PERIODICO MENSILE ITALIA 6,00€
BELGIUM 9,00€ • DEUTSCHELAND 11,00€ • ESPAÑA 14,50€ • FRANCE 13,00€ • ÖSTERREICH 8,50€ • PORTUGAL (CONT) 8,50€ • CANTON TICINO 24,00 chf • SVIZZERA 14,50 chf
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IN PERFORMANCE WE TRUST!
135 Fin 2009 NO FIN DELIVERED NO FIN DELIVERED NO FIN DELIVERED NO FIN DELIVERED NO FIN DELIVERED NO FIN DELIVERED
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Slalom/Race PRO
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Volume
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80
Model
12 122
V.2
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ANNO XVI - NUMERO 130 MAGGIO 2010
Finalmente una cover di Funboard con una ragazza! Per celebrare questo evento abbiamo scelto una foto un po’ fuori dai nostri canoni, una foto che vuole esprimere la serenità di una planata estiva, una bella ragazza con una attrezzatura facile, ovvero il freeride! Buona lettura…
DIRETTORE RESPONSABILE Cristiano Zanni • cristiano@jmag.it REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno
•
ragno@hipow.com
RIDER
GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Marco Melloni
•
marcom@hipow.com
FOTOGRAFO SENIOR Raffaello Bastiani
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Ashley Baxter Naish/D. Wong
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PLACE
Maui, Hawaii
FOTO DI
raffaellob@hipow.com
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi: Nayra Alonso, Marco Begalli, Bogo, Paolo Bricchi, Beppe Caldarulo, Fabio Calò, Carlo Cottafavi, John Carter, Valentina Crugnola, Jonathan Egg, Armido Panzera, Mattia Pedrani, Jason Polakow, Melanie Prade, Kevin Pritchard, Marion Raisi, Carlo Rotelli, Axel reese, Robby Swift, Renato Vitale. immagini: Cataldo Albano, Erik Aeder, Anna Blanch, Bogo, John Carter, FotoFiore, Peter Garze, Daniele Mei, Matthias Moser, Alberto Guglielmi, Kevin Pritchard, Axel Reese, Emiliano Ridolfini, Justyna Sierpinska, Jean Souville, Suufka, Darrel Wong.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it AMMINISTRATORE DELEGATO Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA A&G Marco - Via De Amicis 53 - 20123 Milano. DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTERO Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - adv@jmag.it www.johnsonsmedia.com Servizio attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00. MODALITA' DI PAGAMENTO Bonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano Banca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199
Vorremo ringraziare moltissimo i numerosi lettori che hanno apprezzato il primo numero di SupTime che ha debuttato ad aprile. La nuova rivista di Stand Up Padlle è stata inserita come allegato omaggio nello scorso numero di Funboard ed è risultata essere una piacevolissima sorpresa per tutti. Abbiamo ricevuto tantissimi feedback positivi e questo dimostra ancora di più quanto l’interesse per il Sup sia vivo in crescita e complementare al windsurf. L’avventura di SupTime è solo all’inizio e il prossimo numero lo troverete nelle edicole a luglio, come pubblicazione autonoma con una fogliazione aumentata e un sacco di nuovi contenuti. Per ulteriori info@hipow.com Il mese scorso vi ho lasciati scrivendovi nell’editoriale che stavo per tornare in acqua... bene, esattamente il giorno dopo aver mandato in stampa il numero di aprile ho finalmente rimesso i piedi nelle strap (e le mani sul boma), dopo più di 200 giorni passati a guardare gli altri fare windsurf e a sentire delle uscite più o meno epiche che mi ero perso; l’unica consolazione è che almeno è stato un inverno freddo. La mia prima uscita non è stata proprio come me la aspettavo, sono arrivato a Malcesine alle 8:00 e il termometro della macchina segnava 3°c, nonostante avessi un’immensa voglia di entrare in acqua e soprattutto tanta curiosità, ho desistito dal mio intento rimanendo in furgone a meditare. Alla fine mi sono deciso, complice anche l’arrivo di un timido sole e dell’aumento di un grado della temperatura, ho armato la vela, messo la muta, i guanti, cappuccio e calzari e sono entrato in acqua… che sensazione stupenda, ridevo come un bambino anche solo per il fatto di planare. Dopo un paio di bordi e soprattutto dopo la prima manovra “una strambata” terminata inesorabilmente in acqua, ho capito di aver armato la vela da schifo, sono uscito confuso ma felice e soprattutto molto infreddolito. Ad ogni modo da quel giorno è già passato un mese e di uscite ne ho segnate molte sulla mia stecca del vento e sto iniziando ad acquistare più fiducia sul mio ginocchio... Tutto questo noiosissimo preambolo mi serve solo per dirvi che sul numero scorso ho fatto un erroraccio di testo, una svista colossale, aggravato anche dal copia/incolla con cui è stato riportato su diverse pagine dell’articolo. Forse il motivo è da ricercare nella mia crisi di astinenza da windsurf, oppure nell’impegno verso il primo numero di SupTime (uscito contemporaneamente a Funboard), o semplicemente perché ho fatto un errore e non l’ho notato in fase di correzione. Quindi per chi non se ne fosse accorto il cognome corretto di Mr. Kauli è ovviamente Seadi… chiedo scusa a tutti voi e al diretto interessato. Non preoccupatevi, sono tornato a fare windsurf e sto placando la mia crisi di astinenza… e di questi errori spero di non farne più! E questa volta ci si vede in acqua!!!
Fabio I-720
>ECCETERA PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00 ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00
PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/ novembre, dicembre/gennaio
STAMPA Alfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
ISSN 1124-0261 registrazione Tribunale di Milano n.5 del 14.01.1995 ROC - Registro Operatori di Comunicazione - 1234
Funboard è una testata della casa editrice JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite), Snowb (snowboard) e le riviste Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite) Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle) 6:00AM (skateboard), GirLand (femminile), SupTime (stand up paddle).
Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista. Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.
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FREE CONNECTION AL SURFSEGNANA Novità al SurfSegnana di Torbole, sul Lago di Garda, per tutti coloro che non possono rinunciare alla navigazione in internet. Grazie all’accordo con Futur3 per il progetto Luna sarà ora possibile navigare gratuitamente in internet in connessione wireless su tutta la zona antistante al famoso centro multisportivo di Torbole. Questo vuol dire che stando comodamente sdraiati sulla spiaggia in riva al lago o tra una pausa e l’altra dal windsurf potrete usare i vostri portatili o smart phone collegandovi ad internet gratuitamente. Un servizio offerto dal SurfSegnana per tutti i suoi clienti e visitatori che avranno la necessità di rimanere “connessi”. Futur3 è una società trentina che opera nel mondo delle telecomunicazioni e sta creando una rete wireless di accesso ad internet cittadino di ampie dimensioni sulle città di Trento, Rovereto e Riva del Garda-Torbole. Questa operazione rientra all’interno di un progetto di ricerca chiamato L.U.N.A. (Large Unwired Network Applications). Il progetto Luna ha lo scopo di creare i presupposti tecnologici per consentire l’accesso libero ad internet in mobilità a chiunque sia in possesso di un comune apparato WiFi (PDA, notebook, cellulare). Buone surfate quindi al SurfSegnana! La segreteria è sempre a vostra disposizione, per qualsiasi informazione e preventivi su misura: tel. 0464.505963; fax 0464.505498; e-mail info@surfsegnana.it; web www.surfsegnana.it
NICOLA SPADEA 4° ALL’EUROPEO Nicola Spadea, da poco entrato nel TeamX di MaverX e con le sue nuove vele Gun Sails, ha iniziato la stagione agonistica nel migliore dei modi ottenendo un prestigioso 4° posto nella prima tappa del European Freestyle Pro Tour 2010 svoltasi in Francia a Leucate in occasione del Mondial Du Vent. 3 giornate di gara ma il vento è stato leggero e solo gli atleti con le attrezzature più performanti sono stati avvantaggiati. Il nostro Nicola, con i suoi nuovi alberi MaverX Stilo 300 (100% carbon), aveva quindi le armi giuste per poter sfruttare al meglio ogni singola raffica, e così ha fatto… battendo un’agguerrita concorrenza manovra dopo manovra e mettendosi alle spalle nomi del calibro di Thomas Traversa, Nicolas Akgazcyan e il giovane talento belga Davy Scheffers. Nicola ci ha confidato che grazie all’estrema reattività dello Stilo 300 430 di MaverX poteva sfruttare al meglio le caratteristiche della sua nuova vela da freestyle di Gun Sails potendo così planare più facilmente dei suoi rivali e stupire i giudici con manovre eseguite a pochi metri dalla spiaggia! Congratulazioni Nicola e in bocca al lupo per il resto della stagione! Nicola racconta: “È ormai qualche mese che mi alleno con i nuovi materiali e sono davvero entusiasta delle performance raggiunte sia in allenamento che in gara. La stagione è iniziata bene con ottimo 4° posto al Mondial du Vent in Francia ed anche per quanto riguarda le mie uscite a Vindicio la Torro con lo Stilo 300 ha cambiato faccia e plano ancora di più! Ci tengo a ringraziare Link Distribution per il supporto datomi nelle stagioni passate, ben cinque, con Severne e Amex e di nuovo per permettermi di surfare con il Flare Starboard 2010, quest’anno più giusto che mai e ancora per i comfort e la resistenza dell’accessoristica Pat Love.” Si volta pagina ora e auguriamo a Nicola una proficua e lunga collaborazione anche con GunSails International e Maverx!
DANIEL AEBERLI CON MAVERX Daniel Aeberli entra nel TeamX di MaverX! Dopo il recente ri-passaggio a North Sails da Severne, il forte atleta svizzero Daniel Aeberli entra a far parte del Team Internazionale di MaverX! Daniel da diversi anni partecipa al PWA, prima come freestyler ed ora come slalomista ed è uno degli atleti più completi, capace di performare sia in wave che in freestyle e anche nello slalom. Oltre ad assidui allenamenti in acqua tra la Francia e il Lago di Garda, l’attività principale del vulcanico Daniel è la sua nuova gestione del glorioso marchio F2, oltre che ad essere ideatore e proprietario della Choco Fins. Il Team MaverX commenta: “Siamo molto contenti di poter dare il benvenuto a Daniel all’interno del nostro TeamX e siamo orgogliosi di avere un rider internazionale del suo calibro! Oltre ad essere un nostro atleta Daniel ci darà anche un aiuto nello sviluppo dei nuovi alberi Slalom essendo parte integrante del nostro R&D.” Per info: www.maverx.it 14
NEW LOOK PER IL VASCO RENNA PROFESSIONAL SUR CENTER DI TORBOLE La scuola di Vasco Renna, nel centro di Torbole all’interno del bellissimo parco della Pavese, apre la stagione 2010 con una struttura nuovissima. Nuovo ufficio, nuovi bagni e spogliatoi per uomini e donne, sala video, gabbie vicinissime al lago e uno spazio relax per i momenti dopo surf. Alla professionalità trentennale dei servizi offerti dal Vasco Renna surf Center si aggiungono quindi nuovi confort per la tua estate in windsurf. Per info: VASCO RENNA PROFESSIONAL SURF CENTER - Parco Pavese 38069 Torbole sul Garda (TN); Tel. 0464/505993 Fax 0464/506254 www.vascorenna.com - e-mail:info@vascorenna.com.
WAVE CLINIC CON FABIO CALO’ Ciao ragazzi, questa è una news un po’ particolare, che mi riguarda personalmente. Con la prestigiosa collaborazione di Ocean Surf abbiamo organizzato dal 3 al 10 agosto una vacanza in Marocco a Moulay. La particolarità di questa iniziativa è che Ocean Surf vi organizzerà tutto il necessario per farvi divertire e rilassare senza pensare ad altro, quindi albergo, transfer, noleggio etc. Inoltre ci sarò io che vi farò da coach per una intera settimana nelle bellissime condizioni di Moulay! Questo spot è adatto un po’ a tutti i livelli e per coloro che vogliono approfondire la tecnica del waveriding e dei salti, infatti l’onda di Moulay, soprattutto in agosto, non è mai così grossa e soprattutto è un onda che non spinge tanto, quindi in caso di errori non si corrono rischi di nessun tipo. Questi fattori rendono lo spot ideale per imparare e per spingere i propri limiti in piena sicurezza. Il vento in quel periodo dovrebbe soffiare con regolarità e sopra i 20 nodi, la direzione è perfettamente side e ci darà così la possibilità sia di surfare che di saltare per uno stage a 360°! Insomma ci divertiremo alla grande immersi in una atmosfera unica... non perdetevi l'occasione! Il costo è di 945,00 euro all-inclusive (oppure 845,00 euro con propria attrezzatura): • Transfer da e per l’aeroporto di Agadir • Noleggio attrezzatura (Starboard / Severne) • 6 giorni di coaching con Fabio • Voli esclusi (si veda spazio a fianco) • Pernottamento alla Boujmaa Beach House** (pensione completa nella surf house, escluse bevande alcoliche). Se prenotate già da ora il costo del biglietto aereo è veramente basso! Vi consiglio di noleggiare l'attrezzatura nel nuovissimo centro Starboard/Severne di Moulay... per avere del materiale al top, evitarvi il fastidioso trasporto aereo... e poi avrete il mio stesso materiale, che anche io noleggerò nel centro! Oceansource è una giovane agenzia viaggi fondata da appassionati windsurfisti. Basata in Inghilterra, Oceansource ha iniziato l'attività offrendo viaggi per una unica località, El Tur in Egitto e, da tale base, è cresciuta nella propria offerta aggiungendo destinazioni quali Maui, Baja California, El Medano, Boracay e, più di recente, Capo Verde ed Alacati. La fantastica scelta di spot windsurf e kitesurf ed i corsi offerti è destinata ad incrementarsi in quanto Oceansource si sta preparando ad offrire i suoi fantastici viaggi e corsi in Europa come operatore specializzato per le vacanze degli amanti del windsurf e del kitesurf. Per info: www.oceansource.net
I-157 RAY GASPERINI SEASON 2010
A KARPATHOS CON SUN+FUN
Raimondo Gasperini ha deciso di dedicare la sua stagione agonistica in particolare al wave. Con una sola eccezione: il PWA event di Podersdorf. Considerato l’impegno già evidenziato negli anni passati nell’organizzazione di eventi per la promozione del freestyle a livello giovanile come l’XRay Talent Factory, e gli ottimi risultati raggiunti in tal senso, l’atleta romano punterà quindi forte sull’implementazione della sua figura di testimonial, organizzatore di stage e gare. È, infatti, già in calendario una tappa del campionato italiano assoluto freestyle per i primi di luglio ad Olbia nella quale lui sarà l’event organizer. E un Tour Italiano per pubblicizzare una nuova automobile Suv ancora top secret. Inoltre confermata la collaborazione con il Naloo, il centro nelle vicinanze di Roma, dove con l’XRay Windsurf Academy è sempre aperta la scuola con lezioni per tutti i livelli. Archiviare in parte le gare di freestyle non significa però accantonare la passione per le sfide. Ed è per questo che Ray continuerà a cavalcare l’onda della sua esperienza e della sua classe in tutti i sensi. Un incidente durante gli allenamenti in Brasile al piede ne ha infatti condizionato la preparazione per il freestyle ma, allo stesso modo, ha permesso di concentrare i suoi sforzi nell’allenamento in mezzo alle onde. E anche un po’ nello Slalom. Raimondo sarà quindi in prima linea al via di tutte le prove wave del campionato italiano. Ray cavalcherà le onde anche con il Sup. I partner e gli sponsor che affiancheranno Raimondo per questa stagione saranno:Starboard, Severne, RedBull, WindJeri, Air Italy, Amex, PatLove, ProLimit, M.f.c., XRay Windsurf Academy, Naloo, Residence Torbole, Cocacola Zero. Per maggiori info segui le sue avventure sul rinnovato sito: www.raimondogasperini.com
Karpathos, una delle isole greche più ventose o forse la più ventosa, è pronta per accogliere i surfisti appassionati di acqua piatta e vento forte! La novità sun+fun: è stato completamente rinnovato l’Hotel Irini, direttamente sulla spiaggia “Gun Bay”. Offre ogni comfort, un bel ristorante con vista mare e rete W-Lan in alcune camere. A maggio apre proprio davanti all’hotel, a due passi dal mare, un nuovo centro Planet Windsurfing con gli ultimi modelli di tavole Fanatic e vele North Sails. Dietro al centro si trova la piscina dell’hotel, protetta dal vento, ideale per fare una pausa e per i poveri accompagnatori e accompagnatrici dei surfisti costretti a fare le vacanze sempre in spot ventosi... Il centro è ben attrezzato, con anche un motoscafo per la vostra sicurezza, doccia con acqua dolce e posti dove lasciare muta e trapezio. Per ulteriori informazioni contattate: sun+fun, tel. 0365-91 87 00; www.vacanzewindsurf.com; info@vacanzewindsurf.com
VASCO RENNA SBARCA A MARSA MATRUH NEL CUORE DEL MEDITERRANEO Eccola la novità assoluta dell’estate 2010: apre la nuovissima scuola di Vasco Renna a Marsa Matruh in uno spot incredibile, proprio il posto che non c’era e che tutti cercavamo. Nelle acque cristalline dell’immensa e bianchissima spiaggia di Almaza, nel cuore del Mediterraneo, a meno di tre ore di volo dall’Italia, sorge il nuovissimo Centro windsurf di Vasco. La spiaggia di Almaza, in italiano diamante, con il suo vento al traverso, direzione nord ovest che soffia costantemente con una velocità media di 10/13 nodi è il posto ideale per la tua vacanza windsurf con la garanzia della professionalità del Vasco Renna Professional Surf Center. Il centro di Vasco è comodamente raggiungibile dai bellissimi Jez Hotel cinque stelle Almaza, Crystal e Oriental sulla spiaggia del Centro. Per Info: VASCO RENNA PROFESSIONAL SURF CENTER- Parco Pavese 38069 Torbole sul Garda (TN); Tel 0464/505993 Fax 0464/506254 - www.vascorenna.com; info@vascorenna.com. Per prenotazioni pacchetto vacanza a Marsa Matruh comprensivo di volo, trasfer, soggiorno e affitto tavola windsurf puoi affidarti a Sun and Fun, Anneliese Wanke, Via Palazzo, 2 - 25010 Pieve di Tremosine (BS), Tel 0365/953204, 0365/918700 Fax 0365/953526 - www.vacanzewindsurf.com e-mail marta@vacanzewindsurf.com – mara@vacanzewindsurf.com
STARBOARD ONE HOUR CLASSIC
H2O NUOVA SEDE
Ritorna il 19 e 20 giugno la mitica One Hour sulle acque del Lago di Garda grazie alla collaborazione del Circolo Surf Torbole e con il surf shop Surf Planet. Per la nuova Starboard One Hour Classic verrà riproposto il mitico percorso delle originarie edizioni, ovvero da costa a costa davanti a Torbole per una regata mozzafiato con tutti i migliori esponenti della disciplina e anche tanti amatori. La regata sarà a numero chiuso per 80 concorrenti, quindi affrettatevi con le iscrizioni, e verrà anche garantito un montepremi suddiviso tra i migliori classificati. Le iscrizioni saranno accettate dal 1 marzo tramite il sito www.circolosurftorbole.com e dovrete poi inviare il modulo d’iscrizione via mail o fax al Circolo Surf Torbole. Ci sarà una particolare promozione per tutti gli atleti che si iscriveranno entro il 15 maggio. Tutte le regate organizzate dal CST sono di tipo Agonistico, pertanto l'iscrizione da parte degli atleti dovrà essere correlata da certificato di idoneità agonistica per la pratica del windsurf secondo normativa tesseramento fiv del 2010.
Nuova sede per H2O, il primo e unico Outlet Store per il settore Windsurf e Kitesurf. Il nuovo negozio si trova sulla Gardesana al n° 302 proprio di fronte al castello di Malcesine. Il negozio è aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 19.00. Potete trovare una vasta scelta di abbigliamento e attrezzature delle migliori marche, nuovi accessori Prolimit, mute e trapezi disponibili in varie taglie. Nuovo anche il sito www.outletstoreh2o.com con il mercatino dell’usato sempre aggiornato. E-mail info@outletstoreh2o.com. Tel/Fax 0457400421 Novità anche al Nany's Aqva Center, storica scuola recentemente rinnovata, è situata a Navene, suggestiva località sul Lago di Garda, a soli 5 km a nord di Malcesine, ideale per il windsurf e il kite. L’Ora, il vento termico che soffia da sud con condizioni metereologiche normali, raggiunge qui un’intensità di circa 8-10 m/s. Con una scelta di 100 tra tavole e riggs delle migliori marche, il centro può soddisfare tutte le esigenze dei propri clienti, dal semplice principiante al più accanito freerider. Sarete liberi di scegliere, mescolare ed accoppiare il materiale in base alle vostre capacità. Disponibili anche corsi di ogni livello, dal base all'avanzato. Inoltre, presso il nuovo centro è fare il rimessaggio dell’attrezzatura. In mancanza di vento da quest’anno potete noleggiare anche i nuovi SUP per tenervi in allenamento! Per info: Via Gardesana Nord - Loc. Navene, 37018 Malcesine (VR). Orario scuola 9:00 - 19:00. Web: www.nanywindsurf.com. E-mail: info@nanywindsurf.com. Telefono: 347.2235435, 348.7747854
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EFPT COLUCCIA Ci siamo! Il conto alla rovescia per il II Freestyle Grand Prix è iniziato, la tappa italiana del circuito europeo di freestyle EFPT. La Sardegna accoglierà gli atleti del European Freestyle Pro Tour con il sole brillante e il vento delle grandi occasioni. A Coluccia i preparativi fervono. Lo spettacolo che abbiamo potuto vedere nella scorsa edizione preannuncia un grande spettacolo per questa tappa. Il miglior freestyle approda in Italia, i Top Riders Europei e la selezione italiana più forte che si sia mai vista sui campi di regata degli ultimi anni. La competizione, patrocinata dal Comune di Santa Teresa Gallura, si svolgerà dal 29 maggio al 2 giugno, in occasione del lungo ponte della festa della Repubblica, che permetterà ai windsurfisti appassionati di avere il tempo necessario di raggiungere Coluccia, dove oltre al contest, li aspetterà anche un vero e proprio villaggio sulla spiaggia con materiali in prova, attività di intrattenimento e tutte le feste serali che saranno di contorno alla gara e permetteranno dei momenti di vero relax per i protagonisti e per tutti gli appassionati presenti. Nel villaggio sulla spiaggia troveremo la redazione di Funboard, da sempre attenta alla specialità del freestyle. EFPT - European Freestyle Pro Tour è la massima espressione del freestyle in Europa, e assegna il titolo di campione europeo freestyle IFCA (International Funboard Class Association). “Possiamo affermare con orgoglio di aver fatto ritornare stabilmente il grande windsurf freestyle in Italia” – spiega Steddu Pisciottu, local organizer dell’evento – “in quello che molti considerano uno dei migliori spot al mondo per la pratica del freestyle. Noi siamo entusiasti di avere l’occasione di ospitare ancora una volta i migliori freestyler europei, molti dei quali sono passati spesso dal nostro spot per allenarsi. Siamo anche felici di vedere in competizione il folto gruppo di freestyler italiani che negli ultimi tempi ha veramente fatto un salto di qualità che fa ben sperare per il prossimo futuro”. Appuntamento quindi alla Coluccia per un lungo weekend di spettacolo e di grande freestyle. Per chi non sarà così fortunato da poter essere presente in spiaggia, sul website www.toshibafreestylegrandprix.eu e su www.windsurfnation.eu sarà possibile seguire in diretta la cronaca live testuale della competizione, dal primo skippers’ meeting fino all’ultima batteria.
BREAKING NEWS Torna il windsurf dei sogni, quello che regala speranze ai giovani ed emoziona i grandi. La passione per il mare, l’adrenalina del freestyle. Tutto questo è XRay Talent Factory 2010. Dal 28 giugno si parte! La meta? La mecca del windsurf italiano… la Sardegna. Spiagge bianche e acqua cristallina faranno da teatro allo stage dedicato ai campioni del futuro e alla competizione riservata ai protagonisti del presente. A condurre, con il patrocinio del Comune di Olbia, i giochi come sempre Raimondo Gasperini, atleta di calibro internazionale che per sette giorni reciterà il ruolo di organizzatore e promotore. Come nelle precedenti due edizioni si torna ad Olbia, più precisamente a Murta Maria (presso il centro surf Marina Maria di Antoine Garrucciu), uno degli spot più importanti d’Italia grazie alle condizioni che propone: vento costante e acqua piatta. Ideale per mettere a disposizione dei più audaci il ritorno della rampa RedBull, ideata e progettata da Pino Bucci con l’aiuto di Raimondo Gasperini. Quest’anno però il movimento è cresciuto. Non solo stage, non solo il trofeo XRay giovanile che ha incoronato nel 2009 Mattia Fabrizi vincitore. I primi di luglio, dal 2 al 5, uscirà il nome del campione nazionale juniores riconosciuto dall’Aicw, oltre all’assoluto femminile. I migliori talenti del freestyle del presente e del futuro saranno quindi in prima linea per mostrare al pubblico le potenzialità di questo sport. Con l’agonismo necessario per raggiungere l’ambito titolo. Iniziative importanti anche per i ragazzi di Olbia che vogliono avvicinarsi alla disciplina. A loro disposizione ci sarà la possibilità di testare l’Idoboard, una tavola Starboard concepita per semplificare i primi passi fondamentali per la pratica del windsurf. XRAY TALENT FACTORY 2010. Quattro giorni di stage dedicati interamente ai giovani. Dai primi “passi” in acqua fino alle manovre più spettacolari. Dalle prime planate ai primi Vulkan. Dai primi Spock fino alle espressioni più estreme del windsurf. Il tutto sotto la regia attenta di Ray e del suo team. Con la collaborazione di Valentin Ruggio, istruttore ed uno dei migliori freesstyler italiani, la presenza di Nicola Spadea e l’aggressivo “local” Gabriele Varrucciu (5° ai campionati europei), uno dei talenti più limpidi esportati dalla Terra Santa. Con loro l’aiuto dell’infaticabile Antonio Cappuzzo, padre e ispiratore delle gesta del giovanissimo talento siciliano Francesco Cappuzzo. Una fabbrica di talenti che negli anni ha già dato i suoi frutti e che punta a regalarne altri al movimento italiano. CAMPIONATO NAZIONALE JUNIORES. Diretti sotto l’autorevole esperienza del Team della “Windsurf Nation” i migliori specialisti del Freestyle italiano sbarcheranno in Sardegna per conquistarsi il titolo di campione nazionale juniores di freestyle. Lo spettacolo è assicurato. Dal 2 al 4 luglio il palcoscenico sarà tutto per loro. Tutte le informazioni sul contest sono disponibili su: www.windsurfnation.eu; www.aicw.it. Informazioni all’indirizzo e-mail: info@windsurfnation.eu RAMPA REDBULL. Oltre al consueto supporto energetico garantito la RedBull riproporrà nella stessa settimana la mitica rampa messa a disposizione per esibizioni spettacolari. Un progetto fortemente voluto e sviluppato da Raimondo Gasperini che ha portato consensi su tutti i fronti da parte di appassionati e atleti di primo livello. Chiunque, alimentato da una forte dose di coraggio e ricerca dell’estremo, ha fatto o farà in modo di provare l’ebbrezza di questo straordinario trampolino artificiale.
SIMONE SPAGARINO CON TABOU SEVERNE SWAT COMPACT WAVE SAIL Severne introduce per il 2010 una nuova vela Compact Wave, la Swat. 4 stecche, un outline compatto, bugna tagliata per utilizzare un boma più corto. Le 4 stecche permettono di ridurre notevolmente il peso di questa vela e di dare una geometria compatta allo shape, caratteristiche che la rendono perfetta per un utilizzo fra le onde e per il freestyle. La costruzione è robusta e completamente in X-Ply. Adatta a tutti i tipi di tavole wave e freeride. La prima sensazione che si ha quando si prende in mano questa vela è l’estrema leggerezza con un’ottima distribuzione dei pesi, che in acqua si trasformano in una maneggevolezza all’ennesima potenza senza perdere di potenza. In navigazione puoi posizionare la vela esattamente dove vuoi e senza fare fatica, questo la rende una ideale compagna di giochi tra le onde o in acqua piatta. Per info: www.severnesails.com SWAT 3.7 SWAT 4.2 SWAT 4.7 SWAT 5.2 SWAT 5.7
383cm x 142cm 402cm x 155cm 407cm x 161cm 427cm x 168cm 433cm x 174cm
4 stecche 4 stecche 4 stecche 4 stecche 4 stecche
Il rider torinese annuncia la collaborazione con la nota azienda Francese, e fa tris! Infatti per tutto il 2010 sarà equipaggiato da tre tavole della linea in produzione! Due Da Curve Twin Fin, rigorosamente Team Edition, ovvero i twinzer, con litraggi di 85 litri e di 79 litri per i “maestraloni” potenti in Francia, e per le onde dell’Oman. Completa il tris l’innovativa macchina da freestyle, il Twister 100 litri, che Spaga userà per il lago, ma che ci confessa aver già utilizzato con successo in qualche uscita a la Coudouliere, dove la tavola gli ha regalato “sensazioni nuove”, in pratica l’asso nella manica in quelle giornate al mare in cui molti sono a riva a guardare e pochi in acqua a planare! In più Simone ci rivela in anteprima che per quest’anno sarà appoggiato anche da Wtravel (www.wtravel.it) nota agenzia di viaggi specializzata per il Brasile e per il Madagascar, con la quale organizzerà a metà agosto uno stage di windsurf a Jericoacoara, con relativi pacchetti voli-casa-stage. Come al solito Spaga ringrazia tutti i suoi sponsor: North Sails, Tabou, Wtravel, Logimedica, con particolare attenzione a White Reef e a Surf Planet di Torbole per il loro supporto.
SELECT 2010, LE NOVITÀ Il mondo del windsurf è in continua evoluzione, le tavole slalom prendono nuove forme, le wave hanno una nuova distribuzione dei volumi, le tavole freeride ormai seguono l’outline derivante dal mix del race e dello slalom. Le vecchie pinne non servono più! Questa scelta ha fatto si che le pinne dovessero essere ridisegnate con volumi e profili differenti, in continua evoluzione. Questo è il motivo per scegliere le pinne Select, che sono sempre al passo con i tempi con prodotti che aumentano le prestazioni e il piacere di surfare. In questo numero vi presentiamo due nuovi modelli 2010. FREESTYLE PRO Il 2010 apre una nuova era, dopo tanti anni di attesa e tante ricerche finalmente grazie al lavoro del team Select e alle direttive della super campionessa SarahQuita Ofringa, campionessa del mondo freestyle PWA 2008 e 2009, nasce la nuova questa pinna! La sua compattezza e le linee derivanti dal wave e lo studio continuo della nostra campionessa hanno prodotto una fantastica pinna da freestyle all’avanguardia con tutte le nuove manovre. S10-S09-S07 LINEA SLALOM ELITE Tutta la linea slalom/race è stata costruita con la stessa tecnologia delle pinne Custom, questa scelta fa si che il prodotto aumenti le prestazioni e a sorpresa, non vi è stato un aumento nel prezzo. S10 PWA ELITE Ogni persona vuole andare forte sull’acqua e vuole poter vincere qualsiasi tipo di competizione con le grandi tavole slalom moderne, a questa affermazione che si trasforma in domanda Select risponde con l’ultimo ritrovato! Un profilo che garantisce niente di più che poter correre veloci anche quando il vento è leggero ed è per questo che è stato creato un profilo ed un outline combinati con un relativo soft flex & twist comparati con le dimensioni degli slalom da vento leggero, facendo si da creare il giusto optional per la vostra tavola che farà la differenza. Misure disponibili da 35 cm a 57cm.
Select Freestyle Pro
Select Slalom Elitte
WIND’S BAR CUP 2010
Immagini della prima edizione
della Wind’s Bar Cup. Tutto pronto per la nuova edizione della Wind’s Bar Cup 2010 che si terrà presso il Circolo Surf Torbole il 26 e 27 giugno! Grande novità di quest’anno è la Paddle Session di domenica mattina, gara a eliminazione con batterie da 10 tutti con i SUP (stand up paddle), su un percorso a triangolo fra la spiaggia del Circolo Surf e la Conca d’Oro, lungo tutta la costa di Torbole! I SUP saranno disponibili alla regata per tutti i concorrenti. Per quanto riguarda lo slalom, il percorso sarà un downwind molto lungo, con partenza di massa da Corno di Bò e arrivo al Circolo Surf Torbole! Le limitazioni massime per la regata sono rigorosamente 9.0 mq per le vele e 135 lt per le tavole! Possono partecipare professionisti ed amatori presentando un regolare certificato medico di idoneità all’attività sportiva agonistica. Non verranno accettati semplici certificati medici (tipo quelli rilasciati dal medico generico della mutua). Quota di iscrizione per lo slalom 40 euro (surf- paddle session compresa), quota di iscrizione solo surf-paddle session 15 euro! Le iscrizioni chiuderanno categoricamente entro le 11.00 del sabato mattina! PROGRAMMA Primo giorno (sabato 26 giugno) 12:30 skipper’S meeting nel prato del Circolo Surf Torbole. 13:30 prima prova slalom. 16:30 rinfresco. Secondo giorno (domenica 27 giugno) 9:30 paddle session a batterie. 13:30 seconda prova slalom. 17:00 rinfresco pasta party e premiazione slalom e paddle session! Montepremi previsto 1000.00 Euro! Verranno premiati i primi 3 di ogni specialità, i primi tre giovani sotto i 18 anni e gli ultimi classificati come prevede lo stile e la sportività firmata Wind’s Bar! Durante i due giorni di regata tutti i regatanti riceveranno lycra e maglietta dell’evento, gadget Smith e Bmw; free food and drink in spiaggia offerti da Red Bull e Wind’s Bar a tutti i partecipanti! Durante i due giorni saranno esposte due vetture della Bmw (la nuova X1 e la nuova Z4) con la possibilità di prenotare il test-drive per chi fosse interessato! Per la serata di sabato sconto 10 % per l’aperitivo con musica live unplugged dalle 19:30 in poi presso il Wind’s Bar! Tutto l’evento sarà seguito e documentato da fotografi e filmer professionisti con immagini, short clip, interviste, riprese dall’acqua e dall’elicottero! Le anteprime video si potranno vedere durante il giorno sugli schermi al plasma direttamente in spiaggia e al Wind’s Bar la sera di sabato!Per quanto riguarda le iscrizioni: Iscrizione solo Surf-Paddle Contest: 15 euro. Iscrizione Slalom (Paddle compreso): 40 euroInfo: Wind’s Bar tel. 348.7958907; e-mail windsbar@hotmail.com. Circolo Surf Torbole tel: 0464.505385; e-mail info@circolosurftorbole.com. Web: www.windsbar.com; www.circolosurftorbole.com
MENEGATTI + TECNOLOMITS + CONT@CT Menegatti si riconferma atleta slalom di punta per la stagione 2010-2011 con Tecnolimits! Il forte atleta gardesano dopo un campionato italiano 2009 vittorioso con gli XTR Carbon, ora è pronto ad iniziare la stagione con il nuovo boma Carbon CONT@CT con Shock Absorber, il boma con le molle attive che rendono la navigazione totalmente differente ed elastica facendo riposare le braccia. Voi direte: “Ma come, non si è sempre detto che il boma deve essere rigido?”. Ed infatti, CONT@CT è un boma rigido ma attivo che lavora insieme alla vostra vela. Vi renderete conto che tutti gli altri boma sono passivi e sarete voi stessi a sentire la differenza. Noi siamo sicuri che CONT@CT con le nuove curve, le molle, la maniglia a contatto dell’albero vi stupirà. Provare per credere, parola di Massimo Ravasio, che di boma ne ha provati e fatti tanti Per info: www.tecnolimits.com; www.facebook.com/Tecnolimits
RRD TEAM T WELVE Bando di regata 1) EVENTO La RRD Team Twelve (RRDTTW) è una competizione composta da singole prove da svolgersi in concomitanza con regate di circuito Free 12 e non, del programma ufficiale 2010 AICW. Si tratta di una classifica per utenti RRD all’interno della classe Free 12 AICW, quindi chiunque potrà partecipare con qualsiasi attrezzatura alle regate Free 12, ma solo chi utilizza tavole RRD concorre alla classifica Team 12. 2) ORGANIZZATORE 2.1 La competizione è organizzata dalla Compagnia della Vela Grosseto ASD, in collaborazione con i Circoli FIV organizzatori delle regate in programma free 12. 2.2 La RRD International e i marchi correlati sono promotori e supporters della gara. 3) VENUE 3.1 Le regate in programma sono quelle dimostrate in tabella: DATA SPOT RRDT12 FORMAT AICW ORGANIZZATORE 15-16 maggio Marina di Grosseto • Free 12 CDV Grosseto 26-27 giugno Vada • Free 12 CV Pietrabianca 10-11 luglio Gera lario • Free 12 Palu Vela Surf 24-25 luglio Talamone • Free 12 CDV Grosseto 2-3 ottobre Coluccia • Free 12 TBC 3.2 Se una regata viene riprogrammata o recuperata questa rimane valida come regata RRDTTW. 3.3 In caso che una regata venga annullata il calendario può essere integrato con un’altra regata. 3.4 Le regate non potranno essere mai più di 5. 4) REGOLE 4.1 Questa gara è governata dalle regole ISAF e dall’appendice “B”nonché dalle regole dell’ IWA per disciplina. 4.2 Sono in vigore le regole di stazza RRDTTW come al punto “7” del presente bando. 4.3 In caso di conflitto tra regole e istruzioni di regata, impartite anche verbalmente ( skippers meeting) queste prevarranno sulle altre. 5 ISCRIZIONI 5.1 Per potersi iscriversi alla gara RRDTTW bisogna essere in regola con il tesseramento FIV con visita medica di tipo B e tessera AICW, 2010 anche promo. 5.2 Sono ammessi alla gara atleti nati sino al 1997. 5.3 L’unica tassa di iscrizione dovuta è quella al circolo organizzatore della regata in programma. 5.4 Non sono previste tasse di iscrizioni per la gara rrd ttw. 5.5 L’iscrizione è on line sul sito www.compagniadellavelagrosseto.it. 6) FORMAT, CLASSI E DIVISIONI 6.1 Il format è quello delle gare slalom, marathon e one hour corse durante le competizioni indicate al punto “3”. 6.2 È scartata la peggiore regata tra le 5 in programma tenedo presente i risultati finali di ogni tappa. 6.3 Il punteggio finale per il ranking RRDTTW è la serie dei risultati nelle prove
ufficiali slalom o free 12 emanati dalla classe AICW. 6.4 Ad ogni risultato verrà assegnato un punteggio rispetto ai risultati estrapolati nel format RRDTTW ( il primo RRDTTW è 3° nella classifica ufficiale: prende 1 punto non 3. E così via ). 6.5 Alla serie verranno applicati gli scarti : da 1 a 4 nessuno scarto da 5 a 11 1 scarto da 12 a 15 2 scarti da 16 3 scarti 6.6 Sono previste le seguenti categorie: • femminile • junior nati dal 1° gennaio 1997 al 31 dicembre 1994 • youth nati dal 1° gennaio 1993 al 31 dicembre 1991 • master e gran master nati prima del 31 dicembre 1974 • assoluta 6.7 Eventuali parità verranno risolte come previsto dall’appendice “B” del regolamento ISAF. 6.8 Il comitato organizzatore CDV Grosseto potrà, a seconda delle condizioni, proporre percorsi alternativi e format originali con attrezzatura fornita, per garantire l’assegnazione dei premi di regata. 7) ATTREZZATURE AMMESSE E CONTROLLI DI STAZZA 7.1 Ogni concorrente può prendere parte alla gara con le attrezzature sotto elencate: • tavola slalom RRD iscritto nel registro IFCA • 2 pinne • 2 vele no cam di serie con superficie massima di 9.0 mq • 2 alberi di serie max 75% carbonio • 2 boma di serie in alluminio • Cinghie, prolunghe, piedi e regolazioni di bugna sono liberi. 7.2 È fatto obbligo a tutti i concorrenti di utilizzare il giubbino salvagente come previsto dalla legge italiana. 7.3 Al momento dell’iscrizione al circuito il regatante dichiara il modello della tavola e delle pinne nonchè delle vele che saranno usati per tutte le regate fino al 31 dicembre 2010. 8) PREMI DI REGATA 8.1 I premi previsti per ogni singola regata sono quelli come da bando ufficile della gara. 8.2 Un montepremi in materiale verrà assegnato ad ogni regata. 9) PREMI DI RANKING 9.1 Montepremi per i primi di categoria 9.2 Per il primo assoluto è previsto un supporto per la stagione slalom 2011 (contratto tipo atleta) con l’azienda promotrice. ULTERIORI INFORMAZIONI: Compagnia della Vela Grosseto ASD Lungomare Leopoldo II di Lorena n° 101, Marina di Grosseto Istruttori coordinatori: Paolo 347 72 54 053 - Giovanni 333 32 07 287 www.compagniadellavelagrosseto.it , info@compagniadellavelagrosseto.it
NALOO TESTO DIFabio Ferrari Pocoleri Ladispoli per i romani è stata sempre sinonimo di mare, ombrelloni e famigliole felici con il pranzo al sacco e bambini che giocano a pallone sulla spiaggia. Invece, da qualche anno a questa parte la località balneare è diventata una meta preferita per il windsurf laziale e del centro Italia. Un punto di riferimento che sta decollando con la velocità di un jet supersonico. Stiamo “parlando” del “Naloo”, un circolo nato da un’idea di Paolo Bini, ovvero “The Prince”, che ha saputo fornire al club una sua impronta, dotandolo di quelle attrezzature necessarie per “esordire” nello sport del windsurf o, meglio, per poterlo praticare a livello superiore. Non a caso vi figurano diversi atleti di fama internazionale, tra cui Raimondo Gasperini, che, tra l’altro, ha la sede del Xray all’interno del circolo, e Marco Begalli. Situato a pochi passi dall’Aurelia e facilmente raggiungibile da Roma, al Naloo verrete accolti dal sorriso di Paolo ed alcune comodità non da poco. Un grande parcheggio, un bel prato all’inglese dove montare l’attrezzatura, acqua dolce per lavarla, docce calde, rimessaggio di tavole e vele, noleggio attrezzatura e scuola con istruttori qualificati. Inoltre, un bel chiosco dove sorseggiare una birra al tramonto dopo una bella uscita, sempre accompagnata dalla selezione di musica anni 70 e 80, party serali con musica live e grigliate propiziatorie in attesa del vento fanno da contorno alla struttura. Per quel che riguarda le condizioni, lo spot è stupendo con il ponente, specialmente d’estate che, sommandosi alla termica, raggiunge facilmente i 20 nodi, altrettanto belle sono le condizioni con lo scirocco che, oltretutto, crea delle onde surfabili mure a sinistra. Nessun pericolo per i principianti, tranne quando entra il libeccio che provoca uno shore-break difficilmente superabile dai meno esperti.
FAST INTERVIEW A PAOLO BINI Cosa facevi prima di aprire il Naloo? Ero Responsabile Trade Marketing di una grossa multinazionale. Cosa ti ha fatto scattare la molla e farti cambiare vita? Il fatto che stavo per essere inghiottito totalmente dallo stress quotidianoi... un giorno mi sono fermato e mi sono chiesto se quella era la vita che volevo... la risposta è in quello che sto facendo adesso!!! Cosa faresti per migliorare la tua struttura, qualora ce ne fosse bisogno? Beh c’è sempre da migliorare... credo che comunque il Naloo come idea di base vada già bene così. Lo dimostra il fatto che chi entra a far parte del Naloo viene subito conquistato dalla sua filosofia e dal suo stile di vita, comunque ogni anno, qualcosa di nuovo da fare c’è sempre. Pregi e difetti dei tuoi ospiti? Sono tutte persone eccezionali, nessuno escluso... giusto ultimamente ho avuto una dimostrazione di solidarietà da parte di tutti coloro che vengono qui (io li chiamo i Nalooniani), per un incendio che ha distrutto la mia abitazione, che si trova all’interno del Naloo stesso. Grazie a tutti loro, ho potuto fare la ricostruzione in pochissimi giorni, e questo credo che la dica lunga sull’eccezionalità delle persone che frequentano il Naloo.
L’idea del WWD si basa sul fatto che la maggior parte dei surfisti del mondo vengono introdotti allo sport da un loro famigliare, senza questo avviamento molte persone in passato non avrebbero mai iniziato. Oltre l’80% dei windsurfisti attivi oggi, lo praticano perché il loro papà o un amico lo ha insegnato loro. Tutti i windsurfisti sono quindi invitati in spiaggia per far provare ad uno o più amici, o parenti e partner il windsurf. Il WWD vuole agire come un virus che partendo da una cellula si divide poi in due, quattro, otto e così via. Tocca a noi introdurre il windsurf alle persone che ci circondano, questo è il WWD. Le tavole Starboard con l’iDO, il rivoluzionario sistema che impedisce alla vela di cadere in acqua, permetteranno di apprendere in pieno divertimento e con la certezza di diventare un windsurfista. Il WWD si svolgerà in più tappe le cui date sono comprese tra maggio e settembre 2010. Dalle 10:00 fino alle 17:00 sarà effettuato il servizio di check-in check-out dell’attrezzatura tramite voucher. Ai partecipanti sarà consegnata un’attrezzatura per principianti, avendo così la possibilità di effettuare una lezione al proprio amico. Tempo stimato circa un’ora. A tutti i partecipanti verrà consegnato il diploma di partecipazione e materiale promozionale-informativo come cataloghi, brochure, flyer etc... A chiusura manifestazione tutti in acqua per
la foto finale. Il voucher da diritto alla partecipazione attiva alla manifestazione, verrà consegnato a mano tramite selezione o ritirato presso i locali in cui sarà affissa la locandina. Tutto ciò serve per monitorare l’affluenza della gente.
WORLD WINDSURFING DAY Calendario eventi nel tuo spot: Tutte le domeniche di maggio, giugno, luglio, agosto e settembre 2010.
CARLO COTTAFAVI Alla luce dei recenti stravolgimenti dell’AICW abbiamo pensato di intervistare il nuovo segretario di classe, Carlo Cottafavi, per fare un po’ di chiarezza sul mondo delle regate di windsurf in Italia, con particolare attenzione al “settore artistico”, quello preferito da noi di Funboard. INTERVISTA RACCOLTA DA Fabio Calò
Ciao Carlo, vuoi presentarti ai lettori di Funboard e spiegarci il tuo nuovo ruolo nella AICW? Ciao Fabio e ciao a tutti i lettori ed amici di Funboard. Mi chiamo Carlo Cottafavi faccio windsurf dal lontano 1980, ho 47 anni, sposato con Michela, cagliaritana doc, e ho una grande passione per il nostro meraviglioso sport. Ho iniziato nel 97 a collaborare con l’A.I.C.W. e dal 1 Luglio 2009, a seguito delle dimissioni del mio predecessore, eccomi qui. Ero il Vice-Segretario ed ora sono il Segretario dell’Associazione Italiana Classi Windsurf, sorta nel 1990, organismo riconosciuto dalla Federazione Italiana Vela per il coordinamento dell’attività agonistica nelle classi delle tavole Formula Windsurfing, Slalom, Raceboard e per l’attività artisticoacrobatica Wave Performance e Freestyle. L’Associazione ha un Consiglio Direttivo eletto dai Soci composto da 7 membri, che prende, per un periodo di 4 anni (20092012), le decisioni per nome e per conto dei Soci. Essere il Segretario significa esserne il rappresentante in sede civile e penale, ci tengo a questa cosa perché è molto importante, dato che tutti non pensano mai che possano esserci situazioni “brutte” e/o “pericolose”, date dal comportamento di Tour Organizer, Soci o Circoli. La Federazione Italiana Vela tramite l’appendice “B” sancisce esattamente tutte le diverse discipline, noi quindi dobbiamo attenerci ai diversi regolamenti, in particolare per il freestyle dobbiamo attenerci al regolamento IFCA a cui siamo direttamente affiliati, rispondendo direttamente anche alla FIV dobbiamo attenerci anche ai regolamenti di regata ISAF e modifiche. Questa piccola premessa è fondamentale per capire meglio chi siamo e come dobbiamo muoverci. I nostri primi interlocutori sono i Circoli FIV ed in alternativa ai Tour Organizer, a questi soggetti chiediamo di rispettare il regolamento FIV, tutti i regolamenti sopracitati e le nostre direttive, questo per essere certi, almeno sicuramente da quest’anno, di offrire regate con uno standard elevato. Approfondiamo ora il così detto settore artistico Wave e Freestyle, più vicino alla filosofia della rivista, so che ci sono stati dei grossi cambiamenti per quanto riguarda la gestione dei Tour Organizer di questi eventi? Cosa è successo in passato, il motivo del cambiamento e cosa verrà fatto in futuro? Anche in questo caso è utile fare chiarezza, i Circoli FIV hanno, fino ad oggi, avuto grosse difficoltà nell’organizzare regate di wave-freestyle, il motivo è semplice, queste discipline sono estremamente spettacolari e complesse come gestione, molto più semplice, invece, sono le regate di flotta, slalom e Formula, per intenderci. In queste regate non sono presenti dei giudici, in nessuna disciplina velica sono presenti dei giudici, che giudicano manovre artistiche, ecco perché in tutti questi anni è stato difficile seguire il wave-freestyle. L’unico esempio di giudici FIV lo si trova nelle regate di match-race lontane anni luce dal nostro mondo acrobatico. Venendo alla tua domanda il cambiamento è stato preparando dei giudici AICW, tramite un corso specifico con la collaborazione di un giudice FIV nonché Segretario della Classe Olimpica che ha contribuito a far crescere il livello della preparazione. Per poter fare questo abbiamo inviato una mail a tutti gli 30
Aspiranti Giudici presenti in Italia, senza nessuna esclusione. Ci siamo incontrati in un Hotel a Bologna a spese della Classe e tramite supporti video, foto, dibattiti si è arrivati alla formazione di questi primi veri Giudici AICW. Inoltre la gestione del Tour Organizer è seguita direttamente dalla mia figura, proprio per l’aspetto giudirico-legale di cui ti dicevo prima. La volontà della Classe AICW è quella di far crescere il settore wave-freestyle dandogli un riconoscimento ed una collocazione più consona rispetto al passato ove la FIV nemmeno sapeva che esisteva questo mondo. Il motivo di questi cambiamenti è legato ad una visone comune del nostro sport, dico da sempre “uno sport - una associazione”. Avevo sentito che dalla stagione 2010 qualunque Tour Organizer che volesse organizzare un evento, rispettando i “paletti” da voi imposti, poteva candidarsi. Vedo però che l’unico Tour Organizer sarà Windsurf Nation con un rimescolamento e ripescaggio di alcuni nomi noti (Polloni, Lentati). Ci puoi spiegare meglio cosa è successo? Il mio lavoro mi mette a contatto quotidianamente con aziende che lavorano mediante “appalti”, vengono descritte le caratteristiche e chi vuole presentare un’offerta lo può fare nei tempi e nei modi corretti. A conclusione del rapporto con AIWS il Consiglio Direttivo dell’AICW ha deciso di mandare una lettera a tutti i potenziali Tour Organizer specificando esattamente che cosa AICW voleva. Windsurf Nation ha presentato nei tempi e nei modi corretti, quello che AICW chiedeva. Altri non hanno risposto, oppure non hanno presentato le garanzie richieste. Ti faccio un esempio pratico: AICW vuole che le regate siano inserite nel calendario AICW con largo anticipo, per AICW non è accettabile avere regate, tranne il Wave, per ovvi motivi, a chiamata. Se un Tour Organizer decide di fare una regata di freestyle a Torbole, si mette la data e se c’è vento la regata si fa, se non c’è vento pazienza, fa parte del nostro sport. Questo permette di avere gli Atleti che possono decidere se andare a questa o quella regata, agli organizzatori di poter lavorare con tempi corretti ed anche proporsi agli Sponsor con una calendarizzazione corretta. Se ci pensi anche tu per la redazione di Funboard hai lo stesso metodo, oggi addirittura hai inserito una sorta di count-down sul sito per farci vedere quando usce il prossimo numero. Per darti un dato importante, la FIV ci chiede entro fine anno le date certe dello Slalom e del Formula, altrimenti non vengono inserite nel calendario FIV, creando un circolo deficitario per avere giudici, circolo e incastri con le altre Classi, non dimentichiamo mai che in un Circolo non esistiamo solo noi windsurfisti. In ogni caso chiunque voglia avvicinarsi per organizzare un Evento, deve solo chiamarmi ed io lo indirizzerò al nostro Tour Organizer ufficiale per tutte le regolamentazioni e standard per il nostro livello richiesto. Quali sono stati sostanzialmente i problemi dell’AIWS, ex Tour Organizer della AICW, nella gestione delle gare artistiche in passato e come pensi di risolverli? AIWS aveva un contratto con AICW, le cose erano molto diverse quando venne
stipulato l’accordo, ma le cose in AIWS cambiarono ed il contratto era giusto onorarlo fino al 31-12-2009. Nel corso del 2009 ci sono stati dei problemi, non ultimo alcune lacune nella regata conclusiva di Granslam che hanno portato ad analizzare le cose in modo diverso, formazione di Giudici AICW, richieste con i paletti da parte di AICW e rapporto diretto con la mia figura. Quando le cose cambiano bisogna capire che si può far parte del cambiamento oppure decidere di fare altro. Lo Starboard Pro Kids è nato qualche anno fa a Porto Pollo grazie al lavoro di Riccardo Genazzani e della sua organizzazione AIWS. Ora Riccardo non collabora più con voi e so che avete organizzato il mondiale giovani a Reggio Calabria, ci spieghi un po' meglio cosa è successo? Riccardo è stato molto bravo, ed è corretto ringraziarlo per questo impegno, soprattutto per i più giovani, quello che è successo è parte del processo di cambiamento. L’IFCA è il nostro diretto collegamento per il wave-freestyle, il Circolo che si è proposto per questa regata è un Circolo FIV, AIWS non è più il Tour Organizer per nome e per conto di AICW direi che il cerchio è chiuso!Quando mi incontrai con i responsabili IFCA è stato chiaro immediatamente che AIWS non poteva organizzare o collaborare con il Circolo FIV di Reggio Calabria, dato che AIWS non è riconosciuta da FIV e quindi non è IFCA. Una cosa molto importante è che il nostro sport può essere vissuto in tanti modi, noi come AICW siamo affiliati alla FIV-IFCA e ne rispettiamo regole, regolamenti, nessuno vieta che AIWS, PWA, UISP, CSI, AICS, od altre organizzazioni decidano di fare manifestazioni di windsurf. Guarda ad esempio l’E-Vento di San Teodoro, oppure la manifestazione di Stintino o ancora il Capo del Capo, tutte manifestazioni non FIV, quindi non AICW ma massimo rispetto per ognuno, nel rispetto dei loro regolamenti. Per concludere Riccardo quando vuole può sempre contattarci, accettando le regole dell’accordo firmato con Windsurf-Nation. Io sono un fermo sostenitore delle gare, solo con lo spirito agonistico e la voglia di migliorare e di ottenere risultati ci potranno essere nuove leve che si cimenteranno sui campi gara e quindi rimarrà vivo l’interesse per lo sport, ti chiedo quindi quali sono i tuoi progetti per il futuro e un tuo sogno? Il nostro mondo si muove ad una velocità pazzesca, pensa che nella storia dell’AICW è il primo anno che nel calendario FIV di attività agonistica siamo presenti con:
- Campionato europeo di Formula (master, GM, junior, youth, women) - Campionato Nazionale Formula - Campionato Nazionale Slalom assoluto - Campionato Nazionale Slalom giovanile - Campionato nazionale Raceboard - Tappa di campionato Europeo Pro-kids Freestyle. Nel futuro vorrei fare in modo che tutte le discipline del nostro sport siano presenti ufficialmente e non solo riconosciute, pensa che bello avere l’anno prossimo (2011) anche il Nazionale Freestyle. Si cercherà di non avere regate concomitanti con altre manifestazioni, PWA ad esempio, si cercherà di trovare maggiori sinergie con altre regate, sarebbe un piccolo sogno avere in uno spot come Torbole regate di freestyle-Slalom-Formula, già con il Trofeo Neirotti si è fatto, vedremo se sarà solo un esperimento o se porterà ad un futuro costruttivo. Il mio vero sogno è arrivare ad avere degli Sponsor che ci scelgano come partner affidabili per costruire un futuro comune. Essere certo di poter dare una dignità sportiva ai Soci AICW. Per poter arrivare a questo tutti devono fare un salto di maturità e crescere, il windsurf è ancora oggi molto giovane rispetto ad altri sport, prima maturiamo e cresciamo dandoci regole, rispettandole e poi potremo proporci seriamente. E per quanto riguarda le gare wave? Soprattutto alla luce dell’ultimo evento in Sardegna, dove nonostante una gara con diverse “problematiche”, gli iscritti al wave erano più del doppio di quelli della gara freestyle? Il Wave è la massima espressione del nostro sport, sogno da quando sono ragazzo, di poter “surfare” come vedo sulle foto di Funboard! In Italia però la situazione non è come le Hawaii, il Sud Africa, le Canarie o Cabo Verde tanto per citare i primi spot che mi vengono in mente, noi siamo soggetti a variabili climatiche molto diverse. In Sardegna, ove ho vissuto per 4 anni, ci sono spot fantastici ed atleti fortissimi, nella regata citata molti erano sardi e molti sono quelli che ormai vivono il wave molto vicino al freestyle, anche a livello internazionale abbiamo molti esempi. Puglia, Lazio, Sicilia, Veneto ed altre regioni italiane offrirebbero buone opportunità, stiamo lavorando per offrire delle regate di wave a chiamata che possano soddisfare gli appassionati di questa bellissima disciplina, ma per ora non voglio sbilanciarmi troppo, posso solo dire che stiamo valutando delle possibilità concrete. Carlo Cottafavi a Porto Pollo con il suo vecchio numero velico, cambiato in ITA-12
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È cominciato tutto verso fine anni ‘70 / inizio anni ‘80, appena la primissima ondata di windsurf ha travolto l’Europa, creando un nuovo sport di tendenza. Tutti ne parlavano e la reputazione ed eccitazione attorno allo sport era davvero alle stelle. Non c’era neanche una pozza d’acqua che non avesse almeno qualche windsurfista in acqua, in tutti i garage c’era almeno una tavola da windsurf, quasi
ogni macchina ne aveva una, spesso e volentieri lunga almeno il doppio della macchina stessa, legata alla buona sul tetto. Per poter soddisfare la richiesta in continuo aumento, i produttori di tavole sono cresciuti come funghi e nel giro di pochissimo, sono nate un sacco di nuove marche di tavole, che miravano ad offrire le ultimissime tecnologie nel campo windsurfistico. Tra questi marchi c’è anche Mistral Inc. Quando si tratta di Mistral però, la storia è molto diversa: Mistral non è stato solo il primissimo marchio in commercio, ma è un marchio che esiste anche al giorno d’oggi e che quindi è sopravvissuto per oltre 30 anni! All’inizio degli anni ‘80, il dipartimento di marketing Mistral ha proposto l’idea di realizzare ed aprire centri di windsurf sparsi in giro per il mondo, in modo che la gente potesse divertirsi in acqua con il minimo sforzo, potendo viaggiare per il mondo senza doversi trascinare le pesanti tavole appresso. A dirla tutta, la ragione principale era quella di far testare ai rider medi in vacanza le nuove tavole Mistral, per avere un feedback dell’utente medio. Questa è l’idea alla base della nascita dei Club Mistral. Già nel 1985 i primi 3 club furono aperti al pubblico: Club Mistral Gran Canaria, Club Mistral Tarifa Hurricane e Club Mistral Barbados. Quando la febbre windsurfistica s’è placata, verso la fine degli anni ’80, tutti i diversi produttori, Mistral incluso, hanno dovuto fare i conti con una realtà molto più difficile, in cui i guadagni erano molto più ridotti degli anni precedenti. Per ridurre le spese, Mistral ha deciso di lasciare la gestione dei 3 centri esistenti ad una sua compagnia affiliata, la Club Mistral Windsurfing Ltd. Qualche anno dopo, nel 1995, Club Mistral è stato comprato da Yola Bichler. Da quel momento l’ufficio
primario è situato a Weilheim, Bavaria. Mentre il windsurf ha continuato ad avere alti e bassi da quel momento, c’è stato invece un costante incremento e sviluppo della compagnia Club Mistral. Negli ultimi 25 anni è diventato uno dei leader nel settore turistico legato a sport acquatici. Ad oggi offre sicuramente il programma più completo sul mercato, con oltre 19 destinazioni in giro per il mondo, che offrono la location perfetta per rider di ogni tipo e livello. Ovviamente anche Club Mistral ha dovuto affrontare problemi in passato; i centri sono stati aperti e chiusi più volte, le nuove tavole provate sono poi state lanciate sul mercato o ritirate dalla distribuzione. Tutto sommato però, il successo della compagnia è unico e non può essere paragonato a nessun’altro. 19 centri in 12 diversi paesi, 18 dei quali offrono il windsurf, 14 offrono anche il kite, in 5 centri si può anche fare surf da onda, e 14 sono già equipaggiati con i nuovi materiali da SUP, restando sempre all’avanguardia. Sebbene al Club Mistral sia possibile fare ogni tipo di sport acquatico, il windsurf resta comunque il più popolare e richiesto, seguito dal kitesurf. Il kitesurf è stato incorporato a partire
dal 1998. In quel periodo s’è aperto il primissimo centro a Tarifa – che inizialmente era ancora una location poco conosciuta, ma oggi è la Mecca del kitesurf europeo. Nel 2001 Club Mistral ha deciso di creare un’altra divisione specializzata nel kitesurfing, chiamandola Skyriders. A Luglio 2010 Skyriders aprirà il quindicesimo centro a Dakhla, Marocco. I diversi centri Club Mistral sono situati sugli spot più incantevoli e ventosi al mondo. Dall’Egitto, dov’è stato aperto il primo centro a Safaga nel 1991, alla Grecia/Karpathos, Turchia/Alacati, Mauritius, Caraibi o molte altre location; c’è il centro perfetto per ogni gusto e capacità. L’aspetto fondamentale è che Club Mistral ha sempre soddisfatto le necessità dei suoi ospiti, realizzando i loro sogni e richieste più disparate, permettendo loro di stare più tempo possibile in acqua. Con una media di 25.000 ospiti all’anno, non è facile sottovalutare l’ottimo lavoro che fanno i nostri partner, per non parlare poi del nostro team. Il nostro team composto da 122 membri da 24 paesi diversi, si assicura che non manchi nulla agli ospiti e che ne facciano una pelle sia in acqua che fuori. Per farla breve: il nostro team è unico ed irrinunciabile. Indipendentemente dall’orientamento del cliente, l’obiettivo principale della compagnia è sempre stato quello di offrire qualità al top in termini di materiale e destinazioni. Grazie alla partnership con Boards&More Ltd., Club Mistral è in grado di riempire i suoi centri con la crème de la crème del materiale da windsurf e da kitesurf, rispondendo alle richieste di qualsiasi cliente. Oltre alle tavole Mistral, dal 2009 tutte le destinazioni sono anche fornite dell’intero range Fanatic. Fanatic fa prodotti di prima categoria, perfetti per completare il quiver Mistral e soddisfare veramente le esigenze più disparate di ogni ospite .Con Fanatic, Mistral, North Sails e North Kiteboarding in tutti Club Mistral e Skyriders, siete veramente a posto. Non sono solo queste grandi collaborazioni ad offrire qualità di prima scelta, ma anche il fatto che ogni singolo centro sia direttamente gestito da Club Mistral Ltd. Ciò assicura un buon controllo a lungo termine, sia in termini di prodotto che di gestione, reagendo con flessibilità alle continue richieste e nuove necessità dei suoi ospiti. Speriamo che i prossimi anni siano ancora meglio, anche se gli scorsi 25 saranno duri da battere!
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La prima volta: come al campionato nazionale freestyle Open Aiws - Aicw svoltosi a Talamone il l9 luglio scorso, dove l’ingegno umano ha sostituito madre natura. Nell’occasione, infatti, dopo una prima giornata di vento incerto, c’è stata una seconda giornata fantastica, dove le rive della tranquilla città toscana si sono trasformate in uno spot wave paragonabile a quelli oltreoceano, i problemi sono sorti il terzo giorno quando la scarsità di vento ha rischiato di lasciare i windsurfisti a cuocere sulla spiaggia, con ben più di una punta di amaro in bocca. La soluzione per salvare la sfortunata giornata è stata trovata da Raimondo Gasperini e da quel matto di Armido Panzera che grazie alla collaborazione dei loro corrispettivi partner, Red Bull e Blackhole, sono riusciti a organizzare un evento alternativo, il Grinch Freestyle Contest. Il primo della storia del windsurf!!! Niente di strano penserete voi… l’unica piccola particolarità è che è stato svolto senza vento. Ciò e stato reso possibile grazie al Grinch: un potente verricello a motore posto sulla spiaggia su cui si arrotola una cima con all’estremità un bilancino da sci nautico. Gli atleti, dopo essersi posizionati a
Raimondo Gasperini in azione con il Grinch a Talamone. 36
circa duecento metri dalla spiaggia tenendo il bilancino del Grinch in mano venivano trainati arrivando ad una velocità tale da portare la tavola in planata. Raggiunta la velocità necessaria, gli atleti lasciavano il cavo ed eseguivano la loro miglior manovra di freestyle. I giudici valutavano la miglior manovra eseguita nel miglior modo dei tre run a disposizione per atleta. Inizialmente i partecipanti si trovarono un po’ in difficoltà per l’inusualità della pratica, ma dopo un paio di tirate hanno preso confidenza sfidandosi “a colpi di Grinciate”. Tutti i ragazzi si sono divertiti alla grande e hanno decisamente apprezzato l’evento, trovandolo innovativo e un’efficace soluzione alle tristi e pallosissime giornate dove non si muove una foglia. Il bis si è avuto durante il San Teodoro E-Vento dove c’è stato il secondo Grinch Freestyle Contest. Purtroppo anche in questo caso il vento non è stato favorevole e poteva il grande Ray lasciare tutti a mollo nell’acqua a fare il bagno? Ovviamente no e sempre grazie alla collaborazione tra lo staff Red Bull e BlackHole si è nuovamente acceso il potente motore del Grinch dando vita a una nuova gara No-Wind che ha ottenuto nuovamente uno strepitoso successo portandosi al centro dell’attenzione dell’evento. Dopo questi due eventi nazionali si può dire che il Grinch sia una rivoluzione e se vogliamo anche il salva evento in condizioni di piatta!!! In fatti è stato usato con successo anche durante il Surf Expo di S’Marinella a fine estate (vedi foto) e in Sardegna alla Coluccia con il Maverx Grinch Contest vinto da Gigi Madeddu! Quindi un vero successo! Protagonista indiscusso oltre all’ideatore Ray, Gabriele Varruccio e tutti gli altri specialisti del freestyle che ben si sono abituati a questo nuovo attrezzo che ha ampliato il modo di fare windsurf! Questo è solo l’inizio… rimanete sintonizzate per scoprire le prossime novità!
© Anna Blanch
NAYRA ALONSO Ogni anno, verso il mese di Aprile, tutti gli obiettivi del Mondo del Windsurf si concentrano sull’isola di Maui, cercando di sbirciare e scoprire le innovazioni tecnologiche dell’attrezzatura. Succede anche che la maggior parte delle marche sceglie proprio l’isola di Maui per produrre i nuovi cataloghi. Sicuramente tra i tanti a cui siamo chiamati a partecipare, questo, è uno dei miei favoriti. Moltissimi degli atleti più forti, in questo periodo, si trovano sull’isola e diversi, ormai fuori dal giro delle competizioni, sono presenti in qualità di svolgere ruoli chiave nei retroscena
del nostro mondo. Quindi questo mese è sicuramente meraviglioso perché ci si ritrova un po’ tutti in un clima decisamente disteso. Partecipare ad un Photoshoot, è forse il lavoro da sogno di molti windsurfisti; si può pensare che si tratti semplicemente di andare avanti ed indietro mentre qualcuno scatta delle immagini... ma non è così semplice. (La maggior parte delle volte lo è, ma qualche volta può essere anche un po’ più complicato)… Molto spesso si hanno a disposizione 10 giorni o una settimana per fotografare tutto
Nayra Alonso al lavoro durante il photoshooting Fanatic/Severne a Maui.
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Nayra stacca l’Aerial cercando di tenere i capelli in piega.
il nuovo materiale. Se prendiamo in considerazione le tavole, parliamo di wave, vuol dire che si devono fotografare tutti i tipi (single fins, twin fins, quads, freewaves, tavole grandi e piccole), tavole freeride, freestyle, slalom, SUPs, e tutti i prodotti che verranno messi sul mercato l’anno a venire. Il risultato finale sono brochure e cataloghi a dir poco perfetti, con condizioni da sogno, luci e colori paradisiaci! Per ottenere tutto ciò, in breve tempo, ogni dettaglio dovrebbe rasentare la perfezione, ma non sempre tutto fila per il meglio. Fattore numero uno il tempo. C’è bisogno di sole per dei cataloghi stupendi, normalmente Maui si presta a questo tipo di fattore climatico, ma talvolta può piovere miserabilmente per giorni consecutivi!!! Quando questo succede si respira tensione e stress ovunque. In tal caso, normalmente, si fa il giro dell’isola alla ricerca di qualche piccolo raggio di sole per cercare almeno di concludere qualche cosa. Così, quando sole e vento tornano, trascorriamo praticamente tutto il giorno in acqua. Certo se è il vento a scarseggiare allora si che la tensione sale a dei livelli spaventosi! Ad ogni modo quando la condizione è perfetta rimanere in mare quasi tutto il giorno per una settimana consecutiva è abbastanza stancante (almeno fisicamente). In secondo luogo non sempre la condizione è perfetta per il materiale che si deve fotografare! È divertente quando è super ventoso e sei obbligato ad uscire con attrezzatura enorme! Oppure uscire con materiale non troppo buono per te ed hai un albero d’onda ad Hookipa! In questo ultimo caso hai veramente paura! Ma lavoro è lavoro! E le cose vanno portate a termine! Non ultimo c’è il “fattore” di essere una ragazza... Si spende la maggior parte del tempo con compagni di Team, tutti del sesso opposto, cercando di fare gruppo con loro e al tempo stesso cercando di svolgere al meglio il tuo compito di rider: è un team, quindi la collaborazione reciproca è fondamentale! In qualità di ragazza devi trovare il giusto equilibrio tra sensualità femminile e azioni radicali. Normalmente tocca a noi il materiale freeride, ed ogni scelta deve essere felicemente approvata, altrimenti si vede nelle foto se non sei contenta! In ogni caso, per me è assolutamente importante avere azioni aggressive e tecnicamente buone, quindi la sola cosa che posso fare è uscire con un albero d’onda ad Hookipa in bikini. Pregare che il vento non scompaia nel tuo prossimo wipe out, e cercare di colpire perfettamente il lip curandoti che i capelli siano carini e ben messi, il tuo seno altrettanto e lo slip del bikini un po’ piccolo ma non troppo!!! Ecco ora potete capire come non sia del tutto un lavoro troppo facile… Ad ogni modo a fine giornata siamo sempre tutti contenti, e per me non c’è lavoro al mondo che cambierei con il mio! 39
Come vi siete conosciuti? Dove? Quando? Ci siamo conosciuti a Paia, Maui… al famoso “Jaques North Shore Bistro”. Ci sono andata con delle mie amiche e stavamo ballando tutte assieme quando è arrivato un plotone di 5 ragazzi per parlare con me, che mi è sembrato piuttosto strano. Più tardi poi Robby mi ha confermato che era solo perché fosse troppo timido per venirmi a parlare da solo e quindi s’è trascinato dietro tutti i suoi amici. Mentre parlavamo in inglese, continuavo a far la disinteressata, atteggiandomi e tenendo le distanze, mentre ho detto alla mie amiche argentine di aspettarmi perché questo ragazzo mi piaceva davvero un sacco. Questo in spagnolo ovviamente. Bhè, dopo è venuto fuori che Robby parlava alle perfezione entrambe le lingue. Ci siamo conosciuti così, siamo usciti una volta, due e poi ci siamo messi insieme. Lui è inglese, io argentina, quindi viviamo sia a Maui che in Cile… una coppia multiculturale! Puoi dirci qualcosa che poca gente sa su Robby? Preferibilmente qualcosa che lo imbarazzi tantissimo! Non penso sarebbe tanto contento se te lo dicessi, ma ne so davvero a bizzeffe! Lui è più “amore-tesoro” di me. Non ci si aspetterebbe mai che un duro windsurfista sia così dolce e premuroso… come lo sono anche gli altri windsurfisti! Dovreste vederli quando sono tutti assieme alle loro fidanzatine in camera a parlare davanti ad una telecamera. Sono tutti duri fin quando li chiamiamo… e cambiano perfino l’intonazione della voce!!! (Scusate ragazzi…). Cosa ne pensi del tour? Ti piace seguirlo? Inizialmente non è che mi piacesse più di tanto, semplicemente perchè non avevo idea di cosa stessa succedendo, chi stesse vincendo, chi avesse fatto un Back Loop più bello, non riuscivo nemmeno a capire chi fosse in acqua! Adesso lo adoro, non riesco ancora a capire proprio tutto quello che succede, come quando mi ritrovo ad
Robby Swift in Western Australia, Lancelin. © John Carter 40
esultare per qualcosa che mi sono immaginata e gli altri mi guardano in modo strano. Appena ho iniziato a capire cosa stesse succedendo, ho cominciato a divertirmi. So anche che ci devo andare per dargli supporto ed aiutarlo mentalmente. Ma questi ragazzi sono solo windsurfisti professionisti o lavorano anche? Dicono di lavorare! A volte mi dice, ”Scappo, devo lavorare!”, mentre carica il van per andarsene in spiaggia a divertirsi! Bhè a dir la verità si da parecchio da fare, ma amando ciò che fa, è una delle pochissime persone al mondo che amano lavorare! Devono effettivamente lavorare un sacco, non possono mai prendersi un giorno di pausa o un weekend per andare da qualche parte… dipende sempre tutto dalle condizioni! Quando non c’è vento è sempre sul portatile ad uploadare video o foto sul suo sito, rispondendo alle interviste o va in bici, gioca a tennis, in palestra, senza mai fermarsi. Alla fine quindi mi lamento come ogni altra donna che esige un po’ più attenzioni! Qual è il tuo posto preferito del Tour ? Penso sia Gran Canaria, perchè ci stiamo un mese per allenarci (quindi io mi abbronzo…!) e poi la gara dura una settimana, sia wave che slalom, è davvero
divertente ma anche parecchio stressante. È anche il posto peggiore per le riprese però… le rocce, la polvere ed il forte vento non aiutano certamente. Per caso aiuti anche Robby con il suo allenamento, mentale e non? Robby è volato dalla tredicesima alla terza posizione da quando è con te. Cosa cavolo gli hai fatto? Non so, penso sia il cambio di stile di vita che lo ha aiutato e lo aiuta un sacco anche adesso. È sempre stato molto intransigente sul suo allenamento, e usciva molto di più di quanto faccia ora, quindi ha così più tempo per riposare e svegliarsi prima. Da quando siamo assieme sicuramente ha un lifestyle più rilassato e si fa molta meno festa, che aiuta sempre! È comunque tutto merito suo, si è allenato duramente, non solo in windsurf ed in altri sport pesanti, ma anche facendo stretching... fare pilates o yoga ed altre attività salutari l’ha aiutato sia dal punto di vista mentale che fisico. Sei tu quindi la donna dietro la lente dei video JP, ti piace riprendere o lo fai solo perchè te lo chiede lui? Ho iniziato perchè me l’ha chiesto lui e così mi avrebbe incluso nel suo mondo. Adesso sta cominciando a piacermi e sto cominciando anche a migliorare, utilizzando nuove tecniche differenti, far riprese da diversi angoli, aiutarlo in spiaggia, ma la parte che preferisco è l’editing. Mi piace molto il processo e vedere i risultati! Io però dover trasportare il materiale. Che cos’altro fai quando non sei dietro alla telecamera? Ho fondato una piccola azienda assieme ad una mia amica, per produrre e disegnare scarpe, giacche e borse in pelle 100% in argentina. Si chiama Bai.Res, l’abbreviazione di Buenos Aires, la capitale del mio paese. Vendiamo sia in Argentina che a Maui. È un’azienda molto piccola ma anche esclusiva e sembra che alla gente piaccia. Sono davvero contenta dei risultati e poi posso anche seguire Robby in giro per il mondo. Quindi una volta che il vostro business sarà avviato potrete sponsorizzare dei windsurfisti? È proprio quello che spero! Lui è molto più eccitato di me al pensiero!
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Marco Begalli
Come fisioterapista sportivo e come insegnante di Educazione Fisica, vedo giornalmente atleti di tutti gli sport e di tutte le età che si cimentano nelle più svariate competizioni sportive di alto livello e non. Sebbene il mio studio sia frequentato regolarmente da molti sportivi, tra i quali anche diversi Campioni Mondiali di varie discipline, tra tutti ho il piacere di seguire il più Campione di tutti, per via della sua “veneranda “ età ... 44 anni. Dal fisico eccezionale, si cimenta nel windsurf con ragazzi da 20 anni in su, molto più giovani di lui e... non ce n’è per nessuno! Questo qualcuno è il “mio” grande amico Marco Begalli, con il quale ho un’intesa eccezionale. Venne da me qualche anno fa con dei problemi alla cervicale e alla muscolatura paravertebrale, stanco ormai di peregrinare da un fisioterapista all’altro e con la convinzione che allo sport aveva ormai dato tutto, compresa la salute. Accettai la “sfida” di rimetterlo in sesto facendogli tutta una serie di terapie volte all’eliminazione del dolore e al ripristino dell’efficienza fisica. Utilizzando la Kinesiologia applicata per determinare le varie “lesioni” articolari, le manipolazioni, il massaggio profondo con la Tecar e lo Stretching (nel linguaggio Osteopatico e Chiropratico per lesione si intende una mal posizione di un’ articolazione, di una vertebra o di più vertebre che invece di rimanere in una sede anatomica, ruotano o si spostano di qualche millimetro e più causando dolori e contratture) ho eliminato gran parte dei dolori che lo affliggevano; la dinamica terapeutica si svolge testando cosa non è al proprio posto, manipolando e ricontrollando se la manovra ha avuto successo! Sembra facile e in effetti lo è, basta sapere cosa e dove guardare. Solitamente i windsurfer soffrono di lombalgie dovute al forte stress che il vento e la vela impongono. Ciò porta ad un irrigidimento del tratto lombare in special modo alla parte sacrale che deve essere manipolata. Attraverso la sinergia con il Preparatore Atletico, il Fisioterapista Sportivo, il Chiropratico o Osteopata e il Nutrizionista il team è perfettamente formato. Anche chi ama fare lo sport in maniera dilettantistica, affidandosi a professionisti esperti del settore possono fare il salto di qualità cimentandosi in attività più intense e competitive rispettando però sempre i segnali del proprio corpo, senza eccedere soprattutto all’inizio.
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Marco Begalli impegnato nella Long Distance del Stintino Contest, svoltosi nel week-end di Pasqua, che ovviamente ha vinto! Foto by pipi.
Provenendo dallo sport (Insegnante di Pugilato e Istruttore Federale Giuoco Calcio) riesco a capire le “sensazioni” e i dolori che provengono dall’attività sportiva e con Marco, in particolare, riesco a capire dallo sguardo e dalla voce quello che lui ha in quel momento. Spesso il dolore spaventa l’atleta che vede lo spettro dell’infortunio come un qualcosa di insormontabile, ma il fisioterapista serio non è quello che utilizza il terrorismo psicologico per fermare la normale attività sportiva ma è colui che lo tranquillizza, lo segue negli allenamenti (anche solo con una telefonata), massaggia e si prende cura del giovane come dell’ “anziano” accompagnandolo alla Performance nel miglior modo possibile… Marco Begalli è un campione che deve essere preso da esempio perché, utilizzando il Team di cui sopra, usufruendo di attrezzature tecniche di
avanguardia, rispettando e curando il proprio fisico anche dopo i fatidici “40” ha saputo rimettersi in gioco, togliendosi molte soddisfazioni proprio nel momento in cui il 90% degli atleti dice basta. La cosa importante per coloro che hanno compiuto i 40 e vogliono competere ancora ad alti livelli è rispettare i propri limiti (che in molti casi sono assai superiori ai giovani di 20 e 30 anni), tenere d’occhio i propri valori vitali, accuratezza nell’allenamento senza improvvisare, materiali tecnici competitivi, alimentazione adeguata anche qui senza improvvisare, io dico sempre agli atleti giovani che devono ragionare da professionisti per essere longevi nello sport come nella vita e imparare da atleti come Yosefa Idem, Meneghin, De Zolt, Foreman, Holmes, la mezzofondista Podkopayeva e non ultimo Marco Begalli.
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Antoine Albeau preferisce le cimette regolabili.
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Kauli Seadi e le sue cimette da 34 pollici.
IN SINTESI A CHE DISTANZA DOVREBBERO ESSERE LE RISPETTIVE ESTREMITÀ DELLA CIMETTA? Regola generale: quando un rider si sente a suo agio, con una vela moderna, le cime del trapezio possono essere regolate con le estremità quasi unite sul boma. Spesso infatti, i windsurfisti esperti utilizzano le loro cime del trapezio quasi unite in quanto riescono a trovare esattamente il baricentro della vela sul boma, in modo che il rig sia neutrale e bilanciato. I rider meno esperti invece utilizzano spesso le estremità più lontane tra loro, in modo da poter decidere se portarle più avanti o più indietro. La rider mondiale Karin Jaggi spiega: “Quando le estremità delle cimette sono più ravvicinate, riesco meglio ad aprire o chiudere la vela e quando sono in andatura, la vela si sistema automaticamente in posizione ottimale. Per questa ragioni i freestyler utilizzano le cime quasi completamente unite. Se invece voglio avere un maggior controllo in andatura o cambiare l’assetto della vela, terrò le cime più separate l’una dall’altra. Così facendo si riesce a stabilizzare la vela anche con una pressione non costante.” Per quanto riguarda le vele moderne, le cime possono aver le estremità più ravvicinate perchè le vele risultano più bilanciate e gestibili delle vele più vecchie. Il comfort in planata ed in andatura è aumentato parecchio negli ultimi due anni. Baricentro e pressione si sono molto stabilizzate rispetto al passato. Sulle vele della vecchia generazione, le cime dovrebbero essere sistemate più “aperte”, in quanto le vele sono soggette a notevoli spostamenti del baricentro a seconda delle condizioni.
invece si risale sopravento, si dovrebbero accorciare in modo da poter tenere la vela più in verticale, riuscendo a lasciare la vela più esposta nel vento ed aver maggior potenza.
CIMETTE PIÙ LUNGHE O PIÙ CORTE?
SISTEMA HTS DI NORTH SAILS:
Con cime del trapezio leggermente più corte, si riesce ad avere un maggior controllo in condizioni di vento medio. Cime del trapezio più larghe possono causare problemi con vento forte, perché il rig diventa più difficile da gestire rispetto a quando si utilizzano cime del trapezio più lunghe. Oltre ad essere più comode, permettono anche di agganciarsi per poter planare anticipatamente, in quanto il rig risulta esposto in maniera ottimale in andatura. Più sono lunghe le cime, più facile è agganciarsi e sganciarsi. L’ultimo elemento decisivo è anche il modello stesso del trapezio utilizzato: per un trapezio alto si utilizzano di solito cime del trapezio più corte in quanto è più alto sulla vita, mentre con un trapezio a “mutanda” basso, da race, si utilizzano di solito cime più lunghe.
Sulle North Sails, la posizione ottimale delle cime del trapezio è segnata sulla finestra della vela! Il sistema “HTS” (Harnessline-Trim-System) ti fa vedere esattamente dove si trova il baricentro della vela, in modo che le cime siano nella posizione ideale. ”Se disponi le estremità alla stessa distanza a destra e sinistra del punto centrale, il baricentro resterà invariato. Il nostro sistema indicatore aiuta parecchio tutti i rider a posizione le cimette in posizione ottimale”, dice Raoul Joa, brandmanager North Sails.
CIMETTE DEL TRAPEZIO REGOLABILI? I professionisti delle regate come Antoine Albeau sono stati spesso visti con cime regolabili. La peculiarità delle cime a lunghezza variabile è che si possono regolare anche in andatura. Quando si va al lasco si dovrebbero allungare leggermente. Quando
PRINCIPALMENTE, LA LUNGHEZZA DELLE CIMETTE DEVE ESSERE REGOLATA IN BASE AI SEGUENTI PARAMETRI: - Alla curvatura del boma. Più accentuata è la curvatura del boma, più corte saranno le cime. - Al trapezio: più altro è il gancio, più corte saranno le cime. Maggiore è la distanza tra gancio e corpo, più corte saranno le cime del trapezio. Maggiore è la distanza tra gancio e boma, maggiore sarà la lunghezza delle cimette del trapezio. - Al tuo stile personale di riding. - Alla misura della vela. Di solito, più piccola è la vela,
più lunghe saranno le cime. In generale questo permette di avere maggior controllo sul rig quando le condizioni diventano più impegnative.
CONSIGLI PER I RIDER CHE STANNO COMINCIANDO AD UTILIZZARE IL TRAPEZIO: - Prepara la vela in spiaggia, appoggiala nel vento e prova a tenerla per un momento. Si riesce quasi immediatamente a percepire il baricentro della vela, riuscendo a bilanciarla perfettamente e regolando le cime del trapezio di conseguenza. Le cimette dovrebbero essere sistemate all’interno della posizione in cui si trovano le mani sul boma, sempre verso il centro della vela. - Cerca poi di tenere la vela stabile nel vento con una mano sola proprio in mezzo alle cime del trapezio e trova il punto di equilibrio. Più a lungo si riesce a mantenerla in equilibrio, col minor sforzo, più sarà accurato il posizionamento delle cime del trapezio. - Non scegliere cime troppo corte. - Prova ad aumentare la distanza.
CONCLUSIONE: Dopo tutto, la lunghezza e posizione specifica delle cime del trapezio dipende interamente dal bilanciamento e test individuale del proprio materiale, finchè trovi la formula perfetta per le tue esigenze. È puramente una scelta di gusti. Prova solo ad usare cime più lunghe per un paio di giorni e vedi come ti senti… 45
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Julien Quentel, III classificato ed è stato il concorrente ad avere usato la tavola piÚ piccola: RRD X-Fire LTD 112.
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PARTENZA Il meeting point per la partenza è il piazzale dell’aeroporto di Orly. Fino all’ultimo la presenza di Albeau non è stata così sicura, dal momento che una delle più violente tempeste mai viste si è abbattuta sulla sua Ile de Ré, pregiudicando i collegamenti con la terra ferma. Ma a quanto pare niente può fermare il buon Tonio, e allora eccolo arrivare di gran carriera col suo grande van stracolmo di attrezzatura! “Non è mica tutta roba mia!” prova a giustificarsi Albeau con gli organizzatori. “Nelle sacche c’è anche tutta la roba di Julien (Quentel, ndr), un SUP e un paio di prototipi JP che devo testare! Insomma il minimo indispensabile!”. Si tratterà anche del minimo indispensabile, ma Anraud Deschamps (capo tester della rivista francese Planche Mag, ndr) dovrà intavolare una lunga discussione al check-in della compagnia aerea per fare caricare gli oltre 800 kg di attrezzatura! E per fortuna che Kevin Pritchard ci raggiungerà direttamente a Guadaloupe con tutta la sua attrezzatura e le vele di Peter Volwater! Al momento di imbarcarci sull’enorme Jumbo, Albeau scopre che il comandante è un vecchio amico di suo padre, che lo invita ad assistere al decollo dalla cabina di pilotaggio… i soliti raccomandati! Scherzi a parte, il numero dei timbri sul suo passaporto è
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davvero impressionante e visto il numero di ore di volo che sta accumulando in questi ultimi anni, mi meraviglio che ci sia ancora qualche pilota che non conosca personalmente Albeau!
ARRIVO Le ore di volo passano abbastanza tranquille e ne approfitto per fare qualche chiacchiera con Cyril Moussilmani e Julien Quentel, mentre Sylvain Demercastel mostra al fotografo del PWA John Carter le foto di Planet Blow II, il secondo film a cui sta lavorando dopo il successo del primo film Planet Blow. Finalmente atterriamo e ad accoglierci troviamo i
La partenza della Long Distance, inizialmente prevista di 108 miglia, poi ridotta a “solo” 30 a causa del cambio di direzione del vento.
membri del club locale di Saint-Francois capeggiati da Pascal Arnaud, il coraggioso organizzatore di questo evento. Purtroppo Pascal ci fa subito una bella doccia fredda e come prima notizia ci informa che al 99% non sarà possibile effettuare la traversata, dal momento che l’abituale aliseo è sparito già da parecchi giorni ed ha lasciato posto ad una corrente d’aria che soffia in direzione opposta al solito: questo significa che la Martinica si trova esattamente controvento e pertanto non sarà possibile raggiungerla con una traversata di un solo giorno di navigazione. L’organizzazione ha comunque previsto competizioni e percorsi alternativi per permettere agli atleti di confrontarsi e determinare il vincitore della manifestazione. Inutile dire che la delusione per la notizia era chiaramente identificabile sul volto di tutti gli invitati, dal momento che pur con i dovuti timori di non riuscire a portare a termine un percorso di 108 miglia (circa 200 km! Ndr) sullo stesso bordo, tutti erano comunque curiosi di vedere quale era il loro limite!
Julien Quentel sfreccia con i suoi nuovi materiali.
AZIONE La mattina ci ritroviamo tutti a colazione e incontriamo anche Kevin Pritchard, che è arrivato durante la notte, ma ha scoperto che la propria attrezzatura (e anche quella di Volwater) è rimasta a Puerto Rico e non si sa quando mai arriverà! Nella sfortuna, Kevin Pritchard ha un discreto colpo di fortuna: uno dei local infatti gli presta l’attrezzatura slalom del 2008 che aveva comprato da Kevin un paio di stagioni fa, vale a dire vele Gaastra e tavola Starboard con numeri velici e tutti gli sticker degli sponsor perfettamente conservati! Peter invece si ritrova con tutte le tavole e solo una 7.0 e si deve far prestare una vela da vento leggero da Josh Angulo.
BANDIERA VERDE Visto che non si può fare la long distance di 108 miglia, il race director Eric Bruneteau ha preparato un
percorso alternativo i 30 miglia in mare aperto, giusto per assaggiare cosa sarebbe stata la gara vera e propria! I rider avranno un fuoribordo come riferimento da seguire, e se dovessero perdere di vista il riferimento, potranno utilizzare il loro GPS per raggiungere il catamarano che funge da boa in mezzo al mare. Alle 14.00 viene lanciata la partenza. Sulla linea di partenza si lanciano i 7 top rider PWA più tre fortunati local ammessi alla competizione. Josh Angulo è il più lesto ad attraversare la linea di partenza, seguito da Peter Volwater e Kevn Pritchard, che si lanciano immediatamente al traverso/lasco, cercando di privilegiare la velocità di punta. Questo errore gli costerà caro, dal momento che anche se nell’immediato prendono un buon vantaggio sul gruppo, poi non riusciranno più a rimontare il terreno perduto sottovento! Julien Quentel e Cyril Moussilmani hanno passato la linea di partenza a centro
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Ross Williams tallona Kevin Pritchard che ha dovuto partecipare alla gara facendosi prestare il materiale, il suo era disperso per i cieli di mezzo mondo.
gruppo, tallonati da Albeau, partito in leggero ritardo. Ross Williams invece resta sopravento a tutti, ma leggermente arretrato rispetto al gruppo. I più abituati a partecipare alle long distance sono Antoine Albeau e Ciryl Moussilmani e dopo una partenza un po’ sorniona cominciano a pestare sull’acceleratore e si staccano decisamente dal gruppo facendo corsa a se. Ross Williams scompare lentamente sopravento, mentre gli altri perdono terreno sottovento. I due francesi sono gli unici che riescono a seguire la traccia del GPS e sembrano gli unici in grado di andare a prendere il catamarano che fa da boa senza bisogno di bordeggiare, ma appena si lanciano al lasco verso il catamarano si infilano in un buco di vento che gli fa perdere planata e vantaggio, riportando il gruppo Cyril Moussilmani, II classificato grazie ad una ottima tattica di gara.
pericolosamente vicino. Una raffica di vento e qualche vigorosa pompata sulla sua 9.5 e Albeau ricomincia a planare a tutta stecca e con un piccolo bordo di disimpegno andrà a strambare attorno al catamarano prendendo un bel vantaggio su Cyril, complice una goffa caduta in virata del francese. Il bordo di ritorno di Albeau è semplicemente impressionante e fa registrare una velocità media fra i 26 e i 27 nodi su un bordo si 14 miglia! Alle sue spalle gli unici a non sfigurare sono Cyril Moussilmani, che taglia il traguardo con 4 minuti di ritardo, e Julien Quentel che riesce a contenere il ritardo in soli 8 minuti, dimostrando incredibili doti di planata visto che riesce a superare il buco di vento senza grosse difficoltà, nonostante sia l’unico ad utilizzare una tavola da 112 litri, quando la concorrenza viaggia su tavole dai 130 litri in su! Kevin Pritchard, Ross Williams e Peter Volwater se la prendono più comoda e arrivano circa 12 minuti dopo Quentel, mentre Josh Angulo se la prende talmente comoda che si fa addirittura passare da uno dei local, che all’arrivo festeggia come se avesse vinto la Coppa del Mondo! La cerimonia serale di premiazione con mega buffet offerto dallo sponsor Red Bull è a dir poco sontuoso, e vede Josh Angulo vincere il premio per il fair play, visto i festeggiamenti che ha riservato al local che lo superato e che è già diventato una specie di idolo locale!
MERITATO RIPOSO La mattina seguente il vento non si vede, le onde non mancano, così i ragazzi preferiscono andare a farsi una bella surfata, con Julien Quentel che da buon local sale in cattedra e si mette a dare spettacolo assieme agli hawaiiani e a Albeau che per l’occasione tira la tavola da SUP fuori dalla sacca! Il pomeriggio il vento si alza e permette a tutti una bella session slalom defaticante sul magnifico specchio d’acqua della laguna di Saint-Francois. 50
MARTINIQUE Alle sei della mattina ci aspetta il traghetto per la Martinica. Il materiale di Kevin e Peter ancora non si è visto e l’organizzatore sta facendo i salti mortali per farlo arrivare direttamente laggiù. La traversata dura 5 interminabili ore (Antoine aveva già fatto la traversata nel 1996 e ci aveva messo poco più di sei ore), ma per fortuna all’arrivo possiamo recuperare le nostre energie nel fantastico villaggio di Sainte-Anne, con tanto di stupende piscine e vista sulla baia! Questa sistemazione di gran classe fa impennare il morale di tutti alle stelle, e anche Kevin e Peter finalmente sorridono di gusto, dal momento che anche la loro attrezzatura dovrebbe arrivare da un momento all’altro! Il giorno seguente il vento continua ad essere leggero e non permette di disputare il bellissimo slalom downwind disegnato dal race director Eric Bruneteau per esaltare le bellezze della costa della Martinica, così i rider ne approfittano per passare la giornata assieme ai ragazzini del locale Club di Vauclin, che con la sua baia di sabbia bianca e i suoi bassi fondali è perfetta per apprendere i segreti di questo sport e per photo session mozzafiato!
RITORNO ALLE ARMI Il tempo è ormai scaduto, anche questo evento è finito e ritorna il momento di rifare i bagagli per ritornare alle proprie consuete occupazioni. Mentre il carrello dell’aereo si avvicina inesorabilmente alla pista di atterraggio dell’aeroporto di Parigi-Olry e il capitano mi ricorda che fra pochi minuti mi troverò a combattere con uno choc terminco di circa -33°C rispetto alla temperatura a cui stavo poche ore fa, penso al povero Antoine Albeau che non è nemmeno potuto ritornare a casa, ma è dovuto volare a Abu Dabi per presenziare alla cerimonia di consegna dei Laureus World Sports Awards, o a Julien Quentel che è andato a St. Martin
Sempre lui, il numero 1, Antoine Albeau!
per partecipare ad una gara slalom, o al povero John Carter di rotta su Maui per seguire i primi shooting sull’isola. Insomma, una vita passata a girare come trottole, scarrozzandosi quintali di attrezzatura in giro per il mondo… però a dirla tutta, sarei già pronto a fare la valige anche domani per partecipare ad una nuova avventura come questa! PS. L’attrezzatura di Kevin e Peter non è mai arrivata a destinazione e pare che sia stata rimandata direttamente a Maui. E forse è già arrivata!
CLASSIFICA FINALE RIDER E ATTREZZATURA 1. Antoine Albeau ha scelto di utilizzare attrezzatura a taglie forti e ha sbaragliato la concorrenza con la sua NP RS Racing Evo II 9.5 e la tavola JP Slalom VI 82. È stato quello che ha osato di più, ma anche quello che ha bolinato meglio e passato con meno problemi i buchi di vento. Il suo punto di forza è la capacità e la potenza di poter controllare tutta questa artiglieria senza saltare per aria!
2. Cyril Moussilmani ha utilizzato uno Starboard iSonic 131 con una North Warp F2010 8.5 (pinna Deboichet R16 da 48 cm). Ha combattuto testa a testa con Antoine per gran parte della gara, ma poi ha dovuto cedere sulla distanza. 3. Julien Quentel ha optato per una RRD X-Fire LTD 112, una tavola più piccola rispetto alla concorrenza, con pinna da 40 e una NP RS Racing Evo II 8.6: “Sono restato in terza posizione per tutta la gara. Ho optato per l’XFire 112 perché è una tavola molto confortevole in navigazione, con un grande range di utilizzo, che mi ha permesso di passare chop, onde e buchi di vento senza grossi problemi. Inoltre visto il percorso, avevo necessità di una tavola che bolinasse un po’, ma senza perdere troppo in velocità di punta, quindi sono molto contento della mia scelta!”. 4. Kevin Pritchard non ha mai ricevuto la propria attrezzatura e si è dovuto fare prestare un iSonic 121 e una Gaastra Vapor Technore 8.2 del 2008. Alla fine della gara si è piazzato bene ed ha sfruttato al meglio la propria attrezzatura, anche se probabilmente avrebbe
tratto maggiori vantaggi dal suo quiver 2010! 5.Ross Williams ha corso con le sue nuove vele Gaastra Vapor Technora 8.4 e la nuova Manta Pro Edition 69 (con pinna SL4 40 cm): “Se ci fossero stati 5 nodi in più di vento su tutto il percorso sarei stato competitivo per la vittoria. Purtroppo il vento ha mollato e non riuscivo a stringere come i primi classificati!” 6. Peter Volwater ha utilizzato il suo Fanatic Falcon 133 (con pinna da 45cm) con una Maui Sails 7.6 avuta in prestito da Josh Angulo. Peter ha dimostrato di poter essere molto veloce, ma mancava un po’ di potenza e sicuramente avrebbe potuto essere competitivo se avesse potuto optare per la sua 8.4. 7.Josh Angulo ha scelto di utilizzare un Magnum 82 con un prototipo Maui Sails 8.4, ma ha perso efficacia molto velocemente ogni qual volta è incappato in un buco di vento: “Non sono riuscito a trovare la regolazione ottimale e non sono mai stato a mio agio. Non ho scuse… ma per lo meno penso di aver imparato la lezione!”.
I partecipanti del Master of Caribbean 2010.
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Fabrice Beaux stacca l’Aerial nel wave spot di Dakhla.
LONG DISTANCE Le condizioni purtroppo non hanno permesso agli organizzatori di dare inizio alla più lunga gara di downwind in assoluto, che copre oltre 80km di costa, organizzata da Philippe Bru a Dakhla. Mercoledì 24 febbraio, durante il pomeriggio, fortunatamente, il vento è cominciato ad aumentare gradualmente e i rider si sono preparati velocemente per il primo bordo di gara. Era già abbastanza tardi e mandare 20 rider agguerriti in acqua a quell’ora era un po’ troppo rischioso, anche per l’organizzazione. Il percorso è stato quindi ridotto a “soli” 40km, in modo che gli atleti potessero completare con successo anche questa quarta edizione del Dakhla Festival. La gara è cominciata dal km 25 (PK25), di fronte a Duna Blanca per i local, e l’arrivo era davanti all’albergo Calipau, proprio all’ingresso della città. Il percorso totale era diviso in 4 bordi e 3 strambate... 3 strambate per chi
La gara dei dromedari.
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Thomas Traversa, vincitore della gara wave del Dakhla Festival 2010.
fosse riuscito a trovare le boe al primo colpo, perchè, sebbene lo scrupoloso team del Gruissan Windsurf avesse issato delle enormi bandiere in spiaggia per segnalare le boe, è sempre abbastanza difficile scovarla a 10 km di distanza! Il percorso al lasco nella laguna di Dakhla è stato affascinante per tutti quanti, anche per i rider migliori. Sia i kitesurfers che i windsurfers hanno spinto al massimo, dovendo resistere lungo bordi di 10km, abbastanza da far impensierire anche i migliori campioni. Anche la donna più veloce sull’acqua, Sjoukje Bredenkamp, ha dovuto rinunciare. L’atleta professionista sudafricana però, sebbene sia abituata a condizioni molto più selettive, è andata troppo sottovento per completare il percorso correttamente. Anders Bringdal è stato intralciato involontariamente dall’elicottero dei fotografi, che l’ha ribaltato appena prima della prima boa. Nella caduta, ha rotto 3 stecche e la bugna è stata quasi strappata dal boma e quindi ha dovuto rinunciare alla battaglia serrata col suo rivale
Alcuni momenti della long distance nela baia di Dakhla, vinta da Bjorn Dunkerbeck.
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storico, Bjorn Dunkerbeck, che ci ha confessato che ha preferito restare assieme al gruppo nella prima parte del percorso in modo da non perdersi! Essendo un ottimo stratega, lo svizzero è stato dietro ai suoi rivali. All’ultimo bordo poi ha chiuso la vela e li ha bruciati tutti, chiudendo con facilità in prima posizione e vincendo quest’evento di long distance. Appena dietro di lui, Bieuzy Mauffret e Pascal Toselli, entrambi francesi, che hanno completato il podio. Anche loro sono stati disturbati dall’elicottero, ma sono riusciti a gestire la situazione e a finire sul podio di questa importante manifestazione internazionale. Sarah Hébert ha dominato la gara femminile, con un notevole distacco sul resto della flotta, mentre Alex Caizergues è stato il primo kiter al traguardo. Sebbene il percorso fosse “ridotto”, le gambe degli atleti erano davvero irrigidite dallo sforzo e tutti sono arrivati esausti. In spiaggia il verdetto è assolutamente unanime: una gara estrema, ogni partecipante è sfinito ma emozionato da un paesaggio mozzafiato. Non si potrebbe voler di
meglio.
WAVE Le ostilità sono iniziate mercoledì 24 Febbraio, sullo spot di Foum Labouir. Quattro rider di fama internazionale si sono scontrati con 10 rider marocchini determinati a far buona figura in questo contest di waveriding di livello internazionale. Sebbene il vento fosse piuttosto leggero, degli ottimi set hanno permesso agli atleti di prendere ottime onde e surfarle alla grande. Dopo il primo round, Thomas Traversa, stella del windsurf francese e quinto nel Wave PWA lo scorso anno, ha dominato la gara ad occhi chiusi, assieme al suo amico Boujmaa Guilloul, l’eccellente rider marocchino che si ritrova costantemente nei primi 15 del ranking mondiale PWA Wave. Phillip Horrocks e Fabrice Beaux, sono anche avanzati senza problemi. Nella finale, Boujmaa ha però ceduto al suo rivale. Thomas ha chiuso in prima posizione, davanti a Fabrice Beaux e Soufiane Sahli. Nel ranking marocchino, Soufiane Sahli ha dominato,
arrivando davanti a Abde Louahed Labdi e Faycel Hmidi.
SURF La prima parte del contest di surf da onda è iniziata Giovedì 25, con ottime condizioni: onde perfette di 2m e una brezza sideoff. Il programma era di completare i primi round dei “Top 16 marocchini” della gara di Shortboard ed anche della gara “International” tra gli 8 migliori marocchini e gli 8 rider europei. Venerdì le onde sonO calate e c’era circa 1.30m d’onda a Foum Labouir, ma la qualità delle manovre dei rider non è cambiata. La finale dei “Top 16 marocchini” s’è svolta per prima. C’erano in gara Abdel El Harim, Yassine Ramdani, Saad Errami and Madouar Abderahman. Si sono poi rivelati 4 rivali temibili. Abdel e Yassine, rispettivamente primo e secondo sul podio dell’evento, hanno chiuso davanti a Saad e Madouar. Nella disciplina Longboard, il livello era davvero altissimo. Gareggiavano in questa divisione il due volte campione europeo, Ben Skinner (dal Jersey), Alexis Deniel (Campione francese 2007), Damien Castera dalla costa ovest della Francia (Paesi Baschi), ed il giovane e talentuoso Gaspard Larsonneur, che ha festeggiato il suo sedicesimo compleanno proprio quel venerdì, 26 Febbraio. Alexis Deniel ha vinto, davanti a Ben Skinner e Damien Castera. La giornata si è conclusa col botto, con la finale del contest internazionale. La parità tra i due rider marocchini, Abdel El Harim e Yassine Ramdani, ed i 2 rider europei in finale ha reso il tutto davvero eccitante. La finale è cominciata a pieno regime dal primo secondo, con Alex e Yassine che si rispondevano colpo su colpo, mentre Ben sembrava esser un po’ più in difficoltà rispetto al round precedente, cadendo su due onde davvero belle. La dura lotta tra Alexis ed Abdel ha finalmente assegnato la vittoria al rider marocchino che, pochi secondi prima della fine della batteria, ha preso un’onda impeccabile che l’ha fatto balzare in cima alla classifica con 16,5 punti, davanti ad Alexis (11,5 punti), Yassine (11,1 punti) e Ben (10,4 punti).
Le tende che hanno ospitato gli atleti.
Un po’ di relax alla “marocchina”.
GARA OPEN DI STAND UP PADDLE Sabato lo spot di Foum Labouir si è trasformato nel campo di gara per lo Stand-Up Paddle. 16 rider sono stati scelti dalle varie discipline del Festival ed invitati a partecipare a questo contest spettacolare, che mescolava atleti talentuosi di tutti i vari sport
Numerosi gli eventi di contorno: sopra, una spericolata corsa di cavalli.
La folla che ha partecipato al concerto di Youss N’Dour.
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CLASSIFICHE DAKHLA FESTIVAL 2010 Long distance men: 1) Bjorn Dunkerbeck (Windsurf) 2) Bieuzy Mauffret (Windsurf) 3) Pascal Toselli (Windsurf) Long distance women: 1) Sarah Hebert (Windsurf) 2) Ainoha Garcia (Kitesurf) 3) Fabienne D'Ortoli (Kitesurf) Windsurf Waves (International): 1) Thomas Traversa 2) Fabrice Beaux 3) Soufiane Sahli Windsurf Waves (Morocco): 1) Soufiane Sahli 2) Abde Louahed Labdi 3) Faycel Hmidi
Boujmaa Guilloul, super eroe locale.
acquatici, tra cui Björn Dunkerbeck (12 volte Campione del Mondo di Windsurf), Ben Skinner (campione europeo di Longboard), Ludovic Jossin (Campione di Windsurf francese e spagnolo), permettendo loro di gareggiare e divertirsi allo stesso tempo. La finale ha riunito tutti gli specialisti della disciplina, tra cui Ronan Chatain, Alexis Deniel, Alex Grégoire ed il windsurfista, Fabrice Beaux, a combattere per il tanto desiderato primo posto. La suspense però non è durata a lungo. Alexis, già vincitore della gara di Shortboard, ha vinto con facilità con ottime manovre all’inizio della sua batteria. Alex Grégoire ha fatto del suo meglio per contrattaccare ma poi ha dovuto accontentarsi della seconda posizione, davanti a Ronan in terza posizione. Fabrice s’è dovuto piegare umilmente al quarto posto, in quanto il livello era davvero altissimo in questa finale. Per quanto riguarda le signore, 3 rider molto famose hanno gareggiato per il podio nella gara di stand up paddle. Nella loro finale, la campionessa di kite, Fabienne D'Ortoli, ha agguantato la prima posizione, scegliendo traiettorie più radicali che mai sulle onde. Sarah Hébert, Campionessa europea di Windsurf, ha anche preso delle ottime onde e chiuso in seconda posizione. Ainoah Garcia, Campionessa del mondo di kitesurf 2007, aveva meno esperienza col SUP, ed è riuscita a fatica a prendere un’onda, piazzandosi in terza posizione.
QUALCHE PAROLA PER CONCLUDERE… Questo evento è stato un’esperienza indimenticabile per tutti i vari rider. Dormire la notte al bivacco Berbero, far colazione seduti in riva all’Oceano, far delle ottime session mattutine di surf e sup con tutti i tuoi amici prima che comincino le gare o gli allenamenti personali… Lo spirito che c’è al Dakhla Festival non ha simili e permette a tutti i rider delle diverse discipline di incontrarsi e condividere delle esperienze indimenticabili. Non dimentichiamo poi anche le session d’iniziazione che sono state 56
promosse durante il festival, in cui si facevano provare i vari sport acquatici ai bambini e bambine local, che erano assolutamente in estasi. Questa iniziativa è stata resa possibile dalla collaborazione con la scuola “Bouj Windsurf Adventure”, che è venuto apposta da Essaouira in van per condividere la loro passione contagiosa per gli sport acquatici in questa parte profonda del Marocco. La sera, l’atmosfera era
davvero magica, specialmente quando tutti i rider si sono ritrovati di fronte al palco per i concerti vari e soprattutto per lo show di Youss N’Dour, che ha lasciato tutti a bocca aperta. Alcune jam session al bivacco sono durate tutta la notte, riunendo artisti, atleti e staff che ha lavorato all’evento e potevano così finalmente rilassarsi... Ci vediamo l’anno prossimo, Inshallah!
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Victor Fernandez a Milnerton, sullo sfondo la magica Table Mountain di Cape Town.
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CALCIO D’INIZIO PHIL HORROCKS Sono arrivato a Cape Town a metà Ottobre e le condizioni erano un po’ marginali ad inizio stagione, ma appena è arrivato l’anno nuovo, l’andazzo è cambiato radicalmente. Non ho mai visto uno swell così massiccio come quello che è arrivato a Gennaio, né tantomeno onde così consistenti ed organizzate in piena estate. Il periodo ideale per le onde in Sud Africa, di solito va da Ottobe a Dicembre, mente Gennaio e Febbraio sono i mesi in cui i ventilatori sparano a mille, con onde meno consistenti ma sempre presenti comunque. KLAAS VOGET È ormai 10 anni che vengo tutta la stagione qui a Cape Town e non ho mai visto uno swell come quest’anno. Dal momento che siamo arrivati in zona, c’è stata una serie infinita di swell. C’è stato un giorno gigantesco ad Haakgat, dove sono uscito ed ho cercato di prendere i set più grossi. Improvvisamente, a 300metri dal break, s’è alzata una palazzina d’acqua. Era enorme. Non riuscivo a credere che stesse cominciando a rompere così lontano da riva. Avevo già preso anche dei set di due alberi quello stesso giorno, ma quest’onda era veramente immensa. Nessuno è riuscito a prenderla purtroppo, ha rotto senza essere surfata da nessuno. CRAIG GERTENBACH Questo Gennaio è stato il più pazzesco degli ultimi 23 60
anni di wavesailing in questo posto magico. Di solito ci sono un paio di buoni swell al mese, ma quest’anno ci sono stati 4 swell con onde stupende nel giro di due settimane… che posto fantastico! CHRIS MURRAY Eravamo appena atterrati all’aeroporto internazionale di Cape Town, quando abbiamo sentito le novità da tutte le compagnie di noleggio di macchine che tutti i local si stessero mobilitando per godersi al massimo questo swell, la cui dimensione non si vedeva da un bel po’. Senza perdere un secondo, siamo andati diretti in spiaggia, chi avrebbe mai pensato che fosse solo l’inizio! Durante la settimana la previsione di swell è arrivata ad un picco di 5.4 metri, risultando in onde enormi di oltre un albero e mezzo, occasionalmente 2 alberi. Con queste epiche condizioni, siamo riusciti a fare un sacco di uscite spettacolari, quasi in ogni spiaggia della zona. Purtroppo però, a causa di un ritardo di spedizione, George Shilleto ed io avevamo solo le nostre Tushingham Rocks 4.7m, quindi dovevamo scegliere attentamente lo spot adatto. Questo “handicap” però s’è rivelato una benedizione in quanto, mentre tutti si sono fossilizzati a Sunset per il vento più forte e la comodità di uscire vicino a casa, noi abbiamo beccato condizioni spettacolari lungo la costa. Haakgat poi è stato spettacolare. Ce la siamo goduti da soli per due ore prima che arrivasse anche una sola macchina nel parcheggio. È stato come segnare un goal a porta libera… spettacolo!
VICTOR FERNANDEZ Questa è stata la mia terza volta a Cape Town e sicuramente la migliore delle tre. Sono sceso dall’aereo e sono uscito immediatamente tra le onde mostruose di Haakgat. Primo giorno ed ero in acqua con un albero e mezzo d’onda. A dir la verità l’uscita migliore l’ho fatta a Milnerton proprio davanti a casa nostra. È stato il secondo swell grosso in una settimana e le onde erano più pulite anche se più piccole e c’erano solo sei o sette persone in acqua. Abbiamo surfato le onde lisce come velluto fino al tramonto, sparandoci Aerial e Floater sulle potenti sezioni… che session memorabile! Magari ci fosse stata ancora un’altra ora di luce!
COLPO SU COLPO PHIL HORROCKS Mi ricordo una sera in cui le onde si allineavano con pareti di 3-4metri, perfettamente lisce. Quando surfavi non sentivi un minimo rumore se non l’oceano ed il sibilo del vento che scorreva sulla vela. Il sole risplendeva di un colore arancione dietro l’onda, rendendo il lip di un colore verde/dorato. Avevo già preso un sacco di onde spettacolari quel giorno e continuavo a spingere sempre di più e son partito su una bomba ed era davvero pesante! Pensavo fossi troppo in ritardo ma son andato comunque ed il lip mi ha fatto accelerare in maniera incredibile, facendomi volare sopra la sezione e proiettandomi davanti all’onda, sul flat! Il timing mi è sembrato perfetto, appena atterrato mi sono subito buttato in un altro Bottom e stavolta sono andato
Mondiali di calcio 2010, ecco dove si giocherà la finale! Aspettando le partite Victor Fernandez vola in Back Loop sullo sfondo del nuovo stadio di Cape Town costruito appositamente per i mondiali.
Craig Gertenbach, team manager Fanatic, non sta di certo a guardare i suoi ragazzi e scende in campo anche lui. Super hi Back Loop a Big Bay!
così alto che atterrando il rumore della chiglia della tavola si è sentito fino in spiaggia. Ho tenuto duro e senza perdere tempo ho piegato ancora in quanto la parete si stava aprendo proprio davanti a me, ho fatto altre due entrate sull’onda che si srotolava alla perfezione, prima di strambare e risalire verso il picco, guardando il tramonto. Una giornata indimenticabile. KLAAS VOGET La session migliore per me è stata proprio di fronte a casa nostra a Milnerton. Le onde continuavano a crescere ed il vento sideoff di Milnerton le ha pulite perfettamente, rendendole morbide come velluto. Era abbastanza difficile riuscire ad uscire, ed a fine giornata ho combattuto 45 minuti per uscire e prendere l’ultima onda ma alla fine sono stato risputato in spiaggia. CRAIG GERTENBACH Ho avuto un sacco di onde memorabili, la maggior parte delle quali assieme ad alcuni dei miei amici più cari, come quella col mio amico Bjorn Schrader la scorsa settimana. Il primo giorno ad Haakgat, ero sicuro al 100% che mi sarei schiantato in un’Aerial massiccio e mi stavo preparando alla punizione, ma prima che mi rendessi conto il lip mi aveva sputato sul flat di fronte alla sezione e stavo facendo un altro Bottom… pura fortuna per dirla tutta, ma l’onda comunque era una buona misura ed i ragazzi in spiaggia forse hanno pensato che l’avessi fatto apposta! Il giorno mostruoso sono finito a guardare 61
Marcilio “Brawzinho” Browne a Milnerton.
Klaas, Victor e Brawzinho surfarsi le onde più grosse che abbia mai visto ad Haakgat… ho provato, sono stato disintegrato e me ne sono tornato in spiaggia… largo ai giovani, giustamente! Ci siamo bevuti una birretta calda in spiaggia in compagnia e poi Klaas, Victor ed io abbiamo smontato appena prima che facesse buio. Sorrisi enormi dopo una session memorabile! VICTOR FERNANDEZ Mi ricordo una mattina glassy con onde pulite di 3.5m proprio davanti a casa nostra a Milnerton. Io ero con la mia 4.7m ed il Quad grosso. Sono uscito per primo ed avevo ogni onda per me. È stato spettacolare. Abbiamo anche fatto un’altra session appena prima del tramonto assieme a Craig, Klaas, Brawzinho e Phil Horrocks. Far windsurf al tramonto davanti a Table Mountain è semplicemente mozzafiato. Le nuvole incappucciano la parte piatta della montagna, per poi accendersi d’arancione quando il sole cala all’orizzonte. Dopo la session ci siamo sparati un paio di birrette Windhoek ghiacciate e Sushi per cena. Che giornata! MARCILLIO BROWNE Windsurfare di fronte a casa era davvero spettacolare, specialmente al tramonto quando i colori diventavano surreali! Spararsi in down the line su un’onda così pulita e verde è una sensazione incredibile! È un’onda molto potente e punitiva, quindi non è così stupendo se sbagli timing! Stavo proprio prendendo bene le misure quando improvvisamente sono entrato troppo tardi e mi 62
sono girato malamente la caviglia. Sono dovuto starmene fuori dall’acqua per 3 settimane! Non poteva andarmi peggio! Gli altri giorni me ne sono stato in spiaggia a guardare i ragazzi disintegrare ogni onda, mentre mi sorseggiavo il caffè in veranda. C’è di peggio alla fine! Cape Town è un posto spettacolare anche perchè c’è sempre qualcosa da fare anche quando non c’è vento! Camminate sulla spiaggia, surf da onda, cibo ottimo, venir attaccati dai babbuini e godersi una città del genere! Mi sono divertito tantissimo anche con la caviglia storta, in quanto c’era sempre qualcosa da fare! JAMIE HANCOCK Sono arrivato in spiaggia giusto in tempo per vedere JC con il suo solito sguardo a metà tra l’essere euforico ed in ansia, che è sempre un segno premonitore che indica che le condizioni sono davvero impegnative ma epiche, anche per lui. È come quando tutti hanno gli occhi puntati sull’arbitro per aver dato un calcio di rigore, con fallo appena fuori dall’area! Cape Town è in mega sviluppo in questo momento, a causa dei preparativi per la coppa del mondo fifa, che spazia dalla realizzazione di nuove strade, strutture e connessione da e verso il centro. Una cosa davvero bella è che adesso, facendo le foto da Sunset, sullo sfondo si vede il nuovo stadio di Cape Town. In ogni caso, se i giorni di windsurf continuano ad essere così epici, magari resto qui fino anche per la World Cup!
ANDY WOLFE Ogni session serale era praticamente indimenticabile. A Cape Town bisogna per forza star fuori fino dopo che il sole è tramontato, in quanto ogni session diventa magica quando i colori del tramonto infiammano le onde perfette. Di solito poi la gente torna a casa e resti solo con i tuoi amici ed il vento diventa più sideoffshore, il choppo scompare e le onde diventano lisce come velluto. Il cielo diventa rosso sangue e torni in spiaggia per smontare quando sta diventando buio. Tutti hanno un sorriso enorme stampato sulle facce esauste e la sensazione è surreale. Sono proprio quelle session serali che ti fanno sentire come non avessi bisogno di null’altro nella vita.
MOMENTI! PHIL HORROCKS Il giorno enorme era davvero troppo per tutte le spiagge, che facevano closeout,e d Haakgat era l’unica opzione possibile, anche se i set erano di due alberi! Ho preso un’onda che si è allineata col point ed era così grossa e pulita che ha continuato a rompere fino alla spiaggia. Avevo già sparato 4 o 5 off the top belli e le braccia mi stava cadendo. L’onda poi è passata sul banco di sabbia ed avevo una parete di un albero di closeout davanti a me. Ero in posizione perfetta e l’unica cosa che potessi fare era quella di buttare e sperare che andasse tutto per il meglio. Ho colpito il lip ed ho staccato un’Aerial così alto da non poterci credere! Sicuramente ancora più alto del mio Aerial a Capo Verde qualche anno fa, che
era il più grosso della mia vita. Sono atterrato davanti all’onda sul flat e sono venuto giù così pesante che all’impatto le mani mi sono scivolate dal boma. Ovviamente poi sono stato centrifugato dalla schiuma di un albero d’onda! Mi ci sono voluti almeno cinque minuti per riuscire ad arrivare a nuoto al mio materiale ed almeno 10 per camminare lungo la spiaggia. Follia pura. Ogni persona con cui ho parlato, anche nei negozi in città mi dicevano: “È arrivata voce che hai fatto un’Aerial enorme durante la giornata grossissima ad Haakgat”, ed io ovviamente sorridevo come lo Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie! La sensazione che si prova quando si riesce a spingere i propri limiti per andare così grosso è speciale, specialmente se condivisa e riconosciuta anche dalla gente che condivide la tua stessa passione… KLAAS VOGET Appena prima che arrivasse JC, c’è stato un attacco fatale di squalo bianco, dalla parte opposta del Capo. Fortunatamente non ho ancora visto nessuno di questi animali. Mai visto uno in 11 anni (facendo le corna…). La settimana seguente non mi sono sentito bene durante una session di salti a Sunset Beach. Ero stanco dai giorni precedenti ma sono entrato lo stesso a tutta velocità, proprio per impastarmi contro un’onda che ho fatto closeout a mezzo metro dalla mia prua. Sono passato da 60km/h in avanti a 30km/h in retromarcia e sono riuscito a sbattere ogni parte del mio corpo contro il materiale, gambe, braccia, ginocchia e piedi. Ok per oggi basta… Bel successo…!
VICTOR FERNANDEZ Appena ho visto il reportage dell’attacco dello squalo di 9 metri che ha fatto 2 vittime, a 15km di distanza da dove uscivamo ogni giorno! Le mie partenze dall’acqua non sono mai state così veloci! ANDY WOLFE Momento peggiore del mio viaggio… Una coda infinita verso la spiaggia dopo essere stato tutto il giorno davanti al computer. Questi momenti mi fanno perdere la testa!
portando a casa una buona uscita con la 4.7m e il 75L Twin Fin. È successo tutto quando un buttafuori mi ha spinto a calci giù per le scale del locale ed ho preso una brutta storta alla caviglia! L’ultimo giorno di onde e vento decenti però non ce la facevo più ed ho deciso di uscire ad “Italians” (Sunset). Non sono riuscito ad andare al massimo, ma sono comunque riuscito a chiudere qualche bel Push Loop Tweakkato… era il mio compleanno, non potevo non entrare!
NON SOLO WINDSURF CRAIG GERTENBACH La mia primissima onda l’11 di Gennaio, la tavola è andata in spin out senza ragione, sono caduto oltre l’albero e poi mi sono sparato trenta secondi di apnea. Inizialmente ho cercato di restare tranquillo ma poi mi sono spaventato abbastanza, quando mi stavo rendendo conto che non stavo risalendo più verso la superficie. Una volta ripreso il fiato, mi sono arrivate in testa altre 3 onde… dopo una lunga nuotata ho dovuto farmi tutta la spiaggia di Haakgat a piedi… non mi sono divertito per niente! Una volta in spiaggia mi sono accasciato, non riuscivo più a star in piedi!
IN PANCHINA BEN PROFFITT Dopo una dolorosissima settimana a guardare il team intero che se la godeva facendo manovre su manovre sulle onde migliore che si siano mai viste a Città del Capo negli ultimi anni, sono finalmente riuscito ad uscire appena prima del fischio finale,
PHIL HORROCKS Cape Town è un posto spettacolare, oltre al windsurf, la location offre un sacco di possibilità... Ho ospitato un sacco di turisti e visitatori in inverno e concordano tutti sul fatto che questo posto sia unico nel suo genere. Non esiste nessun’altra location al mondo che offra condizioni magnifiche ed una città di X-milioni di persone a 6 minuti di macchina. Chissà come sarà sto posto durante il periodo dei mondiali, che cominceranno a Giugno! Sembra proprio che tutti i voli e gli alberghi siano pieni fino all’orlo. Anche escludendo il windsurf e la città, il paesaggio e la natura in questa zona sono spettacolari. Ovviamente non sto parlando solo della solita montagnozza piatta sullo sfondo di tutte le foto. Se guidate verso l’interno per una mezz’oretta, ci sono colline e montagne che vi faranno dimenticare Table Mountain in un secondo. Per poter veramente apprezzare tutte le possibilità meravigliose che offre questa location così estesa, è necessario allontanarsi un po’ anche dalle spiagge e 63
Klaas Voget
scoprire la natura selvaggia del Sud Africa. Per me è fondamentale, se devo stare a lungo in un posto ci deve essere tanto altro da fare oltre al windsurf. Io impazzirei in un posto come Dahab in Egitto. Cape Town ha tutto, windsurf ad altissimi livelli, bellezza sorprendente ed anche la gente è sopportabile! Ha... la gente qui in Sud Africa è abbastanza ruspante,
Phil Horrocks in Goyter One Hand davanti alla spiaggia di Milnerton con le sue lussose ville e sede di villeggiatura del team Fanatic!
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alcuni dicono maleducati, ma presto ci si rende conto che si fanno solo un sacco di menate in meno e chiamano le cose col loro nome, senza farsi troppi problemi. Capito? CRAIG GERTENBACH Essendo nato e cresciuto a Città del Capo, ho
passato un sacco di tempo in acqua, per seguire la mia aspirazione di racer locale/regionale, o come tester, ed anche come atleta pro di coppa del mondo e padre di due bambini. Riuscire a combinare una buona vacanza non solo windsurfistica anche per la famiglia non è sempre facile, ma Cape Town è uno dei pochi posti che offrono realmente questa
Andy Wolfe nel tramonto di Big Bay.
possibilità, con un’appropriata organizzazione, si riesce veramente a fare una vacanza speciale con tutta la famiglia. VICTOR FERNANDEZ Adoro Cape Town. Penso sia un ottimo posto per venire ad allenarsi per qualche settimana,
sfruttando le diverse condizioni mure a sinistra. Un’altra cosa che mi piace un sacco è la vita giornaliera con i miei amici del team Fanatic, Craig, Klaas e Marcilio. Avevamo una casa tutti assieme proprio davanti all’oceano e potevamo vedere le condizioni dal soggiorno, scegliendo in ogni momento quale tavola testare, con condizioni a dir
poco perfette. Il tempo di armare e mettersi la muta e poi surfare tutto il giorno! CHRIS MURRAY C’è un’atmosfera davvero bella sia in acqua che fuori, ed appena non c’è vento, si può elaborare un piano di riserva per divertirsi come pazzi!
Victor Fernandez
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I tramonti di Cape Town, un’esperienza da provare!
Dall’arrampicarsi sulla Table Mountain sotto la pioggia battente o volare via con vento da 50 nodi o semplicemente godersela in spiaggia a giocare a cricket con qualche amico, ogni giorno è unico. ANDY WOLFE Mi piace un sacco passare il mio tempo qui in Sud Africa, perchè è un paese regnato dalla controversia. I paesaggi sono meravigliosi, il tempo cambia velocemente, i tramonti sono mozzafiato e le condizioni di windsurf e surf son incredibili. Ci si sente strani però, soprattutto essendo un bianco dall’Europa. Non sono abituato a vivere sotto una continua minaccia. A causa della storia di colonialismo ed Apartheid, la popolazione nera sudafricana, che è circa l’80% della popolazione complessiva, ha subito una sorta di stupro culturale. La gioventù moderna è depressa e repressa ed a volte non ha altro sfogo né mezzo se non la criminalità. È per questo che la gente vive ancora con la paura e c’è ancora un grosso divario tra ricchi e poveri, bianchi e neri. Io personalmente mi sento meglio quando cerco di colmare questo divario. Esci dalla tua bolla d’ignoranza tappezzata da ristoranti costosi, degustazione di vino, campi da golf, spiagge bianche ed onde perfette in riserve naturali; interagisci con la popolazione nera, che vive quasi tutta nelle townships, accampamenti recintanti, con case di lamiera. Ovviamente entrare in una township è difficile e molto pericoloso. Ma 66
una visita guidata sembra una zoo safari… Per livellare questa differenza però basta anche solo parlare col cameriere, il parcheggiatore o la donna delle pulizie. Chiedergli da dove vengono, com’è la loro vita dalla loro prospettiva, cosa la loro cultura significhi per loro, mostrare un minimo d’interesse e calore umano. Spesso si tende a dimenticare che questo posto, che per un bianco può sembrare un’Europa più calda e sull’oceano è ancora Africa. Quindi siamo ospiti e dobbiamo rispettarne la cultura.
contro la Germania in finale. Ronaldinho segna. Ma gioca ancora? JAMIE HANCOCK Sarà Inghilterra contro Spagna, con Jermain Defoe che spara una cannonata per portare a casa il risultato. CHRIS MURRAY Sarà sicuramente Inghilterra contro Germania e Wayne Rooney farà un goal nell’ultimo minuto, di sicuro!
PREVISIONI PER LA FIFA WORLD CUP PHIL HORROCKS: Direi che il cannoniere più grande del nostro tempo, Wayne Rooney, della squadra più grande della terra, il Manchester United! Ovviamente lui segnerà per l’Inghilterra! Contro la Spagna! VICTOR FERNANDEZ Io vedo Spagna contro Germania nella finale di Coppa del Mondo e Cesc Fabregas segna il goal decisivo!!! KLAAS VOGET Germania contro Spagna. Schweinsteiger segna per la vittoria! BRAWZINHO Non mi piace il calcio! Spero che vinca il Brasile
ANDY WOLFE Ballack segnerà contro l’Inghilterra con un calcio di rigore dopo che le squadre hanno fatto 3 a 3 anche dopo i tempi supplementari! CRAIG GERTENBACH Io vorrei vedere una finale tra Brasile ed uno qualsiasi dei team africani... ma probabilmente sarà Germania contro Brasile ed il team sudamericano vincerà 2-1, con colpo di grazia di Robinho. Avrete capito che non sono esperto di calcio ma lo guarderò di sicuro… BEN PROFFITT Inghilterra e Spagna… 2-1 per l’Inghilterra… Carlton Cole che segna il goal decisivo!!
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Jason prepara il suo jet ski.
La caduta in Tow In di Jason Polakow in cui ha seriamente rischiato di affogare.
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UNA CHIAMATA INASPETTATA Avevo programmato di andare a Kauai per stare un po’ di tempo con la mia fidanzata, ma tutto è cambiato la mattina del 25 dicembre quando, alle 6:00, Erik Aeder, mi ha chiamato dicendomi che Jaws stava pompando e che i set grossi fossero di oltre 13 metri. Sono andato dritto dritto all’aeroporto e sono salito sul primo volo che sono riuscito a trovare. Dopo un veloce giro di chiamate ed un rapido volo di 40 minuti per Maui, mi ritrovo con Robby Naish alla rampa del porto, per caricare tutto il nostro equipaggiamento e materiale sui jet ski e prepararci al lungo e faticoso viaggio fino al posto migliore al mondo per il big wave riding.
UN WIPE OUT DRAMMATICO Non riuscivo a smettere di pensare a cosa mi fosse capitato solo due settimane prima mentre io e Robby stavamo facendo Tow In surfing proprio a Jaws. Robby mi ha trainato sulla mia prima onda della mattina e probabilmente ero un po’ troppo eccitato e spavaldo perchè mi ricordo di aver rallentato apposta per cercare d’infilarmi nel tubo. Mentre ci stavo provando, sono stato colpito dallo spruzzo del lip che rompeva e quindi mi sono ritrovato a gambe all’aria a far testacoda lungo la parete dell’onda, per poi venire risucchiato da sotto e essere completamente macinato dal lip. Sono stato spinto in profondità e mi sono ritrovato in una prigione di aria ed acqua. 71
Dopo quella che mi è sembrata un’eternità, ho cercato di cominciare a nuotare verso l’alto, ma non succedeva proprio nulla. Ero sospeso in un’enorme bolla d’aria. Ho cominciato a farmi prendere dal panico perché sapevo che la seconda onda stava arrivando. Senza alcun preavviso sono stato colpito dalla seconda onda che è stata molto più pesante e
violenta della precedente. Ancora una volta sono stato spinto ancora più in profondità e nell’oscurità ed il mio salvagente mi si è strappato dal petto. Sono andato talmente in profondità che era completamente buio. Avevo finito ogni riserva d’aria e il mio cervello chiedeva disperatamente ossigeno. Ho cominciato ad ingoiare acqua e ho pensato che fossi spacciato. Sarei affogato. L’oscurità che ho visto era dovuta al mio cervello che si stava spegnendo, ma dopo un po’ ho visto prima blu scuro e poi verde. In quel momento ho capito di essere molto, molto, molto profondo. Sono andato in panico ancora di più in quanto mi sono reso conto di quanto tempo ci sarebbe voluto prima di arrivare nuovamente in superficie. Ho nuotato con tutta la mia forza finchè sono arrivato alla schiuma bianca, giusto in tempo per farmi colpire dalla terza onda di fila. Ho davvero pensato di morire ma poi mi sono reso conto di essere stato spinto dal picco fino a riva, tutto sott’acqua, per circa un minuto totale d’inferno subacqueo. Ero come in trans ed avevo le allucinazioni quando finalmente Robby è riuscito a tirarmi fuori. Ho passato le due ore successive nel canale a vomitare acqua salata e cercando di riprendermi. Può sembrare che un minuto sott’acqua non sia un lungo tempo, ma quando si ha a che fare con onde di simile potenza e dimensione, l’aria vi viene letteralmente spinta fuori dai polmoni e si esaurisce l’ossigeno nel giro di una manciata di secondi.
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IL RITORNO A JAWS Comunque, cambiamo discorso. Appena siamo arrivati sul picco di Jaws, era circa mezzogiorno ed eravamo gli unici windsurfisti sul line up. Il vento era presente su tutto il picco ma stramamente offshore e rafficatissimo. Robby stava già vomitando in quanto soffre facilmente di mal di mare. Mentre lui ricontrollava la sua colazione, io ho armato il nostro materiale e ho cercato di mettere l’ancora in trazione sul fondo.
possono minimamente preparare per quello che arriva là fuori. Maree, correnti, direzione del vento e dello swell, tutto ha un ruolo fondamentale sulla qualità e dimensione delle onde.
Non si sa mai di preciso cosa aspettarsi quando si arriva a Jaws. Tutte le previsioni al mondo non ti
Su 8 ragazzi in acqua, solo 3 sono riusciti a prenderle. Era davvero spaventoso droppare
Una direzione del vento sparata da SE con due swell incrociati da nord e da ovest, hanno reso la session molto delicata. Per riuscire a prendere anche solo un’onda bisognava piazzarsi esattamente nel posto giusto al momento giusto.
nell’onda quel giorno. Quando guardavi down the line vedevi un muro lungo 100 metri che si piegava e ti veniva direttamente incontro. Il vento leggero in combinazione alla direzione difficile dello swell ha reso difficilissimo riuscire a passare le sezioni. Francisco Porcella è stato il primo a rendersene conto… STATEGIE DI DROPPAGGIO Mentre la session avanzava, mi sono reso conto che era inutile cercare di prendere le onde da fuori. Il vento era semplicemente troppo leggero e troppo da terra. A volte l’unico modo per riuscire a prendere un’onda era di partire in planata sul picco della prima e poi lascare
completamente, per continuare a planare e prendere l’onda successiva. 9 volte su 10 però ti saresti fermato ed inabissato per la mancanza totale di vento. Il minuscolo Kai Lenny è talmente leggero che ha avuto tutte le possibilità per prendere ottime onde e ne ha anche prese un bel po’ simpatiche da quanto ho potuto vedere dal retro dell’onda. Io personalmente ho dovuto adottare un’altra strategia, cercando di posizionarmi proprio nella zona d’impatto, scegliendo l’onda giusta all’ultimo secondo. È probabilmente l’idea più malsana che ti possa venire qui a Jaws, in quanto i set più grossi rompono più fuori
e basta essere qualche metro troppo avanti per farti prendere in testa una bomba di 15metri. È anche davvero difficile capire dove posizionarsi esattamente sul line up in quanto a volte si può aspettare anche per 20 minuti per i set più grossi. Si alzano imponenti come grattacieli, facendoti credere di dover uscire all’impazzata, dove poi non riusciresti a partire. Devi quindi convincerti di dover restar lì ed avere fiducia nella tua esperienza… e sperare. Sono stato quasi mangiato quattro volte ma volevo una bomba a tal punto che ero anche pronto a pagarne le conseguenze.
Dopo averne droppate un po’, mi sono reso conto che non ci fosse abbastanza vento alla base dell’onda per piantare il rail nell’acqua e risalire sulla parete. Il tubo risucchiava tutto il vento a disposizione, rendendo estremamente critica la preparazione di un buon Bottom per andare sulla sezione desiderata. Non so come gli altri si siano trovati, ma io ho davvero fatto fatica. Ho dovuto pompare come un pazzo per riuscire a partire sull’onda e poi all’ultimo mettere i piedi nelle strap e catapultarmi giù dalla faccia. Ero un po’ più nervoso del solito in quanto non c’era tanto vento e sicuramente non 75
abbastanza per riuscire a sorpassare le sezioni critiche. Una volta che l’onda comincia a tubare però diventa molto ripida e pulita e si riescono a piazzare degli ottimi Bottom Turn proprio sotto il lip. Su un’onda in particolare, quel giorno, ho iniziato a far il Bottom un po’ troppo in profondità ed una volta arrivato a metà parete ho visto che il lip stava già cominciando a proiettarsi in avanti. Non potevo far il Cut Back altrimenti sarei stato ingoiato dal tubo e quindi ho deciso di continuare a risalire lungo la parete per un’Aerial. L’onda era così pulita e perfetta che ho visto esattamente dove sarei dovuto andare a colpire per fare un’Aerial. È stato abbastanza spaventoso guardare in basso verso la base dell’onda, sebbene non mi fossi alzato tanto sopra il lip. Il mio obiettivo futuro è di riuscire a chiudere un’Aerial enorme a Jaws davanti all’onda, prima che lo spray ti ribalti fuori da essa. Era almeno 3 o 4 anni che non surfavo un Jaws così grosso quindi sono comunque stato davvero contento di essere nuovamente li fuori. Anche se quasi tutti i set sui 15 metri sono rimasti vergini in quanto semplicemente non si riusciva a prenderli. L’unico ragazzo che ho visto su una bomba è stato Kai Lenny ma io ero all’interno ed allora ho chiesto la precedenza, pensando di aver abbastanza vento per prenderla. Kai ha strambato con grazia ed io ho sputato l’anima per riuscire a prenderla, ma il vento 76
poi è girato e mi ha sbalzato indietro all’ultimo secondo. Mi dispiace davvero Kai, ti ho fatto perdere una copertina assicurata!
l’ultimo grande swell e quindi sono riuscito a capire e studiare molto bene dove posizionarmi e cosa fare per evitare di andare a rocce anche col jetski.
IL PREZZO DA PAGARE Ho cominciato a posizionarmi sempre più interno in modo da poter prendere un’onda e alla fine ne ho pagato il prezzo. È arrivato un set un po’ più grosso dei precedenti e la sezione mi ha chiuso in testa. Ho cercato di far affondare la vela nell’acqua e mi sono buttato di testa per cercare di andare il più profondo possibile, mentre l’onda mi tubava sopra. Appena riemerso ho visto il jetski e ci sono saltato su come una cavalletta ma il mio materiale era scomparso. Abbiamo cercato per un po’ e poi finalmente abbiamo visto la prua della mia tavola emergere dalla schiuma bianca proprio di fronte alla rocce.
Ho studiato un po’ la dimensione delle rocce e scrutato lungo la riva, per poi trovare la mia tavola incastrata nella parete del burrone. Stavo guardando la coperta, pensando che fosse intatta, ma una volta girata ho visto che era completamente divisa in due e solo il layer superiore con la grafica teneva insieme i due pezzi. Riuscire in mare aperto è quasi più pericoloso che entrare. Devi trovare il timing perfetto per buttare lo ski in acqua dalle rocce e poi andare a tutta birra contro la schiuma fino a raggiungere il canale. Il driver dello ski deve sapere esattamente cosa sta facendo e deve avere piena fiducia nelle sue capacità in modo che si riesca ad uscirne incolumi entrambi, senza venire spiattellati sulle rocce.
Volevo davvero recuperare la mia tavola in quanto era nuova di zecca e quindi ho chiesto al ragazzo di portarmi in una minuscola baietta sopravento al picco e nell’inside, che pochissima gente conosce ed è solo accessibile quando ci sono onde di minimo 12 metri. Devi sapere manovrare il jetski al centimetro e sapere esattamente dove andare, altrimenti ti ritrovi a rocce in un attimo. È una baia microscopica e la corrente porta qui tutte le tavole e materiale rotto. In un giorno grosso, ci possono essere anche 10-15 tavole appoggiate sulle rocce. Laird mi ci aveva portato due volte durante
Siamo riusciti ad uscire nel canale senza problemi ma ormai la mia giornata era finita. Mi sono seduto ed ho guardato un po’ i ragazzi droppare in qualche bella bomba ma poi il vento è calato completamente e dopo poco la giornata è finita per tutti. Un sacco di gente potrebbe pensare che sia stato uno spreco, volare fin qui solo per surfarsi 3 o 4 onde, ma una volta provata l’adrenalina e la potenza di Jaws al suo meglio, vi assicuro che fareste l’impossibile per assaggiare ancora una volta il dolce sapore della natura alla sua massima potenza.
Direzione del vento side-off e possibilità di surfare le onde fino in spiaggia nello spot di El Matador.
RELAX I primi di dicembre, un po’ di miei amici hanno deciso di volare a Boa Vista (nome portoghese che significa “visione meravigliosa”) per ricaricare le batterie nell’atmosfera soleggiata e farsi delle session di windsurf spettacolari tra le onde. La ciliegina sulla torta è stata poi riuscire a firmare un contratto per la gestione di una scuola di surf da onda sull’isola. Finalmente i miei amici hanno un centro surf in paradiso ed io dovevo assolutamente andare a fargli visita. Ad inizio gennaio, la nostra crew di 10 persone è atterrata nella realtà parallela di Boa Vista. I primi giorni ci siamo acclimatati, per cercare di rallentare i nostri ritmi mentali. Non ci sono più code. È finita la corsa giornaliera. A Boa Vista un’ora dura due, tanto hanno tutti un sacco di tempo. 78
L’unica possibile preoccupazione è cosa si può volere per cena. Sarà tonno, polipo, o qualche altro regalo dell’Oceano. Per il primo momento può sembrare, specialmente a noi stacanovisti europei, che il ritmo sia troppo rilassato. Non si riesce a credere a che la gente effettivamente lavori. Ci sono un sacco di belle case nuove, qualche hotel in costruzione ed i lavori pubblici in corso.
EL MATADOR
Ecco riassunto in breve il nostro primo giorno a Boa Vista. Il vero obiettivo per cui siamo venuti qui però è uno: fare più surf, windsurf e kite possibile. Siamo arrivati la mattina quindi siamo andati diretti dall’aeroporto allo spot dove si trova il nuovo centro surf. Si chiama AllSaints.pl. Una volta scesi dal taxi, ci si è stampato in faccia un sorriso a banana sulle nostre pallide facce. Vento sui 20km/h e set puliti che si allineavano sul picco. Condizioni perfette. S’è
Il centro AllSaints (ex Surf Center) è situato all’Hotel RIU di Playa de Chave. Il posto è anche conosciuto come RIU Beach o Scubacaribe, per il centro di diving ed immersioni, che è situato lì vicino. Ci vogliono circa 45 minuti a piedi lungo la spiaggia per giungere alla città principale dell’isola, Sal Rei. Lo spot, dove è situato il centro, è conosciuto tra i local come El Matador, a causa delle onde che rompono su un banco di sabbia poco profondo. Quando esci in windsurf quindi, devi studiare un po’ i set ed uscire
poi scoperto che la vela del viaggio era la 5.0m e che avremmo potuto portare solo quella, in quanto non abbiamo utilizzato nessun’altra misura dal nostro quiver di vele. Avevamo solo misure più piccole, anche troppo per quel vento, forse una 5.3 sarebbe stata proprio perfetta.
quando c’è più spazio tra un’onda e l’altra, anche perché spesso non si plana, quindi il timing è tutto. Fuori dal break, l’acqua è perfettamente piatta. I windsurfisti che non sono abituati a passare lo shorebreak, possono chiedere aiuto ai ragazzi del centro, o camminare 200metri sopravento dove praticamente scompare. Per tutti i principianti invece c’è anche una laguna dove imparare sia a far kite che windsurf, anche con lezioni private. Il vento, che quasi sempre spira da nord est, è sideoff shore. È molto importante che il cielo sia terso, in quanto anche se le previsioni di vento fossero buone, appena il cielo si copre, il vento scompare all’istante. Le onde di solito vengono da nord-ovest, sebbene durante la nostra permanenza fossero più da nord. Abbiamo comunque fatto delle uscite incredibili.
La baia di Boa Vista con sullo sfondo il paese di Sal Rei.
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Nei mesi da gennaio a marzo è molto probabile trovare a Boa Vista ottime condizioni per il waveriding.
Le condizioni di onda, anche in inverno, sono ottime quasi ogni giorno. Abbiamo fatto 13 uscite su quattordici giorni di viaggio. Ci sono stati dei giorni con condizioni davvero leggere, ma abbastanza ventose per uscire al point e prendere delle onde. Quando invece non c’è proprio una bava di vento, si può sempre andare a far surf. In estate ci sono le mareggiate, che significa che si può far surf, e qualche volta anche windsurf o kite, sebbene il vento sia molto meno intenso e consistente. I freerider si sentiranno al settimo cielo. Appena fuori dallo shore break c’è acqua piattissima, tartarughe, sole e paesaggio bellissimo. Come se non bastasse, a circa 2km in linea d’aria, direttamente davanti al centro AllSaints surf, c’è un isolotto chiamato, Ilhéu de Sal Rei, con una spiaggia bianca su cui si avvistano tartarughe che si riposano. Parlando di questi simpatici rettili, è opportuno ricordare che Boa Vista è il secondo posto nell’Atlantico e terzo al mondo, per la deposizione delle uova di tartarughe.
ALTRI SPOT Quando sei a RIU beach e ti dirigi a nord verso la città di Sal Rei, passi oltre a Bahia, uno spot ideale per long board e stand up paddle. C’è anche un altro centro surf con un bel bar sulla spiaggia, gestito da italiani. Quando le condizioni sono troppo pesanti a Matador (onde di oltre 4m ), Bahia è l’alternativa 80
migliore. Le onde in questa zona si srotolano a lungo. Il problema è che ci potrebbe essere vento completamente da terra, quindi a volte è difficile riuscire a prendere un’onda.
frame, con destra e sinistra a scelta. Andando più verso l’Hotel Marina Club, c’è anche un altro spot di surf da onda a Praia de Ervatao, con onde spettacolari, ma troppo difficili per il mio livello.
Tra Matador e Bahia, a circa 2km da riva, c’è English Reef. In questo spot l’onda è davvero spettacolare. I local dicono che un paio d’anni fa, Josh Angulo ha distrutto tutto il suo materiale e, dopo esser tornato a riva a nuoto, è riuscito subito con una nuova attrezzatura per surfarsi ancora English Reef.
Di solito facevamo windsurf a Matador perchè le condizioni erano sempre piuttosto buone. Alcune volte però siamo anche andati in esplorazione nei posti più lontani e remoti. Se volete girare un po’, dovete noleggiare una macchina a 60 euro al giorno, oppure un taxi che per 80 euro vi mostra la baia. Entrambe le opzioni hanno i rispettivi pro e contro. Personalmente penso la soluzione ideale sia andare da soli con un pickup 4x4. Abbiamo optato per questa scelta quando abbiamo deciso di andare a Varandinha, la parte più occidentale di Boa Vista. È una remota zona desertica con caverne e sabbia finissima sospinta dal vento direttamente dal Sahara. Questa è una caratteristica di questa parte dell’isola ed è ideale per fare peeling della pelle, punto forte di molti centri benessere locali. A Varandinha abbiamo fatto windsurf con vento molto leggero. Le onde mi ricordavano quelle del Mar Baltico, un po’disordinate e con parecchia corrente, che rendeva difficile riuscire a risalire. Sulle rocce poco distanti, i local raccolgono conchiglie e cozze e ci hanno poi preparato una cena deliziosa.
C’è anche un altro spot degno di nota vicino al porto di Sal Rei, dove ci sono onde enormi che rompono. Non siamo però riusciti ad uscire durante le nostre due settimane di permanenza. Nel passato, i rider locali facevano windsurf alla spiaggia cittadina ma sfortunatamente i nuovi palazzi ora oscurano la zona, bloccando completamente il vento. Vi ho spiegato brevemente gli spot principali di windsurf e kite della zona nord-occidentale dell’isola. In tutti questi spot è anche possibile fare surf da onda. Come se non bastasse, dall’altra parte della città, a Playa Cabral, dove avevamo l’appartamento, c’è un ottimo spot di surf da onda. È comune vedere gruppi di surfisti camminare lungo la spiaggia e scegliere uno dei due picchi lungo la passeggiata. Il primo è una baietta con una bella destra, mentre la seconda è a metà baia ed è un A
Dalla parte opposta dell’isola, sul bordo sud-
orientale, c’è Ervatao. È un ottimo spot di surf da onda ed anche una riserva naturale per le tartarughe. Non lontano dalla spiaggia c’è una specie di fattoria in cui un volontario si prende cura delle tartarughe. Qui il vento è mure a destra, esattamente l’opposto degli spot sulla costa occidentale. Questa zona funziona meglio con vento più intenso e mareggiata più occidentale. Siamo usciti un giorno solo lì. In giro per l’isola ci sono un sacco di posti che funzionano bene con la normale direzione di vento ed onda. A Sal Rei ci sono un po’ di ragazzi bravi che si offrono da guida e sono ideali per riuscire a spararsi una session indimenticabile senza correre rischi dovuti all’ignoranza della zona e delle condizioni specifiche.
clienti. Il menu è appeso alla parete metallica del container ed è composto da dieci piatti principali, a seconda anche della pesca del giorno. A pochi passi dal ristorante/container c’è il Kiosk. Questo tempio di delizia culinaria è stato ricavato da una vecchia stazione di rifornimento che poi è fallita. Il piatto principale, ed anche l’unico, è il kebab, specialmente il rollo-kebab, in cui prepari tu stesso il tuo cibo, con l’aiuto dello chef.
Per tutti gli amanti delle discoteche il posto da visitare è il Mazurka, dove le bellezze locali volteggiano all’impazzata ed agitano i loro fondoschiena. Altri posti belli sono il Bamboo Pescador e l’Unico. Una cosa è sicura, se ve ne state chiusi in un albergo non vivrete quest’atmosfera, in quanto gli hotel sono lontani dalla città ed il taxi costa mediamente 10Euro a tratta. Contrattando il prezzo per l’alloggio,
Il nuvo centro AllSaints, situato nelle vicinanze del prestigioso albergo RIU.
LIFEST YLE Finora ho parlato esclusivamente di vento ed onde. Come se non bastasse, oltre a questi due elementi fondamentali, l’isola offre anche una vibrante vita notturna. Essendo in appartamento in città e non nel ghetto turistico di alberghi, abbiamo conosciuto la vera Boa Vista, ed i suoi abitanti. I bar sono aperti dalle 6 del pomeriggio in poi e la cena è dalle 7 in poi, ed è circa sui 10-15euro a testa. Il posto che non bisogna perdersi è il porto dei container a Temache, dove un solo uomo prende gli ordini, cucina, serve le pietanze e pulisce tutto e, come se non bastasse, nel frattempo guarda anche la televisione e parla con i 81
Durante i nostri mesi più freddi bastano 5 ore di volo per poter surfare in costume e trapezio!
abbiamo scoperto che è meglio affittare un appartamento per un mese interno che per solo due settimane. L’affitto mensile varia dai 400 ai 1000 Euro a seconda della zona. Le altre spese di acqua (10Euro per m3), elettricità (per KW 3Euro) evitano di farti stare sotto la doccia più dello stretto necessario. Inoltre, un sacco di nuovi edifici non sono connessi all’acquedotto e quindi sprecano un sacco di acqua avendo a disposizione delle cisterne private in cantina ma spesso e volentieri si dimenticano di riempirle in tempo e ci si ritrova senza acqua per qualche giorno. A causa dell’alto costo di noleggio di una macchina, è raccomandabile andare direttamente al ristorante piuttosto che al supermercato a comprarsi da mangiare. La maggior parte della frutta e verdura viene importata sull’isola, ed i prezzi lo riflettono chiaramente. Costa meno uscire a mangiare nei bar e ristoranti piuttosto che cucinare da soli, a meno di trovare un accordo col supermercato locale ed aver prezzi migliori. Per i turisti di solito, il trattamento è inverso, cioè al rialzo. Durante il giorno puoi tranquillamente stare in bermuda e maglietta, e la sera una felpa non guasta mai. In estate, quando non c’è vento, allora anche di sera si può star tranquillamente in maglietta. Sicuramente comunque l’estate e l’inverno si assomigliano moltissimo come temperatura e gli ombrelli sono sconosciuti. Come ho anticipato all’inizio, ogni singola isola di 82
Cabo Verde è differente. Sal e Boa Vista sono più asciutte e desertiche. San Vicente è molto più verde e quindi è più facile trovare cibo migliore a prezzo più basso ed anche la vita stessa è differente. Le linee aeree locali volano da un’isola all’altra, ma è anche possibile viaggiare in traghetto tra alcune isole. Boa Vista sta cominciando lentamente a diventare una destinazione turistica. Lo sviluppo è ancora anni indietro rispetto a Sal, ma adesso sta cominciando ad incalzare. Nel 2007 è stato
inaugurato un aeroporto internazionale e nel settembre 2008, il RIU hotel è stato aperto per accogliere 1500 persone. In questo momento a Corral Velho se ne sta costruendo un altro, nella parte meridionale dell’isola. Questa è l’ultima occasione di gustarsi la vera “visione meravigliosa”, le lunghissime spiagge deserte, prima che siano pullulanti di turisti e di tutto ciò che portano, come succede a Sal. www.boavista.pl
Lo shore break di El Matador, nelle giornate grosse può diventare impegnativo da superare. Fate attenzione!
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INTRO Ho letteralmente inventato il nome di questa manovra che volgarmente potremmo chiamare “Cut Back con la prua in acqua”, ma DNC mi sembrava molto più cool e radicale... È esattamente l’estremizzazione di un Cut Back, che in passato si sarebbe concluso con una slashata fuori controllo chilometrica, ma ora, aiutati dai nuovi materiali (pinne, vele e tavole) e dalle tecniche new school, possiamo finalmente controllare e aggiungere nel nostro arsenale di manovre. Questo new style di rail e di prue infilate nell’acqua in 86
tutte le manovre wave e freestyle esiste in parallelo anche nel surf da onda, con il quale ci contaminiamo a vicenda. Di fondamentale importanza per eseguire il DNC è avere un buon livello tecnico di waveriding, una discreta conoscenza dell’uso dei rails sia sul Bottom che sul Cut Back, è indifferente se si surfa front o backfoot, anche se da Kauli Seadi in poi si sta tornando prepotentemente al backfoot… Ah... Dimenticavo: tavole e vele di nuova generazione; le tavole cortissime, da 2 a 4 pinne (e chi più ne ha più ne metta!!!), le vele molto tagliate sotto il boma, così da avere molta libertà di movimento per le gambe in surfate estreme e particolarmente contorte. Mi
sembra che ci siamo migliorati e modernizzati un po’ tutti nella surfata, questo grazie all’evoluzione dei materiali e degli atleti (quelli veri…) che non dobbiamo mai smettere di osservare e provare ad imitare.
STEP BY STEP Foto 1-2: Bottom Turn profondo, mi allontano dalla parete dell’onda e scelgo un punto liscio alla base dove inclinare la tavola alla massima velocità, cazzando la vela, buttando il peso del corpo e indirizzando la bugna della vela in avanti all’interno della curva. Notare come il taglio della vela sotto il
boma sia ad hoc per questo tipo di Bottom Turn. Tip: allargare la presa sul boma....sempre!! Foto 3: scelto il punto dell’onda più ripido dove andare ad impattare, inverto il bordo della tavola e apro la vela, mettendo il peso sul piede dietro e stendendo la gamba avanti. Provo sempre a seguire, o addirittura ad anticipare, la curva con la testa e le spalle. Foto 4: fino qui è un regolare Cut Back; solo che provo a curvare in un punto forse troppo critico dell’onda, che sta per frangere proprio sotto il
bordo che ho appena infilato. Foto 5: ora inizia il bello, inclino il bordo interno più che posso, spingendo sui talloni, inverto il peso dei piedi, caricando la gamba avanti e distendendo quella dietro, che allo stesso tempo scarico quasi completamente. Con il corpo provo a spingermi il più avanti possibile appoggiandomi sul lip che mi rompe addosso e sotto la tavola. Con il piede avanti infilo il nose dentro l’acqua, di potenza, il rail interno che morde la parete dell’onda e le 2 pinnette del twinzer mi aiutano a controllare il carve ed a non far imbizzarrire la tavola.
Foto 6: continuo a spingere in avanti, sia con il corpo che con il front foot; la conseguenza è che il nose si “inabissa” fino al piede d’albero, curvando ancora di più. Foto 7: il raggio di curva non è ancora completo, uso la prua come un perno su cui impostare la rotazione. Foto 8: tiro fuori il nose dall’acqua e ristabilizzo il peso al centro della tavola. Mi ritrovo con la prua rivolta contro il lip di backside e penso tra me e me: “Che botto che stavo per fare!”. 87
HOW TO DO Vai al traverso alla massima velocità possibile,con buona potenza nella vela, ma non troppo sovrainvelato. Per eseguire correttamente questa simpatica combinazione è necessario riuscire a chiudere la Flaka ad occhi chiusi e soprattutto i Ponch senza la minima esitazione né timore e a tutta velocità! L’inizio del trick è praticamente identico ad un normale Ponch, iniziato però con velocità ancora maggiore, in modo da poter avere inerzia sufficiente per poi ruotare la Flaka. Allarga le mani sul boma, facendo una curva stretta come per un Bottom Turn e, appena ti trovi completamente al lasco, comincia a sbilanciarti bruscamente verso poppa. Gira testa e spalle sopravento, buttando l’albero nel vento e verso poppa, 88
spingendo la bugna controvento con decisione. Spingi con violenza sulla poppa in modo che la tavola schizzi fuori dall’acqua, il più alta possibile, assicurandoti che la prua non sfiori l’acqua… o saranno problemi seri. Resta rannicchiato il più possibile in modo da velocizzare la parte aerea della rotazione e scalcia la tavola sottovento, come se dovessi fare una ruota. Continua a spingere la bugna nel vento col braccio posteriore e preparati all’atterraggio. Anticipa l’impatto con la gamba posteriore, spostando il peso leggermente verso poppa, per poi attutire l’impatto piegando le ginocchia. L’elevata velocità ed altezza faranno sì che la vela esca immediatamente dall’acqua e che la tavola abbia ancora notevole inerzia. La prima quindi consta nell’esecuzione perfetta di un Ponch in planata. Bisogna cercare di anticipare l’ingresso in
Flaka il più possibile, in modo che le due manovre si fondano con armonia. Dai l’impulso per la rotazione con testa, spalle e soprattutto i fianchi, appena la poppa tocca l’acqua. Inverti poi totalmente il peso da poppa a prua, in modo che la pinna perda aderenza e la tavola slashi liberamente all’indietro. Spingi l’albero nel vento col braccio anteriore e gira la testa e spalle nel senso di rotazione, in modo da completare anche la Flaka come se niente fosse… altro che Marty McFly… Tu non hai neppure bisogno della DeLorean per vedere il “future”!!!
STEP BY STEP Foto 1-2: Stacca a tutta velocità sul dorso di un choppino al lasco pieno, buttando l’albero sopravento e verso poppa, spingendo la bugna controvento con
decisione. È fondamentale anticipare il movimento della vela, in modo da ritrovarsi già abbastanza sbilanciati verso poppa al momento dello stacco. Spingi la bugna nel vento e spingi con le gambe per far staccare la tavola. Foto 3-6: Gira testa e spalle sopravento, continuando a spingere sulla bugna. Cerca di tenere la gamba posteriore rannicchiata, in modo che la prua giri senza toccare l’acqua. Scalcia la tavola sottovento in modo da ruotare completamente e preparati ad assorbire l’impatto, in modo da perdere meno velocità possibile. Foto 7-9: Questa fase è il nucleo della combinazione, ormai la fase aerea del Ponch è storia vecchia e comincia la parte slashata della Flaka. Dopo aver
attutito l’impatto, piegando le ginocchia, tira col braccio posteriore e stendi la gamba anteriore, spingendo sottovento con quella posteriore. Contemporaneamente gira testa, spalle e fianchi sopravento, ed inverti bruscamente il peso, da poppa a prua, in modo da far andare in spin out la tavola. Spingi l’albero nel vento e tieni il braccio posteriore piegato in modo da innescare la rotazione slashata della Flaka. Foto 10-12: A questo punto il difficile è passato, non ti resta che rimanere col peso centrale e girare lo sguardo sottovento, nel senso di rotazione, completando la Flaka come una Backwind Jibe. Non spingere sul braccio di bugna, altrimenti fermi la rotazione. Se la Flaka non è slashata, riprova ancora iniziando il tutto ancora più veloce!
DRITTE ED ERRORI Per questa manovra è importante trovare le condizioni di acqua giuste, possibilmente con vento costante e non sovrainvelati. Se c’è l’acqua choppata è difficile riuscire a mantenere l’alta velocità necessaria. Ricorda d’anticipare la rotazione e cominciarla già appena prima di staccare. Rannicchia anche la gamba posteriore per evitare a tutti i costi che la prua tocchi l’acqua… altrimenti rischi di guadagnarti un giro gratuito in ambulanza…! Come il Forward, è un fattore più che altro mentale. Vai contro il tuo istinto perché più vai veloce, in controllo, meno rischi! Le prime volte la Flaka sarà più un upwind 360 da fermo, ma è comunque un buon allenamento. Basterà aumentare la velocità ed accentuare i movimenti per rendere la combinazione più fluida e slashare la Flaka come se nulla fosse. 89
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Il traghetto che da Palau porta in 20 minuti a La Maddalena.
Il Nut vola con lo slalom in una classica giornata di ponente nelle Bocche di Bonifacio, arcipelago della La Maddalena.
Da Stintino decidiamo di muovere verso Palau, la direzione mattutina da ovest mi da quasi la sicurezza che a Porto Pollo ci sia vento sufficiente per uscire in slalom. Li è sempre bello navigare tra le isole e poi sarà un piacere prendere una birra con Gwen di Jungle Surf al tramonto. Mentre percorriamo la strada panoramica del north shore sardo, man mano che ci avviciniamo a Palau il vento aumenta d’intensità, all’improvviso mi tornano in mente le
parole di Antonello detto “Jesus” della La Maddalena e dei suoi racconti storico-fantascientifici di mitologiche giornate di vento in questa piccola isola nell’isola, proprio in mezzo alle Bocche di Bonifacio. Decido quindi di portare i miei amici in un nuovo scenario...In circa tre ore passiamo da una realtà fatta di lettini e brezza da pennichella a più di 25 nodi che soffiano tra le meravigliose rocce rosse di questo angolo di Sardegna poco conosciuto ma
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Carlo Rotelli a baia Stangolato, nome in codice Abbatoggia.
spazzolato di frequente da vento e onde. Prendere il traghetto anche per pochi minuti mi fa fantasticare su nuove baie da attraversare con lo slalom mentre il vento teso ci arriva da sinistra sul ponte. Scegliamo la costa ovest per prenderci il ponente termico in tutta la sua potenza. Ben fatto, appena arrivati a Baia Strangolato armo la mia 6.7 con il 100 iSonic e mi butto nelle bocche, Simone (Vannucci) invece esce in kite a provare i suoi prototipi Royal. Alberto (Guglielmi) cambia spesso postazione alla ricerca di nuove inquadrature. E pensare che più a ovest era bonaccia… Antonello mi annuncia al telefono che purtroppo oggi ha degli impegni e che comunque il vento è anche piuttosto leggero per lui! (cerano solo 20/25 nodi!!!).
GLI SPOT DELLA LA MADDALENA Di Antonello Barretta. La posizione strategica nel mezzo delle Bocche di
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Bonifacio fa dell’arcipelago della La Maddalena uno dei luoghi più ventosi del Mediterraneo. Con i suoi 24 km quadrati la Maddalena, l’isola madre, offre agli appassionati windsurfer numerosi spot. Si può uscire con tutti i venti e, vista la moltitudine di cale e spiaggette praticamente dappertutto, ma la precedenza ovviamente è per gli spot che si affacciano sul versante occidentale perchè in media i venti soffiano con più intensità, ciò è dovuto alla strettoia che si forma fra Corsica e Sardegna. Quando per esempio a Marina delle Rose o a Cala Pischina si plana a malapena con la 5.3 a Baja Trinita si esce facilmente con una 4.0! In base al vento e alla vostra abilità potrete scegliere dove e come navigare. Lo spot più rinomato è senz’altro Baja Trinita situata sulla costa nordoccidentale dove soprattutto con un buon maestrale che lavora già da un paio di giorni si formano dei set niente male in condizioni side on. Con il ponente o
ponente libeccio le onde risulteranno meno pulite, un po’ più choppate side side-off ma per i buoni saltatori è una palestra da non sottovalutare. Prestare attenzione al gruppo di rocce affioranti poste al centro della baia giusto fra la spiaggia grande e la piccola, una volta prese le misure non creano particolari impedimenti. Procedendo verso nord, altro spot simile a Baja è Abbatoggia dove si ripetono più o meno le stesse condizioni. Ancora più a nord si arriva a Cardellino, ampia baia aperta a nord dove il vento si incanala rafforzando ulteriormente, ottimo per slalom e freestyle nella parte interna ma se usciamo fuori a ridosso di punta Abbatoggia ritroviamo le stesse onde che arrivano dritte e pulite dalle Bocche. Essendo aperto completamente a nord è un ottimo secret spot quando la tramontana o il grecale fanno sul serio. La parte orientale dell’isola offre invece condizioni di acqua piatta col ponente o altri venti
occidentali, essendo sottovento, oppure si tramuta in wave factory quando scirocco, grecale o tramontana si fanno sentire. Per essere precisi lo spot per queste condizioni si chiama Giardinelli, ed è situato nello stretto che separa La Maddalena da Caprera; qui nelle giornate di ventone over-power da ovest si naviga in acqua piatta in un contesto da sogno nelle trasparenze tipiche che solo l’arcipelago può dare. Per gli appassionati del long distance poi, c’è solo l’imbarazzo della scelta, essendo un arcipelago si può scegliere una destinazione diversa ogni giorno planabile,e vi assicuro che qui un minimo per planare non manca mai.
JESUS THE LOCAL Antonello Barretta oltre che un caro amico è un vero local storico, ha 45 anni e vive da sempre alla Maddalena, ma da circa 10 anni passa gli inverni in Costa Rica, esattamente sul lago Arenal insieme alla
sua compagna e i suoi due figli Alice e Leonardo. Gestiscono un resort bellissimo (www.mysticalodge.com). Quando invece è alla Maddalena si occupa dell’azienda di famiglia, da sempre Barretta è sinonimo del miglior pesce dell’isola! Antonello fa windsurf dall’epoca dei Windsurfer... io l’ho conosciuto molti anni fa grazie a Gwen di Jungle surf. Un giorno me lo sono trovato a Cala Pischina con il furgone “refrigerato” che tirava fuori l’attrezzatura dalla cella frigorifera semi congelata e mi ripeteva ogni volta di quanto fosse bello uscire a Baja Trinidad... Finche non ci sono andato dalla disperazione! Aveva ragione, un posto bellissimo, e come dimenticare le aragoste che ci siamo mangiati in riva al mare alla sera dopo la surfata! Antonello normalmente predilige uscire in condizioni wave, 75 litri e 3.7 o 4.5, ma si diverte anche in giornate di slalom quando è da 5.0 leggermente over-power, andando in giro per l’arcipelago.
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Antonello, il super local della La Maddalena.
LA MADDALENA’S LOCALS Per quanto riguarda i local, non possiamo tralasciare il mitico Giandomenico noto yuppy, ormai residente da anni a Ginevra ma presente tutte le estati all’appello a Baja o ai Giardinelli; il grande Marco Frigeri noto Frisgiola anche lui immigrato, non tanto lontano per la verità dal momento che vive in uno stazzo sopra Cala Pischina! Alessandro Mascagni, Filippo Ogno, Marcolino Cuneo “er mejo”, lui fa il pescatore di professione e quando c’è ventone e non si può uscire a pesca, lo trovi “forwerdaggiare” da qualche parte!
ACCENNI STORICI La Maddalena deve le sue origini come insediamento urbano alla sua posizione strategica al centro del Mediterraneo. Questo ha fatto si che già dal settecento cominciassero ha stabilirsi i primi insediamenti militari. Attualmente l’isola sta attraversando una crisi epocale, perchè lo stato sta lentamente abbandonando le strutture militari, quindi urge una riorganizzazione a livello turistico, ossia ora che non c’è più l’assistenzialismo statale stanno svanendo centinaia di posti di lavoro, e i residenti dovranno adattarsi a vivere solo della stagione estiva un po’ come fanno i Palaesi e i Teresini.
COME RAGGIUNGERE LA MADDALENA Arrivare a La Maddalena è relativamente facile, con la macchina una volta sbarcati ad Olbia o Porto Torres si va in direzione Palau dove un ferry in poco più di 20 minuti vi trasporterà sull’isola. Informatevi sull’orario dell’ultimo traghetto per rientrare. 94