SupTime 6

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PROGRAM:

Flat water race/downwind

Race 12’6” Fin Set

12’6” Classic

12’6” LTD

www.robertoriccidesigns.com · info@robertoriccidesigns.com


The new 12’6”Race, is the race sup board fully dedicated to long distance, flat water or open water race courses. We have designed this board with one objective in mind: to create a versatile shape that would perform on a large variety of conditions from choppy water, downwinders and flat water races. It is available both in LTD construction for Pro Racers or Classic technology for allrounders.

Model Race Classic 12’6” Race Limited edition 12’6”

Size (in Inches) Fins 12’6’’ x 29’’ 12’6’’ x 29’’

1x race fin 28 cms 1x race fin 28 cms

Volume (lts)

250 250

Ph: RRDTeam De

Rider: Marco Bosi, Roberto ert Ricci

T CHA LLEN GE YOUR NEX UNM ATCH ABLE GLID E FOR Race 12’6” Classic and LTD


ANNO II - NUMERO 6 OTTOBRE 2011 DIRETTORE RESPONSABILE • cristiano@jmag.it

Cristiano Zanni

REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno

La tentazione è stata troppo forte, quando ci troviamo di fronte a immagini così esaltanti, come quella che vi proponiamo in cover, la nostra linea editoriale improntata più sul cruising lascia lo spazio ai sogni e alla fantasia per una copertina molto “wave riding oriented” in uno spot da favola! RIDER

ragno@hipow.com

Manu Bouvet Indonesia FOTO Benjamin Thouard LOCATION

GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Marco Melloni

marcom@hipow.com

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi: Nicola Abatescianni, Annabel Anderson, Pierre Bouras, Fabio Calò, Stefano Contini, Beppe Cuscianna, Pietro Fazioli, Alessandra Ferrara, Ovidio Ferrari, Danile Guidi, Emanuele Guglielmetti, Sarah Hebert, Scott McKercher, Matteo Righetti, Carlo Rotelli, Nadia Servadei, Thibaut/Pertusatofilms, Denis Rey. immagini: Chiara Baldi, Pierre Bouras, John Carter, Beppe Cuscianna, Stephane Fournet, Alberto Guglielmi, Daniele Mei, M. Ranieri, Carlo Rotelli, Thibaut/Pertusatofilms, Benjamin Thouard, Pepi Nunoz Ullauri, Darrell Wong.

EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it AMMINISTRATORE DELEGATO Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l. 20090 Segrate (MI) DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano registrazione: TRIBUNALE DI MILANO N° 419 DEL 14 LUGLIO 2010 codice issn: 2038-9329 periodicità: TRIMESTALE prezzo: 4,90 EURO stampa: ALFAPRINT - BUSTO ARSIZIO (VA) SupTime è una testata della casa editrice JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche gli annuari: Surfing (surf, windsurf, kite) e Snowb (snowboard) e le riviste: Surf Latino(surf), Kite Magazine Stance(kite), Funboard(windsurf), Entry(snowboard), 4Skiers(sci freestyle), 6:00AM(skateboard). Tutti i diritti di Sup Time sono riservati e appartengono a Johnsons Media. Nessuna parte di Sup Time può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio delle informazioni contenute in questa rivista.

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Ebbene si, anche il secondo anno di SupTime è arrivato al capolinea. Dopo questa pubblicazione ci rivedremo in edicola ad aprile per un nuovo anno nel quale faremo del nostro meglio per tenervi costantemente informati sul mondo del SUP. Parliamo però del presente, il tempo in cui viviamo, e quindi di questo numero. Come da nostra abitudine abbiamo dedicato un ampio spazio alle anticipazioni delle tavole 2012, ovviamente non sono tutte ma solo una minima parte, questo perché per le tempistiche della “carta stampata” a volte alcune aziende non riescono a fornirci il materiale per tempo, ma non preoccupatevi continueremo la nostra carrellata di presentazione nel prossimo numero e magari anche sul web… Particolare risalto lo vorrei dare anche alle interviste esclusive dei nostri atleti italiani; questo mese conoscerete altri 4 ragazzi e una ragazza, vi consiglio di leggere con attenzione quello che vogliono comunicare, io ne sono rimasto piacevolmente colpito e su tanti punti sono d’accordo con loro al 100%, e poi, la cosa più importante, da tutti loro traspare una profonda passione per questo sport e la voglia di diffondere il SUP in ogni modo possibile. Vi ricordate quando Robby Naish, nell’intervista che abbiamo pubblicato sul secondo numero di SupTime, affermava che il SUP è un virus? Bé le conferme le abbiamo sempre più davanti ai nostri occhi! Sempre più persone vengono contagiate da questo virus, senza distinzione di età e sesso. Con questa chiave di lettura una frase mi ha particolarmente colpito nel report di una gara: “Il pubblico urlava in coro il conto alla rovescia per la partenza…”. Non ho dubbi, Robby Naish ha come sempre ragione! In questa fase dell’anno sono doverosi i ringraziamenti, quindi ci tengo a sottolineare l’importanza dei ragazzi in redazione, dei grafici che danno quel tocco in più fondamentale alla rivista, a voi lettori che ci avete dato la vostra fiducia, alle aziende che stanno credendo nel nostro progetto. Per ultimi, ma non ultimi, i nostri collaboratori esterni, i nostri occhi sul mondo del SUP che sono, dove noi non possiamo arrivare. In particolare modo al nostro super collaboratore Beppe… a cui a pochi giorni dalla chiusura di questo numero hanno rubato il portatile con un bel po’ di articoli che ci doveva inviare, ma alla fine siamo riusciti a rimediare. Grazie a tutti voi e ci rivediamo in edicola ad aprile per un 2012 all’insegna del SUP! Have fun…

Fabio Calò fabio@hipow.com







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CAMARO SUP STORMTEC La muta per le temperature fredde. La Stormtec Camaro unisce il calore e il comfort di una muta drysuit con una libertà di movimento offerte dall’elastico materiale a 3 pannelli. Il gilet interno in neoprene offre un buon confort e non disperde calore. I materiali neoprene/3-layer mantengono il calore in combinazione con la mobilità. La Stormtec comprende una cerniera stagna orizzontale BDM nella parte posteriore. La muta è a tenuta di vento, traspirante e impermeabile al 100%.

BELAR DIAZ NEL TEAM FANATIC SUP INTERNATIONAL Fanatic è orgogliosa di annunciare di aver siglato il contratto con il professional SUP rider spagnolo Belar Diaz. Belar già prima di entrare nel team internazionale usava le tavole Fanatic e recentemente ha anche vinto la gara di Silvaplana 12km Race (Svizzera), con un Fly Flatwater Race 14’! Craig Gertenbach, Fanatic Brand Manager: “Sono contento di dare il benvenuto a Belar nel nostro SUP team. Lo stavo osservando da molto tempo e sono sicuro che è un grande talento di questo sport. Sarà un importante ambasciatore per Fanatic!”. INFORMAZIONI Nome: Belar Diaz Data di Nascita: 06.08.1977 Paese: Spagna Disciplina preferita: SUP Surfing & Racing Spot preferito: Fuerteventura & Playa España, Asturias Altri sponsor oltre Fanatic: Quickblade Paddles, Kelp Farmer & Zutee France Il suo obiettivo: continuare a migliorare le mie capacità in acqua e fare del mio meglio nelle competizioni Il suo slogan: il bicchiere è sempre mezzo pieno, rimanete positivi non importa cosa accada!


SUP FISHING - Un’alternativa alla barca a motore TESTO DI Paolo Marconi Come si è visto il sup è uno sport accessibile a tutti, salutare ma soprattutto versatile. Si può utilizzare una tavola da Stand Up per svariate attività; dal più estremo wave riding al tranquillo cruising, al puro agonismo del sup racing. Negli Stati Uniti il sup sta in alcuni casi rimpiazzando le barche a motore, infatti si è iniziato ad usare le tavole da Stand Up al posto delle barche da pesca. Il vantaggio è dato dalla mancanza di rumori provenienti dall’eventuale motore, inoltre si fa attività fisica anche durante una battuta di pesca. Esistono già sul mercato tavole apposite per il SUPFISHING, tavole molto stabili e con molto spazio in coperta, spesso munite di porta canne sulla poppa. Inoltre si possono acquistare appositi kit che consentono di trasformare la propria tavola, qualunque essa sia, in una “tavola da pesca”. Questo kit è formato da una cassetta munita di “portacanna” da applicare sulla prua della tavola attraverso dei tasselli e delle cinghie elastiche; all’interno della cassetta il pescatore posizionerà l’attrezzatura e tutto il necessario per la battuta di pesca. Per evitare però di acquistare tavole specifiche per il SUPFISHING o kit difficili da reperire sul mercato nazionale, possiamo crearci un nostro kit da pesca più rudimentale, da poter usare in ogni condizione di mare senza compromettere la stabilità della tavola. Per creare la propria attrezzatura da pesca basta collegare sul cordino al quale di solito si assicura il leash, un cavetto da pesca (quelli usati nella pesca d’altura); al cavetto andrà poi attaccato un piccolo moschettone (chiamato “girella” in termini tecnici) al quale andrà poi assicurato del filo da pesca abbastanza resistente e un esca artificiale di quelle usate per la pesca a traina. La lunghezza del filo da pesca deve far si che al momento della pesca l’esca si trovi fuori dalla scia della tavola (15-20 metri). Una volta creato il kit si potrà andare a fare la nostra escursione in mare con l’attrezzatura da pesca assicurata alla poppa e al rientro verificare se qualche pesce ha abboccato alla lenza. Gli orari migliori per praticare il SUPFISHING sono la mattina molto presto e al momento del tramonto, il così detto “calasole”. La velocità da tenere di solito oscilla dai tre ai sei nodi con le barche, con la tavola basterà tenere un ritmo costante che ci consenta di mantenere una discreta velocità senza salire troppo con i battiti del cuore e affaticarsi. L’unico accorgimento da seguire è di non praticare il SUPFISHING in presenza di bagnanti per non correre il rischio di pescarne qualcuno.

QUICKBLADE PADDLES NEW MAGIC ELITE RACE 2012 Bellissime e leggerissime, Jim Terrel pluri campione olimpionico di K1 USA non finisce di stupire e intensifica la gamma ELITE RACE con la novità 2012 ELITE MAGIC RACE! Questa particolare pagaia è contraddistinta da una superficie della pala con piccole fossette simili alla superficie di una pallina da golf che ne limitano il drag in acqua. I benefici sono calcolati come resa intorno al 7-10% per miglio. È una pagaia senza compromessi da Race puro, disponibile sia nella misura da 90 SQ/IN, 100 SQ/IN e nella più grande e potente 110 SQ/IN con SSI da 38, 40, 41. Il peso complessivo di 440 grammi la fanno entrare di diritto nel guinness dei primati come la più leggera e performante pagaia esistente sul mercato. Non ci sono limiti alle vostre prestazioni se avrete a disposizione il materiale migliore per farlo! Distribuito da: JLID srl - Europe Customer Service. Tel: +390586425613; website: www.jlid-italydistribution.com; email: info@jlid-italydistribution.com


Sarah Nile

VIP ON BOARD CHIUDE L’ESTATE 2011 A OAXACA IN MESSICO CON GLI INVIATI DI “LE IENE” Vip On Board, progetto mediatico che sostiene la Ricerca del “Centro Dino Ferrari” di Milano, dopo aver riscosso un grandioso successo dopo i viaggi alle Hawaii con gli inviati di “Striscia La Notizia”, a Baja California con i Dj “Virgin Radio” e ad Hossegor in Francia con il gruppo “Modelle”, chiude l’edizione estiva con la quarta tappa, giungendo ad Oaxaca in Messico con gli inviati speciali di “Le Iene”. Dal 5 al 14 agosto il team di Vip On Board è partito con Le Iene Matteo Viviani, Mauro Casciari, Elena Di Cioccio e Gip Cutrino, accompagnati dalla special guest Ludmilla Radchenko, Siria De Fazio e Sergio Volpini. Hanno attraversato tutto lo stato di Oaxaca provando esperienze come il Canopy, sorvolando i canyon di Benito Juarez appesi ad un cavo di acciaio ad oltre 100 metri di altezza, e cavalcando le imponenti onde di Puerto Escondido, surfando alcuni tra i migliori beach-break di tutto il Centro America, tra cui il Mexican Pipeline, La Punta e Carrizalillo. Seguiti dagli istruttori della “Federazione Messicana Surfing” mentre erano immersi tra le onde, questo road-trip è stato duro e faticoso ma ha saputo regalare a tutti i partecipanti forti e grandi emozioni. Vip on Board è partito lo scorso maggio dalle spiagge delle Hawaii con il primo Surf Camp arrivando a surfare fino al Messico e coinvolgendo in quest’avventura moltissimi VIP, più o meno bravi: Gip Cutrino di “Le Iene”, ideatore del progetto, dice che “essere surfer non dipende da quanto ti alzi sulla tavola o che trick fai ma da quanto ci credi e quanta passione ci metti”. Sergio Volpini è stato il Coach Surfer del progetto, insegnando surf e SUP a tutti. Tra le VIP partecipanti Sarah Nile ha dimostrato delle doti atletiche assolutamente atipiche per una persona che è alla sua prima esperienza surfistica. Siria De Fazio dice: “Sono solo i nostri limiti mentali a renderci la vita difficile. Ed io ad Hossegor sono riuscita a superarne uno, forse il più difficile…”. Venite a scoprire di cosa sta parlando Siria e cos’hanno detto in merito al progetto tutti gli altri VIP che hanno partecipato, alla pagina: www.viponboard.it Un’anticipazione? L’edizione 2011 del progetto Vip On Board si concluderà il prossimo Natale con il viaggio “Kenya–Off Road Safari Academy Camp & Kyte Surf”. Seguiteci per tutte le novità!

WHISKEYJACK PADDLES 2012 - THE OCHO TYPE La famosa casa canadese produce pagaie in legno da oltre quaranta anni, selezionando minuziosamente il prezioso legno di cedro canadese con il quale le costruisce. Completamente fatta a mano non ci sono parti a se stante con continuità di legno dalla pala alla maniglia, per questo motivo ognuna di esse ha l’altezza già determinata alla nascita. Il palo ha sezione elicoidale, le fibre di legno sono disposte in modo che possa sopportare gli sforzi longitudinali ed inoltre questa particolare sezione ne facilita la presa ed il cambio di mura. La pala è dotata di un particolare rivestimento con cinque strati di vetro preimpregnati, questo processo unico nel suo genere assicura grande resistenza e bellezza, che ne determina una vera e propria opera d’arte. L’angolo della pala è anticipato di 7 gradi . Il modello più usato è la OCHO: ha la dimensione della pala di 100 SQ/IN molto equilibrato, pensato per coloro che vogliono una pagaia capace di essere a proprio agio sia tra le onde che in cruise. Il peso varia da 760 a 810 grammi e le lunghezze disponibili variano da 70 inchs a 85 inchs. Courtesy JLID - WhiskeyJack paddles Europe Customer Service

Sergio Volpini


STAGIONE RICCA DI SUCCESSI PER IL TEAM JIMMY LEWIS L’azienda Jimmy Lewis ringrazia tutti i suoi rider del team JL per i brillanti risultati ottenuti in questo 2011. Train hard, go fast, have fun! RIDER • Daniele Guidi: 2° Race Campionato Italiano classe 14’0, Wave 8° Capo del Capo 2011 • Paolo Marconi: 3° Race Campionato Italiano classe 12’6 • Alessandro Ceccarelli: 1° Master Campionato Italiano classe 12’6 • Gabriele Malato: Wave 9° Capo del Capo 2011 • Silvia Mecucci: 1° Saint Maxime Europe, 1° Race Campionato Italiano classe 12’6 • Nadia Sarvidei: 2° Race Campionato Italiano classe 12’6 • Valentina Meri Ciaburri: 4° Campionato Italiano Race 12’6

Team Jimmy Lewis Italia 2011

IL SUP IN DOLCE ATTESA TESTO DI Carnine Camboulives Stand up paddling è uno degli sport principali che ho fatto durante la mia intera gravidanza. Ho anche fatto windsurf su acqua piatta, ma durante il primo trimestre sono stata molto attenta quando la situazione iniziava ad agitarsi su acque mosse. Il Sup è un grande esercizio in quanto permette a tutto il corpo, sia la parte superiore che quella inferiore, di lavorare con omogeneità. Vi permetterà di tenere allenata anche la zona della vita. Se non siete ancora delle paddler esperte oppure avete troppi sforzi da fare sulla pancia, potete anche semplicemente pagaiare da sedute sulla vostra tavola, ottenendo comunque dei buoni vantaggi. A 7 mesi ero ancora sulla mia tavola da SUP surfando qualche onda negli spot a sud di Maui. Con il surf non sarei mai riuscita a prendere le onde perché avrei dovuto stare a pancia in giù sulla tavola, sul SUP invece riesco ancora a prendere le onde essendo in piedi. Questo continua a darmi Carine Camboulives a Tahiti. una sana adrenalina che altrimenti mi sarebbe mancata © Benjamin Thouard durante i mesi della gravidanza. State comunque molto attente a non cadere sulla tavola ma lasciatevi scivolare dolcemente in acqua, e rimanete lontane dai picchi affollati. Se doveste essere frullate assicuratevi di allontanare il più possibile la tavola da voi e non state vicino ad altri surfer. Volete sapere qual è un altro lato positivo di fare SUP mentre si è incinta? Gli altri ci lasciano sempre la precedenza!!! Il consiglio che vi posso dare è quello di ascoltare sempre il vostro corpo, i sentimenti del bambino e il medico, perché ogni gravidanza è diversa per ogni madre.


PAGAIE KIALOA 2012 Distribuito da: Action to Sport Srl, tel. 0185264754 METHANE (wave): 8” larghezza ideale per le partenze rapide. Ha un grosso potenziale di performance sulle onde! La Methane è al 100% carbon e pesa 575 grammi. Asimmetria pala 10°. Manico a sezione asimmetrica ovale al 100% carbon. Impugnatura ergonomica 100% carbon. Si può regolare la lunghezza del manico: 219, da 219cm fino a 193cm, 196, da 196cm fino a 167cm. NALU (downwinder): Pagaia progettata per l’endurance grazie alla pala di misura XL adatta alle persone con pagaiata più forte ma con intensità minore. Questa è la pagaia adatta alle competizioni Race. La Nalu è al 100% carbon e pesa 650 grammi. Pala: 9”1/4, 100%carbon, asimmetria pala 10°. Manico a sezione asimmetrica ovale al 100% carbon. Impugnatura ergonomica 100% carbon. Si può regolare la lunghezza del manico: 219, da 219cm fino a 193cm, 196, da 196cm fino a 167cm. SHAKA PU’U (racing, surfing e fitness): L’ultima creazione di Kialoa. Le caratteristiche che contraddistinguono questa pagaia sono l’equilibrio ottimale e la stabilità. È adatta sia alle escursioni che all’utilizzo sulle onde. La Methane è al 100% carbon e pesa 575 grammi. Asimmetria pala 10°. Manico a sezione asimmetrica ovale al 100% carbon. Impugnatura ergonomica 100% carbon. Si può regolare la lunghezza del manico: 219, da 219cm fino a 193cm, 196, da 196cm fino a 167cm.

PIPES (specifica per le donne):Pagaia concepita per i ragazzi e le donne, con pala extra fine ideale per il surf e per una partenza rapida. La Pipes è al 100% carbon e pesa 570 grammi. Pala: 7”1/4, 100%carbon, asimmetria pala 10°. Manico a sezione asimmetrica ovale al 100% carbon. Impugnatura ergonomica 100% carbon. Si può regolare la lunghezza del manico: 219, da 219cm fino a 193cm, 196, da 196cm fino a 167cm. TORO: Disegnata specificatamente per il racing, viene sviluppata sotto precise indicazione del famoso riders Chuck Patterson. La nuova pagaia Toro prende il nome dalla pinna del tonno blu, uno dei più veloci pesci dell’oceano… La Toro è dotata di una pala di stile tahitiano a goccia ultra-sottile, la parte finale della pala è disegnata per catturare più acqua possibile, sviluppando una potenza inaudita e per migliorare la stabilità in acqua. Lo shaft e la pala sono completamente in fibra di carbonio, la pagaia risulterà più forte, più rigida e leggera esaltando le vostre prestazioni al top! Blade Width: 8 ¾” • Blade Length: 18” • Surface area: 107 sq in • Weight: 19 oz KIALOA NUOVO IKAIKA™ Line of Stand Up Paddles: Kialoa introduce le nuove pagaie della linea IKAIKA con la rivoluzionaria tecnologia CFRT® che garantisce performance ottime a prezzi imbattibili. Continuous Fiber Reinforced Thermoplastic è una tecnologia composita che aggiunge i vantaggi prestazionali delle fibre di carbonio e di vetro alla forza dei polimeri termoplastici. Sono le prime pagaie al mondo a utilizzare questa tecnica per mantenere contenuto il peso e per avere delle pagaie resistenti a un ottimo prezzo. Sono tre i modelli proposti: Pupu, ideale per i principianti; Hapa, pagaia all-round a un prezzo molto interessante; la Lau Lau, pagaia in carbonio. METHANE

NALU

PIPES

SHAKA PU’U

FCS BOARDBAG SUP RACING Nelle misure 12’6” e 14”. Materiale in nylon impermeabile, imbottitura. 5hd protection con ergo pad, “marine zip”, sistema ventilazione. Disponibili nei sup shop. Per info: info@holysport.com; tel: 0584.913743

FCS BOARDBAG SUP REGOLABILE Copre le misure da 8’6” fino a 10’ e da 10’6” fino a 12”. Nella misura wide arriva fino ad una larghezza max di 35”x 4,5”. Costruita nello stesso materiale delle dayrunner per il surf, in 5 hd protection, “marine zip”, sistema ventilazione, ergo pad. Disponile nei miglior sup shop. Per info: info@holysport.com; tel: 0584.913743

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TORO


© Darrell Wong

STAND UP PADDLING OVVERO: UN ESERCIZIO COMPLETO DI FITNESS TESTO DI Bazzani Gianni: fisioterapista - chiropratico(USA) posturologo insegnante di posturologia c.i.e.s. THANKS TO Minoni Sergio: waterman L’aspetto interessante del SUP è che ne deriva un esercizio di fitness completo. Perché? Mantenere l’equilibrio della stazione eretta su un piano instabile (e una tavola che galleggia sull’acqua è di quanto più instabile ci sia) è un’attività che, pur garantendo un basso impatto fisico, stimola quei processi del sistema neuro-muscolo-scheletrico definiti “Sistemi di controllo Posturale”. Questa espressione, Sistemi di controllo Posturale, si riferisce all’insieme dei processi statici e dinamici che condizionano la disposizione del corpo e delle sue parti molli (muscoli, tendini, legamenti, ecc), le une in rapporto alle altre, nello spazio rispetto alla forza di gravità. Il controllo posturale e la gestione del disequilibrio, cioè la capacità di gestire situazioni ad alta instabilità, si basano sull’intervento coordinato e sinergico dei meccanismi di controllo che vedono la partecipazione di vari apparati: sistema visivo, vestibolare, propriocettivo. Dobbiamo spiegare cos’è la propriocezione. Con questo termine si intende il flusso di segnali che origina da “sensori” presenti nei muscoli, tendini e articolazioni e raggiunge le strutture del Sistema Nervoso che regolano la tensione dei nostri muscoli in maniera del tutto automatica, non controllati dalla coscienza e dalla volontà. La stazione eretta, normalmente quando tutto funziona bene, non necessita di alcuna contrazione muscolare (a parte quella dei polpacci che gestiscono le piccole oscillazioni che abbiamo quando siamo in piedi fermi), mentre il riequlibrio, essendo una funzione attiva, necessita di una contrazione che nasce dall’azione coordinata di sistema nervoso e apparato osteo-articolare. Questa capacità di “leggere” i segnali che provengono dai sensori dei muscoli e delle articolazioni e di adeguare la risposta motoria adeguata tende però ad adattarsi ai

livelli abituali di utilizzo; l’impoverimento delle esperienze motorie dovute alle nostre attività lavorative e familiari quotidiane, riduce progressivamente la capacità di interpretare i segnali periferici. Fortunatamente il decadimento funzionale delle strutture implicate nella propriocezione è molto più lento di quello delle strutture osteo-articolari, per cui il potenziale di questo sistema automatico di controllo si mantiene alto anche in età avanzata: si tratta di trovare il modo per stimolarlo! Quindi, per riassumere: lavorare su un piano instabile per mantenere l’equilibrio mette in gioco tutta una serie di funzioni, muscolari e non, che si attivano, in modo automatico, per mantenere il baricentro all’interno del piano d’appoggio, cioè per non farci cadere o, detto con altre parole, per stabilizzarci. Questa integrazione neuromuscolo-scheletrica rischia di diventare deficitaria col passare degli anni, se non viene adeguatamente stimolata. L’attività che viene fatta grazie al SUP va proprio in questa direzione: per poter mantenere l’equilibrio sulla tavola bisogna innescare tutta una serie di meccanismi inconsci, che nella vita quotidiana normalmente non vengono stimolati, i quali migliorano la nostra stabilità anche quando scendiamo dalla tavola e questa stabilità di base è necessaria per l’integrità della colonna vertebrale. Infatti il complesso caviglie-anche-bacino, in condizione di instabilità, viene enormemente stimolato per correggere le deformazioni dovute al disequilibrio. Il fatto poi di usare una pagaia per remare in posizione eretta, richiede anche l’intervento di muscoli stabilizzatori del tronco per impedire la rotazione che normalmente avviene pagaiando a destra e a sinistra della tavola; quindi doppia stabilizzazione: dal basso per restare in equilibrio sulla tavola e dall’alto per poter gestire correttamente la remata. Da tutto quanto detto si può intuire facilmente come questa attività fisica, non cruenta né traumatica, abbia una grossa potenzialità come prevenzione di molti disturbi che la sedentarietà provoca ma nello stesso tempo affina una serie di abilità inconsce che giovano molto anche a chi pratica già altri sport. Il SUP è proprio un esercizio completo di Fitness!

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CLASSIFICA FINALE 2011 SUP RACE FISURF È con vero orgoglio che la FISURF annuncia la classifica ufficiale dei campioni italiani 2011 SUP RACE, nello splendido contesto della V tappa ad Ostia, Trofeo Scorpion Bay, egregiamente organizzato da tutti i componenti del DB Surf Club. La premiazione ha visto sul podio ben 8 categorie, secondo le regole internazionali ISA; atleti che durante l’anno forse avranno visto i loro sforzi poco condivisi nelle premiazioni delle singole tappe per accorpamenti delle stesse categorie. Ma il risultato finale è stato ottimo, con l’augurio di un sempre migliore impegno in questa bellissima disciplina. “Mi sento orgoglioso dell’impegno assolto in questo anno di rinnovamento federale, ma il ringraziamento più importante va sicuramente ad alcune persone in particolare: il presidente di AISUP, Roberto Domenichini, che insieme alla segreteria FISURF hanno lavorato per avere questi risultati, e a tutti gli organizzatori delle tappe di campionato: Franco Piccioni, Urbano ed Alessandro Ceccarelli. Un grazie di cuore da parte di quel famoso gruppo di amici che ha creduto nel vero spirito sportivo oltre che nell’amicizia…” Giovanni. Campionato Italiano RACE II tappa Fisurf Cesenatico.

Categoria JUNIORES Medaglia d’oro, Indro Spinelli Categoria SENIOR Medaglia d’oro, G. Bruno Capparella HOBIE SUP Medaglia d’argento, Leonard Nika NAISH Medaglia di bronzo, Paolo Marconi JIMMY LEWIS Categoria MASTER Medaglia d’oro, Stefano Gigli HOBIE SUP Medaglia d’argento, Luigi Reghitto Categoria GRAN MASTER Medaglia d’oro, Alessandro Ceccarelli NAISH Medaglia d’argento, Carlo Rotelli MOKI Categoria KAUNA Medaglia d’oro, Massimo Cipollari NASHWEEL Medaglia d’argento, Roberto Domenichini F-ONE Medaglia di bronzo, Paolo Spinelli HOBIE SUP Categoria GRAN KAUNA Medaglia d’oro, Stefano Creti Medaglia d’argento, William Zappatore Categoria 14 Medaglia d’oro, Fabrizio Gasbarro FANATIC Medaglia d’argento, Daniele Guidi JIMMY LEWIS Medaglia di bronzo, Tommaso Freschi Luca Cassolo Categoria DONNE 12.6 Medaglia d’oro, Silvia Mecucci JIMMY LEWIS Medaglia d’argento, Nadia Servadei JIMMY LEWIS Medaglia di bronzo, Corinna Betti HOBIE SUP

Inoltre, tutti i vincitori delle medaglie d’oro di ogni categoria hanno avuto in premio un soggiorno di 15 giorni presso la sede FISURF in Costa Rica (Wavetrotter di S. Teresa). Fonte: Fisurf

UNA NAZIONE, DUE CAMPIONATI UFFICIALI RACE In risposta alle diverse mail che ci sono arrivate in redazione, con riguardo ai due campionati race italiani che si sono svolti in parallelo (basta anche solo guardare le due classifiche Race in queste pagine), è utile fare un po’ di chiarezza. Numerose le richieste: - Qual è il campionato da seguire? - Qual è quello riconosciuto? - Qual è quello ufficiale? - Possibile che uno sport così giovane abbia già due realtà parallele? Nella lotta tra le associazioni sportive abbiamo chiesto agli atleti se, secondo loro, si potessero unire i campionati o addirittura se fosse possibile trovare una strada percorribile per avvicinare le due ASD (potete leggere alcune risposte nelle interviste che vi proponiamo da pag. 29 a 33). In una dimensione assolutamente soggettiva e personale, alcuni hanno risposto drasticamente suggerendo la chiusura di una delle due, altri hanno considerato i riconoscimenti europei molto più importanti di quelli italiani, altri, addirittura, hanno proposto di creare un terzo indotto, come se due non fossero già abbastanza! A noi, personalmente, appare paradossale e pressoché inverosimile, avere diversi campioni italiani di tante categorie e di diverse classi. Abbiamo chiesto anche a diversi importatori di esprimere la propria opinione con riguardo a questa situazione e la risposta è stata quasi univoca: una situazione come questa nuoce molto allo sport considerato, soprattutto, che le manifestazioni “ufficiali” in tutta Italia sono tante e creano una grande dispersione di forze! Molti importatori e distributori hanno, inoltre, aggiunto che sarebbero pronti a investire in prize money e premi qualora ci fosse un campionato unico in cui far confluire le forze lavoro e attraverso il quale riuscire a conseguire un unico scopo, quello della crescita dello sport! Un’attenta riflessione su risposte di tal farsa ci ha portato a interpellare la dirigenza delle due ASD che si contendono il campionato: FISURF e SURFING ITALIA. Formulati gli

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stessi interrogativi e sollevate le stesse perplessità riportate dagli addetti ai lavori, le due ASD hanno convenuto che unificare i campionati sarebbe stata una soluzione intelligente allo scopo, soprattutto, di dare maggiore visibilità alle aziende leader nel settore, pronte a finanziare più copiosamente gli eventi, nonché di avvicinare molte più persone allo sport! Per evitare che ci possano essere fraintendimenti di sorta, appare ovvio non effettuare specificazioni di merito, ma una delle due ASD ha dichiarato: “il minimo denominatore comune è la promozione sportiva, quindi le forze in campo possono essere coadiuvate da proposte e consigli provenienti dalle altre realtà esistenti in Italia per unificare la divulgazione e compattare le esigenze per un campionato sempre più numeroso e serio” … ai posteri l’ardua sentenza! Nell’attesa di sviluppi positivi sulla questione, noi siamo fiduciosi che qualcosa, prima o poi, si muoverà nella speranza che si possa avere un unico campionato ufficiale! © Daniele Mei


CLASSIFICA FINALE 2011 SUP RACE SURFING ITALIA Un altro anno agonistico volge al termine, l’impegno è stato notevole ma la volontà di non deludere e accontentare tutti è stata maggiore. Sono state toccate le migliori località della penisola con 4 avvincenti tappe nazionali: Oristano (Sardegna) - Torre Quetta (Bari) - Lido (Venezia) - Santa Severa (Roma). Tantissime altre manifestazioni sono state organizzate in lungo e largo lo stivale a carattere regionale avvicinando sempre più persone alla pratica dello sport. A questo punto riteniamo sia doveroso un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita delle manifestazioni mettendo a disposizione tempo, preparazione e competenze aderendo con entusiasmo ai vari progetti. Agli sponsor che hanno giocato un ruolo decisivo senza il quale non si sarebbe potuto dare vita al campionato SUP 2011. Alle istituzioni che hanno avallato, concesso patrocini, concessioni e autorizzazioni, in particolare alla AICS grazie al prezioso supporto nelle attività di Surfing Italia ormai da diversi anni. A tutti i club affiliati e organizzatori che si sono fatti onere di tante responsabilità al fine di poter svolgere un ruolo attivo all’interno di una macchina che da anni promuove lo sport, sempre pronti e disponibili a nuove sfide. A tutti coloro che si sono lasciati coinvolgere dimostrando curiosità e attenzione per le iniziative sportive proposte. Infine desideriamo ringraziare coloro che concretamente hanno dato un aiuto prezioso nella realizzazione e nella gestione di ogni evento. Surfing Italia ricorda che non sono ancora finite le attività sportive agonistiche che prevedono ancora gare di short (top 44 Banzai + regionali), longboard e SUP wave (finale di Andora). Dopo il grande successo dell’anno precedente Surfing Italia ha in serbo la cerimonia celebrativa dei board sport il “SURFING ITALIA AWARDS” durante la quale verranno consegnate le onorificenze finali agli atleti che si sono distinti durante il campionato italiano 2011 e a tutte le Associazioni che hanno contribuito alle attività sportive, ma le sorprese non sono finite tante le nomination e le candidature… In ultimo a fine novembre si terrà la grande Assemblea, già annunciata nel corso dell’anno, aperta a tutte le ASA per definire i programmi del 2012. A presto tutte le news sul sito ufficiale www.surfingitalia.org ALLROUND UOMINI 1 Davide Monsignore 2 Renzo Mancini 3 Nicolas Beagonin 4 Riccardo Catarci 5 Otolani Luigi 5 Salvatore Calso 6 Andrea Pini 7 Pietro pelati ALLROUND DONNE 1 Paola Perrone 2 Lucia marra 2 Stefania Tottieri 3 Sabrina Da Manto 3 Dafne Giovenco JUNIORES 1 Spinelli Paolo 2 Mario Paudice 3 Claudio RACE DONNE 12.6 1 Corinna Betti 2 Roberta Mariani 3 Valentina Marconi 4 Silvia Mecucci 5 Offerman Petra

99 Custom Board Hobie sup Hobie sup

RACE UOMINI 12.6 1 Giordano Bruno Capparella 2 Leonard Nika 3 Emanuele Guglielmetti 4 Nicola Abatescianni 5 Giuseppe Cuscianna 6 Paolo Marconi 7 Paolo Giovanni Glorio 8 Diaz Belcarmino 9 Condomo Davide 9 Giovannino 10 Pasquale Gentile 10 Lazzari Leonardo 11 Giancola Pietro 12 Filippo De Francesco 13 Francesco Cotili 13 Garofali Roberto 14 Tangari Vittorio 15 Carmine Barbetta 16 Nicola Montenegro

Hobie sup Naish Hobie sup Starboard Starboard Jimmy Lewis Starboard

Starboard Jimmy Lewis Starboard

Starboard Starboard Starboard

RACE UOMINI MASTER 12.6 1 Spinelli Indro 2 Rotelli Carlo 3 Salvatore Calso

Hobie sup Moki sup Jhon Capriccio

RACE UOMINI 14 1 Pietro Fazioli 2 Stefano Gigli 3 Fabrizio Gasbarro 4 Daniele Guidi 5 Nicola Abatescianni 5 Golnitz Stephan 6 Andrea Disante

Hobie sup Hobie sup Fanatic Jimmy Lewis Starboard Starboard Jimmy Lewis

Fonte: Surfing Italia SURFING ITALIA SUP CUP 2011 Bari. © M. Ranieri

Jhon Capriccio

Starboard Starboard Starboard

Hobie sup Starboard Nika Naish

Hobie sup Hobie sup Jimmy Lewis

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RRD PADDLE 2012 Pagaie regolabili Una linea di pagaie per rendere lo sport accessibile a tutti! • Pala ABS / manico regolabile L e M, 70/210 cm con sistema regolabile a pin. Pagaie per principianti ideali per le scuole ed i noleggi. È disponibile con due misure diverse di pala: M e L. • Pala KIDS ABS / manico regolabile in alluminio, 130/160 cm con un sistema regolabile a pin. Pagaie speciali per i bambini dai 5 ai 12. • Pala in fibra di vetro / manico regolabile in alluminio, 170/210 cm con sistema regolabile a pin. Pagaie per principianti ideali per le scuole e le famiglie. Vengono consegnati con una sacca non rinforzata. • Pala in carbonio/fibra & manico regolabile, 170/210 cm con sistema regolabile a pin. Il palo più rigido permette di sfruttare al meglio ogni remata. L’acquisto perfetto per una famiglia appassionata di SUP. Vengono consegnati con una sacca non rinforzata. Pagaie non regolabili Pagaie performanti in Full Carbon Questo è il range RRD di pagaie ad alta performance per i migliori rider di SUP. • Palo ovalizzato in Carbonio / Pala Wave luccicante in fibra, 210 cm (dimensione ridotta). Una pagaia perfetta per surfare le onde al meglio. Leggera e resistente,

grazie al leggero flex della pala, che risulta lo strumento perfetto per prendere ogni onda. • Pala Full Carbon con palo fisso in due pezzi, 210 cm (dimensione ridotta). La scelta perfetta per tutti i rider che vanno in spiaggia in bici o viaggiano in giro per il mondo senza tavola, ma che non riescono a fare a meno della propria pagaia di fiducia. Consegnata con sacca imbottita. • Pala Full Carbon PRO con palo fisso, 210 cm (dimensione ridotta). Bellissima versione in fibra di carbonio clear vision 12K, con palo ovalizzato per ottenere la massima rigidità. Una pala di media dimensione con bordi incavati per aumentare la penetrazione nell’acqua e mantenere comunque una buona rigidità. Raccomandata per quei rider che vogliono la massima performance indipendentemente dall’onda. Il palo super rigido e superleggero fanno pesare questa pagaia solamente 650 grammi (alla massima estensione di 210 cm!). Consegnata con sacca imbottita. • Pagaia Full Carbon RACE con palo fisso, 210 cm (dimensione ridotta). Bellissima versione in fibra di carbonio clear vision 12K, con palo ovalizzato per ottenere la massima rigidità. Una pala di piccola dimensione a forma di freccia con bordi incavati per aumentare la penetrazione nell’acqua e permettere remate veloci e continue. Il palo super rigido e superleggero fanno pesare questa pagaia solamente 580 grammi (alla massima estensione di 210 cm!). Consegnata con sacca imbottita.

ABS Paddle ALU Adjustable

Full carbon race

Alu Paddle Full Carbon PRO Alu paddle Adjustable

Carbon Glass Paddle and Adjustable Shaft

Full Carbon Blade 2Pieces Fixed Shaft

Full Carbon Blade 2Pieces Fixed Shaft PADDLE BAG

WALDEN 2012 Walden ha prodotto una gamma incredibilmente versatile di Stand Up Paddle. Ottimo range di tavole da 9’4’’, 9’11’’ e 10’10’’ per tutte le esigenze di supper intermedi, avanzati e principianti. La larghezza generosa da comunque un’ottima stabilità. Caratteristica principale dei Walden sup sono i magic rail che garantiscono volume ma senza compromettere la tenuta sull’onda ed anche un ottimo glide in acqua piatta. Tavola con un’ottima tenuta anche in nose riding. Reattiva anche in condizioni di mare ciopposo. Assetto variabile da single fin o tri fin per performance più elevate e tecniche. Per info: info@holysport.com; tel: 0584.913743 Length 9’4” 9’11” 10’10”

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Width 29” 31” 31”

Thick 4 1/2” 4 1/2” 4 1/2”

Volume 141 ltr 180 ltr 194 ltr

Fins Walden 9” + FCS GL sides Walden 9” + FCS GL sides Walden 9” + FCS GL sides

Approx Weight Range 0-200 lbs (0-90Kg) All Weights All Weights


SURF TRIP IN CROAZIA Sul prossimo numero di SupTime, uscita prevista per aprile 2012 dopo la lunga pausa invernale, vi proporremo un interessante articolo sulla vicina Croazia. Sempre più persone decidono di passare le loro vacanze estive in questa regione del Mediterraneo, magari anche in barca, e quale migliore scusa per fare delle emozionanti gite in sup alla scoperta degli angoli più nascosti della costa. Carlo Rotelli, boss di Moki, è andato alla scoperta della Croazia con qualche amico ed ecco quello che ci anticipa: “Ho preso al volo l'invito per trascorrere alcuni giorni in Croazia con la barca. Le mie condizioni erano subito chiare e sono state accolte con entusiasmo da tutta la crew, ovvero che avrei portato con me 3 tavole da sup! Siamo andati alla scoperta di tante calette pagaiando nell'acqua blu e cristallina degli isolotti davanti a Hvar, considerata una delle 10 isole più belle al mondo.”

MOKI POTENZIA LA SUA FORZA COMMERCIALE Mirco Babini è il nuovo agente Europa di Moki. Con trascorsi importanti come windsurfer e kiter professionista dapprima e come figura commerciale di grandi marchi del settore poi, Mirco Babini è certamente uno dei maggiori esperti nel mercato; una scelta ideale per accompagnare Moki in questa crescita già significativa dopo solo 1 anno di attività. Mirco sarà impegnato anche nell'attività di promozione dei prodotti Moki Sup e si affiancherà a Renzo Cognini. Email: sales@mokisup.com - Tel: +39 335 7015959

MCTAVISH SUP 2012 Tre misure anche per McTavish 9’0’’, 9’6’’ e 10’0’’. Shape della tavola molto più evoluta basato su un outline delle tavole da surf, con nose più stretto, fish tail con winger per non avere una eccessiva larghezza sul tail che agevola la manovrabilità della tavola sia in surfata su onda che in fase di curva in acqua piatta. Tavole principalmente performanti adatte per un livello intermedio e avanzato per le misure 9’0’’ e 9’6’’ ma nello stesso tempo adatte anche a supper leggeri o con più esperienza. Il 10’0’’ è una all round board versatile ma adatta principalmente al sup su onda. Assetto variabile a gusto del supper: twin fin, tri fin, quad o single fin. Per info: info@holysport.com; tel: 0584.913743 Length 9’0” 9’6” 10’0”

Width 29” 29 1/2” 30”

Thick 4 1/2” 4 1/2” 4 1/2”

Volume 131 ltr 150 ltr 162 ltr

Fins 7” Centre with FCS M5x4 7” Centre with FCS M5x4 7” Centre with FCS M5x4

Approx Weight Range 0-176 lbs (0-80Kg) 0-187 lbs (0-85Kg) All Weights

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BREVE DESCRIZIONE, QUANTI ANNI HAI, COSA FAI NELLA VITA, QUALCHE GOSSIP PER I LETTORI? Sono Nicola Abatescianni, per tutti i miei amici il “pompa” in virtù del mio lavoro, 35enne e pugliese doc. Nella mia vita, a parte gli affetti personali che tutti noi abbiamo, ai quali tengo tantissimo, la cosa più importante è il mio lavoro di soccorritore nei Vigili del Fuoco. Il restante tempo che mi rimane lo dedico a questo progetto di divulgazione dello stand up paddle nei più svariati modi possibili, come il progetto Starboard-SurfingItalia SUP Istructor, il sito internet a questo progetto dedicato, che ha appena compiuto due anni, seguire eventi, gare e, cosa più stimolante, organizzare qualsiasi genere di attività che accomuni tutti gli appassionati di questo sport in pieno sviluppo senza dimenticare i neofiti che si approcciano a esso con giornate Demo. SIAMO VICINI AL 2012, COME VEDI L’INCREMENTO DEL SUP IN ITALIA? Questa è stata una buona stagione pubblicitaria per questo sport, basti pensare quante volte, anche su emittenti nazionali, si è parlato di sup. Molta gente, ho notato con piacere, si è interessata, lo conosce e sa benissimo di cosa si tratta, questo vuol dire che si è fatto un buon lavoro da parte di tutti, atleti, promotori e organizzatori. Questo porterà sicuramente a incrementare per il 2012 il numero dei praticanti, delle attività e di gente che sempre più si approccerà a questo sport. Noi in Puglia siamo veramente tanti, forse più di quanto immaginassi. Il segreto dello sviluppo di questo sport sono i tanti fattori che lo contraddistinguono, come il poterlo praticare ovunque, in molte condizioni meteo-marine, è uno sport per tutti e se ben fatto ricambia con un notevole benessere fisico, è uno sport divertente non solo tra le onde. Crea dei buoni rapporti di amicizia, che a differenza di altri sport, si curano non solo in spiaggia, ma anche in acqua, infatti, chi di noi non si è mai fatto una passeggiata con un amico in sup chiacchierando un po’? Per il 2012 il mio impegno è puntare sui più giovani, senza dimenticare comunque che è uno sport nuovo e che purtroppo ci sono delle limitazioni per il costo dell’attrezzatura, che speriamo di arginare al più presto con un mercato più vario dell’usato per accontentare anche chi al momento non può affrontare delle spese. QUALI SONO I TUOI PROGRAMMI SPORTIVI? Come tutti gli sportivi, credo che migliorare le proprie capacità sia l’obiettivo primario, e se impegnato a livello agonistico, migliorare i propri risultati è l’unico motivo di tanti allenamenti e sacrifici. Nel 2012, grazie al supporto del corpo Vigili del Fuoco, riuscirò finalmente a partecipare di sicuro almeno a una gara in Europa, ho già un’idea, ma aspetterò ovviamente la successiva stagione agonistica per decidere. Un altro impegno sarà partecipare a manifestazioni italiane alle quali in questi due anni non sono riuscito a prendere parte. Il campionato race è giunto al termine, rimangono solo tre tappe di quello wave, ovviamente non nascondo che punto molto a dei buoni risultati anche in questa disciplina.

durante gli allenamenti per cercare di avere la giusta inclinazione del braccio superiore e del giusto affondo, per cercare la perfezione. Per le dimensioni della pala, anche in questo caso, un po’ diversamente da ciò che si dice, uso una pagaia di vecchia concezione, con una pala superiore ai 600 cm2, un flex elevato dello shaft, non danno di sicuro una risposta immediata ma rendono la mia pagaiata molto potente, che in acqua completamente flat mi garantisce ottimi risultati. Per la dimensione delle tavole race, la tendenza del mercato un po’ è quella di passare ai 14”, ma io rimango legato alla categoria 12”6’. La larghezza della tavola invece, fino a oggi scelta per garantire stabilità con più di 29” a discapito di velocità e fluidità, ho deciso di cambiarla scendendo di dimensioni per arrivare a 26”. QUALI SARANNO SECONDO TE LE APPLICAZIONI DEL SUP IN UN CONTESTO CONI? Come qualcuno ben sa, più di tre anni fa, lontano dal mondo agonistico del surf, prima ancora di venire a contatto con le attuali associazioni sportive, provenendo dalla famiglia FIN, avevo dei buoni rapporti con il Coni Puglia, al quale portai la notizia di questo nuovo sport che stava per nascere… ma questa è una lunga storia. Non a caso ho utilizzato il termine “famiglia”, perché solo con alle spalle una solida federazione si potranno avere, in un futuro non lontano, dei veri campioni. Io credo in questo sport e non vi nego che sarei contento di vedere tanti ragazzini che si appassionino e seguano anche loro un circuito agonistico, ma per tutto ciò ci vorrà del tempo, ripeto però che senza avere alle spalle una vera federazione la strada diventa più tortuosa. Questo sarà uno degli impegni per questo 2012, che assieme a molti altri atleti e gente del settore, prenderemo per portare questo sport a livello di tanti altri. Inoltre va considerato che ci sono dei nuovi progetti da parte del Coni, di entrare direttamente nelle scuole, e allora perché non farci entrare anche il paddle surf! SE POTESSI SUGGERIRE QUALCOSA A CHI ORGANIZZA I CAMPIONATI COSA GLI DIRESTI? Questa stagione, a mio dispiacere, ma credo quello di tutti, ha visto una vera scissione del campionato! Tutto ciò ha comportato la scelta, da parte di alcuni di noi, verso uno dei due circuiti. Questa storia è stata già vissuta in altri sport, dove si è risolto con fusioni e dove invece ancora oggi le cose non sono cambiate. Io sono per un concetto semplice, l’importante è che qualcosa si faccia e si creino sempre situazioni dove solo lo sport sia al centro delle attenzioni di tutti! Tornando al mio pensiero sul Coni, è lampante come sarebbe facile farne parte se queste complicazioni non ci fossero. Il mio consiglio è quello di unire le forze cercando i giusti compromessi, e poiché di paddling stiamo parlando, cerchiamo di pagaiare tutti in un’unica direzione.

QUAL È LA TUA ATTREZZATURA IDEALE? Nel wave ho trovato il giusto compromesso nel quad, con misure relativamente piccole. Al momento la tavola che più utilizzo e con la quale mi sento di esprimere il meglio, è una Starboard 9’1” quad, per una larghezza di 29”. Ovviamente misure, pinne e costruzioni sono tutte relative alla conduzione del rider, e quindi queste sono le mie misure ideali. Per la pagaia, nel wave, ho scelto una misura alquanto lunga, differentemente da quanto in giro se ne dica, un po’ ingombrante nella surfata ma che mi aiuta molto negli appoggi dopo un cut-back on the lip e negli appoggi di recupero da errori, cosa fondamentale in gara. Per le dimensioni della pagaia race, provo a ridurre sempre più la lunghezza 29


BREVE DESCRIZIONE, QUANTI ANNI HAI, COSA FAI NELLA VITA, QUALCHE GOSSIP PER I LETTORI? L’età non conta! Non ricordo… a riposo ho meno di 60 battiti al minuto, se può bastare; nella vita cerco di far coincidere il mio lavoro di “stabilimentaro” alla Rambla di Maccarese e al Janga di Fregene con uno stile di vita a me consono, quindi lontano dal caos cittadino e il più possibile immerso in quello che definisco il mio habitat naturale (essendo nato disidratato) e quindi l’acqua, elemento nel quale mi trovo decisamente a mio agio, planandoci, navigandoci, galleggiandoci o semplicemente immergendomici… in mancanza del mare mi faccio la doccia… SIAMO VICINI AL 2012, COME VEDI L’INCREMENTO DEL SUP IN ITALIA? Niente è ancora successo, il sup “allround” diventerà una costante in ogni situazione legata all’elemento acqua, spiaggia e scogliere… e barche. Verrà interpretato come “articolo da mare” alla stregua di attrezzature non specialistiche e permetterà a chiunque lo desideri di esplorare, staccarsi dal caos della spiaggia; offrirà una valida alternativa al racchettone, al pattino e affini. A mio avviso diventerà quello che la mountain bike ha rappresentato nell’ambito del ciclismo. Altro capitolo sarà il sup inteso come attrezzatura specialistica, completerà il quiver di ogni sportivo legato ai nostri sport, essendo complementare e propedeutico oltre che estremamente appagante da un punto di vista puramente “allenante”. QUALI SONO I TUOI PROGRAMMI SPORTIVI? Parteciperò alle gare che reputerò più interessanti, sia di campionato che invitational, con la speranza che si trovi la giusta via per unificare i circuiti, situazione ad oggi paradossale. Sarò presente anche nel circuito di kite, sia wave che race (attrezzatura permettendo). PARTECIPI AL CIRCUITO WAVE, QUAL È IL TUO ALLENAMENTO? È estremamente difficile ipotizzare un allenamento specifico per il wave, vivendo dove vivo… Le onde sono un miraggio e quando le carte promettono la “condizione” pensi solo a divertirti il più possibile in acqua, evitando manovre “sperimentali” che magari in spot più adeguati puoi ripetere per ore e ore. L’unico allenamento che posso suggerire è quello di cercare di surfare anche in condizioni non propriamente didascaliche (tanto quelle non le abbiamo mai!). SEGUI UN’ALIMENTAZIONE PARTICOLARE? Sono onnivoro, l’uomo è onnivoro, detesto ogni imposizione alimentare dettata dalla tendenza del momento. Credo la cosa migliore sia evitare cibi estremamente elaborati e cambiare quotidianamente il “menù del giorno”. Vedere gente che si nutre mortificandosi con “papponi” bilanciati mi spaventa… mi chiedo come l’organismo possa decifrare tali “sostanze”. QUAL È LA TUA ATTREZZATURA IDEALE? Al momento Hobie ha indubbiamente una linea che non può non essere definita al “top”. Io uso una Race 14’’ elite per long distance e race, mentre ho una 11’’2’ Atr per il pseudowave nostrano… Se l’onda dovesse arrivare farò in modo da “estorcere” a Sportfun una tavola più adeguata, tipo la Collin Mc Phillis… QUALI SARANNO LE APPLICAZIONI DEL SUP IN UN CONTESTO CONI? Non vedo perché non debba avvicinarsi alle discipline “nobili” della voga, oltretutto, rispetto al canottaggio, ha più dinamismo; potrebbe rappresentare quanto è avvenuto nel mondo delle corse su pista tra le auto di F1 e le moto Gp, dove la visibilità del pilota emerge rispetto al mezzo rendendo estremamente spettacolare il contesto di corsa su pista. 30

SE POTESSI SUGGERIRE QUALCOSA A CHI ORGANIZZA I CAMPIONATI, COSA GLI DIRESTI? Take it easy… l’unione fa la forza, “scurdammoce ‘o passato”. Spero si rendano conto dell’enorme potenzialità del “giocattolo” che si trovano tra le mani… non sputtanatelo come è avvenuto con il kite, prendete esempio da quanto succede in Europa e oltreoceano, altrimenti arrivano i Cinesi e ci fregano tutti! CON CHI HAI LEGATO DI PIÙ NEL SUP? Ho molti amici che praticano il sup “just for pleasure” e ne sposo lo spirito. Vorrei si creasse un gruppo disposto ad affrontare nuove sfide, suptrip, downwind e sperimentare insieme. A Bari mi è sembrato esserci lo spirito giusto, prendiamo esempio! QUALI SPORT PRATICHI OLTRE AL SUP? Fondamentalmente sport individualistici, gli sport di squadra non mi divertono e quindi oltre alla vela, kite e sup, gioco a tennis e, avendo iniziato da piccolo, sono ancora forte a golf… non ti dico quanti altri sport ho fatto, altrimenti vi chiederete: ma quando lavori? A CHI TI ISPIRI PER ESSERE UN BUON ATLETA? A tutte le persone che ho vicino, sia agonisti che dilettanti, che affrontano lo sport con lo spirito giusto; detesto gli esaltati, i “monotematici”, chi si lamenta sempre per le condizioni, chi non ha argomenti al di fuori dell’attrezzatura, quelli che considerano “sfigato” il neofita; state allerta, il nostro mondo ne pullula! COME TI SEMBRA IL LIVELLO TECNICO DELLE PERSONE CHE FREQUENTANO IL CIRCUITO? Il livello c’è, ma sono le aziende e le “federazioni” che dovrebbero iniziare a valorizzare chi lo merita. HAI IN PROGRAMMA UN VIAGGIO ALLA RICERCA DELLE ONDE? PER DOVE? QUAL È LA TUA CONDIZIONE IDEALE? La ricerca dello spot ideale non ha mai fine… Personalmente devo potere coniugare le esigenze wave kite a quelle del sup e a quelle irrinunciabili del lifestyle… Gioco facile, vorrei andare tra Maui e Cape Town…


BREVE DESCRIZIONE, QUANTI ANNI HAI, COSA FAI NELLA VITA, QUALCHE GOSSIP PER I LETTORI? Mi chiamo Emanuele Guglielmetti, per tutti Lele, ho 30 anni e sono nato a Roma. L’amore per il mare e lo sport mi accompagna da quando ero piccolo, poi crescendo, ho capito che queste mie passioni, insieme, sarebbero diventate il mio lavoro a tempo pieno. Sono undici anni ormai che insegno varie discipline come il Kitesurf, il Sup, fino al Surf da onda, e devo dire che più passano gli anni e più trovo questo lavoro entusiasmante. Nel corso degli anni è nata poi la W.O.Z Italia, un’associazione sportiva, ma anche un affiatato gruppo di amici, creata da me e mio fratello Francesco Guglielmetti, con la quale cerchiamo di diffondere e trasmettere la nostra passione per il mare e lo sport. Più che qualche gossip, posso dirvi quali sono le mie uniche debolezze (dopo il mare naturalmente), la nutella e la buona musica. SIAMO VICINI AL 2012 COME VEDI L’INCREMENTO DEL SUP IN ITALIA? Il Sup è già da anni molto diffuso e praticato all’estero, e oggi sempre più anche in Italia. In poco tempo è riuscito a catturare l’attenzione di moltissime persone di ogni fascia d’età, e se continuiamo così, per il 2012 prevedo sicuramente un ulteriore incremento. QUALI SONO I TUOI PROGRAMMI SPORTIVI? Prima di tutto voglio crescere a livello personale, continuando ad allenarmi e a potenziarmi nelle varie discipline, tra cui anche il surf da onda. Poi sicuramente c’è la voglia di proseguire l’anno prossimo partecipando ai vari programmi sportivi e le varie competizioni in giro per l’Italia. Inoltre con mio fratello, ci stiamo preparando per organizzare dei lunghi Downwind con il paddle surf, e dal prossimo anno saremo alla ricerca di grosse onde per esercitarci nel Tow-in con la moto d’acqua. PARTECIPI AL CIRCUITO WAVE, QUAL È IL TUO ALLENAMENTO? In realtà praticando varie discipline il mio è un allenamento quotidiano ma molto vario, non ne seguo uno in particolare, cerco semplicemente di stare in acqua il più possibile e appena posso e le condizioni meteo me lo consentono, vado ovunque si possano trovare buone onde, e con molta pazienza, anche buone mareggiate. Durante la stagione poi il lavoro è molto intenso, e insegnare mi permette di stare in continuo movimento. A terra invece utilizzo molto l’Indoboard, secondo me un’ottima palestra per l’equilibrio, soprattutto per il Sup, e con il quale oltretutto sto iniziando un programma di allenamento e posturologia con il mio amico e Dott. Savino. Durante l’inverno invece, già da alcuni anni vado in Costa Rica, lì le onde non mancano di certo e come allenamento posso assicurare che è molto intenso ma soprattutto completo. SEGUI UN’ALIMENTAZIONE PARTICOLARE? Come tutti quelli che praticano sport a determinati livelli, cerco di seguire un’alimentazione corretta e soprattutto sana, ma senza manie esagerate. Nulla di particolare, cerco di mangiare cose che mi permettano di sostenere le numerose ore passate in acqua ad allenarmi. Naturalmente stando spesso in giro, a volte si mangia di corsa, e allora cerco di compensare con i prodotti Erbalife. La colazione rimane comunque il pasto più importante per affrontare un’intera giornata in movimento. Frullati, banane, vitamine e una buona dose di proteine… e poi in acqua! QUAL È LA TUA ATTREZZATURA IDEALE? Come dicevo cerco di allenarmi sempre con costanza in tutte le discipline, di conseguenza, in base al meteo e alle condizioni del mare e del vento, scelgo l’attrezzatura più adatta. La cosa importante è che ci siano le onde! QUALI SARANNO LE APPLICAZIONI DEL SUP IN UN CONTESTO CONI? Questa disciplina forse ha bisogno ancora di tempo e di “ordine” per avvicinarsi al Coni, anche se è sempre più diffusa, deve essere ancora assimilata, quindi a mio parere aspettiamo ancora un po’.

SE POTESSI SUGGERIRE QUALCOSA A CHI ORGANIZZA I CAMPIONATI COSA GLI DIRESTI? Da tutti i punti di vista, da quello di atleta, istruttore e direttore sportivo, consiglierei agli organizzatori dei vari campionati di unire le forze, sia per incrementare la promozione e diffondere maggiormente queste discipline nel panorama sportivo, sia per creare una buona energia e un forte spirito di gruppo tra coloro che le praticano, naturalmente coinvolgendo anche tutti quelli che si sono affacciati da poco al mondo del Sup. CON CHI HAI LEGATO DI PIÙ NEL SUP? Siamo tantissimi atleti sparsi in tutta Italia, e devo dire che con molti ho instaurato un ottimo rapporto, quando si condivide la stessa passione è bello ritrovarsi nelle varie competizioni ed essere ogni volta così affiatati. (Anche se devo dire che c’è un gruppetto di Bari che è davvero forte!). Poi ci sono gli amici più stretti, quelli di tutti i giorni con cui condivido la mia passione per il mare e con cui organizziamo uscite durante tutto l’anno, da mio fratello Francesco agli amici Daniele, Pietro (F.-P.), Stefano e tutti quelli del branco W.O.Z. A CHI TI ISPIRI PER ESSERE UN BUON ATLETA? In Italia uno degli atleti che stimo di più a livello sportivo, ma anche umano, è sicuramente Pietro Pacitto. In particolar modo apprezzo la visione che ha di questo sport, come vive il mare e la grinta unita alla passione con cui continua ad affrontarlo giorno dopo giorno. Altri waterman per cui nutro una forte considerazione a livello internazionale invece sono Robby Naish e Kai Lenny. COME TI SEMBRA IL LIVELLO TECNICO DELLE PERSONE CHE FREQUENTANO IL CIRCUITO? Come dicevo è una disciplina che si sta fortemente diffondendo, soprattutto nell’ultimo anno ho notato come grazie a tanto allenamento e determinazione, sia notevolmente migliorata la tecnica degli atleti e come sia sempre più alto il livello di competitività. Di sicuro bisognerà allenarsi tanto. HAI IN PROGRAMMA UN VIAGGIO ALLA RICERCA DELLE ONDE? PER DOVE? QUAL È LA TUA CONDIZIONE IDEALE? Amo viaggiare e posso dire di aver avuto la fortuna di vedere posti stupendi e surfato onde magnifiche. Ma da qualche anno ormai, come accennavo prima, appena posso e qui arriva l’inverno corro in Costa Rica. Oltre ad andare a trovare mia sorella che vive lì da anni con la sua famiglia, ho l’opportunità di potermi allenare intensamente in un contesto che, con il suo panorama e stile di vita, mi ricorda ogni giorno il perché amo questo sport ma soprattutto il mare. È un paese meraviglioso, che offre molto da tutti i punti di vista, sia a livello umano che sportivo; si riesce a vivere il mare e la natura a 360° tutti i giorni e per chi è alla ricerca delle onde, è sicuramente il luogo ideale, e anche quest’anno da dicembre, vi aspetto lì con la W.O.Z e i suoi surfcamp… ovviamente in Pura Vida! 31


BREVE DESCRIZIONE, QUANTI ANNI HAI, COSA FAI NELLA VITA, QUALCHE GOSSIP PER I LETTORI? Sono un atleta Wave e Race, categoria 14” del Team JLID Europe e questa è la mia prima stagione agonistica. Ho 29 anni, gestisco il bar di famiglia con mio fratello, grazie al quale riesco a ritagliarmi buoni spazi di tempo da dedicare alla passione per il mare. Pratico volentieri anche il windsurf che è stata la disciplina che mi ha avvicinato al wave. Un viaggio a Fuerteventura nel marzo 2010 mi ha offerto la possibilità di provare il sup per la prima volta. SIAMO VICINI AL 2012: COME VEDI L’INCREMENTO DEL SUP IN ITALIA? Sin dai primi eventi a cui ho partecipato, ho visto molte persone chiedere di voler provare ad entrare in acqua con questa grande tavola con il “remo”; ora negli ultimi eventi le persone a voler provare sono aumentate e vengono a chiedere di provare il sup con 3 o 4 pinne o quello da regata, oppure di provare pagaie in carbonio. I bambini impazziscono e gente di ogni età entra per la prima volta in acqua con qualcosa che non è un materassino o un pedalò, guardando con occhi diversi la costa e il mare. Lo sport è contagioso e procura benessere nel fisico ma soprattutto nello spirito e il sup, più del windsurf ed il kite, è accessibile, polifunzionale, quindi spero possa contribuire ad offrire opportunità, anche solo di raggruppamento, ai giovani ma anche ai più grandi. QUALI SONO I TUOI PROGRAMMI SPORTIVI? Chiaramente partecipare alle tappe wave da qui fino a fine anno; poi per la prossima stagione si sta pianificando, insieme al resto del team, di partecipare almeno a 3 tappe europee race, un campionato italiano race, campionato italiano wave, ad eventi extra, senza nascondere la possibilità di volare oltre oceano per un evento targato USA. PARTECIPI AL CIRCUITO WAVE: QUAL È IL TUO ALLENAMENTO? Quando ci sono onde, cerco di entrare in acqua sempre, anche se non sono proprio di qualità e misura: in questo modo riesco a lavorare sulla sensibilità, conoscendo meglio il mio limite e quello dell’attrezzatura. Cambio tavola quando posso, per lavorare su differenti stili di surfata e tecnica e passo in acqua più tempo possibile ispirandomi alle manovre di Kai Lenny o di Del Pero. Per la preparazione fisica impiego più tempo e metodo sulla tavola race. QUAL È IL SEGRETO PER ESSERE COME TE? 100% passion, full commitment, focused. SEGUI UN’ALIMENTAZIONE PARTICOLARE? Nonostante gli orari sballati per via del lavoro, regolarizzo i pasti il più possibile. Mangio molta carne cotta alla griglia, pochissimi fritti, molta verdura, frutta e pasta prima degli allenamenti. QUAL È LA TUA ATTREZZATURA IDEALE? Il mio Jimmy Lewis Kwad, sia 8’7’’ che 9’1’’, è la tavola che preferisco per onde ripide e veloci, mentre per manovre radicali preferisco i 120 lt. lo soop rocker ed il tri fin set up del Jimmy Lewis mano 9’4’’, con più drive e velocità in manovra; con onda ben formata il JL Baby Bomb 10’ mi procura il massimo del grip nel carving e una stabilità eccellente. Per il race ho un debole per il mio Sabre 14” perchè è una tavola molto tecnica e performante ed è per me una sfida sfruttarla al massimo in ogni occasione. Nel campionato di quest’anno ho avuto a disposizione le pagaie Quickblade, la Kanaha 100 sq. in per il wave, ottima in ogni situazione, velocissima e leggera, mentre per il race la Kanaha Race Elite 100 sq. in SSI 40, adatta alla mia muscolatura e peso; per gli allenamenti e la prossima stagione ho ricevuto la Kanaha Magic 110 sq. in SSI 40, e non potrei chiedere di meglio. 32

QUALI SARANNO LE APPLICAZIONI DEL SUP IN UN CONTESTO CONI? Mi auguro che il sup possa far parte di un’organizzazione importante come quella del Coni e che venga sfruttato in ogni sua sfaccettatura, sia nel wave che nel race. Ciò porterebbe il livello tecnico degli atleti ai massimi livelli, coinvolgendo nella loro preparazione diverse figure specializzate come i preparatori atletici. In questo modo anche l’espansione di questo sport ne trarrebbe vantaggio. SE POTESSI SUGGERIRE QUALCOSA A CHI ORGANIZZA I CAMPIONATI, COSA GLI DIRESTI? Personalmente vivo le gare con voglia di misurarmi, paragonarmi e spirito di condivisone e credo sia importante non dividere gli atleti italiani in due o tre diversi campionati: sarebbe un freno all’evoluzione del sup in Italia ed allo spirito sportivo che ci accomuna, per far fronte a necessità che esulano dalla sportività stessa. Inoltre credo che almeno per le tappe del campionato italiano ci debba essere un format di base riguardo al tracciato, al tipo di gara in relazione alle condizioni, al numero di prove ecc…E che si continui a pensare che le gare sono soprattutto un motivo di festa per tutti noi e un elogio allo sport. CON CHI HAI LEGATO DI PIÙ NEL SUP? Posso dire di aver legato con tutti gli atleti e gli amatori che praticano questo sport, ma soprattutto questo stile di vita, con passione e dedizione vera. Le prime persone con le quali ho condiviso emozioni in acqua sono quelle con cui esco nel mio home spot, Fove Verde, le quali mi hanno sempre incoraggiato a dare il massimo. Entrando a far parte del JLID Team mi sono ritrovato affiancato da persone squisite con le quali condivido molto spesso bei momenti in acqua e fuori. QUALI SPORT PRATICHI OLTRE AL SUP? Windsurf quando c’è vento vero, kite con il termico; lo snowboard è stata una bella passione, cable o wakeboard, mtb, skate, quando gli amici chiamano e posso permettermi di tornare con qualche graffio o trauma, non essendoci in programma gare di sup. A CHI TI ISPIRI PER ESSERE UN BUON ATLETA? A tutti gli atleti internazionali più rinomati, a quelli che ho incontrato nel circuito italiano, ma soprattutto a chi pratica sport mettendoci cuore, mente e anima come gli strepitosi Laird Hamilton, Ross Clark Jones, Tom Carrol, Kalama, Naish, JP, ecc… i pionieri del nostro mondo. COME TI SEMBRA IL LIVELLO TECNICO DELLE PERSONE CHE FREQUENTANO IL CIRCUITO? Tenendo conto della data d’avvento del sup in Italia, il livello è davvero buono, alcuni atleti italiani si sono imposti nelle tappe europee ottenendo risultati stupefacenti. HAI IN PROGRAMMA UN VIAGGIO ALLA RICERCA DELLE ONDE? PER DOVE? QUAL È LA TUA CONDIZIONE IDEALE? Non avendo viaggiato molto alla ricerca di onde, sono ancora alla ricerca della mia condizione ideale. Per adesso vorrei visitare tutte le isole Canarie, dopo Fuerte e Gran Canaria; a ottobre si parte per Lanzarote, poi ho in programma un bel sup trip a Bali. Ho una forte attrazione verso le onde ripide, potenti e tubanti ma non ho avuto ancora il piacere di trovarmi nel pocket di una di queste meraviglie. Il sogno “destination” nel cassetto… Maui.


BREVE DESCRIZIONE, QUANTI ANNI HAI, COSA FAI NELLA VITA, QUALCHE GOSSIP PER I LETTORI? Ciao, mi chiamo Nadia, sono un’atleta del team Jimmy Lewis, ho 34 anni, vivo a Acilia (Roma) con le mie due bimbe, Blue e Maya di cinque e quattro anni. A farci divertire ancora di più, da pochi giorni è arrivato Teo, un piccolo Jack Russel di 3 mesi che non vediamo l’ora di portare a bordo. Lavoro in due centri sportivi, insegno nuoto e fitness in generale; lo sport mi piace, è la mia passione, anche se comunque preferisco quello all’aria aperta. Infatti il vero divertimento inizia quando finisco di fare lezione e vado ad allenarmi con i miei amici! Corse, nuotate, pedalate, pagaiate; insomma, cerchiamo di non farci mancare niente! E poi alle quattro scatta l’ora X… Wilma e Catrina (i miei uragani Blue e Maya) escono da scuola e cominciano loro… atletica, nuoto oppure al parco con Teo! SIAMO VICINI AL 2012: COME VEDI L’INCREMENTO DEL SUP IN ITALIA? Sono molto ottimista riguardo questo. Nelle ultime gare alle quali ho preso parte, ho visto un notevole aumento del numero dei partecipanti soprattutto nella categoria femminile! QUALI SONO I TUOI PROGRAMMI SPORTIVI? Non ho programmi particolari; sicuramente, visto che il circuito Race è finito e che la stagione sta cambiando, mi dedicherò di più alla corsa. All’inizio della stagione ho fatto due gare di triathlon sprint: è stato divertente, magari ci riprovo, perché no?! HAI MAI PARTECIPATO AL CIRCUITO WAVE? No, non giro il circuito wave, mi piacciono le onde e mi piace entrare in acqua a surfare ma ancora non sono pronta a gareggiare. QUAL È IL SEGRETO PER ESSERE COME TE? E chi è la matta che vorrebbe essere come me? Faccio tanto sport perché mi piace, mi fa sentire forte e libera e poi perché almeno posso giustificare i miei profondi tuffi nel barattolo da 5 chili di nutella che a casa mia non manca mai!

CON CHI HAI LEGATO DI PIÙ NEL SUP? I ragazzi e le ragazze del Team JIMMY LEWIS sono SUPer! Sicuramente è con loro che ho legato di più, siamo stati come una famiglia condividendo tutte le emozioni che questa esperienza ci ha regalato. Colgo l’occasione per ringraziare Andrea e Leo (Jimmy Lewis Italia) che mi hanno incoraggiata e supportata in ogni gara. QUALI SPORT PRATICHI OLTRE AL SUP? La mia vita ruota intorno allo sport, lavoro in palestra dove tengo lezioni di crossfit e in piscina dove insegno nuoto, acquagym e hydrobike… Oltre a pagaiare, appena riesco a scappare dalle lezioni, corro, nuoto e/o pedalo. A CHI TI ISPIRI PER ESSERE UN BUON ATLETA? Non mi ispiro a nessuno, mi piace allenarmi e mi piace farlo seriamente, in qualsiasi disciplina: più gli allenamenti sono tosti e più sono fiera di me stessa quando li finisco, come nelle gare d'altronde. COME TI SEMBRA IL LIVELLO TECNICO DELLE PERSONE CHE FREQUENTANO IL CIRCUITO? Penso che alcuni di loro siano molto preparati, altri forse hanno un po’ sottovalutato lo stand up, passeggiare con il sup è per tutti, ma gareggiare è un bel po’ più impegnativo. C’è comunque bisogno di una preparazione atletica completa… niente di impossibile, basta impegnarsi! HAI IN PROGRAMMA UN VIAGGIO ALLA RICERCA DELLE ONDE? PER DOVE? QUAL È LA TUA CONDIZIONE IDEALE? No non ho programmato alcun viaggio ma chissà, magari qualcosa uscirà fuori… Altrimenti mi copro bene e nelle giornate di sole posso sempre fare delle lunghe pagaiate romane. La mia condizione ideale è: onde non troppo alte, niente vento, acqua limpida, sabbia bianca, tanto sole, caldo caldissimo; balene, squali, tartarughe, mante e delfini tutti sotto la mia tavola!

SEGUI UN’ALIMENTAZIONE PARTICOLARE? Come dicevo prima, la nutella è un MUST per me, insieme al gelato e alla pizza, per il resto sono abbastanza brava: poco condito, olio solo crudo, due uova a settimana, almeno 3 volte il pesce, due volte i legumi, spuntini tra i pasti, omega 3.. ecc… QUAL È LA TUA ATTREZZATURA IDEALE? La mia tavola è una Slice 12’6’’ Jimmy Lewis e la pagaia è Quick Blade, poi come dice mia figlia Blue: “Devi spinge mamma!”. QUALI SARANNO LE APPLICAZIONI DEL SUP IN UN CONTESTO CONI? Credo sia un po’ prematuro, però sono ottimista, il numero degli atleti è in continuo aumento, lo stand up piace e saranno sempre di più i paddler in Italia e tra qualche anno andremo alle Olimpiadi! SE POTESSI SUGGERIRE QUALCOSA A CHI ORGANIZZA I CAMPIONATI, COSA GLI DIRESTI? “Cari organizzatori, perché non programmate un unico circuito con un numero maggiore di gare, tutte diverse tra loro, una sprint, una staffetta, una slalom, una lunga, una down wind… ecc… con collaborazione e fantasia sono sicura che riuscireste a fare proprio un bel lavoro!”. 33


SUP Race a Lignano Sabbiadoro (UD) domenica 4 settembre con percorso dall’arenile piazzale d’Olivo a Pineta, giro boa a Sabbiadoro all’altezza Beach Arena, rientro e arrivo all’altezza piazzale d’Olivo. Un successo oltre ogni previsione l’evento con la partecipazione di 87 atleti, di cui 14 under 12, e accompagnata da una giornata soleggiata anche se piuttosto afosa. Consueta allegria prima, durante e dopo la gara con l’inesauribile speaker accompagnato dalla presenza di numerosi curiosi e simpatizzanti. Molto nutrito il gruppo di locali, oltrechè sportivi e appassionati provenienti dall’Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e dall’estero, Austria, Olanda e Germania. L’evento patrocinato dal Comune di Lignano Sabbiadoro e organizzato da NEKA (North East Kitesurf Association) con il supporto di Tiliaventum, Island Surf Shop, ACU Udine, Action, Lele’sChiosco, Nautica Urban, Lignano Pineta spa., Mauj Sunglasses, Foto-Ottica Cervignano, Canottieri Lignano e le scuole di windsurf di Lignano e Bibione ha visto la presenza in piazzale D’Olivo anche dei campioni di canottaggio locali (Circolo Canottieri Lignano) reduci da importanti vittorie in Italia e all’estero, oltrechè della Surfrider Foundation. È seguita la premiazione presso il Tenda Bar con allegra pastasciutta per i partecipanti. Classifica OPEN (con tavole da Stand UP modello RACE – specifiche per la velocità) 1° DAVIDE CODOTTO di Lignano Sabbiadoro (UD) (Fanatic Fly Race Carbon 12’6’’ x 27’75’’) - in 55minuti 2° DAVIDE IONICO di Gonars (UD) (Naish Glide 14’0’’) 3° STEFANO PADOVANI dall’Emilia Romagna (SURFTECH Expedition 14’x29’25’’) Quasi 8 Km in poco meno di un’ora! Classifica ALL ROUND (con tutti gli altri tipi di tavole) 1° ROBERTO MANTOVANI 2° MASSIMO MAESTRI 3° ROBERTO MANDOLONI Classifica DONNE 1° GIULIANA BROGNI MARCELLO 2° EVELINE VERNO

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L’Agro Mincio Sup Tour si è svolto domenica 11 settembre con partenza dal porto Bergamini di Peschiera d/g, percorrendo un pezzo di lago fino a infilarsi tra i canali delle mura della fortezza di Peschiera per poi percorrere il fiume Mincio fino alla diga di Ponti s/m e pranzare tutti insieme all’agriturismo “la Montina”. Una bellissima giornata di sole e lago calmissimo, circa 20 partecipanti, alcuni

paddeller esperti e molti altri alla prima esperienza. Evento organizzato da Detour Boards Division (www.surfandsnow.it), con la collaborazione di Jimmy Lewis Italian Distribution e il supporto dell’Associazione “Amici del gondolin” per le barche d’appoggio. È possibile per chiunque contattare il negozio Detour per un SUP demo. Info: info@surfandsnow.it ; telefono +39(0)457553019

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Un grande successo di pubblico, grande spettacolo e ottime condizioni meteo: si è chiuso domenica 11 settembre “E…vento 2011 Energised by Nature” nel Golfo dell’Asinara, sostenuto da E.ON, in collaborazione con la Regione Sardegna – Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio - , la Provincia di Olbia Tempio, il Comune di Badesi e con l’apporto di Meridiana Fly, la compagnia di bandiera sarda, Geasar, Sardinia Ferries, le case costruttrici navali Primatist e RibMarine. Oltre 7.000 presenze, più di 300 atleti nazionali e internazionali iscritti alle gare, 30 migliori aziende a livello mondiale insieme ad altrettanti negozi selezionati

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con le novità del mercato di settore. E poi inviati di riviste, di settore e non, provenienti da varie parti del mondo, visite al sito internet da ben 61 paesi tra cui Russia, China, Australia, Stati Uniti, America del Sud, Africa. Sono solo alcuni dei numeri di “E…Vento 2011”, un’occasione e una scommessa per il territorio costiero dell’Asinara per allungare la stagione estiva grazie a un evento-sistema capace di catalizzare importanti flussi turistici di settore. Un evento a cui la Regione Sardegna, la Provincia di Olbia – Tempio e il Comune di Badesi hanno aderito con convinzione e grande partecipazione, con lo scopo di esaltare e promuovere il territorio. Quando si sparse la voce in giro che non ci sarebbe più stato l’E…Vento, stentavo a


credere a ciò che sentivo: non potevo immaginare che gli organizzatori più cool d’Italia avessero cambiato attività ed invece arriva il colpo gobbo. L’ E…Vento ha cambiato spot e ha aggiunto un E ON al titolo, si è svolta sulla spiaggia di Badesi nel golfo dell’Asinara mantenendo lo stesso format vincente. È inutile dire quanto anche il meteo sia stato dalle parte degli organizzatori che hanno saputo regalare spettacolo e sport a 360 gradi. Skate, skate inline, break dance surf, kitesurf, beach tennis, writer, windsurf, stand up paddle surf, sono state le attività svolte e tutte con i massimi esponenti, per quattro giorni di pura azione. Il week end molto soleggiato prevedeva una brezza sostenuta di maestrale; nulla di meglio per quel versante. Onde e vento: è quello che ci vuole per inaugurare il nuovo E…Vento. Al nostro arrivo Sergio Cantagalli e Renzo Mancini, gli organizzatori, erano impegnati con gli ultimi preparativi. Se vi dicessi che solo loro potevano bloccare una strada per realizzarvi una manifestazione, forse non ci credereste mai, e invece è proprio così. Il lungomare di Badesi è lo scenario dell’evento, il passeggio avviene sul marciapiede e a distanza di 2 metri dagli stand c’è la spiaggia… quasi un sogno e non sembra neanche di essere in Italia. Il team organizzatore ha programmato tutto alla perfezione: gare dalla mattina alla sera. Si parte dalla sera del giovedì in piazza a Badesi con il concerto degli OUT, una cover band molto brava, un quartetto davvero affiatato che suona brani musicali che spaziano dai Queen ai Nirvana. Il venerdì inaugura la manifestazione; molte le attività in programma. Per quanto riguarda il SUP, oltre agli stand di settore che espongono gli ultimi modelli della loro collezione, la HOBIE SUP Academy apre le iscrizioni ai corsi gratuiti di paddle surf. Rivolto a tutti coloro i quali sono affascinati da questo nuovo modo di vivere il mare e di cavalcare le onde, dai giovanissimi agli adulti. In compagnia degli istruttori Giordano Bruno Capparella del centro Hobie Sup Italia Sporting Club Sabazia e Lele Guglielmetti della scuola Hobie Sup W.O.Z Italia. Le gare in programmazione per la promozione dello stand up paddle vedono il venerdì con Slalom parallelo, Racing Full Fleet, sabato con la gara di onda e domenica il downwind. Ovviamente la gara di onda e il downwind hanno le iscrizioni maggiori. Divertirsi sulle onde in compagnia degli amici non ha prezzo. Giordano Bruno Capparella del team Hobie è il vincitore della gara di slalom parallelo di S.U.P. a eliminazione diretta del secondo giorno di gare, di fronte a Stefano Gigli, Indro Spinelli e Roberto Sanna. A pari merito tra le donne Simona Scialabba e Corinna Betti. Il giorno seguente c’è la gara di onda, un manipolo di sconsiderati paddler si destreggiano tra le onde alla ricerca della migliore performance. Il podio vede vincitore il cagliaritano di Chia Sandro Pisu del team Moki SUP seguito da Maurizio Gallo, Giordano Bruno Cpparella e da Simone Santoni. La giornata continua con il free surf da parte degli amatori: tutti in acqua a cercare qualche linea interessante. Kiter, windsurfer e paddler si ritrovano sulla line up per una surfata in relax tra una risata ed una fotografia. La domenica è il giorno della gara regina, il downwind: si parte dalla spiaggia dell’Isola Rossa conosciuta agli addetti ai lavori per il Frozen Open e l’arrivo è presso la spiaggia della manifestazione Li Junchi. Circa 8 km di pagaiata a favore di vento, una bella gara senza esclusione di colpi ma con la massima sportività. Uomini e donne alla ricerca del podio; infatti i podi delle categorie vedono per quanto riguarda la categoria uomini 14, primo Giordano Capparella, secondo Pietro Fazioli e terzo Paolo Spinelli, la categoria 12.6 vede primo Roberto Domenichini, seguito da Nicola

Abatescianni, terzo Stefano Gigli e quanto Beppe Cuscianna. Per le donne è Corinna Betti a tagliare il traguardo per prima seguita da Simona Scialabba. Con questa gara si concludono le attività previste per il sup. La manifestazione è stata davvero un successo, tutti gli sport hanno avuto il loro momento di gloria e nessuno è stato messo in secondo piano. Come al solito il team organizzatore dell’E…Vento ha fatto un lavoro esemplare e degno della sua fama. Un ringraziamento a tutti coloro che sono stati presenti; agli sponsor, per aver supportato la manifestazione e agli espositori, per aver aderito al progetto. Ci si vede l’anno prossimo per una nuova edizione.

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Anche il campionato FISURF giunge al termine con la gara più attesa del circuito, la “Finale del Campionato Italiano Stand Up Paddle categoria Race”. Scenario della manifestazione Ostia lido, durante il week-end del 17 e 18 settembre 2011. Il terzo Trofeo Scorpion Bay, organizzato dal gruppo “Canoa Roma Tulku” in collaborazione con JLID, ha ospitato tanti nomi noti al panorama del sup, ma anche tanti amatori che sono accorsi per cimentarsi nel tracciato e per poter dire la loro in acqua. Il giorno precedente la gara molti atleti si sono ritrovati sulla spiaggia per le prove in acqua, mentre tutti gli altri paddler, amatori e non, hanno riempito lo specchio d’acqua di fronte alla scuola DB Surf e Stand Up Paddle. Sono passati solo un paio di anni dalla presentazione ufficiale delle tavole race in Italia, eppure ora sembra una vera e propria tendenza nel nostro paese. Tavole delle nuove collezioni sono esposte per attrarre l’attenzione dei passanti e delle persone amanti dello sport. Nel tardo pomeriggio tutte le persone si sono date appuntamento presso il Merendero per il SUP aperitivo, molto in “stile surfista”, con tanta birra, divertimento, musica e porchetta a volontà per chi ha fatto sport una intera giornata. In serata, alle prime luci delle stelle, il cielo di Ostia è stato invaso da un folto numero di lanterne cinesi come tiro propiziatorio prima della gara. Alle prime luci dell’alba la spiaggia ha incominciato a prendere vita, hanno aperto gli stand per permettere al pubblico di poter vedere le innovazioni sul mercato, il team organizzatore è stato sempre attivo per gli ultimi dettagli, e gli atleti hanno iniziato la loro registrazione alla gara. Circa 60 persone iscritte tra professionisti e amatori, tracciato classico, un triangolo di 2 giri con arrivo in spiaggia e suono di campana per stoppare il cronometro. Gli amatori hanno eseguito solo un “giro”. Alle ore 10:00 lo skipper meeting ha illustrato agli atleti il tracciato da seguire, alle 11:00 circa era prevista la partenza. Gli atleti si sono preparati allo start e come in tutte le gare, un cordone di pubblico era pronto a gridare il countdown per incitare gli atleti a fare del loro meglio. Tony di Bisceglie è stato lo starter della gara; si partiva dalla spiaggia e non appena ha suonato la sirena il mare si è riempito di atleti pronti a dare del loro meglio al fine di poter regalare spettacolo a chi dalla riva ha seguito la gara. Le premiazioni si sono svolte a suon di musica nello stabilimento balneare Nuova Pineta e Pinetina, un ringraziamento agli sponsor che hanno supportato l’evento tra cui: Scorpion Bay, Pura Vida Surf Shop, Jimmy Lewis, Moki, Bic Sport, Tube, Hot Buttered, Mormaii, Nuova Pineta e Pinetina, Indoboard Italia, Superior, Acqua Lieve, Tony DB, DB SUP School, asd Rivela, Fabietti Nautica.

CLASSIFICHE SENIOR AMATORI 1. Guglielmetti Emanuele 2. Primi Andrea 3. Gabriele Malato

31,01 Hobie 33,53 34,50 Jimmy Lewis

SENIOR AMATORI DONNE 1. Bizzarri Cristina 2. Grandi Jessica 3. Veronica De Franceschi JUONIORES AMATORI 1. Juniores Ionico Davide 34,20 KAUNA AMATORI 1. Mario Lombardi

37,17

CLASSE 14 1. Fazioli Pietro 2. Gas Fabrizio Gasbarro 3. Daniele Guidi

53,39 Hobie 53,47 Fanatic 57,57 Jimmy Lewis

SENIOR 12”6’ 1. Giordano B. Capparella 54,08 Hobie 2. Nika Leonard 54,51 Naish 3. Marconi Paolo 58,37 Jimmy Lewis MASTER E GRAN MATER 12”6’ 1. Alessandro Ceccarelli 59,43 Naish 2. Rotelli Carlo 1,05,59 Moki 3. Baldazzi Alberto 1,10,03 KAUNA E GRAN KAUNA 12”6’ 59,49 nashwell 1. Cipollari Massimo 2. Roberto Domenichini 1,03,00 f-one 3. Spinelli Paolo 1,04,01 hobie sup SENIOR 12”6’ DONNE 1. Silvia Mecucci 2. Servadei Nadia 3. Betty Bassanelli

1,09,35 Jimmy Lewis 1,11,56 Jimmy Lewis 1,19,36

JUNIORES CATEGORIA 12”6 1,11,37 Hobie 1. Indro Spinelli 2. Capparella Luca 1,11,56

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La tredicesima edizione dell’evento ITALIA SURF EXPO è stata un successo superlativo. ISE è da sempre l’evento più importante in Italia per il surfing ed anche quest’anno ha spopolato sulle emittenti TV nazionali come RAI, MEDIASET e SKY, rilanciando ancora una volta le discipline da tavola legate al mare. L’evento di riferimento per tutti gli appassionati del mondo degli watersport, ha richiamato l’attenzione degli amanti del surf, del windsurf, del Sup e di tutte le varianti esistenti. L’obiettivo raggiunto è stato quello di avvicinare il pubblico neofita ad un mondo nuovo, quello della “surf culture”. Grazie al patrocinio dell’Assessorato allo Sport della Provincia di Roma, della Regione Lazio, del Consiglio Regionale Lazio, del Comune di Santa Marinella, di Surfing Italia e di AICS, nei tre giorni dal 29 al 31 luglio, ITALIA SURF EXPO ha riunito davanti allo splendido scenario del castello di Santa Severa oltre 20 mila persone, di tutte le età, di tutte le categorie sociali. La Hobie Sup Academy con Bruno Giordano Tapparella, Corinna Betty e Stefano Gigli, ha dato modo a centinaia di persone di avvicinarsi al mondo sup con un’area attrezzata ben definita e organizzata in modo perfetto. Tantissimi allievi di tutte le età, pre-registrati sul sito ISE, si sono divertiti a prendere i primi consigli direttamente dai campioni di questa disciplina. Chi non ha resistito al richiamo della pagaia sono state le Kris & Kris, ormai già surfiste esperte che hanno preso al balzo l’occasione di provare le tavole Hobie insieme ai colleghi di Radio 105, anche loro entusiasti, per lunghe passeggiate in mare aperto e qualche “scivolata” sulle onde sotto riva. Anche il team Starboard, da sempre molto attivo con Giuseppe Cuscianna, Nicola Abatescianni, Nicola Radek Montenegro, Paola Perrore e Antonio Turturro, ha messo a disposizione una quantità incredibile di attrezzature e la grande esperienza al servizio del numeroso pubblico sempre voglioso di provare lo stand up paddle. Migliaia le persone che si sono affacciate per la prima volta al surf, al sup e al windsurf, tutte a titolo assolutamente gratuito e accompagnate da professionisti del settore. Con questa gara si è concluso il circuito che da tre anni proclama il campione italiano sup Race Surfing Italia. La mattina della domenica del 31 luglio il villaggio del surf expo prevede solo prove gratuite senza la presenza degli istruttori ed atleti. Tutti i partecipanti effettuano la fase di riscaldamento in acqua, allungamenti, stretching, respirazione controllata. Alle ore 10:00 viene chiamato lo skeeper meeting presieduto dal patron del Surf Expò Alessandro Marcianò. Tracciato a triangolo con 2 giri di boa per un totale di 8 km per la classe race maschile, un solo giro per le donne, per un totale di 4 km e per la categoria all round un solo giro di boa. Gli atleti partono dall’acqua e non appena suona la tromba tutti sulla tavola per darsi battaglia a colpi di pagaia. Una gara molto combattuta e sentita che vede in prima posizione per tutta la gara Giordano Capparella seguito dall’iron man Pietro Fazioli e Stefano Gigli. Un ringraziamento particolare a tutti gli sponsor come: HAMMER, BIG BABOL, ACER, ACQUA VERA, ECCENTRIC, RIP CURL, EMU, HOBIE SUP, SKULLCANDY, LIGHTING BOLT, COOL SHOE, HB, STARBOARD, 69 SLAM, COBIAN, JET PILOT, SURF 69. Tutta la sicurezza in mare è stata affidata alla K 38 con Fabio Annigoni impegnato in prima linea come sempre per garantire la regolarità della regata. La chiusura, meravigliosa per impatto estetico ed emozionale, è stata tutta in onore di Andy Irons con una cerimonia indimenticabile. Cento cinquanta lanterne luminose sono state lasciate libere nel cielo per rendere omaggio a uno dei più grandi campioni di surf di sempre che nello scorso novembre se ne è andato, lasciando un vuoto nei cuori di tutti gli amanti del surf e dello sport intero. Appuntamento per luglio 2012 per una nuova edizione del SURF EXPO, ancora più grande e con tante sorprese e novità. www.italiasurfexpo.it

CLASSIFICHE ALLROUND JUNIORES 1. Luca Capparella ALLROUND DONNE 1. Paola Perrone 2. Stefania Totteri 3. Dafne Giovenco ALLROUND UOMINI 1. Riccardo Catarci 2. Davide Monsignore 3. Salvatore Calso 4. Nicolas Beagonin 5. Renzo Mancini 6. Andrea Prini 7. Pietro Pelati SENIOR RACE 12.6 DONNE 1. Corinna Betti 2. Roberta Mariani SENIOR RACE 12.6 UOMINI 1. Bruno Giordano Capparella 2. Emanuele Guglielmetti 3. Nicola Abatescianni 4. Giuseppe Cuscianna 5. Giovannino JUNIORES RACE 12.6 1. Indro Spinelli MASTER RACE 12.6 UOMINI 1. Paolo Spinelli MASTER RACE 14 UOMINI 1. Pietro Fazioli 2. Stefano Gigli

Starboard Starboard

99 Custom Board Jhon Capriccio Hobie sup Hobie sup

Hobie sup Hobie sup Hobie sup Hobie sup Starboard Starboard

Hobie sup Hobie sup Hobie sup Hobie sup

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L’Event One è alla sua prima edizione ed è già un successo senza precedenti. Oltre ai 20.000 visitatori del sabato e della domenica, negli altri due giorni la manifestazione è stata frequentata da circa 10.000 persone. Grazie a Stefano, Alessio e Tommaso, anime della manifestazione ma anche organizzatori dell’evento, si è potuto dare vita ad un demo day con i fiocchi. Lo scenario della manifestazione era l’accogliente lido Rambla, un posto unico nel suo genere, campi da beach tennis, beach volley, rimessaggio kite, windsurf, sup e wake. Un bar attrezzato e ben fornito per non parlare del ristorante che non fa mancare nulla ai propri clienti. Un connubio perfetto per una manifestazione davvero DOC, tre giorni tra sole, mare, ottimo cibo e tanto sport. Un incontro tra molteplici sport dal kite al windsurf, dal sup al surf da onda ma anche un’esposizione dei migliori brand tecnici presenti sul mercato pronti a sfoggiare le proprie attrezzature all’ultimo grido in fatto di tecnologia. Parkour, indoboard, freestyle wind surf, grinch contest, hydrofoil exbition, sup sprint contest e sup long distance, queste sano state le attività del week-end del 1 ottobre. È inutile dire quanto la nuova disciplina “il SUP” si sia ben inserita all’interno delle manifestazioni, anche all’Event One ha fatto da padrona, la triste assenza di vento ha fatto si che i kitesurf non potessero disputare la loro gara. I windsurf, dal canto loro, hanno subito una mutazione se prima si aspettava il vento ora sono trainati sia dai grinch che dai jet sky. Il contest director della gara di sup non poteva non essere l’ormai noto, anche nel circuito sup, Alessandro Marcianò. Grazie al suo SUPporto si è potuto organizzare un programma di attività sportive. Il sabato una meravigliosa sprint cup che ha visto partecipare circa 50 iscritti tra uomini e donne con età variabile tra i 16 e i 60 anni. Grandi sono state le prestazioni di alcuni atleti che hanno voluto gareggiare con i bambini sulla tavola (sempre muniti ti giubbottino salvagente). Subito dopo la gara sprint si è proseguito con le prove libere, che hanno

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intrattenuto i bagnanti del lido la Rambla. Anche se la manifestazione è stata realizzata agli inizi di ottobre, la spiaggia era gremita di gente che aveva sentito parlare dell’evento, quasi tutti muniti di macchina fotografica o videocamera per poter immortalare un attimo o una sequenza per poter dire io c’ero. Mentre domenica si è svolta la gara più attesa per quanto riguarda il sup long distance, 8 km su un tracciato a triangolo, grazie al supporto di Andrea e Leo (JLID) si è realizzato un tracciato davvero molto tecnico, un bordo di traverso, uno di bolina ed il bordo più lungo in downwind. Lo skipper meeting ha messo l’intera popolazione di paddler (62 iscritti alla gara), a conoscenza del tracciato da seguire, passaggi di boa semplici ma visto la numerosa affluenza, non è stata davvero una passeggiata. La categoria allround fa solo un giro (4km) mentre la categoria race sia uomini che donne, fanno il tracciato sportivo. Si parte dalla spiaggia e si salta sulla tavola una volta in acqua, il suono di tromba viene dato dopo il countdown. Tre-due-uno suona la tromba e il grido degli atleti nell’ingresso in acqua zittisce la spiaggia, è iniziata una battaglia all’ultima pagaiata. Al rientro dalla gara gli atleti sono stati accolti da applausi, sia amatori che professionisti hanno fatto del loro meglio per l’ultimo appuntamento dell’anno. Le classifiche le troverete presto on line. Un ringraziamento speciale a tutti gli sponsor, alle istituzioni e a tutti coloro che hanno creduto in questo evento… ci si vede alla prossima edizione!



Cosa dice l’azienda costruttrice Il 10'10 Paddler Hull PSH è stato progettato per una grande varietà di usi. Adatto ai rider che hanno peso e che cercano di navigare sulle onde: questa è la tavola che fa per loro. Aumento di stabilità con aumento di spessore e larghezza. È un’ottima tavola per esercitarsi a fare del buon cruising sia in flat water che in down wind. O se avete la passione per la pesca, sarà il vostro compagno di attesa. Lo shape Naso a punta, leggero mono concavo sul nose e leggero V in coda. Rail molto sottili in poppa ed in prua e molto abbondanti nella parte piedi. Valvola di sfiato sulla parte superiore della tavola e traction pad presente sui ¾ della tavola. In acqua È una tavola che vi infonderà sicurezza fin dal trasporto in acqua, un entry level davvero sbalorditivo. Le sue dimensioni saranno la caratteristica portante, con maniglia posizionata quasi a metà tavola; il trasporto in acqua sarà facile e comodo. Con un peso leggermente sopra la media e con le sue dimensioni molto generose, sarà un’ottima tavola per iniziare il vostro passaggio da semplici bagnanti ad amanti del paddle surf. In cruising In questa disciplina la tavola vi lascerà senza fiato. La sua outline molto moderata vi farà ricredere sulle tavole di larghezza superiore a 30 pollici. Progettata con un ingegnere produttore di canoe. È stata data l’anima di una canoa all’evoluzione di una tavola da surf. L’effetto row molto leggero vi farà dimenticare che esiste un altro bordo su cui pagaiare. Beccheggio leggero e rollio quasi inesistente. Le sue dimensioni associate al sup peso vi infonderanno sicurezza e relax. Se siete amanti della pesca… non potete fare a meno di avere questa tavola. In wave riding Con il suo shape e la forma del suo nose vi sarà molto facile riuscire a superare il frangente. La sua larghezza vi permetterà anche di passare lo shore break in surfer stance senza alcun tipo di problema. Grazie al suo peso e alla sua inerzia, effettuerete ottimi g-turn veloci e radicali che vi aiuteranno a prendere più onde. Durante i take off dovrete imprimere una certa forza per evitare che la risacca vi faccia rallentare, ma una volta partiti la tavola sarà ai vostri comandi. Se sarete audaci, la 10’10” sarà il vostro destriero pronto a surfare qualsiasi tipo di onda voi siate in grado di surfare. Giudizio finale Un entry level dalle prestazioni davvero molto sbalorditive, ottimo nel cruising e nel wave, versatile nell’utilizzo e comodo nel trasporto. Oltre a tutte queste qualità, c’è la ciliegina sulla torta: il pacchetto di vendita è compreso di leash, sacca e pagaia. Ideata per pesi sopra la media. Sarà una tavola che apprezzeranno con meritata soddisfazione. Non fatevi ingannare dalle sue dimensioni elefantiache… in acqua si comporterà come un delfino.

SCHEDA TECNICA 10’ 10” PSH HULL PADDLER • AZIENDA PRODUTTRICE: PADDLE SURF HAWAII • MODELLO: 10’10” PSH Hull Paddler DIMENSIONI: • LUNGHEZZA: 10’10” • LARGHEZZA: 33” • PESO: ND • VOLUME: 210 L • SPESSORE: 5” • TIPO DI TAVOLA: THRUSTER • PINNE IN DOTAZIONE: 3 • MANIGLIA PER IL TRASPORTO: SI • TIPO DI ATTACCO PINNA CENTRALE: US BOX • TIPO DI ATTACCO PINNE LATERALI: FCS • DOTAZIONE: TAVOLA, 3 PINNE, LEASH E PAGAIA • ATTACCO LEASH: SI • PAD: ¾ DELLA TAVOLA • DISPONIBILE IN: ROSSO, BLU, VERDE, ROSA, GIALLO, VIOLA 42


Cosa dice l’azienda costruttrice: Una tavola estremamente versatile il 9’11” Ripper ha la caratteristica di entrate subito in planata con la sicurezza di un controllo superiore su qualsiasi tipo e di grandezza di onda. È una tavola in grado di gestire qualsiasi tipo di mare dal chop più aggressivo agli swell epocali. Potrebbe essere la vostra tavola definitiva, seguendovi dall’inizio sino alla vostra massima progressione, in grado di potervi far migliorare ad ogni vostra uscita. È sicuramente una tavola dotata di prestazioni di planata, stabilità, controllo e radicalità per aggredire ogni lip. Preparatevi a sorridere. Lo shape: Leggera sezione mono convava sul nose che prosegue sulla pancia della tavola, la parte finale ha un V leggero. Scoop accentuato e nose a punta, rail on molto sottile, che in pancia si allarga ma non in maniera accentuata, e rocker di poppa moderato con kick tail nella media, rail off molto sottile quasi come un surf da onda. In acqua:È inutile dire che il colore del legno ha un il suo particolare fascino. La sua leggerezza e il suo perfetto bilanciamento vi faranno subito una buona impressione. Nel momento in cui entrerete in acqua vi accorgerete di come lo studio, la progettazione e la realizzazione siano state fatte in linea con la natura. Fa parte della “collezione progressiva” della casa, che identifica la tipologia di rider che potrebbe utilizzarla. Elegante e prestante. Queste sono le prime impressioni che una volta in acqua muteranno in prestazioni e radicalità. In cruising: Si presta molto bene a passeggiate lungo la costa o nei laghi; la pinna in dotazione è ideale per effettuare dell’ottimo cruising. La sua larghezza aiuterà chi dovesse perdere l’equilibrio perché distratto da agenti esterni. Il suo design aggressivo vi trasferirà positività e voglia di portare questa tavola sino al limite consentito dalle vostre forze. Ma sappiate di certo che la 9’11” Ripper non ha limite. Beccheggio molto leggero e rollio quasi impercettibile. L’effetto row molto moderato vi farà pensare a come in altre situazioni questa attitudine possa essere una ottima cosa. In wave riding: È qui che la tavola si colloca nel suo contesto di progettazione. Veloce, leggera e manovrabile sono le caratteristiche che ogni rider vuole dalla propria attrezzatura. Il suo shape progressivo sarà fonte di divertimento su qualsiasi tipo di onda. Take off radicali e fun vi accompagneranno nel corso delle vostre session, sarete in grado di effettuare pumping per poter arrivare sulla parte più verticale e per poter aggredire il lip che avete sempre sognato. I suoi rail off molto sottili saranno delle lame con cui raserete le onde. Se credete che questa tavola possa avere dei limiti, sappiate di certo che l’unico limite sarà il vostro coraggio. In modalità quad la tavola sembra un vero surf da onda, estremo e radicale come solo gli short sanno essere. Tecnica e facile, può soddisfare tutti i piedi dall’entry level al paddler esperto che vuole prestazioni alte ed estetica. Vi consigliamo solo un cambio di pinne per accentuare le ottime prestazioni che la tavola può offrire sia in condizioni thruster che quad. Giudizio finale: Se cercate una tavola che sappia darvi soddisfazioni questa è la tavola giusta per voi. Bella, tecnica e funzionale, sarà un’ottima compagna di avventura. Non abbiate paura di osare: il limite a questa tavola siete voi e non lei. Ottimo prodotto.

SCHEDA TECNICA 9’ 11” RIPPER • AZIENDA PRODUTTRICE: PADDLE SURF HAWAII • MODELLO: 9’11” RIPPER DIMENSIONI: • LUNGHEZZA: 9’11” • LARGHEZZA: 31” • PESO: ND • VOLUME: 145 L • SPESSORE: 4 ¾ ” • TIPO DI TAVOLA: THRUSTER • PINNE IN DOTAZIONE: 3 • MANIGLIA PER IL TRASPORTO: SI • TIPO DI ATTACCO PINNA CENTRALE: US BOX • TIPO DI ATTACCO PINNE LATERALI: FUTURES • DOTAZIONE: TAVOLA e 3 PINNE • ATTACCO LEASH: SI • PAD: ¾ DELLA TAVOLA • DISPONIBILE IN IMPIALLACCIATUTA IN BAMBU’ SIA IN CORPERTA CHE IN CARENA E BORDI IN: ROSSO, BLU, BIANCO, ROSA, GIALLO, VIOLA, ARANCIONE 43


Cosa dice l’azienda costruttrice: Il 10'0 "x 36" è uno shape divertente, riscrive i limiti delle tavole medie e su come chiunque può imparare a surfare le onde in tutta tranquillità. Il Whopper è una tavola semplice e veloce. La tavola relativamente lunga inizia la planata sull’onda con estrema rapidità, mentre la carena corta vi permetterà di effettuare curve veloci e strette. La larghezza è il punto forte di questa tavola: la rende incredibilmente stabile, sia sulle onde che sull’acqua piatta. La poppa sottile vi permetterà di restare aggrappati all’onda mentre il nose molto generoso vi aiuterà a non far ingavonare la tavola ma bensì a planare molto velocemente. Se si vuole imbrogliare la forza di gravità, questa è la tavola per voi. Shape: sezione mono concava sul naso, pancia piatta centrale e V in coda. Lo shape: Prua a sezione mono concava fino a un quarto della tavola, 2/4 della pancia piatta e un V leggero che si accentua in poppa. Il rocker della tavola è un po’ sopra la media delle tavole della stessa categoria, lo scoop è accentuato e il rocker di coda è progressivo con un kick tail moderato. Prua tonda e molto grande, rail on non molto sottile e per un volume studiato, rail centrale abbondante e rail off sottile per aggredire l’onda. Coperta piatta su tutta la tavola. In acqua: L’Extra Whopper vi sorprenderà per la sua leggerezza; durante il trasporto la sua mole molto spinta sarà solo un dettaglio che potrete assaporare meglio in mare. Ben bilanciata. Il passaggio dalla battigia all’acqua sarà intuitivo e veloce. I suoi 36 pollici di larghezza li sentirete non appena sarete in piedi sulla tavola. Ed è proprio in acqua che vi sentirete a vostro agio. Se volete una tavola per la famiglia, l’avete trovata. In cruising: La sua stabilità vi permetterà di poter fare dei buoni cruising anche in compagnia di qualcuno o del vostro cane. In tutto il mondo è diventata la tavola degli esploratori. Con il suo volume generoso vi aiuterà nel trasporto del necessario per fare un pic nic in posti suggestivi senza lasciare a terra la vostra metà. Il cambio di pinna è consigliato: una pinna che possa pescare più a fondo vi aiuterà con l’effetto row. Il rollio è inesistente mentre potrete notare un po’ di beccheggio solo se riuscite a raggiungere 20 nodi in pagaiata. In wave riding: Anche se non si direbbe, il Whooper è una tavola progettata per il wave riding. Il suo scoop accentuato vi farà partire su pareti molto verticali. Il suo monoconvavo sotto il nose vi aiuterà molto durante i take off, mentre la sua pancia piatta vi farà planare molto facilmente. Nonostante la sua mole, i suoi rail off sono molto sottili: essi vi permetteranno di restare in parete con stile e radicalità. Non eccedete nella taglia delle onde se non pesate 100 kg: è una tavola che ha volume. Giudizio finale: È una tavola che va consigliata a chi ama la stabilità e il full relax. Chi ha un peso sostenuto potrà approcciare a questo sport in tutta tranquillità. Dedicato a chi vuole fare del sup. Nulla di estremo, ma life style. L’Extra Whopper vi permetterà di assaporare l’essenza dello sport in modalità diversa. Una tavola che anche sulle onde vi regalerà momenti davvero molto interessanti. Dalla radicalità al vero stile loose del longboard. Se cercate la vostra prima tavola e avete un peso sopra la media… state cercando l’Extra Whopper.

SCHEDA TECNICA EXTRA WHOPPER • AZIENDA PRODUTTRICE: STARBOARD • MODELLO: EXTRA WHOPPER DIMENSIONI: • LUNGHEZZA: 10’0” • LARGHEZZA: 36” • PESO: ND • VOLUME: 208 L • SPESSORE: 4.8” • TIPO DI TAVOLA: THRUSTER • PINNE IN DOTAZIONE: 3 • MANIGLIA PER IL TRASPORTO: SI • TIPO DI ATTACCO PINNA CENTRALE: US BOX • TIPO DI ATTACCO PINNE LATERALI: FCS • DOTAZIONE: TAVOLA E 3 PINNE • ATTACCO LEASH: SI • PAD: ¾ DELLA TAVOLA SOLO IN COSTRUZIONE CANDY E SILVER • DISPONIBILE IN: BRUSHED CARBON, TAC, AST SILVER, AST CANDY, AST BLUE TOUCH 44


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Cattura ogni singola emozione

OverLook GX-5

Sportxtreme e-waw

Drift HD

Occhiali con videocamera HD incorporata e lenti polarizzate che permettono riprese Audio e Video in completa libertà, avendo le mani libere, con discrezione in ogni occasione. La qualità Video HD 720p (1280x720) permette di acquisire filmati con dettagli incredibili. Overlook GX-5 sono il compagno ideale per gli sportivi (ma non solo) che vogliono riproporre le loro avventure agli amici.

Lettore MP3 a tenuta stagna fino a 3 metri di profondità. In plastica resistente, il suo corpo non teme il cloro e può essere utilizzato senza problemi in piscina. Si adatta a numerosi sport, anche a quelli sott'acqua grazie ai suoi intrauricolari a tenuta stagna. Compatibile con i formati MP3 e WMA, dispone di uno spazio di archiviazione di 4 GB. Compatibile con i formati dei file FAT16 e FAT32, questo lettore si trasforma anche in chiavetta USB per archiviare dati.

Videocamera Full HD 1080p, impermeabile fino ad 1 metro, fino a 30 metri con custodia rigida waterproof (opzionale). Display da 1.5”, 60/50fps, per realizzare stupendi video in “slow-motion”. Telecomando a radiofrequenza permette di risparmiare le batterie, la memoria e modificare il tempo, rendendo semplice girare brevi clip, avviando e fermando la registrazione, senza lottare con la telecamera in movimento. Realizza foto 5MP con un obiettivo grandangolare 170°.

Distributore Nazionale: SofTeam Macherio (MB) Tel 039 207891 www.softeamitalia.com - www.playhd.it - www.sportxtreme.it


99 NoveNove si propone per il 2012 con una linea di SUP board destinata ad un fascia di utenti dal neofita primo livello fino ai più esperti. Look accattivante e molto ricercato. Una grafica tribale integrata nel pad di elevato effetto proposta in una gamma colori diversa per modello. La Tecnologia EPS Full Sandwich evidenzia un netto vantaggio in termini di robustezza e peso, producendo una rigidità superiore alla media, molto apprezzata specialmente nei modelli più lunghi che garantiscono minore flessione e vibrazioni, risultando quindi più veloci e reattive.

12” CRUISER Questa tavola è ideale per un utilizzo di Cruising e Long Distance grazie alla sua velocità in pagaiata: divertente, veloce e stabile. Da principianti a rider esperti, il Cruiser offre stabilità e manovrabilità per partenze anticipate e surfate in carving. 30% surf / 70% Fitness & Amateur Race

10’ 8” ALL ROUND Una vera AllRound Board. Ideale come primo passo per principianti che si vogliono avvicinare a questo nuovo affascinante sport. Adatta a qualsiasi tipo di condizione, da onde piccole a grandi. Tecnicamente molto veloce per chi vuole partire nei drop

Modello Perform 9’10” Perform 9’10” L Allround 10’8” Cruiser 12’

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Lunghezza 302,5 303,5 325 365

Larghezza 72,5 77,5 78,7 77,3

Volume 140 158 185 200

Peso 9,6 10,2 11,6 12,6

Pinna/Box thruster thruster single single

Tecnologia full sandwich full sandwich full sandwich full sandwich

velocemente e iniziare a carvare le onde da fuori per aggredire l’impact zone in velocità. Eccellente per pesi X-XL che vogliano surfare con una sensazione simile a una tavola shortboard. Divertente e sfruttabile anche per Cruising. 60% surf, 40% fitness.

9’ 10” PERFORM – “S” Disegnata e progettata per esperti SUP surfer oltre a leggeri e bassi medio esperti che non esigono volume e galleggiabilità di una tavola più larga. Outline tirato e senza alcun compromesso per utilizzo in onde potenti e veloci. Veloce e agile, apprezzatissima anche per uno stile longboard moderno di tendenza in tutti i tipi di onda. 100% Surf.

9’ 10” PERFORM – “L” Modello ispirato al Perform “S” ma con maggior volume e larghezza per aumentare la stabilità e facilità di utilizzo. Ideale per surfer meno esperti che si vogliono cimentare nelle prime SUP surfate da onda oppure per esperti di stazza fisica corposa che esigono volume e galleggiabilità di una tavola più larga e performante. 100% Surf.


BIC SUP ACS: Dopo il successo mondiale della gamma ACS registrato nel corso del BIC SUP C-TECH: Tre linee compongono la nuova gamma C-TEC 2012: i modelli 2011 che ha aperto a tutti la pratica di questo sport, la collezione 2012 si ingrandisce con una nuova tavola più corta, la 9’4, che va ad affiancare l’11’4’’ e il 10’4 nel programma di apprendimento. I SUP ACS, fabbricati combinando la solidità di un guscio esterno in polietilene con la resistenza di un’anima di schiumato poliuretano, nascono su stampi in alluminio che garantiscono la riproduzione esatta degli shape originali. La longevità dell’ACS di Bic ormai è una cosa risaputa, molti surf e windsurf che sono stati fabbricati negli anni ‘80 navigano ancora! I SUP ACS sono equipaggiati con un pad antiscivolo e una maniglia di trasporto. ACS = Aerated Cellular Structure

BIC SUP ACE-TECH:

L’ACE-TEC è un materiale composito termoformato BIC Sport exclusive che è stato sviluppato appositamente per il SUP. Questa tecnologia consente la produzione di SUP solidi, leggeri e performanti che rispettano pienamente lo shape originale. Per il 2012, Bic Sup presenta una linea base di 3 modelli, il 9’6”, il 10’6” e l’11’6”, proposta anche in versione Wahinee per le ragazze e arricchita di un modello 10’6” versione Wind con la scassa per il piede d’albero. Una collezione di 6 modelli creati ad hoc per ogni esigenza che soddisferanno pienamente coloro che cercano tavole di alta qualità ad un prezzo competitivo. ACE-TEC = Advanced Composite Engineered-Thermoformed Epoxy Construction

Modello ACE-TEC 9’6” ACS SUP 10’4” CLASSIC 12’0” SUP AIR 11’0”

Lunghezza 9’6’’ | 290cm 10’4’’ | 315cm 12’0’’ | 365cm 11’0’’ | 335cm

Larghezza 28.0’’ | 71cm 31.0’’ | 79cm 31.0’’ | 79cm 29.5’’ | 75cm

Peso 23lbs | 10.5kg 35lbs | 16.0kg 33lbs | 15.0kg 26lbs | 12.0kg

Classic Wood che rispondono ad un ampio programma di flat water o piccole onde garantendo ottima scorrevolezza sull’acqua, gli Scout EPS che grazie agli shape corti e larghi (9’4 – 10’4 – 10’8) assicurano un’ottima maneggevolezza tra le onde e infine i tre modelli della gamma PVC Sandwich (9’2 Jet Wave – 12’0 Ocean e 12’6” Touring), fabbricati con la tecnologia Epoxy PVC, che sono tavole al tempo stesso molto leggere e solide destinate a rider esperti. La nuova collezione C-TEC propone dunque una scelta completa di tavole in resina epossidica dalla finitura molto curata e che copre un ampio programma che va dal waveriding al touring.

BIC SUP AIR: Icona del “rigido” per eccellenza, Bic Sport è lieta di presentare per la collezione 2012 il nuovo 11’0’’ BIC SUP Air in alta pressione (HP). Uno stand up gonfiabile di qualità che si trasporta in uno zaino compatto e facile da indossare. Una volta gonfiato, l’11’0” SUP Air HP si comporta bene sia in acqua piatta che sulle onde con i sui 335cm di lunghezza per 75 di larghezza. Pesa solo 12kg ed è realizzato con materiali molto resistenti alle abrasioni e ai raggi UV. Ideale per chi cerca un prodotto pratico da trasportare e facile da utilizzare. Volume 130L 175L 205L 205L

Pinna Centrale FCS Dolphin 10’’ FCS Dolphin 10’’ US Box Glass 10” 10’’

Pinna Laterale FCS M5 Soft

Shaper Peter Pan Peter Hosking Peter Hosking -

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FLY RACE 12’ 6” - 27.75”: Dopo aver introdotto le prime tavole da SUP Race lo scorso anno, Fanatic ha deciso di realizzarne anche una versione più piccola e radicale, partendo dal rinomato 12’6” - 30.5”. Questa versione più piccola del 12’6” ha un range di utilizzo più ampio, remando senza fatica nell’acqua piatta o scivolando tranquillamente sulle onde in mare aperto. È perfino possibile surfare delle piccole onde. Le complesse curve della chiglia sono state ottimizzate dal sistema CAD in modo da massimizzare la velocità e la scorrevolezza.

FLY RACE 12’ 6” - 30.5”: Che tu voglia fare una maratona o una remata mattutina, questa tavola da Race allround è perfetta per sfruttare al massimo sia i laghi che l’Oceano aperto, perfino con onda piccola. Le lunghe linee d’acqua aiutano la tavola a scivolare senza sforzo. Le curve sono state analizzate con il sistema CAD in modo da creare un passaggio armonioso al morbido rocker a poppa per rilasciare l’acqua più facilmente e surfare anche piccole onde. La prua più ricurva con chiglia affilata e coperta piatta permette di tagliare i chop senza fatica, rilasciando l’acqua dalla poppa per ottenere la massima velocità.

FLY RACE 14’ 0” - 28”: Nella scena in continua espansione del racing SUP, una tavola Race da 14” è un’arma vincente. Fanatic ha lavorato su un design completamente nuovo per l’intera classe delle 14”, in modo da raggiungere l’obiettivo prefissato. Un profilo molto longilineo, combinato con la nuova prua per tagliare i chop, permette Modello Fly Race Wood 12’6” x 30.5” Fly Race Carbon 12’6” x 27.75” Fly Race Carbon 12’6” x 30.5” Fly Race Wood 14’0” x 28” Fly Race Carbon 14’0” x 28” Fly Race Flat Water 14’0” x 27.5”

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VolumeLarghezza 254 30.5” / 77.5 cm 225 27.75” / 70.5 cm 254 30.5” / 77.5 cm 320 28” / 71.1 cm 320 28” / 71.1 cm 320 27.5” / 69.9 cm

Lunghezza 12’6” / 381 cm 12’6” / 381 cm 12’6” / 381 cm 14’0” / 426.7 cm 14’0” / 426.7 cm 14’0’’ / 426.7 cm

di scivolare senza fatica, sia in acqua piatta che mare choppato. Lo scoop rocker è leggermente curvo, in modo da rilasciare l’acqua senza creare turbolenza, bilanciando la facilità di utilizzo con la massima performance, tutto in uno. Indipendentemente dalle condizioni, il 14” è fatto per vincere!

FLY RACE FLAT WATER 14’ 0” - 27.5”: Dopo l’introduzione delle tavole race Fanatic SUP lo scorso anno, è stato deciso di completare il range con una tavola dedicata al racing in acqua piatta. Il nuovissimo 14’0” ha lo stesso concetto del fratello minore, ma è più orientato all’utilizzo in acqua piatta. È una tavola con un ampio range di utilizzo, ed è l’arma decisiva se vuoi vincere una competizione. Caratteristiche principali - Profilo allungato con poppa quadrata per maggiore stabilità. - Lunghe linee d’acqua. - Rocker morbido per rilascio pulito dell’acqua e scivolare facilmente, anche con onda. - Prua a dorso d’asino con una piccola prua contraria, in modo da disperdere più - facilmente l’acqua sulla coperta. - Coperta piatta per facilità di remata e rilascio d’acqua. - Prua affilata per tagliare i chop… che poi si trasforma in una V più arrotondata - verso poppa. - Curve e superfici realizzate in CAD.

Tecnologia WS/LF** CS/LF* CS/LF* WS/LF** CS/LF* CS/LF*

Fit set Fly 9”; US Box Fly 26 G10; US Box Fly 26 G10; US Box Fly 26 G10; US Box Fly 26 G10; US Box Fly 26 G10; US Box


BABY BOMB: Jimmy Lewis inserisce per il 2012 nella sua collezione, uno Stand Up specifico per condizioni hard core, sviluppato in collaborazione con i numerosi atleti che ne hanno potuto testare i vari custom-proto prodotti nella shaping room di Maui. È il sup più radicale dell’intera collezione e molti sono i pro paddler tra i quali Connor Baxter che hanno contribuito alla realizzazione di questo particolare sup. Il famoso shaper ha chiamato i due nuovissimi sup, Son Of Bombora e Baby Bomb, hanno litraggi contenuti, 135 il primo, 125 il secondo, e sono destinati ad un pubblico di esperti paddler. Rocker accentuato, rail molto sottili in grado di assicurare grande controllo, poppa pin tail molto sfilata con assetto variabile tri fin o quad. Con il tri fin la tavola si comporta in modo classic gun, bottom profondi e grande velocità down the line; con assetto quad invece, si apprezzerà di più il grande grip e la facilità di conduzione alle alte velocità specialmente nelle curve a stretto raggio. Nonostante il litraggio sia limitato la stabilità risulta essere accettabile, in condizioni glassy saraà relativamente facile prendere onde anche di medie dimensioni, mentre in condizioni choppy servirà molta esperienza per poter far rendere al meglio i due nuovi semi gun sup Jimmy Lewis. È la tavola perfetta per le grandi mareggiate invernali che colpiscono le coste del Tirreno o meglio ancora dell’Ovest Sardegna, per non parlare di chi avrà deciso di svernare al caldo alla ricerca di adrenaliniche monster waves. Con questo sup Jimmy Lewis conferma per il 2012 la sua propensione alla radicalità e specificità, anche la costruzione con la collaudata top quality sandwich PVC hi-tech tecnology, assicura un peso contenuto di 9,6 kg per il 10’6 e 9,0 kg per il 10’0. Rinnovato anche il parco colori con il classico bianco ed i nuovi purple, magenta ed ice blue, il quiver si completa con ben due set di pinne in epoxy resin, pad integrato con kick, valvola in gore tex e comoda maniglia per facilitarne il trasporto. Disponibile dal 1 ottobre 2011 presso tutti gli Offiicial Dealer Jimmy Lewis Italia. Caratteristiche tecniche SON OF BOMB: 10’6” x 28”1/2 - litri 135 BABY BOMB: 10’0” x 28” - litri 125

12’ 6” BLADE II - STOCK CLASS Il nuovo Jimmy Lewis 12’6 Race 2012. Nome della nuova sfida made in Maui BLADE II. Totalmente rinnovato il progetto, visto le nuove tendenze che vedono gli atleti sempre più rapidi nella frequenza di pagaiata, che necessitano di cambiare mura il meno possibile, in modo da essere più veloci e diritti possibile tra boa e boa. Per questo motivo l’esperto shaper di Maui ha scelto in 28” pollici, la larghezza massima cercando di mantenerla il più a lungo possibile verso la poppa che risulta essere molto alta di spessore. Obbiettivo ridurre al minimo il rallentamento della tavola, durante la fase in cui non è sotto la spinta della pagaia. Anche la prua ha richiesto molte ore di sviluppo subendo un’evoluzione importante con lo spostamento della linea di galleggiamento molto più indietro rispetto al Blade 2011, in questa maniera rimane bassa nella parte superiore ma in carena riesce a fendere molto bene l’acqua anche in condizione choppy mantenendo inalterata la velocitaà. La carena è piatta con leggera V finale fino a 125 cm da prua, opzione scelta per garantire grande stabilità diretta al Supper. Per quanto riguarda i rail, particolare di grande importanza per una tavola che viaggia a circa 6-7 nodi di velocità media, Jimmy Lewis ha pensato di realizzarli molto alti fin da poppa, con angolo di 90 gradi in carena e leggermente più rotondi in coperta, per divenire sempre più rotondi verso prua rendendo più agevole l’entrata in acqua della stessa. Infine il litraggio che si conferma essere uno dei punti sul quale Jimmy Lewis ha maggiormente lavorato concentrando il volume massimo verso poppa rispetto al passato, in modo da rendere piuù maneggevole e stabile il Blade II, facilitando di molto l’azione del supper durante le concitate fasi di partenza e giro boa della regata. Per quanto riguarda la costruzione confermata la super collaudata tecnologia in Hitech sandwich PVC che garantisce leggerezza e rigidità a questa nuova sfida race targata Jimmy Lewis attestandosi su un peso finale di 11,4 kg. Disponibile da gennaio 2012. Caratteristiche tecniche BLADE II: 12’6” x 28” x 7”1/2 - litri 280

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WINDSURF SUP Tutte le tavole SUP di JP a eccezione delle Race possono essere usate anche per fare windsurf. Le Windsurf SUP sono state sviluppate sia per praticare sport che per divertirsi. Queste tavole ti fanno entrare in acqua in qualsiasi momento per divertirti o per fare un piccolo workout. YOUNG GUN WINDSURF SUP: Sono il giocattolo per giovanotti che vogliono divertirsi in acqua. I bambini impareranno a remare in 2 minuti e saranno in grado di surfare in due giorni. Si potrebbero definire queste tavole come il link mancante tra il windsurf e il SUP. Quando vedrai dei bambini, che non sono mai stati su una tavola da SUP o da Windsurf, giocare con queste tavole ti chiederai perché non sono state inventate prima. Le sue dimensioni (larghezza, lunghezza, volume) e la tecnologia softdeck (EVA) in combinazione con una pinna centrale la rendono una tavola perfetta per principianti e per bambini fino a un peso di 40kg. Allo stesso tempo è anche un SUP all-round per bambini da usare sia in acqua piatta che in onde, un utile diversivo ai giochi elettronici e internet per i vostri bambini. WINDSURF SUP: È il giocattolo ideale per tutta la famiglia! È la perfetta tavola da SUP e da windsurf per principianti e per surfisti avanzati che si vogliono divertire. È fornita di una deriva basculante che garantisce stabilità e rende facile surfare. Questa tavola è adatta per remate o per le prime lezioni di windsurf in acqua piatta. Oltre a ciò funziona perfettamente in condizioni di onde in entrambe le discipline. È la tavola ideale con la quale si può divertire tutta la tua famiglia.

CRUISER SUP La tavola all-round per le vostre giornate di cruising. Il nuovo shape è caratterizzato da un "displacement bow" che si trasforma in una carena piatta con un rail liscio. Questo crea una lunga linea di galleggiamento che ti dà la possibilità di vivere sensazioni uniche mentre remi in acqua piatta. Jp ha chiamato questa tavola "Cruiser", ma a dire il vero è incredibilmente veloce e stabile. L'ideatore Werner Gnigler sa come rendere veloci questo tipo di tavole. Tanti la useranno anche per gareggiare. Non è solo adatta per gironzolare e gareggiare in acqua piatta ma dimostra anche di essere una tavola perfetta per il mare aperto. Con il Cruiser si può raggiungere una velocità pazzesca planando sulle onde dell'Oceano. Appena le onde diminuiscono il "displacement bow" taglia l'acqua e remare risulterà meno impegnativo. La tavola è dotata di una costruzione multifunzionale con una corda elastica sulla coperta che consente di legare varie cose alla tavola (bibite, giacca, ecc.). Oltre a ciò dispone di un dispositivo per fissare arnesi da pesca e di un supporto per la prua in FCS per montare la tua videocamera Go Pro. Le tavole Cruiser si adattano anche per il windsurf, essendo dotate di due tasselli per fissare un rig da windsurf. Entrano in planata molto presto e rendono il cruising da un posto all'altro un vero divertimento.

Modello Young Gun Windsurf SUP Windsurf SUP Cruiser

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Lunghezza 8’10” / 270 10’9” / 328 12’6” / 381

Larghezza 30” / 81 32” / 81 - / 76

Volume 126 189 300

Peso t.b.a. t.b.a. t.b.a.

Pinna Mini Tuttle Box 3 x Soft Fin 15.5 SU 9.0” SU 9.0”


Moki intensifica la fase di ricerca e continua a proporre tavole ed accessori di alta qualità, concentrando entusiasmo e innovazione esclusivamente nella produzione di stand up paddle. Per la prossima stagione propone una gamma di tavole che si arricchisce di alcune interessati novità. Cinque le linee proposte per andare a soddisfare ogni possibile utilizzo: cruising, fitness, racing, beginners e surf.

SOFT TOP: La tavola Moki “entry level” mantiene il nome che l’ha resa famosa, Into the Nature, riproponendo le caratteristiche tecniche vincenti della passata edizione. Moki ha lavorato sulla tipologia di costruzione che renderà ora la tavola ancora più leggera e resistente. Questa tavola è ideale per avvicinarsi con estrema facilità al nostro sport e rimane un must per le scuole e i noleggi. Comoda, stabile e facile! Tutta la coperta è rivestita di un confortevole EVA che ora avvolge anche i bordi e protegge dalle pagaiate; l’EVA parte dalla zona di prua e sfuma poi nella parte posteriore permettendo cosi ai rails di lavorare meglio nelle onde. Nuova e molto curata la decorazione dell’Eva con grafiche che sposano il colore verde, colore che caratterizzerà una parte delle novità Moki. Verrà introdotta anche una nuova misura (8’5’’) adatta ai più piccoli, tuttora in fase di sviluppo. MISURE: INTO THE NATURE - 10’x33’’ 1/2x4’’ 1/2 - Construction: Epoxy - EVA

SPORT: La linea sport “Kulto” è una delle novità più importanti introdotte da Moki. Caratterizzata dal colore verde verrà proposta nelle misure 9’ e 10’5’’ e sarà realizzata con una costruzione differente dalla già esistente linea Bamboo, migliorando le prestazioni e mantenendo sempre doti di estrema leggerezza e resistenza. Sviluppata infatti per un uso intenso nelle onde, viene proposta negli shape un po’ più spinti ma sempre veloci e stabili nelle partenze sulle onde. Queste tavole hanno nel rail to rail la loro caratteristica migliore. Da non trascurare la possibilità di agganciarci una vela per il light wave sailing. Costruzione in epoxy con rinforzi pvc e bamboo veneer sandwich. MISURE: KULTO - 9’ x 29‘’ 3/4x4‘’ 1/4 - 10’5’ x 30’’x4’’ 1/2 - Construction: Epoxy - Bamboo

GONFIABILE: 10’x33’’1/2x 4’ 3/4’’ la taglia proposta da Moki per il proprio sup ad aria. Compatto, resistente, rigido e soprattutto poco ingombrante una volta sgonfiato, il Tube viene proposto con un proprio design e shape esclusivi. Molti accessori utili in ogni situazione, dalla barca al camper, dal mare ai laghi e fiumi, caratterizzano il

modello più poliedrico della linea Moki. Dotata di pad in EVA molto comodo e decorato con una elegante grafica, la tavola Tube comprende pagaia scomponibile, 3 pinne smontabili in plastica antiurto, pompa e kit di riparazione. Il tutto trasportabile in una comoda borsa. MISURE: TUBE - 10’x33” 1/2x4’’ 1/2 - Construction: Inflatable

BAMBOO: La linea Bamboo è la vera star della gamma Moki e conferma il successo ottenuto dalla tavola Moki 100% bamboo look. 11’9’/10’5’/10’/9’5’ le misure proposte. Questa linea è caratterizzata oltre che dal bamboo anche dalle ottime rifiniture dei dettagli e dalla cura negli accessori. Gli shape collaudati e molto apprezzati sono stati sviluppati per garantire ottime prestazioni sia in acqua piatta sia nelle onde dei reef più belli ed impegnativi. Il bamboo, come sanno tutti ormai, garantisce un ottimo compromesso tra resistenza e rigidità della struttura e rende la tavola anche più leggera. Tutte le scasse sono state rinforzate con inserti in pvc. La tavola viene fornita con la nuova sacca da trasporto, anch’essa in Moki style. MISURE: RIP LIP FISH 9’5’’x30’’x4” 1/4 | BOREA 10’x30’’x4’’ 1/2 | JAM 10’5’’x29” 1/2x 4” 3/4 DEHA 11’9’’x31’’x4’’ 1/2 - Construction: Bamboo veneer sandwich RACE TOURING: Moki entra nel mondo dei 12’6’’ dopo aver fatto esperienza con numerosi test, effettuati durante le scorse stagioni sia nei circuiti di gare che non e soprattutto in ogni condizione di mare. L’obiettivo prefissato era quello di sviluppare una tavola che performasse non solo in acqua piatta o in downwind e che fosse soprattutto accessibile a un pubblico non esclusivamente “racing”. Il nuovo GT 12’6’’ si farà subito notare per la grande stabilità (larghezza 29’) unita a un’ottima scorrevolezza anche nel mare mosso grazie alla linea scoop/roker molto filante e veloce e al generoso volume (275lt). Rigida e molto leggera, viene realizzata con la miglior tecnologia, usando carbonio sottovuoto e rinforzi in epoxy, pvc e bamboo. Anch’essa verrà fornita con una pinna e con una nuovissima e molto tecnica sacca da trasporto. MISURE: GT - 12’6’’x29’’x5” 1/2 - Construction: Carbon - bamboo sandwich

PADDLE: Saranno introdotte tre nuove pagaie: una in carbonglass, regolabile che avrà una pala antiurto molto adatta alle scuole e noleggi; una full carbon, racing (fissa 215cm) e una carbon bamboo, allround molto rifinita con asta particolare in bamboo (fissa 215cm). Saranno proposte diverse flessibilità e tipologie di pale.

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GLIDE SERIES: Touring e raicing. Tavola adatta a tutti coloro che si vogliono cimentare MANA AIR SERIES: Gonfiabile super rigido. Questa tavola da sup gonfiabile è stata dal touring al race puro. Le Glide sono le tavole ideali per chi cerca il massimo della velocità, una direzione stabile, e uno scorrimento senza sforzo.

NALU SERIES: Versatili all-round longboard. Queste tavole sono facili da utilizzare e offrono tutte le performance all-round in un ampio range di utilizzo. La serie Nalu è ideale per i principianti del paddle, per i flatwater cruiser, e per i wave rider longboard style. I Nalu 11’6”, 11’4”, 10’10” e 10’6’’ sono dotati di scassa per il piede d’albero per poter essere utilizzati anche come tavole da windsurf.

costruita con pannelli progettati per garantire la massima rigidità possibile e le migliori performance. Le tavole della serie Mana Air hanno una stabilità incredibile, sono resistente e compatte per i paddler viaggiatori che navigano nei fiumi, sull’acqua piatta o tra le piccole onde.

ALANA SERIES: Belli e versatili. Due “sexy” shape disegnati sia per l’acqua piatta che per le onde. La seria Alana garantisce alle padler un’eccezionale stabilità e uno scorrimento direzionale sull’acqua piatta, oppure turn morbidi sulle onde.

HOKUA SERIES: World champion performance wave board. La serie Hokua è ideale

KEIKI SERIES: Shape performanti per bambini. Tavole disegnate per la generazione

per i wave rider alla ricerca di onde. Sono le tavole utilizzate da Robby Naish e dal Campione del Mondo Kai Lenny.

future di waterman, la serie Keiki è ideale per i bambini che vogliono giocare tra le onde o navigare nell’acqua piatta con una tavola sicura e resistente. Tavole che coprono ogni tipo possibile di utilizzo.

MANA SERIES: Divertimento istantaneo. Larghe, stabili, shape compatto per garantire un successo immediato, la seria Mana è stata disegnata per accontentare rider di ogni peso e livello tecnico. Imparare le basi, iniziare a prendere le prime onde non è mai stato così facile come con queste tavole. Modello Hokua 11’6” Gun Keiki 6’6” Mana Air 10’0” - 6in Nalu 11’6”

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(in) 11’6” x 281/4” x 41/4” 6’6” x 24” x 31/2” 10’0” x 33” x 6” 11’6” x 293/4” x 51/2”

(cm) 350 x 72 x 10.8 198 x 61 x 9 305 x 84 x 15 350 x 75.6 x 14

Volume 143L 80L 230L 231L

Pinna US 9 Quad/2+1 Slide in + fixed Side Fins US 10.5


SUPER SUP CLASSIC: Il Super 7’11” ha una forma super compatta con larghezza massima spostata in avanti al fine di massimizzare la possibilità di raggiungere più onde possibili su una shortboard. L’outline corto in combinazione con il round tail consente di avere una tavola da surf molto “smooth” e allo stesso tempo radicale per fare dei turn super, che vi farà dimenticare che in realtà state surfando con una pagaia in mano. Le configurazioni multiple per le pinne permettono al 7’11” di poter essere utilizzato come quad, oppure con una pinna unica centrale più lunga. Nessun limite per questo shape che sarà un must per ogni Super professionista! Il 8’11” e il 9’11” si basano sulle stesse alte performance dello shape del 7’11”, ma essendo tavole più lunghe avranno esclusivamente la configurazione thruster (tre pinne). Tutte queste tavole rimangono comunque molto semplici permettendo di fare turn radicali grazie a questi moderni shape.

DIAMOND LINE CLASSIC/WOOD: Una linea di tavole da SUP per reali wave rider. Questa gamma completa di tavole saranno in grado di soddisfare tutti i livelli di utilizzo in Modello SUP 9’2” Diamond Classic SUP 9’6” Diamond Classic SUP 10’2” Diamond Classic SUP 10’6” Diamond Classic SUP 11’2” Diamond Classic SUPER 7’11” Classic SUPER 8’11” Classic SUPER 9’11” Classic SUP 12’ Twelve Cruiser Classic

Misure 9’2” x 28” x 4” 9’6” x 29” x 4” 10’2” x 29 ½” x 4 ¼” 10’6” x 29 ½” x 4 ¼” 11’2” x 30” x 4 ½” 7’11’’ x 29 1/2’’ x 4” 8’11’’ x 29 1/2’’ x 4” 9’11’’ x 30’’ x 4” 12’ x 30” x 5”

tutte le condizioni, dalle piccole alle grandi onde. Un nose molto largo con uno stile retrò della coda a diamante con linee strette. Queste tavole permettono di prendere facilmente le onde e massimizzare il potenziale dei vostri bottom una volta che state surfando l’onda. La forma del completo doppio rail mantiene un deck molto piatto e confortevole per la posizione dei piedi. Sono tavole innovative e funzionali anche per rider esperti. Ogni tavola è equipaggiata con un doppio inserto per il piede d’albero per poter essere utilizzate anche come windsurf.

CRUISER TWELVE: La tavola ideale per l’acqua piatta e le long distance. Lo shape è caratterizzato da una profonda V nella zona del nose e un flat bootom che inizia dalla zona della posizione dei piedi fino alla coda. Il Cruiser 12’ penetra agevolmente ogni tipo di chop con il nose e rimane stabile dopo ogni colpo di pagaia. Una velocità media costante è la chiave per il divertimento con questa SUP cruising che vi sorprenderà con le sue prestazioni se paragonate a tavole più lunghe.

Pinne 8.0” Single Hi Perf (US) + G-5 Smoke Asymmetrical DFS Box 8.0” Single Hi Perf (US) + G-5 Smoke Asymmetrical DFS Box 8.25” Single Hi Perf (US) + G-5 Smoke Asymmetrical DFS Box 8.25” Single Hi Perf (US) + G-5 Smoke Asymmetrical DFS Box 8.5” Single Hi Perf (US) + G-5 Smoke Asymmetrical DFS Box 1 x 7” hi-perf wave US + 1 quad set polyester 1 x 7.25” hi-perf wave US + 2 Side G-5 1 x 7.5” hi-perf wave US + 2 Side G-5 Cruising 33 cm Hi-Perf (US)

Volume 123 134 157 163 180 110 127 144 245

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10’ 5” X 30” DRIVE: Questa tavola rappresenta la perfetta combinazione tra manovrabilità, stabilità e portanza. La Drive spinge il livello delle tavole ideate per fare sia waveriding che paddling in acqua piatta. Il rocker morbido con la massima larghezza nella zona dei piedi, verso centro tavola, assicura la massima stabilità e proiezione per utilizzo all around e remate in acqua piatta. La poppa a V arrotondata ti permette di far curvare la tavola senza fatica anche con onde dai 2 agli 8 piedi. Le Drive continuano a essere le preferite grazie alla facilità d’utilizzo nell’enorme varietà di condizioni. E danno ancora il loro meglio sulle onde. Shape: monoconcavo a prua che poi si appiattisce e diventa a V a poppa.

9’ 5” X 32” WIDE POINT: Uno shape molto performante ma con una stabilità che perdona. Questa tavola è stabile e veloce, con ottime capacità di wave riding da piccole onde di shore break ad onde pulite di oltre due metri. Questo shape permette di partire facilmente in surfata e ha una prua con rocker più pronunciato, per permettere al rider di partire in tranquillità anche sulle onde più ripide. Il volume però è comunque piuttosto avanzato e quindi è molto facile remare anche tra la schiuma mentre vai sul lineup. È la preferita del team di tester di Starboard e la scelta ideale per la maggior parte dei rider che cominciano a fare wave. Shape: monoconcavo continuo su tutta la lunghezza della tavola.

10’ 0” X 34” WHOPPER: La madre di tutte le moderne tavole compatte. Estremamente 8’ 10” X 32” WIDE POINT: La nuova 8’10” Wide Point offre una perfetta reattività, senza stabile grazie alla larghezza di 34 pollici, la Whopper offre appoggio per remare anche nelle acque più turbolente e condizioni difficili. La tavola è davvero facile da manovrare e gira sul posto, permettendo di prendere ogni onda capiti a tiro. È praticamente impossibile infilare la prua nell’acqua, e parte anche sulle onde più piccole senza il minimo sforzo, rendendo il SUP ancora più divertente. La Whopper continua a stupire per la sua capacità di surfare le onde, nonostante la larghezza. Per restare sempre all’avanguardia e offrire la massima performance, Starboard ha un programma di sviluppo molto selettivo, in cui solo gli shape migliori vengono testati più a fondo, in modo da trovare la combinazione perfetta, e il Whopper è uno di questi. Shape: monoconcavo a prua che poi si appiattisce e diventa a V a poppa. Modello 10’0”x34” WHOPPER 9’5”x32” WIDE POINT 8’10”x32” WIDE POINT 10’5”x30” DRIVE

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Lunghezza 10’0” / 304.8 cm 9’5” / 288.5 cm 8’10” / 269.2 cm 10’5” / 317.5 cm

Larghezza 34” / 86.4 cm 32” / 81.3 cm 32” / 81.3 cm 30” / 76.2 cm

Thickness 4.1” / 10.4 cm 4.3” / 10.9 cm 4.1” / 10.4 cm 4.0” / 10.2 cm

però intaccarne la stabilità. Questa chiglia con monocancavo su tutta la lunghezza di 32” presenta un rocker più piatto nella sezione centrale ed un kick più alzato a poppa in modo da garantire la massima accelerazione e velocità di punta. I rail relativamente stretti consentono al rider di passare più facilmente da un rail all’altro, passando dal bottom al cutback. Gli shape di quest’anno sono migliorati tantissimo, e ora sono muniti di 2 pinne laterali di 4.7” ed una centrale da 17cm. Shape: monoconcavo continuo su tutta la lunghezza della tavola.

Tall Width 18.4” / 46.7 cm 18.5” / 47.0 cm 18.2” / 46.2 cm 15.8” / 40.2 cm

Volume 168 L 155 L 143 L 160 L


COSMIC BAMBOO: Questi shape sono adatti sia per il COSMIC CRUISER: Tavola adatta per la sua stabilità e COSMIC DRIVER: mare piatto che su onde importanti. Il 9’/32” eccelle in condizioni di mare attivo e vento e per la sua stabilità e manovrabilità è ottimo anche per corte passeggiate su mare piatto. Su onde ripide viene consigliato il 9,6’/29”. Tavole shapate a mano, con longherone. 11’/31” 210 lt. 3 pinne • 10,6’/30” 175 lt. 3 pinne 9,6’/29” 142 lt. 3 pinne • 9’/32” 175 lt. 3 pinne

lunghezza a lunghe passeggiate. Tavola shapata a mano, con longherone. 14’/31,5” 250lt. 1 pinna

Ottima tavola da principianti ma grazie alle sue caratteristiche di stabilità e manovra eccelle per le sue prestazioni anche su onde dai 30 cm ai 2 metri. Chi viene dallo stile del longboard apprezzerà a pieno i sui 11’ di camminate in punta. Tavola shapata a mano, con longherone. 11’/31” 200lt. 3 pinne

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Grazie alla pagaia sarete in grado di spostarvi più o meno velocemente in ogni situazione, di conseguenza, molto importante sarà saper scegliere la pagaia più idonea alla vostra esigenza. Il primo dato da tenere in considerazione è sicuramente il rapporto tra la vostra altezza ed il vostro peso, questi due numeri determineranno la lunghezza totale della pagaia, la dimensione della pala, nonché la rigidità del palo. Sono tre i principali componenti che la caratterizzano: - Handle - maniglia - Shaft – palo - Blade - pala.

HANDLE Iniziamo ad analizzare la pagaia dalla sua parte superiore, concentrandoci sulle varie forme di maniglia disponibili sul mercato. La più conosciuta è sicuramente con la forma a “T”. Fatta per essere utilizzata principalmente nelle onde, consente al Supper un’efficace presa nel caso si venga travolti da un'onda e si crei la necessità di afferrare la pagaia per la maniglia, per non perderla. Non è molto comoda specie se dotati di un palmo della mano piccolo, inoltre se inserita all'esterno del palo può rompersi o comunque staccarsi con facilita'. 56

Di concezione più recente è sicuramente la maniglia ellittica, ha la caratteristica di riprendere la forma del palmo e quindi di far affaticare il meno possibile l'arto durante l'esercizio, se ne possono trovare di diverse misure e materiali e sono ormai le più usate specialmente nel Cruise e nel Race. Di ultima concezione la maniglia ergonomica rivestita in progrip, studiata appositamente per coloro che ne fanno un uso prolungato ma anche per chi pagaia saltuariamente, allevia di molto il dolore della mano. Questa maniglia è al momento l'evoluzione più importante per quanto riguarda questo particolare. Solitamente le pagaie vengono fornite di maniglia ancora da fissare, è bene sottolineare che una volta tagliata alla misura desiderata si provveda al fissaggio della stessa, questo per evitare che si stacchi durante l’uso. La colla più sicura ed affidabile nel tempo per questo tipo di lavoro, rimane la resina epoxy.

SHAFT Molta attenzione da parte dei maggiori costruttori è rivolta al palo, ce ne sono di diversa forma, ma si possono sostanzialmente suddividere in due principali tipi di sezioni: cilindrica o elicolidale. Molti brand hanno sviluppato più una forma dell'altra cercando di portare più in alto possibile il grado di performance e comfort dello stesso. Il palo elicoidale è caratterizzato da una sezione che varia dall'innesto della maniglia


fino alla pala, per questo la sua rigidità non è costante, facilita la presa corretta perchè siamo obbligati ad impugnarlo solo in un unica direzione, è molto resistente nel senso della pagaiata ma, al contrario della sezione cilindrica, si può spezzare con facilità se non usato in maniera corretta o se accidentalmente si sottopone ad una pressione nella sezione più stretta. Il palo a forma cilindrica non ha problemi a sopportare sforzi, qualunque sia la direzione di provenienza, possiede un grado di rigidità costante essendo la sezione uniforme per tutta la sua lunghezza. Molte aziende tralasciano questo particolare importante che può determinare invece diversi problemi fisici al Supper, una pagaia non equilibrata, infatti, causa molto spesso contratture alla muscolatura del collo e delle spalle, inoltre può affaticare così tanto da ridurre la vostra autonomia di esercizio fino al 50%. Di qui l'esigenza di specificare bene il concetto di rigidità del palo, definito in SSI (stiffness, shaft, index), applicando una scala di valori progressiva da 30 a 41 determinandone le varie differenze di rigidità. In generale più il Supper è pesante ed alto più il palo dovrà essere rigido, specialmente se si opterà per una pagaia da Race o Cruise. Nel Wave invece il palo dovrà avere un flex maggiore per facilitare l'appoggio in acqua durante le fasi di surfata e rilascio.

BLADE Ultimo ma non meno importante componente della pagaia è sicuramente la pala. Due le principali caratteristiche da tenere in considerazione per la scelta: forma e superficie. Essendo la pala, dei tre particolari, l'unico che svolge il vero e proprio lavoro di spinta in acqua, la sua forma è fondamentale per aumentare la velocità ed il controllo della tavola da parte del Supper, tutte le aziende hanno concentrato il loro lavoro sui flussi d’acqua intorno alla pala durante la fase di entrata, passata ed uscita. Ad oggi possiamo affermare che è stato abbandonato il concetto di pagaia diritta, cioè senza anticipo, attestandosi su un angolo di 8-10 gradi, in modo da facilitare l'ingresso verticale della stessa il più avanti possibile, condizione indispensabile per assicurare una migliore spinta. Svariate sono le forme della pala che si possono notare per quanto riguarda le pagaie destinate al Wave, ma molto spesso le più affidabili hanno la classica forma a goccia senza particolari curve, devono essere compatte per facilitare la manovrabilità e l'appoggio sull’onda. Al contrario, le pagaie da Race e Cruise avranno una forma più allungata e stretta proprio per assicurare una maggiore spinta e presa in acqua, alcune aziende hanno poi approfondito il concetto di V che caratterizza la faccia della pala. Molte delle nuove tecniche di pagaiata hanno trovato efficacia grazie alla particolare V che ne velocizza il deflusso dell'acqua durante la fase di passata, rendendone inoltre più rapida anche l'uscita. Anche lo spessore della pala è molto importante e quanto più sottile sarà, tanto più performante e redditizia sarà la risposta in acqua. Per quanto riguarda la superficie, oggetto di notevoli sviluppi in questo ultimo anno, molti brand hanno moltiplicato la possibilità di scelta che va da un minimo di 90 ad un massimo di 120 SQ/IN (square/inchs), specificando inoltre le due misure massime di lunghezza e larghezza. Per molti potrebbe essere facile presupporre che la pagaia con la pala più grande garantisca maggiore spinta e resa, ciò è vero in parte perchè significherà disporre di una maggiore potenza ed un maggior dispendio di energia. Nel Race molti Pro usano pagaie da 100 SQ/IN, cioè di misura media proprio per avere maggiore frequenza di pagaiata, altri optano invece per una pagaia più grande come ad esempio Dave Kalama che dispone di una 120 SQ/IN, proprio perchè ha nella potenza la sua arma migliore. Nel Wave, nella maggior parte dei casi, la pala dovrà essere piccola rispetto al Race, molto importante sarà la sua manovrabilità e velocità nelle partenze dove solitamente si danno tre od al massimo quattro pagaiate per prendere l'onda, una volta partiti la superficie ridotta assicurerà il corretto appoggio e sopratutto darà velocità e scioltezza alla manovra. 57


TECNOLOGIA DI COSTRUZIONE Per quanto riguarda la tecnologia costruttiva ed i materiali invece possiamo tranquillamente affermare che le pagaie in alluminio e politilene sono le più economiche ma anche le più inadatte, specialmente per chi è leggero. Molti hanno avuto esperienze con pagaie di questo tipo soprattutto all'inizio, ma è bene consigliarle solo ed esclusivamente per un utilizzo scuola. Il materiale più idoneo e con il miglior rapporto qualità prezzo è sicuramente la fibra di vetro, leggero e resistente vi assicurerà il miglior modo per iniziare l'avventura. Il mercato offre molte pagaie in fibra di vetro che ben si adattano a tutti i paddler, in particolar modo ai bambini ed ai pesi leggeri. Se si vuole un oggetto particolarmente originale ed esteticamente bello allora il legno sarà il più indicato, non sarà il più performante ma sicuramente quello che susciterà più fascino. Il mercato offre pagaie con superfici e tecnologie costruttive diverse, necessario sarà orientarsi su pagaie che hanno la pala rivestita in fibra di vetro, che la preserveranno dagli urti sulla tavola e la renderanno impermeabile all'acqua. Il più performante in assoluto e per questo motivo anche più costoso, è il Carbonio, con questo materiale unito ad una costruzione in sandwich pre-preg, non avrete problemi, sarete sicuramente in grado di dotarvi della miglior pagaia a disposizione, leggera e adatta a qualsiasi situazione vogliate affrontare. Alcuni dei più importanti brand hanno sviluppato anche differenti livelli di costruzione con particolare attenzione alla grammatura della fibra di carbonio e alla sua composizione. Oltre a queste tre principali tecnologie, molto interessante risulta essere la pagaia ibrida con il palo in carbonio e la pala in legno. In questo caso molto importante sarà verificare la corretta angolazione della pala e l'attacco in prossimità del palo.

PER RIASSUMERE Riassumendo potremo affermare che la pagaia è parte fondamentale del quiver di un Supper, non è pensabile avere una pagaia che vada bene per tutto, così come lo sciatore usa uno sci diverso per fare Slalom da quello che utilizzerà per fare discesa libera, anche nello Stand Up Paddle è fondamentale pensare che esista una pagaia per ogni disciplina che avrà differente altezza, forma e superficie. Si calcola che ogni Supper debba avere a disposizione per una tavola almeno due o 58

tre pagaie per avere il corretto utilizzo della stessa e non procurarsi sgradevoli malanni. Con il passare degli anni, lo sviluppo e l'evoluzione assumeranno un aspetto fondamentale per poter scegliere concretamente quanto di più abbiamo bisogno, per questo motivo sarà bene considerare al momento dell'acquisto la pagaia al pari della tavola.

PADDLE BAG Infine, un breve cenno sull’importanza della conservazione della pagaia a terra, molti trascurano questo particolare che è molto importante, specialmente se abbiamo una pagaia in legno o carbonio. La maggior parte dei danni arrecati alla pagaia sono da imputare a cadute in terra o su scogli, insomma fuori dall’acqua, bastano pochi accorgimenti per evitare che si danneggi in maniera talvolta irriparabile. Per questa esigenza esistono sul mercato diversi tipi di paddle bag, solitamente se dobbiamo affrontare un viaggio in aereo è bene propendere per una paddle bag totale e capiente per almeno due pagaie; se invece la nostra esigenza è limitata al trasporto quotidiano, molto comoda ed efficace sarà il solo proteggi pala.


SurfDei è la nuova linea di Sup per vivere a pieno il mare, surfare le onde e lanciare l’arciere che è in voi! Un nome, un logo, una frequenza vibratoria diversa è entrata a far parte del mondo surfistico. Poco da dire, solo molto divertimento e voglia di vivere. Questo è ciò che abbiamo nel cuore, che è parte di noi: il mare oltre i 360 gradi! Se volete fare un pieno di energia venite pure, l’arciere è pronto ad accogliervi a mare aperto!

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Windsurfer-surfer-longboarder-bodysurfer-tow-inner... senza poi dimenticare il passato di skater di Nicole (campionessa francese) e il kite, dalla prima comparsa di Stephane, e quindi ovviamente anche il SUP non poteva non incuriosirli. Dopo qualche tentativo nella baia di Corralejo circa 3 anni fa, Stephane e Nicole si sono velocemente innamorati del SUP ed hanno cominciato a progredire sempre più, ed è irrinunciabile per i due amanti partecipare alla diffusione di uno sport appena nato, che offre nuove possibilità e sensazioni sconosciute. Free-rider rinomati, “gli amanti” si lasciano sedurre dalle tentazioni del sup, facendo anche gare per gioco, e dopo poco, cominciano a migliorare sempre più e diventare sempre più veloci e cominciano a girare per tutta l’isola. Il modo migliore per migliorare è quello di confrontarsi con i rider migliori ed ecco che cominciano a partecipare alle prime competizioni serie di SUP: circuito canario, waterman league, Dakhla festival per le onde ma la vera sorpresa sia per Stephane e Nicole è quella di presentarsi alla linea di partenza per le gare di race: campionato europeo, Naish tour, mondiale a Amburgo… e hanno anche già ottenuto dei piazzamenti di tutto rispetto! I loro amici surfisti e windsurfisti di Fuerte non riescono a credere che “gli amanti” partano per fare una gara di race in un canale di Amburgo, lasciandosi alle spalle le onde, il sole e l’acqua blu cobalto! Hanno capito bene però, le onde e il surf sono la loro benzina. In strada verso la North-shore di Fuerteventura, li vedete girare sugli spot più nascosti a bordo del loro VW Transporter, un vero e proprio garage su ruote e, con l’aiuto di Naish 60

International, hanno il loro quiver di SUP al completo, dalla 7´3 alla gun 9´8 pronti a surfare qualsiasi tipo di swell. Grazie al SUP, “gli amanti” hanno riscoperto l’isola, andando a scoprire nuove onde, che prima potevano sembrare inutilizzabili per gli altri sport, ma che con il sup sono perfette… l’esperienza in continuo aumento gli assicura la possibilità di sfruttare le condizioni al meglio, e possono quindi girare tutta Fuerte, alla ricerca delle session migliori. Avidi di viaggiare, la loro casetta ai piedi del vulcano è la testimonianza di una vita in continuo spostamento, un vero e proprio museo, con oggetti incredibili da ogni angolo del mondo… queste sono le testimonianze di tutte le loro esplorazioni, e come ciliegina sulla torta c’è una vecchia tavola da collezionista. C’è anche un grosso registro, su cui Stephane segna tutte le sue session, l’orientamento dello swell, il vento, la dimensione delle onde, chi c’era a surfare e altre informazioni utili da circa un decennio, un vero e proprio archivio del surf qui a Fuerte. Le suppellettili da tutto il mondo danno uno stile particolare al rifugio dei piccioncini. Sempre alla ricerca delle onde, di nuovi incontri e avventure, Stef e Nicole condividono sempre tutto, e anche quando avanzano il tempo per fare un viaggio, sanno già che al loro ritorno le giornate saranno scandite dalle onde che si abbattono su quest’isola così energica, bruciata dalla lava del vulcano e raffreddata dall’acqua dell’Oceano Atlantico. Bella vita in queste isole incantate…


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La partenza dei paddler dalla spiaggia di Ibiza alle ore 7:00

Il telefono squilla, è Belar: “Fred, il piano è questo: abbiamo la barca a disposizione fino a lunedì e quindi 4 giorni pieni per cercare la finestra metereologica perfetta per fare la traversata da Ibiza a Denia… Alcuni rider hanno rinunciato, ma Ramon ed Annabel ci hanno raggiunto…Venite comunque?”. Ecco che questa volta ci siamo, non si tratta più di parole campate in aria, ora è diventato tutto realtà…I dubbi e le domande vengono lasciati da parte ed io ho un forte mal di testa dovuto ad un colpo di freddo, ma sono fisicamente preparata e mi sento pronta, quindi semplicemente rispondo: “Arrivo!”. Fred Bonnef

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Fred Bonnef e Belar Diaz planano sull’onda aiutati dal vento in poppa.


Mercoledì sera mi ritrovo all’aeroporto di Barcellona: sono in partenza e direttamente nel vivo dell’azione, ci mancano solo una tavola, un fotografo ed una persona che si occupi effettivamente della gestione del battello… l’ultima ed è la peggiore… da previsione, l’unico giorno fattibile è venerdì… e venerdì è dopodomani! Secondo i nostri calcoli, con vento favorevole e mantenendo un buon ritmo, avremmo potuto completare la traversata da Ibiza a Denia in 12 ore… Certo, questo solo in teoria ! Dobbiamo veramente sperare nella nostra buona stella che ci sia abbastanza vento e, soprattutto, che sia di poppa, perchè se dovesse girare l’impresa fallirebbe sicuramente… Conviene però non pensarci troppo e passare all’azione. Dobbiamo essere pronti a imbarcarci domani sera a Denia sul catamarano che ci porterà ad Ibiza la mattina presto, per poi tentare di tornare a Denia o Javéa a seconda delle condizioni metereologiche. Stabiliamo così una rotta con orologio alla mano, incollati al telefono, cercando di sistemare tutti i problemi dell’ultimo minuto… Siamo andati avanti così fino a giovedì sera, quando finalmente siamo riusciti a mettere assieme tutti i pezzi del puzzle. La cosa positiva è che bisogna agire velocemente e quindi non c’è troppo tempo per pensare. Pensare per esempio che potremmo aver mobilitato tanta gente e speso un sacco di soldi ed energie per non riuscire a combinare nulla… ormai bisogna arrivare fino in fondo. Alla Marina d’El Portet ci aspetta un catamarano di 38 piedi assolutamente magnifico e Luis, il capitano, sembra conoscere la zona a perfezione e quindi mi sento rassicurata. In più abbiamo anche una ciurma composta dai nostri amici, sempre pronti a darci una mano. Il meteo, però, ci fa un po’ preoccupare, ma non c’è nulla che possiamo fare e quindi, finalmente, salpiamo alle 10 di notte di giovedì. Tutti sembrano davvero eccitati per quest’avventura e l’atmosfera è al top, l’unico problema è che io mi sento presa dalla mia malattia: naso intasato, gola infiammata e piuttosto affaticata. Ho solo questa notte per riprendermi. Le oscillazioni della chiglia del catamarano però mi fanno intuire che non sarà una notte così tranquilla, a meno di avere un letto a “levitazione”. Ibiza, 7h00 di mattina… È dura svegliarsi… Sono riuscita a dormire solo 4 ore in tutto e, sebbene mi senta un po’ meglio, sicuramente sono ancora lontana dalla mia forma ideale. Metto il naso fuori dalla porta e vedo che tutti sono già iperattivi. Pablo e Luis si occupano delle manovre, Coba e Pepi preparano tutto l’occorrente per la traversata, Belar, Ramon ed Annabel emergono con calma dalle loro cabine e non hanno l’aria di aver dormito meglio di me ! Gettiamo l’ancora in una piccola baia a nord d’Ibiza, il paesaggio è stupendo. Alte scogliere bianche che si gettano nell’acqua cristallina con una piccola spiaggia di sabbia che da l’impressione di calma assoluta. Il vento qui è piuttosto forte, tra i 15 e 20 nodi da Est, la direzione ideale per noi! Improvvisamente mi sento meglio e ho l’impressione che le cose stiano cominciando a girare dalla nostra parte e la fatica lascia il posto alla motivazione. Non bisogna perdere tempo. Vogliamo assolutamente arrivare a Denia prima che Belar Diaz

faccia notte, quindi dobbiamo partire in fretta e remare senza pausa per arrivare in tempo alla nostra destinazione. Dopo gli ultimi preparativi, mettiamo le tavole in acqua e remiamo verso la spiaggia di Ibiza per fare una foto ricordo della nostra partenza. Riuniamo le mani e preghiamo che tutto vada bene e … si parte! Annabel, Belar, Ramon ed io restiamo in gruppo mentre passiamo lungo le profonde baie, il nostro battello invece deve fare una larga deviazione per evitare i fondali bassi per poi allinearsi nuovamente con noi ed indicarci la rotta da seguire. L’uscita è assolutamente magnifica e veniamo sospinti dal vento favorevole, scorrendo su un piano d’acqua piuttosto tranquillo, tenendo un passo allucinante. I primi 10 km li mangiamo in un secondo e ci ritroviamo velocemente in mare aperto, con onda più formata e vento più forte. Un vero piacere! Belar ed io planiamo lungo le onde urlando come dei bambini..…al momento mi sono completamente dimenticata del mio raffreddore e mi sento in piena forma. Mi sto proprio divertendo. La sensazione di scivolare così sull’acqua è stupenda. Riesco a prendere alcune onde dalla fine del catamarano e me le surfo fino a sorpassarlo, sebbene vada a circa 25 kilometri all’ora! Non sono mai andata così veloce su una tavola da SUP, la sensazione di essere davanti al battello ed avere tutto l’orizzonte davanti a se è davvero eccezionale! Ho l’impressione che tutta l’esperienza fatta in acqua mi sarà di aiuto: il surf, il windsurf, ma anche la vela e le partenze in barca con onda, in cui bisogna saper tenere il giusto angolo tra traverso e lasco, in modo da non ingavonarsi nelle onde e rischiare di scuffiare. Il trucco dei downwind con onde è quello di spostarsi leggermente verso poppa quando l’onda comincia a spingerti, in modo da accelerare senza intoppi e scorrere sulla superficie come se niente fosse. Tutti questi anni passati ad osservare i movimenti del mare e specialmente le onde a breve periodo del mar Mediterraneo, oggi mi serviranno. La mia Fanatic 12’6 scivola che è un piacere e, senza essere una tavola puramente downwind, resta facile da portare anche in queste condizioni. Belar ha la sua Naish Glide 14’ e vola letteralmente sottovento. Annabel e Ramon sono rimasti un po’ indietro, spero non abbiano avuto problemi. Abbiamo appena passato il marker dei 20 km in un tempo record… al trentesimo km il vento cala leggermente ma resta sempre a nostro favore, poi scompare piano piano verso il quarantesimo km ed improvvisamente fa molto più caldo di prima e dobbiamo cominciare a rimboccarci le maniche per non abbassare troppo la media. Eccoci ! E’ qui che comincia la vera traversata e mi rendo conto che sarà molto lunga e che dovremo centellinare ogni sforzo per conservare abbastanza energia per arrivare fino alla fine. In poche parole, dobbiamo ancora farne di strada! Facciamo la prima pausa per rifocillarci un po’ e svuotiamo la borsa spartana che avevamo confezionato, ma non è proprio facile con il mare agitato. Pablo e Luis ci passano del cibo direttamente dalla barca e per poco non ci cade in acqua. Stava quasi per scivolare ma sono riuscita ad acchiapparlo all’ultimo momento: avevo una fame! I consigli dispensati dalla saggia Annabel, come da sua esperienza nelle maratone, sono stati vitali ed abbiamo mangiato un sacco di frutta. Consigli davvero perfetti ed in men che non si dica mi sento ricaricata e pronta ad affrontare il resto della traversata. Annabel Anderson

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Tutti sembrano aver ritrovato la forma, eccetto Ramon che lamenta un dolore alla spalla. Dopo 40km di remata intensa, penso che sia abbastanza normale e non mi spavento più di tanto. Il problema però sembra più grave di quanto io pensassi e poco dopo sale sul battello ed… abbandona! Devo dire che questa notizia mi ha dato un colpo al morale, sia perchè so quanto avesse voluto arrivare fino alla fine, sia perchè mancano ancora una quarantina di km per arrivare alla terra promessa. I dieci km successivi, senza vento, sono un po’ più duri: fa davvero caldo e bisogna idratarsi a fondo. Magari è solo una mia convinzione mentale, ma penso che qui abbiamo abbassato un po’ la media ed improvvisamente mi sento molto più stanca ed assetata. Mi bevo una bottiglietta d’acqua ed uno “shot” di caffeina e mi riprendo. Annabel e Belar sono riusciti a raggiungermi ed ora remiamo tutti assieme, parlando del più e del meno. I km percorsi così passano più velocemente mentre scorriamo sulle piccole onde di scaduta, con vento completamente assente. Al sessantacinquesimo km, Belar rallenta parecchio il ritmo, sembra aver male da qualche parte e resta un po’ indietro. So che psicologicamente è molto difficile stare dietro poiché anche gli altri devono rallentare per aspettarti. Noi poi abbiamo fatto un tacito accordo che obbliga chiunque resti troppo indietro a rinunciare e salire sul battello in modo da non rallentare troppo anche gli altri. Belar però è un duro e dopo poco ci raggiunge nuovamente. Al settantesimo km il sole comincia ad abbassarsi parecchio ed è ormai da 9 ore e mezza che remiamo senza pausa e la fatica sta cominciando a farsi sentire. Comincio ad aver freddo e sento che il mio raffreddore sta tornando poco a poco. Questo mi preoccupa un po’ ma molto meno di vedere che il vento ora, sebbene leggero, sia girato e ce l’abbiamo in faccia… fortunatamente non è ancora forte, ma si vedono delle nuvole bianche in lontananza e potrebbe essere che rinforzi. Pablo e Ramon ci fanno coraggio e ci dicono che mancano solo 15km! Ovviamente stanno cercando di motivarci, in quanto io so benissimo che ci vogliono almeno altri 26km alla destinazione. Non mi sento meglio, ma non importa, è sempre un bene avere degli amici che ti spingono e t’incoraggiano al momento del bisogno. Da quell’istante non ho avuto altri pensieri in testa se non quello di volere arrivare il più velocemente possibile, prima di diventare troppo debole per colpa della febbre. Mi metto a remare con tutta la forza che ho. Ho sempre più freddo e sento la febbre che sale e da vicino al battello Luis mi fa cenno di rallentare in quanto Belar è rimasto indietro e devo aspettarlo. È davvero dura per me rallentare il ritmo nell’attesa che mi raggiunga perché mi raffreddo ancora di più. Sta per diventare buio mentre passiamo l’ottacinquesimo km ed ora abbiamo in testa delle piccole lanterne fluorescenti. Il vento contrario è appena più forte e c’è un chop incredibilmente incasinato. Continuiamo a cadere come birilli. Finalmente però riusciamo a scorgere le luci della costa che si avvicinano sempre più! Io tremo dal freddo e ho un mal di gola tremendo e comincio a fare davvero fatica. Dal battello mi chiedono se ce la faccio o meno a continuare ed io non riesco nemmeno a rispondere per il nervosismo. Mi sento davvero frustrata perchè vorrei remare a pieno regime senza dover aspettare gli altri ed arrivare finalmente a riva il più in fretta possibile. Dalla barca, però, Pablo ci consiglia di restare in gruppo e sembra davvero preoccupato ed io non ho la forza di controbattere. Guardo Il traguardo si avvicina... e si iniziano a vedere in lontananza le luci della terra ferma.

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Annabel al mio fianco… sembra ancora in ottima forma. Ha una forza ed una resistenza davvero impressionanti. Al novantesimo km ci siamo quasi, Belar ci ha raggiunto e ha l’aria di essersi ripreso di colpo. Penso sia stato difficile per lui starci dietro ma ha il sorriso in faccia… Anche col vento contrario, ormai sappiamo di aver praticamente vinto la partita! Annabel ora è passata davanti. Mi sento mentalmente al top ma fisicamente stremata. Lascio avanzare gli altri poco a poco e poi dal catamarano ci fanno dei gesti, dicendoci che bisogna dirottare su El Portet, in quanto questa zona di notte è troppo pericolosa. Eccoci quindi tutti e tre lanciati verso Javéa. Penso di non essere mai stata così contenta in vita mia di sentire le onde che si frangevano sulla costa. Eccoci finalmente arrivati alla spiaggia di Javéa, con tutta la gente a bordo che agita le lanterne per celebrare l’impresa e sento delle urla. Annabel prende un’onda e si mette a surfarla, seguita a ruota da Belar…. Eccoci, siamo arrivati ! Quando viene il mio turno, scelgo un’onda piuttosto piccola, prendo velocità e mi metto più indietro finché sento la pinna che si pianta nella sabbia… Annabel, Belar, Buster, Marie e Kimberley mi accolgono calorosamente. Ci abbracciamo, ce l’abbiamo fatta! 96,5 kilometri in 14 ore e 45 minuti… un’esperienza che non dimenticheremo mai! Thanks to: Aquila Vent Sailing Charters, B3/Naish, Starboard, Coast Mountain Kayak, Fanatic, Zutee France, C4 Waterman, Quick Blade, El Nino Mallorca, Nautilus Cambrils, & Windsurf Paradise.

TAVOLE E RIDER Fanatic Fly Race 12’6: Fred Bonnef Starboard 14’8’’: Annabel Anderson Naish Glide 14’: Belar Diaz C4 14’: Ramon Blanco (si è dovuto fermare dopo 40 km)

L’arrivo a Javea con il buio!



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PERCHÉ LA NORVEGIA?

LOFOTEN

Siamo soliti fare sia video che foto duranti i vari eventi di SUP e questa tappa del Tour Naish Stand-Up paddle è l’opportunità perfetta. Siamo infatti l’anello promozionale che spinge gli eventi incentrati su sport acquatici (windsurfing, paddle surfing, etc.) e quindi siamo abituati ad avere spettatori e folle che ci ronzano intorno, di conseguenza, sarà sicuramente scioccante trovarsi nella tranquillità e desolazione dell’immensità norvegese, che comunica direttamente con l’anima. L’idea alla base è piuttosto semplice: prendere il proprio furgone, tutte le varie tavole da SUP e lasciare abbastanza spazio per i letti … e via! Dopo circa 3500 km, eccoci qui, nel bel mezzo della Norvegia. La costa meridionale è caratterizzata da lunghe spiagge bianche e grosse dune che ricordano le Landes francesi. A seconda delle condizioni, ci sono alcuni spot come Sola, vicino alla città di Stavanger, che offrono condizioni perfette con set puliti tra le foche e i delfini. In questo periodo basta anche una muta estiva per non sentire freddo e fare session senza fine! Ci conveniva quindi farci una bella scorpacciata di onde, prima di proseguire nella grande regione dei fiordi norvegesi. Dopo aver fatto una camminata verso il burrone di Preikestolen, ci siamo diretti verso il centro. Da questo punto in poi non ci sono altro che fiordi, ghiacciai, riserve naturali e pesca! Abbiamo trovato un bel campeggio rustico a circa 15 km da questa piccola città postindustriale. 11 dei 15 km totali però sono piuttosto impegnativi, dato che bisogna attraversare una montagna ed un enorme ghiacciaio. Abbiamo scelto un posto strategico e ci siamo accampati di fianco al fiume. Non c’è bisogno di dire che fossimo gli unici francesi in zona e, soprattutto, che non fossimo minimamente capaci di pescare… Dobbiamo quindi ringraziare i pescatori norvegesi che ci hanno mostrato i rudimenti della pesca locale. Durante questi due giorni di self service al pesce, in cui ci siamo letteralmente ingozzati, era ora di metter giù la canna da pesca e prendere in mano le pagaie. Anzi, abbiamo deciso di mixare i due mondi, creando un nuovo sport, lo Stand Up paddle-fishing!

Finora, le temperature sono state sopportabili. Fortunatamente, il sole era sempre fuori e ci riscaldava durante le nostre session. Abbiamo però cominciato a sentire un po’ di frustrazione perché avevamo fatto pochissime foto. I paesaggi erano davvero stupendi ma la luce cambiava troppo velocemente. Abbiamo quindi deciso di non perdere troppo tempo e siamo partiti verso le isole di Lofoten. Alcuni dei local ci hanno trattato come se fossimo impazziti improvvisamente, quando gli abbiamo detto che saremmo partiti per la nostra prossima destinazione da sogno. Effettivamente il GPS ci ha mostrato i 1654 km di strada che avremmo dovuto percorrere nelle 25 ore successive… Dopo una piccola preparazione mentale e dopo aver salutato i nostri nuovi amici locali che non ci invidiavano per niente, siamo partiti. Ci siamo messi in strada, lentamente, a causa del limite di 80 km/h con un sacco di colpi di scena carichi di adrenalina. È dal nostro arrivo che stiamo attenti alle renne, specialmente quando guidiamo al buio, ma non è così facile su una tortuosa strada di montagna, con nebbia fitta, ed ecco che l’animale è sbucato dal nulla ed in men che non si dica, tutte le nostre cose, tra cui materiale fotografico, letti e vestiti sono volati in avanti a causa della brusca frenata. I cuori ci pompavano a mille e le nostre fronti erano madide di sudore, mentre la renna sbadata attraversava tranquillamente a pochi centimetri dal nostro paraurti. Non stiamo qua a raccontare quante volte abbiamo dovuto frenare per evitare volpi, lepri, ricci ed altri animali che affollano la zona attorno alla famosa strada E6 che attraversa la Norvegia da nord a sud. Una volta entrati nel circolo polare Artico, siamo finalmente arrivati al porto per prendere il traghetto verso Lofoten. Il paesaggio è diventato straordinario, quasi surreale. Qui non viene mai notte, neanche in agosto. Il microclima di Lofoten offre una varietà incredibile di scenari, con un’atmosfera che cambia molto velocemente. Il panorama, in generale, era davvero diverso da quello a cui eravamo abituati. Abbiamo cominciato a remare tra le montagne, a volte perfino innevate. Ci sentivamo piccoli come formiche! Ogni volta che

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arrivavamo alle bocche del canale, l’acqua diventava azzurra e cristallina a contatto con le spiagge bianche. Ovviamente, non era come la riviera francese e c’era pochissima gente in zona. L’acqua era abbastanza fredda da impedirci a tutti i costi di cadere dalle nostre tavole, ma i bambini e vecchi locali facevano il bagno senza batter ciglio! Uno degli spot più atipici è stato Unstad, con il suo surf camp Artico. Nel centro di Lofoten, c’è una piccola strada che ti porta verso la costa settentrionale. Dopo aver superato una montagna per un km abbondante, ti trovi nel bel mezzo di un canalone spaventosamente simmetrico. La strada scende dritta lungo un crepaccio,

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per poi arrivare a una spiaggia a cavallo tra due montagne ed il mare. Benvenuti al surf spot numero uno in Norvegia! Professionisti da tutto il mondo ci sono venuti in autunno o primavera, perché le condizioni sono assolutamente perfette, come il giorno in cui siamo arrivati noi. Abbiamo lasciato tutte le macchine fotografiche in macchina ed abbiamo surfato quanto più potessimo… Eccezionale. C’era solo un gruppetto di novizi con degli shortboard, che ci hanno permesso di prendere praticamente qualsiasi onda volessimo. Il tutto senza guanti né cappuccio né scarpette…


HENNINGSVAER Riassumendo, Unstad era uno spot davvero fantastico, con un enorme potenziale sia per il surf che per il paddling, con un ottimo surf camp in zona. Le isole Lofoten offrono davvero un’immersione completa nella natura. Qui, ovviamente, bisogna accamparsi nella natura aperta. Una sera, ci hanno invitato a cena ed abbiamo mangiato pasta bolognese, tanto per cambiare! Ci hanno consigliato di andare a visitare un piccolo villaggio di pescatori ad Henningsvaer. Qui ci siamo permessi un po’ di

comfort e lusso, affittando per la serata una delle famose cabine di pescatori chiamate “Rorbu”. La nostra era meno rossa delle altre ed avevamo ben due stanze da letto, una cucina ed un lusso vero e proprio: il bagno! I cambi di marea in questa zona sono piuttosto estremi. Era quindi un bel rischio cercare di entrare in acqua direttamente dalla nostra casetta, in quanto con la bassa marea l’acqua era a circa 3m sotto il ponte. Una volta sulle tavole però, ci siamo divertiti un sacco a scarrozzare per il

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villaggio. Qualcuno ci faceva delle foto, alcuni ci applaudivano, altri facevano il tifo, mentre altri, sotto l’effetto della birra locale, restavano allibiti in silenzio, pensando di vedere il ritorno di Cristo che camminava sull’acqua! Da quel momento in avanti, abbiamo fatto del nostro meglio per restare concentrati, sia perché avevamo la macchina fotografica al collo e sia perché sapevamo che tutti gli spettatori non vedevano l’ora che cadessimo in acqua per farsi una bella risata! Per concludere, la Norvegia è una destinazione inusuale: giornate senza fine,

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animali selvatici che attraversano improvvisamente, pesca nella natura… e una volta superato il Circolo Artico, l’avventura si annusa nell’aria ed il paesaggio è quasi lunare, tutto a portata di remata! Ringraziamo Fabien Vollenweider (Tabou) per averci prestato due SUP TEC (9’2’’ & 11’2’’) e Sport Away per aver sponsorizzato il progetto. Ultimo ma non ultimo, un grosso ringraziamento a Sylvia ed al suo bel Surf Camp ad Unstad.


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mo solo io e te a o? È perfino meglio! Poi sia and erz sch i Sta “ ta: sta è immediata di essere nel paradiso del fette!”. Mi rendo poi conto per e ond ste que e poca tutt ERE rci REUNION, UN POSTO DOVE VIV . L’isola di Reunion ha davvero qualcosa di speciale prende sono pochissimi spot così puliti e precisi e specialmente con così sur fa tt ci qui to a… Sco ! abi sse e si surfist o fino al tramonto È ormai da vent’anni che cambiamento, come se vive figlio Marian ed io surfiam e o mio ent tt, vim Sco eti mo co: par te pic le tan zi sul cos te pez a in la gen incia facendo e misterioso: la senti elementi, il suo vulcano e wave del 2012! A fuoco! Com la potenza e violenza degli con un prototipo di 8'5 pro lto mo i i interne. Il tubo, rompendo, bol ion sim sez o le evolvesse. I suoi paesaggi, son he e tinua ad aggredire anc l’incontro di varie cultur e con tnia poi ltie e le sinistre m mu La 2.5 a. di tnic e ltie ca riproduzion popolazione mu a. Scott surfa in backside sul se “creole-ness”, che signifi e acqua, su quasi ogni ond nce ore fra vap ri dal rdo. Surfa fuo iva rita ra der in e spa f (ch eof tak ité” nti: i forti. La “Créol capacità e per i suo ndo, su tutti i contine sue mo le il o per tutt e ent per am giro ver in na to sio o sta e mi impres o come un bambino incrociata) è ovunque. Io son nessun’altra parte ho mai nza da maestro. Io lo osserv da erie e a… esp ani Un’ . Oce , fine sud alla del fino e d ogni onda Africa, Asia, America del nor così diversa. Tolleranza! . so di convivenza tra gente sen o ver in un negozio di caramelle e etto risp tà! to ani tan visto modello per l’intera um un ere ess , me tato o ond sec stato un intossicante di essere invi Questa cultura dovrebbe, degli anni ’90, ero appena emente ho avuto il piacere o ent nizi Rec all’i R: o to, CHE ecc pos KER ed sto MC SUP que TT in fido SCO logie tra le due ma non con il mio Quando sono arrivato Reunion. Ci ero già stato, riscontrato un sacco di ana di ito la o, sub l’Iso ivat da sul arr is o ho e son Den aii da ena Haw o l’isola. App anno e mezzo alle enti e perfette che rompon va dimensione e visione del iante e vergine, con onde pot che mi si è aperta una nuo a casa sua, davanti al suo o! no chi vici vec re isole: la natura è lussuregg prio nta pro dive is vo il posto in cui vole un session con Den sto far a que ato prio and pro o son era vamo condividendo Sì, ni. per sui reef coralli qualità delle onde che sta distributore Starboard : alla e qui i der om cre a ecc , civo ure ent rius avv di noi. Chi avrebbe mai n giardino. Non Dopo vent’anni e un’infinità perfettamente lisci, tutti per o di lavorare assieme a Sve tri rat me 3 ono e di i ent tub am io, rem figl est suo o a . Son dell’iceberg, in termini di apreso assieme questa regione del mondo ta esclusivamente la punta ora gareggiavamo. Ho intr sta e anc ebb ndo sar qua sta iuto e un que osc che o con evento pensat due settimane. L’ISOLA offr Rasmussen, che avevo già zzare e far avverare questo sarei fatto durante queste ani mi org che , ire, o cep lata and iso con cre è , one cio ndo e fezi inciato a per altre isole e nel mo questa nuova avventura menti e culture presi dalle soprattutto fare surf, ho com ele e i re riat gia di sva a viag di o do ricc fett o ran per ver Ado . mix dav ici a, ma è nuovo nel suo genere etti fondamentali: viaggi, am amente è piuttosto piccol esse riunire questi tre asp una sinergia unica. Effettiv per ere il paesaggio di Oahu o eva ved dov di r bra che pensare a qualcosa che pot Ker sem , Mc era. Per molti aspetti osf ediatamente che Scott atm imm ed si ni qua azio aro vibr e quello caraibico. chi to nta e surf ! È dive to ben poco prima che a metà tra lo stile francese volu ura c’è tett e e chi l’ar zion edi con a ma prim aii, nte della Maui alle Haw sereno di razze che forza essere parte integra ente rilassante, con un mix am rem est è ra sfe mo l’at . In generale, ncesi, malgasci, africani, Scott dicesse il fatidico “Si” ssima armonia. Ci sono fra ma la nel ere sist coe no sembra ura dell’isola di Reunion. giato a modo loro la vera nat for no han che n, esi, cin e i lmente indian o un sacco di altre sessio L’ ARRIVO DI SCOTT: ovviamente, abbiamo fatt ssimo: Tahiti, Bangkok e fina ti, ghi uen lun seg gio le rni viag po’ gio un i o un e dop ant are , rf & SUP. Dur una, ad osserv 6 di mattina. Eccolo qui remata rilassante nella lag in una enorme sacca: Windsu e toli lch cat qua gio rni i he gio suo i i anc i e o tutt ant end tato Dur fac ! ie del SUP Réunion! Scott ha por ivato. Ed io sono altrettanto godendoci le semplici gio ma contento di essere arr tartarughe, razze, pesci e o, tutt e session, facendo anche di a altr di prim : co È completamente esausto rità sac prio un e, abbiamo fatto a, ci accordiamo sulle ent cas iam a a ovv volt ti, uen razze, pesci e Una o. seg ierl ogl contento di acc ad osservare tartarughe, , lo porto a fare un giro una po’ lag un e la nel end nte ripr si ssa tt rila Sco ata Appena qualche rem n, ognuna piena di colazione francese & siesta! ! Dopo ogni singola sessio f corallino, in lontananza, si SUP ree del sul E ie . gio una i lag plic la a sem le tutt vede a godendoci ammirando i maestosi nel mio giardino, da cui si Propongo, quindi, di andare ieme come una famiglia, ite. ass i pul no tutt tola mo sro bria si cele che e se, fett ra locale) fresca. Scott è e potenti, sorpre notano già delle barre per e sorseggiamo una Dodo (bir f che offre destre e sinistr ntr ree me un gue di s san so pas ros sul n nti sio ll continuano a pompare in acqua tramo fare la nostra prima ses della “Dodo Attitude”! Gli swe ediata! Ed ecco che siamo nte imm a vive ost one risp tosi tazi la è sen ”, pre Bra rap go la ti da sud dai venti tempes pulite e tubanti…! “Let’s periodo dell’anno, sospin e dal mio giardino… sto ent que ttam in può dire si sa titi n pau par nio za co, Réu sen fian oiarsi! Qui alla a remare, fianco a ma, sapendo che Non c’è un secondo per ann le. è assolutamente perfetto tra me aus Per no no! ver l’in sog del da è n “A La prima sessio t migliori al mondo, dico: i singolo giorno! alti, avendo surfato gli spo osta entrare in acqua ogn risp sua La Scott ha standard piuttosto !?”. glio me lto mo è iti Tah te per gari me piace un sacco, ma ma

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R: LE ONDE SECONDO SCOTT MCKERCHE che hanno cominciato a vecchi surfer dell’Australia

o di Ho incontrato anche un pai chi perfetti e deserti. Posso ici anni ’70, narrando di pic mit dei raccontarmi le storie ce la stavamo passando alla esse essere, ma anche noi per solo immaginare come dov endo vicino a st Leu, ma po’ di gente ad Albeit, ess grande. A volte c’era un o! sol da fette cito a fare due session per qualche ragione sono rius davanti a casa del nostro prio pro se fos co pic sto que che è i ion rag le Una del qualche giorno, piazzato Leena, dove sono stato per a t rne Fou ne o pha Ste fo fotogra St leu. È una visuale davver rastava la laguna ed anche sov che i lina est col la avr sul poi prio che pro utare le onde quando ti permette di scr a ter l’in del i tett eccezionale, specialmente pro affollati e da solo, su uno degli spot più potuto surfare in SUP tutto e dimenticherò. ent icilm diff che li menti surrea isola. Questi sono stati mo lla stessa sera, al nuovo bar sion a dei surfer locali, que Ho illustrato questa mia ses ossibile. Il fatto che ato che è praticamente imp ferm con no han mi e Leu aperto a St avvenimento, quindi sono bar a St Leu era davvero un del a tur per all’a ato and poi sia . Un’altra mattina invece anche sotto questo aspetto , ato tun for più ora anc stato di gente sul lineup e quindi in quanto c’era un bel po’ ma cal più con titi par mo sia reef della costa ovest. a controllare un picco su un a abbiamo deciso di andare bene dal reef, vicino alla bai cola sinistra che risucchia per ati ferm mo Passando da Turtles, una pic sia ci e quindi non c’era nessuno in acqua a di St leu abbiamo visto che onda adatta ai bodyboard un’ e ent alm cip prin È a. ond e lch qua re nde era provare a pre con la bassa marea, ma reef asciutto, specialmente causa della prossimità al ne mi ha confermato che Ste ola da Sup, anche se pha tav una con ile fab sur ue comunq fossi il primo a surfarla.

GIRO DELL’ ISOLA

i Era ora di esplorare i piccol one per girare un po’ l’isola. o ver dav è qui Ho organizzato una spedizi ura nat e. La ini ed, ovviamente, le cascat laghi interni e i fiumi cristall quindi i primi ad esplorare mo Sia ali. egu za sen d oun ygr pla un e offr e te lussureggian moglie Fred ci hanno tavole da SUP! Ben e sua tre nos le sul rni inte più gli spot rian ovviamente erano in a est dell’isola. Andrea e Ma zon la re lora esp per nto raggiu ole ed i remi, prepariamo to i nostri pick-up con le tav ica car r ave o Dop . fila a prim te dell’isola. Le nuvole si re due giorni dall’altra par anche le provviste per sta metri d’altitudine, arriviamo minato per 40 minuti a 500 , diradano e, dopo aver cam dentro al cratere del vulcano circa 7km in circonferenza tar Ava film del su questo bellissimo lago, set sul essere smeraldo. Sembra quasi di con una colorazione verde n! nio Réu alla sei a… Ma od in Indonesia o Sud Americ Takamaka è il secondo costi e selvaggi. La valle di nas t spo di nità infi un’ e offr Réunion ovunque. Continuiamo ad , quindi le cascate sono ndo mo al o vos pio più posto esplorare il tutto. zucchero, c’è una cascata taglia i campi di canna da Alla fine della strada che uno di noi, a turno, cerca di e, alta almeno 50 metri. Ogn in illuminata dalla luce radent cqua, cercando di passare ile sotto il pesante getto d’a una è f Sur il là… stare il più a lungo possib e qua o di tub rocce, facendo una specie una piccola apertura nelle droga. ca a stare in piedi sulla ì forte che si fa davvero fati cos è qua l’ac del ne ssio La pre e verde, che attraversa igorente e scorre in un fium rinv e te zan friz è qua L’ac . tavola Nuotiamo e ci divertiamo bu, che brulicano d’insetti. bam e nte ! pia i rm eno re nut e iva il momento della “Dodo” i fino al tramonto, finchè arr tutto il giorno come bambin

IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA SCOTT MC KERCHER: Sicuramente

à durante questo abbiamo surfato a volont realtà nuova ed una re pri , sono riuscito a sco SUP del to aiu all’ zie gra , viaggio ma ente. etto al mio viaggio preced una prospettiva diversa risp meno clichè rispetto ai po’ un lti fiumi che erano mo su ato rem o iam Abb e mozzafiato e scorrendo picali, vedendo delle cascat o lussureggianti paesaggi tro arrivare ad Albeit abbiam cqua e laghi interni. Per senza fatica su specchi d’a ma ne è valsa la pena! dovuto camminare un po’ cui ci siamo dovuti un po’ zzo di riserve naturali, in Ci siamo ritrovati nel me un Irie locale e tro SUP, tra cui anche nos sul ti tut pre sem regolare, ma

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ada. i che gli tagliassimo la str pescatori per nulla adirat ai zie gra nti nte mo me tra ata e, tun fett for onde per zle stupendo di session con o pai un ed e) isit Alla fine tutto è stato un puz ncesi squ Boulangerie (panetterie fra e ant dur ti cos i ti mozzafiato, incursioni alle tut a ebrare ertente è stata il dover cel ali loc b clu e bar di birre Dodo… La cosa div nei tato por avevo scelta ☺). Mi hanno la notte di chiusura (non oscevo solo di vista qui con ma pri che te gen di co sac un o rat ont ed ho inc affollano la zona! delle ragazze bellissime che e lar par poi za sen … ola sull’is è piena di memorie 3 settimane. La testa ora Quest’avventura è durata i nostri amici. È questa la menti magici, condivisi con o la indimenticabili di questi mo rfer o SUPer, tutti amiam tu sia windsurfer, bodysu vera magia del Surf: che ole. difficile da descrivere a par stessa cosa. È un legame ta dallo stesso principio: uni a igli fam nde gra una mo sia da, uar rig mi Per quanto tro pianeta. Viviamo e eano, la natura ed il nos l’Oc per ore l’am e ne la passio qui… Nuove avventure tutti assieme e non finisce no sog sto que mo idia condiv o! sono sempre dietro l’angol

DIARIO DI VIAGGIO:

ok) STARBOARD REUNION (facebo denis@wanadoo.fr tatto: Denis Rey - E-mail: rey Con SUP io Vendita e nolegg

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ALOHA FIT CLUB rboard Reunion) (sulla pagina Facebook Sta ess, Trip e Tour Operator fitn Fitness center - Corsi di .95.02 21 - Prenotazioni: tel 06.92.86 Informazioni: tel 06.92.95.48. E-mail: reydenis@wanadoo.fr LE COPACABANA 20 rue des Mouettes Ristorante sulla spiaggia - Tel 02.62.24.16.31 97434 La Saline Les Bains acabana Facebook Copacabana Cop SUP ole tav Noleggio giornaliero di om ge.c -pla ana web: www.copacab LE GRAND BLEU Boat Cruises Port de St Gilles Les Bains w.grandbleu.re @grandbleu.re - Web : ww Tel 02.62.33.28.32 - E-mail: info ena a cura di Steph Fournet/Le questo bellissimo viaggio, Presto uscirà un video di Rey/Steph Fournet. Ballack e prodotto da Denis


un ti… così facendo si ottiene ie, sia vincenti che perden oni dizi con le i ers lo stesso numero di batter god di r ride ltimo, permettendo a tutti i ranking finale dal primo all’u STARBOARD CHALLENGE 2011 La Réunion fino alla fine. mondo in windsurf ed è un Il primo SUP Trip Contest a r (due volte campione del ena che lap Ker ma a Mc gli tt sve Sco , i le di uno za a sen uno La pre unità per fare vedere a tutt 1,2,3…Eccoli che arrivano, è stata una perfetta opport o) gli occhi lian con tra , aus ola a cre fist sur ata n ser gra dopo l’impegnativa o spot. ed i capelli spettinati, in possibilità di questo magic ano per le semifinali. impastati, la barba incolta e le teste di serie si qualific tutt se, pre sor ndi gra za astien, che ha Sen e… ciabatte e costum rata e tesa tra Scott & Séb tavole da SUP. I i si aspettano una lotta ser di tutt no le, pia fina no la pia Per pie riem Il moletto si no di rispetto e spesso e vinto l’ultima tappa… ciato la prima onda a rider si abbracciano in seg Villedieu che, dopo aver las di ovic ia Lud log ta tipo sta è ssa ò ste per la sa La sorpre seconda onda del set, volentieri già condividevano ne strategica, prendendo la isio sup e dec far a ma otti are un’ and so di pre ora ha Scott, tavole longboard prima anc radicali. facendo due rollers molto e… ma e non riesce a prendere iem ins i tutt i essere nella sua solita for tutt bra olto sem acc ha non ci le o, stesso Bou ent ien l’ev ast del fino alla fine ma non è allo no diventasse Séb Denis, l’organizzatore nto riguarda Barret, si batte amente che questo suo sog ver qua eva Per . Vol ste o. giu uin e gen ond le riso con calore e un sor non perdono un colpo! osi colpo era finalmente arrivato. livello di Scott o Ludo… che di u Ble nd Gra ca e fino alla fine e rispondend realtà, ed ecco che il giorno bar tra per salire sulla nos spettacolo, sfruttando le ond nti no pro i dan tutt bi e o ram tutt Ent o… cib nt , Sai Tavole, pagaie e luci dell’alba, lasciando tamente dal porto alle prim su colpo. tt & Ludo vincitori a 20 metri. La barca esce len ristorante Copacabana, è to inusuale ma giusto: Sco sta del è io o tar ent l’ev prie pro per il le , fina Ben o . ne Il risultat Gilles nella luce arancione nca nulla per una colazio si issant deliziosi… non ma cro , parimerito! thè fè, caf tenti e soddisfatti, e tutti ivo: rat ope verso le 7 di sera, tutti con isole sullo sfondo. to le e por o al ean i nat l’Oc tor del poi blu dal mo le Sia memorabile, circondati atmosfera molto amichevo “Grazie mille Denis”! bili gruppo si è riunito e c’è un’ uniscono all’unisono in un VIP, pite si creano dei ricordi indele l’os tt, Ci dirigiamo verso ovest. Il Sco nte lme cia spe va, realtà è perfino migliore, la nuo e te no gen sog un ono osc hai con ndo no, Qua rido e rilassata: tutti della famiglia! etto ed il o battere e che fa già parte restano per tutta la vita! amicizia. E sì, la gara, il risp l’uomo che tutti vorrebber inciano a osservare che com e te pon sul no rsa gico ha rafforzato la nostra rive si ma ti rno Tut fer. Per t! gio sur spo sto ati lo Que tun sul for mo in di o ivia to Ecco che arr gruppo ristret i 4 rider entran o ricordi comuni di questo senza perder tempo e i prim ale al ann ia ser sar inc e etta com cer nd birr pia rou una o i ed fatt prim te… Il le onde! rnata magica, ci siamo gio guardano l’azione dal pon sta ca) que bar re la sul bra cele ora e e anc r concluder acqua. I giudici (gli altri ride . teggi. pun i ristorante Copacabana di Ben prim i o di t! ò ivan per arr mo che o idia ecc dec nd, rou o zione della Réunion contes prim a il o a 20 minuti. Dop vedo l’ora della prossim edi Non più la par o sun Questa session dura per circ spettacolo! Nes sta servendo il pranzo… che cambiare spot! Ben ora ci KING al bordo di un FINAL RAN e tutti si rimpinzano… rta, arriviamo su uno spot sfe tra la kercher, Ludovic Villedieu e Mc ant tt dur Sco ta 1. sies a in Dopo una piccol ttacolo! Tutti entrano Spe . zzo me e tro me un di fette 3. Sébastien Boule canale sul reef, con onde per do 4. Pierre Barret acqua immediatamente. anche il primo round, in mo re rifa di no ido dec in Rob oni per 5. Fabrice Caille Arnaud, Head Judge e Carole spot e con le stesse condizi sso ste lo nel ne izio pet 6. Pascal Boireau da svolgere tutta la com tutto! di a prim a tezz ra ret cor la e, dividendo tra 7. Eric Sut tutti. Sì, è una gara, ma putare heat parallelament dis di ide Mallaird dec si rice Fab ndi 8. Qui . Restano solo 3 ore e. istr sin le Rey is chi e Den 9. tre des chi scegliesse le le loro tavole per essere più i, anche loro sono saliti sul 10. Stephane Tirel Per quanto riguarda i giudic . glio me al dicare 11. Julien Mauger vicini all’azione e poter giu nano alla barca. I giudici tor i tutt e ia ter bat la sce e fini a, 12. Pierre Capela Ecco che suona la tromba o round, i vincitori a sinistr ond sec il ua acq in e rar ent no 13. Emma Neuschwanger annunciano i risultati e fan n successiva di 3 ore. sio ses la ia inc oilette com che o rider fanno 14. Nans Lav i perdenti a destra. Ed ecc mai viene eliminato. Tutti i o sun nes che è t tes con L’originalità di questo

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Sarah Hebert e Marc Jliot.

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Marc Juliot si gode in solitaria le onde del Senegal.

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WELCOME TO SENEGAL Col fischietto stretto tra le labbra, il cappello a livello delle sopracciglia e la pancia sporgente, il poliziotto fa il suo lavoro. Nello smog delle vecchie macchine arrugginite e con la volatile polvere gialla che s’insinua in ogni angolo qui a Dakar, ferma macchine a caso. Marc sta andando a tutta velocità, sgommando in curva e fa finta di guardare da un’altra parte, mentre noi studiamo l’atteggiamento di questo strano tipo. Troppo tardi, ci ha beccato e non è per niente difficile, a dir il vero, dato che siamo 3 “toubabs” bianchi in un pickup immatricolato in Gambia con, ciliegina sulla torta, mezza tonnellata di materiale ingombrante legato sul tetto in qualche modo. Bingo, è finita! Il tipo comincia a fischiettare all’impazzata ed alza anche il braccio intimandoci di accostare. Non è la prima volta che ci capita di essere fermati, ma stavolta erano già 3 giorni che ci lasciavano in pace, peccato rompere il nuovo record! Per dei toubabs comunque è un’ottima performance! Lo riconosco, mi ha fermato qualche giorno prima, cerco di non fare notare il fatto, ma sembra gli dia ancora più fastidio. “Patente e libretto… Sapete che vi posso multare? Non si può portare così tanto peso su una sola macchina… Assolutamente no!”. Quando gli chiedo di citarmi l’articolo del codice stradale, fa una smorfia e mi dice… “Io ho fatto il giuramento, sono un ufficiale della legge e devo dire sempre il vero”. Come no… se così fosse io sono la Regina d’Inghilterra… prenditi i tuoi 5000 FCFA e lasciaci in pace. Benvenuti a Dakar, Senegal, che non è solo calore del clima e della gente ed abiti multicolore, ma anche onde stupende. Una vera e propria avventura sia in acqua che, soprattutto, fuori.

N’ GOR I video Endless Summer ci hanno attirato verso la famosa onda di N’gor che, a tutti gli effetti, è un piccolo paradiso del surf africano. Questa zona costiera infatti è aperta a quasi tutte le direzioni comuni degli swell atlantici ed offre un sacco di spot, uno più bello dell’altro. Restiamo in Senegal per 10 giorni. 10 giorni da dividere tra un’infinità di sessions di SUP e l’organizzazione della mia prossima partenza. La fatidica partenza della mia traversata dell’Atlantico in windsurf nel marzo 2012. Di fianco a me ci sono sia i membri del mio team che i miei amici, tra cui Pierre, dietro la macchina fotografica e Marc, che si occupa dell’aspetto logistico del progetto e dell’organizzazione di questo viaggio in SUP e Windsurf. All’arrivo, all’aeroporto Leopold Senghor, ci siamo subito spaventati vedendo una dozzina di locali tutti agitati che si facevano in quattro per aiutarci con i nostri bagagli dietro compenso! Pierre, il nostro cameraman, è alla sua prima esperienza in Senegal e, dopo aver pagato un sacco di overweight a Madrid, cede e si fa fregare. Fortunatamente, Fatima è qui con noi e di lei ci si può fidare ciecamente. Appena cominciamo a parlare con la giovane ragazza ci rendiamo conto che è molto vitale, solare ed anche un po’ rivoltata dall’arcaicità degli standard della società e della realtà che la circondano, troppo antiche e chiuse come mentalità. Mi ha fatto ridere quando mi ha raccontato che stava istigando le sue amiche a ribellarsi alla poligamia, in quanto usanza barbara ed irrispettosa. È una donna eccezionale che sa combattere per quello in cui crede. La settimana comincia a riempirsi d’impegni,

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primo tra i quali l’incontro col campione di surf senegalese, Oumar Seye, mentre siamo tranquillamente seduti su una barca, in costume, diretti verso la famosa destra di N’gor. Non siamo da soli, fortunatamente, infatti arriva anche Serigne, il vicino di Fatima, per aiutarci. Spesso mi sorprendo di fronte alla loro voglia di aiutarci e partecipare. Eccoci qui, di fronte al picco, con i leash legati alle caviglie, mentre Marc continua a guardare preoccupato un canale a circa 30 metri di distanza, che va verso l’acqua più fonda. Ci sono un sacco di storie di squali che girano nella zona. Pierre però va immediatamente in acqua senza farsi il minimo scrupolo con la sua macchina fotografica. Anche Serigne dopo poco lo segue. Mentre Marc ed io prendiamo le prime onde di Dakar, Serigne sembra esausto. Sebbene nuoti come un cagnolino, passa sempre più tempo appoggiato alla schiena del fotografo. Le onde, lontane da riva, continuano a srotolarsi e diventano sempre più pulite e precise. Uscendo da un’onda, do un’occhiata veloce al nostro duo di sub e non sono messi proprio bene, Serigne sta tossendo, cercando di prendere il fiato e sembra sia in panico.

Pierre lo incoraggia a nuotare ancora sotto la prossima onda ed io cerco di salvare la situazione appoggiandolo sulla mia tavola. Poiché non riesce a stare in piedi in equilibrio sulla tavola, si sdraia per il lungo, mentre io remo verso lo barca ed i grossi pesci degli abissi ci scrutano famelici.

DAKAR A Dakar, oltre all’umidità ed al caldo soffocante che ti assalgono appena scendi dall’aereo, c’è anche un altro elemento: una puzza infernale di pesce putrefatto ed alghe. Quella che era la capitale africana occidentale dei territori di dominio francese è stata creata da ricchi uomini d’affari che guadagnavano con il commercio di noccioline dell’isola di Gorée e, purtroppo, anche con la tratta di schiavi. Oggi, la città di Dakar è diventata una metropoli di oltre 2 milioni di abitanti ed è completamente irriconoscibile. Fatima però ci spiega che ci sono un sacco di paesi vicini e regioni confinanti che sono in ribellione per la fame e la povertà. Non hanno un soldo e raramente hanno Sup cruising al Lac Rose.

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un posto dove vivere. Hanno seguito le false promesse di una vita migliore in città, ma alla fine stanno peggio che in campagna. E tutto improvvisamente è diventato caotico e mixato ed è per questo che ci sono sempre un sacco di mucche, galline e pecore ai bordi sia delle strade che delle autostrade. Il tutto poi è coperto da una spessa coltre di polvere gialla che si alza dalla sabbia e inghiotte ogni cosa in questa città. C’è un progetto che punta alla rimozione di gran parte della sabbia di Dakar, ma i nostri nuovi amici si fanno delle grasse risate, in quanto i venti settentrionali dalla Mauritania vanificano tutti gli sforzi, portando sempre più sabbia e polvere direttamente dal deserto. Il viaggio prosegue mentre andiamo dal nostro commercialista locale che però continua a volere sempre più soldi per pagare i suoi rappresentanti. Tutto poi si concluderà con una conferenza a fine settimana. Dobbiamo però considerare nuove opzioni in quanto penso che questi senegalesi ci stiano prendendo un po’ in giro e quindi decidiamo di cambiare piano, non volendo più lavorare con lui. Sto diventando una vera e propria rockstar ribelle.

LAC ROSE Sono ormai le 4 del pomeriggio mentre, a bordo del nostro 4x4 in assetto sportivo, la mia testa mezza addormentata viene sbattacchiata in ogni direzione, sulla strada che andando verso il Lac Rose (il lago rosa) è punteggiata di buche rose che sembrano state fatte dagli ufo. La radio continua a urlare l’ora locale, mentre le carrette piene di sale rimbalzano sulla strada sterrata. Qui a Dakar poi sono tutte dipinte in giallo con stampe e adesivi di tutti i colori. Il sale che cade dal retro è di colore rosa a causa delle alghe morte e dei batteri nell’acqua. Dopo avere attraversato precariamente escrementi di vacca, vasi rotti, fango, alghe e spazzatura, eccoci finalmente in piedi sui nostri SUP mentre tutti ci guardano esterrefatti. Sono venuti tutti di corsa quando hanno visto una macchina piena di strani bianchi dirigersi verso il lago. Il paesaggio poi era davvero bello, con dune di sabbia e foreste di noci di cocco affollate da cammelli e mucche. Durante il nostro primo tentativo di venir via dalla spiaggia, abbiamo davvero rischiato di perdere il nostro mezzo nella sabbia profonda, proprio mentre la marea continuava a salire. Siamo tutti davvero molto grati al ragazzo locale che per una manciata di franchi ci ha aiutato ad uscire da quella brutta situazione. Un’altra storia da raccontare ai nostri amici quando saremo a casa.

IL CAOS LOCALE Oggi, mentre stavamo andando a fare surf, abbiamo veramente rischiato grosso. Guidare a Dakar significa fare un patto col diavolo per riuscire a sopravvivere al caos di lamiere e tonnellate di metallo in movimento, in quanto la maggior parte dei veicoli in strada sarebbero pericolosi perfino dal demolitore. I peggiori poi sono i taxi locali, che avranno almeno trent’anni di vita e cadono letteralmente a pezzi perché sono tenuti insieme con scotch grigio, fibra di vetro e perfino corda. Non riusciamo ancora a capire come possano funzionare. Per farla corta, uno dei centinaia di autobus cadenti ci taglia la strada e ci sputa davanti una coltre spessissima di fumo nero. Abbiamo subito frenato, in panico, per evitare di tamponarlo, dato che non vedevamo a 2 metri davanti a noi… fino a qui tutto ok, poi però è arrivato un taxi a tutta velocità e a momenti ci ha fatto schiantare contro il guardrail. Grazie a dio, il pazzo alla guida ci manca per qualche centimetro e continua la sua corsa folle come se non fosse successo nulla. La nostra prossima session di SUP sarà terapeutica e ci aiuterà a dimenticare questo avvenimento traumatico.

SECRET Una volta arrivati a “Secret”, le onde diventano sempre più cave e tubanti, rompendo sulle affilate rocce vulcaniche tempestate da ricci di mare. Ho già male ai piedi! Più sottovento, vicino al monumento che io ho ribattezzato la “statua della libertà “, i surfer si prendono alcune delle migliori onde che il Senegal abbia da offrire. La statua è stata eretta per il presidente, che ha voluto dare un forte simbolo di unità per tutte le regioni africane. Fatima continua a dubitare della sua utilità ed anzi pensa che siano stati un sacco di soldi buttati al vento. È difficile darle torto, dovendo poi passare su strade con buche di mezzo metro di profondità, per non parlare poi della mancanza di acqua ed elettricità. 86


Quest’avventura però ha impresso nella mia memoria un sacco di momenti sia gioiosi, come le risate e l’accoglienza delle gente senegalese, che tristi ed amari, come vedere i bambini piccolissimi, vestiti di stracci, fare l’elemosina in giro per strada mentre tengono una lattina vuota tra le loro piccole mani. È davvero una vita infernale, da cui dev’essere veramente difficile trovare una via d’uscita. Almeno nel mio piccolo vorrei aiutare la gente senegalese a migliorare le proprie condizioni di vita. È ormai da 4 anni che ho un pacemaker e quindi volevo informare la gioventù sulle malattie cardiache, chiedendo anche aiuto all’ospedale “Le Dantec” affinchè vengano impiantati più pacemaker gratis. Questa piccola scatola permette di salvare migliaia di vite l’anno in tutto il mondo e non dovrebbe essere un privilegio riservato ai paesi ricchi. Grazie alla mia collaborazione con il “Boston Scientific”, vorrei infatti attraversare l’Atlantico per potere richiamare l’attenzione su questo paese così accogliente e fare la mia parte. Il mio team ed io voliamo verso casa da Dakar e siamo soddisfatti. La conferenza è stata un vero successo e sia la stampa locale che la radio e TV senegalese fanno girare la notizia con entusiasmo. Siamo contenti, anche se esausti, di aver completato entrambe le missioni.

SPOT INFO COME ARRIVARCI Il modo più facile è ovviamente volando su Dakar da qualsiasi aeroporto, fermandosi a Madrid, Spagna o a Casablanca in Marocco. Si può scegliere tra Air Iberia, Air Mediterannée, RAM, Air France. Il viaggio andata e ritorno dovrebbe aggirarsi attorno ai 400 - 500 euro. SURF CAMP Ci sono parecchi surf camp nella zona del villaggio di N’gor. Oumar Seye (pluricampione di surf del Senegal e professional rider sponsorizzato da Rip Curl) gestisce il club Surfer Paradise. Qui si possono fare lezioni, camp, noleggio materiale o farsi un panino al bar proprio sulla spiaggia di N’gor, vicino a “Secret”. È inclusa anche mezza pensione e transfer da e per l’aeroporto, e verso gli spot in 4x4 o barca. Praticamente, c’è tutto. Tel: 77.658.69.26 - www.oumarsurfcamp.com N’gor Surfer (vicino all’hotel Almadies ex ClubMed) Moussa ti accoglierà con un sorriso in uno spot con un bel ristorante/club appena a destra dell’ex ClubMed. Sarà anche possibile alloggiare appena le stanze saranno state decorate. Ci sono anche transfer per l’aeroporto ed escursioni verso Dakar e zone limitrofe. Safari, Lago Rosa: ci sono altri appartamenti da affittare nel villaggio di pescatori e nel surfcamp chiamato N’gor Ibou, per 2 o 4 persone. Tel: 77.439.71.09 STAGIONE WAVE Il periodo migliore per far surf è da dicembre a febbraio, con maggioranza di onde destre. Ci sono anche delle ottime sinistre però. 87


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STEP BY STEP 1) Selezioniamo la nostra onda considerando il livello di preparazione che abbiamo, eseguiamo il nostro take off, scendiamo dall’onda quasi verticalmente e, dopo aver effettuato il bottom alla base dell'onda, risaliamola cercando di posizionarci sulla parte più ripida (vicino alla schiuma) o sotto il lip. 2) Con un movimento dolce di cross step (movenza tipo passo incrociato sul longboard) ci posizioniamo sul nose della tavola in assetto hang five (cinque dita sulla prua), cercheremo di controllare la velocità e l’equilibrio della nostra surfata con un lieve appoggio della pagaia e direzionando la tavola in down the line con le gambe leggermente piegate per controllare la spinta. 3) Per avviare la rotazione della tavola dirigeremo la prua verso il lip nel punto più ripido dell'onda e contemporaneamente punteremo la pagaia sulla faccia dell'onda esattamente di fronte al nostro corpo. 4) A questo punto ci aiuteremo con le gambe per scaricare la pressione della pagaia, in particolare la gamba posteriore ci aiuterà a far sollevare la poppa dall’acqua liberando le pinne dalla schiuma, tenendo la tavola orizzontale (per agevolare la rotazione e rendere la planata più fluida).

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5) Stiamo planando sulla faccia dell'onda, in rotazione con le pinne proiettate in avanti (fin first), fino a questo punto abbiamo sempre guardato l'onda, ora è il momento di girarci facendo una torsione con tutto il busto e le spalle, che aiuterà a proseguire la rotazione (altrimenti arresterà a 180°); se bene impostata/sincronizzata, la torsione sarà sufficiente a completare la rotazione, altrimenti potremo aiutarci con la pagaia appoggiandola delicatamente in acqua (sempre sul lato della faccia dell'onda nella direzione di movimento); ricordiamo che il nostro corpo è il perno/asse del movimento. 6) Teniamo la tavola bassa schiacciata sull'acqua e appena le pinne sfiorano l'acqua la rotazione subirà un’improvvisa accelerazione facendoci compiere i rimanenti 180°, riportandoci nella posizione di marcia. 7) A questo punto la manovra è terminata e dobbiamo scegliere, in base a come ci troviamo, se ripartire con un altro bottom per una nuova corsa o girarci e tornare al largo.


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SCOOPLINE: Nonostante si credi che la scoopline sia un’invenzione dei nostri tempi, ROCKER: Il rocker è la curvatura che caratterizza la tavola da circa la metà fino alla vi basti sapere che popoli come i polinesiani e i peruviani lo avevano già studiato in forme primitive e solo per sopravvivenza. Infatti le loro canoe, nonostante siano differenti, hanno un comune denominatore, ovvero la scoopline. È la linea che unisce i tre punti fondamentali di una tavola: prua, pancia e poppa. È il fulcro su cui la tavola si baserà, se la linea sarà giusta la tavola sarà molto probabilmente un successo. Questa linea, a seconda di come viene studiata, darà l’anima alla tavola. Gli antichi pescatori si accorsero molto presto che per superare il frangente non bastano zattere dalla punta piatta, il semplice solo arrivare sulla zona di pesca era per loro una necessità primaria, così come lo era anche rientrare sulla spiaggia incolumi e con il pesce pescato. Iniziarono così i primi studi sulle linee di disegno delle imbarcazioni a cui oggi ci si continua ad ispirare. Quindi la scoopline è la linea di raccordo tra prua, pancia e poppa che attraverserà scoop, rocker e kick tail.

poppa e comprende l’ultima parte di essa chiamata kicktail. Anche qui valgono le stesse regole dello scoop, un’eccessiva curvatura potrebbe trasformare la tavola in un perfetto rottame, una giusta linea con linee studiate, invece, vi permetterà di radicalizzare le vostre surfate. Il rocker è stato introdotto sulle tavola agli inizi degli anni ‘80 quando gli shaper iniziarono lo studio della scoopline, tra i vari test fatti sulle tavole ci si accorse che una leggera incrinatura della tavola la rendeva più facile da manovrare. Shapare il rocker non è facile, si deve tenere conto delle linee di scorrimento d’acqua, infatti l’acqua tende a seguire le superfici curve, per cui più alta sarà l’inclinazione della curva più tardi l’acqua tenderà a staccarsi da essa rallentando la corsa, ma essendo molto manovrabile vi permetterà di poter chiudere curve molto strette. Al contrario, la tavola con un rocker poco pronunciato sarà molto veloce ma poco manovrabile e con possibilità di chiudere curve meno radicali.

SCOOP: Lo scoop riguarda la prua della tavola, è la curvatura che permette alla tavola KICKTAIL: È stato inserito negli shape molto più recentemente, fu studiato per poter di non ingavonarsi nell’acqua in fase di partenza sull’onda (Take Off). I primi rider iniziarono a realizzare tavole tagliandole da pezzi di legno recuperato da un albero particolare (qui dovremmo fare un bel passo indietro nella storia del surf, ma lo affronteremo in un’altra rubrica). Le prime tavole furono completamente piatte dalla prua alla poppa, con uno spessore non più alto di 10 cm, in quanto alla lunghezza si parla di tavole di 20 piedi circa. Lo scoop fu introdotto nelle tavole da surf alla fine degli anni ‘70, quando la figura dello shaper iniziò ad essere più professionale e non improvvisata. Alla fine degli anni ‘80 lo shape delle tavole ebbe una grande rivoluzione, si passò dalla tavola a spessore unico a tavole con distribuzione di volumi sempre più performanti. In questi anni si iniziarono a vedere le prime prue sottili, il volume fu aggiunto sotto i piedi e le tavole inizarono ad avere delle forme molto più contemporanee. La parola “scoop” tradotta in italiano ha diversi sinonimi: paletta, mestolo, cucchiaiata, cucchiaione, tutte forme che hanno una cosa in comune, una punta rialzata. Oggi se esaminiamo una tavola abbiamo di fronte a noi anni di evoluzione e di studi da parte di shaper. Bisogna tener presente che una tavola veloce avrà uno scoop poco pronunciato ma avrà un piccola difficoltà nel superare il frangente e sarà poco manovrabile, mentre se una tavola avrà uno scoop molto pronunciato vorrà dire che è una tavola da shore breack e sarà facilitata nel superare il frangente, sarà una tavola manovrabile ma abbastanza lenta.

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abbassare la curvatura del roker, facendo sì che la tavola potesse aumentare di velocità e mantenere una buona manovrabilità. Il kicktail è la parte finale della tavola e di solito è negli ultimi 20 cm dalla poppa. L’inserimento del kicktail ha fatto sì che il deflusso dell’acqua sulla curvatura finale avesse meno turbolenze e più velocità.

OUTLINE: L’outline di una tavola è la curva che unisce la prua alla poppa passando dalla parte più larga e più spessa della tavola; la pancia. Essa è direttamente proporzionale alla lunghezza della tavola: tavole più piccole avranno rocker meno pronunciati perché le loro dimensioni agevolano la manovrabilità. In poche parole, è l’intero corso che l’acqua effettuerà sotto la tavola, più il deflusso sarà veloce più la tavola sarà predisposta a surfate su onde veloci. CONCLUSIONI: Sarà cura dello shaper decidere il tipo di scoop, rocker e kicktail in base al tipo di tavola che dovrà realizzare, considerando anche il luogo dove verrà utilizzata. Se la tavola dovrà essere utilizzata in posti con onde veloci avrà bisogno che la sua outline sia direttamente proporzionale alla velocità dell’onda e che il suo shape sia idoneo alla stessa. Scoop, rocker e kicktail dovranno avere caratteristiche per tavole veloci e manovrabili. Al contrario, se l’onda sarà piccola e lenta la tavola non dovrà essere molto veloce altrimenti si rischierà di uscire dal flusso. Al prossimo tutorial… stay tuned!


Molto spesso si tende a sottovalutare l’importanza del leash, soprattutto tra i neofiti dello Stand Up Paddle poco abituati ad attribuirne il giusto peso. Questo particolare accessorio viene spesso dimenticato e nella maggior parte dei casi mal utilizzato. È necessario quindi sapere per prima cosa qual è il corretto posizionamento su tavola e corpo dello stesso. Esistono tre tipi diversi di posizionamento del leash al corpo: sotto il ginocchio, alla caviglia, in vita. I primi due sono destinati ad un utilizzo in mare con presenza di onda o forte corrente, il terzo, quello in vita, è specifico per la discesa in fiume. Sono molto importanti la qualità della gomma propria del leash e soprattutto gli attacchi alla tavola ed al corpo. In questi casi è bene verificare la corretta funzionalità del velcro dedito a serrare il leash al corpo ed alla tavola, non deve essere consumato o comunque deteriorato e deve garantire una presa salda. Può accadere che tra le due parti ci sia della sabbia, residuo delle uscite precedenti, che porterà a una riduzione della presa. È necessario sciacquare sempre prima di entrare in acqua le due parti, per poi procedere al fissaggio al corpo dello stesso. Anche gli snodi sono molto importanti e si devono controllare ogni qual volta si va in acqua. Da non sottovalutare nemmeno la scotta che collega il leash alla tavola (rope), che deve essere integra con un nodo ben saldo, in genere i leash vengono venduti con questo particolare già fissato al leash. In molti casi tuttavia andrà regolato a seconda della vostra tavola in modo da non danneggiare la poppa durante i più violenti wipeout. Per quanto riguarda la corretta scelta del leash possiamo sintetizzare in tre diverse misure le eventuali possibilità, che derivano essenzialmente dalla tavola al quale lo assoceremo. Una delle regole base è avere il leash lungo almeno quanto la tavola, al fine di evitare la pericolosa vicinanza della tavola durante le cadute. Per cui avremo un leash da 6’0 di lunghezza 180 cm, idoneo a tavole short surf o piccoli sup al massimo fino a 8’0. Un leash 9’0 (270 cm) da serrare alla caviglia, perfetto per un uso long board o sup fino a 10’0. Un leash 9’0 -10’0 (270-300cm) da serrare sotto il ginocchio è idoneo ai sup al di sopra dei 10’4.

Esistono poi due particolari leash: uno destinato alla discesa in fiume, non dovrà essere più lungo di 9’0 (270 cm), ma soprattutto dovrà essere serrato in vita mediante due fasce che si uniscono con del velcro, in grado di essere pronte allo sgancio rapido in caso di pericolo, l’altro, di ultima concezione, è il leash coil o meglio a molla. Pensato essenzialmente per cercare di evitare il noioso attrito che si crea durante la fase di spinta, richiesta per prendere un onda oppure per correre veloci in downwind, questo particolare leash da serrare alla caviglia o sotto il ginocchio risolve in gran parte il problema. Per quanto riguarda la corretta posizione è bene dire che è necessario sapere quale dei due piedi si utilizza avanti sulla tavola durante la fase surf. Per esempio chi è sinistro avanti, dovrà metterlo alla gamba destra, cioè quella che comanda la tavola in fase di surfata e che rimarrà sempre dietro. Chi è destro avanti ovviamente dovrà invertire il posizionamento, andando a posizionarlo sulla gamba sinistra. È molto importante mantenere queste regole in modo da far svolgere al leash il proprio lavoro al meglio. Ultima, ma più importante raccomandazione che si riassume brevemente con la frase: IL LEASH È SEMPRE OBBLIGATORIO. Non ci sono scuse, va sempre utilizzato, per rispetto verso gli altri e per la sicurezza nostra e della nostra attrezzatura.

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Q QUIVER: È il termine che identifica il set di tavole da poter utilizzare in ogni condizione. QUAD: Tavola a quattro pinne di solito con attacco Fcs.

R REGULAR: Si riferisce al rider; significa regolare e identifica, appunto, il rider che appoggia il piede sinistro avanti e il destro in poppa. RAIL: Bordo della tavola. RAIL ON: Bordo anteriore della tavola; è stato inserito da poco nella terminologia in quanto le tavola da sup hanno dei rail molto lunghi. RAIL OFF: Bordo posteriore della tavola. RAIL TAPE: Nastro protettivo dei bordi della tavola, serve per evitare scheggiature. REFLEX: Risposta alla flessibilità della pagaia. REEF BREAK: Luogo caratterizzato da fondale roccioso o corallino dove si infrangono le onde. RE ENTRY: È una manovra effettuata sul lip, o molto vicino, e consiste nell’effettuare un cut back molto aggressivo, rientrando nella sezione dell’onda che ha già franto per poi ritornare sul face.

I SET di onde in arrivo nello SPOT di Carapaitera. RIDER: Jaime LOCATION: Carapaitera, Portogallo FOTO: Ludovic Franco

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RESPECT: Con questo termine si identifica il rispetto delle regole di surfata e delle persone. REVERSE: È una manovra molto tecnica che consiste nel proseguire sull’onda con la poppa rivolta in avanti e girarla successivamente. Si dice delle manovre quando sono fatte mantenendo la poppa avanti. RIP: Che non vuol dire “riposa in pace” ma indica una forte corrente. RIVERT: Sinonimo di reverse. ROCKER: È la curvatura della tavola che di solito va da poppa a prua, ma il termine viene anche utilizzato per definire solo la poppa. ROUND TAIL: È un design della poppa e definisce una coda molto tondeggiante.

S SECRET SPOT: Identifica un luogo segreto per surfare, conosciuto solo da local o da poche persone. SECTION: È una parte dell’onda; terminologia molto utilizzata per definire la parte di onda dalla massima energia e che permette al rider di iniziare l’esecuzione della manovra. SESSION: È una parte di tempo in cui il rider surfa o resta in acqua. SET: È la serie di onde che arriva a intervalli regolari o irregolari.


SEZIONE: Sinonimo di section. SHAFT: Albero della pagaia; da poco alcune aziende hanno realizzato tipi di albero con flex differenti. SHAPE: Forma della tavola; di solito con il termine shape si identifica una serie di informazioni molto dettagliate che servono a capire il tipo di tavola da utilizzare. SHAPER: È colui che realizza i design della tavola. SHORE BREAK: Risacca. SHORTBOARD: Indica le tavole corte utilizzate nello stand up paddle; le tavole short hanno una lunghezza massima di 9 piedi. SHORTY: Tipo di muta leggera di solito a gamba corta e mezze maniche. SHOULDER HEAD: Termine poco utilizzato in Italia, identifica un’onda la cui altezza arriva alla spalla del rider. SIDE OFF: Si riferisce al vento e significa che questo soffia in prevalenza lateralmente, tendente quasi da terra. SIDE ON: Si riferisce al vento e significa che questo soffia in prevalenza lateralmente, tendente quasi da mare. SINGLE FIN: Indica la tavola con pinna singola. SLASH: Manovra molto radicale, è un’estremizzazione del cut back. SPOT: È il luogo per surfare. SPRAY: Nel gergo è lo schizzo di onda provocato da un cut back. SPRINT: Tipo di gara; si identifica una gara di velocità di solito con un solo giro di boa o senza. SQUARE TAIL: È un particolare design di poppa, lo si riconosce perché la poppa è quadrata. SQUASH TAIL: È un design di poppa, una via di mezzo tra lo square e il round. SUP: Acronimo di stand up paddle. SWALLOW TAIL: È un design di poppa a coda di rondine, sinonimo di FISH TAIL. SWELL: È un termine molto utilizzato anche in Italia e significa mareggiare. SWICH STANCE: Manovra opposta a quella di marcia, inventata dallo skater Salman Agah. Per essere più chiari, significa che un rider regular riesce a surfare un’onda in goofy.

T TAIL: Poppa TAKE OFF: È il momento in cui si inizia a planare e a partire sull’onda. THREE SIXTY: Significa 360 ed è una rotazione di 360 gradi sull’onda. THRUSTER: Indica una tavola a tre pinne. TUTTLE: Tipo di attacco della pinna centrale della tavola. TRACTION PAD: Pad in eva che si applica sulle tavole. TUBE: È il tubo che si forma quando l’onda è perfetta. TUBE RIDING: Vi auguriamo di surfare il tubo, ovvero infilarsi nel tubo ed uscirne. TUCKER UNDER EDGE: Tipo di bordo che caratterizza la tavola wave. TUFSKIN: Materiale di costruzione delle tavole.

U US BOX: Tipo di attacco che di solito caratterizza la pinna centrale di una tavola.

W WAX: Sinonimo di PARAFFINA. WETSUIT: Termine inglese che indica la muta. WIPE OUT: È il disarcionamento del rider dall’onda in fase di take off o durante la surfata. WIDE: È il termine che identifica una tavola la cui larghezza è fuori dal comune. Da poco inserite nelle diverse gamme di tante aziende per aumentare di volume per non eccedere nella lunghezza. WOOD: È un tipo di costruzione o rinforzo della tavola; di solito si utilizzano strati sottilissimi di legno per il rivestimento o il rinforzo nella zona piedi.

Jaime in REGULAR STANCE esegue un Cut Back RE ENTRY. RIDER: Jaime LOCATION: Carapaitera, Portogallo FOTO: Ludovic Franco

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