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Using strictly Maui Fin Company Original Fins
“4 Wheel Drive Sailing”
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Using strictly Maui Fin Company Original Fins
www.robertoriccidesigns.com - info@ robertoriccidesigns.com
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ANNO XVI - NUMERO 135 DICEMBRE/GENNAIO 2011
Quanti articoli dagli angoli più remoti del pianeta abbiamo pubblicato di Manu Bouvet e della sua crew?!? Location insolite, spesso molto difficili da raggiungere e dove è necessario un grande spirito di adattamento. Le soddisfazioni però che si possono ottenere da questi viaggi sono tante, e molte di queste sono racchiuse nella poesia della foto di cover di questo numero.
DIRETTORE RESPONSABILE Cristiano Zanni • cristiano@jmag.it REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno
•
ragno@hipow.com RIDER
GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Marco Melloni
•
FOTO
Manu Bouvet Benjamin Thouard
|
LOCATION
Papua
marcom@hipow.com
FOTOGRAFO SENIOR Raffaello Bastiani
•
raffaellob@hipow.com
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi: Max Brunetti, Fabio Calò, Carine Camboulives, Cesare Cantagalli, Valentina Crugnola, Sylvain Demercastel, Ovidio Ferrari, Luca Gentilini, Jeff Henderson, Massimo Mannucci, Roberta Pala, Mattia Pedrani, Jason Polakow, Francisco Porcella, Matt Pritchard, Axel Reese, Andrea Rosati, Levi Siver, Nicola Spadea, Keith Teboul, Dario Troiani, Gabriele Varrucciu. immagini: Cataldo Albano, Ralph Bachuster, FotoFiore, Francesca La Croce, Jerome Houyvet, Maxime Houyvet, Tormod Martinez, Roberta Pala, Axel Reese, Julian Schlosser, Benjamin Thouard, Felice Zompanti.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it AMMINISTRATORE DELEGATO Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA A&G Marco - Via De Amicis 53 - 20123 Milano. DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTERO Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - adv@jmag.it www.johnsonsmedia.com Servizio attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.
Un altro anno se n’è andato, è letteralmente volato. Il numero a cavallo del vecchio è nuovo anno è sempre molto importante per noi di Funboard, è il momento in cui si tirano le somme e si fanno progetti per il futuro fermandosi a riflettere, ma non troppo perchè la prossima scadenza è già dietro l’angolo. Come sempre abbiamo cercato di accompagnarvi in questi 12 mesi informandovi e facendovi sognare, anche con l’aiuto del rinato sito funboardmag.com che compie proprio nel mese di dicembre il primo compleanno della sua rinascita. È stato tanto il lavoro dietro a funboardmag.com e siamo soddisfatti che anche voi abbiate percepito i nostri sforzi visitando le pagine del sito con sempre maggiore frequenza. “Anno nuovo, vita nuova” si dice, e come vi abbiamo già abituato in precedenza, abbiamo scelto questo importante numero per cambiare e rinnovare la veste grafica della rivista, perché anche l’occhio vuole la sua parte e noi di Funboard lo sappiamo bene! La copertina è dedicata a Manu Bouvet, un personaggio che ormai dovreste conoscere bene in quanto spesso ci ha fatto sognare con i suoi windsurf trip nei posti più belli del nostro pianeta. La foto della cover si riferisce ad un articolo che pubblicheremo sul prossimo numero, Manu e la sua crew questa volta hanno davvero esagerato… sarà un articolo epico! Il resto della rivista è un tuffo nelle ultime novità dal nostro mondo: interviste a personaggi come il nuovo e giovanissimo Campione Italiano di Freestyle, nuovi ed esclusivi report da posti da urlo, il racconto delle ultime gare italiane della stagione, con particolare attenzione alla gara Wave in Sardegna perché delle foto così belle hanno bisogno di uno spazio adeguato, senza dimenticare il lavoro che c’è dietro a tutto questo… E che rammarico per i soli 13 iscritti! Mi raccomando il prossimo anno dobbiamo essere molti di più! Concludiamo con un bel approfondimento sul Sud Africa di alcuni nostri amici, e quale miglior momento dell’anno se non questo per pubblicare un nuovo spot guide su Cape Town. Sicuramente quando sarò sull’aereo che mi porterà verso la mia meta tanto sognata saprò cosa leggere… Auguro un Buon Natale a tutti voi che ci seguite con tanto affetto e ringrazio tutti i miei collaboratori, sia quelli della redazione che quelli esterni, per il loro importantissimo lavoro. E come ogni anno un ringraziamento particolare va al direttore, Cristiano Zanni, che rende tutto questo possibile. Buon Natale e felice anno nuovo. Have fun!
Fabio I-720
MODALITA' DI PAGAMENTO Bonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano Banca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199
>ECCETERA PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00
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ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00
PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/ novembre, dicembre/gennaio
STAMPA Alfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
ISSN 1124-0261 registrazione Tribunale di Milano n.5 del 14.01.1995 ROC - Registro Operatori di Comunicazione - 1234
Funboard è una testata della casa editrice JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite), Snowb (snowboard) e le riviste Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite) Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle) 6:00AM (skateboard), GirLand (femminile), SupTime (stand up paddle).
Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista. Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.
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CAMPIONATO NAZIONALE WAVE AICW-WN - WAVE EXTREME CALABRIA Le regate sono terminate e Wave Extreme Calabria ha emesso Hollywood a Steccato di Cutro (Calabria). il verdetto. Anche in questa tappa è stato terminato il solo © Cataldo Albano tabellone single ma i valori in acqua dei contendenti è stato inequivocabile. I migliori atleti si sono confermati in entrambe le regate. Questa gara segna anche il termine del Campionato Nazionale Wave AICW-WN. Due le gare disputate: Extreme Sardegna mure a sinistra e Extreme Calabria mure a destra. Due gare che hanno esaltato le caratteristiche migliori dei migliori atleti italiani del momento, due gare che hanno messo a nudo i waver costringendoli a dimostrare le proprie capacità senza poter nascondere nulla. Il Campionato Nazionale 2010 finisce qui, complimenti a chi ha partecipato. Il Campionato Nazionale 2011 sta per cominciare, chi ha fegato si prepari. Noi di Funboard abbiamo preferito suddividere il report di questi due eventi Wave in numeri diversi. In questa pubblicazione, tra qualche pagina, troverete il resoconto della prima gara in Sardegna. I commenti tecnici delle gare li potete trovare facilmente anche sul sito www.windsurfnation.eu. Nonostante la scarsità di partecipanti abbiamo voluto comunque dare il giusto spazio alla gara raccontandovela attraverso le immagini di un vero artista della fotografia, FotoFiore, che da parte nostra rappresenta il punto di vista più oggettivo che ci possa essere. Il report tecnico lo abbiamo tratto dal sito ufficiale della gara, e come nostra abitudine ci siamo poi soffermati su altri argomenti e riflessioni. Tirate le vostre conclusioni. Per quanto riguarda la seconda tappa svolta in Calabria abbiamo preferito posticipare sul prossimo numero l’articolo per conoscere meglio questa regione con i suoi tantissimi spot di qualità e sconosciuti. Approfondiremo quindi come si deve questa piacevolissima sorpresa con una Calabria on fire! Intanto pubblichiamo la classifica della gara e il ranking nazionale Wave 2010, per tutto il resto stay tuned… Classifica WAVE EXTREME CALABRIA Steccato di Cutro: 1) Andrea Rosati (RRD, Neil Pryde) 2) Gianmario Pischedda (Fanatic, Ezzy) 3) Fabio Caló (Starboard, Severne) 4) Raimondo Gasperini (Starboard, Severne) 5) Barbieri, Spadea, Cappuzzo, Campolo 9) Longo, Revel, Albano
ERRATA CORRIGE
VOLKSWAGEN E PIETRO ALBANO
Nel numero scorso abbiamo pubblicato la classifica della Freestyle Exhibition di San Teodoro durante l’E…Vento. Ci sono state delle incongruenze. Per dovere di cronaca vi riportiamo la classifica corretta.
Frequentando gli spot alla ricerca di adrenalina/vento avevo notato che a Malcesine, Cannes, Sottomarina, Pietro Albano stava utilizzando un’auto nuova, diversa dalla solita Toyota o Ulisse del papà fotografo. La spiegazione che il nostro Pietro Albano, 19 anni e freestyler del Lago di Garda, a sorpresa ha concluso un accordo con il Concessionario Veicoli Commerciali Volkswagen Vicentini di Verona per utilizzare un Caddy 7 posti Maxi che con tutto rispetto risulta molto efficiente per ciò che serve a un amante del vento: spazio, costi di percorrenza (metano) e comodità di guida. Bravo Pietro e chiaramente grazie a Vicentini che crede nello sport e mobilità degli appassionati del vento.
Classifica finale Freestyle Exhibition E… Vento Coca-Cola Zero 1) Filippo Bestetti 2) Stefano Lorioli 3) Nicola Spadea 4) Raimondo Gasperini 5) Marco Vinante, 5) Livio Spadea, 5) Alvin Panzera, 5) Matteo Todeschi, 5) Andrea Melis 9) Federico Infantino, 9) Francesco Cappuzzo, 9) Dario Troiani, 9) Gabriele Varrucciu, 9) Mattia Fabrizi, 9) Iacopo Testa, 9) Pietro Albano, 9) Nicola Terenzi, 9) Luigi Madeddu 13) Fabrizio Fozzi, Paolo Bacchini 12
Classifica Finale Campionato Nazionale AICW-WN: 1) Andrea Rosati (RRD, Neil Pryde) 2) Gianmario Pischedda (Fanatic Ezzy) 3) Fabio Caló (Starboard, Severne), Raimondo Gasperini (Starboard, Severne) 5) Jaques Barbieri (RRD, RRD) 6) Marco Revel (Fanatic, Ezzy), Fortunato Longo (Fanatic, Challenger) 8) Spadea, La Croce, Cappuzzo, Campolo, Mazzocca, Poli, Mariotti 14) Albano, Giorgi, Paganini
© Cataldo Albano
SCORPION BAY – OPEN DAY
Mattia Pedrani all’Open Day di Scoripon Bay.
Tre Campioni del Mondo e tutto il gruppo Testimonial Scorpion Bay hanno fatto da cornice alla seconda edizione dell’Open Day, il giorno in cui l’azienda bergamasca ha aperto le porte al pubblico. “Un Lunedì da Campioni”. È stato questo il leitmotiv della seconda edizione dell’Open Day di Scorpion Bay tenutasi lunedì 8 novembre, ad Albino (BG) presso l’headquarter di Gipsy S.p.A., l’azienda proprietaria del marchio Scorpion Bay: una giornata in cui l’azienda di Lucio ed Emanuela Mistri ha aperto le porte al pubblico facendo conoscere il proprio gruppo Testimonial alla rete vendita e alla clientela Scorpion Bay. Campioni nello stile Scorpion Bay, ovvero nei risultati ma soprattutto Campioni nella passione con la quale affrontano la vita e lo sport. È in questo che da sempre crede Scorpion Bay e condivide con i propri testimonial e con tutto lo Staff di Gipsy. Una giornata carica di adrenalina trascorsa vicino a Campioni quali il quattro volte Campione del Mondo TONY CAIROLI (Motocross World Champion MX1 2010), il tre volte iridato FABIO INCORVAIA (Jet Ski World Champion 2010) e il polacco TADDY BLAZUSIAK, Campione del Mondo Enduro Indoor 2010. Nella zona esterna all’azienda è stato creato un paddock con i Truck del Team KTM Red Bull Factory Racing, le moto dei Campioni del Mondo, le macchine da rally ufficiali del Team Vedovati Corse, aree dimostrative e stand promozionali. Un evento pienamente riuscito che si è protratto fino a tardo pomeriggio tra autografi, balli, musica e divertimento, come hanno sottolineato le autorità presenti: dal sindaco del Comune di Albino, Luca Carrara presente con l’Assessore Franco Petteni, dall’Assessore provinciale Fausto Carrara e dal Presidente della Comunità Montana Eli Pedretti e dall’Assessore Guido Fratta.
BE 1 ONE
PARANIGHT 2010… ALBA 2011
Il Be 1 One nasce da un’idea di tre amici surfisti, che girando il mondo, hanno avuto l’occasione di visitare i locali più esclusivi, ed hanno deciso di crearne uno proprio. Il Be One Lounge Bar è un locale situato al centro di Olbia, la porta della Costa Smeralda. A pochi passi dal centro storico e dal waterfront. Qui troverai un ambiente raffinato ed esclusivo, moderno ed elegante, dove passare momenti di relax, iniziando la giornata con un ottimo caffè alla nocciola ed un cornetto integrale ai frutti di bosco o un affogato alla Nutella. La vostra permanenza può essere allietata con deliziosi snack e fast lunch, il tutto accompagnato da un ottimo vino Cannonau. L’aperitivo serale è il momento che più ci distingue, sempre accompagnati da musica Live di artisti locali, potrai distrarti fra le molteplici pietanze selezionate dallo chef. Locale frequentato dai local di Marina Maria e Cala Pischina e punto di riferimento per tutti i surfisti in transito. Troverete logicamente un collegamento Wi-Fi gratuito per aggiornarvi sulle condizioni meteo, e anche tutti gli ultimi numeri di Funboard. Be One Lounge Bar: Olbia, in Via Defilippi 28. www.be1one.it
Fine ed Inizio. La Paranight 2010 è stato l’evento che ha messo il suggello a una stagione surfistica che si è rivelata ricca di soddisfazioni per iParassiti.com, la ASD organizzatrice della serata. Anche se da un punto di vista meramente statistico Ora e Peler hanno vissuto annate migliori, le giornate ventose sono state spessissimo di eccellente qualità, consentendo a tutti grande divertimento e la possibilità di fare notevoli progressi personali. Inoltre, iniziative come la “Domani plano anch’io…” o il Parassiti Party hanno regalato a chi vi ha partecipato tantissimo divertimento e hanno permesso di sviluppare un senso di aggregazione che va oltre la pura e semplice pratica del windsurf. Per coronare degnamente questa annata e festeggiare il suo successo, Oscare & C. hanno chiamato a raccolta associati e simpatizzanti sabato 6 novembre nella chiccosa cornice dell’IndoVino, il lounge bar che si trova nel complesso dell’Hotel Nero Cubo a Rovereto. Un nutrito numero di amici si è quindi ritrovato e ha trascorso una gradevole serata, animata dalla musica dei DJ Nikyta e Ginolatino, che si sono come di consueto alternati a mixer e console. Nell’ambito dell’evento, chicca dello stesso, si è assistito alla presentazione in anteprima dell’ultimo video di Mattia Pedrani dal titolo “Infamous Double Hero”. Il video è un susseguirsi frenetico di manovre al ritmo incalzante dell’ultimo brano scritto dal nostro local rapper. Al termine della presentazione, I-00 ha vestito i panni del “padrino”, presentando ufficialmente la tessera associativa 2011, sulla quale anche quest’anno ha messo faccia e manovre! In questo modo, la chiusura di una stagione è diventata l’occasione per l’apertura di quella successiva, dimostrando come non ci sia soluzione di continuità al piacere di praticare il windsurf e di stare assieme, condividendo passioni e momenti di allegria e divertimento. Le nuove tessere sono già disponibili e possono essere richieste ai membri del direttivo o attraverso il sito sociale www.iParassiti.com utilizzando la modalità Card At Home che prevede la spedizione gratuita a casa dell’associato. Nuove convenzioni e nuovi servizi per tutti quelli che nel 2011 decideranno di Parassitare il Vento! Mattia Pedrani e Oscar, presidente dell’associazione IParassiti.
Possibilities
Force
Power Wave
Indy
2 Cam Slalom
Wave
Core Wave
Nitrix/Nitrix AST Freeride
Koncept
Universal Wave
Grand Prix Slalom
Session
All Around Wave
Grand Prix Ltd. 3 Cam Slalom
Boxer
Compact Wave
Scout SE Schools
Rally
Freeride
Ripper Juniors
Freestyle Freestyle/ Wave
Kailua
Schools/ Recreational
distribuito da: Action to Sport Srl T: 0185-264754, F: 0185-261231 info@action2sport.com
naishsails.com
BUON NATALE DAL SURFSEGNANA La stagione al Lago di Garda è ufficialmente conclusa, il freddo è arrivato e con lui anche la neve! Il SurfSegnana di Torbole, dopo l’ennesima stagione ricca di successi, fa una piccola pausa in questo periodo invernale. Una pausa relativa perché l’ufficio, anche se in orari ridotti, rimane comunque aperto e quindi potete mandare e-mail per prenotarvi la vostra prossima vacanza all’insegna dello sport a 360° nella splendida cornice dell’Alto Garda. Lo staff del SurfSegnana risponderà puntualmente alle e-mail per esaudire le vostre richieste e necessità. I preparativi per la prossima stagione sono già in atto per garantire ai clienti del SurfSegnana una nuova stagione con tante novità, offerte vantaggiose e divertimento assicurato. Augurandovi Buon Natale il SurfSegnana vi ricorda le offerte speciali per week end (a partire da 169euro per 2 notti con prima colazione, 2 giorni di corso e 3 di noleggio surf e bike) o intere settimane (a partire da 299euro per 6 notti con prima colazione, 3 giorni di corso e 7 di noleggio surf e bike). Il 16 Aprile 2011 inizierà la nuova stagione, intanto la segreteria è a vostra disposizione, per qualsiasi informazione e preventivi su misura: tel. 0464.505963; fax 0464.505498; e-mail info@surfsegnana.it; web www.surfsegnana.it
La costruzione Body-Wrap dei nuovi trapezi Pat Love.
PAT LOVE TFM 2011 Pat Love introduce 2 nuovi concetti rivoluzionari nel mondo dei trapezi. Costruzione Body-Wrap (per kite e windsurf). I trapezi Pat Love sono già rinomati per essere estremamente confortevoli, probabilmente i più comodi in circolazione. Già 4 anni fa sono state introdotte delle notevoli innovazioni, rendendo sorpassati i vecchi trapezi dalla tipica costruzione piatta. Oggi ci sono ancora un sacco di produttori che hanno in commercio trapezi piatti, che appena vengono indossati si riempiono di pieghe scomodissime, nel 2006 infatti Pat Love ha proposto il primo trapezio curvo, che, come nessun altro, avvolge il corpo alla perfezione, senza nessuna piega. Per il 2011viene ontrodotta un’altra innovazione, con la nuovissima costruzione Body-Wrap: ogni trapezio è costruito e cucito già in posizione sul corpo, già conformato alla perfezione per calzare il fisico. Questa realizzazione è possibile esclusivamente grazie all’utilizzo di una costruzione molto difficile e specifica, che utilizza un supporto di cucitura cilindrico, al posto del solito supporto piano. Due persone lavorano contemporaneamente sullo stesso trapezio, anziché una sola: la prima si occupa delle cuciture mentre la seconda tira il tessuto interno ed il rivestimento esterno con tutta la sua forza, in modo che il trapezio assuma già la sua forma cilindrica. Il risultato è quindi totalmente anatomico, senza alcuna piega, come mai prima d’ora. Questi concetti vengono applicati su tutti i nuovi trapezi Pat Love come anche sul modello di punta per il Windsurf TFM, dove sono presenti anche dei bordi ricoperti di neoprene per aumentare il confort sulle costole. Disponibile nei colori nero e bianco.
EUROPEAN FREESTYLE PRO KIDS TOUR + EUROPEAN FUNBOARD EXPRESSION L’European Freestyle Pro Kids Tour (EFPKT) è il risultato della collaborazione tra la International Funboard Class Association (IFCA) e il European Freestyle Pro Tour (EFPT). Il coordinatore del tour è l’ex-freestyler di Bonaire Ruben Petrise. Nel 2010 sono state disputate 6 gare con le varie categorie, tra cui una anche a Reggio Calabria di cui abbiamo già pubblicato il report con i nostri giovani portacolori a farla da padrone. Il tour 2010 si è concluso con l’evento francese a Six Fours, il famoso spot vicino a Tolone, da cui provengono tanti talenti francesi, come un certo Thomas Traversa o Antony Ruenes. Dal 10 al 14 novembre gli spot di Le Brusc e della Coudoulliere sono stati presi d’assalto dai giovani rider e non solo per le 3 gare in programma: le finali del EFPKT, una gara Freestyle Open e una Wave Open. Tanti gli italiani presenti, soprattutto iscritti al Pro Kids Tour, capitanati da Mattia Fabrizzi e dal suo “accompagnatore” Filippo Bestetti. Mattia ha vinto nella categoria Under 20 mettendo dietro di se il fortissimo local Adrein Bosson e il secondo migliore degli italiani Demetrio Genazzani. Filippo invece ha gareggiato nelle categorie “Open”, non essendo più un “Kids”, arrivando secondo nel Freestyle, dietro a Bosson, e classificandosi anche al secondo posto nella combinata Wave/Freestyle. Insomma i nostri ragazzi hanno fatto vedere anche nell’agguerritissimo spot francese di che pasta sono fatti. Mattia Fabrizzi non avendo partecipato ad alcune gare del Tour EFPKT, e vincendone due (Reggio Calabria e Six Fours), non ha
vinto il titolo, anche se a quanto sembra ci sono stati dei regolamenti poco chiari a riguardo. Noi aspettiamo ancora un commento dai protagonisti per capire meglio come è andata e lo pubblicheremo sul prossimo numero di Funboard. RISULTATI EUROPEAN FUNBOARD EXPRESSION 2010 Risultati combinata Wave/Freestyle 1) Adrien Bosson (France - SFWO – Fanatic/North) 2) Filippo Bestetti (Italy – RRD/RRD) 3) Manu Canepa (France – RRD/Gun) Champion d’Europe EFPkt – 20 ans dopo 1 double élimination Valentin Böckler (Germany – Tabou/Vandal) Champion d’Europe EFPkt – 17 ans dopo 1 double élimination 1) Tim Ruyssenars (Nederlands – Aerotech/Roha.eu) Resultati “National Freestyle” dopo 1 double elimination 1) Adrien Bosson (France - SFWO – Fanatic/North) 2) Filipo Bestetti (Italy – RRD/RRD) 3) Manu Canepa (France – RRD/Gun) 4) Jeremy Amsellem (France – Fanatic/North) 5) Paco Mercader (France - SFWO – Tabou/Hot Sails) 6) Matthieu Bonno (France) 7) Olivier Gouezo (France) 7) Tim Ruyssenars (Nederlands – Aerotech/Roha.eu) 9) Marco Livraghi (Italy - Tabou/North) 9) Maxime Gaubert (France) Resultati EFPkt – 20 ans dopo 1 double elimination 1) Mattia Fabrizzi (Italy – Fanatic/North)
2) Adrien Bosson (France - SFWO – Fanatic/North) 3) Demetrio Genazzani (Italy) 4) Valentin Böckler (Germany – Tabou/Vandal) 5) Nadir Balena (Italy) 5) Marco Livraghi (Italy - Tabou/North) 5) Kevin Allegre (France - SFWO – RRD/RRD) Resultati EFPkt – 17 ans dopo 1 double elimination 1) Tim Ruyssenars (Nederlands – Aerotech/Roha.eu) 2) Paco Mercader (France -SFWO – Tabou/Hot Sails) 3) Loïc Lesauvage (France - SFWO) 4) Valentin Abrial (France - SFWO) Men results “National Vagues” dopo 1 single elimination 1) Jean Marc Viande (France) 2) Adrien Bosson (France - SFWO – Fanatic/North) 3) Cédric Bordes (France – Tabou/Gaastra) 4) Ben Légier (France – Quatro/Goya) 5) Stef Légier (France – Quatro/Goya) Women results “National Vagues” dopo 1 single elimination 1) Aubet Fanny (France) 2) Joly Ophélie (France) 3) Stella Fazi (France) 4) Clémentine Lecomte (France)
TROFEO CITTA’ DI SAVONA DI Max Brunetti Nel week-end del 16 ottobre si è svolto presso la Lega Navale di Albisola il primo appuntamento delle competizioni liguri con la 1°edizione del “Trofeo Città di Savona”, riconosciuta dall’AICW e valida per il campionato del Nord/Ovest. Contemporaneamente si è svolta anche la 6° edizione della regata amatoriale “Trofeo cippa”. Il circolo savonese ha dimostrato grandi capacità organizzative sia in acqua che fuori, l’ambiente molto ospitale ha fronteggiato bene la mancanza di vento del primo giorno rendendo la giornata piacevole. Il caro Eolo ha quindi deciso di premiare l’impegno degli organizzatori regalando una domenica di vento, infatti già dalle prime ore del mattino un forte vento da Nord ha iniziato a soffiare con prepotenza su tutta la costa savonese preannunciando una regata molto interessante! Puntuali come orologi svizzeri gli organizzatori si presentano in spiaggia alle 07:30 per posizionare il campo gara, il primo lavoro è stato svolto in breve tempo e molto bene, infatti alle 10:00 sono state date le prime partenze di entrambe le categorie. Nella categoria amatoriale si mette subito in evidenza Federico Parodi vincendo la prima prova con un bordo di distacco, seguito da Fabio Sabatelli. La categoria regatanti vede in prima posizione Matteo Iacchino (JP/Gaastra), seguito dal sottoscritto (RRD/Gaastra)! A seguire un continuo incalzare di partenze fino alle 12:30 alternate tra “atleti” e “amatori”, per un totale di cinque prove che hanno consolidato i vincitori di entrambe le categorie. L’organizzazione a terra è stata decisamente rigorosa e piacevole. Una degna “pastasciuttata” a doppia scelta ha chiuso le fatiche prima della premiazione finale.
ERRATA CORRIGE Nel numero scorso abbiamo assegnato ad una “faccia” un nome sbagliato. Questo succede quando ci si sente troppo spesso via e-mail o al telefono senza mai effettivamente presentarsi di persona. Nell’articolo “Challenger Sails FreeG 2011” a pag. 32 del numero 134, nela foto che ripubblichiamo qui di fianco abbiamo erroneamente indicato nella didascalia il nome del velaio Mario Maniero. Trattasi invece di Gabriele Malorgio. Ovviamente ci scusiamo con i diretti interessati anche perché ci hanno fatto notare una certa differenza di età tra i due…
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La partenza della prima prova della regata di Albissola.
Max Brunetti
Gabriele Malorgio
Slalom action a Marina di Grosseto.
Ma il 2010 non è stato semplicemente l’anno Zero degli eventi Free12 con Classifica RRD Team 12, ma è stato anche l’anno che ha sancito la vivacità di una categoria che sin dal primo evento disputato in maggio a Marina di Grosseto, ha visto la partecipazione numerosa di tanti giovani che avevano voglia di confrontarsi ad armi pari, in una categoria dal regolamento molto semplice ed efficace. Ma rivediamo quali sono state le tappe salienti di questo percorso. Andrea Mauro in azione nella prima tappa a Marina di Grosseto.
PRIMA TAPPA MARINA DI GROSSETO – 15/16 maggio Alla prima tappa di Marina di Grosseto gli iscritti alla RRD Team 12 Open Slalom, sono ben 23: incuranti del freddo e della pioggia sono arrivati dal Lazio, dalla Lombardia e da tutta la Toscana per partecipare a questa nuova formula di regate. Il sabato, sotto una pioggia battente, sono state disputate ben 3 prove Slalom: partenza a coniglio dalla spiaggia e regata a bastone. Vince la prima prova Maurizio Coppola, del Circolo Velico Pietrabianca, seguito dal giovanissimo Andrea Mauro della Compagnia della Vela Grosseto. Nella seconda, stesse modalità, vince Luigi Romano della CdV Grosseto, seguito da Attilio Verdi. Vince ancora la terza Luigi Romano seguito dal giovanissimo Mattia Camboni della Lega Navale di Civitavecchia. Domenica la pioggia ha dato finalmente tregua a partecipanti ed organizzatori, ma anche il vento si è preso una bella pausa. Per fortuna adesso ci sono le tavole da SUP e tutti quanti si sono disimpegnati molto allegramente a girare attorno a una boa, ma con le pagaia in mano!
SECONDA TAPPA VADA - 26/27 giugno La RRD Team Twelve trova un secondo successo con lo svolgimento dello Slalom “Half Hour” dopo l’edizione “Spring Cup” di Marina di Grosseto. A Vada il vento da Nord-Ovest a regime di brezza dai 12 ai 14 nodi ha permesso di stillare la classifica sulla mezz’ora non volendo rischiare di andare oltre con il pericolo di vanificare tutto. Alla partenza quattordici concorrenti provenienti dalla sola Toscana con tanta voglia di partecipare nonostante le previsioni del tempo non indicassero una particolare intensità di vento. Ma si sa: “Le previsioni sono previsioni altrimenti si sarebbero chiamate certezze”. E come disse un grande del windsurf italiano come Gigi Barrella: “Le regate si vanno a fare sempre anche quando non ci sono i premi in denaro”; proprio su questa falsariga l’atteggiamento positivo è stato comunque ripagato e tutti sono scesi in mare portandosi rapidamente sull’allineamento ad attendere i segnali di partenza guidati dallo staff regata del Circolo Velico Pietrabianca che ha dimostrato l’interesse e la preparazione di seguire anche i 20
calendari del windsurf. A vincere l’assoluto e la classifica AICW 12 è stato Antonio Lai del Centro Windsurf Vada/CVP che ha dimostrato di conoscere bene il suo mare. Davide Gabriellini si è aggiudicato il titolo RRD Team Twelve piazzandosi secondo assoluto davanti a Cesare Lami. Va sottolineato che anche durante queste regate l’attenzione è sempre stata rivolta alle categorie dei più giovani i quali per entusiasmo e simpatia sono tutti dei vincitori. Paolo Marconi ha vinto la categoria Youth dimostrando ottime potenzialità sia tecniche che tattiche. Infatti nella Match Race del secondo giorno effettuata con tavole Long Rider RRD e vele 8.5 Paolo ha vinto con grande determinazione. La Match Race Juniores ha premiato Edward Fogli che ha regatato veramente bene, complimenti! Ritornando alla regata RRD Team Twelve negli Juniores in testa si è piazzato Giulio Geppetti con 12 lati percorsi seguito da Daniele Niccolini e Guglielmo Borioni. Alessia Fulceri unica donna si è fatta valere con 8 lati percorsi e una buona performance nella Match Race. Il Centro Windsurf Vada ha colto l’occasione anche per ringraziare il Circolo Velico Pietrabianca, Ricci International e tutti i partecipanti. TERZA TAPPA LIVORNO – 2/3 ottobre La regata valida sia per il Campionato Toscano Slalom AICW, Free 12 AICW e la categoria “made in RRD” RRD Team Twelve si è disputata a Livorno nelle giornate del 2 e 3 ottobre. Gli iscritti erano circa 25, dei quali una buona parte (8) provenienti dalla Scuola Windsurf Livorno, che già da qualche anno vanta ottimi numeri nel settore “nuove leve”. È stata la prima regata organizzata nel nuovo centro della Scuola Windsurf Livorno, che ha messo a disposizione dei regatanti un’ottima organizzazione. L’animazione della regata guidata dall’Ovo Team (anche stavolta Dario Guarducci in trincea) ha infatti saputo mantenere alto il livello del divertimento anche quando il vento tardava a soffiare. Nella giornata di sabato, data l’assenza di vento, sono state organizzate delle batterie di SUP, al termine delle quali ha trionfato il piombinese Paolo Marconi. Nella tarda mattinata di domenica lo scirocco ha permesso agli atleti di portare a termine 3 prove di slalom che hanno visto il grossetano Luigi Romano vincere senza grossi problemi (3 primi posti per lui) davanti all’inestinguibile Maurizio Coppola e al baby prodigio Andrea Mauro. Buona anche la prova di Catherine Fogli, miglior atleta femmina under 15, e vincitrice della categoria Team Twelve. Durante le due giornate si è registrata un’ottima affluenza di pubblico favorita non solo dal bel tempo, ma anche dall’animazione e dai diversi stand dislocati nella terrazza sopra il circolo: erano presenti marchi come Dude e Maui Gym, e perfino un’esposizione di riproduzioni di armi hawaiane fabbricate
artigianalmente da Freddie Shark. L’evento ha fornito l’occasione per presentare la nuova collezione di tavole RRD 2011, grazie anche al fatto che la scuola dei Tre Ponti è diventata “Test Center RRD”, che hanno suscitato l’ammirazione di appassionati e semplici curiosi. Infine un ringraziamento dagli organizzatori agli atleti che hanno partecipato, al pubblico che ha risposto “presente” e ai vari sponsor! FINALISSIMA COLUCCIA – 28/31 ottobre Il vento a Coluccia durante le Coluccia Finals non è stato molto generoso, ma l’evento è stato comunque caratterizzato dalla presenza massiccia di iscritti e ragazzini, accorsi numerosi per darsi battaglia fra le boe della regata Slalom Free12 e RRD Team 12. Dopo tre giorni di attesa passati comunque in un clima festoso, fra stage Slalom con Rosati, competizioni SUP e planate a intermittenza, ci si è dovuti arrendere all’evidenza: il forte vento da sud che spazzava tutto il Belpaese non avrebbe dato il suo contributo a Coluccia. Pertanto nel corso di una bella cerimonia di premiazione sono stati premiati i ragazzi che nel corso della stagione hanno partecipato a tutte le tappe e che rappresentano la colonna portante di questa manifestazione. Quest’anno la vittoria della classifica finale su un calendario di ben tre prove disputate è andata ad un ragazzetto Grossetano, Andrea Mauro, che con le sue vele Freeride no cam si è permesso il lusso di lasciarsi spesso e volentieri alle spalle regatanti ben più attrezzati che partecipavano per la classe Free12. Tutto questo a dimostrazione che se ci si vuole divertire sui campi di regata non servono grandi investimenti e che di ragazzi giovani che praticano il nostro sport ce ne sono tanti, si tratta di dargli le giuste motivazioni e obiettivi facilmente perseguibili. PROGRAMMA RRD TEAM TWELVE 2011 L’anno prossimo la RRD Team 12 si correrà sempre in abbinamento col Campionato AICW Free 12 su un calendario di 5-6 tappe che daranno la possibilità a tutti di divertirsi e concorrere alla vittoria di un titolo che sono sicuro andrà ad acquisire una propria importanza stagione dopo stagione. CALENDARIO PROVVISORIO 2011 RRD Team 12 9-10 aprile RRD TEAM 12 MARINA DI GROSSETO 14-15 maggio RRD TEAM 12 LIVORNO 1-3 luglio RRD TEAM 12 TORBOLE 22-24 luglio RRD TEAM 12 GERA LARIO 28-31 ottobre RRD TEAM 12 COLUCCIA FINALS
Quelli del Coluccia Finals... Andrea Mauro è quello che tiene stretto la tavola che fa parte del pacchetto RRD che ha vinto per l'anno prossimo. © Cataldo Albano
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L’estate ormai è storia ed è ora dei movimenti di mercato, che si vocifera siano molto interessanti… Ci sono numerosi rider che stanno cambiando scuderia ma la novità maggiore è sicuramente l’abbandono di Dan Kaseler, velaio capo in Gaastra! Io sinceramente ne sono rimasto veramente traumatizzato, ma purtroppo a volte capita… Per quanto riguarda Maui, questa stagione sta facendo faville! Jaws ha già rotto svariate volte e Ho’okipa brulicava di rider che si stavano preparando al meglio per la finale di PWA Wave a Cabo Verde! In questi ultimi 5 giorni poi, le condizioni per il surf sono state epiche, mentre il vento si riposava un po’ per ripartire a bomba nei prossimi giorni! Che vita… Cabo Verde sta succedendo in questo giorni ed i ragazzi stanno davvero diventando impazienti – questo posto è una delle location di windsurf più pazzesche al mondo ed arrivare senza vento e onda è davvero un peccato! Il gran finale senza nulla da ricordare… È così che va purtroppo! Victor Fernandez è un grande atleta. Prende il windsurf di petto al 100% ed ha ogni diritto di poter alzare al cielo la coppa che ogni waverider sogna a fine stagione! Riesce a dare il meglio in qualsiasi condizione di vento e onda e l’esperienza che si è fatto in questi anni ora giocano a suo favore. Ho sempre avuto un sacco di rispetto per lui, dal primo momento che è arrivato in tour. Era un pochino timido ma chiaramente concentrato e con tutti i requisiti per sfondare, aveva solo bisogno di un po’ di esperienza. Ricardo Campello è sempre stato un talento e un pericolo in qualsiasi disciplina gareggi. Ha un talento spropositato, quasi troppo per il suo bene. Essendone consapevole infatti, tende ad essere un po’ pigro e non si allena quanto dovrebbe, altrimenti, a mio avviso, sarebbe intoccabile. Philip Koster sta cominciando a brillare sempre di più. Essendo cresciuto a Gran Canaria si sente a casa sua con vento mure a sinistra. Quando riesci a far bene a GC, riesci ad andare bene in qualsiasi posto. La sue capacità a mure a sinistra sono in continua crescita e sarà sicuramente uno dei rider da tener d’occhio. Kauli Seadi è e resterà sempre una minaccia. Il suo stile, coltivato con la sua mentalità da atleta, gli permette di dare il meglio proprio quando la pressione schiaccerebbe gli altri rider! A volte però le condizioni sfortunate o una heat particolarmente difficile possono farti sfuggire l’elusivo titolo mondiale. Kauli però resterà in cima per un bel po’ di tempo. Altri nomi da tener d’occhio...? Bhè Robby Swift è davvero in ottima forma. Mi piace molto il suo approccio “O la va o la spacca”. Thomas Traversa spacca talmente che quasi non gli interessa neanche fare le gare. Preferisce prendere e partire da solo in qualche posto disperso alla ricerca di onde perfette e farne una pelle in relax. Levi Siver in una ordinaria giornata a Hookipa.
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Klaas Voget è una gran minaccia, ha accumulato un sacco d’esperienza e sta cominciando ad ingranare alla grande. Anche Alex Mussolini ha tutte le carte in regola per arrivare sul podio e l’ha già dimostrato lo scorso anno con la vittoria a Sylt. Marcilio Browne è un mostro ed è davvero determinato. Spinge al massimo. Kai Lenny dovrà darsi parecchio da fare per poter mirare al podio. Ha stile ma necessita ancora dell’esperienza, ma con le condizioni giuste può essere sicuramente un rivale temibile! Sembra finalmente che la vecchia guardia ormai stia venendo definitivamente soppiantata dalla nuova generazione. Mio fratello è quasi l’ultimo veterano rimasto che sia ancora competitivo! Speriamo che il Tour PWA riuscirà ad organizzare più tappe wave per la stagione 2011. I tempi sono duri dal punto di vista economico e sarà interessante vedere se dovessero saltar fuori delle nuove tappe. Il massimo poi sarebbe vedere una tappa qui a Maui, in quanto epicentro del mondo windsurfistico – ma anche in questo caso però, non ci possiamo permettere di non avere condizioni perfette. Io personalmente sono stato abbastanza impegnato con le mie clinic didattiche. Ho incontrato un sacco di persone interessanti e ne sono tutti rimasti molto soddisfatti. È davvero bello vederli migliorare con i tuoi consigli! È anche una sfida riuscire a capire che metodo utilizzare con ognuno e quale consiglio gli faccia scattare quella molla nel cervello. Quando succede, tutto improvvisamente ha senso e si impara molto più velocemente… Ho anche chiamato la mia amica fotografa Shawna Cropas, assieme siamo una squadra imbattibile! Se mai volessi imparare qualche nuova manovra, vieni a farti un giro con noi. Shawna, oltre a fare le foto, si specializza anche nell’insegnare ai principianti fino alle strambate, poi per salti, surfate e trick aerei o freestyle, ci penso io… ci divertiamo un sacco! L’alloggio è proprio sulla spiaggia e la casa è davvero spettacolare. Si può visualizzare il programma delle Aloha Windsurfing Clinics – qui sotto: www.shawnacropas.com/ShawnaCropas/Maui_Clinics.html Se vuoi davvero imparare a fare wavesailing e vuoi provare in uno spot lontano dalla folla di Maui, ti consiglio di fare un salto a Punta San Carlos, a Baja in Messico. È davvero un posto spettacolare e surfare le onde è davvero facile, specialmente per imparare. Io sarò giù per la mia solita clinic dal 23 al 30 aprile. Altre info su: http://solosports.net/Holiday%20schedule/schedule.htm Il mese prossimo avrò più indiscrezioni e riguardo i vari spostamenti dei rider, potendovi dire con maggiore precisione chi va dove… Sarà una stagione mozzafiato a dir poco! Godetevi le foto di Maui nel frattempo, oppure venite a trovarci! Ci vediamo! Ciaoooooooo......... Jaws!
SALVATORE
LUCA Data di nascita: 10/03/1997 Luogo di nascita: Napoli Residenza: Formia Vela e tavola preferita: Gun Sails Torro e Flare Starboard Manovra preferita e quella che vorresti imparare: Shaka e vorrei imparare a chiudere il Vulcan e provarne altre Da quanto tempo pratichi il windsurf: Da tre estati
Chi è il tuo idolo: Gollito Estredo Cosa vorresti fare da grande: il comandante di navi Qual è stata la tua più bella uscita in windsurf: la mia più bella uscita in windsurf è stata quando ho girato il Vulcan Cibo preferito: pizza e patatine fritte Bevanda preferita: Coca Cola e Red Bull Musica preferita: musica commerciale e rock Cosa ti piace fare quando non sei in acqua: quando non sono in acqua mi piace provare manovre di windsurf su un simulatore Le 3 cose che porteresti con te su un’isola deserta: su un isola deserta con me porterei la mia attrezzatura da windsurf (così se fosse un’isola ventilata potrei uscire), poi porterei del cibo
ANDREA
VINCENZO Data di nascita: 26/10/1998 Luogo di nascita: Napoli Residenza: Napoli Vela e tavola preferita: Gun Sails, JP Manovra preferita e quella che vorresti imparare: Shaka e Spock Da quanto tempo pratichi il windsurf: 6 anni Chi è il tuo idolo: Kiri Thode e Nicola Spadea Cosa vorresti fare da grande: il
surfista professionista Qual è stata la tua più bella uscita in windsurf: quando ho chiuso il mio primo Vulcan Cibo preferito: pizza Bevanda preferita: Coca Cola 100% Musica prefirita: tecno Cosa ti piace fare quando non sei in acqua: fare manovre sulla sabbia o skimboard Le 3 cose che porteresti con te su un’isola deserta: vela e tavola, la famiglia, il cibo e tantissima Coca Cola 24
Data di nascita: 25/09/1997 Luogo di nascita: Formia Residenza: Formia Vela e tavola preferita: Servene Blade, Starboard Flare Manovra preferita e quella che vorresti imparare: la mia manovra preferita è la Funnell e quella che vorrei imparare è lo Spock Da quanto tempo pratichi il windsurf: 3-4 anni Chi è il tuo idolo: Kiri Thode e il mio istruttore di windsurf Nicola Spadea Cosa vorresti fare da grande? Vorrei entrare nel mondo del windsurf e avere un lavoro Spot preferito: Vindicio Qual è stata la tua più bella uscita in windsurf: Una settimana fa quando ho slashato il mio primo Vulcan Cibo preferito: Pizza Bevanda preferita: Coca Cola Musica prefirita: Pink Floyd, Led Zeppelin Cosa ti piace fare quando non sei in acqua: mi piace provare manovre aeree sul simulatore Le 3 cose che porteresti con te su un’isola deserta: la muta, gli scarpini e naturalmente la mia attrezzatura!
Data di nascita: 09/05/1997 Luogo di nascita: Napoli Residenza: Formia Vela e tavola preferita: Severn Blade 5.3, Starboard Kombat 89 Manovra preferita e quella che vorresti imparare: Eslider Da quanto tempo pratichi il windsurf: 3 - 4 anni Chi è il tuo idolo: Kiri Thode, e il mio istruttore di windsurf Nicola Spadea Cosa vorresti fare da grande: il dentista Spot preferito: Vindicio Qual è stata la tua più bella uscita in windsurf: nessuna... mi diverto in tutte Cibo preferito: Mum's food Bevanda preferita: Red Bull Musica prefirita: Rock-PoP Cosa ti piace fare quando non sei in acqua: skate Le 3 cose che porteresti con te su un’isola deserta: la mia attrezzatura da windsurf, i miei amici, la mia famiglia
Andre Paskowski
Come sarà il tuo prossimo mese in termini di operazioni? I medici vogliono operarmi anche al polmone destro. Per questo resterò in ospedale per 10 giorni. Dopo l’intervento dovrò stare a riposo totale per 3 settimane, e dopo ci sarà un altro intervento al mio polmone sinistro. Altri 10 giorni di riposo. Poi farò riabilitazione, terapia ed esercizio. Dopo 6 settimane, teoricamente, potrò nuovamente salire su un aeroplano. Riesci comunque a stare in contatto col mondo del windsurf? Certo. Questa è la cosa più importante per me. È come una droga di cui non posso fare a meno. Faccio windsurf da 22 anni ormai. Dal primo giorno mi sono reso conto che il windsurf sarebbe diventato una delle priorità della mia vita. Doverci rinunciare per il cancro è stato davvero difficilissimo, un colpo davvero duro. Per cercare di non perdere tutto però, mi sono buttato a testa bassa nel mio nuovo progetto DVD, ancora prima del previsto. È il mio modo di restare in contatto con i rider e con la realtà che amo. Parliamo del tuo nuovo progetto DVD: Andre, spiegaci un po’ cosa hai in mente! Sono davvero orgoglioso di annunciare che un paio di settimane fa ho cominciato a lavorare sul mio nuovo film di windsurf. Vogliamo sfruttare l’hype ed il successo di Four Dimensions per creare un progetto al livello successivo, con nuove tecniche di film, angoli diversi, idee innovative, più rider e spot spettacolari. Il nome del film sarà “Second Life”. Perchè? Ci sono un paio di risposte a questa domanda, che diventano evidenti man mano che la trama scorre. Il cast del film comprende alcuni dei migliori rider del momento sulla scena mondiale, tra cui il 4 volte campione del mondo freestyle, Jose “Gollito” Estredo, ex campione del mondo freestyle, Marcilio Browne, il leader attuale del ranking wave mondiale, Victor Fernandez, il 3 volte campione del mondo wave, Kauli Seadi, l’ex campione del mondo freestyle, Ricardo Campello, ed il vincitore della gara di Pozo wave PWA, Philip Köster.
Andre, innanzitutto, come stai e come sta andando la tua convalescenza? Considerando le circostanze, sta andando tutto bene. Ho fatto un’operazione molto pesante poco tempo fa ma ho reagito bene. Ora mancano due piccole operazioni ai polmoni nel prossimo futuro. I dottori sono molto soddisfatti ma preferiscono non fare diagnosi troppo azzardate o ottimistiche. Le mie possibilità di piena ripresa sono maggiori del 90 per cento. Il resto lo saprò tra qualche settimana.
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Come ti è venuto in mente il nome "Second Life"? Inizialmente ho pensato che avesse a che fare con il tuo cancro e quindi alla tua rinascita. Può esser concepito da diversi punti di vista. La cosa divertente è che siano stati i rider stessi a proporlo, non io. Tra i fattori dominanti che hanno influenzato la scelta c’è sicuramente il windsurf al primo posto, che non è visto solo come sport o hobby ma come stile di vita. Questo è come dire che ognuno di noi durante il weekend, passa dalla vita numero 1 (lavoro, quotidianità, stress ecc…) alla vita numero 2 (con tutta la sua libertà e gioia di surfare). In secondo luogo poi, questo film vuole anche essere un incoraggiamento a superare situazioni difficili, come la mia, tenendo la testa alta e restando motivati al massimo. Appena passata questa fase, sperando in una completa ripresa dopo il cancro, comincerà anche la mia seconda vita.
Ricardo Campello
Qual è il tuo obiettivo per il nuovo DVD, che dovrebbe uscire prima della finale di World Cup a Sylt a settembre 2011? Il mio obiettivo primario è quello di proporre nuovi standard. Ci siamo quindi presi un po’ di tempo per pianificare il tutto per bene, mettendo a punto tutti i punti che potevano essere migliorati. Non c’è nulla di peggio che copiare un altro prodotto di successo. Penso anche che il nostro sport sia pregno di talento. La scena professionistica si sta rinnovando con nuova vita, sebbene all’esterno sembra sia morente. Quando penso ai film di skate o surf, i nuovi talenti vengono veramente valorizzati, grazie ai budget enormi. Nel windsurf? Vedo un sacco di film su Naish e Co. Ma dove sono gli eroi della nuova scuola? Dove sono Kauli, Gollito, Ricardo, Philip, Victor, Marcilio? È fondamentale che anche questi rider vengano trattati con rispetto e che sfruttiamo al meglio il loro talento immenso e potenziale per dare una nuova prospettiva sul nostro sport. Questo è possibile esclusivamente con l’aiuto di gente giovane con idee fresche e tecnologia all’avanguardia. È cambiato il tuo approccio a questo “lavoro da sogno” dopo questa tua malattia? Sì. Mi sono reso conto ancora di più di quanto sia bello come lavoro. Quando tutto va bene a volte ti dimentichi di quanto sei fortunato. Questa malattia mi ha dato una svegliata. Anche a questo punto però, non c’è un giorno che passa in cui il windsurf non abbia un’importanza cruciale nella mia vita. Da questo ho capito che il mio vero lavoro e vocazione è proprio quello di fare il “pro windsurfer”. Il periodo che vai da venti ai trenta anni è di solito caratterizzato da una sete di conoscenza. Pensi che la tua malattia ti possa rallentare? Assolutamente no. Dopo aver finito la scuola avrei potuto andare all’università a fare Business o Economia. In verità però non sarei mai riuscito a sfruttare al meglio il mio potenziale. Il Windsurf mi ha fatto capire esattamente chi sono. Ho imparato nuove lingue, evidenziando le mie debolezze e punti di forza, migliorandomi giorno per giorno. Ho lavorato duro per i miei obiettivi da atleta, ed alcuni li ho anche raggiunti. Ho imparato come gestire i media e come gestire e realizzare progetti importanti come “Four Dimensions” o “Second Life”. Non avrei potuto fare tutto questo in nessun altro modo. Ciò è fondamentale. Adesso mi rendo conto di quanto la vita possa cambiare in un secondo. È quindi sempre vitale vivere i propri sogni.
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Jeff Henderson intervistato in esclusiva per Funboard.
Un momento del meeting Hot Sails Maui.
Le vele Hot Sails Maui dedicate al Wave e Freestyle le possiamo racchiudere in 3 diversi modelli: a 4, 5 e 6 stecche. Questa è la caratteristica che contraddistingue la line HOT. Partendo da questo presupposto abbiamo chiesto direttamente a Jeff Henderson di parlarci delle sue nuove vele 2011. BOLT Bolt è la proposta Freestyle/Wave di Hot, vela a 4 stecche in tutte le misure, super leggera e manovrabile. Il problema riscontrato sulla Bolt 2010 era dato dalla grandezza dei ferzi che facevano numerose pieghe in sovrainvelatura. I ferzi più grandi sono stati quindi suddivisi in più parti in maniera da ripulire la vela da tutte le pieghe, aumentandone la stabilità. Ma il concetto di base è rimasto: vela super potente e super leggera. È stato fatto poi un lavoro specifico per differenziare le misure più piccole (orientate al Wave) e quelle più grandi (ottimizzate per il Freestyle, quindi potenza e accelerazione). Rimane comunque un’ottima vela per il wave riding dato il taglio alto e diretto della base della vela che lascia molto spazio di manovra per impostare Bottom e Cut Back. FIRE Fire è la vela hardcore di Hot, 6 stecche, massima stabilità. Rispetto al 2010 ci sono stati solo dei piccoli accorgimenti rivolti soprattutto a ridurne il peso. La costruzione della Fire è a prova di bomba ma sul top della vela sono stati utilizzati dei materiali ancora più leggeri arrivando a risparmiare fino a 500 grammi di peso nella parte della vela dove il logorio è minore. È una vela che
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richiede tanto downhaul per essere armata in maniera corretta con un albero che abbia almeno un 50% di carbonio. A riguardo della curvatura questa vela è sviluppata sugli Hot Rod che sono Flex Top ma può essere armata bene anche con la maggior parte degli alberi a curva costante presenti sul mercato. SMACK Smack, vela a 5 stecche, la vela Wave progressiva di Hot. Per il 2011 gli accorgimenti sono stati pochi a conferma di quanto questa vela abbia una performance ormai consolidata: il boma è stato accorciato, sono state apportate delle piccole modifiche sul top e le 2 stecche sulla base della vela sono state ruotate aumentando la dimensione della finestra. La finestra è costruita in PVC per la massima resistenza, il feeling in surfata è più dolce. La Smack è la vela più polivalente di Hot. SUPERFREAK ULTRALIGHT Superfreak Ultralight: versione più leggera della Superfreak. I materiali sono gli stessi utilizzati nel fare i kite. Non è resistente come il dacron utilizzato nella Superfreak normale ma la resa in termini di leggerezza è superiore. Grazie ai materiali utilizzati così leggeri questa vela risulta molto flessibile. Nelle misure più grandi risulta essere una vela Freeride molto polivalente sia nel reggere la sovrainvelatura che nello sprigionare maggiore potenza in condizioni di vento leggero. Il concetto dietro la Superfreak la rende unica al mondo. Alla base c’è una selezione di colori possibili per il dacron, il materiale che la costituisce. È possibile partendo da quei colori disegnare la proprio vela unica su tutte le altre.
La nuova Fire.
Bruno Andre con l’Hydrofoil davanti alla Conca d’Oro a Torbole.
SUPERFREAK MAUI EDITION Superfreak Maui Edition. La vera novità in casa Hot, prodotta solo in 3 misure: 4.2, 4.7 e 5.3, il quiver di Maui. Nasce dalla necessità di fare una vera Wave moderna super performante in dacron. Taglio alto della base della vela, la bugna è stata abbassata per favorire il Bottom. Il twist è stato aumentato in maniera drammatica rispetto alla normale Supefreak con il “cut-away” sul profilo della vela (una leggera V che si presenta sul profilo scorrendo dalla bugna al top). Per mantenere i principi di semplicità alla base di questa vela i ferzi sono stati diminuiti, la vela viene proposta in tinta unita utilizzando lo stesso colore per tutti i ferzi. Attenzione ai dettagli: la carrucola in acciaio inox 316 che può essere cambiata con una semplice brugola è presente su tutte le vele Hot Sails Maui 2011. Jeff Henderson ci ha poi anche illustrato le principali caratteristiche dei suoi modelli dedicati all’acqua piatta. DD La DD è la vela che ha sostituito la popolarissima Diva, la vela più amata negli anni passati dal pubblico femminile. L’obiettivo è quello di avere una vela concepita per i surfisti leggeri di ogni livello, con un baricentro molto basso e l’utilizzo di solo 4 stecche per renderla il più possibile leggera, utilizzando materiali resistenti come xply e dacron consistenti nella base della vela più soggetta all’usura, e tramati e dacron più leggeri sul top dove si può risparmiare qualche grammo. LIQUID La Liquid è la vera offerta Crossover di HOT! La vela più versatile della linea a
completare il gap tra le vele dedicate all’acqua piatta e quelle dedicate al Wave. Una vela capace di cambiare veste in base alla metratura, dall’attitudine al Freeride nelle misure più piccole con un monofilm più spesso a quella allo Slalom e alla velocità nelle misure più grandi dove viene utilizzato un monofilm più leggero. A dimostrazione della sua versatilità tutte le misure possono essere armate con un solo albero 430 e una prolunga bella lunga. SPEED DEMON La Speed Demon è la vela Slalom No-Cam di HOT, una vela orientata alla velocità e al massimo controllo a dispetto del prezzo molto accattivante. In acqua la performance della vela arriva a superare quella di molte vele camberate in un perfetto mix di potenza, velocità e manovrabilità. Per il 2011 la vela è stata ottimizzata incrementando la superficie alla base della vela e diminuendo il top. È stato inoltre aggiunto un cut-away sulla bugna. E per chi non sa resistere alla performance dei camber… presto sarà disponibile la Speed Demon Duo Twin Cam! GPS Dopo anni di sviluppo è pronta la versione definitiva della GPS, la Grand Prix Speed. La vela Race, pensata per la competizione è stata sviluppata per la Coppa del Mondo e le gare di Speed. Una vela dalla stabilità incredibile che permette di convertire tutta l’energia sprigionata in velocità. In questa versione definitiva è stata utilizzata una nuova tecnica di shape in 3D per implementare le dinamiche e ottenere una performance al top. Disegnata per lavorare al top con l’albero RDM di Hot, rimane comunque compatibile con gli alberi SDM.
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Gruppo di isole vulcaniche poste un miglio a nord di Lanzarote, le Isole Chinino, rocce sconosciute al pubblico di massa, hanno attirato l’attenzione dei “The Lovers” Stephane e Nicole. Le tavole sistemate sul trampolino di un catamarano di 40 piedi, una manciata di amici e via verso il nord delle vergini e protette isole... Lasciamo il porto a notte inoltrata. Il rumore dell’acqua che rompe sulla chiglia è dolce e ci culla assicurandoci un sonno tranquillo, poi dopo qualche ora, il primo sguardo dall’oblò della cabina lascia intravedere una piccola scogliera appena illuminata dai primi raggi di sole. Allegranza: Isola Proibita! Dopo il risveglio subito mettiamo in acqua i SUP, per bagnarci e togliere la ruggine di dosso. Il luogo è meraviglioso, acqua chiara e cristallina, le scogliere tinte d’ocra ci consentono un ancoraggio perfetto. Circa trenta metri di spiaggia di sabbia nera completamente deserti e un cartello con scritto: “Pohibido el paso”. Divieto di transito!? L’ancoraggio è consentito solo in un punto ma lo sbarco è assolutamente vietato. Ovviamente noi non siamo qui per caso: lo skipper, Fonfo, conosce Ansuka, il proprietario dell’isola e gli portiamo un regalo di compleanno. Abbiamo goduto di questa specie di trattamento “vip”, un opportunità unica! 30
Classificato Parco Naturale Protetto, Alegranza è un’isola vulcanica che copre un’area di 10 km2 e ha un arido picco alto 300 metri. La splendida casa costruita interamente in pietra domina le semplici coste e gode della sbalorditiva vista sulle isole Graciosa, Montaña Clara, Roque dell’Est e Roque del Ovest, un territorio totalmente vergine nel mezzo dell’aperto Oceano. “Benvenuti nel cuore delle Canarie”, Anuska ci svela il suo angolo di paradiso privato. Con i Sup abbiamo accesso ad un insenatura che si apre fra un enorme distesa di magma solidificato, un’impressionante piscina naturale, un luogo quasi surreale, difficile da descrivere. Una magica miscela di lava e oceano. Con le vele spiegate facciamo il giro dell’isola scrutando la costa. Cercare nuovi spot ha sempre il suo fascino, se poi lo si fa su di un catamarano è
ancora più emozionante! La percezione e la vista dei luoghi da qui è molto diversa. L’oceano impone il suo ritmo e l’avventura ha un’intensità inaspettata. Il frangere della marea lungo la costa nord non lascia presagire nulla di buono, nessuna onda è surfabile ma la vista con le scogliere 300 metri a picco sul mare è a dir poco mozza fiato. Lungo la costa Est la prima parvenza di buoni point break surfabili fa aumentare rapidamente l’eccitazione a bordo. Avvistiamo una linea e poi un buon metro che rompe su un reef. Il lento avvicinarsi al luogo ci lascia il tempo per preparare le tavole. Un po’ di paraffina, leash, un top in neoprene, mollate le vele proseguiamo a motore per posizionarci in prossimità della line-up. Ecco siamo pronti! Il
capitano ci lascia a soli 40 metri dal picco! È un lusso! La prima surfata su questo nuovo spot conferma che uscire in luoghi sconosciuti dà una carica di adrenalina ed emozioni sempre più forti ed unici. Quattro amici in acqua, un’isola deserta, siamo i re del luogo durante la session! Il canale lavora perfettamente e una leggera brezza rende completamente liscia la superficie. Tutto ci sorride, i set sono davvero buoni! Recuperate le tavole ci dirigiamo verso La Graciosa. Laurent e Kuki ci seguono in down wind con i kite surfando la piccola marea. L’oceano e il cielo sono ora di un blu intenso, entrambi splendidi. Strambiamo attorno a Montaña Clara ed ecco l’altra isola a Ovest. I nostri sguardi sono vigili, alla ricerca
di qualsiasi point break; il cratere a mezza luna ci sorprende, l’eruzione del vulcano pare così recente! Così ripide le onde esplodono ai piedi del cratere, Fonfo scivola con il catamarano vicino ad una larga roccia, l’imbarcazione comincia a surfare tra scogliere e isolette, governare l’imbarcazione sembra rischioso ma Fonfo, marinaio esperto, pare destreggiarsi in tutta tranquillità mostrandoci le vere doti di un uomo di mare. Uscire in mare nell’arcipelago di Chinito, è un vero lusso! Nessuna imbarcazione, territorio vergine, paesaggio incontaminato, selvaggio, solo natura. Ogni isoletta è separata dall’altra da 5-10 miglia e consente di passare dall’una all’altra in poche ore. Ora è tempo di pescare e assicurarci il cibo per la cena. L’ormeggio lo facciamo ai piedi del vulcano, completamente al riparo dalla marea e dal vento, il buon tempo è con noi! Rimaniamo in acqua quasi sino al tramonto. Graciosa: Torniamo alla civiltà, l’isola conta almeno 200 persone! E’ ben conservata, come l’intero
arcipelago fa parte della “Riserva della Biosfera”. Dall’ancoraggio abbiamo intravisto un po’ di schiume verso sud. Penso che con questa leggera brezza da Est gli spot a ovest dovrebbero lavorare, il team si prepara a raggiungere l’onda dello spot C... ma sbagliamo tempismo: la marea è bassa e l’onda rompe sul reef. Non è buono per il surf e ancora meno per il windsurf! So che c’è un altro break a nord; non perdiamo tempo e a motore lo raggiungiamo così possiamo anche caricare le batterie. La costa Ovest è molto bella ma chiaramente la nostra attenzione è rivolta ai movimenti dell’oceano. Alle Onde! Arrivati a La Baja (uno spot già conosciuto durante viaggi precedenti) vediamo che l’onda non lavora come abbiamo visto fare in passato. Ma 200 metri verso il vento c’è un picco che rompe da destra verso sinistra e una leggera brezza side off garantisce un lento ritorno verso il picco. Troppo fuori costa per il sup, non facile per il surf. Con Nicole decidiamo di buttarci in acqua con i nostri windsurf, una 4.7 per lei e la 5.3 per me. Materiale sul trampolino, uno, due, tre e via! Il volume di queste grandi tavole compensa l’assenza di vento nel raggiungere la posizione prima di lanciarci nel surf. Un po’ persi attendiamo i set. Nonostante il calo della marea le onde che arrivano sono di due metri, “logo high”. Abbiamo delle tavole grandi rispetto a quelle che usiamo di solito, 8’5 piedi per Nicole e 10’5 piedi per me! Enormi! Sembra di essere in slow motion. Facciamo grandi Bottom anche provando ad usare il bordo per avere un buon supporto, la sensazione è davvero strana, la prima onda siamo un po’ sulla 31
difensiva, sia per queste grandi tavole sia per il surf in un nuovo spot. Sullo Zodiac, Mario e Laurent provano a scattare immagini avvicinandosi di più al picco. Un po’ più sicuri scegliamo qualche set più importante senza però cercare di essere troppo radicali con queste lunghe tavole. I “lovers” sono soli in quest’acqua trasparente, blu, con deserti e vulcani a fare da fondale. Condividiamo un momento di estasi, con il solo neo di non aver potuto usare le nostre tavole a causa dello scarso vento, possiamo comunque godere a fondo del piacere di surfare un’onda. Dopo due ore di session, il vento ha girato on-shore e le onde sono scomparse. Era un’onda fantasma? Nominando Graciosa è d’obbligo un passaggio al bar di Caletilla. Torniamo alla civiltà dopo quattro giorni di ricerche, scoperte e avventure in questo piccolo arcipelago, celebriamo la bella session con un menù di polpo fresco, ricetta tipica di Graciosa, il proprietario del ristorante di nome Pepe, è anche il capitano che, durante il giorno, assicura la connessione con 32
Lanzarote. Eccellente narratore di storie e aneddoti avvenuti a Graciosa. Dopo la festa ormeggiamo in “montaña amarilla” per la notte. Come indica lo stesso nome, le pareti rocciose del vulcano sono gialle, e si dissolvono su di una finissima sabbia bianca. Siamo di fronte a El Rio, lo stretto canale (1.5 chilometri) che ci separa dalle immense scogliere di Lanzarote. Anche in questo caso è difficile spiegare a parole questo luogo. Veleggiamo sotto vento seguendo il catamarano con il Sup, Kuki e Laurent fanno lo stesso con i kite. Poco a poco ci lasciamo alle spalle la costa di Lanzarote
mentre ci appare sempre più nitida quella di Fuerteventura. Avevamo un’idea su cosa aspettarci da questo viaggio ma l’arcipelago di Chinijo ci ha davvero catturati per il suo carattere unico. A poche miglia dal porto di Corralejo e dalle vette dell’isola di Lobos, i delfini nello strepitoso tramonto, vengono a giocare con la nostra barca e a salutarci. Rientriamo a Fuerteventura al tramonto, splendida conclusione di questo incredibile, piccolo, grande viaggio. “The Lovers” of Fuerteventura.
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“Dynamic style” The SUPER STYLE MKIII has been re-designed with the help or wave specialist John Skye: based on great success of the 2009 and 2010 versions. The new SUPER STYLE MKIII is a sail designed to suit most worldwide wave sailing conditions and excels also in freestyle manouvers.
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DARIO TROIANI Tutto è nato quasi per gioco con una vaga idea di provare a fare qualcosa di particolare, delle foto all’alba in uno strano gioco di colori, luci e ombre. Desideravo qualcosa di diverso, che potesse rappresentare uno stile, una scelta, una visione leggermente distorta dei classici schemi ordinari. Riuscire a cogliere quell’attimo di luci, colori, ombre e vita che difficilmente si riesce ad avere. E così dopo averne parlato con la mia inguaribile cacciatrice di istanti di vita Roberta Pala, decidiamo che si può fare, domani mattina alle 05:00 qui, nel mio piccolo tempio Porto Pollo! Alzataccia! Le previsioni sembrano buone per aver vento forte. Incrociamo le dita e aspettiamo una notte invano, un’alba che non potrà essere immortalata. Ore 05:00, il vento c’è ma il cielo ha deciso che oggi non si può fare e così siamo costretti a rimandare il tutto alla mattina successiva. È buio e non fa caldo, ma c’è vento e nessuna nuvola, alle 05:35 io e Roby siamo in spiaggia cercando di capire in che modo possiamo ottenere il massimo dalle condizioni. È buio pesto, le stelle ed il mio cane incuriositi ci osservano in silenzio, ovviamente non c’è nessuno a far da testimone. Il trapezio mi avvolge e mi accompagna, la cerniera della muta si chiude, con essa rimangono fuori tutti i pensieri, i problemi e tutto il resto. E così entro in acqua, in un’atmosfera assolutamente surreale. Non vedo nulla, non ho punti di riferimento, solo una vela tra le mani che scalpita pronta, per partire in planata di notte verso un riflesso, la mia tavola sotto i piedi fedele, silenziosa, aspetta la raffica per poter essere un tutt’uno. Planare di notte è quasi magico, non vedere le raffiche, abbandonarti al trapezio e fidarti della natura che sprigiona la sua energia. Quasi impossibile da descrivere. Roby s’immerge con muta e macchina fotografica fino al petto e mi chiede di provare a fare qualche manovra di freestyle per vedere cosa succede. Sembra non ci sia vento, eppure la mia 4.2 è piena e mi spinge in velocità verso un puntino scuro in acqua, è Roby, pronta come sempre. Mi avvicino senza pensare, decido di rilassarmi e far parte della silenziosa alba che lentamente colorerà tutto. Flash in
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acqua dal nulla, per catturare quel momento. La natura inizia la sua infinita routine quotidiana e il tenue colore arancione si affaccia dalle colline a est per donare un alone spettrale alla baia. Continuo a fare windsurf e Roby continua a scattare. In una sorta di stato mentale a se, inizio a pensare all’immensa fortuna di poter godere di un momento del genere, in grado di poter regalare emozioni uniche ed indescrivibili. Essere una cosa sola con la natura, sfruttare la sua energia e godere di questo, richiede una buona predisposizione spesso presente in tutte le persone che per passione si avvicinano a sport nei quali si ha uno stretto contatto con essa. Ovvio che per quanto riguarda noi surfer in generale tutto questo ha un valore ancora più grande, nel momento in cui ci immergiamo in essa. Il sole si accende all’improvviso dietro la collina e tutto a un tratto la luce come per incanto si impossessa della baia… Buongiorno mondo! Grazie per aver reso possibile tutto questo.
ROBERTA PALA … è un periodo strano per me, ultimamente sento davvero la necessità di qualcosa di nuovo dal punto di vista fotografico, passare ore e ore a fare le solite infinite sequenze di manovra da funamboli ha sempre un certo fascino, ma non è quello che sto cercando in questo momento… Ho voglia di sperimentare, di passare giornate intere, anche settimane, a pianificare un’immagine, perché desidero uno scatto forte, non una manovra da coppa del mondo, voglio e pretendo un’immagine sognata, cercata, fortemente voluta… Sono in negozio, per quest’estate ho deciso di sacrificare a malincuore la fotografia perché di passioni non sempre, purtroppo, si vive… Dario, come ogni mattina, passa a salutarmi e gli brillano gli occhi mentre comincia a propormi la sua idea… vuole catturare le emozioni di una session all’alba, niente di estremo,
soul surfing, questa è l’idea… Credo abbia avuto l’impressione che non lo stessi quasi ascoltando, invece era proprio l’opposto, mentre lui parlava, io stavo già immaginando il dove, il come, l’obiettivo da utilizzare, dove posizionare il flash, l’angolazione migliore in baia per catturare la luce dell’alba… Appuntamento è una buona ora e mezza prima dell’alba, e il primo tentativo va a vuoto, la sveglia suona nel cuore della notte, ma il cielo è troppo coperto, si rimanda… Quando qualcosa non va come previsto viene sempre da pensare che ci sia chissà quale disegno che non vuole che il sogno sia realizzato… ma questa volta non è così! La mattina seguente il cielo è terso e le stelle ci fanno compagnia mentre raggiungiamo lo spot e cominciamo a prepararci, anche il cagnone di Dario è stranito dalla sveglia così presto… La prima idea di posizionare il flash su un top dell’albero e piantarlo in baia per poi azionarlo con il trasmettitore non va bene, il fondale non lo permette e c’è il rischio che una raffica troppo forte faccia cadere tutto a mollo… nessun problema, flash sulla macchina, muta indosso e si entra in acqua… Dario comincia a prendere confidenza con la navigazione nel buio più totale e “prende le misure” con me… primo scatto, troppo lontano, il flash laggiù non arriva, chiedo di farmi qualche manovra vicino, una sottile tenue riga di arancione comincia a profilarsi lungo la sinuosa linea della collina, eccolo, arriva… distanza perfetta, la scia della tavola si illumina e la vela si staglia su quello sfondo nero, arancio e blu… al secondo tentativo abbiamo già ottenuto ciò che desideravamo entrambi, la magia di un istante… Da quel momento Dario comincia a danzare con la luce del sole che sta nascendo, ed è quello che vuol trasmettere, uno spirito, un’idea di vita, uno sport che si fonde con gli elementi della natura, che non vuole essere a tutti i costi esaltazione della manovra, ed è così che vedo il suo sguardo perdersi nell’istante in cui il sole ormai sorge e illumina la baia… è un nuovo giorno… e forse, negli scatti di questa mattina, siamo riusciti davvero a catturare l’essenza delle nostre anime… Buongiorno mondo!
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Luca Gentilini sul palco dell’E-Vento di San Teodoro.
Com’è iniziato tutto? In passato ho lavorato nei villaggi di un importante tour operator, ovviamente ho iniziato insegnando windsurf d’estate e sci e snowboard in inverno fino al 1997, anno in cui sono stato mandato a lavorare su un’isola che pochi conoscevano… ho dovuto prendere un mappamondo per capire dove fosse quando mi dissero che sarei andato per 8 mesi a Mauritius! Quando sono tornato a casa ero stregato da quel paradiso che pochissimi surfisti al mondo conoscevano. Ho deciso quindi di rifare la mia valigia di cartone, raccogliere qualche spicciolo prestato dai miei genitori e sono tornato la per viverci, aprendo la prima ed unica scuola di windsurf dell’isola. Avevo capito che aveva un potenziale pazzesco, ma le leggi severissime hanno, nel corso di un altro anno passato laggiù, spento ogni mio sogno... Tornato da la, triste e depresso, girovagavo in gennaio tra la nebbia della mia città natale Modena chiedendomi: “E adesso?”. Ho mandato così un curriculum ad una scuola di windsurf di Porto Pollo, Sardegna, dove non ero mai stato. Sono partito un po’ scettico ma
Session di surf al tramonto con amici a Rena Majore. 36
quando sono arrivato all’alba sul promontorio dell’Hotel Le Dune di fronte all’isola di Spargi ho capito subito che non me ne sarei più andato da quel posto... e così è stato. Cercando di capire cosa fare da grande nel 2000 vengo chiamato dal mitico Maurizio Priano (ora marketing manager Helly Hansen) per fare il giudice in una gara che avrebbe negli anni successivi segnato la storia degli eventi in Italia: il WindFestival di Imperia. Lo speaker della manifestazione non era riuscito ad arrivare in tempo e mi sono proposto nella titubanza degli organizzatori... dopotutto nei villaggi l’amore per il microfono era già chiaro! Dopo un’ora mi dissero: “Ok sarai tu lo speaker per tutto l’evento!”. Sai mi veniva facile: il pirla lo facevo anche senza microfono, il windsurf era la mia passione... et voilà! È stata dura farlo diventare un mestiere ma la magia di avere un pubblico davanti e un dj che mi accompagna con la musica era pazzesca... Da allora ho presentato più di 100 grandi eventi, ho lavorato con grandi network presentando i tour di RDS, Radio Monte Carlo, Kiss Kis Network, e grandi eventi sportivi per mostri come Nike, Red Bull, Coca Cola. Poi è arrivata la musica...
Ricardo Campello
Luca a Cala Pischina.
ho avuto il piacere e l’emozione di presentare concerti di grandi artisti come: Le Vibrazioni, Tiromancino, Laura Pausini, Negramaro, Craig David, Jamiroquai, Dunna Sunmmer, Anastacia, Simply Red. E tanti altri. Poi la radio e la tv qui in Sardegna dove sono rimasto ed ho fatto una splendida famiglia... continuo a girare l’Italia per presentare grandi eventi e conduco programmi radiofonici con il network sardo Radio INternazionale ma la mia attività principale ora è l’organizzazione di grandi eventi, gestisco numerosi artisti che porto in giro soprattutto a Porto Cervo in alcune delle più esclusive strutture ricettive del mondo, insomma per dirla alla Ligabue: “una vita su e giù da un palco.” Il mio più grande piacere rimane ancora dare voce ai più grandi eventi di windsurf dove da ormai 10 anni incontro quella che è diventata una famiglia allargata. Tutto questo sempre con un unico comune denominatore: ogni volta che arrivano vento e onde, il mio telefono risponde “L’utente desiderato non è al momento raggiungibile. Si prega di riprovare più tardi”. Indubbiamente “una vita su e giù dal palco”, ma raccontaci qualche cosa su di te e il windsurf, come hai iniziato, che spot frequenti e cosa ti piace della vita da windsurfer? Beh, ho iniziato nel 1993... era l’anno del diploma e grazie ad un amico che già praticava, abbiamo organizzato l’estate post diploma con un viaggio a Tarifa. Non avevo nemmeno mai visto un windsurf ed in quell’anno proprio a Tarifa si stava svolgendo il PEA che al tempo si chiamava PBA. Ho visto Bjorn e compagni cimentarsi nello Speed e nel tempo libero andavano a saltare in uno spot vicino che credo di ricordare si chiamasse Las Dunas... Playa Bolonia... o qualcosa di simile. Forward stellari, Back Loop, sono rimasto sconvolto e così una volta tornati ho iniziato da autodidatta nei week-end al Garda... un incubo... armavo la vela a caso e l’amico di turno mi dava indicazioni folli, e mi ha fatto acquistare una tavola Klepper 295 e una North 6.5 camberata! Provate ad immaginare... mattina, Peler, mai salito su una tavola, con quel materiale... che nuotate... quanti chilometri a piedi con roba in testa nelle gallerie. Decisi che dovevo averla vinta io e piano piano sono arrivato alla mia
prima planata, che non dimenticherò mai, nell’estate 1994 mentre lavoravo in un villaggio in Puglia ed il mio mentore fu Beppe Caldarulo. Beh la vita da windsurfer è meravigliosa nonostante conciliarla con lavoro e famiglia a volte non è più semplice come un temp! I tuoi spot preferiti e per quale motivo? Sono follemente innamorato di Cala Pischina. Da oltre 10 anni è la nostra culla e grazie a Dio nonostante sia molto conosciuta, la sua scarsa capacità di essere accogliente e rassicurante fa si che riusciamo a surfare sempre tranquilli. Sono anche molto fiero del fatto che forse è rimasto l’unico spot in Italia dove “no kite” vuol dire proprio nessun kite, e vale per tutti. Siamo una famiglia e le regole si fanno rispettare a chiunque! Un altro spot che adoro è S’Ena e Sa Chitta, anche se ultimamente è molto frequentato, anche se ci riserviamo ancora qualche asso nella manica. Massimo rispetto anche per il Capo (Capo Mannu), ma non esco mai mure a dritta. Wave o freestyle? Wave tutta la vita.
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Un grazie al mio vero maestro Gegio Lanzoni, voce degli eventi RDS per anni con il quale ho iniziato. Poi la radio mi ha dato il resto insieme alla curiosità di studiare dai grandi intrattenitori, Fiorello in primis. Poi ho avuto la fortuna di lavorare anni con un noto tour operator dove ho avuto come maestri personaggi che hanno poi fatto il salto di qualità. Grazie per la tua collaborazione e poiché siamo sul pezzo ti chiedo ancora un favore… come presenteresti la rivista Funboard? Ladies and gentleman... la motivazione che ci porta ad entrare in edicola ogni mese sperando di intravederla tra gli scaffali. Quelle 96 pagine di sogni colorati che ci permette di fuggire con la mente dove ognuno di noi vorrebbe essere. Il racconto dettagliato del mondo che amiamo... La rivista che ha fatto la differenza e che mai nessun direttore taccagno, nonostante tutto, ha mai deciso di regalarmi. È con immenso piacere che vi presento... FUNBOARDDDDDDDDDDD
SCHEDA TECNICA
Ormai sei un local sardo, puoi darci qualche suggerimento su dove andare e cosa fare, insomma qualche hot tips da vero local? Gli spot meno conosciuti mi guarderò bene dal nominarli per evitare che diventino con il nostro ex- secret S’Ena e Sa Chitta, che ora è super affollato. Sai quanto siamo gelosi...!?! La Sardegna è un paradiso ovunque ed in tutte le stagioni, sogno la riapertura degli impianti da sci sul Bruncu Spina e dopo siamo perfetti! Ormai le tue presentazioni agli atleti nei vari eventi che segui sono diventate un must. Molti dei ragazzi li conosci da diverso tempo e sono tuoi amici, hai qualche aneddoto divertente da raccontarci di queste presentazioni? Beh ho sempre cercato di presentare come delle rock star tutti i ragazzi. Con Ray e Andrea (Rosati n.d.r.) è nata una bella amicizia ed ho stupendi ricordi di quando erano i 2 re di Roma e non ce n’era per nessuno, dovevo sempre misurare equamente gli aggettivi altrimenti erano dolori, e devo dire che sono tutt’ora dei grandi promotori del nostro sport. Ho sempre ammirato tutti coloro che sono stati ambasciatori del nostro sport, in mezzo anche tu e Fede avete fatto tanto. Poi chi non ricorda gli anni in cui avevo inventato nei grandi eventi il titolo “King Of The Night”, sempre vinti senza pietà dall’animal party Andrea Ghione. Ne abbiamo fatte tante insieme... quante uscite a Cala Pischina... e quanti terzi tempi per dirla alla rugbista. Hai vissuto dall’interno il mondo degli eventi windsurf italiani degli ultimi 10 anni. Cosa è cambiato partendo dal Windfestival, passando dal Surfestival per arrivare all’attuale E-Vento? Miglioramenti, peggioramenti, maggiore o minore presenza di pubblico, stand? Credo che in questi anni sia cresciuta la qualità dei grandi eventi a scapito di quelli “minori” che purtroppo per le dure leggi del mercato sono scomparsi... mi sono battuto per anni per far capire agli organizzatori che un evento deve essere un’attrazione per tutti, ricco di contenuti extra windsurfistici come concerti, show paralleli etc. E devo dire che ci stiamo avvicinando alla mia idea... una volta se non c’era gara per cippa, tutto era morto e chi mi conosce sa cosa mi sono inventato per dare un po’ di energia a quelle giornate! Tutte le volte che prendo un microfono in mano mi sento a disagio e non ho proprio feeling con questo strumento. Invece vedo te che riesci con poche battute ad attirare l’attenzione del pubblico e sembra che tutto ti venga in modo naturale, e sei molto bravo. Talento naturale o hai seguito dei corsi imparando qualche trucco? Sicuramente come mi disse una volta un amico brasiliano vedendomi lavorare, “la luce” o ce l’hai o no... devi sentirti l’emozione e la voglia di entrare in sintonia con chi hai di fronte, ricordando che basta mezza parola sbagliata per inimicarti la folla. Sembra tutto fatto così per gioco ma in realtà conosco le dinamiche e le ho imparate.
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Nome: Luca Cognome: Gentilini Nickname: Rasta (ancora oggi a 5 anni dal taglio della chioma...) Nato a: Modena Età: 37 Stato civile: Sposato con una donna stupenda Debora e padre di un figlio fantastico: Francesco Altezza: 195... o forse no... dai fai 173 Peso: 77 kg Cittadinanza: italiana Dove vivi: Pittulongu, Sardegna
BEST AND WORST Bionde o brune: brune tutta la vita Waveriding o jump: waveriding Goffy o regular: goofy Maui o Mauritius: il mio grande amore Mauritius Destra o sinistra: Sinistra (in acqua...) Dunkerbeck o Naish: zio Robby Kauli o Fernandez: Kauli Capo Mannu o S’Ena e Sa Chitta: S’Ena quando eravamo in 5 Freestyle o surf: surf anche se dopo un incidente ho mollato un po’ il colpo Slalom o kite: Slalom Macchina o furgone: macchina grande come un furgone Pepsi o Cola: Cola... mi ha dato il pane per anni!
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99 WAVE SIGNATURE - CORE WAVE (THRUSTER): Quel Thruster Fin WAVE PRO-T – CORE WAVE (T WINFIN): che ha sempre contraddistinto lo stile di Cesare Cantagalli nel Wave Riding e gli shape di Gianni Valdambrini degli ani 90’. Un modern shape ispirato alle ultime tendenze provenienti dal surf da onda. Disponibile in infiniti litraggi progettati per condizioni di onda medio-piccola e venti di vario regime, sia On che Side shore per una sensazione molto vivace e massima reattività agevolando anche le surfate onshore senza comprometterne spunto in planata e velocità per saltare. Grafica: ProLook o alternativa disponibile sul programma Grafiche.
99 STLE PRO - (FREEST YLE): Lo Style Pro 2011 è una gamma di tavole Freestyle da 88 a 115 lt. che rispecchia la proposta destinata alle competizioni Freestyle e non solo. Le tavole sono caratterizzate da un peso estremamente ridotto grazie alla costruzione Custom Superlight (Carbon/Vectran), e da shape compatti e proporzionati tra di loro. La coperta innovativa, denominata Double deck (D2), è appositamente studiata per avere un feeling diretto con la tavola e potersi spingere in qualsiasi rotazione vantando un maggior controllo in condizioni di vento medio/forte e una slashata in full speed della tavola in manovra. Un inedito rockerline produce un risultato finale stupefacente in quanto unisce le caratteristiche più richieste da una tavola di puro freestyle, spunto in planata veloce, top speed, buona scorrevolezza e ottima manovrabilità. Grafica: ProLook o alternativa disponibile sul programma Grafiche. 99 WAVE PRO Q – CORE WAVE (QUAD): Il 99 Wave Pro Q è una pura tavola da Wave di ultima generazione da utilizzare in ogni mare e direzione del vento. Permette carvate più strette e più verticali con grip da vendere e maggiore abilità di risalire il vento. Un rockerline studiato appositamente per questa configurazione e il bottom concave, donano alla tavola doti di planata e velocità inaspettate. L’aumento di peso dovuto al numero di scasse è compensato dalla esclusiva tecnologia Acme che fornisce scasse ad hoc realizzate in fibra di carbonio con risultati che confermano differenze di 1/1,5 kg più leggere rispetto alla concorrenza. Grafica: Pro Look o alternativa disponibile sul programma Grafiche.
Le “Wave Pro Series” si propongono nella versione Twin fin per condizioni di vento side off per offrire ai rider più esperti la possibilità di spingersi al massimo nei turns e nelle manovre in surfata. I nostri Twin fin della linea Wave Pro Series, nascono per natura come tavole radicali, con rocker più importanti, una lunghezza ridotta e carene concave double concave, per assicurare un extra grip nei turn sulle onde. La linea dei bordi in coperta si è evoluta con bordi leggermente ingrossati, abbassando leggermente lo spessore al centro tavola, lungo la linea del longherone, al fine di ottenere una migliore stabilità e distribuzione del volume con il risultato finale di una coperta leggermente più piatta. La maggiore manovrabilità data dalle pinne più corte permette di avere bordi più voluminosi che assicurano quella galleggiabilità che serve per superare i buchi di vento. Grafica: ProLook o alternativa disponibile sul programma Grafiche. MODEL LENGTH(cm) WIDTH(cm) Wave Signature T. 64 225 53 Wave Signature T. 67 225 53,5 Wave Signature T. 70 225 54 Wave Signature T. 73 226 54,5 Wave Signature T. 76 227 55,5 Wave Signature T. 79 228 56 Wave Signature T. 82 229 57 Wave Signature T. 85 230 58 Wave Signature T. 88 231 58,5 Wave Signature T. 91 232 59 Wave Signature T. 94 233 59,5 MODEL LENGTH(cm) WIDTH(cm) Wave Pro Quad 64 224 52,5 Wave Pro Quad 68 224 53
Wave Pro Quad 72 Wave Pro Quad 76 Wave Pro Quad 80 Wave Pro Quad 84 Wave Pro Quad 88 Wave Pro Quad 92
225 226 227 228 229 230
53,5 54,5 55,5 55,5 57,5 58,5
MODEL LENGTH(cm) WIDTH(cm) Wave Pro Twin Fin 68 226 53 Wave Pro Twin Fin 70 227 53,5 Wave Pro Twin Fin 74 228 54,5 Wave Pro Twin Fin 78 229 55,5 Wave Pro Twin Fin 82 230 56,5 Wave Pro Twin Fin 86 231 57,5 Wave Pro Twin Fin 90 232 58,5 Wave Pro Twin Fin 92 233 59 41
MODEL Techno 160 Techno 148 Techno 133
Più semplicità, più affidabilità, più prestazioni, per un maggiore piacere sull’acqua, questi sono gli obiettivi di BIC Sport per questa nuova collezione 2011. La semplificazione delle gamme permette a tutti di fare una scelta facile senza sbagliarsi. Le tavole Bic sono concepite per non passare di moda e la loro ottima quotazione sul mercato dell’usato mostra la loro popolarità e il loro ottimo rapporto qualità/prezzo. Fabbricate in Francia con una tecnologia unica al mondo, le tavole sono solide e leggere. L’eccezionale successo della Techno 293 One Design presso i giovani regatanti è la prova migliore dell’affidabilità e della qualità dei prodotti Bic. 360 giovani partecipanti venuti da 30 paesi si sono ritrovati a Martigues per i Campionati del Mondo 2010, cifra pari a un aumento del 30% sul 2009 che era già stato un anno eccezionale. Un fenomeno unico nel mondo del Windsurf e anche nella vela. Si ritrova la stessa affidabilità e la stessa qualità di shape sui modelli Core che mettono alla portata di tutti il piacere del funboard. Tavole con buone prestazioni, facili, ben equipaggiate e a un prezzo molto attraente. La gamma Techno propone sempre delle tavole freeride vivaci e reattive che si rivolgono a tutti coloro che cercano delle tavole con buone prestazioni, molto ben equipaggiate, reattive e facili. Con la gamma Beach, si ritrova l’eccezionale solidità del polietilene associato a forme moderne e un prezzo imbattibile che soddisferà tanto le scuole di vela che le famiglie alla semplice ricerca di materiale robusto per andare sull’acqua.
TECHNO: Questa collezione leggendaria fa parte della storia del funboard: tavole facili da surfare, veloci e versatili. La Techno 283 è stata la prima della nuova generazione di tavole larghe. Da allora la serie Techno ha sempre dimostrato la sua estrema adattabilità a diversi tipi di condizioni e di rider, dai racer più esigenti (Techno 293OD) agli amanti del racing a cruising su lunghe distanze… per non dimenticare i funboard club in tutto il mondo ed i funboard racer più esigenti che invece hanno tutti apprezzato le performance delle tavole, la loro solidità, robustezza e peso leggero insieme alla qualità delle finiture. La nuova serie Techno Pro permette di cavalcare le onde con brio grazie ad attrezzature di alta qualità per qualsiasi condizione climatica. Costruiti con un sandwich in resina epossidica, i tre più 42
LENGTH (cm) 255 264 250
WIDTH (cm) 82 75 70
VOLUME (L) 160 148 133
SAIL RANGE 7.8 > 8.5 6.8 > 8.5 6.8 > 8.5
Techno Pro 80 Techno Pro 80 Techno Pro 80 Techno Pro 80 Techno Pro 80 Techno Pro 80
239 235 238 242 244 238
80 74 64 65 57 54
130 115 95 105 85 75
7.5 > 9.5 6.5 > 8.5 5.5 > 7.5 5.0 > 7.0 4.5 > 6.5 3.0 > 5.3
Core 293 D Core 160 D Core 148 Core 133
293 255 264 250
79 82 75 70
205 160 148 133
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importanti modelli sono le tavole firmate da Marco Copello mentre il nome di Pierre Bracard è sulle due tavole per il vento forte. Le tavole sono state progettate per essere facili da utilizzare e per adattarsi alle diverse condizioni di vento, in modo che il windsurfista possa sfruttare la propria tavola per il più ampio range di condizioni. Con venti da deboli a moderati, i windsurfisti vorranno planare rapidamente alla velocità massima: le tavole Techno Pro 80, 74 e 64 sono progettate per Freerace e Slalom. Quando il vento aumenta insieme alle onde, i Techno Pro 65 e 57 incarnano il concetto di Freeride Bump&Jump, dalla velocità elevata ed facile controllo. Per forte vento sostenuto ed onda alta, la Techno Pro 54 è sicuramente la scelta migliore!
CORE: La collezione Core si rivolge ai windsurfer che cercano un ottimo valore ad un ottimo prezzo. Divertimento garantito, sostenuto da anni di esperienza nel windsurf. Queste tavole hanno dimostrato il loro valore in tutte le condizioni climatiche e la loro versatilità è stata spesso pubblicizzata nei test di tutte le riviste specializzate. Realizzata in materiale composito in fibra di vetro termoformata, è solida e particolarmente resistente agli urti. Le dotazioni sono state selezionate appositamente per il loro eccellente rapporto qualità-prezzo. Core 293 D: La prima tavola in assoluto! Ottimo volume e deriva per maggiore stabilità, la Core 293 D è la tavola ideale per i neofiti del windsurf in qualsiasi condizione. Con vento forte, è un’ottima funboard per imparare a planare, strambare e per usare le straps. Core 160 D: La Funboard universale. Divertimento assicurato, la Core 160 è la tavola perfetta per tutti i pesi e livelli di windsurfer che vogliono migliorare per uno stile di riding decisamente più sportivo. Core 148: Veloce, manovrabile e facile da “cavalcare”. È la scelta per i rider che vogliono comprare la loro prima tavola, che permetterà loro di migliorare la velocità, le strambate, divertendosi con venti da lievi a moderati. Eccellente rapporto qualità prezzo. Core 133: Riding veloce e divertente! Sulla Core 133, si va forte, molto forte e molto velocemente in tutte le condizioni. Permette di passare da un livello medio ad alto di funboard con vento forte.
MODEL Phanter 3 2,9 Phanter 3 3,3 Phanter 3 3,5 Phanter 3 3,7 Phanter 3 4,0 Phanter 3 4,2 Phanter 3 4,5 Phanter 3 4,7 Phanter 3 5,0 Phanter 3 5,2 Phanter 3 5,5 Phanter 3 5,8 Phanter 3 6,0 Phanter 3 6,3 Phanter 3 6,9
LUFF cm 319 340 354 362 374 383 395 406 419 428 437 446 454 457 487
BOOM cm 131 141 146 151 155 158 161 166 171 174 177 181 185 190 193
PANTHER 3 Prendi in mano una Panther 3 e noterai immediatamente la differenza: zero colpi, zero pressione in eccesso sul braccio posteriore, solo una surfata morbida come velluto. La leggerezza della costruzione rende la Panther ancora più facile da controllare in aria. Sebbene sia estremamente leggera però, la Panther è molto resistente. Ogni zona della vela è stata realizzata con materiali specifici per gestire al meglio i vari carichi. Sebbene la Panther 3 sia la vela Wave più regolabile in acqua, è comunque facilissimo armarla grazie agli indicatori colorati sia sulla penna che sulla bugna, permettendo al rider di trovare la regolazione perfetta per coprire l’enorme range di vento. La qualità poi è garantita al 100% perchè ogni vela viene armata a mano in fabbrica prima della spedizione.
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SPACE: La Space è una vela versatile X-over che offre la via di mezzo tra la vela Freemove, la Torro e la classica Freeride, la Future. Rispetto alla Torro, non offre possibilità di utilizzo con le onde; offre però maggiore performance in termini di planata anticipata e potenziale di velocità di punta. Un motore perfetto per volare a tutta velocità, saltare in condizioni di Bump&Jump o semplicemente per provare tutte le manovre basi del Freestyle. Sebbene la regolazione perfetta sia quasi unica, copre comunque un range enorme e risparmia ore di regolazioni, rimanendo stabile nelle mani del rider, facilitando il controllo. La facilità di maneggevolezza deriva dalla solidità della costruzione in x-ply al 55%. STEEL: La nuovissima Steel presenta tutti i punti di forza delle comuni vele Wave universali: performance eccellente in qualsiasi condizione di vento, ottime capacità di planata, maneggevolezza reattiva e facile e costruzione solida. Il profilo ben bilanciato permette alla vela di coprire un enorme range di vento, con ampie possibilità di regolazione a discrezione del rider. La Steel può essere armata per essere più diretta/potente o compatta/morbida, grazie anche al posizionamento asimmetrico degli anelli di bugna, in modo che la vela resti sempre stabile tra le mani. Assorbe facilmente le raffiche grazie al suo twist armonico e progressivo, per assicurare il massimo controllo in qualsiasi condizione. La costruzione, realizzazione e materiali utilizzati sono di altissimo standard, secondo la tradizione Gun Sails. Tutte le finestre centrali sono realizzate in X-ply rinforzato con bordi doppi sulla penna, cuciture ricoperte ed inserti in gomma per riparare e rinforzare le zone di maggiore stress. TORRO: La Torro è la classica vela Freemove, che si è guadagnata la sua fama grazie all’immensa versatilità e range d’utilizzo. Non importa se per per il Wave, Freestyle o Freeride, l’utilizzo della Torro affascina il rider in qualunque disciplina ed è ideale per tutti i tipi di rider, indipendentemente da peso e capacità. Grazie alla ridotta lunghezza del boma, la vela risulta compatta e leggera per qualsiasi tipo di manovra e condizione, ed il profilo più profondo assicura una planata più immediata ed anticipata con una perfetta rotazione delle stecche. La Torro risulta estremamente stabile nelle mani del rider ed è la vela perfetta per divertirsi ogni 44
volta che si va in acqua. Confrontandola alla Space, la Torro è molto più orientata alle manovre perchè ha un profilo più piatto ed una bugna con un taglio più alto. I rider che cercano un profilo più rigido con più spinta e che possono fare a meno di surfare tra le onde, dovrebbero puntare sulla Space. Per quanto riguarda la costruzione e la realizzazione, la Torro eccelle grazie all’utilizzo di x-ply al 65% per diminuire la tensione durante l’utilizzo con vento rafficato, aumentandone la longevità, e restando comunque una vela accessibile e con un buon cut out che ne facilita il montaggio. TRANSWAVE: Ingresso e spunto in planata più immediati con maggiore potenza di punta. Per tutti quei rider che preferiscono un’esperienza di surfata più potente e soddisfacente. La Transwave è stata realizzata con un profilo più profondo per generare maggiore spinta, più potenza nelle curve e per volare in aria. La Transwave resta però sempre stabile ed in pieno controllo e non sembra mai ingombrante nelle mani nel rider. I due occhielli di bugna piazzati asimmetricamente allargano notevolmente il range di condizioni. Grazie alla maggiore potenza e controllo, questa vela è perfetta perfino per le condizioni di freestyle in acqua piatta. La costruzione e realizzazione sono al top. Viene utilizzata una costruzione basata su x-ply al 75% con rinforzi specifici sui bordi per assicurare massima longevità e resistenza della vela. MODEL Space 4.5 Space 5.0 Space 5.5 Space 6.0 Space 6.5 Steel 3.3 Steel 3.5 Steel 3.7 Steel 4.0 Steel 4.2
LUFF cm BOOM cm 407 162 418 170 442 176 455 187 468 190 358 143 365 144 373 147 384 150 394 154
Steel 4.5 Steel 4.7 Steel 5.0 Steel 5.3 Steel 5.7 Torro 4.3 Torro 4.7 Torro 5.0 Torro 5.3 Torro 5.7 Torro 6.0
407 415 421 431 443 407 415 422 431 445 450
160 164 167 175 180 156 163 167 174 178 182
Torro 6.3 Torro 6.6 Transw. 3.7 Transw. 4.0 Transw. 4.2 Transw. 4.5 Transw. 4.7 Transw. 5.0 Transw. 5.3 Transw. 5.7 Transw. 6.1
459 465 370 384 392 407 415 422 431 443 454
186 193 150 153 157 163 168 170 178 183 186
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Nicola Spadea
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Josh Angulo e Camille Juban.
UNA GIORNATA IN UFFICIO La giornata iniziava verso le otto di mattina con un ricca colazione a base di frutta, cereali, nutella, uova per avere la giusta carica durante il giorno. Appuntamento fisso alle 10:00 con Jerome a Baby Beach, una piccola baia sottovento a Hookipa perfetta per saltare. Da li a seconda delle condizioni veniva deciso cosa fotografare e dove. I primi giorni a causa della mancanza di onde grandi siamo scesi in acqua con le vele dalla 5.5m2 in su, quindi Freestyle, Freeride, Slalom e Race. Da questo momento in poi iniziava la vera e propria action, a partire dal montare svariate vele ciascuno per poi entrare in acqua e dare inizio alle danze. I primi due giorni solo Nicola, Flo e Marcos erano già approdati in terra Hawaiiana, sono stati loro quindi a prendersi carico di navigare con le vele più grandi, eseguire strambate e saltoni in lungo a pochi metri dalle splendide coste di Maui. In questi giorni anche la Torro e la Space hanno posato per le molteplici macchine fotografiche del fotografo francese che ha immortalato le evoluzioni di Flo e Nicola anche dall’acqua rischiando qualche volta di perderci la testa. Nei giorni successivi con l’arrivo di Camille Juban, il forte waver del Guadalupe, sono arrivate anche le onde come se le avesse portate lui e dopo qualche altro scatto di un paio di vele Freeride il team è sceso nell’arena di Hookipa. Hookipa è uno degli spot più famosi al mondo per le sue condizioni epiche, i colori che la contraddistinguono, le sue onde lunghe
e veloci e le rocce sui cui queste si infrangono. In questo periodo il top del windsurf mondiale si ritrova qui per gioire di tutto questo, in particolare quest’anno in previsione della finale wave del pwa a Cabo Verde molti atleti professionisti sono venuti ad allenarsi per le condizioni down the line di Ponta Preta. Quindi non è stato facile sia per i rider che per il fotografo lavorare,
specialmente quanto le onde diventano grandi e la concorrenza è tanta e di altissima qualità. Ma nel frattempo era atterrato sull’isola anche il campione del mondo wave in carica Josh Angulo, che di onde qui a Hookipa ne aveva già prese a migliaia nella sua vita e quindi sapeva esattamente dove andare a cercarle, non lasciando a nessuno i set più grandi.
Camille Juban
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Nicola Hookipa style.
Il Wave è stato senza dubbio il momento più atteso, Steel e TransWave sono state le vele usate dal team, a parte un giorno in cui il vento è stato leggerissimo e solo Josh, suo fratello Mark e Camille, sono entrati in
acqua con più di sei metri d’onda e il vento sui quattordici nodi. Inevitabilmente Josh ha dovuto usare una vela più grande prendendo la Torro 6.0m2. Per il resto del servizio 4.2, 4.7 e 5.0 sono state le
misure più usate, anche in questo caso Jerome si è dilettato a fotografare dall’acqua, dall’alto da destra e da sinistra, le curve mozzafiato del team, le entrate nei lip sbaffanti e le manovre in surfata come Aerial, Goyter
Florian Jung. © Christian Brecheis
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e Wave 360°. A Maui solitamente verso le cinque del pomeriggio il vento cala, ed è questo un momento di ritrovo nel parcheggio o sulla collina di fronte lo spot mentre
lentamente dopo una lunga giornata in acqua si smontano le attrezzature. È cosi che solitamente si conclude la giornata, tornando a casa per riposarsi e per una buona cena.
GUN SAILS 2011 Steel: combina in se tutte le virtù di una vela universale, perfomance eccellenti in tutti i tipi di condizioni, buone abilità di planata, maneggevole e reattiva, e una costruzione solida. Transwave: potente e planante, i rider che preferiscono più potenza nella vela dovrebbero scegliere questo modello. Le caratteristiche di questa vela fanno si che possa essere utilizzata anche per uscite Freestyle. Torro: è la classica vela Freemove, non importa se ciò che farete sia Wave, Freestyle o Freeride, la Torro affascina in tutte le discipline e si adatta a tutti i rider indipendentemente dalle capacità o dal peso. Da vari anni ottiene i migliori voti da tutti i test effettuati dalla stampa internazionale. Space: una vela funboard adatta sia per principianti che per esperti, molto planante con un buon potenziale per la velocità. La vela giusta in condizioni di acqua piatta e choppata con un grande range di vento grazie al suo profilo stabile, adatta sia per un windsurf Bump&Jump che per le prime manovre di Freestyle. Future: è il punto di riferimento per chi cerca una vela Freeride. Maneggevolezza, alta velocità e ottima partenza in planata. Rapid: non è un caso che questa vela si chiami così poiché è la più veloce dei modelli senza camber. Combina le qualità di una vela Freeride con quelle di una Race. Escape: una vela Freeride con due camber, per avere ancora più potenza ma conservando una buona facilità nella gestione della vela. È la scelta giusta per il windsurfer a cui piace la velocità e il confort. Cannoball: 3 camber, 7 stecche e un profilo tutto nuovo sviluppato dal velaio Renato Morlotti. Incredibile partenza in planata, accelerazione a alta velocità. Mega XS: pura performance. Questa vela garantisce alte velocità di planata. Il centro di gravità della vela è stato spostato per permetter al driver più controllo in situazioni limite. Mega XR: la sorella maggiore della Mega XS, disegnata per tutti i rider che adorano il Race e la Formula.
Nicola Spadea con la nuova Space fa un po’ di Freestyle.
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A sinistra Gabriele Varrucciu, Campione Nazionale Freestyle 2010. A destra Stefano Lorioli, secondo classificato e rimane l’ultimo della “vecchia guardia” a tenere testa ai giovani talenti. NB: non abbiamo potuto mettere la foto di Vittorio Mazzocca (III classificato categoria Open) per totale assenza di sue immagini.
INTRO Una gara annullata per complicazioni tecniche (a Talamone) e una non effettuata a causa dell’assenza totale di vento (al Lago di Garda…), ecco che i tre giorni della Coluccia Finals assumono un significato ancora più importante. Tutti gli atleti sono potuti arrivare pronti e allenati per questa gara essendosi svolta nel ponte del 1 novembre, quindi a stagione praticamente conclusa. Purtroppo anche questa volta il vento non ha aiutato, e il prestigioso Maestrale ha deciso di non far parte dei giochi per questa finale. Al posto suo si è presentato un timido Scirocco. L’organizzazione è stata comunque sufficientemente veloce e reattiva per spostare il campo gara a Murta Maria, spot dove questo tipo di vento tende a rinforzare, permettendo così lo svolgimento in sicurezza della gara e la proclamazione del nuovo Campione Italiano Freestyle. Nonostante gli sforzi organizzativi, i 6 giudici e l’ottima ospitalità del padrone di casa di Murta Maria, Antoine, il Campionato Italiano di Freestyle di quest’anno si è giocato solamente attraverso un “misero” single elimination. Come sempre le cose si possono fare al meglio ma se poi il vento gioca brutti scherzi non è colpa di nessuno. Vi posso assicurare che questo campionato è stato organizzato molto bene e con grande cura nei particolari. Prima di tutto c’erano 6 giudici per procedere più velocemente nelle heat, un race director, Mirko Braghieri, che ha sempre fatto le scelte giuste, convenzioni, cene e alloggi per atleti, un montepremi e 50
un allestimento ad hoc della spiaggia a Coluccia. Insomma tanto lavoro per una degna finale. Il commento tecnico della gara lo potete leggere qui sotto, quello che invece tengo a sottolineare è il mio dissenso da alcune, troppe, polemiche a cui ho dovuto assistere. Il vento faceva schifo ma era uguale per tutti. L’organizzazione ha dato più volte dimostrazione di quello che sta facendo per il Freestyle, per permettere ai giovani di mettersi in gioco e dimostrare il proprio valore per rimanere in questo piccolo mondo il più a lungo possibile, per chi lo vorrà. Si può vincere e si può perdere, quello che cambia è il modo in cui si perde e come ci si comporta in spiaggia. Non voglio aggiungere altro, ricordate solo che alla fine si è su una spiaggia a fare windsurf… e questo è già più che sufficiente. Complimenti a Gabriele, il nuovo Campione Italiano, e anche a tutti gli altri… una ventata di giovani e forti freestyler è finalmente arrivata, e per nessuno è più così scontato vincere!
DAY 1 La prima giornata delle Coluccia Finals, tappa conclusiva del Campionato nazionale Freestyle Open AICW-Windsurf Nation, è stata ricca di sorprese e colpi di scena. Tanto per cominciare e andare subito al sodo, il campo gara è stato trasferito in tempo reale da Coluccia a Murta Maria per sfruttare le previsioni di scirocco. Un vero
Filippo Bestetti, autore di una entusiasmante rimonta nel Double. In questa foto insieme a Jacopo Testa in una delle più belle heat della gara dove i due si sono risposti manovra su manovra.
peccato visto l’allestimento e l’affollamento della spiaggia a Coluccia, ma con lo specchio d’acqua immobile come il lago questa è stata senz’altro la cosa più intelligente da fare, e i fatti hanno dato ragione all’organizzatore Steddu Pisciottu e al race director Mirko Braghieri. Già vero le 13 le prime raffiche hanno cominciato a spazzare la baia di Marina Maria. In acqua si è visto un po’ di tutto, dalle 4.5-5.0 nella prima fase di gara, alle 5.4-5.8 nel pomeriggio. Stefano Lorioli, che non è certo un gigante, ha addirittura fatto una heat con la 6.3, per la verità bella piena. Ma la maggiore difficoltà del campo gara è stata certamente l’interpretazione delle raffiche e della zona dove posizionarsi per avere il vento più costante possibile. Con 22 iscritti il primo round era pieno di “bye”, ma nelle sei batterie disputate non ci sono state sorprese. Che invece sono arrivate già negli ottavi. quando Filippo Bestetti ha ribaltato il pronostico eliminando dalla gara uno dei super favoriti, Mattia Pedrani, sicuramente “non favorito” dalle condizioni, ma bisogna dire che il Best ha fatto una gran batteria. Fra le batterie degli ottavi col pronostico meno certi escono vittoriosi Mattia Fabrizi su Fabio Vinante e Marco Vinante su Jacopo Testa. Passano il turno anche Varrucciu, Dall’Oglio, Mazzocca, Madeddu e Lorioli. Nei quarti di finale
arriva la seconda sorpresa del giorno: in una batteria sul filo della manovra, Roby Dall’Oglio rimanda in spiaggia Mattia Fabrizi, furibondo per l’interferenza di un turista che gli ha fatto sbagliare un Misty Flip e perdere molto tempo. Alle semifinali avanzano anche Varrucciu, Mazzocca e il campione italiano in carica Stefanino Lorioli, in un’altra batteria molto vicina contro il sardo del sud, Gigi Madeddu. Le semifinali dicono che il primo posto se lo dovranno giocare il campione in carica e local di Coluccia, Stefano Lorioli, contro il local di Murta Maria, Gabriele Varrucciu. Per il terzo posto, di conseguenza, è un affare tra Dall’Oglio e Mazzocca. Dopo una pausa per dare fiato agli atleti, sfruttata per iniziare il tabellone degli Juniores, le finali dicono che la legge del local è più forte della regola dell’amico di Max Pezzali: Gabriele Varrucciu vince il single elimination mettendo una seria ipoteca su quello che sarebbe il suo primo titolo nazionale. Col vento ancora collaborativo, si continua il tabellone degli Juniores, che vede una cavalcata solitaria di Mattia Fabrizi, che battendo i sequenza Eva Chiocchetti (l’unica ragazza in gara), Matteo Romeo, Vittorio Mazzocca e Jacopo Testa si consola della disavventura nell’Open e si fa un bel regalo di compleanno.
Roberto Dall’Oglio, V classificato.
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Jacopo Testa, Campione Nazionale Juniores.
Francesco Cappuzzo, Campione Nazionale SuperGrommets.
DAY 2
DAY 3
Per la seconda giornata consecutiva il circo del campionato nazionale freestyle si è spostato dalla sede di Coluccia allo spot di Murta Maria, a caccia del vento necessario a completare il double elimination sia per la categoria Open che per la categoria Juniores. Nonostante le previsioni fossero più promettenti di quelle di sabato, la giornata è stata meteorologicamente complicata, con scrosci di pioggia alternati a groppi di vento. Tecnicamente, un incubo per qualunque race director. Con un tabellone da 22 iscritti, il double elimination si presenta come un labirinto, da cui escono vincenti al primo turno Romeo, Moses, Calò e Todeschi. Ma come molti altri double è una storia di grandi recuperi, come quello di Matteo Todeschi, che batte prima Fabio Vinante e poi Fabio Calò. Ma soprattutto quello di Mattia Pedrani, che ottiene il meglio possibile da condizioni assolutamente sfavorevoli alla sua taglia XXL, fino a spegnersi nella sfida per il sesto posto contro Filippo Bestetti, autore di un altro ottimo recupero. Le condizioni inizialmente molto promettenti per una sfuriata di apertura del vento, sono andate gradualmente spegnendosi fino alla sospensione della gara prima che si potesse disputare la sfida per il terzo posto tra Filippo Bestetti e Vittorio Mazzocca. Nel mezzo è successo un po’ di tutto: boma rotti a pochi secondi dall’inizio della batteria, vele scoppiate, grandi proteste e clamorose eliminazioni, come quella subita da Mattia Fabrizi da parte di Jacopo Testa. Insomma, normale amministrazione per il freestyle... La giornata è dunque trascorsa tranquilla per Gabriele Varrucciu, vincitore del single elimination e quindi candidatissimo (viste le previsioni per lunedì) al titolo ci campione nazionale. Meglio per lui, visto che stamattina si è presentato con due dita della mano destra massacrate. Noi la abbiamo intervistato per capire cosa sia successo.
Gabriele Varrucciu è il nuovo Campione Nazionale Freestyle Open. Dopo una stagione travagliata, caratterizzata da molta pioggia, poco vento, molte raffiche e alcune clamorose cancellazioni dal calendario, bisogna dire che tutto è bene quel che finisce bene. Con le Coluccia Finals la classifica ha emesso il suo verdetto a favore del ventenne atleta di Olbia, che un po’ a sorpresa ha conquistato il titolo di più forte freestyler dell’anno. La giornata conclusiva delle Coluccia Finals non ha portato vento o azione in acqua: il meteo è stato a dir poco variabile, e siamo passati dalle nuvole, al sole, alla pioggia, alla calma di vento fino a qualche beffarda raffica da ponente. Lo spot è stato dunque terra di conquista dei peggio parolieri da spiaggia, che hanno potuto dare libero sfogo al loro esercizio preferito: il blablabla! Per tutti comunque è stata una confortevole giornata di relax coccolati dalla consueta ospitalità del Club Porto Liscia e della Pisciottu family. Nella migliore tradizione di questo che è diventato il tradizionale appuntamento di chiusura dell’attività agonistica, la premiazione è stata lunga e densa di riconoscimenti. Per le classifiche dell’anno vi rimandiamo alla lunga lista a piede di pagina, che celebra i nuovi campioni 2010. Categoria Open: Gabriele Varrucciu. Categoria Juniores: Jacopo Testa. Categoria Super Grommets: Alvin Panzera. Categoria Grommets: Francesco Cappuzzo. Nell’arco della premiazione da segnalare il “Premio del Presidente”, destinato a un atleta che si sia distinto per una particolare sportività. Anche in questo caso è andato a Gabriele Varrucciu, che avendo visto il proprio avversario non ancora pronto a iniziare la batteria, lo ha aspettato rinunciando a godere di un vantaggio che il regolamento gli avrebbe concesso: “Partire da solo sarebbe stato come bucare le gomme al mio avversario, aspettarlo mi è venuto naturale”, ha commentato Gabriele.
Cos’è successo alla tue dita? Ho avuto un incidente domestico col mio migliore amico, che prima di entrare in bagno non ha guardato la porta e mi ha chiuso le dita nei cardini. Anulare e medio, l’anulare è rotto. Ma il tuo umore com’è mentre aspetti che si concluda il double elimination? Sono felice perché se va come spero dovrebbe andare sarebbe la mia prima vittoria in assoluto e per di più col titolo italiano, che non sarebbe male, anche se per il mio spirito di competizione avrei sperato in un po’ più di vento per battermi anche nella finale del double e dare maggior valore alla mia eventuale vittoria. 52
Special thanks to: PAESANA VACANZE Grazie alla collaborazione di Paesana Vacanze atleti e accompagnatori hanno potuto soggiornare anche in questa occasione nel caratteristico paese di San Pasquale a due passi dallo spot Coluccia. Rinnoviamo il nostro ringraziamento per il supporto logistico offertoci dall’agenzia. Immobiliare Paesana Vacanze: Via Toselli 07020 San Pasquale (OT) – Sardegna; Tel./Fax: +39 0789.752594; Mobile: +39 339.6785122; www.paesanavacanze.it - info@paesanavacanze.it
Gabriele Varrucciu festeggia subito dopo la sua proclamazione a Campione Italiano Freestyle.
COLUCCIA FINALS 2010 CLASSIFICA FINALE OPEN PRIME 9 POSIZIONI. CLASSIFICHE COMPLETE SU WWW.WINDSURFNATION.EU 1 Gabriele Varucciu (Naish, Naish) 2 Stefano Lorioli (RRD, RRD) 3 Vittorio Mazzocca (RRD, RRD) 4 Filippo Bestetti (RRD, RRD) 5 Roberto Dall’Oglio (RRD, RRD) 6 Mattia Pedrani (Starboard, Simmer) 7 Marco Vinate (Starboard, Severne) 7 Jacopo Testa (RRD, RRD) 9 Mattia Fabrizi (Fanatic, North Sails) 9 Matteo Todeschi (RRD, Hot Sails) 9 Luigi Madeddu (Tabou, North Sails) 9 Raimondo Gasperini (Starboard, Severne) COLUCCIA FINALS 2010 CLASSIFICA FINALE JUNIORES PRIME 3 POSIZIONI. CLASSIFICHE COMPLETE SU WWW.WINDSURFNATION.EU 1 Mattia Fabrizi (Fanatic, North Sails) 2 Jacopo Testa (RRD, RRD) 3 Vittorio Mazzocca (RRD, RRD) CAMPIONATO NAZIONALE FS AICW WINDSURF NATION 2010 CATEGORIA OPEN 1 Gabriele Varucciu (Naish, Naish) 2 Stefano Lorioli (RRD, RRD) 3 Vittorio Mazzocca (RRD, RRD) 4 Filippo Bestetti (RRD, RRD) 5 Mattia Pedrani (Starboard, Simmer) 6 Roberto Dall’Oglio (RRD, RRD) 7 Marco Vinate M. (Starboard/Severne) 7 Jacopo Testa (RRD/RRD) 9 Mattia Fabrizi (Fanatic/North Sails)
9 Matteo Todeschi (RRD/Hot Sails Maui) 9 Luigi Madeddu (Tabou/North Sails) 12 Raimondo Gasperini (Starboard/Severne) 13 Fabio Calò (Starboard/Severne) 13 Matteo Romeo (RRD/RRD) 15 Silanos 15 Moses 17 Livraghi 17 Cronst 17 Terenzi 17 Bacchini 21 Vinante F. 22 Cappuzzo CAMPIONATO NAZIONALE FS AICW WINDSURF NATION CATEGORIA JUNIORES PRIME 3 POSIZIONI. CLASSIFICHE COMPLETE SU WWW.WINDSURFNATION.EU 1 Jacopo Testa (RRD, RRD) 2 Vittorio Mazzocca (RRD, RRD) 3 Matteo Todeschi (RRD, Hot Sails) CAMPIONATO NAZIONALE FS AICW WINDSURF NATION CATEGORIA SUPERGROMMETS 1 Panzera 2 Testa M. 3 Slijk 3 Cannamela CAMPIONATO NAZIONALE FS AICW WINDSURF NATION CATEGORIA GROMMETS 1 Cappuzzo 2 De Lillo 3 Rallo
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Gabriele sei il nuovo Campione Italiano Freestyle? Hai inaugurato al meglio il tuo ingresso nel Team Naish. Ti aspettavi questo risultato? Si Fabio, a quanto pare si. Il risultato è stato del tutto inaspettato. Ero partito con la determinazione di cercare di fare il meglio possibile, ma non avrei mai pensato di vincere. Diciamo che non c’è stato modo migliore di iniziare la collaborazione con Naish. Anche se è stato fatto un solo Single Elimination in un anno, per colpa di diversi eventi collaterali come cancellazioni di gare, assenza di vento etc… Puoi raccontarci la tua gara a Murta Maria, come è andata, quali sono state le principali difficoltà e le soddisfazioni? Si lo so, ero presente alle altre tappe che non sono state svolte (purtroppo). Per questa ultima gara dal momento che è stato annunciato che era previsto Scirocco mi sono sentito meno stressato, anche se preferisco i venti occidentali...!! Poi una volta arrivati a Murta Maria, dopo aver guardato le condizioni non bellissime ma 54
sufficientemente buone, tra me e me ho iniziato a pensare: “Beh almeno il vento lo conosco, è quello di sempre”. Per quanto riguarda la competizione ho cercato di puntare sulla radicalità delle manovre, anche se le condizioni non erano proprio il massimo, ma è stata una bella soddisfazione riuscire a fare delle batterie fluide e complete. Parliamo un po’ delle tue origini, di dove sei, quando hai iniziato a fare windsurf e come e perché ti sei affacciato al mondo del Freestyle? Io sono sardo al 100% e ne vado fiero. Chiaramente avendo un mare come il nostro e essendo mio papà un surfer di vecchia scuola, non poteva essere altrimenti. È iniziato tutto per gioco nella spiaggia “Lo squalo”... poi man mano che mi appassionavo e sentivo la necessità di un posto un po’ più ventoso, ho iniziato a frequentare Murta Maria. Il freestyle è stata una conseguenza naturale dopo aver visto numerosi video, perchè anche io dovevo riuscire a fare quelle manovre “impossibili”.
Gabriele durante la tappa di quest’anno EFPT in Sardegna a Coluccia. © FotoFiore
Quindi Murta Maria è il tuo home spot. Raccontaci qualche cosa di questo spot e se tu e i tuoi amici uscite anche in altri spot vicini e perché? Si Murta MAria è la frazione, ma il nome della spiaggia è Marina Maria. È la culla del Freestyle del nord-est Sardegna. Lavora tutto l'anno... ma in inverno il vento è sempre dai quadranti occidentali e molto forte, mentre d’estate si aggiunge il classico termico di scirocco che regala delle uscite speciali. Ci sono tanti altri spot vicini come Pittulongo-Lo Squalo, che con lo scirocco forte è eccezionale per saltare
a destra, poi c’è la famosa Cozza Beach che come dice il nome si trova in mezzo al porto di Olbia ed è circondata dai vivai delle cozze. Abiti in uno dei migliori posti in Europa per le onde. Fai anche Wave e surf o ti concentri solo sul Freestyle? In molti si sono chiesti come mai i giovani rider sardi come te hanno disertato il Campionato Wave di quest’anno anche se una delle due gare era proprio in Sardegna. Il Campione Italiano Freestyle 2010 nel suo home spot Murta Maria.
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Flaka One Hand.
Obiettivi e progetti per il futuro? Non sono mai stato uno che fa progetti per il futuro... ma se ci penso direi: finire gli studi, trovare un buon lavoro e continuare a far windsurf per ancora un bel po’ di tempo cercando di migliorare e competere nei livelli più alti. Però non mi dispiacerebbe affatto trasferirmi negli USA e lavorare in una officina specializzata in Muscle Car... le super potenti macchine americane! Non sarebbe male!!! SCHEDA TECNICA Nome: GABRIELE Cognome: VARRUCCIU Nickname: VARRUX Nato a: SASSARI Età: 21 appena compiuti Altezza: 190cm Peso: 74kg Cittadinanza: ITALIANA Dove vivi: OLBIA Hobby: MACCHINE E MOTORI AMERICANI, motocross, windsurf, serate con gli amici! Sponsor: NAISH, DEVIL KISS ROCK CLUB OLBIA, SAIL BOARD SHOP OLBIA
Eh già, è una bella fortuna. Per ora vado abbastanza spesso a Funtana Meiga perché adoro saltare... però non mi sono mai dedicato al Wave (anche se è stata la prima disciplina che avevo visto fare con il windsurf ). Avrei voluto partecipare, tanto per divertirmi, ma in quel periodo e tuttora sono sommerso dagli studi universitari... non posso toppare! Quali sono le condizioni che preferisci per il Freestyle? Essendo un forte sostenitore del modo di dire “Go big or go home”... adoro il Freestyle con condizioni di vento abbastanza forte (4,7 - 4,5 ) e un bel choppone formato ma regolare... sarebbe il paradiso! So che ancora prima di entrare nel Team Naish eri un fan sfegatato di questo marchio. Amore a prima vista o ci sono altri motivi? Devo ammetterlo, ho sempre adorato Naish... ma all’inizio era per un importante dettaglio: il teschio simbolo della Naish! Quello è stato il fattore principale nella scelta di acquistare la mia prima Naish Wave del 1998 (che ora è riposta nella mia cameretta). Poi con il passare degli anni e il crescere del livello è stata più una scelta basata sulle performance dell’attrezzatura. Hai mai avuto modo di conoscere Robby Naish? Assolutamente si. Grazie all’evento Shaka Bump&Jump del 2010... mi sono ritrovato il Boss del Windsurf a stretto contatto! Come tanti windsurfer so che ti piacciono anche altri sport estremi, tra cui il motocross. Mi hai detto però che da un po’ non ci vai più… hai cambiato idea? Qui tornano alla mente tanti ricordi. Sin da bambino cercavo di essere come Shaun Palmer che era il mio idolo. Per chi non lo conosce è un pazzo considerato il tutto fare degli sport estremi… un po’ come Travis Pastrana, e quindi ho sempre vissuto tra skate, bmx, snowboard (quando andavo in montagna) e poi il motocross...!!! È stata dura convincere i miei genitori ma all’età di 13 anni ho avuto in regalo la mia prima moto iniziando a seminare il panico per le campagne sarde con un 80cc, poi ho avuto varie moto sino ad arrivare all’ultima, un Kawasaki 250 f uguale a quella del nostro capo redattore. Ma dopo tanti anni passati tra il fango e altrettanti infortuni ho deciso di allontanarmi per un po’ da questo sport, anche perchè è molto costoso. Però la passione c’è ancora tutta... e poi mai dire mai. 56
BEST AND WORST Bionde o brune: BRUNE Waveriding o jump: JUMP Goffy o regular: GOOFY Murta Maria o Porto Pollo: MURTA MARIA Burner o Kono: BURNER Shaka o Ponch: TUTTE E DUE Destra o sinistra: DESTRA Dunkerbeck o Naish: NAISH Kite o surf: SURF Slalom o kite: SLALOM Macchina o furgone: AMERICAN TRUCK.. Red Bull o Monster: RED BULL
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INTRO Windsurf Nation, il tour organizer del circuito italiano Wave e Freestyle, quest’anno si è dato molto da fare per migliorare la situazione delle gare “artistiche”. Archiviato con i primi di novembre il Campionato Freestyle, era il turno del Wave. Due le tappe in programma, entrambe a chiamata, una in Sardegna e una in Calabria, una mure a sinistra e l’altra mure a dritta, aspetto fondamentale per vedere chi sono i waver più completi e chi effettivamente merita di vincere. Insomma finalmente un vero campionato Wave come si deve e come mancava da troppi anni. Il vento e le onde alla fine, anche se un po’ sovrastimati dalle previsioni, ci sono stati ed erano più che sufficienti per una gara. Le bizze del vento hanno fatto però allungare le heat (da 12 fino a 15 minuti) e complice anche il periodo invernale con il buio che arriva presto, è stato portato a termine solamente un Single Elimination, anche se si è provato a fare partire il Double. Fino a qui tutto bene… ma la cosa che mi ha lasciato perplesso è stato il numero di partecipanti, solo 13, l’anno scorso eravamo in 32. Un forte deterrente alle iscrizioni è stata la natura stessa della gara, a chiamata e anche in giorni lavorativi. Quindi solo chi ha un lavoro flessibile o fa windsurf per professione ha potuto parteciparvi. Forse sarebbe meglio per il futuro limitare la chiamata ai soli week-end allungando il waiting period, e lavorare per migliorare la comunicazione di queste gare. Un’altra domanda mi sono posto… ancora una volta i vari promoter/atleti che si fanno dare dagli sponsor anche l’attrezzatura wave, soprattutto le giovani leve, non si sono presentati all’appuntamento, dove erano? Questa è una cosa che dovrebbe far riflettere chi di dovere… Tutte le altre polemiche che ho sentito girovagando nella rete le lascio dove devono stare, nel nulla! Chi c’era si è messo in gioco e in discussione grazie all’ottima organizzazione della gara, tutti gli altri, i parolieri, i super Pro ma solo in spiaggia o sui social network, i polemici… tutta questa gente, voglio semplicemente ignorarla.
DAY 1 L’appuntamento è a La Ciaccia. I migliori waver italiani ci sono e allo skippers’ meeting il Race Director Mirko Braghieri annuncia le regole di valutazione per l’inizio del primo tabellone. Ma è Marco Piro che dopo pochi minuti ci annuncia che le condizioni di vento e onda sono molto migliorate a Cala Pischina. La decisione è rapida e il Comitato di Regata formato anche dai Giudici Mario Bellani, Franco Gnessi e Francesco Priori decide di spostare rapidamente il campo della competizione. Ancora una volta la scelta di avere 3 campi di regata regolarmente registrati alle Capitanerie ha pagato e la gara è partita regolarmente. Già dalle prime battute di warm-up si intuisce che la battaglia sarà molto serrata. Inizia la gara e dopo le prime 6 batterie il vento comincia a fare i capricci. Vengono concesse un paio di extension ma in breve il Race Director decide di dare uno stop alla prima giornata di competizioni.
DAY 2 Alle 9 del mattino a La Ciaccia le condizioni si presentano molto interessanti. L’onda sta montando rapidamente e il vento ci sta offrendo una direzione quasi perfettamente side. Le batterie partono e si susseguono con regolarità. La finale per il 3° e 4° vede confrontarsi l’inossidabile Gasperini e Fabio Calò che si impone subito con un Forward altissimo. Ray non si dà per vinto e come se fosse stato caricato a molla comincia ad inanellare surfate scegliendo sempre bene le onde. Cambia più volte campo alla ricerca delle onde migliori e della massima visibilità della Giuria. Calò si difende bene e ricambia colpo su colpo, ma alla fine la Giuria è inesorabile e Ray passa di un soffio. Il vento rinforza quasi a salutare l'inizio della batteria per il primo e secondo posto. I rider sono pronti. La bandiera verde sale, è battaglia vera tra il local Gianmario Pischedda, Campione Nazionale uscente e Andrea Rosati, atleta tra i più completi del parco rider italiani. Gianmario parte con un Back Loop stellare che scatena gli applausi del pubblico presente e di tutti gli atleti. Andrea si fa sotto con surfate potenti e radicali che ben presto lo portano in testa nei tabellini dei Giudici. Pischedda si difende cercando le surfate ma oggi non è fortunato e nei rientri non trova le onde che lo potrebbero riportare in testa. Andrea surfa con grande potenza e sfrutta le onde fino all'ultima schiuma. Il verdetto anche questa volta non è semplice ma la Giuria fa il suo dovere e aggiudica a Rosati il primo single della stagione 2010. Breve intermezzo e tutti in terrazza per annunciare la classifica e di nuovo tutti in acqua in attesa della partenza del tabellone looser. Partono le prime batterie ma il 59
Andrea Rosati, I classificato.
vento ha un calo improvviso e nonostante le extensions non si riesce a portare a termine nessuna batteria. Il Comitato di Regata decide per annunciare una sessione Best Move in attesa che il vento ritorni. Tutti in acqua a sfoderare le migliori move del repertorio. Grandi applausi per un Forward altissimo ed esitatissimo di Fabio Calò che balza subito in testa alla session. Passano pochi minuti però e Pischedda sfodera il Back Loop più alto della giornata cancellando qualsiasi altra manovra. Sarà il vincitore indiscusso. Durante la Best Move il vento rinforza e lo spettacolo è per una ventina di minuti veramente di alto livello. Terminata la session tutti pronti per il double ma ancora il vento si rifiuta di collaborare quasi a volere sancire che la classifica gli sta bene.
DAY 3 La perturbazione annunciata si lascia alle spalle una bella onda di scaduta e La Raimondo Gasperini, III calssificato.
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Ciaccia assomiglia ad una cartolina pubblicitaria per il surf da onda. Ma il circo del wave non ci sta e si muove in direzione nord alla ricerca del vento, trovandolo a Marina delle Rose. Lo spettacolo è formidabile ma le condizioni non sono sufficienti per una gara ed è quindi il momento del fotografo. Appuntamento nel pomeriggio alla Lega Navale di Olbia dove i rider si rilassano alla cerimonia di premiazione. È L'assessore del Comune di Olbia Marco Piro che mette nelle mani di Andrea Rosati la coppa del vincitore. Come ormai tradizione nelle gare organizzate da Windsurf Nation viene assegnato il Premio del Presidente; un piccolo riconoscimento all’atleta che durante la gara si distingua per atti di Sportività e Fair Play. Questa volta il premio va a Manuel Poli. Manuel era in batteria contro Pischedda quando ha staccato un Back Loop strappa applausi. Manuel preso dall’entusiasmo per il salto dell'avversario ha fermato la sua azione ed ha esultato e battuto le mani insieme a tutto il pubblico. Un gesto da vero sportivo giustamente premiato.
INTERVIEW Abbiamo intervistato Andrea Polloni, presidente dell’associazione Windsurf Nation, tour organizer per conto di AICW del circuito Wave e Freestyle italiano, per fare il punto della situazione. Andrea, possiamo fare un bilancio di questa stagione 2010 per il Freestyle e per il Wave? Il programma 2010 prevedeva lo svolgimento di 5 gare Freestyle, di cui una tappa
Gianmario Pischedda vola in Back Loop, II classificato.
EFPT Europea Open ed una tappa EFPKT Europea Juniores, e 2 gare Wave. Purtroppo le prime 2 gare Freestyle di Campionato Nazionale non sono state effettuate per via delle condizioni meteo e per motivi legati alle organizzazioni locali. Anche l’ultima regata, Coluccia Finals, è stata portata a termine con grande fatica, viste le condizioni meteo non proprio entusiasmanti. Altro discorso per la regata Europea, Sardinia FreeStyle Grand Prix, che invece ha avuto talmente tanto vento e condizione da essere stata dichiarata la migliore regata da quando esiste il Circuito EFPT. In grande evidenza anche la tappa EFPKT di Reggio Calabria che è risultata essere la meglio organizzata di tutto il Tour EFPKT. Nella specialità Wave, il programma è stato rispettato. Due le gare previste, una mure a sinistra ed una mure a destra, e tutte e 2 portate a buona conclusione. C’è da considerare che il programma per il Wave è stato messo a punto molto tardi nella stagione perchè all’inizio dell’anno non esistevano candidature valide. Tutto sommato un bilancio positivo, abbiamo assegnato i Titoli Nazionali e abbiamo dato la possibilità di mettersi in grande evidenza a molti atleti italiani con le 2 importanti competizioni Europee.
Fabio Calò in Forward durante la heat contro il local della Ciaccia Andrea Mariotti.
Cosa è stato migliorato rispetto all’anno scorso e su cosa state lavorando per il 2011? Credo di poter dire che la grande svolta effettuata quest’anno sia stata la creazione della Classe Arbitrale. Con il formidabile supporto di Carlo Cottafavi, Segretario di Classe, abbiamo finalmente dato vita ad una generazione di Giudici che nel tempo renderanno consistente e costante la qualità di giudizio nelle gare delle specialità acrobatiche. Dobbiamo lavorare molto ancora per consolidare questa realtà ma la strada adesso è aperta. Per il prossimo anno Mirko Braghieri e Mario Bellani, responsabili del settore, si stanno concentrando su questo fronte, in modo particolare per rendere omogenee al massimo le conoscenze e la professionalità. Abbiamo altri fronti su cui confrontarci, siamo ancora lontani dalla perfezione, ma come sempre occorre selezionare gli obiettivi uno alla volta se si vuole essere efficaci. Secondo te qual è il motivo per cui ci sono stati abbastanza iscritti nel Freetyle, ma non come in passato, e pochi iscritti nel Wave? È una domanda a cui stiamo tentando di rispondere. Di sicuro la forbice tra i Pro ed i rider “normali” si sta divaricando molto. Questo fattore inibisce gli atleti di livello
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Andrea Mariotti durante il primo giorno di gara a Cala Pischina.
non elevato ad iscriversi alle competizioni. Nel 2011 riusciremo probabilmente a testare situazioni che consentano dignità di prestazione anche a chi non è un Pro. Nel Wave c’è stato anche il timore da parte di alcuni rider di dover affrontare condizioni estreme come sono capitate lo scorso anno. Non dimentichiamo nemmeno il fatto che le gare sono state chiamate in giornate lavorative. A livello organizzativo è stato fatto molto garantendo sempre una giuria qualificata, un montepremi in denaro, agevolazioni per gli atleti. Forse avete peccato un po’ nella comunicazione degli eventi, soprattutto quelli a chiamata. Cosa ne pensi di questo? Penso che hai ragione e da professionista della comunicazione hai notato questa lacuna. Non nascondiamo i difetti, dovremo migliorare molto questo aspetto. Una buona comunicazione, infatti, influisce notevolmente sia sulla possibilità di informare meglio tutti gli atleti sia sulla possibilità di acquisire nuovi Sponsor e quindi di restituire a cascata migliori condizioni per tutto l’ambiente.
Cercheremo di avere da Tony “il Cassiere” il credito necessario. Ci sono state delle polemiche per la durata del waiting period. Cosa pensi di fare per l’anno prossimo per garantire delle gare in condizioni ottimali e quindi scegliendo a priori l’opzione della gara a chiamata? Personalmente ritengo che per le gare Wave sia indispensabile mantenere la prassi della chiamata. Riteniamo inoltre che gli atleti che intendono partecipare al Campionato Nazionale debbano rendersi disponibili nei periodi di chiamata. Bisogna considerare che i frequenti impegni internazionali fermano di fatto i periodi di attesa che di conseguenza a volte devono allungarsi. Credo quindi che non si possa fare molto per migliorare questo aspetto caratteristico della specialità. Cominceremo con una accurata distribuzione degli eventi durante l’anno agonistico, ma se vogliamo cercare di recuperare waver, dobbiamo attendere che le condizioni si verifichino nei weekend. E questo è uno degli elementi che farà si che i periodi di attesa restino comunque abbastanza lunghi. Jaques Barbieri, altro local di Cala Pischina.
Manuel Poli
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Federico LaCroce, uscito prematuramente dal Single non ha avuto la possibilità di rifarsi.
CLASSIFICA FINALE WAVE EXTREME SARDEGNA
THANKS TO:
1 Rosati Andrea (RRD, Neil Pryde) 2 Pischedda Gianmario (Fanatic, Ezzy) 3 Gasperini Raimondo (Starboard, Severne) 4 Calò Fabio (Starboard, Severne) 5 Mazzocca Vittorio (RRD, RRD) 5 Poli Manuel (Tabou, Vandal) 5 Mariotti Andrea (JP, Neil Pryde) 5 La Croce Federico (99, Hot Sails Maui) 9 Barbieri Jacques (RRD, RRD) 9 Paganini Fabio 9 Revel Gianmarco (Fanatic, Ezzy) 9 Longo Fortunato (Fanatic, Challenger) 9 Giorgi Giorgio (Drops, Challenger)
EXTREME NETWORK COMUNE DI OLBIA SURF2LIVE ARBEKE SAILBOARD OLBIA AESURF DI ANTONIO EGRIS PORTOLISCIA WINDSURF CLUB GIACOMO SANNA ED IL SUO GRUPPO SASSARI LEGA NAVALE OLBIA
Il podio, da sinistra: Rosati, Pischedda, Gasperini, Calò.
Vittorio Mazzoca, l’unico giovane a misurarsi sia in Freestyle che nel Wave. Bravo! Gli altri dove erano? 63
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Nick De Wannemaeker in Forward nella marea marrone.
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Sylvain Demercastel cerca di non scarrocciare troppo sottovento a causa della fortissima corrente del’Oceano in tempesta.
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LE LINEE OSCURE
PIOGGIA BATTENTE
Già da molti anni ormai, i rider che vivono per il windsurf fanno affidamento sulle mappe satellitari e sulle previsioni... ed i report delle condizioni. La lista delle nazioni in cui si può praticare il nostro amato sport è piuttosto ristretta e siamo già a conoscenza di quale sia il periodo migliore per le condizioni in una certa parte del globo. Da ormai due anni, io Fabrice e Nick giriamo per il globo per completare il nostro film, Planet Blow “Le linee oscure”. Cerchiamo sempre le condizioni migliori in assoluto e vogliamo anche fornire una prospettiva più profonda della realtà locale. Per quanto riguarda il Marocco però, non avevamo proprio le idee chiare. Questa location doveva sicuramente entrare nel film, ma sapevo che gli spot erano già stati visti in numerosi altri video prima del mio. Il mio obiettivo di proporre una prospettiva diversa con angoli innovativi ed una storia sarebbe stato davvero difficile da raggiungere in una location così popolare. Tutti sono già a conoscenza dei colori del Marocco, che offre un mix di deserto con qualche piccola oasi tipica sparsa qua e là. Cammelli, arte locale, thè, odori e sapori… Penso sia già stato detto tutto su questo magico paese perfetto per il windsurf. Eravamo però fortemente attratti da questa destinazione… ed eravamo sicuri che saremmo finiti a riprendere da qualche parte nel continente nero.
Appena siamo arrivati… è stato come vivere un clichè in prima persona. Siamo partiti da Parigi lasciandoci alle spalle il freddo ed il grigiore della metropoli, per trovare il caldo secco del deserto dopo solo due ore di volo. Appena scesi abbiamo subito notato tutti gli stereotipi classici proposti dalle riviste windsurfistiche quando presentano questa zona. Boujmaa ed il suo amico Tarik avevano già organizzato tutto. Ci siamo trovati una bella casa proprio sullo spot da qualche parte a nord di Agadir. Le onde non mancavano… Siamo arrivati un po’ troppo tardi per goderci l’ottima session al tramonto, ma Nick e Fabrice stavano già avvitando le strap per la mattina seguente! Madre Natura però aveva altri piani per il nostro team… Ci siamo svegliati di buona ora il mattino seguente, sotto un cielo plumbeo… L’ultima cosa che ci si potrebbe aspettare in Marocco… Avremmo dovuto scrivere una storia per le riviste, che generalmente vogliono foto con sole splendente e colori surreali… Tarik ci ha spiegato che una grossa tempesta aveva deciso di farci compagnia, piazzandosi proprio sopra le nostre teste per qualche giorno… In un certo senso era un bene, in quanto sicuramente avremmo avuto vento
forte… quindi non eravamo poi così preoccupati. Stava anche arrivando un grosso swell. Prima o poi il sole sarebbe uscito nuovamente, permettendoci finalmente di girare tra le onde smeraldo che tutti abbiamo sognato da quando abbiamo guardato il video di surf “Sipping Jet Stream”. La location che abbiamo scelto infatti, invece di Moulay, è proprio quella del video. Volevamo acqua color verde intenso per il nostro film. Moulay mi piace un sacco come condizioni ma l’acqua marrone stonerebbe un po’ troppo col resto del film… Tre giorni dopo, la pioggia torrenziale continuava a riversarsi su tutto il Marocco! Alcuni villaggi hanno cominciato ad avere problemi con le strade, il fango e gli allagamenti. Una moschea è perfino crollata! Dio ci era ostile… In un certo senso, però, era anche quello che volevo: avevamo bisogno di qualcosa di drammatico per il mio film, e sicuramente queste condizioni erano perfette! Ha piovuto senza interruzione per circa 10 giorni di fila! In questa zona così arida e riarsa, nessuno aveva mai visto una costa del genere. I fiumi trasportavano enormi quantità di rifiuti che erano state accatastate nella polvere delle zone montuose circostanti. Era una visione impressionante. Una mattina siamo stati svegliati di soprassalto da Tarik, che ci ha fatto spostare immediatamente in quanto la casa era in una zona altamente a rischio d’allegamento… Così ci siamo spostati ed abbiamo affittato un’altra casa… La mareggiata continuava a crescere e sapevamo tutti che fosse vitale tornare con del materiale in mano. Siamo quindi andati più a sud nella baia di Agadir, cercando di fare windsurf in condizioni meno rischiose.
LA TEMPESTA Quando siamo arrivati, il vento rafficava sui 35 nodi… l’Oceano sembrava impazzito e le onde rompevano ovunque… la zona d’impatto era lungo l’intero orizzonte. La spiaggia e lo shorebreak erano pieni di rifiuti, alberi, plastica, finestre, porte, biciclette… gomme… c’era di tutto. Era quasi impossibile riuscire a far windsurf per i primi 10 metri tra tutta la roba che galleggiava o affondava nell’acqua. Nick ed io abbiamo comunque deciso di provare… Julian, il fotografo, ci ha spinto per produrre del materiale. Nick è uscito per primo ed appena entrato è scarrocciato così velocemente e così tanto che non riuscivo a crederci. Poi è venuto il mio turno. Camminare tra la spazzatura… partenza dalla spiaggia… evitare un pezzo di legno e qualche sacchetto… e poi planare a tutta velocità con la vela che mi esplodeva tra le mani. Ho cercato di uscire e passare la zona d’impatto ma diventava sempre più grosso… praticamente impossibile da superare con vento side onshore. Appena dopo aver strambato mi sono reso conto di quanto incredibilmente forte fosse la corrente, ed infatti ero scarrocciato di almeno 500 metri dal punto in cui ero partito… Peggio di un fiume… impossibile risalire. Sono quindi uscito ed ho camminato lungo la spiaggia come ha fatto Nick 5 minuti prima. Abbiamo fatto così per circa 6 o 7 volte prima che le nostre gambe smettessero di collaborare. Due virate e poi 10 minuti di scarpinata, sperando finalmente di avere qualche bella foto. Questa non è assolutamente l’essenza del windsurf. Avevo anche paura di prendere qualche malattia strana in quell’acqua così inquinata. Allo stesso tempo però, sapevo che avevamo qualcosa di unico per il nostro film. Una storia veramente grafica che illustra meglio di qualsiasi spiegazione cosa stia succedendo al nostro pianeta, e che cosa potrebbe succedere nel prossimo futuro quando il pianeta s’innervosisce. Noi siamo stati i rider nella tempesta… quelli che hanno fatto windsurf in acque fangose e piene di rifiuti. Una sorta di mutanti che cercano di divertirsi anche in un Oceano morente, avvelenato dalla spazzatura e dalla follia umana. 67
Carine Camboulives Manu Bouvet
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Manu Bouvet in uno scenario mozzafiato.
Carine Camboulives in una cruising session.
CASTLE BRAVO Eccoci qui a Majuro, la capitale delle Marshalls. È un’isola molto stretta e lunga, con un sacco di gente e edifici. Majuro è la zona in cui la maggior parte dei Marshallesi vengono a cercare lavoro, lontano dalle altre isole paradisiache. Sfortunatamente però, un sacco di loro finiscono in miseria. Alcuni riescono anche ad emigrare clandestinamente negli USA, passando per il porto di Honolulu. Dopo una lunga e scomoda notte in un motel rumoroso, in cui solo Lou è riuscita a riposarsi dividendo il letto con 4 scarafaggi, partiamo finalmente per la piccola isola… La traversata in barca è estrema e molto umida. Lou non fa nemmeno in tempo a digerire la colazione e Levi si pente di essersi bevuto un caffè. Non vedo l’ora di arrivare a terra! Una sottile linea verde si staglia all’orizzonte. È l’esatto opposto della capitale! Zero elettricità, non c’è acqua potabile, solo giungla incontaminata ed una laguna cristallina. Il vento soffia già forte. Questa sarà la nostra casa per i prossimi 10 giorni. Iakwe!! (Ciao). Francis, il nostro contatto locale ci sta aspettando all’imbarcadero. Carichiamo tutto il materiale sul suo furgone, che 70
dobbiamo spingere per far partire lungo l’unica strada che divide l’isola in due. A destra c’è l’Oceano, a sinistra, anche. Non c’è da sorprendersi che si preveda che questi atolli scompariranno sott’acqua nei prossimi 20 anni per l’innalzamento del livello del mare. Non c’è nemmeno un punto più alto sull’isola, nemmeno una duna o una collina per ripararsi. Quando la marea raggiunge il massimo del suo ciclo, la gente viene evacuata. Sia l’acqua che il terreno vengono contaminati dal sale, quindi un sacco di Marshallesi devono abbandonare le loro case. Non vedo nessuna pianta o frutto crescere. Francis ci
spiega che qui la gente coltiva le piante dentro barili di petrolio vuoti, in modo che il suolo non venga contaminato dal sale. Ci fa vedere la nostra casa sulla spiaggia. E che spiaggia! Non riesco a credere ai miei occhi vedendo quest’infinita striscia di sabbia, a ridosso di migliaia di palme di cocco. Non c’è nemmeno un edificio per miglia e miglia. Il sole è alto nel cielo e la luce è accecante. Il vento spinge ancora! I ragazzi sono già partiti per andare a vedere le onde. Lou ed io andiamo ad esplorare un po’ l’isola e a conoscere i bambini locali. Le case sono colorate ed umili, fatte in legno e circondate da un giardino con delle lapidi
Session serale per Levi Siver, in windsurf, e Keith Teboul con il surf.
coperte di fiori, dove gli antenati riposano in pace. Alcuni vecchi edifici in corallo sono stati sopraffatti dalla vegetazione. Alcune persone si danno da fare a pulire casa, mentre altre si rilassano sotto gli enormi alberi di “Tamanu”, l’albero polinesiano sacro. Mi sembra di far parte di una tela di Gauguin! L’atmosfera è estremamente calma e pacifica. Ci presentiamo. Alcune donne sanno anche parlare inglese, rendendo il tutto più facile. I bambini non hanno bisogno di parlarsi, per correre direttamente in spiaggia con Lou a raccogliere un po’ di conchiglie. I giovani Marshallesi sanno che le conchiglie sono molte
apprezzate e ricercate dai “rubelas” (turisti, letteralmente “persone vestite”). Più di un secolo fa, la “gente vestita” ha deciso di insegnare alle donne locali che fosse inappropriato girare con ginocchia e gomiti scoperti. Le hanno costrette a vestirsi decentemente… Al giorno d’oggi sono completamente vestite sotto il sole cocente, mentre i “rubelas” hanno abbandonato la zona da un bel po’. Alcuni di loro poi tornano qui abbronzati, sfoggiando i loro nuovi bikini. Bikini? Proprio così. Questo atollo tristemente noto non è tanto lontano da qui. Il suo creatore, Louis Reard, sperava che la sua creazione avesse fatto un impatto grande
quanto i test nucleari con la bomba atomica. Una donna con un “Bikini” infatti, dovrebbe essere una vera bomba… Mi sono documentato sull’argomento, leggendo svariati articoli sulla materia. Prima di potermi immergere nella mia lettura però devo controllare tutti i bambini, che ora giocano con Lou proprio qui dentro al mio bungalow. Hanno ammucchiato un’immensità di conchiglie appena fuori dalla porta. Ho proposto a tutti di entrare a fare dei disegni ed è successo il pandemonio. Alcuni stanno giocando, altri strillano e cantano, altri disegnano ed altri suonano l’Hukulele… La casa è quasi al limite ed ecco che tiro fuori la mia arma segreta: i DVD di Cenerentola. In meno di due minuti, 25 bambini guardano il mio computer senza perdersi una virgola! Grazie Walt Disney! Ora comincio finalmente a leggere il mio articolo scritto da Fabienne Lips, che racconta di una giovane ragazza Marshallese, chiamata Lijon Eknilang. Una sorta di piccola cenerentola locale con un futuro oscuro. La sua storia comincia proprio come una favola: “C’era una volta nelle Isole Marshalls, una remota isoletta paradisiaca chiamata Rongelap. Lijon è nata qui”. Il primo marzo 1954, il giorno del suo ottavo 71
Keith Teboul si gode le onde delle isole Marshall.
compleanno, il sole è sorto ad Ovest. A metà tra il cielo e l’Oceano, una “stella luminosa! è esplosa. Nome in codice: “Castle Bravo”. È una bomba termonucleare, 1000 volte più potente di quella di Hiroshima. 1000 volte più potente di una bomba che ha fatto 140.000 vittime. Quel giorno Lijon si svegliò di soprassalto: ”Ho aperto gli occhi ed ho visto una luce accecante”. Fuori sentivo mia nonna sgridare urlando mio cugino, perchè pensava che avesse incendiato la casa. Sono uscita di corsa, piangendo. Ho paura del fuoco. La luce fuori era ancora intensissima. Poi ho visto qualcosa cadere giù dal cielo. Era un’enorme palla di fuoco, tonda e luminosa come il sole. Poi c’è stata un’esplosione… enorme. La terra ha tremato. Il vento ci ha scaraventato a terra. Ero spaventata a morte! Il vento poi è calato completamente ed è sceso un silenzio inquietante. Non si sentiva un solo suono. La gente ha cominciato a disperarsi, pensando che fossimo sotto attacco e che saremmo tutti morti. Ci siamo nascosti
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nei cespugli. Avevo sete. Poi fame. Abbiamo mangiato ma il cibo era coperto da una polvere bianca. Non era male, solo sporcizia. Il cibo era buono come al solito però. Il pomeriggio ci siamo tutti sentiti male, a causa della forte insolazione… Lo stomaco ci faceva malissimo ed abbiamo tutti vomitato. Anche i genitori stavano troppo male per occuparsi dei bambini. Nerja, la sorella di Lijon, che allora aveva solo 7 anni, racconta: ”Pensavo fosse sapone in polvere. Non aveva odore. Ne ho preso un po’ e mi sono lavata i capelli come se fosse shampoo”. Questo lavaggio radioattivo le ha fatto perdere immediatamente tutti i capelli e l’ha ustionata. La sua testimonianza continua ed a questo punto comincio a far fatica. Dopo cinquanta anni le donne partoriscono ancora dei “baby mostri” o “bambini medusa” come vengono chiamati qui. Sono completamente trasparenti e solo il loro cervello ti fa capire che siano degli esseri umani. “Fortunatamente” dicono i dottori “non sopravvivono per più di una
settimana…”. La percentuale di anomalie cromosomiche, cancro e leucemia sono altissime. L’esercito ha detto che è stato un “incidente”. Castle Bravo resta la bomba più potente mai testata. Smetto di leggere per guardare i bambini. Stanno tutti guardando la scena in cui Cenerentola non può andare al ballo reale e piange tra le braccia della fata turchina. Cercano di nascondere le lacrime, timing perfetto per me per fare lo stesso… Testo: Carine Camboulives
KEITH TEBOUL Inizialmente avevamo deciso con Manu di andare alle Christmas Islands… Ci siamo informati e velocemente ci siamo resi conto che non fosse la location giusta, perchè il vento era completamente offshore… Abbiamo quindi trovato un’alternativa valida nelle isole Marshall. Inizialmente Levi ed i ragazzi della crew del TWM2 non erano tanto convinti ma io ho continuato ad insistere sull’enorme potenziale delle isole. Era un po’ rischioso
Manu Bouvet
ma ne ero davvero convinto. Non sapevo neanche niente della zona, ma avevo un’ottima sensazione, come se fosse destino. Quando il tempo stava per scadere, abbiamo dovuto darci una mossa e comprare i biglietti e da quel momento è andato tutto per il meglio. Con così tanta gente in ballo è sempre abbastanza critico trovare le date giuste. La partenza però era stata decisa. Quando tutto va per il verso giusto, non faccio piani particolari, seguo semplicemente l’andamento delle cose ed ero convinto che avremmo trovato ottime condizioni. La ciliegina sulla torta poi è stato sapere che saremmo arrivati assieme ad un grosso swell!! Questa consapevolezza ci ha motivato parecchio e non vedevamo l’ora di arrivare. La dimensione delle onde è cresciuta da media a bella grossa, dandoci giusto il tempo per abituarci al meglio alle condizioni e spaccare il lip. Il tutto puntuale come un orologio svizzero. Nel frattempo abbiamo deciso che spot surfare quando le
onde sarebbero diventate ancora più grosse. È bello avere del tempo a disposizione per capire lo spot giusto per uscire con l’onda grossa. Abbiamo sia fatto surf che windsurf nei giorni più piccoli, in modo da prendere sempre più confidenza sui vari spot, potendo anche controllare da vicino il reef e studiarne un po’ i pericoli principali, capendo dove sia il canale e dove bisogna evitare assolutamente di cadere. È una sorta di preparazione mentale che è perfetta per far andare tutto liscio quando le condizioni entrano. Abbiamo anche studiato le varie inquadrature per le riprese e da dove partire con l’attrezzatura. Dopo pochi giorni, quando lo swell è entrato, è andato tutto liscio come l’olio. Colori stupendi, vento side potente e onde dai 3 ai 6 metri! Personalmente ho preso alcune delle onde più grosse e pulite in assoluto!!! Le giornate erano piuttosto lunghe in quanto ogni mattina dovevamo farci 45 minuti di barca per arrivare all’atollo. Il secondo giorno di swell abbiamo surfato per 4 ore senza pausa.
Abbiamo poi smontato e camminato verso la parte sud dell’atollo per farci venire a prendere e portare a casa. Controllando poi delle boe su uno spot di surf vicino a casa ci siamo resi conto che le condizioni erano spettacolari, con onde dai 2 ai 4 metri e quindi abbiamo armato e verso le 5 eravamo nuovamente in acqua… Era così perfetto che non potevamo non uscire! Qui si faceva puro wavesailing! Dovevi aspettare sul picco che l’onda cominciasse a spingerti e poi fiondarti a tutta velocità in down the line, sperando che andasse tutto per il verso giusto. L’onda continuava a srotolare alla perfezione per almeno 80 metri… Puro wavesailing, dove si sfrutta solo la potenza dell’onda per acquisire velocità e spinta. Il timing è vitale. Ho fatto un Aerial enorme e sono riuscito a malapena a non esplodere all’atterraggio, in quanto, non avendo vento nella vela, sono venuto giù davvero pesante. Sono poi uscito ed ho preso il surf per una session veloce, mentre Levi era ancora in acqua. Ad un certo punto è arrivato il set Keith Teboul
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della giornata e sia io che Levi eravamo troppo profondi. Gli ho lasciato l’onda e l’ho visto volare in down the line. Sapevo che mi sarei preso una bomba in testa, ma non ho potuto fare a meno di guardarlo Levi Siver in Bottom con i rail che incidono l’acqua.
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surfare quell’onda perfetta, con una potenza e velocità semplicemente spaventose. Siamo poi tornati sulla barca e ci siamo guardati in silenzio con un sorriso stampato in faccia. Che giornata!!!
È stato davvero speciale fare un viaggio passando così tanto tempo in barca. Abbiamo avuto 7 giorni senza onda ma abbiamo visto così tanti posti idilliaci e raccolto così tante conchiglie che non ci siamo neanche accorti. L’acqua è di un blu cristallino e le barriere coralline sono tra le più vive che abbia mai visto. Il penultimo giorno prima di tornare a casa, lo swell è aumentato un pochino e siamo riusciti ad andare a far surf da onda su un picco a sud dell’atollo. Abbiamo srufato fino al tramonto e poi dovevamo scegliere se restare lì a dormire oppure viaggiare in barca la notte per arrivare ad un altro spot la mattina seguente, con onda più grossa. Manu ed io sentivamo che era ora di spostarci e trovare qualcosa di nuovo e speciale. Io mi sono alzato per primo, avendo dormito sulla coperta per dire al capitano dove andare. Gli altri si sono alzati quando ci stavamo avvicinando allo spot e si sono immediatamente resi conto che le onde si srotolavano lungo il reef dell’atollo. Siamo entrati tutti
LEVI SIVER
Levi Siver vola!
in acqua verso le 8:00. È l’onda più perfetta che abbia mai visto. C’è una piccola lingua di rocce che protegge l’onda da chop e vento, rendendola semplicemente perfetta, mentre si srotola lungo la piccola baia. Durante il giorno lo swell è diventato più pulito e perfino più grosso. L’onda si prende fuori ed è circa 2 metri, per poi triplicare appena arriva sul reef. Johny era sulla spiaggia che filmava, attorniato da una ventina di bambini. Ogni volta che prendevamo un’onda tutti i bambini impazzivano e facevano il tifo urlando come matti ed agitando foglie di palma. Abbiamo lasciato tutta la benzina in più ai locali, come regalo. Che bello vedere i bambini che si divertivano a guardarci in acqua. I locali ci hanno ringraziato dandoci delle banane e del cocco, ma sicuramente l’affare l’abbiamo fatto noi. Siamo riusciti a surfare questa bellissima onda per un giorno intero, in questa location così remota ed incontaminata! Mi ricorderò questo spot e la sensazione in surfata per tutta la vita!
Appena siamo arrivati, l’isola sembrava una lunghissima matita. Non ero nemmeno sicuro che ci fosse abbastanza spazio per fare atterrare l’aereo. Appena scesi però, ho sentito immediatamente un’energia particolare. Avevo già sentito varie voci sul posto ma volevo vedere con i miei occhi. Abbiamo surfato un po’ di giornate piccole all’inizio, ma una volta arrivato lo swell, non riuscivamo a credere a quanto le onde fossero potenti, pulite e perfette. Da quel fatidico giorno siamo usciti sempre e solo noi 3 con condizioni epiche. Quaggiù dobbiamo lavorare come una squadra, specialmente quando dobbiamo trascinare le nostre pesanti sacche nella giungla o perfino sul reef affilato. Sento fino all’ultimo kg. Uno spot funziona solo con l’alta marea e Manu lo ha scoperto con le cattive. Johny deve nuotare a riva con un salvagente, in modo che la sua macchina fotografica non si bagni. I ragazzini locali lo aiutano sia a trasportare il materiale, che a scegliere gli angoli migliori. Johny ha insegnato ai bambini come riconoscerci, ed urlavano i nostri nomi quando surfavamo bene o si faceva qualche trick… Spettacolo! È quasi ora di fare il grande viaggio. Due giorni interi di navigazione in mare aperto. L’Oceano è spazzato dalle raffiche e probabilmente mi verrà mal di mare… La terra non si vede e tutti fissiamo l’orizzonte per cercare di non vomitare. Sembra invece che Jace, il braccio destro del capitano, non faccia una piega. Un altro giorno e poi per un po’ non voglio più vedere barche. Sembrava strano lasciarsi alle spalle delle onde così pulite, ma sembrava fosse ancora meglio dove stavamo andando. Dopo 9 giorni dormendo in barca e esserci fatti delle session spettacolari, il tempo stava per finire. Dovevamo però concludere in bellezza. Azzardiamo così un viaggio allo spot su al Nord, di cui sapevamo ben poco… La traversata è stata violenta e continuavo a girarmi nel letto come una salsiccia in una pentola. Era così tremendo che mi sono messo a ridere… mi sono addormentato, risvegliandomi su una laguna piatta e cristallina, con le stelle che splendono fuori dalla finestra della coperta. Finalmente un momento di calma dopo 9 giorni. Mi sono addormentato di nuovo sapendo che ci avremmo messo poco più di un’ora per arrivare sul picco scelto. Ho sempre sognato questo momento e mi sembrava di vivere un film. Keith esce sul balcone ed urla: “Levi, ci siamo!”. Io ovviamente rido, sicuro che mi stesse prendendo in giro ma poi scendo dal letto e vedo queste barre perfette di un albero, accarezzate da vento side shore. Essendo a circa cinquecento metri di distanza, non ci siamo resi conto di quanto fosse effettivamente spettacolare. Non riuscivo a credere ai miei occhi, vedendo uno spot del genere, in mezzo al nulla. La mia ultima onda è stata una delle migliori dell’intero viaggio. Sono poi tornato alla barca ed ho fatto un sospiro di gioia. Che posto magico! Sapere poi che avevamo il tutto sia in foto che su film, ha reso il viaggio ancora più speciale. Manu Bouvet, Keith Teboul, Carine Camboulives, Levi Siver. 75
ESSERE INFORMATI È VITALE Le previsioni davano un grosso swell in arrivo nelle prossime 48 ore e noi non sapevamo ancora quasi nulla dei reef nella zona di Cocos, dovevamo deciderci. Abbiamo controllato le previsioni ancora una volta ma, come in altre parti del mondo, le previsioni non sono mai infallibili e la nostra 76
conoscenza quasi nulla della geografia dell’isola e dei reef circostanti ha reso il tutto ancora più complesso. Le possibilità di scrivere il resoconto di un viaggio calano vertiginosamente nel momento in cui decidi di inseguire grossi swell in giro per il globo, rendendo la situazione molto complicata e
stressante ma è anche l’unico modo per beccare le elusive condizioni “epiche”. Ho quindi telefonato a Scotty Mc Kercher, che era già stato Cocos anni fa, per avere qualche altra informazione sul posto. La sua risposta è stata: “Sì zio, appena arrivi sull’isola, a sinistra c’è il posto per campeggiare e se cammini verso destra trovi le onde.” Mi ero dimenticato di
quanto gli australiani fossero approssimativi e sintetici nel dare indicazioni. Sebbene praticamente non avessimo nessun posto dove stare, dormire, mangiare, guidare o fare tow in, la decisione è stata di partire comunque. Siamo andati praticamente contro ogni regola riguardo l’essere informati prima di partire per una location di surf.
L’ISOLA L’isola mi ricorda la serie TV di fine anni ‘70, Gilligan’s island. Palme e fitta vegetazione coprono l’intera isola e c’è una sola strada che corre lungo il centro dell’isola. Oltre a qualche Australiano residente che vivono e lavorano sull’isola, la maggior parte degli australiani vengono qui durante la 77
stagione degli alisei, per insegnare sia windsurf che kitesurf nella laguna, perfetta per i principianti. È la location perfetta per chi si vuole divertire e rilassare in tranquillità. I granchi tappezzano la spiaggia e c’è un’enorme varietà di pesci sia nella laguna che sui reef esterni. Il pomeriggio del nostro arrivo, siamo stati accolti a braccia aperte ed in men che non si dica avevamo un posto dove stare, una macchina, e stavamo andando a prendere il Jet Ski di cui ci aveva parlato Scotty. Sembrava che tutto stesse andando per il verso giusto ma… l’apparenza inganna!
CAOS L’euforia si è trasformata in disperazione quando abbiamo visto quanto effettivamente fosse lontano il reef. Ci siamo guardati nel panico ed abbiamo subito capito che fosse vitale trovare una barca d’appoggio, altrimenti ci saremmo sognati le onde. Da questo momento in poi sembra che tutto vada sempre peggio. Il padrone del Jet Ski era appena salito sul volo con cui eravamo arrivati noi e sua moglie era andata a lavorare su un’isola vicina. Non riesco neanche ad elencare la serie catastrofica di eventi che si sono susseguiti da questo momento, ma dopo aver corso in giro per tutta l’isola bussando 78
letteralmente sulle porte della gente, sono riuscito a farmi dare il numero di telefono del mercatino dove lavorava la moglie del tipo. Ho chiamato ed ho cercato di spiegarle la situazione. Non aveva la minima idea del perché le stessi dicendo tutte quelle cose. Penso si sia spaventata a sentirsi chiedere da uno sconosciuto se potevo entrarle in casa mentre lei non c’era, aprire il garage e prendermi il suo Jet Ski. Ho anche chiamato suo marito in albergo per chiedergli se potevo utilizzare il suo Ski. Dopo ore di chiamate e raccomandazioni dei local, sono finalmente riuscito ad utilizzare il Jet Ski. Siamo andati tutti a dormire, immaginandoci una mattina perfetta.
UNA MATTINA DA RICORDARE Tutti si sono svegliati per il rumore causato dalle grosse onde che si abbattevano sul reef. Siamo partiti di corsa per andare a vedere le condizioni sullo spot di windsurf. Il vento era quasi completamente da terra ed il reef era quasi impraticabile. Era praticamente impossibile uscire dai frangenti e rischiosissimo in caso di rottura. Abbiamo però deciso di lanciare comunque il Jet Ski per guardare più da vicino, ma siamo dovuti andare dalla parte opposta dell’isola sull’unica rampa per barche. Una volta arrivati, ci
siamo fermati un po’ a guardare le onde srotolarsi sul reef, che poi s’inabissava fino ad oltre 3 miglia di profondità! Abbiamo aiutato Steve a mettere il Jet Ski in acqua e l’abbiamo guardato allontanarsi verso il reef esterno. Sarebbe stato completamente solo fino al nostro incontro 10 miglia più in su lungo il reef, al punto stabilito. Le correnti ed il riflusso dell’acqua nella laguna creavano un sacco di chop e turbolenza ed alla fine lo abbiamo perso di vista. Dopo un’ora d’attesa sullo spot stabilito, abbiamo cominciato a pensare che qualcosa fosse andato storto. Ci sono ben poche strade che costeggiano il mare e l’isola è completamente piatta, rendendo difficile l’avvistamento di Steve, che a questo punto non sapevamo più dove fosse. Dopo un paio d’ore di ricerca lo abbiamo finalmente trovato che camminava sulla spiaggia, tirandosi dietro il Jet Ski. Non siamo riusciti a riportarlo fino alla rampa. Era troppo lontana. Abbiamo quindi ideato un piano per tirare fuori il Jet Ski dall’acqua e trascinarlo su una duna di sabbia. Dopo aver discusso tra di noi per oltre mezz’ora, siamo riusciti a rimetterelo in qualche modo sopra il carrello. Siamo andati dall’unico meccanico sull’isola e gli abbiamo chiesto se ci poteva aiutare. Abbiamo provato di tutto, guidando su e giù dall’officina alla rampa,
sperando che il meccanico riuscisse a sistemare il guasto. Il tempo passava ed il panico stava cominciando ad assalirci.
PAZZIA POMERIDIANA In uno stato di pura disperazione, abbiamo camminato lungo la zona industriale, che è praticamente un singolo capannone, per chiedere a chiunque se avesse una barca da noleggiare. Una volta tanto siamo stati fortunati! Poi abbiamo visto la barca… e sembrava che fosse una drogata di crack da oltre 30 anni… La chiglia era in alluminio con ponti sia a prua che a poppa. Il problema è che entrambi i ponti erano distrutti. C’erano dei buchi enormi. Sicuramente ci saremmo inabissati lungo il canale, tentando di arrivare al reef. Il motore poi era ridotto ancora peggio del resto della barca e partiva a malapena. Il rimorchio sembrava fatto a mano e sembrava che le ruote fossero state rimosse da un cart da golf di qualche tipo. Per complicare ulteriormente il tutto, non c’era nemmeno una cima per alzare la barca sul carrello. E nemmeno il gancio d’attacco del rimorchio alla macchina. L’ho portato a mano fino al porticciolo. Era davvero uno spettacolo raccapricciante. I ragazzi mi hanno guardato e mi hanno detto: “Ma che ti passa per la testa?”. Mi sono girato dal tipo e gli ho detto che andava 79
bene. Mi sembrava che ci fosse solo da saldare un tubo al carrello per attaccarlo alla macchina, e poi eravamo a posto. Questo ragazzo mi piaceva un sacco a dir la verità. Una persona normale non avrebbe mai dato la sua barca a 3 sconosciuti, non sapendo neppure che l’idea era quella di uscire con 6-7 metri d’onda! Tutti mi avrebbero mandato a quel paese, lui invece no. Siamo entrati nel suo scantinato ed è venuto fuori con un sorriso, tenendo in mano un pezzo di ferro, che sembrava essere il supporto di una tenda per la doccia. L’ho guardato in faccia e gli ho detto: “Perfetto!”. Dopo un’ora di saldatrice, siamo finalmente riusciti ad ancorare il trailer alla macchina, con un pezzo di corda che abbiamo attorcigliato attorno al gancio di traino della macchina. Il nostro tempo stava per scadere, mentre ringraziavamo il nostro salvatore e ci preparavamo alla nostra avventura in alto mare. Dopo circa 200 metri in strada, la saldatura è saltata e sia barca che trailer si sono ribaltati, staccandosi dalla macchina. Siamo corsi fuori dalla macchina ed abbiamo visto il nostro unico mezzo d’appoggio capovolto sulla strada. Senza pensare un secondo ai danni alla chiglia ed al motore, ho ideato un piano per utilizzare il trailer del Jet Ski per trasportare la barca fino alla rampa. Sono 80
tornato indietro al Jet Ski, mollandolo sulla spiaggia e ripartendo verso il sito dell’incidente col trailer attaccato. Abbiamo issato la barca sul trailer ma metà chiglia era sospesa perché era troppo corto. Abbiamo guidato lungo la strada a tutta velocità, ringraziandomi per aver avuto quell’idea brillante per completare la nostra missione. Proprio quando stavo per vantarmi con i ragazzi, abbiamo sentito un forte rumore di sfregamento. Mi sono girato di scatto per vedere con orrore che il sedere della nostra barca stava facendo le scintille lungo la strada. La barca si è poi staccata completamente dal trailer e si è fermata mezza distrutta davanti agli arrivi dell’aeroporto. C’erano 35 turisti con macchina fotografica attorno al collo che guardavano la barca nel bel mezzo della strada. Ho messo la retro e tirato su la barca sul trailer come avevamo fatto poco prima e siamo ripartiti velocemente.
IL VIAGGIO IN BARCA Non ci sembrava vero di essere riusciti ad arrivare alla rampa miracolosamente illesi. Io e Steve siamo saltati immediatamente sulla barca e dopo aver caricato tutto il materiale, siamo partiti verso l’Oceano aperto. Non sapevamo nemmeno se la barca s’inabissasse dopo 10 minuti, figuriamoci riuscire ad uscire vivi dalla session.
Non penso che a nessuna persona normale sarebbe mai venuto in mente di uscire in condizioni simili. C’erano 3 ragioni principali che però mi spingevano a portare a termine la mia missione. La prima è che adoro sfidare me stesso ed adoro le sfide, anche se spesso finiscono con ingenti danni materiali. La seconda è che adoro prendere delle onde da paura tutto solo e terza ragione è che avevo speso circa $10,000 di JP/NP e loro volevano un risultato. Quando stavamo per circumnavigare la parte meridionale dell’isola, l’acqua è diventata molto choppata. La nostra velocità di punta era pari ad una tartaruga paralitica, e l’acqua stava già cominciando a riempire la barca. La nostra unica possibilità era di arrivare all’acqua più liscia appena sotto il reef esterno, a circa 200 metri di distanza. Abbiamo usato un piccolo vasetto di gelato per togliere l’acqua dalla chiglia, mentre io guidavo con una mano e con l’altra aiutavo Steve. Dopo circa 15 minuti di disperazione, siamo riusciti ad arrivare al reef esterno ed alla tranquillità dell’acqua piatta della laguna. Abbiamo scelto la traiettoria migliore e subito abbiamo visto onde grosse almeno il doppio di quelle che avevamo visto arrivando. Arrivati sullo spot prestabilito, sono entrati dei set di 7-8 metri ed io stavo cominciando ad armare il mio materiale sulla poppa inesistente della barca.
piano. Ho legato il materiale alla poppa della barca siamo tornati verso il reef e, al momento opportuno, è saltato in acqua per tornare a riva. Me ne sono rimasto seduto per 45 minuti prima di vedere Steve ed il fotografo che cercavano di arrivare al reef esterno… a nuoto! Io mi sono avvicinato e li ho presi in barca. Quando loro sono saliti, io sono sceso, in quanto non c’era possibilità che la barca restasse a galla con 3 persone a bordo. Mi sono seduto sul mio materiale mentre la barca mi trainava verso il picco, lentamente. Una delle sfide più impegnative è stata riuscire a portare la barca sottovento e vicino al picco in modo che, partendo sopravento alla barca, potessi passare la sezione vicina, riuscendo a fare qualche foto. A volte, girandomi, mi sono messo a ridere quando ho visto questa carretta col parasole che stava a galla per miracolo vicino al lineup. Ho visto che il fotografo si era tenuto le pinne, in caso avesse dovuto saltare in acqua. Il motore della barca andava a singhiozzo, spegnendosi spesso e volentieri. Vedevo Steve agitarsi e tirare con forza la cinghia per far ripartire il motore. Sembrava di vedere Harry e Lloyd in una scena di “Scemo e più scemo”, però nella vita reale. Il sole stava per tramontare ed il vento è girato completamente da terra e la session era finita. Il problema seguente era di riuscire a riportare la barca dalla parte opposta dell’isola prima che restasse a secco e che venisse buio. Steve si è offerto di guidare verso il porto mentre noi siamo rientrati a nuoto, avvertendo la polizia che ci potrebbe essere una barca dispersa
in mare. Una volta arrivati dalla parte opposta dell’isola, abbiamo aspettato a lungo. Stavamo quasi per perdere le speranze quando poi abbiamo visto in lontananza il tettuccio rosso chi si avvicinava sempre più lentamente alla riva. Non ho mai fatto così tanta fatica per ottenere un risultato così scarso, ma almeno ho una bella storia da raccontare.
L’ULTIMA SESSION PRIMA DI RITORNARE A CASA La mattina seguente sia il vento che le onde sono calate. Abbiamo preso un po’ di onde di circa tre metri fino al primo pomeriggio, prima di andare all’aeroporto a prendere il volo di ritorno per l’Australia. Ho preso il mio SUP e sono uscito verso il reef per prendere delle ottime onde. Sembravano davvero dipinte e si srotolavano alla perfezione lungo il reef, ovviamente senza nessuno intorno. È come se fossi tornato indietro 100 anni per surfare un spot così perfetto. A dir la verità non ho visto proprio nessuno per l’intera permanenza sull’isola. Sono stato sul reef a prendere da solo le onde migliori fino all’ora di rientrare. È stata un’ottima conclusione di questo breve viaggio, che ha messo a dura prova le nostre capacità di portare a termine una missione, indipendentemente dal costo. C’è una morale come in ogni storia e dopo aver riletto il mio resoconto non riesco a far a meno di sentire la voce di mio padre che mi echeggia nelle orecchie, dicendomi: “Jason, sei un fottuto idiota!”.
LA SESSION Non c’era un vero e proprio picco fisso ed il vento era molto leggero. Il trucco era di aspettare che il set arrivasse da te. Ho cominciato prendendo le onde più piccole in modo da ambientarmi un pochino. L’unico problema è che, se fosse arrivato un set più grosso, sarei stato fracassato sul reef e bye bye session. È un gioco tra gatto e topo. A volte il vento era talmente leggero che ho dovuto nuotare velocemente e portare il materiale fuori di circa 25 metri per poi riuscire a ripartire dall’acqua. La barca è venuta in mio soccorso un paio di volte ma era molto rischioso con quel motore trasandato. La cosa più frustrante era vedere un set grosso rompere 100 metri sopravento ed il successivo 100 metri sottovento. L’altro grosso problema era che sia il fotografo che il cameraman erano in spiaggia, senza aver alcuna possibilità di riuscire a scattare a causa della lontananza. L’altro problema era il muro di schiuma creato dalle onde che rompevano sul reef, che rendevano impossibile vedere qualsiasi cosa dalla spiaggia. Sono tornato alla barca ed ho consultato Steve sul da farsi. Abbiamo quindi deciso di provare a portarci il più vicino possibile al picco, con la barca, e poi Steve sarebbe tornato a riva a nuoto per comunicare ai fotografi il nostro nuovo 81
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INTRO
HOW TO DO
Carissimi lettori di Funboard, vi propongo una sequenza Wave di un Tweaked Air, eseguito a Hookipa all’inizio di questo inverno denominato “La Nina”, che ha preso il posto del “il Nino”. A Maui si sono così susseguiti tanti giorni con condizioni epiche, con onde giganti e non tanto vento, una combinazione che succede solo ogni 10 anni. Questo nuovo inverno 2010/2011 ci ha già regalato delle belle perturbazioni che hanno acceso Hookipa con dei set di 4-5 metri e la destra di Point (Hookipa), regalandoci delle onde lunghissime con varie sezioni da sballo. La direzione del vento di questo giorno in particolare, quello della sequenza, era più da nord invece del solito nord/ovest e sembrava che l’onda avesse una parete più lunga del normale con delle sezioni perfette per Aerial e manovre varie. Un giornata di puro waveriding!
Per eseguire un Aerial da manuale la parola chiave è “timing”. Solo con l’esperienza passando tante ore in acqua sulle onde, e con una certa predisposizione naturale, si riuscirà ad entrare in sintonia con gli elementi e imparare a leggere l’onda. Anche in questa sequenza ci vuole come sempre il “timing” giusto, come in tutte le cose nella vita, per poter staccare e mettersi nella posizione corretta distendendo le gambe e portando la tavola nella posizione verticale chiamata “Tweaked”, tradotto in italiano: Aerial contorto.
STEP BY STEP 1) Per prima cosa cerca una sezione dell’onda con il lip (cresta) bello verticale,
guarda bene la sezione e fai un Bottom arrivando da sotto con una buona velocità. Cerca anche di metterti nella posizione ideale dopo aver eseguito il Bottom per colpire il lip e proiettarti in avanti, mettendo il peso sulla gamba anteriore e ruotando il tuo baricentro verso la spiaggia.
anteriore aprendo un po’ la vela, questo ti permette di rimetterti di nuovo in posizione centrale sulla tavola per atterrare bene. Ricordati di spostare il peso leggermente indietro per non cadere in catapulta quando impatti l’acqua con la carena della tavola.
2) A questo punto dopo che hai staccato, devi cercare di tenere la gamba anteriore piegata e rilasciare la gamba posteriore per poter mettere la tavola in una posizione Tweaked, dove il tuo corpo rimane contorto e la braccia rimangono un po’ più distese ma sempre cercando di tenere la vela chiusa.
4) Sei arrivato alla base dell’onda e ora se hai ancora un po’ di parete richiudi la vela e vai per un altro Bottom.
3) Ora guarda bene dove vuoi atterrare e rilascia la tensione nella gamba
Divertitevi e ricordativi sempre che il TIMING è la chiave. Francisco Porcella.
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“Norderney (isola a nord della Germania) in estate e Città del Capo in inverno”. Questa è la formula vincente di Bernd Flessner circa la scelta degli spot. Il quindici volte campione tedesco si è trovato un comodo appartamento a Cape Town per passare il periodo più buio e freddo dell’anno. “Con vento forte e mure a sinistra riesco a saltare altissimo” dice Flessi, la ragione è che i venti a Cape Town sono davvero forti… Axel Reese ha intervistato per noi Bernd Flessner per farci conoscere ancora meglio questo fantastico posto. I turisti non vedono l’ora di entrare in acqua a fare windsurf, già dalla mattina presto. Quali spiagge consigli? Direi Sunset Beach o se il sud-est è molto forte anche Big Bay. Quando il vento forte, dopo un paio di giorni tende a calare, consiglio di andare verso Platboom. Qui, proprio sul Capo di Buona Speranza, il vento di solito soffia un paio di giorni in più. Se siete a Table View, vi conviene partire massimo alle 6.45 di mattina, in modo da evitare la coda. 86
Tu dove esci di solito? Quando il vento non è troppo forte, vado a Sunset Beach o valuto se andare a Big Bay. Se poi le onde sono troppo piccole a Big Bay, allora vado a Melkbos. Nelle giornate senza vento a Big Bay, sono a Platboom, in quanto il Sud-Est è più forte quando cala nelle altre spiagge. Ai rider intermedi e ai freestyler cosa consigli? A questi rider raccomando Rietvlei a Table View. In questo lago c’è acqua più calda e piatta. Per poter entrare in acqua però devi diventare un membro del club privato che c’è sul lago. Per una modica cifra ti danno una chiave per l’ingresso, puoi usare la doccia e c’è anche un bel prato su cui armare e rilassarsi. Anche nella laguna di Langebaan c’è acqua piatta e vento ideale per i freestyler. “Lui” è un waver accanito e “lei” stramba a fatica? Quali spot consigli? Dipende dalle condizioni. Ci sono un sacco di giorni di onda piccola nella Baia. Consiglio ad entrambi di
entrare in acqua. Di solito a Big Bay e Melkbos ci sono le onde più grosse della zona di Cape Town. Mentre lui surfa le onde a Big Bay, lei può provare a strambare tra le ondine più piccole nella baia sopravento. Se invece in zona Table Bay è tutto piatto, conviene spostarsi verso il Capo. I waver più esperti possono godersi le giornate epiche. Quando consigli di andare verso gli spot in zona del Capo, tipo Scarborough e Platboom? Di solito il South-Easter comincia a soffiare a Table Bay. Ciò significa che entra prima a Sunset Beach. Di solito il giorno seguente entra bene anche al Capo di Buona Speranza. Quando il South-Easter comincia a calare nella baia, può essere ancora forte al Capo. Onde evitare viaggi inutili, consiglierei agli interessati di informarsi sui vari siti e controllare la situazione di vento e onda in zona Capo, ancora prima di partire. Le informazioni dei centralini vengono aggiornate ogni 15 minuti. Per tutti i rider che stanno a Table View o a Blouberg è importante partire non più tardi delle 6.30 di mattina, altrimenti
La splendida vista di Cape Town da Table Mountain.
ci si ritrova immersi nel traffico della città. Durante l’ora di punta mattutina facilmente ci si può impiegare un’ora per arrivare in città. In alternativa se non avete voglia di alzarvi presto potete partire verso le 9 di mattina. A quell’ora, il traffico è già molto più scorrevole.
talmente forte che l’acqua nebulizza e diventa molto choppata, quindi conviene spostarsi più sottovento a Big Bay o Melkbos. Le onde qui sono più pulite. Anche Haakgat è un ottimo spot quando c’è onda grossa. Lo spot tuttavia è molto piccolo e ci sono un sacco di windsurfer e kitersurfer che litigano per le onde.
Un sacco di turisti a Cape Town non capiscono bene come si comporti il “Cape-Doctor“. Tu che ormai sei un local, ci puoi spiegare come funziona il “Sud-Est”? L’intensità del South-East può essere debole, media o forte. Il South-East debole non entra prima delle 4.00-5.00 del pomeriggio e si può uscire solamente a Sunset. Il South-East normale di solito soffia già dalla mattina alle 11.00, cala leggermente verso mezzogiorno per poi aumentare nuovamente verso le 2.00 del pomeriggio. Durante questi giorni si può uscire sia a Sunset che a Big Bay la mattina e poi scendere giù per la baia per arrivare fino a Melkbos. Quando invece c’è il South Easter forte, si può uscire ovunque nella Baia di Table View, dalla mattina alla sera. Al pomeriggio il vento a Sunset diventa
Controlli regolarmente le previsioni sul web? Sì, chiaro. Controllo sempre sia “Windguru” che “Windfinder” sul web. C’è anche una dritta però. Cape Argus è il giornale principale di Cape Town su cui si possono trovare tutte le previsioni del tempo che sono spesso dettagliate e precise, con previsioni del vento per i prossimi 3 giorni. I locali conoscono il South-Easter alla perfezione! Dove vai di solito quando c’è vento da nord-ovest? Lo spot migliore dove uscire con questo vento è Whitsands o Mistycliffs. Conviene non arrivarci troppo tardi in quanto il vento cala verso il pomeriggio. È meglio tra le 11.00 di mattina e le 5.00 di sera. 87
Bernd Flessner a Sunset Beach.
in città arrivare in spiaggia in tempo. Se parti da Cape Town verso le 4.00 del pomeriggio arrivi in spiaggia a fine session, 2 ore dopo! Ho sentito dire che tu vai spesso e volentieri nei numerosi ristoranti di sushi della città. Cosa consigli quanto a cibo a Cape Town? Ci sono un sacco di ottimi ristoranti giapponesi e non solo a Cape Town. Blowfish è uno dei tanti di Table View, dove puoi gustarti il sushi appena finita la session in acqua. La domenica c’è anche il buffet. Un sacco di surfisti vanno anche ai Primi Piatti a Table View. Il ristorante offre un ottimo rapporto qualità-prezzo. Da Giovanni il cibo è ottimo, è sulla strada principale a Green Point. Questo Cafe Deli-shop è il nostro posto preferito per fare colazione, pranzo e tutto il resto, da anni ormai. In caso di uscita a Sunset o Big Bay, si può fare un salto da Rossini, è un caffé situato proprio nel mall dietro a Big Bay. Non c’è una sera in cui non succeda qualcosa! Ci sono dei locali particolari che raccomandi a Cape Town? Certo che sì. Un fatto curioso è però che i bar più in voga cambiano sempre di anno in anno. Può succedere che una stagione un bar sia un must e poi l’anno successivo sia chiuso. La cosa migliore da fare è chiedere ai locali o ai turisti che sono già in città da un po’.
Quale materiale da windsurf ti porti dietro quando vai a Cape Town? Ho due tavole Wave JP Single Truster 99 e 83. E 6 vele wave “Atlas” di NeilPryde da 5,8 a 4,2 qm. Di solito i turisti e i windsurfisti visitano la zona da novembre a marzo. Qual è il periodo migliore in termini di onde e vento e quando invece c’è sovraffollamento? Il South-Easter comincia solitamente a soffiare già in ottobre, verso fine mese si possono già fare delle uscite spettacolari. I sistemi di bassa pressione sono ancora in zona e l’acqua è più fredda, ci sono grandi possibilità che faccia onda grossa. Da novembre a dicembre il vento continua a migliorare ma diventa sempre più difficile trovare le onde. Queste condizioni però sono molto variabili, come ho potuto constatare negli ultimi 20 anni… Da inizio ottobre fino a fine novembre si è praticamente in acqua da soli. Poi comincia a riempirsi sempre di più, sia nei parcheggi che in acqua. Di solito vado sempre via da Cape Town verso capodanno perchè c’è davvero troppa gente. Come se non bastasse, oltre ai turisti ci sono anche le vacanze dei locali dal 16 dicembre al 16 gennaio, quindi tutti i sudafricani affollano le spiagge. Le spiagge, le strade, i ristoranti, è tutto intasato. Verso fine gennaio la situazione diventa più tranquilla. Alcune stagioni sono uscito 23 volte su 28 giorni. A marzo il vento comincia a calare, ma ci sono ancora un sacco di possibilità di fare delle session epiche. In questo periodo si possono ancora trovare delle ottime onde e finalmente, in aprile, si è ancora da soli in acqua e ci si possono godere gli ultimi giorni di South Easter in santa pace coi local. 88
Quando consigli di andare a visitare i parchi e le varie attrazioni, piuttosto che andare a fare una session in acqua? Nei giorni in cui il South-Easter cala e c’è poca onda o è perfino piatto. Quando non c’è niente da fare, nemmeno al Capo, conviene andare a fare dei giri nei parchi naturali o in uno dei tantissimi mall. Restando in tema di attrazioni paesaggistiche, cosa fai in giro per Cape Town, quando non sei in acqua o cosa consigli di fare ai tuoi amici? A me piace un sacco camminare su per la montagna Lionshead. Specialmente nei giorni con poco vento, è un ottimo allenamento. Mi è capitato di andare su per la montagna 4 volte a settimana. Personalmente adoro fare golf e quindi quando non c’è vento di solito sono al campo. Ce ne sono un’infinità in zona Cape Town e un sacco di miei amici windsurfisti giocano a golf con me. Consiglio anche di andare con la teleferica a Table Mountain. Anche la Platteklip George Route è perfetta per arrivare in cima alla Table Mountain e la visuale è davvero mozzafiato. Tu hai un tuo appartamento a Tableview. Dove consigli di alloggiare in zona Cape Town? Quelli che vogliono surfare un sacco, dovrebbero trovare un posto a Table View o Blouberg, perchè sono direttamente sulla spiaggia e ci si rende immediatamente conto di quando c’è vento. Per gli altri che invece sono più mondani e vogliono godersi anche la città, conviene trovare un posto direttamente a Città del Capo. Di solito sia Table View che Blouberg sono un po’ più a buon mercato. C’è un altro punto a favore dell’alloggio fuori città. Durante i giorni in cui il vento rinforza al pomeriggio, è quasi impossibile per i rider
Per le mogli e le ragazze dei windsurfisti lo shopping è altrettanto interessante? Dove vai a far compere? Cape Town ha un sacco da offrire quando si parla di shopping. Quest’anno specialmente il Rand è così basso che bisogna stare attenti a non sperperare tutti i propri soldi. Il mall W&A a Waterfront è sicuramente uno dei posti migliori per fare shopping, ma è molto costoso. Century City è il mall più grosso a sud dell’equatore e si trova a soli 10 minuti di macchina da Cape Town, sulla N1. L’Exesspark sulla M5 ha sempre un suo perchè! Qui ci sono un sacco di outlet di marche famose e ho fatto un sacco di ottimi affari. Si trovano Nike, Adidas, Puma ecc… ad un ottimo prezzo. I turisti non conoscono questa location ed è per questo che i prezzi sono ancora molto bassi. Per concludere, ci puoi descrivere un po’ una tua giornata tipo a Cape Town? Di solito mi alzo verso le 8.30 e faccio colazione a casa. Poi vado a fare un po’ di golf con alcuni miei amici a Milerton e dopo vado in città a pranzare da Giovanni. Verso le 2.00 del pomeriggio prendo tutta la mia roba da windsurf e vado in spiaggia. Big Bay, 30 nodi e 3m d’onda… perfetto. Dopo aver fatto windsurf, vado dai miei amici a cena o magari facciamo un bbq in spiaggia. Ci sono un sacco di programmi per viversi al meglio un giorno perfetto a Cape Town. La regione del Capo ha davvero un sacco da offrire e si può fare qualcosa di diverso ogni giorno. La città è incredibilmente varia e interessante e ci sono un sacco di altre possibilità oltre al windsurf, kitesurf e waveriding, senza parlare poi della natura circostante. Negli ultimi 22 anni ho girato il mondo e ho visto un sacco di posti bellissimi ma Cape Town rimane comunque quello che offre più possibilità!
Massimo Mannucci, in arte “Manna” a Paternoster.
Il Sud africa ormai è diventata la meta preferita di molti windsurfisti europei; durante il nostro periodo invernale l’estate captoniana (cioè di Città del Capo) ci delizia di swell magnifici e venti di tutti i tipi. Da buon local residente ciò fa piacere per il Sud Africa, ma è sicuramente un po’ frustrante vedere i miei spot preferiti (Haagkat, per esempio) sempre invasi da windsurfisti e kiter. Lo so, è una regola comune... worldwide e quindi ci adattiamo, facendo valere comunque la legge del buon senso e del rispetto (sempre che gli altri facciano lo stesso… even so… is fight time!). Condivido spesso le surfate con i miei amici migliori, gli altri due local italiani per eccellenza… Andrea Mariotti e Andrea Rosati, sono giovani, forti e agguerriti, non si perderebbero una surfata neanche a morire, sono loro i guru del meteo (... io lo ero... ora ci sono loro, basta e avanza!). Sanno tutto e forse anche qualcosa in più. I margini di errore sono limitatissimi e quindi azzeccare sul litorale sudafricano la migliore condizione diventa relativamente facile… thanks to two Andrea’s. E così quel giorno… lo ricordo piacevolmente, tutto è suonato un po’ strano: Manna: ”Allora è confermato si va?”.
Andrea Mariotti: “… scherzi? L’ho visto e rivisto, vento e ondoni, ho sentito Andrea (Rosati), parte tra poco per Elands! Dice che è grosso”. Manna: “Elands? Se è epico si può fare, tu che ne dici?”. Andrea Mariotti: “Si andiamo, ma personalmente mi fermerei a Paternoster, sono convinto che ci sia più vento… e non sono sicuro che a Elands ci sia! Quindi ce la prendiamo comoda, tanto è per strada, ci fermiamo lì e poi magari proseguiamo verso Elands!”. Manna: “Ok! Ti passo a prendere tra un’ora, andiamo con la mia macchina!”. Andrea Mariotti: “Portiamo anche Felix (photofelixeventi.com), così facciamo anche un po’ di scatti!”. Ore 11:00 am. Manna: “Ciao Andrea what’s up? Siamo pronti, ma sei sicuro di Paternoster? Non è che poi ci si va solo per l’aragostina…” (ndr: posto famoso per l’acquisto di aragoste a basso costo). Andrea Mariotti: “Non ti preoccupare, oggi si raida. Vedrai!”. Partiamo convinti con la macchina stracarica di materiale e deliziati dall’ultimo cd di Mario Biondi ci godiamo questo viaggetto di 100km… final destination: Paternoster. 89
Andrea Mariotti incide le onde di Paternoster.
PATERNOSTER Questo piccolo villaggio di pescatori, rinomato per la pesca e in particolare modo per le aragoste, si trova sulla statale R27, gloriosa strada di connessione tra gli spot superconosciuti di Sunset Beach e il dream place di Elands Bay. Subito dopo Langebann si deve prendere l’incrocio per Saldanha e seguire le indicazioni per Paternoster. Lo spot si trova sulla destra del villaggio caratterizzato da fantastiche villette di piccola taglia sul mare, che possono anche essere affittate. Lo spot è diviso in due parti: una lunghissima spiaggia sulla Il Manna in Aerial, davanti a lui la lunga baia di sabbia di Paternoster.
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destra, nel mezzo un piccolo ammasso di scogli e poi un’altra piccola spiaggia sopravvento. Arriviamo sullo spot e le condizioni di onda sono già buone, ma di vento neanche l’ombra. Nell’arco di un paio di ore il parcheggio si riempie di macchine, windsurfisti di tutte le nazionalità sembrano aver condiviso, a pieno, le scelte di Andrea. Tutti e due siamo visibilmente preoccupati, sia per le gente che per la condizione del vento… che non arriva, ma Andrea continua a credere di avere interpretato al meglio il meteo. E come per incanto una brezza interessante
comincia ad affacciarsi… i primi temerari armano vele grosse e si gettano in acqua come proiettili. Purtroppo il vento molto di terra nell’inside non agevola la partenza, a meno di non aver tanti litri sotto i piedi. Scelgo quindi di montare la mia 5m Missionx Simmer con il Goya Quad 85lt, Andrea opta per il suo Jp Twin 84lt e la 4.7 Neil Pryde Zone… fuoco alle micce! Scendo in acqua dalla spiaggetta sopravvento, dove il vento è più costante e quindi facilita l’arrivo sul picco. Dopo tanti anni di windsurf ho imparato a vedere e analizzare da fuori la situazione, considerando: il mio livello, le condizioni della giornata in questione e il mio materiale. Quel giorno avevo notato che l’onda vicino alle rocce era veramente bella, la parete oltre che liscia e ripida teneva in maniera imbarazzante, ma non dovevo ricadere nell’errore (fatto da quasi tutti quel giorno) di lasciare scivolare la tavola nei Bottom Turn senza fine per poi finire sotto vento. Dovevo aspettare vicino alle rocce che il picco dell’onda raggiungesse il suo massimo, tenendo la bolina, e poi giù a gas aperto con curve strette e verticali sul pocket. Rimango tutto il giorno a surfare sul picco davanti alle rocce, dove le pareti sono talmente lisce che posso sentire le pinne mordere sull’acqua. Andrea opta, nella prima fase della giornata, a un fun totale lanciandosi in grandi raidate e buoni Aerial, per poi finire la giornata con riding eclatanti vicini alle rocce. Considero questa uscita molto costruttiva, primo perchè dopo tanti anni di Sudafrica non avevo mai ben considerato questo meraviglioso spot; secondo, ho potuto assaporare il relax di questo spot con onde semplicemente perfette da surfare al massimo delle proprie capacità senza grossi pericoli.
Le "classiche" condizioni mure a destra del Sud Africa.
Il Sudafrica è considerato uno spot prettamente mure a sinistra e la maggior parte dei turisti che vengono in vacanza si rattristano quando il terribile South East smette di soffiare con tutta la sua ira e il vento ruota a Nord-Ovest. C’è invece chi impazzisce di gioia quando queste condizioni si verificano in quanto significa che è in arrivo una perturbazione con onde e soprattutto potrebbe materializzarsi una delle uscite più belle, più emozionanti e più affascinanti che il Capo vi possa regalare. E allora scopriamo insieme come beccarla! Per prima cosa bisogna distinguere i due spot principali in caso di Nord-Ovest: Withsand e Platboom.
Andrea Rosati in un super Aerial One Hand.
WITHSAND Withsand è il primo spot che si incontra andando verso Scarbrough. La discesona a picco da farsi con tutta l’attrezzatura e le bellissime dune di sabbia bianca finissima sono le caratteristiche dello spot. Il vento di solito è molto off-shore, più leggero che a Platboom ma le onde normalmente sono sempre più grandi. Set di 34 metri potrebbero tramutarsi in 1,5 a Platboom. Quindi attenzione perché se il vento è forte e le onde non sono grandissime è inutile arrivare fino a Platboom. Lo spot è impegnativo e a parte lo shore break iniziale bisogna fare attenzione a non farsi tentare dalle bellissime onde sottovento che fanno scarrocciare fino alla scogliera. Se mai doveste essere in difficoltà la prossima spiaggia di approdo è Misty Cliff. Anche Misty è un buon posto per uscire ma è per super esperti e poi non sempre l'onda rompe bene. Inoltre il livello di pericolosità è maggiore che non a Withsand.
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PLATBOOM Proseguendo per il Capo di Buona Speranza dopo la baia di Scarbrough, che è ottima per fare due salti mure a dritta, dopo essere entrati nella riserva e aver seguito per qualche chilometro la strada principale si arriva al mitico Platboom, troverete un cartello che segnala la deviazione per lo spot. La probabilità di uscire in questo spot la prima volta con le condizioni perfette è paragonabile a un bel 5+1 al Super Enalotto! Quindi armatevi di santa pazienza perchè sarà ampiamente ripagata! È un posto che può regalarvi grandissime emozioni ma anche grandi pacchi... quindi per non sbagliare ogni volta che danno buono, bisogna andare! In questo posto si riescono a fare degli Aerial incredibili in quanto il vento è molto da terra è l’onda tuba perfetta in un punto ben preciso oppure a volte vi viene incontro creando un effetto “treno”. Per non parlare poi della natura che vi circonda mentre sarete lì in acqua... spesso da soli o al massimo in compagnia di qualche buon amico. Come fare a capire se sarà buono? Vi spiego alcuni trucchi. Per prima cosa se a Cape Town c’è aria da Nord-Ovest anche solo 8-10 nodi, di sicuro nella zona del capo ce ne sono 15-20. Possibilmente deve essere sereno altrimenti la direzione è troppo da terra e non va bene. Lo swell deve essere rigorosamente da Sud-Ovest, se c’è direzione da Ovest scordatevi le onde. Anche se danno 20 piedi. Se danno Ovest Sud-Ovest, probabilità abbastanza alta, bisogna vedere ma le chance di trovare onda si riducono ad un 10%. Se lo swell è da Sud-Ovest per avere un’onda decente ci
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Platboom è perfetto per gli Aerial e Andrea Rosati ci fa vedere come si fa.
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vogliono dai 7 feet in su. Buoy Weather in questo caso è un sito affidabilissimo. La boa da controllare è all’angolo sinistro in basso. Per quanto riguarda il vento la situazione è simile a quella delle onde. Solo il Nord-Ovest va bene, in quanto scendendo dalla montagna e incanalandosi nel canale di sabbia arriva nella parte di spiaggia dove ci sono le onde con intensità maggiore. Come gira di qualche grado ci vogliono 10 nodi in più per riuscire a surfare. Per non dire poi se ha una componente più da nord, super off-shore e difficilissimo per passare i frangenti. In genere è molto da Nord quando è nuvoloso o piove. Tra i siti potete fare affidamento sia su Windfinder che Windguru. Bastano 10-15 nodi di previsione da NW per uscire alla grande. Se chiamate la centralina o mandate un sms, a differenza che col South East che ci vogliono almeno 40 nodi per uscire bene, per il NW ne bastano 15-20. Se la direzione è da W-NW allora ce ne vogliono 25-30. Ma nessuno potrà dirvi se da W-NW girerà a NW, quindi provare per credere! Vi consiglio una tavola con volume da 82-90lt e una vela mai più grande di 5.2. Il vento è da terra e quindi una volta che la vostra tavola voluminosa ha fatto il suo dovere e vi ha portato via dai frangenti nel minor tempo possibile, al ritorno la vela vi sarà solamente d'ingombro. Non fate l’errore di uscire con tavole troppo piccole in quanto il buco di vento nei frangenti è micidiale ed è sempre pronto a rovinarvi l'uscita... Diciamo che vi ho detto tutti i segreti e ricordatevi che questo è uno spot sconosciuto a molti, soprattutto
Withsand in una epica giornata! Attenzione a non farsi prendere la mano e andare troppo sottovento...
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agli stranieri e quindi cerchiamo di mantenerlo tale...
CAPE TOWN IN PILLOLE - Quasi 10 Rand per 1 Euro, il cambio non è più così vantaggioso come qualche anno fa. Prezzo medio per una cena completa, 150 Rand (Primi Piatti a Table View); 140 Rand al giorno a testa per un appartamento (a Table View); 110 Rand al giorno per noleggio macchina (modello Chico da Cheapy Rent a Car). - Gli amanti della vita notturna avranno l’imbarazzo della scelta nei locali di Cape Town. - 1 sola ora di fuso orario! - Diverse compagnie aeree volano su Cape Town, secondo noi una delle migliori soluzioni è il volo diretto Air Berlin da Monaco, in 10 ore e senza scali siete in Sud Africa. Acquistate su internet sul sito www.airberlin.it la “Top Bonus Service Card”, costa 40 euro, vale 1 anno e avete 30 kg per il bagaglio e 40 kg per l’attrezzatura sportiva, e sono cumulabili, quindi eventualmente anche fino a 70 kg per la vostra sacca, e se avete la ragazza con soli 40 euro in più i vostri kg a disposizione diventano 140! - Per info e per prenotarvi la vostra vacanza su misura a Cape Town contattate Sheree, si occuperà di trovarvi la soluzione che desiderate per alloggio, macchina ed escursioni varie. Sheree Smit e-mail: actionsportsafrica@hotmail.com, sheree@capetownguru.com; web: www.capetownguru.com; tel: +27.845543262.
Aerial Table Top di Andrea Rosati a Withsand.
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