DESIGN DAL SAPORE CLASSICO E DALL’ESPRESSIONE CONTEMPORANEA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO BACCARAT
leganti cofanetti ispirati al gioco degli scacchi, in cui calici neri e trasparenti si confrontano come pedoni su una scacchiera. La magia di un gioco antico e denso di simboli è riproposta oggi dal designer Philippe Starck e dalla figlia Ara, affermata pittrice, che in occasione del 170mo anniversario del calice “Harcourt” reinterpretano questa pietra miliare della maison Baccarat con sontuoso rigore e sottile ironia. Due i preziosi confanetti: il primo, “Jeu de Dames en Noir n°1”, in edizione numerata, contiene quattro flûtes per champagne in cristallo nero e trasparente, poste su un foulard di seta a scacchi disegnato da Ara Starck. Il secondo cofanetto, “Jeu de Dames en Noir n°2“, in edizione limitata di soli 170 esemplari, contiene invece 12 flûtes neri e trasparenti, accompagnati da un foulard in seta dipinta di 70x70 centimetri, sempre con il motivo della scacchiera. In questo meraviglioso gioco tra lusso, arte e design, secondo Baccarat “ogni pedone, incarnato da un calice Harcourt, rappresenta una donna che ha giocato un ruolo nella vita di un personaggio misterioso”. Luce e ombra, la seduzione dell’eterno gioco degli opposti che si attraggono e si respingono, bellezza e strategia. Due diversi rami di un Dna d’autore si fondono per dare vita a un insieme di straordinario impatto. Baccarat è distribuito in Italia da B. Morone di Milano. www.baccarat.com
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BACCARAT In questa pagina: in alto, flûtes “Harcourt” in cristallo nero e trasparente sul foulard di seta dipinto da Ara Starck. Qui, a sinistra, il cofanetto “Jeu de Dames en Noir n°1” in edizione numerata per il 170mo anniversario della collezione “Harcourt”. A destra, la giovane artista Ara Starck con il padre, il designer Philippe Starck, che ha curato il restyling della collezione “Harcourt”, celebre icona della prestigiosa maison francese.
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MAMbo Bologna INCONTRO E CONFRONTO LUNGO LA VIA EMILIA. 5 SEDI PER RACCONTARE LA BOLOGNA DELL’ARTE CONTEMPORANEA ATTRAVERSO LA STORIA E L’ESPERIENZA DELLA GALLERIA D’ARTE MODERNA TESTO MARCO MUSMECI FOTO ARCHIVIO MAMBO MATTEO MONTI ROBERTO SERRA/IGUANA PRESS 32
MAMbo In queste pagine: due vedute dell’interno del MAMbo e, a sinistra, particolare della mostra “In search of...” di Matthew Day Jackson. In questa pagina, l’ingresso del museo con “Cloudless”, installazione di Loris Cecchini (2006).
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l MAMbo, acronimo di Museo d’Arte Moderna di Bologna, è la sede principale dell’Istituzione Galleria d’Arte Moderna della città felsinea. Gli spazi si diramano nella città con le filiali della Villa delle Rose, il Museo della Memoria di Ustica, il Museo Morandi e con l’ultima apertura di via Fondazza 36, la Casa di Giorgio Morandi. Il più doloroso è quello dedicato alle vittime della strage per lunghi anni negata, e che ebbe come inermi protagonisti i passeggeri del volo Bologna–Palermo del 27 giugno 1980. Sembra strano, ma alla fine un motivo c’è della presenza di Bologna nelle pagine, spesso tra le più tristi, della storia nazionale. Bologna è il capoluogo di una regione fiorente, l’Emilia–Romagna, che trova la sua origine toponomastica nel tracciamento della via romana, l’antica via Emilia. Quella strada ha permesso da sempre il confronto: il confronto tra le persone, le merci e soprattutto le idee. Bologna come fulcro di quell’asse è stata vista da sempre come un traguardo, soprattutto dagli studenti che da oltre 900 anni ambiscono alla sua Università. La facilità dell’incontro ha poi prodotto negli emiliani–romagnoli uno spirito di accoglienza e di apertura verso il nuovo ed il diverso. 33
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Così il capoluogo nel bene e nel male è stato spesso assunto al ruolo–palcoscenico interprete di avvenimenti. L’arte con la maestria di Christian Boltanski, è stata chiamata a conservare il relitto del DC9 dell’Itavia e a trasmetterne, con una installazione permanente, la verità. Nel buio dei pomeriggi invernali, si comprende meglio come solo nella civile Bologna si sarebbe potuto realizzare un spazio di emozione come questo. Ancora nell’ottica di qualcosa di internazionale si colloca la destinazione, a moderna Kunsthalle, della settecentesca Villa delle Rose, donata nel 1916, unitamente al parco, da Nerina de Piccoli contessa Armandi Avogli, affinché con “ogni cura adornato” questo luogo continui “ad accogliere opere d’arte e a germinare fiori, perché la aure profumate arrechino salute, e l’aspetto del bello elevi gli spiriti ai cittadini di Bologna”. La dimora venne aperta al pubblico con una raccolta di oltre 150 opere coeve. Attraversata l’interruzione della guerra, l’attività museale proseguì fino al 1974, anno in cui venne inaugurata la bellissima sede al Fiera district. Lì, a fianco dei progetti di Le Corbusier e Kenzo Tange, dalla matita del mai sufficientemente ricordato Leone Pancaldi nacque la Galleria d’Arte
Moderna. Nel 1989, dopo un importante restauro, la villa riaprì le sue stanze come dependance espositiva della GAM, continuando oggi la sua missione di palazzo delle esposizioni temporanee. Nel 1974 non c’erano molti indirizzi in Italia in cui cercare e trovare arte contemporanea. Qui a Bologna l’arte del presente, seppur non citata direttamente, c’era e si produceva. Erano gli anni del DAMS, dove la GAM aveva un ruolo fondamentale nel dar voce alle avanguardie ed in parallelo alla storia dell’arte italiana. Definivano il panorama figure di spicco come Umberto Eco, Francesco Arcangeli, Renato Barilli e Francesca Alinovi, quali pendant di Andrea Emiliani e Pier Luigi Cervellati per l’antico, senza poi dimenticare i sindaci Dozza, Fanti, Zangheri e Imbeni o i cardinali Lercaro e Biffi. A questa sequenza di nomi bisognerebbe aggiungere quelli degli artisti del cinema, della musica e dell’arte; così Bologna divenne, negli anni ’70, una fucina di idee o come fu chiamata, un laboratorio politico e intellettuale. La testimonianza ci viene anche da uno dei primi dipinti della collezione permanente del MAMbo, i “Funerali di Togliatti”, opera intensa di Renato Guttuso. In quegli anni si ponevano le basi per l’urbanistica partecipata e
La nascita del MAMbo è parte integrante del recupero urbanistico della Manifattura delle Arti, che comprende la facoltà del DMS, la Cineteca (nell’ex Macello) e il Cassero (nell’ex Salara)
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accagni.
MAMbo In queste pagine: nella pagina a sinistra, il foyer del museo con “Wireless” (2008), un’installazione di Vedovamazzei, e un particolare della mostra “In search of...” di Matthew Day Jackson. In questa pagina, in alto a destra, particolare dell’allestimento della sezione “Arte e Ideologia” con opere di Mario Ceroli e Franco Angeli. Qui, a destra e sotto, vedute della sezione “Per una storia della GAM”, con l’installazione “Foresta con video sul sentiero” di Mario Merz (1995) e opera di Gilbert & George. Qui sotto, un dettaglio della sezione “Arte astratta e informale” con opera di Andrea
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il mantenimento del centro storico e, proprio all’interno delle mura, un pittore solitario e d’animo modesto aveva già dipinto metafisici oggetti, era Giorgio Morandi. Negli spogli ambienti di via Fondazza aveva vissuto assorto e accontentandosi del mondo che gli appariva dal suo cortile. Questo però non limitò la sua fama, universalmente riconosciuta. Bologna gli ha dedicato un intero museo, proprio nel cuore del centro, in Palazzo d’Accursio. Lì ci si può accostare all’opera dell’artista, vedere da vicino le sue tele e le sue acqueforti e rimanere colpiti dal silenzio che ci comunicano. Scelta diversa e discutibile, l’imbalsamazione recente delle povere stanze della sua casa. Sotto vetrine che sostituiscono le pareti, gli oggetti appaiono lontani, quasi relegati in una brutta istantanea. Il tema o meglio il problema del recupero è davvero difficile, e probabilmente sarà uno dei campi in cui si dovrà necessariamente confrontare l’architettura contemporanea nell’immediato futuro, magari facendo un passo indietro rispetto ad eccessivi protagonismi. Questa era la strada tracciata dal PRG del 1985, che individuava nel comparto dell’ex Manifattura Tabacchi la creazione di una città della cultura e alla cui progettazione fu chiamato Aldo Rossi. La superficie totale di circa 10 ettari presentava una stratificazione urbana e architettonica disordinata e poco leggibile: la testimonianza di un antico convento cancellato dall’insediamento produttivo del tabacchificio, e poi i macelli e il forno comunale non molto lontani. Ma, come un tronco su cui si sono innestati i fabbricati come rami, c’era il porto fluviale di Bologna che, con i suoi canali e le sue strutture architettoniche, era già in attività dal 1548. E’ la storia di una città industriale dimenticata, quella delle celebri
seterie e del commercio che si è tentato di far riemergere da un oblio che si protraeva dal 1934. Così a poco a poco i volumi abbandonati sono stati rioccupati da funzioni: la Cineteca con una programmazione eccellente di riscoperta e di attualità; le biblioteche e gli archivi, il DAMS dell’Alma Mater Studiorum; la settecentesca e quasi piranesiana Salara, già magazzino del sale e granaio e oggi la sede nazionale dell’Arcigay; infine come architettura rifunzionalizzata, negli spazi del forno, la nuova sede della Galleria d’Arte Moderna. L’operazione non si è limitata agli interventi sul costruito, ma, anche attraverso demolizioni, si sono realizzati dei giardini in cui far incontrare la gente e soprattutto, la riscoperta del porto. Ci sarebbe da riaprire il discorso sul tema dell’incontro e del confronto che è alla base della pianificazione di quest’area, ma i limiti delle pagine esistono ed allora torniamo a quelle seggioline Plia, trasparenti ed accostate nella sala conferenze della Casa Morandi. Bologna e le sue industrie primeggiavano tra quelle italiane e tra queste l’Anonima Castelli ha diffuso ovunque, con i suoi mobili severi, lo stile dell’Unità nazionale. Questa fabbrica nel secondo dopoguerra abbandonò le forme eclettiche della sua falegnameria per proporsi come avanguardia del design. Giancarlo Piretti, insieme a Dino Gavina, Ferdinand Alexander Porsche, Richard Supper, Emilio Ambasz, inventò un nuovo stile e tra i mobili più celebri le sedie Plona e Plia. Di essa ne sono state vendute 7 milioni di esemplari, ed oggi, a guisa di omaggio alla Bologna che fu, le ritroviamo come un sogno trasparente ed impalpabile, allineate per ascoltare i relatori come professori della sala conferenze nella Casa Morandi: ancora una volta l’incontro ed il confronto. www.mambo-bologna.org
MAMbo è la sede principale dell’Istituzione Galleria d’Arte Moderna di Bologna, che comprende anche Villa delle Rose, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Morandi e Casa Morandi
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MAMbo In queste pagine: nella pagina a sinistra, dalla sezione “Focus on Contemporary Italian Art”, l’opera “Belted Throught” di Monica Bonvicini (2003), vedute delle sezioni “Per una storia della GAM” e “Arte astratta e informale”, sotto, installazione “Abbassamento” di Liliana Moro (1992). In questa pagina, la sala riunione e lo studio di Giorgio Morandi nel museo Casa Morandi.
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LALIQUE In questa pagina: sopra, da sinistra, vasi “Manhattan” in versione nero e cristallo incolore smaltato nero. A fianco da sinistra, la collezione di fermacarte in cristallo con il nuovo pezzo “Longchamp” ispirato alle corse dei cavalli e due flaconi sempre della linea “Manhattan”.
Lalique & The City IL FASCINO DELLA NEW YORK DEI ROARING TWENTIES NELLA COLLEZIONE “MANHATTAN”, IL BRIVIDO E L’ELEGANZA DELLE CORSE DI LONGCHAMP NELLE MASCOTTE-FERMACARTE ISPIRATE ALLE AUTO ANNI ‘20 TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO LALIQUE
spirandosi al celebre flacone “A” creato da René Lalique per il couturier Lucine Le Long nel 1929, la Maison Lalique presenta oggi la nuova serie “Manhattan”, composta da vasi, flaconi/caraffa, candelieri e contenitori, che uniscono il cristallo e la porcellana creando un insieme dalla raffinata allure architettonica. L’audace design della collezione reinterpreta le linee Art Déco della creazione originale di René Lalique, evocando celebri grattacieli newyorkesi come il Chrysler Building o il Rockfeller Center. Le linee geometriche dell’arredo urbano sono qui addolcite dalle onde di chiaro cristallo e dalla finitura satinata. Magnificate dallo splendore del cristallo, esse si presentano ora trasparenti, ora sottolineate da smalto nero o platino applicato a mano. In linea con la ricerca di un’eleganza di carattere, Lalique attinge ancora una volta alla produzione del maestro che, nel 1925, disegnò una serie di 27 mascotte per decorare le automobili più prestigiose degli Anni Venti. Traendo ispirazione dalla pista della corsa di Longchamp, dove si tiene il “Prix de l’Arc de Triomphe”, la più rinomata corsa di cavalli d’Europa, Lalique creò nel 1929 il logo per radiatore “Longchamp”. Oggi la mascotte Longchamp è stata rimessa in produzione in cristallo, aggiungendosi agli altri fermacarte della collezione: Chrysis, Victoire, Vitesse, Swallow, Rooster, e Libellule, che celebrano il fascino del passato di Lalique così come la ricchezza del suo presente. La combinazione del design straordinario e il numero limitato dei pezzi rendono queste figure in cristallo un grande must per i collezionisti di tutto il mondo. www.lalique.com
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STUDIO CASTIGLIONI In queste pagine: due immagini dello “Studio Museo Achille Castiglioni” di Piazza Castello 27. Nella pagina a destra, ritratto di Achille e lampada “Arco”, design Achille e Pier Giacomo Castiglioni (1962).
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Metodo Castiglioni Lezioni di design GRAZIE A UN ACCORDO CON LA FONDAZIONE TRIENNALE DESIGN MUSEUM, È APERTO AL PUBBLICO DAL 2006 IN PIAZZA CASTELLO A MILANO LO “STUDIO MUSEO ACHILLE CASTIGLIONI”, EVOLUZIONE DELLO STUDIO DI ARCHITETTURA DEI FRATELLI LIVIO E PIER GIACOMO CASTIGLIONI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO STUDIO MUSEO ACHILLE CASTIGLIONI 43
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STUDIO CASTIGLIONI In queste pagine: altre immagini dello studio con i tavoli da lavoro, il pannello dei timbri, l’ingresso e il grande specchio ruotato di 45°. Nella pagina a destra, l’ampio archivio con i progetti del designer e, in primo piano, “Fruttiera scolatoio”, design Achille Castiglioni (1995).
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uattro stanze con affaccio sulle mura sforzesche: la storia materiale di una vita. Laboratorio di creatività, paesaggio domestico disegnato da appunti affettivi, microcosmo familiare di oggetti raccolti e indagati, archivio aperto alla città e al mondo. Inaugurato nel 1962 da Achille e Pier Giacomo, lo studio di Piazza Castello conserva la memoria tangibile di un’etica del fare che affonda le sue radici nelle vicende della famiglia Castiglioni. Un lavoro in simbiosi quello dei due fratelli, perlomeno sino alla fine degli anni Sessanta, eredità di una solida unione d’intenti che risale a papà Giannino, sculture eccelso ma di umili maniere, lavoratore appassionato e instancabile. “Quasi due corpi con una testa sola”, ricorderà Achille del suo rapporto col secondogenito, citando una celebre definizione di Dino Buzzati. Schizzi, disegni, modelli, prototipi, e poi il Mezzadro, il Sella, le lampade Luminator e Arco, e ancora i tecnigrafi e le squadre curvilinee in legno, i compassi e il pannello con i timbri, strumenti anni Cinquanta usati da Achille fino al 2002, segno evidente di una genialità debordante estranea a limitazioni tecniche d’ogni sorta. Figura irriducibile a una storia settoriale delle arti, esito fecondo di un momento culturale unico, marcato da irripetibili intrecci fra produzione industriale e sperimentazione progettuale, Achille appare fra i maggiori esponenti di quel “pensiero visivo” o “pensare per immagini” caratterizzato da un modus operandi che fatica a essere contenuto negli stretti confini di singole professionalità. Una fisicità potente, uno sguardo rapido e furbo, una sensibilità tattile e manipolatoria: la duplice intelligenza dell’immaginare e del fare, ovvero l’energia di corpo e cervello in parallelo, per riprendere una felice espressione di Laura Curino, eccellente autrice e protagonista di un’intensa narrazione teatrale dedicata ai grandi maestri del design milanese. Una palese devozione per la logica asciutta delle “cose comuni”, per la razionalità senza retorica del “design anonimo”, espressione non tanto di ritegno personale, quanto piuttosto di un atteggiamento volto a fare della processualità creativa un problematico dialogo con la natura intima degli artefatti.
Inaugurato nel 1962 da Achille e Pier Giacomo, lo studio di Piazza Castello conserva la memoria tangibile di un’etica del fare che affonda le sue radici nelle vicende della famiglia Castiglioni
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Annoverato fra i più grandi maestri del design, Achille Castiglioni ha incarnato la duplice intelligenza del pensare e dell’agire, accompagnata dallo sguardo curioso di una creatività straripante
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Come suggerisce Sergio Polano nella prefazione del catalogo Electa, alla cosmetica delle forme e degli stilemi Achille contrappone una rigorosa interrogazione delle “funzioni”, una libera ricerca dei “significati”, animato dal forte desiderio di instaurare uno scambio, seppur minimo, con l’ignoto fruitore del suo progetto. Perché l’oggetto di design non deve affatto essere di moda, anzi il buon design è proprio quello che resiste nel tempo, fino a consumarsi. Sulla “modernità” Achille afferma: “la modernità dell’essere è l’adesione allo spirito e al gusto dei nostri tempi. È l’emancipazione da idee e costumi tradizionali, in quanto rassicuranti, in quanto esperienza, in quanto capacità acquisite. È il fluire nel tempo lasciando indietro come scorie tutto ciò che vuole essere immutabile”. Se la qualità del moderno è dinamica e complessa, le sue celebrazioni diventano inevitabilmente espressioni statiche e riduttive. Aperto al pubblico da gennaio 2006 grazie a un accordo con la Triennale di Milano, lo Studio Museo di Piazza Castello prosegue nella sua articolata attività di catalogazione e archiviazione, al fine di condividere un percorso conoscitivo e progettuale che ha scritto la storia del design industriale e dell’arte dell’allestimento. Accolti dalla cortesia della moglie Irma e della figlia Giovanna, accompagnati dai racconti di Antonella e Dianella, collaboratrici ventennali di Achille e memoria storica dello studio, la visita dischiude una collezione di tracce e idee concentrate, sedimentate e stratificate, una raccolta di oggetti usati come puri strumenti di riflessione. “Livio ci ha sempre fatto sentire come se fossimo dei pionieri”, ricorda affettuosamente Achille. Un legame forte quello dei fratelli Castiglioni, una progettazione eclettica e collaborativa: la concretizzazione di un istinto ludico dove il gioco diventa però attività seria, dove il raziocinio lascia spazio a scarti inediti, improvvisi, sorprendenti. Proprio la sensazione che assale di fronte al grande specchio ruotato di 45 gradi: l’impressione che lo spazio si dilati, prosegua oltre le mura reali del palazzo verso un mondo “altro”, che però poi si scopre essere semplice riflesso del contingente. www.achillecastiglioni.it
STUDIO CASTIGLIONI In queste pagine: qui a fianco, orologio a parete “Firenze”, design Achille e Pier Giacomo Castiglioni (1965), posacenere “Spirale” (1971) e orologio da polso “Record” (1989), design Achille Castiglioni. Sotto, da sinistra, “Acetoliere” (1980), servizio da tavola “Bavero” (1997) e servizio di posate “Dry” (1982), design Achille Castiglioni. Nella pagina a sinistra, in alto, sedile “Mezzadro” (1957) e aspirapolvere “Spalter” (1956), design Achille e Pier Giacomo Castiglioni, lampade da tavolo “Lampadina” (1971) e “Gibigiana” (1980), design Achille Castiglioni. In basso, altri scorci dello Studio Museo Achille Castiglioni a Milano.
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FLOU In questa pagina: in alto, da sinistra, “Mark”, design Carlo Colombo (2009), e “Duetto”, design Flou (1992). Qui sopra, da sinistra, “Marilyn”, design Mario Bellini (2005), e “Nathalie”, design Vico Magistretti (1978), storico primo letto Flou nonchè primo letto tessile completamente sfoderabile. Da sinistra, Vico Magistretti e Rosario Messina mentre lavorano a “Nathalie”, design Vico Magistretti (1978), e Rosario Messina, presidente di Flou, in una foto recente.
In ricordo di Rosario Messina
CORDOGLIO NEL MONDO DELL’INDUSTRIA E DEL DESIGN PER LA SCOMPARSA DEL CAVALIERE DEL LAVORO ROSARIO MESSINA, GENIALE IMPRENDITORE, FONDATORE DELLA FLOU E PRESIDENTE DI FEDERLEGNO TESTO REDAZIONE FOTO ARCHIVIO FLOU
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avaliere del Lavoro, presidente di Federlegno Arredo, principale promotore del Salone Internazionale del Mobile di Milano. Queste poche definizioni non possono certo riassumere la vita e la carriera di un uomo come Rosario Messina, ma possono darne quantomeno un’idea approssimativa dello spessore non solo professionale. Nato nel 1942 in Sicilia, Messina comincia la propria carriera presso la Rinascente di Catania diventando, con le proprie capacità, icona del self made man che con tenacia e intuizioni fuori dal comune travalica i confini e i preconcetti dell’industria italiana. Nel 1978, infatti, fonda in Brianza la Flou, azienda specializzata nell’arredo notte che diventa non solo celebre nel mondo, ma vero portabandiera del Made in Italy. Il successo della sua azienda lo porta a partecipare negli anni a convegni e conferenze in Atenei e Istituti di Design in tutto il mondo, dove il “Caso Flou” diventa sinonimo di innovazione del settore arredamento. Negli anni Novanta raggiunge i massimi livelli nelle associazioni di categoria, divenendo presidente dell’Assarredo. Eletto nel 1999 ai vertici del Cosmit, il comitato organizzatore del Salone del Mobile, nei suoi due mandati consacra Milano e il Salone come punti di riferimento mondiale nel campo del design. Per questo impegno radicato sul territorio meneghino, volto a dare spessore all’immagine del Made in Italy nel mondo, riceverà nel 2005 la cittadinanza onoraria dalla città di Meda, nel 2006 l’Ambrogino d’oro, fino a venir insignito, nel 2009, del titolo di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A un tempo siciliano autentico e vero brianzolo, Rosario Messina è scomparso improvvisamente a inizio marzo all’età di sessantotto anni, lasciando la sua eredità di entusiasta innovatore e appassionato divulgatore del design italiano nel mondo, nonché un vuoto che solo un punto di riferimento assoluto dell’industria italiana può lasciare.
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CARLO MORETTI
In queste pagine: Giovanni Moretti nello show-room aziendale e mentre assiste alla realizzazione di una sua creazione. Nei disegni, vasi del progetto “I Mediani” e bicchieri del progetto “I Personali”.
Giovanni Moretti Mediani e Personali
VASI E BICCHIERI IN CRISTALLO DI MURANO DALLE RAFFINATE CROMIE E IN EDIZIONE LIMITATA NEI NUOVI PROGETTI PROPOSTI DALLA CARLO MORETTI, SU IDEAZIONE E DESIGN DI GIOVANNI MORETTI TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO CARLO MORETTI
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attezzati con nomi affascinanti e suggestivi – Alhena, Alioth, Alnath, Aludra, Centau, Epsilo, Etamin, Girtab, Markab, Mirach, Mirpack, Mizari, Murzim, Polari, Sargas - “ I Mediani” sono per ora solo segni su carta, nati direttamente dalla penna colorata di Giovanni Moretti, ma prenderanno presto forma incontrando l’abilità manuale del maestro e la variabilità della materia, che è sempre viva e imprevedibile. Sono 15 vasi, alti 27 cm. e riprodotti in 222 esemplari per tipo, dalle forme inusuali, squadrate, nette e moderne, in cristallo di Murano. Un connubio, quello de “I Mediani”, nel quale eleganza, purezza ed essenzialità della forma si incontrano con i tratti cromatici caratteristici della tradizionale produzione Carlo Moretti: bacchette di vetro colorato, murrine e frammenti in pasta di vetro, spirali, foglie d’oro ed elementi geometrici. Il tema dell’identità, sintesi di una dualità sospesa tra razionalità ed emozione, pensiero e azione, conservazione e cambiamento, è racchiuso nelle 6 coppie di bicchieri del progetto “I Personali”. Ogni coppia, in cristallo di Murano trasparente e colorato, con applicazioni o interventi decorativi a mano libera, rappresenta l’identità “Idem”, sostanziale e immutabile, e l’identità “Ipse”, contrapposta ma complementare, che si pone come atto di volontà, come scelta nella variabilità dei sentimenti e dei desideri. Una metafora del mondo contemporaneo tradotta in una proposta innovativa nel disegno delle forme e nella ricercatezza degli accostamenti. www.carlomoretti.com 50
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In queste pagine: interno e ingresso dello storico punto vendita Lobmeyer a Vienna. Nella pagina a destra, Leonid, Johannes e Andreas Rath, attuali titolari della manifattura Lobmeyr, fondata nel 1823 nel cuore della capitale asburgica.
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LOBMEYR
In queste pagine: a sinistra, interno del negozio Lobmeyer visto dal terzo piano. A sinistra, in basso, bottiglia e calici in cristallo del servizio “Patrician” disegnato da Josef Hoffmann nel 1917, bicchieri e decanter di Adolf Loos (1929) e specchiera. A destra, un interno del negozio.
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ei generazioni per quasi duecento anni di storia. Il marchio Lobmeyr nasce nel 1823 nel cuore di Vienna. Osservando l’ingresso della celebre “Stammhaus” (“casa madre”, in tedesco), lo storico negozio sito nella Kärntnerstrasse, non è difficile immaginarlo ai tempi dell’Impero Austro-Ungarico, in un viavai di carrozze, cappelli a cilindro e maniche a sbuffo. Quello che era nato nella Weihburggasse come negozio di romantici oggetti in stile Biedermeier, trasferito dal 1895 nella Kärntnerstrasse all’interno dei locali che lo ospitano ancora oggi, è diventato nel tempo un irrinunciabile punto di riferimento per la cultura della tavola, del vetro, del cristallo e dell’illuminazione. Presto Lobmeyr cominciò a disegnare e a produrre servizi in vetro e cristallo con il proprio marchio, ottenendo importanti commissioni di candelieri, specchi, candelabri da parete, vasi, preziose coppe intagliate e drinking set. Artisti di grido, già attivi nella costruzione della celebre “Ringstrasse” viennese, da Josef Storck ad August Eisenmenger, da Friedrich Schmidt a Theophil Hansen, furono presto coinvolti nella creazione di questi servizi. Per avere un’idea del prestigio di cui godeva già a pochi anni dalla fondazione, basta ricordare che dal 1835 la ditta Lobmeyr era già fornitore ufficiale di oggetti in cristallo per la corte imperiale di Vienna. Le creazioni di quel periodo sono tuttora visibili presso il palazzo della Hofburg, sede dell’imperatore. Un forte attaccamento alla tradizione si è sempre accompagnato a una grande attenzione alle novità tecnologiche in casa Lobmeyr: così, nel 1882, le scoperte di Edison portarono alla nascita del primo candeliere elettrico, che valse consistenti ordinazioni per le sale del ridotto della Hofburg e per l’Hotel Sacher a Vienna. Il romanticismo dei primi anni cominciò a stemperarsi nella preziosa malinconia fin de siècle, e lo spirito dello Jugendstil, corrispettivo austriaco dell’Art Nouveau, permeò anche le collezioni Lobmeyer. 55
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LOBMEYR
In queste pagine: vasi in cristallo della serie “Insects” e specchiera posta al secondo piano. Sotto, da destra, “Liquid Skin”, design Barbara Ambrosz (2001), “Candy Dish” design Oswald Haerdtl (1925), caraffa e bicchiere “Josephine” di POLKA (2006) e prisma in cristallo sfaccettato “Jardinière”, design Josef Hoffmann (1912). Nella pagina a destra, in alto, lampadario “Metropolitan”, design Hans Harald Rath (1963).
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Il prestigio del marchio e del negozio conobbero ulteriore amplificazione sotto la conduzione di Hans Harald Rath dal 1938: è l’epoca delle commissioni per L’Opera Statale di Vienna, per il Nuovo Teatro in Lussemburgo e la Metropolitan Opera di New York. Per più di 180 anni, Lobmeyer ha visto una continua collaborazione con i maggiori artisti del momento, un fruttuoso scambio tra arte e produzione, che continua fino ai giorni nostri dopo un valzer di quasi due secoli. Presso il Glasstudio Franzensbad, dal 1975 fino al 1990, circa 80 artisti del cristallo hanno prodotto indimenticabili creazioni. Accanto ai capolavori ottocenteschi, si stagliano pezzi dal fascino senza tempo, oggi celebri in tutto il mondo: dal famoso “Candy Dish” sferico disegnato da Oswald Haerdtl nel 1925 agli splendidi tumblers creati nel 1927 dall’architetto e designer Adolf Loos, tra i fondatori del razionalismo europeo e più in generale del gusto architettonico moderno, fino ad arrivare a disegner contemporanei come Barbara Ambrosz e membri stessi della famiglia Rath, come Hans Harald Rath, di cui, nel 1963, si produsse lo spettacolare lampadario “Metropolitan”. L’elegante Stammhaus su tre piani in stile Art Déco, oltre agli splendidi calici e i lampadari firmati Lobmeyr, presenta anche gli storici servizi in porcellana Herend e molti altri marchi del lusso. La produzione si è allargata grazie all’apporto di designer quali Anton Lehmden, Matteo Thun, Monika Flood, Paul Wieser ed Enzo Mari. La conoscenza dei materiali, frutto di un DNA unico, e una signorilità rara da trovare persino nei negozi più sofisticati, caratterizzano la Stammhaus di Vienna, che dal 1987 è stata gradualmente riportata alla condizione originale del 1895. Oggi la tradizione continua con Leonid, Johannes e Andreas Rath, nel rispetto di un passato straordinario e con lo sguardo rivolto al futuro. www.lobmeyr.at
Un grande successo che vede oggi i calici e lampadari Lobmeyr al Kremlino, presso l’Opera del Kennedy Center in Washington D.C. e nei palazzi della famiglia reale saudita
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ADI XXII COMPASSO D’ORO
ADI XXII Compasso d’Oro
In questa pagina: da sinistra, in alto, selezione da ADI Design Index 2008/2010: editoria, la mostra “Carlo Scarpa e l’origine delle cose” (Scandurra Studio), “BikeMi” (Clear Channel), “CheBanca!” (Crea International), “L’ultima cena di Leonardo” di Peter Greenaway, e, qui sopra, “Cambiovaso” (Gumdesign).
MADE IN ITALY E IDENTITÀ NAZIONALE ATTRAVERSO IL PREMIO COMPASSO D’ORO ADI, IN MOSTRA A ROMA NEL CIRCUITO UFFICIALE DELLE CELEBRAZIONI DEI 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA
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TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO ADI
al 30 maggio al 31 agosto a Roma sarà protagonista l’eccellenza italiana degli ultimi cinquant’anni, raccontata attraverso gli oggetti della Collezione Storica Compasso d’Oro, il premio che dal 1954 rappresenta il più importante riconoscimento internazionale al prodotto, al merito e alla ricerca nell’ambito del design industriale. La Fondazione Valore Italia, in collaborazione con ADI e Fondazione ADI, ha organizzato “Unicità d’Italia. 1961/2011: cinquant’anni di saper fare italiano raccontati attraverso il Premio Compasso d’Oro ADI”, un evento culturale articolato in tre momenti espositivi e una serie di eventi e convegni collaterali, inseriti nel programma ufficiale delle Celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Nel prestigioso Palazzo delle Esposizioni saranno esposti per la prima volta tutti gli oggetti premiati con il Compasso d’Oro dal 1961 al 2008, esempio paradigmatico della capacità italiana di produrre eccellenza e nei quali il design “è testimonianza del nostro modo di progettare, produrre, comunicare ed è componente della nostra identità nazionale”, come afferma Luisa Bocchietto, Presidente ADI. La Pelanda, sede del MACRO, il Museo d’Arte Contemporanea di Roma, ospiterà la mostra dei circa 400 prodotti selezionati dall’Osservatorio Permanente del Design e confluiti nell’ADI Design Index del triennio 2008/2010 per l’assegnazione, ai primi di luglio, del XXII Compasso d’Oro, consentendo per la prima volta alla giuria internazionale del premio di giudicare i prodotti dal vero. La selezione finale della giuria confluirà nella terza mostra, interna a questa. Il MACRO sarà inoltre teatro di una serie di eventi, volti a individuare gli scenari futuri e le azioni necessarie per consentire alla produzione italiana di mantenere, rinnovare e proiettare nel mondo le sue caratteristiche di unicità. La Collezione Storica Compasso d’Oro ritornerà poi nella nuova sede ADI, in via di allestimento in zona Sempione a Milano e di cui è prevista l’inaugurazione in occasione dell’Expo 2015. www.adi-design.org 58
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l ruolo fondamentale dell’altra metà del cielo nel campo della creatività associata all’impresa è stato e continua ad essere scarsamente riconosciuto. Quante donne, protagoniste della creatività dapprima artigianale poi industriale, hanno ideato e realizzato un prodotto ‘giusto’ restando all’ombra dei maestri, dei consorti, dei marchi di fabbrica? Per offrire finalmente un meritato riconoscimento e l’opportuna visibilità alle professioniste del passato, artigiane, artiste, designer, Anty Pansera e Luisa Bocchietto hanno curato, nel 2008, una mostra itinerante dal titolo “D Come Design, la mano, la mente, il cuore”, che ha raccontato il lavoro delle donne designer dai primi del Novecento ai giorni nostri. Da questa esperienza, e dalla volontà di continuare l’impegno a sostenere e promuovere la creatività femminile nel design e nelle arti applicate, Anty Pansera, Luisa Bocchietto, Patrizia Scarzella e Loredana Sarti fondano nel 2010 a Milano l’associazione che da quella mostra ha ereditato sia il nome, DCome Design, sia gli intenti. Due i filoni principali di sviluppo dei progetti avviati dall’associazione, il Design per il Sociale e il Design Storico. Sul primo tema un progetto di ampio respiro, “Milano vs The World for Social Design”, patrocinato da Fondazione Internazionale Buon Pastore Onlus e Peter Mabeo, con il supporto per la comunicazione offerto da Barclays e Macef, ha l’obiettivo di favorire la collaborazione tra professioniste del design e
donne artigiane che lavorano in contesti produttivi svantaggiati del Sud-Est Asiatico e dell’Africa, per promuovere la crescita economica e professionale al femminile. Il progetto sarà presentato al Macef di settembre 2011, in uno spazio dedicato all’interno dello spazio fieristico, si articolerà in più fasi, coinvolgendo partner istituzionali e sponsor privati, per confluire in un evento internazionale di presentazione dei risultati in occasione di EXPO 2015 a Milano. Sul tema della storia del design visto ‘dalla parte delle donne’, DCome Design ha offerto il proprio patrocinio alla mostra “Nientedimeno/ Nothing Less. 1945-2000 la forza del design femminile”, che si tiene a Milano, alla Biblioteca di S. M. Incoronata in Corso Garibaldi 116, dal 7 al 30 aprile e nella quale sarà proposta una selezione di oggetti non più in produzione, progettati da donne designer italiane o da tempo residenti in Italia. Una storia del made in Italy al femminile, coniugata nelle variegate produzioni artigianali di tradizione regionale e sollecitata dalla ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, è il filo conduttore di un altro progetto in divenire del filone rappresentato dal design storico: la mostra “Donne in bottega. L’artigianato artistico nelle regioni italiane”, che intende delineare la specifica fisionomia delle diverse realtà territoriali della nostra penisola attraverso il recupero dell’artigianato al femminile. www.dcomedesign.org
L’associazione Dcome Design
FONDATA NEL 2010 A MILANO DA QUATTRO PROFESSIONISTE DEL DESIGN, È UNA ASSOCIAZIONE PER IL SOSTEGNO E LA PROMOZIONE DELLA CREATIVITÀ FEMMINILE TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO DCOME DESIGN
In questa pagina: a sinistra, Luisa Bocchietto e Anty Pansera all’inaugurazione della mostra “D Come Design. La mano, la mente, il cuore” a Torino nel 2008. Di fianco, da sinistra, le fondatrici dell’associazione Dcome Design: Luisa Bocchietto, Anty Pansera, Patrizia Scarzella e Loredana Sarti. Sotto, vedute della prima mostra allestita a Torino e in altre località piemontesi.
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Novant’anni di passione, ricerca e innovazione, un centinaio di opere firmate dai grandi nomi del Novecento, artisti e designer che hanno fatto di Venini un marchio riconosciuto nel mondo
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In queste pagine: alcuni scorci del Museo del Vetro di Murano, ospitato presso l’antico Palazzo dei Vescovi di Torcello. Il Museo venne fondato nel 1861 dall’abate Vincenzo Zanetti e da Antonio Colleoni, allora sindaco dell’isola di Murano. 62
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90° Venini Vetri d’Autore
CURATA DA GIULIA CHIMENTO, ROBERTO GASPAROTTO E CHIARA SQUARCINA, È STATA INAUGURATA PRESSO IL MUSEO DEL VETRO DI MURANO UNA MOSTRA ITINERANTE PER CELEBRARE I NOVANT’ANNI DI ATTIVITÀ DELLA STORICA AZIENDA FONDATA NEL 1921 DA PAOLO VENINI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO MUSEO DEL VETRO DI MURANO E ARCHIVIO VENINI 63
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Venini presenta i pezzi storici della sua ampia e prestigiosa produzione, da Zecchin, Scarpa e Bianconi fino a Gae Aulenti e i fratelli Campana, passando per Wirkkala, Mendini e Zuccheri
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In queste pagine: sopra, da sinistra, “Veronese”, design Vittorio Zecchin (1921), “Arsos”, design Alessandro Mendini (1987-88), “Kelo”, design Timo Sarpaneva (1990) e “Vaso con spirale”, design Thomas Stearns (1961). Nella pagina a sinistra, in alto, piatto “Serpente”, design Carlo Scarpa (1940) e “Upupa”, design Toni Zuccheri (1964), sotto, uno scorcio delle sale espositive.
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urano e il suo Museo, ovvero l’alfa e l’omega di un’avventura entusiasmante cominciata ormai quasi un secolo fa. Una mostra antologica che ripercorre le tappe salienti della produzione Venini, un progetto itinerante che è destinato a toccare le più importanti città del mondo. Novant’anni di passione, ricerca e innovazione, un centinaio di opere firmate dai grandi nomi del Novecento. Nata nei primi anni Venti dall’incontro fra due personaggi atipici del panorama vetrario veneziano, la Venini coltiva una vivacità operativa e una coraggiosa tenacia che le sono valse fama professionale e riconoscimenti internazionali. Protagonisti dell’opera di rinnovamento nell’arte del vetro muranese, l’antiquario Giacomo Cappellin, con bottega in piazzetta dei Leoncini, e il milanese Paolo Venini, di professione avvocato, scuotono il mondo produttivo tradizionale e si presentano alla Biennale del 1922 con gran successo di pubblico e critica. La direzione artistica di Vittorio Zecchin si discosta del resto in maniera evidente dalle tendenze allora dominanti, fatte spesso di sfarzo e decorazioni superflue: la scelta è quella infatti di uno stile rigoroso e pulito, caratterizzato da forme semplici e colori tenui, ispirato ai grandi Maestri del XV e XVI secolo. È il caso del celebre “Veronese”, divenuto poi simbolo dell’azienda e tratto appunto dall’Annunciazione del pittore veneto rinascimentale, conservata alle Gallerie dell’Accademia. Primo di una serie di ben nove capolavori, il vaso color pagliesco inaugura una
sorta di “collezione delle eccellenze” che per ciascun decennio identifica e sintetizza modelli e stilemi. La “Murrina del serpente”, con cui Carlo Scarpa sbanca alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano nel 1940, il famoso “Fazzoletto” di Fulvio Bianconi, si narra ispirato alle “gonne delle signore”, i “Battuti” di Tobia Scarpa e Ludovico Diaz de Santillana, le “Bolle” del finlandese Tapio Wirkkala, fra le più fortunate serie del secondo dopoguerra, il “Fischione” di Toni Zuccheri, “Arsos” di Alessandro Mendini, il vaso sferico “Geacolor” di Gae Aulenti, la collezione “Esperança” dei brasiliani Fernando e Humberto Campana. Una vicenda storica, quella di Venini, segnata da relazioni strettissime con gran parte delle avanguardie artistiche, che nella versatilità e trasparenza del vetro hanno trovato occasione per esercitare una visione sovversiva e anticipatrice del gusto. Un patrimonio materiale e umano che si riconosce in quell’unicità creativa capace di trasformare mirabilmente una massa informe e incandescente in una vera opera d’arte. “L’hortus conclusus” di Venini, scrive Alessandro Mendini, designer e architetto di fama mondiale, “fa parte delle meraviglie dell’umanità. Calma e saggezza di un chiaro artigianato, puro e intatto nel tempo, incorruttibile dalla violenza delle mode, un esempio e una testimonianza di perfezione”. La continuità nel cambiamento e il cambiamento nella continuità. Una filosofia progettuale ben precisa, nel solco della più consolidata tradizione muranese, ma uno slancio innovativo di difficile paragone, 65
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una sperimentazione estrema votata all’arte tout court. Il disegno degli artisti e l’abilità dei maestri, suggestioni tradotte da mani capaci ed esperte in forme, colori e tessuti vitrei: la competenza dei mastri vetrai al servizio della più spregiudicata audacia creativa. La ricerca delle fonti stilistiche e iconografiche, che hanno ispirato le opere in mostra, rivelerebbe la complessità di un panorama formale e culturale che attraversa i continenti, per confluire infine in quel vivaio di idee e progetti che sono state e continuano a essere le fornaci muranesi. I capolavori di Venini sono del resto esposti presso i principali musei e le più importanti collezioni d’arte nazionali e internazionali, tra cui il Metropolitan Museum di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Centre George Pompidou di Parigi, La Triennale di Milano e ovviamente il Museo del Vetro di Murano, sede scelta per celebrare l’importante anniversario dei novant’anni di attività. La mostra è a cura di Giulia Chimento, Roberto Gasparotto e Chiara Squarcina. Dal 26 febbraio al 10 luglio 2011. www.venini.it www.museiciviciveneziani.it
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In questa pagina: sopra, “Geacolor”, design Gae Aulenti (1995), e, qui a sinistra, una sala del Museo. A destra, Giancarlo Chimento, presidente del Gruppo Italian Luxury Industries proprietario di Venini dal 2001, con la figlia Giulia, curatrice della mostra insieme a Roberto Gasparotto e Chiara Squarcina. Sotto, da sinistra, “Occhi”, design Tobia Scarpa (1957), e vasi della collezione “Esperança”, design Fernando e Humberto Campana (2010).
Un percorso espositivo organizzato cronologicamente in nove decenni, dall’anno della fondazione al 2011, a cura di Giulia Chimento, Roberto Gasparotto e Chiara Squarcina
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS IN TAVOLA
Sambonet Collezione Malia N.09
Progetto numero 9 firmato dall’attuale Direzione Artistica dell’azienda, “Malia N.09” è una collezione di complementi per la tavola e accessori d’arredo in acciaio, caratterizzati da un leit-motif decorativo direttamente ispirato al disegno matelassè, che strizza l’occhio alle più attuali tendenze della moda. La collezione comprende una serie di coppette, che possono essere portate in tavola o arredare gli ambienti di casa, sottopiatti e sottobicchieri, inoltre un pratico ménage per condire. Accanto alla classica versione in acciaio lucido, sono proposte 5 varianti colorate nelle nuance petrolio, fuxia, prugna, nero e crema, realizzate abbinando per la prima volta l’acciaio a un materiale plastico, la melamina. www.sambonet.it
Arnolfo di Cambio Bolle
Manifattura specializzata dal 1963 nella produzione di oggetti in cristallo made in Italy, Arnolfo di Cambio ha saputo coniugare l’antica tradizione dei vetrai di Colle Val d’Elsa con le istanze più avanzate della ricerca tecnologica e del design contemporaneo, avvalendosi della collaborazione dei più rinomati designer italiani, da Marco Zanuso a Cini Boeri, da Ettore Sottsass a Enzo Mari, che hanno contribuito negli anni alla collezione “Design” dell’azienda toscana. Il marchio Arnolfo di Cambio ha ottenuto importanti riconoscimenti e premi per i suoi prodotti, diventando uno dei leader delle manifatture italiane del cristallo. Nel 2007 Michele De Lucchi ha disegnato, con Alberto Mason, la linea “Bolle”, set di bicchieri per bibite e long drink, completo di secchiello da ghiaccio, in tre varianti di colore, trasparente, rosso e nero. www.arnolfodicambio.com
Gianmaria Buccellati Rouche
Il nome Buccellati non ha bisogno di presentazioni. E’ il marchio della gioielleria e dell’argenteria più famosa al mondo per l’altissimo livello qualitativo ed artistico delle proprie creazioni. Vanta una storia di tradizione e prestigio già dalla metà del Settecento, quando Contardo Buccellati aprì il negozio a Milano proprio nella via degli Orafi, oggi via Orefici. I gioielli e gli argenti Buccellati sono prodotti in piccoli laboratori da artigiani altamente qualificati, considerati i migliori d’Italia. Ogni oggetto viene ideato e disegnato da Gianmaria o dal figlio Andrea, come i candelabri “Rouche” in argento con fusto in pietra dura (diaspro, sodalite, agata o ossidiana), per un sodalizio tra arte orafa e design contemporaneo in puro stile Buccellati. www.buccellati.com
Georg Jensen Il vassoio di Panton
Nel 1904 Georg Jensen fondò a Copenhagen un laboratorio di gioielli, posateria e oggetti di design dapprima in argento, poi anche in acciaio. Con oltre 100 anni di storia, l’azienda è diventata sinonimo del miglior design scandinavo per gioielli, orologi, accessori per la tavola e decorazione d’interni, grazie all’eccellenza nella lavorazione dei metalli e alle collaborazioni con i designer più accreditati in ambito nazionale e internazionale. Nel 2010 Georg Jensen living ha realizzato una versione in acciaio, con getto d’acqua ad alta pressione, di un’icona della sua produzione, il famoso vassoio disegnato da Verner Panton nel 1988 in argento. Georg Jensen è distribuito in Italia da Abitare Design di Firenze. www.georgjensen.com
Vhernier De Vecchi MulT8
Nell’ottobre 2010 l’Atelier De Vecchi, storica manifattura d’argenti fondata nel 1935 a Milano da Piero De Vecchi, è stata acquisita dalla celebre maison d’oreficeria francese Vhernier, per dare nuovo impulso a un marchio che ha fatto la storia del design italiano. L’attuale struttura della società vede Matteo, nipote di Piero, alla presidenza e Carlo Traglio alla direzione artistica della produzione, che continua nei laboratori sui Navigli la tradizione dello stile De Vecchi, riconosciuto e apprezzato nel mondo. Nel 2009 Matteo ha proposto un restyling del celebre candeliere “T8”, disegnato dal nonno Piero nel 1947 e presente nelle collezioni dei principali musei del mondo, con la serie “MulT8”, con rivestimento in pvc in diverse varianti di grana e colore. www.devecchi.com 70
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LINO TAGLIAPIETRA
In queste pagine: installazione “Endeavor” e, qui a fianco, l’artista Lino Tagliapietra al lavoro. 72
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Lino Tagliapietra Da Murano allo Studio Glass
PRESSO L’ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE E ARTI - PALAZZO CAVALLI FRANCHETTI A VENEZIA E CON LA CURATELA DI ROSA BAROVIER MENTASTI E SANDRO PEZZOLI, OPERE E INSTALLAZIONI COMPRESE FRA IL 1954 E IL 2011 NELLA MOSTRA DEDICATA AL MAESTRO MURANESE LINO TAGLIAPIETRA TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO FRANCESCO ALLEGRETTO RUSSEL JOHNSON ROY CHARLES WHITE 73
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Opere sorprendenti caratterizzate da una minuziosa ricerca stilistica e iconografica, da accostamenti cromatici inaspettati e coraggiosi, da un uso anticonformista della “soffiatura”
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imbolo della vetraria veneziana fino a Quattrocento inoltrato, il calice rappresenta la sintesi per eccellenza della grande tradizione muranese: che sia estremamente semplice o riccamente decorato, richiede infatti abilità non comuni, padronanza della materia, senso delle proporzioni, perfetta coordinazione di occhio e mano. Diventato “servente” del maestro Giovanni Ferro, meglio noto con il soprannome di “Nane Catari”, un giovanissimo Lino Tagliapietra scopre la sua vocazione al lavoro vetrario e comincia a esercitare in una “piazza”, quella della vetreria Galliano Ferro, specializzata appunto nella realizzazione di calici di stile tradizionale. Per raggiungere il privilegiato ruolo di creatore ed esecutore delle proprie opere, è del resto necessario percorrere una sorta di “cursus honorum”, una scala gerarchica codificata sin dal Medioevo, che dall’umile “garzonetto” conduce fino al livello di “primo maestro”, ovvero un professionista del mestiere capace di dominare tutte le tecniche e i modelli. Nonno gondoliere e padre pescatore, la biografia di Lino è intrisa delle atmosfere della Laguna:
dei Sessanta che vede nel vetro un medium espressivo privilegiato. Uno scambio vicendevole vista l’ammirazione del maestro per l’arte americana, indigena e moderna: in viaggio tra Murano e Seattle, Lino dichiara di aver trovato grande ispirazione nei tessuti dei nativi americani, nei dipinti di Jackson Pollock, ma anche nell’architettura e nel design di Frank Lloyd Wright. Con la naturalezza che appartiene solo ai grandi maestri, Lino stravolge l’uso della filigrana e dell’incalmo, conducendo indagini stilistiche che gli consentono di trasformare lo spunto dall’antico in effetti nuovi, inaspettati, sorprendenti. Il fuoco, la fornace, l’immagine della canna che modella l’oggetto: tutti elementi di un rituale magico, quasi esoterico, celebrato da un “soffiatore” che è anche alchimista, esecutore attento di movimenti ritmati che riproducono l’armonia del balletto. Una straordinaria disinvoltura riconoscibile nel “fare” così come nel prodotto finito: nulla a che vedere con l’inadeguatezza di quei vetrai che non hanno acquisito la totale padronanza delle tecniche, ma piuttosto una sorta di “sprezzatura” rinascimentale ispirata al “Cortegiano” di Baldassarre Castiglione. Perché
LINO TAGLIAPIETRA
In queste pagine: qui a sinistra, vaso “Spirale” in vetro soffiato a mezza filigrana con membrana interna (1992) e “Vaso” in vetro soffiato con lacerti di filigrana a retortoli, molato (2007). A destra, “Chiocciola” (2008). Nella pagina a sinistra, in alto, “Niomea” (2010) e “Angel Tear” (2011), in basso, “Seattle Sunset” (2010) e “Dinosauro (2011).
entrato in vetreria subito dopo la licenza elementare, Lino mostra la vera arte, nella vita pubblica come nella pittura, nella musica e nella passione, umiltà e curiosità, coltivando una perizia e una capacità danza, è quella che non sembra affatto tale: una deviazione consapevole di adattamento che in età adulta gli permetteranno di sopravanzare dall’inflessibilità delle norme, dalla simmetria delle forme, ma non per i metodi di lavoro canonici, alla ricerca di nuovi impianti plastici e incapacità, bensì al contrario per elasticità e agilità intellettuali, segno cromatici. Un’occasione a lungo sognata quella della mostra in terra tangibile di una qualità creativa ed esecutiva che dalla fatica dello natale, giunta dopo anni di onori e successi oltreoceano, dove l’arte studio e dall’accumulo di esperienza genera la superiore libertà del della soffiatura sembra godere di notevole considerazione, più che in maestro. “Ciò che si fa e dice” deve sembrar “fatto senza fatica e quasi patria e soprattutto fra le giovani leve. Allestita presso Palazzo Cavalli senza pensarvi. Da questo io credo che derivi la grazia”, scrive a tal Franchetti, l’esposizione comprende una selezione di pezzi unici risalenti proposito l’autore rinascimentale: un ideale di compostezza armoniosa, all’ultimo decennio, tra cui alcune installazioni di stupefacente impatto ricca e fluida, pieghevole ai diversi registri della vita in società e di formale e cromatico proposte in esclusiva, oltre a una sezione storica quella individuale, anche artistica. Se poco più di un anno fa Lino che ricostruisce l’opera di Tagliapietra fin dagli esordi. “Nel suo lavoro rimarcava il rischio che Murano diventasse solo un’icona, un mero è difficile, se non impossibile, separare la fase progettuale da quella “spazio espositivo” slegato dall’attività pratica che ne ha costruito la tecnico-sperimentale”, afferma Rosa Barovier Mentasti, curatrice della fama, oggi la mostra a lui dedicata apre finalmente alla possibilità di mostra insieme a Sandro Pezzoli. “In quanto Tagliapietra pensa in vetro, un grande museo aperto, strettamente collegato all’attività del vetro concepisce l’opera nelle sue qualità estetiche unitamente alle modalità e non solo ai suoi risultati ultimi, capace di trasmettere la passione e della sua esecuzione. Talvolta, forme e tessuti vitrei scaturiscono da l’attaccamento a una professionalità che riscuote da secoli ammirazione sperimentazioni tecniche, da risultati inaspettati, a lungo accantonati e riconoscenza. “La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo e poi ripensati, altre volte il progetto iniziale si evolve nel corso della sia vana. Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si lavorazione”. Con la sua personalissima sintesi di tecnica e arte, Lino ha succedono l’una sull’altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le avuto un’influenza determinante sullo sviluppo del cosiddetto “Studio stagioni, e un possesso per tutta l’eternità”. Parola di Oscar Wilde. Dal Glass”, ovvero quel movimento artistico nato negli Stati Uniti all’inizio 19 febbraio al 22 maggio 2011. www.linotagliapietravenezia.com 75
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Pavimenti in quarzo bianco, mosaici in oro e led inseriti negli arredi, creano percorsi luminosi in uno spazio accattivante che accoglie i brand del settore dell’orologeria e della gioielleria
GIOIELLERIA VENTURA
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In queste pagine: salone d’ingresso con banco reception. Il lampadario ellittico è realizzato con cristalli Swarovsky su disegno dell’architetto Lepreri, in foto nella pagina a destra.
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Ventura Gioielli
NEL CENTRO DI REGGIO CALABRIA SI INAUGURANO I NUOVI SPAZI DELLA GIOIELLERIA VENTURA SU PROGETTO DELL’ARCHITETTO ULDERICO LEPRERI TESTO GIORGIO SCAFFAZZILLO FOTO ALESSANDRO BURROSI 79
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE PUNTI VENDITA
GIOIELLERIA VENTURA
In queste pagine: i saloni posti in successione prospettica e collegati da portali modanati. Nelle pavimentazioni in quarzo bianco sono inseriti mosaici in vetro e oro.
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A
perta nel 2000 da Pasquale Ventura con la moglie Antonella sul corso principale di Reggio Calabria, la gioielleria Ventura è dallo scorso dicembre, grazie al progetto dell’architetto Ulderico Lepreri, uno spazio maestoso su due livelli. Con l’accorpamento delle ex cantine e l’unione dei due negozi originari (in principio gioielleria e orologi occupavano spazi separati), l’architetto ha potuto ampliare gli orizzonti del negozio, portandolo dagli originari 25 agli attuali 180 metri quadri, creando una struttura in cui le linee morbide dell’architettura e l’impiego di materiali pregiati, come il quarzo bianco dei pavimenti e l’oro delle cornici espositive, concorrono a formare un ambiente che esalta i preziosi prodotti rimanendo accogliente. Il progetto che ha portato all’ampliamento del punto vendita, la cui realizzazione ha comportato opere sia murarie che strutturali, è una vera e propria riconsiderazione globale degli spazi e delle funzioni della gioielleria. Ogni dettaglio è stato pensato specificamente per il nuovo spazio, che si presenta ora come un percorso tra vani a pianta ellittica o circolare, collegati da portali modanati ampi e imponenti. I due livelli comunicano mediante una scala di acciaio e vetro appositamente progettata, così come originale è il lampadario in cristallo Swarovski a ellissi concentriche poste su quote differenti, che sembra sintetizzare la visione architettonica di Lepreri. Al centro di tale concezione si pone infatti il concetto di “spazio emozionale”, concepito cioè per produrre una forte rottura con l’esterno creando un’atmosfera sospesa, lussuosa e confortevole a un tempo in modo da esaltare il prodotto in vendita. A determinare tale effetto partecipa ogni elemento, dalla già citata curvatura degli ambienti cui corrispondono cupole che ribadiscono l’elasticità dello spazio, all’illuminazione, data da LED bianchi che definiscono i volumi e insieme guidano il percorso del cliente evidenziando i varchi che si aprono tra stanza e stanza, fino all’elemento acustico, presente in maniera discreta con un impianto di diffusione celato nelle intercapedini e nelle cornici. Una cura certosina che evidenzia la valenza funzionale dell’estetica dei punti vendita, il cui compito è quello di accogliere e non disorientare l’acquirente, senza cadere nella tentazione dell’accumulo o della sovraesposizione dell’oggettistica. Per informazioni info@venturagioielli.it
Un sapiente utilizzo dello spazio distribuito su due piani ha permesso all’architetto Ulderico Lepreri di ottimizzare in soli 180 mq l’esposizione di tutte le categorie merceologiche
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L’ERBA DEL VICINO
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CAFFELATTE
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FIORI Party
L’ERBA DEL VICINO
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE CONCEPT STORE
COLETTE
In queste pagine: l’ingresso di Colette a Parigi sulla rue Saint-Honoré al civico 213, a pochi passi dal Museo del Louvre e dai Giardini delle Tuileries. Qui a destra, la zona dedicata alla cassa. 86
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Colette a Parigi
NEGOZIO DI TENDENZE, GRIFFE DEL LUSSO, GALLERIA D’ARTE, SPAZIO CREATIVO, LABORATORIO DI IDEE: DAL CENTRO DI PARIGI IL MONDO COLETTE ESPLORA, RIELABORA, DIVERTE, SENZA TEMERE ECCESSI E PREGIUDIZI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO COLETTE 87
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE CONCEPT STORE
COLETTE
In queste pagine: lâ&#x20AC;&#x2122;ampio spazio riservato alla cultura streetwear, con un muro di sneakers e una fornita offerta di t-shirts multimarca. Nella pagina a destra, la scala che collega i tre piani del concept store parigino.
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Un mix di stili e di generi, un approccio multiculturale e interdisciplinare fra moda, arte, design e streetculture. Colette è uno spazio da guardare, vivere e condividere
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e hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, dopo, ovunque tu passi il resto della vita, essa ti accompagnerà sempre, perché Parigi è una festa mobile”. Così scriveva Hemingway a un amico nel 1950. Città sontuosa e aristocratica, vivace e a suo modo anticonformista, icona di grandezza e di stile, mito che reinventa continuamente se stesso: Parigi sorprende e si lascia sorprendere, mai banale. Nel primo arrondissement, al civico 213 di rue Saint-Honoré, ha aperto nel 1997 una boutique innovativa, un concept store che è orma diventato “spazio-culto” per parigini e turisti: Colette nasce a due passi dai giardini delle Tuileries, costruiti dal celebre architetto di Versailles, e dietro la rue de Rivoli, dove Coco si intratteneva quotidianamente per sorseggiare la sua tisana al mirtillo e rododendro. Nel cuore della capitale francese, accanto ad antiquari, gallerie d’arte e negozi esclusivi, in quella stessa via dove lavorava Paul Poiret, famoso per aver liberato le donne dai bustini e disegnato il primo tubino, sorge uno dei templi più amati dai moderni cacciatori di tendenze. Difficile definire Colette. Negozio di moda, certo, ma non solo. Spazio
espositivo per artisti emergenti, sicuramente, ma non basta. Elle US lo ha chiamato “Styledesignartfood emporium”. E non a torto. Con uno spazio espositivo di ben 700 metri quadri su tre livelli e una squadra di 50 venditori professionisti, Colette ha reinventato la nozione stessa di “shopping”. Grazie a una sapiente e accurata miscellanea di generi e stili, trovano posto sui suoi manichini e scaffali prodotti fra loro eterogenei: abiti, libri, dischi, accessori high tech, oggetti d’arte. Ogni giorno, clienti francesi e internazionali guardano, ascoltano, leggono, si incontrano. Ogni settimana, le due vetrine principali e i display di ogni piano cambiano, si evolvono, propongono universi creativi differenti. Da un’idea di Colette Rousseaux e di sua figlia Sarah, la boutique eponima di rue Saint-Honoré accoglie senza sosta nuovi prodotti e nuovi marchi, che per l’occasione preparano spesso collezioni esclusive o serie limitate. Solitamente schive e riservate, protette da un anonimato ricercato e perseguito, Colette e Sarah hanno recentemente concesso una breve intervista a “Le Figaro Madame”. Fra gli argomenti affrontati: moda, stile, eleganza e femminilità. Con un appunto: l’energia creativa può scaturire solo da una curiosità inesauribile, 89
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e la curiosità è la più vivace forma di espressione e comunicazione. Se al primo piano trova posto l’intero reparto abbigliamento, con una selezione di accessori e gioielli preziosi e ironici, a piano terra Colette ospita invece una collezione internazionale di riviste e libri rari o esclusivi, fra moda, arte e design. Un ampio spazio è poi riservato alla cultura streetwear, con un muro di sneakers, una colorata offerta di t-shirts multimarca e dei mini-shops dedicati. Fra le varie e divertenti proposte di Colette vi è una sezione per la cura e la bellezza del corpo: Bumble & Bumble, Kiehl’s, Christophe Robin, Joelle Ciocco sono solo alcuni dei nomi presenti. Una squadra di truccatori professionisti a disposizione del pubblico è pronta a consigliare i prodotti più adatti e mostrare le ultime novità in campo cosmetico. Determinazione, passione e spontaneità sono le qualità che meglio contraddistinguono la filosofia espositiva e comunicativa di Colette e Sarah, che non hanno infatti dimenticato di riservare degli spazi nel loro negozio a mostre e installazioni artistiche. La “galerie colette” presenta tutti i mesi una nuova esposizione e la sistemazione delle opere coinvolge tutti e tre i piani, inserendo nel quotidiano il processo creativo. Il cosiddetto “espace éphémère” invece è un luogo dedicato ai progetti temporanei e accoglie regolarmente collezioni disegnate da artisti o personalità di rilievo: si tratta di una sorta di “shop in shop” che cambia
look a seconda del gusto di chi lo occupa. In passato hanno esposto ad esempio: Barbie, Comme des Garçons, The Selby, Wool and the Gang, Sounds Good. Per pranzare o rilassarsi il bar/ristorante al piano interrato propone un’ampia scelta di prodotti freschi e di alta qualità, rigorosamente selezionati nelle migliori gastronomie di Parigi. Sono disponibili una connessione Wifi e numerosi quotidiani e riviste internazionali. Ma la vera caratteristica distintiva del bar/ristorante “chez Colette” sono le 90 acque minerali provenienti da tutto il mondo, per consumatori attenti o appassionati collezionisti. Ultima novità in ordine di tempo dal mondo Colette è la “Colette lunch box”, ovvero un menu ad alto contenuto vitaminico con hamburger salutistico, legumi freschi, un gustoso dessert e un’acqua vitaminizzata: a dimostrazione che il cosiddetto finger food non è necessariamente sinonimo di cattiva alimentazione. Un’idea originale, che risponde a esigenze attuali e che, c’è da scommetterlo, farà presto tendenza. Per tenersi aggiornati sui prodotti, sulle iniziative e sulle ultime notizie targate Colette, si può facilmente consultare il sito della boutique, che viene costantemente aggiornato e permette anche di acquistare direttamente on line. In parte personalizzabile, il sito trasmette le migliori novità musicali del momento: un sound ricercato e innovativo, in stile Colette, disponile su compilation. www.colette.fr
Per pranzare o rilassarsi, il bar ristorante Colette propone al piano interrato un’ampia scelta di prodotti freschi e di alta qualità, selezionati nelle migliori gastronomie parigine
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COLETTE
In queste pagine: veduta del reparto dedicato alla moda giovane e, qui a fianco, la â&#x20AC;&#x153;Colette lunch boxâ&#x20AC;? e la bottiglia realizzata con Coca Cola. Nella pagina a sinistra, gli spazi espositivi, il bar ristorante al piano interrato e il bookshop. 00 OGGETTI DM
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Philips SoundSphere
L’equilibrio tra design, qualità d’ascolto e tecnologia marca la nuova gamma di micro Hi-Fi Philips. L’architettura caratteristica con il tweeter flottante esterno alle casse garantisce un suono con una resa paragonabile a quella di uno studio di registrazione. Il woofer incorporato sfrutta al massimo il cabinet in alluminio monopezzo, ottimizzando le vibrazioni. Disponibile in due colori (silver e titanium), “SoundSphere” presenta un modello che, al lettore CD/DVD con ingresso USB diretto, abbina un hard disk con tecnologia Streamium da 160 Gb, che permette di connettersi al computer di casa, accedere facilmente alle streaming radio e memorizzare i brani preferiti. www.philips.it
Christofle Chiavetta USB Galet
La collaborazione tra Christofle, storica casa di argenteria fondata nel 1830, e LaCie ha prodotto “Galet”, supporto di storage personale ad alto contenuto tecnologico ed estetico. La chiavetta, 4 Gb di memoria, è compatibile con le USB 3.0, ed è dotata di un software PrivatePublic che permette la protezione e la crittografia dei dati, anche tramite l’inserimento di una password per accedere ai contenuti. La forma del case argentato, che ricorda quella levigata dei ciottoli di fiume, è elegante e sobria, ed è pensata per essere esibita come un gioiello. Il designer ha infatti previsto l’inserimento di una fascetta che può fungere da portachiavi oppure, per i più audaci, come pendente da portare sempre al collo. www.christofle.com
Samsung Notebook Serie 9
Samsung lancia una nuova serie di notebook compatti e altamente performanti che mira a imporsi come nuovo must have dell’elettronica. In soli 16 mm di spessore è racchiusa la velocità di un processore Intel di seconda generazione e la funzionalità di Windows 7. Nonostante le dimensioni, il nuovo notebook Samsung costituisce un passo avanti anche in temini di robustezza e dissipazione del calore grazie al case in duralluminio, materiale leggero e resistente usato in aeronautica, che contribuisce a dare al computer il suo look accattivante. Ulteriore innovazione è costituita dal display, che con la tecnologia dell’Auto Display Brightness garantisce una visione ottimale in tutte le condizioni di luminosità. www.samsung.com
Olivetti OliPad
All’interno del piano di rilancio del marchio Olivetti spicca la proposta legata al sempre più importante mercato dei tablet touchscreen. “OliPad”, il primo tablet PC di produzione italiana, si affida al formato prevalente sul mercato con display interattivo da dieci pollici e sistema operativo Android che consente di collegarsi all’Application Warehouse Olivetti, l’appstore italiano. Il Pad, basato sul processore Dual Cortex A9 Nvidia, è corredabile con docking station, tastiere, mouse touch e penna capacitativa, ed è inoltre espandibile grazie alla presa USB, lo slot SDI e l’uscita HDMI, oltre che ai sistemi wireless integrati (3G, WiFi e Bluetooth). www.olivetti.it
Lava Android TV
Maxischermi connessi a internet per aggiornare i propri profili, navigare, gestire la propria posta dal salotto di casa, magari seguendo il telegiornale. Non è fantascienza, ma la nuova proposta della svedese Lava, “Android TV”, distribuita in Italia da Tecnofuturo. Gli schermi LCD HD, disponibili nei formati da 42 a 55 pollici, si connettono alla rete grazie al sistema operativo “Android” e permettono di superare il gap tra computer e televisione senza avventurarsi in scomode, ed esteticamente non gratificanti, connessioni con cavi vari. Oltre alle prestazioni futuribili è infatti molto curato l’impatto estetico, caratterizzato da linee essenziali e raffinate che fanno risaltare le immagini. www.tecnofuturo.it 92
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10 Corso Como The slow shopping NEL CUORE DELLA MOVIDA MILANESE, 10 CORSO COMO NASCE NEL 1991 DA UNA LUNGIMIRANTE IDEA DI CARLA SOZZANI. ORA È UNO SPAZIO POLIFUNZIONALE CON GALLERIA, BOOKSHOP, CAFÈ E MINI HOTEL. CON UN MIX UNICO DI PROPOSTE COMMERCIALI E CULTURALI, È CAPOSTIPITE DELLO “SLOW SHOPPING” TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO 10 CORSO COMO 94
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10 CORSO COMO
In queste pagine: il negozio ha aperto nel 1991 negli spazi di un’ex autorimessa ed è diventato presto un punto di riferimento dello shopping di culto per il suo mix unico di proposte commerciali e culturali, dalla moda al design, dal lifestyle all’arte, alla musica e alla fotografia.
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Alessi, Barbour, Coca Cola, Diesel, Albrizzi Collection e Borsalino sono solo alcune delle più celebri proposte di 10 Corso Como, con prodotti che spaziano dai capi d’abbigliamento alle porcellane
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10 CORSO COMO In queste pagine: gli ampi e luminosi spazi interni di 10 Corso Como, famoso concept store milanese nato nel 1991 da un’idea della rinomata gallerista, editrice e giornalista Carla Sozzani.
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ondato nel 1991 dalla gallerista ed editrice Carla Sozzani, 10 Corso Como è un concept store dedicato all’arte, alla moda e al design. Situato in un edificio industriale raggiungibile dal cortile interno di un tradizionale palazzo milanese, 10 Corso Como si pone come spazio polifunzionale, luogo di incontro e svago, unione di elementi culturali e commerciali. Con un passato di giornalista e redattrice moda, Carla Sozzani ha progettato la sua creatura intorno a due elementi fondanti: la galleria e il bookshop, ai quali hanno fatto presto seguito il negozio, il Café e più recentemente il piccolo hotel a tre stanze. Una miscela unica di arte, moda, musica, design e cucina, un concentrato di culture e mood internazionali. Simbolo del concept store meneghino sin dagli esordi, il caratteristico logo in bianco e nero è un’idea dell’artista americano Kris Ruhs e rappresenta il vero marchio di fabbrica del mondo firmato 10 Corso Como. Lasciandosi alle spalle le più consolidate e classiche pratiche di vendita, Carla Sozzani si è fatta zelante promotrice di una nuova e vincente scelta di marketing: in inglese “the slow shopping”, ovvero una serie di spazi adiacenti e comunicanti capaci di disegnare un viaggio materiale attraverso differenti ambiti culturali, senza disdegnare luoghi prettamente dedicati al relax e agli incontri, come il giardino interno e il Café. Se il negozio è un intrigante collage di prodotti esclusivi che si muovono liberamente fra moda, design, arte e lifestyle, con articoli in edizione limitata, il bookshop è una sintesi eclettica di pubblicazioni, con una selezione di opere dedicate all’arte, all’architettura, al design, alla moda, ma anche alla letteratura, e con un’enfasi particolare sul mondo della fotografia. Vero perno reale e ideale dell’intera struttura targata 10 Corso Como è del resto la galleria, fra le più importanti in Italia soprattutto per le istantanee d’autore: oltre 190 mostre realizzate in presenza di famosi fotografi, spesso con opere ancora inedite.
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10 CORSO COMO In queste pagine: sopra, ingresso, stanza da letto e living del 3Rooms Hotel, tre accoglienti appartamenti con arredi di Kris Ruhs, Sebastian Matta, Arne Jacobsen, Eero Saarinen, Charles e Ray Eames, Joe Colombo e Isamu Noguchi. Qui a fianco, il bookshop, con pubblicazioni dedicate all’arte, all’architettura, al design ma soprattutto alla fotografia d’autore. Nella pagina a destra, in alto, immagini del Café, del ristorante e del giardino interno e, in basso, gli spazi espositivi della galleria Carla Sozzani.
Helmut Newton, Annie Leibovitz, Bruce Weber, Bert Stern, Sarah Moon, Paolo Roversi, David Bailey, Don McCullin, Hiro e David LaChapelle sono solo alcuni dei nomi presentati. Ben due volte l’anno la galleria propone inoltre rassegne dedicate ai grandi esponenti dell’architettura e del design, come Franco Albini, Carlo Mollino, Verner Panton, Jean Prouvé, Serge Mouille e Yayoi Kusama. Nel cuore di un silenzioso cortile protetto da una vegetazione lussureggiante, il Café e l’adiacente ristorante sono spazi fluidi, dove l’interno si fonde armoniosamente con l’esterno: aperto in un vecchio garage dopo la ristrutturazione di Kris Ruhs, il locale conserva ancora la sua struttura originaria, con la luce naturale che disegna e delimita gli spazi. L’ampia porta di vetro e metallo trasformata in muro luminoso. Il soffitto con luci che cambiano aspetto dal giorno alla notte riflettendosi nella resina dorata dei pavimenti. Il bar circolare con comode sedute e lounge chairs in rigorosa pelle nera. Una scelta estetica ben definita, all’insegna di una ricercatezza stilistica capace di coniugare piante e fiori del giardino d’inverno con complementi d’arredo che strizzano l’occhio al mondo della moda e del design d’avanguardia. Noto per essere fra le tappe milanesi più esclusive degli appassionati d’arte nel senso lato del termine, il concept store di Carla Sozzani prevede da qualche tempo anche la possibilità di alloggiare direttamente nella struttura: tre stanze accoglienti affacciate sul giardino interno, un balcone con ingresso indipendente per ognuna, un luogo per sentirsi a casa anche lontano da casa. 3Rooms è una combinazione riuscita di arredi moderni e oggetti vintage, una palette di colori che esplora toni caldi e freddi per assecondare il temperamento degli ospiti, un elogio della lentezza e dei piccoli piaceri. Vera chicca la colazione servita nella sala da tè o addirittura in giardino, in compagnia di qualche buona e appassionante lettura. Da segnalare infine l’outlet aperto nel 2003 nella vicina via Tazzoli: un bazar delle meraviglie, un mercato delle pulci con pezzi davvero unici e soprattutto con sconti notevoli sul prezzo di partenza. Vestiti, scarpe e accessori portano ancora l’etichetta originale di quando sono stati disegnati, diventando così potenziali pezzi da collezione. 10 Corso Como è anche a Tokyo e Seoul. www.10corsocomo.com 98
Edificio industriale raggiungibile dal cortile interno di un tradizionale palazzo milanese, 10 Corso Como è spazio polifunzionale dedicato allâ&#x20AC;&#x2122;arte, alla moda, al design e alla cucina
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www.carloratti.com Ufficio di architettura in rapida crescita aperto a Torino nell’estate 2002, Carlorattiassociati | Walter Nicolino e Carlo Ratti - è attualmente coinvolto in numerosi progetti nazionali ed esteri, basati anche sulle ricerche di Ratti al prestigioso Massachusetts Institute of Technology, dove l’ingegnere torinese è direttore del Seansable City Lab. Selezionato fra i migliori emergenti alla Biennale di Venezia edizione 2004, 2006 e 2010, lo studio presenterà presto l’avveniristico progetto dedicato alle prossime olimpiadi londinesi: “The Cloud” sarà una nuova tipologia di monumento, un’inconsueta forma di espressione, un omaggio dichiarato all’era digitale. Pensata come un’innovativa piattaforma d’osservazione sulla città e sul mondo, la struttura permetterà di partecipare a un vasto sforzo collettivo di raccolta dell’energia.
www.studioglithero.com Un giovane team di designer anglo-olandese con base nella capitale britannica. Fondato da Tim Simpson e Sarah van Gameren, studenti al Royal College of Art, lo Studio Glithero realizza installazioni e prodotti dalle caratteristiche uniche ed esclusive. Fra le novità dell’ultimo anno, la sorprendente collezione “Blueware”, di recente nominata per l’autorevole Brit Insurance Award: risultato di un processo chimico che cattura le impressioni dirette degli esemplari botanici, i prodotti “Blueware” nascono dalle erbacce raccolte sui marciapiedi di Londra, successivamente pressate, essiccate e composte in lastre di vetro che fungono da veri negativi fotografici. Sullo sfondo di un intenso blu prussia, la sagoma bianca dei campioni, disposti in intricate composizioni floreali.
www.tjep.com Specializzati in progetti 3D, i designer Tjep lavorano alla demolizione delle prospettive e opinioni più convenzionali, animati dall’ambizioso obiettivo di aggiungere un po’ di qualità, energia e stupore al mondo circostante. Dal diadema per la principessa Maxima al divano a forma di nido realizzato con giganti rami di gomma, dalla campagna pubblicitaria per Volkswagen a progetti d’arredo per scuole, ristoranti e attività commerciali. Con sede ad Amsterdam, Tjep nasce da un’idea di Frank Tjepkema, giovane professionista laureatosi con lode presso la rinomata Design Academy di Eindhoven: una piccola squadra di progettisti esperti e altamente motivati, impegnati in collaborazioni internazionali con aziende come Droog, British Airways, Camper, Heineken e Ikea.
www.zestdesign.it Una filosofia progettuale che ruota attorno al concetto di percezione degli oggetti e degli spazi. Un gusto originale e differente, al di là del brand, del marketing e delle mode del momento. Con una vetrina in via Ponte Vetero a Milano, Zest propone una selezione di prodotti italiani ed esteri capaci di raccontare storie, suggerire scenari, rendere partecipe il pubblico del processo creativo. Con un ventaglio di esperienze maturate in studi di design e architettura, agenzie di comunicazione e organizzazione eventi, il team Zest sviluppa progetti di interior & industrial design, allestimento e scenografie per spazi pubblici e privati, start up di piccole e medie aziende, comunicazione del servizio e del prodotto, ricerca di stili, tendenze, materiali e finiture.
www.candyandcandy.com Nick e Christian Candy, due fratelli britannici di 38 e 36 anni, sono diventati in pochi anni i guru del design e dello stile per residenze al top del lusso uniche al mondo, sofisticate e perfette in ogni dettaglio. Candy & Candy, la società di interior design e management di immobili da loro fondata nel 1999, ha al suo attivo prestigiose realizzazioni d’interni, dal complesso residenziale con spa e piscine private di Chesham Place nel quartiere londinese di Belgravia, alla strepitoso One Hyde Park, edificio residenziale di 86 appartamenti estremamente lussuosi, progettati dall’architetto Richard Rogers nel cuore di Londra, di fronte a Hyde Park. Lusso e comfort, sapientemente equilibrati da un design lineare mai ridondante, sono segno distintivo dello stile Candy & Candy, modulabile sulle residenze private, come sulle imbarcazioni o sugli aerei. 100
Piero Lissoni alla sede Living Divani da lui progettata ad Anzano del Parco. Foto Giovanni Gastel
Design<Designers “DESIGN<DESIGNERS” INCONTRA LE AZIENDE, GLI ARCHITETTTI, I DESIGNERS E GLI ARTISTI INTERPRETI DEL DESIGN CONTEMPORANEO INTERNAZIONALE 101
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“Sono uno che lavora tanto. Ma non perdo tempo a considerare l’importanza del mio contributo. Mi preoccupo della qualità di ciò che faccio e questo è già sufficiente” PIERO LISSONI In queste pagine: in alto, “Mini Button” di Flos e, sotto, seduta “Toot” di Cassina. A destra, l’Architetto Piero Lissoni sulla sedia “Lizz” di Kartel, appoggiato sul trolley di Serapian con il suo cane “Sati” (da Satisfaction dei Rolling Stones) in una foto di N. Lanfranchi.
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Piero Lissoni Progettista responsabile ARCHITETTO E DESIGNER, CAPACE DI LAVORARE SU SCALE MOLTEPLICI, NEL SOLCO DI UNA PUREZZA ATEMPORALE CHE TRAE SUGGESTIONI DALL’ESEMPIO DEGLI SHAKER E DA QUELLO DELLA “SCUOLA MILANESE”, PIERO LISSONI CI PARLA DI SÉ E DELLA SUA ATTIVITÀ, INDIVIDUANDO NELLA SERIETÀ PROFESSIONALE UNA VIA D’USCITA ALLA CRISI TESTO FRANCESCO MASSONI FOTO ARCHIVIO LISSONI ASSOCIATI 103
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PIERO LISSONI In queste pagine: qui a fianco da sinistra, sedute “Audrey” di Kartell e “Eve” di Cassina. Qui sotto, “Dondolo” di Living Divani. Sotto da sinistra, divano “Aire” di Cassina e disegno del divano “Extrawall” di Living Divani. In basso, veduta dello studio Lissoni Associati di Milano. Nella pagina a destra, tavolo “Glass Vitruvian” di Glass e l’ Architetto Piero Lissoni in una nuova foto di Giovanni Gastel.
“Penso ad un oggetto all’interno di uno spazio e considero questo spazio come parte integrante di un modello architettonico: non opero disconnessioni, altrimenti
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ra i protagonisti del design italiano contemporaneo, Piero Lissoni è un progettista a 360 gradi. Fiero epigono di quella ‘scuola milanese’ capace di forgiare “dal cucchiaio alla città” spazi di vita e di lavoro scanditi e connotati con misura e sobrietà, Lissoni confessa la sua ammirazione per gli Shakers, comunità protestante fiorita in America tra il XVIII e il XIX secolo, dalla quale ha tratto ispirazione per sviluppare il suo personale linguaggio progettuale, espressione di una convinta ricerca di armonia e bellezza sottratte alle variabili del gusto e ai capricci della moda, per dare forma a un ideale di qualità atemporale. Laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1985, Piero Lissoni ha aperto l’anno dopo, assieme a Nicoletta Canesi, lo Studio Lissoni, dando inizio a una fervida e multiforme attività progettuale che dall’architettura si estende al disegno industriale e alla grafica, spaziando in tutto il mondo, e su ampia scala, dalle abitazioni private alle sedi aziendali, dagli hotel ai resort, dai negozi agli yacht, dall’arredamento agli accessori, dai mobili per ufficio alle cucine e ai bagni, dall’illuminazione agli orologi, dagli occhiali ai cosmetici, dalla corporate identity ai cataloghi e al packaging. Art director di Boffi, Lema,
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Non è stato facile intervistarla, per via dei suoi innumerevoli impegni. Si sente un uomo di successo? Mi sento un architetto spericolato, per la frenesia dei ritmi di questo lavoro che non mi dà tregua. Ma così è, me la sono scelta io questa professione. Sostenibile? Alcune volte sì, altre no, dipende dai punti di vista. L’imminenza del Salone imprime poi un’ulteriore intensificazione, ma non è che lontano da questo appuntamento le cose cambino molto. Se si vuole condurre una vita di quelle ‘perbene’, con orari ben scanditi, famiglie, vacanze, case al mare e in montagna, suggerisco di non sceglie il mestiere dell’architetto. Cominciamo dall’inizio: nel 1986 ha avviato la sua attività, in una fase di grande esuberanza creativa, linguistica, formale. È stato difficile per lei situarsi in un simile contesto? Non direi. Al contrario, è stato abbastanza facile, proprio in virtù di questa grande confusione. Gli anni precedenti erano stati piuttosto complessi per via della crisi economica, meno sofferta di quella attuale ma non meno pervasiva. Una crisi che ha incrinato le certezze della modernità e che ha avuto ricadute anche sul piano progettuale, con le spallate inferte
sconfino nel mondo della decorazione. Molto del design odierno è decorazione, non è un giudizio è una constatazione” Living Divani, Porro e Tecno, Lissoni ha anche collaborato o collabora attualmente con marchi quali Alessi, Artelano, Cappellini, Cassina, Flos/ Antares, Fritz Hansen, Glas, Kartell, Knoll International, Poltrona Frau e Thonet. La sua officina creativa, che ha acquisito il nome di Lissoni Associati Milano e integra la divisione Graph.x, si avvale dell’apporto di circa 70 fra architetti, designer e grafici. Piero Lissoni è stato insignito di svariati riconoscimenti, tra questi il premio Hall of Fame of Interior Design, a New York nel 2005. Le cucine Esprit e WK6, da lui progettate per Boffi, sono state selezionate per il premio Compasso d’Oro nel 1991 e nel 2001. Il suo Table System, prodotto da Boffi, ha ricevuto nel 2006 il Design Award di Elle Décor International e il Good Design Award del Chicago Athenaeum of Architecture and Design. Abbiamo incontrato Piero Lissoni alla vigilia del Salone internazionale del Mobile, nel suo studio di Milano, dove - tra memorabilia del realismo socialista, automobiline, antiche terrecotte e libri di ogni tipo, impilati sul suo tavolone di lavoro, monografie e cataloghi dedicati a Leonardo e a Piero della Francesca, a Karl Friedrich Schinkel e ad Alberto Burri, ma anche poesie di Paul Éluard e racconti di Jorge Luis Borges - si è svolta la nostra conversazione.
al movimento moderno da Sottsass e compagni, che hanno promosso la loro secessione colta e raffinata, travisata poi con la riproposizione discutibile di forme, finiture e colori ‘alla Memphis’. Ogni nuovo progetto era invariabilmente e fatalmente etichettato come ‘postmoderno’. E in questo clima, nonostante tutto, ho maturato la determinazione di fare il progettista. La via d’uscita da questa confusione, la folgorazione, mi è venuta dalla scoperta degli Shakers, con la loro lucida interpretazione del design, una sorta di purezza razionalista ante litteram. Qualunque altro architetto, che abbia letto qualche libro e abbia visitato luoghi recanti le tracce dell’antichità, avrà potuto sperimentare il contatto con analoghe forme di pulizia architettonica, chiese romaniche e antichi edifici che il tempo ha ripulito di ogni orpello, lasciandone trasparire l’ossatura, la verità. Ecco, negli Stati Uniti alla fine del Settecento, un’accolita di ‘squinternati’ – gli Shakers – ha saputo ridisegnare il mondo dandosi regole diverse dai suoi contemporanei, senza tuttavia rinunciare alla modernizzazione: dalle case, agli oggetti, fino ai vestiti. Credo che siano stati gli autori del primo progetto globale nella storia dell’umanità. Ecco, se devo dirla tutta, il pensiero che ha ispirato i miei primi passi nella sfera progettuale, è stato animato dall’esempio di questa purezza ideale. 105
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“Il punto è che non dovrebbero esistere né schemi né ordini ma semplicemente il senso della misura che, credo, faccia parte della nostra civiltà, della nostra cultura”
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PIERO LISSONI In queste pagine: a sinistra, in alto, cucina “Zone” e, sotto, cucina “Duemilaotto”, con a fianco l’armadio “Solferino”di Boffi. In questa pagina, dall’alto, lampadario a sospensione “Once” di Flos e, a fianco, la collezione di complementi per il bagno “Birillo” di Alessi. Qui in alto, “Barbicù” di A di Alessi e, sotto, vassoio in acciaio a doppia parete “Disco Volante” di Officina Alessi.
Certo, essendo ancora fresco di studi, nutrivo una grande ammirazione per l’architettura razionalista e il movimento moderno, nonostante le sue derive, perché l’idea della purezza concettuale e intellettuale mi ha sempre affascinato. La bellezza degli edifici di Ludwig Mies van der Rohe, di Giuseppe Terragni, ma anche i progetti di Bruno Taut e quelli di Le Corbusier… Sono architetti che hanno saputo forgiare nuovi mondi, rinnovare il linguaggio. E, prima di loro, molto prima, Karl Theodor Schinkel. Per non parlare di Adolf Loos, uno dei miei preferiti: vai a bere un Martini cocktail all’American Bar di Vienna e ti ritrovi in un luogo che è uno straordinario concentrato di innovazione, creatività e gusto. Dunque, gli Shakers, Loos, Mies van der Rohe, la purezza ideale… E Achille Castiglioni, come lo situa in questa sua personale ‘Hall of Fame’? Castiglioni, per me, rappresenta un ponte. Lui e i suoi fratelli, assieme a quanti hanno gravitato nella loro orbita, hanno saputo gettare un ponte tra due modernità. Achille Castiglioni, in particolare, ha dato prova di una sapienza e una creatività degne di un druido del villaggio. E questo villaggio era Milano, che, nel dopoguerra, è stata davvero la capitale mondiale del progetto, architettonico e industriale. Penso a Franco Albini, a Ernesto Nathan Rogers e ai BBPR, a Marco Zanuso, a Vico Magistretti e ad Angelo Mangiarotti. Ma anche a grafici del calibro di Giulio Confalonieri o Bob Noorda, che dagli Stati Uniti si trasferì a Milano. E anche l’artista Lucio Fontana abitava qui, mica altrove. La cosa interessante di quell’epoca era la molteplicità di voci ed esperienze: un mix irripetibile. Sul versante del disegno industriale eravamo davvero insuperabili. Penso al telefono Grillo di Marco Zanuso e Richard Sapper o alla macchina da scrivere portatile Valentina di Ettore Sottsass, o ancora, alla calcolatrice Divisumma 18 di Mario Bellini, con quel rivestimento gommoso che ricopriva i tasti, anticipando di cinquant’anni il concetto di ‘touch screen’… E da allora ad oggi cosa è cambiato? Non dico che adesso fare design sia più facile, però… Adesso ci sono tanti bravi lavoratori. Anche lei si considera tale? Certo sono uno che lavora tanto. Ma non perdo tempo a considerare l’importanza del mio contributo. Mi preoccupo della qualità di ciò che faccio e questo è già sufficiente. Forse, neppure loro, i maestri, erano consapevoli dell’importanza delle loro creazioni… È il tempo a sancire la qualità di un progetto. 107
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Lei dà un taglio molto architettonico alle sue creazioni di design, nel senso che sembra già situarle in uno spazio ideale… Mi sono rifatto all’esempio della scuola milanese, senza trascurare l’insegnamento della scuola scandinava o di quella americana. È semplice, penso ad un oggetto all’interno di uno spazio e considero questo spazio come parte integrante di un modello architettonico: non opero disconnessioni, altrimenti sconfino in un altro mondo che è quello della decorazione. Molto del design odierno è decorazione, non è un giudizio è una constatazione. Detto questo, non mi considero un funzionalista, sono per la bellezza e sono anche convinto che la bellezza abbia fondamenti oggettivi. Così come sono convinto che ci siano delle cose oggettivamente orribili e che dobbiamo trovare il coraggio di denunciarlo. Non mi sento tanto democratico da tollerare qualunque cosa. Il cattivo gusto non è positivo, non lo trovo nemmeno divertente, lo trovo semplicemente grottesco. Come le città che stiamo costruendo o deturpando… Il punto è che non dovrebbero esistere né schemi né ordini ma semplicemente il senso della misura che, credo, faccia parte della nostra civiltà, della nostra cultura. Ha disegnato molte cucine per Boffi, ha una predilezione per questo ambiente della casa? Ho disegnato anche letti e divani, ma questo non significa che prediliga il soggiorno o la camera da letto. In effetti, però, la cucina è più identificabile, integrata e coerente. In realtà, è uno spazio dove lavorare, l’ho sempre immaginato come tale. Mi piace cucinare e mi ci sono affezionato perché lo considero un luogo divertente, così come prima lo trovavo punitivo a causa della dimensione sempre più ridotta degli spazi ad essa dedicati, divenuti negli anni Sessanta e Settanta dei ‘non luoghi’, o luoghi dove cucinare punitivamente spaghettini, bistecchine e insalatine. Perciò, quando mi si è presentata l’opportunità di ragionarci ho pensato che sarebbe stato possibile cambiarne la ritualità, conferendole un aspetto diverso, immaginando un luogo professionalmente adatto a fare tante cose, dando ad esse una dignità nuova, si tratti pure di spaghettini o altro.
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PIERO LISSONI In queste pagine: a sinistra, dall’alto, showroom BY (partnership commerciale tra Boffi, Living Divani e Porro per la casa Made in Italy) a New York, veduta dei negozi Benetton di Istanbul e di Londra, e la zona bar situata all’interno del nuovo Teatro Nazionale di Milano. In basso a sinistra, veduta della platea e del palcoscenico del Teatro Nazionale. In questa pagina, lobby dell’Hotel Mamilla di Gerusalemme.
“Se si vuole condurre una vita di quelle ‘perbene’, con orari ben scanditi, famiglie, vacanze, case al mare e in montagna, suggerisco di non sceglie il mestiere dell’architetto”
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“Secondo me, gli industriali italiani sono come ‘cavalli pazzi’, proprio per questo hanno saputo mettere in piedi quel fenomeno affermatosi con il nome di Italian Design”
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PIERO LISSONI In queste pagine: a sinistra, Piero Lissoni nel cantiere dello yacht “Tribù”, progettato per Luciano Benetton nel 2007. Qui a destra, vedute aeree del “Sailing yacht Ghost”, progettato nel 2005 per un magnate americano.
Ha progettato anche oggetti per Alessi, si trova a suo agio anche su scala ridotta? Come le dicevo prima, mi sento erede della scuola milanese, e il fondatore di Casabella, Ernesto Nathan Rogers, scrisse il suo manifesto ideale-progettuale intitolandolo “Dal cucchiaio alla città”. Condivido questa impostazione umanistica del nostro lavoro e rimango perplesso di fronte a concezioni specialistiche della professione. Certo, non ritengo possibile disegnare un cucchiaino come si progetta una città, ma considero praticabile l’idea di variare scala. Ho disegnato piccoli oggetti come le caffettiere, ma anche orologi, occhiali, saponi, sedie a iniezione o edifici con livelli di complessità elevatissimi… Il mio modello progettuale resta il medesimo e a questo rimango saldamente ancorato. Il suo design può essere definito intrinsecamente sostenibile, perché sembra ricercare l’essenza delle forme… Ahimé, il concetto di design sostenibile in questi anni è diventato una parola d’ordine quasi del tutto vuota, al punto da sfiorare il ridicolo. Non prendiamoci in giro, la sostenibilità è un argomento serio, da affrontare con serietà. Mies van der Rohe, quando dice ‘Less is more’ è già automaticamente sostenibile. La vera sostenibilità non è la facile riciclabilità ma la durata nel tempo. E anche l’aspetto estetico è decisivo in questo senso. Non è solo un discorso di qualità dei materiali ma anche di atemporalità, non possiamo affrontare il tema degli arredi di casa come se parlassimo di moda. L’Italian Design è un fenomeno in via di estinzione? I progettisti italiani con una buona capacità di interfacciarsi con l’industria non spariranno se continuerà a esserci questa industria. E l’industria italiana del mobile è la migliore. Secondo me, gli industriali italiani sono come ‘cavalli pazzi’, proprio per questo hanno saputo mettere in piedi questo straordinario modello che è l’Italian Design. Ma, loro stessi, per dare più ampiezza e rilevanza internazionale al fenomeno, si sono rivolti anche a progettisti stranieri. Perciò, quello dell’Italian Design è un sistema destinato a durare, anche se, paradossalm Il futuro è fatto di visioni parallele che ci sfuggono continuamente. Non mi sento Nostradamus. Mi auguro che si possa essere tutti meno stupidi e noiosi, meno manichei e superficiali. Noi progettisti facciamo un lavoro vero, la fregatura è che alcuni aspetti del nostro mestiere, quelli pubblici, hanno assunto troppa importanza: interviste, copertine, cocktail, presentazioni. È la parte strutturale della professione ch e non dobbiamo perdere di vista, quella del lavoro vero, quella che si affronta ogni giorno: l’aggiornamento, il confronto con le tecnologie e i loro limiti, con i mercati e con chi vi opera. Il nostro è un mestiere di grande responsabilità, e questo senso di responsabilità deve guidarci verso il futuro. www.lissoniassociati.com 111
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EDWARD VAN VLIET In questa pagina: qui in alto “Galata”, una serie di lampade progettate da Edward van Vliet per Venini (2011). Sotto, la nuova collezione “Sushi” per Moroso (2010) dalla sorprendente lavorazione patchwork con, in primo piano, il pouf.
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In questa pagina: il nuovo sistema modulare di illuminazione “Odette Odile” disegnato per Italamp (2011)
Edward van Vliet Beauty Making Power IL DESIGNER OLANDESE EDWARD VAN VLIET, CHE HA FIRMATO PROGETTI SPECIALI PER ILLUMINAZIONE, TESSUTI, MOBILI E RAFFINATE DECORAZIONI D’INTERNI DI PRESTIGIOSI RESORT NEL MONDO, RACCONTA VENT’ANNI DI PERCORSO ARTISTICO E PROFESSIONALE ALL’INSEGNA DELLA PASSIONE PER LA BELLEZZA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO SEVV 113
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EDWARD VAN VLIET In queste pagine: sullo sfondo, lampade “Rontonton”, presentate da Moroso nel 2008, che fanno ora parte della collezione della azienda olandese Quasar. In alto, una overview dei prodotti di illuminazione realizzati da Edward van Vliet in 20 anni di lavoro. Sotto, render delle lampade “Rontonton”. Nella pagina a destra, ritratto del designer. 114
È
alto due metri, ascetico nell’aspetto, semplice nei modi. Edward van Vliet, designer olandese, fondatore dello Studio Sevv di Amsterdam, festeggia i vent’anni della sua carriera, iniziata da giovanissimo nel settore dei tessuti. Nella sua professione di designer ha sempre inseguito una sintesi umanistica di benessere, lusso ed esclusività, puntando su una bellezza senza tempo che unisce tradizione e contemporaneità, dall’illuminazione al mobilio, dai tessuti all’interior decoration. Edward collabora con aziende del livello di Moroso, Italamp, Mooi, Palau, Casamilano, Venini, Ligne Roset, L’Oréal, ma anche con hotel e luxury resort come la catena Ecococoon, l’ Hotel Derlon di Maastricht, il Coral Lodge Mozambique, la Residence Lord Byron di Parigi e molti altri. Una delle sue ultime creazioni, prodotta per Italamp, ha un nome suggestivo e bifronte: “Odette Odile”, come il cigno bianco e il cigno nero del celebre balletto di Tchaichovskj, Il lago dei cigni. “Amo moltissimo Tchaichovskj e Il lago dei cigni per l’estrema eleganza, la bellezza assoluta. Credo di aver trovato un nome che esprime perfettamente questo nuovo concept. E’ senza dubbio una lampada più femminile che maschile, che si ispira non solo alla magia del balletto ma anche al fascino dell’Hermitage e alla regalità della vecchia Russia. Mi piaceva l’idea di una combinazione di diversi oggetti nella stessa lampada. Si tratta di un lampadario a LED formato da più componenti, accostabili a piacere o utilizzabili singolarmente. I materiali che lo compongono sono porcellana, pendenti rosso rubino, cuoio, acciaio, vetro, cristallo e Swarovski Elements. Presto sarà pronto anche il modello in bianco e nero, in porcellana e biscuit, che sarà ancora più luminoso. Stiamo ancora sperimentando le potenzialità dei LED in questo tipo di lampada, che, pur prefiggendosi un grande impatto estetico, deve essere anche estremamente funzionale”. Infatti “Odette Odile” è personalizzabile grazie alla sua struttura scomponibile. “E’ un tipo di lampadario pensato per un grande ambiente, la hall di un hotel per esempio, o un edificio per uffici. Ma al tempo stesso l’idea è di poterlo adoperare anche in pezzi separati: ogni componente può essere a se stante, così da adattarsi anche a spazi più intimi. E in futuro stiamo progettando altri pezzi da aggiungere”. Ci permettiamo una domanda banale: che cosa rappresenta la luce per lei? “Essendo anche un interior architect, per me la luce è una componente essenziale
“Ho sempre desiderato essere un designer. I primi oggetti li ho creati da ragazzino. Poi ho frequentato l’Accademia del Design e da lì ho continuato a fare il designer di professione. All’inizio mi occupavo di design applicato ai tessuti, poi ho esteso la mia attività all’arredamento, all’illuminazione e ai fashion showroom. Oggi mi sto occupando sempre di più di hotel”. Una produzione tanto diversificata conta su una fonte di ispirazione praticamente inesauribile: il mondo. “Tutto mi ispira” sorride van Vliet. “Cammino per strada e faccio un sacco di fotografie, tutto ciò che vedo può essere interessante, straordinario. Direi che l’ispirazione mi viene essenzialmente da questo: i viaggi, e il semplice fatto di osservare le cose di ogni giorno.” C’è una singolare freschezza nelle sue parole, un entusiasmo assoluto che deriva da una gratuita contemplazione della bellezza. “La funzione del design è anche di rendere più comoda e bella la vita delle persone. Più felice. Le cose belle sollevano lo spirito!”. Gli domandiamo dove va, quando ha bisogno di un po’ di relax. Se abbia un luogo speciale. Van Vliet sorride. “Sì. Credo che casa mia potrebbe essere un buon esempio. Lì mi posso rilassare perfettamente. E’ il mio mondo, il mio rifugio. Fuori dall’Europa, sicuramente il Mozambico, così pieno di pace e tranquillità, così poco turistico. Sto per costruirmi una piccola casa laggiù, proprio perché non c’è niente, sembra di essere in un luogo alla fine del mondo, e a me questo piace moltissimo. E’ un toccasana per l’ispirazione, il relax, per svuotare la testa e riempirla di idee.” Un sogno ancora da realizzare? “Sono già una persona estremamente felice, ma di certo mi piacerebbe progettare qualcosa di assolutamente nuovo nel campo degli hotel. Superare certi cliché, anche nel lusso. Trovo che a volte ci sia un’ornamentazione eccessiva, un’esibizione sfacciata di ricchezza, mentre spesso l’esperienza finale si rivela un po’ ‘cheap’. Vorrei rendere il lusso qualcosa di veramente distinto, raffinato, speciale.” A proposito di maestri di stile, c’è qualcuno tra i colleghi designer che ammira in particolare? “Patricia Urquiola, direi. E’ una bella persona. In un certo senso facciamo cose molto simili… e condividiamo la stessa mentalità”. Terminiamo con una domanda che con il design c’entra poco,
Da Moroso a Venini, da Quasar a Italamp, il percorso di successo di un designer e interior decorator affascinato dalla luce, dalle contaminazioni multietniche e dal potere dei sogni del design. La luce è essere vivi, attraverso la luce esperiamo gli oggetti, con la luce creiamo un’atmosfera”. Nelle sue opere inserisce spesso dettagli che riportano alle culture orientali, reinterpretate secondo uno stile moderno. “Cerco di ‘tradurre’ gli oggetti dall’Oriente all’Occidente, credo sia molto importante combinare le diverse culture con la tradizione e l’innovazione. Produco molto per l’Asia, dove mi reco spesso per questioni di lavoro. L’Asia è un’incredibile fonte di ispirazione”. Fin dal principio, ha avuto le idee chiare sul suo futuro?
ma c’entra moltissimo con la persona: esiste un un libro, o un film che in qualche modo lo rappresenti? “Direi senz’altro il film ‘Inception’, con Leonardo Di Caprio. Mi è piaciuta moltissimo l’idea di esplorare i diversi livelli del sogno, che è poi quello che io cerco di realizzare attraverso le mie opere. La realtà è un gioco a più strati, c’è sempre più di quel che vediamo nell’immediato. Ricordo i sogni molto vividamente e, in un certo senso, mi ispiro a quel che vedo nei sogni, che spesso riguardano proprio il design. Un progetto è qualcosa che crei dentro di te e poi porti all’esterno”. www.sevv.com 115
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Maestri del vetro per Kosta Boda DESIGN E MANUALITÀ, FANTASIA E TECNOLOGIA, PROGETTO E UN’ ANTICHISSIMA SAPIENZA ARTIGIANALE NELL’INDISSOLUBILE CONNUBIO TRA I MAESTRI SOFFIATORI DEL VETRO E LA CREATIVITÀ DEI DESIGNER TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO KOSTA BODA
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KOSTA BODA In queste pagine: il maestro vetraio Tuomo Nieminen in fornace. In questa pagina, globi “My Garden”, “Winter Garden”, “Home” e “Lonely House” della collezione “Earth”, design Bertil Vallien (2011), uno dei più grandi e rinomati artisti contemporanei del vetro.
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KOSTA BODA In queste pagine: sopra, due vasi della nuova collezione “Cabana” di Ludvig Löfgren, e, in primo piano, sculture “Rudie” e “Abulabbas” della collezione “My Wide Life” di Ludvig Löfgren. In alto a destra, lampade “Baskerville”, design Göran Wärff e, a lato, lampada “Power” di Anna Ehrner. Nella pagina a destra, vasi della nuova collezione “Print”, design Åsa Jungnelius, e della collezione “Underworld”, design Olle Brozén. 118
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al cuore delle foreste dello Småland, nella Svezia meridionale, nasce uno dei marchi leader nel design del vetro nel mondo: Kosta Boda. Sin dagli esordi nel 1742, Kosta Boda ha impostato la propria creatività su una straordinaria tecnica artigianale e una profonda conoscenza del materiale. Uno dei tratti distintivi delle sue originali collezioni è la stretta collaborazione tra il designer, che concepisce e progetta l’opera, e il maestro soffiatore destinato a realizzarla, come il celebre Tuomo Nieminen che, al pari di un moderno alchimista, trasforma a mano volante il prezioso vetro incandescente in oggetti di scintillante bellezza. Come le nuove collezioni per la primavera 2011, che esplorano con un linguaggio fresco e raffinato i diversi ambiti della vita quotidiana, dall’illuminazione al regalo, dalla decorazione alla contemplazione. Come le sculture per la casa della collezione “Earth” firmate dal designer Bertil Vallien: quattro diversi globi realizzati a mano, ognuno con un significato caratteristico legato ai propri spazi più intimi: “My Garden”, “Home”, “Winter Garden” e “Lonely House”. Ispirati agli anni ’50, i vasi della linea “Cabana” di Ludvig Löfgren presentano sagome austere ma coloratissime, dall’arancio al turchese al verde, il cui pattern, ottenuto da diverse strisce di vetro poi fuse insieme, sagomate e soffiate, ricorda il disegno dei tetti di paglia di una capanna esotica su una calda spiaggia estiva. Sempre Ludvig Löfgren firma le nuove sculture della collezione “My Wide Life”, il cui scanzonato parco animali annovera oggi anche l’elefante “Abulabbas” e la scimmietta “Rudie”, entrambi realizzati a mano da esperti maestri vetrai presso le cristallerie di Åfors. Sul versante dell’illuminazione, la lampada da tavolo “Baskerville” è una summa di tutto ciò che ha reso famoso il design svedese del vetro: minuscole bolle d’aria salgono verso la luce all’interno del fusto creando un senso di movimento nella staticità dell’oggetto, mentre un paralume in metallo nero corona la lampada diffondendo un caldo bagliore. Il vetro è protagonista anche nella lampada “Power” firmata da Anna Ehrner, dal decoro realizzato a mano applicato mentre il vetro è ancora caldo: anche in questo caso ogni pezzo è un’opera unica in cui le forme severe ed eleganti valorizzano al massimo l’effetto della luce. Kosta Boda è distribuito in Italia da Messulam di Milano. www.kostaboda.com www.messulam.net
Grandi artisti e designer del vetro, da Bertil Vallien a Ludvig Löfgren e Anna Ehrner, firmano gli esclusivi pezzi unici delle collezioni Kosta Boda, realizzate da celebri maestri soffiatori
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Vaso “Totem” di Ambrogio Pozzi (1984)
Vaso “Romanze” di Bjørn Wiinblad (1961)
Vaso “Suomi” di T. Sarpaneva (1976)
Vaso “Love Love” di Eugen Gomringer (1970)
ROSENTHAL STUDIO- LINE In queste pagine: alcuni dei 50 vasi scelti per celebrare l’anniversario di mezzo secolo di Rosenthal Studio-Line. Punto di riferimento del design a livello mondiale, Rosenthal Studio-Line è il brand di punta di Rosenthal, nato nel 1961 dalla volontà di Philip Rosenthal di diventare leader mondiale nel campo del design, con una collezione che prosegue fino ai giorni nostri all’insegna di un’estetica al di là dei canoni.
“Vase of phases” B. Benshetrit (2005) 120
Vaso “Spirit” di Platt+Young (1999)
Vaso “Landscape” di Patricia Urquiola (2008)
Vaso “Conio” di M. de Lucchi (1994) Vaso “Structures” di Stefanie Hering (2000)
Vaso “Fast” di Cédric Ragot (2006)
“Bottiglia” di Aldo Rossi (1995)
Vaso “Debüt” di Michael Boehm (1989)
Vaso “Arcus” di Marcello Morandini (1983)
50 anni di Rosenthal Studio-Line UNA SELEZIONE DI 50 VASI IN EDIZIONE LIMITATA CELEBRA L’ANNIVERSARIO DELLA COLLEZIONE CHE HA COLTO IL MEGLIO DEL ‘900 ENTRANDO NEL TERZO MILLENNIO CON IMMUTATO SPIRITO DI AVANGUARDIA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO SAMBONET ROSENTHAL
Vaso “Moon” di J. Morrison (1999)
Vaso “Papyrus” di Vittorio Passaro (2010) 000 121
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In questa pagina: Philip Rosenthal al lavoro nel suo studio di Selb, sede della Rosenthal in Germania, e con il designer francese Raymond Loewy negli anni Sessanta.
Cultura, innovazione, avanguardia. I valori su cui si fonda Rosenthal Studio-Line riflettono nelle scelte di design il genio di Philip Rosenthal, grande imprenditore e mecenate delle arti
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hilip Rosenthal è stato uno dei più grandi imprenditori del nostro tempo. Dal 1950, quando iniziò a lavorare per Rosenthal diventandone poi il presidente, al 2001, il suo spirito visionario ha attuato un’autentica rivoluzione, catturando l’anima del nostro tempo e trasferendola alla dimensione della tavola e della casa attraverso l’impronta innovativa del design, che entrava così nell’intimità del quotidiano forgiando un nuovo gusto per l’essenzialità e la pulizia delle forme. Oggi, per celebrare i 50 anni della collezione Rosenthal Studio-Line, Rosenthal presenta un’edizione limitata di 50 vasi disegnati da celebri artisti e designer della manifattura di Selb, selezionati per rappresentare la diversità e la profonda innovazione che Studio-Line ha promosso nel tempo. La collezione ha inizio nel 1961 con l’elegantissimo vaso “Ura” di Tapio Wirkkala e si conclude nel 2011 con il nuovo design “Format” di Christophe de la Fontaine, passando per artisti internazionali della statura di Timo Sarpaneva, Walter Griopius, Bjorn Wiinblad, Ambrogio Pozzi, Platt+Young, Aldo Rossi, Patricia Urquiola, Marcel Wanders, Cédric Ragot e molti altri. Più di 150 creativi e designer hanno contribuito nel tempo alla collezione Rosenthal Studio-Line, una vetrina unica al mondo che racconta una storia di arte e creatività riconosciuta a livello mondiale, come testimoniano gli oltre 350 premi ricevuti per gli oggetti firmati Rosenthal. Oggi le forme basiche e architettoniche della serie “Format” del giovane designer Christoph de la Fontaine coronano la collezione che comprende, tra le novità, anche la “Andy Warhol Collection” ispirata al padre della Pop Art e realizzata in collaborazione con la Andy Warhol Foundation di New York, e la riedizione di alcuni celebri vasi firmati da Tapio Wirkkala negli anni ‘50 e ‘60. www.rosenthal.de 122
ROSENTHAL STUDIO-LINE In queste pagine: sopra, a sinistra, vaso “Opening”, design Little Wonder (2010), e “Fast”, design Cédric Ragot (2006). Sopra, a destra, vasi “Structura” e“Papyrus”, design Vittorio Passaro (2010).
Vasi “Format” di Christophe de la Fontaine (2011) e “Ura” di Tapio Wirkkala (1961)
“Tütenvase” di Tapio Wirkkala (1977)
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Presso il flagship store di Giovanni Raspini a Milano in mostra durante il Fuori Salone del Mobile le foto di scena originali del film “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti GIOVANNI RASPINI In queste pagine: il flagship store di Giovanni Raspini, in corso Garibaldi 51, presso il quale verrà inaugurata, proprio nel periodo del Fuori Salone del Mobile, la mostra di immagini fortemente legate al capoluogo lombardo: le foto di scena originali tratte dal film “Rocco e i suoi fratelli” di Visconti. In calendario dal 14 aprile al 22 maggio 2011. Lunedì dalle 15,30 alle 19,30. Dal martedì al sabato dalle 10,30 alle 19,30.
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La Milano di Visconti in mostra da Raspini DURANTE IL SALONE DEL MOBILE, NEL FLAGSHIP STORE DI GIOVANNI RASPINI A MILANO SONO IN MOSTRA LE FOTO DI SCENA ORIGINALI DEL CAPOLAVORO DI VISCONTI “ROCCO E I SUOI FRATELLI” TESTO FRANCESCO MARIA ROSSI FOTO ARCHIVIO GIOVANNI RASPINI
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iovanni Raspini è a Milano col suo flagship store di corso Garibaldi, ma anche col cuore e l’anima. La città della moda è un universo affascinante e complesso, che non lascia indifferenti, oggi come un tempo. Giovanni Raspini ha pensato di onorare la città che lo ospita, proprio nel periodo del Fuori Salone, promuovendo una mostra di immagini fortemente legate al capoluogo lombardo: le foto di scena originali tratte dal film “Rocco e i suoi fratelli” di Visconti. “Ci facciamo servire in camera. I veri signori sono come i poveri, mangiano dove dormono...”. Luchino Visconti di Modrone, conte di Lonate, racconta la Milano del boom economico attraverso gli occhi
vividi e un po’ stupiti degli emigranti meridionali, apparentemente così lontani dal suo mondo. Ecco allora le semplici parole di Simone a Nadia, e il sogno di un affrancamento dalla miseria che sarà in realtà ben più lungo e complesso. Il regista milanese – erede di una delle famiglie più prestigiose e “imparentate” di Lombardia – è infatti tra i primi a comprendere la vastità dei fenomeni sociali ed economici legati alla trasformazione del nostro Paese, il cambiamento epocale di un mondo prevalentemente agricolo che diverrà ben presto industriale e metropolitano. Visconti divide “Rocco e i suoi fratelli” in cinque capitoli, ognuno dei quali indicato col nome di uno dei fratelli lucani emigrati a Milano assieme alla madre (Vincenzo, Simone, Rocco, Ciro e Luca).
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE
“Al paese, in Lucania, quando un capomastro si appresta a gettare le fondamenta di una nuova casa butta una pietra sull’ombra del primo passante. Perché, per poter costruire una casa solida, c’è bisogno di un sacrificio...” Cinque atti di una tragedia familiare che si sviluppa con straordinaria forza melodrammatica. Ma al di là dei sempre citati Rocco (Alain Delon) e Simone (Renato Salvatori), la reale protagonista del film è proprio Nadia (Annie Girardot), la prostituta “strumento del destino” che riuscirà suo malgrado a spezzare un legame familiare arcaico e codificato - ormai anacronistico per la “modernità” cittadina - pagando l’affronto con la morte all’Idroscalo. Sullo sfondo una Milano cantieristica e nebbiosa, dipinta nel drammatico bianco e nero di Giuseppe Rotunno e con l’ausilio delle musiche di Nino Rota. Uscito nel 1960 e ispirato al libro di racconti “Il ponte della Ghisolfa” di Giovanni Testori, il film riuscì ad aggiudicarsi il gran premio della giuria al Festival di Venezia, ottenendo uno straordinario successo di pubblico, nonostante le censure e le critiche dei benpensanti. Come dicevamo, per onorare il capolavoro di Visconti e la città di Milano, Giovanni Raspini ha presentato nel suo flagship store di corso Garibaldi una mostra delle foto originali del film, ventisette stampe vintage in bianco/nero scattate dal fotografo di fiducia del regista, il francese Paul Ronald. Esse fanno parte della collezione personale dell’argentiere toscano e rappresentano un omaggio sincero alla bravura e sensibilità di uno dei fotografi di scena più richiesti dal cinema italiano di quegli anni. Paul Ronald, famoso per la professionalità e il grande talento, aveva seguito Visconti anche per i sopralluoghi preparatori in Basilicata. Ronald era tra i pochi fotografi di scena che pretendevano di leggere il copione prima di scattare le foto, non accontentandosi dell’aspetto estetico o reportagistico, ma cercando sempre il senso e il significato più profondo di ogni immagine. Guardiamo ad esempio le foto che abbiamo scelto: sia nei ritratti più intensi e drammatici che nelle foto ambientate - oppure nei campi lunghi ove si intravedono le architetture della città - c’è sempre uno spiccato senso della composizione e una forza espressiva non comune che richiama il fluire dei fotogrammi cinematografici. Ecco la foto della casa di ringhiera: è straordinaria, uno spaccato di vita, un vero e proprio microcosmo della Milano popolare di quegli anni. Significativa più di un trattato di antropologia. O la madre Rosaria Parondi (l’attrice greca Katina Paxinou) davanti all’edicola, mentre ammira le copertine dei rotocalchi settimanali, appese come panni stesi. Per non parlare dell’immagine ove Delon e la Girardot stanno per baciarsi accompagnati dalla fuga prospettica delle guglie del Duomo. 126
LA MILANO DI VISCONTI
Ronald spesso scattava con un taglio diverso dal “punto macchina” del regista, e solo ad alcuni fotografi di scena veniva permesso di essere davvero “autori”. Molto belle le immagini pugilistiche (Delon e l’ambiguo Paolo Stoppa nell’ufficio della palestra; Renato Salvatori sanguinante a bordo ring assistito dal suo staff; ancora Delon ripreso in primo piano, intenso e remoto). Tra le foto non poteva mancare quella con Claudia Cardinale (Ginetta), che nel successivo film di Visconti (Il Gattopardo) avrebbe avuto un ruolo ben più importante, quello di Angelica. Il grande regista milanese era un perfezionista, curava ogni aspetto dei suoi film con precisione maniacale e superiore consapevolezza. Significativa la testimonianza diretta che ci ha rilasciato Mario Maldesi, il più grande direttore di doppiaggio del nostro cinema: “Quando Visconti mi chiamò per la versione italiana di Rocco, mi fece immediatamente sentire il sonoro di presa diretta, prima della post-sincronizzazione. Era un vero e proprio miscuglio di lingue, un’autentica Babele: francese, greco, italiano, inglese. In certi tratti non si capiva nulla. E Visconti: ”Sai, lui deve diventare lucano, lei milanese. Quello deve avere una voce così, quella cosà. Li voglio assolutamente credibili. E hai pochissimo tempo...”. Dovetti selezionare tutte le voci, fare un viaggio in Basilicata, preparare i testi, guidare la recitazione dei doppiatori. Era duro allora occuparsi di cinema, ma i riconoscimenti internazionali fioccavano a iosa”. Oggi è tutto cambiato: anche la censura non significa più ridurre al silenzio, ma piuttosto aumentare il rumore. E’ diventata additiva.
In queste pagine: foto originali di scena del film “Rocco e i suoi fratelli”. Qui sopra, la collezione “Jungle” (2011) in una foto della nuova campagna pubblicitaria di Giovanni Raspini, in foto sotto al lavoro nel suo studio. www.raspini.it
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
ALESSI In queste pagine: posate e servizio tavola “Dressed”, design Marcel Wanders (2010). Foto © Marcel Wanders With thanks to“KeramiekMuseum Princessehof” in Leeuwarden.
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InTavola IN TAVOLA È LA SEZIONE DELLA RIVISTA DEDICATA ALLE TENDENZE E ALLE NOVITÀ NEL SETTORE DEI COMPLEMENTI PER LA TAVOLA 129
OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
ALESSI In questa pagina: sopra, portaagrumi e, qui a destra, fruttiere e portaagrumi della collezione “Hellraiser”, design Karim Rashid (2010), nelle versioni in acciaio inossidabile e acciaio colorato con resina epodissica. 130
ALESSI CHAIR In questa pagina: sedia pieghevole “Piana”, realizzata in licensing con l’azienda parmense Lamm, design David Chipperfield (2011).
Alessi Forma&Colore LA RICERCA DELL’AUSTERITÀ E L’ESTRO DELLA SPERIMENTAZIONE, UNA CREATIVITÀ CHE SA OSARE ACCANTO A SOLUZIONI TECNICHE SOSPESE TRA PRATICITÀ E POESIA NELLE COLLEZIONI ALESSI 2011 TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO ALESSI
ieghevole, accatastabile, prodotta in polipropilene 100% riciclabile caricato con fibra di vetro, con additivi A.U.V. e superficie opaca antisdrucciolo: è la nuova sedia “Piana” disegnata dall’ “archistar” inglese David Chipperfield per Alessi. Realizzata in sei diversi colori, “Piana” sfrutta un sistema sincronizzato di apertura e chiusura della seduta in un unico punto di rotazione. Un progetto che premia le odierne esigenze di spazio e che dona vivacità e colore a ogni ambiente della casa attraverso la ricerca di una cromia accesa e ipermoderna. Il designer egiziano Karim Rashid firma invece una nuova, piccola famiglia di oggetti: si chiama “Hellraiser” e comprende un vassoio, un portaagrumi e un centrotavola, disponibili in due versioni, in acciaio inossidabile e acciaio colorato con resina epodissica grigio ardesia. Il decoro importante ottenuto per trinciatura esalta una forma irregolare, spigolosa e aggressiva che ricorda i disegni dei circuiti stampati e mette in risalto il contrasto avveniristico tra la frutta, tondeggiante e colorata, e il carattere metropolitano e sulfureo degli spettacolari “Hellraiser”, che sembrano usciti da un immaginario alla Blade Runner. Tra le novità del 2011 figura anche l’opera di Elena Manferdini, giovane architetto italiano residente in California, dove ha collaborato per alcuni anni con il designer americano Greg Lynn. Per Officina Alessi ha disegnato “Blossom”, una fruttiera in lamiera di acciaio traforata secondo una trama che rimanda a un’interpretazione colta e contemporanea delle Arts & Crafts.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
OFFICINA ALESSI ALESSI In queste pagine: a sinistra e sopra, fruttiere traforate “Blossom” in acciaio inossidabile e in acciaio colorato con resina epossidica bianca, design Elena Manferdini (2011) per Officina Alessi. Nella pagina a destra, di Alessi, in alto, insalatiera “Enriqueta” e centrotavola “Sumpta”, novità della famiglia degli accartocciati, design Lluís Clotet (2011). In basso, portalume e portafrutta “Baby” in porcellana, design Doriana e Massimiliano Fuksas. 132
La complessa lavorazione, che mostra un susseguirsi di fiori, trifogli e quadrifogli, è realizzata in due varianti visivamente molto diverse: una dalla superficie specchiante in acciaio inossidabile, l’altra in acciaio colorato con resina epossidica bianca. Sempre sul versante dei complementi per la tavola, il linguaggio informale di Lluís Clotet, i cui lavori sono esposti nei più importanti musei al mondo, dal MoMA di New York al Centro Nazionale d’Arte e di Cultura Georges Pompidou, propone due nuove creazioni per la famiglia degli accartocciati: l’insalatiera “Enriqueta” e il centrotavola “Sumpta”, realizzati in acciaio inossidabile dalla superficie tormentata e ricca di riflessi imprevedibili. Oggetti innovativi, che ricordano la struttura interna della materia, caratterizzano anche l’opera di Doriana e Massimiliano Fuksas. Con il progetto “Baby” Doriana e Massimiliano Fuksas hanno ridotto e riproporzionato il loro grande vaso “Zouhria” - che in lingua araba magrebina si riferisce a un “vaso di fiori” - prodotto nel 2010 in serie limitata di 99 esemplari numerati, creando un grande portafrutta e un piccolo portalumino. L’abbinamento di due colori diversi per l’interno e l’esterno ha comportato l’utilizzo di una complessa tecnologia a doppio colaggio per la lavorazione della porcellana, che presenta un’originale traforatura effettuata attraverso il taglio manuale delle aperture. www.alessi.com
La collezione “Baby” di Doriana e Massimiliano Fuksas, la linea “Hellraiser” di Karim Rashid e le fruttiere “Blossom” di Elena Manferdini: stili senza tempo all’insegna del design puro
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
RICHARD GINORI 1735 In queste pagine: la nuova collezione “Fil Rouge”, design Paola Navone (2011).
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Richard Ginori 1735 dal Design all’Arte DA“FIL ROUGE” DI PAOLA NAVONE ISPIRATA AI SEGNI GRAFICI DI ALFABETI IMMAGINARI AI DECORI SPUGNATI DI “SPONGEWARE” FINO ALLE COLLEZIONI PER “MODIGLIANI BRAND” FIRMATE DA GIANBATTISTA VANNOZZI TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO RICHARD GINORI 1735
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
RICHARD GINORI 1735 MANIFATTURA DI LAVENO1856 MODIGLIANI BRAND In queste pagine: il servizio tavola “Spongeware”, design Paola Navone (2011) per Manifattura di Laveno. Nella pagina a destra, piatti della collezione “Gente di Montparnasse”, design Gian Battista Vannozzi (2011), del nuovo marchio Modigliani Brand. 136
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i chiama “Fil Rouge” il nuovo servizio di Paola Navone per Richard Ginori 1735: su piatti bianchi dalla forma semplice e familiare sono disegnati motivi grafici ispirati a codici lontani, pittogrammi arcaici, tattoo tribali, immaginari segni alfabetici e frammenti di ex libris medievali. Un’autentica contaminazione di forme e codici da sovrapporre, mischiare e impilare senza regola alcuna. Una varietà compositiva il cui filo conduttore è il sottile “fil rouge”, da cui il nome della collezione, che delimita e colora il bordo di ogni piatto. La nuova linea è realizzata con la tradizionale forma “Venezia” che, attingendo al design storico Richard Ginori 1735, si fonde con gli elementi di un celebre progetto di Giuseppe Gariboldi, già allievo di Gio Ponti al Centro Design Richard Ginori di Milano. Per il marchio Manifattura di Laveno, dal 1965 appartenente al gruppo Richard Ginori 1735, Paola Navone ha disegnato anche il nuovo servizio tavola “Spongeware”. Fresco, marino,
tutto bianco e blu, “Spongeware” presenta sei decori spugnati che formano trame e intrecci simili a tessuti visti da vicino, recuperando la forma semplice e i bordi spessi dei servizi da tavola tradizionali e quotidiani. Il Gruppo Richard Ginori 1735, che ha sede a Sesto Fiorentino presso l’antica ex Manifattura di Doccia, ha instaurato negli anni importanti collaborazioni con grandi esponenti del design e della moda italiani, come Gio Ponti e la famiglia Missoni, mantenendo al tempo stesso un forte legame con l’arte. Attraverso il prestiglioso Modigliani Brand, Richard-Ginori 1735 dà oggi vita a ”Gente di Montparnasse”, una nuova collezione disegnata da Gian Battista Vannozzi che rievoca la “stagione dei ritratti” del grande artista. Qui il designer riproduce sulla porcellana i volti dei protagonisti della vita di Modigliani, tra poeti, mercanti, gente di teatro e le donne amate dal Maestro in una galleria di personaggi che hanno caratterizzato un’epoca intera. www.richardginori1735.com
I decori spugnati della collezione “Spongeware” di Paola Navone e i ritratti di Amedeo Modigliani nella nuova linea “Gente di Montparnasse” firmata da Gian Battista Vannozzi
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Herend Collezione Victoria COMPIE 160 ANNI IL TABLEWARE DELLA REGINA VITTORIA: UNO STORICO MODELLO DECORATIVO DAI COLORI VIVACI E BRILLANTI PRODOTTO NELLA PRESTIGIOSA MANIFATTURA DI HEREND TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO HEREND 138
HEREND In queste pagine: della collezione â&#x20AC;&#x153;Victoriaâ&#x20AC;?, piatto fondo e teiere con vassoio dal caratteristico pomello con figura orientale. Nella pagina a sinistra, set da tè con vassoio e vaso abbinati.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
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HEREND In queste pagine: piatti della collezione “Victoria”. In occasione della celebrazione del suo 160° anniversario, la storica decorazione amata dalla Regina d’Inghilterra si è arricchita di nuove eleganti combinazioni di decori.
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lle pendici dei Balcani ungheresi, nel cuore dell’Europa continentale, la più grande fabbrica di porcellana al mondo festeggia il 185° della sua fondazione e il 160° della sua celebre collezione “Victoria”. Lucente porcellana bianca ricoperta da un variopinto corteo di farfalle, fiori e rami incorniciati da un bordo dorato e riccamente colorato che evoca i verdi campi primaverili. Un modello decorativo senza tempo, in stile orientale, il più antico e conosciuto della storica produzione Herend. Vincitrice del primo importante riconoscimento internazionale all’Esposizione universale di Londra del 1851, la collezione “Victoria” prese il caratteristico nome proprio dall’allora Regina d’Inghilterra che, catturata dall’eleganza e brillantezza dei disegni, ne ordinò personalmente un intero set per il Palazzo reale. La sontuosa bellezza dei decori e l’accurato accostamento dei colori sono del resto i capisaldi dello straordinario successo di questo modello: nel corso dei decenni “Victoria” è stato reinterpretato in numerose varianti e combinazioni cromatiche, a dimostrazione della sua estrema versatilità
e adattabilità alle più svariate esigenze quotidiane. In occasione della celebrazione di oltre un secolo e mezzo di appassionante storia, i maestri di Herend ne hanno creato nuove moderne variazioni, dove i caldi toni di peonie e farfalle convivono con l’inconsueto nero della base: una soluzione decisamente anomala, capace tuttavia di innovare senza stravolgere un’identità stilistica e ornamentale che è diventata il vero simbolo della Manifattura Herend. Massima attenzione per i più piccoli dettagli, un vasto assortimento di forme e dimensioni: forte di una popolarità che non è mai scemata, il mito della collezione “Victoria” si appresta ad affrontare indenne le sfide del XXI secolo. Oltre 16.000 diverse fogge, più di 4.000 decori e un numero indefinito di libere declinazioni: l’eccellenza di un marchio che ha potuto contare sin dagli esordi sulla fiducia e il sostegno dell’aristocrazia europea, ammiratrice devota dell’abilità manuale di autentici artisti della porcellana, fieri difensori delle antiche tradizioni ma pronti ad accogliere gli ultimi ritrovati della tecnologia. Herend è distribuito in Italia da B.Morone di Milano. www.bmorone.it www.herend.com 141
OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
Vista Alegre Design Collection IL MARCHIO STORICO PIÙ RAFFINATO E PRESTIGIOSO DELLA PORCELLANA PORTOGHESE PRESENTA UN NUOVO DECORO PER LA LINEA “DOMO” E LA NUOVA COLLEZIONE DA TAVOLA “SILK ROAD” TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO VISTA ALEGRE
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a manifattura di porcellane Vista Alegre venne fondata nel 1824 a Ilhavo, in Portogallo, da José Ferreira Pinto Basto, un intraprendente uomo d’affari, politico, mecenate e figura di spicco nella società portoghese di inizi Ottocento. Attingendo alla secolare tradizione, che rese celebre il Portogallo già dal XV secolo per le sue maioliche e i famosi “azulejos”, Vista Alegre è diventata presto il marchio simbolo delle porcellane più raffinate ed eleganti, presenti sulle tavole più prestigiose del mondo, dalle corti reali europee alla Casa Bianca. Nel 2001 il Gruppo Vista Alegre - che comprende quattro fabbriche,
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36 punti vendita in Portogallo, 41 in Spagna e altri 4 tra Africa, America Centrale ed Estremo Oriente - opera una fusione con il Gruppo Atlantis, che produce cristallerie, creando il nuovo brand Vista Alegre Atlantis, per la produzione di porcellane, cristallerie e posate per la tavola, strumenti di cottura, articoli da regalo e forniture alberghiere. Pur mantenendo il forte legame con la tradizione a cui appartiene, la storica manifattura portoghese ha saputo raccogliere le sfide del design contemporaneo, affidando ad artisti anche provenienti da diversi contesti culturali il progetto di nuove linee e decori, conservando uno stile unico e inconfondibile.
VISTA ALEGRE In queste pagine: a sinistra, la linea “Domo” con il nuovo decoro “Ornament” a rilievo bianco su bianco, design Sam Baron (2011). In questa pagina, dall’alto, servizio tè e piatti con decoro “Ornament” e, qui sopra e sotto, la nuova collezione da tavola “Silk Road”, design Carsten Gollnick (2011).
Con la regia attenta di Nick Holland, Design Director del Gruppo, il designer francese Sam Baron ha ideato “Ornament”, il nuovo decoro a rilievo bianco su bianco della linea “Domo”, ispirato ai sontuosi stucchi che decorano i soffitti del Palazzo Vista Alegre a Ilhavo. Carsten Gollnick, designer berlinese, ha progettato la collezione di porcellane da tavola “Silk Road”, un raffinato mix tra Oriente e Occidente, che si esprime nel design essenziale e rigoroso, nelle forme esotiche e funzionali, nella sapiente miscela fra tradizione ed estetica contemporanea. Vista Alegre Atlantis è distribuita in Italia da Corrado Corradi di Milano. www.vistaalegreatlantis.com 143
OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
ELLEFFE DESIGN In queste pagine: cestino e vassoio della collezione in acciaio “Ellisse”. Nella pagina a destra, le nuove collezione di portacandele in acciaio e di taglieri in noce con ciotole in vetro.
Elleffe Design Oggetti da tavola RIGOROSAMENTE MADE IN ITALY, TUTTI GLI ARTICOLI SONO REALIZZATI IN ACCIAIO INOSSIDABILE E LAVORATI CON ESTREMA CURA ARTIGIANALE, ESPRESSIONE DI UN DESIGN ESSENZIALE TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO DAVIDE CARAVAGGIO 144
Elleffe Design interpreta il linguaggio dell’acciaio inossidabile attraverso oggetti inediti in cui l’estrema semplicità è temperata da forme curiose che alternano linee rette e intagli imprevisti
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opo un’ esperienza trentennale nel settore dell’acciaio nasce nel 2007 Elleffe Design, azienda specializzata nella produzione di complementi d’arredo innovativi, dal forte appeal contemporaneo e le forme ipermoderne, realizzati per i cultori del rigore formale a partire da acciaio inossidabile lavorato con cura secondo una tecnica artigianale che ne valorizza al massimo la qualità certificata di autentico prodotto Made in Italy. Oggetti per la tavola, il bagno, l’ufficio: porta candele, porta dolci, vassoi, cestini per il pane e per la frutta, vasi, sottopiatti, oliere, centrotavola, ma anche porta lettere, porta matite, tagliacarte e una serie di articoli pensati per l’ambiente bagno che, nella foggia, ricordano il movimento sinuoso delle onde del mare. Tra le diverse collezioni proposte, la linea di taglieri in noce e acciaio inossidabile con ciotole trasparenti per portare in tavola salse e aperitivi si segnala tra i “must have” del brand, sempre pronto a intercettare le più diverse esigenze della convivialità. Uno stile minimalista che fa dell’oggetto una presenza elegante e mai invasiva caratterizza anche i candelieri in acciaio e la collezione di cestini per pane e frutta, vassoi, porta grissini e porta tovaglioli “Ellisse”, dalle forme rettangolari e poligonali accostate all’interessante asimmetria dei manici, forati da un’ellisse che bilancia le linee severe con la sua forma curva. L’attenzione con la quale Elleffe Design segue l’ intero ciclo produttivo dei propri articoli, completamente realizzati in Italia, conferisce a queste collezioni una qualità che fa di questa azienda un continuo propulsore per sperimentazioni sempre più creative all’insegna di un artigianato di alto profilo e di un design mai banale che cattura lo spirito del tempo. www.lfdesignitalia.com
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
RIVADOSSI
In queste pagine: sopra, un insieme di posate dalle diverse collezioni di Rivadossi. A destra, in alto. posate della serie “Zara” e “Rossini”. In basso, le linee “Laura” e “Bamboo”. 146
Rivadossi Blue & Ivory
CREATIVITÀ, TECNOLOGIA E COLORE AL SERVIZIO DELLA TAVOLA NELLE COLLEZIONI DI POSATE FIRMATE RIVADOSSI. UN UNIVERSO DI FORME CHE È UN AUTENTICO INVITO AL PIACERE ESTETICO
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TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO RIVADOSSI
osate dal manico colorato per una tavola sempre nuova: è questo il concetto alla base della straordinaria produzione del brand Rivadossi, tra le aziende leader del settore per competenza tecnica ed estetica. La vasta gamma di prodotti, nel rispetto di rigorosi standard qualitativi, si arricchisce periodicamente di nuove linee, realizzate con l’impiego di materiali innovativi e confezionate con scelte di packaging rispettose delle problematiche ambientali. Della serie “Exclusive”, il servizio di posate “Bamboo”, in acciaio inossidabile con ghiera in ottone cromato ha un particolare appeal estivo che si esprime attraverso la mimesi di un ramo di bambù nel manico della posata. Ricercato ed elegante, “Bamboo” è disponibile in set da 24 o 75 pezzi, 2 pezzi insalata e 13 pezzi dolce. Le confezioni variano dalla scatola vetrina, valigetta trasparente o vaso di vetro. Sempre della serie “Exclusive”, la collezione “Zara”, con lama in acciaio inossidabile, ghiera in metallo cromato e manici in metacrilato si caratterizza per la semplicità delle forme che esaltano la purezza del colore, per un modello eclettico destinato a soddisfare gusti estetici molto eterogenei. Della serie “Alphabeto”, invece, il servizio “Laura” - come gli altri lavabile in lavastoviglie a 65° - è impreziosito dalla ghiera di sapore antico e dal manico in metacrilato luminosissimo. “Laura”, realizzato in acciaio inossidabile lucidato a specchio di alto spessore, mette in scena il prestigio evocando i fasti dei palazzi di un tempo. Ancora della collezione “Alphabeto”, il servizio di posate “Rossini” è la riedizione di una precedente posata di successo firmata Rivadossi: un omaggio allo stile impero e al celebre compositore italiano, dal manico neoclassico e la forma massiccia del corpo bilanciata dalla perfetta simmetria tra la ghiera e il fondo della posata. www.rivadossi.it 147
OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN OCCHIELLO TAVOLA
WMF Qualità Cromargan protect
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ASSOLUTO PROTAGONISTA DELLA TAVOLA, L’ACCIAIO INOSSIDABILE CROMARGAN PROTECT® È L’ULTIMA FRONTIERA DELLA DUREVOLEZZA. BREVETTATO DA WMF IN ESCLUSIVA MONDIALE TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO WMF 148
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Due nuove serie di posate e un trio di pinze da tavola che vengono incontro a ogni esigenza: ancora una volta WMF si conferma leader nel saper leggere abitudini, piacevolezze e bisogni della convivialità
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In queste pagine: le nuove posate “Tango”, design Koehler & Wilms (2011), con manici in plastica ABS nera, bianca, arancione. Qui accanto, dimostrazione che le posate in acciaio “Cromargan protect®” non graffiano le superfici. Nella pagina a destra, le posate “Ambiente”, design Peter Ramminger (2011), e il nuovo set di pinze ideali sia in cucina sia per servire.
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ggi l’acciaio si avvale di una nuova tecnologia, che rende le posate WMF resistenti a tutti i segni dell’usura. L’innovazione, basata su un particolare procedimento termochimico, si chiama “WMF Cromargan protect®” ed è brevettata a livello internazionale. Test indipendenti hanno dimostrato che grazie a questo sistema l’acciaio è più resistente ai graffi del normale acciaio inossidabile, e che l’usura, i cibi acidi, i lavaggi frequenti in lavastoviglie e i detergenti non riescono a danneggiarlo. Anche dopo anni di utilizzo, inoltre, le posate cromate rimarranno lucide, quelle satinate si manterranno satinate. Tutto questo è direttamente osservabile nella nuova collezione di posate “Ambiente”, caratterizzate da linee classiche con dettagli di estrema modernità e realizzate in acciaio inossidabile “WMF Cromargan protect®”, progettate per essere come nuove anche dopo decenni di utilizzo intensivo. Colorate e allegre, la nuova serie di posate colorate “Tango” presenta invece uno stile giovane, adatto anche per il picnic o il campeggio. Il set di 24 pezzi, robusti e gradevoli da maneggiare, è disponibile in bianco, nero e arancione. Dotate di una forma semplice dai contorni geometrici, le posate “Tango” si lavano in lavastoviglie, sono resistenti alla luce e non sbiadiscono con il passare del tempo, vantaggi, questi, garantiti dall’esperta combinazione di materiali come l’acciaio inossidabile Cromargan® e plastiche pregiate. A completare le nuove proposte, WMF presenta l’inedito trio di pinze per la cucina e per la tavola. La pinza da 19 centimetri appuntita è ideale per afferrare cibi in salamoia come cetrioli, verdure sottaceto o cubetti di ghiaccio. Per le grandi porzioni ci sono invece le due “sorelle maggiori”, di 25 e 30 centimetri, con un lato forato e uno chiuso: grazie a quello forato la verdura potrà essere scolata prima di essere servita, mentre il lato chiuso è adatto a raccogliere salse o cibi di piccole dimensioni come ad esempio i piselli. Le pinze possono essere naturalmente utilizzate anche per cucinare, grigliare o friggere. www.wmf.com 149
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
GIANNINI
In queste pagine: sopra, la designer Antonella Filippini; sotto, il piatto frutta “Kuadri” con il piatto fondo “Mono”, novità 2011 del decoro “Danza” per la linea “Mix Collection”, insieme alla tazza colazione “Jumbo” con lattiera e zuccheriera nella pagina a destra, in alto. Sotto, posate “Mix Collection” in 4 colori.
Giannini Mix Collection
NUOVI DECORI, NUOVI COLORI E NUOVI OGGETTI AMPLIANO “MIX COLLECTION”, LA LINEA DI COMPLEMENTI DA GIOCARE IN TAVOLA E IN CUCINA, DISEGNATA DA ANTONELLA FILIPPINI TESTO GIORGIO SCAFFAZZILLO FOTO ARCHIVIO GIANNINI 150
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ata per ribaltare le regole classiche dell’accostamento serioso di decori, colori e fantasie, la linea tavola “Mix Collection”, presentata da Giannini nel 2010, si arricchisce di nuovi elementi e nuovi colori. Lo spirito dinamico e moderno, la possibilità di comporre accostamenti sempre diversi eppure sempre armonici e coerenti, che costituiva l’impronta della collezione firmata Antonella Filippini per Giannini, vengono non solo mantenute, ma accresciute con l’aggiunta delle ultime decorazioni concepite dalla designer mantovana. L’inserimento di righe e fasce lungo i bordi del servizio “Point” aumenta il dinamismo della fantasia dei piatti, spezzandone la struttura reticolare e ravvivandola grazie anche ai colori accesi e lucidi. Dinamismo e lucidità caratterizzano inoltre la nuova tazza “Jumbo”, i cui manici dal caratteristico design a disco donano un’aria giocosa che si sposa efficacemente con il decoro “Danza”, i cui quadratini e farfalle viola e verdi sdrammatizzano e
alleggeriscono le dimensioni della tazza stessa. Lo spirito ludico e fantasioso emerge anche dalla recente produzione di piatti fondi sia tondi che quadrati, in un gioco di forme geometriche liberamente accostabili che vuole essere lo spirito di questa collezione, adatta al quotidiano quanto alle occasioni più speciali. L’allegria in tavola passa anche attraverso le posate in acciaio inox con le impugnature dai colori accesi e vivaci così come dai bicchieri e calici, che si armonizzano facilmente con i complementi in acciaio come le saliere e le oliere, le strutture portaspezie e i barattoli in vetro con il peculiare coperchio lucente. La neutralità di questi oggetti, come quella delle tovagliette, lega e fa risaltare in maniera efficace tutto il colore e il brio di “Mix Collection”, che vuole essere un universo sempre in espansione, alla ricerca continua di diverse soluzioni per presentare, a se stessi o ai propri ospiti, tavole imbandite sempre diversamente, sempre con allegria. www.giannini.it www.antonellafilippini.it
Arredare la tavola in modo sempre diverso ma sempre con brio e spensieratezza è la filosofia di “Mix Collection”, gamma di complementi tavola e cucina liberamente combinabili
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA
Non solo caffettiera: Giannina Family offre tutto quel che serve per gustare un buon caffè senza rinunciare all’eleganza con il design puro ed efficace di Khody Feiz
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Giannina Family
LA STORICA CAFFETTIERA IN ACCIAIO DI CASA GIANNINI SI RINNOVA NEL SEGNO DELLA CONTINUITA’ NELLA RIVISITAZIONE DI KHODI FEIZ
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TESTO GIORGIO SCAFFAZZILLO FOTO ARCHIVIO GIANNINI
rogettata nel 1968 da Carlo Giannini, fondatore dell’omonima azienda, Giannina è la caffettiera in acciaio per eccellenza. Nelle sue linee semplici e affascinanti è racchiusa l’idea che anima la produzione di tutta l’industria Giannini: oggetti pratici, innovativi e che durino nel tempo. La chiusura a scatto brevettata (non a vite come nella tradizionale moka), la meccanica protetta dal manico stesso, la struttura interamente in acciaio inox lucidato a specchio la rendono un oggetto destinato a essere praticamente eterno. Dopo oltre quarant’anni, Giannini ne affida il restyling a Khodi Feiz, designer di fama internazionale, che opera un rinnovamento sottile e rispettoso dei particolari che hanno reso famosa Giannina, intervenendo sul manico, sul coperchio e sul pomolo, massimizzandone soprattutto la funzionalità. Ma, a quarant’anni compiuti, Giannina mette su famiglia. Il designer di origine iraniana firma infatti anche l’infusiera, la lattiera/zuccheriera, gli eleganti vassoi, i cucchiaini e le tazze. La collezione 2011 propone tre nuove linee di decorazione per le tazze da caffè e cappuccio: “Floral”, che con le sue decorazioni floreali e i suoi bouquet di colori ammicca soprattutto al pubblico femminile; “Tweed”, nel quale la trama del tessuto a coste viene utilizzato come motivo geometrico in linea con le tendenze della moda vintage, e “Art Of Coffee”, che usa i font come linee grafiche dall’impatto moderno e incisivo. www.giannini.it
GIANNINI
In queste pagine: sopra, Carlo Giannini (1918 - 1991) e il designer Khodi Feiz. A sinistra, la nuova “Giannina” con le tazze “Tweed”. Nella pagina a sinistra, in alto, vassoio con lattiera/zuccheriera, caffettiera “Giannina” e tazze “Tweed”; sotto, la linea di tazze “Art Of Coffee”.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS IN TAVOLA
Italesse Venti4
La linea “Venti4”, concepita dal designer Luca Nichetto come set di piatti per l’aperitivo, si arricchisce di due nuovi pezzi per proseguire la serata senza cambiare il design della tavola. I due nuovi piatti, “Soup” e “Dinner Plate”, sono realizzati in resina melamminica, un materiale plastico resistente e facilmente lavabile, che rende la collezione “Venti4” di Italesse ideale per gli eventi sia in casa che outdoor. La futuristica forma a disco è essenziale e funzionale, così come le due fossette laterali che caratterizzano le stoviglie, modellate sull’impronta del pollice, che rendono più semplice la presa e il trasporto del piatto e fungono anche da invito per appoggiare le posate nei momenti di pausa durante il pasto. www.italesse.it
Morbelli Design Veggie Collection
Lo storico brand dell’oreficeria su porcellana Morbelli lancia Morbelli Design, una nuova serie di collezioni firmate da diversi designer italiani. Primo frutto di questa linea è la collezione “Veggie” firmata Clara Pozzetti. In “Veggie” gli inserti in oro e platino ripropongono quei dettagli dei vegetali che normalmente vengono trascurati dal punto di vista gastronomico. Arbusti di pomodoro, barbe di finocchio e rametti diventano, opportunamente ingranditi e trasfigurati, segni grafici di grande impatto ed eleganza. Minimali e sofisticate, le nuove porcellane Made in Italy Morbelli portano due volte la natura in tavola: come elemento d’arredo e come pietanza, armonizzando contenuto e contenitore. www.morbelliarte.it
Variopinte Colore in tavola
L’idea base della collezione “Variopinte” è quella dell’uso intuitivo del colore. L’assegnazione di un determinato tono non è infatti dettata da qualche criterio specifico, ma dalla personale ispirazione di Stefania Di Petrillo, designer che firma la linea di piatti in metallo smaltato distribuita in Italia dalla P&M Promotion di Pusiano (Co). Nonostante il nome della collezione suggerisca la presenza simultanea di vari toni sullo stesso oggetto, ogni pezzo è caratterizzato da un singolo colore assegnato dall’estro della progettista. Una concezione che responsabilizza il designer e rende meno scontato il risultato finale, lasciando al fruitore la composizione cromatica della propria tavola, all’insegna di un’amabile vivacità. www.variopinte.com
d’Ancàp Giochi di porcellana
La pausa caffè come momento ludico. La nuova collezione “Giochi di Porcellana” di d’Ancàp riporta all’infanzia con stile e raffinatezza. I vassoi della collezione presentano infatti una decorazione leggera e graziosa che riproduce un gioco da tavola diverso per ogni pezzo. Tris, Battaglia Navale, e Mulino caratterizzano i piccoli vassoi quadrati, mentre il classico per eccellenza, il Gioco dell’Oca, diventa elemento grafico nel vassoio rettangolare (nella foto). Una collezione che sdrammatizza ogni ambiente, richiamando la spensieratezza e la leggerezza dei giochi tradizionali con la qualità di un marchio storico del Made in Italy. www.ancap.it
Mario Luca Giusti Brunello
Forte di un successo sempre crescente, e di un apprezzamento che viene riconosciuto, oltre che dalle vendite, dall’ampliamento del prestigioso parco clienti (da gennaio anche il MoMa di New York), Mario Luca Giusti ha presentato al Macef 2011 nuove collezioni e nuovi oggetti in materiali plastici. Ai candelieri “Napoleone” in policarbonato, agli eleganti bicchieri in acrilico “Victoria & Albert” si aggiunge la collezione di piatti “Brunello”. L’aspetto è quello della tradizionale ceramica, ma in realtà sono prodotti in leggerissima e resistente melamina. Disponibili in una vasta gamma di colori, dal verde acceso al rosso corallo passando per turchese e beige, sono distribuiti in Italia dalla P&M Promotion di Pusiano. www.mariolucagiusti.com 154
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BANDIT QUEEN
In questa pagin: parure di lenzuola, cuscini e copriletto disegnati da Valerie Barkowski (2009) per la manifattura indiana “Bandit Queen”. Per informazioni Studio Mariangela Viterbo Via Spartaco Milano. www.banditqueen.in
InCasa
È LA SEZIONE DEDICATA ALLE AZIENDE CHE PRODUCONO COLLEZIONI DI OGGETTI E COMPLEMENTI D’ARREDO PER LA CASA REALIZZATI IN MATERIALI DIVERSI
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN CASA
ATELIER LLADRÓ
In queste pagine: specchio e tre lampade della nuova collezione “Metropolis”. A destra, lampade in porcellana della collezione “Litofanie”. 156
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Le città visibili di Lladró
LA NUOVA COLLEZIONE “METROPOLIS”, LE LAMPADE “LITOFANIE”, I COMPLEMENTI “NATUROFANTASTIC” E UN INEDITO SPECCHIO ROCOCÒ: NUOVI PAESAGGI ALL’INTERNO DEL NOSTRO ORIZZONTE ABITATIVO
TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO LLADRO’ 157
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN CASA
La serie “Naturofantastic” di Lladró è un universo creativo in cui natura e immaginazione si uniscono per creare oggetti esclusivi, disegnati per l’art de la table o come originali complementi di arredo
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LLADRÓ
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In queste pagine: nella pagina a sinistra, dall’alto, candeliere, centrotavola e coppa della collezione “Naturofantastic”. In questa pagina, i diversi colori delle basi dello specchio da toeletta con base in porcellana bianca e oro della nuova collezione “Specchi Rococò”.
a città del futuro è sempre stata una galassia immaginaria nella mente di architetti, artisti e scrittori. Oggi il sogno è reso reale con la nuova collezione “Metropolis” di Atelier Lladrò, un laboratorio di idee concepito per dare spazio alla creatività dei designer Lladrò e alle nuove sperimentazioni con la porcellana sotto la direzione artistica di Jaime Hayòn. “Metropolis” è una linea di oggetti diversi, come lampade, vasi, specchi e scatole, tutti realizzati a forma di edifici che, riuniti, formano un’immaginaria, originalissima città del futuro. Le fisionomie avanguardiste di torri, grattacieli, minareti e moderne zikkurat si fondono alla perfezione con la meticolosità dei dettagli ricreati sulle texture della porcellana, dipinta a mano come un ricamo in miniatura, autentica cifra artistica del lavoro artigianale di Lladrò. La porcellana Lladrò si esprime anche attraverso l’illuminazione delle “Litofanie”, la cui delicata trasparenza è il veicolo ideale per creare magiche atmosfere in ogni angolo della casa. Adatte a tutti gli stili di arredamento, dal classico al contemporaneo, le “Litofanie”, unite insieme, trasformano un punto di luce unico e intimo in una lampada composita dalle forme sorprendenti. Nata nel 2008 con una serie di vasi, lampade, candelieri, coppe, candelabri e sale e pepe, anche la collezione “Naturofantastic” si amplia con nuovi oggetti come vassoi, centritavola, coppette, piattini, tappi per bottiglie, realizzati in bianco, verde e bianco con dorature, in un autentico trionfo di motivi marini e vegetali degni della più raffinata immaginazione onirica. La più squisita “vanitas” umana è invece lusingata dal nuovo specchio da toeletta della serie “Specchi Rococò”, montato su una base in legno laccato, dalla cornice in porcellana opaca con tocchi lucidi o smaltati e disponibile in diversi colori. www.lladro.com 159
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN CASA
Giannini Living presenta “Manhattan”, una nuova linea di complementi d’arredo firmati Jacar Design e composta da tavolini, consolle, specchi e contenitori per organizzare gli oggetti e gli spazi della casa
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GIANNINI
In queste pagine: sopra, i designer Jacco Bregonje e Carlo Magnoli – Jacar Design. Qui, a sinistra, consolle con finitura grigio conventional, e, a destra, cesto portatutto con finitura verde conventional. Nella pagina a sinistra, in alto, portariviste “Broadway”, “Central Park” e “Times Square”. Sotto, portariviste “Central Park”, pouf apribile con cuscino, cassettiere a 3 e 5 cassetti.
Giannini Collezione Manhattan
ISPIRAZIONE METROPOLITANA PER UNA NUOVA COLLEZIONE DI COMPLEMENTI D’ARREDO IMPRONTATA ALLA FUNZIONALITÀ CON UN OCCHIO DI RIGUARDO ALL’ESTETICA E AI DETTAGLI
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e geometrie della skyline newyorkese, emblema per eccellenza della modernità urbana che mantiene inalterato il proprio valore simbolico nonostante gli avvenimenti di dieci anni fa, entrano negli spazi domestici con la nuova Collezione Manhattan di Giannini. La storica azienda bresciana affida il design della nuova linea di complementi d’arredo al duo italo-olandese Jacar Design, sodalizio che già aveva firmato, sempre per Giannini, la linea di pentole “Kuoka”. Gli elementi di continuità tra i due progetti sono evidenti, dal punto di vista concettuale, nella ricerca di un minimalismo formale votato alla funzionalità e alla razionalità delle geometrie, mentre la coerenza estetica è offerta dagli espliciti richiami alle collezioni Giannini dedicate alla tavola e alla cucina: i pomoli sono infatti ripresi dalla già citata serie di strumenti per la cottura “Kuoka”. L’efficienza e la neutralità delle forme rigorose, che permettono di poter comporre diverse soluzioni d’arredamento senza andare a scapito dell’armonia complessiva dell’ambiente in cui si inseriscono, si sposano
TESTO GIORGIO SCAFFAZZILLO FOTO ARCHIVIO GIANNINI
appieno alla filosofia Giannini, improntata ai criteri di razionalità e pragmatismo tipici dell’industria e della cultura dell’imprenditoria bresciana. L’apparente severità delle forme è temperata dalla vasta gamma di colori e materiali dei rivestimenti: le incursioni nel rosso acceso, nell’arancione o nel verde pastello consentono di dare tocchi di vivacità, senza rinunciare allo stile raffinato ed essenziale del design industriale contemporaneo. L’attenzione al design, particolarmente curato dalla terza generazione dell’azienda, non trascura, anzi esalta, i valori di durevolezza e resistenza dei prodotti Giannini: le finiture in ecopelle e la perfezione delle cuciture garantiscono la solidità che ha reso importante il marchio Giannini. Tavolini, consolle, pouf contenitori, vassoi, specchi, cassettiere e portariviste diventano così unità quasi modulari, che non impongono una fisionomia all’ambiente in cui vengono posti, ma vi si inseriscono in modo discreto anche se non anonimo, mantenendo una personalità e un tocco di colore e classe insieme, che non resta inosservato. www.giannini.it
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN CASA
Re di Fiori Tentazioni e Incantesimi
UNA NUOVA ECCELLENZA NELL’UNIVERSO DELLA PROFUMAZIONE PER AMBIENTI, CHE DECLINA IL SUO STILE UNICO CON ELEGANZA, CONTEMPORANEITÀ E IMMAGINAZIONE: È RE DI FIORI ITALIA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO PIULUCE.COM TORINO
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RE DI FIORI ITALIA
In queste pagine: a sinistra, profumatore per ambienti “Rigoletto” della Collezione “Incantesimo”. In questa pagina, profumatori per ambienti “Giada” della Collezione “Tentazioni”.
“Tentazioni” si compone di 36 fragranze con diffusori completati da bastoncini, fiori, spray, pietre profumate e oli essenziali. “Incantesimo” di 24 fragranze con diffusori in porcellana e vetro
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n principio è l’alchimia, l’antica arte della trasformazione. Che non consiste nel trasformare il piombo in oro, ma in ogni processo che implichi un affinamento: la distillazione della parte più preziosa di qualcosa di bello. Come la delicata estrazione di un’essenza dal fiore per studiarne il profumo e riproporlo in mille diverse formule per viverlo appieno nella sua freschezza e ricchezza. Oggi, anche la casa dunque può indossare un profumo, che riflette il nostro modo di essere e che permea gli ambienti come una nuvola di benessere. “Re di Fiori Italia”, marchio specializzato nella produzione di profumazioni per la casa, nasce proprio con l’intenzione di personalizzare gli ambienti attraverso qualcosa di invisibile, ma percepito a livello profondo: il profumo. Prima attraverso l’olfatto e poi, ancora più sottilmente, dal cervello e dal cuore che creano associazioni, ricordi, sensazioni. Per rendere al meglio le sue meravigliose fragranze, “Re di Fiori Italia” si avvale della diffusione catalitica, il metodo più rapido, efficace e igienico oggi conosciuto. Di che cosa si tratta? La combustione catalitica consiste nel sostituire, attraverso un processo chimico, l’effetto termico della fiamma con quello di un elemento rigido, ovvero il catalizzatore, che è in grado di raggiungere il medesimo risultato a temperature di gran lunga più basse. Il catalizzatore a sua volta permette all’alcool, sostanza combustibile, di reagire a contatto con l’ossigeno, liberando così il piacevole aroma delle profumazioni e attirando gli elementi inquinanti e sgradevoli, come il fumo e gli odori, per distruggerli. “Re di Fiori Italia” si distingue anche per l’ampia gamma di profumazioni. La Collezione “Tentazioni” si compone di 36 fragranze e dei diffusori per ambiente Opale, Giada, Ambra, Corniola, Onice, Topazio ed Eliodoro, completata da bastoncini, fiori, spray, pietre profumate e oli essenziali. La Collezione “Incantesimo” si declina invece in 24 fragranze e nelle linee di diffusori catalitici in porcellana e vetro Tosca, Medea, Norma, Aida, Nabucco, Romanza, La Boheme, Orfeo, Rigoletto e Carmen. www.redifioritalia.com 163
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE OCCHIELLO
Fitz and Floyd
Il Natale dal 1960
APPREZZATA DAI COLLEZIONISTI DI TUTTO IL MONDO, LA STORICA AZIENDA AMERICANA RINNOVA LA TRADIZIONE DEL NATALE CLASSICO PROPONENDO TRE NUOVE LINEE IN PORCELLANA E CERAMICA
TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO PIULUCE.COM TORINO
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FITZ AND FLOYD
In queste pagine: nella pagina a sinistra, figura “Signature’s Collection” e, in questa pagina, figurine “Tumblers”.
“Santa’s Forest Friends”, “Bianco” e “Town & Country” sono le nuove collezioni dedicate alla tavola natalizia da Fitz and Floyd, marchio che si contraddistingue per la rinomata produzione artigianale
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itz and Floyd è sinonimo da oltre cinquant’anni di eccellenza, qualità e stile nella creazione di articoli da regalo e accessori per la tavola e la casa. Prima azienda capace di elaborare in maniera così ricca e peculiare gli oggetti destinati alle tavole più eleganti, Fitz and Floyd propone un design originale e innovativo che coniuga funzionalità e figure artistiche, con articoli presenti nelle abitazioni più prestigiose del mondo dalla Casa Bianca a Buckingham Palace. Iniziatrice sin dal 1960 di una tradizione natalizia che annovera elaborate creazioni in porcellana e ceramica, l’azienda è oggi particolarmente apprezzata dai collezionisti dell’intero pianeta. La tradizione prosegue anche quest’anno con le linee “Santa’s Forest Friends”, “Bianco” e “Town & Country”, composte di eleganti figure, vassoi, scatole, campanelle, decorazioni per l’albero, tea light, biscottiere, cestini, portatovaglioli, piatti panettone e presepi. La magia e il calore del Natale, festa di famiglia e occasione per riscoprire il piacere
dello spazio domestico, rivivono attraverso disegni, colori e simpatici Santa Claus pensati per allietare banchetti e conviti dedicati alla più importante ricorrenza dell’anno. Marchio leader nella progettazione e produzione di oggetti in ceramica dipinta a mano, piatti, stoviglie e accessori decorativi, Fitz and Floyd annovera un’eterogenea e vastissima selezione di manufatti realizzati da abili e ingegnosi artigiani. Dai celebri laboratori di Dallas escono ogni anno quasi 500 nuovi progetti, tutti eseguiti con la stessa scrupolosa attenzione e cura dei dettagli, che si tratti di servizi da tavola su misura per clienti regali e presidenziali o di articoli destinati invece a un pubblico più ampio. Le collezioni Fitz and Floyd sono ideali per un regalo prezioso e importante, scelto per gli amici più cari o indirizzato a veri estimatori di oggetti d’arte. In Italia, Fitz and Floyd è distribuita in esclusiva da Lamart, azienda di Moncalieri presente da 40 anni nel segmento degli articoli da regalo e complementi tavola in porcellana e ceramica. lamart@lamart.it www.fitzandfloyd.com
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS PET DESIGN
Forma Italia Suite ®
Design innovativo per animali di piccola taglia: “Suite” è un elemento sagomato bicolore laccato con vernice lucida, completo di cuscino fissato con calamite. Disponibile nella versione da terra o sospesa, grazie alla doppia soluzione con piedini in metallo cromato o con cavi in acciaio, “Suite” è una proposta di FORMA Italia®, linea d’arredo esclusiva dedicata agli animali domestici. Concepito con gli stessi criteri dell’arredamento tradizionale, ogni prodotto FORMA Italia® può essere personalizzato nelle dimensioni e nei materiali, garanzia della massima qualità manifatturiera. FORMA Italia® è un marchio della Chiavari srl, specializzata da oltre quarant’anni nella produzione di arredamenti su misura per interni di lusso. www.formaitalia.eu
B.Pet Wave
Design di alto profilo e cromie contemporanee per la nuova cuccia firmata B.pet. Elegante nelle curve “a onda” che ne definiscono la forma, “Wave” ha una struttura in legno multistrato nella versione classica ma è prodotta in fibra di carbonio nel modello speciale a tiratura limitata. Leggerezza, resistenza e duttilità d’impiego: la combinazione di materiali pregiati e design innovativo, lo stile del più raffinato Made in Italy e la sapienza produttiva del marchio B.pet. Fondata dall’imprenditore di Lissone Nicola Bernardelli insieme a Simona Zanotta, B.pet è un’azienda specializzata nell’arredamento a quattro zampe: cucce avveniristiche e materiali brevettati per resistere a graffi, salti e acrobazie domestiche degli amici animali. www.bpet.it
De Castelli Dog-E
Dog-E è una cuccia-vaso per indoor e outdoor pensata per ospitare gli amici a quattro zampe nel massimo comfort. Caratteristica distintiva del prodotto è la parte superiore, che può essere utilizzata sia come fioriera sia come contenitore per gli accessori del cane (collare, guinzaglio, ecc.), da chiudere grazie all’apposito coperchio. Disegnata da Danilo Premoli per la collezione “Animal House” di De Castelli, Dog-e si completa di un cuscino in tessuto o pelle. Marchio nato nel 2003 per offrire soluzioni inedite nel panorama del living contemporaneo, De Castelli ha conquistato posizioni lusinghiere sul mercato internazionale, segno di una qualità artigianale e manageriale che affonda le sue radici nelle tradizioni di famiglia. www.decastelli.com
I-Radium Meo Bau
“Meo Bau” è il letto riscaldante per cani e gatti ideato per essere sistemato a fianco di poltrone e divani o essere agevolmente trasportato in tutta la casa. Calda, elegante e molto confortevole, la nuova versione della classica cuccia avvolge gli amati quattro zampe di comodità, lusso e bellezza. Disegnato da Enzo Berti, “Meo Bau” è un prodotto I-Radium, brand emergente nel campo del riscaldamento domestico che propone soluzioni anticonvenzionali basate sulla tecnologia a infrarossi. L’offerta I-Radium include complementi d’arredo in legno caratterizzati da leggerezza ed essenzialità ma soprattutto capaci di generare calore, coniugando un’estetica raffinata e inedita alla necessità di riscaldare in modo ecologico gli spazi abitativi. www.i-radium.com
Magis Dog House
Una cuccia accogliente completa di scaletta per il migliore amico dell’uomo: Dog House è una proposta di Magis firmata da Michael Young. La cuccia è interamente realizzata in polietilene con il metodo “rotational moulding” e presenta un telaio in acciaio inossidabile, pavimento e tetto facilmente assemblabili, un’intercapedine interna che assicura massimo comfort all’amato compagno di giochi. È disponibile una targa in ottone con scritta standard in latino, “amicus fidelis protectio fortis” (amico fedele protezione forte), o una targa personalizzata con frase da completare aggiungendo il nome del cane. Magis è azienda veneta che ha costruito la sua identità sull’alto profilo tecnologico del prodotto di grande serie. www.magisdesign.com 166
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PetDesign
È LA SEZIONE DEDICATA ALLE AZIENDE CHE PRODUCONO ARREDI, OGGETTI E ACCESSORI DISEGNATI PER IL COMFORT DEGLI ANIMALI DOMESTICI
A DI ALESSI
In questa pagina: “Lulà”dog bowl rossa, verde e nera, design Miriam Mirri (2009). Sopra, “Lupita”dog bowl nera, (blu e arancio), design Miriam Mirri (2002).
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OGGETTI Design Magazine PET DESIGN
PETSMOOD
In queste pagine: qui sotto, librerie “Intellato” e, a destra, tronchi “Saltato”. Sotto, libreria/separé “Librato”. Nella pagina a destra, in alto, “Tavolato” e, in basso, “Divanato”. Tutti gli articoli possono essere completati con l’aggiunta di comodi cuscini.
U
na linea di arredi innovativa e unica nel suo genere, dedicata agli amici a quattro zampe ma soprattutto ai loro padroni, per una convivenza comoda e confortevole fra le mura domestiche. Prodotta da Misk Design, la collezione Petsmood nasce con l’intento di plasmare lo spazio abitativo in funzione di chi lo occupa, con mobili di notevole valore estetico pensati per allietare la quotidiana condivisione degli ambienti fra uomini e animali. Articoli dal design originale che si collocano nel segmento degli arredi d’alta gamma, caratterizzati da una riuscita integrazione di ruoli e funzioni, per uno spazio casalingo concepito nel pieno rispetto dell’equilibrio e della sensibilità di ognuno, cucciolo e padrone. Facilmente adattabile a qualsiasi tipo di arredamento, la linea Petsmood si compone di tavoli, librerie ed elementi decorativi dalle geometrie nette e rigorose, realizzati con materiali di pregio. Fanno parte della collezione: “Saltato”, un contenitore decorativo a forma di tronco che si trasforma all’occorrenza in occasione di gioco o relax per gli amati quattro zampe, “Tavolato”, un tavolino basso adatto all’utilizzo condiviso, “Divanato”, una poltrona con poggiatesta dedicata al cucciolo di casa, “Intellato”, una libreria pensata appositamente per i gatti che vogliono arrampicarsi, e poi “Librato”, utilizzabile come libreria ma anche come separé, e infine “Piedato”, un’elegante base in legno creata per il riposo di cani e gatti. La linea Petsmood è disegnata da Marina Sciarrino, architetto di origini italo-francesi laureata presso l’università “Federico II” di Napoli, il cui tratto mostra un intuito speciale per il benessere e l’organizzazione dello spazio domestico. Tutti gli articoli della collezione possono essere dotati di accoglienti cuscini colorati, colpo d’occhio gradito ai padroni e comfort particolarmente apprezzato dai cuccioli. www.petsmood.com
Petsmood Design for Humans&Pets
Adattabili a qualsiasi soluzione abitativa, le collezioni “Petsmood” sono prodotte con materiali di pregio e caratterizzate da linee geometriche nette e rigorose
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prodotta da misk design e DISEGNATA DALL’ARCHITETTO MARINA SCIARRINO, “PETSMOOD” È UNA NUOVA ORIGINALE LINEA DI ARREDI PENSATA PER IL COMFORT DOMESTICO DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA E DEI LORO PADRONI, ALL’INSEGNA DI UN DESIGN FUNZIONALE ED ELEGANTE TESTO rossella crippa foto ARCHIVIO misk design
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OGGETTI Design Magazine PET DESIGN
PETSMOOD
In queste pagine: qui sotto, librerie “Intellato” e, a destra, tronchi “Saltato”. Sotto, libreria/separé “Librato”. Nella pagina a destra, in alto, “Tavolato” e, in basso, “Divanato”. Tutti gli articoli possono essere completati con l’aggiunta di comodi cuscini.
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na linea di arredi innovativa e unica nel suo genere, dedicata agli amici a quattro zampe ma soprattutto ai loro padroni, per una convivenza comoda e confortevole fra le mura domestiche. Prodotta da Misk Design, la collezione Petsmood nasce con l’intento di plasmare lo spazio abitativo in funzione di chi lo occupa, con mobili di notevole valore estetico pensati per allietare la quotidiana condivisione degli ambienti fra uomini e animali. Articoli dal design originale che si collocano nel segmento degli arredi d’alta gamma, caratterizzati da una riuscita integrazione di ruoli e funzioni, per uno spazio casalingo concepito nel pieno rispetto dell’equilibrio e della sensibilità di ognuno, cucciolo e padrone. Facilmente adattabile a qualsiasi tipo di arredamento, la linea Petsmood si compone di tavoli, librerie ed elementi decorativi dalle geometrie nette e rigorose, realizzati con materiali di pregio. Fanno parte della collezione: “Saltato”, un contenitore decorativo a forma di tronco che si trasforma all’occorrenza in occasione di gioco o relax per gli amati quattro zampe, “Tavolato”, un tavolino basso adatto all’utilizzo condiviso, “Divanato”, una poltrona con poggiatesta dedicata al cucciolo di casa, “Intellato”, una libreria pensata appositamente per i gatti che vogliono arrampicarsi, e poi “Librato”, utilizzabile come libreria ma anche come separé, e infine “Piedato”, un’elegante base in legno creata per il riposo di cani e gatti. La linea Petsmood è disegnata da Marina Sciarrino, architetto di origini italo-francesi laureata presso l’università “Federico II” di Napoli, il cui tratto mostra un intuito speciale per il benessere e l’organizzazione dello spazio domestico. Tutti gli articoli della collezione possono essere dotati di accoglienti cuscini colorati, colpo d’occhio gradito ai padroni e comfort particolarmente apprezzato dai cuccioli. www.petsmood.com
Petsmood Design for Humans&Pets
Adattabili a qualsiasi soluzione abitativa, le collezioni “Petsmood” sono prodotte con materiali di pregio e caratterizzate da linee geometriche nette e rigorose
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prodotta da misk design e DISEGNATA DALL’ARCHITETTO MARINA SCIARRINO, “PETSMOOD” È UNA NUOVA ORIGINALE LINEA DI ARREDI PENSATA PER IL COMFORT DOMESTICO DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA E DEI LORO PADRONI, ALL’INSEGNA DI UN DESIGN FUNZIONALE ED ELEGANTE TESTO rossella crippa foto ARCHIVIO misk design
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS TOP GOURMET
A CURA DI PEPPA BUZZI
Black+Blum Hot Pot BBQ
Vincitore del premio Excellence in Product Design 2011 all’International Gift Fair di New York ‘per il suo design creativo e per l’apporto innovativo’, “Hot Pot BBQ” degli inglesi Black+Blum, distribuito in Italia da Moronigomma, si distingue per la sua doppia funzione: barbecue e vaso per gli aromi in un solo oggetto. Ideale per balconi o piccole terrazze, quando non è in uso ha un look mimetico: a prima vista, infatti, sembra un normale vaso in terracotta per piante aromatiche. In realtà, una volta scoperchiato, contiene al suo interno un vero e proprio barbecue con grill e pinze in acciao inox. Realizzato in acciaio e rivestito in ceramica resistente al calore, ha diametro 37 cm e superfice di cottura 29 cm. www.moronigomma.it
Emile Henry Pizza Stone
Nata nel 1850, la Emile Henry ha una storia di azienda familiare che unisce l’esperienza della tradizione dei ceramisti della Borgogna alla ricerca di tecnologie sempre più avanzate. Ultimo frutto di tale ricerca è la rivoluzionaria ceramica antigraffio Flame®, resistente alle fonti di calore dirette e agli shock termici. Questa tecnologia è ora messa al servizio degli amanti della cucina casalinga con “Pizza Stone”, un piatto multifunzione del diametro di 35 cm che funge da piano di lavoro per impastare, cuocere, tagliare e servire la pizza fatta in casa. L’innovativo materiale permette infatti una cottura sana e analoga a quella dei forni in pietra, mentre come piatto da portata mantiene calda e croccante la pizza, risultando anche piacevole alla vista grazie alle linea essenziale e i colori vivaci. www.emilehenry.com
Opinel Bon Appétit
Il marchio Opinel, celebre per i leggendari coltelli pieghevoli prodotti fin dal 1890 e divenuti simbolo delle attività di intaglio e vita alpina, sbarca sulle tavole con una nuova linea di coltelli dal design elegante e senza tempo. I coltelli della collezione “Bon Appétit” sono dotati di una lama in acciaio inossidabile Sandvik che assicura un’eccellente e duratura qualità di taglio, e si rivolgono ad un pubblico giovane e moderno, che cerca un allestimento della tavola colorato e divertente. Sono quattro gli stili proposti, ognuno formato da quattro colori diversi: i colori pastello caratterizzano i manici Country, quelli tipici del design industriale rivestono lo stile Loft, mentre più brillanti e sfacciati sono i colori dello stile Pop. Più minimale e raffinato lo stile Sud, che presenta un manico in legno d’ulivo. www.opinel.com
Mesa Kitchen
Conoscenza dei materiali, studio delle diverse modalità di lavorazione, attenzione al mondo del design e dell’architettura e sapienza artigianale caratterizzano gli oggetti prodotti da Mesa Design, nata negli anni ‘80 dal progetto di Giuliano Malimpensa. Ultima creazione per i gourmet più esigenti è “Kitchen”, un set in legno e acciaio per grattuggiare i cristalli di sale. La pinza permette una presa sicura dei cristalli, mentre la grattugia col manico in lega antiossidante, li sminuzza rendendo semplice il dosaggio. La base in legno rende il set elegante e avanguardistico, ponendo al centro della composizione che viene a creare uno degli elementi più essenziali e sottovalutati della cucina: il sale www.designmesa.com
Irinox L’abbattitore Fresco
Estetica minimale e funzionale in bianco e nero e dimensioni di un forno a microonde sono gli atout che, insieme a una tecnologia brevettata 100% italiana, fanno di “Fresco” di Irinox un “abbattitore di temperatura” domestico all’avanguardia.“La prima macchina al mondo che unisce il caldo lento e il freddo veloce in un’unica soluzione”, Fresco permette una conservazione più lunga delle pietanze grazie alla forte diminuzione della proliferazione microbica. Novità di Fresco è il servizio di Personal Chef, che offre uno chef professionista per un’intera giornata per imparare al meglio tutte le funzioni di questo elettrodomestico che ha l’unico difetto di rendersi troppo facilmente indispensabile. www.frescoclub.com 170
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ALESSI
In queste pagine: il Tablet multimediale “AlessiTab” by Prometil con touch screen HD da 10.1. È incastonato in un design versatile che ne permette l’utilizzo in due diverse posizioni mettendo in grado il sensore gravitazionale di ruotare le immagini di 180˚. Design Stefano Giovannoni (2010). A destra in alto, la pentola “Mami”, design Stefano Giovannoni (2003).
TopGourmet È LA SEZIONE DEDICATA AI PRODUTTORI E AGLI INTERPRETI DELLA CULTURA ENOGASTRONOMICA, ALLE NOVITÀ NELL’OGGETTISTICA GOURMET, NEI SISTEMI DI COTTURA E NEI COMPLEMENTI CUCINA 171
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I NONINO
In queste pagine: la famiglia Nonino in un ritratto di Oliviero Toscani. Al centro, Benito e Giannola Nonino con le tre figlie, da sinistra, Elisabetta, Cristina e Antonella. L’ampolla di Grappa Nonino Cru Monovitigno® Picolit è l’unica grappa eletta fra i “top ten distillati” al mondo da F. Paul Pacult, il più importante esperto di distillati degli USA.
I Nonino Storia di una Passione L’AZIENDA CHE DAL 1897 HA CAMBIATO PER SEMPRE IL CONCETTO DI GRAPPA AGLI OCCHI DEL MONDO RACCONTATA DA ANTONELLA NONINO, TRA CONSAPEVOLEZZA ARTIGIANALE, ALTA IMPRENDITORIALITÀ E PROFONDO AMORE PER LA TERRA. AVVINCENTE COME UN ROMANZO E VERA COME LA VITA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO OLIVIERO TOSCANI / ARCHIVIO NONINO 173
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TOP GOURMET OGGETTI DESIGN MAGAZINE OCCHIELLO
I NONINO
In queste pagine: in alto, una delle cinque distillerie Nonino. Qui sotto, le tre sorelle Nonino: da sinistra, Antonella, Elisabetta e Cristina. A destra, quattro bottiglie della Collezione Nonino e cantina con barriques.
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U
n “paese lieto di belle montagne, di più fiumi e di chiare fontane”: così era il Friuli descritto da Giovanni Boccaccio. Secoli dopo, Carlo Sgorlon diventava il cantore del Nord Est, dei suoi miti, delle sue leggende, del dolore della guerra. Da questo luogo di forti contrasti e magici paesaggi, in cui la civiltà contadina ha radici profonde e condivise, nasce la grappa artigianale più famosa nel mondo: la grappa Nonino. In più di un secolo di storia la famiglia Nonino, con un raro senso di apertura al futuro, ha combattuto - e vinto - la propria battaglia per sancire l’entrata definitiva della grappa e dell’acquavite nell’olimpo dei distillati di qualità, valorizzando il retaggio di una terra ricchissima di aromi e profumi. “La mia famiglia si dedica alla grappa dal 1897”, spiega Antonella Nonino, che insieme con i genitori Giannola e Benito Nonino e alle sorelle Cristina ed Elisabetta, è oggi alla guida dell’Azienda di Ronchi di Percoto (Udine). “La grappa era un distillato ‘povero’, una vera e propria risorsa energetica per i contadini del Friuli, che dalla vinaccia, cioè dalle bucce dell’uva prodotte dalla vendemmia, ricavavano questa forma portatile di riscaldamento in una regione in cui gli inverni sono rigidissimi”. Tutto cominciò con un alambicco... Fu il mio trisnonno Orazio Nonino, alla morte di suo padre, a ereditare l’alambicco per la distillazione della grappa nel 1897. Da allora la nostra famiglia si è sempre occupata di grappa. Ci racconti gli esordi. Mia madre Giannola si dispiaceva moltissimo quando, invitata a Udine per un ricevimento, si presentava con la nostra grappa in regalo, che
e proviamo a produrre una grappa con le caratteristiche del vitigno di origine? Per l’esperimento hanno pensato subito alle vinacce del Picolit, il vitigno più nobile del Friuli, un tempo oggetto di dono per papi, principi e zar: volevano ottenere una grappa Monovitigno che ricordasse il profumo di quest’uva così caratteristica del territorio, che evoca il miele d’acacia e i fichi maturi. Fino a quarant’anni fa questo suonava come un’eresia, perché si pensava che le vinacce di diversi vitigni dovessero essere distillate insieme. Quando mia madre propose di separare le vinacce del Picolit, incontrò subito grandi resistenze da parte dei vignaioli. Allora si rivolse alle mogli, offrendo loro per la vinaccia del Picolit una cifra 15 volte superiore alle altre vinacce. Le donne, intravvedendo la possibilità di mettere da parte qualche soldo - ricordiamo che all’epoca dipendevano dal marito per ogni minima necessità - accettarono di tenere separate per lei le vinacce fresche del Picolit. Era il 1973. Come proseguì l’esperienza del Monovitigno® Picolit? La produzione di Grappa Monovitigno Picolit risultò molto cara e rimase praticamente invenduta. Invece di scoraggiarsi, mia madre cominciò a inviare la nostra Grappa Monovitigno a personaggi in vista, da Agnelli a Scalfari, accompagnata da una lettera di presentazione. Comprese anche che era necessario studiare una nuova bottiglia, specifica per la nuova creazione: decise di utilizzare un’ampolla soffiata a mano volante, che metteva in risalto la purezza e l’eleganza del distillato. Il tempo diede ragione ai miei genitori: dieci anni dopo, nonostante le critiche iniziali, tutti hanno cominciato a produrre grappa da singolo vitigno. Nel 2003, nel trentennale della Grappa Monovitigno® Picolit Nonino, il New York Times
“La distillazione di una grappa artigianale è un’arte alchemica per la quale non ci sono scuole. Si apprende sul campo, attraverso il rigore, la passione, la ricerca e i segreti tramandati da secoli”
veniva puntualmente mandata in cucina. Era considerata una bevanda da contadini, non aveva diritto di cittadinanza nel salotto buono. In realtà i Nonino erano già famosi nella zona, come testimonia la lettera di un viaggiatore dell’800 che consigliava una deviazione a Percoto per assaggiare la nostra grappa. Mia madre ha quindi iniziato a fare sperimentazione con mio padre per creare una grappa elegante e straordinaria. Come è nata l’idea di produrre grappa da vinacce di un solo vitigno? Per tradizione le vinacce venivano distillate insieme. I miei genitori si sono chiesti: se si produce vino da un solo vitigno, come lo Chardonnay, il Prosecco o il Merlot, per avere caratteristiche specifiche, perché allo stesso modo non distilliamo grappa da una singola varietà di vinaccia
ha dedicato una pagina intera alla nostra creazione. Mia madre, che si è sempre mossa in un ambiente tradizionalmente maschile, poco incline a trattare con una signora, è stata nominata Cavaliere del Lavoro nel 1998. Oggi esportiamo il 35% della produzione all’estero. E’ gratificante vedere la nostra grappa al Four Seasons a New York, a Parigi, a Shangai e Hong Kong. Siamo presenti anche nei mercati emergenti. Come producete le vostre grappe Monovitigno? Distilliamo con metodo artigianale, nei i nostri alambicchi discontinui a vapore. Abbiamo 5 distillerie artigianali che ci consentono di distillare la grappa in contemporanea alla vendemmia per evitare che le vinacce vengano insilate, perché durante la fermentazione si forma alcol metilico 175
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TOP GOURMET
Disegnata da Venini, Riedel e Baccarat e ambita dai collezionisti di tutto il mondo, la Collezione di bottiglie Nonino 1984-2009 è un prezioso compendio del design degli ultimi trent’ anni
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LA COLLEZIONE DI BOTTIGLIE DI DESIGN E IL PREMIO NONINO 2011
Attenti all’evoluzione del design contemporaneo, i Nonino hanno scelto manifatture storiche del livello di Venini, Riedel e Baccarat per la realizzazione della “Collezione Nonino 1984-2009” (in foto sopra), che comprende bottiglie di Acquavite d’Uva ÙE e di Cru Monovitigno® Picolit disegnate da Luca Cendali e Franco Vattolo. Nella pagina a sinistra, Elisabetta, Cristina, Antonella e Giannola Nonino, e decanter per grappa della collezione “Yin Yang”, design Venini (2003). Qui a fianco, la Famiglia Nonino con la giuria del Premio Nonino 2011. Per gli alti meriti acquisiti nel suo percorso di lavoro, nel 2006 è stata conferita a Giannola Bulfoni Nonino la Laurea ad honorem in Economia aziendale dall’Università di Udine che ha definito la titolare dell’Azienda “... imprenditrice di cultura. Valorizza, nobilita, fa conoscere e apprezzare in tutto il mondo la grappa”, anche grazie al “Premio Nonino, un’operazione di mecenatismo culturale di elevatissimo profilo e grande rilevanza internazionale”. A sinistra in basso, diverse tipologie di Grappa Nonino Cru Monovitigno®: Müller Thurgau, Sauvignon Blanc, Ribolla, Verduzzo, Fragolino e Picolit.
ed è quindi necessario distillare subito le vinacce appena fermentate. Le distillerie che decidono di distillare dopo lungo insilamento lavorano con una materia prima che ha subito fermentazioni secondarie con alta concentrazione di alcol metilico e sono poi obbligate a utilizzare la colonna di demetilizzazione, che stravolge le caratteristiche organolettiche della grappa perché, insieme all’alcol metilico, vengono scartati una miriade di microcomposti che caratterizzano piacevolmente la grappa stessa. Con il nostro metodo artigianale e l’uso di alambicchi discontinui con una distillazione immediata, noi preveniamo la formazione di alcol metilico e al tempo stesso preserviamo aromi e profumi del vitigno d’origine. Quale differenza rispetto alla grappe industriali? Le nostre grappe sono più ricche ed eleganti e la corrispondenza con il vitigno d’origine è riconoscibile al primo sorso. Per quanto riguarda la grappa invecchiata non aggiungiamo colorante caramello come la maggior parte delle distillerie perché la ricchezza delle nostre Riserve deriva dalla permanenza di anni in piccole botti. Dal 2009 l’Italia ha dovuto recepire una direttiva europea che vieta l’aggiunta di aromi nella grappa, direttiva per la quale i miei genitori si battevano da molti anni. Siete stati pionieri anche nel campo dell’acquavite. Nel 1984 abbiamo ottenuto dal ministero dell’Agricoltura, dell’Industria e della Sanità l’autorizzazione per distillare l’uva intera, che prima non era possibile. Abbiamo così iniziato a produrre l’Acquavite d’Uva ÙE® da uve come il Moscato e il Traminer. Abbiamo avuto un tale successo da aprire
una nuova strada al mondo della distillazione internazionale. Come è nato il Premio Nonino? I miei genitori, dopo la distillazione della Grappa Monovitigno Picolit, avevano deciso di distillare la grappa da vinacce di Ribolla, un vitigno autoctono friulano. Ricercando le vinacce di quel vitigno, si accorsero che una legge comunitaria aveva messo fuori legge proprio i vitigni autoctoni come Schioppettino, Pignolo, Taccelenghe e Ribolla Gialla. Hanno perciò deciso di istituire un premio, volto alla valorizzazione della civiltà contadina, per salvare quegli antichi vitigni in via di estinzione. Nel 1978 i vitigni sono stati riconosciuti e il premio è stato ampliato con una sezione letteraria. Al premio hanno partecipato personaggi come Ermanno Olmi e Leonardo Sciascia, Luigi Veronelli, Gianni Brera, Mario Soldati, Mario Rigoni Stern, Jorge Amado, Claude Lévi-Strauss, Peter Brook, Claudio Magris, V.S. Naipaul e Renzo Piano, premiato quest’anno. Come nasce il vostro rapporto con il design? Nel 1984 mia madre Giannola, appassionata di vetri di Murano, quando ha creato l’Acquavite d’Uva ha voluto dedicare a questa nuova splendida acquavite una nuova bottiglia in vetro soffiato e ha chiesto a Venini una bottiglia con una murrina a forma di grappolo d’uva diventata poi oggetto da collezione. La Collezione Nonino UE Cru Monovitigno® Picolit negli anni si è arricchita di decanter realizzati anche da Riedel e Baccarat, e con nostro grande orgoglio lo scorso novembre è entrata nella Collezione Permanente del Triennale Design Museum di Milano. www.nonino.it 177
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS IN CUCINA
Lagostina Risottiera
Per preparare al meglio uno dei piatti tipici della tradizione, Lagostina presenta la “Risottiera”, prodotto unico nella linea “Patrimonio”. La “Risottiera” è progettata per una diffusione ottimale del calore in tutte le condizioni di cottura grazie alla struttura 3ply (acciaioalluminio-acciaio), cui si aggiunge il fondo Lagoplan® in alluminio ad alto spessore. I cinque strati di cui si compone così il fondo permettono un controllo ideale della cottura. Il tocco finale è costituito dal coperchio in legno di ciliegio e acciaio che isola dall’umidità, per una mantecatura perfetta e un design accattivante. Il coperchio, capovolto, è anche un sottopentola originale, per servire in tavola direttamente dalla “Risottiera”. www.lagostina.it
Risolì Fusjon
Risolì è dal 1965 all’avanguardia nel settore delle pentole antiaderenti. Dalla collaborazione con il designer Enrico Azzimonti nasce la linea “Fusjon”, che coniuga felicemente funzionalità e forme ricercate. La forma leggermente conica, oltre a essere originale, è infatti studiata per creare una continuità di diffusione del calore che mantiene i cibi fragranti e saporiti, così come i manici curvi sono nati per una presa sicura e comoda. Tutti i pezzi del set, padella, casseruola, tegame e casseruolino, sono in alluminio ad alto spessore rivestito in Teflon Platinum antiaderente e antigraffio, per una cucina sana, dai sapori semplici ma indimenticabili e una facile pulizia di oggetti creati per vivere a lungo. www.risoli.com
Ballarini Progetto Sesto Senso
Ballarini, Fratelli Carli e Technogym, storiche aziende del made in Italy, danno vita a “Sesto Senso - senso di benessere”, un progetto multisettoriale sul tema del benessere. Il concept si basa su una formula semplice ma fondamentale, ovvero che il benessere deriva da una corretta alimentazione, fatta di ingredienti salutari e adeguati strumenti di cottura, abbinata all’esercizio fisico. Ballarini, da sempre impegnata nella ricerca delle migliori tecnologie e soluzioni per una cucina sana ed ecosostenibile, contribuisce al progetto con strumenti di cottura studiati per mantenere le caratteristiche organolettiche e nutrizionali degli alimenti, come la nuova gamma “Salento” con Keravis WhiteStone, rivestimento antiaderente di ultima generazione. www.ballarini.it
Guzzini Carlo Colombo
Guzzini affida all’eleganza del designer Carlo Colombo la progettazione di “Latina”, la prima batteria di pentole del celebre marchio italiano. Il rivestimento ceramico interno permette una cottura con pochi condimenti, è facile da pulire ed è ecocompatibile in quanto privo di acido perfluoroctanico, una sostanza ritenuta inquinante per l’ambiente. Il corpo in alluminio delle pentole è rivestito di bakelite color crema, sul quale spiccano i manici ergonomici nelle due varianti disponibili, rosso e arancio. I coperchi sono in vetro con manico color crema, per un perfetto abbinamento con entrambi i tipi di manico. Il set completo, composto da undici pezzi, comprende anche wok, bistecchiera e saltapasta. www.fratelliguzzini.com
KNIndustrie Foodwear
Progetto tutto made in Italy volto a proporre nuovi modi di concepire collezioni che semplifichino l’uso degli utensili per cucinare, KnIndustrie offre al mercato la linea “Foodwear”, firmata dal designer Rodolfo Dordoni. Le pentole di questa collezione, in acciaio 18/10 con finitura esterna color bronzo, sono progettate per essere impilabili quando non usate e adatte ad essere portate direttamente dal piano cottura alla tavola, grazie al sistema di sgancio dei manici che rendono le pentole eleganti contenitori per servire. Anche i coperchi, nelle due versioni in vetro color bronzo o acciaio lucidato, hanno un particolare pomolo che li trasforma, una volta capovolti, in perfette alzatine per il servizio. www.knindustrie.it 178
PARTNER EDITORIALE OGGETTI DESIGN MAGAZINE www.oggettidesignmagazine.it
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Il nuovo portale indirizzato a tutti gli operatori professionali sul canale HORECA per lâ&#x20AC;&#x2122;acquisto on line di prodotti e accessori Vieni a trovarci nel nostro multistore virtuale dedicato ai professionisti del canale HORECA. Qui potrai registrarti e accedere alla sezione e.commerce, dove giĂ annoveriamo migliaia di clienti e la Federazione Italiana Cuochi
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De Longhi Kenwood Simac Berkel Johnsons Wine
OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TOP TAVOLA GOURMET
ALESSI
In questa pagina: di Gabriele Chiave con Laura Polinoro Workshop (LPWK), “Fioretto” (2011), acciaino in acciaio con rivestimento in resina diamantata e manico in resina termoplastica.
Alessi Lame Creative
LA BELLEZZA DI OPPOSTI CHE SI COMPLETANO NELL’ ACCIAINO “FIORETTO” E LA SUBLIME PRATICITÀ DEI COLTELLI DA FORMAGGIO “MILCKY WAY MINOR”: NUOVE PROPOSTE PER UN’ARTE DEL TAGLIO TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO ALESSI 180
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OFFICINA ALESSI
In questa pagina: set di 4 coltelli per formaggi “Milky Way Minor” composto da coltelli per paste dure, semidure, molli e tenere, in acciaio AISI 420 e manici in resina termoplastica. Il ceppo per coltelli è in legno di bambù con apertura a libro. Design Anna e Gian Franco Gasparini (2011).
“F
erire o fiorire, questo è il dilemma” dice Laura Polinoro, designer già capo del Centro Studi Alessi e oggi titolare di LPWK, Laura Polinoro Workshop, a proposito del nuovo affilacoltelli “Fioretto” realizzato da Gabriele Chiave. “In questo oggetto esiste un’interessante dualità con la quale giocare, in fondo nella vita possiamo sempre scegliere se ferire o ferirci… o fiorire!”. Il nuovo affilacoltelli di Gabriele Chiave è munito di una robusta elsa che lo fa assomigliare ad un fiore e a un fioretto. E’ realizzato in acciaio rivestito con polvere di zirconi che assicura il migliore effetto abrasivo sulle lame, mentre l’impugnatura e l’elsa di protezione sono in resina termoplastica di colore bianco. Dopo l’uso lo si può riporre in un vaso come se fosse un fiore: “Quando lo uso per affilare un coltello lo impugno come una spada, quando lo ripongo in un vaso porta-mestoli in cucina mostra la sua corolla come fosse una calla, è uno strumento che mi prepara all’atto creativo e d’amore del cucinare” conclude Laura Polinoro. Sul versante delle lame, sull’onda del successo della serie di coltelli professionali “La Via Lattea” di Officina Alessi, ancora ad opera di Anna e Gian Franco Gasparini è nata “Milky Way Minor”, una serie di coltelli per formaggi che, pur derivata dalla precedente per impostazione della forma delle lame, presenta una dimensione ridotta, studiata per il servizio in tavola anche di privati gourmet. Le lame dei coltelli sono realizzate in acciaio AISI 420, un tipo di acciaio inossidabile della massima resistenza alla corrosione allo stato temperato e lucidato, particolarmente indicato per le lame da taglio, mentre i manici sono in resina termoplastica. Il piccolo ceppo in legno lamellare di bambù, resistente all’umidità, è stato pensato come una custodia rigida di protezione che, aprendosi a libro, facilita la scelta del coltello da utilizzare e permette di accedere alla parte interna per una più facile pulizia. www.alessi.com
Progettualità sempre nuova per Alessi. Ricerca di oggetti semplici e belli, da vivere in piena consapevolezza. Una creatività radicale che sa osare. Una vocazione pratica che affianca poesia, tecnologia e giocosità
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TOP GOURMET
WMF Alta Tecnologia in Cucina
INNOVATIVI SISTEMI DI COTTURA, ESTREMA VERSATILITÀ E TOTALE SICUREZZA PER LE NUOVE LINEE WMF: “PREMIUM ONE”, LA PENTOLA A PRESSIONE “WMF PERFECT PRO®” E LA PADELLA “PERMADUR GOURMET” TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO WMF
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WMF
In queste pagine: nella pagina a sinistra, la nuova pentola a pressione
“WMF Perfect Pro®”, design Metz&Kindler (2011). In questa pagina, la casseruola della collezione “Premium One” dall’esclusiva tecnologia “Cool+” che impedisce ai manici di scaldarsi durante la cottura.
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TOP GOURMET
La nuova serie di contenitori WMF in acciaio inossidabile Cromargan速 comprende cinque elementi e tre ciotole da cucina adatte a ogni uso, per mixare, montare e lavorare ogni tipo di alimento
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WMF
In queste pagine: a sinistra, la nuova serie di contenitori WMF. In questa pagina, sopra e sotto, la nuova padella “PermaDur Gourmet”, e, a destra, il taglia avocado, la grattugia “Profi Plus” e il nuovo affilacoltelli diamantato.
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a serie di pentole “Premium One” di WMF è un vero e proprio compendio del cucinare d’avanguardia: il rigoroso design di Peter Ramminger è affiancato da una lavorazione eccellente made in Germany per un progetto che prevede una cromatura extra lucida “Cromargan®” in acciaio inossidabile e fondo “TransTherm®” adatto a tutti i piani cottura. Attraverso la tecnologia “CoolPlus” applicata ai manici, la trasmissione di calore dalla pentola ai manici è annullata, garantendo un utilizzo sempre sicuro e facile delle pentole. Questa esclusiva tecnologia è immediatamente riconoscibile grazie agli anelli rossi di segnalazione in silicone posizionati sui manici della pentola e del coperchio. Sul versante della cottura a pressione, con la nuova pentola “WMF Perfect Pro®” è possibile preparare i cibi in modo semplice e veloce, conservandone tutte le vitamine con un notevole risparmio energetico: i tempi di preparazione si riducono fino al 70% e resta più tempo per gustare i sapori. Il punto di forza della pentola è il pulsante “All-In-One” posto sul manico del coperchio, grazie al quale si chiude la pentola, si sceglie il programma di cottura e si riapre a cottura ultimata. La tecnologia di sfiato automatico delicata garantisce la sicurezza più assoluta di “WMF Perfect Pro®”, che dispone inoltre del fondo TransTherm® adatto a tutti i fornelli. La pentola è equipaggiata con una gradazione interna per un dosaggio preciso, una protezione contro le fiamme sui manici della pentola e del coperchio, un segnale di cottura chiaro e la possibilità di scegliere tra due programmi di cottura. Il manico si stacca completamente e si pulisce sotto l’acqua. Pentola e coperchio possono essere lavati in lavastoviglie. Dedicata ai gourmet è invece la nuova “PermaDur Gourmet”, la pentola Hightech di WMF con rivestimento in “PermaDur” che garantisce ottime caratteristiche di antiaderenza, resistenza ai graffi e durata. Due i modelli: la padella con manico, con una nuova impugnatura più lunga, e la padella da portata con due manici laterali, particolarmente indicata per gratinare le pietanze nel forno. Alle molteplici possibilità di cottura si affiancano diverse serie di nuovi complementi per la cucina: i nuovi contenitori per impastare e mixare in pieno comfort, disponibili in diversi modelli, il taglia avocado e la grattugia “Profi Plus”, e il nuovo affilacoltelli diamantato. www.wmf.com 185
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orna dal 19 al 24 aprile un appuntamento importante per i buyer internazionali con l’edizione di primavera della BIG+BIH di Bangkok, la fiera internazionale del lifestyle asiatico, promossa dal Department of Export Promotion (DEP) del Governo Thailandese, in collaborazione con le associazioni dei principali produttori di articoli per la tavola e la casa, la decorazione d’interni, i regali, i giocattoli, la cartoleria, le piante e i fiori artificiali e i prodotti per le spa. Il successo di questa manifestazione, favorito da una proficua sinergia tra istituzioni pubbliche e imprenditori privati, oltrepassa i confini dell’area asiatica e posiziona la BIG+BIH tra i più
importanti eventi fieristici del lifestyle in ambito internazionale, con oltre 80 mila visitatori che giungono da ogni continente e 600 espositori, provenienti dalle nazioni della penisola indocinese, nonché da India, Pakistan, Hong Kong e Indonesia, che espongono al BIG per la decorazione d’interni, il tessile, la regalistica, la cartoleria e i prodotti per le spa, al BIH per casalinghi e accessori bagno e alla Design Hall, il padiglione dedicato ai prodotti di spicco orientati al design. Elevata qualità, design originale e impeccabile professionalità caratterizzano quella ‘ispirazione asiatica’ – come recita il claim dell’edizione di aprile -, che infonde di sé prodotti innovativi, unici nello stile e nella progettazione, che
BIG+BIH Bangkok International Gift & Houseware Fair
affondano le proprie radici in un’antica e raffinata cultura, rispettosi dell’ambiente e declinabili in infinite combinazioni in sintonia con il proprio stile di vita. Il design può essere un incentivo per assegnare valore aggiunto a un prodotto di qualità e consentirgli di distinguersi nel mercato globale, per questo motivo una particolare attenzione è riservata ai giovani talenti thailandesi, che hanno saputo coniugare l’alto livello qualitativo della tradizione manifatturiera locale con le più attuali tendenze di design, di fashion e i materiali d’avanguardia, conquistando una fama internazionale. A questi giovani designer sono dedicati gli stand “Talent Thai Now” e “Talent Thai Next” all’ingresso della Design Hall. Un’occasione per conoscere subito i nuovi concept del design thailandese è offerta dalla partecipazione della Thailandia al Salone del Mobile di Milano nel padiglione 8 riservato al design (stand B38 e B40), dove saranno presenti otto aziende thailandesi, al top dell’eccellenza per creatività, qualità e design, in grado di competere nel mercato internazionale per aver saputo fondere armonicamente una pregevole tradizione manifatturiera con le più innovative conquiste tecnologiche e il rispetto per l’ambiente. Tra i prodotti merita una segnalazione la lampada “Up Lamp”, realizzata con piccoli pezzi di recupero dalla lavorazione del
legno e vincitrice nel 2010 del ‘DEmark’, il marchio creato nel 2008 dal DEP, in collaborazione con le organizzazioni giapponesi per il commercio estero (JETRO) e il design industriale (JIDPO), che premia creatività, funzionalità e sensibilità ambientale nei settori lifestyle, mobili, accessori e decorazione d’interni, applicazioni industriali per casa o ufficio e packaging alimentare o cosmetico. L’anima più autentica del design tailandese, inoltre, sarà protagonista alla Design Week o Fuori Salone - il calendario di iniziative parallele e complementari al Salone - di una mostra dal titolo “Slow Hand Design: the heart value of Thai products”, promossa dal DEP e ospitata nell’ambito dell’evento “Innovation-Imagination” presso il Superstudio Più (Via Tortona 54) dal 12 al 17 aprile. La selezione degli oggetti in mostra, in gran parte insigniti del ‘DEmark’, si snoda all’interno di un percorso espositivo che, partendo dalle radici storiche nell’età aurea della cultura siamese denominata ‘Suvarnabhumi’ - e non a caso il nuovissimo aeroporto della capitale della Thailandia ha ricevuto questo nome -, traccia un sentiero evolutivo fino alla produzione attuale e coglie le linee guida per il design thailandese del futuro, che trae forza e originalità da un glorioso passato culturale e un sapiente know-how artigianale. www.bigandbih.com www.thaitradeitaly.com
DESIGN ORIENTALE NEL CUORE MA INTERNAZIONALE NELLO SPIRITO E ARTIGIANATO DI ALTO PROFILO SONO IL SEGNO DISTINTIVO DEI PRODOTTI THAILANDESI PER LA CASA, LA DECORAZIONE E IL REGALO, PRESENTI SULLO SCENARIO GLOBALE CON UN’IDENTITÀ PRECISA E UNO STILE ORIGINALE E INCONFONDIBILE TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO DEPARTMENT OF EXPORT PROMOTION
I nuovi concept del design thailandese sono il risultato di un’armonica fusione tra una pregevole tradizione manifatturiera, avanguardia tecnologica e rispetto per l’ambiente
Otto aziende thailandesi, al top dell’eccellenza per creatività, qualità e design, presentano al Salone del Mobile le ultime creazioni, pensate per la casa e per sorprendenti arredi outdoor BIG+BIH
BIG+BIH BANGKOK In queste pagine: In della queste pagine: da sinistra, in alto, poltrona ‘Kowma’ ispirata ai motivi intrecciati tipici tradizione da sinistra, gli stand con “Talent Thai Now” perdile thai (Mobella Galleria), chaise longuededicati ‘Sarong’aledesign, poltroncina ‘Sputnik’, in mosaico deisu giovani come i vasi sedia e i tappeti di Chain’ tessuto resina, e proposte sedie di rete telaio designer in metallothailandesi, (Craft Factor). In basso, ‘Spring intrecciato e ciottoli “Peakchan”del designer Chanawangsa , con in legno di teak (Palazzo), ambientazione di arredo per Thitiporn esterni (Kenkoon), lampada “DEmark” per(Tazana) gli oggetti delda marchio di eccellenza il design da sospensione ‘Renue’ e lainsigniti lampada terra ‘UP’, vincitrice per del premio “DesignerIndustries). of the year”, la vetrina dei designer premiati nel ‘DEmark’ nel2010, 2010 e(Deesawat Quiper a fianco, la lampada da sospensione 2010. Qui a fianco, esempi ‘Tibia’ (Corner43 Decor) e, in alto, globi e arredi luminosi per esterni (Modern Outdoor). L’anima più autentica del design tailandese sarà presente alla Design Week milanese con una mostra dal titolo “Slow Hand Design: the heart value of Thai products”, ospitata nell’ambito dell’evento “InnovationImagination” presso il Superstudio Più (Via Tortona 54) dal 12 al 17 aprile.
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roposte è la manifestazione fieristica specializzata per il tessile di qualità, che si svolge annualmente nella splendida cornice di Villa Erba a Cernobbio (Como). La fiera nasce nel 1993 per iniziativa dei più qualificati produttori del tessile d’arredamento italiano ed è promossa da Ascontex Promozioni e dal Consorzio Tendaggio Italiano. E’ un evento esclusivamente su invito, riservato a editori tessili, produttori di mobili imbottiti, grossisti, grandi catene di distribuzione e mondo del contract, che in questa cornice trovano le proposte più innovative e prestigiose per i tessuti di fascia alta, di lusso e di extra-lusso. 106 espositori italiani e internazionali, rigorosamente selezionati per la qualificazione delle aziende e dei rispettivi prodotti, per la correttezza professionale e per l’impegno nella ricerca e nella sperimentazione sia estetica sia tecnologica, presentano tessuti di elevata qualità, espressione del
migliore Made in Europe, a circa 7000 visitatori provenienti da Europa, Russia, Stati Uniti, Arabia Saudita. Seppure destinati prevalentemente alle residenze private, non mancano di appeal anche per il settore contract di alberghi, ristoranti, negozi e mezzi di trasporto, che nel tempo hanno acquisito sempre più interesse verso il tessile di qualità. L’intento dello staff organizzatore di Proposte, presieduto da Mauro Cavelli, è promuovere la qualità e lo stile Made in Europe nel tessuto d’arredo, favorendo la sinergia tra produttori da un lato e architetti, designer e stilisti del tessile dall’altro. Le iniziative in questo senso non restano circoscritte alla fiera annuale, ma si snodano nel corso dell’anno con incontri di approfondimento e tavole rotonde, dedicati al rapporto dei progettisti con il tessile (“Gli architetti amano il tessuto?”) o, come nella più recente conferenza stampa tenutasi a Milano nel novembre 2010, al ruolo del tessuto
Proposte Villa Erba Cernobbio
ANTEPRIMA MONDIALE DEL TESSUTO D’ARREDAMENTO E DEL TENDAGGIO NELLA 19° EDIZIONE A VILLA ERBA DELLA FIERA SPECIALIZZATA PIÙ ESCLUSIVA PER IL TESSILE D’ALTA GAMMA TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO PROPOSTE
nell’arredo degli alberghi (“L’hotel senza tessuto?”), a cui hanno partecipato professionisti del calibro di Italo Rota, Matteo Thun, Rosita Missoni, che hanno illustrato le rispettive esperienze come progettisti e come utilizzatori finali. L’edizione 2011 di Proposte, che si svolge dal 4 al 6 maggio, indica esplicitamente nel proprio claim, “Dedicato ai designer”, l’impegno per rinnovare l’interesse dei progettisti verso il tessile e favorire la crescita, se non la nascita, dell’interior decorator, una figura poco presente nel panorama italiano dei professionisti dell’arredo. Il dialogo con i designer trova spazio a partire dall’immagine pubblicitaria della fiera, con una gara di progettazione aperta a tutti per la selezione del progetto annuale. Dai progetti pervenuti ed esaminati da una giuria di esperti vengono selezionati i tre finalisti, che verranno presentati in una mostra allestita all’interno di Proposte e sui quali potranno esprimere un parere anche gli espositori e i visitatori della fiera. L’immagine per l’edizione 2010, firmata dal designer newyorchese Karim Rashid, è stata insignita del Red Dot Award per la categoria “Communication design”. Non mancano i momenti dedicati alla cultura, con la consueta serata musicale, che quest’anno si svolgerà giovedì 5 maggio a partire dalle 18.30, con un concerto dell’Ensemble Strumentale Scaligero del Teatro alla Scala di Milano. www.propostefair.it
VILLA ERBA CERNOBBIO
Sopra, il complesso fieristico, progettato da Mario Bellini, e la storica residenza di Villa Erba. Qui a sinistra, la serata musicale nella Villa Antica. Nella pagina a sinistra, l’ingresso e i padiglioni della fiera e, sotto, una selezione di tessuti d’arredo d’alta gamma.
PROPOSTE 19° EDIZIONE
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BIG+BIH Bangkok International Gift&Houseware Fair
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Profilo aziendale Crystalex Glasswork in Bohemia
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I 50 Anni del Salone del Mobile
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Proposte Villa Erba Cernobbio
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Tendence a Francoforte
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Macef e AbitaMi a Milano
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Rubrica Aziende a confronto
Villa Erba Cernobbio (Como) 4-5 maggio dalle 9 alle 18 6 maggio dalle 9 alle 16 Inaugurazione 4 maggio ore 11 Serata musicale 5 maggio ore 18.30 spazio espositivo 6.300 mq 106 espositori italiani e internazionali 7.000 visitatori nel 2010
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TENDENCE
In queste pagine:
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mbiente, leader mondiale delle fiere del settore casa, ha chiuso a febbraio l’edizione 2011 superando ogni aspettativa, con un incremento del 10% dei visitatori rispetto al 2010, saliti a oltre 144 mila e provenienti da ogni angolo del mondo, soprattutto da Italia, Paesi Bassi, Francia, USA e Svizzera. Le tendenze di ripresa dei consumi e il cauto ottimismo che si respirava già nella seconda metà del 2010 hanno trovato conferma nel trend positivo delle vendite registrate da tutti i settori della fiera, con punte maggiori per quei prodotti che hanno saputo coniugare qualità e sostenibilità, marchio e genuinità, design e funzionalità. Con queste premesse, l’appuntamento ad agosto con Tendence si preannuncia foriero di ulteriori successi, in linea con le analoghe performance positive registrate dalla fiera autunnale nell’edizione dell’anno scorso, con oltre 57 mila visitatori. Negli spazi espositivi dei settori dedicati al “Living” e al “Giving”, distribuiti nei padiglioni 8, 9, 10 e 11 per complessivi 71 mila metri quadri, oltre duemila espositori provenienti da 57 nazioni espongono a
qui, a sinistra, alcuni stand della sezione “Young&Trendy” nel padiglione 11 e, sotto, l’area dedicata al “Personal Shopper”, dal mondo della moda ai beni di consumo. Nella pagina a sinistra, dall’alto, una conferenza nella sezione “Carat” dedicata ai gioielli nel padiglione 9, alcuni stand della sezione “Living” dedicata al lifestyle, il settore “Passage Gift” nel padiglione 10 e il progetto “Next”, che ospita giovani designer alle prime esperienze professionali ed è presente nella sezione “Loft” al padiglione 11 per complementi e oggettistica di design e nella sezione “Carat” al padiglione 9 per i gioielli.
Tendence le più attuali proposte di arredo creativo, lifestyle e articoli da regalo per l’imminente stagione autunnale e natalizia, con un’anteprima delle tendenze per la primavera e l’estate 2012. Il settore “Living” si articola in cinque sezioni tematiche, ciascuna dedicata a uno specifico ambito dell’abitare: “Interiors & Decoration” propone un’accurata selezione di concept e complementi d’arredo di alta gamma, mobili, prodotti tessili e lampade, “Loft” è lo spazio d’eccellenza per i complementi e gli accessori orientati al design, mentre “Seasonal Decoration and Outdoor Living” e “Passage Home & Garden” sono dedicati all’arredo, agli accessori e alla decorazione degli esterni, dal balcone al giardino. Nella scorsa edizione, il “Living” ha registrato un crescente interesse nei visitatori, che si recano a Tendence per questo settore nel 42% dei casi, premiando la fiera d’autunno come evento indipendente rispetto ad Ambiente. Mentre “Living” presenta accessori e articoli per la casa e per la tavola con prodotti emozionali, esclusivi ed eleganti, “Giving” riflette l’intera gamma degli articoli da regalo per ogni occasione, con prodotti
Tendence a Francoforte
APPUNTAMENTO FIERISTICO INTERNAZIONALE DEL SETTORE CASA,TENDENCE PRESENTA DAL 26 AL 30 AGOSTO I NUOVI TREND NELL’ARREDO E NEGLI ARTICOLI DA REGALO PER L’IMMINENTE STAGIONE INVERNALE E NATALIZIA, CON UN’ANTEPRIMA DEI PRODOTTI PER LA PROSSIMA PRIMAVERA/ESTATE TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO MESSE FRANKFURT
lifestyle di tendenza, artigianato tradizionale in legno e gioielli di prestigio. Gli espositori della sezione “Young & Trendy” e “Kids World” al primo piano del padiglione 11 presentano le idee più fresche e di ultimo grido per il mondo dei bambini e dei ragazzi, mentre al regalo classico è dedicata “Gift Unlimited” al primo piano del padiglione 9. Sempre nel padiglione 9, al secondo piano sono ospitati i prodotti d’alto artigianato, le serie limitate e da collezionismo della sezione “Manufakturen & Collectables” con gli accessori personali, al terzo piano la vasta gamma di gioielli della sezione “Carat”. Per un settore soggetto a rapidi cambi di stile e tendenza, come quello del lifestyle, è importante offrire ai giovani talenti una piattaforma di contatti dove possano testare la commerciabilità delle loro idee e dei loro prototipi. Per questo Tendence è impegnata nella promozione di giovani designer e li sostiene con progetti come “Talents”, dedicato agli esordienti in cerca dei primi contatti, e “Next”, per i giovani imprenditori che hanno già avuto le prime esperienze professionali, ma desiderano consolidare la propria posizione. I progetti sono ospitati nella sezione “Loft” per i complementi e l’oggettistica di design e “Carat” per i gioielli. Come ad ogni edizione, anche quest’anno una nazione sarà Paese Partner di Tendence: nel 2011 i riflettori saranno puntati sull’Austria, con i suoi giovani designer, l’alto artigianato artistico, le sue eccellenze culturali e gastronomiche e un ricco calendario di spettacoli, presentazioni e dimostrazioni nella Galleria 1. www.tendence.messefrankfurt.com 196
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Sparkling al Fuori Salone Milano
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Indirizzi Aziende
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Etienne Cochet
Edouard François
MAISON&OBJET
In queste pagine: nella pagina a sinistra, in alto, scenografia di Paola Navone e stand Bernardaud a Scènes d’intérieur. Sotto, la collezione Fornasetti di Bitossi a Now! design à vivre e il nuovo Côté Déco al padiglione 5A. Qui, dall’alto, “Haute Tension” e “Hypnotic”, percorsi espositivi di “Intensité”, tema prescelto per la stagione 2011-2012. Sotto, Davide Scabin, del ristorante Combal.Zero, con Oliviero Toscani a “Paris des Chefs” 2011.
Maison & Objet a Parigi
DIRETTO DA ETIENNE COCHET, È IL TEMPIO INTERNAZIONALE DELLA MODE-MAISON E IL CROCEVIA DELLE TENDENZE E DEGLI STILI DELL’ABITARE CONTEMPORANEO E FUTURIBILE. AD OGNI EDIZIONE SI CONFERMA UN EVENTO IMPERDIBILE PER I PUNTI VENDITA, GLI ARCHITETTI, I DESIGNER E I DECORATORI D’INTERNI
I fratelli Erwan e Ronan Bouroullec
TESTO PATRIZIA TABONE FOTO F. VERDIER, F. AMIAND, FILLIOUX&FILLIOUX, O. RINDAL, P. SWIRC, AE-THION, ELECTRONIC SHADOW, T. YOSHIOKA
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ell’ultimo decennio il salone parigino dedicato alla mode-maison si è affermato come punto di riferimento fondamentale per i professionisti dell’arredo e della decorazione d’interni, un polo d’attrazione irresistibile per i creativi di tutto il mondo e un appuntamento irrinunciabile per grandi buyer e consulenti internazionali, ai quali Maison&Objet propone un’offerta sempre più trasversale e diversificata, qualitativamente eccellente e spiccatamente innovativa. L’edizione di gennaio 2011 ha confermato il costante trend positivo, registrando oltre 85 mila visitatori, tra buyer e consulenti, con una crescita del 7% delle provenienze internazionali e un rilevante incremento dai mercati più lontani, Stati Uniti (+25%), Russia (+30%) e Giappone (+41%). A ogni edizione del salone parigino l’Observatoire Maison&Objet, di cui fanno parte professionisti ed esperti, individua le nuove tendenze di consumo e gli stili emergenti, che confluiscono nella mise en scène di un triplice percorso espositivo, realizzato anche con le nuove proposte degli stessi espositori in fiera. Il tema prescelto per la
stagione 2011-2012 è Intensité, che racchiude il desiderio di esaltare l’esperienza del quotidiano per assaporare a fondo la vita, coniugato attraverso l’estetica frammentata e spigolosa dei giochi di luce e delle geometrie optical di Hypnotic, allestito da Vincent Grégoire per Nelly Rodi, l’esaltazione delle sensazioni visive e tattili e delle esperienze sensoriali di suoni e fragranze di Haute Tension, allestito da Elizabeth Leriche, e l’elogio della lentezza e della semplicità, attingendo agli archivi del folklore e alle forme archetipiche, di Unplugged, curato da François Bernard. Le tre tappe di questo percorso confluiscono, come di consueto, nell’omonimo Cahier d’Inspirations, giunto alla diciottesima edizione, strumento indispensabile per conservare l’impronta di quanto esposto. Creativo Maison&Objet per il 2011 è Edouard François, architetto, designer e urbanista, capofila dell’architettura verde per i suoi progetti molto attenti nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità. I saloni di Scènes d’intérieur e Maison&Objet Editeurs, riuniti da settembre 2010 nel nuovo padiglione 7, e Now! design à vivre nel contiguo padiglione 8,
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Dorothée Boissier e Patrick Gilles
MAISON&OBJET
In queste pagine: dall’allto, Etienne Cochet, direttore della manifestazione. E.François, creativo Maison&Objet 2011, i fratelli Bouroullec designers 2011 di Now! design à vivre, e D.Boissier con P.Gilles, creativi di Scènes d’Intérieur .
hanno giocato un ruolo da protagonisti dell’eccellenza, con la regia talentuosa di Patrick Gilles e Dorothée Boissier, creativi dell’anno 2011 per Scènes d’intérieur e le raffinate scenografie firmate da Paola Navone. Innovazione, creatività e nuove ispirazioni di design completano l’offerta di eccellenza del salone parigino nel padiglione Now! design à vivre, destinato ai nuovi talenti del design contemporaneo e all’incontro tra progettisti e industria. I creativi scelti a rappresentare l’edizione 2011 di Now! design à vivre sono i fratelli Erwan e Ronan Bouroullec, giovani talenti con un prestigioso curriculum di collaborazioni internazionali nel settore del design industriale. E nel cuore del padiglione dedicato al design non poteva mancare la seconda edizione di Tech’now!, la vetrina per le più attuali convergenze tra design e tecnologia. Si rinnova inoltre l’appuntamento con Craft, l’atelier per le professioni artistiche nel padiglione 4, e con Maison&Objet musée, lo spazio nella piazzetta del padiglione 6 dedicato al regalo culturale e alla comunicazione attraverso l’oggetto. Un ricco calendario di eventi coinvolge visitatori e grande pubblico parigino in occasione della fiera: cicli di conferenze, la Business Lounge special Archi.designer, uno spazio conviviale dedicato al Networking e agli appuntamenti d’affari con i diversi attori del settore e un’accoglienza individuale per orientare i consulenti nell’offerta del salone. La terza edizione dell’evento Paris des Chefs aperto al pubblico ha promosso l’incontro tra creativi e cucina d’autore. Il prossimo appuntamento con Maison&Objet, insieme a Meubles Paris, è dal 9 al 13 settembre 2011. www.maison-objet.com 205
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orna dal 19 al 24 aprile un appuntamento importante per i buyer internazionali con l’edizione di primavera della BIG+BIH di Bangkok, la fiera internazionale del lifestyle asiatico, promossa dal Department of Export Promotion (DEP) del Governo Thailandese, in collaborazione con le associazioni dei principali produttori di articoli per la tavola e la casa, la decorazione d’interni, i regali, i giocattoli, la cartoleria, le piante e i fiori artificiali e i prodotti per le spa. Il successo di questa manifestazione, favorito da una proficua sinergia tra istituzioni pubbliche e imprenditori privati, oltrepassa i confini dell’area asiatica e posiziona la BIG+BIH tra i più importanti eventi fieristici del lifestyle in ambito internazionale, con oltre 80 mila
visitatori che giungono da ogni continente e 600 espositori, provenienti dalle nazioni della penisola indocinese, nonché da India, Pakistan, Hong Kong e Indonesia, che espongono al BIG per la decorazione d’interni, il tessile, la regalistica, la cartoleria e i prodotti per le spa, al BIH per casalinghi e accessori bagno e alla Design Hall, il padiglione dedicato ai prodotti di spicco orientati al design. Elevata qualità, design originale e impeccabile professionalità caratterizzano quella “ispirazione asiatica” – come recita il claim dell’edizione di aprile -, che infonde di sé prodotti innovativi, unici nello stile e nella progettazione, che affondano le proprie radici in un’antica e raffinata cultura, rispettosi dell’ambiente e declinabili in infinite combinazioni in sintonia con il
BIG+BIH Bangkok International Gift&Houseware Fair DESIGN ORIENTALE NEL CUORE MA INTERNAZIONALE NELLO SPIRITO E ARTIGIANATO DI ALTO PROFILO SONO IL SEGNO DISTINTIVO DEI PRODOTTI THAILANDESI PER LA CASA, LA DECORAZIONE E IL REGALO, PRESENTI SULLO SCENARIO GLOBALE CON UN’IDENTITÀ PRECISA E UNO STILE ORIGINALE E INCONFONDIBILE TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO DEPARTMENT OF EXPORT PROMOTION
I nuovi concept del design thailandese sono il risultato di un’armonica fusione tra una pregevole tradizione manifatturiera, avanguardia tecnologica e rispetto per l’ambiente
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proprio stile di vita. Il design può essere un incentivo per assegnare valore aggiunto a un prodotto di qualità e consentirgli di distinguersi nel mercato globale, per questo motivo una particolare attenzione è riservata ai giovani talenti thailandesi, che hanno saputo coniugare l’alto livello qualitativo della tradizione manifatturiera locale con le più attuali tendenze di design, di fashion e i materiali d’avanguardia, conquistando una fama internazionale. A questi giovani designer sono dedicati gli stand “Talent Thai Now” e “Talent Thai Next” all’ingresso della Design Hall. Un’occasione per conoscere subito i nuovi concept del design thailandese è offerta dalla partecipazione della Thailandia al Salone del Mobile di Milano nel padiglione 8 riservato al design (stand B38 e B40), dove saranno presenti otto aziende thailandesi, al top dell’eccellenza per creatività, qualità e design, in grado di competere nel mercato internazionale per aver saputo fondere armonicamente una pregevole tradizione manifatturiera con le più innovative conquiste tecnologiche e il rispetto per l’ambiente. Tra i prodotti merita una segnalazione la lampada “Up Lamp”, realizzata con piccoli pezzi di recupero dalla lavorazione del legno e vincitrice nel 2010 del DEmark,
il marchio creato nel 2008 dal DEP, in collaborazione con le organizzazioni giapponesi per il commercio estero (JETRO) e il design industriale (JIDPO), che premia creatività, funzionalità e sensibilità ambientale nei settori lifestyle, mobili, accessori e decorazione d’interni, applicazioni industriali per casa o ufficio e packaging alimentare o cosmetico. L’anima più autentica del design tailandese, inoltre, sarà protagonista alla Design Week o Fuori Salone - il calendario di iniziative parallele e complementari al Salone - di una mostra dal titolo “Slow Hand Design: the heart value of Thai products”, promossa dal DEP e ospitata nell’ambito dell’evento “InnovationImagination” presso il Superstudio Più (Via Tortona 54) dal 12 al 17 aprile. La selezione degli oggetti in mostra, in gran parte insigniti del DEmark, si snoda all’interno di un percorso espositivo che, partendo dalle radici storiche nell’età aurea della cultura siamese denominata “Suvarnabhumi” - e non a caso il nuovissimo aeroporto della capitale della Thailandia ha ricevuto questo nome -, traccia un sentiero evolutivo fino alla produzione attuale e coglie le linee guida per il design thailandese del futuro, che trae forza e originalità da un glorioso passato culturale e un sapiente know-how artigianale. www.bigandbih.com www.thaitradeitaly.com
Otto aziende thailandesi, al top dell’eccellenza per creatività, qualità e design, presentano al Salone del Mobile le ultime creazioni, pensate per la casa e per sorprendenti arredi outdoor BIG+BIH BIG+BIH BANGKOK In queste pagine:
In della queste pagine: da sinistra, in alto, poltrona ‘Kowma’ ispirata ai motivi intrecciati tipici tradizione da sinistra, gli stand dedicati al design, con “Talent Thai Now” perdile thai (Mobella Galleria), chaise longue ‘Sarong’ e poltroncina ‘Sputnik’, in mosaico proposte dei giovani designer thailandesi, come i vasi e i tappeti di tessuto resina, e sedie di rete su telaio in metallo (Craft Factor). In basso, sedia ‘Spring Chain’ intrecciato e ciottoli “Peakchan”del designer Chanawangsa , con in legno di teak (Palazzo), ambientazione di arredo per Thitiporn esterni (Kenkoon), lampada “DEmark” per gli oggetti insigniti del marchio di eccellenza per il design da sospensione ‘Renue’ (Tazana) e la lampada da terra ‘UP’, vincitrice del premio “DesignerIndustries). of the year”, la vetrina dei designer premiati nel ‘DEmark’ nel2010, 2010 e(Deesawat Quiper a fianco, la lampada da sospensione a fianco, esempi ‘Tibia’ (Corner43 Decor) e, in alto, globi e arredi luminosi per2010. esterniQui (Modern Outdoor). L’anima più autentica del design tailandese sarà presente alla Design Week milanese con una mostra dal titolo “Slow Hand Design: the heart value of Thai products”, ospitata nell’ambito dell’evento “InnovationImagination” presso il Superstudio Più (Via Tortona 54) dal 12 al 17 aprile.
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In queste pagine: sopra, da sinistra, i calici delle collezioni “Claudia”, “Angela” e “Victoria”; sotto, da sinistra, i calici delle collezioni “Gloria”, “Sandra” e “Viola”. Qui a destra, lo stabilimento nella regione di Nový Bor nella Repubblica Ceca.
Le vetrerie Crystalex, che commercializzano il noto marchio “Bohemia Crystal”, sono il più importante produttore di articoli casalinghi in vetro dell’intera Repubblica Ceca
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e origini del cristallo di Bohemia sono molto antiche. Già nel Quattrocento la regione era nota per una vasta produzione di vetri, riccamente decorati a mola o con smalti. Nel Seicento le fabbriche boeme riuscirono a produrre un vetro simile al cristallo di rocca, un risultato straordinario ottenuto mescolando soda e potassio all’impasto in lavorazione. Nacque così il “cristallo di Bohemia”, che si affermò subito come il migliore sui mercati per purezza ed eleganza di forme, per le sue qualità di durezza e al stesso tempo per la sua facilità di lavorazione. Oggi i cristalli di Bohemia, dalla tipica sfaccettatura che li rende simili a diamanti, sono sinonimo di elevata qualità ed estrema precisione nei dettagli e rappresentano il prodotto artigianale più famoso nei negozi di Praga. Le origini della vetreria “Crystalex” risalgono al XIX secolo, quando l’industria del vetro ceco, forte di una tradizione plurisecolare, era all’apice del successo. Nel 1972 entrò in funzione la prima linea automatica per la produzione di calici che divenne un modello per il costante ammodernamento delle unità di produzione. Nel 1974 la maggior parte delle vetrerie ceche si riunì sotto il marchio Crystalex. Modifiche organizzative e conseguente privatizzazione contribuirono in seguito allo smembramento del complesso originario, finché nel 1994 Crystalex divenne una società per azioni, privatizzata nel 1997. Nel 2009 sono subentrati nuovi proprietari che hanno dato fresco impulso alla produzione in vista del futuro sviluppo della società, che oggi porta il nome “Crystalex CZ”. Creatività, qualità, tecnologie recenti e un orientamento personalizzato al cliente: questi i valori della strategia di Crystalex, proprietaria del celebre marchio Bohemia Crystal e seguace di successo della ricca tradizione della lavorazione del vetro di Bohemia, oggi sempre più orientata al design attraverso la stretta collaborazione fra progettisti e tecnici, artisti e designer.
vetrai boemi, perpetuando una tradizione che si tramanda di padre in figlio da generazioni. L’organizzazione produttiva è sottoposta a un processo di innovazione continua che dà vita a oggetti universalmente apprezzati per l’elevata brillantezza, trasparenza e resistenza meccanica. Un’esperienza decennale quotidianamente verificata: nel pieno rispetto di un severo regolamento deontologico riguardante la protezione ambientale, l’azienda prevede anche la possibilità di sviluppare progetti alternativi basati sulle specifiche esigenze dei clienti. LE COLLEZIONI TRADIZIONALI Le più note sono sicuramente “Angela” e “Claudia”. La serie “Angela”, design by Alena Holišová, prodotta dal 2001, è caratterizzata da una perfetta combinazione di elementi classici. Inconfondibile e di successo è anche la serie “Claudia”, design by J. Matoušek, prodotta dal 1974, ancora al primo posto nelle vendite nel mondo con più di 150 milioni di pezzi venduti. Tra le collezioni più celebri, tutte progettate dai migliori designer della Repubblica Ceca, come Alena Holišová, Eva Švestková, Pelcl Jiri e Pavel Hlava, ricordiamo Diana, Giulia, Lara, Natalie, Maxima, Vintage, Vicenza, Bastia. LE DECORAZIONI Crystalex è sinonimo di successo anche nel campo della decorazione. Non sorprende quindi che durante la Fiera Ambiente a Francoforte abbia presentato più di cinquanta nuovi decori. La decorazione è una disciplina molto impegnativa: l’ artista non deve solo armonizzare il proprio tema alla forma del calice, ma anche orientare le proprie scelte al consumatore finale, tenendo conto delle specificità culturali e geografiche. L’obiettivo da raggiungere è la perfetta armonia in ogni dettaglio. Gli artisti di Crystalex
Crystalex Glassworks in Bohemia PRODUTTORE DEI CALICI “CLAUDIA”, LA SERIE PIÙ VENDUTA AL MONDO NEL SUO GENERE, CRYSTALEX SI DISTINGUE PER QUALITÀ, ALTA TECNOLOGIA, CON UN’AMPIA GAMMA DI FORME E COLORI, TRADIZIONALI TESTO MARCELLO MOSESSO FOTO ARCHIVIO CRYSTALEX CZ
I NUOVI PRODOTTI La collezione Crystalex annovera numerose serie di calici tradizionali, ma ha di recente ampliato la gamma dei suoi prodotti e decori, realizzando i bicchieri da degustazione “Sandra”, design by Crystalex, caratterizzati da una spiccata eleganza, sottolineata dalla forma romantica della coppa, e “Viola”, design by Vanda Mocová, che si rivolge soprattutto agli amanti del buon vino, un ottimo esempio di design minimalista insieme alla gamma di tumbler, i “Jive”, design by Crystalex. Interpreta linee classiche e tradizionali la serie romantica “Victoria”, design by Alena Holišová, da poco presentata ai consumatori. Notevole la vastità dell’assortimento attuale, che comprende più di 50 nuovi decori eseguiti con differenti tecniche di lavorazione. I prodotti Crystalex riflettono tutta l’abilità, l’artigianalità e la maestria degli esperti
utilizzano un’ampia varietà di tecniche decorative: pantografo da decorazione, incisione, pittura, serigrafia, decalcomanie, sabbiatura e diverse combinazioni di queste lavorazioni. INNOVAZIONI NEL SETTORE DELLE DECORAZIONI Mentre la collezione “Angela” celebra il suo decimo anniversario, la nuova serie “Victoria” presenta una gamma di decori realizzati con tecnologie quali l’incisione a pantografo con punta di diamante, arricchita da pittura e pittura a spruzzo. Nuovi decori anche per Maxima, Club e Eva, senza dimenticare un’ ampia serie di vasi decorati che costituiscono tradizionalmente un importante complemento della produzione Crystalex. In Italia il marchio Crystalex è distribuito da Borla Bohemia di Milano. Per informazioni info@bohemia.it www.crystalex.cz
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OGGETTI DESIGN MAGAZINE BY SHOP NEWS un evento ma una costellazione di eventi. Il design internazionale N onincontra cultura, marketing e stili di vita nella più importante manifestazione mondiale del settore: il Salone del Mobile di Milano, che nel 2011 festeggia i suoi primi 50 anni. Presentato a febbraio presso il Teatro Studio Expo di Milano in una conferenza stampa guidata da Bruno Vespa che ha avuto come ospiti personaggi come Matteo Marzotto e Oscar Farinetti, il creatore di Eataly, il Salone del Mobile è un’autentica festa per la città che ha visto aumentare i visitatori della kermesse dai 12.000 della prima edizione nel 1961 ai 297.460 del 2010. Nonostante la recente scomparsa del fondatore Rosario Messina, il Salone guarda al futuro e si conferma come parte integrante del tessuto della città, mettendo in evidenza come il design dilaghi nelle fibre della vita di ogni giorno, cambiando il nostro modo di percepirci negli spazi, il nostro rapporto intimo con l’oggetto. Inaugurato nel 1961, il Salone è inizialmente orientato verso aziende italiane produttrici di arredi. Con il passare degli anni la manifestazione si amplia esponenzialmente, consentendo ai marchi più prestigiosi dell’ industria globale del mobile di esibire i propri prodotti in un singolo evento di portata internazionale. Oggi il Salone, organizzato da Cosmit spa e ADI (Associazione per il Disegno Industriale), occupa un’area di quasi 230.000 mq, include 2500 aziende e, presso il SaloneSatellite, promuove circa 700 giovani designer ogni anno. Oltre 200.000 visitatori e partecipanti da più di 150 Paesi di tutto il mondo ne fanno un evento imponente che si ramifica al di fuori del polo fieristico di Rho Pero attraverso gli innumerevoli eventi del Fuorisalone (www.fuorisalone.it), che mutano per una settimana il volto di Milano trasformandola in un infinito spettacolo del design, che, dagli showroom, abbraccia le più belle quinte storiche della città. Un’edizione, questa, che insieme al Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, le biennali Euroluce e SaloneUfficio e il SaloneSatellite, vede ampliati anche i propri spazi, con un più ampio settore dedicato al design, una nuova collocazione per Euroluce e per il Salone Ufficio. In occasione primi 50 anni del Salone, il Triennale Design Museum ha dato il via alla quarta edizione della mostra “Le fabbriche dei sogni”, curata da Alberto Alessi: una serie di oggetti iconici dal dopoguerra a oggi che raccontano le “fabbriche del design italiano”, ovvero le aziende che hanno contribuito a trasformare l’immaginario collettivo, determinando il successo del design italiano nel mondo. www.cosmit.it
La conferenza stampa presentata da Bruno Vespa presso il Teatro Studio Expo. Ospiti Giovanni Terzi, Assessore alle Attività produttive, Politiche del Lavoro e dell’Occupazione, Oscar Farinetti, Irene Grandi, Ornella Vanoni, Matteo Marzotto, Arianna Errigo, Alberto Tomba. Sopra, un intervento di Carlo Guglielmi, Presidente Cosmit, Ornella Vanoni e Matteo Marzotto. Photo by Luciano Pascali.
I 50 Anni del Salone del Mobile
UN ANNIVERSARIO IMPORTANTE CHE CONFERMA IL SIGNIFICATO MONDIALE DI QUESTA KERMESSE IN CUI LE ECCELLENZE MADE IN ITALY SI CONFRONTANO CON IL MEGLIO DEL DESIGN INTERNAZIONALE Prova aperta dello spettacolo “Mani grandi, senza fine.Nascita e ascesa del design a Milano: i Castiglioni, Magistretti, Menghi, Sottsass, Viganò, Zanuso”. Di e con Laura Curino, regia di Laura Curino. Scenografia e immagini di Manolo De Giorgi. Luci, video, scelte musicali di Lucio Diana. Produzione Piccolo Teatro di Milano Teatro d’Europa. Photo by Attilio Marasco e Piccolo Teatro di Milano. Qui, a destra, l’allestimento di MartÍ Guixé per “Le fabbriche dei sogni” in mostra al Triennale Design Museum.
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roposte è la manifestazione fieristica specializzata per il tessile di qualità, che si svolge annualmente nella splendida cornice di Villa Erba a Cernobbio (Como). La fiera nasce nel 1993 per iniziativa dei più qualificati produttori del tessile d’arredamento italiano ed è promossa da Ascontex Promozioni e dal Consorzio Tendaggio Italiano. E’ un evento esclusivamente su invito, riservato a editori tessili, produttori di mobili imbottiti, grossisti, grandi catene di distribuzione e mondo del contract, che in questa cornice trovano le proposte più innovative e prestigiose per i tessuti di fascia alta, di lusso e di extra-lusso. 106 espositori italiani e internazionali, rigorosamente selezionati per la qualificazione delle aziende e dei rispettivi prodotti, per la correttezza professionale e per l’impegno nella ricerca e nella sperimentazione sia estetica sia tecnologica, presentano tessuti di elevata qualità, espressione del
migliore Made in Europe, a circa 7000 visitatori provenienti da Europa, Russia, Stati Uniti, Arabia Saudita. Seppure destinati prevalentemente alle residenze private, non mancano di appeal anche per il settore contract di alberghi, ristoranti, negozi e mezzi di trasporto, che nel tempo hanno acquisito sempre più interesse verso il tessile di qualità. L’intento dello staff organizzatore di Proposte, presieduto da Mauro Cavelli, è promuovere la qualità e lo stile Made in Europe nel tessuto d’arredo, favorendo la sinergia tra produttori da un lato e architetti, designer e stilisti del tessile dall’altro. Le iniziative in questo senso non restano circoscritte alla fiera annuale, ma si snodano nel corso dell’anno con incontri di approfondimento e tavole rotonde, dedicati al rapporto dei progettisti con il tessile (“Gli architetti amano il tessuto?”) o, come nella più recente conferenza stampa tenutasi a Milano nel novembre 2010, al ruolo del tessuto
Proposte Villa Erba Cernobbio
ANTEPRIMA MONDIALE DEL TESSUTO D’ARREDAMENTO E DEL TENDAGGIO NELLA 19° EDIZIONE A VILLA ERBA DELLA FIERA SPECIALIZZATA PIÙ ESCLUSIVA PER IL TESSILE D’ALTA GAMMA TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO PROPOSTE
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nell’arredo degli alberghi (“L’hotel senza tessuto?”), a cui hanno partecipato professionisti del calibro di Italo Rota, Matteo Thun, Rosita Missoni, che hanno illustrato le rispettive esperienze come progettisti e come utilizzatori finali. L’edizione 2011 di Proposte, che si svolge dal 4 al 6 maggio, indica esplicitamente nel proprio claim, “Dedicato ai designer”, l’impegno per rinnovare l’interesse dei progettisti verso il tessile e favorire la crescita, se non la nascita, dell’interior decorator, una figura poco presente nel panorama italiano dei professionisti dell’arredo. Il dialogo con i designer trova spazio a partire dall’immagine pubblicitaria della fiera, con una gara di progettazione aperta a tutti per la selezione del progetto annuale. Dai progetti pervenuti ed esaminati da una giuria di esperti vengono selezionati i tre finalisti, che verranno presentati in una mostra allestita all’interno di Proposte e sui quali potranno esprimere un parere anche gli espositori e i visitatori della fiera. L’immagine per l’edizione 2010, firmata dal designer newyorchese Karim Rashid, è stata insignita del Red Dot Award per la categoria “Communication design”. Non mancano i momenti dedicati alla cultura, con la consueta serata musicale, che quest’anno si svolgerà giovedì 5 maggio a partire dalle 18.30, con un concerto dell’Ensemble Strumentale Scaligero del Teatro alla Scala di Milano. www.propostefair.it
VILLA ERBA CERNOBBIO
Sopra, il complesso fieristico, progettato da Mario Bellini, e la storica residenza di Villa Erba. Qui a sinistra, la serata musicale nella Villa Antica. Nella pagina a sinistra, l’ingresso e i padiglioni della fiera e, sotto, una selezione di tessuti d’arredo d’alta gamma.
PROPOSTE 19° EDIZIONE
Villa Erba Cernobbio (Como) 4-5 maggio dalle 9 alle 18 6 maggio dalle 9 alle 16 Inaugurazione 4 maggio ore 11 Serata musicale 5 maggio ore 18.30 spazio espositivo 6.300 mq 106 espositori italiani e internazionali 7.000 visitatori nel 2010
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mbiente, leader mondiale delle fiere del settore casa, ha chiuso a febbraio l’edizione 2011 superando ogni aspettativa, con un incremento del 10% dei visitatori rispetto al 2010, saliti a oltre 144 mila e provenienti da ogni angolo del mondo, soprattutto da Italia, Paesi Bassi, Francia, USA e Svizzera. Le tendenze di ripresa dei consumi e il cauto ottimismo che si respirava già nella seconda metà del 2010 hanno trovato conferma nel trend positivo delle vendite registrate da tutti i settori della fiera, con punte maggiori per quei prodotti che hanno saputo coniugare qualità e sostenibilità, marchio e genuinità, design e funzionalità. Con queste premesse, l’appuntamento ad agosto con Tendence si preannuncia foriero di ulteriori successi, in linea con le analoghe performance positive registrate dalla fiera autunnale nell’edizione dell’anno scorso, con oltre 57 mila visitatori. Negli spazi espositivi dei settori dedicati al “Living” e al “Giving”, distribuiti nei padiglioni 8, 9, 10 e 11 per complessivi 71 mila metri quadri, oltre duemila espositori provenienti da 57 nazioni espongono a Tendence
le più attuali proposte di arredo creativo, lifestyle e articoli da regalo per l’imminente stagione autunnale e natalizia, con un’anteprima delle tendenze per la primavera e l’estate 2012. Il settore “Living” si articola in cinque sezioni tematiche, ciascuna dedicata a uno specifico ambito dell’abitare: “Interiors & Decoration” propone un’accurata selezione di concept e complementi d’arredo di alta gamma, mobili, prodotti tessili e lampade, “Loft” è lo spazio d’eccellenza per i complementi e gli accessori orientati al design, mentre “Seasonal Decoration and Outdoor Living” e “Passage Home & Garden” sono dedicati all’arredo, agli accessori e alla decorazione degli esterni, dal balcone al giardino. Nella scorsa edizione, il “Living” ha registrato un crescente interesse nei visitatori, che si recano a Tendence per questo settore nel 42% dei casi, premiando la fiera d’autunno come evento indipendente rispetto ad Ambiente. Mentre “Living” presenta accessori e articoli per la casa e per la tavola con prodotti emozionali, esclusivi ed eleganti, “Giving” riflette l’intera gamma degli articoli da regalo per ogni occasione, con prodotti lifestyle di
Tendence a Francoforte
APPUNTAMENTO FIERISTICO INTERNAZIONALE DEL SETTORE CASA,TENDENCE PRESENTA DAL 26 AL 30 AGOSTO I NUOVI TREND NELL’ARREDO E NEGLI ARTICOLI DA REGALO PER L’IMMINENTE STAGIONE INVERNALE E NATALIZIA, CON UN’ANTEPRIMA DEI PRODOTTI PER LA PROSSIMA PRIMAVERA/ESTATE TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO MESSE FRANKFURT
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qui, a sinistra, il padiglione 11 con la sezione “Young&Trendy” e l’accesso per i visitatori. Sotto, il padiglione 9 con la mostra dedicata ai 60 anni de “Il Piccolo Principe” e l’area lounge GZ. Nella pagina a sinistra, dall’alto, una conferenza nella sezione “Carat” dedicata ai gioielli nel padiglione 9, la mostra “Less and More. L’ethos del design di Dieter Rams” al padiglione 11, uno stand della sezione “Kids World”, i progetti “Talents” e “Next”, che ospitano giovani designer alle prime esperienze professionali.
tendenza, artigianato tradizionale in legno e gioielli di prestigio. Gli espositori della sezione “Young&Trendy” e “Kids World” al primo piano del padiglione 11 presentano le idee più fresche e di ultimo grido per il mondo dei bambini e dei ragazzi, mentre al regalo classico è dedicata “Gift Unlimited” al primo piano del padiglione 9. Sempre nel padiglione 9, al secondo piano sono ospitati i prodotti d’alto artigianato, le serie limitate e da collezionismo della sezione “Manufakturen&Collectables” con gli accessori personali, al terzo piano la vasta gamma di gioielli della sezione “Carat”. Per un settore soggetto a rapidi cambi di stile e tendenza, come quello del lifestyle, è importante offrire ai giovani talenti una piattaforma di contatti dove possano testare la commerciabilità delle loro idee e dei loro prototipi. Per questo Tendence è impegnata nella promozione di giovani designer e li sostiene con progetti come “Talents”, dedicato agli esordienti in cerca dei primi contatti, e “Next”, per i giovani imprenditori che hanno già avuto le prime esperienze professionali, ma desiderano consolidare la propria posizione. I progetti sono ospitati nella sezione “Loft” per i complementi e l’oggettistica di design e “Carat” per i gioielli. Come ad ogni edizione, anche quest’anno una nazione sarà Paese Partner di Tendence: nel 2011 i riflettori saranno puntati sull’Austria, con i suoi giovani designer, l’alto artigianato artistico, le sue eccellenze culturali e gastronomiche e un ricco calendario di spettacoli, presentazioni e dimostrazioni nella Galleria 1. www.tendence.messefrankfurt.com 197
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a novantesima edizione del Macef, il tradizionale appuntamento con il design e lo stile made in Italy per la casa e gli accessori di tendenza, con quasi duemila espositori su oltre 100 mila mq di spazio espositivo, ha chiuso i battenti lo scorso 30 gennaio registrando un sensibile incremento sia dei visitatori (+5%), che hanno toccato quota 95 mila, sia degli operatori stranieri (+10%), e un significativo aumento della presenza di aziende del comparto Bijoux, Oro, Moda & Accessori (+25%). Il carattere celebrativo della ricorrenza è stato sottolineato dal conferimento di numerosi riconoscimenti a quelle aziende, che hanno sempre posto Macef al centro della propria strategia commerciale, e da due mostre, curate dall’architetto Marco Migliari, che hanno ripercorso cinquant’anni di storia industriale italiana, “Storie del Quotidiano” e “Valori Plastici”, attraverso il cammino di aziende e prodotti icone del nostro ‘miracolo economico’, dalla caffettiera moka ai molteplici utilizzi della plastica. La seconda puntata dell’iniziativa “ComeSiFa”, curata da Anna e Gian Franco Gasparini e dedicata alla conoscenza e alla comunicazione della qualità del prodotto, ha coinvolto i visitatori del Macef nel padiglione 2-4 e il grande pubblico milanese di “Macef in Town” all’interno dello Spazio Sidecar. Macef è stato inoltre insignito di un importante riconoscimento internazionale, la Trade Fair Certification del Dipartimento del Commercio Americano, che consente di avviare un progetto di collaborazione commerciale con il Governo degli Sati Uniti. In attesa dell’edizione autunnale, in programma dall’8 all’11 settembre, Macef e ART, l’associazione nazionale distributori, produttori,
rivenditori di prodotti per la tavola, la cucina, il regalo e la decorazione della casa, organizzano “Educational Casastile”, una serie di workshop dedicati al punto vendita, che si svolgeranno a Torino, Catania, Roma e Napoli dal 9 maggio a giugno inoltrato. Importanti novità sono previste per l’edizione del Macef di settembre. Esordirà AbitaMi, una nuova area curata da Carlo Amadori e dedicata specificamente alla creatività, dove architetti e designer, imprenditori, rivenditori, giornalisti, analisti e trend setter potranno entrare direttamente in contatto con le più innovative tendenze dell’abitare contemporaneo. Macef di settembre presenterà, in uno speciale allestimento dedicato all’interno dello spazio fieristico, il progetto “Milano vs The World for Social Design”, curato dall’associazione “DCome Design”, fondata da Anty Pansera, Luisa Bocchietto, Loredana Sarti e Patrizia Scarzella per valorizzare e promuovere la creatività e la cultura d’impresa al femminile. Confermate le iniziative di successo delle ultime edizioni, come “Macef in Town”, punto d’incontro tra la community espositiva e il grande pubblico milanese, e i progetti “Creazioni”, in collaborazione con Artex, centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana, e “Creazioni Designer”, entrambi dedicati all’innovazione e all’artigianato di qualità. Il Salone Internazionale della Casa completerà infine il proprio restyling con una nuova immagine, ideata e realizzata da Alessandro Mendini, che infonde al logo quel suo tocco inconfondibile di freschezza, ponendo la casa, come sintesi e come obiettivo, al centro di uno spazio sempre in movimento, alimentato dalle suggestioni e dalle intuizioni espresse nell’area creativa AbitaMi. www.macef.it
Macef e AbitaMi a Milano
INCREMENTO DEI VISITATORI E DEGLI OPERATORI STRANIERI NELL’EDIZIONE DI PRIMAVERA, UN LABORATORIO DEDICATO ALLA CREATIVITÀ CON ABITAMI E UNA NUOVA IMMAGINE CURATA DA ALESSANDRO MENDINI PER L’APPUNTAMENTO CON L’EDIZIONE AUTUNNALE DALL’8 ALL’11 SETTEMBRE TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO MACEF
MACEF
In questa pagina: a sinistra, stand delle mostre “Valori Plastici” e, sotto, “Storie del Quotidiano”, curate da Marco Migliari per le celebrazioni della 90ª edizione di Macef. Qui a fianco e sotto, l’iniziativa “Come Si Fa” di Anna e Gian Franco Gasparini allo Spazio Sidecar per “Macef in Town”.
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Lettori a Confronto
Il dott. Edoardo Michielotto ci scrive sollecitandoci l’avvio di una Rubrica dedicata al confronto e allo scambio di idee, nella quale dare voce alle opinioni delle Aziende del settore dei complementi per la casa. Abbiamo aderito con convinzione, sperando nell’interesse e nella risposta sia delle Aziende sia dei punti vendita. Iniziamo con la pubblicazione di una lettera indirizzata dal dott. Michielotto alla dott.ssa Donatella Galli, in qualità di presidente dell’associazione ART Arti della Tavola e del Regalo. Gentile Dott.ssa Donatella Galli, le scrivo alcune riflessioni inerenti alle due riunioni avute con Macef e con ART durante una convocazione di assemblea ordinaria nel 2010. Pur condividendo pienamente tutti i punti emersi in entrambe le riunioni che evidenziano, per tutti gli adetti del settore, una grave crisi nelle vendite e in particolar modo una mancanza di cultura per la casa, la tavola ed il regalo, desidero far presente un altro aspetto che è stato solo in parte toccato da qualcuno e che ritengo giusto proporre alla sua attenzione per poterne discutere e trarne alcune considerazioni. Ci troviamo di fronte a una crisi mondiale che sta mettendo in difficoltà tutte le famiglie dato il costo della vita aumentato in modo crescente negli anni. I costi aziendali sono cresciuti in modo sproporzionato costringendo le aziende a dover rivedere i propri assetti interni e di conseguenza le strategie di mercato. Pensare dunque di poter uscire da soli da questo vortice sia come Azienda, sic et simpliciter, sia come Associazione, senza coinvolgere le istituzioni governative o le amministrazioni locali, credo non possa dare sufficiente ossigeno a questo settore e mettere le stesse aziende in condizioni di pianificare un rilancio nel medio-lungo periodo, pur consapevoli che questa crisi ha cambiato e cambierà usi e costumi delle persone. Per fare tutto ciò, ritengo sia fondamentale, 200
con molta pacatezza, far presente alle relative istituzioni le difficoltà che incontriamo e che, come sottolineato durante la riunione tenutasi presso gli uffici di Macef, il fatturato sviluppato da questo settore, e dal relativo indotto, sarebbe sicuramente una perdita economica e un mancato sviluppo anche dell’italianità di questo settore. Abbiamo anche noi gli stessi diritti degli agricoltori o dei metalmeccanici! A causa di questa crisi ci troveremo nel prossimo futuro di fronte a una netta separazione tra fascia medio alta di mercato e fascia medio bassa, ovvero a un numero importante di famiglie che, loro malgrado, si troveranno a non vivere più lo stile di vita mantenuto fino a prima (il lavoro è divenuto sempre più precario, il salario reale si è ridotto ecc…) e le aziende ‘Italiane’ dovranno trovare i mezzi per soddisfare questa clientela. Gli interventi vanno applicati a tutta la filiera produttiva e distributiva per consentire ai prodotti più economici o anche detti “low cost” di poter arrivare sul mercato con prezzi veramente competitivi, impedendo ai nuovi mercati emergenti di sostituirsi totalmente alla produzione italiana. Sono entusiasta che tali valutazioni, certamente con una maggiore profondità, siano state espresse in un articolo del “Corriere della sera” (del 19 ottobre 2010), che fotografa la nuova situazione del mercato potenziale: secondo il professor Luigi Campiglio, pro rettore dell’Università Cattolica di Milano, nei prossimi anni ci saranno 13/15.000.000 di famiglie italiane con un reddito disponibile di 1.500,00 al mese o poco meno. Per concludere, senza dilungarmi ulteriormente, vorrei puntualizzare che la mia preoccupazione vuole andare oltre alle difficoltà momentanee che ognuno dei giocatori di questo mercato dovrà risolversi, in funzione delle proprie capacità imprenditoriali all’interno della propria azienda, ma che dobbiamo pensare al futuro alla luce di quanto esposto prima, in particolare ad una nuova tipologia di clientela con capacità di spesa inferiore. Diviene quindi obbligatoria una collaborazione a cascata di tutti gli organi coinvolti (banche, governo, associazioni commercianti) per creare una nuova opportunità di mercato in grado di offrire un prodotto nuovo di qualità Italiana, con costi contenuti, in grado di rispondere alla nuova domanda di un cliente medio – basso. Oltre chiaramente a garantire alle aziende esistenti la possibilità di dare un cambio manageriale e generazionale con investimenti e previsioni per il futuro atti a creare un’economia locale e posti di lavoro sicuri. Pertanto auspico che si possa sfruttare l’appuntamento del prossimo Macef per un incontro pubblico con le autorità più significative che desiderano ascoltare gli elementi di criticità e le forti difficoltà che sta vivendo questo settore negli ultimi anni. Mi permetto di proporla come promotrice e moderatrice dell’ incontro, al fine di far emergere la forza che le aziende e la rete capillare di dettaglianti possono esprimere in termini economici sul territorio italiano. In attesa di una sua riflessione in tal senso le auguro un buon lavoro e le porgo i più cordiali saluti. Chi desidera commentare su queste pagine la lettera del dott. Michielotto, può inviare i suoi commenti alla redazione di OGGETTI DESIGN MAGAZINE redazione@johnsons.it
CORRIERE DELLA SERA Famiglie e consumi low cost Il nuovo mercato del made in Italy Da Intimissimi a Oviesse, cosa cambia con il calo dei redditi medi
Il mercato potenziale secondo
Luigi Campiglio della Cattolica Martedì 19 ottobre 2010
Dott. Edoardo Michielotto Direzione Vendite Michielotto spa edoardomichielotto@michielotto.com Tel. 0376 398187
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Maison & Objet a Parigi
DIRETTO DA ETIENNE COCHET, È IL TEMPIO INTERNAZIONALE DELLA MODE-MAISON E IL CROCEVIA DELLE TENDENZE E DEGLI STILI DELL’ABITARE CONTEMPORANEO E FUTURIBILE. AD OGNI EDIZIONE SI CONFERMA UN EVENTO IMPERDIBILE PER I PUNTI VENDITA, GLI ARCHITETTI, I DESIGNER E I DECORATORI D’INTERNI TESTO PATRIZIA TABONE FOTO F. VERDIER, F. AMIAND, FILLIOUX&FILLIOUX, O. RINDAL, P. SWIRC, AE-THION, ELECTRONIC SHADOW, T. YOSHIOKA
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ell’ultimo decennio il salone parigino dedicato alla mode-maison si è affermato come punto di riferimento fondamentale per i professionisti dell’arredo e della decorazione d’interni, un polo d’attrazione irresistibile per i creativi di tutto il mondo e un appuntamento irrinunciabile per grandi buyer e consulenti internazionali, ai quali Maison&Objet propone un’offerta sempre più trasversale e diversificata, qualitativamente eccellente e spiccatamente innovativa. L’edizione di gennaio 2011 ha confermato il costante trend positivo, registrando oltre 85 mila visitatori, tra buyer e consulenti, con una crescita del 7% delle provenienze internazionali e un rilevante incremento dai mercati più lontani, Stati Uniti (+25%), Russia (+30%) e Giappone (+41%). A ogni edizione del salone parigino l’Observatoire Maison&Objet, di cui fanno parte professionisti ed esperti, individua le nuove tendenze di consumo e gli stili emergenti, che confluiscono nella mise en scène di un triplice percorso espositivo, realizzato anche con le nuove proposte degli stessi espositori in fiera. Il tema prescelto per la 204
stagione 2011-2012 è Intensité, che racchiude il desiderio di esaltare l’esperienza del quotidiano per assaporare a fondo la vita, coniugato attraverso l’estetica frammentata e spigolosa dei giochi di luce e delle geometrie optical di Hypnotic, allestito da Vincent Grégoire per Nelly Rodi, l’esaltazione delle sensazioni visive e tattili e delle esperienze sensoriali di suoni e fragranze di Haute Tension, allestito da Elizabeth Leriche, e l’elogio della lentezza e della semplicità, attingendo agli archivi del folklore e alle forme archetipiche, di Unplugged, curato da François Bernard. Le tre tappe di questo percorso confluiscono, come di consueto, nell’omonimo Cahier d’Inspirations, giunto alla diciottesima edizione, strumento indispensabile per conservare l’impronta di quanto esposto. Creativo Maison&Objet per il 2011 è Edouard François, architetto, designer e urbanista, capofila dell’architettura verde per i suoi progetti molto attenti nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità. I saloni di Scènes d’intérieur e Maison&Objet Editeurs, riuniti da settembre 2010 nel nuovo padiglione 7, e Now! design à vivre nel contiguo padiglione 8,
Etienne Cochet
Edouard François
MAISON&OBJET
In queste pagine: nella pagina a sinistra, scenografia di Paola Navone, stand Bernardaud a “Scènes d’intérieur” e, sotto, vasi Fornasetti di Bitossi a “Now! design à vivre”e il Côté Déco al padiglione 5A. Qui, dall’alto, “Haute Tension” e “Hypnotic”, percorsi espositivi di “Intensité”, tema prescelto per la stagione 2011-2012. Qui sotto, lo chef Davide Scabin del ristorante Combal.Zero, con Oliviero Toscani a “Paris des Chefs” 2011.
I fratelli Erwan e Ronan Bouroullec
Dorothée Boissier e Patrick Gilles
MAISON&OBJET
In queste pagine: dall’alto, Etienne Cochet, creatore e direttore di Maison&Objet. Seguono E. François, creativo Maison&Objet 2011, i fratelli Bouroullec, designers 2011 di “Now! design à vivre”, e D. Boissier con P. Gilles, creativi 2011 di “Scènes d’Intérieur”.
hanno giocato un ruolo da protagonisti dell’eccellenza, con la regia talentuosa di Patrick Gilles e Dorothée Boissier, creativi dell’anno 2011 per Scènes d’intérieur, e le raffinate scenografie firmate da Paola Navone. Innovazione, creatività e nuove ispirazioni di design completano l’offerta di eccellenza del salone parigino nel padiglione Now! design à vivre, destinato ai nuovi talenti del design contemporaneo e all’incontro tra progettisti e industria. I creativi scelti a rappresentare l’edizione 2011 di Now! design à vivre sono i fratelli Erwan e Ronan Bouroullec, giovani talenti con un prestigioso curriculum di collaborazioni internazionali nel settore del design industriale. E nel cuore del padiglione dedicato al design non poteva mancare la seconda edizione di Tech’now!, la vetrina per le più attuali convergenze tra design e tecnologia. Si rinnova inoltre l’appuntamento con Craft, l’atelier per le professioni artistiche nel padiglione 4, e con Maison&Objet musée, lo spazio nella piazzetta del padiglione 6 dedicato al regalo culturale e alla comunicazione attraverso l’oggetto. Un ricco calendario di eventi coinvolge visitatori e grande pubblico parigino in occasione della fiera: cicli di conferenze, la Business Lounge special Archi.designer, uno spazio conviviale dedicato al Networking e agli appuntamenti d’affari con i diversi attori del settore e un’accoglienza individuale per orientare i consulenti nell’offerta del salone. La terza edizione dell’evento Paris des Chefs aperto al pubblico ha promosso l’incontro tra creativi e cucina d’autore. Il prossimo appuntamento con Maison&Objet, insieme a Meubles Paris, è dal 9 al 13 settembre 2011. www.maison-objet.com 205
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