Funboard 142

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Rider: Jhon Skye

Ph: Darrell Wong

Freestyle Wave LTD V2 The new Freestyle Wave V2 represent the perfect mix of manouverability, going fast, and riding comfort. No other shape in our collection is so difficult yet rewarding in making. You must mix two opposite worlds and still make a board looks sexy and proportionate. The new FSW V2 look more like a wave board than ever before, but have improved in top speed and early planning like no other boards in our range. The freestyle wave V2 perfectly represent the true DNA of the company.

PROGRAM: FREESTYLE WAVE PRO

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“Power, Beauty, Soul!”

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Una cover decisamente insolita, dedicata al nuovo Campione del Mondo Wave 2011, il diciasettenne Philp Koster. Spero che anche voi siate riusciti a guardare in streaming la gara in Danimarca dove Philip metteva a segno heat pazzesche con punteggi che mai erano stati dati prima, noi non ci siamo persi un secondo, e abbiamo esultato quando questo ragazzo che vive a Vargas è entrato nella storia del Windsurf diventando il più giovane campione mondiale di sempre!

ANNO XVII - NUMERO 142 OTTOBRE/NOVEMBRE 2011 DIRETTORE RESPONSABILE • cristiano@jmag.it

Cristiano Zanni

REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno

ragno@hipow.com RIDER

GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Marco Melloni

Philip Koster Klitmoller, Danimarca John Carter

LOCATION FOTO

marcom@hipow.com

FOTOGRAFO SENIOR Raffaello Bastiani

raffaellob@hipow.com

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi: Brawzinho, Pascal Bronnimann, Fabio Calò, Vincent Chrétien, Valentina Crugnola, Andrea Cucchi, Mattia Fabrizi, Ovidio Ferrari, Werner Gnigler, Francisco Goya, Laurent Guillemin, Angie Holzschuh, Federico Infantino, Nagoshi Junko, Ferdinando Loffreda, Massimo Mannucci, Pio Marasco, Fabio Ferrari Pocoleri, Andrea Polloni, Andrea Mariotti, Steve Palier, Andre Paskowski, Mattia Pedrani, Jason Polakow, Francesco Prati, Kauli Seadi, Nicola Spadea, Michael Sumereder, Benjamin Thouard, Nick Warmuth. immagini: Diego Boari, Philip Bru, Gilles Calvet, John Carter, Emanuela Cauli, Fabio Ferrari Pocoleri, FotoFiore, Adele Frola, Stuart Gibson, Bruno Lemos, Daniele Mei, Valerio Pedrani, Benjamin Thouard, Roberto Vuilleumier, Felice Zompanti.

EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it AMMINISTRATORE DELEGATO Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l. 20090 Segrate (MI) DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTERO Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - adv@jmag.it www.johnsonsmedia.com Servizio attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.

Il Windsurf come ha cambiato la vostra vita? Sareste lo stesso tipo di persona se non aveste mai messo i piedi sulla tavola? Fermatevi un attimo a riflettere… Il Windsurf non è solo uno sport, uno dei più belli ed emozionanti, che ci permette di stare all’aria aperta, di fare della sana attività fisica, di stare in mare tra le onde interagendo con questi fantastici elementi della Natura. Il Windsurf è tutto questo e anche molto di più! Grazie a questo sport abbiamo avuto l’opportunità di viaggiare verso nuove mete, vicine e lontane, conoscere gente nuova e diversa, nuove culture, ideali differenti, stili di vita diametralmente opposti ai nostri standard. Abbiamo avuto l’opportunità di aprire gli occhi. Ognuno di noi ha fatto proprie le esperienze che meglio credeva e magari alcune le ha anche cancellate dalla memoria. Quello di cui sono certo è che il Windsurf ha cambiato drasticamente la mia vita, facendomi fare delle scelte che non avrei mai fatto se per esempio non avessi partecipato a quella prima lezione innamorandomi di questo sport. Possono essere state scelte più o meno importanti, ma il Windsurf, il nostro sport, sono sicuro che abbia influenzato positivamente in qualche modo la vita di tutti noi che amiamo il mare, il vento e le onde. E chissà quale nuova avventura ci sta aspettando proprio dietro l’angolo? Vi siete mai fermati per godere e ammirare ciò che il Windsurf vi ha offerto durante il vostro percorso? Questo editoriale così filosofico non è solo farina del mio sacco, ma è il succo del discorso di una recente chiacchierata che ho avuto con Andre Paskowski mentre si trovava, insieme a Gollito, qui sul Lago di Garda in occasione del contest 48HRS e per girare qualche scena del suo prossimo film Minds Wide Open negli spot gardesani (insieme abbiamo fatto un’epica uscita al Prà… di cui presto vi racconterò e vi farò vedere le incredibili foto del 4X World Champion in una domenica gardesana). Quando ho chiesto ad Andre di spiegarmi quale secondo lui doveva essere il messaggio di fondo del suo nuovo film siamo arrivati a parlare di come il Windsurf abbia influenzato in modo positivo la vita di ciascuno di noi, portandoci ad essere “più cittadini del Mondo”. Andre è stato 10 anni in Tour, partecipando a 3-4 gare al mese, allenandosi all’estero tra una gara e l’altra; in ogni posto dove arrivava montava le sue vele, si concentrava per la gara, disarmava le vele e ripartiva per la meta successiva. Sempre di fretta e mai godendosi a pieno quello che stava vivendo. Poi un giorno ha ottenuto il 5° posto al PWA di Podersdorf e il giorno dopo è entrato in ospedale restandoci due anni. La sua vita non era più ad Amburgo e tutti i suoi amici erano sparsi in giro per il mondo, mentre lui doveva stare in una stanza di un ospedale. Andre dopo due anni si è ritrovato al Lago di Garda con un nuovo progetto da terminare e con la consapevolezza di apprezzare ogni singolo dettaglio e emozione che la sua vita dedicata a questo sport gli può regalare. Dobbiamo ricordare nei nostri windsurf trip di non soffermarci solo sull’aspetto sportivo, sulla frenesia della ricerca della condizione, ma dobbiamo apprezzare il più possibile cosa, come e con chi stiamo vivendo quell’avventura. VIVA IL WINDSURF! Have fun!

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PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/ novembre, dicembre/gennaio

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ISSN 1124-0261 registrazione Tribunale di Milano n.5 del 14.01.1995 ROC - Registro Operatori di Comunicazione - 1234

Funboard è una testata della casa editrice JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite), Snowb (snowboard) e le riviste Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite) Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle) 6:00AM (skateboard), GirLand (femminile), SupTime (stand up paddle).

Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista. Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.


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PHOTOS: THORSTEN INDRA - GRAPHICS: CHRISROSENBERGER.COM

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L’avevamo detto. La stagione 2011 sarà interessante, molto interessante. La suspense è quasi insopportabile: Bjorn Dunkerbeck, atleta inossidabile, riuscirà finalmente a rubare il monopolio di Antoine Albeau dopo ben 5 anni, riuscendo a riconquistare nuovamente l’ambito titolo all’età di 42 anni, in cui la vecchiaia dei rider e la loro esperienza fanno la differenza tra rimonte mozzafiato e sconfitte devastanti? La suspense è culminata il 13 agosto ad Alaçati (Turchia), ancora prima che si disputasse l’ultima prova della stagione PWA, che è stata organizzata a Sylt, in Germania, come da tradizione ormai. Improvvisamente una voce comincia ad urlare in spiaggia: il gigante ce l’ha fatta! Dopo un’altra vittoria in Turchia, (dopo Vietnam, Corea e Aruba), Bjorn Dunkerbeck è ormai diventato Campione del Mondo di Slalom 2011. Cosa dire d’altro? Cosa si può aggiungere? Se Bjorn vi dovesse proporre un lavoro da casalinga a pulire la sua sala dei trofei, anche se dovesse pagare in dollari, in nero, facendo appoggio alle sue banche svizzere, sappiate, che è comunque un compito gravoso! Il ragazzone ormai ha guadagnato più di 41 titoli mondiale nelle oltre 100 prove di PWA a cui ha partecipato. Seriamente, ricordiamoci che la prima apparizione di Bjorn sul circuito professionistico è stata nel… 1986! Eh sì, sapete ancora contare, è un quarto di secolo! E no, in quel momento l’attuale campione del 12

mondo Wave, Philip Koster, non era neanche nato… Si può pensare quello che si vuole della sua personalità e del personaggio, non ci interessa, anche se i suoi colleghi ed altri sanno che non sia esattamente la personificazione della “simpatia contagiosa da spiaggia” che spesso e volentieri regna sovrana nel mondo degli sport acquatici. Tutti però concordano sul fatto che sia un campione senza precedenti, un vero eroe a livello mondiale. Bjorn è un individuo singolare, quindi è inutile perdersi in chiacchiere. Come ha fatto quest’uomo diabolico a trovare la forma fisica e mentale per arrivare a superare una prova del genere? Questo è il nostro interesse primario, e quindi gli abbiamo fatto qualche domanda nell’intervista che segue… Bjorn, dopo aver riportato anche questa quarta vittoria, sembra aver definitivamente sotterrato i suoi guns per battere il record di velocità, annientato da Antoine Albeau. Anche Antoine ha spinto al massimo in questa stagione, riportando due vittorie su sei eventi disputati (Costa Brava e Fuerte), due seconde posizioni (Vietnam e Corea) e due terze posizioni (Aruba e...Turchia). Qui nulla è andato come voleva. A sentirlo, si capisce la sua frustrazione. A volte però, come sottolinea anche lui, niente va come si vorrebbe. Che si voglia o meno, il titolo mondiale di Slalom è, con quello Wave, uno dei più importanti nel mondo del windsurf.


Resta ancora una prova a Sylt. Antoine è già da adesso sicuro di chiudere in seconda posizione nella classifica mondiale di quest’anno. Allora, Sylt, cosa serve? Solo per divertimento? Per cercare di brillare un’altra volta prima di archiviare questa stagione e cercare di rialzare i contratti con gli sponsor? Può essere. Per quei due, però, per quei due atleti formidabili che insieme fanno più di 60 titoli mondiali(sic!) quest’occasione è l’ennesima sfida. Antoine infatti vorrà terminare l’anno col botto. Riportando una bella vittoria. Per poi cambiare le carte in tavola e far salire la pressione per la stagione successiva… su Bjorn ovviamente… Ed ora le interviste ai due principali protagonisti della stagione Slalom 2011…

BJORN DUNKERBECK : “VIVO NEL PRESENTE, ALL’ISTANTE…” Bjorn, prima di tutto, congratulazioni! Grazie... Ok, come ti senti ad aver riguadagnato la corona di campione del mondo di Slalom... a 42 anni? Mmumh, mi sento da dio!!! Devo dire che sono in un ottimo momento… però a dire il vero la corona mi sta ancora bene e mi ricordavo ancora abbastanza bene come portarla! Ovviamente, questo era chiaramente il mio obiettivo principale sia per me, che per Starboard e Severne Sails. Quindi, una volta ottenuto, non puoi che essere soddisfatto e fiero di aver vinto tutto, con una prova ancora da disputare… Che cosa è stato più difficile in questi ultimi anni: reimparare a perdere… prima di vincere nuovamente? Devi sempre esser capace sia di perdere che di vincere se vuoi essere un vero campione. Devi saperti gestire in entrambe le situazioni. Potremmo riassumere il tutto dicendo che devi usare la capacità di perdere per motivarti a vincere e non dover più sopportare quella situazione…

soprattutto la mia migliore stagione del 1994 con 5 titoli mondiali in Slalom, Wave, velocità, Freestyle ed overall… Una domanda per le generazioni future: pensi di ritirarti dal circuito, un giorno? Innanzitutto, penso a riconfermare il mio titolo. Per il resto, prima poi succederà… forse!

ANTOINE ALBEAU: “SONO CONVINTO CHE I DETTAGLI ABBIANO FATTO LA DIFFERENZA...” Antoine, come hai vissuto la perdita del tuo titolo mondiale in Slalom dopo 5 anni di monopolio della disciplina? Effettivamente, ho cercato di affrontare la situazione con filosofia: mi sono detto, non è tutto perduto, ma comunque mi da fastidio che qualcuno sia riuscito a strapparmi il titolo per questa stagione 2011... Più ci ripenso, più rivedo la stagione nella testa, più mi sembra di aver fatto tutto bene, ma sono stati i dettagli che alla fine mi hanno fregato… e spesso sono proprio i dettagli che fanno la differenza. Attenzione quindi a parlare di monopolio perchè, anche se potrebbe sembrare a volte, non è mai facile affrontare una stagione a questi livelli, specialmente puntando a un titolo mondiale! Dettagli... Sì i dettagli... Diciamo che, in generale, ho avuto meno fortuna di Bjorn in questa stagione… Ma ok, si sa che la fortuna gira, e che per vincere, purtroppo serve anche un po’ di fortuna. È la legge di tutti gli sport di alto livello. A volte poi anche delle piccole differenze sono fondamentali. In Vietnam, ho perso per 0.7 punti in classifica finale... In Corea per 0.3 punti... In Costa Brava, Bjorn è riuscito a risalire alla seconda posizione durante l’ultima prova, con condizioni di vento veramente al limite… Ma vabbhè, non sto cercando di trovare scuse: Bjorn ha navigato molto bene e con un’ottima velocità, io ovviamente ho un’altra marcia col vento forte, ma lui è molto più forte col vento leggero…

Hai mai pensato, nel caso non riuscissi a riconquistare il titolo, di rovinare in qualche modo la tua reputazione o della tua eccezionale immagine sportiva nata nei lontani anni ‘90? Sinceramente non mi è nemmeno passato per la testa. Io vivo nel presente, istante per istante. Non mi preoccupo di sapere se la gente mi vede come IL CAMPIONE. È poi vitale sapersi rimettere in gioco, anche con gli sponsor, altrimenti non avrei mai lasciato Pryde per North, poi North per Severne, arrivando terzo nel 2009, secondo 2010 e finalmente primo nel 2011. Come tutti gli sportivi, ho bisogno costante di stimoli. Oggi, sono l’unico rider ad aver guadagnato 4 titoli mondiali con 4 velerie e 3 shaper diversi, e ne sono davvero fiero…

Ti ha sorpreso il ritorno di Bjorn al massimo livello? Aspetta, guarda che Bjorn non è mai sceso minimamente di livello! È sempre stato perfetto nelle partenze ed è sempre arrivato nei primi 5… ed è quindi sempre stato pericoloso!

Come fai ad essere ancora così motivato dopo oltre 25 anni nel tour mondiale e 41 titoli mondiali? Io semplicemente amo il windsurf più di ogni cosa. Adoro surfare, e per me è davvero vitale, più di mangiare… è come respirare. Intanto poi mi diverto facendo anche altri sport, anche se dopo 3 o 4 giorni che non vado in acqua divento irrequieto. Oltre al windsurf, mi piace anche il surf, il SUP, lo snowboard, la mountain bike…

Vi siete già confrontati sulla difficoltà di restare in cima al podio, anno dopo anno, mentre il livello continua a crescere? No, non abbiamo mai discusso apertamente, sebbene ci siano state un’infinità di occasioni…

Qualche parola su Antoine e sui suoi successi di questi ultimi anni? Antoine è stato sicuramente il rider che mi ha dato più filo da torcere, ed è stato il rivale più temibile che abbia mai avuto. E lo sarà ancora per un bel po’… Considera che io sto anche parlando degli anni ‘90, il periodo in cui correvano anche Robby, Anders, Phil (Mc Gain), Partice (Belbeoc’h), Robert (Térritéhau), etc... Ho già sentito questo tipo di domanda. Posso quindi dirti che questa convinzione è assolutamente falsa. Sì ok, era dura già ai tempi, le prove e le batterie erano competitive ma ora è tutto molto più complesso. Chiedi anche ad Antoine, anche lui ha cominciato nel 92, e ti dirà lo stesso… Io poi ora sono anche sposato e papà di tre, Alba, 8 anni, Liam, 7 anni, e Martina, 4 anni. A livello organizzativo, 2 o 3 bambini richiedono un po’ di sacrifici. Questo titolo, quindi, lo dedico anche a loro… Qual è la cosa che ti rende più fiero? Di poter dire di esser stato il più giovane campione mondiale della storia dello Slalom... e di poter dire oggi che sono il più vecchio… e di poter precisare che è da ormai 25 anni che vinco almeno un titolo mondiale in qualche disciplina, e

In che rapporti siete? Siamo in buoni rapporti, ci rispettiamo veramente un sacco… sia nei vari spot, che come avversari, che come atleti, quindi puoi immaginare che siamo praticamente a contatto ogni giorno… La sera invece, ci ritroviamo rispettivamente con le nostre compagnie a bere alle nostre vittorie rispettive…

Per caso è “eccitante” per un campione del tuo calibro avere nuovi stimoli e doversi rimettere in gioco? Io mi rimetto in gioco da una stagione all’altra, indipendentemente dal risultato e non potrebbe essere altrimenti! Ti devi SEMPRE mettere in gioco e in discussione, anche perchè non sai mai come può andare a finire e quindi, all’inizio di ogni stagione, devi cercare di limitare al massimo il margine d’errore, prevedere l’imprevedibile, un evento in cui vada tutto storto come in Turchia, in cui ho avuto le prime due giornate da dimenticare, sbagliando completamente le partenze, e facendomi anche superare durante i quarti di finale… Bisogna quindi essere sempre iper concentrati per prepararsi al meglio per ogni singola tappa della stagione. La riconquista del titolo mondiale di Slalom resterà il tuo obiettivo principale per il 2012? Sentendo questa tua domanda mi sembra di aver sbagliato tutto in questa stagione… Ho vinto anche il campionato del mondo di Formula (a Puerto Rico) e sono arrivato secondo in Slalom che non significa proprio sbagliare completamente la stagione… Bhè, detto questo, è sicuro che il mio obiettivo principale per il 2012 sarà quello e sono davvero iper motivato. E ci conto… voglio la corona di nuovo sulla mia testa. 13


Complimenti Mattia per il tuo titolo di Campione Italiano Freestyle 2011. Da quando hai iniziato a pensare seriamente che questo titolo potesse essere alla tua portata? Grazie Fabio, dopo la vittoria di Reggio Calabria, ho pensato che forse quest’anno avrebbe potuto essere il mio anno. Descrivici brevemente la tua stagione agonistica in Italia? Quest’anno ho partecipato alle tre tappe del Campionato Nazionale a Torbole S/G, Reggio Calabria e Coluccia, alla Shaka Bump&Jump di Torbole aggiudicandomi il 2° posto e poi all’E-Vento di Badesi dove purtroppo, non essendoci vento sufficiente per una gara di freestyle l’organizzazione ha optato per il Tow In, è stato divertente anche se eravamo veramente in pochi, è stata una bella esperienza in una manifestazione di sport e musica con un sacco di gente e poi mi sono aggiudicato il primo premio il che non è affatto male. Quali sono state le difficoltà maggiori per la conquista del titolo? Qualche heat in particolare? Beh le difficoltà ci sono sempre, come hai potuto constatare anche tu a Coluccia il livello tecnico è abbastanza alto e quindi basta sbagliare una heat per


deconcentrazione o vento troppo debole e sei fuori. La heat in cui ho avuto più difficoltà è stata quella del single contro Jacopo Testa a Coluccia, dove non sono riuscito a esprimermi al meglio e sentivo molto la pressione da primo in classifica e quindi mi è venuta un po’ d’ansia. Anche quella con Marco Vinante nel double non è stata una passeggiata! Come è andata la gara in Sardegna, Coluccia Finals? La gara per me è andata benissimo visto il risultato. Diciamo che durante il double mi sono calmato e ho dato fuoco “alle polveri”. Aldilà di questo è stata una gara combattuta fino all’ultima heat, con delle condizioni di vento adeguate allo svolgimento di una gara di freestyle. Il momento che ti ricordi con maggior piacere della stagione? La vittoria a Coluccia, dopo una gara bellissima anche per merito degli avversari, una sensazione bellissima. Quali sono i tuoi avversari più difficili? Sicuramene gli atleti in cima alla classifica, ma tutti possono sempre creare problemi, nulla è scontato e poi non bisogna dimenticare gli assenti alle ultime gare. Hai partecipato anche a qualche tappa del PWA e all’unica tappa per ora svolta del EFPT 2011, dove con solo due heat sei in testa alla classifica insieme ad altri 3 rider. Potresti essere anche Campione Europeo? Un sogno, la classica ciliegina sulla torta, ma non credo di poter avere tanta fortuna, l’ultima tappa dovrebbe essere a Eilat, dico dovrebbe perchè al momento risulta sospesa, ed è l’home spot di Adam Gavriel atleta veramente forte nonchè mio compagno di ranking insieme a Varrucciu e Strahlen, entrambi molto forti. Perciò sarà veramente dura però mai dire mai, in qualsiasi caso andrò lì per giocarmela. Pensi di poter farti vedere anche nel PWA? Se riesco a racimolare qualche soldino mi piacerebbe veramente poter fare qualche tappa in più, quest’anno sono stato solo a Podersdorf. Come sai il circuito è molto costoso, comunque non si sa mai che arrivi qualche aiuto extra.

Torniamo in Italia, personalmente ho visto un livello davvero alto dei nuovi ragazzi che partecipano al tour italiano di Freestyle, già al primo turno per passare devi fare almeno 10 manovre e di qualità. Il numero però degli iscritti non è più paragonabile a quello di 2 o 3 anni fa. Secondo te qual è il motivo di questa scarsa adesione alle gare Freestyle? E come si potrebbe tornare ai tabelloni da 32 atleti? Credo che il motivo principale sia il costo della partecipazione alle gare vista anche la crisi economica in atto e se un ragazzo deve sostenere da solo i costi è veramente dura, considerando poi che proprio per le caratteristiche della specialità il freestyler alle prime esperienze anche se bravo, non si vuole confrontare con chi considera più bravo di lui, a differenza dello Slalom e del Free 12 dove è meno sentita la differenza di capacità. Poi non so se sia una mia impressione ma vedo sempre meno ragazzi approcciarsi al Freestyle. Mi sa che allo stato attuale delle cose sia abbastanza difficile far tornare un tabellone da 32 atleti se non con un intervento anche economico da parte della Federazione o di qualche circolo. Solo Freestyle o ti dedichi anche a qualche altra disciplina? Oltre al Freestyle il prossimo anno vorrei cimentarmi anche nello Slalom, magari riuscirò concludere qualcosa di buono, chi lo sa! Per quanto riguarda il Wave purtroppo non riesco ad allenarmi in maniera adeguata, però se ci sarà qualche gara non è detto che non partecipi.

SCHEDA TECNICA Altezza: 175 cm Peso: 75 kg Età: 20 anni Dove vivi: a Capriolo (Brescia) Home spot: Pra e Pier, Lago di Garda Anni di windsurf: 13 Manovra preferita: Culo Boards quiver: Fanatic 89 Skate TE / 99 Skate TE / 75 Quad TE / 111 Falcon Sails quiver: North Sails Hero 4.0-4.5-5.0 / North Sails Id 5.4-5.9-6.4 Sponsor: North Sails, Fanatic, Ion, Detour, Tecno Limits, Gas Fins, Circolo Surf Torbole


Ciao Andrea e complimenti per il tuo stupendo risultato. Raccontaci brevemente come è andata e se te lo aspettavi? Grazie ragazzi, grazie per l’ospitalità. È andata bene! Partito malissimo, con catapulte e squalifiche, e finito N°1! Era il momento di passare allo sviluppo delle vele da Formula e questo mondiale s’incastrava perfettamente tra una serie di appuntamenti a cui volevo partecipare nel nord Europa. C’era molto freddo e, appena arrivato in Danimarca, volevo ritornarmene al caldo. Il giorno prima della gara c’era vento ma non ero temprato per uscire con 11 gradi sotto la pioggia torrenziale e me ne sono stato in auto. Erano le 6 di sera quando sono arrivato e per temprarmi ho cercato di non alzare troppo il riscaldamento! Come mi sento? Marchiato master! Non posso nasconderlo, sono diventato vecchio eheheh! Se avessi saputo di dichiarare la mia vecchiaia cosi spudoratamente, avrei forse scelto un altro evento per testare le vele da Formula! Ero comunque già contento nel vedere che le nuove vele andavano forte e quando mi hanno chiamato sul podio come campione del mondo è stato davvero piacevole. È da quando siamo partiti con Point-7 che viviamo tantissime emozioni e questo è un altro episodio che ci motiva a fare sempre meglio. 16

Come sei arrivato a questo risultato? Tanto allenamento o scelta giusta dei materiali o talento puro? Il talento ce l’hanno veramente in pochi. Io penso che bisogna costruirselo e lo si fa allenandosi duramente, testando il materiale ed usando l’astuzia ed il cervello in gara. Sicuramente, dopo anni di solo professionismo, l’esperienza in regata conta tantissimo, così come è di rilevante importanza conoscere i propri punti deboli e cercare, durante la regata, di non mettersi in situazioni che sappiamo potersi rivelare a nostro svantaggio, allo stesso tempo, bisogna avere l’occhio veloce per capire chi sono gli avversari diretti e colpirli sul loro punto debole nella tattica. Il mio allenamento in Formula è stato quello di 4 uscite prima del mondiale ed un regata di Coppa Italia che ho vinto a maggio. Veramente poco, anche se in windsurf esco quasi tutti i giorni. Il materiale in Formula è molto importante. Se non hai le cose che camminano, in 15 minuti di gara i nodi in meno che viaggi li vedi. Si ottengono ottimi risultati se l’attrezzatura è trimmata bene e non si parla solo di pinna e caricabasso, ma di tutti i minimi particolari, come le curve dei boma, stecche, etc… e questo compete unicamente alla bravura dell’atleta. E’ vero anche che più tempo si ha a


disposizione, più si può arrivare preparati. Nel mio caso, in 4 giorni, ho solo messo a punto vele ed alberi ed ho spostato più esterni i tasselli delle strap posteriori della tavola per potere stare più sul bordo in condizioni di vento leggero. Ora che hai una tua azienda come affronti le regate? Sopratutto queste molto importanti. Gareggi “solo” per te, concentrandoti sulle tue capacità, sulle tue esperienze di gara oppure gareggi più per l’azienda, per la Point-7, pensando al risultato come un raggiungimento di un obbiettivo prefissato? Amo fare windsurf. Le regate per me sono state sempre in secondo piano. Era la scusa per fare più windsurf possibile. Poi col tempo mi sono appassionato ed è cresciuta la voglia di vincere. Ora la sfida è di far vincere le vele con me o con un altro pilota e, quindi, in questo momento la priorità è quella di capire come reaggiscono le vele sotto lo stress delle gare ad alto livello. Non posso pretendere, dunque, di avere la stessa concentrazione di una volta perché ho troppe cose da gestire anche solo durante una gara per poter focalizzare tutto sull’obbiettivo di vincere. Quando sono in gara l’obbiettivo è quello, vincere, ma vedo che faccio degli errori da mangiarsi le mani. Ho velocità da top 10 in PWA ma poi, tra una gara e l’altra, mi rilasso, penso ad altro, provo delle cose, e così la scala scende... Un altro aspetto importante quest’anno, ad esempio al PWA, anche se non ho fatto risultati da vincitore, è stato mostrare agli altri che le vele non temono nessuno. Abbiamo, infatti, ricevuto tantissime richieste di sponsorizzazioni da top rider, ma per adesso siamo contenti di continuare con chi ha senso per noi avere in squadra. Sarebbe stupendo poter trovare nuovamente il tempo di fare le cose fatte bene come un puro atleta, specialmente adesso che ho le mie vele e che sono super vele. Dall’altro lato, va benissimo così perché, essendo meno allenato, in gara riesco a capire di più quello che serve nell’attrezzatura per migliorarla. Non sembra, ma poter essere ancora in gara, a capo dell’azienda e con il team tutto l’anno sul campo di battaglia porta una bella innovazione al prodotto. A dire il vero mi fa più piacere vedere gli altri vincere con Point-7 che quando vinco io! Adesso sono a Sylt ed ho passato una settimana con il nostro team Wave, Martin Ten Hoeve ed il nostro nuovo tester Adam Lewis che è stato già due volte “sailor of the day” in solo 2 eventi di PWA. Abbiamo preparato il nuovo programma di test del periodo invernale e le cose da sperimentare. Appena torno in Italia ci mettiamo subito sotto anche con questi progetti. Abbiamo visto che usavi delle vele prototipo. Come mai? Sono le 2012? A maggio in regata, nonostante avessi vinto, sentivo che le vele potevano essere migliorate in certe andature e range di utilizzo. Dunque, prima del mondiale, mi ero fatto fare dei proto con più tensione nella parte centrale della vela. Ho mischiato gli alberi per ottenere delle basi più rigide e top più morbidi, per avere più profilo e più apertura in balumina, per aumentare la velocita dell’uscita del vento nella parte medio alta della vela, ma avere più potenza nella parte bassa. Questo per portare la vela ad avere più accelerazione e possibilità di orzata sopra lo swell laterale. Era una cosa che tenevo molto a migliorare. Siamo partiti a dicembre scorso con un progetto che era totalmente nuovo. Integrava pochissima curva d’albero e per rendere una vela con poca curva d’albero,

veloce con accelerazione bruciante, non è cosi semplice. Porta molti vantaggi di poppa, di comodità, di facilità di utilizzo nell’armare, leggerezza, ma il progetto dev’essere azzeccato al millimetro. Penso che il risultato al mondiale ha chiaramente mostrato che le modifiche fatte siano quelle giuste. Dal 15 ottobre, appena chiudono le registrazioni per le vele da Slalom per il PWA, dedicheremo 2 mesi pieni. Abbiamo già dei proto pronti da mettere in acqua e per il 6 avremo anche una bella foresta di alberi. Tutti con lo stesso concetto ma piccole modifiche di curva e reflex. In quelle condizioni così difficili, al giorno d’oggi con i materiali che ci sono, conta di più l’atleta o conta di più avere l’attrezzatura giusta e trimmata? In questi anni tutti gli atleti e brand hanno lavorato nella direzione di avere più potenza per il vento leggero e fare più angolo. Dunque, velocità ridotte e angoli da Coppa America. Nel vento forte è stato meglio sfoderare i boma stretti di una volta e pinne che stringevano un po’ meno, ma che sapevano offrire tanta velocità. Poi bisogna avere anche la cattiveria e la forza fisica per non mollare... specie di poppa! Non ero più abituato a fare formula con 30 nodi ed il primo giorno, alla prima gara, ero partito male ed ero solo decimo di bolina. Quando sono arrivato per partire di poppa, i primi avevano un bel vantaggio. Ho messo, a denti stretti, i piedi nelle strap ed ho chiuso tutto. Li vedevo ingrandirsi sempre di più. Mi ero riposizionato tra i primi 4, ma poi dopo 3 onde e salti di fila al lasco pieno, con la 70 di pinna e la gamba posteriore che bruciava ed urlava carità, mi si è ingavonata la prua larga quasi un metro! E bang... sono rimasto in acqua 5 minuti per capire da che parte dell’attrezzatura stavo. Sono finito in quarta posizione. La seconda ero talmente cotto che sono partito dalla boa sbagliata e sono stato squalificato. Poi, dopo queste belle esperienze, ho scosso un attimo la testa ed ho iniziato a fare una serie di primi. È stato un bel mondiale perchè abbiamo fatto 4 gare con 25-30 nodi, 4 gare con 14-22 nodi e altre 4 gare con 9-14 nodi. Visto che ormai abbiamo toccato il tasto “Point-7”, puoi rivelarci qualche anteprima sulle AC-1 2012? Abbiamo lavorato da novembre scorso sulle nuove AC-1 PWA Edition. Non abbiamo aspettato l’ultimo mese. C’è tanta navigazione, tanti sacrifici, ore e ore ad armare e disarmare vele e tanta voglia di fare la differenza. Abbiamo partecipato a tutte le tappe di coppa del mondo per testarle in condizioni diverse contro i migliori atleti. Ordinato materiale in America, spedizioni via aerea per velocizzare. Il plotter da taglio era stufo di vederci, abbiamo sfinito il velaio a forza di mandargli il file aggiornato con le modifiche. In produzione abbiamo tempestato di mail per assicurarci ogni piccolo dettaglio. Gli alberi con cui abbiamo testato le vele hanno visto la macchina per misurare le curve non una volta appena pronti, ma anche più volte dopo l’usura. Per le Slalom siamo pronti. Il prodotto era già velocissimo e ad alta prestazione, l’abbiamo migliorato molto nel dettaglio. Abbiamo lavorato sui materiali, costruzioni e sui millimetri su ogni piccolo particolare. Per le Formula, abbiamo ancora due mesidi tempo e siamo sulla buona strada visto il titolo vinto... con poco allenamento! Per gli italiani, la gara, come succede nei motori, è un arte. Questo è quello che stiamo facendo per il windsurf ed abbiamo appena cominciato. Andre Cucchi sponsored by: Plan Srl, Maui Jim, Point-7, Patrik


Quali sono le novità principali del range JP 2012? Dicci qualcosa di più sui nuovi Thrusters? L’anno scorso abbiamo affiancato i Thrusters alle tavole Quad per andare a completare la gamma Wave. Il feedback ricevuto è stato ottimo in quanto abbiamo aumentato notevolmente il range di utilizzo che, grazie alla varietà di regolazioni, può essere trimmata per dare il meglio in condizioni onshore o anche con vento forte per fare bump’n’jump sui laghi. Se invece la pinna centrale viene accorciata, la tavola cambia completamente ed è molto più reattiva ed aggressiva anche in surfata. È anche per questa ragione che abbiamo adattato questo sistema anche sulle 3 misure più piccole delle tavole Freestyle Wave, permettendo ai clienti di usarle con una pinna sola se sui laghi con vento forte o utilizzare l’assetto Thruster se vogliono surfare al mare. Un altro notevole vantaggio, anche per le scuole nei posti più ventosi e choppati, è che con le tre pinne, le tavole risultano molto più stabili e gestibili. Quali cambiamenti salienti avete fatto sulle tavole Freestyle? Le 3 nuove Freestyle sono cambiate abbastanza radicalmente rispetto agli scorsi anni. Sono tutte molto più corte, anche di 12 centimetri e la distribuzione del volume punta a facilitare le rotazione delle manovre aeree e new school. Per ottenere il massimo pop up, anche in acqua piatta, abbiamo aumentato notevolmente lo spessore della poppa, in quanto non serve più che la tavola carvi ma piuttosto che stacchi facilmente. Un’altra novità importante è il Contour Deck ergonomico che però è meno marcato e permette di avere un maggior equilibrio per le manovre switch stance. Sul piede posteriore invece c’è un normale Dome Deck per il massimo controllo. Cosa ne pensi delle tavole Slalom della prossima generazione? Avete qualcosa in mente per riconquistare il titolo? Quest’anno la competizione è stata molto serrata e il nostro materiale ha comunque dato il massimo della performance. Sono state disputate parecchie prove con vento leggero e sappiamo tutti che col vento leggero quasi tutti i rider sono allo stesso livello e quindi entra in gioco anche un po’ di fortuna, che noi non abbiamo avuto. Antoine Albeau ha sempre perso per scarti inferiori ad un punto, ma almeno ha dominato nelle gare con vento forte come Fuerteventura, provando che il materiale sia all’altezza ed ha rubato la scena. Ci siamo concentrati sui piccoli dettagli di regolazione che, soprattutto sulle misure grosse, permettono di adattarsi alle condizioni più rafficate e con chop, sfruttando al meglio anche le condizioni marginali. Le nuove tavole quindi risulteranno più libere e scorrono sopra il chop senza perdere velocità, permettendo anche di cazzare meno la vela ed avere ancora maggiore potenza a disposizione, anche con vento leggero. 18

Quando e dove avete sviluppato le tavole Slalom 2012? La maggior parte dei test li abbiamo fatti a Maui. Vedendo la situazione attuale del mercato, cosa ci si può aspettare dal futuro? La situazione economica attuale purtroppo è piuttosto critica e quindi è difficile che il mercato cresca. Il windsurf è uno sport molto specializzato e costoso, e questi aspetti rendono difficoltosa l’esplosione del mercato nel mondo. Per il prossimo anno almeno cercheremo di pareggiare o di perdere il meno possibile, in quanto, per la recessione, la gente tende subito a tagliare le spese non necessarie, tra cui il materiale sportivo. Cosa ne pensi del SUP? Potrebbe aiutare anche il mercato windsurfistico? Sicuramente il SUP può aiutare anche il windsurf, in quanto si crea un maggiore bacino di utenza ed interesse che viene introdotto trasversalmente allo sport. Possono per esempio iniziare facendo SUP al lago e poi mettere su una vela, per provare, in quanto le nostre tavole sono convertibili in pochi secondi. Abbiamo anche introdotto due nuove tavole da Race con una chiglia più curva, che diminuisce l’attrito in acqua, massimizzandone la scorrevolezza, senza far fatica. Sono tavole multi utilizzo, e si può perfino montarci su una canna da pesca per quando si esce in mare aperto, o montare una telecamera GoPro a prua per riprendere le tue session. Non è il massimo per surfare le onde, ma abbiamo altre tavole ideali per questo. Il vostro Team è uno dei più famosi e prestigiosi al mondo. Ricardo, Kauli, Jason Polakow…ci sono delle aggiunte per il 2012? Il giovane freestyler di Bonaire, Youp Schmidt è una new entry nel team international e magari ci saranno delle altre novità più avanti. Un aggettivo per definire Kauli? Un maestro delle onde. Può surfare al meglio sia in SUP, che in surf da onda, che in windsurf ed ha davvero una gran determinazione e grinta. Un aggettivo per definire Jason? Un radicale canguro impazzito. Hai visto il video di Fiji? Ha preso una botta in testa dopo aver disintegrato il materiale ed ha sanguinato per ore mentre stava armando l’altra vela per poi rientrare in acqua a surfare fino al tramonto. Un aggettivo per definire Robby Swift? Waverider potente e radicale. Un aggettivo per definire Antoine Albeau? Una macchina da guerra. Un aggettivo per definire Ricardo Campello? Un pazzo scatenato. Basta vedere i tentativi di tripli fatti a Gran Canaria… Ne ha fatti un paio a Pozo però poi non ha più provato. Avevamo anche messo in palio 10.000 dollari se l’avesse chiuso, in quanto completamente innovativo, ma ormai non è più una novità. Gli abbiamo però dato comunque 5.000 dollari perché non lo ha chiuso, ma la rotazione era ottima e poi il suo coraggio era da premiare… basta vedere cos’è successo a Boujmaa a Maui! Sembra che Philip Koster ci sia, abbiamo visto dei video in cui gira tutte e tre le volte e poi esplode all’atterraggio, quasi over ruotando!


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PHILIP KOSTER CAMPIONE DEL MONDO WAVE

Philip Koster G-44 in azione a Klitmoller. © PWA/John Carter

A soli 17 anni Philip Koster (Starboard/Neil Pryde) è il più giovane Campione del Mondo Wave di sempre! Nella penultima tappa PWA Wave di Klitmoller in Danimarca (12-18 settembre), Philip ha conquistato il titolo con una gara di anticipo (Sylt, Germania; 23 settembre-2 ottobre). Nelle difficilissime condizioni danesi, vento sui 35-40 nodi completamente on-shore e mare in burrasca, Philip ha dimostrato di essere su un altro pianeta, anche paragonato ai suoi due diretti avversari, Ricardo Campello (JP/Neil Pryde) e Victor Fernadez (Fanatic/North Sails). Surfate down the line con Aerial Tweacked, Goyter One Hand sull’onda e Wave 360° in planata sono solo alcune delle manovre che questo ragazzino ha chiuso in ogni sua heat nelle difficili condizioni on-shore. I suoi Back One Foot e doppi Forward hanno poi riscaldato ancora di più il pubblico in spiaggia. Un nuovo fenomeno che sta portando il Wave su un nuovo livello con un mix esplosivo di radicalità, follia e manovre Freestyle sull’onda. Complimenti Philip! Oltre al successo agonistico arrivano per Philip anche i primi riconoscimenti lavorativi e la Starboard ha appena annunciato che il wonder kid sarà sotto contratto per i prossimi due anni e sarà parte integrante dello sviluppo delle nuove tavole Wave del marchio, andando così ad affiancare Scott McKercher nel team R&D di Starboard.

UMI BONAIRE EDITING COMPETITION

Tonky Frans con il suo inconfondibile power style!

Chi di voi vorrebbe essere un “film maker”? E lavorare con i migliori rider al mondo? Ora potete avere la vostra occasione! Umi Pictures ha filmato Kiri Thode e Tonky e Taty Frans nel loro home spot Lac Sorobon a Bonaire e vi da la possibilità di editare il loro fotoshooting in un esaltante action video. Siate spregiudicati, create quello che più vi piace e spedite il vostro risultato entro il 1 dicembre 2011, e magari potreste vincere un viaggio a Bonaire per due persone, incluso volo, hotel e noleggio materiale!!! Questa iniziativa è supportata da Starboard, Gaastra, Maui Ultra Fins, Mystic, Choco Fins e Hole. Non solo il viaggio premio per il primo classificato, atri premi verranno distribuiti come una tavola Starboard 2012 a scelta, vele, pinne, mute ecc.. COME FUNZIONA? 1. Andate su www.umipictures.com e cliccate sul link umi Bonaire editing contest. 2. Scaricate i clip, le canzoni e i loghi. 3. Leggete con attenzione le regole della competizione. 4. Siate pazzi e editate il video del secolo! Potete aggiungere effetti speciali, cartoni, animazioni… tutto quello che potete sognare. 5. Quando avete finito il video speditelo a to info@umipictures.com entro il 1 dicembre 2011. Potete usare WeTransfer attraverso il sito umi.wetransfer.com per l’upload. REGOLE: Il video deve avere un titolo di vostra invenzione. Deve anche includere gli sponsor e i loghi. Dovete usare una delle canzoni scaricate dal sito che sono libere da diritti. Dovete usare una sola canzone di cui i crediti devono essere indicati alla fine del video. Dovete usare le immagini di azione di tutti e tre i rider. I migliori video saranno pubblicati sul sito umi e il vincitore sarà annunciato da Kiry, Tonky e Taty nel nuovo anno! Il vincitore sarà eletto da tre giudizi: 1 voto dai riders, 1 voto dalla Umi Crew, e l’altro voto arriverà dal numero di visualizzazioni del vostro clip. È tutto nelle vostre mani. Potete usare PS, Mac, Windows Movie Maker o Final Cut Pro… lasciate correre la vostra immaginazione e create il miglior video di sempre! E magari in futuro potreste anche trovare un lavoro per la Umi. 20

LOFT SAILS ORA DISPONIBILE IN ITALIA Il marchio Loft Sails è stato Robert Hofmann con la creato da Monty Spindler che PURE LIP 2012 5.2 ha prima lavorato con Neil Pryde e poi ha creato ART. Per alcuni anni ha lavorato sul Garda con il marchio ART custom e le sue vele erano molto richieste. Poi Monty si è trasferito in Spagna a Tarifa e ha creato appunto Loft sails. La Loft nella stagione 2011 ha avuto risultati incredibili in Coppa del Mondo finendo sempre sul podio, grazie ai sui rider Ben Van der Steen, Ludovic Jossin, e Antoine Questel. Grazie al loro lavoro di test durante tutto l’anno a Tarifa La Loft sta raggiungendo degli standard nello sviluppo delle vele che la sta rendendo uno dei marchi più richiesti dai rider. La Loft produce “solo” linee di vele chiare e non si fa prendere da questa caccia al look più strano. Vele che funzionano, robuste, ben rifinite e con un look sobrio. Ci sono due modelli di vele Wave, una vela 5 stecche la Pure Lip e una vela Freestyle-Wave 4 stecche la Wavescape, poi una vela senza camber con 6-7 stecche perfetta per andare alla massima velocità, la Oxygen. Poi la vela SSwitchblade, una vela con 3 camber, che è il miglior compromesso che puoi avere sotto la vela Racing, con un controllo pazzesco e una rotazione delle stecche che sembra una vela Wave. Poi la vela Race, la Raincingblade. È la vela che è finita sul podio in tutte le gare di quest'anno. Infine il modello entry-advanced che è la Advance. Poi i prezzi sono più che competitivi! La Loft Sails offre tutto: vele, alberi boma, prolunghe e accessori. www.loftsails.com


CAMPIONATO ITALIANO FORMULA WINDSURFING Alberto Menegatti (Starboard/Gaastra) fa il cannibale e si conferma campione italiano nella specialità Formula Windsurfing a Gallipoli (LE), dopo aver già vinto il titolo italiano nello Slalom lo scorso luglio, sul Garda. Menegatti, ormai una realtà consolidata del windsurf italiano anche a livello internazionale, ha vinto tre prove delle quattro disputate, e forse avrebbe vinto anche la quarta se non avesse rotto il boma mentre era in testa. Dietro di lui si piazzano sul podio il romano Andrea Beverino e l'elbano Malte Reuscher. Primo categoria grandmaster leggeri, Alessandro Giovini, seguito dall'atleta locale Luciano Treggiari. Primo dei master l'inossidabile Marco Begalli. Alberto Menegatti a Gallipoli. © Roberto Vuilleumier Nella categoria Leggeri Master vince il pugliese Paolo Perrone, del Circolo Vespucci di Gallipoli. Tra gli altri titoli assegnati per la categoria giovani vince Riccardo Errico. Il terzo atleta pugliese in gara, Giuseppe Greco, è giunto settimo. E' stata la giornata di sabato a determinare la classifica finale, riuscendo a completare tre prove, mentre nella prima giornata, giovedì scorso, ninete gare per mancanza di vento e venerdì era stata disputata una sola prova. Oggi, ultimo giorno di gara, ancora nessuna prova disputata sempre per mancanza di vento, una costante che ha accompagnato l'edizione: sempre al limite senza mai superare i dieci nodi, con cali improvvisi e continui cambi di direzione. Condizioni dunque difficili per gli atleti che si sono fisicamente spesi notevolmente nelle tre prove del sabato, anche per l'inusuale caldo, favorendo gli sicuramente atleti più leggeri di peso. E penalizzando di contro quelli fisicamente più 'pesanti'. Si ringrazia gli sponsor Franklin and Marshall e Selin per l'ambiente per la riuscita della manifestazione.

ION RELAY “GOLD EDITION” 2012 Il “top level” trapezio di ION è equipaggiato per il 2012 con la nuova Memory Foam all’interno, per garantire morbidezza e assoluto fissaggio al corpo del rider. Il design del Relay

rimane molto tecnico come negli ultimi anni. La costruzione “X-Spine” protegge la schiena senza irrigidire il trapezio, così come il “Cross-Link Webbing” che distribuisce uniformemente i carichi eccessivi su tutta la superfice. Il Gold Edition è anche dotato del “Quickfit – Leverbuckles” in metallo, per un rapido e sicuro posizionamento del trapezio sul corpo del rider. Per info: www.ion-products.com

SURF EXPO 2011 Testo: Silvia Caronti, foto XRay /Canon /Stanisci XRay Windsurf Academy presente con il suo team al completo all’evento dedicato al mondo del Surf - Windsurf and Sup “Italia Surf Expo 2011”. Lo stand XRay capitanato da Raimondo Gasperini si è occupato durante tutta la manifestazione di promuovere la disciplina windsurfistica attraverso la distribuzione di gadget, depliant e materiale informativo ma soprattutto attraverso session di lezioni gratuite per principianti dedicate sia agli adulti che soprattutto ai più giovani. Il risultato è stato davvero sorprendente, con l’aiuto del sistema iDO e la collaborazione del suo stesso inventore Dario Oliviero, sono stati messi in acqua circa 100 bambini, raggiungendo così l’obiettivo primario di avvicinare i più giovani a uno sport che non è solo atletico ma che permette anche di praticare all’aria aperta a contatto diretto con la natura. I bambini sono stati premiati con un diplomino di partecipazione firmato da Jim Drake,inventore del Windsurf, Dario Oliviero, inventore IDo e mister XRay Gasperini e poster autografati da Ray sul palco di Radio 105, davanti ad un pubblico entusiasta! L’evento è stato anche all’insegna dello sport agonismo, ci sono state numerose esibizioni e gare, nelle giornate di sabato con il Jet Pilot Grinch Contest e domenica con i Campionati Italiani di Sup e di Indo Board. Soprattutto il sabato pomeriggio davanti a migliaia di spettatori c’è stato il Jet Pilot Grinch Contest, gara invitational aperta a tutte e tre le discipline con l'aggiunta del Wakeboard. Ai primi due posti, due surfisti da onda doc Daniele Gugliemetti e Alessandro Marciano, sul podio al terzo posto Raimondo Gasperini. XRay Windsurf Academy, dalla parte del vento!

WEENDY: UN NUOVO MODO PER PRENDERE IL VENTO Quante volte ti è capitato di caricare tutto il materiale, partendo per andare a fare una surfata, solo per arrivare sullo spot e vedere che le previsioni erano completamente sbagliate? Hai rincorso il vento, guidando per ore tra le varie spiagge, solo per poi scoprire a fine serata che i tuoi amici sono usciti tutti assieme in uno spot diverso. Questa cosa è già capitata a tutti troppo spesso, ed è proprio per questo che è nato Weendy. L’obiettivo era quello di ottenere un semplice risultato: far smettere alla gente di inseguire le condizioni. Ci sono voluti circa 4 mesi per realizzare l’App e finalmente ora è disponibile su ogni Iphone, GRATIS! Con la Weendy app, puoi mandare e ricevere informazioni in tempo reale sulle condizioni al momento da tutte le spiagge della zona, direttamente da gente che è sullo spot. I rider possono far sapere se le condizioni sono buone o se non c’è niente, o altri sappiano se c’è qualche spiaggia in zona che funziona bene. Possono perfino uplodare dei video in streaming delle condizioni, fare una loro stima, e poi premere Share e condividerle con tutti gli altri. Questo pone quindi fine all’attesa di tutta la gente che si deve spostare per km per poi rischiare di non trovare le condizioni. Si risparmia quindi un sacco di tempo e frustrazione, perchè adesso si può andare diretti verso lo spot che offre le condizioni migliori, senza dover perdere tempo a girare inutilmente per vedere gli altri spot. L’app Weendy ti permette anche di metterti in contatto con tutti gli altri rider della zona, permettendoti poi di condividere delle ottime session nei vostri spot preferiti. Puoi anche infastidire i tuoi amici in ufficio o a casa, facendo vedere a tutti quanto ti stai divertendo, specialmente quando piove da loro e tu sei in spiaggia al caldo con onde spettacolari e vento forte. Puoi anche uploadare le manovre migliori, dare consigli ecc ecc. La Weendy app è davvero facile e utile, quindi non perderti mai più un’uscita! La Weendy app è stata creata da un gruppo di windsurfisti greci (programmatori), inizialmente per la comunità windsurf/kite/surf della zona e poi estesa a tutto il mondo. Questa app è molto utile anche perché molte delle spiagge che noi frequentiamo non sono dotate di meteo station e molti spot sono caratterizzati da venti termici e locali, difficilmente prevedibili dalle previsioni meteo. Weendy non vuole solo essere un utile e gratuito mezzo di informazione, ma anche diventare un Social Network dedicato alla comunità dei windsurfisti e “water-people”. La versione 2 di Weendy è ora disponibile su iTunes… se avete un iPhone non esitate a scaricare questa applicazione! 21


FABIO’S CORNER

Testo di: Fabio Calò Durante quest’estate sono stato impegnato anche sul fronte dell’organizzazione di vari stage, sia dedicati al perfezionamento, che al Freestyle e al Wave. Procediamo con ordine e vi racconto in questo spazio le iniziative che ho seguito e i miei programmi per il prossimo anno.

PROGETTO SERENITY Wave Clinic Moulay 2011. © Philippe Bru

Progetto Serenity Navene (Malcesine). © Angela Trawoeger (www.360gardalife.com)

Il Progetto Serenity ha dimostrato ancora una volta come dalla passione e dalla volontà di fare possono nascere iniziative importanti per il nostro sport. È dall’anno scorso che da esterno seguo questa iniziativa e ho potuto ammirare come il Progetto Serenity, dedicato ai ragazzi/ragazze e genitori di Malcesine (Lago di Garda) sia stato in grado di mettere in acqua e far provare il windsurf a veramente tanti nuovi giovani, e molti di loro, dopo solo un anno, ora planano, saltano, si divertono e non si perdono una Pelerata! Sono nati dei nuovi windsurfisti! Quest’anno mi è stata proposta una collaborazione che ho accettato con molta gioia: seguire alcuni di questi nuovi surfisti per uno stage di perfezionamento e di Freestyle nei mesi di luglio e agosto. Ho avuto così modo di conoscere una ventina di ragazzi, quasi tutti under 18, e di poterli seguire e insegnarli qualche cosa per due giorni a settimana durante l’estate. Lo stage è partito con il botto… con due settimane di fila di Peler da 4.7 con i controfiocchi che ci ha permesso di portare a termine le prime 4 lezioni. Sede del progetto la scuola di Navene, il Nany Aqua Center. Il gruppo dei ragazzi è stato fenomenale e tutti, incitandosi l’uno con l’altro, hanno provato a chiudere le loro prime manovre Freestyle. Uno spirito di aggregazione, di amicizia e di dedizione davvero ammirabile. Quasi tutti hanno iniziato a provare la Vulcan e i primi tentativi di Forward, vi ricordo che l’anno scorso nessuno di loro planava! 2 ragazzi hanno chiuso il loro primo Forward durante lo stage, e Omar ha iniziato a chiudere prima la Vulcan per poi arrivare alla quinta lezione chiudendo lo Spock! Ora avranno un anno intero per allenarsi prima di arrivare alla prossima stagione e provare nuove manovre perché il Serenity Freestyle Stage 2012 è già stato riconfermato. Ringrazio tutti i ragazzi e ragazze che hanno partecipato allo stage, il Nany Aqua Center di Navene con Silvano e il suo staff, Luca e la Etnies, i fotografi Angela Trawoeger e Saara Benamati, chi ci ha aiutato nelle video-riprese e soprattutto Marco e Tommy Carletto che hanno reso possibile tutto questo. Come sempre VIVA IL WINDSURF! Progetto Serenity in memoria di Matteo Barzoi e Luca Carletto. WAVE CLINIC MOULAY BY OCEANSOURCE.NET Anche quest’anno sono ritornato in Marocco durante la prima settimana di agosto per il mio Wave Clinic a Moulay. Per il secondo anno consecutivo le adesioni sono state tante ottenendo un altro “sold out”. La novità principale di quest’anno è stata la collaborazione di Valentina Crugnola che mi ha dato una mano a seguire gli stagisti ed è stata un punto di riferimento per le ragazze del corso. Il gruppo è stato davvero formidabile e tutti hanno provato a migliorare il loro approccio alle onde e nei salti durante la settimana di corso, nonostante le condizioni fossero davvero impegnative: il vento non è mai sceso sotto i 25-30 nodi con un metro e metro e mezzo di onda. Una vera palestra e abbiamo trascorso molte ore in acqua, spesso anche in compagnia del World Pro e local Boujmaa Guilloul seguito da tutta la sua crew! Fondamentali ancora una volta sono state le riprese e il video clinc di analisi

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delle immagini alla sera nell’accogliente e rilassante nostro quartier generale, il Lawama (ristorante e hotel). Il pacchetto “tutto compreso” è stato ancora una volta la soluzione vincente e vi posso già confermare fin da adesso che il mio Wave Clinc di Moulay è già stato riconfermato per la prima settimana di agosto 2012… e ci sono già le prime iscrizioni! Un ringraziamento particolare a Mario Gozzetti (“The Boss”) e alla mitica Valentina Crugnola. Stay tuned… Per info e iscrizioni: www.oceansource.net (stage Fabio Calò-Moulay). FABIO@PIER.STAGE Fabio@Pier.Stage 2011

Il Forward rimane il sogno proibito di molti. Grazie alla collaborazione del Pier Windsurf (Riva del Garda) mi è stata data l’opportunità di organizzare nel primo week-end di settembre uno stage dedicato all’insegnamento del Forward e delle prime manovre di Freestyle come la Vulcan. L’adesione a questa iniziativa è andata oltre le più rosee aspettative e a un certo punto abbiamo dovuto rifiutare gli iscritti dell’ultimo momento. 3 giorni di azione anche se il vento ha fatto un po’ i capricci, permettendoci comunque di trascorrere diverse ore in acqua. Anche in questo caso le video riprese si sono rilevate fondamentali per un miglior apprendimento dei ragazzi. Novità assoluta e penso anche provata per la prima volta, è stato il simulatore di Forward che abbiamo ideato appositamente per lo stage. I ragazzi hanno potuto così provare in piena sicurezza e senza timore la parte più difficile del salto, quella di buttarsi in avanti chiudendo la vela con il braccio posteriore. Grazie alla fiducia del Pier Windsurf lo stesso format di stage verrà riproposto il prossimo anno con cinque appuntamenti mensili da maggio a settembre. Ringrazio per la collaborazione Luca Spagnolli, Constanze, Laura, Andrea e tutto lo staff del Pier. Per info sui prossimi stage contattate la segreteria del Pier Windsurf: tel. +39 0464 550928, www.pierwindsurf.it


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Occhiali con videocamera HD incorporata e lenti polarizzate che permettono riprese Audio e Video in completa libertà, avendo le mani libere, con discrezione in ogni occasione. La qualità Video HD 720p (1280x720) permette di acquisire filmati con dettagli incredibili. Overlook GX-5 sono il compagno ideale per gli sportivi (ma non solo) che vogliono riproporre le loro avventure agli amici.

Lettore MP3 a tenuta stagna fino a 3 metri di profondità. In plastica resistente, il suo corpo non teme il cloro e può essere utilizzato senza problemi in piscina. Si adatta a numerosi sport, anche a quelli sott'acqua grazie ai suoi intrauricolari a tenuta stagna. Compatibile con i formati MP3 e WMA, dispone di uno spazio di archiviazione di 4 GB. Compatibile con i formati dei file FAT16 e FAT32, questo lettore si trasforma anche in chiavetta USB per archiviare dati.

Videocamera Full HD 1080p, impermeabile fino ad 1 metro, fino a 30 metri con custodia rigida waterproof (opzionale). Display da 1.5”, 60/50fps, per realizzare stupendi video in “slow-motion”. Telecomando a radiofrequenza permette di risparmiare le batterie, la memoria e modificare il tempo, rendendo semplice girare brevi clip, avviando e fermando la registrazione, senza lottare con la telecamera in movimento. Realizza foto 5MP con un obiettivo grandangolare 170°.

Distributore Nazionale: SofTeam Macherio (MB) Tel 039 207891 www.softeamitalia.com - www.playhd.it - www.sportxtreme.it


SHARK / LTD: Dal freeride più tranquillo e confortevole alle curve più strette a tutta velocità. Lo Shark di Fanatic perdona gli errori ai rider intermedi, ma sa mordere al massimo quando il rail si pianta nell’acqua, o quando hai bisogno del massimo controllo con vento forte. La linea di scoop rocker progettata col CAD, affiancata al confortevole deck a dorso d’asino, ed un profilo più compatto, offrono una sensazione di reattività e facilità di spingere i propri limiti verso il prossimo livello. Caratteristiche principali: • Linea di scoop alta che poi passa al biconcavo e chiglia power V per strambate velocissime • Profilo compatto ed efficiente distribuzione del volume per massima reattività • Deck a dorso d’asino per la massima capacità di curvare e controllo.

RAY: La tavola di Fanatic iperveloce da freerace che garantisce comfort alle massime velocità, riutilizzando la linea di rocker delle tavole da slalom in coppa del mondo. Grazie alla combinazione tra chiglia power V e biconcavo a prua per planare in anticipo, il profilo compatto delle Ray permette di planare a tutta velocità e tagliare i chop senza fatica, permettendo al rider di strambare a tutta velocità facendo mordere i rails affilati e la poppa affosulata. Caratteristiche principali: • Linea di scoop rocker provata dal Team Pwa race che poi passa alla

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chiglia Power V per massimo controllo anche con vento forte • Biconcavo a prua per entrare velocemente in planata e facilità di conduzione anche con chop • Pintail a 75° per diminuire l’attrito in strambata • Rapporto perfetto tra comfort e performance.

FALCON SLALOM: 5 nuovi shape in produzione direttamente dal PWA, con un’attitudine alla velocità e precisione perfetta. Il sistema di Compact Design Concept riduce al massimo la lunghezza dei modelli 140, 125, e 113, per il vento più leggero, in modo da ridurre al massimo l’attrito ed aumentare la spinta, mentre sulle tavole di volume inferiore, come l’89 e 99, sono leggermente più lunghe in modo da assicurare maggiore controllo con vento più forte. L’extra larghezza e i rails con sistema Comfort Heel sul piede anteriore permettono di usare rails più squadrati e poppe più longilinee in modo da garantire maggiore spinta, proiezione e presa nelle curve, con qualsiasi intensità di vento. Caratteristiche principali: • Incavo del piede d’albero maggiorato per aumentare la stabilità del rig • Poppa più dritta per maggiore controllo sia con vento forte che leggero • Rails più pieni e arrotondati sotto il piede posteriore per maggiore comfort e manovrabilità • Nuova linea di Scoop Rocker con sezione piatta più corta e ingresso più alto.

Board Shark 105 Shark 120 Shark 135 Shark 150 Shark 165 Shark 135 LTD Shark 150 LTD

Vol. Width Length Technology Fittings 105 65 240 HRS** Fanatic Freeride 39 GFK; Power Box; Sailsize: 5.0 – 7.5m2 120 69 245 HRS** Fanatic Freeride 42 GFK; Power Box; Sailsize: 5.5 – 8.0m2 135 73 245 HRS** Fanatic Freeride 48 GFK; Power Box; Sailsize: 6.0 – 9.0m2 150 78 250 HRS** Fanatic Freeride 50 GFK; Power Box; Sailsize: 6.5 – 9.5m2 165 83 255 HRS** Fanatic Freeride 54 GFK; Power Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m2 135 73 245 CK/BSLT*** Fanatic Freeride 48 G10; Power Box; Sailsize: 6.0 – 9.0m2 150 78 250 CK/BSLT*** Fanatic Freeride 52 G10; Power Box; Sailsize: 6.5 – 9.5m2

Board Ray 100 Ray 115 Ray 130 Ray 145 Ray 100 LTD Ray 115 LTD Ray 130 LTD Ray 145 LTD

Vol. Width Length Technology Fittings 100 61 240 WS** Choco Fin 34 G10; Tuttle Box; Sailsize: 5.8 – 8.3m2 115 67 240 WS** Choco Fin 38 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.2 – 8.8m2 130 73 235 WS** Choco Fin 44 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.8 – 9.5m2 145 81 235 WS** Choco Fin 50 G10; Tuttle Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m2 100 61 240 CK/BSLT*** Choco Fin 34 G10; Tuttle Box; Sailsize: 5.8 – 8.3m2 115 67 240 CK/BSLT*** Choco Fin 38 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.2 – 8.8m2 130 73 235 CK/BSLT*** Choco Fin 44 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.8 – 9.5m2 145 81 235 CK/BSLT*** Choco Fin 50 G10; Tuttle Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m2

Board Falcon Sl. 89 Falcon Sl. 99 Falcon Sl. 113 Falcon Sl. 125 Falcon Sl. 140

Vol. Width Length Technology 89 59 240 BCS/LF** 99 62 235 BCS/LF** 113 69 235 BCS/LF** 125 79 230 BCS/LF** 140 85 230 BCS/LF**

Fittings No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 5.0 – 7.8m² No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 5.5 – 8.2m² No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 6.0 – 8.6m² No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 6.5 – 9.2m² No Fin; Deep Tuttle Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m²


FIREFLY: Tested for you! La FireFly 2012 è sostanzialmente diversa dal modello dell’anno precedente e decisamente migliorata sotto alcuni aspetti. La prima cosa che si nota una volta armata (sia con albero SDM che RDM) è che le stecche, le prime due, non puntano più stando addirittura dietro l’albero, ma si posizionano naturalmente quasi leggermente davanti all’albero rendendo il profilo statico decisamente più piatto rispetto alla versione precedente. Le altre caratteristiche che possiamo immediatamente vedere sono la lunghezza d’albero maggiore e una riduzione drastica della misura del boma, mediamente 6-7 centimetri su ogni misura, e non sono pochi! Altro aspetto importante è l’aumento del peso della vela, la versione 2011 offriva già una adeguata resistenza all’usura e agli impatti, possiamo ora affermare che la 2012 migliora ulteriormente questo aspetto, il monofilm è più “massiccio” e tutte le cuciture sono state raddoppiate. In acqua la nuova vela si comporta sostanzialmente in modo simile alla versione precedente, partenza in planata fulminea, ottima velocità di punta, feeling di estrema leggerezza in andatura. La differenza invece si nota in manovra, dove le stecche maggiormente distanziate dall’albero permettono passaggi più soft e quindi di maggiore precisione. Il Duck Sails, tanto di moda nelle power move moderne, risulta così essere sensibilmente migliorato facilitando la manovra al rider grazie all’ottimizzazione del taglio della vela sotto il boma, alla lunghezza ridotta della bugna e appunto alla maggiore neutralità del profilo delle prime due stecche. La FireFly 2012, nelle misure 4.9 e 5.3, per tutte queste caratteristiche elencate risulta essere perfetta anche per un utilizzo Power Wave, sia per salti che soprattutto per surfate. È possibile armarla sia con alberi a sezione standard (SDM) che a sezione ridotta (RDM). Noi la abbiamo testata su un albero SDM (MaverX EVODS 400) e pensiamo sia la soluzione migliore per questa vela.

Carbone attivo di Bamboo: Licra interna anti-odore ed antibatterica. Questa fibra naturale è cucita internamente per assicurare un maggiore igiene. Nastratura P-Skin: Questo sistema al poliuretano è proprietà della Neil Pryde ed impermeabilizza ogni cucitura. È più flessibile e sottile di ogni altro sistema sul mercato.

NPX ASSASIN 5/4/3: NPX Assassin è la scelta degli estremisti della libertà, i rider più esigenti che sono convinti che la migliore muta da indossare sia proprio il non doverla indossare. L’Assassin è carica di energia e accentua la radicalità del rider, offrendogli isolazione termica perfetta, raffreddamento ad acqua, ed altre tecnologie all’avanguardia.

NP 5K SERIES 5/4/3: La 5K è una muta iper performante interamente in neoprene realizzata appositamente per quei rider che non si accontentano mai. La combinazione perfetta tra flessibilità e calore del neoprene a cucitura singola ti permette di restare comodo e al caldo anche nelle condizioni atmosferiche più estreme. S5: Realizzata con neoprene limestone direttamente dal Giappone. Ha anche una copertura idrofoba che fa scorrere l’acqua 5 volte più velocemente, eliminando l’effetto di windchill (sulle spalle e ascelle). E3 Entry System: Sistema di chiusura anteriore ermetica, che segue perfettamente il collo e impedisce all’acqua di entrare dal dorso e dal colletto della muta. 25


In linea di principio generale la North Sails ha lavorato sulle vele 2012 per ottenere un risparmio medio del peso del 10% senza andare a compromettere la robustezza. Molta attenzione è stata posta anche sull’innovazione dei profili per ottenere maggiore potenza ma non sacrificando la manovrabilità. Altra importante caratteristica delle vele North Sails 2012 è l’esclusiva garanzia di 5 anni sui propri modelli.

RAM F12 La macchina raicing di North Sails dove è stato eliminato un camber è la tasca dell’albero è stata resa più sottile. Caratteristiche principali: • NEW: iBUMPER, il più avvanzato ed efficaciamente modellato mast protector • NEW: potenza aumentata grazie al pre-shaping nella zona del boma e sulla base della vela • Un aspect ratio più basso per migliorare l’accelerazione in partenza e dopo le strambate • INDEPENDENT.SHAPING.CONCEPT per migliora la rotazione, il controllo e l’accelerazione • HYPER.CAM il primo hard camber che può ruotare come un soft camber.

S_TYPE La S_ Type è una delle vele Freerace di maggiore successo nei test di tutte le riviste internazionali, ed è considerata il punto di riferimento per la categoria. Per il 2012, Kai Hopf, il velaio, ha migliorato la partenza in planata e l’accelerazione attraverso una distribuzione diversa del profilo.01 | PRODUCT Caratteristiche principali: • NEW: iBUMPER, il più avvanzato ed efficaciamente modellato mast protector • NEW: potenza aumentata grazie al pre-shaping nella zona del boma e sulla base della vela • Un aspect ratio più basso per migliorare l’accelerazione in partenza e dopo le strambate • MINIMUM.MAST.CONCEPT: un albero (460-25) per tutte le misure • HYPER.CAM il primo hard camber che può ruotare come un soft camber • SWITCH.CAM .OPTION 3/2: 3 camber per il massimo delle performance- 2 camber per migliorare la maneggevolezza.

X_TYPE Anche per il 2012 la X_ Type dimostra come una vela possa essere veloce e potente anche senza camber. Il segreto è il ridotto aspect ratio derivato direttamente dalla WarpF201, e l’elevata tensione della balumina per garantire elevate performance anche senza camber. Caratteristiche principali: • NEW: iBUMPER, il più avvanzato ed efficaciamente modellato mast protector • NEW: potenza aumentata grazie al pre-shaping nella zona del boma e sulla base della vela • TWIN.TRIM.CLEW per un trimmaggio personale per aumentare il range di utilizzo • La vela è più resistente grazie all’utilizzo del robusto X.PLY nella parte • MINIMUM.MAST.CONCEPT: un albero (460-25) per tutte le misure. Model Size Boom Max Luff Max Top Battens Camber Weight (Kg) RAM F12 SLALOM 5,2 1,85 4,11 7 3 4,6 RAM F12 SLALOM 5,7 1,92 4,31 7 3 4,8 RAM F12 SLALOM 6,3 1,98 4,53 7 3 5 RAM F12 SLALOM 7 2,09 4,76 7 3 5,3 RAM F12 SLALOM 7,8 2,22 4,98 7 3 5,6 RAM F12 SLALOM 8,6 2,33 5,19 7 3 5,9 RAM F12 SLALOM 9,3 2,48 5,28 7 3 6,2 S_ TYPE 6 1,86 4,56 6 3/2 4,5 S_ TYPE 6,6 1,89 4,64 6 3/2 4,7 S_ TYPE 7,3 2,05 4,76 6 3/2 4,9 S_ TYPE 7,8 2,1 4,84 6 3/2 5,1 S_ TYPE 8,4 2,29 4,9 7 3/2 5,4 S_ TYPE 9,5 2,42 5,2 7 3/2 5,8 X_ TYPE 5,4 1,77 4,43 6 -3,9 X_ TYPE 6 1,82 4,64 6 -4,1 X_ TYPE 6,6 1,88 4,63 7 -4,35 X_ TYPE 7,3 1,97 4,81 7 -4,6 X_ TYPE 7,8 2,08 4,92 7 -4,8 X_ TYPE 8,2 2,13 5 7 -4,95 26

IMCS 18-20 21-19 20-22 24-26 28-25 28-25 32-28 21-25 25-21 24-26 25-28 28-25 28-25 21-25 21-25 21-25 24-26 25-28 25-28

Mast: Best/Altern. Lenght 400 430/400 430 460 490/460 490/460 520/490 430/460 460/430 460 460/490 490/460 490/460+CX 430/460 430/460 430/460 460 460/490 460/490

Best/Aletrn. Mast Geometry SDM/-SDM/-SDM/-SDM/-SDM/-SDM/-SDM/-SDM/-SDM/-SDM/-SDM/-SDM/-SDM/-SDM/RDM SDM/RDM SDM/RDM SDM/-SDM/-SDM/--


WAVE TWIN CONTEST V2 La quint’essenza della manovrabilità! PROGRAMMA Wave Twinzer PRO. RRD presenta una nuova gamma di tavole twinzer, la RRD Wave Twin Contest V2, basata sull’ormai collaudato shape presente nell’attuale collezione, ma caratterizzata dalla nuova tecnologia di costruzione CONTEST capace di esaltarne ulteriormente le performance. E proprio le performance di questi shape capaci di raccogliere grande consenso fra il pubblico così come fra i tester delle più rinomate riviste internazionali hanno spinto RRD a proporre questi best seller introducendo un nuovo step in fatto di tecnologia, per fare diventare queste tavole le più leggere della collezione RRD. La costruzione dei Wave Twin Contest V2 è stata studiata nei minimi dettagli per rendere la tavola assolutamente leggera e particolarmente vivace e performante: il sandwich della coperta è realizzato con PVC Herex 100 da 3 mm, wood sandwich sotto ai talloni, il tutto laminato con carbonio Innegra, una fibra realizzata in esclusiva da un importante produttore svedese, capace di associare grande resistenza alle note doti di leggerezza e reattività della fibra di carbonio. Anche la carena della tavola è realizzata in full sandwich con PVC Herex 100 da 3 mm laminati con vetro biassiale da 160 grammi, e rinforzata con due stringers in PVC da 5mm Omega construction. Anche la dotazione accessoristica non è stata lasciata al caso, visto che i Wave Twin V2 sono caratterizzati dalla presenza di una nuova scassa d’albero ultraleggera full carbon e nuovi Slot Box da 15 cm regolabili per le pinne.

WAVE VOGUE OVAL GOLD CARBON MONOCOQUE BOOM RRD impreziosisce la propria collezione inserendo a catalogo un nuovo boma Wave top di gamma, si tratta del nuovissimo Wave Vogue Oval Gold Carbon Monocoque Boom. Questo boma è stato disegnato per garantire il massimo delle performance fra le onde e, come si può intuire dal nome, è caratterizzato da una colorazione dorata del carbonio a vista nella zona frontale, caratterizzata dalla presenza di una nuova maniglia. Leggerezza e rigidità sono senza compromessi, grazie alla tecnologia di costruzione full carbon pre-preg, con tubi a diametro ridotto e a sezione ovale interna, ricoperti da uno strato super sottile di EVA per creare massimo comfort nell’impugnatura, senza andare a discapito del peso. Anche la parte della bugna è realizzata con carbonio pre-preg e disegno monoscocca, per garantire il massimo della rigidità e delle performance a qualsiasi lunghezza vengano regolate le prolunghe. I boma sono disponibili in tre misure.

Model Wave Twin 66 Contest V2 Wave Twin 74 Contest V2 Wave Twin 82 Contest V2 Wave Twin 90 Contest V2

Volume 66 lts 74 lts 82 lts 90 lts

Size 232 x 52,5 cms 233 x 55 cms 234 x 57.5 cms 235 x 60 cms

Model Wave Vogue Oval Gold Carbon Monocoque Boom 135 Wave Vogue Oval Gold Carbon Monocoque Boom 145 Wave Vogue Oval Gold Carbon Monocoque Boom 160

Weight 5.73 kg 5.92 kg 6.14 kg 6,4 kg

Technology Carbon Pre-Preg Monocoque Carbon Pre-Preg Monocoque Carbon Pre-Preg Monocoque

Fin MFC LS 15.5 CNC G-10 MFC LS 16 CNC G-10 MFC LS 16.5 CNC G-10 MFC LS 17 CNC G-10 Min Lenght 135 cms 145 cms 160 cms

Fin Box Slotbox Slotbox Slotbox Slotbox

R-S-S 3.2-4.7 3.7-5.3 4.2-5.8 4.7-6.3

Max Lenght 190 cms 205 cms 220 cms 27


GATOR: Vela Crossover orientata alle manovre: Wave/Freemove/Freeride. La linea di vele Gator copre ogni tipo di condizione windsurfistiche in qualsiasi parte del mondo. I principi fondamentali dell’intera linea sono la durata, la manovrabilità e la performance. Ogni misura è stata progettata per soddisfare le necessità del freerider che vuole sfrecciare in ogni condizione. Non parliamo poi delle richieste di Boujmaa Guilloul, che ha collaborato direttamente con lo sviluppo delle Gator 2012. Il nuovo pannello KS Optic X-ply offre un miglioramento della resistenza del 20%, combinata alla balumina in Dyneema, rinforza l’intera vela, rendendo la Gator più forte e resistente che mai. IDEOLOGIA DEL PRODOTTO: • Vele Wave/Freemove/Freeride senza camber in Full XPly • Progressive Ride Geometry – Stessa sensazione indipendentemente dalla misura • Orientata alle manovre. Caratteristiche principali: • Nuovo e più basso aspect ratio per una migliore manovrabilità e compatibilità con i differenti alberi. 3 Specific Material Zones: • CONTROL ZONE – X-ply di spessore ridotto. Longevità senza peso • POWER ZONE – Nuovo KS Optic X-Ply con 20% più resistenza, per aumentare la longevità della vela permettendo di vedere perfettamente fuori dalla finestra principale • IMPACT ZONE – Balumina in Dyneema X-ply per aumentare la durata dei pannelli intorno al boma. • Costruzione penna e balumina senza cuciture, per maggiore leggerezza e resistenza. Zero possibilità di rottura delle cuciture • Distribuzione bilanciata della potenza sia sul rig che sulla tavola, con una distribuzione costante della pressione ed enorme range di utilizzo. TIPO DI TAVOLA: • Tavole FreeMove, FreeRide, Crossover e Wave.

NCX: No Cam extreme Freerace. La NCX offre alte velocità, stabilità, risposta immediata ed accelerazione senza rivali, specialmente per una vela senza camber. Realizzata partendo dalla piattaforma race di Severne, con una maggiore tensione superficiale, la NCX offre performance accessibili da vela race, senza camber. Il design ha prodotto una vela eccezionalmente bilanciata, permettendo di assorbire raffiche ed impatti, per dare al rider massimo comfort e potenza, anche con vento rafficato ed acqua choppata, coprendo un enorme range di condizioni. IDEOLOGIA DEL PRODOTTO: • Vela No-cam per Freeride alta velocità • Costruzione in Monofilm per risposta immediata • Stabile anche con un enorme range. Caratteristiche principali: • Nuova Luff Protect: tasca dell’albero rinforzata per diminuire i danni quando si monta e smonta • Aramid Torsion Frame: perimetro in Kevlar per resistere ai carichi più gravosi • Stabilizer Panel: progettato per supportare al massimo la zona di stress e carico, riducendo al massimo la deformazione verticale e rendere la vela più stabile e maneggevole, anche sotto carico • Dropped Clew: bugna più bassa per accorciare la lunghezza del boma, per una sensazione più diretta • Dual Clew Positions: permette al rider di scegliere l’assetto perfetto del boma, scegliendo tra i due buchi a seconda delle condizioni • Avendo spostato il centro di spinta più avanti e più in alto, il rider può stare più verticale, aumentando la pressione sulla pinna per arrivare alla massima velocità. TIPO DI TAVOLA: • Ideale per le tavole Freeride • Adatta anche alle tavole Freerace. TURBO: Twin cam Frreride. La Turbo è la vela con camber più accessibile. La combinazione tra potenza con vento leggero e maneggevolezza anche alla massima velocità, la rende la vele più indicata per tutti quei rider che vogliono volare sull’acqua nel tempo libero, cercando una vela che dia la massima performance in qualsiasi condizione. Basata sulla Element ma con una maggiore tensione superficiale, è stata incrementata la performance della vela, rifacendoci alle vele race. La Turbo offre maggiore velocità ma è comunque leggera e reattiva. La Turbo utilizza una distribuzione costante della potenza grazie alle stecche. Sulle misure più piccole (6.0 – 7.0) le 6 stecche garantiscono un handling perfetto, assicurando un peso in rotazione ridotto. Sulle misure più grosse invece (7.5 - 9.2) ci sono 7 stecche per aumentare la stabilità della maggiore superficie. IDEOLOGIA DEL PRODOTTO: • Twin Cam Freeride • Sensazione di potenza e precisione • Leggera e reattiva • Performance morbida per una vela con cam. Caratteristiche principali: • Costruzione in monofilm per una risposta più 28

immediata e sensazione di leggerezza • Profilo in X-ply per maggiore durata • Aramid Torsion Frame: perimetro in Kevlar per resistere ai carichi più gravosi • Stabilizer Panel: progettato per supportare al massimo la zona di stress e carico, riducendo al massimo la deformazione verticale e rendere la vela più stabile e maneggevole, anche sotto carico • Dropped Clew: bugna più bassa per accorciare la lunghezza del boma, per una sensazione più diretta • Dual Clew Positions: permette al rider di scegliere l’assetto perfetto del boma, scegliendo tra i due buchi a seconda delle condizioni • Costruzione Seamless penna e balumina: più leggera e duratura, per ridurre al minimo le rotture • Avendo spostato il centro di spinta più avanti e più in alto, la TURBO permette al rider di stare più verticale, risultando più facile da gestire e da far arrivare alla massima velocità. TIPO DI TAVOLA: • Ideale per tutte le tavole Freeride e Freerace. Size Gator 3.7 Gator 4.0 Gator 4.2 Gator 4.5 Gator 4.7 Gator 5.0 Gator 5.3 Gator 5.5 Gator 5.7 Gator 6.0 Gator 6.5 Gator 7.0 Gator 7.5 Gator 8.0 NCX 5.5 NCX 6.0 NCX 6.5 NCX 7.0 NCX 7.5 NCX 8.0 NCX 9.0 Turbo 6.5 Turbo 7.0 Turbo 7.5 Turbo 8.0 Turbo 9.0

Luff 378 383 394 402 410 415 428 429 439 449 454 463 472 484 418 438 463 472 484 494 519 463 472 484 494 519

Boom Battens Head Weight Racomm. mast Compat. Mast 148 5 adj. 2.87 SEVERNE 370 Wave 151 5 adj. 2.96 SEVERNE 370 Wave SEVERNE 400 154 5 adj. 3.10 SEVERNE 370 Wave SEVERNE 400 157 5 adj. 3.20 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430 160 5 adj. 3.24 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430 170 5 adj. 3.38 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430 172 5 adj. 3.50 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430 175 5 adj. 3.56 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460 178 5 adj. 3.64 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460 182 5 adj. 3.72 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460 187 6 adj. 4.28 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460 190 6 fixed 4.39 SEVERNE 430 SEVERNE 460 197 6 fixed 4.57 SEVERNE 460 204 6 fixed 4.72 SEVERNE 460 182 7 adj 3.99 SEVERNE 400 SEVERNE 430 187 7 adj 4.17 SEVERNE 430 SEVERNE 460 188 7 fixed 4.24 SEVERNE 430 SEVERNE 460 194 7 fixed 4.46 SEVERNE 460 202 7 fixed 4.60 SEVERNE 460 208 7 fixed 4.80 SEVERNE 460 SEVERNE 490 223 7 fixed 5.13 SEVERNE 490 188 7 fixed SEVERNE 400 SEVERNE 460 94 7 fixed 4.42 SEVERNE 430 202 7 fixed SEVERNE 430 208 7 fixed SEVERNE 460 SEVERNE 490 223 7 fixed SEVERNE 460 -


FUTURA Le Futura sono le tavole Freerace della Starboard, realizzate per andare a velocità elevate quanto le tavole da Slalom, ma con maggiore comfort ed accessibilità. Dal momento dell’introduzione del range, nel 2008, Starboard ha rivoluzionato l’intero design e concetto di tavola Freerace: è il 15% più sottile ed ha un profilo più largo, ispirato alle moderne tavole da Slalom, offrendo però la stabilità e facilità di gestione anche a bassi regimi, restando comunque molto potente e planante, coprendo al meglio l’enorme range di utilizzo. Lo spessore ridotto poi aiuta anche nelle strambate e conferisce maggiore controllo. Dopo 2 anni di gavetta in cui si è fatta conoscere, la Futura è diventata la leader di mercato ed un termine di paragone per tutte le tavole della categoria. Nel 2011 le Futura hanno vinto ogni test comparativo che facevano, sia nei test di Planchemag, Wind magazine ,Windsurf magazine test, Boards/Boardseeker e Surf magazine. Per il 2012, le Futura saranno ancora disponibili in 6 misure e tre tecnologie di costruzione. La 111, 121, 131 sono shape completamente nuovi. In generale le tavole Freeride sono più comode, facili da portare alla planata e più immediate, richiedendo pochissime capacità di regolazione dal rider per dare il meglio. A confronto, le Futura sono più veloci e riescono a coprire un range di condizioni più ampio però richiedono una maggiore conoscenza e sensibilità da parte del rider per prepararle al meglio. Rispetto alle tavole Slalom invece, sono più comode e accessibili. La posizione delle strap, per esempio, non è così esterna e sul rail come sul iSonic, che però hanno maggiore potenza e velocità di crociera più alta e quindi risultano più veloci delle Futura. Il profilo largo assieme alla riduzione dello spessore è la base della realizzazione di ogni misura dei Futura. Il profilo largo assicura che le tavole abbiano un’ottima stabilità anche a bassi regimi, aspetto importante sia quando si deve recuperare la vela, che in uscita dalle strambate. La riduzione dello spessore invece abbassa il centro di gravità, rendendo le tavole più sensibili alla pressione dei piedi in strambata, permettendo di curvare con maggiore aggressività. La combinazione tra spessore ridotto e larghezza maggiore permette anche di utilizzare vele più grosse,

anche per i rider più pesanti, per avere maggiore spinta anche con vento leggero. La distribuzione del volume risultante dalla riduzione dello spessore permette al rider di avere un maggiore controllo anche con vento forte, quando si utilizza sia vela che pinna piccole. Le Futura sono state sviluppate in parallelo con le iSonic da Slalom. Come le iSonic, la prua delle Futura è piuttosto larga e corta, in modo da utilizzare una linea di rocker meno pronunciata. Così facendo, viene ridotto il peso in rotazione, e la resistenza aerodinamica, permettendo alla tavola di sorpassare i chop senza perdere la minima velocità. I rail sono stati disegnati per avere la massima potenza, grazie ai bordi molto affilati. Restano però più sottili e morbidi rispetto ai rail affilatissimi delle iSonic. Questo rende le Futura più comode e meno potenti. Soprattutto, questi rail permettono di usare le strap più interne sul deck rispetto alle tavole da Slalom. Quando le strap vengono usate in questa posizione, le Futura diventano sempre più accessibili e comode. Per concludere, le Futura, danno il meglio in un enorme range di condizioni: possono essere accessibili, macchine da corsa a tutta velocità con un range di vento enorme, sempre a seconda delle necessità del rider. Novità nella versione 2012 I nuovi Futura sono più sottili di 5-17mm. 111/121/131: Più sottili di 5mm, 7mm e 16mm (rispettivamente sulla 111, 121, 131). Lo spessore ridotto aumenta la reattività e controllo delle Futura. Per aumentare la velocità di punta è stata anche introdotta una nuova configurazione della V, derivata direttamente dagli iSonic: meno V in avanti in modo da rendere il tutto più omogeneo. Per migliorare l’accelerazione e la sensazione in surfata, è stato anche rinnovato lo shape dei rail, che ora sono più affilati ma voluminosi lungo tutta la lunghezza delle tavole. Così facendo, il rider ha maggiore presa e il deck è anche più anatomico. Sono anche stati fatti dei cutaway a poppa per far rilasciare l’acqua più facilmente e aumentare la velocità di punta.

Model Volume Length Width Tail Width Weight Tech / Carbon / Wood Futura 93 Technora / Carbon / Wood 93 238 61,5 40,4 7,02 / - / 6,36 Futura 101 Technora / Carbon / Wood 101 240 65,5 42,8 7,50 / 6,51 / 6,73 Futura 111 Technora / Carbon / Wood 111 240 68 43 7,78 / 6,62 / 6,90 Futura 121 Technora / Carbon / Wood 121 246 72 47,8 Futura 131 Technora / Carbon / Wood 131 246 76,5 50,0 Futura 141 Technora / Carbon / Wood 141 246 80,5 49,9 - / - / 8,26

Sail Range Fin 4,0-7,0 Drake C3 V / Venom 36 4,5-7,5 Drake C3 V / Venom 38 5,0-8,0 Drake C3 V / Venom 40 5,5-9,0 Drake C3 V / Venom 44 6,0-9,5 Drake C3 V / Venom 48 6,5-10,0 Drake C3 V / Venom 50

Fin Range 28-38 30-40 32-42 34-44 40-50 40-50

Fin box Tuttle Tuttle Tuttle Tuttle Tuttle Tuttle

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FIRELIGHT TEAM EDITION Nessun Compromesso. Questo è l’obiettivo principale che è stato perseguito nel progettare la nuova vela Wave di Hot Sails Maui. La Firelight nasce con l’intenzione di produrre la vela Wave più leggera sul mercato con i migliori materiali disponibili e niente di superfluo. Sono stati utilizzati il Technora ODL09 e il laminato super leggero C1295 della Dimension-Polyant. Tutti materiali “made in the USA” di qualità altissima. Il risultato è una vela a 5 stecche compatta (quasi tutte le misure si possono montare con il 400) che pesa meno di 3 kg! Ma cosa c’è dietro la decisione di fare la vela Wave più leggera sul mercato? Ce lo spiega Jeffrey Henderson in persona: “Hot era il leader di mercato in quanto a leggerezza negli anni 90. La Gridlock Wave era molto popolare e l’unica ragione che ci ha portato a fare vele più pesanti e resistenti è stata quella di accomunarci alla concorrenza. Con la nuova Firelight abbiamo dato inizio a un cambiamento radicale. Ogni movimento sarà più semplice data la leggerezza della vela, vi stancherete di meno, aumenterete il vostro tempo in acqua e anche la qualità della vostra surfata!”. Size 4,5 4,7 5,0 5,3 5,5 5,7 6,0

Luff 388 396 408 414 417 420 428

Boom 159 164 169 173 176 179 185

Weight (kg) 2,6 2,7 2,8 2,9 3,0 3,1 3,1

Weight (lbs) 5,7 5,9 6,2 6,4 6,5 6,8 6,8


ANY DAY ON THE WATER IS A GOOD DAY We make it better

Photo: Darre Darrell Wong

ACTION TO SPORT SRL info@action2sport.com T: 0185 264 754 F: 0185 261 231

NAISHSAILS.COM

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FORCE ORCE

SESSION ESSION SION

BOXER

Sizes: 3.0, 3.4, 3.7, 4.0, 4.2, 4.5, 4.7, 5.0, 5.3, 5.7

Sizes: 3.7, 4.0, 4.2, 4.5, 4.7, 5.0, 5.3, 5.7

Sizes: 3.6, 4.0, 4.4, 4.7, 5.0, 5.4, 5.8, 6.2

Power Wave

All-around l d Wave W

Compact Wave and Freestyle Free


Una delle partenze, Thomas Fauster in allineamento perfetto!

Tutto chiaro?

Luis Marchegger lotta con Andrea Ferin.

Arriva ferragosto e arriva il classico Trofeo Nogler organizzato ormai da diversi anni dal Circolo Surf Torbole. Dopo un’estate ricca di grandi eventi il circolo surf più famoso d’Italia propone la regata sociale con un innovativo percorso: non più un classico downwind o un semplice “8” ma bensì il percorso originale, volto a richiamare più amatori e a far divertire tutti. Con la partenza di flotta posta a sud della Conca d’Oro, il percorso prevedeva la prima boa di bolina sopravento al Ponale, per poi proseguire con una poppa libera verso la seconda boa posta sottovento alla prima, e infine andare a tagliare il traguardo davanti al Circolo Surf con un lasco mure a dritta. Il percorso aveva suscitato un po’ di preoccupazione agli atleti nei giorni precedenti la gara, ma si è rivelato un percorso divertente e che combinava praticamente tutte le andature che un surfista normale sa fare. I due giorni di regata sono stati caratterizzati dal classico vento da sud che soffiava intorno ai 13-16 nodi, anche se nella parte finale del percorso il vento calava vista la vicinanza alla spiaggia e a Torbole. Thomas Fauster vince senza problemi tutte le prove tranne una dove 32

Luigi Romano e Francesco Prati.


vince al photofinish contro Francesco Prati a causa di un calo improvviso nell’ultima parte della gara. Per quanto riguarda le altre gare non ce n’è per nessuno, e riesce a vincere sempre in tranquillità grazie alle sue belle partenze e all’ottima velocità a bordo di tavole RRD e vele North Sails. Francesco Prati dopo una prima prova dove sbaglia decisamente vela uscendo con la 7.9 Point-7 invece che con la 8.6 usata nelle altre prove, recupera subito dalla seconda prova collezionando secondi posti, alla rincorsa di Thomas. Regate in recupero per lui viste le pessime partenze in praticamente tutte le prove, ma che risolveva grazie alla sua velocità e alla scelta dei bordi giusti di poppa, andando sempre a cercare la parte rafficata del campo. Andrea Ferin, neo vicecampione italiano, si aggiudica il terzo posto, grazie alla sua costanza e bravura dimostrata in gara. Fuori dal gradino del podio, ma sul più alto gradino del podio Juniores c’è Luigi Romano, fresco campione italiano Youth, che dopo una partenza anticipata nella prima prova, dimostra a tutti quanto vale e quanto filo da torcere darà nei prossimi anni a molti altri atleti italiani. Da segnalare c’è il 7° posto di Bruno Martini, giovane surfista che sta crescendo molto bene e molto velocemente nelle acque di Torbole, allenandosi sempre con i più forti. Aspettatevi di sentire il suo nome molto più frequentemente negli anni a venire. E complimenti anche a tutti gli under15 che hanno partecipato alla gara con molta grinta e voglia di surfare, tra i quali Matteo, Michele, Riccardo, Federico, Nicolò e Jacopo. Come ogni anno non ci si è limitati solamente alla classica regata, ma anche il contorno non è stato da meno a partire dalla mega cena “Brasiliana” di venerdì sera che ha preceduto i fuochi pirotecnici nel golfo di Torbole, e il grande Beach Party che si è svolto sabato sera richiamando centinaia di ragazzi da tutta la zona. Una grande festa che come ogni anno ha il principale scopo di far divertire i partecipanti e lo fa molto bene. Vi aspettiamo dunque per l’appuntamento del prossimo anno che si svolgerà come al solito a ferragosto e che Funboard non si farà di certo scappare!

Gli eventi di contorno del Trofeo Nogler: cena brasiliana, fuochi d’artificio e beach party.

CLASSIFICA TROFEO NOGLER 2011 Classifica parziale primi 20 atleti su 38 totali. ITA-106 (North Sails - Ion - Cst - RRD) 1. Fauster Thomas 2. Prati Francesco ITA-10 (FRANKLIN&MARSHALL - RRD - Point-7 res. Verdeblu - Body&Soul gym Torbolerules.com) 3. Ferin Andrea ITA-1111 (RRD - Challenger - Tam imm. - Smith) 4. Romano Luigi ITA-911 (RRD) 5. Camozzi Nicola ITA-993 (Point-7) 6. Brunetti Massimiliano ITA-95 (RRD - Tecnolimits) 7. Martini Bruno ITA-160 (Point-7) 8. Franchini Giovanni ITA-92 9. Calò Fabio ITA-720 (Starboard - Neilpryde - Maverx - Lizard - Fox Al 360 - Smith - Prolimit - Pat Love) 10. Fantela Mihovil CRO-93 (Nenocomerc - Bravariarade) 11. Magnaguagno Gigi ITA-167 (Surf Planet) 12. Remy Benjamin FRA-712 (North Sails - Fanatic - Iom - Spar - Glorify) 13. Hirschberg Christian GER-750 14. Righi Rolando ITA-17 15. Imbriaco Gianlorenzo ITA-622 16. Mantovani Andrea ITA-15 (Surf Segnana - North Sails) 17. Bronzetti Armando ITA-186 (RRD - Cst - Scorpion Bay) 18. Masserini Massimo ITA-7 (Point-7) 19. Lai Antonio ITA-165 20. Wenter Roland ITA-94

CLASSIFICA JUNIORES 1. Romano Luigi 2. Camozzi Nicola 3. Martini Bruno

ITA-911 (RRD) ITA-993 (Point-7) ITA-160 (Point-7)

CLASSIFICA UNDER 15 1. Evangelisti Matteo 2. Nogler Michele 3. Renna Riccardo

ITA-85 ITA-1 ITA-871

Il podio del Trofeo Nogler. Da sinistra: Francesco Prati, Thomas Fauster e Andrea Ferin.


Un grande successo di pubblico, grande spettacolo e ottime condizioni meteo: si è chiuso domenica 11 settembre “E…vento 2011 Energised by Nature” nel Golfo dell’Asinara, sostenuto da E.ON, in collaborazione con la Regione Sardegna Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e Assessorato del turismo, artigianato e commercio -, la Provincia di Olbia Tempio, il Comune di Badesi e con l’apporto di Meridiana Fly, Geasar, Sardinia Ferries e le case costruttrici navali Primatist e RibMarine. Oltre 7.000 presenze, più di 300 atleti nazionali e internazionali iscritti alle gare, 30 migliori aziende a livello mondiale insieme ad altrettanti negozi selezionati con le novità del mercato di settore. E poi inviati di riviste, di settore e non, provenienti da varie parti del mondo, visite al sito internet da ben 61 paesi tra cui Russia, China, Australia, Stati Uniti, America del Sud, Africa. Sono solo alcuni dei numeri di “E..vento 2011”, un’occasione e una scommessa per il territorio costiero dell’Asinara per allungare la stagione estiva grazie a un evento-sistema capace di catalizzare importanti flussi turistici di settore. Un evento a cui la Regione Sardegna, la Provincia di Olbia – Tempio e il Comune di Badesi hanno aderito con convinzione e grande partecipazione, con lo scopo di esaltare e promuovere il territorio. Un evento in cui sport, natura e intrattenimento hanno fatto da volano per lo sviluppo di un turismo velico-sportivo che nella costa di Badesi trova la sua location perfetta durante tutto l’anno. Quattro giorni d’intensa attività agonistica, con i nomi più prestigiosi del kitesurf e del windsurf che si sono sfidati nelle acque della località gallurese per conquistare il montepremi di 12.000 euro; quattro giorni di divertimento per turisti e residenti, durante le serate di musica e animazione. E anche una vera e propria fiera di settore in riva al mare.

Mattia Fabrizi, vincitore della tow-in Freestyle session.

9 SETTEMBRE Con la prima gara ufficiale dello Stand Up Paddlesurf è iniziato il primo giorno di gare dell’E…vento. Non solo S.U.P. nella prima giornata dell’E...vento, ma anche windsurf. Tante le persone che hanno popolato la spiaggia Li Junchi per assistere alle esibizioni e alle gare dei più famosi atleti italiani e stranieri e visitato i 30 stand espositivi delle più importanti aziende di settore con le attrezzature e le novità del mercato surfistico. A fare da cornice alle gare musica e animazione, spettacoli di Break Dance, Skate, Dj Set, in spiaggia e nei locali della zona.

10 SETTEMBRE Dopo aver incantato sportivi e vacanzieri sulle spiagge di mezzo mondo e stregato California e Hawaii, lo Stand Up Paddlesurf è sbarcato a Badesi per diventare il protagonista assoluto della seconda giornata di gare dell’“E…vento 2011 Energised by Nature” al Golfo dell’Asinara. Anche i ragazzi del windsurf freestyle si sono dati da fare e in mancanza del vento è stata organizzata una super session di tow in, eseguire le manovre trainati dalle moto d’acqua. Con la migliore manovra Funnel One hand su 4 tentativi è stato Mattia Fabrizi (Fanatic/North Sails) a vincere la gara di fronte a Matteo Todeschi (RRD/Hot Sails), Paolo Bacchini (Starboard/Severne) e Filippo Bestetti (RRD/RRD). Per quanto riguarda invece la long distance ha vinto la gara di windsurf cross Matteo Iachino (JP/Gaastra) dopo Marco Begalli (Starboard) e Giorgio Giorgi (Drops/Challenger). 34

Il podio della Long Distance. Da sinistra: Marco Begalli, Matteo Iachino e Giorgio Giorgi.



Le previsioni parlavano chiaro. Vento moderato da ponente per domenica, ultimo giorno disponibile per la gara Freestyle Coluccia Finals, e ottime probabilità per la chiamata della gara Wave del Campionato Italiano a Cala Pischina (o la Ciaccia) per lunedì. Era la scintilla che aspettavo per tornare in Sardegna, nonostante i costi esorbitanti triplicati rispetto a solo un anno fa. A pochi giorni dall’inizio della gara Freestyle più importante dell’anno le previsioni però iniziano a cambiare ad ogni aggiornamento, e se era abbastanza sicura la totale assenza di vento per i primi due giorni di gara, per la domenica era un vero terno al lotto, mentre si prospettava sempre più probabile un nulla di fatto per la gara Wave del lunedì a causa del vento troppo forte da Maestrale e del mare in burrasca (leggasi vento dritto da mare e un tappeto di schiuma sia a Cala Pischina che alla Ciaccia… e così è stato!). Questo è quello che si poteva vedere su Internet… ma poco ci interessa perché la gara reale c’è stata e le condizioni di domenica, per fortuna, erano davvero ottimali! Tutti i ragazzi hanno potuto farsi vedere al massimo delle loro capacità e lo spettacolo è stato davvero esaltante! A causa di qualche impegno lavorativo di troppo, e al triste binomio “evento no vento” che ha caratterizzato le ultime gare (ad eccezione della ventosissima Calabria), era da un po’ di tempo che non osservavo i ragazzi da vicino in condizioni adatte ad una gara di Freestyle. Vi posso dire dopo questa gara che anche se il numero degli iscritti non è paragonabile ai tabelloni da 32 di due o tre anni fa (eravamo solo in 16), il livello dei ragazzi è cresciuto vertiginosamente. Sono 16 ma davvero tutti bravi, nessuno escluso, per passare il primo turno ormai non ti basta più fare le 6-8 manovrine “collaudate”, ma devi metterne almeno 10 e soprattutto con qualche nuova power move tipo Toad, Kono o Kulo… altrimenti torni in spiaggia subito! Mattia Fabrizi ha vinto e ha conquistato il Titolo di Campione Italiano. È stato in grado durante la stagione di performare sempre al meglio in tutti i tipi di condizione, ed è rimasto concentrato sull’obiettivo anche quando la pressione avrebbe potuto causare qualche danno in qualche heat difficile. Il vicecampione è Marco Vinante, il suo inconfondibile stile e pulizia delle manovre sono le sue carte vincenti e fino all’ultimo è rimasto in lotta per il titolo. Il giovanissimo Jacopo Testa si aggiudica il terzo posto nel ranking nazionale dimostrando che sarà uno dei protagonisti delle prossime stagioni, deve solo imparare a gestire meglio le situazioni di stress, per il resto ha delle manovre e assi nella manica da coppa del mondo! Quarto Filippo Bestetti, che ha saputo con il vento leggero raccogliere molti punti (ha vinto al Garda), per poi perderli in una gara poco felice in Sardegna con il nono posto. Al quinto posto nel ranking nazionale Stefano Lorioli, sempre competitivo pur essendo ormai il più vecchio, onore all’atleta! Vediamo ora come è andata la gara nel dettaglio. Si è conclusa nel migliore dei modi la stagione del Windsurf Freestyle Italiano. Una gara appassionante, carica di attese, ricca di episodi. La bellissima spiaggia di Porto Liscia non ha deluso il foltissimo pubblico ed ha offerto il vento, il sole e il pubblico delle grandi occasioni. I 16 finalisti hanno potuto gareggiare in condizioni ottimali ed hanno offerto a pubblico ed ai tecnici presenti uno spettacolo di altissimo contenuto tecnico. Mattia Fabrizi, di Brescia, si presenta come il candidato numero uno al titolo e dopo un avvio non esaltante nel primo tabellone, e in seguito ad una netta e bruciante sconfitta diretta da parte di Jacopo Testa, si impone su Jacopo battendolo nelle ultime due heat del tabellone double vincendo così Gara e Titolo Iridato con un netto 2 a 1 che non ha lasciato dubbi a Giudici e pubblico. Nonostante l’importanza della posta in palio entrambi i finalisti giocano a viso aperto senza risparmiarsi: il milanese Testa deve cedere le armi solo sul finale quando ha cominciato ad accusare visibilmente segni di stanchezza che lo hanno portato a non eseguire perfettamente le ultime manovre. Sospinti da un pubblico molto esigente che non ha mai smesso di incitare i propri beniamini, molti atleti hanno sfoderato 36

Mattia Fabrizi

Marco Vinante

Jacopo Testa


manovre di difficoltà elevata con salti e transazioni che fino ad oggi si credeva fossero solamente nei repertori di pochi atleti internazionali. Alle splendide Kulo di Mattia Jacopo risponde con una Kono altissima, Skopu e quasi conclude asciutto una bellissima Kabikuchi. Ma Mattia insiste con doppio Spock e una Spock Kulo a pochi metri dalla battigia che letteralmente brucia le mani del pubblico. Importante conferma arriva da Marco Vinante che è una presenza costante su entrambi i tabelloni e le spettacolari heat della prima parte della gara fanno credere ad un suo inserimento di potenza nella battaglia finale. La mancanza di Gabriele Varrucciu, l'Olbiese Campione Italiano in carica, e la prematura uscita dai giochi di Gigi Madeddu lascia la compagine Sarda a bocca asciutta in questa edizione 2011. Una compagine Sarda che proprio in questa edizione ha visto apparire nel Ranking Nazionale il giovanissimo Palaese Luca Pirina che a soli 15 anni è sceso in acqua per confrontarsi con quelli che fino a ieri erano i suoi idoli. Un grande debutto, Luca si è battuto alla pari, senza timori, dimostrando una forte personalità oltre ad una tecnica già matura. Da rimarcare l'ottima prestazione del local di Porto Liscia Stefanino Lorioli che con il quarto posto in gara si aggiudica la quinta posizione in graduatoria nazionale affermandosi così come uno degli atleti più regolari e forti del panorama italiano. Si ringraziano: GoPro, Lega Navale S.Teresa Gallura, Polisportiva Porto Pozzo Alessio Mannoni, SURFtoLIVE, Paesana Vacanze, Sardegna WiFi, La Bruttea, NurakuRaku e Porto Liscia WIndsurf Club.

Filippo Bestetti

Stefano Lorioli

GOPRO COLUCCIA FINALS PORTO LISCIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 7. 9. 9. 9. 9. 13. 13. 13. 13.

Fabrizi Mattia Testa Jacopo Vinante Marco Lorioli Stefano Madeddu Luigi Albano Pietro Calò Fabio Troiani Dario Betstetti Filippo Mazzocca Vittorio Todeschi Matteo Dall'Oglio Roberto Romeo Matteo Pirina Luca Bacchini Paolo Terenzi Nicola

(Fanatic/North Sails) (RRD/RRD) (Starboard/Severne) (RRD/RRD) (Fanatic/North Sails) (Naish) (Starboard/Neil Pryde) (JP/Gaastra) (RRD/RRD) (RRD/RRD) (RRD/HotSails) (RRD/RRD) (RRD/RRD)

Vittorio Mazzocca

(Starboard/Severne) (Fanatic/North Sails)

CLASSIFICA CAMPIONATO ITALIANO FREESTYLE OPEN 2011 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 19. 21. 22. 23.

Fabrizi Mattia Vinante Marco Testa Jacopo Bestetti Filippo Lorioli Stefano Mazzocca Vittorio Madeddu Luigi Todeschi Matteo Albano Pietro Dall'Oglio Roberto Varrucciu Gabriele Calò Fabio Romeo Matteo Bacchini Paolo Cappuzzo Francesco Terenzi Nicola Pedrani Mattia Troiani Dario Gasperini Raimondo Livraghi Marco Pirina Luca Vinante F. Fabio De Lillo Andrea

(Fanatic/North Sails) (Starboard/Severne) (RRD/RRD) (RRD/RRD) (RRD/RRD) (RRD/RRD) (Fanatic/North Sails) (RRD/Hot Sails) (Naish) (RRD/RRD) (Naish) (Starboard/Neil Pryde) (RRD/RRD) (Starboard/Severne) (RRD/RRD) (Fanatic/North Sails) (Starboard/Simmer) (JP/Gaastra) (Starboard/Severne)

Luigi Madeddu


tantissimo sangue e ci sono volute un paio di borse di sangue e non so quanti punti per chiudere il tutto. Questo giorno mi ha cambiato la vita! Ero appena tornato a Tenerife dopo un gran risultato nel PWA di Gran Canaria e dopo 1 settimana è successo l’inevitabile. Come mai sei arrivato a dover fare windsurf senza utilizzare la strap? L’idea è venuta vedendo in acqua con il Kite il mio amico Mark Shinn, che stava testando delle tavole senza footstrap. È nato tutto per scherzo e mi sono fatto mettere una scassa del piede d’albero su un longboard da surf. Con questa tavola era difficilissimo perchè non aveva molto volume, ed aveva troppo rocker! Però ho iniziato ad intravedere che c’erano delle possibilità per il futuro. Da lì ho preso le mie vecchie tavole da windsurf e semplicemente ho svitato i footstrap! Ciao Bart, sicuramente non ti ricorderai di me, ma quando avevo 20 anni ho passato 8 estati consecutive a Tenerife e ti ammiravo in acqua. Ero anche presente il giorno del tuo incidente quando la pinna ti tagliò parte della coscia. Cosa era successo? Non mi piace tanto parlare di quel giorno perchè me la sono vista brutta. Mi ha preso una raffica di vento passando uno schiumone che mi ha scaraventato via, facendomi finire addosso il materiale e la pinna mi ha tagliato la coscia. La gamba era completamente aperta e per qualche millimetro non mi ha inciso l’aorta, che era visibile nel taglio! Sono stato anche fortunato perchè ho perso

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Chi ti ha progettato la tavola? Ha uno shape particolare? E come fai ad ancorarti alla tavola? Adesso Why Custom Board mi fa le tavole. Lo shape non cambia da una tavola normale e corrente. L’unica particolarità sono i pad che sono quelli da kite, che sono rialzati sui bordi e mi permettono di avere un miglior “aggancio”. All’inizio poichè potevo solo surfare mi ero fatto fare una tavola super leggera, ma poi ho iniziato a rendermi conto di poter saltare ed è durata poco!!!


Vivi sempre a El Medano? Cosa fai nella vita oltre al windsurf? Sì vivo sempre qua. Lavoro duro nella ristrutturazione e nel tempo libero vado a fare surf e stare con mio figlio. Jonas a 8 anni e già fa tutto: surf, windsurf e skate! Quando c’è onda viene con me e già surfa nel picco insieme ai grandi. Nella Bahia del Medano puoi scorgere una veletta con numero velico TF-2jr!!!

Hai dovuto cambiare modo di navigare? Sì! Quasi non posso più saltare e mi posso dedicare quasi esclusivamente al surfing! Quello che mi manca di più di non usare le strap è non poter fare più i doppi! La sensazione che mi dava questo salto non riesco ad averla in nessuna altra maniera! Adesso sulla tavola cammino come se fossi su un longboard da surf e in queste condizioni Side-on si riesce a surfare meglio. Per surfare e fare i salti come funziona la tua tavola no-strap? Per surfare bisogna camminare tanto sulla tavola. Durante il Bottom mi muovo in avanti, mentre quando è il momento del Cut Back devo arretrare velocemente! I salti sono veramente rischiosi perchè non c’è controllo; in qualsiasi momento ti può scappare via il materiale! Provare per credere! Sei in grado di chiudere dei Back Loop con la tua tavola “particolare”, come ci riesci? Per farlo, il Back Loop deve essere perfetto! Senza strap non si possono correggere gli errori, questo è il difficile! Non ci ho messo tanto tempo ad impararlo perchè già lo sapevo fare (ride), però nell’aria senza essere attaccato alla tavola è facilissimo perdere il controllo e cadere. È l’unico salto che puoi fare o ne provi degli altri? Ho provato a fare il Forward, ma mi sono dato delle botte spettacolari e non lo provo più! Credo che un salto che riuscirò a fare sarà il Push Loop! Ho paura di farmi male al piede a provarlo e per questo sto studiando come fare una cavigliera migliore e poi... go for it!!! Sarà difficile, ma ci riuscirò a chiuderlo!!!

Cosa ti piace e non ti piace di El Medano? Del Medano mi piace l’ambiente! Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di avere il PWA qua in casa. Io sono stato giudice e mi sono potuto godere da vicino la gara! I nostri local combattendo alla grande con Dany (Bruch) che è arrivato in finale con il mostro Koster. Che livello!!! Nel surfing sta migliorando un sacco e ne vedremo delle belle... tripli e doppi into no so cosa! È stata una gara incredibile perchè si surfa molto di più che a Pozo! Non mi piacciono i giorni di poco vento! In caso preferisco che non ce ne sia perchè così me ne vado a fare surf!!! Progetti futuri? Innanzitutto salute! Poter surfare costantemente. Con le nuove vele ho avuto un incoraggiamento in più e tanta voglia di fare!!! Mi ha permesso di avere nuovi stimoli per poter provare nuove manovre e dare il meglio di me!!! Vorrei salutare tutti gli italiani e vi aspetto in acqua qua al Cabezo!!!! Bart David Tf-2

SCHEDA TECNICA Nome: BART Cognome: DAVID Nazionalità: TEDESCA Peso: 85 kg Altezza: 190 cm Quiver sails: POINT-7 SWELL Quiver boards: WHY CUTOM Sponsor: GODZILLA SURF SHOP EL MEDANO

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Come detto, su questa particolare disciplina sono stati scritti pochi lavori scientifici e questo deriva dal fatto che è sport olimpionico da soli ventisei anni per la categoria maschile e diciotto per la categoria femminile. La maggior parte degli studi già effettuati sono presenti sul motore di ricerca scientifico “pubmed” e hanno riguardato: meccanismi di infortunio nel windsurf, correlazione tra frequenza cardiaca e performance durante competizioni, richiesta fisiologica della pompata nella disciplina olimpica R:SX , ecc. In questo lavoro di tesi ho effettuato un’analisi cinematica del pumping, studiando riprese effettuate direttamente sul campo di gara con l’ausilio del programma di analisi video “dartfish”. Il pumping è un gesto tecnico eseguito dal rider per aumentare la sua velocità di andatura. Questo gesto tecnico è fondamentale in condizioni di vento leggero in cui la forza propulsiva del vento non è sufficiente per raggiungere una buona velocità e può essere quindi decisivo in competizioni che si svolgono in condizioni meteo-marine calme e medie, o nel caso in cui durante la competizione il vento calasse, o ancora per raggiungere più rapidamente la planata dopo una strambata o una virata. Il pumping viene eseguito in tutti i livelli del windsurf e in tutte le sue discipline, in ciascuno di questi può variare di durata, intensità, numero di ripetute e leggermente d’esecuzione ma il fine è sempre lo stesso: aumentare la velocità della tavola creandosi il vento con dei movimenti eseguiti con la vela. Possiamo suddividere l’esecuzione di questo movimento in due grandi fasi: posizione di partenza e contrasto della vela: 1) La posizione di partenza del pumping è quella di una normale andatura in windsurf in dislocamento o planata che sia, ovvero una posizione eretta del corpo impegnata a bilanciare la forza della vela, le braccia semiflesse e i piedi disposti nella zona della tavola che va dal piede d’albero alla fine della poppa a seconda dell’intensità del vento, della velocità della tavola e delle dimensioni della vela. 2) Durante le varie andature con il peso del corpo e con l’impiego di forza muscolare si tende a contrastare la forza che la vela esercita nella direzione del vento. Nella prima fase del pumping questo contrasto viene interrotto per seguire la vela in questa direzione estendendo al massimo le braccia. Quest’azione viene accompagnata dalle spalle e dalla testa che seguono la distensione delle braccia in avanti e viene bilanciata dal bacino che simultaneamente all’avanzamento di spalle e testa si sposta all’indietro. Raggiunta l’estensione massima delle braccia inizia la seconda fase del pumping, ovvero un nuovo contrasto della vela creato dalla flessione delle braccia supportate da un repentino sbilanciamento all’indietro di testa e spalle mentre il bacino si sposta in avanti. Quando la flessione delle braccia raggiunge il suo culmine si ricomincerà con un nuovo “ciclo di pumping” e così via. In tutto ciò giocano un fattore determinante le capacità propriocettive del windsurfista, la sua capacità di analizzare a livello del sistema nervoso centrale tutte le informazioni provenienti dall’esterno: intensità del vento, posizione della tavola, posizione di partenza del corpo all’inizio del gesto tecnico ed inoltre l’abilità nel saper leggere il vento e capire da quale direzione arriverà e in quale area 40

spirerà per più tempo e con maggior forza. Grazie a questo lavoro mai eseguito prima sono stati descritti tre diversi tipi di impugnatura durante la pompata, considerando la velocità angolare del movimento delle braccia (prendendo come riferimento la spalla, il gomito e i polsi), la velocità del windsurf e il numero di pompate al minuto considerando la massima estensione delle braccia. Tutto ciò è stato reso possibile grazie al suddetto “dartfish”, il programma di analisi video messo a disposizione dall’Università degli studi di Cassino, e alla coordinazione di uno staff tecnico per la realizzazione delle riprese ottenute con non poche difficoltà. Il movimento del pumping è stato ripreso simultaneamente da tre differenti angolature grazie alla coordinazione di tre telecamere poste avanti, dietro e sopra il windsurfista.

RISULTATO E DISCUSSIONE VELOCITÀ DELLA TAVOLA A VELA Impugnatura rispetto all’ampiezza delle spalle Inferiore Superiore Uguale

Velocità di crociera in nodi 2.5 2 4.3

Come si evince dalla Tabella 1 la velocità di andatura di un windsurf generata da un pumping ad impugnatura uguale all’ampiezza delle spalle è la più alta, seguono i valori del pumping ad impugnatura inferiore ed infine quelli ad impugnatura superiore. VELOCITÀ ANGOLARE Impugnatura rispetto all’ampiezza delle spalle Inferiore Superiore Uguale

angolare del braccio di poppa (gradi/sec.) 99,7 115,2 88,4

angolare del braccio di prua (gradi/sec.) 23,3 60,9 23,8

La velocità angolare risulta notevolmente più alta nel braccio di poppa. Il braccio di poppa nel windsurf è il braccio più interessato dai cambiamenti di intensità del vento, quindi di forza impressa dalla vela e dai cambiamenti di direzione di quest’ultima e quindi è quello che compie maggiori variazioni di angolo. Il braccio di prua risente meno di questi fattori poiché, essendo collocato più vicino ad un punto fisso quale l’albero, è più stabile. A conferma di quanto espresso dai dati la velocità angolare del braccio di prua è maggiore nel pumping ad impugnatura superiore, in cui si esegue un movimento nel quale le braccia si flettono molto di più rispetto agli altri due casi. Con un’ampiezza dell’impugnatura superiore rispetto all’ampiezza delle spalle si limita il movimento rotatorio della vela insito del pumping corretto e nel tentativo di prendere più aria senza il movimento rotatorio si aumenta la flessione delle


braccia non ottenendo comunque buoni risultati ed eseguendo movimenti che portano all’affaticamento. A seguire il pumping ad impugnatura inferiore all’ampiezza delle spalle con una velocità angolare sul braccio di poppa di 99,7 gradi/sec. e una velocità angolare sul braccio di prua di 23,3 gradi/secondi: questo è un gesto tecnico migliore che permette un movimento rotatorio massimo della vela e quindi una buona dislocazione di questa nel vento permettendo di generare una buona velocità. L’impugnatura inferiore però non permette al soggetto di esprimere al massimo la sua forza muscolare. Con i valori di velocità angolare del braccio di poppa di 88,4 gradi/sec. e velocità angolare del braccio di prua di 23,8 il pumping ad impugnatura uguale all’ampiezza delle spalle è il gesto tecnico in cui si riesce ad avere il connubio migliore tra movimento rotatorio della vela e forza espressa dai gruppi muscolari generando così la miglior velocità di andatura. NUMERO DI PUMPING AL MINUTO N. pump/min impugnatura inferiore all’ampiezza delle spalle N. pump/min impugnatura superiore all’ampiezza delle spalle N. pump/min impugnatura uguale all’ampiezza delle spalle

46,51 50,84 46,15

La tabella 3 non è altro che un’ulteriore conferma di quanto detto fin ora dimostrando che con un valore di 50,84 pompate/minuto durante un pumping ad impugnatura superiore all’ampiezza delle spalle il windsurf veleggia alla velocità di 2 nodi. Con un valore di 46,51 pompate/minuto durante un pumping ad impugnatura inferiore all’ampiezza delle spalle il windsurf veleggia alla velocità

di 2,5 nodi mentre con un valore più basso di tutti gli altri di 46,15 pompate/minuto durante un pumping a impugnatura uguale all’ampiezza delle spalle il windsurf veleggia alla velocità più sostenuta di 4,3 nodi.

CONCLUSIONI In conclusione il pumping ad impugnatura uguale all’ampiezza delle spalle riesce a far raggiungere alla tavola a vela delle velocità più sostenute rispetto agli altri due modi a parità di tempo eseguendo meno ripetizioni del gesto, dimostrando così di essere il gesto tecnico meglio eseguito con un’impugnatura ottimale. Per eseguire quindi un pumping in modo corretto e proficuo l’impugnatura delle mani sul boma deve essere larga orientativamente quanto le spalle, bisogna far eseguire alla vela un movimento rotatorio in simbiosi con quello avanti-dietro creato dalla estensione-flessione delle braccia e bilanciare bene il tutto con il peso del corpo. Nella pompata con l’impugnatura inferiore all’ampiezza delle spalle il movimento rotatorio può essere accentuato ancor di più ma non riuscendo ad esprimere al meglio la forza muscolare per via dell’impugnatura ristretta non risulta essere il miglior compromesso tra tecnica e forza. Nella pompata ad impugnatura superiore all’ampiezza delle spalle il movimento rotatorio scompare quasi del tutto e causa l’impedimento creato dalla posizione del corpo: quindi il solo movimento avanti-dietro non riesce ad eguagliare le prestazioni tecniche del gesto con l’impugnatura ottimale. In questo lavoro di tesi sono state gettate le basi in un campo sconosciuto in certi termini, ricco di conoscenze ancora da acquisire e viene data la possibilità in futuro di avere una guida con basi scientifiche sul windsurf e su questo fondamentale gesto tecnico.

Impugnatura larga massima estensione.

Impugnatura larga massima flessione.

Impugnatura ottimale massima estensione.

Impugnatura ottimale massima flessione.

Impugnatura stretta destra massima estensione.

Impugnatura stretta massima flessione.

Impugnatura stretta sinistra massima estensione.

Il Dott. Nicola Spadea in Kono nel suo home Spot a Formia.

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Philip Koster a soli 17 anni è il più giovane PWA World Champion Wave di sempre!

“Gli infortuni purtroppo fanno parte del gioco e non si può mai escluderli e prevenirli completamente. È per questo che moltissimi atleti, anche non professionisti, ricorrono alla fisioterapia per riprendersi il più velocemente possibile dagli infortuni. Nel mio libro “Finalmente libero dal dolore”, descrivo tutti i vari tipi di infortuni più comuni nei vari sport, proponendo al paziente dei trattamenti semplici ed efficaci.” È vero, non c’è nulla che si possa fare per eliminare completamente il rischio d’infortuni. Anche se fossi uno dei pochi che fa riscaldamento in maniera corretta e stretching, ad un certo punto sentirai comunque un forte dolore che ti paralizza, sia alla schiena, al ginocchio…quel famoso “clack” nella schiena che a volte ti blocca per giorni se non settimane! Secondo Angie Holzschuh, naturopata tedesca e laureata in scienza sportiva, “Una spina dorsale non trattata è una bomba ad orologeria, quindi conviene non aspettare che scoppi. Prima o poi anche una solo vertebra si dislocherà dalla sua sede, provocando un dolore lancinante che ti costringe a fermarti per settimane. Il successo della terapia dipende proprio dalla capacità del fisioterapista di resettare l’intero allineamento della spina dosale e delle giunture toccate. Intorno alla vertebra, i muscoli saranno contratti ed 42

infiammati, ed è proprio questo che provoca il dolore. La tedesca è riuscita a sviluppare una terapia per la rigenerazione veloce della spina dorsale, in modo da tenere il fisico sempre il più tonico e giovane possibile. “C’è già una terapia innovativa che praticamente ti cura immediatamente. Tutti ne possono quindi trarre beneficio, non solo gli atleti professionisti.” Secondo Angie, si tende a sottovalutare il dolore causato dai problemi muscolari. Per la scarsa consapevolezza di questi problemi, si ricorre spesso a trattamenti complessi e costosi, fino ad arrivare alla chirurgia, senza una vera ragione. Durante la nostra vita, un sacco di microfratture si accumulano nei nostri fisici, dovuti alle ragioni più varie tra cui micro-infortuni delle fibre muscolari, che poi risultano in contrazioni dolorose. “Cerchiamo sempre i punti doloranti del muscolo, perchè è tramite il dolore che il corpo ci indica dove sia il problema. Nè il paziente nè il fisioterapista ne conoscono esattamente la ragione – ma il corpo non mente mai. Chiediglielo allora! Cerca i punti di massimo dolore e massaggia la zona profondamente!”. È tutta una questione di riuscire ad alleviare la pressione muscolare con uno strumento per massaggiare. È anche possibile utilizzare un cucchiaio di legno o qualcosa della stessa forma che possa aver effetto anche sulle fibre più profonde. Per poter rigenerare correttamente le fibre muscolari, è necessario cercare di eliminare le varie fibre sovrapposte, che possono risultare dolorose. Molte persone sono convinte che il massaggio non debba far male, invece Angie la pensa diversamente. “Se il massaggio non fa male durante il trattamento, allora non sta facendo il minimo effetto.” Dopo aver rilasciato la tensione Magnet muscolare, è fondamentale trattare la muscolatura “malata” con l’applicazione di bende magnetiche. La terapia magnetica ha già dato dei risultati comprovati nella medicina nel corso dei millenni. Angie utilizza bende magnetiche per tutti i tipi d’infortunio, dal mal di schiena, alle contratture, alle slogature e perfino alle fratture ossee. (Magnet) Il paziente stesso può trattare la zona dolorante con l’applicazione delle bende magnetiche. Basta attaccarle sulle zone interessate, proprio nel punto in cui fa più male, in modo da ottenere il massimo rilassamento della muscolatura profonda. L’effetto magnetico sulla muscolatura è come un massaggio permanente. Il muscolo si rilassa e si ammorbidisce, facendo diminuire drasticamente il dolore. Molte terapie sono costose sia in termini di tempo che denaro, ma la terapia magnetica è efficace e poco costosa. Per 30 euro ti vengono dati 2 magneti permanenti e 20 adesivi. I magneti possono essere applicati più volte e non perdono mai la loro intensità ed effetto. Gli adesivi invece si attaccano direttamente sulla pelle nella zona interessata. (Sticker) Sticker


La naturopata raccomanda l’uso della terapia magnetica come supporto vitale per il trattamento dei diffusi dolori muscolari e già un sacco di atleti professionisti ne fanno uso. Le bende magnetiche ti permettono di sfruttare i benefici della terapia in ogni momento e in ogni luogo. (Philip Köster therapy)

Come ci spiega Philip Köster therapy Angie, queste bende con effetto magnetico sono polarizzate in modo speciale e alternano la carica tra polo positivo e negativo. Così facendo, si ottiene una penetrazione molto profonda del tessuto muscolare ed è per questo che si ottengono risultati del genere. “Ci vuole veramente poco con questa terapia ad avere una muscolatura flessibile e senza dolore che quasi non sembra vero.” Utilizzo corretto delle bende magnetiche lungo la spina dorsale La giuntura sacroiliaca è la più importante nella spina dorsale, e fa da connessione tra l’osso sacro e il coccige, nella zona del bacino. Se questa giuntura dovesse aver problemi, la mobilità del paziente si limita molto e si sente un dolore intenso oltre un certo punto. Il dolore poi si espande alla spina dorsale, e spesso viene diagnosticato erroneamente e le terapie classiche risultano inefficaci. Passa il pollice sul giunto sacroiliaco, esercitando una forte pressione coi pollici. Puoi fare lo stesso per la zona lombare o qualsiasi altro punto la spina dorsale, sempre alla ricerca di una profonda tensione nella muscolatura. Dopo il massaggio, metti le bende magnetiche proprio sulla zona interessata come nella foto. (Pelvis, Lumbar zone, Spine) Pelvis

BENEFICI DELLA TERAPIA MAGNETICA • Miglioramento della circolazione: Rilasciando la pressione in eccesso nei muscoli contratti, la compressione dei vasi sanguigni nella zona interessata diminuisce. Il campo magnetico poi migliora la circolazione dilatando i vasi sanguigni. • Pulizia muscolare: La circolazione sanguigna aumenta grazie al campo magnetico. È per questo che le tossine ecc. vengono eliminate più velocemente. È una vera e propria pulizia muscolare. I muscoli quindi si rilassano sotto l’effetto delle bende magnetiche, riguadagnando la loro elasticità originale. • Maggiore ossigenazione: L’ossigeno aumenta fino a fattore 2,5 nella zona in cui è applicata la benda magnetica. Questo effetto è dovuto alla migliore circolazione grazie alla dilatazione dei vasi sanguigni. • Doping legale: A causa del campo magnetico, il corpo ha a disposizione maggiore ossigeno e quindi l’atleta ha un maggiore margine di efficienza e minore produzione di acido lattico, permettendo un recupero più veloce. È proprio per questo che molti pro utilizzano bende magnetiche ed anche coperte magnetiche dopo un duro allenamento. Se dovessi essere interessato ad avere maggiori informazioni e vuoi anche tu ottenere la forma fisica di un atleta, vai sul sito di Angie. Ci sono un sacco di informazioni sui vari trattamenti e l’utilizzo delle patch magnetiche. www.finally-painfree.com Andrea Rosati: “Ho incontrato Angie in Costa Brava quest’anno ed è stato il mio “Angelo”. Appena sceso dall’aereo non riuscivo più a camminare e sentivo il ginocchio sinistro come bloccato. Sembrava il menisco. Avevo già pensato di tornare a casa ed ho iniziato a contattare il mio dottore di fiducia per farmi operare. Poi per caso ho incontrato Angie e appena mi ha visitato mi ha detto che non era il menisco e che non dovevo operarmi. Per una settimana abbiamo avuto condizioni con vento fortissimo e grazie alla sua terapia sono guarito. Ho anche comprato il suo massaggiatore e i magneti per farmi i massaggi in qualsiasi momento e parte del mondo!”. Lumbar zone

Spine

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LAURENT GUILLEMIN: Team Goya Board - Goya Sail Il mio segreto per riuscire nella maggior parte dei salti e delle surfate è di mettere la mano posteriore il più lontano possibile sul boma, quasi alla fine del grip. Spesso noto che molti buoni windsurfisti a Hookipa non utilizzano questo sistema e quando lo fanno hanno l’impressione di farlo abbastanza. Ok! Anche in questo caso, prendetevi tutto il tempo che volete e controllate quanto lontano siete riusciti a mettere la vostra mano… e ricordate che avete ancora un spazio di almeno 3040 cm per spostarla verso la bugna. L’utilizzo di questo piccolo segreto vi aiuterà immensamente nel controllo della vela e delle rotazioni.

NICK WARMUTH: Team Hot Sails Personalmente credo che la preparazione prima di fare una session nell’acqua sia determinante al fine di ottimizzare il risultato positivo della stessa. Nel wave sailing è importante interpretare le condizioni dello spot in cui si surfa. Spendere 20 minuti per leggere attentamente le condizioni del mare, del vento e delle onde oltre che la marea, vi faranno fare sicuramente un’uscita con maggiore sicurezza e potrete migliorare le vostre performance. Questo concetto va applicato tutte le volte che si va in mare sia con piccole che con grandi onde. Più le condizioni sono difficili e nuovo è lo spot, maggiore è l’attenzione che bisogna impiegare per analizzare il comportamento in acqua dei migliori windsurfisti, quindi osservare dove surfano e quali onde raidano, notare la distanza tra i set delle onde, guardare i canali di uscita e le correnti; tutto questo vi aiuterà a familiarizzare con lo spot ed a tranquillizzarvi anche in uno scenario di alto pericolo. Se il tuo albero si rompe? Dove devo nuotare?...etc. Studiare bene gli spot prima di andare in acqua ed, eventualmente, chiedere informazioni ai local, migliorerà molto la vostra uscita e vi darà sicurezza per le prossime. Aloha! Ci vediamo in acqua.

FRANCISCO GOYA: Owner Goya Board - Goya Sails La foto fa riferimento al mio set up per affrontare il Carving 360°, utilizzo lo stesso anche per i Bottom full power. L’idea principale è di imprimere la maggior velocità possibile alla tavola al fine di attaccare il lip e riatterrare fronte all’onda. Spesso, andando ad un’andatura medio lenta non si riesce a finire la manovra restando bloccati sul lip dell’onda, sul bianco della schiuma. Quindi, state molto alti sul lip perchè questa partenza vi darà l’abbrevio a quella velocità sperata; successivamente, cercate di andare alla base dell’onda, anche un po’ più in profondità, nella parte liscia e piatta, per avere la visuale completa del lip e dell’angolo che vorrete colpire. Tenete la vela vicino e ben sdraiata a pelo d’acqua, aiutando in questa maniera i rail della tavola e le pinne a creare un drive sicuro e potente, contemporaneamente arretrate la vela così che anche la prua della tavola sarà libera di scorrere veloce alla ricerca del lip. Armonia e velocità creeranno quella sinergia giusta per la realizzazione definitiva della manovra.

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MARCILIO BROWNE: Team Fanatic - North Sail Penso che ci siano diversi modi per affrontare un 360° sull’onda. Secondo la mia esperienza è determinante andare il più basso possibile alla base dell’onda, perché vi aiuterà per un Bottom Turn pieno di spazio e quindi ad attaccare il lip dell’onda in ritardo per il 360° (questo atteggiamento porta conseguente rientro all’interno della stessa onda). Ricordate di aprire bene la distanza tra le mani sul boma, vi aiuterà ad un spin molto più veloce e reattivo; stando molto aperti con il corpo, cercate sempre di avere la completa visualizzazione della rotazione, dove colpire il lip e dove eseguire l’atterraggio. Have fun!

BOUJIMAA GUILLOUL: Team Starboard - Severne Il mio trick preferito è il Goiter! È stata la manovra che ho impiegato più tempo a completare davanti all’onda, un paio di anni di duro training! È determinante avere molta potenza al fine di riuscire a tirar fuori il rig dalla schiuma. Generalmente attacco il lip con l’apertura delle mani sul boma al massimo possibile e mi concentro sull’atterraggio davanti alla schiuma dell’onda. Quando sento che la tavola ha di nuovo aderenza, con tutta la mia forza cerco di ritirare su la vela.

NAGOSHI JUNKO: Team Tabou - Goya Sails - Goya Boards Credo fortemente che la chiave di successo per la maggior parte delle manovre sia la “confidenza”. Quando ho iniziato a fare gli Aerial molti anni fa’, non avevo paura, ma non avevo molta confidenza. Il prezzo che ho pagato per tutto ciò sono state tre fratture a un piede per avere atterrato malamente. È stato un periodo molto frustrante. La confidenza mi ha permesso poi di capire l’importanza di una seconda parola chiave per il successo di una manovra: la “velocità”! Confidenza e velocità sono la giusta sinergia per attaccare il lip con il massimo dei risultati.

MASSIMO MANNUCCI “MANNA”: Team Goya Board - Simmer Sails © JIMMIE Pepp - Maui - Hawaii

La manovra nella quale ho acquisito una maggiore facilità di esecuzione è l’Aerial off the lip. È un traguardo importante e mi ha dato immensa emozione poter realizzare questa manovra con una certa disinvoltura. Il segreto che mi permette di realizzare l’Aerial in maniera corretta è senza dubbio la capacità di restare concentrati, bisogna cercare assolutamente di mantenere una surfata fluida e veloce e al momento perfetto inserire all’interno del tubo dell’onda davanti a te la prua della tavola… e si, mettere dentro il lip il naso della tavola. Il rollio dell’onda vi sparerà perfettamente in aria e se tutto è fatto con controllo sarete anche pronti ad atterrare davanti all’onda.

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PIO MARASCO: owner MauiFinCompany, Team RRD - Goya Sails My little Ho’okipa secret: non ve lo dico! Il segreto è saper nuotare bene, molto bene, in modo da inseguire il materiale quando vi scappa di mano sotto un’onda e per acquisire sicurezza nello spot ed essere sempre consapevoli di dove ci si trova, specialmente in un posto pieno di insidie come Ho’okipa. Per esempio, quando siete davanti alle rocce mai nuotare fuori, cioè verso il largo, ma nuotare verso Lanes. La corrente è talmente forte che vi spinge velocemente verso le rocce, cosa che non accade se scegliete la direzione sottovento… verso Mamas Fish e non solo, in questa maniera eliminate il problema rocce e vi trovate nella zona senza corrente, con una facile water-start sarete di nuovo pronti a ripartire per andare a surfare un’altra onda. Ragazzi… you are welcome in Ho’okipa! Vi aspettiamo! Peace and much aloha from the 808 state!

PASCAL BRONNIMANN: Team Quatro - Goya Sails Personalmente ci tengo a parlare di sicurezza, quindi: - Prima di entrare in acqua, controllare attentamente il meteo e le condizioni del mare, se avete dubbi non entrate; - Non siate timidi ad andare dal primo local a chiedere informazioni sullo spot: reef, corrente, zone di pericolo, etc; - Se nessuno è in acqua… c’è di sicuro una ragione! Riflettere, mi raccomando! - Bere una buona quantità di acqua prima di fare la vostra session; - Assicurarsi che almeno una persona sappia che tu sei in acqua; - Cercare di non fare mai le session in acqua in solitudine; - Assicurarsi di avere sempre una cima lunga di riserva o ben arrotolata al gancio del trapezio o alla fine del boma; - Controllare, prima di ogni uscita i materiali: gommino del piede d’albero e cima di sicurezza, footstrap, viti e pinne, cime del boma e della prolunga, cime del trapezio.

KAULI SEADI: Team JP - Neil Pryde Il Goiter è una manovra molto bella, direi che la prima cosa da focalizzare è il fatto di posticipare il momento in cui decidete di mettere giù la vela sul lip per atterrare nell’onda. L’approccio del Goiter è lo stesso con il quale si affronta un normale Aerial, la sola differenza è che alcuni secondi prima di attaccare il lip bisogna iniziare a trasferire il peso sulla parte alta del corpo.

FERDINANDO LOFFREDA: Team Maui Sails Personalmente penso sia importante la fase prima di entrare in acqua e nello specifico: controllare attentamente le straps e fare attenzione a rinforzare la pressione delle viti; poi assicurarsi un perfetto fissaggio del piede dell’albero. Ritengo anche essenziale un pre-workout del corpo e della mente al mattino, prima di fare la session in acqua, in quanto trovo determinante al fine di una buona surfata sentire il mio corpo ben plastico, flessibile a reattivo.

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Massimo Mannucci, aka "il Manna", aerialeggia a Hookipa con il nuovo Thruster Goya... next level?!? Stay tuned. © JIMMIE Pepp - Maui - Hawaii

Analizziamo questi meravigliosi segreti! Allora che ne dite, state già affilando i rails dei vostri giocattoli pronti a mettere in pratica i consigli sopra elencati? Questo è uno degli aspetti principali del nostro sport, continuare ad avere voglia di imparare qualcosa, migliorando anche poco alla volta, ma quanto basta per farvi tornare in spiaggia con quel sorriso, speranzosi di entrare in acqua per riprovarci di nuovo. Se controllate attentamente i vari consigli troverete delle interessanti variabili che prese con una certa convinzione vi possono veramente aiutare a migliorare il vostro riding sulle onde. Ferdinando, Pio, Nik e Pascal hanno perfettamente esposto il loro segreto. Non ci sono solo l’acqua e i materiali per migliorare le proprie performance, ma alla base si comincia con una perfetta coscienza del proprio stato di salute atletico e psicologico. Tutti vi hanno spiegato la loro priorità ancora prima di entrare in acqua: per Ferdinando e Pio è il training, per Nick è la preparazione prima di entrare in acqua, per Pascal è la sicurezza. Personalmente mi associo a tutti questi Local Ho’okipa talents, è da veri Pro analizzare al meglio la giornata di windsurf. Junko, ex Pro e probabilmente la migliore windsurfista donna ad Ho’okipa, ha qualità atletiche e determinazione impareggiabile, eppure anche lei vi ha mandato un messaggio preciso: velocità! Essere veloci sull’onda vi permetterà di fare la differenza su chiudere una manovra o impiccarvi sotto una massa

d’acqua! Se siete lenti non ci provate neanche rischiate solo di farvi male, quindi full power e giù a gas aperto! Alcuni dei nostri Pro preferiti vi hanno dato consigli tecnici raffinati su come effettuare alcune delle più famose ed esaltanti manovre del nostro sport, penso che il denominatore comune in questi casi sia la perseveranza. Il tempo e l’attitudine positiva vi darà ragione! E’ indispensabile credere nella possibilità di riuscire in questi splendidi trick. Guardate che bella cosa vi hanno spigato Francisco e Laurent, entrambi utilizzano con convincimento l’apertura, direi a questo punto alare, delle mani sul boma, la mano dietro è alla fine del grip! Vi assicuro che con l’avvento di nuove tavole, shape e pinne, questo trucco vi farà impazzire di gioia, provare per credere! Senza parlare dei consigli sul Goiter di Kauli e Boujimaa, sono stati impeccabili tutti e due, e sono convinto che il mix dei due consigli vi faranno affrontare l’approccio della prova in acqua con maggiore sicurezza. Di sicuro sarete poi pronti per il 360° versione Browne. Raccogliete questa perla di informazioni e tenetevele strette! Vi raccomando di divertirvi sempre e di rispettare l’Oceano! Manna sponsored by : Goya Board - Simmer Sails - Maui fin company - Teva Maresia - David.Firenze.Italia. 47


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Situata proprio nel cuore della Polinesia Francese, Tahiti come destinazione viene spesso reputata troppo lontana e costosa. Per quanto mi riguarda, non ho mai visto un posto in tutti i miei viaggi in giro per il mondo che mi abbia sconvolto e toccato così profondamente. Sono rimasto così ammaliato che qualche anno fa ho deciso di trasferirmici definitivamente. È vero che, dal punto di vista logistico, queste isole risultano veramente isolate e questo può rappresentare un handicap se ci si dovesse spostare un sacco, ma è anche un aspetto che gioca a favore della preservazione della sua bellezza naturale.

acquisito una buona conoscenza della zona costiera circostante, negli ultimi anni, e sebbene le condizioni siano spesso piuttosto imprevedibili, gli consiglio di passare un po’ di tempo qui, aspettando il momento ideale per fare quella session da sogno. Loro, ovviamente, non se lo sono fatti ripetere! Ovviamente, sapevano già dell’esistenza di Tahiti e di alcune altre isole vicine, ma io volevo che venissero a stare qui con me, proprio alla fine della strada. Esatto, la fine della strada… e del mondo… ed è proprio qui che si trova il piccolo villaggio di Teahupoo ed il suo break rinomato, proprio all’estremo sud della penisola di Tahiti.

ALLA FINE DELLA STRADA…

NATURA COME UNIVERSO

Accolgo a casa mia sulla penisola di Tahiti i miei amici Carine Camboulives, Manu Bouvet e la loro figlia Lou, invitandoli a scoprire il vero giardino dell’Eden. Ho

Per alcuni turisti, già atterrare a Tahiti li fa sentire lontani dal mondo conosciuto. Fortunatamente per loro, posso decidere se restare nel mondo civilizzato e nelle zone più turistiche. Per gli avventurosi, la vera Tahiti è a solo un’ora di macchina, ed è una giungla preistorica, che sopravvive incontaminata alla tecnologia e civilizzazione moderna. È proprio qui che finisce la strada, e la Natura diventa regina, fondendosi con l’Universo. Ed è proprio qui che l’avventura comincia! La terrazza proprio davanti alla laguna viene illuminata dai primi raggi mattutini, e in sottofondo si sente il rombo delle onde che tuonano sul reef, e l’aria profuma di fiori di tiare… Questa è la realtà giornaliera alla fine della strada. L’umidità tropicale che si posa sulle tue spalle e s’incolla al tuo viso appena scendi dall’aereo ti fa capire come mai l’isola sia completamente coperta da vegetazione lussureggiante che si addensa nelle vallate di Tahiti. Le giornate sono differenti da un’ora all’altra, alternando spesso e volentieri tra pioggia, nuvole e sole, con possibilità di luci e colori diversi in ogni momento, cambiando completamente e continuamente il paesaggio, facendo realizzare i sogni più reconditi di ogni fotografo, tra cui il sottoscritto.


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TRA LE ONDE E LA LAGUNA Ogni giorno mi rendo conto di quanto sia privilegiato a vedere queste perfette barre che si allineano sul reef, mettendosi in posa per il mio obbiettivo. Che regalo della natura! È davvero un contrasto stupendo tra la violenza e potenza brutale delle onde che esplodono sul reef, contrapposte alla tranquillità della laguna turchese che resta riparata dal reef corallino. Ancora una volta madre natura crea delle meraviglie. Le rotture nel reef sono state create da correnti d’acqua dolce che, in antichità, hanno creato dei passaggi. Questi sono i punti di comunicazione tra l’Oceano aperto e le lagune, e sono il punto di caccia preferito per gli squali punta nera, oltre al playground ideale per i surfisti, che trovano onde che si aprono perfettamente.

PESCE VOLANTE Mi sono abituato molto velocemente allo stile di vita e ritmi polinesiani, e condividere delle sessions di surf magiche e rimpinzarsi di sashimi fresco è all’ordine del giorno. Fortunatamente, le acque polinesiane non sono ancora state razziate dai pescatori giapponesi e pullulano di pesci tra cui i tonni pinna azzurra, i mahi-mahi ed altre prelibatezze caricate sui “poti-marara” locali. Poti-marara, significa “pesce volante” 52

in Tahitiano, sono le tipiche imbarcazioni da pesca che sono diffusissime in tutta la Polynesia. Presentano una chiglia a V molto affusolata, stabile e con la prua alta, ideale per affrontare anche il mare grosso. Il pilota si siede comodamente nella cabina rialzata verso la prua dell’imbarcazione, dandogli perfetta visibilità, e utilizza una cloche anzichè il tradizionale volante, permettendo di fare curve e manovre più strette. È l’imbarcazione perfetta per prendere i mahi-mahi.

PESCA TRADIZIONALE Il metodo di pesca tradizionale per prendere questi famosi pesci, chiamati anche pesce delfino dai francesi, è usando un arpione o “patia”, ed è anche per questo che la cabina di pilotaggio è messa a prua. Con una mano sulla cloche e l’altra sull’arpione, il pescatore caccia e segue i mahi mahi, standogli dietro, mentre cerca di zigzagare per scappare, finchè poi si stanca e si mette sul fianco per riposarsi ed è proprio in questo momento che il pescatore lo arpiona. Spettacolo eccezionale!

CONVIVERE CON GLI SQUALI Per tornare alla nostra storia iniziale, stiamo ora facendo un’immersione in laguna e siamo circondati da squali! Questi pesci sono davvero straordinari sotto molti


PIÙ PERICOLOSA DEGLI SQUALI! Quello che però temo di più, ben più degli squali, è l’onda di Teahupoo. Qui non si può mai abbassare la guardia e il pericolo è reale e sempre presente. Tonnellate d’acqua dell’Oceano Pacifico si riversano in pochi secondi su questo reef affilatissimo coperto a malapena da un metro d’acqua, risultando in un impatto devastante! Sfortunatamente per me, ho più volte vissuto questa situazione sulla mia pelle, vivendoci per anni. Ho anche assistito a una serie di incidenti davvero pesanti, tra cui quello del mio amico e partner Baptiste Gossein che, dopo un wipeout, è rimasto paralizzato dalla vita in giù. Fortunatamente, grazie alla sua inarrestabile personalità e voglia di vivere, riesce comunque a essere in prima linea, pilotando il jetski che spara rider del calibro di Laird Hamilton e Raimana Van Bastolaer su bombe spaventose durante session solitarie. Baptiste ha guadagnato il rispetto dell’intera isola tornando in acqua dopo quello che è successo, ed è ancora animato da una profonda passione. Una cosa è sicura, se ne sentirà ancora parlare molto a lungo…

PERCHÈ TU NO? Anche con le giuste condizioni windsurfistiche, questo spot rimane comunque difficile da surfare, ma finalmente Manu è riuscito a fare un po’ di ottime session anche qui a Teahupoo. Ha avuto anche lui un assaggio della potenza della mitica onda alla fine della strada! Teahupoo, ovviamente, è accessibile esclusivamente ai surfisti e windsurfisti, più esperti e temerari, ma Tahiti offre un sacco di altre possibilità e c’è qualcosa per ogni livello: sia per i waver che freerider e freestyler. Dallo standup paddling o windsurf a Teahupoo o nella laguna, Manu, Carine e Lou hanno fatto un pieno di natura, e spero che questo racconto vi abbia fatto venire voglia di esplorare questo posto meraviglioso, che rimane ancora unico nel suo genere e offre ricchezze davvero genuine e che vale la pena scoprire. Perchè quindi non ci vieni anche tu? Perchè non vieni a farti un giro nelle lagune turchesi e ad immergerti nella mistica cultura tahitiana? Spero di vederti presto qui nella Polynesia francese – a cavallo tra sogno e realtà…

DIARIO DI VIAGGIO DI TAHITI

punti di vista e, sebbene possano fare paura, sono quasi completamente innocui! Sono praticamente ovunque nella laguna e non si fanno problemi a girarci intorno, indisturbati dalla nostra presenza. Effettivamente, ci nuotano a fianco come se niente fosse e si capisce che, fortunatamente, non siamo nemmeno lontanamente nel loro menù. Oggi siamo stati fortunati, e c’è stato vento. Carine si lancia immediatamente in una bellissima session di freeride nella laguna turchese, trovandosi a dover schivare un bel po’ di pinne! Per quanto mi riguarda, non mi resta altro che mettere la macchina nella custodia subacquea ed entrare a farmi una nuotata assieme ai nostri amici pinnuti. Fortunatamente sono sopravvissuto e posso raccontarlo in prima persona, e sono tornato sulla barca con delle bellissime immagini che rendono la bellezza della spot e fanno anche vedere un aspetto più tranquillo e giocoso dei nostri fraintesi amici squali. Di solito provocano terrore, ma quando poi vivi qui e adotti lo stile di vita tahitiano, ti rendi conto di quanto questi squali siano tranquilli e la paura svanisce immediatamente. Ovviamente, se fosse spuntato uno squalo bianco di 5metri, non l’avrei assolutamente pensata allo stesso modo, ma qui nella laguna non ci sono problemi. (NB: consiglio vivamente di capire ed essere sicuri di sapere identificare gli squali al 100%, prima di entrare in acqua...!)

VOLI: Da Londra ci sono un sacco di possibilità, spesso però che comprendono uno stopover, e il costo del biglietto dipende dalla stagione. Cercando su internet si parte dagli £815 da agosto a novembre, che non è poi così tanto, considerando la distanza. Un’altra rotta classica è da Londra via Los Angeles a Papeete, ma per gli altri che vogliono uscire un po’ dagli schemi, ci sono un sacco di possibilità. Magari LondraMadrid, poi diretto a Santiago, Cile? Poi da Santiago volando a Tahiti passando per le bellissime Isole di Pasqua, con i mitici ed enormi Maoi. Un’altra opzione che offre un buono stop windsurfistico è Tokyo. Puoi così immergerti nella cultura giapponese, per poi volare direttamente verso Tahiti. ALLOGGIO: C’è un’ampia scelta di posti dove alloggiare a Tahiti, ed è anche possibile trovare degli ottimi prezzi. Per gli amanti della natura e del paesaggio, si può cercare un posto direttamente sulla penisola di Tahiti, dove ci sono un sacco di bed&breakfast pronti ad accoglierti, tra cui Pension Chayan (pensionchayantahiti.pf) e Vanira Lodge (vaniralodge.com). Come bonus per coloro che vogliono esser sicuri di trovarsi in ottime mani, il mio amico Baptiste Gossein noleggia una meravigliosa casa con vista mare. È piuttosto difficile trovare materiale windsurfistico da noleggiare in questa zona, quindi conviene portarsi le proprie sacche di materiale da casa. Se invece preferisci mantenere un legame con la civilizzazione, ci sono un sacco di alberghi e resort nella zona di Motu Martin vicino a Papenoo, che offre una grande varietà di condizioni sia per il wave che per il freeride. Qui si può anche noleggiare il materiale, fare lezioni e, in caso, anche provare a fare kitesurf. Sei poi a due passi dalla città, quindi chi ama uscire la sera si divertirà un sacco. 53


Ci sono talmente tanti posti che vale la pena scoprire in Polynesia però. Basta prendere un traghetto per andare a Moorea, l’isola sorella di Tahiti, che è assolutamente pittoresca per le sue alte e drammatiche montagne nell’entroterra, ed ha un’infinità di bellissime spiagge sia bianche che nere. Non è un’esagerazione dire che Moorea potrebbe essere una delle isole con le più belle spiagge al mondo, e finchè ti piace la vita tranquilla, ci sono anche delle ottime condizioni per fare windsurf. Per quanto riguarda l’alloggio, vi consiglio vivamente Les Tipaniers. Una tavola ti aspetta pronta in spiaggia, permettendoti in ogni momento di andare a surfare l’onda cristallina che rompe sul perfetto banco di sabbia di questa bellissima spiaggia. Mi devo fermare prima che la lista diventi troppo lunga. La Polynesia è composta da 120 isole, molte delle quali possono accogliere i visitatori, ma per i più curiosi consiglio di studiare per bene le mappe delle singole isole che potrebbero interessarvi. Ah già! Quasi dimenticavo! C’è ancora un’altra soluzione che può rendere il tuo viaggio davvero indimenticabile: la barca! Ci sono un sacco di compagnie di noleggio di barche che operano qui nella Polynesia francese, ma quella più rinomata è Moorings (moorings.co.uk). Che modo migliore di scoprire questa magnifica isola se non a bordo di un catamarano con tanto di capitano ed equipaggio a disposizione! Se preferissi, puoi anche noleggiarne uno tuo e farti i tuoi giri. La scelta è tua, ma qualsiasi approccio tu scelga per scoprire questo posto incantato, una cosa è sicura: non te ne pentirai! Vuoi andare ancora più a fondo? Uno dei miei migliori contatti per andare proprio “al cuore del pollo”, come dicono da queste parti, è il mio amico Rodo Vinh-Tung, che mette a disposizione tutta la sua conoscenza da local per aiutarti a pianificare la vacanza della tua vita! tahitimyconcierge.com Non hai più scuse! 54



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TAHITI Stavo facendo tow surfing con onde enormi a Tahiti quando ho sentito che era previsto in arrivo uno swell anche a Fiji. La mia casella ha cominciato a intasarsi di e-mail, e tutti volevano assicurarsi che fossi consapevole dell’imponenza dello swell che stava superando l’Australia sudorientale. Ad inizio mese avevo già perso un grosso swell a Fiji perchè ero dovuto andare ad un meeting di importatori di JP / NP in Francia, quindi stavolta non me lo sarei fatto scappare per nessuna ragione. Queste mareggiate così grosse sono davvero rare, quindi averne due di fila era praticamente un’opportunità più unica che rara.

FIJI Con un sorriso da orecchio a orecchio, saluto tutti e mi imbarco sul mio aereo diretto verso Fiji. Ho deciso di chiamare anche i miei vecchi amici Scotty e Mandy O’Conner che sono i proprietari e gestori di un resort di lusso sull’isola di Namotu e li ho scongiurati di farmi stare da loro. L’isola è circondata da 5 onde di livello mondiale ed il rinomato Cloud Break si trova a soli 5 minuti di barca. Puoi scegliere tra un’enorme varietà di spot e tipologie di onde, a seconda della tua capacità. Le barche sono sempre a disposizione e ti portano avanti e indietro tutto il giorno dai vari break. La maggior parte del tempo le onde variano dai 2 ai 4 metri, con dei set più grossi con le giuste condizioni di marea. È una location assolutamente perfetta per tutti i surfer, windsurfer e kite surfer con anche acqua ideale per la pesca subacquea e le immersioni. Se dovessi cercare un posto dove stare e che offra tutte queste possibilità, con bungalow lussuosi e mangiando il cibo migliore al mondo, questo è sicuramente il posto che cerchi! Potete chiamare questo numero a Namotu : + 679 670 6439 o scrivere un’e-mail a: namotu@connect.com.fj o sul loro sito: namotuislandfiji.com

NAMOTU Appena arrivato all’isola di Namotu sono stato accolto da una vagonata di sashimi mentre stavamo andando sul picco principale dell’isola, Namotu Lefts. Quando vado in posti che non conosco, di solito mi tengo il portafoglio ben stretto mentre mi porto tutto il materiale in testa e chiedo le indicazioni alla gente. Questo posto è completamente l’opposto. Mai vista una cosa del genere. Tutto viene fatto per te, davanti ai tuoi occhi, prima che tu apra bocca. Mi ci sono abituato immediatamente. 57


Ho deciso di farmi un bagnetto veloce in piscina controllando le previsioni al bar, sfruttando la connessione wireless dell’isola. Scusa, ma hai capito bene. È davvero una figata! Erano previste due gigantesche perturbazioni che avrebbero spedito verso Fiji delle onde enormi, facendo scattare l’High Surf Advisory per l’intero arcipelago. Davano onde dai 6 agli 8 metri, dall’indomani e per i 4 giorni successivi.

TOW IN SURFING Siamo arrivati sullo spot alle prime luci dell’alba ed abbiamo immediatamente cominciato a fare tow in. Lo swell stava cominciando ad arrivare e c’erano già onde dai 3 ai 5 metri che si srotolavano perfettamente sul reef. Sono riuscito a beccarmi una bomba quella mattina, sui 5 metri, super ripida e cattiva, che ha risucchiato l’acqua dal reef asciugandolo quasi e sparandomi nel canale a tutta velocità. Ero già al settimo cielo! Dopo poco sul line up è arrivato un intero entourage di pro surfer, tra cui perfino

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Kelly Slater e Bruce Irons. Mentre lo swell continuava ad aumentare, mi sono seduto tranquillo in barca a guardarmi i pro che si prendevano tubo dopo tubo. In men che non si dica il canale era intasato da 30-40 barche. Fotografi e cameramen si sono precipitati sulla scena, con un sacco di barche piene di spettatori che volevano vedere l’azione con i loro occhi. Le ragazze in bikini si mettevano sulle prue delle barche ed urlavano minchiate tipo: “Che figata è divertentissimooo…” ed altre minchiate tipo “Chi mi offre una birra?” ed intanto si strofinavano i capezzoli con la crema. Era davvero un circo… sia in acqua che fuori.

L’ARRIVO DELLO SWELL Verso le 11 di mattina i set hanno cominciato a diventare sempre più grossi e le tavole hanno cominciato a spezzarsi come rametti sotto il peso delle frullate. Io sono finito sul jetski a tirare i ragazzi fuori dai casini prima che l’onda successiva li polverizzasse. Quasi tutti si sono presi delle belle mazzate quel giorno. Dopo


che li recuperavo, mi chiedevano poi di riportarli sulla barca perchè erano distrutti. Mark Heally è stato il rider migliore quella mattina ed ha preso le onde più grosse e si è piazzato nei tubi più profondi. Bruce Irons ha fatto altrettanto paura. Verso il primo pomeriggio, il vento è cominciato ad aumentare un po’ sul picco. Era ancora troppo leggero però e variava tra gli 8 e 10 nodi ed era completamente side shore, che non è proprio il massimo con onde così grosse. Il vento side off genera maggiore potenza, accelerando sulla faccia dell’onda e permettendoti di proiettarti con maggiore velocità down the line e maggiore potenza nel bottom turn. Con questa direzione la situazione è piuttosto delicata. Mentre l’onda rompe lungo il reef, curva leggermente, rendendo la zona inferiore dell’onda molto più interessante di quella superiore. Da quello che ho visto, il problema principale era riuscire a prendere l’onda nella zona superiore del reef, che era piena di surfisti, e poi arrivare fino alla zona inferiore del line up per

surfarla per bene. Una volta uscito dall’onda però il vento finiva completamente e se fosse entrato un set in quel momento, c’erano ottime possibilità che te lo beccassi in testa. Il jetski era l’unico modo per riuscire a tornare sul line up appena uscito dall’onda, ed evitare di farmi triturare. Le prime bombe hanno cominciato ad arrivare come da previsione, e lo swell ha raggiunto il pieno regime verso il tardo pomeriggio. Con il line up ancora pieno di surfisti da onda, ho cominciato ad armare la mia vela. Mentre mi stavo avvicinando al picco, ho visto arrivare uno dei set più grossi del giorno. I loro guns da 12 piedi sembravano delle piccole matite mentre venivano triturate e gli ultimi surfisti sono usciti a nuoto l’uno dopo l’altro. Quel set li ha fatti fuori tutti e mi ha regalato il line up tutto per me. Son saltato giù dal jetski ed ho cominciato a galleggiare sottovento verso la zona del take off. Sapevo che fosse vitale trovarsi esattamente al posto giusto al

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momento giusto, in quanto il vento era leggero e completamente sideshore. Il primo drop è stato un po’ spaventoso in quanto ho messo i piedi nelle strap all’ultimissimo secondo. Sono volato down the line per cercare di arrivare al punto in cui l’onda curva sul reef ed il vento diventa più offshore, ed ho fatto il mio primo bottom. Sono poi uscito dall’onda e sapevo che mi aspettava un ottimo pomeriggio.

BIG WIPE OUT Ho passato tutto il tempo ad aspettare i set più grossi, facendo delle ottime surfate ed ecco che poi ho fatto un casino. Ho fatto un bottom troppo verticale e il vento sideshore mi ha spinto la bugna controvento. Il lip ha ingoiato la bugna e mi sono sentito andare indietro verso il mio destino crudele. Sapevo di aver sbagliato e quindi ho cercato di rilassarmi e vedere un po’ come andava. Ad un certo punto, nella schiuma, ho sentito un forte colpo in testa e penso di aver sbattuto contro la tavola o l’albero ed ho perso completamente l’orientamento. Non sapevo più da che parte fosse l’alto. Sono poi riemerso guardando verso la spiaggia. Mi sono girato giusto in tempo per vedere un’enorme bomba di 6 metri esplodere sul reef a pochi metri da me. Non sono nemmeno riuscito a riprendere fiato e son dovuto tornare subito sotto. Mentre la schiuma mi sbatteva con violenza da una parte all’altra, mi sono reso conto di essere in problemi seri. Non avevo più aria a disposizione e stavo cominciando a mandare giù acqua, come mi era successo a Jaws lo scorso anno. Alla fine sono riuscito a riemergere ma ero completamente sfatto. Fortunatamente, uno dei ragazzi del salvataggio è riuscito a venirmi a prendere. Sanguinavo più o meno ovunque e non riuscivo ad aprire l’occhio destro. Ero così malridotto che non sono nemmeno riuscito a tirar su la testa per fargli vedere la ferita mentre mi riportava verso il canale. Fortunatamente per me era solo un piccolo taglio appena sopra all’occhio e quindi sono tornato in barca ed ho fatto una piccola pausa prima di armare un’altra vela. Ho armato la mia ultima vela, piano piano, mentre sanguinavo sia sulla tavola che sulla barca. Le botte ed il wipe out mi hanno davvero risucchiato ogni energia, e facevo fatica perfino ad infilare l’albero nella vela ed ho cominciato ad avere le vertigini. Dopo ho vomitato sul jetski. A dire il vero probabilmente ho avuto una lieve commozione cerebrale, ma dovevo assolutamente finire la session ed uscire ancora o non mi sarei mai perdonato, e sarei stato un vecchio inacidito per mesi.

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UN GIOCO PER DURI Il jetski mi ha riportato sul line up ed in men che non si dica ero ancora in acqua. Sono rimasto in acqua finché il sole ha tramontato, per poi tornare sulla barca completamente sfinito. Quando cadi su onde simili, bruci tutte le tue energie in un secondo, cercando di sopravvivere. Mi sono seduto sulla barca con tutto il mio materiale distrutto mentre tornavo

verso Namotu. Mi usciva ancora sangue ed avevo ancora un po’ di vertigini per il colpo in testa, ma niente che un po’ di punti ed una buona notte di riposo non potessero curare. Arroganza ed umiltà vanno in coppia ed è solo dopo che la vita ti ha insegnato il valore dell’una e dell’altra che puoi veramente comprendere le lezioni che l’Oceano ha da insegnarti, tra cui la bruta Potenza della natura.

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RIcardo Campello in the tube!

Victor Fernandez davanti alla telecamera di Michael Sumereder.

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Ricardo Campello si gode una session da sogno in solitudine.

La prima volta che abbiamo parlato del nostro nuovo film che ora si chiama “Minds Wide Open” è stato in Brasile a gennaio 2010 assieme a Peter. Abbiamo fatto un po’ di brainstorming assieme mentre sorseggiavamo una bottiglia di Montilla (Rum locale) ed abbiamo cominciato a fantasticare sulle eventuali location di ripresa. Il primo posto che ci è venuto in mente è stato l’Indonesia. Sarei andato ovunque il mio team avesse voluto ma l’Indo era proprio un must secondo me. Ho visto troppi video di surf da onda con onde perfette e surreali, una cultura a mio avviso perfetta ed armoniosa e paesaggi da sogno. Il mix perfetto. Dopo un anno e mezzo, me ne stavo seduto su un letto d’ospedale a guardare i

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biglietti online per la nostra penultima destinazione per le riprese, diretti in Indonesia. Purtroppo però non riuscivo nemmeno ad alzarmi a causa della chemio e, quindi, davvero a malincuore, ho prenotato per tutti gli altri tranne che per me. L’unica cosa che mi ha tirato su di morale era vedere poi il risultato delle riprese e delle fotografie, che sicuramente sarebbe stato eccezionale. L’inizio del viaggio non era proprio il massimo dal punto di vista logistico. Kauli ha volato da Madrid a Jakarta, Ricardo e Victor da Francoforte, Michael Sumereder (il nostro fotografo) da Monaco e il nostro filmer Sebastian Dörr da Amburgo. A parte il salasso di 3000 euro di extra bagaglio per portare il materiale fotografico, tutto è andato per il verso


Victor, Kauli e Ricardo, tre dei 6 rider protagonisti di Minds Wide Open.

giusto e la crew è riuscita a riunirsi all’aeroporto internazionale di Jakarta dopo poche ore dalla fine della tappa di coppa del mondo Wave a Tenerife. Il viaggio però non era che all’inizio. Ora mancavano 8 ore di viaggio in autobus per andare dal centro del chaos di Jakarta ed arrivare nel mezzo del nulla e cominciare a lavorare per catturare la vera essenza di questo posto. Dallo smog asfissiante della Jakarta tempestata di motorini, la crew è poi arrivata in un piccolo villaggio di pescatori senza internet e nemmeno la copertura telefonica. Questo sarebbe stato il quartier generale di Kauli, Victor, Ricardo e gli altri per i 10 giorni seguenti. Io sinceramente non mi aspettavo ci fosse tanto vento in questa location. A dire il

vero pensavamo di concentrarci maggiormente sul lifestyle, variando anche un po’ le riprese tra surf da onda, sup e diving, ma Kauli, che ci era già stato qualche anno fa, ci aveva anticipato che saremmo rimasti sconvolti da quello che ci aspettava. Kauli aveva ragione. Qui c’è vento tutto il giorno, tutti i giorni! A volte era giusto per galleggiare ed andare a prendere una delle onde perfette, a volte era quasi da essere sovrainvelati e dover mettere le vele piccole. Il vento però non ci interessava più di tanto… questo viaggio era incentrato sulle onde. Proprio durante la nostra estate, l’emisfero australe è sconvolto da enormi tempeste che pompano swell potenti e perfetti nell’Oceano Indiano, che si srotolano alla perfezione quando

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Kauli Seadi è stato anche protagonista di un spaventoso wipe out terminato con qualche punto di sotura sulla gamba.

colpiscono i reef affilati di Java. È proprio la conformazione del fondale che rende queste onde così straordinarie e riservate solo ai rider di altissimo livello. La potenza e la velocità sono eccezionali. Non troppo grosse ma veramente ripide e tubanti. Se non mi credete, basta che guardate quanto materiale è stato distrutto durante il viaggio. Vele ed alberi lacerati e triturati dal reef e perfino un profondo taglio sulla gamba di Kauli mentre faceva surf, che si è dovuto recare in un ospedale locale per farsi mettere i punti, il che è stato ancora più spaventoso del wipe out stesso. Il windsurf? Assolutamente speciale. È davvero difficile riuscire a trovare un posto con condizioni simili. Onde che ti fanno partire in planata già da centinaia di metri di

distanza e che appena sbattono sul reef si srotolano perfettamente e sono lisce come l’olio e trasparenti come il vetro. È come pensare di surfare su un’enorme lastra di cristallo perfetto. Neanche una minima imperfezione, solo un lungo, perfetto, potente e veloce muro liscio da fare a pezzi. È stata proprio questa combinazione di assoluta perfezione e rischio piuttosto alto che ha fatto stampare i sorrisi in faccia ai rider al termine di ogni singola session. Le giornate erano lunghe. Zero Facebook, né e-mail, solo conversazioni faccia a faccia mentre si sorseggiava una birra. Era proprio questo che sognavo. Viaggiare da pro windsurfista è davvero eccitante e ti permette di vedere un sacco di posti interessanti ma raramente

Mr. Fernadez tiene sotto stretta osservazione il punto di atterraggio di questo Goyter mozzafiato.

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Life style indonesiano.

capitano questi momenti in cui tutto il gruppo si unisce e si ritrova in armonia, lasciando tutto lo stress ed i problemi a casa. È bellissimo vedere il tutto dall’esterno, ma anche un po’ agrodolce. Io nel frattempo ero appena stato dimesso dall’ospedale e me ne stavo a casa cercando di ricevere qualche piccolo update via sms, tra cui “Posto migliore al mondo”, “Vento ed onde tutto il giorno – stai tranquillo”. Queste news però hanno fatto di tutto tranne che tranquillizzarmi, in quanto non vedevo l’ora che i ragazzi tornassero per mostrarmi i frutti del loro lavoro. Appena i ragazzi sono arrivati in aeroporto, il mio skype ha cominciato ad impazzire.

Kauli mi ha detto che è stato il viaggio migliore che abbia mai fatto ed anche Victor ha detto lo stesso. Ecco che il giorno seguente tra le mie mani ho tutte le foto ed i video. Comincio a guardare il tutto ed è esattamente come me l’ero immaginato un anno e mezzo prima. Paesaggio incontaminato e tranquillo, con una luce stupenda e gente semplice ed accogliente. Il sogno di ogni surfista e windsurfista e quindi la scelta perfetta per il nostro nuovo progetto “Minds Wide Open”. Erano proprio queste le vibrazioni che stavamo cercando. È davvero eccezionale che il nostro sport possa aprire le menti e nuovi orizzonti, facendoti assaporare ogni momento su questo magnifico pianeta ed in qualsiasi situazione.

I ragazzi hanno surfato spot spettacolari constatando loro stessi che in Indonesia c’è vento tutto il giorno e tutti i giorni! 67


Intanto, qualche settimana prima dell’inizio dell’evento, le condizioni stavano eludendo l’isola di Réunion, come ci hanno confermato i local. “Stiamo avendo un pessimo inizio dell’inverno australe. Poca onda e pochissimo vento, e mi sa che andrà avanti per un po’, purtroppo!”. Ecco però che, come per magia, a poche ore dall’apertura delle ostilità, appena i rider hanno messo piede sulla pista dell’aeroporto “Roland Garros” a St Denis, le previsioni per i 7 giorni seguenti davano condizioni semplicemente incredibili con un enorme swell, tanto da fare venire l’acquolina in bocca a tutti gli hardcore rider di Ravine Blanche ed ai puri waverider “down the line” dalla parte di Etang Salé. Fortunatamente il meteo non si sbagliava e la competizione è stata veramente benedetta da Dio! 7 giorni in acqua su 10, 3 eliminazioni completate, onde di un albero, vento forte, ottime surfate e salti, 10 alberi sbriciolati, 10 vele distrutte… Con circa 8600 foto e 60 ore di video nell’hard disk, di materiale per spingere la Réunion Wave Classic ce n’è un sacco anche quest’anno. Qualcuno dei rider più conosciuti non ha potuto dare la disponibilità ad un mese dall’inizio della gara, ciò nonostante il livello dei partecipanti effettivi ha davvero incendiato il lip e la folla in spiaggia! Prima di cominciare con la prima batteria ufficiale, sono state fatte 2 Free Sessions ed una Super Session. Una volta che le condizioni sono entrate, la macchina del vento e onde delle Réunion non ha più smesso, permettendoci perfino – ciliegina sulla torta - di fare una session di salti spettacolare a Ravine Blanche, due giorni prima della fine! Questa giornata estrema ha coronato degnamente la chiusura della terza edizione della “Réunion Wave Classic”, che ancora una volta ha confermato di essere una delle prove più radicali nel mondo del wavesailing!

HIGHLIGHTS: Secondo giorno. Super Session a Ravine Blanche: onda sui 4 metri e 25+ nodi di vento side shore. Camille Juban, caldo come la brace, si gode le condizioni e 68

vola in Aerial enormi, Cutback slashati al massimo, Goyter e un perfetto Wave 360 staccato dal tubo! Ed infatti si guadagna i 500 ¤ di premio per il “best move” del contest! Quinto giorno. 2 heat completate in due 2 spot diversi! Cosa molto strana e raramente vista in una gara normale! La prima batteria è stata disputata di mattina all’Etang Salé con 15 nodi di vento offshore ed onde da 2 a 3 metri… La seconda session è stata fatta a Ravine Blanche con 30 nodi di vento side offshore ed onde di 4 metri. È tutto possibile qui a La Réunion! Sesto giorno. Free Session à l’Etang Salé! Con una barca a disposizione proprio sul picco con appostate le crew video e foto, i rider hanno incendiato lo spot, navigando per almeno 3 ore. Tutti spingevano al massimo, facendo un sacco di Aerial su sezioni liscissime di onde di oltre un albero! Sicuramente le immagini più belle saranno quelle dall’acqua. Settimo giorno. “Best Jump session” à Ravine Blanche! Vento forte sui 35 nodi, rampe di quasi 4 metri a Ravine Blanche, con timing perfetto per proiettare i rider nel cielo in una delle prove migliori di salti e solamente il salto migliore, tra tutti, vincerà i 500 ¤ offerti da Ciel et Terre, uno sponsor locale. È stato Colin Sifferlen a vincere con un enorme doppio Forward esitato chiuso perfettamente. Il pubblico in spiaggia non credeva allo spettacolo a cui stavano assistendo, con Denel che faceva doppi Forward e Backloop a più di 12 metri e Jamaer con Pushloops tweakkati, Forward esitati e perfino Push Forward! Ottavo giorno. “Iniziazione e condivisione”. Dall’ultima edizione, i rider si prendono una mattina per condividere la loro passione assieme ai giovani rider locali. Anche l’anno scorso una decina di giovani fortunati del posto hanno avuto la possibilità di affiancare i pro nella bellissima laguna di Saline les Bains.


I rider della Reunion Wave Classic edizione 2011.

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TEAM VINCENTE: PICHOT/SIFFERLEN/JUBAN

SQUADRA #2: BOURLARD/DENEL/TABOULET

Steven Pichot Capitano della squadra vittoriosa. Alla sua terza partecipazione, Steven ha avuto fortuna già dall’inizio dei giochi, trovandosi come compagni di team Juban e Sifferlen! Con una prima posizione e due seconde posizioni nelle batterie, Steven ha riconfermato che la squadra da battere è la sua e che resta anche uno dei migliori rider locali. La sua conoscenza dello spot è perfetta e riesce sempre a surfare con un sacco di stile e coraggio, sfruttando al meglio ogni singola onda. Sebbene quest’anno non sia stato sempre perfettamente costante nelle sue batterie, è riuscito comunque a dare il meglio a Etang Salé.

Sylvain Bourlard Prima competizione della sua vita. Ha seguito la “Réunion Wave Classic” già dalla prima edizione. Quest’anno è riuscito a qualificarsi ed a vivere l’evento in prima persona. Abituato maggiormente ai viaggi in giro per il mondo, con free sessions piuttosto che gare, Sylvain si è ritrovato leader della sua squadra a capo di Jules Denel e Wesh Taboulet ed ha fatto delle buone heat, facendo guadagnare un sacco di punti preziosi al suo team. Il local si è davvero divertito un sacco a surfare affianco ai pro e dando consigli da vero local ai vari rider, facendo sempre battute e sdrammatizzando la situazione. La sua squadra poi ha chiuso in seconda posizione.

Colin Sifferlen Eletto “Miglior Rider” del contest per le sue palle! Aveva già impressionato tutti nella prima edizione della gara del 2009. Quest’anno poi è tornato ancora più in forma ed aggressivo che mai! Rapido, stiloso, aggressivo e preciso… il caledoniano infatti ha vinto tutte le sue batterie, guadagnando i tanto ambiti punti che hanno poi permesso al suo team di vincere questa terza edizione. Sempre al posto giusto, sulle onde migliori, andando a spaccare il lip proprio nel punto più critico, senza la minima esitazione e con un coraggio da leone e, infatti, Colin ci ha regalato gli Aerial più grossi e belli dell’intera manifestazione! Se il suo livello in surfata è assolutamente spaventoso e stiloso, cosa dire dei salti? Anche durante la “Best Jump Session”, ha lottato all’ultimo sangue con Denel, essendo sempre iper radicale e spingendo al massimo. Un enorme e perfetto doppio Forward esitato ha poi permesso a Colin di vincere i 500 euro in palio per il “Best Jump” ed anche di guadagnare il titolo di “Miglior Rider” (pro) di questa terza edizione! Camille Juban Sempre stiloso, vincitore del trofeo “Best Move”! “Ti Cam” continua come sempre ad impressionare e a dare spettacolo! È sicuramente uno dei waverider più dotati della sua generazione, ed è alla terza partecipazione consecutiva a questa manifestazione. Durante la seconda giornata di gara, il giovane originario della Guadalupa ha tirato fuori l’artiglieria pesante, chiudendo un perfetto Wave 360, vincendo la super session. Questo trick gli ha fatto guadagnare i 500 ¤ offerti dallo sponsor locale “Ciel et Terre” per il “Best Move”! La sua scelta e lettura delle onde hanno poi fatto la differenza anche nelle batterie. A colpi di Aerial enormi, Cut Back spinti all’inverosimile e Goyter enormi, sempre con stile fluido, è arrivato una volta primo e due secondo su 3 batterie. Anche quest’anno ha vinto il trofeo per la migliore caduta, che è stata votata sul web dal pubblico da casa! Sebbene Camille abbia brillato leggermente meno rispetto alle edizioni precedenti, il ripper della Guadalupa resta uno dei concorrenti più temibili, specialmente per il suo stile in condizioni così estreme, affrontando ogni onda senza la minima pressione. 70

Jules Denel La rivelazione di questa Réunion Wave Classic 2011. A solamente 21 anni, Jules possiede già un’enorme esperienza. Questo è stato il suo primo viaggio alla Réunion. Già dall’inizio dei giochi, il “Ch’ti” ha saputo sfruttare le condizioni hardcore con vento forte ed onda grossa a Ravine Blanche: ha capito il funzionamento dello spot in men che non si dica ed ha cominciato a surfare al massimo da subito. Anche nell’infame Etang Salé, Jules ha sorpreso tutti per la sua scelta e lettura delle onde. A vederlo surfare, sembrava che lo “Sciamano” fosse un vero local del posto! Aggiungi poi uno stile potente ed aggressivo sia in Bottom che in Cut Back, con grossi Aerial e entrate spaventose nelle sezioni critiche e si capisce perchè Jules sia stata la rivelazione di questa Réunion Wave Classic. Per chiudere il tutto in bellezza, “Ch’ti” ha scioccato tutti durante la “Best Jump Session”, in cui ha chiuso 3 doppi Forward, dei giganteschi Backloop 1 hand, e perfino uno spettacolare Wave 360! Attenzione, questo ragazzo va veramente tenuto d’occhio! Julien Taboulet Un Wesh da paura in Free Session quest’anno… “Wesh” conosce questo spot come le sue tasche, in quanto ha partecipato già dalla prima edizione della Réunion Wave Classic. Durante questa terza edizione però è stato piuttosto sfortunato, rompendo spesso e volentieri durante le sue batterie. Esplosivo e radicale durante le Free Session, ma un po’ più rigido durante le prime batterie. Si è però riscattato a bomba nella terza manche, battendo Camille Juban facendo degli Aerial giganteschi a Etang Salé. Sempre potente, con Bottom Turn profondi e Cut Back sempre al limite, Wesh è veramente affezionato a queste condizioni hardcore, tanto che dopo essere uscito due volte in una batteria dalle rocce a Ravine Blanche, le ha ironicamente soprannominate “Wesh Point”, in quanto ci finisce puntualmente ogni volta che rompe qualcosa! E come d’abitudine, il suo atteggiamento positivo e bravura hanno incendiato gli spot durante le varie sessions.


Pierre Godet, “miglior local” di quest’anno.

Il “Wesh Point” a Ravine Blanche. Julien Taboulet, sempre uno dei più radicali!

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“Best Jump session” à Ravine Blanche. A sinistra Jules Denel in un immenso Back Loop; a destra l’ex King of the Lake Colin Sifferlen che si aggiudica la Jump Session grazie ad un esitatissimo doppio Forward.

SQUADRA #3: GODET/HARTMANN/JAMAER

Sylvain Bourlard, local di Reunion alla sua prima esperienza in una competizione internazionale.

Pierre Godet Eletto “miglior local”, papi ha combattuto strenuamente! Con il doppio ruolo di organizzatore e rider da ormai 2 anni, Pierre è riuscito a svolgere al meglio entrambi i compiti! Il veterano, infatti, è riuscito ad organizzare l’evento in maniera impeccabile, dimostrando ancora una volta che è lui il miglior rider del posto. Per la seconda volta, si è ritrovato nelle sue heat contro i due titani Juban e Wesh. Dopo aver perso una volta contro Juban nella prima batteria, è poi riuscito a vincere nella seconda e terza heat contro i rider locali Pichot e Bourlard. Non è però abbastanza per Pierre, che non riesce a guadagnare i punti necessari, finendo col suo team in terza posizione. L’importante alla fine è comunque di essere riusciti a rendere questo evento un vero successo e di aver guadagnato anche il titolo di “miglior local”, deciso dai suoi amici rider! Tom Hartmann Il “grosso” soulrider! Questo ragazzone di 1m90/100 kg è alla sua prima partecipazione. È abituato a surfare qui all’isola vicina di Mauritius e con le ottime condizioni di wavesailing “down the line”. Tom è stato un po’ svantaggio nelle prime batterie con vento più leggero a Etang Salé; poi ha anche avuto un po’ di sfortuna a Ravine Blanche perdendo tempo dopo essersi fatto frullare. L’austriaco ha un buono stile in surfata ed ha tentato il tutto per tutto nella batteria numero 3 con vento più forte a Etang Salé, ma perderà poi contro Wesh e Camille Juban. Anche se non ha guadagnato il massimo dei punti per il suo team, ha comunque fatto delle ottime surfate, prendendosi anche un sacco di onde in testa, ricci e materiale rotto, tutto per il suo team. Tom è rimasto davvero impressionato da questa esperienza che anche lui definisce “hardcore”! Leon Jamaer Un charger sfortunato. Poco conosciuto sulla scena internazionale in quanto non partecipa a quasi nessuna delle tappe di coppa del mondo PWA, il giovane tedesco ventunenne ha sorpreso tutti per il suo stile e coraggio, già dal primo giorno di gara: veloce, potente e cattivo… elementi che rendono Leon un problema per tutti i rider delle altre squadre contro cui però ha perso quasi sempre. Sebbene sia riuscito a fare degli enormi Aerial a Ravine Blanche, non è riuscito a trovare il timing giusto a Etang Salé, spero per sua sfortuna, rompendo anche più volte alberi e vele durante le sue batterie. Leon però ha dato un’ottima dimostrazione delle sue capacità, mostrando a tutti il suo talento nascosto durante la “Best Jump Session”, facendo degli ottimi Forward esitati, Tweaked Pushloop e perfino Pushloop into Forward! Durante la sera della premiazione ha detto che questa è stata l’esperienza più bella della sua vita. 72

I nostri più grandi ringraziamenti agli sponsor e supporter senza i quali questa terza edizione non si sarebbe potuta fare: Région Réunion, Ile de la Réunion Tourisme, Ciel et Terre, Rentus, Quatro, Kit Kat, Réunion Windsurf.

RISULTATI RWC 2011 Miglior team: Steven Pichot/Colin Sifferlen/Camille Juban Miglior pro rider: Colin Sifferlen Miglior rider locale: Pierre Godet Miglior trick: Camille Juban Miglior Wipe out: Camille Juban



arade. Oldtimer P antissima n o zi o m e L’

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SUP race.

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momenti r uno dei acolare pe tt e NALYSIS. sp A S ce ella 48HR Nord e lu d e n io iz d Vento da e di questa più intensi

ski, e Paskow e a Andr indomani m ie s in l’ e iminuire i appuntamento ia che vi r c essa di d r c to a s n d o a i v n d o d u una n idiamo da Nor c e e to a d n r e o v tu it n 0 il Goll vve : Ore 24:0 l Sumereder e n’altra a al PS esta è u ed! e u o a q h iv r a ic r m a M , , rà… tun onca Fiore 7:30 al P ro… stay tiva in C ionata sulla ttina alle prossimo nume rossima iz a p s p m o a p a a z r n m ie ul YSIS m. Parte na band sen (Tea onterò s RS ANAL H allo Slalo o possibile ad u ince Kevin Mevis te fossi racc 8 ia 4 v A il L a L in n V d . LI DE Points il più vic ssion si ; nonosta in Conca TATI FINA Jump Se virata/strambata ta?!?) e ritorno raig Gertenbach io sul secondo… L 77 U IS R g is C n v g o o io e hi l’ha i vanta ta per tic n c d a a Ponale c io i n a ir 64 Points iz a v tr m s F e : e o • r r h p m u 1 a (nd qualc n 300 tyle To e lle mi e o r s a r c e a p e n fa s e r r n F a e to io montagn u T 59 Points s to siz di 2 • AU ets), alle ale in prima po e abbiamo inizia non ha deciso so d r io a z o e r b F2 Rock n p il n 56 Points o u ib o P 3• F n altr tto il on vis o Kevin u o n d s n a to a r ta ts to u u a e a n ie q r k e d iv a c arr o ott 52 Points re p no a a ban 4 • F2 Ro rcarla fi munque abbiam poi la spettacola usa dell e a n c c o c r a e a a a p k o m 51 Points nto e prim cena lo… C 5 • Sha soprave r planar m Shaka, inseguir erso sera è di s te a o i m p r a lt e e risalire a il T 50 Points 6• A tti gli pagab am! V ! I Tea e !! tu T im fa e o o i o r n tr e tr s n m v o a a v e indie e da 49 Points r il n a 30 7 • 045 T on posto pe oca. Un’emozion i 20 e addirittur rezzatura. o a d d n ti o a ta c r n e s 41 Points offe d’ep ro att riali d 8 • Deto ateriale grigliata la on mate r lo stile della lo la e c d r o y d e p r r p o P o con il m d il N 21 Points to 9 • Ne nca e con il le foto ori pe o i li C o o sostenu ig p m in m r e to 0 e i d fo h il Su nale e hanno indsurf, indinfo re 22:0 egasc h io o W no stati c s m o • e s s ll r l 0 fe e o u 5 1 o s d s 4 r n W 0 p g r l! spo rito Fanatic e a del Prize Givin irare proiettate a spettacolare e Sails, Pie next leve azie gli pari me un mm rim 12 - The evue.com ringr e, North er, e a 0 o d g y 2 tt g r e r e P g h il fo g c e o y r Giusto p iamo potuto a eam Shaka con elr Ma k, N a il s t read Stehseg abb a Greta Moby Dic roika. ce il T vi descriv classifica Ge Shaka, nizzatore e, Fanatic, ION, hoot. Vin getto la bellissim meglio che non eT a S la g r r y ia x ie ’o c e P L n S l f Hote solo i annu iemse r k h u s to C S a categoria iaulehn con sog divertente, ma è w : , c o r c to k e te n s l’eve f Cen e dre Pa ntare, p yK p & Sur di Ronn r l’idea più pazza po ecco che An non si può lame o per togliere il aka Sho h S o li e d d g p r e o a m it m o … Sub l’A-Tea ancora am Funb Slalom. della foto nno il Te i organizzeremo che vince! ella gara e il tema che per quest’a c a v e ti n artenza d p u io c La iz e d s n e n a o finale… e Per la prossima seconda volta c la lf… per il Go m Fanatic che è Tea titolo al

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Rider: Filip ippo Besteet etti

Ph: Fotoo Fioorree

SEGUICI SU:

“Lighter than ever”

Th new version The i offth the SSuperstyle t l saililhhas arrived i to the 4th generation. The ambition of this years’s version was to create a more stable profile with the addition of low end power on all sizes, keeping manouverability and control through a lighter weight. The result is a greater feel of power and lightweight, that helps imoproving your planning capability as well the potential of learning new manouvers.

Model

www.robertoriccidesigns.com - info@ robertoriccidesigns.com

Recom. Boom

Recom. Mast

Head

SuperStyle 3.3

Boom (cms) Luff (cms) Battens T.B.C.

T.B.C.

5

T.B.C.

T.B.C.

T.B.C.

SuperStyle 3.7

T.B.C.

T.B.C.

5

T.B.C.

Vogue C75 370

T.B.C.

SuperStyle 4.0

T.B.C.

T.B.C.

5

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Vogue C75 370

T.B.C.

SuperStyle 4.2

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Super Style 145-205

Vogue C75 370

Adjust.

Super Style 4.5

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Super Style 145-205

Vogue C75 370

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Super Style 4.7

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410

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Super Style 145-205

Vogue C75 400

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Super Style 5.0

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Super Style 145-205

Vogue C75 400

Fixed

SuperStyle 5.2

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Super Style 145-205

Vogue C75 400

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Super Style 5.7

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Super Style 145-205

Vogue C75 430

Fixed

Super Style 6.2

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5

Super Style 160-220

Vogue C75 460

Fixed


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Dopo una prima session mattutina al Capo, ero appena uscito dall’acqua quando una bella serie attira la mia attenzione, naturalmente il local Matteo era presente su di essa, dopo uno dei suoi Botton radicali a vela sdraiata vedo che sale su attaccando il picco e staccando un mega Aerial, l’atterraggio è stato imbarazzante! A prima impressione, vedendo il tutto da lontano, mi è sembrato che esattamente durante l’atterraggio Matteo “risdraiasse” la vela ripartendo subito in Botton continuando a

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surfare, ma riguardo la sequenza, catturata naturalmente dalla grande fotografa Adele Frola, vediamo che durante l’atterraggio perde la mano davanti e ciò fa si che la vela gli si sdrai all’istante, penso che io in quel caso sarei “morto” partendo in un mega Wipe Out. Matteo invece no… come se niente fosse puntando con lo sguardo il picco successivo rimette la mano sul boma ripartendo in Botton riattaccando l’onda dove solo lui riesce! Anche se giocavi in casa, un “Grande Matte” te lo meriti!


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HOW TO DO Se si possiede un buon controllo del Back Loop, provarlo ad una mano non è poi tanto più difficile! La difficoltà di questa manovra varia a seconda di quanto a lungo lasciamo la mano staccata dal boma! Mentre sei in andatura punta una bella rampa e lasca un pochino per acquisire più velocità possibile, appena prendi l’onda prima di staccare orza leggermente su questa e imposta un Back Loop normale senza però staccarti dal trapezio. Vi consiglio di usare delle cimette abbastanza lunghe (almeno 28”… io uso le 30”) in modo tale da non essere troppo attaccati alla vela ed avere più controllo in manovra! Nella prima fase di decollo assicurati di avere una buona posizione che ti permetta di controllare bene il tuo rig in manovra, a quel punto sposta la mano posteriore un po’ verso bugna, per controllare meglio la vela e stacca la mano anteriore dal boma. 84

Una volta arrivati all’apice del salto giria la testa e guarda il punto di atterraggio, per evitare di andare in over rotation è fondamentale che in questa fase il braccio sia in linea con la testa. Appena inizia la fase di discesa rimetti la mano assicurandoti una buona presa sul boma, staccati dalle cimette del trapezio, cosa che avviene quasi spontanea quando rimettiamo la mano sul boma, e concludiamo la manovra come un Back Loop atterrando di prua al lasco, aprendo un po’ la vela e spingendo sui talloni!

STEP BY STEP Foto 1: Cerca una bella rampa ripida che ti spari alto come in Back Loop normale rimanendo agganciato al trapezio. Foto 2 - 3: Iniziata la fase di “decollo” e assicurati di essere impostato bene e agganciato al trapezio prima di mollare la mano, a quel punto puoi lanciare la


mano anteriore facendo una piccola torsione con il corpo verso il vento per mantenere l’assetto, controllando la rotazione con la mano posteriore! Foto 4 - 5: Arrivato all’apice del salto devi, come nel Back Loop, girare la testa oltre la spalla e fissare il punto d’atterraggio cercando di tenere il braccio in asse con la testa, l’emozione che si prova in questa fase è a dir poco indescrivibile! Foto 6 - 7: Dopo esserti goduto a fondo questa nuova sensazione bisogna concentrarsi sull’atterraggio, quindi rimetti la mano sul boma, staccati dal trapezio (per rallentare ed evitare di andare in over rotation) e tieni bella salda la presa! Foto 8 - 9: D’ora in poi nulla cambia da un Back Loop normale, fissa sempre con lo sguardo il punto d’atterraggio controllando bene le ultime fasi di rotazione, e

ricordati di allargare la presa per avere più controllo. Foto 10 - 11: Atterra di prua al lasco e appena impatti l’acqua apri la vela e spingi sui talloni!

CONSIGLI Eseguire il Back Loop ad una mano aumenta la velocità di rotazione della manovra, dobbiamo quindi controllare e dosare bene la rotazione con la mano posteriore e girare la testa all’apice del salto e non quando stacchiamo la mano, altrimenti il rischio di over rotation è molto alto! Quando abbiamo preso confidenza con questa manovra dobbiamo cercare di tenere la mano staccata dal boma per più tempo ad ogni tentativo fino ad eseguire anche l’atterraggio ad una mano sola! Questa manovra migliora tantissimo il timing del Back Loop normale! 85


SHAKA FLAKA Innanzitutto assicurati di saper chiudere Flaka e Shaka ad occhi chiusi. Non utilizzare una vela più grossa della 5.0 ed una tavola tanto più grossa dei 100L, in quanto hai bisogno di potenza e proiezione per saltare nuovamente. Cerca anche di trovare una zona d’acqua piuttosto piatta e vicino a riva, in modo da avere lo scenario ideale. Cerca di visualizzare il trick già quando sei in spiaggia prima di entrare a provare e concentrati sulla transizione dalla Shaka alla Flaka. OK. Vai a tutta velocità per staccare nella Shaka. Utilizza un chop molto piccolo e cerca di staccare in lungo piuttosto che in alto, permettendoti di aver maggiore proiezione e saltare nuovamente. Gira la Shaka e comincia a spingere sulla prua quando hai girato poco più di 180° della rotazione finale. Sposta il peso leggermente a prua e controlla la rotazione della Shaka, preparandoti a staccare nuovamente, tenendo la vela piena e 86

pronta ad esplodere. Appena atterri, spingi nuovamente sulle ginocchia e rimbalza per innescare la seconda rotazione della Flaka. Fai il tutto molto velocemente, senza bisogno di saltare troppo in alto. Per rendere il trick davvero dinamico e bello da vedere, hai bisogno di ruotare col fisico e la vela in potenza, in aria, girando la testa sottovento per far seguire il corpo. Spingi sul braccio posteriore mentre continui a girare tutto il corpo sottovento. Unisci le due manovre singole continuando a spingere sulla mano posteriore e sfruttando tutta la potenza della vela per ruotare in aria e supportare la rotazione del fisico. Così facendo, la rotazione diventa sempre più aerea e d’impatto, fino all’inverosimile. Se fossi Gollito, faresti la seconda rotazione quasi come una Air Flaka completa, senza nemmeno bagnarti le caviglie. Surreale e assolutamente ad altissimo livello. Se dovessi chiudere questo trick al tuo home spot, iscriviti alla prossima tappa di PWA!


FLAKA PONCH Sinceramente non ho mai chiuso una Flaka into Ponch ma è da un anno che ormai sempre più gente riesce a chiudere questa combinazione. Il trick è sicuramente uno dei più radicali e ricercati ma vedendo come Gollito li fa, tutto sembra possibile e comprensibile. Ancora una volta, la chiave per chiudere la manovra correttamente è la condizione giusta che lo permetta. È importante infatti avere tavola e vela piccola, con vento forte ed acqua piatta, rendendo il secondo stacco più facile. Cerca di andare alla massima velocità su acqua più piatta possibile e imposta tutto come una Flaka, cercando però di non andare troppo al lasco, altrimenti neutralizza troppo la potenza nella vela, rendendo difficoltoso lo stacco del Ponch.

Vai leggermente al traverso lasco prima di staccare per la Flaka. Concentrati poi sull’atterrare e girare i primi 360 gradi a tutta velocità e quando la vela riprende la massima potenza, stacca nuovamente per il Ponch. Il timing è sicuramente la parte più critica e decisiva dell’intera manovra. Stacca ed infila l’albero nel vento verso poppa, utilizzando tutto il corpo, specialmente la testa e le spalle per impostare e completare la rotazione con potenza. Se segui questi consigli alla lettera, la chiuderai anche tu. Non dimenticare, è importante chiudere sia Flaka che Ponch ad occhi chiusi e poi capire il timing e la transizione in mezzo alla combinazione per chiudere il tutto correttamente. 87


La bellezza di un grande Aerial Off The Lip è senza tempo e va al di là delle mode. Quindi, se proprio doveste desiderare una sola cosa nel windsurf, desiderate un Aerial perché rappresenta il gioiello più importante della corona di un wave rider che si rispetti. Infatti, questa è la manovra che richiede più esperienza, dedizione e soprattutto timing a prova di bomba! Questo perchè se impattate l’onda troppo presto non riuscirete a staccarvi dall’acqua, ma se invece impattate il lip troppo tardi molto probabilmente vi ritroverete a esplorare il tubo dell’onda ed il fondale. Se colpirete l’onda col giusto timing vi ritroverete proiettati in aria in un esperienza a dir poco esilarante. Ancora una volta le condizioni ottimali sono rappresentate da vento side-offshore, mentre è davvero difficile riuscire ad eseguire questa manovra in condizioni più onshore. Esistono due varianti della manovra: il primo è l’Aerial Classic (vedi sequenza fotografica 1), il secondo è l’Aerial Board Kick (vedi sequenza fotografica 2), più difficoltoso del primo. Ora vi spiegherò meglio il Classic Aerial Off The Lip. Per piazzare un buon Aerial la prima cosa da fare è allargare la presa delle mani sul boma dopo il Bottom Turn (analizzato nel capitolo 1), a questo punto dovete ritrovarvi sparati alla massima velocità sul lip dell’onda, perché avere una velocità

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elevata è essenziale per la buona riuscita della manovra. Mantenetevi dunque sempre vicini al face dell’onda a tutta velocità, poi con un buon tempismo dovete andare a colpire il lip nel momento in cui l’onda sta per frangere, e vi ripeto ancora una volta di farlo con la massima velocità possibile. In questo modo il lip stesso colpirà la vostra tavola e vi proietterà in aria. Appena vi staccate dall’onda cercate di raccogliere le gambe e di mantenere il vostro peso esattamente a metà fra il piede anteriore e quello posteriore. Questo vi aiuterà a mantenere un buon equilibrio in volo. AIRTIME. Mantenete le gambe raccolte ed aggrappatevi alla vela utilizzandola come un’ala e tenendola bella cazzata sopra la testa. Nel momento dell’atterraggio tenete lo sguardo fisso sul punto in cui andrete ad impattare l’acqua, cominciando a distendere le gambe, che vi serviranno da ammortizzatori durante l’atterraggio ed alleggerite il peso sulla vela. Infatti, quando la vostra tavola impatterà l’acqua con violenza dovrete flettere le ginocchia per ammortizzare il colpo, cercando allo stesso tempo di appoggiarvi il meno possibile sul boma, mantenendo equilibrio e concentrazione per uscire indenni dalla schiuma. Dopo l’analisi del Classic Aerial, parliamo della variante più complessa e difficile, l’Aerial Board Kick. Questa


stupenda manovra è un'altra grande prova di grossa coordinazione e potenza fisica. Anche per questo Aerial serve tanta, tanta velocità e questo perché dovete andare in orbita con la vostra attrezzatura. Infatti, dopo l’impatto con il lip dell’onda, la maggiore altezza rispetto al Classic Aerial vi serve per calciare in aria la tavola adeguatamente ed avere poi il tempo e lo spazio necessari per raddrizzarla prima dell’atterraggio. Per prima cosa nel Bottom dovete tenere il busto vicino al rig, tagliando l’onda longitudinalmente in piena velocità ed invertendo il bordo della vostra tavola verso l’interno dell’onda per andare ad impattare il lip della stessa. Questo impatto, dovuto alla grande velocità, fa letteralmente esplodere l’onda come si evince dallo spray spazzato dal vento nella sequenza fotografica. Inoltre, in questa fase iniziale, prima di impattare il lip, il vostro sguardo andrà attraverso la finestra della vela, verso la sezione dell’onda che si andrà a colpire, tenendo le gambe rigide per trasmettere tutta la spinta necessaria per salire verticali sull’onda. Dopo aver impattato l’onda e guadagnata quindi una certa altezza, raccoglietevi con tutto il corpo e le gambe vicino all’attrezzatura. In questa posizione, già di per sé altamente spettacolare, raccolti in aria sopra l’onda, con un gesto atletico stile kung-

fu, dovrete scalciare forte verso l’alto con il piede posteriore la vostra tavola, mantenendo la vela nella stessa posizione. Ora il vostro sguardo deve essere rivolto verso la base dell’onda, mantenendovi pronti a qualsiasi evenienza. È BOARD KICK! Nella fase successiva al board kick, si inizia il recupero delle gambe raddrizzando il busto e il rig per prepararsi all’atterraggio. Quest’ultima fase nasconde però un’insidia dal momento che, data l’altezza, si è un po’ in ritardo e quindi si atterra quasi sempre nel punto in cui l’onda sta chiudendosi, trasformando il board kick in un floater obbligato in mezzo alla schiuma dell’onda già franta. A questo punto, con la vela ben cazzata, con un po’ di sangue freddo ed una grande determinazione è necessario completare al meglio il rientro. Tale rientro in gergo surfistico viene chiamato “free fall”, ossia caduta libera. Bisogna rimanere ben rigidi e mantenersi saldi all’attrezzatura perché la schiuma che ovviamente si impadronisce della vela rende durissimo il già difficile compito di chiusura della manovra. Lo sforzo è enorme ma alla fine, liberando la vela dalle schiume, si porta felicemente a termine questo “aerial board kick-floater freefall”. Have Fun! and “GO FOR IT”.

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DOVE ANDARE? … Mentre fuori piove e fa freddo, il cielo plumbeo di febbraio aiuta la mente a vagare sui ricordi e sulla voglia di nuove onde e nuovi popoli da visitare. Per la tribù dei windsurfer il mondo altro non è che un posto dove le perturbazioni si rincorrono creando le condizioni per conoscere nuovi spot! Skype si accende, è Gianluca, Boss della WindJeri, contemporaneamente a Francone… la conversazione è vaga ma subito punta all’obiettivo, dove andare per 90

spaccare la monotonia dell’inverno! Mentre l’Italia è spazzata dalla neve, noi mettiamo giù il piano “antinoia” e dopo un breve confronto nasce subito l’idea, Franco dice: “che ne pensi del Madagascar?”. Ecco che si mette in moto la macchina del windsurf e subito mi viene in testa il trip che hanno fatto Fabio Calò e Mattia Pedrani… la telefonata con Fabio è chiarificatrice ed il Madagascar diventa la nostra meta per maggio 2011. Per dare un po’ l’idea del posto, il Madagascar è un territorio che milioni di

anni fa si è “staccato” dalla Pangea dando origine ad un luogo unico con una biodiversità incredibile e meravigliosa, ma allo stesso tempo l’isola è rimasta molto scollegata dal progresso e dalla tecnologia oramai normale per noi popolo della rete e della telefonia cellulare. Quindi, la prima cosa da assimilare è la difficoltà di comunicare dalle location di windsurf con il continente europeo, Internet c’è solo nelle grandi città ed anche per questo motivo si prospetta un viaggio unico nel suo genere.


La laguna davanti all’Eco Lodge Babaomby nel Mer d’Emeraude, spot perfetto per il Freestyle e lunghe planate!

MADAGASCAR Le location ideali per la pratica del windsurf nella parte nord dell’isola sono principalmente due e sono vicine a Diego Suarez: una si chiama Babaomby e l’altra Sakalava. Il viaggio per arrivare in Madagascar è lungo e pesante: Bologna, Parigi, poi il salto verso Antananarivo, capitale del Madagascar, e via verso Diego Suarez. La prima parte della permanenza in terra malgascia sarà presso il Babaomby Eco Lodge e la seconda a Sakalava! Per non rendere noiosa la lettura di questo report ci soffermeremo poco sul viaggio e su Babaomby visto che il report pubblicato da Funboard Magazine era molto esaustivo mentre racconteremo più approfonditamente la permanenza presso Sakalava.

BABAOMBY, UN POSTO DA SOGNO Babaomby Lodge è una bellissima invenzione di Nicolas Martin, francese e un po’ guascone, ragazzo simpatico e molto raffinato nelle cose che fa; al Babaomby Lodge molti sanno già che non prendono

Il Team al completo!

i cellulari e che ci si arriva, dopo 50 minuti di navigazione a bordo di dubbie imbarcazioni di pescatori, all’interno della baia per poi arrivare sempre dentro il reef in un posto magico fuori dal mondo dove tutto è organizzato con maestria a dispetto delle poche risorse che la terra offre. Una vacanza dove si mangia quello che il pescatore assoldato da Nicolas prende con un fucile ad elastico, dove la tavola per cena è sempre perfettamente apparecchiata da uno staff attento in grado di fornire ogni bontà che il mare possa offrire accompagnando il tutto addirittura con freschissimo vino francese… una meraviglia! La sera al tramonto si accendono le lampade a petrolio creando un’atmosfera magica e si sta tutti nella zona living, dove si mangia allo stesso desco discutendo della giornata windsurfistica, in barba a tutte le convenzioni internazionali, confrontandosi con francesi, sudafricani, americani e chi ne ha più ne metta. Per la notte si dorme in tende “chiuse”, data la possibilità di incontrare qualche scorpione 91


Edvan Sousa in Push Loop Tweacked a Sakalawa.

non mortale ma molto doloroso. Attenzione quindi alle scarpe e alle borse aperte. Solitamente al mattino ci si alza all’alba e si comincia. Il vento quando soffia è forte e costante, mure a dritta, sulla laguna si può fare dell’ottimo freestyle, oppure decidere di dirigersi verso lo spot wave con onde perfette anche se un po’ lontane da riva, con un bordo solo, in tutta sicurezza all’interno del reef, si arriva comunque al point break. Quando fai il bordo per uscire davanti all’isoletta, ultimo baluardo di civiltà, si passa su di un mare che sembra finto e si possono vedere razze enormi sotto la tavola e una spiaggia degna delle più fervide immaginazioni, ma il bello arriva quando viri! Qui siamo in paradiso e davanti a voi avete onde perfette con vento side. La condizione che abbiamo trovato era bella ma molto “safe”: circa due metri che srotolavano tranquilli su un reef a tavolato dove in condizioni di bassa marea non si arriva mai sotto il mezzo metro di acqua e con l’alta marea addirittura in alcuni punti non si tocca! Chi fa Wave sa bene che

questa caratteristica lo rende un posto abbastanza tranquillo. Mai dimenticare però che non siete a Maui, qui farsi male può essere un problema e le strutture di soccorso sono poche e molto lontane. Quindi state tranquilli senza mai esagerare. I ragazzi del Windjeri team saltavano come delle quaglie su quei bomboni, Edvan con i suoi “Back” stellari e Cico con un “Ponch” appresso all’altro, mentre Gianluca “sfowardava” a gò gò io nel mio piccolo ho fatto il mio e mi sono divertito veramente molto. Raimondo non si perdeva un’onda. Quest’anno avevamo anche un kiter a seguito per la “par condicio”, un ospite che si è veramente divertito in questo paradiso. Insomma come direbbe un mio amico: “Babaomby omologato”.

SAKALAWA, LO SPOT GIUSTO PER VOLARE ALTO Il tempo scorre e quindi si torna verso la civiltà e ci dirigiamo dopo 7 giorni verso Sakalava che si trova un po’ più vicino alla “city”. Noi tutti ci aspettavamo

Freestyle session nella laguna di Babaomby.

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un posto un po’ meno “wild” ed infatti non ha deluso le aspettative. Siamo arrivati la sera e ci siamo rivolti al “ROYAL SAKALAVA” una struttura sulla spiaggia gestita da Lucas, anche lui francese ma dai tratti somatici asiatici, accompagnato nella gestione dalla sua graziosissima compagna. Qui si cena con menù alla carta, poche pietanze ma molto succulente, a partire dai granchi reali per arrivare alla carne di Zebu (simile ad uno gnù africano), luce tutta la notte e spiaggia da sogno. Il nostro rimessaggio era la spiaggia davanti alle casette dove si lasciava tutto montato preferibilmente all’ombra per preservare le attrezzature dal cocente sole subequatoriale. Lo spot si trova di fronte al lodge e ci si arriva con un bordo solo, il vento è leggermente da mare e permette salti spaziali e surfate solo per i più esperti. Qui torna in ballo il Gaspero che con la vela aperta quasi bugna avanti chiude dei Cut Back al limite! Questo spot è favoloso per saltare e il team WindJeri ha dato il meglio di se: Edvan ha stupito


Raimondo in Back Side a Sakalawa.

per le altezze dei suoi Push Loop, Ray evergreen con Back e Forward a gògò. Mentre Chico Bento, king of capoeira, si concentrava più sul Wavefreestyle con Shove-It e anche Crazy Peat esagerati !Io ho fatto del mio meglio divertendomi un macello!! Lo spot è molto facile, puoi addirittura tornare a terra a bere o a cazzare la vela in un battibaleno e via di nuovo, si possono fare tranquillamente due session giornaliere e se ne avete voglia anche il tramontino. A Sakalava c’è posto per tutti e lo spot è ottimo anche per i photoshooting, visto che proprio sul picco c’è un isolotto che fornisce un particolarissimo punto di vista per i salti presi da sottovento ad un’altezza di inquadratura di circa 10 metri, la luce è perfetta ed i colori sono spaziali. Sakalava può essere una buona soluzione anche per fidanzate o mogli che possono prendere il sole mentre voi surfate! Altra cosa da segnalare è che la vita è molto più economica che in Europa… Il Madagascar è una terra piena di colori, odori ed animali stupendi, gente ospitale, di grande povertà Le eco tende di Babaomby.

ma ricca d’animo, e natura mozzafiato. Una terra dai mille contrasti dove tutto sembra essere in un ordine caotico ma naturale, in ogni caso, qualunque sia la vostra opinione sulla vacanza ideale, questa terra vi resterà nel cuore e vi ricorderà la grandezza di Dio! Frank, Ray and WindJeri Team.

TRAVELLER INFOS: • Volo: Roma/Milano/Bologna-Parigi, Parigi-Antananarivo, Antananarivo-Diego Suarez. • Trasporto attrezzature: per il volo Air France fino ad Antananarivo la vostra attrezzatura di massimo 32 kg in una singola sacca vi costerà 200 euro ad andare ed altrettanto a tornare, mentre la tratta interna da Antananarivo fino a Diego Suarez circa 30 euro da contrattare. Il vostro bagaglio personale deve essere di 20 kg, anche se Air France ve ne concede 2 da 20 Kg, Air Madagascar che opera la tratta interna, ve ne concede solo 1 da 20 Kg. Il rimessaggio davanti casa di Sakalawa.

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Sakalawa, interminabili jump session. Raimondo in Forward.

• Lingua: la lingua ufficiale è il Malgascio, il francese è molto diffuso. Pochissimi parlano inglese. • Fuso orario: meno 2 ore rispetto all’Italia. • Moneta: 1 euro = circa 2300 Ariary. • Periodo migliore: da aprile a novembre. I mesi di luglio, agosto e settembre sono i migliori con quasi il 100% dei giorni sopra i 4 btf. Il mese di maggio quando noi eravamo lì non è il più ventoso ma comunque siamo usciti in mare con la 5.0 per 6 giorni su 10. • Temperatura: sui 27 gradi! Sulla spiaggia 30 gradi. Stessa temperatura per l’acqua! • Onde: il periodo migliore per le onde è da luglio a ottobre. • Quiver: un freestyle piccolo sui 90 litri e un wave sui 77 litri. Vele dalla 4.2 alla 5.3. • Accomodations: BABAOMBY LODGE, www.babaomby.com. SAKALAVA, Facebook: royalsakalava. royalsakala@gmail.com • Raccomandazioni: non tentate il trasporto di souvenir particolari tipo camaleonti vivi o simili, vi fermeranno di sicuro, sono molto attenti e sono severissimi. Special thanks to: WINDJERI TEAM (il main sponsor). MANUZZI VIAGGI di Cesena, in particolare Alida Parrino, che ha organizzato il volo aereo. BABAOMBY LODGE ed in particolare Nicolas Martin che ha accolto con simpatia il WindJeri Team. ROYAL SAKALAVA ed in particolare Lucas e Nadia, sempre attenti ad ogni esigenza dei propri ospiti. 94



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FOUR TIME WORLD CHAMPION

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