Funboard 132

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PERIODICO MENSILE ITALIA 6,00€

BELGIUM 9,00€ • DEUTSCHELAND 11,00€ • ESPAÑA 14,50€ • FRANCE 13,00€ • ÖSTERREICH 8,50€ • PORTUGAL (CONT) 8,50€ • CANTON TICINO 24,00 chf • SVIZZERA 14,50 chf

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IN PERFORMANCE WE TRUST!

Finian Maynard KV-11 2009 ISWC Speed World champion 2009 PWA Racing Vice World champion Julien Quentel FRA-421 1st slalom AFF 2010 Marignanne/Carro 1st slalom AFF 2010 Saint Malo 2010 IFCA European Slalom Champion


135 112

Fin 2009 NO FIN DELIVERED NO FIN DELIVERED NO FIN DELIVERED NO FIN DELIVERED NO FIN DELIVERED NO FIN DELIVERED

10 102

Size cms cms cms cms cms cms

Slalom/Race PRO

235x54 240x59 235x65 X-Fire Ltd V2 112 112 lts 235x69.5 X-Fire Ltd V2 122 120 lts 230x77 X-Fire Ltd V2 135 135 lts 230x85

90

Volume

X-Fire Ltd V2 80 80 lts X-Fire Ltd V2 90 90 lts X-Fire Ltd V2 102 102 lts

80

Model

12 122

V.2

www.robertoriccidesigns.com 路 info@robertoriccidesigns.com



ANNO XVI - NUMERO 132 LUGLIO 2010

John Skye fa parte di quei rider che magari non sono in cima alle classifiche internazionali ma sono dei trascinatori che lavorano sulla loro immagine e su quella dei loro sponsor: ovvero i rider attivi. Abbiamo scelto questo mese di dedicargli la cover ma attenzione, sotto i piedi ha un interessante nuovo giocattolino RRD, di cui sul prossimo numero potrete leggere molte cose interessanti.

DIRETTORE RESPONSABILE Cristiano Zanni • cristiano@jmag.it REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno

ragno@hipow.com

GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Marco Melloni

RIDER

John Skye Darrell Wong/RRD

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PLACE

Maui, Hawaii

FOTO DI

marcom@hipow.com

FOTOGRAFO SENIOR Raffaello Bastiani

raffaellob@hipow.com

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi: Nayra Alonso, Aston Barrett, Marco Begalli, Max Brunetti, Fabio Calò, Gilles Calvet, Sergio Cantagalli, John Carter, Valentina Crugnola, Sylvain Demercastel, Mattia Pedrani, Steve Palier, Francesco Prati, Chris Presler, Matt Pritchard, Kevin Pritchard, Andrea Rosati. immagini: Cataldo Albano, Gilles Calvet, John Carter, Sylvain Demercastel, FotoFiore, Peter Garzke, Maxime Houyvet, Valerio Pedrani, Kevin Pritchard, Jamie Scott, Alessandro Tocco, Darrell Wong.

EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it AMMINISTRATORE DELEGATO Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA A&G Marco - Via De Amicis 53 - 20123 Milano. DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTERO Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - adv@jmag.it www.johnsonsmedia.com Servizio attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.

Ciao a tutti! Qui sul Lago di Garda è esplosa l’estate e con essa anche il caldo e se prima faceva poco vento perché pioveva troppo ora continua a farne poco perché c’è troppa afa. Ad ogni modo, come sempre ci ha abituati questo lago, quando meno te lo aspetti arriva la sorpresa e questa perfetta macchina da vento torna a funzionare. Una dimostrazione tangibile del tempo qui sul lago la possiamo ritrovare nei due ultimi week-end di giugno, quello del 19/20 con in programma la Starboard One Hour dove il protagonista, oltre ad Albeau, Allen e Maynard, è stato un tempo pazzo, con temperature in picchiata fino a 12° e tanta pioggia. Per fortuna il vento non è mancato e il furioso Peler ha permesso lo svolgersi di una gara strepitosa. Dopo solamente 6 giorni eccoci nuovamente a Torbole per la Wind’s Cup con la classica Ora pomeridiana e 30° gradi, un’emozionante gara down wind con arrivo in spiaggia e questa volta con le ragazze in bikini e non con il piumino! Arriva l’estate e come ben sappiamo arrivano anche le prime immagini dei nuovi materiali 2011 a stuzzicarci. Ma qui voglio fare una precisazione. Noi di Funboard come le altre testate italiane, seguiamo la linea editoriale di non presentare le attrezzature nuove prima del numero di agostosettembre. In questo numero, come negli scorsi, abbiamo presentato solo delle tavole o vele nuove, che prima non esistevano e non gli aggiornamenti dei modelli esistenti. Anche se i photoshooting 2011 vengono fatti a marzo-aprile, i nostri surf shop stanno iniziando solo ora a vendere il materiale 2010, visto anche il lunghissimo inverno e continuare ad insistere pubblicizzando le attrezzature dell’anno successivo danneggia le vendite e quindi tutta la catena commerciale. Io mi associo alla critica mossa dalle aziende verso alcuni “siti” che cannibalizzano le foto “rubate” dai photoshooting pubblicandole senza nessuna regola professionale e serietà. Purtroppo questo fa parte del gioco, grazie al continuo miglioramento tecnologico infatti anche un ragazzino può andare in spiaggia a Maui, con il suo iPhone fare un paio di foto e pubblicarle immediatamente su Internet. D’altra parte non ci si può certo nascondere durante i photoshooting. Detto questo vi lascio al nuovo numero di Funbord, ricordandovi di cliccare su funboardmag.com per gli aggiornamenti quotidiani! Vi ricordo inoltre che il secondo numero di SupTime sarà in edicola a fine luglio. Stay tuned!

Fabio I-720

MODALITA' DI PAGAMENTO Bonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano Banca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199

© Francesca LaCroce

>ECCETERA PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00 ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00

PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/ novembre, dicembre/gennaio

STAMPA Alfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)

ISSN 1124-0261 registrazione Tribunale di Milano n.5 del 14.01.1995 ROC - Registro Operatori di Comunicazione - 1234

Funboard è una testata della casa editrice JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite), Snowb (snowboard) e le riviste Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite) Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle) 6:00AM (skateboard), GirLand (femminile), SupTime (stand up paddle).

Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista. Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.

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Sullo sfondo lo stadio di Cape Town a Green Point, dove si giocherĂ la finale di questi mondiali di calcio 2010.

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Federico La Croce in action in Sardegna (Murta Maria e Cala Pischina) con le sue nuove tavole 99 NoveNove. © Francesca La Croce

FEDERICO LA CROCE SCEGLIE 99! È una scelta mirata alla maturità di un personaggio che possiamo definire tra i più completi rider italiani. Federico La Croce, neo-papà e in carriera professionale nello studio di famiglia, non molla l’osso e aggredisce ancor di più quello spirito che lo rende sempre più motivato a presenziare in ogni occasione, che sia una mareggiata o un week-end al Garda, piuttosto che le manifestazioni più importanti e prestigiose dell’anno. NoveNove è un passo in avanti per Federico con l’obbiettivo di essere assistito da Gianni Valdambrini e Cesare Cantagalli nel fine-tiune delle sue tavole Wave e Freestyle, in perfetta linea con il suo stile. Un rapporto ed una sinergia rafforzata da reciproca stima ed amicizia che unisce i personaggi nello stile e filosofia del marchio 99. Ciao Fede dopo anni di fedeltà al marchio Naish come mai questo cambiamento? È stata una decisione improvvisa motivata da una crescente voglia di cercare nuovi stimoli e motivazioni. Non che in Naish non ne avessi, anzi, fare parte di un team così prestigioso è stato un grande onore (colgo l’occasione per ringraziare tutti in Naish, da Michi Schweiger a Benni Bozzano, per l’aiuto ed il supporto che mi hanno dato in questi 7 anni di collaborazione), ma l’idea di rimettermi in gioco, re-inventarmi iniziando una nuova avventura è lo stimolo giusto per mantenere alta la motivazione e la voglia di andare in acqua cercando sempre di dare il meglio di me. Naish è un sostenitore del single Fin, ora con 99 avrai la possibilità di poter scegliere diversi set up di pinne. Che tipo di tavole saranno i tuoi nuovi wave? Ho appena provato un Quad e devo dire che mi sono trovato molto bene. Ad ogni modo lascerò che Gianni e Cesare mi indirizzino verso gli shape e gli assetti che riterranno più adatti al mio stile e alle mi esigenze e comunque non mancherò di dare il mio contributo nello sviluppo del prodotto. E per quanto riguarda il freestyle? Litri, misure? Per ora ho avuto modo di testare solo il 106 litri che mi ha dato un’ottima impressione: tavola molto planante, leggera e manovrabile. Io, comunque, opterò per un classico 100 litri, sicuramente più adatto al mio peso. Gira voce che presto cambierai anche brand di vele, ci puoi dire qualche cosa in anteprima? Ah sì? Mah... vedremo, per ora lasciamo che le voci restino voci e se ci sarà qualcosa di “caldo” nell’aria lo scopriremo presto! Quali sono i tuoi prossimi programmi? Programmi... bella domanda, tra lavoro ed Emma non ho fatto grandi programmi, sicuramente questa estate starò in Italia tra Sardegna e Lago di Garda, in autunno, magari, scapperò per qualche surf trip a caccia di onde.



Foto di gruppo dei partecipanti.

DOMANI PLANO ANCHE IO FORSE Sabato 5 giugno 2010, ore 9:30. Con la tipica puntualità parassita, i partecipanti alla “Domani plano anch’io…forse” si presentano presso il centro SurfSegnana a Torbole, pronti a vivere una nuova esperienza, ancora inconsapevoli del fatto che potrebbe segnare una svolta nella propria vita. Quest’anno sono 40, con un’età che va dai 6 ai 60 anni (non è mai troppo tardi per imparare). Giunto alla sua terza edizione, questo evento organizzato dall’A.S.D. iParassiti.com è pensato per avvicinare la gente al meraviglioso mondo del windsurf. Nelle due giornate del weekend i paraistruttori trasmettono i fondamenti della tecnica di base in modo essenziale e pragmatico agli aspiranti planatori, che poi si lanciano in acqua, suddivisi in gruppi, per provare a mettere in pratica quanto appreso. Ciò che ne scaturisce è una festa collettiva, in acqua e a terra, dove aperitivi, rinfreschi e musica fanno da corollario a tuffi, nuotate, ma soprattutto ai primi entusiasmanti bordi dei para-allievi. Alla fine del minicorso, quando ci si saluta, gli sguardi dei partecipanti sono illuminati da una luce nuova: è il segno, sono i nuovi “windsurfing addicted”…

SMITH E BRUNOTTI SPONSOR FASCHION PER IL SURFSEGNANA Per la 31° stagione del SurfSegnana il brand Brunotti ha scelto di legare la sua immagine al più famoso surf center di Torbole. Per quest’anno infatti Brunotti vestirà con i suoi capi d’abbigliamento l’intero ufficio del SurfSegnana e tutti gli istruttori. Continua invece la collaborazione tra il team SurfSegnana e il prestigioso marchio di occhiali da sole Smith. Anche quest’anno, infatti, tutto lo staff del noto network windsurfistico, Pierwindsurf incluso, si proteggerà da vento e sole con i fantastici occhiali della collezione 2010, ancora più trend e faschion. Presso i sette centri SurfSegnana sul Lago di Garda sarà quindi possibile vedere sfilare i modelli più cool e le ultime novità Smith. E per tutti i vostri acquisti il SurfSegnana vi consiglia il surf shop di Torbole Surf Planet, partner da alcune stagioni e dove tutti i clienti del Surf Center potranno usufruire di particolari vantaggi. Info: SurfSegnana, tel. 0464.505963, fax. 0464.505498, e-mail info@surfsegnana.it, web www.surfsegnana.it


RRD DAYS AL GARDA RRD ha organizzato una serie di attività per il fine settimana del 1718 luglio per presentare a tutti gli appassionati le maggiori novità della nuova stagione e per dare a tutti la possibilità di divertirsi in acqua. Si inizia con gli “RRD Fire Days” al Pierwindsurf, due giorni durante i quali tutti quanti potranno vedere e provare nuove tavole RRD FireRace e vele RRD Fire, e chi vuole potrà anche cimentarsi in una simpatica competizione GPS. Sabato sera a partire dalle ore 19:00 ci si troverà tutti a Torbole per il “Wave Cult Party”, presso il Surf Planet 2, dove in collaborazione con il Surf Planet Team e il Pub Moby Dick Roberto Ricci in persona presenterà in 0anteprima la nuova Collezione di Tavole RRD. Domenica mattina, presso l’Albergo Al Pra’ alle ore 07:00 prenderà il via il “Wave Cult Day”, una giornata durante la quale sarà possibile provare in anteprima della collezione di tavole RRD Wave Cult 2011. Potranno testare i nuovi materiali i clienti che si presentino sul posto con l’apposita RRD TEST CARD disponibile presso i migliori rivenditori RRD. Per ulteriori informazioni: info@robertoriccidesigns.com - www.robertoriccidesigns.com

LE NUOVE MUTE GUL Buone notizie per i surfers e windsurfisti. Il marchio di mute GUL, che esiste del 1967, distribuito da anni in Italia nel settore di vela, da oggi verrà distribuito da 2 windsurfisti. Le mute sono sempre fra le più avanzate e ricercate nel settore surf e windsurf. La GUL è da anni al primo posto nelle vendite nel Regno Unito, dove le condizioni atmosferiche, mettono a dura prova materiali e innovazioni tecniche. La gamma delle mute varia da 6/5 mm invernali a 3/2 per l’estate con rifiniture e particolari molto tecnici. A dimostrazione dell’alto livello raggiunto, anche Andrea Palazzo (Tenerife), durante il photoshoot delle nuove vele Point-7, ha usato le mute GUL. Per info contatta il negozio GUL più vicino a te, o chiedi a: GUL Italia, ALEVEA s.r.l.; e-mail staff@gulitalia.com; web www.gulitalia.com; tel. 340.7412426


COMBINAZIONE 2 SPOT IN BRASILE CON SUN+FUN Sun+fun in collaborazione con il Club Ventos, che gestisce i due centri surf a Jericoacoara e a Icaraizinho, offre la possibilità di conoscere oltre a Jeri, famosissimo windsurf-spot brasiliano, anche la “piccola sorella” Icaraizinho. Da agosto a gennaio vengono organizzati transfer collettivi tra i 2 spot. Potrete prenotare, secondo le vostre preferenze, una parte della vostra vacanza in una località e il resto nell’altra. Il grande vantaggio è che il noleggio delle attrezzature windsurf (JP, Starboard e Neil Pryde) con il pacchetto sun+fun è scontato e non c’è nessun supplemento per la combinazione spot. Il nolo scontato costa 290 Euro per 13/14 gg. e voi potete scegliere quanti giorni utilizzare il materiale a Jeri e quanti giorni a Icaraizinho. Da sottolineare sono i supersconti sul noleggio “Super September Special” e “Wave Madness”: 2 settimane al prezzo di 1 settimana a soli 190 Euro. Il primo vale per tutto il mese di settembre e l’offerta “Wave Madness” è valida nel periodo dal 6.12.2010 – 31.01.2011 (incluso il periodo di Natale/Capodanno!). Nel periodo di settembre ci sono anche alcune pousadas che aderiscono all’offerta, prenotando 7 notti al prezzo di 6, oppure 14 al prezzo di 12. Per quanto riguarda la combinazione spot, gli specialisti della sun+fun consigliano di iniziare con Icaraizinho e concludere la vacanza a Jericocoara. Per abituarsi alle condizioni di vento forte e mare mosso, Icaraizinho è più facile e un po’ meno impegnativo. Poi, già allenati, vi divertirete ancora di più alla famosa mecca di Jeri! Per informazioni, preventivi e consigli utili contattate sun+fun: info@vacanzewindsurf.com; tel. 0365.918700.

JONAS CON CONT@CT

NUOVO WEBSITE PER TECNOLIMITS

Incredibile ma vero: Jonas Ceballos (E-40), il fortissimo atleta wave canario di Pozo Izquierdo ha firmato un contratto con TecnoLimits. Farà tutte le gare wave del PWA con i nuovi boma brevettati CONT@CT, ormai è cosa fatta. Lui ha provato e poi messo a punto i nuovi CONT@CT con la molla, anzi, con lo shock absorber che attutisce l’impatto sul corpo e sulle braccia quando si salta. Il CONT@CT vi aiuterà a allungare le vostre surfate, proverete il piacere di divertirvi di più solo cambiando il boma, parola di Jonas, che nei salti alti 15 metri e con il vento strong di Pozo ha sentito veramente la differenza, ottenendo più controllo e beneficio sulle surfate, grazie anche alla nuova curva che va a contatto dell’albero. Sicuri di aver migliorato il nostro prodotto per potervi dare maggior comfort e divertimento, leggete tutto sul nostro nuovo sito www.tecnolimits.com e anche sul blog di Jonas. Parola di Massimo Ravasio.

Da poche settimane è online il nuovo sito web a questo indirizzo: Tecnolimits. Due parole con Massimo Ravasio, che ci spiega il nuovo sito: “Tecnolimits rinnova il proprio sito web per darvi tutte le informazioni sui propri prodotti, in un modo ancora più semplice, chiaro e al passo con i tempi. Le nostre recenti innovazioni tecnologiche, in particolare il nuovo e rivoluzionario boma con shock absorber: Cont@act, ci hanno imposto un cambiamento e un miglioramento anche di tutta l’interfaccia “informatica” a voi dedicata. Un sito web d’impatto, quindi, e facilmente navigabile in tutte le sezioni. E in più: articoli in home page che vi terranno informati sul nostro “work in progress”. Una solida collaborazione con i nostri partners: rivenditori specializzati come Nonsolomute e professionisti dell’informazione come il nuovo portale di windsurf wind67wide, e naturalmente le ultime notizie dai nostri atleti, i primi e insostituibili tester dei prodotti Tecnolimits. La consultazione è facile e veloce. Tutti i prodotti sono suddivisi per macroaree accessibili dal menu superiore. Ogni prodotto presenta un’immagine e tutte le caratteristiche necessarie, per aiutarvi nella scelta. Vi ricordiamo però, che per qualsiasi altra informazione, il nostro personale qualificato è a vostra disposizione. Tecnolimits, marchio leader nazionale e internazionale nella produzione di boma, alberi e accessori lavora per voi, con la passione di chi, da surfista per primo, crede nell’innovazione e nella qualità. La nostra è una sfida e un successo del quale ogni giorno ci date conferma”. Tratto da www.wind67wide.it

Massimo Ravasio chiude l’accordo con Jonas Ceballos.

Jonas Ceballos in volo con il nuovo boma Contact.



STAGE WAVE ENTRY-LEVEL A JERI!!! Simone Spagarino, per tutti Spaga, annuncia la sua collaborazione con Wtravel (www.wtravel.it), agenzia di viaggi italiana, che ha l’esclusiva di Air Italy per i voli verso il Brasile! Da questa nuova collaborazione nasce l’idea del pacchetto volo-soggiornostage di windsurf, niente di meno che nel rinomatissimo spot di Jericoacoara! Infatti chi prenoterà presso l’agenzia Wtravel un viaggio verso la destinazione brasiliana, nel periodo che va tra il 16 agosto e il 30 agosto, oltre di beneficiare di notevoli vantaggi, avrà anche la possibilità di partecipare gratuitamente allo stage di windsurf tenuto da Simone. Lo stage è suddiviso in due periodi, uno che verrà effettuato la mattina, dedicato ai principianti e a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al meraviglioso mondo del windsurf. Il secondo invece sarà affrontato nel pomeriggio, quando le condizioni sono più toste, e coinvolgerà tutti coloro che vorranno ampliare le loro prestazioni windsurfistiche, avvicinandosi alle prime surfate frontside. Infine i più coraggiosi potranno cimentarsi nell’apprendimento del Forward Loop o del Back Loop, sempre seguiti passo dopo passo da Spaga! Wtravel organizza viaggi, voli e trasferimenti per il Brasile in tutti i mesi dell’anno e vi aspetta numerosi sul suo sito, o per ulteriori informazioni all'indirizzo e-mail booking@wtravel.it. Inoltre tutti i partecipanti allo stage, potranno provare e testare i nuovi materiali North Sails e Tabou messi a disposizione da Simone. Spaga ringrazia calorosamente per il loro continuo supporto North Sails, Tabou, Wtravel e Air Italy; ma soprattutto White Reef e il suo negozio di fiducia SurfPlanet di Torbole (www.surfplanet.it).

GLORYFY L’OCCHIALE INDISTRUTTIBILE DEL VASCO RENNA Quest’anno nei Centri Surf di Vasco Renna potete trovare tutti i modelli dei rivoluzionari occhiali Gloryfy. G-flex® è il nome del materiale altamente elastico con il quale vengono realizzati questi straordinari occhiali. Si tratta di una materia prima che ha una qualità unica: l’effetto memoria. In qualsiasi modo vengano piegati tornano sempre nella forma iniziale. Nessuno sportivo deve temere di cadere e ferirsi con gli occhiali che indossa. Il nuovo materiale resiste ai graffi, agli urti e protegge al 100% dai raggi UV. Indossare gli occhiali Gloryfy ci mette al riparo da qualsiasi pericolo per i nostri occhi in qualsiasi situazione, anche la più estrema. Inoltre i modelli e i colori fra cui scegliere sono tantissimi e tutti caratterizzati da un design fashion che li rende irresistibili. Gli occhiali da sole Gloryfy si possono trovare nei negozi sportivi specializzati a partire da 100 Euro, le maschere Gloryfy a partire da 120 Euro. Per Info: Vasco Renna Professional Surf Center Parco Pavese 1, 38069 Torbole sul Garda (Tn) tel. 0039.0464.505993 - fax. 0039.0464.506254 info@vascorenna.com www.vascorenna.com


RIVOLUZIONE IN STARBOARD

Taty Frans con il nuovo Starboard Flare 2011.

Starboard comunica la nuova “annualità” dei suoi modelli attuando un deciso ed innovativo cambiamento di marcia: la prima sarà la nuova collezione autunno/inverno 2010/2011. Da notare come Starboard abbia deciso di abbandonare la strategia di una collezione per anno (2009, 2010, 2011 etc.) per la strategia 2 collezioni per anno (autunno/inverno 2010/2011, primavera/estate 2011 etc.). Per la prima collezione di questa nuova era ecco alcune novità, che verranno approfondite adeguatamente sul prossimo numero: - Il nuovo Quad IQ: un nuovo concetto di Starboard basato sulla adattabilità. Un nuovo disegno con 5 possibilità di setting per poter surfare ogni onda, ovunque e sempre. Una configurazione Quad on-shore con le due pinne più grandi posizionate davanti alle due più piccole, con la possibilità di invertirle per la configurazione Quad side-shore, oppure di usare solo due pinne per la modalità Quad skate. Sul prossimi numero tutti i dettagli. - Il nuovo Evo IQ. Il ritorno dell’Evo, la prima tavola wave della storia che adottò il concetto di shape corto e largo. L’Evo ritorna nella collezione Starboard con il nuovo concetto IQ Adaptability: si potrà utilizzare nella modalità single finn oppure skate, con il twinzer. - Nuovi Kode con nuovi shape e deigns. Dovrebbero essere ancora più manovrabili, facilissimi in strambata e con il miglior waveriding di sempre. - I nuovi Flare avranno dei colori fluorescenti davvero accattivanti. - Il nuovo SUPer sarà la prima tavola crossover windsurf/SUP

STAGE A KARPATHOS CON TOM E YOLI DE BRENDT Karpathos Windsurflabor High Wind Special 2010 con Tom Brendt & Yoli De Brendt! Sun and Fun in collaborazione con il nuovo centro Planet Windsurfing a Karpathos propone uno stage con Tom e Yoli de Brendt. Si svolgerà proprio davanti all’Hotel Irini Beach, che quest'inverno è stato completamente rinnovato. Il programma è destinato per surfisti già esperti che vogliono migliorare le manovre in condizioni di vento forte e di impararne delle nuove. Per partecipare a questo stage è presupposto la capacità di strambare/virare, la partenza dall’acqua e la motivazione di lavorare per raggiungere l’obiettivo! Naturalmente non mancherà il divertimento e un bel programma di contorno. Data: dal 18 al 21 agosto. Costo partecipazione stage 220 Euro (noleggio windsurf escluso). Per ulteriori informazioni, preventivi e consigli contact: sun+fun; info@vacanzewindsurf.com; tel. 0365.918700.


NUOVE FOOT STRAP DRAKE Per la nuova stagione, Drake ha introdotto due nuovi design di straps. La Slick Strap Mk IV e la nuovissima Drake Deluxe strap. La Slick Strap MkIV è il design realizzato da Drake per il freeride/slalom, per tutti quei riders che preferiscono straps leggermente più strette e molto morbide e flessibili. Come sempre, il sistema di regolazione della misura del passo utilizza il design innovativo delle Drake, che permette di avere una cinghia di regolazione direttamente sotto alla parte alta della strap, appositamente piatta. La novità primaria sulle MkIV è l’indicatore di misura che evidenzia la dimensione della tua strap su una scala da 1 a 10. Non perderai mai più tempo ad infilare il piede e regolare ogni singola strap approssimativamente, chiudendo e riaprendo il velcro per chissà quante volte, mentre tutti i tuoi amici sono già fuori a planare a tutta velocità. Ora non devi fare altro che controllare l’indicatore una volta che la tua strap è perfetta e poi regolare anche le altre sulla stessa misura. Stessa cosa in acqua, è davvero banale. La Drake Deluxe strap è il nuovo modello da wave-freestyle. È più larga ed ha un profilo più quadrato, assicurando al rider una maggior superficie di contatto e maggiore sensibilità. La struttura interna è più resistente, mentre il rivestimento esterno è più morbido e spesso per un alto fattore di comfort. La regolazione della misura è fatta da 3 cinghie di velcro sovrapposte, che assicurano presa e durabilità. Internamente c’è anche un indicatore di misura per rendere la regolazione molto più facile ed immediata, mentre in cima alla strap, lo strato di chiusura ha un pannello in pelle con cuciture a diamante per rendere il tutto ancora più pulito e stiloso.

Drake Deluxe

Slick Strap MkIV



SLOT BOX La nuovissima Slot Box, un nuovo standard di scassa per la pinna. Quattro dei brand più influenti hanno già deciso di adottare la nuovissima tecnologia Slot Box per le loro tavole wave della prossima generazione (Starboard, Tabou, Drake ed MFC e molti altri che seguiranno), il nuovo sistema Slot Box diventerà sicuramente un nuovo standard di scassa e potrebbe addirittura rendere l’US box obsoleto. L’aspetto positivo principale della nuova Slot box è il peso. Una tipica scassa US box pesa circa 300g a causa dello stampo pesante in fibra plastica densa e nylon, assieme ad un composto di PVC/PU foam/fibra di vetro attorno ad esso per inserirlo nella tavola. Il peso della Slot Box invece è di soli 77 grammi! Le tavole dell’ultima generazione hanno tutte scasse multiple da due a tre a quattro o perfino cinque sulle convertibili e quindi il peso delle scasse diventa davvero un fattore discriminante. L’altro vantaggio fondamentale della Slot Box è la sua dimensione: è grossa quanto una tradizionale US box quindi le pinne con sistema US entrano senza problemi una volta tolta la vite. Le Slot Boxe utilizzando due viti

laterali realizzate appositamente per tenere la pinna salda nella scassa. Queste viti non solo tengono la pinna inchiodata nella scassa ma applicano anche una notevole pressione laterale, eliminando completamente qualsiasi oscillazione laterale, una volta che la pinna è inserita. Per convenienza, la testa delle viti è identica a quella delle altre viti delle strap e della valvola. Le Slot Box e sono momentaneamente disponibili in due misure: Slot Box 10 e Slot Box 13. Se metti una pinna da Slot Box 10 dentro ad una scassa Slot Box 13, avrai poi altri 3cm di spazio per regolarla. Sono anche disponibili i chiudi-scassa Slot Box, da usare in caso vi siano delle scasse che non utilizzate al momento. Pesando solo 77g a scassa, la Slot Box apre nuove porte per il multi-fin design, eliminando il problema del peso dovuto al numero di scasse. Chissà, magari tra non molto vedremo anche la Slot Box su tavole single fin, eliminando definitivamente l’ingombrante US Box.


GIUGNO 2010 Ciao Italia! L’estate è ufficialmente arrivata e c’è davvero un sacco di action in questo momento! Maui è stato spazzato da venti fotonici sui 40 nodi per le ultime due settime. Tutti i locals sono ormai stanchi e c’è davvero pochissima gente in acqua! Sono tutti distrutti… difficile a credersi! Quasi tutti i Maui Boys sono andati in trasferta a Pistol River per la gara wave che è magicamente rinata, siamo sull’aereo proprio in questo momento… Io non gareggio ma aiuto l’organizzazione come capo giudice! La mia gamba sinistra non è ancora al 100%... ma ci siamo quasi! TESTO DI Matt Pritchard Questo evento sarà al centro dell’attenzione per un bel po’. Ci sono un sacco di ottimi rider che vengono per supportarlo! Francisco Goya, Keith Teboul, Zane Schwietzer, Kevin Pritchard, Jake Miller, Casey Hauser, Tyson and Witt Poor, Nat Gil, Jesse Brown e molti altri! Perfino Robby Naish verrà a supportare l’evento! Pistol River è uno di quei posti che bisogna vederlo per crederci. È praticamente proprio nel bel mezzo del nulla! Il paesaggio è spettacolare e c’è davvero un sacco di vento! Non è proprio caldo ma ci sono ottime condizioni ed onde pulite, ed un sacco di action in acqua. Ci sono anche un sacco di posti per accamparsi e godersi la natura incontaminata; se invece preferisci un maggiore comfort, ci sono anche degli alberghi in zona ma non è altrettanto divertente! L’evento va avanti fino al 22 giugno e quindi non avremo ancora un risultato al momento in cui uscirà quest’articolo… Guardate quindi tutte le novità su www.pritchardwindsurfing.com per gli updates ed un po’ di foto e video! Il tour slalom PWA è cominciato benone, in Corea si sono disputate un po’ di eliminazioni ed anche un round in Costa Brava... quel posto è sempre marcio in termini di vento. Non si sa mai in cosa ci si possa imbattere! Sembra che Antoine e Bjorn siano finalmente pronti per un faccia a faccia. Ora che Bjorn ha finalmente trovato il trim perfetto con il suo materiale, ha abbastanza confidenza per fare il colpaccio. Antoine, ovviamente, sarà un avversario molto critico ma è giusto che ci sia questa sana competizione. Secondo me, Antoine avrebbe dovuto cominciare a sfidare Bjorn già 10 anni fa, usava tavole davvero lente e questo l’ha sicuramente penalizzato un sacco. Gli altri rivali principali sono Micah, Finian, Kevin, Cyril, Diaz e Williams, e devono darsi altrettanto da fare! Stanno tutti

migliorando parecchio ma penso che non siano ancora pronti per Antoine o Bjorn... io la penso così in questo momento. È davvero un peccato che si vociferi che l’evento PWA a Gran Canaria sia stato cancellato. Che tristezza. Gran Canaria è la location perfetta per una gara di windsurf, c’è vento quasi ogni giorno!!! Questa notizia è stata un duro colpo per alcuni racer ma altri sono stati contenti. Kevin adora fare slalom col vento fotonico, ed ovviamente anche Finian. Sono presi male, ma anche a Fuerteventura c’è sempre una bella botta che permette anche ai ragazzotti più pesante di girare con le loro vele più piccole. Dopo quella tappa ci sarà ancora vento leggero in Turchia e poi un terno al lotto a Sylt, dove può essere offshore e rafficato o burrascoso ed onshore con un albero di shorebreak… chi vivrà vedrà. Per quanto riguarda i rider del PWA wave, sono ancora in attesa, alcuni nel frattempo sono andati in Marocco per un evento che sembra davvero divertente, controllate qui : www.umipictures.com. Ho sentito qualche voce di corridoio secondo cui a Gran Canaria ci sarà un evento wave di 3 giorni e sembra sia stato confermato. Se così non fosse, bisognerebbe attendere fino a Sylt, e sappiamo tutti che l’attesa può giocare brutti scherzi. La buona notizia è che ci sarà anche un altro evento in Danimarca, sulla conosciutissima spiaggia di Klittmoller. Sembra che il tempo in quella zona sia un po’ più clemente! Per chiudere l’anno in bellezza si potrebbe far l’ultimo evento a Cabo Verde, sicuramente sarebbe uno spettacolo mozzafiato… Sarà divertente vedere le novità che Kauli e gli altri rider porteranno sotto i riflettori! È tutto per questo numero, spero che voi tutti vi stiate divertendo un sacco in acqua!! Alla prossima…


SEVERNE RACE PROGRAM È da molto tempo che un marchio relativamente nuovo non dava del filo da torcere ai titani del racing, North e NeilPryde. Ciò è anche prova delle tante difficoltà pratiche, dei costi elevatissimi e dell’esperienza nel campo del design richiesti per progettare e realizzazione vele da racing. Severne Sails ha ottenuto una delle vittorie più eclatanti in assoluto, con i rider in cima al podio sia maschile che femminile in Costa Brava. Bjorn Dunkerbeck è tornato quello di una volta, come riportato nel resoconto PWA “una velocità superiore ha permesso a Bjorn di bruciare tutti gli altri rider, consentendogli di stare anche davanti ad Albeau.” Dopo 5 anni d’intenso R&D, Severne Sails ha fatto due cambi significativi al programma di R&D, arruolando il 12 volte campione del Mondo, Bjorn Dunkerbeck e il 3 volte campione di Formula, Steve Allen. Il brand ha già avuto un sacco di successo nel freeride e nel wave e ora è il momento di cominciare ad imporre il proprio nome anche nel racing. Abbiamo raggiunto dopo la vittoria, il capo del team di progettazione, Ben Severne, per fargli qualche domanda riguardo le nuove sfide e gli obiettivi del programma. TESTO DI Aston Barrett FOTO DI John Carter

Quanto è complesso lo sviluppo di una vela race a confronto ad esempio di quello di una vela wave? B.S.: È molto complesso. Ci sono un sacco di variabili da considerare: camber, stecche a segmenti multipli, estensione del materiale dovuta a tensioni molto superiori, ecc. Ora poi con la regolazione delle stecche basata sul sistema Reflex, sono state introdotte altre variabili all’insieme.

Bjorn Dunkerbeck

Che apporto ha dato Bjorn al programma? B.S.: Enorme. Da quando lui è entrato a far parte del team, è cambiato tutto. L’intera unità di R&D è stata ricostruita in modo da poter sfruttare al meglio l’esperienza e le capacità immense di Bjorn. Abbiamo dovuto rifare da capo molti dei nostri design, mentre cercavamo soluzioni innovative per dare a tutto il team nuovi materiali e un vantaggio tecnologico sul campo. Essenzialmente abbiamo dato a Steve e a lui carta bianca per lavorare esclusivamente sulle loro richieste e necessità in modo da lasciarsi alle spalle quanta più gente possibile. Cosa rende Bjorn un collaboratore speciale nello sviluppo rispetto agli altri rider con cui hai lavorato? B.S.: Bjorn è sicuramente il racer più professionale con cui abbia mai lavorato, ma conoscendo la sua fama, me l’aspettavo. Una volta che abbiamo cominciato a lavorare assieme, però, mi sono anche reso conto che è uno dei racer più stacanovisti che ci siano in circolazione, non me l’aspettavo! È anche un ragazzone davvero simpatico, quindi sono davvero contento e mi sento privilegiato a lavorare al suo fianco. Bjorn ha lavorato un sacco per portare Steve in Severne, appena dopo il suo arrivo. È strano vedere un racer aiutarne un altro, quanto è stato importante Steve per il nuovo programma? B.S.: Sì, è strano vedere due racer lavorare fianco a fianco, sembra proprio di essere in un team che lavora unito per creare un ottimo prodotto all’interno di un ottimo ambiente lavorativo. Il contributo di Steve al programma Reflex è stato pari a quello degli altri, l’idea stessa del sistema di Reflex è nata da un po’ di brainstorming con Steve. Anche lui è estremamente pratico per quanto riguarda lo sviluppo e ha passato un sacco di giornate a tagliare stecche e ad aiutare nella costruzione delle vele prototipo. Karin aggiunge poi una terza dimensione al tutto. Il materiale di cui lei necessita, essendo una donna, sarà ovviamente molto diverso da quello di cui necessita Bjorn? B.S.: Penso sia un’ulteriore dimostrazione di quanto la vela funzioni bene e si adatti sia a Karin che a Bjorn. L’obiettivo del sistema Reflex è di creare vele con un range enorme. Ciò significa che ogni vela ha un range di vento e peso del rider davvero notevoli. Dopo tutto, non ci sono tanti rider grossi quanto Bjorn, quindi aver un prodotto che sia anche adatto ad un pubblico medio di rider, rendendoli più competitivi, è un ottimo bonus. Nel disegnare vele assieme a Bjorn, quale pensi sia il segreto della sua velocità in andatura? 26

B.S.: Quando guardo Bjorn in acqua, rimango sempre sorpreso dalla sua solidità. La vela mantiene esattamente il profilo laminare e funziona sempre alla massima efficienza. Il Reflex system facilita questo processo per tutti, permettendo alla penna di reagire più velocemente e flettersi nelle raffiche o col chop, la vela stessa non destabilizza il rider. Utilizzi un approccio molto manuale e personale nella realizzazione delle linee sia wave che freeride, testando un’enorme quantità di materiale da solo. Testi anche del materiale da race o utilizzi un approccio differente? B.S.: È un processo differente per me in quanto mi baso moltissimo sul feedback di Bjorn e Steve per designare vele da race. È probabilmente un approccio più tradizionale e sto cominciando a capirci qualcosa solo recentemente. Anch’io utilizzo materiale da race ma è principalmente per capire effettivamente cosa Bjorn e Steve mi vogliano dire. Voglio trovare quei dettagli che li rendano ancora più veloci, semplificando poi anche il mio lavoro. Sebbene il tuo background sia quello di un wave sailor molto competitivo, ti ho anche visto surfare con materiale race a Perth in qualche evento locale, vincendo numerose batterie. Come ti senti in confronto a Bjorn quando siete sulla linea di partenza? B.S.: Come una lumaca che fa a gara con una Ferrari.



Un appuntamento multisportivo dedicato agli appassionati del windsurf, del kitesurf, S.U.P ed affini, al quale parteciperanno addetti ai lavori, atleti, amatori, giovani, pubblico, turisti, personalità e futuri surfisti;che fonde l'immagine di questi sport di mare a quello della terra di Sardegna, e più precisamente con le coste della Provincia di Oristano. Alla sua prima edizione l’evento si propone con un folto programma di gare e divertimenti, prima tra tutti la “SINIS ENDURANCE” una competizione amatoriale e professionistica su lunga distanza (Long Distance) per le discipline del Windsurf e Kitesurf dove gli atleti si sfideranno, su percorsi naturali, in una entusiasmante gara “a tappe” nelle scenografiche acque della Penisola del Sinis. Ma ancor più interessante, per gli amanti dello Stand-Up, la sfida su distanza del “PADDLE MARATHON”, nonché i diversi tornei a contorno della manifestazione di: beach tennis, beach rugby, e un programma di sensibilizzazione per chi si volesse avvicinare allo sport con lezioni gratuite e test delle attrezzature kite & windsurf.

DAY 1: Nella giornata di ieri e lungo tutto l’arco della notte, un severo Scirocco rendeva impossibili le operazioni d’allestimento del village e gli ultimi ritocchi organizzativi sulla spiaggia di Torre Grande. Poi come d’incanto tutto tace e L’Open Water Challenge apre i battenti in una splendida giornata di sole e … calma piatta! Nel SurfVillage, sul lungomare di TorreGrande (OR), come funghi, spuntano i diversi stand espositivi delle aziende più prestigiose del settore water-bording, sul mercato nazionale. Per il windsurf i marchi Challenger, North, Ezzy, Fanatic, Naish, AL360, 99 Customboards, mentre per il kitesurf espongono i propri materiali Gaastra, Nobile, O'Zone, JN, Naish, North Kiteboarding, Advance, Mystic, Slingshot, AirRish e Best, dando così la possibilità di scoprire le ultimissime novità che il mercato offre in materia di Surf, S.U.P, Windsurf e kiteboard. 28

DAY 2: Aprono le iscrizioni alla prima giornata di gara. Il meteo propone una presenza di Maestrale e l’interesse comincia a crescere tra atleti e pubblico augurando quindi lo svolgimento di alcune prove ufficiali. In palio, per le diverse discipline, un super montepremi di 4.000 euro. Vista la titubanza del vento che tarda a fare la sua venuta sui campi di gara, a metà giornata, l'organizzazione opta per dare il via alla prima gara ufficiale per la neonata disciplina dello Stan Up Paddlesurf (S.U.P). Gli oltre 20 iscritti vengono suddivisi in due batterie di qualifica e fatti gareggiare su di un percorso "race" delimitato da boe dalle alte difficoltà tecniche, con un lungo lato contro vento e una serie "zig-zag" proprio di fronte al pubblico. DAY 3 – RACING E DOWN WIND LONG-D S.U.P: Nel SurVillage continuano lezioni gratuite di windsur e kitesurf appassionando giovani/futuri surfisti di domani. E, come da previsioni, il vento anche se ancora a regime di brezza, non ha tarda a manifestarsi. La brezza diventa vento e alle 14,00 prendono il via a 2 prove di racing su percorso multiplo: composto da un lunghissimo traverso e uno slalom tra le boe che portava l'azione proprio davanti al pubblico del Surf Village. Ma l'azione non finisce qui, e per le ore 16,00 l'organizzazione propone quella che potrebbe essere, ad oggi considerata la prima Down Wind Long Distance di S.U.P. (disciplina mai disputata prima d'oggi su territorio nazionale). Su di un percorso di 8 km, con partenza dalle antiche rovine della città punico-fenicia di Tharros, con il vento alle spalle e sfruttando il moto ondoso, in una estenuante corsa verso il Surf Village di Torre Grande. personaggi di spicco per questa "prova di forza" completata in un tempo record 55 minuti, è il romano Fabrizio Gasbarro (team JimmyLewis).

DAY 4 - SINIS ENDURANCE: A concludere il folto programma manca solo



quella che, forse, era la gara più ambita ed attesa dell'evento intero: SINIS ENDURANCE, la long distance programmata sullo splendido scenario delle coste del Sinis, su di un lungo percorso (22 miglia marine) dalla spiaggia di Torre Grande, a quella di Mandriola. Sono le ore 16:00 quando, dopo una estenuante altalena di raffiche, il vento fa finalmente il suo ingresso coprendo tutto il percorso di gara sull'ampio tratto di costa, fino ai piedi del Surf-Village di Torregrande, nel golfo di Oristano. Optando per motivi tecnici per una leggera riduzione di percorso, l'organizzazione tempestiva, non tarda a dare il via, a detta di molti, alla più eclatante Down Wind-Long Distance, mai disputata nella storia del water-boarding. Tecnica, resistenza fisica, tattica di regata, tenacia, ma anche spettacolari scenari naturali, il tutto contornato da raffiche di vento fino a 25/30 nodi. Con un allineamento di partenza dall'isolotto di Porto Suedda i rider scendevano al "gran lasco" tra le turchesi baie e le insenature dalle sabbie di quarzo di Is Arutas e Maimoni, per poi raggiungere la Torre di Seu, nel cuore dell'Area Marina Protetta. Da lì, seguendo la curva naturale della costa, la rotta virava di qualche grado, verso FuntanaMeiga (rinomato spot per gli appassionati di wave) per poi passare la boa di San Giovanni di Sinis posizionata ai piedi della Torre saracena; quindi costeggiare sotto i faraglioni doppiando il Capo di San Marco, facendo ingresso nel Golfo di Oristano, per un'ultima corsa verso il traguardo, forse la parte più estenuante del percorso, fino alle porte del gremito SurfVillage posizionato sul lungomare di Torregrande. 50 minuti di pura performance e alta velocità ripagano dello sforzo, vedono tagliare il traguardo trionfante il kite di Daniele Concas (Gaastra). Sul podio, dopo una rincorsa fianco a fianco, la seconda piazza e per Salvatore Fenu (AirRush/Mystic) mentre in terza posizione Enrico Giordano (Slingshot). Per le diverse classifiche, nella disciplina windsurf, il cagliaritano Giuseppe Pugliese è primo, seguito dal locale Matteo Spanu (Fanatic/Ezzy) tallonato in terza posizione dal "king of Torregrande" Eddy Piana (team Eolo).

sul mercato nazionale. Challenger, North Sails, Ezzy, Fanatic, Naish, AL360, Gaastra, Nobile, O'Zone, JN, North Kiteboarding, Advance, Mystic, Slingshot, AirRish e Best, dando così la possibilità di scoprire le ultimissime novità che il mercato offre in materia di Surf, S.U.P, Windsurf e kiteboard. Doveroso il ringraziamento espresso da parte del folto pubblico ed atleti, per coloro che hanno reso fattibile tutto ciò, regalando un momento di colore, musica e sport-spettacolo, ma soprattutto tanto divertimento. In primis il Sistema Turistico Locale Eleonora d'Arborea in stretta collaborazione con la Provincia di Oristano e con l'importante supporto degli assessorati dei Comuni di Oristano e Cabras. Apprezzato lo sforzo organizzativo e il supporto logistico dei team Kite Family ed Eolo Windsurfing, realtà locali del waterboarding oristanese. Media-partner dell'evento Radio Internazionale.

CLASSIFICA SINIS ENDURANCE (OVERALL) 1. Concas Daniele (Gaastra/kite) 2. Fenu Salvatore (AirRush/Kite) 3. Giordano Enrico (Slingshot/kite) 4. Fabio Meloni (Nobile/kite) 5. Pugliese Giuseppe (Starboard/windsurf) 6. Matteo Spanu (Fanatic/windsurf) 7. Eddy Piana (Drops/windsurf) 8. Gigli Stefano (O’Zone/kite)

CLASSIFICA THARROS S.U.P. MARATHON (S.U.P) 1. Gasbarro Fabrizio (JLewis) 2. Nika Leonard (Naish) 3. Lass Helgo (Naish)

CLASSIFICA RACE OPEN (OVERALL al meglio delle 2 prove) Un grazie: Ringraziando chi con passione ci ha seguito per questa prima edizione del OWC di Oristano. Un grazie per aver animato con i loro stand espositivi il SurfVillage sul lungomare di TorreGrande per le aziende più prestigiose del settore

1. Marcis G.luca (Advance/kite) 2. Pugliese Giuseppe (Starboard/windsurf) 3. Gigli Stefano (O’Zone/kite)



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Le Isole Canarie, luogo d’origine di Nayra, secondo un’antica leggenda sono nate dalle figlie maggiori di Re Atlante. Conosciute sin dai tempi di Plinio il Vecchio, grazie al fantastico clima temperato di cui godono tutto l'anno sono diventate tra le mete preferite del turismo europeo, ma soprattutto, grazie all’Aliseo che soffia con costanza durante molti mesi sono luogo frequentatissimo da molti windsurfisti. Nell'antichità, prima della colonizzazione dell'Arcipelago svariati furono i navigatori che arrivarono o almeno avvistarono le Isole Canarie. Gli antichi viaggiatori chiamavano l'Atlantico "Oceano Tenebroso", e pochissimi si arrischiavano ad affrontarlo. Per secoli questa zona di mare fu creduta la fine del

mondo, a causa delle forti correnti che la percorrono. I fenici, i romani e i greci che si avvicinarono alle isole Canarie, le circondarono di racconti misteriosi e di un alone di leggenda. Secondo le storie raccontate dai marinai che viaggiavano nel Mediterraneo, nell'oceano Atlantico esistevano mostri marini che distruggevano ogni tipo di imbarcazione e si cibavano delle truppe. In qualunque momento, raccontavano, si poteva essere vittime dell'ira degli dei che provocavano tempeste devastanti o arrivare alla fine del mondo, che ai tempi si credeva piatto, e precipitare negli abissi. Noi in mare di sicuro avremo altro a cui pensare, quindi se siete interessati ad un buon “attacco del lip” buona lettura!

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© Maxime Houyvet

1. Per attaccare il lip e riuscire con successo ci sono tre punti fondamentali: velocità, timing e confidenza, naturalmente poi molti altri fattori da considerare, ma i seguenti fattori sono assolutamente necessari! 2. Prima di tutto dovete scegliere il punto di sezione che si vuole attaccare, quindi non bisogna mai perderla di vista! Cerca di scegliere il tempo giusto per impostare il Bottom, in modo da essere lì all’istante esatto, giusto poco prima che il lip rompa: troppo presto e non avrete alcun lip da attaccare, troppo tardi e sarete voi ad essere “schiacciati” dall’onda! 3. Tentate di mantenere una buona velocità durante tutto il Bottom. Più verticale attacchi il lip, meglio è. La carena della tavola dovrebbe essere rivolta verso il lip al momento dell’impatto, così mentre risalite dopo il Bottom mettete un po’ di pressione sulle anche in modo che la carena arrivi ad impattare il lip. Dovete

seriamente pensare di arrivare a quell’istante con molta forza: più forte sarà l’impatto più facile sarà riuscire nella manovra. Ricordate anche di aprire bene la vela quando state risalendo. A volte, se siete un poco in ritardo o non aprite sufficientemente la vela, il lip si rompe sulla vostra vela ancora prima che voi abbiate raggiunto il lip! 4. Nel momento stesso in cui voi state attaccando il lip, dovete immediatamente girare il vostro corpo in avanti (verso la discesa dell’onda). Se al momento dell’impatto avrete aperto la vela aiutandovi già con il corpo, la sola forza dell’ “urto” dovrebbe far si che la tavola giri da sola verso avanti e voi dovrete accompagnarla con il corpo. Guardate bene dove vorrete atterrare e siate sicuri di voi! La sicurezza è l’emozione che spesso fa si che voi riusciate a chiudere una manovra!



Cominciamo con una domanda semplice. Come vi siete incontrati? Come un sacco di coppie a Maui, ci siamo conosciuti a Jacques un venerdì sera. Una mia amica mi aveva consigliato di conoscerlo perché pensava che saremmo andati d’accordo ma non ci pensavo più di tanto, finchè poi l’ho visto arrivare ed ho subito sentito la necessità di presentarmi. Quanto vi ci è voluto per capire che fosse vero amore? Non so con sicurezza, è successo col tempo. Già dall’inizio stavo bene. Inizialmente eravamo solo amici e quindi ci siamo conosciuti senza pressione nè fretta, rispettando la nostra amicizia che poi s’è trasformata in amore. Da quanto siete insieme? Adesso è giugno, ci siamo messi insieme lo scorso marzo, quindi un po’ più di un anno. Su facebook però l’abbiamo reso pubblico solo due mesi fa, quando eravamo sicuri che potessimo veramente stare insieme. Chi ha fatto la prima mossa? Non ne sono sicura al 100% ma apparentemente sono stata io a farla. Penso che sapessimo entrambi che fosse inevitabile e che sarebbe dovuto succedere in un modo o nell’altro.

Marcilio Browne. © John Carter

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8 - 13 giugno 2010. Eccoci alla seconda tappa di PWA slalom, che dalla lontana Corea si sposta sulle coste della Spagna, più precisamente in Costa Brava. Come ogni anno si sa che questa tappa è molto particolare per le scarse condizioni di vento... ci sarà un motivo per cui tutti ormai la chiamano “Costa Nada”. Ma nonostante il poco vento e la pioggia che ha segnato questo evento, si è riuscito comunque a portare a casa due tabelloni, il primo completo, mentre per il secondo si è arrivati fino alle finali, senza riuscire a disputarle. Bjorn Dunkerbeck (Starboard/Severne) è stato sicuramente la star dell’evento, che portandosi a casa la vittoria del primo tabellone si è assicurato la leadership. Dietro di lui Antoine Albeau (JP/NeilPryde), che dovrà lottare duramente quest’anno per portarsi a casa ancora il titolo. Terzo posto a un fortissimo Cyril Moussilmani (Starboard/North Sails). Alberto Menegatti (Starboard/Simmer) finisce con un ottimo 14° posto, anche se brucia un po’ per il fatto che in tutte le heat aveva dominato davanti ai “big”. Ma leggiamo un piccolo resoconto di Alberto in esclusiva per Funboard: ALBERTO MENEGATTI (STARBOARD, SIMMER) Alberto Menegatti in Costa Brava. “Una prova e mezza, tanto potenziale ma poco sfruttato... ecco il resoconto della mia gara in Costa Brava. Velocità più che sufficiente per entrare nei top 10 con 4 heat vinte in sola una prova e mezza, di cui una qualifica per la finale vincenti. Grande pecca la seconda qualifica della prima prova che ha segnato la mia gara, dove assieme a Gonzalo ci siamo schiantati sulla seconda boa lasciando strada agli inseguitori e segnando il nostro evento. Per il resto, la parte più dura della gara è stata l’attesa e il riuscire a sfruttare ogni minima occasione, sapendo che sarebbe risultata decisiva! Ed ora passiamo dal vento leggero della Costa Brava con 7,8 - 8,6 - 9,5 di vela, alla più ventosa Fuerteventura con 5,5 - 6,2 - 7,0 e 7,8!! Ci sarà da divertirsi!”.

Seconda edizione per la gara più veloce del Lago di Garda svoltasi dal 5 al 6 giugno: GPS Garda Rally. Oltre 50 partecipanti, il massimo consentito, si sono sfidati a colpi di GPS sulle veloci acque del Garda. Come l’anno precedente il vento non è di certo mancato ed ha regalato due giorni di pura velocità per tutti gli appassionati. A registrare la velocità più alta è stato ancora una volta Thomas Fauster con 35,45 nodi su una media di 10 secondi, cioè circa 65 km/h con Fanatic e North Sails Warp 7.0. Secondo il campione Patrick Diethelm con 34, 87 nodi, che nel secondo giorno ha provato a uscire anche con tavola speed e ben 17kg di pesi nel salvagente, ma niente da fare (troppa onda per lo speed). E per finire, sabato sera beach party proprio in Conca d’Oro con foto e video proiettate della regata davanti a una marea di gente sotto le note dei Red Solution e dj 5th Suite. Per le classifiche complete www.torbolerules.com sezione gps garda rally 2010. TOP 10: 1. Thomas Fauster 2. Patrick Diethelm 3. Gianni Franchini 4. Francesco Prati 5. Claudio Fackelmann

35,45 34,87 32,42 31,80 31,59

6. Armando Bronzetti 7. Andy Mattausch 8. Wolfgang Seidel 9. Remo Diethelm 10. Marco Cattoi

31,48 31,08 30,87 30,80 30,70

Francesco Prati alla GPS Cup sul Lago di Garda. © Cataldo Albano



Finalmente è arrivato il momento della stagione più atteso per gli atleti nazionali di slalom: il Campionato Italiano. Quest’anno in tappa unica di 4 giorni per assegnare il titolo ufficiale di Campione Italiano riconosciuto dalla FIV, come da regolamento. Porto Pollo è una location ottima, nel 2008 ci aveva regalato una tappa bellissima con un maestrale che spazzava la costa fino a 60 km\h. Quest’anno purtroppo molte delle teste di serie come Andrea Cucchi e Alberto Menegatti sono stati impegnati nella tappa in concomitanza del PWA in Costa Brava (Spagna) e quindi la competizione ha perso un po’ di gusto, ma nel contempo si sono create maggiori possibilità per i nuovi antagonisti, tra i quali Matteo Iacchino, Malte Reuscher, Andrea Rosati e Marco Begalli. GIOVEDI’ 10/06 Arrivato ad Olbia alle 07:30 corro subito a Porto Pollo per l’iscrizione, la prima possibile partenza era fissata per le 13 e volevo cercare un parcheggio decente e armare con calma. Alle 09:00 aprono le iscrizioni presso lo Sporting Club Sardinia (Pres. Giorgio Bevacqua), si possono stazzare solo 2 tavole e 4 vele e dovranno rimanere quelle per tutta la durata dell’evento. La scelta diventa quindi di fondamentale importanza perchè è difficile prevedere le condizioni meteo a lungo termine, soprattutto qui in Sardegna. In ogni caso per la giornata il vento si dichiara subito dal mattino con 20 nodi abbondanti da sud-est; il campo di regata viene piazzato dal lato delle scuole, tre sole boe di percorso più due di arrivo e partenza. 45 in totale gli iscritti, comprese finalmente 3 donne, quindi il tabellone è composto da 4 batterie da 12 regatanti ciascuna, i primi 6 passano alle semifinali composte da 2 batterie da 12, dei quali i primi 6 passano alle finali vincenti (da 1° a 12°) e gli altri 6 passano alle finali perdenti (da 12° a 24). Alle 14:00 si dà inizio alle danze, le prime batterie sfilano regolarmente anche se il vento tende a diminuire. Per le finali il vento si stabilisce ma l’intensità è appena sufficiente, molti atleti come Matteo Iacchino (JP, Marco Begalli, Campione Italiano Slalom 2010.

Le premiazioni del Campionato Italiano Slalom 2010 di Porto Pollo.

Gaastra) e Malte Reuscher (RRD, Point-7) sono rimasti penalizzati per le attrezzature troppo piccole, in grande forma invece Marco Begalli (Starboard/Neil Pryde) che stravince. Al suo inseguimento la rivelazione dell’intero evento: Andrea Ferrin (RRD/Challenger). Ottima perfomance anche per Andrea Rosati (RRD/Neil Pryde) che si aggiudica la terza posizione. Tra le donne vince la prova della sua categoria Francesca Alvisa, 2° Emanuela Giorgi, 3° Louisa Milne (New Zealand). Per me invece la giornata non si è neanche aperta mancando la partenza della prima heat per qualche problema tecnico e sono rimasto a guardare la gara da terra! VENERDI’ 11/06 La seconda giornata di questo Campionato Italiano non è stata molto emozionante vista la mancanza di vento e la lunga attesa. Alle 17:00 il comitato di regata dà lo stop giornaliero, quindi la giornata si conclude con qualche birra fredda e un paio di risate tra amici. SABATO 12\06 I bollettini sono decisamente migliorati e grazie ai reggimi da ovest intorno ai 15 nodi è possibile disputare una seconda prova, questa è l’occasione giusta per chi come me non è soddisfatto della classifica provvisoria. Skipper’s meeting alle 12:00, le procedure di partenza rimangono le stesse, il campo di regata questa volta viene posizionato nella parte nord-ovest del golfo (quella cioppata per i pratici di Porto Pollo). Alle 15 circa vengono date le prime partenze per le qualificazioni. Anche in questo tabellone in prima posizione si impone Marco Begalli mostrando tutto il suo talento, in seconda posizione questa volta arriva Andrea Rosati seguito da Malte Reuscher, mentre Andrea Ferrin (RRD, Challenger) si deve per il momento accontentare della 4° posizione. Terminato il primo tabellone vengono dati i segnali acustici per la seconda prova del giorno, ma sfortunatamente il vento cala prima ancora di poter disputare le qualificazioni alle semifinali. Si conclude quindi la terza giornata. DOMENICA 13/06 Le previsioni sono decisamente migliorate e già dalle prime ore del mattino il vento è presente su tutto il campo gara e tende a rinforzare. Nell’aria si respira un filo di tensione soprattutto tra i primi perchè è l’ultimo giorno di gara e quindi quello decisivo. Come i giorni precedenti, la prima partenza è prevista per le 13:00 subito dopo lo skipper’s meeting. Anche in questa 3° prova, Marco Begalli domina con un

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Photo: Naish/E. Aeder

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KAILUA ENTRY LEVEL CRUISER 120, 140, 160, 180, 230, XR

naishsails.com


bordo di distacco dal 2°, Andrea Rosati, in 3° posizione Francesco Prati (RRD, Point7) seguito in 4°posizione dal ligure Matteo Iacchino. La capolista della classifica femminile è sempre Francesca Alvisa seguita da Giorgi e Milne. Un improvviso calo di vento ha costretto il comitato di regata a sospendere la 4° prova, ma verso le 16:30 quando ormai tutti concorrenti (compreso il sottoscritto) avevano caricato i mezzi pensando che la gara fosse finita, il vento riprende a soffiare e in pochi minuti si riparte con le batterie di qualificazione. Purtroppo però non si è riuscito a concludere le semifinali e quindi viene attribuito il punteggio medio a tutti i qualificati. Anche per la classifica Juniores le battaglie non sono certamente mancate in questo campionato, fino ad arrivare alla conclusione con il podio che vede Maurizio Farigu in 1° posizione, Luigi Romano in 2° e in 3°posizione Riccardo Errico. Abbiamo chiesto a Marco Begalli e Andrea Rosati di commentare la loro gara: Andrea Rosati: “Sinceramente mi aspettavo una gara con condizioni diverse. Porto Pollo è rinomato per il maestrale e il vento furioso... peccato lo abbia fatto la settimana prima e dopo e ci ha lasciato uno scirocco in calo e un maestrale appena sufficiente. Ma le gare sono così e devi essere sempre preparato e pronto a tutto. Come ben sai abbiamo dovuto rinunciare alla Costa Brava del PWA per venire qui e quindi l’aspettativa era massima. Volevo vincere e non si sono riuscito. Marco con la 9.5 era imprendibile. È super allenato con questo set up e in più io mi sono allenato molto di più con vele e tavole piccole, quindi ho sofferto un po’ le condizioni di vento leggero. Magari con altre condizioni avrei potuto dire la mia. Non ci crederai mai ma nonostante abbia una borsa da 30kg di pinne.... mi mancava la pinna per la tavola grande!!! Comunque devo fare i complimenti al vincitore in quanto non ha mai fatto un errore e ha regatato da vero campione. Io ero sempre lì pronto a cogliere l’errore

al volo che non è mai arrivato. Spero in futuro ci sia più coesione tra AICW, circoli ed atleti per avere delle gare al top dove tutti, dal campione all’ultimo arrivato, tornino a casa con il sorriso e con la voglia di tornare al più presto tra i campi di gara. Abbiamo ancora molti problemi da risolvere ma Carlo Cottafavi (neo-presidente AICW) ce la sta mettendo tutta. Vedremo se il suo lavoro sarà ripagato fra 2-3 anni.” Marco Begalli: “Porto Pollo ci ha regalato 4 giorni di vento anche se le previsioni erano pessime. Sono contento della mia prestazione in quanto premia tutti gli sforzi da me fatti questo inverno. La cosa importante e che c’erano 8 juniores: questo significa che la nostra disciplina sta interessando anche i più giovani. Se pensiamo che questo è il primo campionato slalom riconosciuto dalla FIV il risultato finale prende decisamente importanza per lo sviluppo della classe. Ringrazio tutti i miei sponsor: Garmin, AL360, Enerme e non ultimo Starboard, nella persona di Gianpiero Venè, che mi mette a disposizione delle splendide tavole.”

CLASSIFICA CAMPIONATO NAZIONALE SLALOM POS. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

N. VELICO ITA 415 ITA 0 ITA 1111 ITA 10 ITA 140 ITA 7777 ITA 3 ITA 189 ITA 147 ITA 163 ITA 11 ITA 911 ITA 78 ITA 49 ITA 165

COGNOME BEGALLI ROSATI FERIN PRATI IACHINO REUSCHER BEVERINO FARIGU ARCIPRETE DELOGU HOFMANN ROMANO COVRE FABRIZI LAI

NOME 1 PROVA 2 PROVA 3 PROVA 4 PROVA MARCO 1 1 1 45 ANDREA 3 2 2 6,5 ANDREA 2 4 13 6,5 FRANCESCO 4 10 3 6,5 MATTEO 5 6 4 6,5 MALTE 10 3 9 6,5 ANDREA 11 8 6 6,5 MAURIZIO 7 7 14 6,5 EMANUELE 6 9 11 6,5 ARCANGELO 25 5 10 6,5 ROBERT 12 12 5 6,5 LUIGI 25 11 8 6,5 MAURO 8 13 7 45 LUCIO 9 14 12 18,5 ANTONIO 21 18 20 6,5

TOT. 3 7 12,5 13,5 15 18,5 20,5 20,5 21,5 21,5 23,5 25,5 28 35 44,5



La vista dalla terrazza del nuovo Circolo Surf Torbole con le bandiere degli sponsor in primo piano.

Da quando ho partecipato per la prima volta 3 anni fa alla One Hour, al suo ritorno al Lago di Garda dopo anni di assenza, non vedo l’ora che arrivi il momento di questo importante evento annuale. Certamente non partecipo alla One Hour per vincere, i miei obiettivi da sempre sono il wave e il freestyle, ma avere la possibilità di gareggiare in un format semplice, adatto a tutti, al fianco di grandi campioni ma allo stesso tempo con ragazzi del tuo stesso livello/velocità, mi ha sempre attratto… e anche fatto fare qualche sporadica uscitina in slalom per un minimo di preparazione a questa gara. Il successo del format della One Hour, due boe al traverso per un’ora

Antoine Albeau vince la Starboard One Hour 2010 con la vela presa in prestito da Marco Begalli.

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di gara e vince chi esegue il maggior numero di lati, è proprio nel fatto che chiunque può gareggiare scontrandosi contro quelli che hanno il suo stesso passo. I più veloci, i professionisti, faranno una gara a se per vincere, ma tutto il resto della “massa” si dividerà in gruppetti per una gara nella gara. Questa semplicità si manifesta nell’alta adesione di iscritti. Quest’anno il limite era stato fissato a 80, ma per una situazione meteo decisamente avversa gli iscritti si sono fermati “solo” a 71, niente male! Molte le novità per l’edizione della Starboard One Hour 2010. Prima di tutto il nuovo main sponsor: Starbord, che ha dato anche il nome alla gara. Altro grande sponsor


dell’evento è il surf shop di Torbole Surf Planet. Non da meno il cambiamento della location, dopo le due ultime edizioni della One Hour svolte al Pier Windsurf, quest’anno si ritorna alle origini e l’headquarter è il nuovo Circolo Surf Torbole con la volontà di posizionare il campo gara originale, al traverso tra una sponda e l’altra del lago tra Torbole e Riva del Garda. Purtroppo il preannunciato Peler della domenica farà cambiare i piani. Altro punto importante di questa edizione è stata la partecipazione di alcuni top rider internazionali come l’attuale Campione del Mondo Slalom Antoine Albeau, Finian Maynard, Steve Allen e poi i nostri Alberto Menegatti, Andrea Rosati, il neo Campione Italiano Slalom Marco Begalli e tanti altri. Insomma una fleet da Coppa del Mondo. Ottimi gli sforzi organizzativi del CST per poter radunare così tanti campioni dello slalom in un week-end di gara e di festa. Anche quest’anno mi sono presentato al primo skipper’s meeting portandomi l’attrezzatura presa in prestito dal centro surf Europa Surf+Sail di Malcesine, una sola tavola e una vela (8.5), giusto per non avere dubbi. Fin da subito mi accorgo che a differenza degli anni scorsi ci sono molti più “pro” che “amatori” ed il clima è un po’ meno disteso. Probabilmente la maggior parte dei “comuni mortali” ha desistito dall’iscriversi controllando le previsioni. Sabato pomeriggio l’Ora entra ma dura troppo poco e si deve rimandare il tutto al giorno dopo; almeno la giornata mi è servita per provare il materiale slalom poiché quest’anno non ero riuscito a fare nemmeno un’uscita prima della One Hour. Il report dettagliato della gara di Francesco Prati lo potrete leggere qui sotto. Domenica invece la gara è iniziata grazie all’imprevedibile e molto forte Peler. Mi presento alla partenza con la mia 8.5 da freeride e mi accorgo subito che da riva abbiamo fatto tutti un piccolissimo errore di valutazione: a Torbole la raffica massima arrivava a 5 nodi, sul campo gara, praticamente a Tempesta, i nodi sono 20-25. Ormai siamo tutti nella stessa barca e certamente non si può tornare a Torbole per cambiare la vela. Quindi, via! Ho chiuso la vela e sono partito per questa mezz’ora di pura adrenalina. Il vento è così forte che a volte devo aprire talmente tanto la vela che posso fare a meno di agganciarmi al trapezio pur continuando a planare a tutta velocità. “Battaglio” tutto il tempo con il gruppetto che si è creato intorno a me e quando incrocio i primi osservo e ammiro la loro tecnica e velocità, soprattutto Albeau e Menegatti fanno impressione, Alberto a gestire la sua 9,6, Albeau ad essere comunque il più veloce nonostante il materiale in prestito! Purtroppo ci sono diversi ritiri di ragazzi che non riescono a gestire il loro materiale con le forti raffiche da Nord. Durante la gara ho anche io qualche difficoltà e il bicipite del braccio sinistro urla pietà, ma alla fine taglio il traguardo in 20° posizione. La cosa comunque più importante è che mi sono divertito, pur avendo una tavola slalom e solamente una vela freeride, quindi senza la minima speranza di avere una buona velocità, ho potuto confrontarmi con altri ragazzi facendo la nostra gara nella gara… e con quel vento è stato davvero emozionante, soprattutto i sorpassi in boa. Per la cronaca, vince ovviamente Antoine Albeau (JP/Neil Pryde) con un considerevole distacco dal secondo classificato, Alberto Menegatti (Starboard/Simmer). Antoine ha partecipato alla gara senza il suo materiale, a causa di un ritardo all’aeroporto, facendosi prestare una tavola JP e la vela da Marco Begalli!!! In terza posizione Steve Allen (Starboard/Severne), in quarta Finian Maynard (RRD/Gaastra), in quinta Andrea Rosati (RRD/Neil Pryde) e poi Marco Begalli (Starboard/Neil Pryde). Ancora una volta il format di questa gara/raduno ha avuto la meglio sulle avversità del tempo garantendo a tutti i partecipanti un weekend di puro divertimento immerso in una sana rivalità agonistica. Davvero apprezzabile la repentina decisione del comitato gara e del presidente del Circolo Surf Torbole, Giovanni Nogler, di posizionare velocemente domenica pomeriggio il campo gara adattandolo all’imprevedibile Peler! Special thanks to: Ringrazio Charles del Europa Surf+Sail (Starboard/Severne) di Malcesine per avermi prestato la tavola iSonic 121 e la vela Element 8,5 per partecipare alla gara. Europa Surf+Sail: presso Fraglia Vela Malcesine, via Gardesana 205, Loc Navene, 37018 Malcesine, (VR), Italia. Tel: +39.338.6053096. E-mail: staff@europasurfandsail.com. Web: www.europasurfandsail.com Il nostro collaboratore Francesco Prati è stato uno dei protagonisti di questa edizione della Starboard One Hour, ecco il suo commento della gara: Francesco Prati (RRD, Point-7): Già da mesi si preannunciava una gara molto importante e molto difficile, cosi è stata. Ci siamo trovati tutti sabato mattina al Circolo Surf Torbole per l’iscrizione con i più grandi campioni di Coppa del Mondo: Antoine Albeau, Finian Maynard, Steve

Alberto Menegatti, sempre velocissimo arriva secondo dietro all’asso francese. Tra le mani ha il nuovo boma TecnoLimits Contact Slalom, utilizzato in anteprima mondiale durante la gara.

La partenza della Starboard One Hour con il vento da Nord sotto al Ponale.

Francesco Prati a tutta velocità entra nella top 10.

Allen, e come se non bastasse non mancavano i più forti italiani: Alberto Menegatti, Marco Begalli, Andrea Rosati ecc. Insomma si preannunciava una gara molto dura, difficile da entrare nei top10. Le previsioni non erano di certo favorevoli, ma nel pomeriggio di sabato si è potuto dare il via alla Starboard One Hour. L’obbiettivo? Battere il record di lati percorsi da Alessandro Comerlati stabilito ancora negli anni 90. Se alla partenza c’era poco vento, appena arrivati a metà lago il vento è cambiato radicalmente passando da 11 nodi a 18-20, ma alla fine del primo giro il vento alla seconda boa era gia calato sotto il limite consentito. Solo 10 minuti di prova, e quindi niente di fatto, si rimanda tutto al giorno dopo. Le speranze erano veramente poche, per la domenica si prospettava solo pioggia. La sera del sabato sera tutti a festeggiare al Wind’s Bar fino a molto tardi dove anche Albeau ha dato il meglio di se tra un drink e l’altro (forse per le brutte previsioni del giorno dopo). Il risveglio della domenica non è stato uno dei più belli: freddo, pioggia e vento da nord. Lo staff del Circolo decide comunque di spostare il campo per il vento da nord e provare, stabilendo fin da subito che la regata durerà solo mezz’ora, quindi una “Half Hour”. Dalla barca giuria ci venivano comunicati 18 nodi sul percorso, ma da terra 45


Il podio della Starboard One Hour 2010.

sembrava non ci fosse veramente niente, quindi il 70% dei regatanti, compreso me, ha optato per tavola e vela da vento leggero. Risultato? Una volta arrivati sulla linea di partenza ci siamo ritrovati 20 nodi di vento con raffiche fino a 25. Tempo per cambiare vela non c’era, e quindi pronti partenza via! La mezz'ora (di sofferenza) è partita. Alla prima boa passa una Neil Pryde di Begalli, ma a guidarla c’era il campione del mondo Antoine Albeau (le sue vele erano state perse in aeroporto), secondo Steve Allen seguito da Finian, Begalli e Menegatti. Sembrava più una tappa di PWA che una regata italiana! Dopo pochi giri il campione di casa Menegatti riesce subito a passare Begalli e poi Maynard. Sul campo di gara se ne vedono di tutti i colori, ma la cosa è certa: tutti hanno l’attrezzatura troppo grande!!! L’unico che sembra farsi una passeggiata con il sorriso stampato in faccia è Albeau, che giro dopo giro distacca il resto del gruppo ad una velocità e semplicità incredibile, ecco forse perche è il campione assoluto! Per noi altri è una vera battaglia contro il vento ma anche contro il freddo (notare che siamo a metà giugno). I minuti passano e più o meno le posizioni rimangono invariate, tranne per Alberto Menegatti che riesce a infilare in strambata Steve Allen e a distanziarlo il minimo necessario per tenere saldo il secondo posto. Grande battaglia invece per il 5° e 6° posto tra Rosati e Begalli, l’ultimo più veloce sul bordo, e l’altro più veloce in strambata. Fortunatamente la mezz’ora scade e tutti gli atleti finiscono il giro in corso per tagliare il traguardo. Fosse stata un’ora di gara, non so quante persone sarebbero

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

arrivate alla fine!!! È stata veramente dura, ma molto emozionante, e non tutti i giorni ci sono gare così e con questi personaggi. Una volta a terra le classifiche escono subito dopo 10 minuti (come avranno fatto non si sa) e quindi Albeau vince la Starboard One Hour, seguito da Menegatti e Allen. Fuori dal gradino del podio l’altro campione Maynard. Rosati riesce a tener testa a Begalli arrivando rispettivamente 5° e 6°. Fauster dietro di loro, seguito da Iachino, Reuscher e io (Prati) per chiudere la top10. Tirando le somme è stata una gara combattuta, molto fisica e molto bella. Ora non ci resta che aspettare un anno per la prossima edizione e sperare in una bella Ora e battere questo record! Numero passaggi lato boa-barca Nº lati TEMPO NAME & SURNAME SAIL NR. CAT. CIRCOLO SPONSOR BARCA BOA TOTALI complessivo ALBEAU ANTOINE FRA 192 OPEN FRANCE NP/JP/QUIKSILVER/MORANGINA/FORD/DEBOICHET 5 5 10 0:35:25 MENEGATTI ALBERTO ITA 4 OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE STARBOARD/QUIKSILVERSIMMERSTYLE/CST/AGRITURLAURA/PATLOVE 5 5 10 0:36:08 ALLEN STEVE AUS A0 OPEN AUSTRALIA 4 5 9 0:30:10 MAYNARD FINIAN KV 11 OPEN ISOLE VERGINI RRD/GAASTRA/RRD CLOTHING 4 5 9 0:31:07 ROSATI ANDREA ITA 0 OPEN FREGENE VELA SURF RRD/NEIL/PRYDE/NISSAN/POWER BALANCE 4 5 9 0:31:15 BEGALLI MARCO ITA 415 OPEN CV WIND.CLUB CAGLIARI GARMIN/STARBOARD/SEVERNE 4 5 9 0:31:27 FAUSTER THOMAS ITA 106 OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE NORTH SAILS/ION 4 5 9 0:31:57 IACHINO MATTEO ITA 140 OPEN LNI ALBISOLA JP/GAASTRA/AL360/MYSTIC/GLORIFY 4 5 9 0:32:32 REUSCHER MALTE ITA 7777 OPEN CIRC.VEL.PORTOAZZURRO AL360/POINT 7/RRD 4 5 9 0:33:20 PRATI FRANCESCO ITA 10 OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE POINT 7/RRD/TORBOLERULES.COM/CST 4 5 9 0:33:31 BRONZETTI ARMANDO ITA 186 FREE12 CIRCOLO SURF TORBOLE 4 5 9 0:33:36 RIGHI ROLANDO 17 FREE12 CIRCOLO SURF TORBOLE 4 5 9 0:33:40 MARCHEGGER LUIS ITA 6 OPEN CIRCOLO SURF TORBOLE OBERALP/JP/GAASTRAGLORIFY/AERON 4 4 8 0:34:02 FERIN ANDREA ITA 1111 OPEN ASS.VEL.WIND. MARINA JULIA CHALLENGER/RRDQUICK BUTTEN/ADESIVIP/BILLON 4 4 8 0:34:19 FABRIZI LUCIO ITA 49 OPEN LNI ANZIO 138 4 4 8 0:34:33



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Il Brand Manager, Craig Gertenbach, crede fermamente nei multi fin set up fin da quando i twinzer sono esplosi sul mercato qualche stagione fa. Appena ha provato i Quad non c’è voluto troppo tempo a convincerlo che quella fosse la direzione giusta per il futuro.

CRAIG: Fanatic ha sperimentato svariati set-up, da principio si voleva sviluppare un tri-fin, abbiamo pensato che potessero funzionare bene, perchè si potevano chiudere facilmente le piccole scasse anteriori ed utilizzare la tavola come single, con minor attrito in acqua. Sembrava però ci fossero notevoli problemi, quindi abbiamo deciso di puntare sulla realizzazione di un quad fin, per portare in avanti l’evoluzione del set-up a pinna multipla sulle nostre tavole wave. La ragione principale dietro questa scelta è stata che i Twin, rispetto ai single, avevano numerose qualità in più ma sembravano perdere un po’ troppa aderenza ad alta velocità. Il quad è praticamente l’evoluzione del Twin… il livello successivo! Sono sicuro che nel giro di un paio d’anni non ci saranno in giro molti twin. Appena lo sviluppo dei quad sarà ultimato, la gente comincerà ad apprezzare e riconoscere le immense potenzialità e qualità di questo set-up innovativo. C’è ancora un ampio range di utilizzo per i single e i twin, ma in termini di presa in curva e velocità, non si possono fare paragoni. Il compito è stato delegato al Team rider Klaas Voget, che avrebbe dovuto realizzare dei prototipi iniziali con l’aiuto del suo compagno Victor Fernandez e di Sebastian Wenzel, shaper Fanatic.

KLAAS: Abbiamo cominciato l’intero processo di sviluppo buttando giù un po’ di idee assieme al nostro shaper, Sebastian Wenzel. Gli abbiamo chiesto di realizzare un prototipo di Quad per me e Victor, facendo i primi progetti su come avrebbe dovuto essere. Abbiamo controllato un sacco di quad setup su tavole da surf da onda prima di disegnare le nostre primissime due tavole. La cosa più importante da fare all’inizio era assicurarci di avere la corretta impostazione delle pinne. La maggior parte delle pinne sui surf da onda sono posizionate con un leggero angolo, quindi abbiamo cominciato a sperimentare un po’ e vedere come funzionano. Abbiamo cominciato ad utilizzare delle pinne future, che erano più morbide ma garantivano troppa poca presa alla tavola. Poi siamo andati a Guincho dopo Pozo con i due prototipi che avevamo. Abbiamo sperimentato con un sacco di angoli e pinne di diversa flessibilità. Alcuni giorni li abbiamo passati nella shaping room a cambiare gli angoli d’ingresso delle pinne, finchè abbiamo trovato l’angolo perfetto in cui posizionarle. Non abbiamo semplicemente buttato su un altro paio di pinne su un Twinzer… sapevamo di poter guadagnare un sacco di presa con un quad e quindi abbiamo realizzato dei nuovi shape con un rocker più accentuato. Con un twin, questa operazione era impossibile in quanto per curvare era fondamentale affondare il rail intero, rendendo la poppa instabile e facendola andare in spin out. Col quad invece, le pinne riescono a mantenere la presa anche con tutta questa pressione, quindi si può avere un po’ più di rocker. Le quattro pinne assicurano portanza e spinta molto maggiore, quindi abbiamo dovuto bilanciare il tutto con un rocker più accentuato. Per Fanatic il punto critico è stato riuscire a testare la tavola in tutte le possibili condizioni, per una grande varietà di rider. Il Brand manager, Craig Gertenbach, voleva essere sicuro al 100% che il range di tavole fosse testato a fondo in ogni fase della realizzazione, prima di venir messo sul mercato…

CRAIG: La maggior parte del testing è comune per tutte le nostre tavole wave. Non abbiamo la base a Maui… il nostro shaper, Sebastian è a Guincho, una delle migliori location europee per il windsurf. Quasi tutti i nostri rider surfano in location differenti, Klaas è spesso nel Mar del Nord, Victor surfa ad Almeria dov’è spesso onshore e choppato e per finire Brawzinho è sempre in Brasile o a Maui. Il modo migliore per sviluppare una tavola adatta ad ogni condizione è appunto quello di testarla in una grande varietà di condizioni e location, in mano a diversi rider, con stile e peso diversi. Il nostro approccio principale è quello di lavorare con Sebastian Wenzel e i nostri 50


rider, che utilizzano esclusivamente shape realizzati da lui, in modo da dargli direttamente tutto il feedback e spingere Sebastian ad essere il più competitivo possibile. Questo feedback è stato particolarmente importante quest anno con i Quad. È un’idea innovativa, un concetto nuovo. Mentre stiamo scrivendo, siamo qui a Cape Town ma le abbiamo già testate a Gran Canaria, Reunion, Guincho, Danimarca, Maui e Chile. Abbiamo veramente messo queste tavole alla prova in un sacco di diverse condizioni, ogni condizioni possibile. È davvero importante vedere il comportamento generale di una tavola. Il nostro Team rider, Marcilio Browne (aka Brawzinho) è stato uno dei primi ad aver avuto tra le mani i prototipi dei Quad da provare in Brasile. È rimasto immediatamente impressionato:

BRAWZINHO: Abbiamo scoperto un sacco di cose interessanti nei primi due mesi. Principalmente la prima cosa che si nota è che il Quad ha un controllo notevole, perfino in andatura. Questo aiuta un sacco a saltare anche con vento forte e a gestire la tavola senza problemi anche in condizioni di chop; in generale, maggior controllo in ogni condizione. In Brasile le tavole fanno davvero paura anche con onde di un metro, girano strettissimo con una presa incredibile. E’ davvero facile far windsurf… si fanno molti meno errori ed è molto più facile posizionare la tavola sull’onda. Dopo aver provato il Quad, mi sono reso conto che in precedenza facevo un po’ di fatica con le altre tavole pur non sapendo bene perchè, ma con il Quad, ed il lavoro di squadra, tutto è risultato più facile! Ovviamente era fondamentale trovare il giusto assetto per le quattro pinne ma dopo una durissima missione di testing del team Fanatic R & D e soprattutto di Klaas a Guincho, abbiamo finalmente trovato il perfetto set up. KLAAS: A Guincho mi sono concentrato un sacco sulle pinne. Avevamo una tavola nuova di zecca e dovevamo provare ogni singola possibilità. La primissima cosa che ho fatto è stata sedermi a osservare un po’ di single fin e twinzer per studiarne la disposizione. Poi ho laminato alcune pinne da solo e ho fatto 8 diverse impostazioni. Ho passato davvero un sacco di tempo a giocare con tutte le varie combinazioni, testandole a fondo. Trovare il corretto set-up delle pinne era il primo passo. Se le pinne non funzionano correttamente, la tavola è spacciata. Dopo aver sistemato questo primo ostacolo, abbiamo realizzato il set successivo di prototipi. Ogni volta che vado a far windsurf, adesso, mi porto una sacca piena di pinne in spiaggia, un martello di gomma e una chiavetta FCS in modo da poter cambiare le pinne a piacimento. Di solito esco con un set-up per circa venti minuti e cerco di prendere quante più onde riesco e chiudere un po’ di salti, poi torno in spiaggia per cambiare il set-up. Cambio posizioni nella scassa o le dimensioni delle pinne e poi esco ancora per un’altra session. È un lungo processo di selezione e piano piano ti rimangono solo le opzioni migliori tra cui scegliere. Una piccola variazione nelle pinne può comportare un’enorme variazione nel comportamento della tavola. L’angolo d’ingresso delle pinne è fondamentale. Devono essere leggermente angolate in quando il concavo sotto la tavola, spinge l’acqua verso i lati. Questo significa che anche con una pinna dritta si crea un po’ d’attrito. Quando mettiamo delle pinne abbastanza grosse nelle scasse laterali, dobbiamo assicurarci di trovare l’angolo perfetto che crei meno attrito possibile. Una volta trovato, la tavola diventa spaventosa.

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Lo sviluppo delle tavole Quad è molto più complicato che non buttar su un paio di pinne in più sulle tavole Twin già realizzate in precedenza. Per il nuovo Quad, il team ha deciso di creare uno shape completamente nuovo, con una nuova linea di rocker, come ci spiega Victor Fernandez:

generano un sacco di portanza e velocità in più sul piede posteriore, permettendo di slidare la manovra con facilità disarmante. È una slashata controllata in quanto all’uscita riprendi subito trazione. Col twin fin invece parti in slashata senza il minimo problema ma poi è difficile riprendere il controllo.

VICTOR: Lo shape del Quad è completamente diverso da quello delle tavole single fin, non possiamo semplicemente piazzare un’altra scassa in mezzo alla tavola e trasformarla magicamente in una convertibile. Abbiamo più rocker nei Quad ed i Single hanno anche bordi più fini. Secondo me stiamo facendo un enorme passo avanti utilizzando le nuove tavole Quad. Adesso abbiamo tra le mani una tavola davvero ottima, dopo un sacco di test e prove. Ci sono voluti quasi 12 mesi per arrivare alle tavole che abbiamo ora. I Quad hanno una presa davvero ottima che ti permette di stallare ancora di più sulla cresta dell’onda. Sono molto più sicuro che non col Twin, avevo dei problemi con la presa del twin e la poppa in particolare. Era un po’ troppo scivoloso e quando c’era chop sull’onda era davvero un’impresa non farla andare in spin out. Il Quad invece ha velocità ancora maggiore e una presa senza confronto. Devo aver sotto una tavola che mi dia sicurezza, anche durante le gare. Con un single fin devi avere un timing davvero impeccabile e in sincronia con il top dell’onda, solo in questo modo la tavola mantiene velocità sufficiente, se il tuo timing però non è così preciso, il rail si inabissa nel top dell’onda e non va bene. Col Quad invece puoi anche partire in anticipo, hai comunque la sicurezza che la tavola manterrà un’ottima velocità durante tutta la curva, con una presa semplicemente incredibile. Abbiamo provato le tavole anche in Cile e al Guincho con condizioni onshore, e vanno altrettanto bene. I Quad non hanno la stessa velocità dei single fin o la stessa spinta quando salti ma, tutto sommato, ora preferisco utilizzare i Quad. Per alcuni tric come le Taka, le quattro pinne

Una volta che il team è stato soddisfatto dei nuovi Quad, era ora di valutare tutti i pro e contro del nuovo concetto, rapportandolo al Twin già in commercio.

KLAAS: La prima impressione che ho avuto quando ho provato il Quad è stato che riuscisse a combinare gli aspetti positivi del twin e del single. Il twin è perfetto per curve molto strette e giocose grazie al carattere reattivo della tavola… il single fin invece ha un’ottima velocità quando si riescono a fare i bottom usando tutta la lunghezza del rail. Col Quad si riescono a fare curve molto strette, grazie alle pinne corte e flessibili e risulta facile lasciar partire la poppa nel top turn, proprio come coi twinzer ma quando sono ancora in acqua, riacquisisci pieno controllo e presa. Con un twin invece si fa molta più fatica a riacquisire controllo dopo lo slide. Si riesce davvero a spingere sul rail e sulla poppa nel bottom turn, mantenendo quella reattività anche nel top turn, come se stessi usando un twin. È proprio questo che mi ha colpito di più! Prima ero sempre indeciso tra single fin e twin fin. Usavo il single quasi tutto il tempo in quanto ero soddisfatto della velocità, spinta e controllo, soprattutto con onda grossa e choppata. Ora il Quad combina il meglio di entrambi i design. Sono appena uscito col Quad con due alberi d’onda qui a Cape Town. Lo scorso anno avrei sicuramente usato il mio single fin piuttosto che il twin, in quelle condizioni, in quanto sarebbe stato assolutamente fuori controllo, mentre col Quad avevo tutta la presa e controllo che potessi desiderare. Dopo un altro mese di test intensivo alle Hawaii, Brawzinho era già convinto che i Quad fossero un enorme passo avanti:

BRAWZINHO: Un aspetto che ho riscontrato da subito, stando un sacco di tempo alle Hawaii, è quanta spinta e proiezione in più hanno queste tavole. Con i Quad, stranamente, guadagni velocità in curva e la tavola accelera in avanti molto di più rispetto ad ogni altra tavola. Il controllo è assolutamente incomparabile rispetto ogni altra tavola. Questo facilita notevolmente la gestione dell’impatto sulla schiuma e anche gli slash. Ha un sacco di presa anche per i normali top turn, rendendoli molto più facili e sicuri, con minor probabilità di errore ed un’incredibile facilità nel fare anche tutte le manovre new school come Taka, Backside 360, Frontside 360 e Goiter. Mi sembrava di avere il controllo e la presa del single fin con la maneggevolezza del twinzer… la combinazione perfetta!


Con una tavola single fin, c’è bisogno di un timing perfetto per andare a prendere il lip ed alzare un bel po’ d’acqua al top turn, ed in questo Brawzinho, Klass o Victor sono davvero dei maestri. Craig Gertenbach è convinto che il Quad renderà tutto molto più facile anche per i rider di livello medio, e ovviamente per avanzati ed esperti. Ecco il perché:

CRAIG: Con una tavola single fin, per riuscire a fare un buon spray devi essere esattamente nella parte più ripida dell’onda e avere capacità notevoli. Ho notato, guardando indietro mentre faccio il Cut Back col Quad, che alzo uno spruzzo molto più alto rispetto a quello che farei con un single fin. Il rail ha davvero un’ottima presa ed è appunto il rail intero ad alzare colonne d’acqua, non solo la parte posteriore. È davvero perfetto poi quando l’onda non ha così tanta potenza. La differenza è evidente. Penso che queste tavole saranno davvero un’ottima scoperta per un sacco di rider che vogliono imparare a fare waveriding. Per il rider che preferisce saltare e raramente surfa, invece consiglierei di restare sul single fin perché comunque la velocità di punta è maggiore. Per tutti coloro che invece vogliono uscire con qualsiasi tipo di condizione wave e vogliono migliorare in waveriding, il Quad è un must. Non devi preoccuparti nemmeno del posizionamento della vela perché comunque la tavola in sé gira molto più stretta. La single fin praticamente mantiene la tua velocità d’ingresso durante la curva, bisogna però avere perfetto timing con l’onda o pompare con la vela. I Quad e Twin tendono a generare molta più velocità senza che vi sia potenza nella vela. Non hai quasi più bisogno della vela e quindi puoi anche posizionarti in sezioni meno critiche, progredendo piano piano. Penso che il Quad sarà perfino meglio del Twin per l’utente medio, perché ha presa maggiore anche nel top turn. Molti rider non hanno ancora un timing perfetto e col Quad ci si può permettere di essere un po’ meno precisi. Puoi entrare in anticipo o in ritardo sul lip e comunque avere un ottimo controllo. Quando invece sei con un single fin tendi a fare delle curve più lunghe e se vuoi fare curve più strette devi per forza buttare giù la vela per fare più pressione sul rail. Devi sapere esattamente quando aprire la vela in modo da mantenere una buona velocità in curva altrimenti tenderai a perdere velocità in quanto la pinna singola genera molta meno portanza e quindi c’è bisogno di onda più potente e formata. A me, che sono un rider che non fa sempre windsurf, con un timing non proprio perfetto, il Quad mi fa sentire molto più a mio agio e mi sembra perfino di surfare molto meglio. Mi sembra di fare delle curve molto più strette e slashate. Riesco a mantenere una maggior velocità, senza preoccuparmi minimamente della vela. La posizione della vela su una single fin influenza moltissimo la curva della tavola. Un sacco di rider non se ne rendono conto. Con un Quad sotto i piedi, la posizione della vela è molto meno determinante rispetto al single fin set-up. È molto più facile surfare meglio e divertirsi, sia per i ragazzotti vecchi come me, che per i rider che stanno cominciando a far wavesailing.

Il Bottom Turn è una delle manovre più delicate nel windsurf. Nei nuovi Quad, Klaas Voget ha riscontrato una spinta e velocità senza precedenti:

KLAAS: La differenza primaria tra le tavole Quad rispetto al single è che nel Bottom Turn si sente molto la spinta delle pinne anteriori. Quando ti pieghi in avanti sul Quad e ti appoggi sul rail per curvare, senti che c’è quasi un spinta che ti fa accelerare e ti spinge fuori dall’acqua. Questo set-up aiuta a farti accelerare all’uscita del Bottom Turn, permettendoti di arrivare al Top Turn con un sacco di velocità. È un’ottima situazione. La stessa sensazione si ha nel Top Turn e nel Bottom. Sembra che ci sia un’inesauribile spinta controllata, diversamente dalla sensazione di precarietà ed instabilità del twinzer, dove basta un piccolo chop per farti andare in spin out. Dopo aver testato a fondo il prodotto ed il programma di sviluppo, Craig ed il team sono sicuri che il Quad sia un enorme passo avanti.

CRAIG: Un sacco di gente si lamenta che nel windsurf non ci c’è mai niente di nuovo. Improvvisamente sono arrivati i Twinzer e subito i critici a darci contro, dicendo che è solo una trovata pubblicitaria per vendere di più. Adesso sono arrivati i Quad ed ecco che si lamentano perfino più di prima. Noi paghiamo i nostri atleti per sviluppare le tavole che voi usate. Sicuramente non lavorano per sviluppare tavole che vanno peggio di quelle che sono già sul mercato. Se il prodotto non è di qualità, non verrà comunque venduto nonostante il marketing che lo lancia. C’è una ragione se stiamo passando mesi interi a testare i Quad. Fanatic non è uscita subito con un Quad. Avremmo potuto se avessimo voluto… ma il nostro approccio è lo stesso che abbiamo avuto col Twinzer. Siamo stati una delle ultime compagnie a mettere il prodotto sul mercato, in quanto prima l’abbiamo testato e provato in tutte le condizioni. Abbiamo venduto tutti i Twinzer che avevamo lo scorso anno. Certi critici dovrebbero aprire un po’ di più la loro mentalità e chiudere un po’ di più la bocca, in quanto, quando noi facciamo qualcosa di nuovo non lo facciamo perché seguiamo mode e non abbiamo altre idee interessanti. Dietro ogni idea c’è una persona che prende decisioni, aiutata da un team di persone serie che lavorano assieme sul progetto. Magari con Fanatic si deve aspettare un po’ più a lungo rispetto agli altri marchi, ma quando mettiamo in commercio un prodotto, è finalizzato al 100%, testato ed approvato in ogni condizione. Spero che il pubblico del wavesailing manterrà una mentalità aperta, accogliendo il concetto del Quad, sicuramente non se ne pentiranno! L’attesa è stata ripagata! 53


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INTRO I sorrisi stampati sulle facce di tutti gli atleti, degli organizzatori, dei giudici, del pubblico, del personale di servizio e del Race Director Tom Hartmann, riassumono alla perfezione i 4 giorni di gara del Sardinia Freestyle Grand Prix svoltosi a Coluccia (Santa Teresa di Gallura-Sardegna) dal 30 maggio al 2 giugno. Quando l’organizzazione è impeccabile, le scelte del race director sono precise e ben sincronizzate con le tempistiche della giornata, l’ospitalità agli atleti è ottima e pressoché totale (con colazione, pranzo e cena free) grazie alla “crew” con Stefano Pisciottu, presidente del Club Porto Liscia, ecco che ci sono tutti i presupposti per un evento perfetto. Se a tutto questo aggiungiamo 5 giornate di vento, (compreso il warm up del 29 maggio) con punte da 60 nodi fino ad un limite minimo di 18 in uno spot che si presta alla perfezione per questo tipo di disciplina, la rampa Red Bull e il folto pubblico presente in spiaggia complice anche il lungo ponte, l’evento non è più solamente perfetto ma entra a gran voce nei libri di storia delle competizioni

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freestyle. Non a caso Tom Hartmann ha esordito durante la premiazione finale dicendo che è stato il miglior contest di Freestyle della storia dell’EFPT. Stiamo parlando di 3 tabelloni double completati con 32 atleti, 4 giorni di gara ininterrotta con heat che iniziavano verso le 9:30 e finivano alle 18:00. Si sono utilizzate vele da 3.7 con raffiche ingestibili e chop da Push Loop (Steven VanB ne ha fatto uno), e si sono avute classiche condizioni da vento “termico” da 5.0 e acqua super liscia. Ogni rider ha potuto confrontarsi e scontrarsi nelle più svariate condizioni, potendo utilizzare anche uno scarto; non ci sono scuse quindi, la classifica dimostra quali erano i rider più in forma. Allacciate le cinture di sicurezza e gustatevi questa Coluccia on fire!!!

DAY 1 Il primo giorno di gara a Coluccia sono stati subito fuochi artificiali. Per tutta la giornata si sono viste in acqua vele dalla 5.0 alla 4.0 e soprattutto un livello di manovre pazzesco. I vincitori della giornata sono due: lo spot di Coluccia, che ha messo a disposizione il palcoscenico ideale e Steven Van Broeckhoven, che ha dimostrato di essere un gradino - "anche tutta la scala" ha commentato qualcuno sopra gli altri. La giornata è cominciata presto, con skipper’s meeting alle nove e prima batteria appena passate le dieci di mattina. Ora di mezzogiorno il primo round era già concluso. Fra gli italiani in evidenza Gabriele Varrucciu e Filippo Bestetti (9), Mattia Fabrizi (5) e Gigi Madeddu (4). La finale del single ha visto in acqua Scheffers e VanB, cioè il secondo e il primo dell'edizione 2009, ed esattamente come lo scorso anno la vittoria è andata al belga. Dopo un'ora di pausa la competizione ha ripreso col double elimination. Il primo round è stata una tragedia per il local rider e campione italiano in carica Stefanino Lorioli: dopo essere uscito al primo round in mattinata con una prestazione opaca, Stefanino è stato al di sotto dei suoi standard anche nella batteria con Fabio Calò, e un giudizio discusso l'ha definitivamente estromesso dal primo tabellone. Ha fatto molto bene invece Jacopo Testa, che nel double ha recuperato posizioni fino alla tredicesima. Ottimo anche Mattia Fabrizi, che ha difeso bene la posizione chiudendo sesto.


DAY 2 Come da previsioni Coluccia la mattina seguente ci ha accolto con una botta di vento da paura. Alle 10 il race director Tom Hartmann ha dato il via a un nuovo double elimination, con gli atleti che sono scesi in acqua con la vela più piccola a disposizione, tra la 3.4 e la 4.0. Le condizioni si sono dimostrate veramente difficili, tanto che al primo round si sono viste più cadute che manovre; ma a quello successivo gli atleti EFPT avevano già preso le misure alla bufera (a Porto Pollo, due chilometri sottovento, hanno misurato raffiche a 65 nodi!) e lo spettacolo è andato progressivamente aumentando. Senza alcun dubbio questo è stato il single della riscossa di Stefanino Lorioli e della conferma di Mattia Fabrizi. Dopo quasi tre ore i due si sono trovati infatti a sfidare, in semifinale, rispettivamente Van Broeckhoven e Agkazciyan. I cinque minuti delle semifinali sono stati una visione: ventone, sole, e in acqua due dei più forti freestyler del pianeta a giocarsela contro i due local rider adottivi di Coluccia. Che spettacolo! Nella finale del single ci sono andati i due forestieri (VanB facendo tutta la batteria con le cimette mure a sinistra rotte!) lasciando a noi il piacere di una finalina tutta italiana, vinta da Fabrizi. Alle due del pomeriggio è partito il double elimination. Dalla parte bassa del tabellone sono risaliti bene Mazzocca, Gamba e Yarden Meir; il nostro si è fermato al nono posto, mentre Meir è arrivato a sfidare Stefanino Lorioli conquistando il quarto posto. In alto, nonostante heat molto combattute, il risultato non è cambiato, Fabrizi ha messo duramente alla prova Agkazciyan, che a sua volta ha fatto lo stesso con Van Broeckhoven, ma la classifica finale dei primi tre non è cambiata rispetto al mattino.

DAY 3 Terzo giorno di gara al Sardinia Freestyle Grand Prix e terzo tabellone con gli atleti in acqua con vele tra la 4.5 e la 5.3. Il primo round ha visto uscire molti italiani, dei nostri sono sopravvissuti solo Fabrizi, Bestetti, Madeddu e Lorioli. Il secondo round fa ulteriormente selezione: fuori Lorioli (contro Van Broeckhoven) e Madeddu (in una heat tiratissima con Ruenes); avanza solo Fabrizi nella heat fratricida contro Bestetti. 57


Nei quarti Fabrizi ha visto la sua corsa interrotta da un Souza De Pedro veramente a suo agio in queste condizioni; in semifinale con Souza ci sono andati Van Broeckhoven, Akgazciyan e Scheffers, mettendo in piedi uno spettacolo di fuochi d'artificio. Per la prima volta nel contest VanB perde una batteria, e a domarlo questa volta è il suo amicone Scheffers, autore di una prova eccezionale. La finalina ha visto un VanB indiavolato dominare in lungo e in largo, ma l'attesa era ovviamente per la sfida per il primo e secondo posto tra Scheffers e Akgazciyan: il primo ha puntato più sulla radicalità delle manovre, mentre il secondo è andato giù di brutto con la quantità. Per i giudici la prima

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impostazione è la migliore, Scheffers vince il single e mette una seria ipoteca sul secondo posto finale. Con lo spot ancora pettinato dal vento, l'herr director Tom Harrtmann non fa ipoteche sul futuro e fa partire il double elimination. Al primo round bene gli italiani; passano Vinante, Cronst, Calò, Testa e Mazzocca Gamba che riscattano la non brillantissima prestazione del single. Nel secondo round fanno un passo avanti Lorioli, Madeddu, Bestetti e Testa. Gli ultimi due si scontrano nell'ennesimo derby di questa competizione, con il Best che ha la meglio su Testa e incontrerà Ruenes al turno successivo. Il contest termina invece per Madeddu e Lorioli, sconfitti da Zan e Promponas.


DAY 4 Il quarto giorno consecutivo di vento ha permesso di completare il terzo double elimination e di mettere in acqua la rampa Red Bull per la supersession. Come da programma la competizione è ripresa dal quarto round del double. In palio c'era ancora il quarto posto, con quattro contendenti in gara: Meir, Ruenes, Fabrizi e Pompronas. Bastano pochi minuti per risolvere il dilemma: Fabrizi batte Pompronas mentre Zan e Bestetti gli fanno il favore di eliminare Meir e Ruenes. Mattia Fabrizi diciotto anni e mezzo - firma la sua prima top four in una competizione EFPT! Al round successivo sia Fabrizi che Bestetti vengono eliminati. Poi Van Broeckhoven batte Agkazciyan relegandolo al terzo gradino del podio, prima di andare ad attaccare la prima posizione di Scheffers. La finale del double è combattuta ma Van Broeckhoven ha qualcosa di più e convince i giudici. Così si rende necessaria la seconda finale per stabilire il vincitore di questo terzo e conclusivo double. "I miracoli non si ripetono", commenta il "gatto nero" in spiaggia, riferendosi alla heat vinta ieri da Scheffers su VanB. Scheffers entra in acqua con un carogna gigante e mette insieme la heat perfetta, martellando una manovra più radicale dell'altra, fino a costringere, letteralmente, VanB nell'angolo. Oltre al secondo posto Scheffers porta a casa la consapevolezza che il suo amico non è imbattibile. Il contest si conclude con una classifica simile a quella di 12 mesi fa: VanB, Scheffers, Agkazciyan. La novità è tutta nel quarto posto, appannaggio di Mattia Fabrizi, che si merita il riconoscimento, guadagnato sul campo, di miglior freestyler italiano del momento. E anche il premio offerto da Surf To Live al miglior italiano in gara: un soggiorno di una settimana per due persone a Corralejo, Fuerteventura.

RED BULL JUMP SESSION Concluso il contest è stato il momento della rampa Red Bull. Pochi rider hanno avuto il coraggio di sfidarla: Varrucciu, Souza De Pedro, Lorioli, Calò, Van Broeckhoven e Agkazciyan. In palio non c'era solo la telecamera GoPro per il primo classificato, ma anche un premio speciale: mille euro per il primo che infilava un doppio Forward o un Back Loop. Esattamente come un anno fa la vittoria è andata a Nico Agkazciyan con un Table Top to Forward, seguito da Van Broeckhoven con Air Chachoo e Stefano Lorioli con un Forward Loop spaccatavola. E i mille euro? Agkazciyan ha tentato più volte il doppio, e secondo la giuria il primo tentativo era da omologare, ma l'ultima parola spetta allo sponsor, una volta visionato il filmato e giudicato se l'atterraggio può essere considerato buono. "Era la prima volta in vita mia che lo provavo mure a dritta" ha confessato alla premiazione il rider francese. "Il miglior contest in otto anni di storia dell'EFPT". Parole di Tom Hartmann, uno che le competizioni EFPT le ha fatte tutte, prima come atleta, poi come giudice e ora race director: mai prima d'ora in un contest EFPT erano state portate a termine tre double elimination, per giunta con una simile varietà di condizioni, dalla bufera da affrontare con la 3.6 all’acqua piattissima con vele da 5.3. Con tutto quello che ci può stare in mezzo. Semplicemente fantastico. Niente di strano quindi se il clima alla premiazione è stato di estrema soddisfazione

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per il Club Porto Liscia e Windsurf Nation, organizzatori per la seconda volta consecutiva dell'unica tappa italiana del circuito EFPT. Sono state quattro giornate di grande freestyle nello scenario selvaggio e incontaminato di Porto Liscia, in quel clima "agropastorale" che è diventato il marchio di fabbrica di questo spot, che si è conquistato a suon di nodi una reputazione mondiale, e anche il riconoscimento di "EFPT Approved Spot" consegnato nelle mani di Stefano Pisciottu - presidente del Club Porto Liscia – e dell'omonimo Stefano Pisciottu, neo sindaco di Santa Teresa Gallura, eletto appena 48 ore prima.

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Special thanks to: PAESANA VACANZE Grazie alla collaborazione di Paesana Vacanze atleti e accompagnatori hanno potuto soggiornare anche in questa occasione nel caratteristico paese di San Pasquale. Rinnoviamo il nostro ringraziamento per il supporto logistico offertoci dall’agenzia. Immobiliare Paesana Vacanze: Via Toselli 07020 San Pasquale (OT) – Sardegna; Tel./Fax: +39 0789.752594; Mobile: +39 339.6785122; www.paesanavacanze.it info@paesanavacanze.it


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Gli atleti del EWC 2010.

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Fettah Lamara e Boujmaa Guilloul, i due eroi locali, condividono la stessa onda di Moulay.

Nelle altre tappe del Tour “Wave Classic”, il wavesailing prevale, ma qui il forte “cherki”, termico locale side onshore, ha reso il mix molto più interessante. I rider erano già consapevoli al momento di partire che non avrebbero trovato al loro arrivo, onde enormi e perfette per il waveriding ma piuttosto onde per saltare. Nessun problema comunque, anzi, il mix di buone vibrazioni, il clima avventuroso e le ottime condizioni delle session di windsurf tra amici, hanno davvero reso questo evento un’esperienza indimenticabile. Anche se i 5 hawaiiani che hanno visto l’Africa per la prima volta forse hanno qualcosa da ridire! Effettivamente, dopo 3 eliminazioni valide in condizioni molto varie ma sempre buone con vento forte da side on a side off,

onde da 1m a 3.5m, salti stratosferici e perfino “down the line” wavesailing, dopo una “super session Jump” disputata con più di 40 nodi di vento e due superbe free session, la prima edizione di questa Essaouira Wave Classic non poteva andare meglio. Sicuramente in futuro ci sarà un’altra possibilità per riunire tutta questa rosa di rider super motivati a spingere i limiti propri e quelli dello sport in questo spot. Una vittoria altrettanto importante per gli organizzatori che hanno potuto portare un po’ di solidarietà ed umanità, dedicando una giornata intera ai quei circa 30 ragazzi d’Essaouira che hanno avuto come maestri alcuni dei migliori rider al mondo che gli hanno insegnato le basi sia del surf da onda che del windsurf e li 63


hanno sensibilizzati riguardo l’ambiente che li circonda, con l’aiuto di Surfrider Foundation Maroc. Un sacco di nuove foto di windsurf mozzafiato, storie avvincenti da raccontare, un’esperienza indimenticabile per tutti, una bellissima avventura… Questa nuova tappa del progetto “Wave Classic” 2010 ci ha permesso di condividere nuovamente col pubblico la nostra differente visione dello sport del windsurf e del waveriding in particolare, concentrata più sul viaggio che non sulla

competizione. Il prossimo appuntamento è per quest’estate sull’Isola de La Réunion per la 2a tappa… Grazie a tutti i nostri sponsor: Océan Vagabond, Buzzichelli, Magic Fun Afrika, Club Mistral, Parlementia, Consiglio Provinciale del Turismo di Essaouira, Hotel des Iles, Hotel Atlas, Hotel Sofitel, Aventures Concept, Ufficio nazionale del Turismo marocchino, SAEMOG, Surfrider Foundation Maroc, le Taros & Umi pictures. I pro in versione teacher per i bambini marocchini.

EWC 2010: RISULTATI UFFICIALI TEAM MIGLIORE con 46 punti Fettah Lamara (Morocco) con Boujmaa Guilloul (Morocco), Leo Ray (France) and Graham Ezzy (USA/Hawaii). • 2° Team 1 con 41.5 punti Miloud Labdi – Thomas Traversa – Jamie Hancock – Yann Sorlut • 3° Team 2 con 34 punti Soufiane Sahli – Kai Katchadorian – Francisco Porcella – Nick Warmuth • 4° Team 3 con 21 punti Abdelouahed Labdi – Francisco Fonseca – Zane Schweitzer – JB Caste • 5° Team 4 con 20.5 punti Fayçel Hmidi – Robin Goffinet – Camille Juban – Julien Taboulet

MIGLIOR RIDER Votato dagli altri atleti Boujmaa Guilloul (Marocco), ha vinto all’unanimità.

MIGLIOR RIDER LOCALE Votato dagli altri atleti Fettah Lamara (Marocco). 64


Francisco Porcella, sempre presente quando si tratta di surfare come si deve!

Fettah Lamara best local.

MIGLIOR MOVE Sono stati tutti d’accordo nel proclamare l’immenso doppio Forward esitato di Boujmaa Guilloul come manovra migliore dell’evento.

CADUTA PIÙ SPAVENTOSA È stata una dura lotta tra Abdelouahed Labdi (Marocco) e Graham Ezzy (USA). Alla fine però ha trionfato Abdelouahed con un grosso Push Loop spinto all’inverosimile!

RISULTATI DELLA “AVENTURES CONCEPT” JUMP SESSION Con 1000 ¤ di montepremi offerti dallo sponsor per questa “Free Jump Session”, Boujmaa Guilloul (Marocco) ha vinto un’altra volta, guadagnando i 500 euro in palio per la categoria PRO, mentre Fettah Lamara (Marocco) ha guadagnato gli altri 500 euro per il miglior salto nella categoria LOCALS.

PREMI PER I RIDER LOCALI Sono stati ricompensati anche altri 3 rider locali che si sono distinti per la bravura: Fayçel Hmidi (Essaouira), Miloud Labdi (Moulay Bouzerktoun) e Soufiane Sahli (Moulay Bouzerktoun). 65


Graham Ezzy ci fa vedere come fare un Cut Back radicale.

Camille Juban in Forward Loop davanti alla scogliera di Moulay.

IL PUNTO DI VISTA DI KAI KATCHADORIAN Appena ho sentito parlare di questo evento, i miei sensi si sono risvegliati. Il Marocco, con il suo forte vento e il deserto alle spalle… non potevo mancare!

IL CONCETTO L’organizzatore, Steve Palier, ha riunito un gruppo di personaggi molto differenti. Il contingente francese in cui c’era anche Boujama e la sua gang di ripper locali, era davvero al completo, contando in totale circa 20 persone. Il concetto alla base della Wave Classic prevedeva di creare 5 squadre da 4 rider, ognuna capeggiata da un eroe locale, spalleggiato da altri pro internazionali che venivano estratti a caso durante la cerimonia d’apertura. Una volta che i team sono stati assemblati, non restava altro che decidere in quale ordine sarebbero entrati in acqua. Nessuno poteva informare gli avversari della propria posizione, quindi non c’era modo di combinare le batterie in modo disonesto. Un rider sapeva di dover entrare in acqua esclusivamente all’inizio della sua stessa batteria. I rider in spiaggia giudicavano i rider in acqua, a parte il proprio compagno di squadra. Il vincitore di ogni batteria prendeva 5 punti, il secondo 4, terzo 3, quarto 2, quinto 1. I risultati poi venivano sommati e il team che aveva più punti veniva incoronato vincitore dell’evento. Il continuo confronto tra i giudici ha reso il giudizio assolutamente equo. Con questa consapevolezza, ognuno di noi entrava in acqua concentrato per dare il meglio, sapendo che solo la performance migliore sarebbe stata effettivamente premiata. 66


LA CITTÀ NELLA SABBIA

La contorsione nel Back Loop di Thomas Traversa.

Il vento spinge, è l’ora X. Essaouira è cambiata parecchio negli ultimi anni. Fino a poco tempo fa, camminando nella città vecchia, sembrava di essere sul set di Star Wars. C’è ancora un’atmosfera surreale, sebbene ormai si vedano anche un sacco di turisti girare con gli occhi spalancati e senza dimenticare tutti quei rider che vengono qui apposta per il vento e le onde. Ci sono famiglie che attraversano lo stretto di Gibilterra in traghetto con i camper, i van e le macchine, pieni zeppi di materiale, fino ad arrivare a quei vagabondi avventurosi che viaggiano nel mezzo del deserto alla ricerca delle condizioni migliori. Noi, rider partecipanti a questo evento, eravamo sistemati come re. Siamo infatti stati ospitati nei due alberghi a 5 stelle di Essaouira, il Sofitel e l’Atlas. Gli altri ospiti dell’albergo, spesso e volentieri lanciavano occhiate di disapprovazione quando ci presentavamo a colazione in ciabatte e costume…

LO SPOT Moulay Bouzerktoun è il campo base della Wave Classic. Ricorda la California settentrionale o anche Baja, con lunghe spiagge sabbiose e vento sempre presente, perfettamente sideshore. A Moulay le onde generate dal forte vento aumentano velocemente e permettono a tutti gli atleti di far salti giganteschi e surfare ottime sezioni a rientrare. Quando invece arrivano le mareggiate direttamente da Ovest, lo spot diventa un ottimo pointbreak con un sacco di spazio per esprimersi al meglio, facendo Bottom Turn fino all’esaurimento. È il posto assolutamente ideale per questo tipo di competizione. Una larga tenda in stile beduino è stata montata per dar riparo al materiale e ci ha permesso di riposare tra una batteria e l’altra. Alcuni era un po’ dubbiosi che avrebbe resistito per tutti i 10 giorni ma senza quel tendone, ci saremmo certamente sciolti sotto il sole del deserto marocchino.

guadagnato subito un buon vantaggio grazie alle ottime performance di tutti i rider, Poi è stata la volta del Team 4 di Fettah Lamara, Leo Ray, Boujmaa Guilloul, Graham Ezzy, che si è affiancato al Team 1, anch’esso con 34.5 punti in totale.

IL GIORNO DEI VOLI COINVOLGERE LA COMUNITÀ Prima che la prima heat cominciasse, ci sono stati alcuni giorni senza vento. Uno di questi giorni è stato usato per raggruppare tutti i rider e farli partecipare ad un progetto per la comunità locale: una scuola di windsurf/surf per circa 30 bambini locali, che hanno avuto come istruttori alcuni dei migliori pro al mondo. È stato davvero bello vedere così tanta allegria e tanti sorrisi. Molti se non tutti questi ragazzini hanno acquisito la consapevolezza di quanto l’Oceano possa essere divertente, proprio sotto casa. Le loro capacità sono spaventose. Non dimenticherò mai la ragazzina che ha preso un’onda dall’Outside, surfandola fino nell’inside, alla sua primissima lezione di windsurf! Con un inizio del genere, non vedevano davvero l’ora di godersi lo spettacolo.

Il giorno seguente abbiamo deciso di concentrarci sui salti dato che c’erano almeno 35 nodi e onde perfette per spararsi nella stratosfera, cosa che abbiamo fatto tutti, assieme al resto della crew. È stato uno show mozzafiato di Back Loop e Front Loop, Pushloops e Table Top Pushloops; Boujmaa ha provato un doppio finendo entrambe le rotazioni a circa 3metri dall’acqua, poi ha mollato il materiale. Doveva assolutamente mollarlo ma si sentiva in colpa dato che continuava ad urlare: ”Quello doveva essere un triplo!!!”. Ha veramente creato il delirio e ha vinto la session di salti senza il minimo sforzo, chiudendo un doppio perfetto con autorità. La tenda intanto stava cominciando a cadere a pezzi a causa delle fortissime raffiche da 45 nodi che la sbattevano incessantemente da una parte all’altra!

LE HEAT

ROUND 3

Le condizioni ideali per competere si sono finalmente materializzate, tutto era pronto per far partire la competizione, dopo il warm up del giorno precedente. Nel primo round onde di circa due metri hanno permesso di conteggiare salti e surfate in egual misura. Il Team 1 composto da Miloud Labdi, Thomas Traversa, Jamie Hancock, Yann Sorlut ha

Abbiamo dovuto fare uno spareggio tra le due squadre in testa, non potevamo snobbare le ottime condizioni di waveriding che erano arrivate e che hanno permesso di disputare un altro round finale. Avevamo, a questo punto, dei punteggi definitivi, sarebbero state conteggiate solo le surfate, non i salti. L’attenzione quindi si è spostata sugli specialisti del waveriding, tra

cui Francisco Fonseca che ha vinto la sua heat portando avanti il proprio team 3 capitanato da Abdelouahed. Il team Hawaii era sotto scrutinio in quanto il terzo round è stato dominato dal Team 2, capitanato dal marocchino Ewok Soufiane Sahli e composto da Nick Warmuth, Francisco Porcella e Kai Katchadourian. Kai ha vinto la heat finale della gara in una lotta molto serrata con Graham e Boujmaa, portando il suo team 2 in terza posizione. La parità è stata cancellata e il team 5 di Fettah è rimasto da solo in cima alla classifica della prima tappa del Tour Wave Classic 2010. Il salto migliore è stato un doppio esitato e stellare eseguito dall’eroe locale, Boujmaa Guilloul, nominato in seguito Best Rider. La scelta del migliore wipeout è stata difficile... Graham Ezzy è caduto da 8 metri d’altezza ancora agganciato al trapezio, ma non ha potuto nulla contro il catastrofico tentativo di Pushloop di Abdelouahed, andato assolutamente troppo controvento. La tenda è rimasta in piedi fino alla fine, anche se ormai era ridotta piuttosto maluccio. Non restava che smontare e organizzare il transfer per tornare a Marrakech verso le nostre rispettive case, ma non prima di aver celebrato la bellissima cerimonia di chiusura per ringraziare gli sponsor e le cooperative che hanno reso possibile questo evento di grande successo. Le prospettive per il prossimo anno sono super positive. La prima edizione di questo anno verrà sicuramente ricordata per un sacco di tempo, grazie ai legami che sono stati consolidati sia in acqua che fuori ed il concetto innovativo che ha soffiato una ventata d’aria fresca sulla scena windsurfistica. 67


Sylvain Demercastel Jungle Back Loop.

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La nostra visione del mondo è stata però distorta per sempre. Essere faccia a faccia con un realtà di povertà disarmante mentre noi occidentali godiamo dei nostri comfort più basilari, divertendoci alla ricerca dell’onda perfetta. Un viaggio verso la fine del mondo e soprattutto la fine delle nostre certezze. Abbiamo trovato quello che stavamo cercando. Siamo però tornati con molto più che memorie e fotografie di bellissime curve dipinte sulle magiche onde vergini.

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Sono quasi passati 6 anni da quando ho ricominciato a girare il globo per viaggi windsurfistici. Fabrice e le sue capacità di rintracciare e scovare nuove onde e condizioni perfette ci ha fatto scoprire delle vere perle. Viaggiare è sempre un’esperienza magica, ma, a volte, è anche come una droga di cui non si riesce più a far a meno. Spostarsi, cercare, prepararsi alla partenza per andare a scoprire le bellezze nascoste del globo, le meraviglie celate… Questo ci permette di abbandonare le routines giornaliere.

La famosa ricerca dell’onda perfetta è la nostra motivazione principale e la consapevolezza di averla trovate ci riempie di soddisfazione. Lontano dai sentieri battuti, seguiamo le tracce di quei pochi surfisti che si sono avventurati nella giungla prima di noi. L’avanzamento tecnologico moderno, anche del nostro materiale windsurfistico, ci permette di surfare onde con vento estremamente leggero, aprendo nuove porte e frontiere per il wave sailing in nuove location deserte.


Fabrice Beaux.

Eccoci qui, infatti, a camminare su una stradina che sembrava infinita. Massa, il nostro amico giapponese e talentuoso wave rider, Nick, la nostra giovane recluta belga, piena d’energia e che adora ascoltare le storie di Fabrice ed io, eravamo tutti assieme in un van inondato dal nostro materiale. Si parlava come al solito delle previsioni e di come, sicuramente, si sarebbe surfato in onde massicce ora della fine del viaggio. Un lungo viaggio in strada è come un’iniziazione, un test di resistenza per la nostra pazienza, un momento per soffermarsi e pensare, ad osservare l’ambiente che ci circonda e in che avventura ci siamo imbarcati. È davvero sorprendente vedere finalmente un po’ di windsurfisti che accettano di prendersi dei rischi per fare un viaggio fuori dal normale. Partire verso mete sconosciute, con il rischio di prendersi piatta in caso di sfortuna, ma anche aver la certezza di avere lo spot intero per sé stessi in caso di fortuna. Per dirla tutta, anche partire per destinazioni conosciute, anche con previsioni favorevoli, comporta comunque dei rischi: non si sa mai cosa possa succedere con “El nino” in circolazione e poi la piatta può sopravvenire anche negli spot più ventosi. Non amiamo particolarmente le session sovraffollate a causa del successo di uno spot in particolare, anche grazie alla sua facile accessibilità. Bhè, è anche vero che nel nostro caso tutti questi elementi non ci preoccupano minimamente. Dopo 71


esserci fatti una ventina d’ore di aereo, bisogna affrontarne quasi altrettante in macchina prima di poter cominciare a far l’esplorazione effettiva e, speriamo, di trovare la nostra ricompensa. È così che funziona però. Non ci sono altre scelte e quando il mondo diventa quasi troppo piccolo, troppo affollato, troppo prevedibile, o troppo google-izzabile… bisogna necessariamente dirigersi dov’è tutto più difficile.

Nick è impaziente di scoprire nuovi parchi giochi come quelli che ha immaginato e che gli sono stati descritti: onde incontaminate, paesaggio mozzafiato e bellezza inebriante. Continua a tartassare Fabrice con un sacco di domande mentre Masa rimane concentrato sui nuovi orizzonti che ci attendono. Finalmente, dopo quasi due giorni alla guida, siamo arrivati sullo spot. C’è vento, c’è onda di scaduta e le condizioni sono ideali per una session di warm up. Ci

fermiamo in uno degli spots che conoscevamo dalle esplorazioni precedenti. Le mappe metereologiche prevedono un nuovo swell per il weekend, quindi potremo poi andare ad esplorare nuovi spots. Per il momento, non possiamo chiedere condizioni migliori per testare un po’ le possibilità del nostro materiale, e la sua capacità di adattarsi alle difficili condizioni windsurfistiche dei mari a Sud della Cina. I bambini dal villaggio vicino si precipitano velocemente in spiaggia e guardano attoniti lo spettacolo come se stessero vedendo degli alieni. Alcuni di loro si ricordano di noi dalla visita precedente, e quasi sicuramente non hanno visto nessun’altro windsurfista sfidare le condizioni locali da quel momento. Dev’essere uno spettacolo davvero strano guardare questi riders giocare con l’Oceano, cavalcando questo materiale ad alta tecnologia. Giocare con maestria con le onde senza il minimo sforzo e senza una preoccupazione in testa. Le stesse onde potenti che impediscono ai loro padri di uscire in acqua con le loro barchette di legno per andare a pescare. Mano a mano che surfiamo lo spot e ci ambientiamo, riusciamo a farci dei riferimenti sullo spot. Muoviamo un po’ i nostri fisici indolenziti surfando le onde perfette, dimenticandoci in un momento del lunghissimo viaggio che abbiamo appena fatto. Il gruppetto di bambini locali si diverte ed urla eccitati ad ogni bella manovra o brutta caduta. È la prima volta su questo spot, ma sia Nick e Masa, si sentono

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One Hand Cut Back per Sylvain.

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a loro agio ed hanno degli enormi sorrisi stampati in faccia. Sorrisi che parlano. Siamo arrivati e siamo davvero felici. Dopo la session ci siamo messi a studiare un po’ la mappa, contemplando le nuove possibilità che offre questo lungo pezzo di costa esposto agli swell, che non aspettava che essere esplorato. Fabrice aerialeggia sullo shorebreak.

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Nick e Masa hanno quella classica energia fresca che contraddistingue i giovani wave riders appassionati. Sono sempre i primi in acqua. Fabrice invece è più paziente ed aspetta che la marea sia ideale e la luce sia perfetta per riprese e foto mozzafiato. Conserva tutta la sua energia per poi rilasciarla improvvisamente quando il gioco si fa

duro, esprimendo tutto il suo talento in acqua. Per quanto mi riguarda, io continuo a far cambio tra il mio materiale da windsurf ed il mio materiale fotografico. Non è facile cercare di catturare tutta l’azione su pellicola, senza però viverla solo da spettatore. Nick e Fabrice a volte facevano a turno con me dietro l’obbiettivo, per darmi la possibilità di


godermi un po’ di action in prima persona, senza perdere neppure una singola surfata. La luce soffusa del tramonto ci da’ l’impressione che nulla mai cambierà e che il sole continuerà sempre a tramontare, facendo risplendere le nostre vele inumidite mentre giochiamo con l’Oceano, sospinti dalla brezza serale... Le luci della città in lontananza però ci riportano brutalmente alla realtà, ricordandoci che il mondo continuerà a girare… che il cuore pulsante della bestia continua a battere e lo spettacolo deve continuare… Sarebbe più facile continuare a fissare l’Oceano per evitare di guardare cosa succede dietro di noi, poco più in là della spiaggia. Sarebbe bello riuscire a restare distaccati da una realtà così infetta e difficile da gestire. Siamo venuti in questo luogo per filmare la parte più intensa del nostro film. Abbiamo ovviamente cercato gli spots migliori ma abbiamo anche dovuto affrontare le nostre paure. Abbiamo dovuto affrontare una realtà che non viene mai presentata nelle guide turistiche. Ci siamo ritrovati nei vicoli della città a notte fonda, condividendo la strada con spacciatori, ratti, scarafaggi, prostitute, venditori ambulanti e bambini che facevano l’elemosina. Abbiamo preparato le nostre telecamere per

immedesimarci nei nostri personaggi, 4 windsurfisti in viaggio, completamente estranei all’ambiente circostante, dove anche solo la nostra presenza suscita stupore nei locali. Tutta la gente che ci circonda è assolutamente al di sotto del livello di povertà occidentale e vivono nella miseria assoluta ogni singolo giorno della loro vita. In qualche modo però tutti hanno comunque il sorriso in faccia ed è facile interagire e non ci sentiamo minimamente minacciati. Parliamo con un venditore ambulante mentre osserviamo le strane pietanze che vende, tra cui la prelibatezza locale, il “Belut”, un uovo con un embrione di pollo al suo interno. Continuo quindi a riprendere la scena da diversi angoli in modo da avere tutto il materiale necessario per il montaggio finale. I ragazzi stanno al gioco, Fabrice è ormai abituato e sa bene cosa cerco. Nick è un po’ meno paziente ma il suo buon umore compensa la sua natura a volte troppo esuberante. Cerco gli angoli di ripresa più insoliti ed originali. Ho filmato delle scene bellissime ed altre davvero crude. Mi concentro principalmente sul mantenere lo stesso approccio durante tutto il film. Cerco principalmente materiale vero ed intenso. Continuo a spingere la mia ricerca delle linee oscure, finchè arrivo al limite di sopportazione. Ad un certo punto mi sono dovuto fermare perché mi sono reso conto che stavo per svenire per quello che avevo appena visto.

PLANET BLOW II THE DARK LINES. In uscita tra poco

DIARIO DI VIAGGIO: • La stagione ventosa è da dicembre a marzo. • I voli della Cathay Pacific verso le Filippine dall’Europa sono a buon mercato ed hanno un prezzo fisso per il materiale da windsurf. • Il miglior albergo in cui alloggiare a Pagudpud, è il Kapaluan Vista Resort, gestito dai nostri amici surfisti, Mike ed Alma Oida. Ci sono anche un sacco di altri alloggi disponibili, e tutti offrono cibo squisito direttamente dalle loro fattorie biologiche. www.tjhawaii.com/kvr/ • Trasporto a terra, chiedere di Fred: pentium_ 072002@yahoo.com • A Manila: Manila Pavillion Hotel, colazione a buffet davvero incredibili.

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Non abbiamo neppure pensato a consultare le mappe sinottiche satellitari, divinità metereologiche del giorno d’oggi, che tendono a condizionare troppo le session della maggioranza di windsurfer, surfer e kiter nel mondo. Non abbiamo “fatto un check su Internet” come si suole dire e fare al giorno d’oggi, seguendo l’insegnamento della nostra società tecnologica, basata sul consumismo d’informazione. Siamo semplicemente partiti a fine marzo, arrivando con le prime avvisaglie della primavera. Perchè si dovrebbe programmare un viaggio in Corsica in questa stagione? Un salto nella mia memoria passata. Ho vissuto per 17 anni sulle magnifiche coste dell’isola immersa nella “Bellezza Blu” del Mar Mediterraneo. Proprio quando le ragazze cominciano a denudarsi gambe e braccia per abbronzarsi in fretta, mentre i 76

campi cominciano a riempirsi dei primi fiori, il mare si affolla di ochette bianche. I venti adorano l’arrivo della primavera, ne approfittano per far svolazzare le foglie appassite, portando nuova giovinezza e freschezza, che scorre viva nei rami poderosi degli ulivi e dei pini marittimi.

PICCOLO APPUNTO SULLE CONDIZIONI METEO DELL’INDOMANI… Nella routine quotidiana persi nell’illusione di un futuro migliore, ci dimentichiamo di essere tutti soggetti alle medesime ambizioni e desideri. Una decina d’anni fa su una rivista troppo all’avanguardia, chiamata “Grand Air”, il direttore del centro di metereologia europeo dichiarò: “Perfino i più potenti computer al mondo non saranno mai in grado di predire il tempo dell’indomani alla perfezione, al

massimo lo faranno con la stessa precisione degli Inca di circa 4 secoli fa”. Il punto è: conviene seguire un metodo basato sulla modellizzazione matematica del sistema metereologico o semplicemente conviene guardare com’è il tempo oggi e cercare di indovinare come potrebbe essere domani? Lascio a voi la risposta, in ogni caso, come gli Inca avevano già fatto, altre popolazioni indigene continuano ancora a basare le loro previsioni sull’osservazione meticolosa dei fenomeni naturali circostanti. Ecco un aneddoto interessante. Durante un viaggio windsurfistico sulla costa di Tubuaï nel Pacifico meridionale, ci fu una piatta totale dal giorno del nostro arrivo. Levi Siver, impaziente di attaccarsi al boma per surfare un po’ di onde, chiese informazioni a una guida tahitiana locale: “Quando pensi che tornerà il vento?”. Lui sorrise, osservando bene il polipo che aveva


Uno splendido scorcio di Bonifacio.

Thomas Traversa a “Le Poulpe”.

appena catturato in una pozzanghera d’acqua caldissima e rispose: “Appena vedi sull’albero là in fondo sul Motu, (piccola isola corallina) che cominciano a sbocciare dei fiori rossi e il polipo si mette a cacciare nelle acque basse delle piscine naturali, immancabilmente ecco che il Maramut (potente aliseo meridionale) si alza… “. Levi lo guardò attonito e dopo essersi rimesso le cuffie dell’Ipod, si allontanò. Il giorno seguente, il Maramu soffiava potente.

LA STRADA PER BALAGNE Come quasi tutti i venti quindi, ha approfittato dell’arrivo della primavera per risvegliare la sua freschezza, spingendo con forza il nostro waverider nazionale, Thomas Traversa, che si stava rilassando sulla costa di Aubagne. Appena gli è stata proposta la 77


Thomas Traversa in Bottom a Junquidou.

fuga all’Isola della Bellezza, non ha saputo resistere. Abbiamo controllato senza tregua l’orizzonte lungo le coste frastagliate, alla ricerca dei migliori spot wave della Corsica, da nord a sud, sono posti meravigliosi, il faro sulle bocche di Bonifacio con vista sullo stretto e la Sardegna poi è assolutamente mozzafiato. A Thomas ho anche proposto di invitare un altro giovane che spacca, per poter condividere tutto questo ben di Dio. Mi ha proposto di portare Jules Denel, il biondino che ha designato delle bellissime curve sulle onde di Fuerte all’inizio del mese. Sono arrivati a Bastia alle 7:30 del mattino, ballando e saltellando euforici e si sono subito messi in viaggio sulla strada verso Balagne e il capo di Ghunchitu. Io invece ero ancora a Porto-Vecchio e dovevo guidare almeno 3 ore per arrivare sullo spot! La Corsica però

Thomas chiamato dalle onde al mattino presto! 78

fa passare in fretta ogni arrabbiatura. Ho affrontato la strada a manetta, curva dopo curva, passando una serie di spiagge rosa deserte, bagnate da un mare che passa dal turchese al blu scuro. Ho messo la quarta e finalmente la quinta per attraversare un’enorme pianura costiera cosparsa di aranci, limoni e mandorli, perfettamente allineati che davano un profumo inconfondibile alla macchia mediterranea circostante. Poco dopo Bastia, sono tornato alla mia fidata terza e mi sono arrampicato per una meravigliosa vallata con un gioioso pettirosso come compagno di viaggio e la visione dei fieri villaggi arroccati sull’orlo della scarpata. Le case con le pareti di pietra viva tagliata a mano e il tetto di tufo color ocra. Davanti a me si è stagliata anche un’enorme montagna innevata che non aveva ancora

la minima intenzione di spogliarsi della sua veste invernale. Poi ho attraversato il passo, dirigendomi verso Balagne, dove sono stato nuovamente accolto dai caldi raggi solari che facevano brillare il Mar Mediterraneo, tutto coperto di ochette bianche!

SESSION DI FREEST YLE A BAUDRY Non ho avuto bisogno di aiuto per trovare il campeggio appena sopra lo spot, dove finalmente ho incontrato anche i miei compagni di viaggio, che si sono fermati a far un po’ di siesta fra le asfodeli in fiore. Con le palpebre incollate e la bocca impastata, hanno cominciato a raccontarmi della loro traversata in traghetto, a quanto ho capito sono finiti nell’unico baretto della nave a farsi la pasta sul fornelletto a gas. Gli ho proposto una veloce session di freestyle in attesa che il mare montasse un po’ nella vicina baia di Baudry, dopo aver ingurgitato velocemente qualche salsiccia d’asino assieme a un po’ di formaggio caprino locale, hanno deciso di preparare il loro materiale. Thomas ha tirato fuori una tavola con così tante pinne che ho perso il conto, poi con il materiale in mano ha attraversato i binari che collegano Bastia a Calvi. Una volta superato l’ostacolo che ci separava dalla spiaggia, ha comincito a chiudere manovre... Dopo Flaka, Shaka, Chachoo, non riuscivo più a stargli dietro! Lui al contrario è sempre apparso tranquillo e rilassato. Jules aveva un’aria stupita, che la diceva lunga sulla sua relazione col freestyle… dopo poco infatti mi ha chiesto: “Ma io cosa devo fare di preciso?”. “Fai un po’ di bordi dritti in planata a manetta e prova qualche Duck Jibe con la mano in acqua, stile anni ‘80, e degli Speed Loop. Soprattutto


Shaka di Thomas nell’inside di Baudry. ATTENZIONE!!! Quante pinne ci sono sotto la sua tavola?!?!

però, divertiti!”. Dopo due ore, ecco che i due giovani compagni d’avventura stavano tornando alla base. Vista la faccia di Jules, era ora di andare a vedere a che punto fossero le onde.

LE ONDE ENTRANO A GHUNCHITU A questo punto abbiamo deciso all’unanimità di tentare la fortuna e dirigerci sulla costa di Algajola, sperando di trovare almeno qualche rampa per saltare. Invogliati dalla bellezza maestosa di questa scogliera intagliata che offre un sacco di spiagge deserte, di punte rocciose e piccole insenature, abbiamo continuato la nostra esplorazione fino a Punta Spano, il capo all’estremità orientale della baia di Calvi. Alla fine di una strada super trafficata abbiamo trovato un’insenatura bene esposta al mare

attivo, sfortunatamente però, il vento entrava onshore. Abbiamo quindi optato per un rapido ritorno a Ghunchitu, dove avevamo scovato un sentiero proprio lungo il mare, che porta ad un sacco di spot inaccessibili. Il piano era di accamparci per la notte, sperando di svegliarci l’indomani con le onde tubanti davanti alla nostra tenda… Dopo aver passato l’ultimo tornante, la visione dello spot ci ha fatto impallidire: c’erano dei set di onde di almeno un metro e mezzo che si allineavano a livello del point, cambiando direzione di circa 30 gradi una volta passate nell’inside. Il vento era side perfetto sul picco e side-off nell’inside! L’onda era lunga circa un centinaio di metri ed offriva 3 bowls principali: una tubolare nella zona del take-off e due ancora più interessanti down the line; era d’obbligo fare almeno

3 Aerial ad onda! Ne ho viste in questi ultimi vent’anni a spasso per il mondo, alla ricerca di spot perfetti per il wavesailing, ma la visione di un lip del Mediterraneo resta, per me, una delle più emozionanti. Senza dubbio la rarità di onde perfette e la difficoltà nel trovarle conferiscono alla cosa un aspetto magico, inoltre la semplice bellezza di alcuni spot nostrani: la forma dell’onda, il paesaggio circostante, la luce, non si può chiedere di meglio che fare foto al tramonto. Sfortunatamente però, a un certo punto il sole tramonta! L’entusiasmo di Thomas e Jules non viene minimamente intaccato anzi, continuano la loro session da sogno imperturbabili, concludendola dopo qualche altro centinaio di curve e Aerial mozzafiato al chiaro di luna. Appena usciti dall’acqua, frustrato per non aver potuto fare

Le barre allineate di Junquidou. Fantastico spot wave della Corsica. 79


Jules Denel in Back Side a “Le Poulpe”.

nemmeno un misera foto, gli ho chiesto cosa pensassero di questo spot e Jules mi ha risposto che si era davvero divertito. Anche Thomas ha confermato che sembrava quasi d’essere a Glass Beach a Fuerteventura, senza nessuno intorno. A sera abbiamo montato la tenda sulla terrazza di legno, circondati dai fiori di paillote, godendoci la splendida vista sulla line-up. Quella notte non ho dormito. Il rumore delle onde che rompevano e il vento che soffiava mi hanno tenuto sveglio. Alle 6 e mezza del mattino, i primi raggi di sole hanno cominciato a scaldare il capo della Pietra, illuminando il cuore del point break. C’era ancora un buon metro e mezzo d’onda dopo la notte e ci ha offerto un’altra meravigliosa giornata di pure waveriding. Thomas e Jules di buon mattino erano

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già sul picco a disegnare curve a mach 2, mentre cercavano di farsi venir fame per la colazione! Il pomeriggio abbiamo avuto la fortuna di condividere lo spot con due surfisti da onda ed altri tre windsurfisti locali che sicuramente si ricorderanno a lungo le Air Taka di Thomas ed i 360 frontside ed Aerial grabbati di Jules.

FINO IN FONDO ALLA MACCHIA MEDITERRANEA: LA DESTRA DELLA PUNTA Siamo al sud. Addio montagne innevate e sinistre su point break, addio salsicciotti d’asino e formaggio, addio tende nei campi e sacchi a pelo, ci siamo sistemati tranquillamente in un faro su un burrone sopra la fine del mondo, attorniati da scogliere

bianche levigate dal Libeccio (sud ovest) e dalle onde occidentali. Siamo ormai entrati nel regno delle destre, la cui migliore rappresentante è sicuramente la Punta, la più famosa tra le onde locali, parte della storia del windsurf in Corsica, da quando un certo David Bourroux, eroe nazionale in wave veniva in momenti come questi, in pieno inverno, a chiudere Back Loop stellari ad una mano e curve slashate. Oggi, in ogni caso, è completamente piatto e quindi il programma del giorno è: riposo! Abbronzatura, bagno e pesca, in modo da poter mangiare ricci e fritto misto di pesce la sera, assieme agli spaghetti al ragno di mare, accompagnati dai vini locali e dai figatelli (salsiccia tipica). La calma non è altro che riposo meritato prima della tempesta, quindi sì, ce la siamo goduta fino in fondo, pescando ed


“Le Poulpe” uno spot perfetto per saltare. Jules Denel in Back Loop.

abbronzandoci. Abbiamo perfino controllato internet! Le divinità della metereologia prevedevano una botta di Libeccio per l’indomani. Con le carte IGN in una mano, il volante nell’altra e la radio fissa su una piccola stazione di canti tradizionali locali, abbiamo controllato ogni singola insenatura e spiaggia, avventurandoci nelle fitta macchia e attraverso paesini dai vicoli strettissimi. Apparentemente ha piovuto davvero un sacco quest’inverno in Corsica, in quanto, per ben due volte, ci siamo dovuti lanciare a tutta birra per superare le profonde pozzanghere. I tergicristalli scivolano sul parabrezza coperto di fango, mentre stiamo per arrivare in uno spot con condizioni davvero buone. Il reef è orientato da ovest ad est, quindi side-shore nelle condizioni di oggi. L’entrata in acqua si fa da una piccola spiaggetta di Thomas Traversa il Back Loop lo fa così!

sabbia proprio di fronte al picco. Giusto il tempo per i rider locali di prendere qualche onda, ed ecco che Thomas entra in acqua e comincia a far girare le teste. Comincia la session con tre Back Loop “ArchBack”, chiusi alla perfezione. Le onde sono davvero buone anche se abbastanza pericolose, dato che l’ultima sezione di circa un metro rompe sulle rocce appuntite appena sotto il pelo dell’acqua. Questo però non preoccupa minimamente Thomas che anzi continua a prendersi onde da perfect 10, facendo delle solide manovre aeree sull’onda, per chiudere poi il tutto con la sua tipica Air Taka che sembra divertirlo un sacco, specialmente in queste condizioni pericolose. Una fonte d’ispirazione e motivazione per Jules che, uscito dall’acqua, ha dichiarato che avrebbe preferito restare a Ghunchitu a surfare sulle sue mure preferite, nonostante qui le condizioni non fossero affatto male.

LA SCOPERTA DEL VIAGGIO: LE POULPE (IL POLPO)! Comodamente accampati ai piedi del faro durante la notte ventilata, il nostro spirito rivive al chiaro argentato della luna le esperienze appena vissute su queste onde nostrane. Più a sud si vede lo scintillio delle luci della costa sarda e uno sguardo acuto riesce anche a distinguere quelle dei maledetti cargo che intasano le bocche di Bonifacio, seguendo le rotte commerciali. Dopo qualche Casanis (un must in Corsica!) e qualche sogno ad occhi aperti di onde in aumento sulla mitica destra di La Piantarella, ci addormentiamo pieni di speranza per la mattina

seguente. La mattina però ci rendiamo conto che sfortunatamente l’onda non è aumentata di un solo centimetro. Il vento continua a soffiare e il sole brilla, potrebbe essere molto peggio, vorremmo entrare in acqua il prima possibile! Ecco però che inizia una lunga e delicatissima discussione sulla scelta dello spot. Dobbiamo accontentarci delle mini-destre di La Punta o facciamo meglio a guidare altre 3 ore per andare a Ghunchitu? Come d’abitudine, si finisce ai voti, la dittatura della maggioranza e lo spirito di conservazione ci fanno decidere di restare qui al sud, io però propongo ai due ragazzi di andare a controllare lo spot di surf da onda locale, Le Poulpe, che dovrebbe essere meglio esposto alla direzione dello swell rispetto a la Punta. Questa opzione è altrettanto critica ma fortunatamente abbiamo la marea dalla nostra parte. La vista mozzafiato sullo spot ci rivela un A-frame molto ripido e potente, contando anche la dimensione dello swell. Ho a malapena il tempo di preparare il mio materiale fotografico che Jules ha già chiuso un Back Loop. Thomas risponde immediatamente con un paio d’entrate a tutta velocità ed un bellissimo Frontside 360°. Dopo parecchie ore di Cutback e off the top i due compari mi raggiungono al pascolo delle vacche, ma solo dopo essersi divertiti alla grande. Ecco qua quindi, miei cari lettori e lettrici, un nuovo spot wave che non è presente nelle vostre guide pratiche, vero? Chissà quanti altri spot sconosciuti, apparentemente inaccessibili presentano delle perfette spalle deserte con vento perfettamente side-shore, nascoste dalla costa frastagliata dell’Isola della Bellezza? 81


Air time per Thomas.

… LE PREVISIONI PER L’INDOMANI: SEGUITO E FINE! Sul tavolato appena più in basso del nostro riparo da pirati ai piedi del faro, c’è una distesa di asparagi selvatici che con un po’ di salsa vinaigrette qualche oliva verde e ovviamente gli immancabili figatelli sono davvero eccezionali. Casanis alla mano, scorriamo con vivido interesse le pagine di un libro di fotografie aeree del litorale corso. Su molte foto le onde sommergono e contornano i capi lungo le spiagge fino ad arrivare nell’inside dei litorali. Il potenziale è enorme. Facciamo un brindisi, alla Corsica e alle future scoperte ma anche a tre ottime session di wave che ci siamo goduti in meno di una settimana. Questa sera Jules ci abbandona per tornare sul continente, come si suol dire da queste parti. I suoi studi lo attendono. Con fatica è riuscito ad astenersi dal controllare internet, nella speranza di non perdersi niente e di non doversi trattenere forzatamente. Le onde devono calare, “Il mare calerà, è sicuro”, dice Thomas in tono sarcastico. “Se domani riesco a surfarmi Piantarella da solo, sicuramente ti manderò un sacco di foto da urlo”. “Smettila di sognare Thomas. Internet non sbaglia mai”. Dice Jules. “Ah veramente, e allora cosa mi dici delle decine di sessions da urlo non previste dalla magica rete, che mi sono sparato da solo quest inverno a Fuerte, mentre voi eravate a casa su internet?” “Smettiamo di cercare le condizioni migliori e tentiamo di accontentarci di quello che ci capita”. Thomas rincara la dose. “Che dire della nostra partenza improvvisa per la 82

Corsica”. Ho aggiunto. “E senza dover sempre pensare che all’estero sia meglio. Fuck Hawaii, viva la Corsica”. Ha urlato Jules. Osservare le fronde degli alberi per vedere se c’è vento, percorrere su e giù la spiaggia per controllare le condizioni, è sicuramente meglio che starsene dietro ad uno schermo piatto, a surfarsi internet dal portatile! Concludiamo tutti assieme. E poi se anche non ci dovessero essere né vento né onde, il cielo è

comunque bellissimo e siete in compagnia dei vostri migliori compagni di viaggio! Il giorno seguente a La Piantarella, Thomas ha fatto freestyle… Come dice la scritta sulla chiglia del LOOTAS, un piccolo catamarano a vela,” da qualche parte tra cielo e mare, sulla strada marittima sono venuto da Fuerte alla Corsica!” Un po’ di freestyle a Piantarella.



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HOW TO DO Vai al traverso a tutta velocità, con buona potenza nella vele ma preferibilmente non sovrainvelati. Cerca un” piramidino”, ossia un piccolo choppo ripido al taverso-lasco su cui staccare a qualche metro di distanza e comincia a prepararti allo stacco. Mentre sei ancora agganciato al trapezio, togli la mano posteriore dal boma e sposta la mano anteriore esattamente sopra (o in mezzo se le avete lontane) alle cime del trapezio. In questo modo la mano sarà direttamente nel baricentro della vela e ti risulterà più facile spostarla ulteriormente verso bugna al momento di cazzare la vela per lo stacco. Così facendo, la vela ti catapulterà in avanti con

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forza sufficiente per poter completare la rotazione di 360 gradi di una normale Grubby, però tutta ad una mano. Spingi sulle gambe stando abbastanza verso poppa e stendete il braccio posteriore verso poppa. Stendi anche il braccio anteriore in modo da cazzare la vela verso prua, per poi invertire bruscamente il peso verso prua in modo da infilarla nell’acqua per fare perno. Resta leggermente più pesato verso prua e verso il rail sopravento in modo da non venir sbilanciato dalla vela quando passa nel vento. Aspetta che la fase di slashata sia completa e la tavola abbia girato almeno 300 gradi. Una volta arrivato a questo punto, puoi pensare di rimettere il braccio posteriore sulla bugna e cazzare la vela per

chiudere definitivamente la manovra. Complimenti! Pensavo volessi fare una Chachoo normale ed invece hai fatto una Grubby One Hand!

STEP BY STEP Foto 1-2: Credici o meno, questa è la chiave dell’intera manovra! Avvicina la mano anteriore a quella posteriore, portandola verso bugna in modo da aver maggior spinta una volta che cazzi la vela. Resta abbastanza arretrato col peso durante lo stacco, stendendo gamba e braccio anteriore verso prua e spingendo verso il basso con la gamba posteriore per staccare. Rannicchia poi la gamba posteriore e sbilanciati in modo da staccare, tirando con violenza


sul braccio anteriore e mollando quello anteriore. Foto 3-7: Questa fase è davvero delicata. La prua tocca nell’acqua e l’albero si abbassa automaticamente verso l’acqua sottovento in quanto la vela è ancora piena. La tavola slasherà più lentamente e più in lungo, quindi conviene sbilanciarsi ulteriormente verso prua e verso il rail sopravento, in modo da non venir sbalzato all’indietro ed in acqua quando la vela passa nel vento. Foto 8-10: La bugna sta sfilando nel vento ed ora devi cercare di contrastare la spinta nella vela con una sola mano, sempre restando il più centrale possibile

con il peso. La pinna sta cominciando ad aver nuovamente presa, quindi la prua girerà abbastanza bruscamente. Cerca di restare sempre abbastanza centrale col peso in modo da non appopparti, girando testa e spalle sottovento, anticipando la fine della rotazione. Cerca di contrastare la spinta contraria del vento nella vela sbilanciandoti leggermente sul rail sopravento. Foto 11-12: Ora non vi resta che finire la seconda parte della rotazione, rimettendo la mano posteriore sul boma e ritrovando l’assetto ideale per chiudere la manovra e ripartire. Ottimo lavoro!

DRITTE ED ERRORI Per questa manovra è importante trovare le condizioni di acqua giuste, possibilmente con vento non troppo forte. Se c’è l’acqua choppata è difficile riuscire a far girare la tavola senza intoppi e risulta difficile gestire il materiale con una mano sola. Non staccate troppo al lasco altrimenti non avrete abbastanza potenza nella vela per completare la rotazione one hand e ricordatevi di tirare con violenza allo stacco. Porta il braccio anteriore verso bugna in modo da aver maggior potenza durante lo stacco e per mantenere una buona velocità durante l’intera rotazione di 360°.

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Ogni surfista che si dedica alle onde ha un obbiettivo in mente... “l’aerialotto”! Tuttavia c’è chi ha interpretato l’Aerial in maniera diversa e il maestro tra tutti è Jason Polakow. I suoi Aerial tweacked hanno fatto la storia del waveriding e mai nessuno come lui è riuscito a portare questa manovra ad un livello così estremo. Per fare questo tipo di Aerial ci vuole timing, velocità e sopratutto bisogna arrivare verticali e in ritardo... tra tutte questa l’ultima per me è la più facile... un mio amico mi dice sempre che dovrei andare sempre 20 minuti avanti!!! A parte gli scherzi andiamo per gradi e cerchiamo insieme di capire alcuni passi fondamentali. Perchè mai mi devo contorcere? Sembra una sorta di masochismo... perchè contorcersi quando abbiamo tutto il tempo per fare il nostro bel Aerial a “farfalla”, ve lo ricordate? In realtà questo tipo di Aerial viene spontaneo quando si arriva sulla base dell'onda e ci accorgiamo che siamo in ritardo rispetto al lip che sta già quasi rompendo: è questo il punto chiave di questa manovra. Ricordatevi che una manovra vi

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verrà bene se l'avrete iniziata bene. In ritardo su tutto dovrete lanciarvi sul lip che sta rompendo portando già le spalle e il busto verso la riva e con le gambe scalciate forte verso il lip che vi sta rompendo addosso. Fondamentale è far arrivare la tavola verso il lip con la prua più possibile verso la riva e l'onda devo assolutamente colpire la carena della tavola. Solo così verrete di nuovo scaraventati davanti alla schiuma. Voi direte che è impossibile, ma c’è una scorciatoia per arrivarci. Vi è mai capitato di trovarvi a surfare onde che vi vengono incontro? Spesso le onde si dividono in sezioni più o meno angolate rispetto a voi. Addirittura vi potreste trovare una sezione completamente angolata che in gergo si chiama “gancio” che anziché srotolarsi nel senso della vostra surfata vi viene in contro come un treno a tutta velocità. Ebbene se vi trovate un “gancio” davanti a voi vi ritroverete con la tavola già in posizione verticale senza aver ancora fatto il Bottom Turn ed è qui che anche uno come me può fare la figura di Jason Polakow!

Vi ricordo che è fondamentale riuscire ad imprimere alla tavola la direzione giusta già prima di impattare il lip in modo tale che non verrete scaraventati fuori dall'onda. La velocità deve essere altissima in quanto il lip vi fermerà e dovrete usare la forza dell'onda per far cambiare direzione alla tavola. Quando sarete in aria è il momento di scalciare al massimo stendendo la gamba posteriore e tirando la gamba anteriore. La tavola dovrete portarla sopra di voi rimanendo con il corpo centrale e senza sbilanciarsi indietro. Rimanete dritti il più possibile. La vela deve avere potenza e non deve assolutamente prendere vento dalla parte opposta. È importante che la mano posteriore sia sempre in tiro per potervi far atterrare dritti e non con la vela che vi schiacci in acqua. Se avete fatto tutto correttamente l’atterraggio sarà sulla schiuma ma alla fine della sezione che ha rotto e sarete pronti per una nuova surfata.



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Chris Pressler nel flat totale di Aydincik.

Passiamo nel mezzo della città principale di Gökceada, il centro del commercio dell’isola, qui le infrastrutture hanno raggiunto livelli di sviluppo occidentale. A prima vista l’isola sembra molto brulla e montuosa. Gökceada, un tempo conosciuta come Imbro, è uno degli insediamenti più antichi dell’Egeo. La nostra destinazione è la zona sudorientale dell’isola, in particolare la baia di Aydincik. Appena arrivati spingiamo la nostra macchina sul passo di montagna che fortunatamente era stato allargato e sistemato un po’ rispetto al nostro primo passaggio in agosto. Dalla cima godiamo di un’ottima visuale delle pianure rocciose sottostanti, sullo sfondo notiamo anche l’estuario blu cobalto con dei cavalli bianchi che corrono liberamente. La zona sud-orientale di Gökceada è geograficamente diversa dal resto dell’isola. Una pianura, posta sulla penisola rocciosa di Kefalos, si allunga fino ad Eselek. È come se un ponte di roccia se ne stia alzato di qualche metro sopra il livello del mare. Il vento spira da nord-est. Gli alberi da frutto si flettono ritmicamente sotto le raffiche potenti. Dopo altri 3 km c’è una curva a gomito sulla sinistra verso l’Egeo, poi si arriva a Aydincik. La visuale oltre la sabbia vergine è davvero mozzafiato. Vicino alla riva ci sono un sacco di windsurfisti che planano veloci sull’acqua turchese. La superficie dell’acqua è piatta come un biliardo. Un sogno divenuto realtà per moltissimi windsurfisti. L’aliseo nordorientale è rinforzato da una corrente d’aria che arriva da Kefalos e spazza le pianure di Aydincik. C’è anche un piccolo lago salato. Quando rallentiamo per parcheggiare, non crediamo ai nostri occhi: I bagnanti si stanno rotolando sul letto fangoso del lago, spalmandosi il fango grigiastro su tutto il loro corpo, per poi lavarlo nuovamente nell’acqua marina. È molto comune tra i turisti turchi. Noi preferiamo incontrarci con Hakan, manager locale dell’unico centro di windsurf turco dell’isola. Hakan Sadik Guris è l’unico turco a lavorare nel centro windsurfistico ad Aydincik. Nel 2009 ha iniziato a collaborare con il nuovo e praticamente unico albergo della zona, il Gokceadan Surf Education Centre. “La nostra location è assolutamente ideale. Abbiamo un panorama bellissimo e siamo situati all’estremità sinistra della baia, proprio dove il vento si stende meglio. Per il 2010 ho intenzione di allargare il centro dato che ho appena comprato un terreno anche a destra della baia, di fianco al campeggio Sen Camping.” Sadik offre lezioni sia per principianti che per riders di livello più avanzato, hanno anche un potente gommone per andare a soccorrere chiunque abbia bisogno prima che scarrocci in mare aperto. “Per me, Gökceada rappresenta un tesoro nascosto, dove il windsurf e la natura s’incrociano con la vita di campagna. Questo inoltre mi sta facendo apprezzare maggiormente la vita cittadina ad Istanbul, con il suo stress e inquinamento tipici delle metropoli. Mi sono innamorato del windsurf già da bambino e in Turchia, ultimamente, lo sport sta crescendo un sacco. Quasi tutti puntano su Alacati, che adesso sta diventando veramente affollato, perciò ho cominciato a cercare un nuovo spot. Nel 2008 l’ho finalmente trovato. Ho impacchettato tutto quello che avevo sulla mia macchina e sono partito. Inizialmente pensavo di emigrare verso gli Stati Uniti ma essendo mussulmano è molto difficile ottenere un visto. Appena sono arrivato a Gökceada, ho pensato a sfruttare le opportunità che mi venivano offerte, anziché prendere un volo verso orizzonti sconosciuti. È per questo che recentemente ho anche acquistato dell’altro terreno sulla spiaggia di Aydincik.” (Sadik Hakan Guris) Lo spot è stato scoperto da dei rider bulgari che hanno anche costruito strutture sulla spiaggia di Aydincik e ora hanno 4 centri windsurf. È stato il nostro amico bulgaro, Zhecho a parlarcene per primo: “Dovete assolutamente andarci. Acqua

Vista panoramica dello spot.

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completamente trasparente e piatta, onde nell’outside e natura tutt’intorno. E ancora poca gente in giro.” Ci incontriamo con Tina che noleggia appartamenti per la stagione e ora gestisce anche uno dei centri windsurf. “La stagione windsurfistica qui a Gökceada non è troppo lunga. Io e il mio ragazzo Mony stiamo ad Aydincik da inizio maggio fino a fine settembre.” Tina ci ha detto che le notti primaverili sono piovose e fredde, mentre ci godiamo l’ombra nell’area relax del Crazy Island Centre, decorato a regola d’arte con tappeti e conchiglie. “A giugno, durante il campionato bulgaro, una violenta tempesta è entrata da Sud e gli atleti sono a malapena riusciti ad uscire dallo shorebreak. La guest star Tom Hartmann s’è divertito un sacco tra le violente onde onshore. Verso giugno però i venti Etesiani si stabilizzano e cominciano a spirare da nord est, facendo diventare la baia uno specchio d’acqua piattissima. Solo vicino a riva rompono delle piccolissime onde, il resto è completamente piatto. Queste sono le condizioni che i nostri clienti adorano, perché sembra di galleggiare su una nuvola tanto l’acqua è liscia.” Quella mattina ci siamo alzati presto. Tina ed il suo fidanzato Mony ci avevano dato appuntamento a Kefalos Koyu alle 7 di mattina. A soli 5 km da Aydincik, c’è una spiaggia lunga oltre 2km che scende gradualmente verso il mare. C’è una strada asfaltata che ti porta direttamente allo spot partendo da Eselek. 92

La parte sinistra della spiaggia è caratterizzata da soffici dune sabbiose e qualche formazione rocciosa. Sulla parte destra invece ci sono le scogliere frastagliate del capo di Kefaloz. È proprio questa conformazione che fa aumentare il vento in questa zona, facendogli raggiungere il picco nelle ore mattutine dalle 6 alle 10. Soffia onshore con una certa costanza e spinge onde di uno o due metri sui banchi di sabbia nella baia. Comincio a surfare sulla parte sinistra della baia, e dopo aver passato la schiuma, resto sorpreso dalla qualità delle onde! Diventano estremamente ripide e se prese al momento giusto ti mandano in cielo. Avrei dovuto portare anche la mia tavola wave e la 4.7. E’ valido almeno quanto Prasonissi a Rodi o Ftelia a Mykonos. Difficilmente ci sono costruzioni in spiaggia. Solo 2 toilette removibili ed erba alta proteggono dal vento le tende e i furgoni. Solo sabbia, vento e alghe. A circa 2 km di distanza ci sono dei venditori di frutta e un piccolo negozio ad Eselek. Dal 1919 al 1923 Imbro ha fatto parte della Grecia, ma dopo il conflitto Greco-turco che è stato interrotto col Trattato di Losanna del 1923, ci sono state un sacco di dispute nazionaliste. Nel 1923 c’erano oltre 9000 greci sull’isola di Imbro, oggi ne sono rimasti solamente 200, e sono quasi tutti pensionati. Il risultato del trattato è stato il cambio di nome dell’isola da Imbro a Gökceada, nome turco. Gli abitanti greci sono stati resi indipendenti ma le cose nella realtà sono andate in

maniera completamente differente: popolazione, cultura e linguaggio greci son stati osteggiati il più possibile e con l’utilizzo di ogni mezzo a disposizione dei turchi. Tutto ciò che è rimasto sono villaggi deserti e chiese cadenti. Girando furtivamente tra le vie dei villaggi di Zeytlinliköy o Tepeköy, ci si rende conto di quanto sia forte l’influenza delle origine greche che continuano a emanare vibrazioni, come dalle chiese ortodosse o dalle tipiche sedie Kafenion di legno. L’episodio più atroce della vicenda è stato la realizzazione di una prigione a cielo aperto per pericolosi criminali nella città di Dereköy, la città greca più grande dell’isola. Il risultato è stato immediato, un sacco di Imbrioni hanno abbandonato l’isola presi dal terrore. Quasi tutti i proprietari terrieri greci si sono visti portare via le loro terre dal governo che le ha poi ridistribuite fra i turchi. L’isola dell’Egeo è stata così colonizzata da turchi provenienti da varie zone della Turchia continentale che da quel momento avevano anche degli appezzamenti di terreno. Le isole nell’Egeo fungono da connessione tra Occidente e Oriente. In questo momento si sta cercando di ridare qualche possibilità ai greci, sulla loro vecchia isola, in modo da rivitalizzare e rinfrescare i villaggetti cadenti. Grazie alla politica, le relazioni tra Turchia e Grecia sono migliorate notevolmente. Sotto molti aspetti, i windsurfisti bulgari, romeni e turchi hanno portato nuova vita a Gökceada. Questo fa


Vento da terra che spiana completamente l’acqua nello spot di Aydincik.

sperare che saremo sempre i benvenuti. Salutandoci, Tina ha riassunto il tutto nella frase seguente: “Gökceada rappresenta un’ottima scoperta. L’isola è per me un luogo in cui poter tornare alle mie origini e stare in contatto con la natura. L’isola, con le sue magnifiche spiagge, un sacco di vento e l’Oceano. Sembra un po’ strano da dire, ma anche se sono Bulgara, Gökceada è la mia casa spirituale. Mi sento davvero a mio agio in questo posto. Felice e libera.”

INFORMAZIONI GENERALI: Geograficamente l’isola sta a metà tra occidente ed oriente ma in generale l’area a nord dello stretto dei Dardanelli ricorda molto più l’Europa che il resto della Turchia.

email: erdincir@yahoo.com Tel: +90-286-898-1022 Fax: +90-286-898-1016 Posizione eccellente, stanze semplici ma graziose in pietra, vista mare dalla stanza e spiaggia a soli 70 metri. Colazione, ristorante, beach club, eccellente visuale sullo spot, non vi perderete mai un secondo di vento durante il periodo buono. I campeggi a Aydincik si chiamano Celik Pansion (pochi posti) e Sen Camping. Ci si può anche accampare sul Wavespot nella baia di Kefalos, con bagni e docce pubbliche ed è possibile piazzare le tende. Alloggi alternativi: Aydincik (Celik Pansion), Eselek (piccole casette a basso standard), Gökceada, Yeni Bademli, Kaleköy o Zeytinli (stile di vita greco).

Come ci si arriva:Volando da Istanbul per poi prendere la coincidenza per Cannakale oppure in traghetto dall’Italia a Izmir, fino all’isola da Kabatepe col traghetto che attraversa i Dardanelli (ogni mezz’ora), il biglietto vale anche per la tratta da Kabatepe a Gökceada, quindi non bisogna acquistarne un altro (macchina a 20 ¤, passeggeri gratis). Sull’isola esiste già un aeroporto relativamente grosso, che però non viene ancora utilizzato per tratte internazionali.

Infrastrutture: a Gökceada ci sono un sacco di banche e bancomat, un ufficio postale, un ospedale, negozi, alberghi ed una stazione di polizia. Ristoranti: Son Vapor "meyhane", di Arek & Orkide Bogosyan a Kalaköy vicino al porto o Zeytinliköy: cibo greco.

Alloggio: www.surfgokceada.com surf@surfgokceada.com,

• Sadik Hakan Güry: centro turco, Hakan parla inglese e aiuta con l’organizzazione di transfer, deposito

Centri di windsurf, lezioni e rimessaggio: sulla spiaggia di Aydincik c’è un centro di windsurf turco e 4 bulgari.

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Il wave spot di Kefalos Koyu.

materiale e un gommone. info@gokceadawindsurfokulu.com. Tel: +90535.966.33.30 - www.gokceadawindsurfokulu.net • Tina Gancheva: http://school.crazy-island.com, materiale Naish, aperta da maggio, ci si arriva con l’autobus da Cannakele. Tel: +35.9899972504 +905389354362 - E-mail: radost1504@gmail.com Vento: da maggio ad ottobre, vento nordorientale da 4-7 Beaufort. Acqua: in primavera le temperature sono fresche, attorno ai 16-20°, mentre in estate sui 22-24 °, shorty o boardshort! La temperatura però si abbassa notevolmente durante i mesi invernali a causa delle correnti fredde che attraversano i Dardanelli dal Mar Nero, raffreddando il mare di Thrakien.

SPOT: Aydincik Beach: Spot con acqua piattissima, vento migliore la mattina e la sera, baia sabbiosa. Kefaloz Koyu: Spot wave onshore, con onde fino a 2m lungo un’ampia spiaggia di sabbia, ideale per saltare. A sinistra c’è una costruzione metallica sott’acqua quindi fate attenzione. Lo spot è a circa 4km dalla spiaggia di Aydincik, ideale per vele da 4-5m e tavole wave, con strada in ottime condizioni. Güzelceköy: più a nord di Kefaloz sulla costa orientale, dopo aver percorso una pista di sabbia battuta da Eselek. Se c’è un sacco di vento a Kefaloz lo spot funziona bene. Ci sono un sacco di alghe sulla spiaggia. 94

Tuz Gölu: lavora in primavera, quando il laghetto salato viene riempito dalle tempeste meridionali è un’alternativa d’acqua piatta, mentre in estate non c’è abbastanza acqua. Vita notturna: non c’è una grande vita notturna, qualcosa a Kaleköy o in città a Gökceada. Cosa vedere: Tepeköy Cineralti (vista panoramica dell’isola di Samothrake), Zeytinli e Bademli (antichi villaggi greci), Gizli Liman e Kapikaya (spiagge sulla costa meridionale, ideali per nuotare e fare snorkelling), il tramonto a Kaleköy, il gelato al gusto gomma da masticare (a Gökceada o Zeytinli) Eventi: Naish Goes East (Test/Contest, Event) l’ultimo weekend di giugno 2010, poi il Gökceada Filmfestival, dal 1998 appuntamento ormai tradizionale nell’ultima settimana di agosto.



96 - Next Ride:Funboard 30/06/10 19:40 Pagina 96




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