PERIODICO MENSILE ITALIA (RIVISTA+DVD) 11,90€
BELGIUM 9,00€ • DEUTSCHELAND 11,00€ • ESPAÑA 14,50€ • FRANCE 13,00€ • ÖSTERREICH 8,50€ • PORTUGAL (CONT) 8,50€ • CANTON TICINO 24,00 chf • SVIZZERA 14,50 chf
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Photo: A. De Maria/Canon
WaveTwin Model Litewind 99 Ltd.
The wave twin is a result of a heritage on twinzer boards that has started already with the YEAR ZERO collection. Our first wave board line and convertible line of boards were all equipped with twin fins when no other brand was even thinking about this system of fins. After 13 years, a line of twinzer boards with a solid tested history...
WaveTwin 90 Ltd.
WaveTwin 82 Ltd.
WaveTwin 74 Ltd.
Volume
999 Lts L
90Lts
82Lts
74Lts
66Lts
Sizes
225x62cm
235x60cm
234x57.5cm
233x55cm
232xx52.5cm
Fins 2009 MFC TP 165 G-10 CNC Fi Box US Fin R路S路S 5.0-6.5
WaaveTwin 666 Ltd.
MFC TP 165 G-10 CNC
MFC TP 160 G-10 CNC
MFC TP 155 G-10 CNC
MFC TP 150 G-10 CNC
US
US
US
US
4.7-6.3
4.2-5.8
3.7-5.3
3.2-4.7
Pho Ph hhoto tto: o Da D rre rrell rellll W Won Wo oong/r g rd g/ rd
“New twin power”
www.robertoriccidesigns.com · info@robertoriccidesigns.com
Linkdistribution - tel. +39 0362 337568 - info@linkdistribution.com - www.simmersails.net
ANNO XV - NUMERO 120 FEBBRAIO / MARZO 2009
Victor Fernadez è l'atleta con le maggiori possibilità di diventare il nuovo Campione del Mondo Wave. Un personaggio umile ma determinato in gara, il suo stile aereo è semplicemente perfetto e se riuscirà fin dalla prima gara di Cabo Verde a stare sul podio, avrà notevoli chance di coronare il suo sogno.
DIRETTORE RESPONSABILE Cristiano Zanni • cristiano@jmag.it REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno
•
ragno@hipow.com
Victor Fernandez Back Loop PLACE Sunset Beach, Cape Town, Sud Africa FOTO DI John Carter RIDER MOVE
GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Michele Ivaldi • thechamp@hipow.com Marco Melloni • marcom@hipow.com Katiuscia de Letteriis • adv@jmag.it FOTOGRAFO SENIOR Raffaello Bastiani
•
raffaellob@hipow.com
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi: John Benamati, Fabio Calò, Gilles Calvet, Valentina Crugnola, Raimondo Gasperini, Alexander Hasch, Jerome Houyvet, Florian Jung, Mattia Pedrani, Matt Pritchard, Marco Revel, Nicola Spadea, Benjamin Thouard, Ivan Zecca. immagini: Raffaello Bastiani, Federica Bedeschi, John Benamati, Diego Boari, Gilles Calvet, Marco Cappadoro, John Carter, Howie Choo, Peter Garzke, Thorsten Indra, Marco Delledone, Giordano Masala, Valerio Pedrani, Axel Reese, Jean Souville, Benjamin Thouard.
Un altro anno è passato, ancora una volta molto velocemente. Noi di Funboard vi abbiamo proposto 8 numeri per accompagnarvi nel migliore dei modi in questo 2008. Ora inizia un nuovo anno e vi proponiamo una rivista completamente nuova dal punto di vista grafico che speriamo sarà di vostro gradimento. I contenuti e la divisione delle varie sezioni rimangono invariati, ma con elementi grafici nuovi.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it
In questo inizio di anno, non mi va di scrivere di windsurf, di cosa sta accadendo nel nostro amato sport, di cosa ci attende o di cosa dobbiamo augurarci. Purtroppo le cose non vanno sempre nel migliore dei modi, non sarebbe vita reale, e in questi
AMMINISTRATORE DELEGATO
mesi invernali, durante la lavorazione di questo numero abbiamo dovuto affrontare situazioni
Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com
difficili, alcune persone ci hanno lasciato, altre ce l'hanno fatta. Ma come retoricamente si
RESPONSABILE DIFFUSIONE Piero Monico • pierom@hipow.com
dice in questi casi la vita va avanti, e solo dentro di noi, grazie ai ricordi, i nostri cari
SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com
Riccardo non ce l'ha fatta. Domenica 19 gennaio le previsioni di vento per la Liguria erano
continuano a restarci accanto. ottime, e mentre il nord Italia era stretto nella morsa del ghiaccio, centinaia di windsurfisti
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA A&G Marco - Via De Amicis 53 - 20123 Milano.
sceglievano di passare la domenica ad Andora; tra questi c'era anche Riccardo, local del posto. Io non conoscevo Riccardo personalmente ma ero lì con lui a fare windsurf, insieme a tantissimi altri ragazzi e ragazze; alcuni di loro hanno visto che l'amico Riccardo non si
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano
alzava più. Hanno cercato di soccorrerlo con le loro forze e possibilità, mentre gli uomini della guardia
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costiera, tardavano ad arrivare. Riccardo ora non è più tra noi ma vogliamo continuare ad immaginarlo che continua a planare sereno, in qualche luogo con il suo windsurf. Ciao Riccardo
MODALITA' DI PAGAMENTO C/C postale n°. 89636328 Intestato a: ACME Italia srl - Acme Italia, via Portuense, 1555 Isola N/47 - 00148 Roma - Bonifico Bancario intestato a ACME Italia srl - Banca Sella Ag.14 c/c 052843274590 Abi 03268 Cab 03214 - Iban IT 18 V 03268 03214 052843274590 SWIFT SELBIT2BXXX - Carta di Credito tramite Tel +39 06 65000808 - Fax + 39 06 65000367 e-mail: subscriptions@subacme.com
Fabio I-720
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PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/ novembre, dicembre/gennaio
STAMPA Alfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
ISSN 1124-0261 registrazione Tribunale di Milano n.5 del 14.01.1995 ROC - Registro Operatori di Comunicazione - 1234
Funboard è una testata della casa editrice JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite), Snowb (snowboard) e le riviste Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite) Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle) 6:00AM (skateboard), GirLand (femminile), e MainSail (vela).
Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista. Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.
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Andrea Rosati al Motor Show.
ANDREA ROSATI AL MOTOR SHOW Il team rider RRD Andrea Rosati è stato protagonista di un paio di giorni da superstar al Motor Show di Bologna. Il primo week end di dicembre Andrea si è gustato un appagante bagno di folla presso lo stand della Nissan con tanto di interviste, lancio di gadget e distribuzione di poster dedicati e autografati ad una nutrita schiera di inaspettati fan! Andrea si trovava a qualche centinaio di chilometri dal suo elemento naturale, ma a dimostrato di trovarsi perfettamente a suo agio mentre rilasciava interviste e distribuiva autografi. L'unica difficoltà incontrata è stata il rischio di una tendinite al polso: bazzecole per un duro windsurfista! Andrea si trovava al Motor Show per suggellare la fruttuosa collaborazione che ormai da anni lega i brand RRD e Nissan, all'interno del progetto Nissan Sport Adventure.
Ivan Zecca premia un local al SWR.
ALBERTO MENEGATTI AI MONDIALI SLALOM IN SUDAFRICA Alberto Menegatti conquista la medaglia di bronzo ai Mondiali Slalom in Sud Africa. Una ventina di atleti hanno preso parte all'edizione 2008 dei Campionati Mondiali Slalom, riposizionati in Sudafrica dal 4 al 10 gennaio dopo la rinuncia degli organizzatori portoghesi. Il periodo, collocato nella parte finale delle vacanze di Capodanno e le incertezze sulla sede, hanno tenuto lontano la grande flotta, ma erano comunque rappresentati dodici paesi e tre continenti con i loro migliori atleti, numeri tali da rendere valido l'evento. La difesa dei colori italiani era affidata ai due protagonisti della stagione, il campione nazionale Alberto Menegatti e il vice-campione Andrea Rosati. Rivali più accreditati sulla carta erano l'inglese Ross Williams, l'olandese Ben Van Der Steen, il tedesco Klaas Voget e l'austriaco Markus Poltenstein.
SALENTO WAVE RIDER EDIZIONE 2008 Sulla scia del grande successo dell'edizione precedente, il tanto atteso evento (SWR Salento Wave Rider) che si aspettava per allietare le festività natalizie nel bellissimo scenario di Porto Cesareo, per mancanza di condizioni meteo idonee si è svolto domenica 4 gennaio 2009 sotto forma di un raduno sportivo. Anche senza vento, la forte volontà che da sempre distingue i praticanti del windsurf ha comunque garantito ampia adesione alla manifestazione. “SWR Salento Wave Rider” è un appuntamento che richiama nel mare di Porto Cesareo centinaia di surfisti da tutta Italia per uno sport, quello del windsurf, dipendente da condizioni meteorologiche non sempre facilmente prevedibili. Il raduno, dunque, svoltosi presso il ristorante “L'angolo di Beppe” a Porto Cesareo in località Torre Lapillo è stato accompagnato da un ricco buffet, offerto dalla struttura ospite e dalla distribuzione di numerosi gadget offerti dalle notorie marche del settore quali: Quiksilver, Tecno Limits, Pat Love. La serata è stata allietata da musica dal vivo e pubblicizzata dai mass media locali. Nella stessa occasione, a dimostrazione dello spirito sportivo e altruistico dell'evento, si è svolta anche una raccolta fondi per l'associazione “Cuore Amico”, associazione benefica che aiuta i bambini e famiglie bisognose con gravi patologie. L'associazione sportiva dilettantistica e culturale “Meteo Porto Cesareo” con il patrocinio e il supporto del Comune di Porto Cesareo rilancia l'invito ad un nuovo incontro sportivo agonistico nazionale per l'anno 2009. Foto e reportage dell'evento sul sito www.meteoportocesareo.com
ANDREA ROSATI AI CAMPIONATI AFRICANI WAVE PERFORMANCE Andrea Rosati si è portato a casa un quinto posto ai Campionati africani di Wave che si sono svolti a Cape Town. Parallelamente ai Mondiali Slalom, una trentina di atleti, quasi la metà dei quali sudafricani, hanno preso parte ai Campionati Africani Open Wave Performance, in cui si è cimentato Andrea Rosati, che ha dimostrato ancora una volta, come accaduto nella stagione italiana, di essere uno dei rari atleti polivalenti, capaci di esprimersi al meglio sia nello Slalom che nelle discipline artistiche. Andrea si è classificato quinto, alle spalle del vincitore, l'inglese Phil Horrocks, del tedesco Klaas Voget, dell'olandese Kevin Mevissen già protagonista all'Efpt e dell'altro inglese Ben Profit. 12
MATTIA PEDRANI CON STARBOARD E MAVERX Il forte freestyler e waver Mattia Pedrani, Campione Italiano Freestyle 2008 e 13° in classifica finale del PWA Freestyle 2008, entra a far parte del team Maverx. Il 23enne Mattia, si allena quotidianamente nel suo home spot, al Lago di Garda, e per la stagione 2009 sarà impegnato sui campi nazionali ed internazionali di freestyle per confermare il proprio titolo e per migliorare la sua posizione nel prestigioso tour mondiale del PWA, portando nuovamente Maverx ai vertici delle classifiche, dopo la collaborazione dell'ex-Campione Italiano ed Europeo Matteo Guazzoni, Maverx è orgogliosa di avere nel suo team un nuovo rider del calibro di Mattia, che metterà a dura prova i suoi nuovi alberi Maverx, sia sull'acqua piatta che sulle onde. Da inizio anno Mattia sta già surfando la glaciale Malcesine e gli spot del sud della Francia, decisamente con temperature più umane, con gli alberi Maverx Stilo 2009 abbinati alle vele Simmer. Mattia ha bisogno di potenza, reattività e affidabilità, caratteristiche tutte racchiuse Mattia Pedrani con i suoi nuovi negli alberi Maverx, per poter dare il 100% in acqua! sponsor: Starboard e Maverx. Mattia va ad affiancare gli altri componenti del team © Valerio Pedrani Maverx che per il 2009 sarà composto dal talentuoso waver italo-hawaiiano Francisco Porcella, da Fabio Calò, rider wave-freestyle, dal waver sardo Andrea Mariotti, local della Ciaccia, e dal tester ufficiale Walter Scotto, che da Tenerife testa la resistenza degli alberi Maverx atterrando dai suoi altissimi salti. Per info: web www.maverx.it; tel 051.6605154. Mattia Pedrani, fresco acquisto Simmer , lascia Mistral per il Team International Starboard. L'atleta ventitreenne girerà il globo con le sue Flare 106L (freestyle) ed Evil Twin 80 ed 87 (wave twinzer) per sfornare immagini e video sempre più interessanti. Mattia, ha già testato i suoi nuovi proiettili wave in Francia in condizioni side-on ed è rimasto a bocca aperta! Eccellente anche il Flare, che nell’home spot di Malcesine plana e stacca con una facilità imbarazzante grazie alla leggerezza della costruzione WoodCarbon. Mattia ringrazia Mistral e Tomasoni per tutto l’aiuto ricevuto dal 2002 al 2008!
FLORIAN JUNG, SYLVAIN DEMERCASTEL, EDVAN SOUZA CON RRD RRD continua nella sua campagna di acquisti facendo entrare nel suo folto team 3 nuovi personaggi. Florian Jung, giovane rider tedesco che gira il mondo per scoprire nuovi spot e per allenarsi per le gare wave, i report dei suoi viaggi li potete trovare sul suo sito e sulle migliori riviste internazionali. Sylvain Demercastel, l'anima rock del windsurf, rider francese alla ricerca di nuove onde per produrre i suoi bellissimi film e trip project. Edvan Souza, giovane freestyler di Jericoacoara (Brasile) che sarà impegnato nel circuito EFPT e PWA per la stagione 2009.
Edvan Souza
Florian Jung
“Brawzinho”
NUOVI ACQUISTI PER NORTH SAILS E FANATIC North Sails punta per il 2009 su due giovani rider che possono aspirare al titolo di specialità, freestyle e wave, per la prossima stagione PWA 2009. Victor Fernandez passa così ad affiancare l'altro sorprendente acquisto, Marcilio “Brawzinho” Browne, che oltre alle vele North Sails per il 2009 sarà anche motorizzato dalle tavole Fanatic.
IVAN ZECCA CON GOYA Il forte waver pugliese Ivan Zecca dal 2009 entra a far parte del team Goya Sails International grazie al supporto dell'importatore australiano del marchio, Alberto Caielli. In questo momento Ivan, dopo diversi anni passati a Gran Canaria, si trova in Australia per allenarsi in vista della tappa del PWA di Pozo del prossimo luglio e per prendere confidenza con le sue nuove vele. Anche per le tavole Ivan ha scelto di continuare ad utilizzare le Goya Boards.
Francisco Porcella
Victor Fernandez
Ivan Zecca e Alberto.
FRANCISCO PORCELLA ATLETA DROPS 2009 Dopo un breve intervallo il giovane e talentuosissimo italo/hawaiiano Francisco Porcella rientra in casa Drops per lanciare una sfida all'elite mondiale del wave. Nel 2009 infatti utilizzerà le tavole italiane nel tour wave mondiale, ben convinto del proprio potenziale rafforzato dai “ferri” della Factory Drops, come le più estreme Witch, adatte alle condizioni Hawaiiane soprattutto side/side-off e le più plananti, ma ugualmente dinamiche e grintose Concrete Wave. Il contributo di Francisco alla Drops sarà sicuramente energetico e creativo; un in bocca al lupo dunque a questo atleta che ha le credenziali per sfondare nel tour mondiale. Oltre alle gare potremo seguire le sue scorribande sulle più belle e pericolose onde del pianeta grazie a video e report che si trovano sul nuovo sito Drops, arricchito tra l'altro dal negozio virtuale. E' possibile infatti acquistare online gli stessi giocattoli wave ad un prezzo ultra scontato grazie alla vendita diretta… Da subito e non solo a fine stagione, il tutto senza dover rinunciare alla qualità, alla solidità e al peso ridotto.
Raimondo Gasperini
RAIMONDO GASPERINI CON SEVERNE Raimondo Gasperini cambia vele, e passa a Severne. Dopo tanti anni di militanza e successi con il marchio Hot Sails, per il 2009 Raimondo cambia veleria ed entra a far parte del team internazionale Severne. La veleria australiana è divenuta in pochi anni leader nel mercato mondiale, le nuove vele saranno nelle mani di Ray in tutte le competizioni, surf trip e stage insieme alle tavole Starboard. L'accoppiata Severne e Starboard per Ray è stata una successione ovvia. Per l'atleta romano non è stato facile separarsi dalla sua ex veleria, soprattutto per motivi affettivi, ma tutti gli atleti devono necessariamente seguire il corso delle cose e a volte il cambiamento è necessario. Raimondo desidera ringraziare Jeffrey Henderson della Hot Sails per tutto il supporto avuto in questi anni passati insieme e i tantissimi titoli conseguiti. Ray userà le nuove Blade per il wave e le S1 per il freestyle, senza disdegnare anche qualche performance in slalom con le nuove velocissime Code Red.
Bjorn Dunkerbeck con i suoi nuovi sponsor 2009, e una novità tra le mani...
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BJORN DUNKERBECK E DANI BRUCH CON SEVERNE Severne ha giocato bene le proprie carte e quest'inverno ha arruolato due nuovi rider eccellenti. Il primo e Dani Bruch, fortissimo waver di Tenerife che quest'anno ha ottenuto uno strepitoso terzo posto alla tappa wave PWA di Pozo. Il secondo, che non ha certo bisogno di presentazioni, è Bjorn Dunkerbeck. Il 12 volte Campione del Mondo, leggenda vivente del nostro sport, dopo essere di recente entrato nel team Starboard, ha firmato anche con Severne. Bjorn lavorerà a stretto contatto con Ben Severne per migliorare ulteriormente le vele race e per creare la più veloce vela del pianeta. Svein Rasmussen è orgoglioso di avere un tale campione nel suo team ed è convinto che non sia solo un importante passo per Bjorn, ma un passo da giganti per Severne.
ANTOINE ALBEAU CON JP AUSTRALIA WWW.DROPS.NET Drops inizia il 2009 con una vera e propria rivoluzione… Senza tagli di teste… Ma con un taglio dei prezzi! Poiché sempre più appassionati navigano abitualmente in Internet, grazie alla vendita online sul sito www.drops.net, si è potuto praticare una drastica riduzione del 30 e anche del 35%, da subito, in modo che possiate comprarvi uno splendido giocattolino senza dover aspettare i saldi di fine anno. E la qualità? Ancora migliorata e paragonabile al top della produzione internazionale (un esempio: tutte le tavole sono full sandwich monoscocca carbon kevlar, senza bordi di giuntura, tecnica “esclusiva” che salvaguarda la parte più delicata delle tavole costruite a stampo: i bordi di giuntura). Le performance?... Quelle ottime di sempre, chi ha provato una tavola shapata dalle esperte mani di Mario Vinti, conosce lo splendido feeling che si prova e che regala planate e divertimento senza limiti. Il prezzo? Grazie alla vendita diretta è più basso che mai, tutte le tavole edizione 2009 sono acquistabili a partire da 910¤, e chiamando la Drops potrete scoprire offerte ancora più esagerate… Da 650¤, per una tavola di qualità, non usata, ma nuova! Per info: Drops tel: 075841542; fax 075841477; www.drops.net; e-mail info@drops.net
È finalmente ufficiale, l'uomo da battere, il più veloce di tutti, il 3 volte Campione del Mondo Slalom, il francese Antoine Albeau entra a far parte del team JP Australia firmando un contratto di 3 anni. Antoine è già al lavoro con lo shaper Werner Gnigler sulle sue prossime tavole slalom per continuare ad essere il numero uno. © Jerome Houyvet
SAFAGA: LA TUA VACANZA WINDSURF Hai voglia di vacanza? Hai voglia di planare al caldo in uno degli spot più ventosi al mondo con un mare incantevole e temperature elevate? Se la risposta è sì allora devi sapere che con un volo di sole quattro ore puoi raggiungere il Vasco Renna Surf Center di Safaga in Egitto sul Mar Rosso. Il Vasco Renna Professional Surf Center è ubicato in una bellissima baia all'interno dell'Hotel Paradise Beach Resort. Nel centro di Vasco si possono trovare tutti i modelli 2009 delle tavole windsurf Fanatic e delle vele Gaastra. I corsi di windsurf per principianti si svolgono nella baia del Centro mentre i corsi avanzati oltre che al centro si svolgono sull'isola di Tobia. Il centro di Vasco offre infatti la straordinaria possibilità di avere a disposizione una scuola di surf galleggiante così si caricano tavole e vele sulla barca della scuola e si salpa tutti insieme verso il paradisiaco scenario dell'isola di Tobia dove l'intensità del vento è sempre superiore rispetto alla costa e permette ai surfisti di planare e fare manovre radicali con un vento costante. Per info: Vasco Renna Professional Surf Center, tel 0464.505993, fax 0464.506254; www.vascorenna.com; e-mail: info@vascorenna.com. Per prenotazioni e informazioni: Sun+Fun, Anneliese Wanke, tel 0365.953204, 0365.918700; fax 0365.953526, www.vacanzewindsurf.com, email: italiacinzia@sunandfun.de
CHIOD FUORI ONDA Ecco una proposta che può interessare tutti gli aficionados di Chiod, il fumettaro che da anni canta le gesta dei windsurfisti nostrani cogliendone gli aspetti più ridicoli e grotteschi. Esce ora “Fuori Onda”, la sua terza raccolta di fumetti in edizione limitata a 100 copie, numerate e personalizzate. Il volume contiene fumetti e vignette pubblicati su Funboard e Windsurf Italia dal 1999 ad oggi, più diversi disegni inediti. È un'edizione in stampa digitale ad alta qualità su carta semilucida da 160g, 54 pagine a colori, rilegate con spirale metallica e copertina plastificata. Le copie saranno firmate e numerate da 1 a 100. Solo per gli aficionados che aderiranno a questa proposta personalizzata verrà inserita una pagina in carta Fabriano acquerello con un disegno originale a colori. Costo dell'investimento è di 45 ¤ più 8 ¤ per spese postali. Chi è interessato può scrivere una e-mail a chiod@chiod.com o telefonare al 339 7150472: riceverà informazioni sulle modalità di pagamento e sulla spedizione.
RRD WAVE CULT LINES AND X-TECHTM TECHNOLOGY La collezione Year14/2009 RRD si propone con diverse novità, per quanto riguarda nuovi shape, grafiche, dettagli e non potevano mancare innovazioni importanti anche sul fronte delle tecnologie di costruzione. Una delle novità più interessanti, infatti, è sicuramente l'introduzione della tecnologia di costruzione X-TechTM, una nuova tecnologia di costruzione in sandwich che consente di avere la resistenza strutturale e meccanica della tecnologia Wood 2008, ad un peso leggermente inferiore. Il tutto ad un prezzo interessante, cosa che rende le tavole ancora più accessibili al grande pubblico. Le prestazioni della tecnologia X-TechTM sono tali che per il 2009 Roberto Ricci ha pensato bene di produrre le linee WaveCult Hard Core e WaveCult solo con questa tecnologia di costruzione. La sempre più completa linea FreestyleWave sarà disponibile invece sia in tecnologia X-TechTM, sia in tecnologia LTD che quest'anno è stata portata ad uno step di prestazioni (e di prezzo, ndr) ancora superiori e sarà disponibile solo per le linee di altissima gamma WaveTwin, TwinTip, X-Fire e FreestyleWave, appunto. Viste ai raggi X, le tavole prodotte con tecnologia X-TechTM hanno coperta e carena realizzate con un sandwich di schiume EPS/Glass/SX 42 hi density impiallacciate in legno e laminate in Biaxial Glass con processo Custom. Si tratta pertanto di una tecnologia studiata per ottenere un compromesso imbattibile fra prestazioni, leggerezza e prezzo. Per quanto riguarda gli shape della collezione 2009, come abbiamo detto Roberto Ricci aggiorna la tecnologia di costruzione delle linee WaveCult Hard Core e WaveCult, ma conferma in toto gli shape.
Tutti i volumi (65, 70, 75lt) hanno la stessa lunghezza di 234 cm. Le outline sono allungate e strette, così come le prue e le poppe. La carena ha un disegno Full Double Concave, shapato all'interno di una configurazione rail-to-rail full single concave. La linea WaveCult (75, 80, 85 e 90) ha la grande prerogativa di poter essere utilizzata in una grande varietà di onde e condizioni, e in special modo in condizioni di chop e vento on-shore. Si tratta di shape dall'elevato potenziale per salti e anticipo di planata, capace di dispensare pure vibrazioni wave! La linea Wave Cult X-TechTM ha il più elevato potenziale per poter essere utilizzata nella più grande varietà di onde, specialmente in acque con molto chop e condizioni on-shore. Le tavole hanno differenti lunghezze per ogni misura di volume: 75,80,85,90 lt. Outline arrotondate e larghe, così come il design di poppe e prue, per migliorare le prestazioni all-round. Carena Full double Concave su una configurazione rail-to-rail a V, per garantire surfate fluide e facili fruibili a tutti.
RRD WaveCult Hard Core RRD WaveCult
WaveCult Hard Core (65, 70 e 75) è la linea di tavole wave disegnata per i giorni in cui le condizioni cominciano a diventare serie. Lo shape è caratterizzato da una linea scoop-rocker sicura, radicale e ben testata, sviluppata per fornire potenza e controllo in ogni situazione. Le Wave Cult HC X-TechTM sono tavole disegnate per onde grandi e pulite e hanno un grande potenziale di controllo alle velocità elevate.
RRD X-FIRE 112 LTD 2009 Il PWA ha da poco ufficializzato la lista delle tavole di serie 2009 che potranno partecipare alle tappe slalom dell'imminente stagione professionistica PWA. Fra tutte le novità più o meno annunciate, ne spicca una tutta made in Italy. Si tratta di un nuovo modello slalom prodotto in serie dalla casa grossetana RRD: l'X-Fire 112 LTD 2009. Stagione nuova, regole nuove. L'introduzione del nuovo regolamento PWA slalom 63. Questo significa che con soli tre modelli di tavole scelti all'inizio della stagione bisogna essere in grado di esprimere le massime prestazioni in tutte le condizioni, dal vento nucleare di Pozo, al vento imprevedibile e rafficato della Costa Brava e tutte le possibili condizioni intermedie di vento più forte o più debole del previsto. Ecco perché Roberto Ricci e il suo team R&D hanno sentito l'esigenza di sviluppare e produrre un nuovo modello che si andasse ad inserire fra l'X-Fire 105 e l'X-Fire 120. Inutile dire che si tratta di un modello che darà ai windsurfisti pesanti come Finian Maynard (magari anche con qualche chilo in meno) l'opzione giusta da abbinare all'X-Fire 135 per tappe in località caratterizzate da vento medio e leggero, e all'X-Fire 90 in occasione di tappe in località con vento da medio a molto forte. I rider più leggeri potranno invece orientare la propria scelta sulla combinazione XFire 120, 105 e 90. Lo shape dell'X-Fire 112 LTD si integra perfettamente con la filosofia della linea, che prevede un'aspect ratio corta e larga per i modelli da vento leggero, che diventa via via più stretta e allungata per i modelli da vento forte. L'X-Fire 120 è lungo 235 cm, largo 70 cm, ha un volume di 112 litri e carena caratterizzata step di superficie e profondità ridotta rispetto a quelli dell'X-Fire 120. Si tratta di una tavola slalom con un ottimo anticipo di planata e velocità di punta che fa della facilità di conduzione una delle proprie caratteristiche vincenti, assieme alla facilità di conduzione in strambata e alla pronta accelerazione in uscita di strambata. Gli step di poppa a profondità ridotta aiutano la tavola a restare più libera sull'acqua, ma garantiscono un grip e un assetto ideali alla tavola anche in condizioni di vento forte. Insomma una vera e propria macchina da competizione, che vedremo presto impegnata su tutti i campi di regata più prestigiosi. 16
La tecnologia di costruzione LTD è la medesima del resto della gamma, con coperta e carena realizzate in Custom Made Full Herex 75 sandwich con coperta laminata a mano in Carbonio Biassiale. X-FIRE 112 Lunghezza: 235cm - Larghezza: 69cm - Volume: 112 Pinna: MFC SL2 40 G10 CNC - Scassa: Tuttle - Range Vele: 5.5-8.0 - Peso: 6,5 Programma: slalom - Shaper: Roberto Ricci, Aurelio Verdi Distribuzione: Ricci International, tel: 0564.452304 Website: www.robertoriccidesigns.com Andrea Rosati. © courtesy RRD
NORTH SAILS, 3-PIECE MAST SYSTEM Il rivoluzionario sistema North Sails di albero in 3 pezzi. Tutti parlano di quanto sia complicato il windsurf. Quando ci tocca trasportare il nostro materiale da windusurf, sembra che stiamo traslocando, specialmente a confronto dei kitesurfer. Spesso capita che l'albero, così lungo e ingombrante finisca tra i piedi. Questo componente chiave dell'attrezzatura, infatti, risulta il più scomodo da portarsi appresso. Non c'è niente di più fastidioso e dannoso di un albero che continui a scivolare avanti e indietro all'interno della sacca col resto del materiale. Non parliamo poi dei danni ai parabrezza della macchina o, nel peggiore dei casi, ai cristalli frantumati quando si è chiuso il bagaglio senza far bene i calcoli. Ora, North Sails, propone una soluzione innovativa: North Sails Silver SDM_ / RDM_ - il nuovissimo albero tri-pezzo! In macchina o in aereo, finalmente tutto il rig si riesce ad infilare nella stessa sacca, grazie alle dimensioni ridotte occupate dall'albero. Ogni segmento di questo nuovo albero, infatti, può essere separato e ha singolarmente una lunghezza di meno di 2 metri. Il nuovo albero tri-pezzo della North Sails non solo aumenta il comfort nel trasporto fino al 25% grazie alla riduzione della lunghezza complessiva, ma offre anche molti altri vantaggi. In media il windsurfista tipo, necessita di almeno 2-3 alberi di lunghezza diversa al giorno d'oggi, combinazione che si può ottenere acquistando 1 solo albero intero in 3 pezzi e 2 pezzi centrali in più, di lunghezza diversa. Così facendo si risparmiano un sacco di soldi in quanto l'albero munito di pezzi centrali intercambiabili costa circa il 40% meno di 3 alberi convenzionali in 2 pezzi (patent pending sulla tecnologia intercambiabile del pezzo centrale). Per finire in bellezza, l'albero tri-pezzo assicura una curva più armoniosa rispetto ai vecchi alberi bipezzo, grazie al secondo giunto di connessione. Il centro della curva di un albero è situato proprio dove c'è il giunto di connessione, in un albero bipezzo. Questo comporta inevitabilmente un notevole aumento di rigidità in questa zona, sottoposta a curvature violente. L'albero tri-pezzo invece lavora in modo diverso non c'è un irrigidimento nella zona critica. Proprio per queste ragioni il North Sails
Silver SDM_ è la scelta ottimale per tutti quei windsurfisti che viaggiano spesso o hanno macchine piccole, o coloro che vogliono risparmiare non dovendo più acquistare due alberi completi per coprire due diverse lunghezze. Ovviamente l'albero Silver_ è disponibile anche nella versione RDM, che offre gli stessi vantaggi della versione SDM con pezzo centrale intercambiabile e una maneggevolezza ancora più accentuata. • Background storico:_fin dall'inizio North Sails ha cercato di rendere questo complicato sport il più facile ed accessibile a tutti. Per esempio basti guardare il sistema di Visual Trim, oppure le prolunghe rivoluzionarie con sistema Power XT. Questa è stata la ragione principale che ha finalmente spinto a rivoluzionare anche l'albero, come componente del rig. Il sistema di albero a 3 pezzi di North Sails è stato disegnato e sviluppato nel corso degli ultimi 2 anni in tutte le condizioni possibili, assicurando a North Sails un'altra innovazione storica!
SELECT INDUSTRY Come leader del mercato nel mondo delle pinne, Select vuole stupirci ancora una volta, una gamma completa per tutte le esigenze e per tutti i tipi di tavole, ben 28 shape per un totale di oltre 500 modelli. Tutta la ricerca e la tenacia nel produrre un prodotto di alta qualità e prestazioni nasce dall'esigenza di ovviare al problema pinne di serie, vi chiederete il perché… Come ben saprete, ormai tutte le tavole sono prodotte “made-in-Thailand” e le relative pinne, quando fornite, sono prive di qualità e prestazioni perché seguono il principio low-cost. Cercando di mantenere alto il livello qualitativo delle tavole nella costruzione e nell'innovazione degli shape a volte viene a meno la qualità degli accessori. Per questo motivo Select continua la ricerca e lo sviluppo di nuovi materiali e shape che siano sempre all'avanguardia e seguano lo sviluppo delle nuove tavole, infatti per il 2009 la gamma si divide in 3 grandi gruppi e ben 9 nuovi modelli.
17 modelli che vanno dal race al wave mantenendo un prezzo che va dai 135,00 agli 89,00 euro. SPECIAL LINE Una serie limitata di pinne free-ride e wave di tutto rispetto, ben 6 modelli che vanno dai 79,00 ai 59,00 euro. Nata per poter aver sempre una pinna di scorta e per poter finalmente farsi un set di pinne wave completo, in modo da cominciare a capire l'importanza dell'out-line e della misura a seconda delle condizioni di mare e vento.
ELITE Il massimo della ricerca e dello sviluppo, la costruzione custom di ogni pinna, applicata alle migliori tecniche di lavorazione del carbonio, per ottenere il massimo delle prestazioni rispettando il know-how ricevuto dagli atleti di coppa del mondo di race-slalom-speed. 6 modelli che soddisferanno tutte le tue esigenze, ad un prezzo sotto i 300.00 euro. PRO SERIES Best performance, la realizzazione di un prodotto all'avanguardia che deriva dallo sviluppo delle R&C utilizzando una tecnica di costruzione innovativa “prepreg-carbon” atta a garantire il massimo delle performance e della durata della pinna mantenendo un rapporto qualità prezzo imbattibile sul mercato. Semplicity, la possibilità di capire immediatamente come lavora la pinna, in quali condizioni ottenere il massimo e sfruttare le sue qualità cercando di raggiungere il massimo delle performance. Questo gruppo infatti abbraccia ben
Select Twinzer Fins
Select X1 Evo
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Dungarvan ISWC speed world cup Si conclude con un nulla di fatto a Dungarvan, nella fredda Irlanda, l'ultima tappa del circuito mondiale di Speed 2008. L'overall è vinto a sorpresa da Ciryl Moussilmani. L'olandese Van Der Steen è secondo, terzo Dunkerbeck. Albeau assente è quarto fuori dal podio. TESTO E FOTO DI John Benamati L'inquietante speed zone.
Intraprendo questo viaggio alla volta dell'isola verde, più per spirito di solidarietà nei confronti del mio compagno di viaggio Alberto Possati che per vera vocazione. La scelta di partecipare era si obbligata, ma l'idea di navigare agli inizi di dicembre nel nord Atlantico non rientrava di certo nei miei desideri più intimi. Note positive: il prezzo del biglietto aereo quasi ridicolo (non posso far pubblicità ma la compagnia aerea in questione ha la sede principale a Dublino ed ogni anno realizza un calendario delle proprie hostess…) e la birra. Proprio quest'ultimo “bene di consumo di massa” si è dimostrato un valido alleato nelle altrimenti noiose serate nei pub della zona. Dungarvan si trova sulla costa est dell'Irlanda, a circa 150 km a sud di Dublino. Un viaggio banale che a causa dei cantieri presenti sull'autostrada e del traffico intenso può trasformarsi in un incubo. Cinque In mancanza di vento i ragazzi dello Speed trovano alternative per passare il tempo.
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ore a 30 all'ora con il navigatore apparentemente bloccato sul tempo restante all'arrivo. Fortunatamente il mio gps ha una voce femminile con vago accento dell'est, e questo aiuta a risollevare gli animi in certi frangenti... L'albergo scelto come base della manifestazione è molto confortevole, e la sera appena arrivati ci ritroviamo mescolati agli invitati di un wedding party. L'atmosfera è tipicamente irlandese, tutti cordiali e molto ubriachi. La base operativa in spiaggia invece suscita qualche perplessità, un enorme e soffice prato verde (che si dimostrerà dopo la pioggia una trappola per gli autoveicoli e le scarpe) confinante con una chiesa e l'annesso cimitero... L'atleta locale John Kelly cosparge di sale le proprie tavole (io penso lo faccia per scaramanzia, invece è per sciogliere il ghiaccio che si è formato la notte precedente…). Ufficialmente la competizione viene aperta il giorno 28 e
dichiarata chiusa il 5 dicembre. Non ho molto da scrivere sull'azione in acqua perché purtroppo il forecast sempre positivo è stato regolarmente (e tragicamente) smentito dalla realtà. In tutto il periodo non siamo riusciti, infatti, ad entrare in acqua una sola volta. Lo Speed trip di Dungarvan ha inoltre dei limiti oggettivi molto evidenti: l'angolazione rispetto al vento, che deve essere precisamente da sud ovest altrimenti non permette di navigare, e la marea, che deve essere bassa per permettere al sand bar di affiorare. Una serie di caratteristiche che rendono questo spot adatto ad ospitare un eventuale record attempt a chiamata ma non una regata in date precise. I concorrenti si devono così accontentare di un punteggio medio di 127,97 punti, un risultato che lascia l'amaro in bocca e l'insoddisfazione praticamente in tutti. Per superare il tedio dell'attesa e non lasciarsi trascinare dall'ozio più insalubre, si inventa un po' di tutto: caccia al tesoro, gara di Guinness, partite a golf. Un paio di giorni si potrebbe perfino sciare in spiaggia ma l'organizzazione è sprovvista di slitte e moonboot e l'idea è malauguratamente abbandonata. Per fortuna l'ultima sera il Principe e Alberto si improvvisano cantautori e armati di chitarra improvvisano un concerto nella reception dell'hotel che ben presto finisce per intrattenere anche gli altri ospiti. Se fossimo in Italia, la Siae probabilmente ci multerebbe per mancato pagamento dei diritti d'autore… Termina così in maniera simpatica il tour 2008 di Speed. Vince con un po' di fortuna il francese Moussilmani, secondo l'olandese Ben Van der Steen, terzo sua maestà Dunkerbeck. Albeau è quarto e precede di poco il greco Adamidis. Io sono 13°, ad un soffio dal mio obiettivo nei top10. L'appuntamento con lo Speed ora è in Francia nel mese di aprile per la prima tappa del tour mondiale 2009. info@johnbenamati.com
GENNAIO 2009 Ad inizio dicembre ho fatto la mia prima uscita invernale al 100%, lasciando le impronte nella neve sulla spiaggetta di Malcesine. È stata forse la mia prima session sotto la neve e, a dire il vero, mi sono anche divertito a surfarmi il Peler ghiacciato, da solo. Dopo qualche Burner con le mia nuova Iron 4.7 Simmer e Starboard Flare 106, ho deciso di rientrare, in modo da provare l'ebbrezza di riuscire nuovamente a muovere le dita. Una doccia calda a Torbole e la decisione di sfruttare quest'opportunità, facendo una doppia session. La mattinata in windsurf a Malcesine l'avevo già nel sacco, non mi restava che tornare nel parcheggione per andare a fare la seconda session... Sul Monte Baldo, in snowboard! La giornata era abbastanza coperta e non ha mai smesso di nevicare ma mi sono davvero divertito anche in snowboard, rispolverando le manovre base, che qualche anno prima facevo ad occhi chiusi. Dopo aver scivolato tutto il giorno su 2 tavole diverse, ho deciso di darmi al mio passatempo preferito, che sta ormai prendendo il sopravvento sul mio tempo libero... il RAP. Da quando mi sono infortunato lo scorso anno in skate in maniera seria alla caviglia sinistra, ho deciso di provare qualcosa di meno “contundente” ma
Le condizioni qui al lago sono davvero perfette... Per fare snowboard!!! Le continue perturbazioni polari hanno davvero ghiacciato l'aria, rendendo ogni singolo trick ancora più difficile da gestire... Provate voi a fare queste manovre senza mani ne piedi!!! Scherzi a parte, le temperature sono calate vertiginosamente e il Peler ha puntualmente aumentato vertiginosamente intensità, con svariate giornate da 35+ nodi. TESTO DI Mattia Pedrani • FOTO DI Valerio Pedrani altrettanto divertente. Scivolare senza intoppi sulle basi, surfarmi le onde sonore, rappresentando il mio Lago ed il mio sport per farlo conoscere a tutti. In men che non si dica, ho cominciato a far casino con J $isko e la sua Crew della SouthSide Gardesana. Abbiamo già inciso svariati pezzi interessanti nel suo studio e abbiamo un piano preciso per mettere il Garda sulla mappa... Non solo quella windsurfistica ovviamente! Ho anche uploadato il mio nuovo video di freestyle “Iron Man on a Mission” su Youtube, sempre con colonna sonora Mattia in una mia personale. session francese L'ultima settimana di mure a sinistra. dicembre mi ero stufato di starmene qui al Lago da solo e quindi ho deciso di andare a fare una settimana in Francia per provare il mio nuovo materiale e gli Evil Twin Starboard. L'unico problemino era la direzione.
Mure a sinistra! In una settimana abbiamo fatto tutta la costa, da Nizza fino a Carrò, con qualche bella uscita a Cannes e BeauVallon, per chiudere l'anno in bellezza a Carrò col Sud Est. Il primo giorno di wave mure a sinistra riuscivo a malapena a gestire i chop hops e nel giro di una settimana ho chiuso un paio di Taka e qualche Backloop fortunoso, ma quasi totalmente fuori controllo. Si vede proprio che questa era la decima uscita mure a sinistra della mia vita... Si potrebbe pensare che sia leggermente avvantaggiato, chiudendo tutto mure a destra, e invece è come reimparare tutto da zero. Come skateare regular e switch. Due mondi diversi. Tutto sommato è stata una settimana interessante e divertente e, sebbene facesse freddo per lo standard francese, c'erano 10 gradi, cioè 15 in più della temperatura mattutina del 464 in questo ultimo periodo!!! Il ghiaccio è dappertutto ormai, non ce l'ho solo io al collo! 464 on My B@cK! A presto Mattia
GENNAIO 2009 Sicuramente la novità più rilevante e inaspettata è che Antoine Albeau approda al team JP. Questa è stata una mossa molto furba in quanto per 10 anni ha sputato sangue con quegli AHD assolutamente inchiodati e non appena si è trovato su una tavola veloce, si è trasformato immediatamente nell'uomo da battere. Sono sicuro che Kev sarà contento di aver un vantaggio su di lui ora. Detto questo, con Bjorn che entra a far parte del Team Starboard, ci sarà una bella battaglia, è finalmente equipaggiato per combattere contro Albeau e Pritchard. Non sono altrettanto sicuro sulla scelta delle vele, daltra parte sono sicuro che Ben sia un ottimo velaio e, a seconda di quanto tempo impiegheranno nello sviluppo, sarà molto interessante vedere con che novità uscirà Severne. Arnon Dagan salirà sulle nuove tavole Tabou - ha talento da vendere, deve solo ingegnarsi un pochino!
Un altro anno è appena volato via…wow! Che velocità. Dopo le voci di corridoio e le indiscrezioni sui cambiamenti di team di alcuni atleti top, sembra che si stia ufficializzando il tutto! TESTO DI Matt Pritchard
questo fatto è davvero triste… Con un talento del genere dovrebbe ricevere offerte da tutte le direzioni. Levi Siver è uno degli Hookipa ripper recentemente arruolato da Goya Sails, Neil Pryde ha tagliato il team e l'ha buttato fuori! Da non credere, mi sa che la crisi dell'industria windsurfistica ha raggiunto il punto più basso della storia e mi dispiace per tutti i ragazzi. I ragazzi del freestyle sono invece abbastanza stabili. Taty Frans è ritornato con Maui Sails, Kiri e Tonky stanno con Gaastra e il Campione del Mondo, Gollito, resta con North/Fanatic per quanto ne so. Antony Ruenes sventolerà bandiera Vandal/Tabou sulla scena freestyle. È finalmente tornato ad allenarsi dopo un paio d'anni di
Marcilio Browne si è trovato un nuovo posto in casa North/Fanatic, è giusto che gli diano soldoni, in modo che possa continuare a Brawzinho con i suoi nuovi materiali viaggiare e vivere il suo Fanatic/North Sails. sogno. Victor Fernandez si è finalmente deciso a staccarsi da Simmer, questo ragazzo ha un talento a dir poco enorme e North Sails l'ha giustamente arruolato nel suo programma. North sta cambiando strategia e sta riempiendo gli spazi vuoti con talenti emergenti. Non so bene cosa passi per la testa di Ricardo Campello in questi giorni, le ultime novità che ho sentito lo davano senza sponsors! A mio parere
università, non ne poteva più… Troppo studio… Per quanto riguarda Maui, non ci son state grandi novità in questi primi 11 giorni del nuovo anno. Abbiamo avuto solo 2 giorni con ottime condizioni windsurfistiche… Ma sembra che uno degli swell più grossi degli ultimi anni arrivi in un paio di giorni. Le previsioni ottimistiche danno 30-40 piedi d'onda! Si dice che ci potrebbe essere il primissimo evento a Jaws proprio nei prossimi giorni. Ci sono $50.000 in palio per chi prende l'onda più grossa, sarà un casino impressionante là fuori! Queste sono le ultime e più importanti novità da Maui. Continuate a seguirmi e controllate i report giornalieri di Kevin direttamente dall'isola, solo su: www.pritchardwindsurfing.com Aloha Italia!!!
Valter Scotto TF7... E alcuni perchè!
“Vivere nel paradiso del vento, ha stimolato il mio spirito competitivo e rinforzato il legame che ho con questo sport, portandomi al primo podio di ben tre campionati canari e numerosi contest locali”. INTERVISTA RACCOLTA DA Fabio Calò • FOTO DI Diego Boari
Push Loop...
Valter Scotto nasce il 5-4-68... 40 anni e non sentirli! La sua passione per il mare è nata con lui. Ha vissuto i primi anni di vita su una barca a vela, all'eta di 6 anni la madre lo ha iscritto al club Velico di Diano Marina dove ha iniziato la sua avventura agonistica, che lo ha visto presenziare per 4 anni in Nazionale Italiana classe Optimist. Ha scoperto il windsurf all'età di 10 anni e imparato da auto-didatta guardando e osservando i grandi atleti di quei tempi. La passione per il mare lo ha convinto ad intraprendere un'attività commerciale con un negozio di windsurf di cui è stato proprietario per qualche anno, ma la svolta decisiva è la
partecipazione alla King of the Lake dove ha conosciuto e familiarizzato con tutti i grandi personaggi del windsurf. Questo gli ha fatto scattare la molla del cambiamento, la decisione che ha cambiato la sua vita. Si è trasferito insieme alla moglie Eliana a Tenerife, Canarie, dove risiede tutt'oggi, poi lungo il loro cammino si sono aggiunti Conan e Nabissa.
Perchè il windsurf? Perchè no! È totale adrenalina e poi mentre salto quella visione dall'alto ha un'altra prospettiva di tutto ciò che mi circonda.
Perchè il tuo numero velico è TF7? Conquistato sul campo dopo tanti anni.
Perchè non hai mai partecipato ad una gara di Campionato Italiano Wave? Non ho mai avuto la possibilità, mi piacerebbe fare un Campionato Italiano in un posto come Tenerife con condizioni di vento e onda potenti dove si utilizzino vele piccole da 4.2 e 3.7, in cui potermi confrontare con i rider di grande livello nazionale.
Perchè le Canarie? È il posto più ventoso vicino all'Italia e al mio portafoglio. ... Back Loop...
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... o Forward. L’importante è volare il più alto possibile!
Perchè a ottobre sei rientrato in Italia?
Perchè 99 Customboards?
Per operarmi alla spalla sinistra, dopo aver operato 3 anni fa la destra, così ora ho le spalle bioniche.
Ho grande stima e rispetto del campione e amico Cesare Cantagalli e della grande esperienza negli shape di Gianni Valdambrini (che ho conosciuto poco, ma a pelle ho avuto un'immediata impressione positiva), e soprattutto ritengo che sia un privilegio oltre che un onore per me, navigare e testare materiale tutto Made in Italy (ndr: Maverx, AL360). Mi piace il fatto di usare tavole costruite nel nostro paese che performano da paura, abbinate a costruzioni stra-moderne senza necessariamente vedere scritto quell'odioso Made in Cina/Thailand etc… Provate le tavole non ve ne pentirete! ...ciao a tutti Valter TF7.
Perchè solo mure a sinistra? È vero, mi piace navigare anche a destra, però a sinistra dico la mia, senza modestia, e qui la maggior parte degli spot sono mure a sinistra.
Perchè non fai le gare di coppa del mondo? Soldi! Mancano grandi sponsor per fare tutto il PWA, non si può fare solo una gara e basta. Valter e le sue nuove tavole 99 Custom Boards.
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INTERVISTA ANNA BLANCH: Da quanto tempo fai windsurf? Ho provato la prima volta quando avevo 13 anni. Ma non ho cominciato seriamente sino alla fine dei miei studi, 5anni fa.
Come e quando hai preso la decisione di trasferirti a Maui? Ho deciso 3 anni fa. Volevo dedicarmi esclusivamente al windsurf e ho pensato che Maui sarebbe stato il luogo migliore dove trascorrere l'inverno. Maui è un'isola magnifica dove imparare e essere immerse in questo mondo, ci sono sponsor, atleti, fotografi...
Come sei entrata in contatto con questo sport? Mio fratello maggiore e mio padre lo praticavano; così mi hanno insegnato!
Ci sono spot semplici per cominciare il wave riding a Maui?
Qual è la disciplina che preferisci?
Si, c'è Kanaha, uno spot perfetto per le prime surfate: l'onda è morbida, lunga e facile.
Il Wave … E i salti sono ciò che preferisco.
Ci sono molte ragazze windsurfiste che come te si sono trasferite a Maui? Cosa provi quando surfi un'onda? Emozione.
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Nayra Alonso e Annemarie Richmann trascorrono abitualmente l'inverno a Maui.
Anna Blanch a Maui. © Maxime Houyvet
C'è qualcosa che rimpiangi circa le tue decisioni?
Riguardo le competizioni? Ti piace il lato agonistico di questo sport?
Al momento no. Sono davvero molto felice per le decisioni intraprese!
Non sono mai stata una ragazza molto competitiva e mi capita di diventare molto nervosa, quindi non mi diverto molto in gara. Penso però che le gare siano utili per spingere il proprio livello, imparare molto e migliorare.
Che posto occupa il windsurf nella tua vita? Per ora un'enorme parte, ogni cosa che faccio al momento ruota intorno al windsurf.
Qual'è la meta visitata che preferisci?
C'è qualcuno in particolare che ti ha davvero aiutata a raggiungere il livello e la posizione attuale?
Hawaii e Cabo Verde.
Il mio ragazzo e partner Leo Ray e i miei sponsor.
Qualche sogno che speri di realizzare?
Qual è l'ostacolo maggiore o la difficoltà più grande che hai dovuto superare sino ad ora?
Continuare a fare quello di cui mi occupo ora, avere una famiglia e avere il mio lavoro.
Di cosa non potresti fare a meno? I miei giocattoli (il mio surf, il mio windsurf, il mio computer…)
La decisione che ho dovuto prendere quando ho scelto di diventare professionista nel windsurf. È un grande passo visto che nel windsurf non ci sono molti soldi, quindi devi trovare sponsor, e ti devi arrangiare a vivere da sola…
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Valentina Crugnola A volte le cose nascono quasi per gioco e poi prendono una piega inaspettata, superano di gran lunga le aspettative che avevi e ti lasciano quella piacevole sensazione gioiosa di aver fatto la scelta giusta. È quasi un anno ormai che Valentina conduce la rubrica Onde e Curve e ogni mese riesce a trasmetterci un pizzico della sua enorme passione per il mare, il vento, le onde e il windsurf. In ogni sua riga scritta traspare questa dedizione totale allo sport che ama, lo fa senza secondi fini, solo per il puro piacere di poterci trasmettere i sui valori e le sue emozioni. È una ragazza determinata dentro e fuori dall'acqua, precisa e professionale. La sua rubrica arriva puntuale e sempre con quel qualcosa in più che nasce dalla sua personalità unica. Il team di Funboard ha quindi deciso di dedicarle queste pagine per ringraziarla e per indagare un po' di più sulla vita di questa ragazza di Varese che fa il Forward e surfa le onde alla grande! INTERVISTA RACCOLTA DA Fabio Calò • FOTO DI Jean Souville Valentina nell’epico 22 novembre 2008 al Mini Capo in Sardegna. © Marco Cappadoro
saltare che a surfare. Inoltre trovo il villaggio un luogo incantevole, a volte, per alcune persone, un po' forte per quelli che sono gli aspetti legati alla cultura ed alla situazione dei suoi abitanti, con i quali io, mi trovo davvero bene!
E quali sono le altre tue mete preferite? Guincho sicuramente è un altro spot magnifico, con colori e condizioni incantevoli e la Sardegna è un luogo sorprendente per la varietà di condizioni che può offrire sempre in contesti unici.
Preferisci viaggiare da sola o in compagnia, raccontaci qualche cosa sul tuo carattere?
Da dove arriva questa tua ammirevole dedizione al windsurf?
prendere la tua macchina per intraprendere questi viaggi anche solo per surfare un giorno?
È pura e semplice passione.
La voglia di stare in mare in mezzo alle onde ha un potere incredibile: guidare per 5 ore dopo il lavoro il venerdì notte non mi pesa assolutamente. Come non mi pesano i rientri, soprattutto dopo due bei giorni in mare.
Sei una delle poche ragazze italiane che fanno il Forward, come sei arrivata ad eseguire questa manovra? Provando una marea di volte, spronata e consigliata da Yannick e dai miei amici marocchini.
Molte volte ti ho visto anche d'inverno arrivare in spot radicali da sola. Cosa ti spinge a
Sappiamo che ti piace molto il Marocco, e il suo spot di Moulay, cosa ti attrae di questo posto? È sicuramente uno spot ideale per imparare sia a
Mmmmm… Sicuramente mi sento molto bene quando sono in compagnia ma in modo indipendente… Credo di essere un po' difficile (forse è un eufemismo): quando si tratta di fare ciò che amo desidero farlo in totale libertà, non mi piace assolutamente condizionare o limitare gli altri e viceversa non mi piace essere “limitata” da altri. Trovare un buon compagno di viaggio non è facile, per questo spesso, se mio fratello mi da buca, preferisco partire da sola e “scoprire” i compagni di avventura durante il percorso. In fondo è così che ho fatto alcune tra le migliori conoscenze. Forward a Moulay.
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Vale, con la 3.7 di Thomas Traversa, piazza il Bottom a Moulay e si gestisce in condizioni decisamente toste!
Chi è Valentina quando si toglie la muta? Una ragazza infreddolita desiderosa di una bella doccia calda :… Scherzo! Sono un architetto che fortunatamente ama davvero il suo lavoro, mi piace molto creare e cercare di concretizzare i desideri dei clienti.
Qual'è la sensazione più forte che ti trasmette il windsurf? Libertà e adrenalina
Segui un allenamento particolare o altro per essere in forma quando sei con il tuo windsurf? Cerco di tenere allenata la resistenza, sia aerobica che muscolare, rispetto qualche anno fa frequento poco o niente le palestre, mentre vado spesso in piscina in montagna e in mountain bike.
Cosa ti piace della vita da windsurfista? Il forte contatto con la natura, in particolare quello diretto che si ha con il mare.
Cosa rappresenta per te Yannick Anton? Al momento molti dei più bei ricordi della mia vita appartengono ai momenti trascorsi ed alle esperienze con lui condivise…
E il sud della Francia, con lo spot della Coudelliere, dove spesso ti incontro?
La Coudou è uno spot molto tecnico che mi piace in modo particolare per la garanzia di condizione che offre quando c'è maestrale forte. Mi piacerebbe imparare a surfare bene le sue onde, cosa che con vento on-shore, trovo abbastanza difficile.
Hai mai avuto situazioni difficili da gestire con il windsurf, e come le hai risolte? Me ne sono capitate diverse, la peggiore, ai miei esordi, si è risolta con un recupero in elicottero al largo della costa ligure; le altre, quasi sempre, con lunghissime nuotate. La cosa che cerco di fare sempre è valutare la situazione e gli eventuali rischi… In mare (un po' come nella vita) non si può pensare di contare sempre sugli altri: bisogna pensare di poter risolvere gli imprevisti da soli.
Hai un livello ormai da competizione, hai mai pensato di provare a fare qualche gara? Cosa ne pensi del PWA femminile? Nel 2005 ho partecipato alla tappa wave di Guincho. Rompendo due alberi in meno di 12 minuti! Mi è piaciuto molto (non rompere gli alberi!) provare a confrontarmi con professioniste. Le ragazze sono molto combattive ed essendo il windsurf la loro professione, hanno in media un livello decisamente alto.
Hai qualche amico tra i “pro”? Viaggi con loro? Uscite epiche in windsurf? Ne conosco molti, da Thomas Traversa con cui spesso ho avuto il piacere di surfare e ricevere consigli, a Julien Taboulet con cui ho partecipato ad un indimenticabile viaggio alle Azzorre, in condizioni
Molte volte ci capita di fare windsurf insieme a te in condizioni toste, dove magari io sto navigando con la 4.0, in queste situazioni che tipo di materiale usi? In quel caso probabilmente uso la 3.7, ma quando tu non tieni più la 4.0 io sto già armando la 3.3! Ho solo una tavola al momento, uso un wave Ricci con cui mi trovo molto bene.
Sei sponsorizzata da qualcuno? No.
Valentina con il suo windsurf si prepara ad affrontare il mare e le sue onde.
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Valentina in azione alla Coudelliere, uno dei suoi spot preferiti.
abbastanza impegnative, a Boujmaa Guilloul, atleta straordinario e persona di una sensibilità estrema con cui ho condiviso alcune indimenticabili surfate!
Per caso ti piacciono i biondi tedeschi fisicati che hanno pure uno sponsor italiano del settore automobilistico…?
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Funboard con la tua rubrica “Onde e Curve”, cosa ne pensi di questa avventura? Poter avere uno spazio in cui scrivere e dar voce ad altre appassionate di windsurf mi piace moltissimo, solo mi preoccupa la possibilità di annoiare i lettori…
:… qualcuno in particolare?
Da dove prendi l'ispirazione per le poesie con cui inizi sempre la tua rubrica?
È ormai quasi un anno che sei presente su
Mah… Mi piace vedere come il tanto adorato mare
Valentina e Yannick Anton.
non abbia cambiato o influenzato solo la vita di noi windsurfisti ma anche quella di moltissimi artisti che non sono rimasti insensibili al suo sorprendente e mutevole fascino.
Cosa si devono aspettare per il 2009 le lettrici e i lettori di “Onde e Curve”? Cercherò di tenere vivo il legame con il mondo del wave, conoscendo sempre più atlete e appassionate di tutto il mondo!
www.stratcon.it
la NET REVOLUTION è iniziata! Masse di surfisti erano ormai esasperati e stanchi.... "Basta con questi prezzi", gridavano raccolti sulle spiagge !!! "Non possiamo aspettare fine stagione per poter cambiare tavola...la vogliamo subito e scontata !!!!" "La qualità è un diritto di tutti !!"
LI ABBIAMO ACCONTENTATI: -30/35% SUL NUOVO, DA SUBITO... PERFORMANCE E QUALITA’? ANCORA MIGLIORI *!!
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GLIDER
HOW TO DO • Acquisite un corretto assetto di planata da una distanza che vi permetta di arrivare alla rampa con velocità (circa 150m) e tenetevi in linea con essa fin dal principio. Conviene partire leggermente sopravvento alla RedBull Rampin per poter avere una buona visuale nel momento d'entrata grazie all'andatura di lasco, la quale ci conferirà anche quel pizzico di velocità in più.
• Andiamo a vedere ora l'ingaggio della tavola nella rampa, il tratto percorso su di essa e il salto dalle varie angolazioni: posteriore, sopravvento, sottovento, anteriore.
Utilizziamo la prospettiva posteriore per studiare l'ingaggio data la chiarezza degli scatti! Si nota il corridoio formato dai due appoggi di plastica, i quali simmetricamente nel primo metro corrono paralleli, questo ha una doppia funzione: fungere da incanalatura per l'imbocco vero e proprio e spianare un po' l'acqua permettendo un maggior controllo della tavola. Centrare questo corridoio significa risolvere metà dei problemi! Naturalmente bisogna affrontarlo staccati dal trapezio, sia per motivi di sicurezza che per un miglior controllo della vela. Una volta dentro il breve tratto d'acqua protetto dai bracci di plastica, che in planata dura meno di un secondo, ci accingiamo a far appoggiare la tavola sui 36
tubi in polietilene, ovvero quei tubi neri disposti in direzione dello sbocco, i quali tra la fine del corridoio e l'entrata della rampa vera e propria formano un imbuto, che fungerà da binario per la pinna durante il transito sulla rampa. L'imbuto tra i tubi è largo poco più di 20 cm ma viene centrato in automatico grazie all'ottimo disegno della rampa! Una volta dentro il corridoio la tavola è come in un binario e non può mancare l'ingresso della pinna, poiché essa viene mantenuta in traiettoria dai braccioli rialzati sopravvento e sottovento, i quali sono larghi 80 cm. Se calcoliamo che una tavola da freestyle è larga normalmente sui 60-65 cm anche la più grande delle oscillazioni non ci impedirebbe di centrare l'ingaggio posto perfettamente al centro del canale.
• Ci siamo! Siamo dentro! A questo punto avvertiremo un leggero spostamento sottovento, causato dallo scivolamento della tavola sui tubi in polietilene e dal mancato pescaggio della pinna che non è più in acqua ma scorre nel suo binario. Ciò che ci sosterrà maggiormente sarà ora il bordo sottovento che scorre sul prolungamento di uno dei due braccioli che ci hanno permesso un'entrata più dolce nella rampa qualche istante prima. Possiamo ora scivolare tranquilli fino alla fine della rampa e prepararci al salto. Ma soffermiamoci un momento ad osservare la posizione del corpo e della vela dalle rispettive prospettive, sopravvento e sottovento.
• Visuale da sopravvento: Per una buona entrata e un buon slide sui tubi dobbiamo mantenere una posizione centrale con il corpo, ciò è fondamentale già dal momento dell'entrata, che va eseguita con la tavola piatta, il che significa che se siamo troppo in avanti corriamo il rischio di impattare di prua con la salita e quindi rallentare, mentre nel caso fossimo troppo sbilanciati sulla poppa la tavola rallenterebbe e ci troveremmo sbilanciati nel momento in cui la salita diventa più ripida e di
conseguenza anche nel salto. Quindi il busto deve rimanere centrale se non leggermente sbilanciato in avanti per compensare il lieve sbilanciamento indietro dato dall'impatto con la rampa. Aumentare la larghezza dell'impugnatura sul boma come in un salto normale ci aiuta ad avere un maggior controllo della vela e a darle maggior potenza al momento dello stacco che si avvicina!
• IL SALTO: Siamo ormai al termine della nostra corsa, bisogna saltare! Come la prua inizia ad uscire dalla rampa flettiamo le gambe come per un normale salto facendo pressione per poi darci lo slancio e richiamare di nuovo le gambe a noi, cazziamo la vela e via, il salto è compiuto! Ora dobbiamo controllare il salto nella sua fase aerea, distendiamo la gamba di prua e manteniamo flessa quella di poppa per renderlo più spettacolare e recuperare preziosi centimetri. 38
Durante la fase di atterraggio iniziamo a distendere entrambe le gambe per ammortizzare l'impatto con l'acqua e apriamo la vela per evitare e/o correggere qualsiasi eventuale sbilanciamento avvenuto in uscita dalla rampa o durante la fase aerea. Pronti ormai per l'atterraggio ci accingiamo ad avere il primo contatto dell'acqua con la poppa, impugniamo bene il boma e… Con qualche schizzo avremo saltato dalla RedBull Rampin!!!
Fabio Calò plana a tutta velocità nella baia di Turtle Bay con lo sfondo dell’albergo Riu.
Le condizioni che si possono trovare dietro all’isola di Sal Rei!!!
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VITA FRENETICA Sono appena arrivato a casa dal mio ultimo viaggio, sono passato a Milano per chiudere il numero di Funboard di dicembre-gennaio e domani ripartirò per una nuova avventura. Annalise di Sun+Fun mi ha proposto di fare una spedizione fotografica a Boa Vista, una delle più belle isole di Cabo Verde, per promuovere lo spot. Non devo fare altro che togliere le vele piccole dalla sacca e infilarci quelle più grandi e sono pronto! Solita verifica alle previsioni, senza windguru non potrei vivere… Scopro che danno vento, ma solo per il giorno del nostro arrivo e per il mattino dopo. Potrebbe andare peggio, siamo all'inizio del periodo ventoso (dicembre) e quindi su una sola settimana ci sta che il vento non faccia il suo dovere. Abbiamo comunque 24 ore di vento, e il nostro lavoro in un modo o nell'altro lo dobbiamo fare, peccato solo che in queste 24 ore ci sia di mezzo la notte! Quindi non ci possiamo rilassare neanche un attimo e mentre faccio la sacca sono contemporaneamente al telefono con Marco, il fotografo, per assicurarmi che ogni cosa sia pronta per il giorno dopo, non possiamo avere contrattempi.
-5 AL MATTINO, WINDSURF IN SHORT Y AL POMERIGGIO Mi trovo con Marco all'aeroporto di Verona. Partendo io da Riva del Garda e lui da Piacenza abbiamo preferito partire con il volo diretto da Verona anziché da Milano. Sono le 5.00 del mattino e fa un freddo polare. Facciamo il check-in al banco Livingston e senza problemi imbarchiamo tutta la nostra pesante attrezzatura da windsurf e fotografica. Il volo parte in orario perfetto, dovremmo atterrare alle 13.30,
ora locale - si recuperano 2 ore con il fuso orario… Fondamentali per noi in questo caso! Il volo dura circa 6 ore, mangiamo a volontà per essere pronti per la nostra sfida: completare il photoshooting in un pomeriggio, il vento oggi è assicurato, domani forse! Puntali al secondo atterriamo, e già dai finestrini, sorvolando la baia di Sal Rei, ci accorgiamo che c'è vento e ci sono diversi windsurf in acqua! Perfetto, le previsioni non hanno sbagliato! Il primo impatto con Boa Vista è a dir poco sorprendente, il caldo e il vento ci sono, come da previsione, ma quello che non mi aspettavo di trovare è un piccolo ma caratteristico aeroporto, curato alla perfezione, che ti fa capire fin dall'inizio come da queste parti ci tengano al turismo. In oltre parlano tutti anche italiano. Purtroppo oggi non abbiamo tempo di perderci in chiacchiere, saluti e altro, abbiamo ancora poche ore di luce disponibili. Arriva il pick-up a prenderci e ci porta verso quella che sarà la nostra dimora per questa settimana di vacanza-lavoro, a Ca' Creta; scopro con piacere che in soli 10 minuti dall'aeroporto siamo davanti a casa… Perfetto sta filando tutto liscio e stiamo recuperando tempo! Scarichiamo i bagagli che non ci servono in casa e ci fiondiamo in spiaggia al Planet SurfPool Center, la nostra base operativa per i prossimi giorni! Il vento è abbastanza forte e armo immediatamente la mia 5.3 con il freestyle, le onde non ci sono. Marco mi segue a ruota e dopo qualche breve spiegazione sullo spot da parte di Peter, il responsabile del centro, ci buttiamo in acqua per iniziare il nostro photoshooting. Niente male… Fino a stamattina eravamo nel gelido inverno italiano e dopo sole 7 ore siamo in acqua al caldo con lo shorty!
Ogni tanto, anche quando lo swell non è attivo, entrano nella laguna di Turtle Bay divertenti onde da saltare e surfare con il vento off-shore.
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ACTION Fabio in E-Slider a pochi centimetri di distanza dal fotografo Marco.
Vicino alla spiaggia l'acqua è perfettamente piatta. Sullo sfondo le piccole onde davanti alla duna di sabbia che divide le due baie.
Stino, lo spot davanti al SurfPool Center. Fabio in Spock sullo sfondo di Sal Rei.
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Con Marco decidiamo di iniziare da Turtle Bay, la baia sulla sinistra dello spot. Qui ci sono i colori migliori, l'acqua più trasparente, le tartarughe, da cui prende il nome la baia, e il vento più forte! Marco si deve fare una lunga passeggiata sulla spiaggia con tutta la sua attrezzatura fotografica, io, grazie al vento completamente off-shore, plano a stecca a 1 metro dalla sabbia ed esploro la laguna in lungo e in largo spostandomi da un capo all'altro della baia molto velocemente. La particolarità di Turtle Bay è l'acqua completamente piatta, più ci si avvicina alla spiaggia più l'acqua è stirata come un bigliardo. Il vento, anche se soffia da terra, è abbastanza regolare e quindi ci si può sbizzarrire in planate mozzafiato a pochi cm dalla spiaggia, oppure eseguire le manovre nel flat più brutale. Allontanandosi dalla spiaggia l'acqua diventa lievemente più mossa ma di un colore molto intenso, e si vedono decine di tartarughe! Personalmente non avevo mai provato uno spot così “liscio”, è veramente emozionante planare a tutta velocità senza un minimo chop che colpisca la carena, sembra di fare snowboard in neve fresca! Ogni tanto arrivano dei set di onde, basta prendere il tempo giusto per giocarci; il vento oggi è un po' troppo da terra e comunque mi permette di fare qualche surfatina e qualche rotazione come i Ponch. Anche con uno swell inesistente si possono trovare delle piccole onde, sul promontorio che separa Turtle Bay dallo spot davanti alla scuola, ideali per i principianti che vogliono provare l'emozione del waveriding, qui l'acqua è alta solo 50cm! Dopo un po' di manovre decidiamo di spostarci a Stino, lo spot davanti al Surf Center di Peter. Qui l'acqua è più mossa, e si naviga più lontani da riva. Marco decide così di seguirmi con la barca per avere una visuale differente. Decidiamo poi di tentare la sorte anche a Funana, lo spot wave a 200 metri sulla destra rispetto al centro. Il potente mezzo da 4 cavalli raggiunge lo spot ma purtroppo le onde non sono dalla nostra parte e decidiamo di rimandare. Il sole tramonta, per oggi abbiamo fatto abbastanza. Ci beviamo un birra come “Welcome” al bar Tortuga Beach, adiacente al centro, con i ragazzi della scuola e finalmente abbiamo il tempo di presentarci e conoscere queste persone! Il giorno dopo ci alziamo di buonora, le previsioni danno il vento in forte calo per il pomeriggio. Dopo un rapido scambio di idee con Marco decidiamo di provare a fare le foto dall'acqua con la sua nuova attrezzatura. Torniamo a Turtle Bay. Marco non ha mai fotografato dall'acqua un windsurfer, ma io so bene come fare e in poco tempo incominciamo a mettere a segno dei buoni scatti. Dopo un paio d'ore di action decidiamo di riprovare lo spot di Funana ma il vento, come da previsione, ci abbandona. Abbiamo comunque fatto il nostro lavoro e il materiale fotografico è in archivio, sono mancate le onde, ma in una settimana, in un periodo a rischio, i miracoli non si possono fare! Il resto della settimana lo trascorriamo selezionando foto, facendo un po' i turisti e immergendoci nella cultura locale. Il vento continua a soffiare tutti i giorni sui 10-13 nodi permettendoci di fare interminabili session di freeride nella splendida laguna di Sal Rei, e Marco,
A Boa Vista ci sono anche le onde, con lo swell giusto lavora lo spot dietro l’isola di Sal Rei con condizioni per i più esperti.
abituato al lago, plana per la prima volta al mare! Per disperazione l'ultimo giorno grazie ad uno swell attivo e a quasi 14 nodi tentiamo il tutto per tutto per fotografare Funana. Le onde ci sono, il vento no, ma ad ogni modo un paio di scatti riusciamo a farli con Marco che tenta di seguirmi sul picco nuotando in mezzo al canale!
Stravagante in Cut Back.
finire ci addentriamo nei piccoli paesi dell'interno andando ad assaggiare i vari ponch tipici del luogo. Insomma un'escursione da non perdere per capire in pieno il valore che questa isola può offrire.
QUAD ADVENTURE VITA DA TURISTI Nei giorni senza vento non stiamo mai fermi, scoprendo un sacco di segreti di Boa Vista. Dopo un paio di giorni di integrazione con i local decidiamo di andare a fare un tour guidato dell'isola accompagnati dalla migliore guida del luogo, Stravagante! Un ragazzone di Cabo Verde che parla perfettamente italiano, come tanti di loro, fa windsurf e conosce l'isola come le sue tasche. È anche attivamente impegnato nella salvaguardia del territorio di Boa Vista e nella protezione delle tartarughe Caretta Caretta. Partiamo al mattino verso le 9.30 con il suo pick up 4x4, alla scoperta dell'isola. Visitiamo interminabili spiagge come quella di Santa Monica, il relitto sulla costa del nord, dove scavando nella sabbia troviamo dei reperti della nave, come riviste degli anni 50 ormai fossilizzate. Andiamo nel deserto di Viana con le sue dune di sabbia, e vediamo anche i vari wave spot sulla costa est dell'isola come Curral Velho o Ervatao, purtroppo senza vento e onde. Per
Mancanza di vento e adrenalina, nessun problema! Andate in centro a Sal Rei e affittatevi un quad, senza guida, il “giro da turista” è un po' troppo lento per i miei gusti. Noi lo abbiamo affittato per un'intera giornata ed è stato molto divertente, un po' meno per Marco che aveva paura della mia guida… Comprensibile… Dato che dopo soli due minuti che avevo il quad tra le mani ho rischiato di ribaltarmi e durante un passaggio veloce come un satellite, sulla spiaggia di Santa Monica per fare due foto, sono finito in mare con una caduta disastrosa…
SAL REI È la città principale dell'isola. Caratteristico paesino capoverdiano in continua espansione demografica. Svariate nuove case e nuovi hotel sono in costruzione. La vita si svolge tutta intorno alla piazza principale, dove si possono trovare i migliori ristoranti e pub. I local sono molto socievoli, soprattutto i windsurfer locali, sono
Una giornata con Stravagante: il famoso relitto e una carcassa di tartaruga; Ervatao, uno degli spot wave dell'isola; salti sulle dune di sabbia; nel tondo, reperti del relitto.
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Willy Skipper con tentativo di omicidio del fotografo, fortunatamente mancato!
cordiali e parlano tutti italiano. Purtroppo, loro non hanno attrezzature nuove e non ci sono negozi; per riparare eventuali vele rotte le devono mandare a Sal, e non hanno modo di vedere le nuove manovre, tranne che su internet. Quindi quando arriva qualcuno che sa fare delle manovre, impazziscono di gioia e provano con grande impegno ad impararle. È raro trovare una tale cordialità e disponibilità verso il prossimo, ed è ciò che rende ancora più accogliente questa isola.
Windstatistic Month Wind in day (>=4Bft.) Temperature in °C Water in °C
Nov. 18 26 22
Dec. 17 26 22
Jan. 28 25 23
Feb. 24 25 23
Mar. 22 25 24
Apr. 23 26 25
SPOT GUIDE PLANET SURFPOOL CENTER Il Centro Surf è situato nella baia, nelle immediate vicinanze di Sal Rei, davanti all'isola di Sal Rei. Si trova all'interno del Tortuga Beach dove è possibile trovare un ottimo ristorante e comode sdraio per rilassarsi in spiaggia. Raggiungibile in pochi minuti sia dall'hotel Estoril che dagli appartamenti di Ca' Nicola e Ca' Creta. La scuola mette a disposizione dei propri clienti nuovissimi rig North Sails (dalla 3.5 alla 8.5) e tavole Fanatic. Istruttori windsurf e kite con corsi e lezioni individuali. Fabio in Chachoo Switch.
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La caratteristica di Boa Vista, che rende questo un luogo ideale per trascorrere una vacanza in tranquillità anche con la famiglia, è la vicinanza dei vari spot. Dal SurfPool Center si possono raggiungere in pochi minuti in windsurf tutti i vari spot di Sal Rei. • SURF ZONE BOAVISTA: Centro windsurf e kite all'interno del complesso Hotel Riu Karamboa*****. Dispone di tavole Fanatic e vele North Sails. • STINO: È lo spot davanti alla scuola, con acqua piatta e un basso fondale dove si Pescatori locali.
Alessandro da Como, cliente Sun+Fun che si aggiudica la foto su Funboard, davanti alla duna di sabbia che divide Turtle Bay da Stino.
tocca per almeno 100 metri. Il vento soffia da terra e leggermente da destra. Si consiglia l'utilizzo di scarpette, soprattutto per i principianti, perché il fondale dove si tocca è ricoperto da un reef spugnoso. • POOL: Sulla destra dell'ingresso in acqua del Centro, e quindi sopravento, si trova una piccola zona riparata con acqua piatta e vento meno forte, ma rafficato, ideale per i principianti. • FUNANA: Sul reef tra l'isola di Sal Rei e il molo del porto frange una discreta onda con vento perfettamente side, ideale per saltare e per surfare. I principianti del wave avranno qui uno spot dove poter provare qualunque cosa in sicurezza. Funana si trova sopravento al centro e davanti alla città, il vento quindi è un po' rafficato a causa delle nuove costruzioni. • TURTLE BAY: Senza swell ci sono condizioni facili, ideali per il freestyle e per dell'ottimo cruising nell'acqua turchese. Il vento viene da terra e in coincidenza con le due dune di sabbia è un po' rafficato, ma basta allontanarsi e navigare più al
Stravagante in action davanti alle barche in rada che aspettano l’Aliseo per salpare verso il Brasile.
centro della baia per avere un vento costante. Generalmente ci sono 3-4 nodi in più che a Stino. Provate a percorrere tutta la laguna stando il più vicino possibile alla spiaggia, la vostra tavola andrà alla velocità della luce! Ma state attenti alle tartarughe! Se invece c'è lo swel si possono creare onde da surfare down the line, ottime anche per i principianti. • WAVE SPOT: Boa Vista è anche adatta agli esperti del wave. Con swell da sud si creano onde gigantesche, dietro l'isola di Sal Rei, con condizioni simili a quelle di Ponta Preta, ovvero onde enormi con vento off-shore. Se avete invece voglia di muovervi con la macchina potete andare a vedere le onde nella parte nord dell'isola dove c'è il relitto, condizioni on-shore. Oppure spostarvi nella parte sud-est negli spot di Curral Velho e Ervatao, quest'ultimo può offrire ottime condizioni di onda con vento side. Noi purtroppo non li abbiamo visti funzionare, ma dalle foto e dai racconti dei local possiamo intuire la potenzialità di questi spot. Distano circa 50-90 minuti di macchina da Sal Rei.
Quad adventure. Da non perdere!
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Le divertenti e facili onde di Funana, ideali per i principianti che si vogliono avvicinare al wave in tutta sicurezza.
Fabio in Flaka a Turtle Bay.
INFO UTILI • DORMIRE: Il team di funboard è stato ospitato presso Ca Creta, comodi appartamenti autonomi a due passi dal Planet Surfpool Center. Lo stesso proprietario, italiano, Francesco Lazzari, ha anche il residence Ca' Nicola con bellissimi appartamenti e dove viene offerta anche la prima colazione. Anche questa sistemazione si trova nelle immediate vicinanze del surfcenter. Per coloro che preferiscono l'albergo la soluzione ideale è l'hotel Estoril, sempre molto vicino allo spot. I più esigenti, che desiderano una sistemazione di lusso, la trovano presso l'Hotel Riu Karamboa (5 stelle), una sistemazione al top con offerte "all-inclusive", situato a ca. 5 minuti di macchina da Sal Rei. Nella struttura si trova il centro windsurf e kite Surf Zone Boavista. • VIAGGIARE: Pacchetti con voli diretti da Verona e da Milano Malpensa. Per le migliori offerte contattate Sun+Fun. Per preventivi e prenotazioni: e-mail: info@vacanzewindsurf.com; tel. 0365.918700. • MANGIARE: Nella piazza principale di Sal Rei potrete trovare diversi e ottimi ristorantini a base di pesce. Noi vi consigliamo il Blu Marlin (tel +238.2511099, La location del Planet SurfPool Center all’interno del Tortuga Beach.
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prenotazione obbligatoria) per mangiare dell'ottimo pesce proposto in ricercati piatti dai prezzi contenuti (max 20 euro per una cena completa e con vino). Ottima l'aragosta. Se invece volete spendere ancora meno provate un posto da veri local nel container vicino al molo del porto, vi serviranno dell'ottimo pesce e spenderete meno di 10 euro. Per coloro che preferiscono mangiare nel proprio appartamento vi informiamo che i supermercati sono cari e poco riforniti, tutta la merce è di importazione e il dazio doganale è altissimo (circa 40%), conviene quindi andare fuori a cena. Nei vari ristoranti degli alberghi che abbiamo provato si mangia discretamente. • QUAD: Non perdetevi una giornata con i quad per esplorare l'isola, potrete andare nel deserto, sulle lunghissime spiagge e addentrarvi all'interno dell'isola. Vivamente consigliato. Per info: Quad Land, tel +238.9946139, e-mail: info@quadland-boavista.com, web: www.quadland-boavista.com • NIGHTLIFE: La vita notturna è decisamente tranquilla durante la settimana. Ci sono due pub sulla piazza principale, entrambi gestiti da italiani, noi vi consigliamo il Makena. I local tendono comunque ad uscire tardi, dopo le 24.00.
La piazza di Sal Rei.
Durante il week-end la vita si anima e il ritrovo classico è alla discoteca, sulla strada verso l'aeroporto. • MONETA: La moneta locale è l'Escudo.1 = 110 CVE. Con la carta di credito VISA è possibile prelevare soldi dal bancomat, negli uffici cambio, nella Banca di Cabo Verde e nella Caixa Economica. Con la carta Mastercard si possono prelevare soldi solo nella banca BCA all'ingresso di St. Maria (serve il passaporto e... tanto tempo). • MACCHINA: Se avete intenzione di rimanere a Sal Rei la macchina non è necessaria. L'Estoril, Ca' Creta e Ca' Nicola distano poche decine di metri dal centro SurfPool e dal centro del paese. Affittate un pick up solo se volete andare ad esplorare gli altri spot wave dell'isola. • ESCURSIONI: Se andate a Boa Vista dovete fare un'escursione di almeno un giorno per visitarne la gran parte. Assolutamente da fare! Non vi consigliamo Stravagante, la migliore guida dell'isola, che vi farà scoprire i luoghi più belli della zona. Per info: tel 60238.9986650, e-mail: stravatours@hotmail.com
• DOCUMENTI: È necessario il passaporto in corso di validità ed il visto. Il visto viene prepagato con il viaggio. • ELETTRICITÀ: 220 volt. Succede che ogni tanto manchi la luce. • LINGUA: La lingua ufficiale è il portoghese e quella corrente è il creolo. Francese, inglese, italiano e spagnolo vengono comunque parlate nelle principali località.
SPECIAL THANKS TO • Sun+Fun e Annalise, per aver sponsorizzato il viaggio. • Livingston Energy Flight, per averci concesso un generoso extra-baggage. • Diviaggioinviaggio, per la gentile collaborazione. • Peter, il gestore del SurfPool Center per la sua ospitalità. • Francesco, per averci ospitato a Ca' Creta. • Stravagante e tutta la gang windsurfista di Boa Vista con cui abbiamo passato splendidi momenti di amicizia, di windsurf e per il miglior barbecue di pesce in spiaggia di sempre! Il prestigioso e immenso Riu Hotel.
Ca’ Nicola.
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Sono passati ormai un paio d'anni dall'ultima volta che si è visto Baptiste in giro per la north shore di Maui durante il periodo estivo (luglio/agosto). Il motivo di ciò è che stava surfando degli swell meridionali un paio di migliaia di km più a sud di Maui, a Tahiti, nella Polinesia Francese… Essendo inverno laggiù, nel periodo estivo di Maui, Tahiti viene spesso e volentieri bombardata da mareggiate anche molto grosse… Baptiste ci è andato un paio di estati, prima di decidersi a portarmi giù con lui in una delle sue sacche! Negli ultimi anni, siamo andati giù insieme in modo da poter meglio scoprire cosa si potesse veramente fare su quest'isola paradisiaca! Abbiamo sentito dire parecchie volte che il vento a Tahiti è assente… Sbagliato! È come quando si dice che non ci sono onde sul Mar Mediterraneo, e le persone che ci fanno surf mi capiranno bene, dato che io ho imparato proprio lì a fare surf da onda. Sì, c'è vento a Tahiti e anche più spesso di quanto si possa pensare! Ma è solo da quest'anno che Baptiste e io abbiamo deciso di trasferirci lì, e da quando ci siamo trasferiti abbiamo passato un sacco di tempo ad esplorare tutte le varie pass nel reef, studiando i vari spot della zona, sia per far surf che windsurf! Vivendo proprio di fronte a Teahupoo, dalla parte opposta dell'isola, in mezzo al nulla e dall'altra parte del mondo, in una piccola casetta con vista sull'oceano, risulta molto più facile controllare direttamente le previsioni e decidere il da farsi… Perchè qui a Tahiti bisogna essere reattivi e pronti ad ogni evenienza! Le condizioni possono fare davvero schifo la mattina, per poi diventare perfette verso mezzogiorno per 2 o 3 ore… Ma tutto deve essere pronto: - Jet ski in acqua con pieno di benzina, in modo da scorrazzare liberamente nella laguna per arrivare al canale. - E soprattutto il vitale telefono cellulare! È indispensabile nel caso finisca la benzina oppure si abbiano problemi elettrici là fuori… Perchè la corrente nel canale è assolutamente troppo forte per poter tornare a nuoto!
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Una volta che è tutto preparato, sei pronto per andare a surfare!!! Teahupoo, un nome, un programma… Una volta arrivati si fa davvero fatica a credere ai propri occhi... Un'onda così potente che rompe su un reef tagliente appena sotto il pelo dell'acqua, le ci vorrebbe meno di mezzo secondo per disintegrare tutto il materiale da windsurf… Surfare quest'onda dà una sensazione davvero intensa, così veloce e potente, non permette il minimo errore dal momento in cui si droppa fino a quando si esce nel canale… Specialmente poi se devi partire molto profondo e vedi che la spalla risucchia e tuba 50 metri davanti a te! Baptiste sta cominciando a sentirsi a suo agio in questo spot, in cui è veramente facile finire all'ospedale nel momento in cui si fa una minima stupidaggine. Sono riuscito ad ottenere queste foto (scatti con fish eye a Teahupoo) nuotando all'interno della zona d'impatto, dove bisogna veramente stare attenti a quello che si fa, altrimenti si rischia la vita! Proprio al limite, per un istante si riesce a vedere il tubo, le montagne ed il reef che si asciuga quando l'onda risucchia tutta l'acqua… Teahupoo è un posto davvero magico e impressionante! Non c'è solo Teahupoo a Tahiti però, ci sono parecchi altri spot che si possono ridare e probabilmente sono molto più facili! Teavahino è uno degli altri spot che abbiamo scoperto, non distante da Tehaupoo, quest'onda è più windsurfabile e si può perfino saltare e cavalcarla nel canale! Teavahino significa “canale maligno”! Perchè è un falso canale… Il reef non s'interrompe mai, ma per un paio di centinaia di metri è a circa 1.50 m sott'acqua, ciò lo rende uno spot perfetto per saltare. Il vento è più sideon che a Teahupoo, e poi c'è questa sinistra che è davvero bella da surfare… Questo è solo l'inizio, sicuramente ci sono parecchi altri spot che non sono mai stati surfati. Spero che vi potremo accompagnare nuovamente alla scoperta di questo posto meraviglioso!
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INFO UTILI SU TAHITI Il periodo migliore per il surf dura a Tahiti quasi tutto l'anno, per il windsurf invece, e per i big swell, il periodo migliore è quello compreso tra giugno e settembre. C'è un windsurf club “Mottu Martin”, vicino alla città, dove c'è vento molto spesso! Questo è il miglior spot dell'isola per i rider di livello intermedio. Se però siete alla ricerca di onde più radicali dovete dirigervi con la macchina verso Mara (circa 30 minuti), oppure superare Teahupoo, al massimo un'ora di strada in più. In città potrete trovare diversi hotel turistici, nelle vicinanze di Teahupoo invece c'è una pensione molto carina dove poter soggiornare chiamata “Pension Chayan”. Sulla destra della Marina di Teahupoo c'è il posto dove dovete andare se volete fare surf e windsurf in questa parte dell'isola! Per noleggiare una macchina troverete in città tutti i più comuni rent a car come Avis, Hertz, etc… Ma dovete sapere che il costo per una macchina è di circa 100$ al giorno, un po' costoso… Il costo della vita a Tahiti è alto! Per quanto riguarda le condizioni, generalmente per navigare a Tahiti dovete avere un buon livello, in quanto il più delle volte le onde rompono su reef poco profondi, con bolle e tubi devastanti. Ma se avete un buon livello potrete trovare tantissimi ottimi spot sulla costa ovest dell'isola. Il più delle volte troverete delle pass con onde magnifiche e senza nessuno a surfarle! Altre informazioni le potete trovare su : www.tahiti-tourisme.pf
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© Howie Choo
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Nicolas Akgazciyan in Chachoo Switch.
Nome e cognome, da dove vieni, quanti anni hai, che professione fai? Akgazciyan Nicolas, 23 anni, studente universitario di Economia e Pro Windsurfer.
Quando e dove hai cominciato a far windsurf? Ho cominciato a Port-Leucate quando avevo 10 anni, sul laghetto Marina.
Quando e perchè sei diventato un windsurfer professionista? Appena ho iniziato a progredire, ho cominciato a fantasticare, guardando le riviste e studiando le varie manovre e i trucchi per chiuderle, per poi scoprire tutti i posti meravigliosi in cui si recavano i pro, uno più bello dell'altro… In quel momento, internet non era così utilizzato e sviluppato per il windsurf come oggi.
I tuoi risultati migliori nel PWA ed EFPT? PWA: due volte primo all'Indoor London Boat Show Freestyle e quinto a Podersdorf e Sylt quest'anno. EFPT: primo a Podersdoof 2007. Primo a Lefkada e Vasiliki 2008. Secondo ad Alacati 2008.
Preferisci il tour PWA o EFPT e perchè? Mi piacciono entrambi sebbene siano molto diversi, l'EFPT è più amichevole e rilassato, come stare in una piccola famiglia. Il PWA è basato sull'eccellenza e ognuno cerca di dare il massimo per superare i propri limiti.
Raccontaci qualcosa della tua vita, i tuoi hobbies, la famiglia, lo studio? Hobbies: il mio preferito e più praticato è il Dirt
© John Carter
Nico con il suo Flare.
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© Howie Choo
E-Slider one hand con spruzzo.
Windsurfing, è assolutamente pazzesco! Mi piace anche fare gokart, wakeboard, calcio e cinema. Dal punto di vista affettivo va tutto molto bene. Sono con la mia ragazza dal 2005 e sono riuscito a farle accettare che devo andare agli eventi ed allenarmi. Sono molto legato alla mia famiglia: mio papà (André), mia mamma (Marie) e mia sorella (Marine), vivono a La Franqui. Nicolas è anche uno dei migliori esponenti del Dirt Windsurfing, ha sviluppato un modello delle tavole Buhala.
Nel 2008, ho passato un concorso per accedere alla Facoltà di Economia, tra poco avrò il mio primo esame, vedremo come andrà.
Prediligo il freestyle in acqua piatta, ma appena c'è un po' di onda,vado a fare wave.
Cosa ti piace del wave? Cosa ti piace del freestyle?
Adoro volare.
Adoro la libertà di poter fare manovre paurose senza bisogno di nessuna onda, ho creato delle manovre pazzesche in acqua completamente piatta.
So che hai inventato una manovra: Flaka bugna avanti diablo? La primissima volta che l'ho chiusa ero a Margarita a febbraio, ho fatto una scommessa e l'ho chiusa al secondo tentativo! Riuscendoci sono rimasto davvero sorpreso, perchè le mani sono in continuo movimento sul boma ed in men che non si dica gira anche tutto il resto!... Impressionante!
Cosa pensi delle nuove e supertecniche manovre del freestyle moderno? E cosa ne pensi del nuovo format del PWA improntato sul best move? Preferisco di gran lunga questo nuovo format perché il livello è più equilibrato, e ognuno può piazzarsi bene se riesce a fare manovre pesanti. Il tuo avversario peggiore in questo format è te stesso, perché cadendo troppo si usano tutti i propri jolly, invece conviene tenersene qualcuno per poter 60
© John Carter
provare una manovra insana a fine batteria… Questo format è molto tecnico e strategico. 4 manovre contate e 2 jolly/tentativi. Per gli spettatori poi è tutto un altro spettacolo!
Dove vai in inverno, photoshooting etc.?
allenamenti,
Sono restato a Leucate ad allenarmi da solo ma penso di partire verso febbraio-marzo, appena prima dell'inizio della stagione, per il Sud Africa o per Margarita… Farò il photoshooting Starboard ma non so ancora la data precisa.
vuole che i suoi atleti utilizzino tavole di serie per dimostrare a tutti che le tavole che si comprano in negozio sono le stesse con cui essi vincono le gare. Durante il photoshoot a Maui, abbiamo testato i primi prototipi dell'anno successivo, modificando alcuni dettagli, per poi andare avanti con lo sviluppo… Starboard è un marchio estremamente innovativo, mobile e giovane, Tiesda, Svein
Rasmussen, Rémi Vila, Svein Akerboom, il loro lavoro è costante e ogni volta creano le tavole del futuro!
Stai testando le nuove tavole freestyle 2010, ci puoi dare qualche news? Sono appena tornato dal Vietnam per testare ed approvare alcuni dettagli delle nuove tavole e devo dire che sono davvero eccellenti… Nicolas a Maui durante in photoshooting Starboard.
So che collabori con Starboard, e sei anche un loro rider, cosa ci puoi dire del tuo ruolo all'interno della factory? Verso metà 2007, dopo aver ottenuto dei buoni risultati, Tiesda mi ha contattato per chiedermi se fossi interessato ad aiutare nello sviluppo del nuovo Flare e del nuovo Kode (wave-freestyle), ovviamente l'idea mi ha entusiasmato perché ero un rider relativamente nuovo, quindi ho accettato con felicità. Ho fatto il possibile per rendere il nuovo Flare più accessibile al pubblico e ovviamente super performante per i pro rider, in quanto Starboard 61
“ Tiesda è davvero una persona genuina, non parla tanto ma lavora molto ed è molto professionale nel suo lavoro ed aperto alle opinioni degli altri. È sommerso dalla posta elettronica tutte le mattine e lavora duramente anche sul marketing.”
© John Carter
Ci potresti raccontare come si articola lo sviluppo di una tavola Starboard? Solo alcuni atleti collaborano allo sviluppo. Lo sviluppo viene effettuato in Vietnam ad un'ora di aereo dalla Thailandia. Sven Akerboom shapa ed anche Tiesda. Sven è un nuovo e intelligente shaper, che sa esattamente © Howie Choo
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cosa vuol dire shapare e usare una tavola. La maggior parte dei test si svolgono durante il periodo di photoshoot.
molto ma lavora tanto, è molto professionale nel suo lavoro ed aperto alle opinioni degli altri. È sommerso dalla posta elettronica tutte le mattine e lavora duramente anche sul marketing.
Puoi dirci qualcosa di Tiesda You (shaper Starboard)?
… E Svein Rasmussen?
Tiesda è davvero una persona genuina, non parla
... Svein è molto gentile, con una mentalità molto
Nicolas ha contribuito allo sviluppo del Kode, una tavola versatile che da wave radicale si trasforma in freestyle-wave e poi freeride.
© Howie Choo
giovane ed aperta, lavora duramente e non si ferma mai, è molto affascinante. È professionale in tutto quello che fa ed è sempre indaffarato a testare le tavole. Appena ha un momento libero torna a casa di corsa dalla sua bambina, Maya.
La fabbrica thailandese di Starboard? La fabbrica della Starboard è a Bangkok di fianco ad un piccolo lago. C'è un sacco di personale perchè Severne/Airush/Starboard sono collocate nello stesso capannone.
Sei mai stato in Thailandia nella fabbrica di Starboard? Quest'anno è stata la mia prima volta e mi è davvero piaciuto. È completamente diverso dalla realtà europea. Il costo della vita è molto più basso, fa caldo tutto l'anno ed è davvero bello. Per fare windsurf però dobbiamo sempre volare in Vietnam… Lì di solito troviamo delle buone condizioni.
Cosa ne pensi della crisi nel mercato del windsurf in questo periodo? Pensi sia grave anche in questo settore? Penso che i tempi siano duri per tutti, ma è necessario essere positivi e guardare avanti.
Cosa pensi del nuovo formato proposto dall'EFPT per la gara freestyle di Podesdorf? Penso sia controproducente per il futuro del windsurf, specialmente per il freestyle! Il goal finale è quello di spingere il livello sempre più in alto per far avanzare lo sport… In questo modo invece torniamo indietro! Questo evento era considerato, anche da me, uno degli eventi più importanti © Howie Choo
“Verso metà 2007, Tiesda mi ha contatto dopo aver fatto dei buoni risultati per chiedermi se fossi interessato ad aiutarli con lo sviluppo del nuovo Flare e del nuovo Kode... Ho fatto molta pressione per rendere il nuovo Flare più accessibile al pubblico ed ovviamente super performante per i pro rider.”
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Willy Skipper al tramonto dopo un’altra giornata di duro lavoro.
© Howie Choo
dell'anno per un atleta professionista, ma, con questo nuovo format senza senso, non so neanche se ci andrò!
Sei anche un atleta Gun Sails, in che modo collabori con loro? Anche con Gun partecipo allo sviluppo, le vele sono spettacolari e Renato (sail designer) ascolta molto le impressioni e i feedback degli atleti, Gun Sails è in continua evoluzione, le vele sono resistenti, performanti, belle e leggere… Perfette! Sono davvero contento della mia relazione con Gun Sails perchè gli atleti occupano una posizione importante, non siamo solo dei tester, ma contribuiamo direttamente allo sviluppo, dato che l'azienda ci ascolta!
Conosci Renato Morlotti? Si certamente, ci teniamo molto in contatto via telefono o e-mail e ogni anno ci troviamo alla tappa dell'EFPT a Tarifa per far un piccolo briefing e parlare delle vele nuove, è davvero superinteressante parlare con Renato, perché si impara sempre qualcosa!
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto? Diventare campione del mondo? Ovviamente sarebbe bello! Andare avanti con l'università e vivere felice.
Il momento più importante della tua vita? Non so, lo devo ancora affrontare.
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Florian Jung in Alaska ha sfidato le rigide temperature e l’imprevedibilità degli iceberg.
Florian aspetta l’onda di marea che Laird Hamilton ha surfato per 4 minuti!
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Un luogo insolito dove fare windsurf ma con l’intento di sensibilizzarci sulle possibili conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai dovuto al riscaldamento globale.
EFFETTO SERRA Alaska: una parola piena di fascino per me! Natura incontaminata, paesaggi a perdita d'occhio, aria freddissima, ghiaccio, e un'avventura windsurfistica che mi rimarrà impressa per tutta la vita. Alla fine di agosto, mentre salivo su un aereo pieno di pescatori, accompagnato dalla crew televisiva e dal fotografo Thorsten Indra, non avevo proprio idea di cosa aspettarmi dalle due settimane seguenti, disperso nell'immensità dell'Alaska. Per mesi, ho cercato di organizzare un viaggio particolare e finalmente sono riuscito a trovare una film crew pronta a farne un reportage video, documentando anche lo scioglimento dei ghiacci nel contesto del riscaldamento globale dovuto all'effetto serra.
Essendo windsurfisti, siamo molto legati al clima, più di altri sportivi. Penso sia quindi importante vivere nel rispetto della natura che ci circonda, in quanto ci offre davvero delle esperienze indimenticabili. Sebbene il mio continuo scorrazzare in giro per il mondo non sia proprio ad impatto zero, sto comunque cercando di fare la mia parte. Un giorno ho visto la foto di un windsurfista in Alaska e l'idea mi ha colpito come un fulmine: potrei fare windsurf proprio di fronte ai ghiacciai in Alaska! Inoltre, avrei anche voluto attirare l'attenzione del pubblico sul problema del riscaldamento globale. Più ci pensavo, più cresceva la volontà di far avverare questo progetto. Mi piaceva parecchio l'idea di trovarmi in acqua con dei ragazzi locali, che sfidano tranquillamente
La base operativa vicino a Turnagain Arm, l’unico spot della zona.
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le acque gelide del circolo polare artico e le temperature polari. Per finire avrei anche voluto sfruttare questa opportunità irripetibile per avventurarmi in un nuovo territorio e provare a sfidare le forze della natura.
L’ONDA DI MAREA In breve siamo passati dalle parole ai fatti! Una volta giunti a destinazione, ci siamo appostati in una piccola capanna di legno vicino all'unico spot windsurfistico nella zona di Turnagain Arm. Questo “braccio” è una zona coperta dall'oceano, rinomata non solo per le fortissime scosse sismiche (fino al grado 7.9 della scala Richter), ma soprattutto per l'enorme movimento d'acqua al cambio delle maree. La differenza di livello della marea è di svariati
Oltre a cercare di sopravvivere nell’acqua gelida con la sua muta preriscaldata, Florian deve fare molta attenzione al distaccamento delle pareti di ghiaccio che possono creare pericolose onde anomale.
metri in altezza ed è talmente radicale che è la seconda differenza in altezza tra alta e bassa marea al mondo. Ciò che rende questa peculiarità così intrigante è che, quando la marea sta crescendo, si forma un'onda che rompe di circa due metri, proprio in coincidenza col cambio della marea. È simile all'onda che si forma sul Rio delle Amazzoni in Brasile. Quando tutto coincide perfettamente e si allinea col timing lunare, il cambio improvviso di corrente per la marea crescente, crea un'onda che risale il braccio per svariati chilometri! Questo però succede solo una volta al giorno, quindi hai solo una possibilità per poterti cavalcare l'onda. Questo è il motivo che ha attirato qui Laird Hamilton un paio di mesi prima, che si è cavalcato
l'onda per oltre 4 minuti sulla sua tavola da S.U.P. in una giornata buona. Io sono riuscito a farmi una surfata di 45 secondi, finora l'onda più lunga che abbia mai preso.
WINDSURF IN ALASKA Lo spot windsurfistico più rinomato in Alaska è situato qualche chilometro a nord. Le alte montagne che si stagliano ai lati del braccio provocano un effetto venturi che accelera il vento. Sebbene esso soffi in modo abbastanza costante (per circa 150 giorni l'anno), non c'è mai folla in acqua. La scena windsurfistica in Alaska è composta solo da 5-10 local, che però sono devoti al 100% al loro culto. Non sono più neanche tanto giovani, ma dopo ogni singola session rientrano con un sorriso da
orecchio ad orecchio e si gustano una bella birra fredda con le mani congelate, una volta che la corrente è nuovamente girata ed è ora di smettere. Sono ormai qui a far windsurf da oltre 30 anni e raramente si sono persi una giornata ventosa. Il loro materiale è leggermente vecchio e usurato, probabilmente perchè il surfshop più vicino è a circa 4000km di distanza. È divertente far windsurf in questo posto, a causa della forte corrente che va controvento, si è praticamente sempre al lasco, come se si scarrocciasse ininterrottamente! Questa combinazione poi, con vento forte e marea giusta crea anche delle onde di dimensioni interessanti, perfette per saltare. Per questo viaggio mi sono fatto mandare una muta speciale dal mio sponsor, in modo Un po’ di freestyle nelle fresche acque del Mar Artico.
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Navigare sotto un’enorme montagna di ghiaccio può riservare qualche spiacevole imprevisto, che in queste condizioni potrebbe diventare fatale!
che mi tenesse al caldo nonostante l'acqua ghiacciata. La muta ha un piccolo bottone che, una volta premuto, fa partire il sistema integrato di riscaldamento a batteria! Dopo una lunga session di freestyle, esco dall'acqua esausto con i rider locali che continuano a chiedermi spiegazioni sulle varie manovre. Ci invitano immediatamente ad un barbeque, per conoscere meglio le ragioni del mio viaggio in Alaska. Gli racconto tutto delle mie intenzioni di far windsurf di fronte ad un ghiacciaio di acqua marina, ma come poi ho avuto modo di verificare, tale piano si è rivelato molto più semplice in teoria che non in pratica, abbiamo avuto delle difficoltà quasi insormontabili.
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LA PREPARAZIONE E L’ATTESA I ghiacciai sono imprevedibili, spesso capita che blocchi di ghiaccio grossi come palazzi, si stacchino e cadano nell'acqua. Appena toccano l'acqua, possono piovere frammenti di ghiaccio grossi come auto! Come se non bastasse, si creano onde di svariati metri che spazzano via tutto ciò che si trova sulla loro corsa. Inoltre c'è il vento leggero proprio sotto al bordo del ghiacciaio, che è difficile da prevedere a causa del microclima locale. È anche possibile, a seconda dell'attività del ghiacciaio, che si formi un tappeto di ghiaccio, impenetrabile alle barche. Le speranze di realizzare il mio piano stavano cominciando a svanire, mentre cominciavo a farmi un'idea più dettagliata dello scenario generale.
Non ci sono molte strade in Alaska e ovviamente nessuna di esse è minimamente vicina ad uno di questi giganti ghiacciati. I mezzi di trasporto più diffusi in questa zona sono, oltre alle macchine, le barche e gli idrovolanti. Per farci una vaga idea della situazione abbiamo deciso di controllare il tutto dall'alto, noleggiando un vecchio idrovolante, che è abbastanza a buon mercato in questa zona. Sorvolando la zona, ho visto un ghiacciaio enorme con una parete lunga più di un chilometro. Questo gigante inoltre sembrava essere circondato da un tappeto di ghiaccio relativamente piccolo. I giorni seguenti li abbiamo trascorsi in attesa del giorno perfetto. Le condizioni metereologiche devono essere perfette al 100%, altrimenti il termico non funziona. Avevamo bisogno di una giornata di
Windsurf o snowboard? Il pazzo biondo tedesco ha optato per la soluzione più radicale! Solamente con la sua super muta è riuscito a sopravvivere in queste condizioni.
sole splendente con correnti occidentali. Nel frattempo, abbiamo impiegato il tempo preparando una barca con parecchi cavalli di potenza, scorrazzando per Turnagain Arm, andando in giro in campeggio con dei nuovi amici e surfando l'onda di marea crescente una volta al giorno.
IL MOMENTO È ARRIVATO La notte prima della colpo grosso sono riuscito a malapena a chiudere occhio. Lo stesso pensiero mi ha ossessionato tutta notte: cosa faccio se il vento cala completamente? Se cade un blocco di ghiaccio? Se il mio materiale non sopravvive a temperature così basse? Se un'onda immensa mi seppellisce e mi trasforma in sushi surgelato? Questa morsa allo stomaco ha continuato a farsi sentire anche mentre salivo sulla barca,
accompagnato dall'intera film e photo crew. Perfino gli avvistamenti delle megattere e degli orsi bruni in caccia non riuscivano a distrarmi dalle mie preoccupazioni. Dopo un paio d'ore abbiamo raggiunto la destinazione, l'immenso ghiacciaio di Chenega si stagliava in tutta la sua maestosa bellezza proprio di fronte a noi. La lunghissima parete di ghiaccio produce i suoi cupi boati dovuti ai crolli, che, ricordano quelli di una guerra. Come se non bastasse, oltre al paesaggio inospitale, la temperatura rende tutto ancora più intimidatorio. C'è anche un altro problema, l'assenza totale di vento. Decido di prendermi del tempo per studiare i potenziali pericoli dello spot, scrutando la parete ghiacciata e preparando il mio materiale sul tetto della barca. Capitan Brooke, un veterano locale, mi
dice che il ghiaccio indietreggia di svariati metri ogni anno e come se non bastasse, scopro che lo scioglimento dei ghiacciai in Alaska è la ragione principale dell'innalzamento del livello marino. Lo scioglimento dei ghiacciai a livello mondiale è raddoppiato nei primi anni del 21esimo secolo, paragonandolo al periodo tra gli anni '60 e' 90. Sempre all'erta per sfuggire ad un'eventuale onda improvvisa, ci teniamo a distanza di sicurezza dal bordo del ghiacciaio. Discutiamo anche di un eventuale piano di riserva, in quanto la barca, a seconda della densità del ghiaccio, potrebbe non essere in grado di aiutarmi in caso di emergenza. Ogni tanto sembra esserci qualche segnale di attività termica, il vento continua ad aumentare leggermente per poi calare nuovamente. Nel primo pomeriggio però
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aumenta improvvisamente. Senza esitare, salto nella mia muta preriscaldata e mi faccio un giro. È davvero una sensazione incredibile fare windsurf in mezzo a blocchi di ghiaccio e foche monache, senza mai perdere di vista il gigante ghiacciato. Mi rendo a malapena conto della temperature estrema. L'adrenalina pompa nelle mie vene. Ci sono piccoli pezzi di ghiaccio che si rompono e si staccano, facendo risuonare boati nell'intera baia. Concentrato al massimo, navigo vicino a piccole isolette di ghiaccio, parzialmente sommerse. ”Non far casino” continuo a ripetermi. Dopo un po', a causa dell'intensa attività del ghiacciaio, i frammenti di ghiaccio in acqua stanno diventando troppo numerosi ed è quasi impossibile far windsurf. Il capitano mi fa segno che sarebbe meglio togliersi di lì.
PERICOLO
LA MAGIA DELL’ALASKA
Proprio in quell'istante la mia pinna sbatte su un blocco di ghiaccio e vengo catapultato nell'acqua gelida, l'albero cadendo sbatte su un altro blocco emerso e si spezza appena sopra il boma. Nuoto fino ad un iceberg vicino che mi possa sostenere e chiamo aiuto. A causa dell'aumento di densità del ghiaccio, la barca riesce a malapena a venire avanti. Sembra che il tempo si sia fermato. Sono bloccato su un iceberg, arenato sulla roccia proprio vicino alla parete del mostro bianco, assordato dal suono del ghiaccio che si frantuma e crepa l'enorme Chenega tutto intorno a me. La sfiga si sta mettendo d'impegno ma poi fortunatamente, la corrente e il vento da terra mi spingono lentamente lontano dalla zona di pericolo. Tutto torna tranquillo e riesco finalmente a uscire da questa situazione.
Sulla via del ritorno, mi faccio un paio di birre e guardo strabiliato questa meraviglia della natura. Sono davvero felice che alla fine tutto sia andato per il verso giusto. Gli elementi sono stati dalla mia parte ed è stata una delle esperienze più intense e magiche che abbia mai vissuto. Pieno di gioia abbandono l'Alaska, con memoria indelebile di tutto ciò che è successo. Ritornando verso la Germania, sorvoliamo l'Oceano Artico. Proprio sotto di noi ci sono immense distese di ghiaccio, spero che anche i miei nipoti saranno in grado di ammirarle! Per finire vorrei fare un particolare ringraziamento a tutto il team in Alaska, ai miei supporter e sponsor - specialmente FIAT. Senza di loro questa esperienza indimenticabile non si sarebbe mai avverata!
Una Chachoo Normal prima di abbandonare lo spot brindando con una birra per la missione compiuta!
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Thomas estremizza il Cut Back al secret di JBay.
- “Ciao Gillles, come va? Sono Thomas. Dimmi, per caso sei libero a giugno? La gara di coppa del mondo a Guincho è stata cancellata, perché non andiamo a farci un giro dalle parti di Jeffrey's Bay, che in quel periodo pompa sia come vento che come onde?” - “Hum, Bay… Lasciami riflettere un secondo, si mi sembra una buona idea: timing perfetto.” - “Si, te lo confermo. Ho conosciuto un windsurfista di Port Elisabeth che mi ha detto che le condizioni sono davvero spettacolari da maggio a settembre. Alex Mussolini e Francisco Porcella sono davvero motivati.” - “Quando avete in mente di andare?” - “Quando vuoi!” La mattina del 2 giugno ci stavamo imbarcando per Amsterdam su un 747 in attesa ma, l'abbiamo persoooo! No, non ridete. Non è stata colpa nostra. Piuttosto colpa della fitta nebbia che non ci ha permesso di atterrare in tempo per prendere la coincidenza. Ovviamente non c'era nessun volo prima del giorno seguente, eravamo incavolati neri perchè windguru aveva previsto 35 nodi e 5 metri d'onda, proprio per il giorno in cui saremmo dovuti arrivare... Fortunatamente, Amsterdam è una città davvero bella e la nebbia si è diradata per lasciar spazio a quei paesaggi che hanno ispirato nel tempo numerosi pittori
impressionisti. Abbiamo camminato quasi tutto il giorno lungo la miriade di canali che attraversano la città così pulita e tranquilla, dove le biciclette regnano sovrane e raramente si vedono macchine. Sicuramente le maggiori città europee dovrebbero seguire l'esempio di questa località. La mattina seguente ci siamo svegliati al canto del gallo invece della fastidiosa sveglia, abbiamo attraversato la strada per poi prendere la metropolitana e giungere finalmente al nostro 747, quasi completamente vuoto. Dopo tre bicchieri di vino rosso, abbiamo trascorso tutto il viaggio completamente sdraiati, senza pensare minimamente a quanto kerosene stessimo sprecando.
VENTO NORDOCCIDENTALE A SMOKY La notte all'aeroporto di Johannesburg l'abbiamo passata dormendo al gelo sulle nostre sacche e masticando Biltong. La mattina presto siamo finalmente saliti sul primo volo diretto a Port Elisabeth dove temperature più miti, sole e vento ci stavano attendendo! Dal finestrino vedevamo le ochette bianche increspare l'oceano sottostante. Il vento soffiava da Nord Ovest e c'era anche un piccolo swell meridionale che si stava allineando perfettamente lungo Capo Recife, all'entrata della baia di Algoa. Appena dopo essere arrivati, Wendy, l'amichevole hostess di colore della compagnia di autonoleggio, ci ha proposto di prendere una Golf per soli 220.000 rands al giorno (20 euro). Alex, designato come intestatario della macchina, 75
Alex Mussolini motorizzato Neil Pryde e RRD tweakka l’Aerial a Smokie.
dato che aveva usato la sua Visa, si è messo al volante. Abbiamo deciso di tentare la fortuna restando in zona di Cap Recife. Credeteci o no: dopo meno di 15 minuti avevamo già trovato uno spot perfettamente side-off! Una bella destra di un metro e mezzo che si srotolava lungo un point roccioso coperto di alghe e ostriche. I set più grossi si connettevano lungo la baia per arrivare fino allo shorebreak, creando sezioni interessanti per fare trick nell'inside. Il paesaggio era spettacolare e non c'era nessun altro in giro. I ragazzi, sorridenti, hanno armato in fretta e furia, ed in men che non si dica è iniziato lo show. Alex ha cominciato con un Aerial tweakkatissimo e Francisco ha risposto con un Roller carvato facendo partire la poppa in spinout proprio sul lip. Thomas ha chiuso un Backloop ad uscire ed un goyter a rientrare. Il mirino della mia macchina stava andando a fuoco e ho capito subito che con 3 ragazzi così talentuosi, il viaggio sarebbe stato davvero promettente. Verso metà pomeriggio, il vento è calato completamente. Al ritorno verso la macchina abbiamo incontrato degli strani tipi con la muta. Si sono presentati come bracconieri di pesce. Gli abbiamo chiesto se avessero mai visto qualcuno far windsurf in quello spot e ci hanno risposto di no. Il posto però è conosciuto tra i surfisti di Port Elisabeth, che spesso si godono Smoky in tranquillità.
VENTO SUDOCCIDENTALE A SHELLY BEACH Durante l'estate australe del 1994, Raoul Lequertier, Renaud Simon ed io, abbiamo passato un paio di mesi a girovagare alla ricerca di spot wave lungo la costa del Sud
Smokie
St. Francis Bay
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Alex Goyterizza a Shelly Beach.
Africa. La nostra scoperta migliore è stata Shelly beach proprio vicino a Cape ST Francis. Abbiamo fatto delle session davvero indimenticabili in questo beach break perfetto, potente e tubante. Un Renaud fuori controllo, Raoul che chiudeva Aerial maestosi, su questa bellissima spiaggia bianca con la forma di uno spicchio di luna, circondata da un'acqua blu piena di delfini che surfano le onde: questa è l'immagine che avevo impressa nella mia mente. 14 anni dopo eccomi nuovamente a percorrere lo stesso sentiero attraverso il bush profumato, salendo sulla duna per arrivare alla spiaggia. Lo spot era deserto. C'erano onde perfette e tubanti sui 3 metri, accarezzate da un vento perfettamente sideoff sui 25 nodi, mure a sinistra. Eravamo soli sul picco, a parte un banco di delfini che surfavano indisturbati le onde perfette. Era come se il tempo si fosse fermato. O forse non è il tempo a passare, ma siamo noi? Beh, in ogni caso, abbiamo fatto una session wave davvero epica. Probabilmente la migliore di tutto il viaggio. Il primo a pagare il suo attacco verticale allo shorebreak è stato Alex: la sua 4.5 nuova di zecca è esplosa sotto la pressione del lip! Vi garantisco però che non è passato molto prima che smettesse di guardare Thomas e Cisco monopolizzare lo spot, chiudendo Back Loop ed Aerial. Si racconta che sia salito sulla duna di corsa per prendere la sua 4.7 e appena rientrato in acqua, abbia chiuso un wave 360 impeccabile, proprio in faccia a Thomas. Il giovane francese ha quindi risposto prendendosi l'onda del giorno e facendo due Aerial enormi e un Cut Back vertiginoso. Dopo qualche centinaia di Bottom Turn, ci siamo ritirati al supermercato
Shelly Beach
Francisco e Alex a Shelly Beach.
L’italo-hawaiiano Francisco, a sinistra, strapazza il lip di Smokie, a destra vola in un Aerialone a Sea Vista.
di Cape ST Francis, a rimpinzarci con squisite torte salate e muffin al cioccolato. Il boss, un tipico surfer locale: capelli grigi, 1.90m per 90 kg di muscoli ci ha chiesto: - “Da dove venite?” - “Francia, Italia e Spagna” è stata la risposta. - “Benvenuti ragazzi, vi ho visto far windsurf sul beachbreak, complimenti, ottimo lavoro!” - “Grazie.” - “Siete tutti atleti professionisti vero? Solo i pros riescono a fare certe entrate senza distruggere tutto il materiale… Non avete rotto nulla?” - “Si, io ho disintegrato la mia vela”. Ha detto Alex. - “Hum, peccato, c'è un negozio di windsurf a JBay. Andate a farci un giro. Vi fermerete là in zona, vero?” - “Si.” - “Beh tra due giorni le previsioni danno vento da sudovest ed uno swell interessante. Dovreste fare un tentativo al Point.” - “Il point? Quale point?” - “Seal Point ovviamente.” - “E i surfisti?” - “Non ci sono problemi, qui facciamo surf, kayacksurf, body board senza alcuna discriminazione, basta rispettare le regole.” L'indomani Alex si è preso una 4.5 nuova dal negozio che fortunatamente era
dell'importatore Neil Pryde per il Sud Africa. Il tipo era incredulo quando gli ho detto che avevamo fatto windsurf a Shelly beach il giorno precedente. Lui e una decina di altri local hardcore erano andati su una sinistra divertente a Paradise Beach.
VENTO SUDOCCIDENTALE A SEAL POINT Abbiamo trascorso il pomeriggio ed il giorno seguente facendo surf da onda a Seal Point, in modo da poterci abituare allo spot. Con la direzione giusta, questa destra è davvero un'onda di livello mondiale. Questo infatti è lo spot in cui si svolge il WCT quando JBay è piatta. L'atmosfera in acqua era davvero rilassata e solo Cisco si è sentito dire di darsi una calmata dai locali. Comunque se lo meritava dato che, nonostante sia davvero bravo in surf da onda, droppava nell'inside i local, che erano ad un altro livello. Durante la prima mattinata del terzo giorno, il vento soffiava da sudovest e il cielo era tappezzato di nuvoloni scuri. Prima di metterci in strada verso Seal Point, abbiamo deciso di fare un salto a Supertubes sottovento a Jeffrey's Bay. C'erano onde di un paio di metri con vento sideoff dai 12 ai 15 nodi! Era sicuramente windsurfabile ma abbiamo deciso di continuare, in quanto c'erano 30 surfisti da onda in acqua e non c'era una sola onda che non fosse occupata. A Seal Point pioveva! Ma le onde ed il vento erano perfino meglio che a Supertubes. Ci stavamo rilassando un pochino in macchina, al caldo e all'asciutto, guardando i surfisti uscire da tubi infiniti, quando un local col collo taurino ci è venuto a bussare sul vetro. Pensavamo fosse un surfista che vedendo il nostro materiale sul tetto, ci
Alex stacca l'aerial a Shelly Beach. 77
Che stile! Alex al Secret di JBay.
volesse consigliare di cambiare spot. Abbiamo abbassato il finestrino e stranamente infilando la testa ci ha detto: “Ci conviene entrare perchè domani sarà onshore!”. Ci siamo guardati sconcertati per un secondo e poi abbiamo cominciato ad armare. In meno di dieci minuti i ragazzi sparavano Cut Back verticali ed Aerial proprio sul picco. Pioveva ancora a dirotto e io cercavo di fare qualche bella foto dall'abitacolo della macchina, quando il ragazzo col collo taurino è tornato. Ha detto: “In 40 dannati anni che vivo qui, non ho mai visto uno spettacolo del genere! Io sono stato uno dei pionieri del windsurf in questa zona e nessuno prima aveva pensato di entrare al Point. Questi ragazzi stanno davvero distruggendo tutto, spero che mio figlio non stia osservando troppo attentamente, altrimenti vorrà sicuramente che gli compri un windsurf!”. - “Qual è tuo figlio?”. Gli ho chiesto. - “È quello nella sezione interna che sta uscendo adesso dal tubo e fa gli Aerial sulla sua tavoletta da surf.” - “Beh allora speriamo che continui a far surf da onda, altrimenti ci spaccherà il culo anche col windsurf!” - “Si, hai ragione.” - “Sicuramente mi costerà di meno, guarda, uno dei tuoi amichetti ho appena distrutto la vela!” - “Ah si. Nessun problema, ancora Alex, che ormai distrugge una vela ad uscita!”. Collo taurino si è messo a ridere e poi se n'è andato.
Thomas Traversa su un bombolone a Sea Vista.
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VENTO DI KONA A JBAY I due giorni seguenti li abbiamo passati facendo surf da onda a JBay senza un filo di vento. Sebbene Cisco si sia sentito ripetere dai local di non droppare le onde nell'inside, dobbiamo dire che era sicuramente il miglior surfista del nostro gruppo. Penso si sia innamorato di quell'onda. Thomas, Alex ed io eravamo più concentrati a vedere la balena che tutti i giorni all'imbrunire veniva a salutare i surfisti da onda. Finalmente il vento nordorientale ha cominciato a soffiare, completamente onshore. Dopo poco però abbiamo trovato uno spot lì vicino dove il vento entrava sideoff, chiamato Secret. Secret è, a dir il vero, la sinistra che rompe dalla parte opposta del point di Supertubes. L'onda è meno ripida e lunga rispetto alla destra di prima classe di Supertubes, ma è comunque un'ottima onda, che ha offerto un sacco di pareti levigate e ben formate per la gioia dei nostri ragazzi. Come al solito, non si sono risparmiati nulla, dipingendo curve precise proprio davanti ai surfisti da onda e ai pescatori seduti in spiaggia a guardare. Una volta terminata la session, siamo ci siamo diretti da Pick and Pay, il supermercato locale, per comprare un po' di birre, carne e qualche baguette per il barbecue serale. Ad ognuno di noi era ormai chiaro che eravamo qui solo per fare surf e windsurf e quindi vivevamo al ritmo del sole. In ogni caso, a dirla tutta, durante l'inverno australe, a Jbay, non è che ci siano così tante ragazze carine in giro. Se volevamo uscire a cena, andavamo dietro l'angolo per
Alex Mussolini: Wave 360 a Shelly Beach.
Thomas, a sinistra, entra con il suo caratteristico stile nella sezione del Secret di Jbay, a destra, vola alto a Shelly Bay.
mangiare ottimo pesce e magari fare un paio di tiri a biliardo. L'internet cafè era troppo lontano per i nostri canoni... La nostra padrona di casa, disperata per averci visto così disinteressati per le attrazioni turistiche locali, ci ha consigliato di andare a visitare l'Addo Park, famoso per i suoi elefanti, a solo due ore di macchina. Ma noi abbiamo optato per un parco molto più vicino dove non c'erano elefanti ma gazzelle, leoni, tigri e... Onde! Questo parco safari è situato a metà strada tra PE e JBay ed è situato proprio sopra a Seaview, uno spot dal grande potenziale windsurfistico. Le previsioni infatti davano 3 metri d'onda meridionale e 25 nodi di vento orientale, proprio per il giorno della nostra partenza.
VENTO ORIENTALE A SEAVIEW I leoni e le tigri erano davvero maestosi ma sembravano un po' tristi… Forse perchè una staccionata gli impediva di mangiarci in un solo boccone! Siamo rimasti in zona a dargli fastidio per un po' ma poi abbiamo intravisto le linee blu che cominciavano ad allinearsi. Abbiamo salutato i re della savana e ce ne siamo andati a guardare il mare più da vicino. Ne valeva veramente la pena! C'erano delle solide sinistre che rompevano lungo tutta la costa. La partenza dall'altra parte della baia era tutt'altro che invitante: rocce taglienti coperte da cozze. Alla fine abbiamo trovato una piccola spiaggia bianca che si affacciava proprio davanti ad una delle bowl più massicce. Eravamo contenti e felici perchè, sebbene quel giorno le onde fossero liscissime,
sapevamo che l'est previsto per il giorno seguente, avrebbe soffiato perfettamente sideoffshore. Previsione azzeccata! Sfortunatamente per me il cielo era coperto e c'era anche una leggera pioggerella che mi ha davvero reso difficile fare delle belle foto. Posso però confermarvi che Alex ha rotto un'altra vela dopo pochi minuti in acqua! Dopo aver nuotato per circa 20 minuti tra i delfini e i surfisti da onda, si è unito a me per osservare Thomas che stava per partire su un bel set massiccio. Sebbene fossi su una collinetta circa 20m sopra il livello del mare, Thomas è scomparso completamente alla vista una volta alla base dell'onda, durante il Bottom Turn, per poi esplodere un'Aerial immenso proprio sulla sezione più aggressiva. Cisco non è stato da meno, continuava a connettere curve come uno struzzo impazzito. Due ore prima della partenza del nostro volo, abbiamo abbandonato lo spot. Il problema principale in quel momento era che le sacche, le mute ed il materiale erano completamente fradici e molto più pesanti a causa della pioggia e dell'uscita. Le ragazze al check-in erano molto gentili ma l'attrezzatura di Cisco era davvero troppa. Questa era la migliore opportunità per compragli la sua 4.7 senza perdersi in trattative infinite. Così abbiamo fatto l'affare e Cisco è salito sull'aereo. Questa volta il 747 da Johannesburgh era completamente pieno, almeno la benzina non era tutta sprecata. Abbiamo dormito tranquilli come bambini. Una volta atterrati ad Amsterdam, c'era vento. Automaticamente abbiamo guardato le nuvole per vedere la direzione. Era diretto da nord, che è l'unica direzione non surfabile a Jbay. Meno male che l'abbiamo beccato qui e non là!
Francisco Porcella attacca aggressivo a Shelly Beach.
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Thomas lascia il segno sulle onde di Smokie.
IMPRESSIONI DI THOMAS TRAVERSA Jefreeys Bay... Onestamente, eravamo tutti davvero eccitati all'idea di abbandonare l'estate europea per andare a visitare questo mitico spot di surf da onda dall'altra parte del globo: ci vedevamo già a fare Bottom, Roller, Bottom, Aerial, Bottom, Roller... Su quell'onda famosa grazie a generazioni di surfisti e delfini... E' come aver realizzato il mio sogno d'infanzia. In men che non si dica, eravamo all'aeroporto di Port Elisabeth, che trascinavamo le nostre sacche verso il nuovo compagno sulla strada: una Golf nuova fiammante. Tutti volevamo entrare in acqua, il sole splendeva ed il vento pompava. Abbiamo deciso quindi di farci condurre dalla nostra Golf, al primo spot che poteva funzionare. In quel preciso momento una scimmia che ci ha attraversato la strada, ci ha ricordato che eravamo in Africa facendoci fermare proprio davanti ad una piccola baia circondata da roccia. Le onde si srotolavano perfettamente, pettinate dal vento sideoff... Un bel regalo di benvenuto! Dopo un'ora in acqua, ci siamo piano piano abituati al ritmo dello spot e cercando di dimenticare il fatto che eravamo in Sud Africa, con la paura di cadere in queste acque infestati dagli squali bianchi, siamo riusciti a ritornare alla macchina ancora d'un pezzo! Abbiamo incontrato dei pescatori un po' pazzi che dopo averci parlato per 20 minuti ci hanno offerto di fermarci da loro per la notte. Abbiamo apprezzato l'offerta ma sicuramente ci saremmo persi qualcosa l'indomani e quindi abbiamo deciso di proseguire direttamente verso Jeffrey's Bay. Per tutto il viaggio è stato così. Il fantasma di Jeffrey's Bay è stato dimenticato solo dopo aver visto tutti questi altri spot in cui siamo stati condotti dalla nostra Golf, carica con le nostre sacche: un sacco di spazio, natura vergine e local amichevoli ci hanno accolto ovunque andassimo. Ogni giorno la natura regna sovrana in questo luogo, abbiamo condiviso session con Francisco pianta i rail nelle onde di JBay.
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delfini e balene, ed il tempo è passato talmente velocemente che la routine non ha fatto neanche in tempo a diventare vera routine... Ed ecco che dovevamo già tornare a casa, dopo aver visto e goduto così tanto, consapevoli di non aver sfruttato che una piccola parte di quello che offre la regione...
IMPRESSIONI DI FRANCISCO PORCELLA Che equipaggio perfetto per un viaggio del genere, in un luogo che avevo sempre sognato di visitare per ridare queste onde magiche che non ci sono in nessun altro posto. Forse due settimane erano un po' poche per riuscire a far tutto, ma comunque siamo riusciti a surfare un sacco di belle onde come a Super Tubes. Thomas era sempre il primo sull'onda, non so perchè ma era sempre così. Riusciva sempre a prendere più onde di tutti, essendo così leggero e potendosi spostare più facilmente, ha uno stile pauroso e non si tira mai indietro, non importa la dimensione dell'onda, del lip o se le rocce siano a pochi metri. Colpisce il lip a prescindere da tutto ciò! È questo che ci motiva così tanto quando siamo fuori insieme. Anche una minima raffica gli basta per chiudere dei Back Loop, mentre io appena comincio a muovermi. Alex pesa probabilmente un paio di kg in più e quindi alla fine anche lui si spostava molto più velocemente di me. Dovrei cominciare a perdere un po' di peso se voglio stare al passo, ma ho mangiato troppo bene in Sardegna il mese prima! Abbiamo windsurfato cinque spot diversi, con qualità completamente diverse l'uno dall'altro ed è stato molto interessante ed impegnativo. Abbiamo trovato condizioni ottime sia mure a destra che mure a sinistra, da beach break a shore break. Le manovre migliori del viaggio vanno sicuramente ad Alex! A Shelly Beach, dopo aver distrutto la 4.5 sulla sua seconda onda, è riuscito con la 4.7 ed ha chiuso una Taka, un Wave 360 ed un Goyter... Quel ragazzo è una macchina, ha le manovre in tasca! Abbiamo trascorso dei momenti incredibili come quando stavamo surfando a J-bay (2 metri divertenti e lunghissime), ed improvvisamente una balena è saltata fuori a poco più di 8 metri da noi e ci ha salutato con la sua pinna enorme... Non ci potevamo credere! Vedevamo sempre delfini giocare con le onde, e abbiamo perfino condiviso la stessa surfata... Sono mammiferi incredibili e sono talmente precisi a surfare le onde che fanno impressione anche ai rider locali! Il tubo migliore va a Gilles! Stavamo surfando a Shelly Beach tutti soli, divertendoci ad infilarci nei tubi in close out ed in qualche modo, mentre stavamo tornando verso la Golf, ho sentito Alex urlare ed ho visto Gilles uscire da un tubo che quasi spruzzava aria! Ero davvero contento di vedere Gilles prendere qualche bella onda e ho notato che il suo livello in surf da onda è aumentato vertiginosamente da quando eravamo usciti insieme a Sumba Indonesia. Il fatto di essere tutti insieme era solo un bonus, adoro far surf da onda e condividere lo spot coi miei amici senza nessun altro intorno, rende la session 10 volte più speciale. Questo viaggio ci ha fatto avvicinare un sacco e adesso che ci siamo conosciuti più da vicino, sicuramente faremo altri viaggi con questo mix latino di sangue francese, spagnolo ed italiano, sebbene tutti e tre i nostri cognomi siano italiani.
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INTRO La particolarità di questa manovra è che si stacca sottovento alla vela come per una Funnel, ma saltando nel vento per atterrare in planata all'indietro. È possibile saltare davvero alti staccando dall'acqua piatta grazie alla pressione nella vela, specialmente con vento forte! Per allenarsi e provare la Kono è opportuno essere in grado di andare tranquillamente in switch ed è consigliato anche sapere gestire bene la Funnel, almeno per quanto riguarda la fase iniziale del
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passaggio sottovento alla vela, mentre si continua a planare in switch a tutta velocità!
STEP BY STEP Ecco alcune dritte più precise su come iniziare la manovra: Foto da 1 a 4: All'inizio aiuta pensarla come una semplice Duck Tack in planata, in cui si ha bisogno di orzare leggermente per poter lanciare la vela davanti a sé, per poi riportarla verso poppa e continuare a carvare sopravento ancora un po'.
Foto da 5 a 7: Una volta che siete in questa posizione, comincia la fase aerea della manovra. Utilizzate la pressione del vento nella vela per spingere sia voi stessi che il materiale fuori dall'acqua. È possibile far questo passaggio correttamente solo buttandosi con tutto il peso sulla vela, utilizzandone tutta la pressione sviluppata e spingendo con forza sul braccio posteriore per poter staccare dall'acqua. Foto da 8 a 10: La prua della tavola ora si alza
dall'acqua e gira nel vento! Da questo punto in poi dovete completamente cambiare la vostra posizione in aria in modo da poter girare i 90 gradi restanti! Per fare questo, cazzate completamente la vela col braccio posteriore e girate la testa verso poppa, guardando indietro. Questa infatti è la direzione in cui avverrà la rotazione (la testa innesca e controlla la rotazione).
esattamente la stessa posizione del corpo e del materiale in cui ci si trova all'atterraggio dal Forward. Ora non resta che prepararsi all'atterraggio... Nel caso migliore atterrerete abbastanza piatti sulla tavola, slashando all'indietro! Ora non vi resta che chiudere la vela per completare la rotazione, ma senza tirare troppo in quanto potreste ancora essere in slashata.
Foto 11 a 14: La rotazione in questo punto è praticamente identica ad un Forward… E'
TIPS & ERRORS Una dritta molto utile è quella di abituarsi a carvare
sopravento, tenendo la vela verso poppa… È fondamentale curvare abbastanza sopravento prima di staccare la fase aerea, altrimenti il vento non vi darà abbastanza spinta! Errori: ho visto molti rider provare la manovra in modo sbagliato… Uno degli errori più frequenti è quello di cercare di girare senza però farsi spingere dalla vela! Ricordatevi quindi di buttarvi veramente col peso sulla vela in modo da ottenere quanta più spinta potete per poi spingere sul braccio posteriore e farvi sollevare!
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INTRO Inventarsi nuove manovre e salti è sempre più difficile, la maggior parte delle nuove move di wave provengono dal freestyle applicato alle onde, ciò rende tutto più radicale e spettacolare. Durante la passata stagione ho visto diversi pro che facevano una nuova move freestyle bellissima, il Toad, (o Misty Flip), durante l'estate anche io sono riuscito a chiuderla quasi subito sul piatto. Sempre alla ricerca di nuove frontiere, e vista la rotazione spettacolare, mi affascinava l'idea e la sfida di provarlo a fare in aria come un salto e non come un trik sul piatto. Il problema era trovare le condizioni giuste e un discreto coraggio per lanciarsi nel vuoto.
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L'occasione è arrivata durante i miei allenamenti invernali in Brasile a Jeri, come tutte le manovre che provi la prima volta, senza nessuno che te le fa vedere, incutono un po' di timore. Ma alla fine mi sono buttato e dopo tanti tentativi e schianti vari ci sono riuscito e l'ho chiamata Misty Wave. Nella sequenza c'è uno dei primi che ho girato e atterrato, ora dopo un po' di pratica lo faccio anche su onde grandi, sembra di volare perchè la vela ti porta su, vi assicuro, la sensazione è fantastica adrenalina pura… Provare per credere…
STEP BY STEP Foto 1-2-3: Bisogna essere belli invelati, dirigetevi
verso un'onda al lasco e girate la vela bugna avanti, dovrete essere rapidi in questo momento per non perdere il timing nel saltare l'onda, cercate di rimanere in velocità e allargate la presa delle mani sul boma. Foto 4: Poco prima di colpire l'onda portate la tavola leggermente all'orza, tenete il corpo centrale e sfruttate la velocità e lo slancio per andare in alto, tenete il rig vicino e spostate il braccio della vela, facendolo scivolare un po' indietro. Foto 5-6-7: Ora siete in aria, portate la vela sottovento, l'albero verso poppa, girate la testa e
guardando la vela che passa sotto di voi lanciatevi con il corpo nella rotazione e piegate le gambe. Ora rallentate il movimento, la vela è in posizione orizzontale, più si spinge con la mano di poppa più si va alti, perchè sfrutterete l'effetto della spinta del vento sulla vela. La tavola segue il movimento del corpo tramite la gamba posteriore.
ora rivelocizzare i movimenti, continuate a spingere la vela con il braccio della bugna verso la poppa, distendendo anche quello posteriore per spingere la bugna attraverso il vento. Piegate le gambe per assorbire l'impatto dell'atterraggio.
Foto 8: La vela vi porta su, ora avete il corpo vicino al rig, è la fase più alta del salto, ripeto: più spingo con la mano di bugna più vado in aria.
Foto 11-12-13: Fate in modo che la vela vi aiuti a raddrizzarvi, stabilizzatevi in bugna avanti e girate il rig. Ora non vi resta che ripartire per il prossimo salto! E non dimenticate mai: ”bordi corti e senza cadere” parola di Ray.
Foto 9-10: Questo è il momento più difficile, dovrete pensare a finire la rotazione e all'atterraggio. Dovete
TIPS • Affrontate il salto con velocità elevata, non abbiate
paura e non esitate durante tutte le diverse fasi, soprattutto lo stacco. • Una volta in aria per rendere più spettacolare il salto, cercate di rallentare il movimento della manovra spingendo sul boma con la mano di bugna (la vela), più spingete più andate in aria e rallentate. • Mentre nel momento aereo del salto è corretto rallentare, nella fase di atterraggio cercate di essere più veloci possibili nei movimenti e tenete l'albero dritto. • Condizioni e attrezzatura consigliata: vento side sopra i 20 nodi con 1,5 m. di onda e vela wave 4.7-5.0, tavola Wave 80 litri.
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INTRO Per estremizzare il mix e renderlo ancora più radicale, si può mettere la mano anteriore proprio sopra le cime del trapezio e staccare la mano posteriore dal boma, planando per svariati metri già one handed, per poi staccare e fare la manovra. La prima volta che l'ho vista fare è stato durante la tappa di Lanzarote nel 2005, ovviamente da Mr SlideAround, Kiri Thode. Ci sono rimasto di stucco, perché pensavo stesse staccando per una Chachoo normale e invece non ha tirato la vela ma ha girato tutta la Grubby ad una mano. Spettacolo! Leggete bene, così anche voi potrete stupire tutti gli spettatori in spiaggia!
HOW TO DO Lanciatevi al traverso a tutta velocità, con buona potenza nella vela ma preferibilmente non sovrainvelati. Cercate un piramidino, ossia un 86
choppino ripido al traverso/lasco su cui staccare a qualche metro di distanza e cominciate a prepararvi allo stacco. Mentre siete ancora agganciati al trapezio, togliete la mano posteriore dal boma e spostate la mano anteriore esattamente sopra (o in mezzo se le avete lontane) alle cime del trapezio. In questo modo la mano sarà direttamente nel baricentro della vela e vi permetterà di controllarne la potenza, continuando a planare per qualche metro senza perdere troppa velocità. Una volta che avrete lascato leggermente e sarete al traverso lasco, portate la mano anteriore, unica sul boma, verso bugna in modo che la vela vi catapulti in avanti con forza sufficiente per poter completare la rotazione di 360° di una normale Grubby. Spingete sulle gambe stando abbastanza verso poppa e stendete il braccio posteriore. Stendete anche il braccio anteriore in modo da cazzare la vela verso prua, per poi invertire bruscamente il peso verso prua,
in modo da infilarla nell'acqua facendo perno. Restate leggermente più sbilanciati verso prua e verso il rail sopravento in modo da non venire sbilanciati dalla vela quando passa nel vento. Aspettate che la fase di slashata sia completa e la tavola abbia girato almeno 300°. Una volta arrivati a questo punto, continuate a lasciare il braccio posteriore lontano dal boma e portate quello anteriore verso bugna, cercando di restare centrali col peso. Una volta afferrata la bugna, l'albero si abbasserà automaticamente in quanto la vela è neutra. Non resta che riprendere il boma sulle nuove mure come per una normale Duck Jybe, ed ora, potrete rimettere entrambe le mani sul boma, in modo da gestire la vela quando riprende potenza.
STEP BY STEP Foto 1-2: Credeteci o meno, questa è la chiave dell'intera manovra! La mano posteriore è già
staccata e quella anteriore, inizialmente sopra le cimette del trapezio, si sposta verso bugna in modo da poter generare più spinta. Restate abbastanza arretrati col peso durante lo stacco, stendendo gamba e braccio anteriore verso prua e spingendo verso il basso con la gamba posteriore per staccare. Rannicchiate la gamba posteriore e sbilanciatevi in modo da staccare. Foto 3-5: Questa fase è davvero delicata. La prua tocca nell'acqua e l'albero si abbassa automaticamente verso l'acqua e sottovento, in quanto la vela è ancora piena. La tavola slasherà più lentamente e più in lungo, quindi conviene sbilanciarsi ulteriormente verso prua e verso il rail sottovento, in modo da non essere sbalzati in acqua quando la vela passa nel vento.
Foto 6-8: La bugna sta sfilando nel vento, ora dovrete cercare di contrastare la spinta nella vela con una sola mano, sempre restando più centrali possibile con il peso. La pinna sta cominciando a prendere di nuovo, quindi la prua girerà abbastanza bruscamente.
facendo, sarà più facile gestire la vela quando riprende potenza, specialmente con vento sui 25 nodi come in questa sequenza! Ottimo lavoro!
TIPS & ERRORS Foto 9-10: Se avete fatto tutto correttamente, avrete ancora abbastanza velocità per poter lascare leggermente in modo da facilitare il passaggio in diablo (che a dire il vero è una Duck Jybe). Cercate di restare sempre abbastanza centrali col peso in modo da non appopparvi. Foto 11-13: Ora non vi resta che finire la seconda variazione, passando la vela come per una normale Duck Jybe. Portate la mano verso la bugna e tiratela verso poppa in modo da poter riafferrare il boma sulle nuove mure, il più vicino possibile all'albero. Così
Per questa manovra è importante trovare le condizioni d'acqua giuste, possibilmente con vento non troppo forte. Se c'è l'acqua choppata è difficile riuscire a far girare la tavola senza intoppi e risulta difficile gestire il materiale con una mano sola. Non staccate troppo al lasco altrimenti non avrete abbastanza potenza nella vela per completare la rotazione one hand e ricordatevi di tirare con violenza allo stacco. Portate il braccio anteriore verso bugna in modo da aver maggior potenza durante lo stacco per poter avere velocità durante il passaggio diablo, che risulta più difficile da fermi, in quanto la vela strattona maggiormente. 87
Non mi ricordo nemmeno più quando ho iniziato a fare le prime manovre in switch tense… come passa il tempo! E mi sono reso conto di recente, quando a tempo perso provo lo switch sulle mure opposte, di quanto sia difficile navigare con i piedi al contrario e soprattutto di quanto sia scomodo. Ma è solo questione di abitudine, infatti nelle mie normali session di freestyle se potessi contare il tempo in cui sono in switch potrei scommettere che sarebbe pari o superiore a quello passato in posizione normale. Dopo un po' ti abitui allo switch e non ne puoi fare più a meno, ti si aprono nuovi orizzonti e puoi fare tantissime nuove manovre, certo ci vuole molto allenamento, ma prima o poi, con un po' di dedizione, tutti possono arrivare a fare questo tipo di manovre… e addirittura scoprire che alcune di esse sono più facili in switch! La manovra che rispecchia perfettamente questa regola è la Chachoo Switch, molto più semplice della Chachoo Normal. Prima di arrivare a fare quelle manovre bisogna però imparare a mettersi in switch e continuare a planare in questa contorta posizione, capirne i segreti per poi pensare di arrivare allo stacco per eseguire la vostra manovra dei sogni. Vi assicuro che dopo un po' di allenamento planare in switch diventerà un gioco da ragazzi.
INTRO Quante discussioni abbiamo fatto sulla corretta tecnica dello switch con la “italian gang” quando eravamo tutti insieme che ci allenavamo al Lago di Garda. Il leader delle discussioni era come sempre Michele Franciosi, il re della tecnica in teoria, e anche in pratica. Discutevamo su quale fosse il miglior metodo per cambiare la posizione dei piedi in switch senza perdere velocità e troppa acqua. Quindi la tecnica che vi illustro ora è fonte di svariate menti malate del freestyle italiano… c'è da fidarsi… Per prima cosa dovete capire che il mettersi in posizione switch è solo un mezzo per raggiungere un fine, quindi bisogna fare le cose fatte bene e velocemente in modo da non rimanere centinaia di metri in questa precaria posizione, soprattutto all'inizio. Una volta acquisita la tecnica potrete invece anche farvi interi bordi in questa posizione, e in qualunque andatura. È assolutamente da evitare la tecnica dello strambare e ripartire nella direzione opposta con i piedi al contrario, magari vi può aiutare all'inizio per scoprire 88
la sensazione di planata in switch, ma è una gran perdita di tempo e di velocità, oltre ad essere stilisticamente molto discutibile; a parte casi particolari quando avete gli ultimi 5 secondi della vostra heat e dove tentare il tutto per tutto, ma questo è un altro discorso! Accertatevi che le vostre strap siano larghe abbastanza. L'ho già scritto più volte e la regola non cambia, le strap vanno utilizzate larghe!!! Ci dovete infilare tutto il piede. Questo vale ancora di più per la posizione in switch tense, dove dovete infilare il più possibile il piede dentro la strap per avere un buon controllo della tavola, in punta di piedi risulterebbe molto più difficile. Una regola fondamentale è cercare di non perdere la planata mentre ci si mette in switch per poi doverla riprendere, vi assicuro che vi complicherebbe molto di più la manovra. Da una corretta posizione in switch dipende il 40% della move che vorrete eseguire.
STEP BY STEP Foto 1: Dirigetevi al traverso e cercate di avere una buona velocità. Dovete aver vento nella vela, quindi evitate di iniziare a mettervi in switch nei buchi di vento, anzi una bella raffica vi aiuterà, soprattutto all'inizio, a non perdere la planata. In questa fase siete ancora agganciati al trapezio e state planando in piena velocità. Foto 2: Ora, dopo aver controllato che la zona in cui siete diretti sia bella ventilata, e non con un immenso buco di vento, sganciatevi dal trapezio e direzionate la vostra tavola più al lasco, sempre mantenevo una velocità alta, e aprite leggermente la vela. Questo vi aiuterà ad avere più stabilità per concentrarvi maggiormente sul cambio dei piedi. Fondamentale è quindi avere una buona velocità iniziale per poi avere inerzia per proseguire. In questa fase il mio consiglio è quella di sfilare leggermente i piedi dalle strap, come si vede nel particolare della foto. Foto 3: Arriva il momento chiave! Cercate di direzionare ancora di più la tavola al lasco in questo momento. Sfilate maggiormente il piede anteriore dalla strap mentre quello posteriore lo togliete completamente e lo infilate direttamente nella strap anteriore sottovento, con un unico e deciso movimento. Per un attimo avrete una posizione alquanto scomoda e insolita, i vostri piedi sono entrambi vicini alle strap
anteriori, per questo motivo è necessaria una buona inerzia per continuare a planare anche in questa posizione. La cosa più importante da fare contemporaneamente al cambio dei piedi è quella di girarsi completamente con il busto sopravento portando il boma sotto la spalla posteriore piegando il più possibile il braccio posteriore (foto 1a). Più girerete il busto sopravento più sarà facile cambiare la posizione dei piedi perché sarete in asse con la tavola. In questa fase alcuni rider preferiscono posizionare prima il piede anteriore tra le strap e poi dopo spostare il piede posteriore nella strap anteriore, per fare poi ancora un passo e spostare il vecchio piede anteriore nella strap posteriore. Io sono delle filosofia che in questa “precaria” posizione è meglio fare il meno possibile dei passi per evitare di perdere la planata. Quindi il piede anteriore lo sposto direttamente nella strap posteriore saltando il passaggio intermedio, anche se corro il rischio di trovarmi per pochi istanti con i piedi a papera (vedi particolare in foto 3). Foto 4: Con il boma “infilato” sotto la spalla e il braccio piegato, che serve anche per tenere cazzata
la vela in questo delicato momento in cui vi state muovendo molto sulla tavola e quindi siete a rischio di perdita di planata, dovreste essere con il busto completamente girato sopravento e quindi in asse con la tavola. In questo modo potrete più facilmente infilare prima il nuovo piede anteriore nella strap per poi portare il vecchio piede anteriore nella strap posteriore sulle nuove mura. Una volta che avete i piedi nelle strap nella nuova posizione rimanete ancora un attimo con la vela cazzata e cercate di assicurarvi che i piedi siano belli saldi all'interno delle strap. Foto 5: Distendete le braccia e continuate a planare a tutta velocità con i piedi in switch (foto 2a)! Arretrate leggermente il corpo e studiate la zona dovete volte andare a fare la vostra manovra (foto 3a). Dopo un po' di pratica, e ritornando con una direzione più al traverso, potrete anche aumentare la vostra velocità in questa posizione prima della manovra. All'inizio invece sarà molto scomodo e innaturale navigare in switch, e vi basterà poco per perdere la planata. Non scoraggiatevi e dopo qualche tentativo le cose andranno meglio!
CONSIGLI • Controllate che ci sia vento nella zona in cui vi volete mettere in switch. • Alta velocità iniziale per “vivere di rendita” durante i vari spostamenti. • Pochi passi e decisi. • Infilatevi il boma sotto la spalla! Avrete la vela più chiusa e girerete di più il busto per infilare con più facilità i piedi nelle strap nella nuova posizione. • Strap larghe!
ERRORI • Iniziare con poca velocità, scarso vento e acqua troppo choppata. • Non girare abbastanza il busto. • Non chiudere la vela durante il cambio dei piedi. • Fare troppi passaggi con i piedi, destabilizzerà la tavola e perderete la planata. • Non infilare bene i piedi nelle strap nella nuova posizione. Ricordatevi… il successo della vostra manovra parte anche da un corretto posizionamento in switch! 89
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© F. Bedeschi
Marco Revel imposta il Cut Back con Koko Head sullo sfondo.
© F. Bedeschi
Tra una sessione e l'altra a Toes, ci si rilassa sotto le palme...
La vista di Waikiki e del porticciolo vicino al famoso spot da onda dell'Ala Moana.
Da molti anni ho la fortuna di passare il mese di agosto sull'isola di Oahu e vi posso assicurare che le condizioni per fare wave-sailing e surf sono valide e consistenti. Lo spot simbolo di Oahu è senz'altro Diamond Head, situato alle pendici dell'omonimo vulcano, non lontano dal centro di Honolulu. Diamond Head è famoso per essere il luogo dove è cresciuto Robby Naish: quando lo swell è veramente grosso, è facile incontrarlo ancora oggi mentre rippa queste onde con una classe eccezionale. Tuttavia nella South Shore c'è un altro spot che vale la pena conoscere: Toes, onda veloce e vento da
terra: un paradiso del down-the-line!
LA PRIMA VOLTA Circa dieci anni fa ho avuto il mio primo “contatto” con Toes. Era la prima volta che andavo ad Oahu. Durante una pausa tra una sessione e l'altra a Diamond Head, il mio amico Renato Vitale (che già da tempo frequentava l'isola) mi parlò di Toes, che al tempo era quasi considerato un “secret spot”. Renato, estremamente tecnico come sempre, mi disse: “Faticherai a trovarlo, perché da riva difficilmente sembra surfabile. Il vento è leggero, il reef è lontano e 91
Marco stacca l'aerial sulle onde perfette di Toes.
perciò le onde sembrano sempre piccole. Ma se vedi che le onde quando rompono sbaffano appena, vai senza pensarci… Perchè è buono!”. Il giorno dopo mi sono diretto alla ricerca di questo posto. Se non si hanno indicazioni precise, non è facile trovarlo, ma alla fine ci sono arrivato. Toes non è il nome di una località, ma di un reef che si trova nella grande e stupenda baia di Maunalua, delimitata da Black Point a Ovest e dal promontorio di Koko Head ad Est. Per raggiungere lo spot dovete prendere la H1 in direzione Est, percorrerla fino alla fine quando diventa Kalanianaole Hwy, superare sulla sinistra il Mc Donalds di Aina Haina e proseguire fino all'incrocio con Pu'uikena Drive. Sulla destra di questo incrocio si trova uno splendido beach park con palme, alberi e un praticello perfettamente curato che discende verso il mare. Di fronte a questo parco, guardando il mare, si possono chiaramente distinguere due reef: Toes, sulla sinistra, e Secret, sulla destra. Secret è un'ottima destra per il surf da onda, mentre a Toes si possono avere sia destre che sinistre, a seconda della direzione dello swell. Quando sono arrivato di fronte a Toes la prima volta, ho pensato che effettivamente non aveva senso uscire… Poi mi sono ricordato le parole di Renato e sono andato. Aveva proprio ragione!
RIPPING TOES Toes è un'onda ottima sia per il surf che per il windsurf, veloce e potente. Il vento è solitamente molto leggero e con direzione side-off mura a sinistra. Spesso si raggiunge la line-up con meno di 8 nodi e l'acqua è così bassa sul reef che può facilmente capitare di piantarsi con la pinna sul fondale, non appena la raffica finisce. Attenzione con la bassa marea, perché il reef può affiorare e lasciare qualche ricordo alla vostra pinna! Sulla destra c'è un canale, ma lì il vento è ancora più leggero. Date l'intensità e la direzione del vento, Toes non è decisamente un posto per saltare, anzi direi quasi che è vietato saltare. Solo pure riding… Anche con dimensioni di un metro, l'onda è così rapida che consente di fare surfate a velocità impressionante e divertirsi con Aerial facili e sicuri. Quando i set arrivano ad un paio di metri ed oltre, la condizione diventa veramente da sballo, permettendo più Bottom e Aerial sulla stessa onda. L'onda consente di accelerare in pochi metri, anche se il take-off si fa spesso pompando con la vela per la quasi totale assenza di vento. Oltre logo-high, Toes diventa impegnativo, in quanto l'onda è abbastanza consistente ed un'entrata in ritardo vi può dare veramente un bello schiaffo. Il reef lavora con direzioni dello swell tipiche dell'estate hawaiiana. La direzione ideale è Sud/Sud-Est, ovvero con mareggiate che si sono ben sviluppate nel sud del Pacifico, avvicinandosi ancora attive alle coste dell'America del Sud. In queste condizioni l'onda ha la massima consistenza e la migliore direzione, in quanto diventa prevalentemente una sinistra. Con swell da Ovest/Sud-Ovest l'onda fa più close-out e tende ad essere destra, ma se la dimensione è buona la sezione finale (ovvero il picco vicino al canale) diventa molto consistente. Toes è inoltre molto divertente anche con wind-swell da 92
Colori surreali per una session dopo il tramonto.
IL PHOTOSHOOTING Da un po' di tempo pensavo che sarebbe stato bello poter fare un photoshooting dall'acqua a Toes. Negli
ultimi anni molte volte sulle riviste specializzate si sono viste foto di Diamond Head. Di Toes si è solo parlato, foto non se ne sono mai viste, proprio a causa della notevole distanza del reef da terra. Impossibile fare belle foto anche con i “cannoni” più potenti. Ne ho parlato con Peter Garzke, forte e simpatico atleta tedesco, che trascorre da molti anni l'estate ad Oahu allenandosi e facendo foto a livello professionale. Lui mi ha detto che in realtà aveva già fatto foto dall'acqua a Toes e che il risultato era stato molto buono. A quel punto la decisione era presa. Abbiamo monitorato le previsioni meteo per circa 10 giorni, fin quando si è presentato uno swell di 3-5 piedi da Sud/Sud-Ovest. Anche se la direzione non era la migliore, visto che il periodo a disposizione stava finendo, non ce lo siamo fatti scappare. Appuntamento alle 10.00 del mattino. Il vento era un po' più forte del solito e quindi ho deciso di montare la 4.7. Peter, armato della sua attrezzatura fotografica, bodydoard e pinnette si è avventurato nella laguna per
La punta di Black Point separa la baia di Diamond Head da quella più ampia di Maunalua. © F. Bedeschi
Est/Nord-Est, anche se un po' meno regolare. L'attrezzatura da usare è decisamente wave: vele da 5.0 o 5.3 e tavole strette fatte per carvare, ma non troppo piccole, in modo tale da garantire un minimo di galleggiamento. Personalmente peso circa 78 kg e per quasi tutta l'estate ho usato il Fanatic New Wave 81 e la vela Goya 3D Wave 5.0. E mi sono trovato benissimo! Solitamente Toes non è molto affollato, almeno non come Diamond Head. Tende a diventare affollato solo quando il vento è più forte. Anche per questo, la condizione che preferisco è quella con il vento un po' più leggero. In questo caso le persone in acqua sono tipicamente non più di cinque o sei: quest'estate abbiamo fatto delle belle session con i “soliti” Andrea Rosati, Renato Vitale & Co, anche se le condizioni solo poche volte sono state proprio “memorabili”.
Bottom Turn in scenari paradisiaci.
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Solide barre di un paio di metri...
raggiungere il reef. Considerando che con un surf da onda ci vogliono circa 12 minuti per raggiungere il reef, Peter si è fatto proprio una bella nuotata… Le condizioni si sono rivelate decisamente buone, tuttavia per la prima mezz'ora non siamo riusciti mai a trovarci: data la direzione dello swell, il picco tendeva a spostarsi da set a set ed in condizioni down-the-line, se non sei nel posto giusto, facilmente finirai per andare a colpire il lip molto lontano dal fotografo. Fortunatamente, con il calare della marea, le onde si sono pulite e regolarizzate, diventando anche un po' più consistenti. Nel frattempo lo spot si era anche riempito di visi noti, a cominciare da un certo Fabrice Beaux che ci sfrecciava vicino e ci incitava. Siamo stati in acqua quasi 4 ore e, anche grazie alla professionalità di Peter, alla fine eravamo decisamente soddisfatti!
OAHU GUIDE - ALTRI SPOT * North Shore: d'estate Mokuleia presenta buon vento * Diamond Head: è lo spot per eccellenza di Oahu, costante (meglio che a Diamond Head) mura a dritta con famoso per la qualità delle condizioni e la famosa strada di accesso lungo la quale ci si deve portare l'attrezzatura a mano. Anche se l'onda non è perfetta, Diamond Head garantisce praticamente tutti i giorni onde di almeno 1,5-2 metri. Senza swell particolari le onde sono semplici e non ripide (ottime anche per il longboard), ma durante le mareggiate possono arrivare a più di 4 metri ed il posto si fa impegnativo. Il vento, side/side-off mura a sinistra è spesso leggero, quindi non ideale per saltare, ma ottimo per surfare. * Kailua: è una cittadina situata nella costa est dell'isola. È qui che si trova il negozio di Naish (e gli unici altri negozi di windsurf dell'isola). È un posto più facile, con vento on shore mura a sinistra che soffia su una grande baia adatta a windsurfisti di tutti i livelli.
Toes offre velocità per Cut Back radicali. 94
chop. Adatto a windsurfisti di livello intermedio. D'inverno si può uscire anche a Backyard, ma è tutta un'altra storia: molto più radicale di Hookipa, onde super potenti, pochissima acqua e vento rafficatissimo off-shore mura a dritta. Solo per veri pro… * Surf Spot: tralasciando tutti i famosi spot invernali della North Shore (Sunset, Pipeline, Waimea, etc.), si possono citare alcuni spot che vale la pena di visitare sulla South Shore. Waikiki, il lungomare turistico di Honolulu, è il paradiso dei principianti e dei longboard. Onde lente e lunghe consentono a rider di ogni livello ed età di cavalcare in tutta tranquillità. Ala Moana è lo spot in prossimità del porto turistico e con swell offre onde veloci e tubanti, prevalentemente sinistre. Infine Sandy Beach è il paradiso del bodyboard.
Marco cerca l'Aerial sulla testa di Peter.
Off-the-lip slashato in piena velocità!
OAHU GUIDE – INFO UTILI * Spostarsi: è necessario avere * Quando: in estate si esce quasi tutti i giorni. Vento spostarsi. All'aeroporto avete solo l'auto in affitto che preferite.
* Vivere e dormire ad Honolulu: Honolulu è una
grande città con grattacieli e circa 1 milione di abitanti, pertanto offre i pro ed i contro delle grandi metropoli. I vantaggi sono legati al fatto che si trova di tutto, sanità, centri commerciali e vita notturna. D'altro canto i costi sono più alti, c'è affollamento e spesso anche traffico nelle strade. Dipende quali sono i vostri gusti! Appena si esce dal centro di Honolulu, comunque, la situazione è un po' diversa e si riescono a trovare posti più tranquilli dove stare e appartamenti più abbordabili da affittare. La soluzione “casa con cucina” è preferibile all'albergo.
© F. Bedeschi
da 5.0 - 5.3 e onde sulla South Shore. È consigliabile una tavola un po' voluminosa. D'inverno mareggiate enormi sulla North Shore e poco vento. In autunno e primavera il vento tende a regolarizzarsi, con swell discreti sia da nord che da sud. * Voli: per raggiungere Oahu avete solo l'imbarazzo della scelta, ma la vera nota dolente è imbarcare l'attrezzatura all'aeroporto di Honolulu. La scelta della compagnia dipende solo quasi da questo, in quanto i costi di trasporto sono diventati folli. Vi dico solo che quest'anno ripartendo con due sacche di attrezzatura mi hanno chiesto ben 1350 U$ (!!!) e dopo un'ora di contrattazione ho chiuso a 450 U$!
un'auto per da scegliere
© F. Bedeschi
Il beach park di Toes e Koko Head sullo sfondo.
L'entrata in acqua per raggiungere il reef: il vento è sempre molto leggero. 95
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