6:00AM skateboard Culture magazine N 60

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FEBBRAIO / MARZO 2012 / ITALY € 4.50 daniele galli / blunt to fakie / ph.osde

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DIRETTORE RESPONSABILE CRISTIANO ZANNI / c r i s t i a n o z @ h i p o w. c o m CAPO REDATTORE ALESSANDRO REDAELLI / a l e r @ 6 a m . i t ART DIRECTOR MATTEO DI NISIO / m a t t e o d @ 6 a m . i t IN REDAZIONE JACOPO ATZORI / j a c o p o @ 6 a m . i t FOTOGRAFI SENIOR CRISTIAN ‘OSDE’ BENZONI, ENRICO RIZZATO & FEDERICO ROMANELLO TESTATA w w w. l u c a b a r c e l l o n a . c o m HANNO COLLABORATOTESTI / ERIC ANTOINE & DAVIDE FRASSINE IMMAGINI / ERIC ANTOINE, GIULIANO BERARDUCCI, CARLO CASSAN & JULIEN DENIAU

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CONTENTS SERGIO REINHARDT LEVITATION TO TAIL BASH PHOTO ANDRÈ LUCAT

10 Waiting Room 12 Behind The Cover 20 Frame Reordering 22 Scene Support Luca Bortolato 28 Worldwide Connection 30 Sound Colle Der Fomento 32 News 36 Facilities 38 Our Things El Santo Skateboard

8 CONTENTS 6:00AM SKATEBOARD CULTURE MAGAZINE

40 News 42 How To Bomb A Cat 50 No Patinar Ès Un Crim! 60 Enimol Tour 66 Rob Maatman Profile 74 Sud Tirol Goes On! 78 Croisière Avec Girl 84 Focal Plane 94 Display



WAITING ROOM SEBA ROSSI / FEEBLE • PHOTO / CARLO CASSAN • WORD / ALESSANDRO REDAELLI Un curioso parallelismo di attualità si potrebbe fare buttando l’occhio alle notizie che riguardano il nostro Paese in questo periodo: bisogna usare un po’ di duttilità mentale e bisogna anche districarsi correttamente tra i segnali mediatici che ci raggiungono dall’estero, sia in campo politico che in campo ‘skateistico’... La copertina del Time della scorsa settimana è interamente dedicata al Dott. Mario Monti, che per chi non lo sapesse è il Premier del nostro Paese dopo la caduta del silvione. Il faccione del Mario nazionale è accompagnato da un titolone che recita: ‘Can this man save the Europe?’ (può quest’uomo salvare le sorti dell’Europa?). Lo stupore si fatica a trattenere: infatti per la prima volta dopo una decina d’anni, un Premier italiano viene trattato con rispetto e dignità. Sapete com’è: noi non siamo abituati... Negli stessi giorni la rivista Kingpin, che per chi non lo sapesse è il più autorevole organo di comunicazione nel mondo dello skateboarding europeo, ha pubblicato diversi contenuti sia cartacei che online che trattano della costruzione di spot DIY in giro per l’Europa. Gran parte di questi contenuti sono dedicati al Creedence DIY skatepark di Castrezzato, Brescia.

10 WAITING ROOM

Il risultato è’ una bomba: super rispetto ed apprezzamento internazionale per il lavoro di Kendall, di Seba Rossi, del Lerry, del Canela e di tutti gli altri che hanno partecipato e partecipano a quello che ad oggi sembra essere il miglior progetto nazionale inerente allo skateboard. Sarebbe Impossibile negare di aver provato emozione vedendo le interviste online ai ragazzi di Brescia e sarebbe sbagliatissimo dimenticarsi di essere orgogliosi, almeno per una volta, di una cosa successa all’interno della nostra scena. Il Lavoro dei boys di Brescia è encomiabile, unico ed insegna a tutti come l’impegno, la passione e la serietà siano la chiave per raggiungere qualunque obiettivo, anche con pochi soldi. Alla faccia di tutti i costruttori d’Italia. Ora: sostenere che l’encomio del nuovo premier e i lavori del Creedence siano in qualche modo collegati non è il nostro intento, ne tanto meno vogliamo supportare nessuna fazione o gruppo politico, semplicemente annotare due figure positive che il nostro Paese ha fatto in quest’ultima settimana. Quindi Grazie Marione e grazie soprattutto a tutti gli skateboarder che hanno partecipato alla costruzione del CREEDENCE skatpark. Le parole giuste sono: siamo tutti orgogliosi di voi!!!



BEHIND THE COVER

L

A PRIMA VOLTA CHE VIDI QUESTO SPOT FU QUALCHE ANNO FA: NE CONOSCEVO L’ESISTENZA TRAMITE DAVIDE GUARNERI E LO PROPOSI A KENDALL PER UNO SCATTO PER LA SUA INTERVISTA SU 6:00AM. IL QUARTER IN QUESTIONE È IL PERIMETRO DEL PARCHEGGIO SOPRAELEVATO DI UNA BANCA, UN PARCHEGGIO PRIVATO, OVVIAMENTE, CON TANTO DI CANCELLATA E TELECAMERE DI SORVEGLIANZA. SOLITAMENTE NON SONO MOLTO AVVEZZO ALLA VIOLAZIONE DELLE PROPRIETÀ PRIVATE NELLE MIE IMPRESE FOTOGRAFICHE, MA GIÀ SAPEVO CHE IN QUESTO CASO NE SAREBBE VALSA LA PENA...

DANIELE GALLI / BLUNT TO FAKIE/ WORD & PHOTO OSDE

Il primo passo da affrontare è l’oltrepassare la recinzione, nel punto a ridosso dello strapiombo, basta mettere i piedi al posto giusto ed eccoci di là, meno complicato del previsto, per ritovarsi davanti questi 30 metri di curva bella secca. La prima cosa che ti viene in mente è dare uno sguardo al di là del cornicione, giusto per fare un macabro sorriso al pensiero della peggiore conclusione della giornata; quell’abbondante decina di metri che ti separa dal suolo ti consiglia solo di non fare il coglione. Ed è proprio lì che io decido di mettermi a fotografare, seduto sullo spigolo della balconata con mezzo culo sporgente nel vuoto e il buon Davide seduto sotto di me a tenermi per le gambe. Ammetto di essermi cagato un po’ addosso e aver trascorso ogni secondo con la speranza che il trick fosse chiuso al più presto. Nulla di storto per quel giorno da riportare ai posteri, solo sorrisi e la foto del layback fs rock pubblicata. Ricordo che ai tempi dell’uscita di quell’intervista Daniele Galli fu subito incuriosito dallo spot, chiedendomi dove fosse e invitandomi a scattare qualcosa con lui proprio lì. Tra una cosa e l’altra sono passati anni, fino al giorno in cui Danny chiede a Davide Guarneri di accompagnarlo al quarter, coinvolgendo anche me nella sua missione. In verità ci siamo andati due volte, una di ricognizione, per capire che lo spot era skateabile solo con l’ausilio di un lamierino a causa del cornicione sporgente, e la seconda dove abbiamo prodotto lo scatto della copertina. Questa volta per me l’impresa è stata meno insidiosa: per portare a casa una foto differente dalla precedente (quella di Kendall) non ho fatto nemmeno lo sbattimento di scavalcare, né di stare in bilico da qualche parte ma sono rimasto tranquillamente ai piedi del palazzo, mentre Danny e Davide provavano i trick. Dopo un mayday e una tavola volata giù dalla balconata, il Galli si porta a casa blunt to fakie, mentre Guarneri (nella foto a sinistra) chiude five-o per la sua foto ricordo...

12 // 6:00AM Skateboard Culture Magazine





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Frame reordering

T ON’ RD O CE DO UEN ! Q E S TH THE E MON TH OF

TECH TRICK WITH: Andrea Colzani / nollie heelflip tailslide flip out photo Alessandro Redaelli

20 // 6:00AM Skateboard Culture Magazine

DO... 1 / Per fare un trick tecnico bisogna avere bene la base: per tail flip out bisogna sempre avere il tail pop out.

2 / Essere concentrati e non pensare a nulla a parte che alla tavola e al trick mentre lo stai provando: questo è importantissimo perchè se pensi ad altro i trick non vengono...

& DON’T... 1 / Inventarsi un trick impensabile mai provato prima, per poi ‘incastrarsi’ e provarlo tutto il giorno... 2 / Se vai allo spot e ti porti tutta la compagnia, alla fine ti romperanno tutti i coglioni e finirai col doverti concentrare perfino sulla rincorsa: risultato... Trick fottuto!!!



LUCA BORTOLATO / FEEBLE FS SHOVE-IT OUT WORD & PHOTO OSDE

Ciao Luca, presentati ai lettori di 6:00AM... Mi chiamo Luca Bortolato, ho 18 anni e vivo a Castelfranco Veneto. Dove e con chi skatei di solito? Solitamente skateo allo skatepark di Castel con Samir, Angelo, Joseph e Fabio. Quanto è stimolante skateare con Fabio Montagner? Eheheh... sì devo dire che è piuttosto stimolante, anche solo il fatto di arrivare al park e vederlo skateare duro...

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Quanto è stimolante fare festa con Fabio Montagner? Far festa con Fabio regala sempre emozioni e disagi di vario genere. Chi ha provato può capire, ahahah!

Chi sono i tuoi punti di riferimento? Dopo quello che ho scritto dovrei dire Fabio, eheheh! Comunque non credo di avere dei veri e propri punti di riferimento se non la mia tavola...

Quanto è importante per uno skater giovane come te avere una scena attiva e organizzata come quella veneta? È molto importante avere dei punti di riferimento, dalla gente che ti aiuta e ti motiva ai vari park che ci sono nei dintorni, credo sia differente per quelli che attorno non hanno niente e nessuno.

Chi sono gli skater emergenti del Triveneto? Chi sta spingendo molto ora sono Alvin Francescato e Samir.

Che fai nella vita oltre a skateare? Studio per finire quest’ultimo anno di scuola superiore e sto con la mia ragazza. Obiettivi per il 2012? Onestamente, ora come ora, la vedo dura darmi degli obiettivi; prendere la patente, finire la scuola e magari dopo trovarmi un lavoro o andare ad un’università che mi permetta di continuare a skateare o andare in qualche paese europeo...




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WORLDWIDE CONNECTION Lucas Quesnel Keller • Word & Photo Alessandro Redaelli Ho incontrato Lucas per caso, come succede in parecchie occasioni. La solita filastrocca: c’è l’amica di un amico che conosce un tipo americano che cerca qualcuno con cui skateare qui a Milano... Ho avuto il piacere di girare parecchi spot e skatepark con lui, ogni session lasciava il tempo per conoscersi e scambiarsi parole ed idee. Più parlavo con Lucas e più mi persuadevo che avesse un sacco di cose interessanti da dire, rimanevo quasi affascinato dalla possibilità di guardare la mia realtà quotidiana attraverso gli occhi di uno skater, artista e giramondo proveniente dalla California. Il risultato di queste giornate spese insieme lo trovate in queste due pagine che vi daranno la possibilità di fare un giro, nelle sensazioni di un americano a Miilano...

Introduciti ai nostri lettori... Mi chiamo Lucas Quesnel Keller, sono nato in una piccola casa sulle montagne della California settentrionale l’otto marzo del 1982. Dopo aver passato i primi anni della mia vita correndo libero sulle montagne, quando avevo circa tredici anni incontrai lo skateboarding. Mi ero appena trasferito a Ukiah, una piccola città a due ore a Nord di San Francisco. Non c’era molto da skateare e si doveva sempre a scappare dalla polizia. Non so quante volte mi hanno sequestrato la tavola o multato per lo skateboarding. Sono arrivato in Europa ed in Italia per la prima volta nel 2004, poi ho fatto avanti e indietro finchè nel 2005 ho incontrato la mia ragazza a Firenze, dove frequentavo una scuola di cucina. Nel 2007 ci siamo trasferiti in Islanda, il suo paese natale. Abbiamo vissuto lì per tre anni, con una pausa di sette mesi durante i quali abbiamo viaggiato nel Sud Est dell’Asia ed in Nepal. Ho portato la tavola ovunque laggiù, ma ho avuto poche occasioni per skateare. Ho skateato per le strade di Bangkok, attaccandomi al retro di taxi stranissimi e mi son fatto una skateata su una flatbar sotto un ponte con dei ragazzini in uniforme scolastica...

28 // 6:00AM Skateboard Culture Magazine

Immagino che skateare nel traffico di Bangkok sia come skateare nel traffico di Napoli, caos totale... Parlami delle sensazioni che hai provato nel vivere e skateare in Italia. Sono arrivato in Italia la prima volta per lavorare presso alcune fattorie biologiche in giro per il paese. Nel tempo libero dalla fattoria mi spingevo in tavola, skateando tutto quello che potevo trovare. Sono ‘inciampato’ in MC per forza di cose tra un treno e l’altro, a Genova ho trovato un full pipe, e facevo downill dalle colline. Ho skateato i bank di mattoni a Perugia. L’Elbo di Bologna è bello, così come tanti altri street spot che ho trovato. Il lato peggiore di skateare in Italia è che ci sono sassi ovunque nelle strade. Non so quanti spot ottimi ho trovato che erano impossibili da skateare per le piastrelle: sassi e crepe continue. Per lo più ho skateato da solo perchè allora non conoscevo nessuno skater qui... Una cosa che amo dello skateboarding è la fratellanza. Non importa dove vai, quando incontri altri skater ti aiutano in tutti i modi che possono. Ho scoperto che anche qua in Italia la gente è davvero ‘super cool’.

Mi ricordo che qualche anno fa, tornavo a casa dal Rototom Sunsplash, camminavo nel bel mezzo del nulla e un paio di ragazzi mi hanno dato un passaggio solo perché hanno visto il mio skateboard! So che hai avuto molte esperienze di viaggi interessanti, ti va di parlarne? Come ho detto prima, io e la mia ragazza abbiamo viaggiato attraverso il Sud Est dell’Asia e in Nepal per sette mesi. Abbiamo lavorato in una bio-fattoria in Thailandia, una al Nord e una su una piccola isola al Sud. In Nepal siamo andati a visitare un grande tempio Hindu di Kathmandu e ci siamo trovati nel mezzo di un grandioso festival del sacrificio alla Dea Kali. È la dea della morte, ma anche di tutta la vita dall’inizio alla fine. Inizialmente ci siamo imbattuti nei falò funerari dove, durante delle cerimonie aperte, i cadaveri venivano cremati e ne venivano sparse le ceneri nel fiume. Mentre stavamo lì le ceneri dei defunti ci piovevano letteralmente in testa. Abbiamo deciso allora di camminare fino ad un piccolo tempio vicino e abbiamo scoperto che qui sacrificavano animali...

Appena ci siamo avvicinati abbiamo visto un monaco sgozzare una capra, e con la capra dilaniata in mano faceva dei giri in modo che il sangue disegnasse dei cerchi, per poi infine tagliarle completamente via la testa e bruciarla a degna conclusione della cerimonia. La vista di così tanto sangue fresco è stata ipnotica, una ‘bellissima terribile’ esperienza. Una cosa divertente sono i Sadhus, sacerdoti Hindu, stanno sempre seduti in giro fumando erba buonissima e cercando ragazze che si siedano sulle loro gambe per fare foto. Momenti impagabili... Concluderei con la colazione alle sei del mattino a quattromila metri osservando il panorama della vallata dell’Himalaya: neve fresca che spolverava gli alberi e i primi raggi di sole che passavano attraverso le montagne. Il fulcro del viaggio stesso... Parlami dello skateboarding e dell’arte: spesso sono due forme di espressione e vanno mano nella mano... Personalmente lo skateboarding mi ha costretto a vedere il mondo per sempre sotto una luce diversa. Riassumo la realtà in forme ed angoli, il mondo è il mio parco giochi!


Lucas ha scelto e quasi ‘scoperto’ lo spot dove gli ho scattato questo OLLIE WALLIE. Sono cresciuto in questa zona e questa scultura è sotto i miei occhi da una vita. Ma due occhi nuovi sanno interpretare diversamente la città...

Mentre sono in macchina sull’autostrada ‘fingerskateo’ nell’aria grindando qualunque cosa passi dentro al finestrino... Lo skateboarding mi farà rimanere giovane per sempre! Non so cosa dire riguardo alla mia arte: provo ad esprimermi, mentre creo immagini che mi piace guardare. Come lo skateboarding, è un processo in evoluzione. Per me lo stile è una parte importante dell’arte e dello skateboarding. Essere semplicemente capaci di far qualcosa non è abbastanza.

Se vuoi fare qualcosa, fai che sia piacevole da vedere. Non mi aspetto che nessuno sia d’accordo con me, ma è ciò che sento! Qual é la più grande lezione che hai imparato dallo skateboarding e dall’arte? Fai quello che vuoi e come vuoi: la gente dirà sempre stronzate!

Skateboard Culture Magazine 6:00AM // 29


SOUND COLLE DER FOMENTO

WORD ALESSANDRO REDAELLI & PHOTO ENRICO RIZZATO

C’è sempre caciara sopra il Colle? Masito: Crescendo abbiamo lasciato che la caciara scorresse forte in noi come la forza, ma una caciara sotto controllo, ora ‘la forza è niente senza il controllo’ è il nostro motto. Tutto è più chiaro ai nostri occhi, oggi che abbiamo affrontato anni e anni di rap italiano e sottocultura underground, ma manteniamo uno spirito ludico di sano cazzeggio che spero ci manterrà freschi per sempre. Danno: Un po’ di caciara c’è sempre, ma più che altro io direi che c’è sempre molto fomento sul Colle, soprattutto in questo periodo che stiamo lavorando a un po’ di idee nuove e ci sta prendendo bene, a me è pure tornata la voglia di fare freestyle ogni volta che sento un bel beat, stiamo ancora con la scimmia da microfono, se mi capisci... Da sempre hip hop e skateboard incrociano le loro strade. Colle der Fomento è stato o è tuttora in contatto con lo skate romano? Masito: Non ho mai skateato seriamente anche se come quasi tutti a tredici anni ho comprato una tavola scrausissima ed ero affascinato da questa cultura nata e cresciuta per strada. Conosco da una vita i gruppi storici dello skateboarding romano come i WBNE di Skillo, Jonathan Levin (mito), Papik... Danno: Sì certo, io poi andavo sullo skate da ragazzino, ero scrauso, però ho conosciuto un bel po’ di gente che ogni tanto ancora incontro, primo su tutti ovviamente Jonathan che per me è un vero king assoluto! Qualcuno di voi skatea o ha skateato? Masito: Mai sketato ma a tredici anni facevamo la discesa vicino casa mia in due o tre seduti sulla tavola, stile catamarano, facendo dei botti assurdi addosso alle macchine parcheggiate e litigando con tutto il quartiere!

30 // 6:00AM Skateboard Culture Magazine

Danno: Io ci provavo, ma più che altro ero affascinato dai teschi delle grafiche della Powell Peralta, facevo qualcosa o meglio ci provavo, ma diciamoci la verità... È sempre stata una fatica per me chiudere anche un semplice ollie e io e lo sport stiamo agli antipodi, non lo pratico e neanche lo seguo come tifoso o appassionato, però capisco che lo skate non è solo uno sport anzi, è prima di tutto uno stile di vita e in qualche modo mi ha un po’ contaminato... Dai primi ’90 ad oggi avete visto e vissuto tutti gli alti e bassi del rap in italia, come vedete questo periodo musicale? Masito: “Qualcosa è cambiato” come dice Ghemon nel suo nuovo disco; c’è tanta gente che segue l’hip hop, compra i dischi (o li scarica) ma poi alla fine è sempre la stessa merda, solo un po’ più grande. Chi sta in classifica non rispecchia la scena vera e propria e spaccia hip pop a un pubblico di pischelli che non conosce la differenza, è un genere di massa il rap oggi. È una moda come un’altra, non è un pubblico fedele e oggi segue loro ma domani ascolteranno il trash di turno. Noi ne siamo sempre stati fuori, come dice Danno: “Un taglia e cuci buono per le sarte”. Non mi sento nè meglio nè peggio di loro, solamente diverso. I CdF fanno genere a parte. Danno: Sembra un periodo nuovo ma mica lo so che succederà. Oggi il rap va di moda, piace tantissimo. Il rap. L’hip hop un po’ meno e io mi sento hip hop. Per me è un periodo strano, il rap ha preso una deriva pop allucinante, partendo dagli USA fino in Italia, fatico a trovare roba che mi piace e non ditemi che sono nostalgico... Io non cerco musica ‘vecchia’, cerco musica ‘buona’, che sappia ancora emozionarmi e lasciarmi qualcosa...

Io trovo che il rap nel modo abbia perso i contenuti, l’impegno sociale e l’intento di spingere alcuni ideali: che ne pensate? Masito: Il rap di cui mi sono innamorato io era avvelenato per davvero, oggi è una posa comica del passato nella maggior parte dei casi. Gruppi come Public Enemy e Ice Cube hanno segnato la mia adolescenza, gli stessi rapper americani hanno, quasi tutti, perso l’attitudine afro e sono diventati americani al 100% con i vizi delle superstar rock bianche del passato. Ci mostrano vite da nababbi nei loro video, ci mostrano la loro casa faraonica arredata senza gusto da uno che ha fatto i soldi in fretta ma che non si è elevato culturalmente. A me non me frega niente dei soldi, fossi ricco non sarei io, e comunque spenderei i soldi in modo diverso da loro. Danno: Sì ma più che altro ha perso un suo ingrediente principale: l’originalità. Prima il vero obiettivo era suonare in modo differente da tutti gli altri, distinguersi dalla massa con uno stile proprio e originale. Ora tutti copiano chi sta al numero uno in classifica, tutti sembrano più o meno fare la stessa canzoncina da spot pubblicitario e tutto si somiglia e diventa di una noia terribile. E poi la moda di oggi è terrificante, ammettiamolo... Per chi fa musica il web ha sicuramente dei pro e dei contro: come vi rapportate con l’ormai onnipresenza della rete? Masito: Internet è ottimo per svariati motivi, il problema è la gente che si sta appiattendo davanti al monitor. Tutto subito, tutto gratis. Mi lamentavo dei prezzi dei dischi negli anni novanta, oggi tutto questo è stato risolto dal web, i dischi non valgono più nulla. Siamo assoggettati a social network da impiegati e riempiamo pagine di nulla consolandoci l’un l’altro. Internet è una mega risorsa: ‘è l’omo che nun se regola...’


Danno: È il mezzo da usare: un gruppo come noi non può non usare la rete visto che siamo i precari del rap, senza un contratto, senza un management, solo noi stessi e la nostra voglia di starci ancora. Quindi un mezzo che ci permettere di raggiungere tutto il mondo è essenziale e bisogna sfruttarlo al massimo per poter continuare a produrre e diffondere la nostra musica in modo del tutto indipendente. Nel panorama internazionale quali sono gli artisti rap che vedete bene? Masito: A me piace tutto il giro del Duck Down (Heltah Skeltah, Smif n Wessun, Ruste Juxx etc...) perchè si sono sempre distinti per stile e per stare al passo coi tempi. L’underground estero propone spesso belle cosette, poi i Roots che sono sempre king assoluti. Al momento il piu interessante è semptre il cagnaccio Sean P con le sue super strofe assassine. Danno: A parte i classici (Boot Camp Click su tutto), ti sparo Action Bronson, Maffew Ragazino e Mr Muthafucking Exquire: sono i tre nomi che mi hanno più colpito nell’ultimo anno, ma non mi piace tutto quello che esce, fanno uscire otto pezzi al giorno e dopo un po’ non riesco a stargli dietro, ma questi tre sono sicuramente i nomi nuovi più interessanti...

Questa storia che Lil Wayne si è messo a skateare e 50 Cent lo deride perchè dice che lo fa per accaparrarsi il pubblico dei bianchi quindicenni? Masito: Non la so ’sta storia, comunque Lil Wayne non l’ho mai ascoltato, l’ennesima busta del rap ‘new era’, pessimo secondo me, in tutte le ere lol... Danno: Penso che ai pischelli bianchi quindicenni gli piaccia più sentire rime su pistole, troie, sparatorie, gang e macchinoni di lusso che rime sullo skate, quindi posso dire: ’sti cazzi di quello che dice 50 a Lil Wayne o passo per un hater? Il vostro ultimo disco risale al 2007: quali sono i progetti attuali e futuri del CdF? Masito: Esatto, Anima e Ghiaccio è del 2007. Al momento stiamo lavorando al quarto disco, Colle, e in futuro conto di fare uno street album da solo. Danno: Album nuovo del Colle prima di tutto, tutto il resto viene dopo...

Odio pieno è sicuramente nella mia top 5 della storia del rap italiano... Sono curioso di sapere quali sono le vostre pietre miliari... Masito: Allora, sicuramente SXM dei Sangue Misto e 107 elementi di Neffa. Terra di nessuno degli Assalti Frontali è importante per me, è un disco del periodo delle Posse e andavo a scuola ascoltandolo nel walkman quindi mi appartiene. Aggiungo Sfida il buio di Speaker Dee Mo e Stop al panico di Isola Posse All Stars: gioielli assoluti ancora oggi. Danno: Io per non ripetere gli stessi nomi di Masito ti posso dire: A volte ritorno di Lou X, Fastidio di Kaos (e tutti gli altri dischi di Kaos), La grande truffa del rap di Gente Guasta e Dritto dal cuore di Next Diffusion. È stato un piacere avervi sul magazine, c’è qualcosa che volete dire ai lettori di 6:00AM? Masito: Date quello che vorreste ricevere, seminate che ‘quarcosa se raccoje...’ Danno: Non sottovalutate il potere del lato oscuro della forza!

Skateboard Culture Magazine 6:00AM // 31


NEWS ADIDAS Get Flowed Adidas Skateboarding è ormai pronta ad annunciare il nuovo team italiano. Probabilmente alcuni di voi avranno notato il contest che Adidas ha promosso negli ultimi tempi, quello che chiedeva a chiunque avesse materiale inedito di inviarlo all’azienda di scarpe. E per chi si è ‘rimboccato le maniche’, ha frugato nell’hard disk ed è uscito fuori a filmare per poi inviare tutto ad Adidas, www.adidas.com/skateboarding, il periodo di suspance sta per terminare. Questa grande chiamata all’upload serviva proprio per notare volti nuovi ed interessanti per formare il team Adidas in Italia: ebbene, per il 2012 è proprio del grande annuncio... L’unica cosa ora è rimanere con le orecchie tese in attesa della notizia: da qui a poco, una manciata di voi skater calzerà ufficialmente le tre strisce di Adi Dassler...

FABIO COLOMBO Team DC Shoes

STEREO Vinyl Cruiser

Il concetto ‘Fabio è una bomba’ l’hanno recentemente esposto, più o meno parafrasando, un po’ tutti. Chi lo segue da casa gustandosi i suoi clip usciti negli ultimi tempi, chi ha avuto il piacere di vederlo dare il meglio a contest e demo e soprattutto chi ci ha skateato insieme. E non è passato inosservato agli occhi di DC Shoes, che in Italia è distribuita tramite California Sport, tanto che Fabio è ufficialmente entrato a far parte del ricco team italiano, che già annovera nomi come Daniele Galli, Andreo Lopes e Dave Cattaneo. Il restyling del team DC non è quindi limitato allo skateboarding oltreoceano, da dove ci arrivano aggiornamenti sempre più ‘hot’, come il reclutamento di giganti come Nijah Huston e Mike Mo Capaldi nel team. Anche in Italia soffia vento di cambiamento, Fabio Colombo ha chiuso il capitolo con éS footwear, tra l’altro ormai agli sgoccioli, per il team più rinnovato dell’anno, che proietta un 2012 pieno di trick alquanto impressionanti...

Se avete già passato i trent’anni di età, probabilmente il primo skateboard sul quale avete poggiato i piedi aveva queste sembianze. Tra gli anni ’70 e gli anni ’80 il ‘bananino’, così si usava chiamarlo sia a causa della forma sia per via del colore solitamente giallo, era un vero e proprio ‘must’ dei regali di Natale. È stato proprio a bordo di queste tavolette di plastica vinilica, che un buona fetta degli skater di ieri hanno mosso le prime spinte. Un paio di stagioni fa negli Stati Uniti hanno avuto l’idea di tornare a produrli aggiornandone caratteristiche e qualità al passo coi tempi: buoni truck e ruote morbide da cruising. Tra i più ambiti in circolazione ci sono questi Vinyl Cruiser (che suona un po’ più fico che non bananini) di Stereo Skateboards,,che vengono venduti nella loro bella scatoletta insieme ad un paio di occhiali stile ‘Wayfarer’ in tinta con lo skateboard. Il pack è disponibile in otto diverse combinazioni di colore. Un Gadget, una chicca: certo per fare i trick continuerete ad usare i soliti sette strati o per la downhill un longboard… Coi Vinyl Cruiser ci andrete a bervi un birra, oppure semplicemente ve lo terrete a casa pensando al vostro primo skateboard. Volete più info oppure vederli in azione? www.stereovinylcruiser.com. Stereo Skateboards è distribuita in Italia da Blast! Distribution: www.blast-distribution.it



VOLCOM / KNOT AGAIN!

ESPO MINIRAMP CONTEST / MONACO

BEN HATCHELL / FS BLUNT / WORD JACOPO ATZORI / PHOTO COURTESY VOLCOM

Alla scorsa edizione dell’ISPO di Monaco, il 7 febbraio 2012, Volcom ‘ce l’ha fatta di nuovo’! Tre giorni di miniramp contest a dir poco spettacolare, tra marinai, pescatori e skater che hanno spinto oltre il limite. L’atmosfera marinaresca ha dipinto tutto l’ambiente: squali che volavano sopra la folla, speaker vestito da primo ufficiale e un’ancora gigante piazzata come ostacolo ed estensione sulla miniramp, costruita da IOU Ramps. Potete solo immaginare come un manipolo dei migliori skateboarder di transizioni si sia sbizzarrito su tale colosso! In realtà non ‘solo immaginare’, potete pure buttare un occhio al clip on-line che rende piuttosto bene l’idea... vimeo.com/36331019

Comunque sia, i tre giorni hanno fruttato una dose massiccia di trick: nel primo giorno, quello del best trick aperto a tutti, si son viste nuove facce molto determinate (forse qualcuno si ricorda di un certo Dannie Carlsen, ragazzo danese, che ‘per sbaglio’ vinse l’ultima tappa del CIS 2009 mentre era in vacanza in Italia). Dannie da ancora spettacolo, ed anche da questo Knot Again si è portato a casa un po’ di dobloni. Il giorno seguente esplode il contest vero e proprio. È stato uno spettacolo a priori, formato da un cast dei migliori transition skateboarder, sia europei che statunitensi. Il folto pubblico si è goduto, tra gli altri: il sempreverde Mike V, Rune Glifberg e i suoi air enormi e il giovane texano più linkato del momento, Ben Hatchell.

Ovviamente quest’ultimo ha regnato, grazie a lunghe line oltremodo speziate, all’inconfondibile flow e ad una buona dose di nut: blunt fs out sull’estensione, quella vera, oververt, ha lasciato a bocca aperta (urlante), un po’ chiunque... Nell’ultimo giorno invece ha preso vita uno show ‘double trouble’, ossia un contest di run in doppio più o meno sincronizzate, molto trendy. Le combo dei vari team sono state pazzesche, ma Alain Goikoetxea ed un certo Kako, hanno fatto il botto con un invert sull’estensione sovrastato da un air enorme. Ed in fin dei conti, il montepremi di 8000€ è stato spartito ben bene, tra skater che hanno spinto il livello in maniera ancora una volta incredibile. Guardate il report videoclip per capire cos’è stato veramente il Volcom Knot Again! di quest’anno...


NEWS MINISTERO DELLO SKATEBOARD Temporary indoor skatepark

BONES BRIGADE Documentary spring 2012

Realizzato e sponsorizzato interamente da all-ramps, il Ministero dello Skateboard (questo è il nome del park di Vimercate, provincia di Monza e Brianza) è la salvezza di tutti gli skateboarders del Nord Italia. I 1.600 mq di park, allestito con strutture All-Ramps da street ed una fantastica minirampa, dal giorno di apertura, il 3 dicembre 2011, sono stati letteralmente presi d’assalto dagli skateboarder (skateboarder, no roller, no bmx, only skateboard!!!) lombardi ma non solo, nei sei giorni di apertura settimanale arrivano ragazzi da tutto il Nord e Centro Italia… Ed ora, con l’arrivo del freddo e della neve, è diventato un vero e proprio punto di ritrovo degli skater più affermati nonché location per la realizzazione di video e session fotografiche che stanno spopolando sul web. Ma il Ministero dello Skateboard non è solo questo... l’Associazione Sportiva Dilettantistica ‘Skate All’, società che gestisce il park affiliata alla Skateboard School, con enorme successo ha dato il via ad una serie di corsi individuali e collettivi, sia di avviamento che perfezionamento allo skateboard e sta gettando le basi per lo svolgimento di un campus estivo di skateboard. Il park, l’ultimo week end di gennaio, è stato inoltre teatro di una tre giorni di musica e skateboard, con l’evento ‘SKATE AND DISTORSION’. Il programma prevedeva un venerdì ‘distorsion’ di ottima musica con Black Banana e Daylight 7 Times ad alternarsi sul palco ed una domenica di skate contest in street e transition (Ivan Federico ha la meglio su Claudio Fontana nella categoria open in ninirampa e Nicolò Bromo tiene a bada in street, niente poco di meno che Jacopo Carozzi). Da qui a giugno, data presunta di chiusura del park (anche se ci promettono Manuele e Gianluca, i boss di All-Ramps, che stanno lavorando per rinnovare l’accordo per la gestione del palazzetto in cui sorge il Ministero dello Skateboard ed al tempo stesso hanno un paio di alternative molto interessanti per un indoor skatepark permanente), ci sarà modo di divertirsi con altri eventi e contest! Vi rimandiamo a visionare il sito web di All-Ramps (www.all-ramps.com) per conoscere gli orari di apertura del park, invitandovi a supportare con la vostra presenza, questa e le altre realtà che stanno nascendo nella nostra penisola, realtà che ci aiutano a colmare quel gap (inskateabile) che ci separa dal resto d’Europa e del mondo! Vi saluto con il motto di All-Ramps: Skate is all... Skate all!

Per chiunque skatei da più di quindici anni, le parole ‘Bones Brigade’ suonano familiari come quelle che gli diceva la mamma quand’era ragazzino... Qualunque skater nato prima del 1985, ha inseriti nel suo DNA skateistico dei mattoncini composti dai teschi, dalle tavole e dalle storie che hanno fatto parte della ‘Brigata delle Ossa’. Ora non vorremmo che questo pezzo suonasse come la spiegazione ne tanto meno l’introduzione del documentario sulla ‘Bones Brigade’, visto che mai come in questo caso un’introduzione sarebbe inutile... Semplicemente ci sembra doveroso che questa opera venga citata tra le pagine del mag. Ad oggi non abbiamo avuto la possibilità di vedere molto in merito al documentario, ad eccezione del primo trailer che è comparso a fine gennaio sul sito di Skateboarder Magazine. Il film verrà presentato al Sundance Film Festival e le prime indiscrezioni parlano di una pellicola realistica che evita accuratamente inutili autocelabrazioni nel tentativo di ricreare nella maniera più veritiera, i fatti e le situazioni che hanno coinvolto la ‘Bones Brigade’!!! Un pezzo di storia da non perdere assolutamente...

Sotto, Jacopo Carozzi / transfer to fs over krooks / photo Nico Cremona

Skateboard Culture Magazine 6:00AM // 35


Facilities wood for winter

POLAR 8.25 pontus alv playwood-distribution.com

POLAR 8.25 pontus alv playwood-distribution.com

CLICHÉ 8.0 andrew brophy blast-distribution.it

ENJOI 7.75 louie barletta blast-distribution.it

THIRTEEN 8.0 doomsday facebook.com/thirteenskateboards

5BORO 8.25 pontus alv left playwood-distribution.com

STRANGE 8.125 santa muerte strangeboards.com

STRANGE 8.0 metal strangeboards.com

CHOCOLATE 8.12 gino iannucci srdsport.it

36 // 6:00AM Skateboard Culture Magazine

DARKSTAR 8.0 adam dyet blast-distribution.it

DUSTER ace white blast-distribution.it

DUSTER keen blast-distribution.it

5BORO 8.125 pontus alv right playwood-distribution.com

5BORO 7.5 cruser mini playwood-distribution.com

STRANGE 8.0 crez strangeboards.com

GIRL 8.25 howard navajo srdsport.it

SLAVE 8.25 jon allie srdsport.it

ANTIHERO 8.0 frank gerwer srdsport.it



OUR THING // El Santo Skateboard

COM’È NATA L’IDEA DI METTERE INSIEME UNA COMPANY DI SKATEBOARD? MATTIA / Semplicemente poteva essere uno stimolo in più per continuare la nostra attitudine e riuscire così a vivere ancora molte esperienze... MARIO / Era da tempo che io e Mattia progettavamo assieme di fare qual cosa all’interno dello skateboarding: pensavamo a qualcosa che potesse stimolare sia noi che la scena torinese... Io avevo ventisette anni e Mattia trentadue e sentivamo che in Italia non c’erano realtà che identificassero due elementi come noi... E allora ci siamo detti: facciamo una company di skateboard e spacchiamo tutto! E da lì è partito il progetto El Santo... QUALI SONO STATE LE PRINCIPALI DIFFICOLTÀ INIZIALI? MATTIA / Tutta quella parte burocratica alla quale non avevo neanche pensato! MARIO / I soldi principalmente. Le idee erano chiare. Abbiamo avuto molto supporto e molta risposta dalla scena che ci circondava. I sacrifici e le difficoltà sono meno pesanti se le fai per qualcosa che ami: quello che non ti abbatte ti rinforza... PENSATE CHE ALL’ESTERO SAREBBE ANDATA DIVERSAMENTE? MATTIA / Non saprei: dipenderebbe più che altro dal posto! MARIO / Non mi sono mai posto il problema...

38 // 6:00AM Skateboard Culture Magazine


DI CHI È LA MENTE CREATIVA DELLA COMPANY ED A CHI SI ISPIRA? MATTIA / È la mia! Esprimere i miei pensieri attraverso le grafiche mi ha sempre entusiasmato!!! Anche perchè è la parte divertente e che riesco a sviluppare in maniera ottimale grazie ad Animol, ovvero Giorgio Dazzi, il quale riesce riportare su carta tutte le idee. Trasforma i pensieri in disegni! E grazie a Gino, ossia Flavio Ventre, che è colui che risolve! Per quanto riguarda l’ispirazione, penso che basti vivere le situazioni e semplicemente guardarsi in giro.

MARIO / La parte creativa del marchio la segue Mattia, che collaborando con il nostro illustratore Giorgio ‘Animal’ Dazzi e con l’aiuto del grafico Flavio ‘Gino’ Ventre, riesce a rispecchiare l’identità di El Santo. Ci ispiriamo allo skateboard, a noi stessi, a come siamo cresciuti e a come la vediamo. Penso anche che marchi come Anti Hero, Real, Indipendent etc, ci abbiano in qualche modo segnato. Quindi un’ispirazione, anche non voluta, ci sarà stata per forza...

COSA VOLETE TRASMETTERE ATTRAVERSO LA VOSTRA COMPANY? MATTIA / Skateboarding al 100%! MARIO / El Santo Skateboard man! Penso che già il nome ti faccia capire! Skateboard, da skater per gli skater. Zero fashion e fighettate! COME PENSATE SIA MEGLIO PROMUOVERE IL PROPRIO MARCHIO? MATTIA / Con tanto skateboarding e con un bravo filmer che riesca a trasmettere le situazioni, per poi così avere del materiale da poter usare attraverso i diversi canali... MARIO / Girando, facendoci vedere in giro il più possibile, cercando di produrre materiale sempre migliore, essendo presenti sul web e sui magazine, facendo contest, fiere, eventi e tour: tutto contribuisce a dare visibilità al marchio... CHE TIPO D’IMPORTANZA E SUPPORTO DATE AL VOSTRO TEAM? MATTIA /: Team? Fratellanza! Cerchiamo di fare il possibile per non fargli mancare niente. Sono dei personaggi fantastici loro, mi fanno star bene e mi mettono sempre di buon umore... E mi dannno delle grandi soddisfazioni! MARIO / Abbiamo sempre avuto un rapporto con i ragazzi da ‘family’. Oltre che fornire loro il materiale El Santo nelle quantità di cui hanno bisogno, cerchiamo di far crescere l’immagine del singolo rider dandogli visibilità, sia cartacea che multimediale. Cerchiamo di dar loro contatti per nuovi sponsor, creando collaborazioni e ‘ganci’ con fotografi e riviste. PROGETTI FUTURI? MATTIA / Andare sulla luna con tutta la fratellanza, con un’astronave fatta a forma di skateboard! Ad e comprare un bel six pack!!! MARIO / Innanzi tutto all’inizio di marzo ci sarà l’arrivo di una nuova serie di tavole in quattro grafiche diverse. Automaticamente uscirà il catalogo 2012 con la linea di abbigliamento scelta, seguita da un party in stile El Santo. Cercheremo di crescere sempre di più in Italia e continueremo a distribuire in Olanda. Inoltre ci saranno delle new entry nel team... Pomperemo sempre di più il materiale video, cercando di fare sempre più tour: cresceremo e miglioreremo. Ed altre belle news usciranno a tempo debito!

Francesco Salini / tailslide in Barcellona / all photo courtesy El Santo cover #46 / Toti Leone / fs nosegrind + cover #48 / Mattia Turco / hardflip

Skateboard Culture Magazine 6:00AM // 39


NEWS GLOBE Bantam Cruiser Retro Rippers Arrivati in Italia i nuovi cruiser di Globe! Tavola 7”x24” in plastica 100% riciclata, indistruttibile e dotata di superficie anti sdrucciolo S-Trac Grip, monta ruote da 62 millimetri di ‘morbidezza’ 83A in Grippy Urethane con cuscinetti Globe ABEC 7: adatte ad ogni superficie e veloci anche sui terreni più proibitivi per uno skateboard tradizionale. Inoltre i truck Slant 4.25” sono garantiti a vita! Il prezzo al pubblico è di € 99,00 ed in Italia è istribuito da SRD Sport Distr. Per tutte le informazioni fate un giro sul sito: www.srdsport.it

MACCARONI È BUSINNESS D.I.Y. Da skateboarder italiani a Barcellona

SKATE YOUR HOLIDAYS A new travelling formula by Carlo Cassan

Le condizioni sociali e politiche del nostro Paese ci hanno portato in questa città non così distante dall’Italia e una volta giunti qui non ci siamo abbandonati solo a feste e bagordi... In un mondo che si sta trasformando in loghi / marche / piani economici e superstar, abbiamo deciso di ritornare indietro nel tempo. Maccaroni era la definizione che davano agli italiani immigrati in America: parlavano male la lingua e tardavano a integrarsi. Noi siamo esattamente questo. Per supportarci a vicenda abbiamo deciso di fare una piccola distribuzione che vende i marchi degli amici italiani e non solo. Le aziende con le quali lavoriamo sono gestite da skateboarder e rappresentano la passione autentica. Come la pasta italiana siamo semplici e genuini. Support people, not brands! Un grazie a Michele Pinna, Marco Boetti, Troy Roberts, Sibylle Meyer e tutti quelli che ci vogliono bene! Per ora distribuiamo Bastard, Gypsy Skateboard & Adventure, Warriors Skateboard, Dumb Skateboard, Urethane Wheel, September Wheels e Muckefuck Skateboard.

Ormai é già un po’ di anni che passo molto tempo in giro per tour e viaggi, a skateare con amici e compagni di team: durante una delle mie ultime visite nel nord della Spagna, è nata l’idea di questo progetto... Ciò che si propone, è di organizzare un viaggio dove poter skateare liberamente tutti i migliori park e spot della zona dei Paesi Baschi, con degli skater con esperienza del calibro di Simone Verona e Stefano Brancalion, che possano fare da guida e dare qualche piccola dritta ai meno esperti. L’idea è quella di eliminare tutti i problemi che ho riscontrato durante i viaggi come la ricerca di ospitalià, i trasferimenti, la ricerca di park nascosti e quant’altro, facendo trovare al partecipante già tutto pronto con notevole risparmio di tempo e stress. Il tutto è accompagnato dalla scelta del posto, Santander, che oltre ad offrire un nuovo concrete con area street, bowl e mini, è anche una delle spiagge più vaste e consistenti dove surfare: quindi per chi si vuole rilassare, fare dei bagni e surfare oltre che macinare poolcoping e muretti, mi è parsa la meta ideale. A questo punto non mi rimane che rimandarvi al sito per i diversi viaggi proposti e i periodi: inizieremo a giugno con Santander, a nord della Spagna, per poi proseguire verso San Sebastian, nei Paesi Baschi. Per tutte le informazioni: www.skateyourholidays.it



HOW TO BOMB A CAT MATTEO CARMAGNINI ITW WORD ALESSANDRO REDAELLI / PHOTO FEDERICO ROMANELLO A NOI DI 6:00AM PIACE SPINGERE I RAGAZZI MERITEVOLI, CHE SI SBATTONO E FANNO SEMPRE DI TUTTO PER SKATEARE IL PIU’ POSSIBILE, A PRESCINDERE DAI LUOGHI IN CUI VIVONO CHE MAGARI NON OFFRONO TROPPI SPOT O STRUTTURE DA POTER SHREDDARE... SU QUESTO NUMERO ABBIAMO DECISO DI PRESENTARVI MATTEO, ATTRAVERSO IL SUO SKATEBOARDING CREATIVO, IMMORTALATO DALL’OBIETTIVO DI FEDERICO ROMANELLO... ENJOY!

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ITW MATTEO CARMAGNINI | 43


HOW TO BOMB A CAT È vero che Romanello se sbaglia la foto s’incazza con te e ti fa rifare il trick? Ahahah!!! No no anzi,#é super preso bene il Fede: per il fs feeble flip out, pur di finire la mission, a momenti si cagava addosso! È professionale il ragazzo: andare a fare le mission con lui é stato un piacere, zero pressione per i trick... Cosa farebbe Fede se usasse droghe ed alcolici? Se non fosse straight? Bella questa! Di sicuro farebbe le foto più storte, magari ci metterebbe tamarrate tipo lo sfondo ‘tie dye’ stile trip lisergico e di sicuro arriverebbe ancora più in ritardo agli appuntamenti a causa dei postumi. Surferebbe meno, andare in mare con i postumi fa schifo... Sei una delle poche persone che conosco che ha skateato un gatto: non ti senti in colpa? Ahahah! Hai colto nel segno. Io amo da morire i gatti, però per il trick in questione nessun rimpianto... Quella statua é orrenda, un po’ di skateboarding gli può aver fatto solo del bene.

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Pensa che quando chiedevamo#in quel paese dove fosse la statua del gatto un tipo ci ha risposto: “No no, ho capito che statua dite... È una civetta non é un gatto”. Ahahah! Ti fa capire quanto sia osservata e apprezzata... Povero gattone... Il romanello si lamenta sempre dei rider, ma in realtà ha gli amici che lo aspettano sotto casa col sacco di cemento per costruire spot e farci le foto... Sì, ogni tanto mi viene in mente di costruire qualche stramberia di cemento abusiva. L’ultima direttamente#in giardino per la gioia dei miei. Fede mi sembrava abbastanza commosso ‘da queste cose’, il bello é che é tutto costruito totalmente a caso e di solito, specialmente all’inizio mi sbagliavo e invece del cemento usavo la malta. Di conseguenza le cose che costruisco tendono a diventare dune di sabbia con il passare del tempo! Ahahah!!! Dimmi di dove sei e cosa fai nel tuo paese oltre che buttar via tempo a skateare? Vivo a Lucca... Cosa faccio? Ahahah!

Giro spesso in bicletta per la città senza meta, visto che ho la fortuna di vivere in una città così bella. È un rapporto di odio e amore, però molto più amore direi. A Lucca non ci sono centri di aggregazione per i giovani o spot decenti, ma é la mia città e la amo, é difficile spiegarlo, potrebbe sembrare un controsenso che io e miei amici siamo così presi bene da un posto che alla fine offre poco o niente rispetto ad altre città più grandi. Poi bò, con i miei amici facciamo casino in giro: ultimamente si é formata una tifoseria ultras, gli ‘Ztl Menenos’ che supporta la squadra cittadina di basket che sta andando alla grande. Fai conto che il presidente della squadra ci paga le casse di birra per fomentarci,#si fa un bel casino alle partite. Lucca Hard Core... È vero che le tipe in Versilia se non guidi un X5 e non sniffi cocaina tendono a non dartela? Ahahah! Bella questa, bè detto francamente non saprei... Sinceramente non so neanche cosa é un X5, dal nome sembra un jet... Comunque sarò uscito tre volte in vita mia in Versilia di sera e quelle tre volte non ho baccagliato nessuna tipa...


HOW TO BOMB A CAT

DIY POLEJAM FAKIE ITW MATTEO CARMAGNINI | 45


HOW TO BOMB A CAT

FS TAILBLOCK 46 | MATTEO CARMAGNINI ITW


FS FEEBS FLIP OUT ITW MATTEO CARMAGNINI | 47


STONE TRANSFER 48 | MATTEO CARMAGNINI ITW


HOW TO BOMB A CAT Sarà perché non ero ‘bambato’ su un X5, ahahah! Direi che non sono troppo fan dei locali della Versilia... La Toscana vanta due dei migliori concrete park d’Italia, a Pisa e a Forte dei Marmi: ci skatei parecchio? Yes! Non avendo posti decenti a Lucca per fare skate ‘rubiamo’ ahimè gli spot e i park altrui, ultimamente però ci stiamo muovendo per avere qualcosa pure noi nella speranza#magari di ricambiare il favore e far venire un po’ di gente a skateare nelle nostre zone. Comunque sì, in prevalenza skateo alla bowl di Pisa che é una bomba fatta a regola d’arte e al park di Lido di Camaiore che é pieno di cose divertenti e insolite... Rocce, gatti, pole jam e spot D.I.Y... Sei un bel ‘cafonciello’ ma mi piaci: riesci a mettere insieme due parole in merito al tuo skateboarding? Io ero partito con l’idea di imparare tutta la roba tecnica e sfracellarmi da scalini e cose del genere, poi con il tempo e con le giuste influenze, tipo il

mio compare Adam Walker prima, (si chiama così giuro) e il Baro dopo, mi hanno fatto capire quanto sono divertenti le curve e quanto conta l’inventiva e il tocco personale nello skateboarding. Da lì mi sono convertito al lato oscuro, ovvero i trick ignoranti... Ahahah! No dai, a parte gli scherzi, per delle cose sono veramente negato nel senso che mi mancano proprio le basi dello skating in switch ad esempio e anche dai gap sono particolarmente lesso. Sto provando a rimediare con tanta pazienza alle mie lacune... C’è qualche altra passione nella tua vita oltre a spingere ‘il carrelino’? Eh, di passioni ce ne sono tante, però andare sullo skate é quella che faccio con più persevaranza e continuità. Per il resto bò, tutti i tipi di pesca con il compare Silvio che é riuscito a trascinarmi anche sott’acqua per sparare ai pesci con il fucile da sub... Poi ogni tanto progetto di fare dei dipinti, però questa cosa è ancora molto in fase di sviluppo, non so bene neanche io...

L’obbiettivo primario é comunque quello di fare bordello in giro con gli amici e divertirsi! Saluti, cazzi e mazzi... Per far prima saluto tutti, ma proprio tutti quelli che conosco, così sono sicuro di non scordarmi nessuno. Però faccio un#ringraziamento particolare#a tutti i membri della mia Skate Crew, ovvero la Tuma’ Crew e in particolare a Matteo Pera e a Mario Lenci che sono i miei skate bros abituali, saluto tutti i miei amici della T.V.N.W., tutti gli Ztl Menenos, la Dogana Crew, il Coppo, il Frati e il Simo che sono i veri boss dello skate qua da noi, tutti gli skater di Pisa, di Pistoia, do Viareggio e di Grosseto. Infine vorrei fare un ringraziamento a Fede per le foto e ai miei genitori che da anni tollerano le mie stranezze e cacciano il cash che mi permette di stare sulla tavolina in pace. Ci vediamo per le strade... Merda! Mi stavo dimenticando... Ringrazio di brutto il Juice Shop per il supporto costante!!!

TAIL DROP ITW MATTEO CARMAGNINI | 49


NO PATINAR ÉS UN CRIM!

Sono inciampato nelle foto di Julien come mi è capitato tante altre volte... Una serie di e-mail ed una nuova amicizia. Questo ragazzo francese, skater e fotografo, racconta in poche pagine la storia di una passione che dura da più di vent’anni. Questo è Julien Deniau ed il suo NO PATINAR ÉS UN CRIM! Paolo Giannattasio & Brian Londono in Barcellona photo Julien Deniau Itw & Intro Alessandro Redaelli

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“VEDI, IO CREDO CHE LA FOTOGRAFIA DI SKATEBOARD ABBIA ‘IL BELLO’ IN SE STESSA... DESCRIVE CON ESATTEZZA UN MILLESIMO DI SECONDO, UN ISTANTE PRECISO CHE PASSA E NON TORNA PIÙ”.

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NO PATINAR ÉS UN CRIM!

PAOLO GIANNATTASIO FLIP

Ciao Julien, vorrei capire come uno straniero vede l’Italia in questo periodo: hai ancora rispetto del popolo italiano anche dopo sedici anni di berlusconismo e il recente scandalo della Costa Concordia? Guarda non ho mai approfondito l’argomento Berlusconi più di tanto: so che è stato un cattivo presidente, so che ha cercato di controllare l’Italia e nel frattempo si è dedicato ai piaceri della vita sbattendosene del Paese. Fortunatamente gli italiani non sono tutti come lui, magari una parte ma credo che siano pochi. Il potere rende cechi e folli. Quindi ti sei trovato bene a scattare foto con questi due boy italiani... Sì, non è la prima volta che skateo e scatto foto con skater italiani, Brian e Paolo sono due bravissimi ragazzi e skateano da paura... Penso che si possa andare oltre la geografia, questo è il bello dello skateboarding: come hai conosciuto i due protagonisti di questa intervista? Li ho incontrati proprio qui a Barcellona, durante quelle belle session di chill out che si fanno di sera nella piazza del Macba. Conosciuti come si conoscono mille persone, come dici tu è questa la parte migliore dello skateboarding... No? Brian è nato in Colombia ed è cresciuto in Italia, c’è un bel po’ di ‘spirito latino’ in lui... Come ti sei trovato durante queste session? Brian è davvero simpatico, certo ogni tanto le sue origini latine si fanno vedere, ma in realtà è davvero tranquillo e motivato nel fare le cose... Per quanto riguarda il suo skateboarding non c’è bisogno che vi dica che il ragazzo spacca. Ha un controllo incredibile, skatea qualunque cosa ed in ogni spot dove lo porti non manca di chiudere una manovra. E di Paolo che mi dici? Scattare con Paolo è davvero divertente, ho beccato tutto il gruppo degli italiani... Mi hanno portato in un po’ di spot dove Paolo sapeva di avere un tot di trick da chiudere. Lui ha un pop da paura e gli piace saltare gli ostacoli alti. Confesso che io adoro fotografare gli ollie e i flip alti: gli ‘hammer time’ come li chiamiamo io e Paolo... Sei mai stato a Napoli, nella città natale di Paolo? No, non ci sono mai stato anche se sono davvero curioso. Ho sentito talmente tante storie su quella città e ogni tanto mi domando se sia tutto vero... Sai cosa voglio dire... no patinar és un crim // 53


NO PATINAR ÉS UN CRIM!

BRIAN LONDONO FS SMITH

Hai lavorato con altri skater italiani? Ho lavorato con altri italiani tempo addietro, infatti ero sponsorizzato Broke dieci anni fa, dunque ho avuto l’occasione di girare il Nord Italia durante i tour. Ho incontrato parecchi ragazzi italiani in quell’epoca, anche durante i contest europei. Ma non ho mai avuto l’occasione di lavorare con loro fino a che non mi sono trasferito a Barcellona... Dopo tanti anni di shooting, Barcellona sa ancora offrire nuovi spot e nuove location? Ci sono sempre nuovi spot, questo è il bello di Barcellona, la città è sempre in costruzione, quindi vengono sempre costruiti nuovi posti assurdi. È anche vero che nell’ultimo periodo, il centro della città è un po’ sputtanato: è vietato skateare quasi dappertutto dal 2005, ma in realtà si continua a skateare alla grande. Per raggiungere i nuovi spot bisogna allontanarsi un pochino dal centro ma in mezz’ora di treno si trovano diverse meraviglie più o meno segrete. Barcellona è, e resta, la grande capitale dello skateboard europeo. Fammi un autoritratto di te stesso come fotografo... Ci tengo a dire che ad oggi mi sento ancora uno skater al cento per cento. Ho skateato con intensità negli ultimi ventidue anni è questo ha un grande peso sulla mia personalità. Ma ho comunque sempre fatto foto ed ho collaborato per anni con riviste francesi. Ora, da quando vivo a Barcellona, ho deciso di lavorare come freelance cercando di collaborare con tutte le testate europee. Mi piace scattare skateboarder che arrivano da tutto il mondo, sono molto attento e cerco di fotografarne il maggior numero possibile... Le diverse esperienze sono la mia linfa vitale... Hai qualche particolare ambizione come fotografo e soprattutto come fotografo di skateboard? Ho tante diverse idee in merito alla mia fotografia: mi piacerebbe fare delle mostre ed ho anche in testa di fare un libro. Ora come ora, sto cercando di lasciare che le cose accadano, amo moltissimo lo skateboarding ma nella mia mente comincia a maturare l’idea che ci siano parecchie altre cose da fare. Spero che la mia fotografia sia un mezzo che mi conduca lontano verso il giornalismo, l’arte ed i viaggi... Sempre e costantemente verso qualcosa di nuovo...

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“CONTINUATE A SKATERE NON IMPORTA SE VI SENTITE TROPPO VECCHI, SE AVETE TROPPO LAVORO OPPURE UNA FAMIGLIA... LO SKATEBOARD VI DARÀ SEMPRE L’ENERGIA PER SCAPPARE DALLO STRESS E CAMBIARE IDEA”.

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NO PATINAR ÉS UN CRIM!

PAOLO GIANNATTASIO FS FLIP

Quando vedi ‘il bello’ in uno scatto di skateboard? Vedi, io credo che la fotografia di skateboard abbia ‘il bello’ in se stessa... Descrive con esattezza un millesimo di secondo, un istante preciso che passa e non torna più. Anche se il rider può rifare la manovra, siamo certi che un trick non sarà mai identico ad un altro ed il fotografo stesso, non potrà mai ricatturare lo stesso millesimo di secondo... Quindi ogni scatto è come una sinfonia di angoli, momenti perfetti e buona luce: non è facile come sembra. Credo che chiunque abbia avuto esperienze di fotografia di skateboard, sappia quanto sia difficile e dannatamente veloce l’istante in cui il trick va fotografato. Questo è il vero problema. Ho visto che hai dell’ottimo footage sul tuoi profilo: parlami di te come skateboarder... Come ho detto prima ho iniziato a skateare nel 1990 con un gruppo di ragazzini nel parcheggio davanti casa... Con le tavole della decathlon. Come per tutti sono passati gli anni ed ho cominciato a migliorare sempre di più. Non ho mai smesso di skateare e per qualche anno sono stato anche sponsorizzato da Adidas e Broke, ho viaggiato parecchio ed ho avuto parecchie esperienze interessanti. Poi, da quando vivo a Barcellona cioè dal 2000, ho chiuso i rapporti con gli sponsor e mi sono concentrato sulla fotografia. Skateo ancora ma solo per gli amici e per il divertimento. Nell’ultimo periodo ho cominciato a lavorare per questa crew francese che si chiama Klap e da pochi mesi sto lavorando come team manager per una company di hardware che si chiama Karma... Che tipo di skateboarder e di skateboarding ti piace? Amo tutti i tipi di skateboarding, questa è la cosa bella: ognuno skatea a modo suo senza troppe rivalità. Qualcuno ama rail e scale, qualcun altro muretti e tech trick... Ma è sempre skateboarding guisto? Ho un grande rispetto per i vert rider, per me è una cosa assurda: ho sempre sognato di spararmi dei bs air di tre metri ma alla fine non è mai successo! Ahahah! C’è qualcosa d’altro da dire? Continuate a skatere, non importa se vi sentite troppo vecchi, se avete troppo lavoro oppure una famiglia... Lo skateboard vi darà sempre l’energia per scappare dallo stress e cambiare idea. Andate in giro per le strade, non importa che trick farete... Andate e divertitevi con gli amici e sempre con un buon karma!!!

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NO PATINAR ÉS UN CRIM!

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WHAT GOES ON TOUR STAYS ON TOUR WORD DAVIDE FRASSINE & PHOTO ENRICO RIZZATO “Ciao Enimol Team di disgraziati a cui voglio bene. Voci di corridoio dicono che sia giunta l’ora dell’articolo del nostro tour. Chi s’infotta per scrivere un articolo divertente?”

MATTIA TODERO / DROP

Tutto ricomincia così, in una calda mattina di gennaio a Barcellona: il mio amico fotografo Enrico così scrive in Facebook, consigliandoci di spremere per bene il cervello se vogliamo le nosre pagine di Enimol tour sulla rivista. Altrimenti, è meglio se torniamo a vendere ciambelle sulla Rambla. Sì è vero, non so scrivere in italiano forbito e non vanto titoli di studio poderosi, ma vaffanculo... Sono stato in tour con i miei amici!

enimol tour / 61


ANDREA MUNARI / PIVOT TO FAKIE Sono passati mesi dal tour e ricordo alla perfezione tutti i trick che abbiamo chiuso. Hey! Tutti li abbiamo chiusi, ok? Alcuni ci sono costati due giorni di sangue, sudore e anabolizzanti, ma l’idea di poterli presentare su una rivista con la carta lucida e poter fare i fighi di fronte alle ragazzine, (ormai donne che alle medie ci schifavano) era troppo grossa. Quindi abbiamo gli ematomi e i dolori, ma le ragazzine ormai donne che alle medie ci schifavano continuano a schifarci. “Bè... perlomeno con Enimol sei diventato ricco!”. Sì, infatti i miei genitori hanno una tuta idromassaggio come la mamma di Milhouse. Comunque sia, è stato un tour complesso...

62 / enimol tour

Ho imparato subito che più ti sforzi per organizzare le cose alla perfezione, più è meglio se ti dedichi alla curva nord del Brescia... 3 mesi prima del tour: due auto noleggiate, tutto perfetto. 3 giorni prima del tour: le due auto non possono essere noleggiate, tanto meno uscire dal confine. 2,99 giorni prima del tour: treno per Belgrado disponibile. 2,5 giorni del tour: tutto il team è avvisato e disponibile per il viaggio in treno. 2 giorni prima del tour: il treno è pieno, ci lasciano a terra. 1,7 giorni prima del tour: nessuno vuole andare a Belgrado in autobus. 1,69 giorni prima del tour: quei santi dei miei genitori mi prestano l’auto. 1,685 giorni prima del tour: l’auto non è revisionata.


1 giorno prima del tour: l’auto è revisionata, ma per uno sciopero della motorizzazione non possiamo uscire dal confine prima di tre o quattro giorni. 7 mesi dopo il tour: auto censuro le mie conversazioni con le divinità. Però sono tutte salvate nella cronologia di Skype. 0,1 giorni prima del tour: quasi tutto il team è a casa mia, mangiamo, dormiamo, skateiamo e ci riproduciamo noncuranti di cosa ci riservi il futuro. 0,000001 giorni prima del tour: Todero decide che la sua Fiat Brava color bronzo può essere la risposta; contemporaneamente Andrea ‘Marcaietta’ Munari, decide che il suo Bedford da 80 km/h è altresì un’alternativa valida al campeggio bresciano. 0,00000 giorni prima del tour: siamo sull’autostrada, in ritardo, a 180 km/h verso il confine. Fanculo le tabelle di marcia. Railway skatepark, Brescia. Creedence DIY skatepark, Brescia. Bowl di Vicenza. Brescia (Enimol house camping). Rosà (VI), contest e festino che ci sega le gambe e ci annebbia la vista. Io amo il Campionato Triveneto. Tra l’altro mi hanno detto che un Majorana from Catania ha vinto dei premi belli e il Marcaietta addirittura dei soldi. She don’t like cocaine. Claudio meritò dei premi solo per i cannoli alla ricotta che mi portò direttamente dalla Trinacria. Dio buono vieni al nord più spesso! Poi, festa notturna e tutto ciò che ne consegue... Sì dai... birre, ormoni e quelle cose lì. Di certo non compri una rivista di skate per leggere queste cose. Comprati l’Harmony. Da quel momento i miei ricordi si fanno intensi e confusi, ricordo il viaggio verso la frontiera, ricordo un distributore self-service a Trieste che ci ha bellamente inculato dieci euri di benzina e ricordo un giorno di pioggia a Zagabria! Ricordo dei trick vari, costosi, sudati e ammirati. Molto ammirati.

ROBERTO SACCHETTI / FS WALL

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SALAKA / FS LIPSLIDE BS 270° OUT

Salaka a Zagabria vince un premio dalla National Geographic per i suoi documentari e il premio da parte mia per il miglior slam del tour. Enimol tour guide: a Zagabria c’è una piccola bowl DIY grezza, vicino ai binari del treno. Best night session con i local e i turni per andare al supermermercato a riportare le casse di birra vuote e prenderne di nuove. Tra l’altro di pomeriggio è frequentato da un sacco di studenti, quindi: Spesso, fanculo voi e lo skateboarding, io vado dalle fighette.

Sempre il Marcaietta il giorno seguente ha vinto il best trick del tour, un paio d’ore di cervello stuprato per l’ollie into the bank più stretto e lungo della storia, e io che filmavo ho vinto due minuti di pelle d’oca. Non so come ringraziarti. E fu così che arrivò l’ultima notte. Senza freni inibitori, stage diving sloveno e quelle cose lì da vere rockstar al rogo... Mi disperdo per qualche ora e riesco a raggiungere gli altri, quarantacinque minuti prima della partenza: giusto il tempo di un riposino su un cumulo di coperte sparse. Da quel momento nebbia fino a pochi giorni fa.

Il ricordo successivo è la festa a Lubjiana, dove sono stato sconfitto durante una session notturna, mi sono addormentato sulle strisce pedonali di un parcheggio (Cristo, credo di non aver mai domito così profondamente), intanto il Marcaietta approcciava un fs wallride su un marciapiede in mezzo al nulla.

PS: What goes on tour stays on tour. PPS: Odio quelli che finiscono i racconti ringraziando team mates, fotografi, sponsor e madri. Grazie di un cazzo, mi dovete un altro tour. E presto, chiaro?!?

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UP / CLAUDIO MAJORANA / FS BOARD DOWN / ANDREA MUNARI / OLLIE IN

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Rob Maatman Profile Word & Photo Eric Antoine

^ BS SMITH 66 // Rob Maatman Profile


Ho visto Rob skateare per la prima volta a Basilea nel 2008 e già quella singola occasione era stata sufficiente per inquadrarlo a livello di skateboarding. Una birra al party dell’ESC ed ho capito che era davvero un tipo che spacca: umile e sapientemente focalizzato.

Come pochi altri rider in Europa, Rob è l’esempio del nuovo livello al quale lo skateboarding del vecchio continente sta lentamente approdando, di recente è entrato a far parte del Team Zero international e pare che negli States goda di un’ottima reputazione. Fatevi un giro nel suo profile...

Rob Maatman Profile // 67


^ SW OLLIE > FLIP IN 68 // Rob Maatman Profile


Rob Maatman Profile

Ciao Rob, Quanti anni hai? Ne ho compiuti ventuno in ottobre: così ora negli States posso finalmente bere, comprare birra e roba del genere... eheheh! Com’è l’inverno in Deventer? L’inverno non è ancora malaccio, non sta nevicando, ma c’è comunque quella pioggerella di merda quindi solo skatepark indoor! Ma sono comunque positivo, non sta nevicando da matti come l’anno scorso! Resci a skateare da qualche parte? Skateo solo park indoor perché non ci sono spot al chiuso. Ma il park che skateiamo è buono, quindi non c’è male in fondo. Tuo fratello Jelle è cresciuto molto, è più alto di te ora? Sì, sicuro che è più alto di me! È cresciuto molto negli ultimi due anni. Ha compiuto diciott’anni l’altra settimana, sta diventando vecchio... Voi due skateate insieme tutto il tempo? Skateiamo praticamente sempre insieme, ed è divertente perchè non litighiamo come la maggior parte dei fratelli. È bello vederlo crescere e skateare meglio, devo stare attento che non diventi più bravo di me... ahahah! Con chi skatei oltre a lui? Skateo sempre con gli stessi ‘homies’: Rachid Addou, Ruud ‘Rambo Ruudie’ Garst, Merijn van der mei, Douwe Macare, Niek Zandstra, Gijs Zevenbergen, Ewoud Breukink e Bert Roeterdink... gli ultimi due sono amici di mio fratello e stanno crescendo velocemente!

Tuo padre ti supporta molto in quello che fai: cosa fa esattamente per aiutarti? Sì, mio padre mi aiuta molto, così anche mia mamma, e ne sono molto felice. Quando ero più piccolo mio papà mi portava praticamente a tutti i contest d’Olanda e una volta l’anno al campionato europeo a Basel che era sempre molto divertente. Poi mi ha aiutato in alcuni accordi con gli sponsor e roba di quel tipo! Dove hai viaggiato ultimamente? Non molto veramente, l’ultimo viaggio è stato con te (Eric Antoine) in Portogallo ed è stato davvero divertente. Prima di quello un’altro tour Emerica in Portogallo: significa che ho viaggiato solo in Portogallo quest’anno! Sono stato anche a Malaga con Marcel e la Perus Crew, viaggio che è stato altrettanto bello. Qual’è stato il tour migliore? Mi piacciono tutti di solito, perché è bello andarsene per un po’ e poi reincontrare i tuoi ‘homies’ tornando! Ma i due tour in Portogallo sono stati davvero entusiasmanti, non saprei quale è stato il migliore... Dove vuoi viaggiare in futuro? Vorrei andare a Cipro perché ho sentito e visto che ci sono spot davvero validi, e mi voglio anche andare a skateare quelli in Cina ed Australia! Hai smesso di studiare: non pensi di ricominciar un giorno? No, non studio più da un po’ e mi piacerebbe ricominciare, ma non so bene cosa voglio fare, ci sto pensando. È dura ricominciare! Rob Maatman Profile // 69


Tuo fratello sta seguendo le tue orme? È sponsorizzato da qualcuno? Non ne sono sicuro, ma penso che noi skater puntiamo tutti alla stessa cosa, diventare pro e vivere di quello. Comunque lui è sponsorizzato Etnies, Quiksilver, Bones e Baker!

Oltre a skateare fai altro? Sei piuttosto timido e non mi hai mai detto di ciò che fai oltre allo skate... Gioco ai videogame un pochino, esco con la mia ragazza e con i miei amici. Non faccio molto altro ma sto pensando di tovarmi un impiego!

Sembra che lo skateboarding della zona Benelux si stia sviluppando molto ultimamente... Cavolo sì, gli States stanno supportando l’Europa sempre di più, ci rendono più partecipi di quello che stanno fancendo. Quindi forse questa è la ragione...

Quali sono le prime cose che cerchi in Internet quando ti alzi? Primo probabilmente Facebook, poi skatevideosite.com e l’e-mail, Thrasher e poi forse il sito Shake Junt o tracky.nl, poi tutto il resto...

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Vai a letto tardi: cosa ti piace vedere in televisione? Mi guardo cartoni come i Griffin, The Cleveland Show, Simpsons e South Park. Mi piacciono serie come How I Met Your Mother, Dexter e Chuck. Ah, mi intrippano molto le serie poliziesche e le storie di prigione... Il tuo impegno è filmare ora, su quante parti stai lavorando? Sì, sto fimando per una part Emerica Europe come quella che ha fatto Tom Knox poco tempo fa, ma è difficile in Olanda, quindi devo viaggiare per farlo, fortunatamente ho già un paio di tour in agenda e penso sia fattibile.


Rob Maatman Profile

^ FS 360째 < 5-0 Rob Maatman Profile // 71


Rob Maatman Profile

^ NOLLIE BIGSPIN > FS OLLIE 72 // Rob Maatman Profile


E sto più o meno filmando per il video Zero, ma non sta andando altrettando bene perché è difficile rimanere a quel livello di skating e loro hanno bisogno di un formato di clip diverso da quello che usiamo noi. Quindi posso filmare solo quando non sono qua, e non ho potuto da quasi un anno per via della mia stupida caviglia, ma si spera in un 2012 migliore! Dovresti produrre una videopart intera per Zero? Con la distorsione che ho preso negli States che ti ho detto, non mi sento pronto per tornare a filmare là, non ho la confidenza di skateare roba davvero grossa. Ma sto migliorando e spero quest’anno di metter su una video part. Non una intera penso, ma vedremo! È stata dura skateare là? Molta sfortuna, mi facevo male con la roba più patetica, ed è capitato ogni volta che ero là. Ma è divertentissimo incontrare tutti ogni volta e skateare con loro! Qualche tour con Zero? Chi ti ha impressionato? Sì, l’anno scorso il primo tour che ho fatto è stato ad halloween, davvero ‘pazzo’. Quella volta sono volato in Arizona per un tour Volcom Europe con Roberto Aleman, Nassim Guammaz, Ben Reamers, Enis Fazilov e Aaron Suski. Ero molto stanco e spossato e dalla caldissima Arizona sono volato a Boston dove faceva un freddo fottuto, quasi come qua. Il clima mi ha un po’ ammalato, quindi la demo è stata un po’ dura da fare... È stato piuttosto terrorizzante incontrare tutti i teammates per la prima volta, fare la demo con loro e con centinaia di persone a vederci, loro che sparavano trick assurdi first try, ma è stata un esperienza davvero bella e divertente!

Com’è avere Jamie Thomas come capo? È assurdo, ma è davvero bravo e alla mano come tipo, ti aiuta sempre per tutto quello di cui hai bisogno. Ma allo stesso tempo è stranissimo skateare insieme a qualcuno che ho sempre visto come un boss! Quanto hai visitato degli USA? Con il tour Zero dell’anno scorso un paio di stati del West e dopo il tour ho viaggiato con Dane Burman, Chris ‘Bama’ Bodiford, che è team manager, e James Brockman, dal West all’Est! Ma non ho visto molto essendo in auto tutto il tempo: però la differenza tra l’occidente più ‘naturale’ e la costa orientale, mi ha impressionato molto! Penseresti mai di vivere in America? Per adesso non mi ci vedo a vivere là, ma magari in futuro, un giorno... E ci vorrei vivere solo se ho la mia macchina e la mia roba, altrimenti non vado da nessuna parte! E devo imparare a cucinare, e non mangiare sempre nei fast food tutti i giorni! Qualche consiglio musicale per noi? Ascolto molto hip-hop e Lil Wayne ma non credo che a molti piaccia la sua musica... Ascolto anche molto Bob Dylan ultimamente e ovviamente Biggie Smalls the best!

Sei parte di una crew in Olanda? Fuck yeah! Rambo Crew! Siamo tutti gli homies che ti ho detto prima, da sempre siamo una crew: la scorsa estate Ruud ‘Rambo Ruudie’ Garst ha comprato una VX1000, così abbiamo potuto cominciare a filmare e penso che allora qualcuno se ne sia uscito col nome Rambo Crew, dato che lui ci porta sempre dappertutto ed è il ‘fucking bowse’! Eravate soliti filmare in molti piccoli skatepark con i tuoi amici: lo fate ancora? Il filmer, Schoft, non filma più skateboarding e noi cerchiamo di skateare in street il più possibile ora, ma filmiamo comunque con la Rambo Crew nei park quindi magari vedrete presto qualche clip! Fai ancora molti nollie bigspin? Quali trick fai di più e perché? Effettivamente non ne faccio più molti, ma ogni tanto. Ultimamente ho paura di flippare... dopo la caviglia girata... ma sta passando! Ultimamente mi piacciono gli switch flip e backside 360°, e mi piace fare roba in nollie sui rail. Dopo un po’ mi trovo sempre a fare lo stesso, quindi cerco di imparare roba originale e nuova che non si vede, ma sta diventando sempre più difficile! Che trick non sai proprio fare? Hardflip, roba in fakie e in nollie... e switch 360° flip anche, e inward heel... E molti altri, ma molte volte sono perdite temporanee, da un giorno all’altro! Ok, grazie di tutto! Abbiamo finito!

Rob Maatman Profile // 73


word alex berger photo patrick schienbacher & alex berger itw alessandro redaelli

IL NEGOZIO FAKIE SHOP ESISTE DA TREDICI ANNI ED ABBIAMO SEMPRE FATTO IL POSSIBILE PER FAR CRESCERE QUESTA REALTÀ: ALL’INIZIO CON SKATEPARK CHE ABBIAMO DISEGNATO E COSTRUITO ASSIEME AI RIDER, POI CON CENTRI GIOVANILI ED EVENTI COME LO ‘SLAUGHTERHAUSE’... Fin dall’inizio abbiamo avuto un bel team, che era una ‘famiglia’ di Meratesi che sketavano con e per noi, poi tra studi all’estero e un po’ di brutte ferite, questa mia famiglia è sparita nel giro di un anno. È stato brutto vederla sparire così in fretta, dopo che per per quattro o cinque anni qui, abbiamo skateato e ci siamo sbattuti assieme! Ci vediamo ancora e siamo in buonissimi rapporti, ma non e più il team di quei tempi… Poi ho smesso di spingere per tre o quattro anni, finchè Trocky mi ha dato di nuovo la voglia di fondare un team, di divertrimi a vedere i rider skateare e di fotografarli. E pian pianino intorno a Trocky si è fusa una nuova famiglia da tutto l’Alto Adige: Trocker ‘Trocky’ Cristian da Chiusa Valle Isarco, da

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Appiano, vicino al Lago di Caldano, Stefan Zozin, da Merano Tobias Wenter, Partrick Sinner e Franco Simeoni vengono da Brunico e Oliver Kofler da Aslago... Poi ci sarebbe Brian Londono ma quella e un’altra storia... Da quattro anni facciamo un tour all’anno, tutt’insieme in Italia, Germania, Austria e Svizzera: assieme facciamo foto e filmiamo, peccato solo che non ho più tempo come una volta, ma loro sono super organizzati e fanno tra di loro... Siamo di nuovo, grazie a tutti, una piccola famiglia: penso che nei prossimi anni ci muoveremo nuovamente tanto intorno allo skateboarding e chissà... Magari si rifarà lo ‘Slaughterhaus’ assieme anche al vecchio team...


STEFAN ZOZIN fs boardslide photo patrick schienbacher S Ăœ D TIRO L GOE S ON ! / 7 5


sinistra / OLIVER KOFLER crookie photo patrick schienbacher sotto / STEFAN ZOZIN fs nosegrind photo alex berger

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destra / CRISTIAN TROCKER noseblunt slide photo patrick schienbacher destra sotto / OLIVER KOFLER noseslide photo patrick schienbacher

OLIVER KOFLER ITW Ciao Ollie, vorrei che tu mi parlassi un po’ di Fakie Shop e delle vostre attività nello skateboard: nel Sudtirol seguite la scena italiana oppure vi sentite più vicini a quella austriaca? Nell’Alto Adige viene seguita tanto la scena italiana, ma logicamente anche la scena austriaca e tedesca! Perchè secondo me si deve sapere di tutto un po’ del mondo dello skateboard, e non solo seguire la scena del proprio Paese! Credo che abbiate avuto modo di girare parecchio nella nuova piazza di Innsbruck: che impressioni hai avuto di quello spot? Mi piace moltissimo la nuova piazza! Perchè è praticamente uno skatepark completamente street e si può diventare molto creativi nella scelta dei nuovi trick!

Avete dei parecchi contatti con gli skater austriaci? Tanti vanno all’università in Austria e logicamente così riescono ad avere contatti con la scena locale, ma per quelli che vivono qui è più difficile: forse adesso con il nuovo Skatepark WUB, si migliorerà il rapporto con gli skater austriaci! È vero che c’è parecchia rivalità fra le città di Merano e Bolzano? Per quello che so io non c’è rivalità proprio per niente! Si skatea tantissime volte tutti insieme! Com’è la situazione skatepark nel Sudtirol? Per adesso non tanto bella... Perchè dopo che hanno tolto il park di Merano e quello di Bolzano, non c’è più niente di simile! Però quando il nuovo park di cemento di Bolzano sarà finito, sicuramente tutto tornerà perfetto!

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CROISIÈRE AVEC GIRL FEDERICO VITETTA FROM GIRL SKATEBOARD //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////

78 // FEDERICO VITETTA from Girl Skateboard


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Croisière avec Girl //////////////////////////////////////// FEDERICO VITETTA from Girl Skateboard Itw Alessandro Redaelli Photo Sam Muller, courtesy Transworld Skateboarding

Abbiamo incontrato e scambiato quattro chiacchiere con Federico Vitetta (nella foto alla destra di Mike Carroll), storico membro della Bor Posse e della scena milanese. Federico ha studiato cinema a New York e negli Stati Uniti, successivamente e fino almeno ad oggi, ci è restato. Federico lavora per Girl Skateboard come videomaker ed ha girato alcuni dei clip Girl e Lakai tra i più fichi… Facciamoci raccontare da lui come se la passa in quel di Los Angeles... Ciao Fede, presentati ai lettori di 6:00AM... Mi chiamo Federico, sono milanese ma vivo e lavoro ad L.A. da diversi anni. Lavoro per Girl Skateboard ed ho iniziato a skateare nel 1989, non dico di essere della primissima guardia dello skateboarding italiano con Bonassi e gli altri, ma l’epoca era quella... Come procede con il video Chocolate? Stiamo cercando di tirare fuori il meglio per uscire nella prossima estate... Dichiarazione ufficiale? Nel trailer abbiamo scritto 2012, quindi in qualche modo dovremmo riuscire a rispettare la data, poi sai com’è la storia dei video Girl & Chocolate... Infinita. Abbiamo finito Fully Flared nel 2007 e generalmente quattro o cinque anni sono necessari per fare un video. Siamo partiti con la produzione del nuovo video nel dicembre del 2007, due o tre settimane dopo la premiere di Fully Flared... I primi due o tre anni sono abbastanza rilassati, poi si fanno i meeting e si vede a che punto si è con il footage dei diversi rider... Ti ricordi quando tu e Guerriero mi avete venduto la mia prima tavola professionale, una Eric Dressen? Ma dove, da zio Pino? No no, a casa tua... Ma non ci credo... Qui sotto uno screenshot del clip girato a 360°

from Girl Skateboard FEDERICO VITETTA // 79


CROISIÈRE AVEC GIRL FEDERICO VITETTA FROM GIRL SKATEBOARD //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////

Partiamo dall’inizio... Ho cominciato nel 1989 appunto in Italia, poi ho fatto un anno di studio in California ed ho incontrato la meraviglia dello skate USA. Poi mi hanno sbattuto fuori dalla scuola perché facevo troppo casino. Ricacciato in Italia avevo il doppio della spinta verso lo skateboarding: erano i tempi dello ‘zio Pino’ e dei palazzoni dell’IBM in Corso Sempione... Skateavo con Alex Esposito e Bruno Ferrari, erano i tempi di Rick’s Surf che fu uno dei primi skateshop di Milano. Poi incominciò a concretizzarsi la scena di Piazza Borromeo: per me il Bor ha ancora un sapore magico, i fratelli Panfili, Gianluca Mariani, lanciare la merda addosso alla gente... Cose incredibili che mi ricordano il passato...

80 // FEDERICO VITETTA from Girl Skateboard

Parlaci dello sbarco in U.S.A. Allora, diciamo che ho iniziato a pensare a cosa avrei potuto fare nel mondo dello skateboarding, quando ho capito di essere scarso, ahahah! Diciamo che se in Italia ero appoggiato dai marchi della famigerata distribuzione Totally di Genova, l’esperienza della high school americana mi aveva fatto capire che il mio livello non sarebbe mai stato sufficiente per rendermi pro o qualcosa del genere. Ebbi la fortuna di saltare il militare e quindi mi concessi un anno sabbatico: ai tempi vivevo ancora l’illusione di fare lo skater di mestiere e decisi di andare in California e provare a far qualcosa.

Per una serie di casi fortunati e conoscenze, mi trovai ad essere ad L.A. nell’estate del 1993 quando nacque la Girl e a Frisco nell’inverno del 1994 nel momento storico in cui Chocolate vedeva i suoi natali... Nell’estate del 1993 avevo conosciuto Gino Iannucci tramite un amico skater di New York che si chiama Eric Rossetti. Quel periodo è stato veramente illuminante per me, avevo vissuto qualcosa di grande ed una volta rientrato in Italia non mi riconoscevo più nella scena italiana.

Nelle fotine a sinistra Federico dirige Eric Koston, Chris Roberts, Guy Mariano e Mike Carrol sui diversi set, sopra un ritratto scattato da Eric Koston


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MIKE CARROLL fs wallride Come inizia la tua esperienza nel videomaking? Ho frequentato diversi corsi di cinematografia in Italia e negli Stati Uniti ma non avevo in mente di fare video di skate, era più che altro un sogno. Poi sempre durante i miei pellegrinaggi in america ho incontrato Tim Dowling, che era il filmer di Girl dell’epoca: lui mi gasava e mi diceva che con le esperienze che stavo facendo avrei dovuto filmare dello skateboarding... Per parecchi anni a seguire però mi sono occupato d’altro, finchè durante la prima visita di Gino Iannucci in Italia mi chiesero di fare da seconda e talvolta terza (ahahah!) camera. Fu proprio Gino a portarmi il primo fisheye Century dall’America! Da lì ho incominciato a mandare footage a Girl ed a filmare con diversi skater sia in Italia che negli State...

Parliamo del lavoro in questione: Croisie re avec Girl, la video installazione che hai realizzato per Girl Skateboard, nell’ambito del art show per il museo di Parigi... Il 18 giugno del 2011 c’è stato l’opening di uno skateboard artshow che si chiama ‘Public Domaine’... Hanno deciso di organizzare questo mega skateboard artshow, forse il più importante dopo Beautiful Losers, e in questo contesto hanno invitato Girl a fare qualcosa nel museo appositamente per l’evento... La comunicazione di questo lavoro mi è arrivata tardissimo, circa i primi di maggio ed io avevo appena finito la produzione dello spot pubblicitario della Carrol 5.

Ho cercato di inventarmi qualcosa che si fosse potuto realizzare in un tempo così breve, per l’ultima stanza rimasta a disposizione, la sala più grande: la ‘Gran Sal’. Anche loro erano un po’ perplessi: non sapevano cosa avrei potuto fare in una sala così grossa. Alla fine mi sono reso conto che la sala aveva un sistema di proiezione che poteva riempire interamente le quattro pareti... A quel punto ho avuto l’idea di fare una clip a 360° gradi: come test abbiamo montato nove videocamere su di un anello d’acciaio attaccato intorno ad una bicicletta triciclo, che mi desse stabilità e mobilità per poter seguire il team in una jam session.

from Girl Skateboard FEDERICO VITETTA // 81


CROISIÈRE AVEC GIRL FEDERICO VITETTA FROM GIRL SKATEBOARD ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Successivamente ci siamo resi conto che la soluzione migliore era quella di replicare esattamente in scala ridotta la planimetria rettangolare della sala a Parigi, e da nove diventarono sei videocamere disposte su di un ‘array’ rettangolare. Il mio intento era quello di ricreare Los Angeles a Parigi: una giornata tipo di un gruppo di skater, un punto di vista narrativo che raccontasse tutto, ‘tempi morti’ compresi. Devo ringraziare il mio produttore ‘santo subito’ Martino Properzi, il mio assiduo collaboratore, il compositore delle musiche originali maestro Alberto Bof, Level 256VFX per essere riusciti a realizzare la post produzione in tempi di record con notti insonni e non per ultimi, i miei mentori della Girl Skateboard per avermi dato la possibilità di fare questo lavoro ed aver creduto, seguito e sostenuto ancora una volta, le mie solite visioni e pazzie... Ringrazio anche i miei sponsor: per l’equipaggiamento EasySteady www.easysteady.com, per l’abbigliamento The Quite Life di Andy Mueller art director di Lakai e per le scarpe Gourmet in your Face. Una curiosità: ma tu ora stai lavorando regolarmente con Girl skateboard? Sì, hanno ufficializzato la mia posizione contrattuale americana dopo l’uscita di Fully Flared, circa nel 2007. All’inizio del 2005 hanno voluto che io mi occupassi della produzione dei video in Europa, mi trasferirono in un appartamento a Barcellona per lavorare full time come filmer fisso per Fully Flared: avevo sempre con me Jesus Ferndandez, Lucas Puig, Royal Family e French Connections.

Assieme a loro, venivano a stare con noi per qualche settimana dagli Stati Uniti tre o quattro skater del team ogni volta, invece tre o quattro volte l’anno ci riunivamo assieme al resto di tutto il team U.S. e a Ty Evans, per qualche filming trip di tre o quattro settimane in diverse parti del mondo, America, Australia, etc... Fin quando siamo giunti alla finalizzazione del video, all'inizio estate del 2007, quando mi chiesero di trasferirmi ad L.A. per seguire a tutti gli effetti gli skater e i loro ultimi trick per la parte finale del video, periodo durante il quale ero in pratica l’unico ‘operaio del cantiere’ per le strade, visto che Ty era impegnato giorno e notte, per mesi e mesi, a montare il video. Io invece giorno e notte filmavo, e anche se finivamo tardissimo ed erano magari le quattro di mattina, passavo da casa sua dove aveva lo studio di montaggio a portargli da inserire nelle videopart le scene girate lungo il corso della giornata, in ‘cambio’ (era così cortese... Ahahah! lo faceva per gasarmi ancora di più a tener duro, perché i ritmi erano estenuanti, dormivo tre o quattro ore al massimo per notte e l’esaurimento era in atto), lui mi faceva vedere quello che aveva montato quel giorno, mi chiedeva opinioni, che cosa avremmo potuto aggiungere e cosa avrei ancora potuto filmare il giorno seguente. Ho imparato di più in quei cinque mesi finali della realizzazione del video, che in dieci anni di studi ed esperienze lavorative. È proprio vero che solo lavorando e mettendo in pratica quello che si è studiato s’impara.

Consiglio vivamente a tutti, mentre si fanno gli studi, di mettere in pratica anche solo part time, quello che si studia. S’impara molto di più ed in fretta, e finisci gli studi che sei già formato professionalmente. La stessa notte della première del video lì ad L.A. il 16 novembre 2007, una volta finito tutto l’ambaradam, ho ricevuto da loro, i proprietari di Girl Skateboard, l’offerta di trasferirmi da loro ad L.A. per lavorare a titolo fisso come uno dei loro videomaker, per i quali ho poi iniziato col dipartimento delle pubblicità della Lakai. Da allora, fino all’estate 2011, ho seguito ogni singolo step di produzione e creatività, di tutta la comunicazione video e pubblicitaria della Lakai. Mentre adesso lavoro a tempo pieno solamente alla realizzazione del full lenght video di Girl e Chocolate, dato che al momento c’è più bisogno... Una cosa che interessa parecchio il nostro pubblico è avere qualche racconto di session con qualcuno dei tanti ‘big’ con cui hai a che fare... Non ti nascondo che mi da un po’ fastidio parlare dei rider internazionali... Io li chiamerei per nome perché sono gente che frequento, sono amici. In Italia se ti metti a chiamare Koston per nome nelle interviste la gente ti dà dello ‘sborone’... Preferirei evitare.

ERIC KOSTON bs lipslide

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MIKE CARROLL kickflip

Mi sembra legittimo, parlami almeno degli skater che ti hanno impressionato di più dal punto di vista tecnico... Guarda non so darti una risposta precisa, ne tantomeno stendere una classifica... Ti posso dire per certo che c’è una persona che stimo a 360° gradi, non solo per lo stile che ha come skater, ed è Gino Iannucci. Qualunque cosa faccio nella mia vita, anche se fosse fare il cameriere, la vorrei fare bene come Gino fa bene lo skateboarder. Poi tecnicamente Koston, Mark Johnson e Guy Mariano sono a livello alieno... Di Mark apprezzo totalmente la pazienza: otto o dieci ore di session per lui non sono nulla... Credo che tutti sappiate che per l’ultimo trick della sua part abbiamo dedicato una giornata intera, ma lui ha il fisico di Bruce Lee, non ha un filo di grasso... Mi piacerebbe sottolineare la dedizione di Jesus Fernandez, giusto tessergli un po’ le lodi ed in più è Europeo: lui è il vero amore per lo skateboard fatta persona. Ci terrei a spiegare ai ragazzini che cosa significa dedicarsi ad un trick: ha impiegato quasi due settimane per l’ultimo della sua part. Due settimane provando lo stesso trick per sette, otto ore al giorno... Non si và da nessuna parte senza il sacrificio. Nell’arco di quattro mesi ha provato il trick in sei città diverse nel mondo... Non bisogna mai mollare, questa è la lezione.

Quindi non è che gli americani sono ‘unti dal signore’: anche loro si devono fare il culo per arrivare? È solo questione di livello medio: sono tantissimi ed il loro livello medio è alto. Tanti nuovi praticanti ogni giorno si affacciano in una scena super strutturata: è praticamente inevitabile che siano molto più forti degli altri... A me piace pensare che in Italia ci sia una quantità infinita di talenti nascosti: pensa quanti tamarri che giocano a pallone potrebbero magari avere il talento nello skateboard... Hai perfettamente ragione! Mi ricordo di Simone Pirola, che fu un grande della vecchia guardia... Un giorno arrivò al Bor, vendette la tavola e disse: “Io incomincio a giocare a pallone, tanto qui non c’è futuro”. Noi rimanemmo sconvolti. Credo che l’abbandono di certi skater, i litigi interni e gli ‘haterismi’, siano il demone della scena italiana. Hai detto una cosa che suscita in me un profondo interesse: com’è la situazione interna della scena californiana? Ci sono litigi ed ‘haterismi’ come succede qui? Guarda, per la mia esperienza non esiste: è una comunità e c’è supporto totale e reciproco...

Dai, non ci credo: tipo la gente come Phelps non è ‘hater’ per niente? Ale, cazzo hai beccato uno che è super hardcore: lui è estremo. Ma ti dirò che anche in casi così estremi, è raro vedere skater buttare fango addosso ad altri skater... Non so spiegarti, è proprio lo skateboarding ad essere pregiudiziale al reciproco rispetto. A me non piace parlare di ‘industria dello skateboarding’, anche se purtroppo è una realtà che esiste. A me piace pensare di essere parte della comunità degli skater, comunità che mi immagino fondata sulla libertà, sul rispetto ed il divertimento. È questo che ci differenzia dal club di tennis o dai circoli del golf. Non vedrai mai il figlio del miliardario giocare con il figlio del poveraccio... Lo skateboard è democratico! Riesci a seguire la scena italiana da L.A.? Guarda, la sto seguendo tantissimo e cerco di tenermi aggiornato: mi auguro che almeno una tra le nuove leve che spaccano, tipo Jacopo Carozzi, Alessandro Di Luggo, Ruben Spelta, Brian Londono o Alessandro Ciattoni, riesca a fare qualcosa di buono a livello internazionale... Così da poter trainare di rimbalzo anche tutti gli altri della scena… Questa sarebbe la spinta di cui la scena italiana ha estremo bisogno! Grazie Fede, alla prossima! Take care!

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filippo cilia nollie flip / photo osde 86 | FOCAL PLANE


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claudio santoro bs smith / photo osde 90 | FOCAL PLANE


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fabio bottelli sw beanplant / photo federico romanello 92 | FOCAL PLANE


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SNAPSHOT / SKATEBOARDERS RANDOM PICS

SNAPSHOT RANDOM PICS

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Durante le session più hard il vecchio Osde non regge sempre i ritmi degli skater, chi lo conosce lo sa: ogni scatto che produce gli costa un sacco di soldi in massaggi dall’osteopata. Chissà se questo esercizio di ‘planking’ sia una nuova tecnica per il rilassamento muscolare, oppure se lo aiuti nella concentrazione per il prossimo scatto... In ogni caso ‘Billy Osde’ resta uno dei fotografi più ‘originali’ della scena anche quando non scatta... Photo Marco Balestreri

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“Scusa ti metti qui che faccio il fuoco?” Chiunque abbia partecipato ad una foto session, avrà sentito dire questa frase almeno un miliardo di volte... Nella foto Mario Marinelli, il boss di El Santo Skateboards, posa per l’obiettivo di Osde. Torino Rapresent bitches! Photo Alessandro Redaelli

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