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ACTION AC T ION
CRUISING C RUI SING Model AIRSUP 10’2” AIRSUP AAIIRS RSU UPP 10’4” 10’ 0’4” 4”
Size 10’2”x32”x4½” 10’ 10’4”x34”x4½” 10 ”x34 ”x 34”x ”x4½”
RRD A IR SUP
“Il primo SUP gonfiabile RRD”
Air SUP è stato disegnato e costruito per essere utilizzato da chiunque in qualsiasi situazione. Grazie al suo design e alla nuova tecnologia di costruzione è possibile gonfiare la tavola fino a 18 psi (1,2 bar) rendendola molto rigida e reattiva in navigazione. Le due pinnette laterali da 7 cm e la pinna centrale da 19 cm con US box permettono all’Air SUP di trasmettere grandi sensazioni non solo quando si pagaia su acqua piatta, ma anche quando si comincia a surfare qualche onda. RRD Air SUP è una tavola che grazie alla grande versatilità e alla tecnologia innovativa saprà produrre un grande impatto sul futuro del nostro sport.
ADVENTURE A DV EN T URE
Rider: Matieu Fouliard - Loc. Tahiti
Programma: Inflatable SUP allround /anywhere
La magia del Lago di Garda, la fresca atmosfera di Malcesine in una classica giornata di Peler estivo, la possibilità unica al mondo di fare un downwind sia all’andata che al ritorno (lo capirete tra qualche pagina leggendo le parole di Chase Kosterlitz) sfruttando due termici di direzione opposta, l’assoluta perfezione di una foto fantastica. Tutto ciò è la cover di questo mese.
ANNO III - NUMERO 9 AGOSTO 2012 DIRETTORE RESPONSABILE • cristiano@jmag.it
Cristiano Zanni
REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno
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ragno@hipow.com
Rider Kirsty Jones Location Malcesine, Lago di Garda Foto Ronny Kiaulehn
GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Marco Melloni
•
marcom@hipow.com
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi:Nicola Abatescianni, Christian Bartesaghi, Franck Berthuot, Fabio Calò, Giordano Capparella, Beppe Cuscianna, Alessandra Ferrara, Mathieu Fouliard, Fabio Giacomini, Kirsty Jones, Chase Kosterlitz, Alex Man, Alessandro Marcianò, Lucia Marra, Silvia Mecucci, Lucy Micunco, Paola Perrone, Giuseppe Santoro, Kauli Seadi. immagini:Christian Bartesaghi, Franck Berthuot, Beppe Caldarulo, Emanuela Cauli, Greg Ewing, Ivan Floater, Alberto Guglielmi, Ronny Kiaulehn, Tim McKenna, Manolo Greco, Lucia Marra, Daniele Mei, Lucy Micunco, Sandro Pisu, Joe Santoro, Benjamin Thouard.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it AMMINISTRATORE DELEGATO
Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l. 20090 Segrate (MI) DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTERO Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - adv@jmag.it www.johnsonsmedia.com Servizio attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.
Nell’editoriale del numero precedente vi avevo annunciato che a breve sarebbe andato on line il nostro sito dedicato al mondo del SUP, a distanza di quasi due mesi posso affermare che suptime.it è una realtà del web italiano per l’informazione e diffusione dello Stand Up Paddle, e voi che ci seguite crescete di numero settimana dopo settimana. Il sito sarà un’integrazione alla rivista e già da questo numero potrete toccare con mano la cosa. Prendendo come esempio il panorama delle gare ed eventi italiani, come noterete tra poco sfogliando le pagine della rivista, questi sono in continua crescita, sia come numero di appuntamenti proposti, sia come partecipanti alle gare e sia come numero di spettatori. Se ancora una volta avessimo avuto bisogno della conferma dello stato di salute dello sport, beh tutte queste manifestazioni ne sono la prova evidente! La stessa cosa vale per tutta Europa e il resto del mondo, anzi probabilmente fuori dai nostri confini lo stato di benessere del SUP è ancora più evidente. Da fonti accreditate sappiamo che le vendite di tavole da SUP di qualche marchio che produce anche tavole da windsurf sta per pareggiarsi. Un futuro roseo è alle porte per questo sport… noi ve lo avevamo detto, e continueremo a seguirlo nella sua crescita ed espansione, da ora in poi anche con uno strumento nuovo, il web! A proposito di suptime.it, vi informo che data la notevole quantità di gare ed eventi di cui proponiamo il report, sul cartaceo troverete solamente delle anticipazioni, mentre su suptime.it verranno pubblicati tutti gli approfondimenti e le classifiche complete. In questo modo la rivista avrà più spazio per “respirare” e potremo proporre diversi articoli, dando il giusto risalto alle foto e ai report dei nostri collaboratori che ci permettono ogni qualvolta che sfogliamo la rivista di sognare ad occhi aperti e di desiderare la nostra prossima uscita in SUP… che sia al mare, al lago o su un fiume! In questo numero un caso a parte è rappresentato dall’Italia Surf Expo di S. Severa (Roma) di cui SupTime è stato media partner; se non c’eravate vi siete persi un evento storico, baciato anche dalla fortuna per le condizioni meteo-marine, leggete come è andata… e non perdetevi l’edizione 2013! Have fun…
MODALITA’ DI PAGAMENTO Bonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano Banca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199 CAUSALE: abbonamento SUPTIME - NOMINATIVO E INDIRIZZO ED EV. RECAPITO TELEFONICO
Fabio Calò fabio@hipow.com
>ECCETERA PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 4,90
PERIODICITÀ Aprile; Giugno; Agosto; Ottobre
ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (4 NUMERI) euro 16,00 STAMPA Alfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
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ISSN 2038-9329 registrazione Tribunale di Milano n.419 del 14.07.2010 ROC - Registro Operatori di Comunicazione - 1234
SupTime è una testata della società Johnsons Media srl che pubblica anche i periodici KiteMagazineStance (kite), Funboard (windsurf), Surf Latino (surf), 6:00 AM (skateboard), En3 snowboardmag, Snowmap (snowboard), Soul rider (sci freeride) 4Skiers (sci freestyle freeride) e gli annuari Surfing (windsurf, surf, kitesurf) e Snowb (snowboard).
Tutti i diritti di Sup Time sono riservati e appartengono a Johnsons Media. Nessuna parte di Sup Time può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio delle informazioni contenute in questa rivista.
RIDER Leonard Nika LOCATION S.Severa (Roma) FOTO Emanuela Cauli
ITALIA SURF EXPO pag. 38 di Giuseppe Cuscianna Ne hanno anche parlato i TG delle 20:00, l’ISE 2012 ha superato qualunque aspettativa di successo baciato anche dalle favorevoli condizioni del mare. Vediamo cosa è successo all’evento italiano più cool di tutta la stagione estiva! A LEZIONE DI SUP
pag. 34 di Christian Bartesaghi Un bel ripasso sulle nozioni fondamentali del SUP redatto da un professionale team di istruttori che stanno diffondendo la pratica dello sport anche sul Lago di Garda.
KIRSTY E CHASE AL LAGO DI GARDA pag. 44 di K. Jones, C. Kosterlitz Foto mozzafiato per un downwind particolare sull’Alto Lago di Garda tra Malcesine e Torbole. Due atleti internazionali ci raccontano la loro esperienza.
TAHITI – Il vero spirito dell’Aloha!
pag. 50 di Kauli Seadi Immensi tubi per il Campione del Mondo Wave di windsurf che ha scelto il famigerato spot di Teahupo’o per mettersi alla prova con il suo SUP.
FAQ
pag. 70
La sezione di SupTime dedicata a chi vuole suppare meglio e divertirsi di più. Su questo numero: • come si esce e come si gira • big wipe out
SPOT GUIDE BOA VISTA
pag. 76 di L. Micunco e J. Santoro Solo 5 ore di aereo ci separano da un perfetto parco giochi aperto tutto l’anno con tante onde per tutti i livelli.
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RIDER Paulino Pereira LOCATION Rana Majore FOTO Alberto Guglielmi (Moki courtesy)
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IL KULTO DI MOKI La tavola Kulto 8’10” di Moki nasce dall’esigenza di avere un range prestazionale sulle onde molto ampio: ottima accelerazione e grande sensibilità alla pagaiata per poter prendere onde grandi con “meno” spinta della pagaia e per tenerle a lungo, nonché peso e rigidità per garantire la giusta sensibilità al rider. Il lungo inverno di onde, che ha baciato la Sardegna, ha confermato i numerosi test effettuati per realizzare un prodotto che in soli 8 piedi e 10’’ possa garantire stabilità e prestazioni altissime per molti rider, siano essi neofiti delle onde oppure abili professionisti dello swell! La larghezza anteriore e il volume sono ben proporzionati ed anche con un leggero chop c’è buona stabilità e non si affonda per nulla sull’anteriore. I bordi sono tondi e le prime surfate anche se non veloci vengono realizzate con poca pressione dei piedi sui lati della tavola, considerando che i “primi passi” nelle onde si è sempre sbilanciati in avanti; per un uso PRO la posizione può essere tutta arretrata fin sul kick del pad posteriore e con la giusta pressione la tavola curva parecchio senza decelerare ed appunto l’alta velocità che si mantiene permette al rider di compiere ottime evoluzioni sul lip nel cut back, fino ad osare off the lip! Il migliore set up delle pinne per un uso di onda media, da 1 a 3 metri, è thruster, mentre un buon quad con 4 pinne generose aiuta bene in onde corte e ripide, tipiche del beach break. Per scendere le onde è bene mantenere Moki Kulto 8’10” la giusta inclinazione sin dalle prime pagaiate, peso in avanti e poi tutto indietro a godersi la velocità di surfata. La tavola Kulto sembra avere molto più volume dei suoi 135 litri grazie alla giusta distribuzione su tutta la lunghezza che semplifica molto la vita del paddler, mentre la poppa sottile e i bordi nel one foot off sono molto surf style ed i bottom velocissimi sono la sua forza. Il Kulto è sicuramente una tavola facilissima, senza compromessi e con alte prestazioni che vi possono far eccellere nelle competizioni wave. Per info: info@mokisup.com - tel 071 8047382.
BIC 12’6 WING Il nuovo 12’6 WING è un SUP Touring progettato per il fitness, per surfare su acqua piatta o per il touring in mare aperto, e per il race amatoriale. È ideale per tutti coloro che cercano una tavola con un’eccellente scorrevolezza, versatile e facile da portare. Con 285 litri di volume, il 12’6 WING è l’ideale per i principianti fino a 120Kg, con un ampia base di galleggiamento per i rider intermedi. Una larghezza massima di 76cm unita e uno scafo piatto sotto la posizione di pagaiata assicurano una buona stabilità laterale anche in condizioni difficili. La sezione di prua a “V” permette al WING di tagliare facilmente attraverso i chop, senza perdita di velocità di avanzamento. L’area per stare in piedi è incassata consentendo un posizionamento perfetto per garantire controllo ed equilibrio, ed è ricoperta da un deck pad di alta qualità scanalato a diamante per il massimo confort. I profili dello scafo e della coperta sono il diretto risultato degli ultimi test eseguiti dal team francese di ricerca e sviluppo Patrice Remoiville e Eric Terrien in Francia, e da Jimmy Blakeney negli Stati Uniti, laddove il mercato del SUP è esploso. “Sui prototipi race abbiamo testato diversi scafi che ci hanno fornito i feedback necessari a creare lo shape ideale del nuovo WING dove siamo riusciti a raggiungere una combinazione fantastica di facile accesso e grande sensazione di scorrevolezza in un ampio range di condizioni” Eric Terrien - International BIC SUP team rider. Il 12’6 WING rappresenta al meglio la tecnologia di costruzione BIC ACE-TEC che si caratterizza per un peso molto leggero, un’elevata resistenza agli urti, una solidità e scorrevolezza ottimali, il tutto a un prezzo accessibile. Questa esclusiva tecnica di produzione BIC Sport è totalmente fedele al design originale e garantisce le stesse prestazioni di qualsiasi tavola che esce dalla linea di produzione. Il 12’6 WING è prodotto in Francia. Lunghezza: 12’6’’ | 381cm Larghezza: 30’’ | 76cm Peso: 15.5kg Volume: 285L Shaper: Patrice Remoiville Programma: flat water touring, ocean, downwind 14
counterstream.com - +39 06 7194432
SUP STUN GUN WAVE JIMMY LEWIS ANTEPRIMA 2013 Grande attesa per il nuovissimo giocattolo sviluppato dal vulcanico shaper. La grande istintività ed energia che attraversa in questo particolare momento Jimmy Lewis, ha reso possibile la nascita di un autentico gioiello, destinato ad entrare di diritto tra le sup surfing più innovative e radicali dei prossimi anni. Nuovissimo il disegno dell’outline con pieno riferimento alle esigenze dei sup surfer che gravitano intorno alla sua figura. Jimmy Lewis oltre ad avere un numero notevole di atleti che si rivolgono direttamente a lui per farsi shapare tavole in grado di affrontare onde di tutto il mondo, ha da circa tre anni un team di atleti che svolgono con un continuo feed back lo sviluppo delle varie forme che saranno poi destinate alla produzione. In questa nuova sup c’è veramente riassunto tutto il lavoro svolto con questo Team di livello mondiale. L’esigenza era completare la gamma con un nuovo giocattolo più stabile del Mano ma anche più indicato e specifico per il surfing, abbassando ulteriormente la misura e che avesse la guidabiltà classica del tre pinne. Inoltre si chiedeva di fare un sup molto più facile da condurre del Mano, specie in condizioni chop e soprattutto più veloce con onde meno potenti. Come potete capire il lavoro da svolgere era davvero impegnativo e specifico e il risultato è stato la sintesi di una serie di prove alle quali sono seguite infinite ore di skype conference con i vari atleti riuniti in collegamento con Jimmy, che per tutti aveva una risposta pronta e corrispondente a ciascuna delle aspettative richieste. Si tratta di una sup facile ma sicuramente avrà la caratteristica più spiccatamente surfing a 360 gradi della sua intera collezione. Ovviamente anche il Team Jimmy Lewis sup surfing Europa composto da Daniele Guidi, Alessandro Onofri , Arthur Daniel ed il Canario Alessandro
Lovo ha dato il suo contributo e molti di queste caratteristiche si possono riconoscere perfettamente nel nuovo Stun Gun. Per cui outline di grande personalità dove spicca la poppa pintail molto sottile e configurata unicamente con tre pinne in fibra di vetro futures box di misura 4”1/2 o 5”1/4 a seconda delle misure, argomento che ha destato non poche discussioni prima di arrivare a comporre le quattro misure 9’7 x 31” litri 137 e 9”2 x 30”1/4 litri 124 le più grandi per terminare con la 8’7 x 29”1/2 litri 110 e la più piccola e super radicale 8”2 x 28”3/4 99 litri. La larghezza massima posta a centro tavola in prossimità dello spessore massimo della sup è fondamentale per affrontare gli inevitabili stand by tra un’onda e l’altra consentendo una buona stabilità, infine la prua ripercorre tutta la voglia di Jimmy di ritrovare le linee surf, quindi molto chiusa per bucare le onde in uscita con estrema facilità. Grande attenzione allo spessore che contrariamente alla maggior parte dei brand abbassandosi di misura alzano lo spessore della tavola per ritrovare il volume desiderato, ha reso possibile la riduzione da 4 pollici fino a 3”5/8 a seconda delle misure. In questa maniera i rail dello Stun Gun risultano essere sottili e molto reattivi ai voleri del paddler. La linea scoop rocker molto accentuata ma dolce consente strettissimi turn ed esasperati sliding. La velocità della Stun Gun è incredibile, in pochi metri raggiunge il massimo e soprattutto la mantiene, anche su onde che dopo il take off aggressivo perdono di potenza, in questo modo è molto semplice compiere veloci round house e carvate mozzafiato. Il peso non poteva che essere veramente contenuto specie per le misure più piccole 8’7 e 8’2, grazie alla collaudata tecnologia in HI-TECH PVC sandwich. Il comodo pad in 3M completano il quadro del nuovo giocattolo Jimmy Lewis sup surfing.
PROLIMIT SUP La stagione 2012 vede l'entrata di Prolimit nel mondo dello Stand Up Paddle con una gamma dedicata ai rider più esigenti. Dal 2012 infatti la famosa marca di mute e accessori per windsurf, kite, surf e wakeboard, si è avvicinata allo Stand Up Paddle con una linea di mute, jacket, backpack eleganti e innovativi, appositamente studiati per il nostro sport. La linea si distingue per la qualità assoluta dei dettagli e dei materiali impiegati: per esempio l'impiego di un neoprene extra flessibile e il posizionamento strategico dei pannelli per mute dall'elasticità assoluta. Ciò permette, sia nel wave che nel cruising, una libertà di movimento e un confort senza paragone: caratteristiche sempre più importanti per qualsiasi appassionato di Sup che voglia sfruttare al massimo ogni minuto passato in acqua. Abbiamo provato, tramite il nostro tester Franz Orsi, la muta Sup Mono Longleg, ecco il suo commento: “Mi sono imbattuto nella muta Longleg di Prolimit mentre ero alla ricerca del prodotto giusto per partecipare ad un triathlon alle Azzorre di windsurf, mountain bike e Sup della durata di nove ore: l'essenziale per me era quindi trovare un prodotto al top dell'elasticità e del confort ma che sapesse garantire un buon livello di isolamento termico. Bene, dopo avere provato svariati marchi, sono rimasto assolutamente impressionato dalla qualità superiore dei prodotti della linea Prolimit, e da quel momento ho scelto questa muta per ogni mia attività in Sup, sia flatwater che in wave. Muta altamente consigliata: provatela!". Per maggiori info: info@oceanavenue.it 16
SILVIA INSIDE Intervista raccolta da Stefano Contini Sono appena passate le 19:00 di un’infuocata estate e Miss Silvia shark ha da poco concluso il suo allenamento race, il sole sta calando lentamente sul centro test Jimmy Lewis di Ostia... forse è il momento giusto per farsi raccontare che cosa si nasconde dietro questa grande campionessa... Chi è Silvia Mecucci? Ciao a tutti, sono Silvia, la tua domanda sembra di quelle che lasciano spazio a tante possibilità… già perchè potrei cominciare dalla passione per lo sport, dalla voglia di vivere e sorridere che mi porto dentro da quando ho cominciato a muovere i primi passi… però se penso davvero a quello che mi ha fatto diventare “questa”, per definire Silvia, non posso non pensare al mio amore per il mare! A volte ho provato ad immaginarmi diversa, lontana dall’ acqua, dalle onde… ma è durato tutto lo spazio di un attimo. È attraverso il mare che proietto verso gli altri tutto quello che ho, ci sono momenti in cui riesco ad isolarmi, momenti che faccio fatica a descrivere se non per immagini… bhe, detta così, può sembrare la descrizione di una “piccola bambaren”, ma in realtà è molto molto più semplice… è un po’ come quando un bambino ride e sorride, felice di aver trovato la cosa sognata… Che cosa fai quando non ti alleni e quali sono le tue passioni oltre allo Stand Up Paddle? Tutta la mia vita gira intorno allo sport fin da piccola, la mia famiglia mi ha “educata” allo sport e sono cresciuta con principi di una vita “sana” basata sulla cura del proprio corpo, tutto questo mi ha portata ad avere un fisico allenato e preparato verso tutte le discipline con le quali mi sono rapportata, quindi a parte lo Stand up Paddle che ormai è diventata la mia attività principale, partecipo spesso a competizioni podistiche sulle lunghe distanze, mezze maratone su strada e su percorsi misti, gare di triathlon sprint, circuiti di cross fit, mi piace fare lunghe ed impegnative camminate in montagna, insomma… quando si fatica mi sento bene e soddisfatta! Quali sono i tuoi punti di riferimento e quanti di questi lo sono ancora oggi? Mi sento una ragazza molto fortunata, sono cresciuta circondata dall’affetto della mia famiglia, che mi ha sempre lasciata libera di prendere le mie decisioni e vivere le mie passioni in pieno facendomi sentire allo stesso tempo “protetta” e se le cose non andavano come volevo che andassero loro per me c’erano sempre. Con il passare del tempo le cose non sono cambiate, ho incontrato Gabriele, il mio compagno, e insieme viviamo a pieno le nostre passioni, lui è sempre presente, mi dà sempre il consiglio giusto e al momento giusto, e poi se non ci fosse lui a calmarmi nel pre gara non saprei proprio come fare! Qual è il posto più bello dove sei stata? Ho viaggiato molto, anche grazie al mio lavoro che mi ha portato spesso per lunghi periodi all’estero, diciamo che quando penso ad un “viaggio” penso al mare e all’acqua, non potrei immaginare una vacanza lontano dal mare, quindi negli ultimi anni inseguo spot dove poter surfare ed allenarmi allo stesso tempo su acqua piatta, e le Hawaii rappresentano tutto ciò! Ho trascorso momenti meravigliosi in queste Isole e sono il mio sogno ricorrente! Qual è il tuo sogno nel cassetto? Questo ultimo anno ha portato molte novità nella mia vita, insieme a Gabriele sono riuscita a coronare il mio sogno e abbiamo aperto una scuola di Stand Up Paddle ad Ostia, dove viviamo, lo sognavo da anni, e riuscire a fare della mia passione il mio lavoro, trasmettere le mie emozioni a chi ha voglia di imparare questo sport meraviglioso e vivere il mare a 360 °, mi fa sentire la persona più fortunata del mondo! Abbiamo la fortuna poi di essere circondati da amici meravigliosi che ci hanno aiutato a dare vita al nostro centro e colgo l’occasione per ringraziarli tutti! Poi svegliarsi una mattina ricevere una mail ed essere invitati da Elizabeth Terrell e Jim Terrell in persona, azienda QB, per partecipare ad agosto a Lake Tahoe, California, al Ta -Hoe Paddle Festival... penso proprio di aver coronato il mio sogno nel cassetto!
RED ACCADEMY
PROTECT IPAD
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di una partecipante alla Red Accademy, lezioni SUP per ragazze a Malcesine (Lago di Garda). “Abbiamo passato delle bellissime giornate al Lago di Garda surfando le onde con i SUP Red Paddle della scuola vela Europa Surf+Sail. È stato bellissimo vedere i ragazzi uscire con o senza vento ridendo, scherzando, buttandosi in acqua e cercando di stare in piedi in più persone su una tavola. I SUP della Red Paddle sono stabili, veloci e facili da trasportare. Infatti spesso dato che sono gonfiabili li sgonfiamo e li portiamo in macchina con noi se andiamo via per qualche giorno e non occupano neanche tanto spazio. È uno sport che include tutti, specialmente quelli che non sanno andare in barca o in surf perchè possono stare in acqua e divertirsi senza bisogno di lezioni, gli basta un remo e una tavola da SUP della Red Paddle”.
Perfetto per tutti gli appassionati di sport a contatto con l’acqua che desiderano portare con sé oggetti di valore, proteggendoli da agenti esterni e dal contatto con acqua, senza rinunciare alla propria mobilità. Eccellenti compagni di viaggio, permettono di proteggere il contenuto fino a 50 mt. di profondità, ideali per portafogli, documenti, telefonini, chiavi ed oggetti di valore. Permettono di poter telefonare comodamente quando si é in acqua con la massima sicurezza. Sono prodotti generici per contenere mappe, iPod, iPhone, telefonini, radio VHF, GPS portatili ed altro ancora, preservando il contenuto fino a 6 mt. di profondità, oppure specifici per macchine fotografiche (galleggiante ed Anti-Shock), permettono di fare splendide foto o video mentre si nuota. PROTECT iPAD è progettato per uso con i TABLETS più diffusi. Sistema di chiusura Quick LOCK per utilizzo fino alla profondità di 6 mt. Dotato di comodo laccio regolabile e rimovibile per l’utilizzo a tracolla. www.amphibious.it
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Mini sport cam Full HD con Wi-Fi integrato dalle dimensioni ridotte pensata per chi pratica sport estremi e vuole realizzare video e scattare foto durante le proprie performance. Sensore da 12MPx, lente grandangolare 136°. Può essere montata ovunque grazie ai supporti e alle custodie impermeabili disponibili. Wi-Fi per vedere in live streaming, rivedere le riprese eseguite o semplicemente verificare l'inquadratura su dispositivi come Apple iPhone (iOS) oppure SmartPhone, Tablet con sistema operativo Android.
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Videocamera Full HD 1080p, impermeabile fino a 30 metri con custodia rigida waterproof (opzionale). Display da 1.5”, 60/50fps, per realizzare stupendi video in “slow-motion”. Telecomando a radiofrequenza permette di risparmiare le batterie, la memoria e modificare il tempo, rendendo semplice girare brevi clip, avviando e fermando la registrazione, senza lottare con la telecamera in movimento. Realizza foto 5MP con un obiettivo grandangolare 170°.
impermerbile fino a 100 metri con la custodia (opzionale)
Distributore Nazionale: SofTeam Macherio (MB) Tel 039 207891 www.softeamitalia.com
impermerbile fino a 30 metri con la custodia (opzionale)
www.sportxtreme.it
Il panorama delle gare internazionali ma anche di quelle italiane è sempre più ampio e complesso. Le tempistiche della carta stampata non ci permettono di seguire in tempo reale tutte queste manifestazioni, per questo motivo abbiamo deciso di “spostare” sul web la sezione della rivista dedicata agli eventi, ovviamente su www.suptime.it. Da ora in poi quindi troverete su SupTime magazine un riassunto degli eventi più importanti avvenuti nel periodo interessato, mentre sul nostro web troverete i report dettagliati e le gallerie fotografiche!
Cecina – 18 giungo 2012 Di Alessandra Ferrara Non tutte le manifestazioni nascono come competizioni, a volte basta una giornata di mare e di sport per divertirsi. È così che è nata l’idea della B.A.T Cup, un evento non competitivo che si è svolto a Cecina il 18 giugno 2012. Organizzato da Spot1, Surf School Center delle Gorette-Cecina e dal Centro WindSurf di Vada, in collaborazione con Rip Curl, RRD e B.A.T., l’evento è stato semplicemente un motivo di incontro per ragazzi e ragazze che hanno approfittato della caldissima giornata estiva per pagaiare lungo la costa per un percorso di circa 10 km. Sfruttando a pieno il contatto con la natura, con il mare, con la pineta livornese e vista la bella giornata soleggiata tante sono state le persone che si sono date appuntamento per l’inusuale passeggiata marina. Entusiasmo da parte dei partecipanti ma soprattutto da parte degli organizzatori che sono stati in grado di incentivare uno sport, quello del SUP, unico nel suo genere per il perfetto connubio tra natura sport e benessere. “È stata un’esperienza meravigliosa – racconta Elia, proprietario di Spot1 – il Sup ti fa sentire in contatto con il mare come niente al mondo, ed è stato entusiasmante vivere questo momento con altre persone, amici che come noi amano il mare e la natura. La condivisione di momenti così ti fa stare bene e ti rigenera”. Non sono mancati brevi momenti in cui lo spirito competitivo ha preso il sopravvento più che per movimentare la passeggiata che per vero
agonismo ed i ragazzi si sono sfidati con brevi sprint a suon di pagaia. L’arrivo a Spot 1 è stato, come da tradizione, accolto da un lungo applauso, spumante fresco, pubblico caloroso come per festeggiare una bella esperienza e un nuovo modo di vivere il mare. Ai partecipanti sono state offerte birre artigianali dal birrificio toscano artigianale B.A.T. È stato alla fine il momento delle premiazioni con l’assegnazione di omaggi forniti dagli sponsor: i cappellini e le lycra tshirt della Rip Curl e accessori firmati Roberto Ricci Design.Visto il successo della manifestazione, l’entusiasmo del pubblico e dei partecipanti, e il contributo degli sponsor l’organizzazione dà appuntamento alla prossima B.A.T Cup, la passeggiata sulle onde, anti noia.
DI Alessandra Ferrara Il Circolo Velico “Rio Pircio” di Bellaria – Igea Marina (Rimini) ha fatto da sfondo ad una tappa del campionato italiano Fisurf Sup Race. L’evento svoltosi domenica 1 luglio 2012 ha fatto numeri da capogiro, 125 atleti provenienti da ogni parte d’Italia che si sono sfidati su un percorso di regata a bastone di 9 Km per i professionisti e di 4,5 Km per gli amatori. Nautica Urban, main sponsor dell’evento, è riuscita a coinvolgere tutti i più famosi brand del settore surfistico e con essi tutti i migliori rappresentanti del circuito agonistico. RRD, Starboard, Hobie, Fanatic, Bic si sono sfidati con i loro atleti rappresentativi in una gara all’ultima pagaiata. Per permettere una migliore riuscita della gara sono state allestite due linee di partenza, una per i race agonisti e l’altra per gli amatori. Nonostante le condizioni climatiche davvero molto impegnative, temperature che sfioravano i 40 gradi, poco più di 100 persone sono riusciti a portare al termine il percorso di gara. Con il mare piatto e la leggera brezza da mare è stato un gioco da ragazzi partire di sprint per l’atleta Starboard, Leonard Nika, e per Giordano Bruno Capparella e Davide Codotto rispettivamente atleti Hobie e Fanatic. Subito dietro 6 atleti, Nicola Abatescianni (Starboard), Stefano Gigli (14′ Hobie), Giusti Giuseppe e Jacopo (RRD), Maestri Massimo (Starboard) e Mandoloni Roberto (Fanatic). A circa metà del percorso la distanza tra gli atleti si fa più importante con un vantaggio notevole di Leonard sugli avversari che riesce a vincere incontrastato chiudendo il percorso con un tempo di 59’ 46’’. Un applauso per il coraggio, la forza e l’impegno va a Paola Perrone (Starboard) e Meri Valentina Ciaburri (Bark) che hanno completato l’intero percorso di gara di 9 Km rispettivamente in 1:32’55” e in 1:33’16’’. Il team organizzatore del Circolo Velico ha gestito anche il post gara con aperitivo per tutti e con un pranzo completo per ristorare gli atleti. Il termine della manifestazione è stato caratterizzato dal momento delle premiazioni che
hanno distribuito un montepremi in denaro di 1200 euro e dall’estrazione di premi offerti dagli sponsor tra cui pagaie in carbonio ed un viaggio per due nel mar rosso. Buone le prestazioni del Team Urban con Roberto Mandoloni quarto assoluto nella categoria master/grand master, Massimo Maestri ottavo assoluto e dominatore della categoria Kauna/ Gran Kauna e Sarti Mirco secondo nella categoria all round. Classifica Finale Race 12’6 Maschile (Prime 5 posizioni, classifiche complete su www.suptime.it) 1° Nika Leonard (Starboard) 59’46” 2° Capparella Giordano Bruno (Hobie) 1:01’07” 3° Codotto Davide (Fanatic) 1:01’29” 4° Mandoloni Roberto (Fanatic) 1:04’33” 5° Giusti Giuseppe (RRD) 1:04’49”
DI Alessandra Ferrara
30 giugno 2012: i Navigli di Milano ospitano il SUP. Giunta alla sua terza edizione, la Stranavigli non ha smesso di stupire con un programma intenso e coinvolgente, con un’organizzazione che non ha lasciato nulla al caso e con un perfetto mix di attività ludiche e sportive in onore di Nettuno. L’edizione 2012, presentata da Jeep con il contributo di Red Bull e Bear, sarà sicuramente ricordata per la temperatura record registrata nel corso della giornata, fino a 42 i gradi percepiti con un tasso di umidità elevatissimo tanto da mettere a dura prova gli atleti ma anche tutti gli appassionati che non hanno rinunciato a partecipare all’evento. Lo zampino di Minosse ha reso la manifestazione non solo un momento sportivo e competitivo ma anche un’ottima scusa per rinfrescarsi nei canali dei Navigli. La Stranavigli 2012 ha racchiuso in un’unica giornata tante attività acquatiche, il SUP, il rafting, la canoa, la motonautica, la shuttle bike e persino il dragon boat il tutto con la supervisione di istruttori delle rispettive Federazioni. Ad aprire le danze il tuffo spettacolare di Hey Dude e poi si parte con il surf paddling e il SUP nel primo pomeriggio con la Bear Stranavigli Water Race in cui i partecipanti si sono sfidati fino all’ultima pagaiata per conquistarsi il podio e i premi messi in palio dagli sponsor Bear Surfboard, Asahi, Smartbox, Hey Dude, Wewood e Surf to Live. Giovanni Cucchetti, surfista locale della Turbo Onda di Turbigo, vincitore della surf paddling si è aggiudicato l'ambito longboard Bear Surfboard. Il podio ha visto anche le buone prestazioni di Michele Cicoria al secondo posto e il terzo Davide Oggioni. Il primo posto del contest SUP disputato su tavole Stardboard è stato guadagnato invece da Alvise Marcolin, istruttore ISA/Fisurf, che, dopo un pomeriggio di lezioni individuali di Stand Up, ha disputato una grande
gara distanziando gli altri competitor Luca De Vincenti e Marco Millevoi. Accanto alla vera competizione sportiva ci sono stati momenti divertenti nei quali gli atleti si sono messi in gioco nelle sfide fantasy organizzate da Asahi e Smartbox cavalcando gonfiabili come ciambellani, canotti e materassini. Poi è stata la volta della Red Bull Water Ball, in cui i partecipanti all’interno di un pallone gonfiabile in PVC del diametro di circa 2 metri hanno letteralmente camminato sull’acqua fino a completare il percorso stabilito. Ormai disciplina protagonista indiscussa della manifestazione la sfida di water ball ha visto vincere una concorrente femminile in barba a tutti i partecipanti testosteronici. Il tratto del Naviglio Grande ha visto sfidarsi anche due gruppi nel classico “tiro alla fune”. Due equipaggi ciascuno nella propria Dragon boat remando in direzione opposta hanno simulato il classico gioco “terrestre” nelle acque milanesi. La vittoria è andata al fortissimo team Idroscalo Club. Le attività non sono finite ed è stata la volta del Wake Surf sulle onde del Naviglio Grande e dell’After Party sabato notte al Movida. Il divertimento non è mancato, le diverse discipline hanno accontentato davvero tutti i gusti e tutte le età creando un’atmosfera spettacolare in grado di valorizzare gli splendidi canali milanesi e di promuovere gli sport d’acqua soprattutto tra i giovanissimi. Classifiche (Classifiche complete su www.suptime.it) Bear Stranavigli Water Race 2012 Surf Paddling: 1) Giovanni Cucchetti 2) Michele Cicoria 3) Davide Oggioni
Podio SUP.
SUP 1) Alvise Marcolin 2) Luca De Vincenti 3) Marco Millevoi Dopo una giornata così ricca di sport, di divertimento e di iniziative i ringraziamenti sono d’obbligo. Navigli Lombardi scarl insieme a Music Sport Movement e Aisup ringraziano tutti i volontari dello Staff, le Federazioni e le Associazioni Sportive, la Croce Rossa Italiana, la Polizia Municipale gruppo Sommozzatori, la Regione Lombardia e il Comune di Milano per il loro prezioso contributo. L’appuntamento è per la quarta edizione della Stranavigli con la stessa voglia di divertirsi e con obiettivi sempre più grandi.
DI Alessandra Ferrara Si è svolta a Chiavari il 10 giugno 2012, la prima tappa del campionato wave. Lo spot di Entella ha regalato una giornata spettacolare, un po’ per la situazione meteo marina, un po’ per la bravura dei partecipanti che si sono messi in gioco. Le condizioni, piuttosto impegnative, con vento attivo on shore, hanno reso difficoltoso raggiungere il picco dell’onda causando diversi wipeout alcuni dei quali particolarmente spettacolari. Hanno risposto all’appello 12 atleti, provenienti da tutta Italia, che si sono sfidati e hanno dato spettacolo. Nose riding, cut back e off the lip si sono susseguiti assegnando punti utili per la vittoria. La gara è stata avvincente e non ha deluso gli spettatori e i numerosi fotografi pronti ad immortalare le manovre più radicali. Tra gli atleti in gara, nomi illustri del panorama surfistico wave tra i quali una buona rappresentativa laziale affiancata da atleti della costa adriatica. Nonostante qualche illustre assente come Leonard Nika e Giordano Capparella la gara è stata combattuta fino all’ultima onda. La semifinale è stata subito conquistata da Daniele Guidi, Alessandro Merli, Mirco Sarti e Alessandro Onofri che hanno sbalordito per la bravura e quel briciolo di pazzia che caratterizza ogni gara wave. Per consentire a tutti gli atleti di disputare almeno 2 heat è stato previsto il ripescaggio degli esclusi dalle heat iniziali che ha rimesso tutto in gioco. Le due semifinali, composte da Onofri, Sarti, Pecchia, Guidi, Merli, Lazzeri, Mazzucchelli e De Giovanni, si sono così determinate dopo i ripescaggi ed i secondi in classifica delle prime batterie. Nel corso della giornata le condizioni sono di gran lunga migliorate e la gara si è disputata con onde grandi e ben formate consentendo agli atleti di esprimere al meglio le proprie capacità. La batteria finale ha dato spettacolo con 30 minuti intensamente combattuti da Guidi, Onofri, Lazzeri e Mazzucchelli. Ad aggiudicarsi la vittoria ai punti Alessandro Onofri, nuovo acquisto del team Jimmy Lewis, seguito da Daniele Guidi (Jimmy Lewis) e al terzo posto Daniel Mazzucchelli, forte atleta di longboard. Quarto posto per Leonardo Lazzeri, altro atleta Jimmy Lewis. Come in ogni gara che si rispetti la scelta dell’attrezzatura ha giocato un ruolo fondamentale, ancora più importante è stato farlo in condizioni impegnative come quelle che si sono verificate il giorno della gara tant’è che molti atleti non sono riusciti ad esprimersi al meglio. Dopo questo grande spettacolo non resta che darsi appuntamento alla prossima tappa. Classifica (Classifiche complete su www.suptime.it) 1° Alessandro Onofri (Team Europe Jimmy Lewis – QuickBlade) 2° Daniele Guidi (Team Europe Jimmy Lewis – QuickBlade) 3° Daniel Mazzucchelli (Starboard) 4° Leonardo Lazzeri (Team Jimmy Lewis – QuickBlade) 5° Alessandro Merli (Drops) 5° Mirco Sarti (Drops) 7° Martino Degiovanni (Starboard) Il vincitore Onofri al rientro dalla finalissima.
DI Giuseppe Cuscianna, Alessandra Ferrara
L’appuntamento tanto atteso è finalmente arrivato ed è stata l’ennesima conferma: un grande successo! La STARBOARD SUP CUP 2012 organizzata dall’ASD Big Air, patrocinata dal Comune di Bari, Provincia di Bari e Regione Puglia, è una delle tante tappe del circuito Fisurf, la prima del circuito Surfing Italia e l’unica in Italia ad essere patrocinata dall’International Surfing Day dell’Eurosima. Unica tappa del sud Italia diventata ormai un appuntamento fisso per gli appassionati del settore, la Starboard Sup Cup si è svolta il 23 e 24 giugno 2012 nella spiaggia di Torre Quetta, posto noto a tutti i surfisti. Una fantastica giornata per i partecipanti, gli spettatori e gli organizzatori con l’intento di promuovere il turismo settoriale, quello locale e lo sport. Giunta alla terza edizione la Sup Cup di Bari ha avuto l’onore di avere come main sponsor la STARBOARD, con un montepremi in palio in materiale tecnico di tutto rispetto, la SCORPION BAY sponsor per l’abbigliamento, la Maui Jim che ha fornito occhiali da sole in prova per tutti e la Bradellanza che ha organizzato il buffet. La macchina organizzatrice si è messa in moto fin dalle prime ore dell’alba con un intero team all’opera tra foto, video, montaggio stand e iscrizioni. L’affluenza è stata notevole, con numeri ben più alti che nelle altre edizioni con 49 partecipanti tra amatori e agonisti e con un’ottima risposta femminile, ben 12 partecipanti tra cui una juniores. Una presenza di spicco è stata quella di Fabio Anigoni (K38) che ha tenuto un meeting tecnico per il team organizzatore sulla sicurezza in mare e su come intervenire in caso di pericolo. La competizione è stata organizzata su un tracciato ad M, con un percorso di regata segnalato con boe disposte proprio nella zona antistante il centro
surf così da permettere a tutto il pubblico di seguire ogni istante della gara e rendere l’atmosfera più coinvolgente. Non potevano mancare i soliti nomi del panorama surfistico, dall’attuale campione in carica seniors Giordano Capparella, al campione juniores Indro Spinelli e Mario Paudice (campione anno 2010), dai pionieri del SUP come Nicola Abatescianni e Beppe Caldarulo ai neofiti che hanno riempito la spiaggia con spirito di sana competizione sportiva. La giornata è partita alla grande, con la spiaggia colorata dagli stand degli sponsor, come Red Bull, Maui Jim, Starboard, Tiki Surf Shop, con la musica dei dj Gigi Donatelli e Francesco Tenerelli e con la Jeep Red Bull a fare da sfondo. Gli speaker del Venerdì da Leoni (Beppe Serse Cuscianna, Nico Pompa Abatescianni, Nico Radek Montenegro e Dj Joe Santoro) hanno intrattenuto il pubblico alternandosi al microfono tra battute e interviste. La manifestazione ha conosciuto anche un momento di solidarietà con un omaggio alla RIIM (Rimetteteci In Moto), l’associazione onlus di Daniele Castellaneta, un grande amico rimasto invalido dopo un incidente in moto che si occupa della raccolta fondi per la ricerca sulle lesioni midollari. Tutti gli atleti hanno gareggiato con un adesivo RIIM su tavola e pagaia. Presenti alla manifestazione le telecamere e gli obiettivi della 51
Production, gruppo dedito alle riprese video e fotografiche sportive estreme. Lo skipper meeting presieduto da Beppe C. è servito a descrivere, tra una battuta e l’altra, il tracciato di gara. Un percorso che ha visto costeggiare tutta la spiaggia di Torre Quetta con una leggera brezza di 5 nodi da nordest che ha reso tutto il tracciato molto stimolate e competitivo tra traversi, boline e laschi. Due giri di tracciato per gli agonisti e solo uno per gli amatori,
allineamento in acqua per tutti gli atleti e suono di tromba che dà inizio alla gara. Non facile l’allineamento in acqua per la presenza di Antonio Pecorella, un simpatico surfista locale che sulla linea di partenza elargiva battute a raffica per confondere gli ospiti e i competitor. Ottime le prestazioni in acqua degli agonisti e tante le rivelazioni per la categoria amatori, nuovi nomi che si appassionano allo sport tanto da informarsi sui circuiti e sulle gare di spicco in Italia. Un grandissimo abbraccio va alla nostra amica Paoletta Perrone, colpita il giorno prima da uno shock anafilattico, che però ha voluto ugualmente rendere omaggio alla sua città e agli amici partecipando alla gara e chiudendo il tracciato per intero. A fine gara sono state consegnate le onorificenze e durante l’attesa gli speaker del venerdì hanno continuato con il loro show ai microfoni. Alla premiazione dei vincitori è seguita l’estrazione dei premi messi a disposizione dagli sponsor: 25 zainetti offerti dalla SCORPION BAY, con all’interno abbigliamento e accessori STARBOARD, abbigliamento SCORPION BAY e accessori PAT LOVE. Il buffet a base di prodotti tipici locali ha rifocillato gli atleti dopo la giornata sportiva. Il pomeriggio è stato dedicato alla musica dance sotto il sole e subito dopo ha avuto inizio un’improvvisata gara wave. Un leggero movimento ondoso ha invitato i surfer a sfidarsi sulle onde. È partita una gara ufficiosa nella quale contavano il maggiore numero di onde surfate, l’onda più grande, l’onda più lunga e l’onda con la partenza più verticale. Giordano Capparella si è aggiudicato il maggior numero di onde, Nicola Abatescianni l’onda più grande, Joe Santoro la partenza più verticale e Beppe
Cuscianna l’onda più lunga. E come nelle migliori tradizioni dopo le manifestazioni non possono mancare i ringraziamenti al Comune di Bari, alla Provincia di Bari, alla Regione Puglia, ai partecipanti alla gara, agli sponsor: STARBOARD, SCORPION BAY, MAUI JIM, PAT LOVE, e a tutti coloro i quali hanno collaborato per la buona riuscita dell’evento. La vittoria più grande è lasciare uno splendido ricordo per l’allegria e lo spirito d’accoglienza, per il divertimento e la perfetta organizzazione, per l’aggregazione e il divertimento. Una giornata che finisce sempre troppo presto e che lascia tutti con il desiderio che arrivi presto la prossima edizione. SPECIAL THANKS: Fabio Anigoni K38 per il suo prezioso aiuto, Tiki Surf Pro School, Shaka Windsurf, Cat Surf. Ci vediamo l’anno prossimo con la SUP CUP 2013.
DI Alessandra Ferrara Nella caratteristica e suggestiva località di Bracciano si è svolta per il secondo anno la Sweet Water Race, tappa del circuito italiano Fisurf, organizzata dallo Sporting Club Sabazia di Giordano Capparella, campione italiano 2011. Una manifestazione sponsorizzata interamente da Hobie Sup, Hot Buttered, Kialoa e Hinano. Due giorni di sport in cui il nostro caro amico Giò ha organizzato tutto nel minimo dettaglio, dai corsi di SUP per i curiosi alla circumnavigazione di una parte del lago per i curiosi. La gara si è svolta nella giornata di domenica, che fin dalla mattina ha visto arrivare in loco atleti pronti a sfidarsi e stuzzicarsi sportivamente. Il percorso studiato dal grande Roberto Capparella, padre di Giò, è stato in linea con la nuova tendenza del momento, ovvero il percorso a più boe a M. Lo skipper meeting presieduto dal padrone di casa lo ha visto esplicare il circuito alla perfezione, tra una battuta e una risata ha risposto a qualsiasi tipo di domanda gli venisse posta. Due le categorie in gara: gli agonisti, che hanno effettuato il circuito di circa 6 km, e gli amatori, che ne hanno fatto esattamente la metà. La linea di partenza è la solita battigia, tutti in fila e alla fine del count down tutti i partecipanti si sono ritrovati a pagaiare nel lago. Una leggera brezza ha reso il circuito molto divertente e tecnico. Il leader della gara è stato il padrone di casa
Giordano Capparella (Hobie), seguito da Nicola Abatescianni e Giuseppe Cuscianna (team Starboard), Giovannino Glorio (Fanatic) e Dottori Marco (Bic). Le donne non mancano di presenza e Roberta Mariani (Hobie Sup) parte in pole position seguita da Paola Perrone (Starboard) e Marconi Valentina. Molti gli amatori che si sono sfidati senza esclusioni di pagaiata, tutti accaniti per conquistare la vetta del podio. Subito dopo la gara il team organizzatore ha offerto a tutti i partecipanti un rinfresco con i fiocchi, che ha soddisfatto i palati di tutti gli atleti ed accompagnatori. La premiazione è stata non solo simpatica ma anche molto coinvolgente, fatta sempre dal Giordano che in quella giornata si è moltiplicato per accogliere tutti gli amici venuti a trovarlo. Una gara davvero ben organizzata; siamo pronti per l'edizione del 2013 che sicuramente soddisferà tutte le aspettative.
CLASSIFICHE (Classifiche complete su www.suptime.it) Podio maschile race 12.6 seniors 1 Bruno Giordano Capparella (Hobie) 2 Nicola Abatescianni (Starboard) 3 Giuseppe Cuscianna (Starboard) Podio femminile 12.6 race 1 Roberta Mariani (Jimmy Lewis) 2 Lucia Marra (Starboard) 3 Paola Perrone (Starboard) 3 Gioia Carraro (Juniores) (Starboard)
Classifica 12.6 seniors (Classifiche complete su www.suptime.it) 1 Giordano Capparella 2 Nicola Abatescianni 3 Giuseppe Cuscianna 4 Giovannino Glorio 5 Marco Dottori
A NORD EST C’E’ VITA (e SUP) DI Nicola Gianni L’estate 2012 ha visto il debutto del Campionato SUP Nordest nato da un’idea di sei associazioni sportive per promozionare il SUP Race anche nelle spiagge dell’alto Adriatico. La I tappa del Circuito, organizzata dal Surf Team Trieste, si è svolta martedì 1 maggio al camping Tenuta Primero a Grado Pineta (GO) ed ha visto come partecipanti 25 atleti nelle categorie Race 12’.6”, 14” e All Round sfidarsi in due percorsi da 10 e 5 km nella suggestiva cornice della laguna di Grado. L’idea di dare il via ad una serie di competizioni di Sup Race a Nordest si è così concretizzata, mentre l’entusiasmo di partecipanti e pubblico ha confermato la validità del format immaginato per le manifestazioni. I ringraziamenti per la riuscita dell’evento vanno a Tenuta Primero, RRD, Barcoletta e Principe. L’appuntamento per la II tappa è stato invece a Jesolo (VE) sabato 2 giugno con il Bridgman Watersport Center. Le cattive condizioni del tempo e il mare formato hanno obbligato però l’Organizzazione a modificare il campo gara accorciando il tracciato: 4 km per la categoria Race e 2 per la categoria All Round. La gara è risultata impegnativa per i 18 atleti che sono partiti tra le onde di Jesolo, tra i quali spicca il nome di Leonard Nika che si è imposto sul podio della categoria Race 12’.6”. Il Circuito Nordest bissa così il successo di Grado ed inizia ad attirare l’attenzione dei big del Sup Race italiano. Ringraziamenti per la riuscita della manifestazione al Comune di Jesolo, Jimmy Lewis, North Kiteboarding, Ion, RRD, Fanatic, Smith e Bar Moderno. La III tappa del Campionato si è tenuta domenica 24 giugno al camping Union Lido di Cavallino (VE) in collaborazione con Aloha Water Sport Center. Il tracciato, con partenza e arrivo dalla spiaggia del camping, è stato di 8 km per la categoria Race (12’.6” e 14’) e 4 km per la categoria All Round. L’Organizzazione e le condizioni atmosferiche questa volta clementi hanno permesso la perfetta realizzazione dell’evento. I numerosi partecipanti, diventati ormai una costante, si sono dati battaglia sulle acque del litorale
veneziano mentre le classifiche generali hanno iniziato a delinearsi. Sabato 14 luglio è toccato a Sottomarina (VE) ospitare la IV tappa del Campionato SUP Nordest. L’Associazione Sportiva Dilettantistica LineUp giocava in casa e nella prima estate orfana del King of Diga e del suo pubblico oceanico ha provato a tener viva l’attenzione sugli sport alternativi organizzando una gara di SUP race. Il risultato è andato oltre ogni aspettativa. Alla gara si sono iscritti una trentina di atleti, provenienti anche da oltre confine, nelle categorie maschile, femminile e juniores per le classi Race 12’.6”, 14” e All Round, mentre per la prima volta in una competizione hanno fatto il loro debutto dei sup inflatable race. La gara, con partenza e arrivo dal camping Tropical a ridosso della diga Nord, si è snodata in un tracciato a bastone parallelo alla battigia per offrire uno spettacolo visivo di massimo impatto alla spiaggia affollata all’ora di punta: 3 km per gli All Round e 6 per i Race. L’arrivo di corsa direttamente sulla battigia ha attirato l’attenzione anche del pubblico più distratto. I sorrisi dei 18 atleti premiati sui 7 podi hanno ripagato l’Organizzazione per il duro lavoro dei giorni precedenti. Ringraziamenti vanno al Comune di Chioggia per il patrocinio, a FISURF e AISUP, agli sponsor tecnici Mistral e Issimo Sport, ION, King of Diga e Kanarin per il servizio di assistenza con moto d’acqua K38, Graphite Studio, Qgyn, Progetto Ossigeno, BCC Marcon e Passaparola. I prossimi appuntamenti sono con la V tappa a Marina Julia (GO) e l’Associazione Velica Dilettantistica Windsurfing Marina Julia, in attesa di una nuova data ufficiale causa l’annullamento per maltempo di quella del 22 giugno e con la VI ed ultima tappa del 9 settembre a Lignano Pineta (UD) organizzata da N.e.k.a. North East Kite Association. Il successo del format proposto dal Campionato Sup Race Nordest (confermato da atleti e pubblico) è stato decretato dal carattere non solo competitivo delle prove e dalla possibilità per chi ha voluto avvicinarsi al paddle surf di poter provare le tavole e materiali grazie ai demo day offerti dagli sponsor tecnici. Per info e affiliazioni: info@associazionelineup.it
Domenica 09 settembre 2012 ore 09:30, Lignano Pineta - Piazza Marcello d’Olivo (pressi del Tenda Bar). Competizione amatoriale di Stand Up Paddle. Si parte alle ore 09:30 dalla spiaggia antistante Piazza Marcello d’Olivo (Tenda Bar) a Lignano Pineta per girare la boa a Lignano Sabbiadoro sul tratto di mare antistante il Wind Village (all’altezza dell’Ufficio 6). Ore 10:00 tutti SUP in linea sulla spiaggia di fronte a Piazza Marcello d’Olivo. Il percorso è di circa 8 KM. Ora di ritrovo e iscrizioni 9:30. Premiazioni: categoria Race 12’6’’ – Race 4’0’’ All Round - Femminile – Junior. Inoltre la Lignano Sup Race rappresenta l’ultima tappa del Campionato SUP Nord-Est 2012. ISCRIZIONI: Dovranno pervenire a Island Surf Shop online via e-mail info@islandsurf.it o telefono 0431.422248 entro le ore 23:00 di venerdì 08 settembre 2011. PREMIAZIONI: ore 13:00, al Tenda Bar seguito pranzo, ai 1˚-2˚-3˚ classificati delle varie categorie con trofei originalissimi. Per altre info: Claudio 335.6131533 -
Stefano 0431.422248 o info@islandsurf.it - info@neka.it La regata non ha carattere puramente competitivo. Alcuni SUP saranno messi a disposizione dall’organizzazione e dagli sponsor. Sul Piazzale di Pineta inoltre ci sarà esposizione di materiali SUP 2012 ed anteprime 2013! Vogliamo darti l’opportunità di provare questo nuovo sport in una domenica in compagnia.
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Questa manifestazione ha una storia un po’ strana; si narra che nell’inverno 2010 un gruppo di coraggiosi uomini decise di sfidare le freddi acque della Dora Riparia per navigarlo fino ad arrivare a Torino, dove giunse per la prima volta una tavola con pagaia. A distanza di 2 anni la manifestazione viene svolta durante il periodo di giugno con diversi appuntamenti prima del 24 giugno, giornata dedicata al santo patrono, San Giovanni, e che vede la gara di punta disputarsi proprio in quella data. I festeggiamenti iniziano il 19 giugno con un aperitivo e diverse attività organizzate dall’asd Amici Del Fiume; paddler di tutti i tipi dai canoisti a supper si sono ritrovati per partecipare al rito di apertura e per aggiudicarsi i premi messi in palio dal locale Molo 18. Molti i frequentatori del posto che incuriositi dal movimento apprendono notizie dello sport e delle sue potenzialità. La giornata di sabato è svolta al lago di Avigliana dove il gruppo di paddler si trova a supportare i campionati regionali di nuoto di Salvamento. Il team Bic è un supporto tecnico alla manifestazione, infatti non appena allestiscono la battigia le tavole sono già tutte occupate con attività di fitness, promozione e mini corsi di sup. Il 24 è il giorno di punta della manifestazione, quando tutti i partecipanti si cimenteranno in 2 manche tra uomini donne e juniores. Un ringraziamento particolare va allo sponsor tecnico Bic che ha messo in palio una pagaia in carbonio solo per la finale maschile vinta da Luca Cassolo, team
DI Alessandra Ferrara Anche il team organizzatore dell’Event One ha voluto una tappa nel calendario europeo durante la propria manifestazione e la notizia, trapelata on line qualche settimana fa, ha subito fatto il giro del web. La gara sarà una beach race Eurosupa a tre stelle con 2000 euro in prize money e con circuito di 7 km a M, mentre gli amatori ne faranno solo 3,5. Il tracciato per gli agonisti prevederà una corsa a metà percorso sulla spiaggia sotto gli occhi di tutti. La tappa del campionato Eurosupa sarà valida per il ranking 12.6. La gara si svolgerà domenica 23 settembre: skipper meeting ore 09:00, start ore 10:30. L’Event One crede nella filosofia, nell’entusiasmo, nella perseveranza, nella disciplina e nell’umiltà di chiunque voglia cimentarsi con questa prova in mare aperto e godersi la sensazione di essere in grado di vincere! Questo è il motivo per partecipare al REO, ognuno di noi conosce le proprie capacità e questa è la bellezza dello sport. Questa gara in mare aperto dà a tutti i partecipanti l’opportunità di sperimentare la sfida lungo la costa a nord di Roma. È una sfida di incredibile bellezza che si svolge nella Riserva Naturale di Maccarese.
organizzatore, e ceduta come segno di sportività al secondo arrivato, Francesco Palombella. La giornata prosegue con le prove libere e i mini corsi seguiti dal team organizzatore. Sicuramente un passo in avanti nello sviluppo dello sport e nella sensibilità sportiva. Ci vediamo con la prossima edizione del 2013.
Il 7 luglio 2012 si è svolta la KIBON SUP RACE PRO RICCIONE, tappa riccionese del Campionato Italiano FISURF di SUP. La gara si è svolta durante la grandissima manifestazione della Notte Rosa, il capodanno estivo della Riviera che si svolge tutti gli anni sulla costa romagnola. Tutto il litorale si tinge di rosa, dal tramonto all’alba e 110 chilometri della riviera adriatica dell’Emilia Romagna sono un’esplosione di luci, suoni, immagini, colori, 110 chilometri di concerti, performance teatrali, convegni, mostre, spettacoli, magiche scenografie. Inoltre, essendo il 7 luglio, e cioè il 7/7, il circuito non avrebbe potuto essere che di 7 km! E così, dalla spiaggia del Vela Club Marano di Riccione, scuola Federale di SUP con diversi ISA Instructor, è partito il serpentone degli atleti impegnati a percorrere 7 km di costa romagnola sotto gli occhi curiosi di decine di migliaia di persone. La Notte Rosa infatti è l’occasione di massima visibilità dell’estate per tutta la Riviera. Vengono milioni di persone da ogni parte d’Italia ed ovviamente chi era in spiaggia ha potuto godere di uno spettacolo inconsueto reso ancor più spettacolare dalla tinta delle magliette fornite agli atleti. Infatti tutte le magliette per l’occasione erano di un colore rosa acceso! Sponsorizzate dal famoso brand Happyness - Rock ‘n’ Roll, che ha vestito ed omaggiato tutti i concorrenti con T-Shirt esclusive da lui prodotte in tiratura limitata con i loghi dell’azienda d’abbigliamento e di Kibon, il gruppo organizzatore dell’evento, tutti i paddler erano ben visibili in mare dalla spiaggia. Il via alla gara, iniziata alle ore 11:30, è stato dato dalla dirigente del settore Turismo e Sport del Comune di Riccione, dott.ssa Graziella Cianini. Un minuto dopo la partenza dei racer è stato dato lo start ai concorrenti che gareggiavano con le all-round, staccati di 60 secondi per impedire che si creasse troppa confusione alla partenza degli atleti professionisti. Dopo circa un’ora si è conclusa la gara ed i podi erano i seguenti. RACE MASCHILE 14’ 1) Fabrizio Gasbarro - Fanatic 14’ 2) Guidi Daniele - J. Lewis 14’ RACE MASCHILE 12.6” 1) Codotto Davide - Fanatic 2) Paolo Marconi - J. Lewis 3) Mandoloni Roberto - Fanatic ALL ROUND 1) Flavio Vendramin - Mistral 11,4 2) Sonny Barducci - Naish 12 3) Franco Piccioni - Naish 11,4 (che avendo passato da tempo i 50 anni era felicissimo del piazzamento) ALL ROUND FEMMINILE 1) Cristina Berardi - J.P. 11,8 2) Luna Pellecchia - Bic 10,6 Sono anche stati indetti i podi RACE per gli Juniores, i Senior, i Master e i Gran Master. Oltre alle medaglie gli atleti professionisti hanno ricevuto premi in denaro e per tutti un kit omaggio di Naturhouse, la catena europea che cura l’alimentazione di ben 4 milione di persone. Assieme a Happyness e Naturhouse, diverse aziende di settore tra cui Fanatic, RRD, Neil Pryde e Surfdei hanno esposto i loro prodotti ed hanno fornito diverse decine di premi da estrarre alla bella lotteria che ha seguito le premiazioni. Infine, la giornata si è conclusa nella più tipica ospitalità romagnola con un ottimo pranzo dove non poteva mancare la regina della tavola: la piadina romagnola. A tutti è stato dato l’appuntamento per la prossima gara Kibòn, la KIBON SUP WAVE CHALLENGE, seconda tappa del Campionato Nazionale wave FISURF, che si svolgerà nel mese di agosto al Wind-Surf Club di Cesenatico. Arrivederci quindi ancora una volta in Romagna!
i Gonfiabili
Ecco a voi altri due approfondimenti su un tipo di tavole in cui noi crediamo molto: i gonfiabili. In questo numero vi proponiamo le nostre prove di guida dei gonfiabili delle aziende Hobie e Moki. Vi informiamo che tutte le tavole sono state provate dal nostro team composto da rider esperti, intermedi e principianti; i commenti alle prove in acqua rappresentano la sintesi delle considerazioni di tester di tutte e tre le categorie.
HOBIE GROM-I COSA DICE L’AZIENDA COSTRUTTRICE Il team R&D di Hobie Stand Up Paddle ha lavorato senza sosta per lo sviluppo di una linea di tavole gonfiabili che consenta a tutti l’opportunità di esplorare e sperimentare lo sport. Una tavola gonfiabile piccola per i bambini o per rider leggeri o a caccia di prestazioni e di emozioni forti. Il Grom-I presenta tutte le stesse caratteristiche e prestazioni della gamma gonfiabile, con dei vantaggi in più: leggerezza e velocità di manovra. La dotazione di serie include: sacca, pagaia divisibile in tre pezzi, pompa, manometro e kit di riparazione. LO SHAPE Il buon accostamento di colori rende la tavola a prima vista molto bella, scoop e rocker line molto moderati per una tavola dedicata a bambini e rider leggeri. Il rail uniforme, ma sottile, su tutta la tavola rende il Grom-I uno strumento interessante agli occhi dei rider esperti. Una struttura compatta e solida che nulla toglie alla resistenza e all’affidabilità. IN ACQUA Una tavola che ha i suoi benefici in termini di trasporto; leggera e maneggevole, l’ingresso in acqua sarà un gioco da ragazzi anche per i più piccoli. Potrete entrare in acqua anche lì dove sarà poco accessibile agli altri. Il buon centramento della maniglia e l’ottima bilanciatura dei pesi vi sorprenderanno. Le classiche 5 maniglie della casa Hobie Sup agevolano la salita sulla tavola e, come abbiamo già visto, la rendono accessibile anche a chi risulta poco avvezzo agli sporti acquatici. Il pad posizionato sul 60% della tavola vi aiuterà molto durante le vostre attività marine. IN CRUISING Nonostante sia piccolo e compatto, il Grom-I è una tavola che vi lascerà senza parole, la sua out line moderata e i suoi shape e rail molto paralleli vi permetteranno di poter pagaiare senza problemi. Piccolo, leggero e compatto ma con un effetto row appena accennato e quasi impercettibile, se pensiamo che stiamo parlando di un 8’6”. Il vostro up wind sarà dinamico e stimolante, i vostri traversi veloci e stabili e i down wind divertenti e spinti. Il beccheggio non pervenuto e il rollio inesistente. Ottimo giocattolo per i bambini che non superano i 70 kg. IN WAVE RIDING Anche se la tavola è stata progettata per bambini e rider leggeri, quelli più esperti ne percepiranno le qualità migliori. Il suo shape moderato è sinonimo di velocità di deflusso e planata anticipata, una tavola divertente e all’occorrenza da shore breack e line up. Durante il take off la tavola non accenna a ingavonarsi e la partenza risulta facile e veloce. Potrete effettuare ottimi bottom turn di vari raggi, dal più stretto al più largo; se avete piede anche i cut back potrete farli spinti e con spray alti e da photoshooting. Il passaggio da rail a rail è veloce e intuitivo, il wave è la sua collocazione ideale, se avete piede. La tenuta in parete vi sorprenderà e se vi piace il loose style potrete effettuare anche bellissimi pumping. Ma ricordatevi... se siete bambini che superano i 70 kg dovete cambiare tavola. 32
GIUDIZIO FINALE Un prodotto che ci ha davvero molto stupito in termini di qualità, rifiniture, resistenza e prestazioni. Anche in questa tavola l’azienda non ha lasciato nulla al caso, la struttura interna gonfiata a pressione rende il Grom-I uno tra i gonfiabili più divertenti sul mercato. Se il vostro obiettivo è farci salire vostro figlio è il giusto prodotto in quanto la leggerezza e la resistenza non mancano. Se invece il vostro obiettivo è entrare in acqua negli spot più angusti senza perdere le prestazioni allora non pensateci troppo, state cercando il Grom-I. L’ottima dotazione di serie rende il prodotto ancora più appetibile sul mercato; se voleste cercare un punto di debolezza... potreste dire che manca il leash!
AZIENDA PRODUTTRICE: Hobie Sup • MODELLO: Grom-I • DIMENSIONI: • LUNGHEZZA: 8’6” • LARGHEZZA: 30” • VOLUME: 149 litri • SPESSORE: 4 • PRESSIONE CONSIGLIATA: 10 PSI • TIPO DI TAVOLA: THRUSTER • PINNE IN DOTAZIONE: 3 • MANIGLIA PER IL TRASPORTO: UNA CENTRALE, UNA IN POPPA, UNA IN PRUA, UNA POSIZIONATA SULLA PARTE ANTERIORE SINISTRA E UNA A DESTRA. • TIPO DI ATTACCO PINNA CENTRALE: RIMOVIBILE A INCASTRO • TIPO DI ATTACCO PINNE LATERALI: FISSE • DOTAZIONE: PINNE, KIT DI RIPARAZIONE, PAGAIA SMONTABILE, SACCA E POMPA • ATTACCO LEASH: UNO CLASSICO IN POPPA E UNO SOTTO LA PRUA • RETE PER TRASPORTO: SÌ, IN PRUA • PAD: ¾ DELLA TAVOLA • COLORI DISPONIBILI: BLU E NERO
MOKI TUBE COSA DICE L’AZIENDA COSTRUTTRICE Moki ha deciso di applicare il suo shape 10'x32''x4'' ad una tavola gonfiabile, leggera e facile da armare. Si chiama Tube e si gonfia in meno di due minuti. È stata utilizzata la migliore tecnologia e selezionati i migliori materiali per rendere questa tavola più leggera e più rigida possibile senza trascurare il design, piacevole e funzionale (accessori compresi), che da sempre contraddistingue tutti i prodotti Moki. Questo è il concetto di SUP ad aria (gonfiabile) di Moki. Il reparto R&D by Moki sta lavorando su futuri modelli innovativi tenendo in grande considerazione questa realtà in netta espansione soprattutto nel settore nautico dove i SUP gonfiabili trovano una delle più naturali collocazioni. Lo speciale doppio strato di PVC è molto resistente e la superficie del bottom è simile a una pallina da golf per scivolare meglio sull'acqua. La struttura interna è composta da fitte fibre longitudinali per rinforzare la struttura ed impedire che lo shape si deformi. Il peso della tavola con le pinne è di soli 10,5 kg, il tutto contenuto in un pratico e leggero zaino, con pompa e kit di riparazione. In dotazione anche un pratico elastico portatutto da usare negli appositi anelli in coperta. Questa è davvero la soluzione perfetta per la barca, il camper o la moto. Il primo passo per avvicinarsi al SUP e per prendere le prime onde in pochi minuti.
AZIENDA PRODUTTRICE: MOKI Stand Up Paddle • MODELLO: Tube • DIMENSIONI: • LUNGHEZZA: 10' • LARGHEZZA: 32'' • VOLUME: 165 litri • SPESSORE: 4'' • PRESSIONE CONSIGLIATA: 1.05 bar \ 15 PSI • TIPO DI TAVOLA: thruster • PINNE IN DOTAZIONE: 3 pinne in pvc rigide • MANIGLIA PER IL TRASPORTO: centrale • TIPO DI ATTACCO PINNA CENTRALE: rimovibile a incastro • TIPO DI ATTACCO PINNE LATERALI: rimovibili a incastro • DOTAZIONE: Sacca a zaino, tavola, pagaia regolabile scomponibile in 3 pezzi, super-pump con manometro, kit di riparazione, elastico portapacchi, anello inox per traino a prua e poppa, grooved pad • ATTACCO LEASH: poppa e prua • RETE PER TRASPORTO: si, a prua • PAD: grooved pad Moki, ¾ della tavola • COLORI DISPONIBILI: bianco con pad blu e rifiniture grigio chiaro
LO SHAPE Il Tube ha uno shape di dimensioni compatte, con bordi sottili molto performanti nelle onde. Le pinne sono rigide e della giusta dimensione per manovrare sicuri. Nose generoso e parte centrale solida per garantire stabilità, poppa round tail per migliorare direzionalità e velocità di scorrimento. Per la rigidità ideale va gonfiato fino a 1.05 bar (circa 15 PSI). IL CRUISING Il Gonfiabile Moki colpisce subito per la sua ottima scorrevolezza, molto vicina alle tavole tradizionali in resina. La finitura del bottom ricorda la superficie di una pallina da golf che la fa scivolare al meglio in acqua. Anche i rider più pesanti potranno apprezzare il Tube che si distingue per la sua ottima stabilità. Molto divertente e affidabile, con manovrabilità eccelsa in ogni situazione. WAVE RIDING Il modesto scoop e il rocker accentuato, insieme ai bordi sottili, migliorano la conduzione nelle surfate. Una delle tavole più rigide e compatte grazie al tickness ridotto e all’ottima combinazione dei materiali. GIUDIZIO FINALE Il Tube può essere la tavola per tutta la famiglia. Il suo design elegante la fa distinguere e convince. La struttura interna rende la tavola rigida e molto performante. Qualità e grande attenzione ai dettagli anche per gli accessori come la pagaia vario scomponibile in tre pezzi compresa nel kit che può essere usata sia dai bambini (due pezzi) sia dagli adulti (tre pezzi). È una tavola che vi introdurrà al surf e, se avete la barca, è la tavola da mostrare a bordo per divertirvi e perché no, per intrattenere gli ospiti!
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A LEZIONE DI SUP CON IL
VASCO RENNA
PROFESSIONAL SURFCENTER E LA VDWS INTERNATIONAL Testo e foto di Christian Bartesaghi
Misura della pagaia
Arriva l’estate e la voglia di fare SUP aumenta. Il team del Vasco Renna, uno dei primi centri sul Lago di Garda che ha creduto nel SUP e ne sta promovendo la sua attività anche sul lago, ci aiuta a fare un utile ripasso sui principi fondamentali dello Stand Up Paddle.
MATERIALE Un’attività così giovane si sviluppa molto velocemente ed è per questo che è possibile descrivere solo la situazione attuale. Ecco i dati più importanti.
TAVOLE Le tavole SUP sono misurate in piedi e in pollici: 1 piede = 30,48 cm, 1 pollice = 2,54 cm. Ecco alcune misure per potersi orientare velocemente: 8’0” = 2,44 m 8’5” = 2,59 m 9’0” = 2,74 m 10’0” = 3,04 m 10’4” = 3,15 m 10’6” = 3,20 m 11’4” = 3,46 m 11’6” = 3,50 m 12’0” = 3,65 m 13’0” = 3,96 m 14’0” = 4,26 m 15’0” = 4,57 m
CLASSIFICAZIONE DELLE TAVOLE Tipo Allround
Wave
Utilizzo Principianti – Avanzati Cruising + Tour Lago, fiume, costa Onda
Planata Race
Gare e longdistance
Tour
Lunghezza 10 – 12 3,00 – 3,50 m
Larghezza 30” – 32” 70 – 95 cm
8 – 9’5” 2,40 – 2,80 m 12’0” – 15’0” 3,6 – 4,6 m 11’0” – 14’0” 3,30 – 4,30 m
26” – 32” 70 – 95 cm 27” – 30” 66 – 76 cm 30” – 37” 70 – 90 cm
Passeggiate sui fiumi o sottocosta, escursione e gite di più giorni, trasporto bagaglio Sui fiumi sono indicati SUP gonfiabili e PE (sono più pesanti ma più resistenti).
LA NOMENCLATURA PIÙ IMPORTANTE Tavola: prua, poppa, asse longitudinale, asse trasversale, lato destro, lato sinistro, presa/incavo per trasporto, Leash, pinnetta Pagaia: oliva, pala (cucchiaio – dorso), manico.
MATERIALE PAGAIA • Pagaie in fibra di carbonio facilitano e migliorano la tecnica (velocità di cambio e pagaiata più efficiente) e l’equilibrio, sono però anche più costose. Peso ca. 600 – 700 gr. • Pagaie di alluminio sono indicate per i primi passi. Peso 1.100 – 1.200 gr. • Pagaie in fibra di carbonio misto vetroresina pesano ca. 650 – 800 gr. • Per l’utilizzo in scuola e noleggio si consigliano le pagaie vario con lunghezze tra 170 – 210 cm. 34
• Troppo corta: scarsa efficienza, la pagaia non può venire immersa sufficientemente avanti e in profondità. Inoltre si ha uno scarso livello d’apprendimento, carico errato della schiena causato da un suo piegamento. • Troppa lunga: scorretta leva, quindi tecnica non corretta. Anche qui scarsa efficienza tecnica, poiché la mano deve venire spostata dall’oliva (impugnatura) per afferrare la pagaia più in basso. La pagaia non affonda sufficientemente in acqua. • In acque medie - basse la lunghezza ottimale è di 15 -25 cm più l’altezza del surfista, in onda 15- 20 cm. Il manico deve arrivare fino alla spalla. Miglior efficienza poiché la pagaia può venire affondata sufficientemente in avanti e la pala si trova immersa completamente. • Lunghezza della pagaia ottimale si ha quando la pala si trova completamente sott’acqua senza doversi piegare o alzarsi più del dovuto. • Regolazione: girare la pagaia con l’oliva per terra, la pala deve iniziare appena sopra la spalla. Oppure quando la pala si trova per terra, l’oliva può essere afferrata senza dovere iper-tendere il braccio. La pagaia Vario é una valida scelta per gli inizi, una volta trovata la lunghezza ideale, si consiglia di acquistarne una fissa. Attenzione: se i fori del sistema di bloccaggio non sono stagni, le pagaie affondano e vanno perse.
TECNICA D’IMPUGNATURA DELLA PAGAIA • Corretta posizione della pala: piega in avanti = migliore propulsione e spinta verticale. • Errato: piega all’indietro = la tavola viene schiacciata verso l’acqua. • Le mani devono essere posizionate sufficientemente distanti tra loro, la mano superiore afferra l’oliva dall’alto verso il basso mentre la mano inferiore afferra il manico trasversalmente dal davanti. • Misure: mettersi diritti sulla tavola, afferrare l’oliva con la mano superiore e allungare la pagaia verso prua come quando si affonda, mantenendo la schiena diritta. Ora la mano inferiore afferra la pagaia in posizione comoda sul manico. • Generalmente la presa è più larga delle spalle. In onda la presa si allarga ancora di più.
TECNICA DI TRASPORTO • Orientarsi rispetto al vento: con vento forte, trasportare la tavola con la prua rivolta verso il vento. In assenza di vento a vostro piacimento. • Tecnica più semplice: stando di fianco alla tavola inserire le dita nell’apposito incavo ed sollevare la tavola, in posizione di equilibrio, senza piegare la schiena lateralmente e mantenendo il braccio teso (aspetto salutare). • Con i bambini portare la tavola in due, poiché le loro braccia sono troppo corte e deboli.
braccia, alzarsi in piedi mantenendosi centrali rispetto all’asse longitudinale e trasversale. Sguardo rivolto verso prua e busto flesso in avanti. • In acqua alta salire lateralmente prima con le braccia e poi inginocchiandosi, dopodiché come sopra. Aiutarsi sbattendo i piedi. • Scendere: dalla posizione eretta sedersi per scivolare così in acqua. • Attenzione a scendere la dove il fondale è basso. • Consigliabile: scivolare prima con le ginocchia. • Per girare la tavola capovolta, spingere e tirare appoggiandosi con il busto sullo scafo.
TECNICA BASE DI PAGAIATA
POSTURA
• Piedi paralleli un po’ più larghi delle spalle. Flettere leggermente le ginocchia e scioltezza di caviglie per assecondare il movimento della tavola. Busto e sguardo rivolti in avanti. Posizione centrale sull’asse longitudinale e trasversale e vicino all’incavo per il trasporto. • Variante: posizione dei piedi disassata (Surfstance) vantaggiosa in acque agitate, nell’attraversamento delle onde, surfando l’onda e su tavole piccole. • In acqua piatta posizione avanzata per sollevare la poppa/pinnetta.
SALIRE E SCENDERE
• Portare la tavola in acqua fermandosi la dove la pinnetta ha un pescaggio sufficiente e salire dal lato. Dapprima in ginocchio e poi, con l’aiuto delle
La pagaiata consiste in 3 fasi: • attacco (pala in acqua) • passata in acqua (trazione) • estrazione o svincolo (recupero pala) 35
ATTACCO Si affonda la pala completamente mantenendo il manico della pagaia il più verticale possibile e portandolo in avanti tramite una rotazione delle spalle. Le braccia rimangono distese e il busto si inclina molto in avanti.
PAGAIATA AD ARCO Per girare o correggere la rotta, immergere la pagaia quasi davanti alla prua e farla passare quasi fino alla poppa.
SPOSTAMENTO LATERALE PASSATA Facendo trazione sul manico, fare passare lateralmente la pala fino all’altezza del corpo. Eventualmente fermarsi anche prima. Una ritardata fuoriuscita della pala dall’acqua disturberebbe il flusso laminare creatosi intorno ad essa, trasformando la propulsione in una spinta in basso. ESTRAZIONE Estrarre la pala, dopo aver terminato la passata, e portarla nuovamente in avanti sfiorando l’acqua. Con un ulteriore impulso rotatorio durante la fase di estrazione, come nel Kajak, si ottiene una migliore direzionalità dovuta ad una controsterzata.
Per avvicinare la tavola alla pagaia immergerla parallela alla tavola e avvicinarla tirandola a se. Attenzione: mantenere la pagaia centrale rispetto alla tavola.
ROTAZIONE Davanti = la prua ruota avvicinandosi alla pagaia Dietro = la poppa ruota avvicinandosi alla pagaia
SICUREZZA
CONSIGLI PER LA PAGAIATA • Per evitare una traiettoria a zig-zag, cercare e puntare un punto di riferimento. • Cambiare con la pagaia il lato della tavola prima che la tavola si allontani troppo dalla rotta prestabilita. • Cambio lato: le braccia vengono invertite incrociandosi e sono le mani inferiori che si passano il manico della pagaia tra loro. • In presenza di vento, onda e corrente un cambio di lato può risultare superfluo. • Una pressione sul lato sul quale si pagaia stabilizza la direzione aumentando la resistenza della tavola in acqua. • Evitare l’effetto pendolo della pagaia, ma bensì spingerla all’indietro.
MANOVRARE • Pagaiata laterale sul lato esterno della curva fino a portarsi sulla rotta prescelta. La rotazione può venire supportata spostando il peso verso poppa lato curva interno. • Inoltre con una pressione opposta alla direzione che si vuole raggiungere, si facilita la rotazione. • Il piede anteriore scivola vicino all’asse longitudinale – non portare il peso sul bordo esterno curva. • Pagaiata inversa: affondare all’altezza dei piedi la pagaia e spingerla in avanti. • Una curva stretta si ottiene con una pagaiata inversa che termina sul lato opposto dove si è immersa la pagaia e passando davanti alla prua. 36
• La lunghezza del leash corrisponde a circa la lunghezza della tavola. • Sui fiumi utilizzare leash con un meccanismo di sgancio (p.es. fissarla ad una cinta) o evitare il loro utilizzo, ed indossare indispensabilmente salvagente e scarpette.
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© Daniele Mei Leonard Nika, vincitore della manifestazione si diverte in wave. © Emanuela Cauli
Italia Surf Expo 2012. © Manolo Greco
13, 14 e 15 luglio i giorni caldi… in tutti i sensi, un po’ per l’arrivo di Minosse a rendere incandescente l’atmosfera, perché ormai l’evento è da data rossa sul calendario, uno di quegli appuntamenti che si prendono mesi prima sull’agenda per essere certi di non mancare. Tra i tanti motivi del successo uno di essi è la location, la splendida spiaggia di Santa Severa, sotto le mura del Castello medievale Odescalchi che rende il paesaggio magnifico e caratteristico e quest’anno anche un movimento ondoso che ha dato vita ad una edizione epocale. Una vera cartolina arricchita da tantissimi colori, dalle tante persone, dalla scenografia che si arricchisce ogni anno di nuove attrezzature. Tantissime le attività di quest’anno, Surf, Sup, Windsurf, Vela, Indoboard, Skateboard, Bug Jump, ma anche sfilate con splendide modelle in bikini, feste in spiaggia nelle lunghe notti dal venerdì alla domenica, corsi di surf rescue, dj set che hanno fatto vivere la spiaggia ventiquattrore no stop! Tutto questo è stato possibile grazie all’impegno costante del patron del Surf Expo, Alessandro Marcianò, surfer locale, che ogni anno stupisce con progetti
sempre più impegnativi e innovativi per raggiungere altissimi livelli nell’organizzazione. Fondamentale il supporto della Regione Lazio, della Provincia di Roma, con la presenza dell’Assessore allo sport Patrizia Prestipino, e del Comune di Santa Marinella a cui vanno i dovuti ringraziamenti per aver permesso non solo lo svolgimento della manifestazione ma anche l’utilizzo di strumentazioni e attrezzature d’avanguardia. Quest’anno infatti il beach village di Santa Severa si è arricchito di un allestimento ancora più imponente, un sistema originale di illuminazione a sfere poste fino a 7 metri di altezza, ideale per i beach night party e per le attività con il winch! Molto caratteristiche le opere originali dei giovani talenti della Surf Art che insieme alle foto e ai video sulla salvaguardia dell’ambiente marino di Sea Shepherd hanno trasmesso alla manifestazione un aspetto innovativo e più attento alla natura. La grandezza del Surf Expo traspira anche dalla capacità di svincolarsi dal ristretto ambito della maggior parte delle manifestazioni surfistiche limitate a 39
© Emanuela Cauli
© Daniele Mei
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un movimento di nicchia ma coinvolgendo un pubblico vastissimo e partner non settoriali tra le quali aziende multinazionali. Diverse sono infatti le aziende che, ogni anno, certe di un grande successo di pubblico, scelgono la kermesse per sponsorizzare i propri prodotti e per presentare la propria immagine. Main sponsor dell’evento, infatti, sono stati Ford con il nuovo pick up Ranger presentato in anteprima grazie ad un entusiasmante test-drive, anche Vodafone, sponsor anche del beach party di sabato, con il concorso “istant win” con in palio 10 tavole da surf personalizzate e autografate da campioni nazionali ed internazionali. Presente per il secondo anno Acer con l’ultrabook, il notebook più sottile e veloce al mondo. Gruppo Campari con il Rhum Santa Teresa che si è occupato della preparazione di originali cocktail, la birra Dab che ha reso lo sfondo della manifestazione ancora più spettacolare con l’open bus a due piani, Red Bull con i suoi allestimenti esclusivi e fornitrice ufficiale dell’energia necessaria per affrontare le fatiche del caldo, la 20th Century FOX con la presentazione del nuovo film “La leggenda del cacciatore di vampiri” e il Gruppo Sanpellegrino che si è occupata del beverage. Ampio spazio per lo shopping con marchi del settore come Hot Buttered, Cool Shoes, Skull Candy, Emu Australia, 69Slam, Oakley, Hobie, Hinano, Kialoa, Paddle Surf Hawaii, Wakekiki, Sector9, Citybeach boradshop, Wall Ride, Fabio Giacomini design, Le Ragazze, Darko, Fabbrica delle Idee, Enjoy your surf, NoveNove e Reef che hanno letteralmente riempito la spiaggia con stand coloratissimi e offerte davvero vantaggiose. Presentati anche le originali tende gonfiabili della X Gloo, utilizzate come media center a disposizione dei media partner presenti coma SupTime e Funboard. Come tutte le manifestazioni surfistiche che si rispettano non poteva mancare l’angolo dedicato ai viaggi alla ricerca dell’onda perfetta grazie alla presenza della Tap Portugal e della Kings Holiday, presentate le destinazioni top a cui ogni surfista prima o poi deve visitare. Dulcis in fundo partner ormai collaudata del Surf Expo, Radio 105 Network che ha affiancato l’animazione della spiaggia con l’invio delle ormai “mascotte” Kris & Kris. Altro partner della manifestazione la Ducati che ha organizzato test drive oltre a presentare i nuovi modelli rispettando in pieno il beach-style dell’evento. I tre giorni no stop dell’evento sono stati caratterizzati da tantissime attività, lezioni di surf e windsurf, esibizioni di winch e gara di stand up paddle e le troupe TV del TG3, ma andiamo con ordine… La prima giornata, venerdì 13 luglio, è stata a sfondo Rock con musica a tema e animazione a tener viva la spiaggia. La leggera onda nello spazio antistante Santa Severa ha richiamato in acqua tutti i rider, con tutta l’intera Starboard Academy e la Rip Curl School of Surf che in pieno stile surfistico hanno approfittato fino al tramonto delle condizioni marine per divertirsi e “riscaldare” un po’ i motori. Nel tardo pomeriggio è stata la volta delle sfilate
Giodano Capparella. © Daniele Mei
con il bikini fashion show e le ragazze ISE-Girls fornite da Le Baccanti model agency e a fare da sfondo l’adrenalina pura del bug jump, tanti i coraggiosi pronti a lanciarsi da una piattaforma mobile dall’altezza di 12 metri. La serata è continuata con il Winch contest in cui gli atleti si sono sfidati ad altissima velocità nei trick più spericolati per aggiudicarsi la nuovissima Hero 2 Go Pro! Dopo una nottata di musica, gente, divertimento e cocktail è partita la seconda giornata del Surf Expo, 14 luglio 2012. La giornata calda con un po’ d’onda è stata caratterizzata da tante attività. Lezioni di surf da parte della Rip Curl School of Surf, lezioni di windsurf della XRay Windsurf Academy di Raimondo Gasperini, terzo nel campionato italiano wave nel 2012 e corsi di SUP tenuti da istruttori qualificati della Starboard Academy Nicola Abatescianni e Beppe Cuscianna. Altro appuntamento fisso nelle edizioni del Surf Expo è stato l’indoboard contest quest’anno però con una marcia in più, la presenza di Hunter Joslin, il suo inventore e special guest di questa edizione. Nel pomeriggio sono intervenute le troupe del TG5 e del TG2 per documentare questo grande ritrovo intervistando i personaggi principali. Si è svolto anche un incontro con gli operatori del settore per le procedure di base del sup rescue in mare, una pratica di salvataggio che sfrutta la tavola da sup come base d’appoggio per il soccorso di persone in difficoltà. La musica a tema della seconda giornata è stata genere elettro/house ed ha accompagnato gli irriducibili fino alle prime luci dell’alba grazie al Vodafone beach party tra migliaia di gadget esclusivi e braccialini luminosi. Domenica 15 luglio, terza e ultima giornata dell’evento ma soprattutto giorno importante per tutti gli atleti impegnati nella gara di SUP. Grande partecipazione per la Beach Race “3 stelle” Eurosupa in cui gli atleti più agguerriti d’Europa si sono sfidati in un percorso di 7 Km a slalom su 6 boe e un giro in spiaggia per gli atleti race a metà percorso. Un valore aggiunto, lo ha guadagnato il contest di Sup all’Italia Surf Expo, visto che da quest’anno la tappa è entrata a far parte del campionato Eurosupa con un montepremi che ammonta a 2.000,00 euro messo in palio da Starboard e gli ambiti soggiorni presso le strutture della Surf To Live che da 3 anni è partner ufficiale dell’evento. Per chi non lo ricordasse al Surf Expo è stato disputata la prima gara race sup in Italia nel lontano 2008. Un tracciato studiato a tavolino dagli organizzatori e con un pizzico di fortuna hanno realizzato una delle tappe più divertenti mai disputate fino ad ora. 3 boe Red Bull a circa 650 metri dalla riva e 3 boe Starboard sotto riva a circa 50 metri dalla battigia sullo shore break, che hanno regalato momenti spettacolari sotto riva di fronte ad un pubblico divertito e partecipe. Infatti un leggero movimento ondoso ha fatto si che le tre boe sotto riva diventassero tecniche, difficili ma soprattutto divertenti. Tutti in linea sulla linea di partenza in spiaggia e al suono di tromba tutti i partecipanti si sono lanciati in acqua per darsi una delle battaglie più epiche della storia del sup sotto le attente riprese della troupe di Rai Sport. A guidare il gruppo è Leonard Nika team Starboard, seguito dal compagno di squadra francese
Leonard Nika. © Emanuela Cauli
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Il team Starboard vi aspetta per il prossimo ISE.
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Il podio della 12’6’’ con Kris&Kris. © Manolo Greco
Gaetan Sene, mentre in terza posizione c'è Giordano Capparella team Hobie Sup, in quarta posizione troviamo un altro personaggio conosciuto in Europa, Fabrizio Gasbarro team Fanatic. Quinta e sesta posizione per Daniele Guidi e Paolo Marconi team Jimmy Lewis, mentre in settima posizione ritroviamo Pietro Fazioli con sotto i piedi una tavola Starboard. Accanto alla sfida tra titani si sono messi in gioco anche tanti amatori che hanno voluto provare l’ebbrezza di una competizione surfistica accanto ai nomi illustri ma eseguendo un percorso più breve su una distanza pari esattamente alla metà del circuito per i race. Il vincitore della tappa della beach race è stato il campione indiscusso Leonard Nika (Starboard), seguito da Gaetan Sene (Starboard) e Giordano Capparella (Hobie), mentre per le donne ottime le prestazioni di Silvia Mecucci (Jimmy Lewis), Roberta Mariani (Starboard) Paola Perrone (Starboard), da non dimentica la presenza di Claudio Nika che si ritrova nono in classifica ma primo nella categoria Juniores. Anche Eolo e Nettuno hanno voluto dare il loro contributo alla manifestazione regalando l'ingresso del maestrale che ha fatto subito entrare in acqua i migliori rider per una espression wave d'elite tra surf, sup e windsurf. La serata si è conclusa con un raggae party suonato dai Centrale Sound System e con l’arrivederci da parte di tutti al prossimo anno. La quindicesima edizione dell’Italia Surf Expo è già in cantiere e siamo sicuri che non smetterà di stupire quindi segnate sul calendario… dai rumors si vocifera che se sopravviviamo alla profezia Maya... sarà la MAYA EDITION...
CLASSIFICA UOMINI 12.6 1 Leonard Nika 2 Gaetan Sene 3 Giodano Capparella 4 Fabrizio Gasbarro 5 Daniele Guidi 6 Paolo Marconi 7 Pietro Fazioli 8 Ricardo Havershmiat 9 Nicola Abatescianni 10 Giuseppe Cuscianna 11 Marco Moroni 12 Giovannino Glorio 13 Gianluca Gafforio 14 Emiliano Mignani 15 Paolo Spinelli
Starboard Starboard Hobie Sup Fanatic Jimmy Lewis Jimmy Lewis Starboard Starboard Starboard Starboard Jimmy Lewis Fanatic Fanatic Pa Huna Hobie Sup
L’organizzatore Alessandro Marcianò in buona compagnia.
CLASSIFICA 14 UOMINI 1 Salvatore Calso 2 Antonio Kodrinas
Starboard Starboard
CLASSIFICA JUNIORES 12.6 1 Claudio Nika 2 Indro Spinelli
Starboard Hobie Sup
CLASSIFICA 12.6 DONNE 1 Silvia Mecucci 2 Roberta Mariani 3 Paola Perrone
Jimmy Lewis Starboard Starboard
CLASSIFICA AMATORI/ALL ROUND 1 Riccardo Catarci 2 Antonio Turturro 3 Davide Bonsignore 4 Guido Virgulti 5 Gianmatteo Cau 6 Mario Lombardi 7 Maria Nika 8 Roberto Pelati
Hobie Sup Starboard 99 Custom Board Starboard Jimmy Lewis Starboard Starboard Hobie Sup 43
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Chiunque vorrebbe fare due diversi downwinder in una giornata sola, in direzioni opposte peraltro! Dopo aver lasciato le macchine ai parcheggi, ci vuole un bel po’ per riuscire a pianificare come tornare al punto di partenza, non potendo andare controvento e facendo fatica a trovare un passaggio con una tavola di 9 piedi come bagaglio. Qui al Lago di Garda questo problema non esiste. È come un sogno divenuto realtà. Puoi partire da un punto, la mattina, facendo un downwinder fino a dove vuoi, aspettando che poi il vento giri verso mezzogiorno e fare un altro downwinder, in senso opposto! Così torni al punto di partenza facendo pochissima fatica. Solo qui al Lago di Garda ci sono queste condizioni da sogno che ti permettono di fare un viaggio completo in downwind. Situato nel Nord Italia, il Lago di Garda è il lago più grande della penisola. Durante i mesi estivi i venti termici lavorano con la precisione di un orologio svizzero, ogni giorno. La mattina il vento fresco dalle Alpi viene incanalato tra le strette montagne, spirando da nord a sud. Partendo la mattina presto si può sfruttare il forte Peler. Il Lago di Garda, da nord a sud, è lungo circa una cinquantina di km. Si può quindi fare un downwinder di una quindicina di km, come riscaldamento, per poi fare ritorno da sud verso nord quando il vento gira. Oltre ai termici, il Lago di Garda offre dei paesaggi magnifici, essendo circondato da montagne su entrambe le coste. Ci sono dei piccoli villaggi arroccati sui ripidi pendii, con qualche castello che domina l’intero paesaggio. Durante la mattina puoi remare quanto vuoi, per poi fermarti in qualsiasi paesino tu voglia. Ti conviene quindi sceglierne uno con un bel bar dove prendere un caffè o un cappuccino mentre aspetti che il vento giri da Ora per tornare verso nord. Riprenditi e rilassati godendoti lo spettacolare paesaggio, prima di partire per un altro downwinder in senso opposto. Non ci sono tanti posti al mondo che possono garantire questa combinazione di elementi per fare un’impresa simile. Penso che si potrebbe perfino coniare un nuovo termine per questo tipo di session, un “RoundWinder”. Ho già parlato con la comunità locale e li ho incoraggiati a muoversi per cercare di organizzare un evento di SUP qui al Lago di Garda. Al momento la comunità di SUP è piuttosto piccola, ma c’è un’ampia comunità di sport acquatici, composta da windsurfer, kiter e marinai che girano in zona da decine di anni ormai. Il Lago di Garda può aggiungere il SUP alla lista degli sport acquatici che si possono fare nei suoi spot, che offrono tutti un paesaggio assolutamente mozzafiato. 46
Nome: Chase Kosterlitz Data di nascita: 25.07.1986 Residenza: St. Pete Beach, Florida Migliori risultati: - I Lost Mills International SUP Race 2012 - III Long Distance Beach Race St. Maxime/France 2012 - II Carolina Cup 2012 - I Florida State Champs 2012 - SUP World Champion 14’ class 2011 - I Paddle Royal San Juan SUP Cup 14’ class - I 14´ft class Battle of the Paddle California 2011 - I 14’ ft class Hennesseys World Champs CA 2011 - I Florida State Championships 2011 - I Gulf Coast Championships 2011 - I East Coast Championships 2011 - I Paddle For Humanity 2011 - I Paddle Royal Puerto Rico 2010 - II Carolina Cup 2011 - II Gulf Coast Championships, Florida 23.05.2010 - III Battle of the Paddle 10 mile 12’6 division, Hawaii 13.06.2010 Come hai iniziato a fare SUP? Ho iniziato a fare SUP circa 4 anni fa. Sono stato insieme ai miei amici tra i primi paddler nella zona di Tampa Bay. Ho iniziato l’anno scorso a fare le prime gare e mi sono subito innamorato della disciplina del Race. Ho anche insegnato kite negli ultimi 5 anni. Se c’è vento faccio kite, se ci sono le onde vado in surf, e quando c’è piatto mi alleno per il SUP Race. Altri sponsor oltre a Fanatic: Kaenon Polorized, Quick Blade, Future Fins, Garmin, ION.
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Down wind con il Peler nelle vicinanze di Navene.
Il Lago di Garda è un paesaggio davvero eccezionale per remare a bordo del mio nuovo Fanatic Ray! Questa session è stata davvero speciale per me, andando a esplorare il lago per la prima volta, scivolando sull’acqua liscia, dolce e fresca, per poi fermarmi a gustare un ottimo gelato italiano, senza dover nemmeno trovare parcheggio ☺. Che spettacolo! La Ray mi ha permesso di scivolare tranquillamente alla scoperta delle coste inesplorate, remando più a lungo e coprendo maggiori distanze con la massima stabilità e il minimo sforzo. Essendo solitamente in posti piuttosto ventosi per fare kitesurf, con la Ray posso remare morbidamente anche con acqua choppate e quando il vento aumenta! È la tavola assolutamente perfetta per esplorare qualsiasi spot, in qualsiasi condizione, permettendo anche ai rider novizi di cominciare a fare racing, tanto la tavola è così stabile che ti puoi perfino mangiare un panino mentre remi, senza aver paura che si bagni, lasciando gli altri sulla coperta della tavola. È così leggera e manovrabile che perfino i miei genitori ed i miei amici l’ hanno già provata! Il problema è che una volta provata, non vorrai più ritornare a riva!
Nome: Kirsty Jones Residenza: Galles/UK Discipline preferite: Waves - kiting, SUPing, surfing! Migliori risultati: 3x World Kitesurf Wave Champion 2x Master of the Ocean Champion 4x British Kitesurf Champion Spot preferiti: Gnarloo West Oz, West Ireland, Madagascar... Tavola Fanatic preferita: ProWave 9´2, la adoro! Manovra preferita: “A clean, green barrel please!” Come hai iniziato a fare SUP? Ho iniziato a fare windsurf quando avevo 16 anni, poi kite e ora SUP! È ottimo per le giornate non ventose. La tua migliore giornata di SUP nella tua vita? Ho avuto tantissime giornate memorabili sia con il windsurf, con il kite e con il SUP. Probabilmente una delle migliori con il SUP è stata di recente a casa mia in Galles sotto la penisola di Gower, una soleggiata giornata invernale con onde pulite e alcune foche a condividerle con me. Era la prima volta in acqua dopo il mio infortunio al ginocchio, e quando ho realizzato che potevo di nuovo rialzarmi sulla tavola, surfare e godere dell’Oceano mi sono sentita davvero molto bene! Altri sponsor oltre a Fanatic: North, ION, Animal, Breathe Unity, Ortema Il tuo obiettivo? Surfare onde sempre più grandi e aiutare a mantenere pulito l’Oceano per restituirgli in parte quello che mi ha regalato.
Il meeting Boards&More di Navene è stato organizzato in collaborazione con il KiteSegnana e il Kite Club Malcesine, con il patrocinio del Comune di Malcesine.
Slogan? Azione, non parole! 49
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DA MAUI A TAHITI Ho cominciato a interessarmi e ad essere molto motivato a partire per uno di questi viaggi verso Tahiti mentre ero a Maui, durante il photoshooting JP, in quanto mi sono reso conto che erano davvero presi e volevano spingere al meglio la loro nuova gamma di tavole da SUP. Il range si è allargato parecchio ed è diventato molto più tecnico e specifico, quindi ho pensato, tanto per cambiare un po’ disciplina, di fare una gara di SUP. Normalmente sono completamente sommerso da tutti i miei impegni in windsurf, ma dato che quest’anno, sfortunatamente, la tappa di Capo Verde è stata annullata, non avrei neanche dovuto partecipare a degli eventi promozionali a cui ho preso 52
parte negli anni precedenti, e quindi ecco che avevo un po’ di tempo libero. Maggio, per me, è stato un mese davvero rilassante e divertente, e una possibilità di trasformare il mio sogno di andare finalmente a Tahiti ed infilarmi in quei perfetti tubi cristallini con la mia tavola da SUP. La decisione è stata un po’ sofferta in quanto, durante la mia ultima settimana a Maui, ho spinto troppo in windsurf e ho veramente rischiato di rompermi il ginocchio atterrando male da un salto! Ho avuto una microfrattura ossea e un stiramento ad entrambi i crociati, anteriore e laterale, e avevo solamente due settimane per rimettermi prima di partire per Tahiti. Il mio dottore ha quindi deciso di farmi le infiltrazioni di cortisone per accelerare il processo di
guarigione, ma il suo consiglio principale era di dimenticarmi completamente questo viaggio e di lasciare al mio corpo il tempo di cui aveva disperatamente bisogno. Io però ero già così preso dell’idea che questo viaggio sarebbe stato magico che ho comunque deciso, rischiando tantissimo, di partire per Tahiti, sebbene avessi dovuto realizzare la mia tavola sup gun in una sola settimana, fare 3 sessioni di fisioterapia al giorno, tutto di fretta, ma ora mi rendo conto che ne è valsa veramente la pena, ed ho fatto davvero bene a venirci!
IL CONTEST Dallo spot di SAPINUS mi aspettavo davvero tutt’altro. Durante le ultime due
edizioni del contest in questo spot, le condizioni sono state assolutamente epiche, con onda grossa e direzione perfetta. Durante quei giorni della gara, però, era tutto completamente diverso dalle edizioni precedenti. Le onde erano davvero difficilissime da surfare, specialmente quando è piccolo, ma è così che funziona con le gare, si prende quel che arriva… Sono stato comunque contento di essere riuscito a passare i trials, entrando tra i rider dell’evento principale. Sfortunatamente dopo poco non sono riuscito a mantenere il ritmo e sono uscito, ma tutto questo è stato solo il contorno una volta che ho scoperto TEAHUPOO e la sua perfezione assoluta! Tutte queste foto sono state fatte a Teahupo’o, e ci tengo 53
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veramente a ringraziare il mio amico Ivan Floater che, perfino in vacanza, è riuscito a trovare il tempo di venire per scattare queste bellissime foto durante delle session assolutamente eccezionali. Un ringraziamento particolare anche a Baptiste Gossein e al suo amico Mike che sono rimasti pazientemente seduti sulla barca nel canale per trovare l’angolo migliore per le foto ed anche tutti i miei amici brasiliani che erano con me sul picco (CAIO VAZ, IAN VAZ, LECO, PICURUTA SALAZAR, EMERSON ED ANDRE). Le due settimane che ho trascorso a Tahiti sono state eccezionali, ma quei 4 giorni a Teahupo’o sono stati la ragione per cui sognavo di venirci da tempo, ed era proprio come me l’ero immaginato. Finalmente sono riuscito a prendere un enorme tubo con la mia tavola da SUP.
TEAHUPO’O Ero piuttosto spaventato all’idea di entrare in questo spot, ma più che paura era proprio ansia, perché sentivo la pressione sul picco. Essendo su un SUP, tutti i surfisti sono più profondi sul picco ma anche molti più nell’inside, quindi non sei mai sicuro se andare o no, in quanto non sai se finirai per tagliare fuori qualcuno! Durante lo swell del 4 giugno non stavo più nella pelle ma mi sono imposto di restare calmo e di portare pazienza, in quanto lo swell era molto occidentale e c’erano dei set veramente grossi che entravano senza il minimo preavviso. Una sola onda sbagliata e il sogno si sarebbe sicuramente trasformato in uno dei miei incubi peggiori. Ho optato per un prototipo di una JP Australia realizzata da Werner Gnigler,
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una GUN 9'3", con un remo con maggiore superficie in modo da creare maggiore portanza e partire il più velocemente possibile su queste onde per riuscire ad arrivare alla base prima di venire lanciati in aria. Ho visto perfino dei bodyboarder venire catapultati dal lip, quindi il timing è davvero essenziale. Ho anche indossato la mia muta speciale da TowIn della Mormaii, in modo da galleggiare più facilmente. Durante questo viaggio ho preso il mio primo vero e proprio tubo con il SUP. Devo però dirti che una volta che cominci e decidi di prendere il tubo, non puoi più fare nient’altro, se non cercare di uscire con tutto te stesso. A volte, riguardando le foto, sembra che non sia profondo quanto pensavo, ma si sa che in acqua è tutta un’altra cosa e tutto è più 56
grosso, veloce e soprattutto pericoloso! Penso che per surfare a Teahupo’o non serva essere un ottimo surfer, alla fine tecnicamente stai solo tenendo una linea dritta, ma la scelta dell’onda giusta e la consapevolezza di dove e come posizionarti sul picco fanno veramente la differenza e, specialmente nei giorni grossi, questo può veramente fare la differenza. È impressionante quanto velocemente quest’onda risucchi l’acqua dal reef, lasciandolo quasi completamente a secco! Il posto in sè è assolutamente eccezionale e magnifico, con un’ottima atmosfera, e i surfisti locali sono davvero rilassatissimi. Loro sì che vivono secondo il vero spirito dell’Aloha, sia in acqua che fuori. Alex Decian, rappresentante locale di JP e Neil Pryde a Tahiti, mi ha
accolto come se fossi un re, e sebbene non ci fossimo mai incontrati prima, mi ha accolto con una collana di fiori e mi ha portato a casa come un membro della sua famiglia. Anche Raimana è un ottimo rider in acqua e un esempio da seguire, in quanto rappresenta il prototipo del local perfetto. La gente come lui, ha bisogno di essere rispettata per rispettarti, e cerca sempre di mantenere vibrazioni positive in acqua, in un’atmosfera rilassata, incoraggiandoti e spingendoti a prendere onde sempre più grosse e pulite. Devo dire che sono veramente rimasto colpito dalla gentilezza e dal pacifismo dei surfisti tahitiani, sono veramente anime connesse con l’Oceano… Ora capisco perchéBaptiste Gossein e altri suoi amici abbiano deciso di trasferirsi
qui definitivamente. Sono rimasto davvero sorpreso dall’atteggiamento dei surfisti hawaiiani a Tahiti, perchè, tanto per cambiare, erano gli unici a provocare tensione e malumore sul picco, con le loro solite bravate e scene da bulli di quartiere. Spero che i tahitiani non prendano esempio da loro, perché è così che dovrebbe essere l’atmosfera in acqua, proprio come qui a Tahiti… TAHITI è stata per me una di quelle occasioni irripetibili, in cui avevo una sola possibilità di successo, e se non fossi andato quest’anno, non ci sarei più andato. È stato anche l’unico evento di SUP a cui abbia partecipato, ma probabilmente l’anno prossimo parteciperò anche a quello ad IBIRAQUERA in Brasile, che è proprio il giardino di casa mia! ALOHA - KAULI SEADI 57
INFO UTILI SU TAHITI DI Baptiste Gossein Il periodo migliore per il surf dura a Tahiti quasi tutto l’anno, per il windsurf invece, e per i big swell, il periodo migliore è quello compreso tra giugno e settembre. C’è un windsurf club “Mottu Martin”, vicino alla città, dove c’è vento molto spesso! Questo è il miglior spot dell’isola per i rider di livello intermedio. Se però siete alla ricerca di onde più radicali dovete dirigervi con la macchina verso Mara (circa 30 minuti), oppure superare Teahupo’o, al massimo un’ora di strada in più. In città potrete trovare diversi hotel turistici, nelle vicinanze di Teahupo’o invece c’è una pensione molto carina dove poter soggiornare chiamata “Pension Chayan”.
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Sulla destra della Marina di Teahupo’o è il posto dove dovete andare se volete fare surf e windsurf nello spot di questa parte dell’isola! Per noleggiare una macchina troverete in città tutti i più comuni rent a car come Avis, Hertz etc… Ma dovete sapere che il costo per una macchina è di circa 100$ al giorno, un po’ costoso… Il costo della vita a Tahiti è caro! Per quanto riguarda le condizioni, generalmente per fare SUP a Tahiti negli spot wave dovete avere raggiunto un buon livello, in quanto il più delle volte le onde rompono su reef poco profondi, con bolle e tubi devastanti. Ma se avete un buon livello potrete trovare tantissimi ottimi spot sulla costa ovest dell’isola. Il più delle volte troverete delle pass con onde magnifiche e senza nessuno a surfarle!!! Altre informazioni le potete trovare su : www.tahiti-tourisme.pf
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BÉNÉDICTE: DROGATA DI FITNESS Chi avrebbe mai immaginato che un giorno avrei visto una balena da pochi metri di distanza? Dovrei forse ringraziare la persona che qualche anno fa ha avuto la brillante idea di farmi iniziare con il SUP, dopo che lui per primo ha provato a prendere una tavola longboard e a spostarsi remando con una pagaia anzichè remando a mano. Chi avrebbe mai pensato che sarebbe diventato uno sport così diffuso e amato in tutto il mondo? Basta provarlo una volta e non si riesce più a farne a meno! Sono sempre stata una sportiva, in qualsiasi aspetto e forma. Tutto, dal tennis a basketball mentre stavo crescendo, per poi passare a fare quasi tutto in acqua. Windsurf, surf, e adesso specialmente stand up paddle. È stato al mio arrivo alle Hawai’i 4 anni fa che ho cominciato, e da quel momento non ho più potuto farne a meno. Mi ricordo quella prima volta come se fosse ieri, con lo sguardo fisso sulla prua della tavola mentre remavo, pensando tra me e me: “Cara tavola, ti conviene comportarti bene se ti vuoi guadagnare un posto in macchina anzichè legata sul tetto in qualche modo”. La gente mi aveva detto che era necessario trovare e avere un certo equilibrio, ma io volevo assolutamente provare e salirci immediatamente. Un nuovo sport da imparare, un nuovo modo di spostarsi sull’acqua e di vivere la natura. Cos’altro mi poteva servire per 62
iniziare? Penso che la sorpresa più grande sia stata quanto fossi indolenzita la mattina successiva. Io, che sono sempre stata allenata e faccio perfino svariate lezioni di kick-boxing a settimana, windsurf, surf… Io, mi sono svegliata con dolore ai muscoli che non sapevo nemmeno di avere, dalla pancia alle gambe, senza dimenticare i glutei, che sono davvero difficili da esercitare e rassodare. Naturalmente, da quel momento, il SUP è diventato parte integrante della mia vita, un nuovo impegno da aggiungere nella mia vita già piuttosto frenetica. Ammetto di amare soprattutto le giornate di vento forte in estate qui a Maui, in cui faccio tantissimi downwinder, scivolando col vento a poppa sull’acqua completamente piatta. I telefoni continuano a squillare, ci accordiamo su dove e quando trovarci e poi lasciamo la macchina al punto d’arrivo. Poi carichiamo tutto su una sola macchina e ci rechiamo insieme al punto di partenza, andando qualche kilometro sopravento. È piuttosto difficile spiegare la sensazione che si prova a vedere la costa che ti cambia davanti e si svela mano a mano, rilevando posti nascosti sempre nuovi. C’è una sensazione di libertà assoluta, un senso di tranquillità e serenità, col vento a poppa che ti spinge, facendoti prendere velocità, surfando le onde generate dal vento forte che ti fanno quasi planare. Per non parlare poi di tutta la gente che s’incontra. Carine ed io avevamo già condiviso un sacco di session in windsurf e longboard. In SUP solo recentemente. Quando quindi mi ha proposto di andare a fare un giretto in barca per un paio di giorni, andando in esplorazione in SUP, ho accettato immediatamente ed ho subito pensato di chiamare anche Molly per completare la crew. Molly è americana e abbiamo lavorato insieme per un po’ alla Cannery (una vecchia fabbrica di zucchero che è stata trasformata nel centro principale per l’industria del SUP, surf e windsurf a Maui). È come una culla per sport acquatici, nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico e circondata da
vegetazione tropicale e lussureggiante. Vedo Molly quasi ogni giorno, ed è ormai da un po’ che facciamo session di SUP insieme. So bene che sia cresciuta come una cowgirl, circondata da cavalli. Da qui deriva la sua passione per la natura e gli animali. Entrambe poi sappiamo che in questo periodo dell’anno, grazie ai nostri SUP, possiamo avvicinarci davvero tanto alle balene, rispettando però i loro spazi in silenzio assoluto ed evitando d’inquinare il loro oceano con il nostro maledetto diesel. Non è solo questione d’incontrare questi maestosi mammiferi assieme ai loro bellissimi cuccioli, ma è anche bellissimo surfare le onde, anche se piccole, ma perfette per il SUP. Quel weekend è stato particolarmente speciale, una di quelle occasioni in cui riesci a distaccarti completamente dalla routine giornaliera. Una specie di viaggio interiore, che poi ti lascia cambiato, con un sorriso stampato per tutti i giorni seguenti, che t’invoglia a rifarlo il prima possibile. Carine, spinta da un bisogno quasi compulsivo di andare in esplorazione di nuovi spot di cui nessuno al mondo è al corrente, sta già pianificando il prossimo viaggio. Molly ed io, stavamo già pensando a dovere andare a lavorare il lunedì mattina, imponendoci di ascoltarla per perderci nei suoi racconti e sogni. Ci siamo lasciate guidare dall’immaginazione, sognando nuove destinazioni. Carine adora il caldo, dove l’unico capo d’abbigliamento che serve è un bikini. Io sono più incuriosita da sfide fisiche e m’immagino a remare nei bellissimi fiordi norvegesi, con una muta intera, guanti e cappuccio… non ho problemi. Per non parlare poi dei Grandi Laghi americani. Molly sorride, e sarebbe sicuramente contenta di farci da guida nella sua terra natia. È domenica sera ed il sole sta per tramontare dietro la montagna di Molokai. Smettiamo di sognare ad occhi aperti e cerchiamo di
vivere effettivamente il momento, apprezzandolo in tutto il suo splendore. È proprio il momento magico in cui il sole si tinge di rosso profondo e comincia a spianare la strada per la luna. Tutte noi continuiamo a rivivere le bellissime immagini dei momenti che abbiamo vissuto, rivedendole in testa come un film. Continuo a chiedermi chi mai abbia deciso che io dovessi essere così fortunata a vivere un giorno del genere. Sorrido e penso quanto questa vita sia imprevedibile e piena di sorprese. Ovviamente il fatto di essere alle Hawaii aiuta. Ma anche se fossimo stati a casa in Bretagna, che per me è il posto più bello al mondo, saremmo in qualche posto caldo, sulla spiaggia a bere sidro, con lo stesso sorriso stampato in faccia. Alla fine, la location conta ben poco: se hai la voglia di stare assieme ai tuoi amici, una tavola da SUP ed orizzonti illimitati e tutti da scoprire sono l’unica cosa che ti serve. Per non parlare poi del beneficio fisico di questo tipo di esercizio.
CARINE, LA GIRAMONDO Ho scoperto il SUP circa 6 anni fa, e non avrei mai pensato che sarebbe diventato un fattore così rilevante per la mia vita. Durante la mia ultima gravidanza, il SUP, yoga e windsurf in acqua piatta sono stati gli unici sport che ho potuto praticare, e poi ho ripreso anche il kite dopo il parto. Ero davvero sorpresa di vedere quanta fatica facessi a remare anche solo qualche minuto, tutto il mio fisico era sotto sforzo, fino a poco prima del parto e appena dopo. L’altro aspetto che crea immediatamente dipendenza è che ora la tavola da SUP è anche ideale da portare in viaggio. È perfetta per andare ad esplorare nuovi spot in posti sconosciuti, per poter accedere anche alle spiagge più inaccessibili, baie nascoste e perfino
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caverne e insenature. Ultimamente non c’è un singolo viaggio che abbia fatto senza essermi portata dietro la mia tavola da sup, e c’è sempre un posto disponibile nella mia sacca, pronta ad imbarcarmi sul primo volo. A casa mia, a Maui, il mio tempo è diviso tra le mie due bambine, Lou di 6 anni e la piccola Shade che ha solo 3 mesi. Appena il mio dottore mi ha dato l’ok, sono rientrata subito in acqua, nel blu profondo del maestoso Oceano Pacifico. Ho preso delle onde stupende durante la mia prima session di wave invernale, davvero un bel modo di ritornare in acqua. Dopo circa un’ora, un surfista Carine Camboulives e la megattera. hawaiiano ride a crepapelle e poi mi si avvicina e mi dice: “Sei davvero divertente, sai, non c’è bisogno che urli e ridi come una pazza ad ogni onda che prendi... “. “Ah, ok…”. Non faccio in tempo a spiegargli che era da 6 settimane che non entravo più in acqua ed ero talmente estasiata che gli ho detto: “Sì, ok adesso vado che sta arrivando un bel set!”. Cerco veramente di sfruttare al massimo ogni momento di ogni session. Vado di corsa verso lo spot, godendomi la mia libertà momentanea dagli impegni famigliari, sempre tenendo d’occhio l’orologio per non perdere la poppata del bebè. C’è uno swell da sud in arrivo per questo weekend e vorrei davvero esserci. Si potrebbe magari organizzare una piccola escursione qui in zona? Dopo una chiamata veloce con la mia amica Benedicte, tutto era deciso. Eravamo dirette a Lahaina per recuperare una barca, prendendo anche la nostra amica Molly lungo la strada. Essendo in viaggio quasi tutto l’anno da giornalista, quando mi ritrovo a Maui sono davvero contenta di essere a casa, e riesco ad apprezzare al massimo tutto ciò che questa bellissima isola ha da offrire. Si rischia però di ricadere nella routine giornaliera quasi immediatamente qua, e spesso si finisce per non apprezzare al massimo questa bellissima isola. Ci vuole un sacco di motivazione per partire qualche giorno verso l’ignoto, andando in esplorazione. Solitamente vado a fare SUP nella parte meridionale dell’isola, per poi tornare subito a casa per fare un po’ di windsurf e kitesurf. Anche qui sull’isola, dove i ritmi sono molto più rilassati rispetto al continente, c’è sempre pressione per il tempo limitato, ed anche qui si sente il famoso “scorrere delle lancette”. È per questo che ogni giorno si cerca di fare sempre di più. Forse perchè i metodi di comunicazione sono diventati così immediati? La vita sembra scorrere sempre più velocemente e a ritmi frenetici e quasi insostenibili, e lo stress poi ha il sopravvento. Ai vecchi tempi, qualcuno ti veniva a trovare per
raccontarti qualche novità, o al più ci si chiamava. Adesso sembra di essere un centralino, fissa tra e-mail e telefoni a Paia e perfino ad Ho’okipa… Non c’è neanche abbastanza tempo per andare in acqua... ma non è per questo che ti sei trasferita a Maui? Dopo un po’, quindi necessito assolutamente di prendermi una pausa dal mio iPhone. Più che altro anche un po’ di energia femminile non può che farmi bene. Quando viaggio per lavoro sono praticamente sempre con uomini, ed è da troppo tempo che non passo un po’ di tempo assieme alle mie amiche. Sono davvero contenta di vedere quante ragazze si siano appassionate e interessate al SUP. Non c’è più bisogno di essere un campione di surf per divertirsi su una tavola, non c’è più bisogno di sudore, sangue e lacrime per restare in forma, o dovere avere una barca per andare ad esplorare la costa. È incredibile quante esperienze siano a portata di mano grazie ad una semplice tavola e pagaia.
MOLLY, LA NATURALISTA La mia avventura assieme a Benedicte e Carine a Maui è stata assolutamente eccezionale! Abbiamo fatto un po’ di surfate con qualche ondina sulla South Shore, ideale poi per fare un po’ di paddling in relax. Il viaggio in barca, di per sè, era già spettacolare, in quanto siamo riuscite ad allontanarci dal tohu-bohu di Maui, per andare a remare in assoluta tranquillità nelle acque più cristalline e tranquille che abbia mai visto. Un’esperienza davvero indimenticabile. L’idea alla base del SUP è che l’unica cosa di cui hai bisogno è la tua tavola e la tua pagaia, e puoi poi andare a esplorare qualsiasi posto tu voglia. Grazie a questo fantastico sport possiamo veramente fonderci con la natura circostante. Quando sono lì, da sola, sulla mia tavola, riesco ad allontanare i problemi della vita quotidiana e stare in massima armonia con l’Oceano, riuscendo a trovare una nuova prospettiva sulla vita. Sulla tavola sei vicinissimo alla vita marina, molto più che in barca, lontano dai problemi e dallo stress della vita quotidiana. La sensazione di libertà è davvero eccezionale. Per non parlare poi della bellezza dei reef che ti sono appena sotto a pochi centimetri. So inoltre che ogni volta che esco in SUP vivrò delle sensazioni irripetibili e le session sono sempre diverse. Tutto è diverso, unico, nella massima libertà, e su un SUP non c’è mai bisogno di essere alla mercè di vento e onde. 65
Cave Rock a Durban.
Pietro Pacitto a Table View.
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Il Turco
CAPE TOWN E DINTORNI: Sembra ieri quel lontano gennaio 1998 quando misi i piedi sulla pista dell’aeroporto di Cape Town e la sabbia alzata dal forte vento (Cape Doctor) mi accarezzava le gambe. Ero andato lì per fare windsurf e mai avrei pensato che sarei tornato altre 12 volte, cambiando nel frattempo veste sportiva e stato civile… eh si, adesso sono sposato e ho due figli. Dopo due anni di indecisione e pentimenti quest’anno decido di portare con me il SUP come alternativa per le giornate di bonaccia e, insieme alla sacca dei kite imbarco anche il mio SUP NAISH HOKUA 9 piedi (nessun problema all’aeroporto se si vola con Emirates, l’importante è non superare i 30 kg). Partenza da Roma Fiumicino alle 18.30; scalo a Dubai nel cuore della notte e arrivo a Città del Capo il giorno dopo alle 16.30. Appena arriviamo le previsioni parlano di 5.2 mt d’onda senza vento; il giorno dopo il moto ondoso va un po’ in calo ma è ancora un po’ troppo grosso per fare SUP: gli spot non reggono le misure grosse, il fondale è sabbioso o comunque diventa più impegnativo. Sto tutto il giorno a guardare il mare ma, verso il tramonto, non resisto e decido di provarci. Entro nella baia di Big Bay tutto a sinistra, riesco quasi subito a sfiorare le onde - sono veramente grosse - provo a partire sulle più grandi, sono solo in SUP a parte qualche surfista sotto di me, la corrente mi porta al centro baia e in un nulla di fatto raggiungo la riva a “striscioni”. La mattina seguente c’è ancora una bella misura e Big Bay è l’unico spot che funziona, così ci riprovo: prendo cinque/sei “bombe”… che gioia, tutto solo con una decina di surfisti che vedo piccoli piccoli sotto di me. Eppure il mio sogno è quello di fare SUP davanti a casa: TABLE VIEW al relitto! Qui le onde sono veramente belle, quando le previsioni danno dai 2 ai 3 metri d’onda, il relitto ha creato un vero e proprio reef artificiale modificando le secche, la qualità è buona, regala sia destre sui set più piccoli che veloci sinistre nei set più grandi: una vera palestra. Fin dalle sette del mattino lo spot è frequentato da SUP e surfer tutti felici e cordiali, qualche volta è leggermente affollato ma basta resistere un po’ in acqua e ci si può trovare anche soli ma mai soli soli: le foche sono sempre presenti e di tanto in tanto passano anche i delfini. Queste sono però condizioni che si verificano in assenza di vento… i mesi estivi in Sud Africa sono nella norma molto ventosi, diciamo che quest’anno nell’arco di un mese abbiamo avuto circa una settimana senza vento e una decina di giorni dove almeno fino a metà giornata il vento ci ha graziato. Logicamente non ho fatto solo SUP a Table View, la zona presenta diversi spot; a cinque minuti d’auto in direzione nord si trova HAKGAT, quando il mare è un po’ più grosso; a seguire MELKBOS paese e MELKBOS centrale nucleare: nessuna onda negli altri spot? Lì ho fatto SUP in solitaria con onde dai 50 a un metro e mezzo! Andando ancora più a nord, a 40/50 minuti d’auto troviamo YZERFONTEIN: qui è fantastico, la baia è protetta dal promontorio del paese e arrivano barre perfette, un po’ mosce ma ottime per il SUP. Viaggiando ancora verso nord, a circa tre ore di strada da Table View, si trova uno degli spot da onda più belli del Sud Africa: Elands Bay da visitare solo quando sono previste grosse mareggiate senza vento; il mio amico Pietro Pacitto me ne ha parlato in maniera entusiasta: fa delle sinistre infinite. Ah dimenticavo, più si va verso nord, più l’acqua è fredda, la temperatura media va dai 12 ai 16 gradi e molto dipende dalle correnti; se persiste una situazione di alta pressione e venti costanti da SE è più fredda, mentre diventa più temperata quando i venti e le correnti provengono da ovest/ sud ovest. Se l’acqua fredda proprio non vi piace, con un oretta scarsa d’auto verso sud, poco prima di raggiungere il Capo di Buona Speranza, si può godere di acqua più calda mixata con quella dell’Oceano Indiano a MUIZENBERG: vera patria del surf da onda ma anche degli “shark attack”. La quantità di gente che potete trovare è impressionante, sembra di stare a Rimini ma le onde sono
veramente belle, facili e lunghe. Continuando verso il Capo, facendo il giro fino a Città del Capo ci sono ancora una decina di buoni spot un po’ più wild; che dire… tutta la zona è una vera palestra! Piano piano anche qui il SUP sta diventando una realtà anche se il surf la fa ancora da padrone. Le sensazioni che ti rimangono dentro dopo una vacanza del genere sono molto forti; non c’è giorno che non controllo le webcam davanti agli spot. Comunque, ricapitolando: lingua locale inglese e africans; moneta Rand (100.00 rand un po’ meno di 10.00 euro); costo benzina circa 1.00 euro al litro; affitto macchina a partire da 300.00 euro al mese; appartamenti a patire da 1000.00 euro al mese; la guida è a destra( occhio alle rotatorie e quando attraversate); muta 4.3 anche 3.2; per i primi giorni per il viso consiglio protezione 50: il sole spacca! Per il resto non manca nulla: i supermercati sono pieni (al limite un po’ di parmigiano reggiano se si è legati alle tradizioni); nei ristoranti si mangia discretamente spendendo in media dai 15 euro in su. Assolutamente da visitare la Riserva del Capo di Buona Speranza, l’acquario di Citta del Capo e la Table Mountain nonché le colline di Stellenbosh, il giardino botanico di Kirstenbosch e la suggestiva strada di Chapman’s Peak. Ah dimenticavo: il mal d’Africa esiste veramente… provare per credere. Per qualsiasi info mi potete contattare via e-mail turko@tiscali.it o Felice Zompanti felicehouse@mweb.co.za
CAPE TOWN IN PILLOLE: - Quasi 11 rand per 1 euro, il cambio è favorevole per gli europei (anche se qualche anno fa lo era di più) e la vita costa poco. Prezzo medio per una cena completa, 180 rand (primi piatti a Table View); 160 rand al giorno a testa per un appartamento da dividere (a Table View); 110 rand al giorno per noleggio macchina (modello Chico da Cheapy Rent a Car). - Gli amanti della vita notturna avranno l’imbarazzo della scelta nei locali di Cape Town. - Molti diversivi per le giornate no wave, rare, o per le ragazze: enormi centri commerciali, escursioni di tutti i tipi, safari, shark cage diving etc… - Da Table View i principali spot sono raggiungibili in 10 minuti. - Ottima meta per le vacanze di Natale e per coloro che hanno la possibilità di avere dei giorni di vacanza tra gennaio e febbraio, quando da noi è pieno inverno, Cape Town è nel pieno dell’estate. - 1 sola ora di fuso orario! - Per info e per prenotarvi la vostra vacanza su misura a Cape Town contattate Sheree Brown, e si occuperà di trovarvi la soluzione che desiderate per alloggio, macchina ed escursioni varie. Sheree Smit e-mail: sheree@capetownguru.com; web: www.capetownguru.com; tel: +27.845543262
LA ZONA DI DURBAN by Fabio Giacomini Durban è pressoché sconosciuta alla comunità di kiter e windsurfer italiani che di solito si reca in Sudafrica. È in ogni caso il centro del surf da onda nel continente africano e lo dimostra il fatto che, grazie alle sue onde “Top Class”, ospiti da sempre una tappa del circuito mondiale professionisti ASP. Durban possiede fondamentalmente dei Beach Break con vari picchi all’interno di Bay of Plenty, cioè la baia che ospita la città di Durban. Questi beach break però non sono da sottovalutare perché l’onda che vi rompe, quasi sempre destra, è particolarmente potente, violenta e veloce, tendente al closing-out poiché il fondale relativamente basso non permette all’onda, se superiore al metro e mezzo di altezza, di mantenere troppo a lungo la dimensione. I venti che soffiano a Durban sono due, SW che viene da terra (offshore) e crea delle
Il Turco a Big Bay.
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onde glassy perfette e spesso tubanti, e NE, vento da mare (onshore) che invece crea un’onda molto schiumosa e bumpy, non adatta al surfing. Le ore migliori per fare surf a Durban sono sicuramente quelle della prima mattina, dalle 5 alle 7, in cui quasi sempre c’è assenza di vento e le onde sono per la maggior parte delle volte lisce. La condizione d’onda migliore è con marea entrante, cioè da bassa ad alta, in ogni caso durante ogni cambio di marea c’è una buona qualità di onda. L’onda che potete trovare a Durban varia da un metro fino ad anche, talvolta, 8 metri di altezza con condizioni meteorologiche particolari, ad esempio in occasione di cicloni. Le onde sono quotidiane e quelle di qualità sono presenti 6 giorni su 7. Gli spot a Durban città sono, partendo dal nord della costa:
UMHLANGA ROCKS: Umhlanga Rocks, dal nome della cittadina, è uno spot misto di roccia e sabbia, particolarmente difficile e violento. Lavora con onde di una certa dimensione, cioè dal metro e mezzo in su, e di solito è frequentato da top surfer e professionisti. Gli spot principali sono a Main Beach e Bronze Beach.
BLUE LAGOON: Prende il nome dalla foce del fiume Umgeni, che forma appunto una laguna; non è molto frequentato dai surfisti anche perché privo di reti anti-squalo e zona di caccia per questi predatori. Molto frequentato dai Jet-ski.
BATTERY BEACH: Il suo nome è associato alla caserma militare vicina. È uno spot impegnativo con un’onda che rompe a circa 200 metri da riva. Lavora quando le mareggiate superano i due metri, onda destra abbastanza lenta ma sempre tendente al closing out. Ci sono due picchi, uno centrale, dove c’è destra e sinistra, ed uno laterale, dopo il pontile, che forma una bella destra.
SNAKE PARK: Prende il nome da un rettilario antistante lo spot; molto simile a Battery, lavora con le stesse condizioni. Onda sinistra al centro e destra a lato del pontile.
NORTH BEACH: È assieme a New Pier il centro della baia e accoglie le onde di maggior qualità con swell provenienti da S-SE.
NEW PIER: Se andate al New Pier troverete di sicuro il gotha dei professionisti Sudafricani in azione in questo spot. Jordy Smith, Travis Lodgie o Greg Emslie, per citarne qualcuno. Onda difficile da prendere non tanto per la sua caratteristica, quanto per i pro presenti che difficilmente ne lasciano una. Quasi impossibile partire e loro sono sempre lì...
Snake Park.
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WEDGE: Sarebbe la sinistra del New Pier, cioè dall’altra parte del molo. Poco più distante c’è un bel bank formato da un relitto affondato e chiamato “The wreck” che offre delle onde di grande qualità.
SOUTH BEACH: È la palestra del surf... I suoi numerosi bank e picchi fanno sì che si possa trovare l’onda che più ci aggrada, da quelle più piccole e facili presso il molo di U-shaka alle più alte ed impegnative vicino a “The wreck”. Attenzione però, questo spot lavora bene con swell da NE e vento da SW. In queste condizioni le onde sono particolarmente impegnative e tutti i surfisti di solito si spostano qui dagli altri spot in tale occasione. Attaccato al braccio del porto c’è poi un minispot chiamato The Reef che con il fondale scoglioso e la barriera del porto crea un’onda di rimbalzo; quasi artificiale, molto apprezzato dai surfisti, ma bisogna stare molto attenti alle rocce e uscire con la marea giusta. CAVE ROCK: Si trova dall’altra parte del porto di Durban, difficile da raggiungere in auto. La vicina cava gli dà il nome. È l’unico spot su roccia di Durban, molto difficile, lavora bene con mareggiate da NE da cui è riparato. Sono uscito in SUP in quasi tutti gli spot del centro città e cioè a BATTERY, SNAKE PARK, NEW PIER,WEDGE SOUTH BEACH. Sinceramente, di tutti questi il mio home spot è South Beach, dove poi c’è la più nutrita comunità di Supper a Durban. Mi piace perché offre appunto la possibilità di scegliere vari picchi su cui surfare, di solito mi posiziono nei pressi di “The wreck” o Addington. Il mio stile è molto aggressivo e veloce e a Durban l’onda di South Beach, magari più bassa della media, di sicuro è però l’onda più veloce che ci sia, poiché il fondale è uno dei più bassi. La condizione media è due metri che rompono su un fondale di un metro scarso. Un’ultima nota riguarda gli animali che potrete incontrare in acqua... Lasciando perdere gli squali, che è meglio non incontrarli, confidando nell’ottimo lavoro delle reti, avrete però l’occasione di incrociare sicuramente delfini e poi, con vento da NE, delle specie di meduse chiamate Blue Bottle che, piccole e con tentacoli fino a trenta metri di lunghezza, possono toccarvi provocando dolorose ustioni. Consiglio, anche se la temperatura dell’acqua è intorno ai 25 gradi, l’uso di una muta intera da 2 mm che svolge più funzioni, tenere caldi i muscoli del corpo, proteggerci dagli animali marini e dal sole che è particolarmente forte e quasi privo dello scudo di ozono a queste latitudini. Consiglio a tutti almeno una volta di andare a Durban e provare queste onde. Sono sicuro apprezzerete la loro qualità e potenza. Chiunque voglia avere maggiori informazioni può contattarmi. See you in the water.
Pietro Pacitto a Table View nella zona del relitto, dove ci sono le onde migliori.
Town, Durban.
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LA PRIMA USCITA E COME SI GIRA
CRASH OF THE MONTH
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di Alex Man
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Un bel ripasso estivo su alcune regole base del SUP: come entrare in acqua e come girare, il tutto eseguito con l’aiuto di una tavola gonfiabile.
di Mathieu Fouliard
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Un wipe out spettacolare in uno degli spot più impegnativi al mondo: la potentissima e devastante onda di Teahupoo, sull’isola di Tahiti!
LA PRIMA USCITA IN
MARE IN SUP Testo di Alex Man Foto di Sandro Pisu
Siamo nel pieno dell’estate e non ci può essere migliore momento per un bel ripasso sul abc del nostro sport. Questo articolo è dedicato a tutti coloro che in questo periodo hanno deciso per la prima volta di entrare in acqua con una tavola da SUP, e anche a coloro che da autodidatti hanno già intrapreso questa avventura e che vogliono ripassare alcuni fondamentali dello sport.
FOTO 1-2: Con una mano afferriamo la maniglia posta a metà tavola e con l’altra teniamo la pagaia. La tavola va presa sempre nel lato sottovento per facilitare il trasporto in caso di vento.
FOTO 3-4-5-6: Entriamo in acqua facendo attenzione che la pinna non urti il fondale (arriviamo con l’acqua alle ginocchia). A questo punto con un piccolo balzo ci inginocchiamo al centro della tavola, posizionando la pagaia tra le mani perpendicolarmente alla tavola.
FOTO 7-8-9: Prendiamo un minimo di confidenza, assecondando i movimenti della tavola, poi con movimenti fluidi e morbidi ci alziamo in piedi, cercando una postura eretta e con il peso centrale. Le gambe saranno leggermente flesse, mai tese e la testa mai inclinata in avanti. Cerchiamo di guardare sempre avanti e mai i piedi.
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Iniziamo subito a pagaiare, senza esitare. Questo movimento ci darà un vero e proprio appoggio migliorando il nostro equilibrio. Sono sempre da evitare pause riflessive in equilibrio precario. Impugnate bene la pagaia e cominciate e remare! Due, tre pagaiate da un lato per poi cambiare. La pagaiata parte davanti, vicino alla prua, dopodiché scende parallela lungo il bordo della tavola senza mai toccarlo. Pagaiate lunghe e fluide, mantenendo una posizione centrale ed eretta. Per le prime volte fate attenzione alla direzione del vento e partite sempre con la prua al vento in modo da non averlo poi contro al ritorno quando state rientrando. Pagaiare controvento è più difficile e faticoso. Buon SUP!
COME SI GIRA Testo di Alex Man Foto di Sandro Pisu
Il cambio di direzione. Una volta partiti, preso confidenza con l’equilibrio sulla tavola e appreso le tecniche di pagaiata, è il momento di imparare a “girare”. Ci sono due modi per girare con il SUP. Uno è il semplice “freno a mano”, pagaiando alla rovescia su un bordo per invertire la rotta, l’altro, più tecnico e bello da vedere, è il seguente…
FOTO 1-2-3: Appena decidete di girare, spostate più indietro uno dei due piedi. Piegate le gambe, soprattutto quella posteriore, e assumete una posizione da surfer. Non è necessario allargare le gambe, basta un passo. Caricate il peso sulla gamba posteriore in modo da fare come perno su di essa. La prua si deve sollevare leggermente dall’acqua per far iniziare la rotazione. Allargate la presa nella pagaia perché ora siete più piegati. La pagaia va tenuta e usata nel lato del piede spostato indietro. Se spostate indietro il piede sinistro, pagaiate a sinistra e viceversa.
riportate lentamente il piede posteriore al suo posto, cioè al centro della tavola e riprendete la vostra rotta.
GLI ERRORI PIÙ COMUNI SONO:
FOTO 4-5-6: Per girare è importante effettuare una pagaiata più
• non portare il peso dietro o avere un passo troppo stretto. In questo caso la tavola rimane piatta sull’acqua e significa fare una curva larga con un raggio di rotazione molto grande. • portare la gamba troppo dietro e quindi caricare il peso troppo a poppa. In questo caso la prua della tavola si alza troppo e la poppa affonda facendovi cadere.
esterna rispetto a quando tenete una rotta. Più si carica il peso sul piede posteriore e si usa la pagaia energicamente, più la tavola girerà stretta. Una volta diventati esperti riuscirete a girare quasi sul posto con pochissime pagaiate. Una volta terminata la curva, di solito a 180°,
Cercate il giusto compromesso che troverete solo con la pratica. In questo caso, più facile a farsi che a dirsi… Buon divertimento!
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CRASH OF THE MONTH
STORIA DI UN WIPEOUT IMPRESSIONANTE Testo di Mathieu Fouliard Foto di Tim McKenna
Come da tradizione sui nostri magazine iniziamo da questo numero la rubrica dedicata ai migliori crash! In questa sequenza il forte rider Mathieu Fouliard (RRD) è alle prese con una bella bomba. Attenzione, la sequenza è fortemente sconsigliata da imitare!
TAHITI - TEAHUPOO Abbiamo ricevuto una chiamata da Raimana VanBastaoler, di mattina presto, che c’era un outter reef proprio davanti a casa sua che stava pompando all’inverosimile e ci ha invitato a fare un salto sulla west coast per fare un’uscita tutti insieme. Io sono uscito con la mia 8’11 mentre i miei amici erano su un 11’6 gun ed un 10’, perchè avevo appena rotto la mia tavola da onda grossa, una 9’11, due giorni prima a Teahupoo. Quando ho visto il set avvicinarsi dall’orizzonte, ho cominciato a remare per portarmi in posizione. La mia 8’11 però si è rivelata troppo piccola e non sono riuscito a generare abbastanza velocità per riuscire a prendere
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l’onda. Appena mi sono girato per riuscire, dopo aver abbandonato l’onda precedente, ho visto tutti gli altri che remavano come pazzi verso l’outside per superare la seconda onda del set (si vedono i segni delle remate sulla parete dell’onda). Io sfortunatamente non ce l’ho fatta e sono stato brutalmente fatto fuori dalla seconda onda, per poi prendermi la terza e la quarta del set proprio sulla testa. Giudicando dalla risata di gusto di Raimana quando mi ha visto riemergere dopo la quarta onda, la mia espressione facciale non doveva essere proprio rilassata… meno male che non c’era la quinta ad aspettarmi…!
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Testo di Lucy Micunco e Joe Santoro foto di Lucy Micunco e Joe Santoro
Ci sono alcuni surfisti che godono di caldo e onde per 365 giorni l’anno e soprattutto sotto casa. Poi ci sono quei surfisti (la maggior parte) che hanno l’esigenza di partire alla ricerca di condizioni perfette. Bene, io appartengo a quest’ultima categoria. La mia voglia di surfare è solo un pretesto per viaggiare, scoprire nuove onde, nuove realtà e culture differenti. Così, perfettamente in linea con la mia filosofia di vita, a marzo ho deciso di mollare il freddo. La scelta della destinazione non è stata semplicissima: cercavo un posto caldo, con condizioni ideali per il windsurf e per il sup, che non sia né troppo lontano né impegnativo economicamente. Dopo ponderate valutazioni e ricerche in rete, ecco decisa la meta: Capo Verde! In realtà, non è la mia prima volta nell’arcipelago, avendo visitato l’isola di Sal nel lontano 2004. Questa volta la destinazione è diversa, Boa Vista, incuriosito dal suo turismo ancora vergine, per molti aspetti. Mentre in Italia la primavera tarda ad arrivare, con sole sei ore di volo raggiungo la stessa latitudine delle Barbados, dunque, caldo vero! L’atterraggio a Boa Vista svela all’istante la principale caratteristica di quest’isola: chilometri e chilometri di spiagge di sabbia bianca e mare turchese, che fanno da cornice ad una terra vulcanica, dove vaste pianure desertiche si alternano a oasi di verde rigogliose. La sensazione, appena sceso dall’aereo, è la stessa provata a Sal tempo indietro: cielo terso e vento caldo mi danno il benvenuto su questo spicchio di continente africano nel mezzo dell’oceano Atlantico. I lentissimi controlli doganali mi fanno subito intuire che qui il “tempo” scorre piano, ha tutto un altro valore. Così, mentre i turisti appena arrivati continuano a blaterare stressati, inizio a guardarmi intorno curioso, godendomi i primi sorrisi della gente locale. Dieci o trenta minuti, per arrivare al mio alloggio, per me non fanno differenza, sono ufficialmente in modalità: “No stress!”. Fa caldo, c’è vento, c’è onda, posso andare a letto tranquillo. Trascorro il primo giorno a organizzare la mia permanenza: spostamenti, ricerca dell’attrezzatura, spot. La mia sistemazione è poco distante da Sal Rei, piccolo villaggio di pescatori, dove il turismo in forte crescita pare essersi imposto improvvisamente: grandi e moderni complessi residenziali, la maggior parte non ancora abitati, si alternano a umili e coloratissime costruzioni locali con piccoli negozi e abitazioni. L’asfalto non esiste, neanche i semafori, nonostante la trafficata vita del centro. Pick-up e quad sono i mezzi di trasporto più comuni e più comodi per muoversi tra le strade dissestate e le dune di sabbia. Ebbene sì, dune di sabbia portate dal vento, che da Sal Rei, guardando verso
sud, si estendono per circa 18 km. Senza dubbio, un tratto inconfondibile di questa parte di Boa Vista, sebbene il deserto del Sahara si trovi dall’altro versante dell’isola e distante ben più di 500 km. Prima della partenza avevo raccolto poche informazioni sui vari spot dell’isola. Pertanto, decido di partire da Praia do Estoril, una grande baia che si apre a sud del piccolo centro abitato a ridosso del porto, dove sono concentrati la maggior parte dei centri surf. A prima vista la baia dà subito l’idea del vero “parco giochi”: da un lato c’è chi esce in windsurf, dall’altro vedo kite in planata; al centro invece, con una duna di sabbia che ripara dal vento, vedo piccole e lunghissime onde di acqua cristallina frangersi su un reef . In poche parole, il paradiso degli sport acquatici. Ed io, ora, voglio iniziare a giocare! Il primo centro surf che incontro è il “Buccaneers Beach”, gestito da Daniel Joba e la sua compagna Simona; gentili, sorridenti e ospitali, mi danno un longboard e qualche info sullo spot: sono precisamente a Turtle bay. Bastano poche bracciate in acqua per capire la ragione di questo nome. Infatti, dopo qualche metro inizio a vedere le prime tartarughe far capolino tra i frangenti per respirare, uno spettacolo senza paragoni. Un leggero vento da terra modella le onde di beach break, piccole, ma surfabilissime sia a destra che a sinistra. Resto in acqua un’ora circa, con l’intento di riprendere confidenza con l’oceano e poi mi godo il tramonto chiacchierando con Daniel, il quale mi dà preziose informazioni su tutti gli spot dell’isola. Daniel, waterman cubano che da sette anni si divide tra Boavista e il lago di Como, mi spiega che il periodo migliore per surfare qui va da dicembre a febbraio, con onde che variano da un metro e mezzo fino ai dieci metri di altezza durante gli swell più “cattivi”. Praia di Estoril è vasta e vanta diversi spot, con onde per tutte le esigenze: il
Povoacao Velha
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TurtleBay e sullo sfondo il Reef Inglese.
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Turtle Bay e sullo sfondo il deserto di Viana.
reef a nord si chiama Funana, caratterizzato da una destra che ricorda quella di Ponta Preta sulla vicina isola di Sal. Qualche miglio a largo, ma perfettamente visibile da riva, c’è il cosiddetto “Reef inglese”, così chiamato perché l’onda, ideale per il tow in, si forma grazie alla secca creata da un relitto di una nave inglese. In estate, invece, il vento cala d’intensità e le mareggiate sono molto meno frequenti; per cercare un po’ di onde bisogna spostarsi sul versante orientale, a Ervatao, o a nord, a Ponta Antao, Ponta do Sol o Praia Cobral; onde sia destre che sinistre rompono sul fondo sabbioso. Tanti spot, ma purtroppo, o per fortuna, ancora poco sfruttati. Durante la mia permanenza, infatti, spesso ero l’unico paddler sulla line up. Forse, qualche centro surf ancora non crede nel SUP o, più probabilmente, gli onerosi dazi imposti sull’importazione dal governo capoverdiano ne frenano lo sviluppo. Dopo pochi giorni balza subito agli occhi che tutto quanto costruito nella turistica Sal Rei è opera degli europei, e in particolare degli italiani: villaggi turistici, case, ristoranti e quasi tutte le attività prettamente legate al turismo non sono frutto dei capoverdiani. Basta spostarsi da Sal Rei e visitare qualche piccolo paesino per capirne subito l’essenza: strade semi deserte e sonnacchiose, dove il tempo pare non scorrere mai. Passare da un versante all’altro dell’isola, significa attraversare un territorio degno dei più affascinanti safari, se solo ci fossero animali selvaggi. I local sono gente semplice, che si accontenta di molto poco, con una scarsa attitudine imprenditoriale, i lavoratori dell’isola sono prevalentemente guineani, senegalesi e nigeriani venuti a Boa Vista per cercare un po’ di fortuna. In ogni caso, qui, quello che accomuna la gente africana è la cordialità e il Relitto a Ervatao.
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sorriso… Surfare in questa atmosfera, è decisamente un valore aggiunto! L’oceano mi regala delle splendide uscite a Turtle Bay: set di onde fino a due metri, lunghe e divertenti con un intervallo perfetto, tra tartarughe e lo spray delle balene megattere che ogni tanto appaiono all’orizzonte. Concludo le mie giornate con una birra, musica reggae in sottofondo e tante chiacchiere con la gente del posto: la maggior parte di loro ha storie di vita che paragonate alle nostre sono decisamente difficili, ma che tuttavia non tolgono loro il sorriso. Puntualmente, ogni qualvolta visito un paese con un tenore di vita inferiore al nostro, acquisto la consapevolezza che si può fare a meno di tante cose, del superfluo… ed essere ugualmente felici! Il tempo a disposizione passa in fretta, e proprio quando inizio a sentirmi a casa, giunge il momento di ritornare in Italia; puntualmente, come già successo prima della mia partenza da Sal, inizio a sentire quella strana sensazione che qui a Boa Vista chiamano “Morabeza”. C’è chi traduce questo termine creolo come nostalgia, come felicità, o come ospitalità; in realtà “Morabeza” è un sentimento che non si può spiegare, si può provare e capire solo visitando queste isole meravigliose. Un ringraziamento particolare va a Martina Sarapatkova del Planet All Sport per la sua disponibilità e a Daniel & Simona del Buccaneers Beach surf&kite center per la loro ospitalità e “pazienza”, considerando le mie mille domande a cui hanno sempre risposto col sorriso, in perfetto stile Capo Verdiano! Il Buccaneers Beach a Boavista è aperto tutto l’anno, mentre la sede italiana (via Santa Cecilia c/o Lega Navale – Dervio) sul Lago di Como apre da maggio a ottobre. Per info: www.buccaneersbeach.eu - info@buccaneersbeach.eu
Relax post surfata al Buccaneers Beach.
Windstatistic Month Wind in day (>=4Bft.) Temperature in °C Water in °C
Nov. 18 26 22
Dec. 17 26 22
Jan. 28 25 23
Feb. 24 25 23
Mar. 22 25 24
Apr. 23 26 25
INFO UTILI DORMIRE: Soluzioni alternative sono: • Ca’ Creta, comodi appartamenti autonomi a due passi dal SurfPool Center. Lo stesso proprietario ha anche altri appartamenti a Ca’ Nicola. Per info: Francesco Lazzari, tel +238.2511793/4, e-mail francesco@canicola.com, web www.canicola.com. • Per chi preferisce l’albergo, la soluzione ideale è l’hotel Estoril, sempre molto vicino allo spot. Per info: Estoril Beach Resort & Residencial “A Paz”, tel. +238.511078, e-mail: info@estorilbeachresort.com, web: www.estorilbeachresort.com. • Per coloro che desiderano una sistemazione di lusso l’albergo Riu Karamboa è la scelta ideale con offerte all inclusive. Questo albergo si trova a circa 5 minuti da Sal Rei sul lato opposto della baia. MANGIARE: Nella piazza principale di Sal Rei potrete trovare diversi e ottimi ristorantini a base di pesce. Noi vi consigliamo il Blu Marlin (tel +238.2511099, prenotazione obbligatoria) per mangiare dell’ottimo pesce proposto in ricercati piatti dai prezzi contenuti (max 20 euro per una cena completa e con
vino). Ottima l’aragosta. Se invece volete spendere ancora meno provate un posto da veri local nel container vicino al molo del porto, vi serviranno dell’ottimo pesce a spenderete meno di 10 euro. Per coloro che preferiscono mangiare nel proprio appartamento vi informiamo che i supermercati sono cari e poco riforniti, tutta la merce è di importazione e il dazio doganale è altissimo (circa 40%), conviene andare fuori a cena. Nei vari ristoranti degli alberghi che abbiamo provato si mangia discretamente. QUAD: Non perdetevi una giornata con i quad per esplorare l’isola, potrete andare nel deserto, sulle lunghissime spiagge e addentrarvi all’interno dell’isola, anche nel deserto. Vivamente consigliato. Per info: Quad Land, tel +238.9946139, e-mail: info@quadland-boavista.com, web: www.quadland-boavista.com NIGHTLIFE: La vita notturna è decisamente tranquilla durante la settimana. Ci sono due pub sulla piazza principale, entrambi gestiti da italiani, noi vi consigliamo il Makena. I local tendono comunque a uscire tardi, dopo le 24:00. Durante il week-end la vita si anima e il ritrovo solito è alla discoteca, sulla strada verso l’aeroporto. MONETA: La moneta locale è l’Escudo. 1 euro = 110 CVE. Con la carta di credito VISA è possibile prelevare soldi dal bancomat, negli uffici cambio, nella Banca di Cabo Verde e nella Caixa Economica. Con la carta Mastercard si possono prelevare soldi solo nella banca BCA all’ingresso di St. Maria (serve il passaporto e... tanto tempo). MACCHINA: Se avete intenzione di rimanere a Sal Rei la macchina non è necessaria. Affittate un pick-up solo se volete andare a esplorare gli altri spot wave dell’isola. DOCUMENTI: È necessario il passaporto in corso di validità ed il visto. Il visto viene prepagato con il viaggio. ELETTRICITÀ: 220 volt. Ogni tanto manca la luce. LINGUA: La lingua ufficiale è il portoghese e quella corrente è il creolo. Francese, inglese, italiano e spagnolo vengono comunque parlate nelle principali località. 79
NEL PROSSIMO NUMERO: • • • • •
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Novità 2013! Un straordinario SUPfari a Mayotte. Nuove interviste esclusive. Nuovi report di viaggi da mete vicine e lontane. Prova materiali e tanto altro ancora... CI RIVEDIAMO IN EDICOLA A OTTOBRE E CONTINUATE A SEGUIRCI ANCHE SU WWW.SUPTIME.IT! RIDER Marian Rey LOCATION Denis Rey FOTO Moya crater, Mayotte