BioEcoGeo

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BEG MAGAZINE

ANNO 1 • NUMERO 3 NOVEMBRE 2008 • TRIMESTRALE DISTRIBUZIONE GRATUITA

© ELIZABETH KEMF / WWF-CANON

BIOLOGIA ECOLOGIA AMBIENTE CULTURA INFORMAZIONE E ATTUALITÀ

BIOECOGEO TI PROPONE IL VIAGGIO DEL MESE A

MAIORCA AMERICA SU LANCIO MONDIALE

“LIVING PLANET REPORT” 2008 WWF FOR A LIVING PLANET

DUE RUOTE MIT SOLARE DEL FUTURO

BIOTECH LA BIOTECNOLOGIA

W W W. B I O E C O G E O. C O M


L’ ORIENTE A PORTATA DI

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T

hailandia, Indocina, Singapore, Bali, Hong Kong, fino alla lontana Australia: nomi che evocano immagini e sensazioni forti, voglia di viaggiare, di conoscere la parte del mondo, oggi, forse, più vitale, propositiva, ricca di novità. Bangkok è il punto di arrivo e di partenza più naturale di un'avventura verso Est, primo gradino della scoperta di un Oriente “con i piedi nell'acqua e la testa nel computer”, secondo una suggestiva espressione thailandese. Dove convivono il grande albergo e il mercato galleggiante, l'ospitalità e una grande operosità, i templi coperti d'oro, le spiagge candide…. Lasciate che Royal Orchid Holidays trasformi i vostri sogni in realtà organizzando le vostre vacanze scegliendo tra Città ricche di Templi e di Palazzi, Parchi Nazionali di rara bellezza e spiagge bianche orlate di palme, bagnate da un mare trasparente, con bellissimi fondali ricchi di pesci tropicali. Royal Orchid Holidays vi assicura almeno due delle condizioni indispensabili per trasformare un viaggio in un'esperienza divertente ed interessante mentre la fai, e indimenticabile una volta tornato: la libertà di scelta dell'itinerario e la possibilità di contare su un servizio esteso, flessibile e a condizioni molto vantaggiose.

Un solo numero 02.75397500 per girare il mondo

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BIOECOLOGIA A BASSO CONSUMO ENERGETICO UTILIZZO DI MATERIALE E TECNICHE ECOCOMPATIBILI

Tanto più i sogni sono passionali, tanto più sono ricorrenti e ossessionanti, tanto più alte sono le probabilità che diventino realtà. I successi ci hanno dato la consapevolezza del nostro valore e il coraggio per andare avanti con ancor più determinazione e sicurezza. Cerchiamo sempre nuove sfide perchè da quelle vinte abbiamo imparato tanto e siamo cresciuti più forti e più audaci. Oggi più di 400 famiglie in Germania, Austria, Italia, Svizzera e Slovenia vivono nelle case Kager; tutte le nostre case sono unite dalla stessa concezione ma ognuna di loro è UNICA. Ognuna infatti è stata progettata tenendo conto delle esigenze dei futuri inquilini e contemporaneamente in sintonia con i loro sogni.

Il sistema ECO Già il sistema DOH, con l'applicazione di materiali traspiranti, permette la «respirazione» della costruzione. Con il sistema ECO abbiamo però fatto un altro passo in avanti. Qui usiamo, infatti, solo ed esclusivamente materiali isolanti completamente naturali come le fibre di legno. Queste fibre hanno una massa maggiore e una maggiore inerzia termica, caratteristiche straordinarie che amplificano maggiormente la stabilità termica dell'edificio stesso. Inoltre, con l'uso di materiali ecologici presi dalla natura, che per la loro produzione necessitano di un minimo consumo di energia, ci prendiamo cura anche del nostro ambiente.

CASE AMICHE DELL’ AMBIENTE

KAGER ITALIA s.r.l. Sede Commerciale: Via Calestani 6 - 29017 Fiorenzuola d'Arda (PC) Tel. +39 0523.981006 - Fax +39 0523.240847 E-mail: info@kager-italia.it - www.kager-italia.com

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BIOECOGEO n. 3 Milano, novembre 2008 Registrazione del Tribunale di Milano n. 668 del 29-10-2007 Stampato con carta ecologica certificata EDITORE Joint Design sas DIRETTORE RESPONSABILE Giorgio Sapori ART DIRECTION Morika Bressan GRAFICA & DESIGN Catya Delle Fave CONSULENZA REDAZIONALE Damiano Beltrami, Iris Corberi, Alessandro Giberti, Paola Teresa Grassi, Elisabetta Kluzer, Laura Molteni, Arabella Pezza COMITATO SCIENTIFICO Enzo Occhiuto HANNO COLLABORATO Elisa Boretti, Fedia Cascelli, Alessandro Delle Cese, Nico Papa, Francesco Rossena Silvia Sacchi REDAZIONE ON-LINE Massimiliano Mori, Valentina Preda

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DIREZIONE COMMERCIALE Claudio Sapori MARKETING Enrico Di Cianno STAMPA Mediaprint - Milano

... E MOLTO ALTRO ANCORA!!! PUBBLICITÀ Joint Design sas Concessionaria esclusiva Tel. +39 02 5471612 - Fax +39 02 55302491 E-mail: adv@bioecogeo.com In copertina: foto Elizabeth KEMF / WWF-Canon

GRUPPO ORNITOLOGICO LOMBARDO

Un ringraziamento particolare agli Sponsor La riproduzione, anche parziale di testo, foto, cartine e altro è vietata. La Joint Design Sas declina ogni responsabilità per l’uso di marchi e/o slogan da parte degli inserzionisti.

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Cari Lettori BIOECOGEO MAGAZINE È NATO COL FINE DI CONTRIBUIRE ALLA RISOLUZIONE DI ALCUNE DELLE MAGGIORI PROBLEMATICHE LEGATE ALL’ENERGIA E ALL’AMBIENTE. ALL’INTERNO DEI NUMERI PRECEDENTI ABBIAMO AFFRONTATO DIVERSE TEMATICHE: AMBIENTE,

GIORGIO SAPORI DIRETTORE RESPONSABILE

SVILUPPO SOSTENIBILE, NUOVI MATERIALI, ENERGIA, FONTI RINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO. ATTRAVERSO QUESTE PAGINE CHI SCRIVE HA AVUTO ANCHE LA POSSIBILITÀ DI TRASMETTERE AL LETTORE LA SUA RIFLESSIONE, DI

“PRENDERLO PER MANO” PER CONDURLO ATTRAVERSO UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELL’AMBIENTE CHE CI CIRCONDA. PROPRIO A PARTIRE DA QUESTO NUOVO NUMERO TRATTEREMO UN ARGOMENTO PARTICOLARMENTE ATTUALE: IL TURISMO RESPONSABILE, CHE DIMOSTRA COME GLI IMPATTI DERIVANTI DA QUESTO FENOMENO NON SONO SOLO AMBIENTALI, MA ANCHE SOCIALI E CULTURALI. INOLTRE, BIOECOGEO PROPONE A TUTTI I SUOI LETTORI UN “VIAGGIO DEL MESE”, A STRETTO CONTATTO CON LA NATURA.

I TEMI CHE ANDREMO AD AFFRONTARE DURANTE IL NOSTRO VIAGGIO VIRTUALE DI QUESTO MESE SONO DAVVERO NUMEROSI E CI PERMETTERANNO DI OSSERVARE L’AMBIENTE CHE CI CIRCONDA DA UN DIVERSO PUNTO DI VISTA.

CI SPOSTEREMO ATTRAVERSO GLI STATI UNITI: IN MASSACHUSSETS, ALL’INTERNO DELL’IOWA, IN BICICLETTA PER GLI STATES. POI SCOPRIREMO UN ANGOLO SEGRETO DELLA VECCHIA LONDRA, PRIMA DI TORNARE IN ITALIA, DOVE VISITEREMO UN ANTICO BORGO SUL CONFINE UMBRO-LAZIALE, UNA FATTORIA BIODINAMICA NELLA

– A TORINO – AVREMO PRIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE DI FENG SHUI.

ZONA DEL CHIANTIGIANO E

L’OPPORTUNITÀ DI PARTECIPARE AL

Giorgio Sapori

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PAG.

PAG.

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PAG.

8

PAG.

10

PAG.

16 PAG.

38

PAG.

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BEGINDICE PAG.

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GEOEVENTI 8

MIT SOLARE DEL FUTURO

BIOTECNOLOGIA 10

BIOTECH

ECOAMBIENTE 16

LA NATURA DENTRO

20

LANCIO MONDIALE DEL “LIVING PLANET REPORT” 2008

ECOVIAGGI 26

TURISMO RESPONSABILE

ECOSHOPPING 28 PAG.

20

IN RICORDO DELLA DROGHERIA

BIOFOOD 30

FATTORIA SAN MICHELE A TORRI

BEGPILLOLE 34

CURIOSITÀ

GEOEVENTI 36

LA BATTAGLIA DELL’ETANOLO

38

AMERICA SU DUE RUOTE

BIOEVENTI 42

PRIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE DI FENG SHUI

BIOENERGIA 46

LA “TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE“

BIOEDILIZIA 48

LA CONSAPEVOLEZZA ECOLOGICA DI KAGER ITALIA

BIORITMO 50

BIOCOMPATIBILITÀ DELLE COPPIE 5



Scuola di ARTI

ORIENTALI via A. Righi 11/13 • 20035 Lissone (MI) • Tel. 039 2454634 Fax 039 2451119 • E-mail: info@fengshuiconsulting.it www.fengshuiconsulting.it

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Meditazione

Zen


GEOEVENTI

MIT di Damiano Beltrami

G

li ingegneri del Massachussets institute of technology (MIT) hanno inventato un modo per immagazzinare l’energia prodotta dai pannelli solari. La scoperta, ispirata da uno dei passaggi della fotosintesi, promette una rivoluzione nell’uso dell’energia solare. L’applicazione del processo è facilmente praticabile e non richiederà più di dieci anni, secondo i ricercatori coordinati dal professor Daniel Nocera. “Ed ora, signore e signori, vi mostro qualcosa che non vi ha mai mostrato nessuno,” ha detto nel maggio scorso Nocera in un auditorium fitto di scienziati. Subito dopo ha chiesto di abbassare le luci e ha proiettato un video. “Le vedete, le notate?” domandava entusiasta alla platea, indicando le bollicine che si staccavano da una striscia di materiale immersa in una provetta colma d’acqua. “L’idrogeno si sta separando dall’ossigeno, il principio è quello della fotosintesi”. Nocera voleva dimostrare una reazione in cui dall’acqua si genera ossigeno, lo stesso fenomeno che avviene nelle piante verdi durante la fotosintesi. Ottenuta grazie a un catalizzatore, cioè una sostanza che favorisce una reazione ma alla fine può essere recuperata intatta, la scoperta rappresenta un passo in avanti per scindere l’acqua in indrogeno e ossigeno. Generare idrogeno dall’acqua in modo efficiente, secondo il professor Nocera,

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GEOEVENTI

SOLARE DEL FUTURO

MASSACHUSETTS INSTITUTE OF TECHNOLOGY.

LO SCIENZIATO DANIEL NOCERA HA ESCOGITATO UN CATALIZZATORE POCO COSTOSO CHE FUNZIONA A TEMPERATURA AMBIENTE contribuirà a risolvere uno dei principali li-

che un convenzionale pannello solare

ziale di energia rinnovabile, ma la sua po-

miti dell’energia solare: al momento non

catturi luce per produrre energia e a sua

tenzialità potrebbe facilmente restare tale.

esiste un metodo efficace dal punto di vi-

volta quell’energia metta in funzione uno

Non solo i pannelli solari non funzionano di

sta economico per stoccare energia rac-

strumento chiamato “elettrolizzatore” che

notte, ma la produzione diurna è soggetta

colta dai pannelli solari e usarla di notte o

utilizza il catalizzatore per scindere le mo-

alla situazione meteorologica. Per questo

nelle giornate nuvolose.

lecole d’acqua. Il secondo metodo per

oggi molti pannelli fotovoltaici, sia quelli

“Quando c’è il sole”, ha spiegato Nocera,

sfruttare al meglio la sua scoperta, se-

delle fattorie solari sia quelli applicati ai

“l’impianto fotovoltaico crea elettricità e il

condo Nocera, è un sistema che ripro-

tetti degli edifici, sono connessi alla rete

nostro catalizzatore prende quella in ec-

duce quello della foglia. Il catalizzatore

elettrica.

cesso e scinde l’acqua in idrogeno e ossi-

viene affiancato a particolari molecole

Nelle giornate di sole, quando i pannelli

geno. Poi quando cala il buio, l’idrogeno e

capaci di catturare energia solare e gui-

funzionano al massimo della loro poten-

l’ossigeno vengono riuniti in celle a com-

dare la reazione che scinde le molecole

zialità, i proprietari degli edifici possono

bustibile e si genera elettricità. Così di notte

d’acqua. Sia in un modo, sia nell’altro,

vendere l’energia in eccesso. Ma solita-

hai corrente a disposizione, puoi per esem-

l’energia solare verrebbe trasformata in

mente devono per forza ricorrere alla tra-

pio ricaricare la macchinina elettrica che

carburante idrogeno, facile da stoccare e

dizionale rete elettrica di notte o quando

hai guidato tutto il giorno”.

usare di notte, o quando viene meno l’il-

il cielo è coperto.

È dagli anni ’70 che la comunità scientifica

luminzione del sole.

La produzione di energia solare funziona

cerca di immagazzinare energia solare

Le assertive affermazioni di Nocera sulla

solo perchè contribuisce in minima parte al

con un processo simile alla fotosintesi. In

bontà della sua ricerca sono inusuali in

fabbisogno complessivo di energia. Negli

particolare si è cercato di riprodurre il

ambito accademico, di quelle che gli

Stati Uniti, per esempio, copre appena l’1%

modo in cui le piante verdi scindono le

scienziati di solito si esimono dal pronun-

della domanda totale di elettricità. Ma più

molecole d’acqua. I chimici da tempo

ciare negli incontri con i colleghi. Ma No-

la produzione di energia solare aumenta e

sanno come dividere le molecole d’ac-

cera è del tutto convinto che la sua sco-

diventa significativa in percentuale, più la

qua, ma l’operazione richiedeva alte tem-

perta rapprensenti un passo in avanti

sua inaffidabilità diventerà un problema.

perature, soluzioni alkaline o rari e costosi

molto significativo in questo campo.

Per essere davvero una fonte primaria di

catalizzatori come il platino. Nocera, in-

Non tutti sono d’accordo. Alcuni colleghi

elettricità è necessario riuscire a stoccarne

vece, ha escogitato un catalizzatore poco

si sono chiesti se la sua ricerca possa es-

grandi quantità.

costoso che funziona a temperatura am-

sere applicata in un modo economica-

Il tentativo di Nocera e del suo team di ri-

biente.

mente efficiente. Nocera, però, su questo

produrre uno dei passaggi della fotosintesi

Molti altri catalizzatori promettenti, incluso

aspetto non ha dubbi: “Con questa sco-

va in questa direzione.

un altro ideato da Nocera, potrebbero es-

perta ho totalmente cambiato i termini

“Credo che la nostra scoperta apra una

sere usati per completare il processo e

della discussione in materia”, ha detto.

porta all’utilizzo dell’energia solare su larga

produrre idrogeno.

“Tutte le vecchie teorie sono da buttare

scala”, ha detto Nocera.“Ora disponiamo

Per Nocera, due sono i modi per sfruttare

dalla finestra”.

al meglio la sua scoperta. Il primo prevede

Il solare è la più importante risorsa poten-

di un modo semplice di immagazzinare questa energia”.

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BIOTECNOLOGIA

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BIOTECNOLOGIA

BIOTECH LA BIOTECNOLOGIA È L'APPLICAZIONE TECNOLOGICA CHE SI SERVE DEI SISTEMI BIOLOGICI, DEGLI ORGANISMI VIVENTI O DI DERIVATI DI QUESTI PER PRODURRE O MODIFICARE PRODOTTI O PROCESSI PER UN FINE SPECIFICO di Alessandro Giberti

MAIS BT

UN’ARMA CONTRO LA PIRALIDE In particolare si usa il Bacillus Thuringiensis contro la piralide del mais (Ostrinia nubilalis). Le larve di questa farfalla penetrano negli steli delle piante di mais, rovinando il 7% del raccolto mondiale annuo di mais. Negli anni Ottanta si riuscì ad inserire direttamente nella pianta di mais un gene di questo batterio, stimolando la pianta a produrre da sola la tossina del Bacillus thuringiensis efficace contro le larve della piralide del mais. Il mais transgenico così ottenuto si chiama mais BT.

C

omprendere a fondo le biotecnologie non è semplice. Si tratta di un universo pressoché misconosciuto alle persone “comuni”, a coloro che non ne fanno la questione

fondante della propria esistenza. Non è di grande aiuto una prima definizione generica che vorrebbe iscrivere sotto il concetto di biotecnologia tutte le applicazioni tecnologiche della biologia. La definizione più esaustiva pare essere quella prevista dalla Convenzione sulla diversità biologica delle Nazioni Unite: “La biotecnologia è l'applicazione tecnologica che si serve dei sistemi biologici, degli organismi viventi o di derivati di questi per produrre o modificare prodotti o processi per un fine specifico”. Meglio, ma siamo sempre nello sterminato regno del vago. Forse potrebbe essere di maggior aiuto analizzare i settori applicativi della biotecnologia. I campi sono principalmente tre: la “green biotechnology”, che è il settore applicato ai processi agricoli. Si tratta di un campo molto discusso, perché prevede la modificazione di organismi al fine di renderli in grado di crescere in determinate condizioni ambientali o nutrizionali. Il suo scopo ultimo è quello di produrre soluzioni agricole con un impatto ambientale minore rispetto ai processi agricoli classici. Il caso esemplare è quello del mais BT, una coltura più resistente rispetto al suo corrispettivo tradizionale, in grado di produrre autonomamente pesticidi, eliminandone la necessità di somministrazione esterna, più dispendiosa e inquinante. È il famoso dibattito sugli Ogm. E qui ognuno ha legittimamente la propria idea: eco-compatibile e sicuri, corpi estranei e dannosi, prodotti mostruosi. Poi c’è la “white biotechnology”, che è la branca che si occupa dei processi biotecnologici di interesse industriale, come, ad esempio, la costituzione di microrganismi in grado di produrre so-

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BIOTECNOLOGIA

OGM ORGANISMO GENETICAMENTE MODIFICATO Un organismo geneticamente modificato (OGM) è un organismo il cui patrimonio genetico è stato modificato in laboratorio e nel quale viene inserito un gene di un'altra varietà o di un'altra specie, ma anche quell'organismo in cui un gene, già presente, è stato modificato tramite tecniche di ingegneria genetica. Tali modificazioni genetiche possono essere effettuate per promuovere nella pianta un carattere genetico desiderabile o per sopprimerne uno indesiderato. Più precisamente, e secondo la terminologia ufficiale, il termine OGM va applicato agli organismi nel cui DNA sono state provocate variazioni mediante processi diversi da incroci o ricombinazione genetica.

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BIOTECNOLOGIA

stanze chimiche. Le risorse consumate dai processi industriali di tipo biotecnologico sono notevolmente minori di quelli tradizionali, motivo per cui questo settore è in notevole espansione. Infine, la “red biotechnology”, che è il settore applicato ai processi biomedici e farmaceutici. Alcuni esempi sono l'individuazione di organismi in grado di sintetizzare farmaci o antibiotici, oppure lo sviluppo di tecnologie di ingegneria genetica per la cura di patologie. È questo il comparto nettamente più importante in Italia: il 74% delle aziende biotecnologiche italiane (168) opera infatti nell’area della cura della salute. Seguono il “green biotech”, con 30 aziende pari al 13%, e il “white biotech”, con il 9% (19 società). Tutti e tre i settori – per completezza se ne dovrebbe aggiungere un quarto, il “bioinformatico”, che però è al momento ancora marginale – sono in crescita, tanto che, intervenuto al recente Bioforum di Milano dell’1-2 ottobre, il presidente di Assobiotec, Roberto Gradnik, ha spiegato come “i numeri del biotecnologico in Italia erano impensabili fino a qualche anno fa”. Ma quali sarebbero queste cifre da meraviglia? Intanto il numero di aziende, 228, di cui 96 costituite dopo il 2000. E poi gli addetti: 26.157 persone, di cui 25.303 impiegate nella “red biotechnology”, a testimonianza della leadership assoluta che il comparto “salute” detiene nel panorama italiano. Infine la percentuale, decisamente alta se paragonata a qualunque altro settore produttivo, di persone impiegate in ricerca e sviluppo: 6.652. Questo significa che più di un lavoratore su quattro si occupa esclusivamente di fare ricerca e di sviluppare nuovi prodotti. Ne deriva un tasso di innovazione e trasformazione decisamente elevato. Gli investimenti diretti in R&S lo testimoniano: 1.331 milioni di euro nel 2007, a fronte di un fatturato complessivo dell’intero ramo di 4.800 milioni di euro. A chi potrebbe far notare che comunque il biotecnologico italiano alla fine dell’anno scorso ha fatto registrare un indebitamento netto superiore al miliardo e mezzo di euro (1,6 miliardi per l’esattezza), il presidente Gradnik risponde che “il debito è in netta diminuzione e non preoccupa. Un’azienda biotech è un’azienda che perde molto nei primi anni di vita proprio in ragione dei grandi investimenti necessari nella fase di start-up: soltanto dopo un tempo ragionevole i risultati, anche dal punto di vista economico, si cominciano a vedere”. Se l’ingresso sui mercati può essere considerato un indizio dell’avvenuta crescita di una società, allora i dati confermano le parole di Gradnik: al momento sono otto le aziende italiane quotate nelle varie Borse europee. E di queste, ben sette hanno fatto il proprio ingresso nei listini borsistici negli ultimi due anni. Al momento, la più grande realtà italiana è Amgen-Dompé, frutto dell’unificazione delle attività commerciali di Amgen Italia (filiale dell’americana Amgen, primo gruppo biotecnologico mondiale) e Dompé Biotec (Dompé Farmaceutici). I progetti sono ambiziosi. Presente al Bioforum, il presidente Eugenio Aringhieri ha illustrato piani e struttura della società: “il 15 % della forza lavoro (55 persone) si occupa della ricerca clinica: al momento sono 33 gli studi clinici aperti. Ci sono nove studi in fase II (quella immediatamente pre-

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BIOTECNOLOGIA

ROBERTO GRADNIK Roberto Gradnik, è il Presidente di Assobiotec, Associazione Nazionale per lo sviluppo della Biotecnologia; ha assunto il ruolo di Managing Director della branchia italiana a Serono, nell’aprile del 1999 e successivamente è stato nominato Vicepresidente Regionale per l’Italia, la Turchia e la Grecia. Gradnik ha conseguito il dottorato all’Università di Milano e successivamente ha ottenuto la specializzazione in cardiologia e medicina interna. Ha lavorato come ricercatore sia all’Istituto Mario Negri che all’Università di Milano. Nel 1987 è stato nominato come responsabile del settore Studi Clinici alla Bracco. Negli anni successivi diventa Direttore Medico in Knoll Farmaceutici, dove nel 1993 è diventato Vicepresidente dell’Unità Mobile Cardiovascolare nella sede principale a Ludwigshafen (Germania). Sin dal 1996 ha diretto in qualità di Direttore Generale la branchia italiana della Knoll.

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cedente all’ultima, che coincide con l’effettivo lancio di un prodotto sul mercato), 2.600 pazienti coinvolti nei processi di trials e collaborazioni con oltre 300 centri di eccellenza nel mondo. Avvalendoci di quello che consideriamo come un indubbio punto di forza, e cioè l’accordo con Amgen, un gruppo in grado di investire 3 miliardi di dollari all’anno in ricerca e sviluppo, crediamo di poter giocare un ruolo di primo piano nel settore dell’innovazione biotecnologia applicata alla medicina in tempi brevi. I primi frutti della scommessa arriveranno a brevissima scadenza, grazie a tre nuovi prodotti quasi pronti per essere lanciati sul mercato. Quest’anno sarà la volta di una terapia biologica per il tumore colorettale resistente ad altre terapie, gia approvata dall'Agenzia europea dei medicinali Emea; entro il 2009 è attesa all’esordio una terapia contro la porpora trombocitopenica autoimmune, una patologia rara che distrugge le piastrine. Tra il 2010 e il 2011, infine, dovrebbe approdare un farmaco per la cura e la prevenzione delle metastasi ossee derivate dal tumore alla prostata, alla mammella e dal mieloma multiplo”. Ma in generale la ricerca e sviluppo attuata in Italia in ambito biotecnologico ha dato luogo a una pipeline di assoluto interesse: i prodotti in sviluppo sono infatti pressoché triplicati in soli due anni, passando dai 30 del marzo 2006 agli 84 del marzo 2008, facendo registrare un incremento del 280 per cento. Degli 84 prodotti in fase clinica, otto hanno ottenuto la “orphan drug designation” (tre dall’Emea, e cinque sia dall’Emea che dalla Fda, la Food and Drug Administration americana): si tratta in prevalenza di prodotti che trovano applicazione nell’area on-


BIOTECNOLOGIA

IL POMODORO VIOLA, RICCO DI ANTOCIANI ANTIOSSIDANTI, È UN'ARMA EFFICACE CONTRO I TUMORI MURINI

cologica e, in quantità minore, nell’area cardiovascolare. Tenendo in considerazione l’intera attività di ricerca e sviluppo della “red biotechnology” italiana, si è in grado di rilevare un forte orientamento degli investimenti complessivi verso l’area terapeutica oncologica (33%), del sistema nervoso centrale (15%), e, a pari livello, nelle aree della dermatologia e degli antimicrobici per uso sistemico (entrambe all’8%). Per chiudere la panoramica sul biotech italiano, non si può non render conto della più grave preoccupazione che tutti i player del settore, dai più piccoli ai più grandi, hanno manifestato durante le giornate milanesi del Bioforum, e cioè la minaccia rappresentata dai comportamenti discontinui della politica nei confronti dell’intero comparto. Servono maggiori garanzie, politiche di sostegno continuative e non a singhiozzo, aperture durevoli nel tempo. Si è scherzato sulla difficoltà di intercettare nella realtà quei finanziamenti che Roma promette sulla carta: spesso si tratta di denaro invisibile. Alcune scelte, vedi la tax credit, sono state giudicate positivamente, ma lo spauracchio principale, che ha già convinto più d’una azienda del biotech a quotarsi all’estero, è quello di ritrovarsi di fronte a un apparato statale lento e farraginoso, poco in sintonia con la rapidità necessaria a sostenere una realtà in continuo aggiornamento. Ma questa è una preoccupazione che temiamo potrebbe trovare linfa, e non a torto, in pressoché tutti gli ambiti dell’economia e della vita italiane.

Grazie ad uno studio europeo (il progetto Flora) a cui partecipa l'Istituto Europeo di Oncologia, IEO di Umberto Veronesi, è stato possibile produrre un pomodoro OGM anticancro che pare proteggere i topi dai tumori. I ricercatori hanno isolato due geni responsabili del colore viola dal fiore bocca di leone e li hanno introdotti nel pomodoro inducendolo a produrre le antocianine, antiossidanti del gruppo dei flavonoidi presenti nei mirtilli, generando così pomodori con capacità antiossidanti triplicate. Da questi pomodori i ricercatori hanno ottenuto una polvere che, somministrata a topi senza il gene p53, suscettibili ai tumori, è riuscita ad allungare la vita delle cavie. Umberto Veronesi scrive: "Sappiamo da tempo che il cibo è responsabile di un'ampia quota di tumori e che alcuni alimenti come frutta e verdura hanno un valore protettivo. La lettura del genoma ci ha permesso di capire il perché: questi cibi contengono antiossidanti che sono in grado di proteggere i nostri geni da mutazioni che trasformano cellule sane in cellule tumorali".

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ECOAMBIENTE

LA NATURA

DENTRO di Paola Teresa Grassi

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UNA VACANZA MEDITATIVA TRA ARTE E NATURA, ESERCIZI DI PITTURA E CONTEMPLAZIONE DELLE PIANTE PER TRASFORMARE IL NOSTRO SGUARDO SULLE COSE DEL MONDO, A PARTIRE DA NOI STESSI


ECOAMBIENTE

IN APERTURA, VISTA DI LUGNANO IN TEVERINA. IN QUESTA PAGINA, IL GIARDINO DELLE METAMORFOSI, STELI DI MALVA IN PRIMO PIANO. A DESTRA, RAMI DI LAVANDA.

E

siste un luogo, al confine umbro-laziale, dove la natura si fa amica dell’anima. È Il Giardino delle Metamorfosi, di cui si prendono amorevole cura Renato Aprile e Manuela Bernhardt. Ex docente di Letteratura Italiana a Berlino, dove ha vissuto per quasi trent’anni, lui, pittrice e fotografa d’arte di Vienna, lei. Per il suo buen retiro, «il professore», come lo chiamano in paese, ha scelto Lugnano in Teverina, un antico borgo che domina la valle del Tevere; ed ai cui piedi ha creato, insieme alla sua giovane compagna, quello che si potrebbe definire un ‘laboratorio della contemplazione’, se ciò non risultasse eccessivamente aristotelico. Ma Renato è uno studioso della filosofia della libertà di Rudolf Steiner, e non un botanico. Ed è

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ECOAMBIENTE

SOPRA, FIORI DI CARDO. A DESTRA, IL PICCOLO ORTO AD ARCO. NELLA PAGINA SUCCESSIVA, LA CHIESA DI SANTA MARIA E COLLEGIATA.

nella chiave di un’antroposofia pienamente consapevole dei ritmi del creato, che in questo giardino magico dà convegno a chi senta il richiamo ancestrale della terra, per apprendere dalle piante una saggezza senza tempo. Concentrazione ed espansione sono le parole chiave. E il paziente riconsegnarsi ad un più pieno ed autentico dialogo fra mondo di dentro e mondo di fuori, è la prassi cui ci si affida. La proposta consiste, infatti, nell’accedere ad un programma di riequilibramento delle forze animiche, tra interno ed esterno, nel particolarissimo contesto generato dalla dialettica fra il borgo e la campagna. Per prendere la distanza, sia anche solo per un week-end o per una settimana, dalle piccole preoccupazioni quotidiane che rimpiccioliscono la visuale; per uscire fuori dalla tenaglia tecnologica che ci tiene prigionieri nelle città. Il respiro della terra si palesa allo sguardo, soprattutto nelle ore serali, quando dal paese si scende verso la piana, e guardandosi indietro si scorge la sagoma del borgo, esempio vivente di una metafora steineriana che invita ad osservare la propria vita con di-

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ECOAMBIENTE

stacco, come quando ci si allontana da un abitato, appunto, e lo si guarda da lontano. Le giornate si aprono con una breve lectio da parte di Renato che, con verve attorale, ma sempre centrata e padrona di sé, introduce ad alcuni temi teorici di cui è grande conoscitore: come ad esempio il mito e la sua eco nella fiaba di tradizione popolare; ma anche ad alcuni aspetti della spiritualità e della civiltà etrusca, il cui ombelico si trova a poca distanza, nel magnifico scenario del Lago di Vico, ultimo fra i vulcani della penisola ad essersi placato in era preistorica; e poi ancora, ad alcune note per comprendere l’essere del vegetale: le epoche della vita della pianta e il modo in cui la vita dell’uomo in essa si rispecchia; una connessione di cui si è persa memoria, ma che attraverso la meditazione e la pratica artistica viene riattivata lungo il percorso. Ed è esattamente a questo che ci si dedica nel resto della giornata, sotto la guida attenta, ma discreta, di Manuela; nella mattina, in interno, compiendo alcuni esercizi di ars lineandi, il disegno geometrico, per sperimentare il modo in cui la linea e il cerchio si incontrano dando vita a tutte le forme possibili, e in primo luogo alla lemniscata, meglio nota come simbolo dell’infinito, di cui si trova traccia nei mosaici di epoca longobarda presenti nella locale Chiesa di Santa Maria e Collegiata. E poi di

nuovo, nel pomeriggio, questa volta en plein air, dentro al giardino, dedicandosi alla ars pictandi, per scoprire passo dopo passo quale tecnica pittorica meglio si adatta allo stato d’animo di ciascun partecipante; se il pastello, operante nella sfera di equilibrio del sentire, o l’acquerello, per vivere la luminosità, la trasparenza e l’intima mobilità del colore, o ancora la grafite e il carboncino, per dedicarsi al rapporto ombra-luce. La condivisione degli esercizi, inoltre, è garanzia d’intensità dell’esperienza, in un fluire di energia che, tuttavia, non ostacola mai, ma che anzi rafforza la piena presenza a se stessi, in una condizione di intelligente rapporto fra solitudine e cenobitismo, particolarmente adatto a ravvivare la creatività e la gioia di vivere. Complice, in questo senso, è la cornice ricettiva, una bellissima casa a ridosso delle mura del paese, arredata con stile, dove godere appieno dei momenti di meditazione durante le pause. Ecco dunque una vacanza per dedicarsi alla cura di sé tra arte e natura, in una regione remota di un’Umbria inedita, dove riappropriarsi di ciò che è nostro, nel più ampio respiro di un macrocosmo dimenticato. INFO Manuela Bernhardt 0744.902680

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© BERNARD DE WETTER / WWF-CANON

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PANDA GIGANTE (AILUROPODA MELANOLEUCA) WOLONG PANDA RESERVE, SICHUAN. A LATO TIGRE INDIANA (PANTHERA TIGRIS TIGRIS); KANHA NATIONAL PARK, MADHYA PRADESH, INDIA. PRIMATE KALIMANTAN (INDONESIAN BORNEO), INDONESIA.

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LANCIO MONDIALE DEL “LIVING PLANET REPORT” 2008 WWF FOR A LIVING PLANET

WWF: “SIAMO IN RECESSIONE ECOLOGICA” DEFICIT RISORSE: CONSUMATE UN TERZO IN PIÙ DI QUELLE DISPONIBILI LA SOLUZIONE: INVESTIRE NELLA CURA DELLE RISORSE NATURALI PER UTILIZZARNE GLI INTERESSI SENZA INTACCARE IL CAPITALE

© ALAIN COMPOST / WWF-CANON

ancor più grave è alle porte – ovvero, l’erosione del credito ecologico causato dall’aver sottovalutato l’importanza delle risorse ambientali come base del benessere di ogni società. Se la nostra pressione sulla Terra continuerà a crescere ai ritmi attuali, intorno al 2035 potremmo avere bisogno di un altro pianeta per mantenere gli stessi stili di vita”. Il Report, prodotto dal WWF insieme alla Società Zoologica di Londra (ZSL) e al Global Footprint Network, mostra come oltre tre quarti della popolazione umana viva in paesi che sono ‘debitori’ in termini ecologici, dove i consumi nazionali hanno abbondantemente superato la capacità biologica nazionale. “Molti di noi sostengono il proprio stile di vita, la propria crescita economica consumando, in maniera sempre più insostenibile, il capitale ecologico di altre parti del mondo – dichiara Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – Nel 1961 quasi tutti i paesi del mondo possedevano una capacità più che sufficiente a soddisfare la propria domanda interna, al 2005 la situazione è radicalmente mutata e molti paesi sono in grado di soddisfare i loro bisogni solo importando risorse da altre nazioni ed utilizzando l’atmosfera terrestre come un’ enorme “discarica” di anidride carbonica ed altri gas ad effetto serra.

© CHRIS HAILS / WWF-CANON

L

a domanda di ‘capitale’ naturale mondiale provocata dalle attività umane è di circa un terzo più di quanto il pianeta possa realmente sostenere provocando così il nostro debito ecologico nei suoi confronti. Se potessimo raffigurarlo questo ‘terzo’ di pianeta sarebbe un grosso ‘spicchio’‘virtuale’ di Terra sottoforma di acqua, suolo fertile, foreste, risorse ittiche, etc. che l’umanità consuma freneticamente ma che in realtà non esiste perché ancora non si è potuto rigenerare. Quello che nel 1961 era ancora un credito rispetto al nostro utilizzo di risorse si è trasformato in un debito crescente. Negli ultimi 45 anni la domanda dell’umanità sul pianeta è più che raddoppiata in conseguenza dell’incremento demografico e dei crescenti consumi individuali. È questo il duro monito contenuto nell’ultima edizione del Living Planet Report del WWF, la principale analisi dello stato di salute del pianeta lanciata oggi al livello mondiale. Inoltre, lo stato di salute dell’ambiente globale e della biodiversità è in continuo declino e sempre più aree del pianeta stanno andando verso uno stato di stress idrico permanente o stagionale. “Il mondo sta vivendo l’incubo di una recessione economica per aver sovra-stimato le risorse finanziarie a disposizione – ha dichiarato James Leape, direttore del WWF Internazionale – ma una crisi

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22 © CHRIS MARTIN BAHR / WWF-CANON

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LE NOVITÀ DELLA SETTIMA EDIZIONE Il Report viene pubblicato dal 1998 e, a partire dal 2000, ogni due anni (l’attuale è la settima edizione del Rapporto). Nell’edizione del 2008 viene resa nota, per la prima volta, la misurazione l’Impronta idrica, sia al livello nazionale che globale che si aggiunge come indicatore aggregato agli altri due, ovvero, l’Impronta Ecologica, l’analisi della domanda di risorse naturali derivante dall’attività umana, e l’Indice del Pia-

neta Vivente, la misurazione dello stato di salute dei sistemi naturali. L’Indice del Pianeta Vivente, compilato in particolare dalla Società Zoologica di Londra, mostra come dal 1970 si sia verificato il declino complessivo della biodiversità (della ricchezza della vita sul pianeta) di circa il 30% tenendo conto dell’analisi di circa 5000 popolazioni di 1.686 specie di animali vertebrati (mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci).

Nelle aree tropicali la riduzione è più drammatica che altrove, essendo al 50%, e le cause principali sono costituite dalla deforestazione e dalle modificazioni dell’uso del suolo; per le specie di acqua dolce le cause principali sono l’impatto delle dighe, la deviazione dei corsi fluviali e i cambiamenti climatici (per un declino del 35%). Gli ambienti costieri e marini invece soffrono soprattutto di inquinamento e di pesca eccessiva o distruttiva.

di energia fossili e il consumo del suolo costituiscono, tra le attività umane, quelle che più pesano nel calcolo dell’Impronta Ecologica e che si legano ad una delle maggiori cause di pericolo attuale: i cambiamenti climatici. L’analisi dell’Impronta Ecologica, prodotta dal Global Footprint Network, mostra come la biocapacità globale – ovvero, l’area necessaria a produrre le risorse primarie per i nostri consumi e a “catturare” le nostre emissioni di gas serra – è di circa 2.1 ettari ‘globali’ pro-capite, mentre l’Impronta Ecologica - e cioè il nostro utilizzo delle

capacità produttive dei sistemi naturali sale a 2.7 ettari globali pro-capite. Abbiamo quindi un deficit di 0,6 ettari globali pro-capite. “Continuare ad alimentare il nostro deficit ecologico avrà ripercussioni gravi anche in economia – ha dichiarato il direttore esecutivo del GFN, Mathis Wackernagel – Il limite della disponibilità delle risorse e il collasso dei sistemi naturali possono far scattare una potente stagflazione (l’incrocio tra stagnazione ed inflazione) con un crollo del valore degli investimenti mentre i costi di cibo ed energia salgono alle stelle”.

LA CARTINA RAPPRESENTA I PAESI DEBITORI E CREDITORI ECOLOGICI.

ETTARI PER PERSONA < 1 1-2 2-4 4-6

>6

IN ARRIVO LA ‘RECESSIONE ECOLOGICA’ “Abbiamo nei confronti del pianeta lo stesso atteggiamento dilapilatorio che le istituzioni finanziarie hanno avuto nei mercati. Siamo abituati a pensare nel breve termine mirando ad una crescita materiale e quantitativa ormai insostenibile basata sullo sfruttamento dissennato delle risorse naturali senza alcuna considerazione delle generazioni che abiteranno questo pianeta dopo di noi – continua Bologna – Gli effetti di una crisi ecologica globale sono persino più gravi del disastro economico attuale”. Le emissioni di anidride carbonica da fonti

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I GRANDI DIVORATORI DEL PIANETA Stati Uniti e Cina hanno le Impronte Ecologiche nazionali maggiori, con circa il 21% ciascuna di consumo della biocapacità globale; ma nei valori pro-capite gli statunitensi mantengono il primato assoluto di grandi ‘divoratori’ del pianeta, richiedendo una media di 9.4 ettari globali (come dire, che ciascun americano vive con le risorse di circa 4.5 pianeti Terra) mentre i cittadini cinesi sono su una media di 2.1 ettari procapite (un solo Pianeta). L’Italia è al 24° posto nella classifica dei paesi con la maggiore Impronta Ecologica. Presenta un’ impronta di 4,8 ettari globali pro-capite ed una biocapacità di 1,2 ettari globali pro capite. Quindi l’Italia si trova in una situazione di deficit ecologico, di 3,5 ettari globali pro-capite. Prima di noi ci sono, tra gli altri, USA, Danimarca, Australia, Canada, Grecia, Spagna, Regno Unito, Francia, Giappone mentre dietro di noi vengono, ad esempio, Portogallo, Germania, Olanda. La biocapacità è distribuita in maniera disomogenea, poiché 8 nazioni – USA, Brasile, Russia, Cina, India, Canada, Argentina e Australia – contengono oltre la metà della biocapacità globale. I modelli di crescita della popolazione e dei consumi rendono 3 di questi paesi ‘debitori’ ecologici, con un’Impronta Ecologica superiore alla bio-capacità nazionale – gli Stati Uniti (con un’Impronta 1.8 volte rispetto alla biocapacità nazionale), Cina (con 2.3 volte) e India (con 2.2. volte). In pieno contrasto, sull’altro fronte, si trova il Congo, al settimo posto in termini di ampiezza della propria biocapacità media, con 13.9 ettari globali per persona e un’Impronta ecologica media pro-capite di appena 0.5 ettari, la quarta Impronta più bassa tra tutte le nazioni che hanno una popolazione sopra il milione di individui. Ma le proiezioni indicano che il paese subirà un degrado della bio-capacità a causa della deforestazione e della crescita delle richieste di risorse dovute all’aumento della popolazione e alle forti pressioni sull’esportazione dei prodotti.

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IN ALTO, NAMIB-NAUKLUFT NATIONAL PARK, NAMIBIA. IN ALTO A DESTRA, CARTELLO SEGNALETICO CHE INDICA UN PUNTO DI RACCOLTA ACQUA NEL DESERTO DELLA TUNISIA. RAGAZZA VIETNAMITA CHE FA PROVVISTA D’ACQUA SULLE RIVE DEL FIUME SEREPOK.


© MARTIN HARVEY / WWF-CANON

© MICHEL GUNTHER / WWF-CANON

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ITALIA 4° CONSUMATORE MONDIALE DI ACQUA

© ELIZABETH KEMF / WWF-CANON

Il nuovo indicatore dell’Impronta Idrica, per la prima volta introdotto in questo Rapporto, è costituito da due componenti: l’impronta idrica interna, che è composta dalla quantità di acqua necessaria per produrre beni e servizi prodotti e consumati internamente dal paese, e impronta idrica esterna, che deriva dal consumo delle merci importate e calcola, quindi, l’acqua utilizzata per le produzioni delle merci dal paese esportatore. L’Impronta Idrica evidenzia lo stretto legame tra produzione di beni di consumo e utilizzo della risorsa acqua; ad esempio, in una maglietta di cotone si ‘nascondono’ almeno 2.900 litri di acqua, impiegati nell’intera filiera di produzione. Ciascun abitante della terra consuma in media 1.24 milioni di litri

di acqua all’anno (circa metà di una piscina olimpionica) ma questo consumo varia dai 2.48 milioni di litri a persona all’anno (come avviene negli USA) fino a 619.000 litri pro-capite all’anno (Yemen). Il Report segnala almeno 50 paesi che attualmente stanno affrontando crisi idriche più o meno accentuate e il numero delle persone che soffrono di questo stress, stagionali o annuali, tendono ad aumentare a causa dei cambiamenti climatici. L’Italia è il 4° maggiore consumatore di acqua al mondo con un consumo di 2,332 metri cubi pro capite annui (dei quali 1,142 interni e 1,190 esterni). Davanti a noi abbiamo, nell’ordine, USA, Grecia e Malesia, dietro di noi, dalla Spagna, al Portogallo, al Canada ecc.

INVERTIRE LA ROTTA SI PUÒ “I dati contenuti nel Living Planet rappresentano delle chiare e inequivocabili indicazioni su cosa bisogna fare – ha dichiarato Leape – La nostra speranza è che negli anni a venire noi potremo rilevare un aumento dell’indice del pianeta vivente, un’Impronta Ecologica più ridotta e una disponibilità di acqua maggiore in molte parti del pianeta”. Il Report suggerisce alcune strategie di “sostenibilità” che se combinate tra loro possono stabilizzare o invertire la rotta che ci sta portando verso il debito ecologico e a un danno permanente di tutti i sistemi globali che sostengono il nostro sviluppo. Per quella che si ritiene come la sfida più

importante – i cambiamenti climatici – il Report mostra come un insieme di azioni mirate all’efficienza, all’uso delle rinnovabili e alle tecnologie a basse emissioni possa soddisfare la domanda di energia prevista per il 2050 con una riduzione in emissioni di CO2 dal 60 all’80%. “Se l’umanità riuscirà a seguire questa strada avrà la capacità di vivere entro i limiti del pianeta, ma è necessario riconoscere che per affrontare l’erosione del nostro ‘credito ecologico’ saranno necessarie azioni ancora più coraggiose di quanto sia stato avviato per risolvere l’attuale crisi economica”.

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ECOVIAGGI

TURISMO RESPONSABILE

GLI IMPATTI DERIVANTI DA QUESTO FENOMENO, SOPRATTUTTO NEI PAESI DEL SUD DEL MONDO, NON SONO SOLO AMBIENTALI MA ANCHE SOCIALI E CULTURALI

di Iris Corberi

IRIS CORBERI Laureata in Scienze Politiche a Milano, ha viaggiato e vissuto all’Estero accompagnando e assistendo i propri turisti. Oggi è convinta che esista un altro modo di viaggiare.

S

ono più di 800 milioni le persone che ogni anno varcano i confini del proprio paese verso mete più o meno lontane al fine di godersi le meritate vacanze e alimentando quello che è uno dei settori trainanti di tutte le economie: il turismo! Tuttavia tale attività, pur basandosi spesso sulle risorse e sulle bellezze naturali, quando è di massa inquina, deturpa e danneggia proprio l’ambiente da cui dipende la sua sostenibilità nel tempo. Gli impatti derivanti da questo fenomeno, soprattutto nei paesi del Sud del mondo, non sono solo ambientali (oltraggi paesaggistici,

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spreco d’acqua utilizzata per piscine o per campi da golf in paesi semi-aridi, inquinamento dato dai mezzi di trasporto etc, etc…) ma anche sociali e culturali (perdita di ricchezza e di identità culturale, abbandono delle attività tradizionali, emigrazione dalle zone rurali e conseguente inurbamento non controllato etc, etc…). Negli anni Ottanta dello scorso secolo, alcuni studiosi proprio sulla base di queste osservazioni, hanno iniziato a considerare il turismo non più solo come un vettore di sviluppo e benessere, ma addirittura come un’industria pesante che inquina e rende invivibili paradisi terrestri. Si è fatto così strada un nuovo tipo di turismo, più attento e sensibile al concetto di responsabilità e sostenibilità dello sviluppo. Fondamento di tutto ciò è la consapevolezza che le risorse non sono inesauribili. È perciò necessario preservare quanto più possibile il capitale naturale e culturale del pianeta, senza danneggiare i valori sociali e ambientali del territorio, anche e soprattutto per non privarne le generazioni future. Nasce così il turismo responsabile, cioè un turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto

dell’ambiente e delle culture. Esso infatti riconosce la centralità della comunità locale ospitante ed il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Questo nuovo modo di vivere il proprio tempo libero favorisce la positiva interazione fra industria del turismo, comunità locale e viaggiatori ed è proprio per questo che non è da applicare solo ai paesi del sud del mondo ma anche, e soprattutto, alle tanto trascurate località che ci circondano. Oggi, a trent’anni dalla nascita di questa corrente di pensiero, è possibile notare come sempre più numerosi siano i turisti che si avvicinano a mondi lontani, in punta di piedi e con il massimo rispetto, esaltando l’esperienza umana dell’incontro come arricchimento, crescita e conoscenza personale. Tale atteggiamento mentale non poteva non ritrovare i propri principi fra quelli del commercio equo-solidale e della cooperazione internazionale, andando così a stimolare l’auto imprenditorialità e lo sviluppo di micro economie attraverso l’inclusione nei propri tour di visite a progetti internazionali e del pernottamento in strutture gestite direttamente dalle comunità locali.


ECOVIAGGI

IL TURISMO QUANDO È DI MASSA INQUINA, DETURPA E DANNEGGIA L’AMBIENTE. I PRINCIPI DEL TURISMO RESPONSABILE VANNO DI PARI PASSO CON QUELLI DEL COMMERCIO EQUO-SOLIDALE E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, ANDANDO COSÌ A STIMOLARE L’AUTO IMPRENDITORIALITÀ E LO SVILUPPO DI MICRO ECONOMIE.

In Italia le offerte di viaggi responsabili sono numerose e si differenziano tra viaggi in America Latina, Asia e Africa oppure in splendide località italiane al fine di render noti anche luoghi forse troppo vicini per catalizzare la nostra attenzione. Ogni tipo di variante è ben accetta, perciò si va dai weekend in bicicletta a quelli di trekking, dalla vacanza che include qualche giornata di volontariato presso i progetti di cooperazione all’estero fino alle vacanze interamente dedicate alla salvaguardia di animali in pericolo d’estinzione. È bene però sottolineare che chi parte per un viaggio di turismo responsabile non esclude né tanto meno sminuisce i risvolti propriamente turistici dell’esperienza stessa. Infatti un turista responsabile non perde l’occasione di visitare meraviglie artistiche, archeologiche, naturali o ambientali, ma anzi li vive guadagnandoci un reale incontro con le persone che in quei luoghi ci abitano. Un turista responsabile è semplicemente colui che più che domandarsi “dove vado in vacanza” si domanda “come vado in vacanza” e che prima di partire mette in valigia rispetto, sentimenti, e sensibilità!

BIOECOGEO TI PROPONE IL VIAGGIO DEL MESE A:

MAIORCA 28 DICEMBRE 08 / 01 GENNAIO 2009

Il contatto con la natura e l’allegria della festa! Quest’isola delle Baleari ha molto più da offrire che sole, spiagge e mare: chi attraverserà Maiorca in bicicletta, ne scoprirà i lati più diversi. Il tour dell’isola si dirama tra la costa e l’interno e permette di estraniarsi dal turismo di massa che sta trasformando il destino di 2000 anni di storia. Inoltre, il susseguirsi di colline e pianure rende il percorso molto vario. Non bisognerà combattere i mulini a vento come ha fatto Don Chisciotte, ma si dovranno comunque superare alcune salite. Gli spagnoli hanno definito quest’isola "La Luminosa" e proprio i ciclisti, attraversandola, ne comprenderanno il motivo. QUOTA: 830 Euro + tasse aeroportuali.

COMPRENDE: Volo Air Iberia a/r, 4 pernottamenti con colazione, 3 cene (bevande escluse), cena speciale di Capodanno con serata musicale, transfer aereoporto/hotel a/r, accompagnatore dall’Italia e locale, assicurazioni, nolo bici per 3 giorni, acqua durante il tour, bus al seguito, visita guidata di Palma con guida italiana (ingresso alla Cattedrale incluso). NON COMPRENDE: tasse aereoportuali (ca. 170 Euro), le bevande ai pasti, gli extra e quanto non espressamente indicato alla voce "comprende". SISTEMAZIONE: Hotel Marina Luz 4* a Cala Estancia/Palma, in camere doppie o triple con servizi.

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ECOSHOPPING

IN RICORDO

DELLA DROGHERIA SEMBRA COSÌ LONTANO IL TEMPO IN CUI GLI ALIMENTARI SI ACQUISTAVANO SFUSI E IN PICCOLE QUANTITÀ, GIORNO PER GIORNO. UNA GIOVANE RAGAZZA LONDINESE HA RECUPERATO QUESTA TRADIZIONE PER RIPROPORLA AGLI ABITANTI DEL SUO QUARTIERE di Laura Molteni

U

npackaged è una piccola bottega situata nella zona centro nord di Londra, non lontano dalla stazione di Angel. Come suggerisce il nome, la sua peculiarità è vendere prodotti sfusi, privi di imballaggio. Il contenitore lo si porta da casa, oppure se ne acquista uno da riutilizzare le volte successive. Catherine Conway, la giovane proprietaria del negozio, ha iniziato quest’avventura nel 2006, convinta che esistesse un modo migliore per vendere i generi alimentari e non. L’idea è partita dal concetto che, innanzitutto, l’eccessivo uso di imballaggi fa inevitabilmente aumentare il prezzo di vendita della merce; in secondo luogo, lo spreco di energia e di materiali è presente a ogni livello del ciclo di vita di un contenitore, dalla produzione allo smaltimento. Non è detto, infatti, che al momento del suo recupero il processo di riciclaggio vada a buon fine. Oltre ad evitare imballaggi inutili, tutti i prodotti venduti da Unpackaged sono organici certificati e, quando possibile, sono selezio-

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ECOSHOPPING

nati tra quelli del commercio equo solidale. Anche l’approccio del “chilometro zero” è fortemente perseguito; gli alimenti, per arrivare sul bancone del negozio, devono viaggiare il meno possibile. La gamma proposta è vasta ed eterogenea: si va dai generi macrobiotici di prima necessità, come farina, zucchero, legumi, pasta e riso, ai detersivi per la pulizia della casa, dall’olio e dal vino venduti alla spina ai prodotti caseari, fino ad arrivare al pane e ai dolciumi appena sfornati. La vendita al dettaglio permette anche di comprare il minimo necessario (ad esempio solo un etto di lenticchie o un uovo), senza per forza acquistare grandi quantità di alimenti, magari deperibili, che poi si è costretti a buttare via (proposta vantaggiosa per le famiglie numerose ma non per i nuclei familiari composti solo da una o due persone). Una volta entrati nel negozio, sembra di ritornare indietro nel tempo, quando le nostre nonne si recavano dal droghiere a fare la spesa. Una realtà sempre meno esistente al giorno d’oggi, che spesso si trova costretta a cedere il passo alla grande distribuzione. Unpackaged nel 2008 è stato anche tra i finalisti dell’Ethical Award, un premio istituito tre anni fa da uno dei maggiori settimanali inglesi, l’Observer, in associazione con Ecover, azienda produttrice di detergenti ecologici. Il riconoscimento è stato ideato per fare risaltare quelle idee e quelle realtà in cui sono l’ecologia e la sostenibilità a dettare le

linee guida. Un premio per chi si impegna a rispettare e a fare rispettare l’ambiente, dunque. Ed è proprio grazie alla dedizione di queste persone, con le loro iniziative, che i cittadini possono essere educati al consumo consapevole, essere aiutati a capire cosa è eticamente corretto, e come agire di conseguenza. Catherine Conway è riuscita a far comprendere alla gente del suo quartiere che l’uso eccessivo degli imballaggi è sbagliato, sia perché i consumatori si trovano a spendere di più, sia perché, alla lunga, gli stessi acquirenti si troveranno sepolti dai rifiuti. In Italia, le normative igieniche e quelle che regolano i criteri degli imballi a contatto con gli alimenti, sono severissime e limitanti. Questo spiega perché solo alcuni grandi gruppi commerciali riescono a fornire un servizio di compravendita privo di packaging. Crai e Coop, ad esempio, possiedono delle aree per l’acquisto ecosostenibile di prodotti sfusi all’interno dei loro punti vendita. Essi, infatti, hanno la forza e le dimensioni che consentono di rispettare la legislazione, adeguandosi ai livelli di igiene richiesti. Ma siamo davvero sicuri che questi standard siano così indispensabili? O stiamo costruendo un futuro esente da batteri ma straripante di bottiglie e sacchetti di plastica?

DA SINISTRA QUATTRO TIPOLOGIE DI RISO ORGANICO DEL COMMERCIO EQUO SOLIDALE. I GROSSI RECIPIENTI CONTENGONO DETERSIVI PER LA CASA, SAPONE LIQUIDO, SHAMPOO E BALSAMO CON CUI RICARICARE I PROPRI CONTENITORI FORMATO DOMESTICO. DIETRO AL BANCONE, CATHERINE CONWAY, LA PROPRIETARIA DEL NEGOZIO. TÈ E CAMOMILLA VENDUTI SFUSI, IN MONODOSE. A PENSARCI BENE, PERCHÉ MAI C’È BISOGNO DELLA BUSTINA, DELL’INVOLUCRO DI CARTA CHE LA RACCHIUDE, DEL FILO CON L’ETICHETTA, DELLA SCATOLA CHE CONTIENE LE BUSTINE E DEL CELLOPHANE CHE CONFEZIONA IL TUTTO? OLIO E ACETO BALSAMICO VENDUTI ALLA SPINA.

Unpackaged - 42 Amwell Street - London EC1R 1XT www.beunpackaged.com

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BIOFOOD

FATTORIA www.fattoriasanmichele.it

SAN MICHELE A TORRI LA FATTORIA DI SAN MICHELE È A CAVALLO DELLE ZONE VINICOLE DEL CHIANTI COLLI FIORENTINI E DEL CHIANTI CLASSICO: UN HABITAT PARTICOLARMENTE VOCATO ALLA VITICOLTURA di Arabella Pezza

L’

azienda agricola biologica “Fattoria San Michele a Torri” si trova nella zona di produzione del vino Chianti, a soli 15 Km da Firenze, tra vigne ed oliveti che dolcemente declinano verso la valle del torrente Pesa. Estesa su 200 ettari di terreno, di cui 50 coltivati a vigneto biologico, 30 a oliveto e la parte restante a seminativo e bosco, la Fattoria di San Michele è a cavallo delle zone vinicole del Chianti Colli Fiorentini e del Chianti Classico: un habitat particolarmente vocato alla viticoltura, dove nascono vini rossi profumati, vellutati e di grande carattere. La natura dei terreni è varia, comunque per la massima parte si tratta di terreni di origine alluvionale e con una buona presenza di ciottolame. I principali vitigni coltivati nella zona sono Sangiovese, Lanaiolo e Colorino. Negli ultimi sei anni sono stati introdotti anche altri vitigni, come il Cabernet Sauvignon, il Merlot, lo Chardonnay ed il Riesling. Tali vitigni occupano - comunque - superfici limitate.

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Leonardo Francalanci ha dato nuovo impulso e sviluppo all’attività agricola tradizionale, rinnovando e ampliando le coltivazioni e indirizzandole ad una produzione biologica. Infatti, proprio l’Agricoltura Biologica è risultata un mezzo idoneo per orientare l’azienda verso una qualità che coinvolge sia l’uomo, che l’ambiente e – infine - anche i prodotti. All’inizio è stato necessario scegliere varietà e cloni selezionati dalla tradizione agricola di queste zone. Per questo si conservano vecchi vigneti e vecchi oliveti, proprio per avere materiale vegetale particolarmente idoneo alle condizioni pedoclimatiche della zona. Inoltre, alle colture fanno da cornice infrastrutture ecologiche come siepi e boschi, importantissimi per gli equilibri ambientali. La difesa del suolo viene affidata all’inerbimento permanente, o temporaneo, e ad accurate sistemazioni idrauliche. La difesa delle colture biologiche inizia con opportune concimazioni organiche, con trattamenti a basse dosi di rame, con zolfo e bentonite. Le po-


BIOFOOD

tature verdi ed i sistemi di allevamento rappresentano, inoltre, un supporto indispensabile affinché i trattamenti raggiungano la massima efficacia. Infine, i diradamenti e la selezione delle uve biologiche al momento della raccolta consentono di portare in cantina solo uve sane che non hanno bisogno di interventi particolari durante il processo di vinificazione, se non basse dosi di anidride solforosa, senza comunque mai superare nei vini le 30 ppm di anidride solforosa libera.

Il vino prodotto da Agricoltura Biologica è il risultato di un processo produttivo che non ha inquinato l’ambiente ed ha rispettato forme di vita animali e vegetali. Il vino, così prodotto, non contiene additivi nocivi: necessita di un maggior lavoro manuale e tecnico rispetto ad altri vini, per questo il prezzo del prodotto risulta leggermente elevato. Scopriamo insieme di quanto… (Tutti i prezzi si intendono applicati alla vendita diretta aziendale).

CHIANTI CLASSICO TENUTA LA GABBIOLA DOCG RISERVA

UVAGGIO: Sangiovese. GRADO ALCOLICO: 13, 5 % Vol. ASPETTO: rosso rubino pieno, denso e consistente. AROMA: intenso e persistente con sentori fruttati (ciliegia e mora) e note floreali (violetta ed iris), ma anche percezioni nette di spezie e tabacco. GUSTO: caldo, morbido, fruttato, con tannini morbidi, gradevole finale amarognolo. CONSIDERAZIONI: vino equilibrato che esprime il meglio dopo 4/6 anni dalla vendemmia. ABBINAMENTI: Si tratta di un vino che può essere abbinato con ottimi risultati con primi importanti e ricchi, dalla polenta al sugo, alle lasagne al forno, ma che esprime il suo meglio con tutti i secondi di carne, da quella alla griglia (la tipica fiorentina) alla carne in umido, alla fricassea.

MURTAS I.G.T. COLLI DELLA TOSCANA CENTRALE

La Riserva nasce da un’accurata selezione delle migliori uve biologiche di Sangiovese prodotte nella Tenuta La Gabbiola. Tutte le uve vengono raccolte manualmente nel mese di ottobre. La caratteristica più marcata di questo vino è la sua morbidezza, unita alla tipicità del Sangiovese. Prima della commercializzazione, il vino deve passare almeno 6 mesi in bottiglia.

Ottimo con il maiale cucinato in tutte le maniere: infatti, il tannino ben contrasta la succulenza della carne, mentre l’alcool ripulisce bene la bocca dalla sua grassezza e sapidità. € 15,00

Murtas Terzuoli è da sempre il cantiniere della Fattoria San Michele. Dando il suo nome al vino biologico più prestigioso dell’Azienda, la proprietà ha voluto evidenziare quanto il lavoro non solo del Signor Terzuoli, ma di tutti coloro che lavorano a San Michele, sia un elemento particolare. Il Cabernet Sauvignon proviene dalla Vigna Nuova di Buonriposo, il Sangiovese è

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BIOFOOD

una selezione delle migliori vigne aziendali, il Colorino è invece un clone che l’Azienda ha ritrovato in una vigna vecchia e che ha salvaguardato. Si tratta di un vino di grande struttura, che può essere consumato giovane, ma che dà il meglio di sé dopo almeno 5/7 anni dalla vendemmia. UVAGGIO: Sangiovese 40% Cabernet Sauvignon 40% Colorino 20%. GRADO ALCOLICO: 13,5 % Vol. ASPETTO: rosso rubino vivo, denso e consistente. AROMA: intenso e persistente con sentori speziati eterei ma anche fruttati con note floreali ed erbacee. GUSTO: caldo, morbido, sapido, fruttato, con tannini eleganti, sentori di tostato in chiusura. CONSIDERAZIONI: vino equilibrato che esprime il meglio dopo 5/7 anni dalla vendemmia. ABBINAMENTI: un grande vino che da il suo meglio con secondi importanti, come cinghiale in umido, lepre in agrodolce, cacciagione arrosto, ma ottimo anche con la semplice ma sempre ottima! – fiorentina. La stoffa del vino è tale da consentire anche abbinamenti strani: la presenza marcata di sentori speziati ben lo accomuna anche con piatti a loro volta ricchi di speziatura come alcune preparazioni indiane o il chili con carne messicano. € 17,00

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SAN GIOVANNI MILLENOVECENTONOVANTASETTE CHIANTI COLLIFIORENTINI RISERVA DOCG

ASPETTO: rosso rubino pieno, denso e consistente. AROMA: intenso e persistente, con sentori floreali e fruttati, ma anche percezioni nette di spezie. GUSTO: caldo, morbido, fruttato, con tannini gradevolissimi uniti ad una piacevole vena acida. CONSIDERAZIONi: vino equilibrato che esprime il meglio dopo 4/6 anni dalla vendemmia. ABBINAMENTI: si tratta di un vino che ben si adatta a tutti i secondi di carne.

Il nome di questo vino è legato alla vigna di provenienza: infatti, viene prodotto solo con le uve biologiche di Sangiovese, raccolte nella Vigna di San Giovanni. Il particolarissimo terroire conferisce a queste uve, e conseguentemente al vino, una meravigliosa morbidezza ed una sorprendente freschezza.

Ottimo con la tipica fiorentina e con le carni rosse o ai ferri, anche se esprime il suo meglio con piatti in umido, quali il peposo o lo stracotto. Infatti, l’aromaticità del vino ben si integra con l’aromatico fondo di cottura, mentre alcool e tannino ben contrastano la grassezza e la sapidità della carne. € 12,00

UVAGGIO: Sangiovese. GRADO ALCOLICO: 14% Vol.


BIOFOOD

NELLA PAGINA ACCANTO, UNA PANORAMICA DELLE COLLINE TOSCANE. A SINISTRA “LA FATTORIA SAN MICHELE A TORRI.

UN PO’ DI STORIA… La Fattoria di San Michele a Torri opera da moltissimo tempo su queste colline punteggiate di vigneti e oliveti. Si è sviluppata nel corso dei secoli da una struttura medioevale: le cantine con le loro volte a crociera in mattoni, la cappella settecentesca e il pozzo neogotico testimoniano, in un susseguirsi di stili e ampliamenti, la presenza ed il lavoro dell'uomo in un paesaggio circostante di olivi, vigne e boschi, rimasto pressoché immutato nei secoli. Si sono trovate tracce della sua presenza in documenti del 1700 ed è certo che era già un centro produttivo di una certa importanza fin dal 1800. Restaurata nel 1822, fu nuovamente distrutta durante l'ultima guerra e quindi ricostruita. La villa fattoria è stata fatta restaurare recentemente con grande attenzione ed equilibrio.

IL BIO RISTORANTE Dalle colline del Chianti, al tetto d’Europa: a La Thuile, piccolo paese alle pendici del Monte Bianco, si trova il ristorante “Le Coq au Vin”, all’interno dell’hotel “Chalet Eden” (Biohotel), gestito dalla Famiglia Jacquemod. “Le Coq au Vin” si basa sull’idea che ciò che mangiamo non è solo un obbligo, ma anche una necessità di base culturale che ha una diretta influenza sulla nostra salute fisica e mentale. Per questo motivo il ristorante offre solo la genuinità di ingredienti rigorosamente biologici e biodinamici. La cucina attinge dai sapori della tradizione locale e savoiarda, senza però rinunciare alle note creative dettate dal giovane chef Michele Valsania.

Ma cosa si intende, esattamente, col termine “Biohotel”? Daniela Jacquemod, la titolare, spiega che la struttura è stata ristrutturata con una “logica biologica”, anche se non sono stati seguiti tutti i canoni, in quanto si tratta di una costruzione che esisteva già precedentemente. Tuttavia, all’interno di tutto l’albergo ed il ristorante, il riscaldamento è solo a legna ed a pannelli solari, i tessuti adoperati per le tende e le tovaglie sono in pura lana vergine originale, così come tutti i prodotti utilizzati, dai saponi per gli ospiti al detersivo per le stoviglie, sono biologici al 100%. Inoltre, non vengono mai utilizzate né colle, né materiali chimici o sintetici. Si cena all’interno di un’accogliente sala riscaldata dal fuoco che arde nel caminetto. Il servizio è attento e curato e tutti i piatti proposti sono molto ben confezionati e presentati. I prodotti sono biologici al 100%, ad eccezione del pesce e della selvaggina, che non hanno certificazione. È possibile scegliere tra un menu guidato oppure una dozzina di piatti alla carta: per cominciare, petto d’oca affumicato con valeriana o un delizioso strudel di verdure con fonduta di parmigiano. Tra i primi ci sono le classiche crespelle alla valdostana e gli gnocchetti pomodoro e basilico, ma anche le tagliatelle col ragù di piccione o gli spaghetti con borragine di muggine. Si prosegue col tofu scottato alla piastra, il tradizionale cinghiale in civet con polenta, la sella di coniglio al timo, il maialino da latte al forno o ancora il sottofiletto al vino rosso con erba cipollina. Tra i dolci, l’aspic di fragole e il ghiotto bavarese ai mirtilli con cioccolato bianco. La carta dei vini è particolarmente interessante perché – oltre a una vasta selezione di etichette di bottiglie provenienti da varie regioni italiane – ha anche una settantina di vini biologici, consigliati da Stefano Jacquemod per accompagnare i piatti. Il prezzo, nonostante il ristorante proponga cucina e vini biologici, è nella media. Per tre portate si spendono circa 40 euro. www.chaleteden.it

LA RICETTA GALLO AL VINO (COQ AU VIN) INGREDIENTI PER 6 PERSONE: 1 GALLETTO RUSPANTE DI CIRCA 1 KG ½, PRONTO PER LA COTTURA; 1 CIPOLLA STECCATA CON 2 CHIODI DI GAROFANO;

1 SPICCHIO D’AGLIO; 1 RAMETTO DI ROSMARINO; 1 RAMETTO DI TIMO; 2 FOGLIE DI ALLORO; 2 BICCHIERI DI VINO ROSSO; UNA MANCIATA DI FARINA DI FRUMENTO; UN PEZZETTO DI LARDO; UNA NOCE DI BURRO; BRODO DI CARNE; SALE.

Tagliare a pezzi il galletto e lasciarlo dorare in una casseruola con una noce di burro e col pezzetto di lardo. Quando sarà ben rosolato salare, spolverizzare con la farina e versare sopra il vino rosso precedentemente intiepidito in un pentolino. Coprire i pezzi col brodo caldo, unire la cipolla, l’aglio, le erbe aromatiche e lasciar cuocere un attimo a fuoco vivo, prima di abbassare la fiamma e proseguire la cottura per un paio d’ore, aggiungendo, di tanto in tanto, un po’ di brodo. Servire con polenta.

Si tratta di una ricetta “della festa” dell’area intorno al Monte Bianco, di gusto molto francese. Poiché spesso è difficile recuperare un galletto ruspante dall’allevamento famigliare, spesso si sostituisce con un pollo allevato sull’aia.

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BEGPILLOLE

RE UN CONSUMAILTO IOLOGICO LIANI ATORIO SUGLI ITA SU 5 SCEGLIE B NDO “L’OSSERV I ITALIANI, SECO NTE I PREZZI. TUT-

NSUMATOR CALI, NONOSTA I LA: IL 22% DEI CO ORGANICI E LO DI INGERENZA DE IL BIOLOGICO VO LIERE PRODOTTI EG SC NCIA IL RISCHIO CE NU RIS DE EFE RI) PR ”, TO RE OL RIC AG NA E IL BENESSE LIA ITA O”. ONFEDERAZIONE EMENTO NON A “KM ZER TAVIA, LA CIA (C CRESCITA. L’INCR ZIONE, OVVERO GICO SONO IN GICI D’IMPORTA LO LO FA NZ IA BIO BIO L L’IN TI DE R I OT PE UM TI OD PR EN N I CONS 5,2 %) , GL I AL IM ISMEA/AC NIELSE RTOF RU TTA (+2 DI ALIMENTI BIO L’O NA SECONDO DATI TTO LIA TU ITA AT NE PR IO ODUZ RIG UA RDA SO TI A FAVORE RTROPPO, LA PR EN PU ). EV ER 2% DE LLE VE ND ITE INT (+3 I NE GL PA TO E RISO (+13%) E E HANNO RIDOT NICI, MA (+36,4%), PASTA ALIMENTI ORGA ERSE REGIONI CH N SCEGLIE SOLO A A CAUSA DI DIV NO AT E TROTI, EN BIL AT FR SSI INF È E, PO CI È OR GI LO RETE NSUMAT NAVIGANDO IN LOGICHE. IL CO NDITA DIRETTA: OTTI A KM ZERO. VE OD O DELLE CULTURE BIO PR NN E FA RIR E CH EFE E OL A RANDO A PR AZIENDE AGRIC TROVA LA MAPP STA ANCHE IMPA LOCALIZZARE LE .COM (DOVE SI I CHE AIUTANO A WWW.MILKSMAP – .IT ). TTI IO IRE VARE DIVERSI SIT OR LD RIT CO MICA.IT – WWW. RSI SU TUTTO IL TER WWW.CAMPAGNA NO PIÙ DI 800 SPA LATTE FRESCO, SO DI RI TO IBU TR DEI DIS

A …E L’AVVENTUR DI RICO

OPPO PRESTO: È TERMINATO TR DELL´IBIS RICO IO GG N A MONACO. UN VIA IL BR TE LLA DI HE SFORTUNATAMEN NATO ALLO ZOO EG NS CO TO È STA IA). IL 10 SETTEMBRE DAL TERREICH, AUSTR PO LA PARTENZA ORF (NIEDERÖS CHILOMETRI DO CI GIÀ A VÖLTEND DIE ” SE BA CHE. FINO A LLA AN “A NE VA IVA NA RT OR PA RIT NON L’UCCELLO E DOPO E PRECEDENTI, A SPERANDO CH LO. NELLE TAPP CAMPO DI VO TO IN MACCHIN ENTE, RTA AM PO AT AS UN TR RT TO SFO O. O È STA VOLATO DI NUOV PIANCADA, RIC E DAL BB O RE RL AV VE A UO US DI RIM NO DI PA O SI È DECISO QUALCHE GIOR LO SONO ANR QUESTO MOTIV EL PE . CC PIÙ T’U ES TTO QU FA NON L’HA ORTAMENTO DI ERA SITUATO USE DEL COMP ONA SALUTE ED GRUPPO. LE CA O È FORTE, IN BU ELL NE DIFFICILE CC SIO L’U . CI RE DE RTA UNA CORA DA ACCE OTTIVI” È STATA AD RI LLI. ITO CE EN UC “G I I N GL PO. PER LTO INTENSO CO BENE NEL GRUP RAPPORTO MO UN A UR TA INS PERCHÉ SI

RRA: EL 30% DI GAS SE D E N O ZI U ID R F LIONI DI WW NOSTRA SALUTE ADAGNARE 2 MI LA ER P L’UE POTREBBE GU IO IC EF À ENTRO IL 2020 ”. NIT PIO MU UN BEN CO SEM LA L’E TA RE : “È ORA DI DA SANITARIE DI TUT PEA DE-

LIANO SPESE NE EURO AL GOVERNO ITA LIARE ANCHE LE F, INFATTI, SE L’UNIO I ALL’ ANNO WWF RDI DI IONI VUOL DIRE TAG IER AL ISS O STUDIO DEL WW EM UN PED LE OS DO I RE ER ON LIA DI CIRCA 25 MILIA SEC TAG RÀ RICOV TE. SA 00 LU IE SA 8.0 AR LA RE NIT AL NA E SA MI SE CH ELI AN SPE ED E DI O NI A… OR MI IM LAV CL TER DI AL IN GIORNI SI AVRÀ ATICI FA BENE RISPARMIO CHE MBIAMENTI CLIM E PER IL CLIMA, IL COMBATTERE I CA LLE SERIE POLITICH DE RE DE EN PR CIDERÀ DI INTRA EURO ALL’ANNO.

” PER IL RICICLO A V TI O M O C LO E NTASTICA DIA SI FA IN DU E M CON UNA “FAN E R I IC G LO O DEI RIFIUTI TEC O D N O ERÀ GLI PER ECOM , DOVE PRESENT ENZA PER I RAEE” -

ORMA “L’ECCELL NTO, SISTEMI INF D B5 DAL TITOLO ESSI DI TRATTAME STAND N.157 PA INE EFFICIENTI ED UREZZA DEI PROC OMONDO, NELLO CH SIC EC STI O: GI AD AT LO RÀ ER NI SA OP O LUZIO REMEDIA TEZZA DELLA TTERIZZANO IL SU SVILUPPO DI SO RE , RA EE NC CA RA E CO DI CH LA I SSI GE TIV FLU I AGGIUN ASPETTI DISTIN E CONTROLLO DE PERATO. A CIÒ SI IRE UN COSTANT A NAZIONALE. MATERIALE RECU TIVI PER GARANT DEL NUOVO SISTEM RIZZAZIONE DEL STRA AD LO VIO VA AV LA LL’ R DA PE SI CA ME ER CENTRO (IN MO 10 AL LI RIC NI IN SO I IN ZIO NT EE RA ME NE VESTI E DI RA ICI: LE NUOVE GE GIOVANI GENERA .000 TONNELLAT ON LE 14 TTR O TRE ELE ND I OL GE IUT DI E OL RIF INV DEI GESTION O DEI RAEE CO A DEL RICICLO ONANTE… TIV ND SSI PA MO MO AP AL CO E A LO CE A TIV VO RE ERAT LA FANTASTIC R DARE ULTERIO DEL RICICLO, INT LE DEI RAEE UCATIONAL) PE A LOCOMOTIVA TEMA NAZIONA ECOMONDO ED CRESCITA DEL SIS GIA, LA FANTASTIC MI LLA RE NE ORE GENEO E ETT AT O IZZ DIR , NIC AL TO MO HA RE RA DANILO BONA LLO SVILUPPO AR ZIONI REMEDIA HIA NE A DIC AT – SPARENTE . GN RE TRA PE TO NE IM ZIO I DEL SET MENTE ZIONE E INFORMA I PROTAGONIST “REMEDIA È FORTE RAPPRESENLITÀ, SENSIBILIZZA IN I RIVOLTI A TUTTI IBI E VIS MM CH DE RA AN AN O OG GR OL PR DI STRO RU ATTRAVERSO VERSO INIZIATIVE ARE QUESTO NO REMEDIA. “ATTRA SSIBILE RAFFORZ RALE CONSORZIO CUTORI CI È PO LO ER INT I STR NO I DEI NEI CONFRONT PAI.” DEI RIFIUTI DI AP I 1000 ASSOCIAT ECO-SOSTENIBILE TANZA DEI NOSTR R LA GESTIONE PE RE TTO -SE LTI A COLLETTIVO MU INCIPALE SISTEM EE). REMEDIA È IL PR TTRONICHE (RA ELE ED HE IC TTR RECCHIATURE ELE

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BEGPILLOLE

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SOPRATTUTTO SI À SI APPRENDE E CO-SOSTENIBILIT L’E ITI ISOLANTI, RIDUUN TI TI RE STA PA I NEGL LA CON NCHI DI SCUO BA I STRUITE IN MASU À CO GI I WC PRATICA QUA, CABINE DE AC DI I CH RE SP ZIONE DEGLI TO. NTED’, OVVERO TERIALE RICICLA ITUTI ‘GREEN-ORIE NEL PAESE GLI IST UARDIA NEL NO NG CA VA PLI L’A LTI AL E SI MO DELL’AMBIENTE TTO PE RISPARMIO RIS AL L NE NE I ZIO COSTRUIT I DI SENSIBILIZZA MM RA OG PR PROMUOVERE . AL RICICLAGGIO ENERGETICO E

CAMPAGNA ZA ENERGETICA IL (MATTM) CON SULL’EFFICIEN IO E DEL MARE NA SULL’EFFIA DEL TERRITOR

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GEOEVENTI

LA BATTAGLIA DELL’ETANOLO IL 7 OTTOBRE SCORSO LA FAO HA CHIESTO UNA REVISIONE DELLE POLITICHE DI SUSSIDIO, SIA STATUNITENSI SIA EUROPEE, IN MATERIA DI BIOCARBURANTI: SECONDO L’AGENZIA ONU CONTRIBUISCONO AD AUMENTARE LA FAME NEL MONDO di Damiano Beltrami

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e Wall Street piange, l’Iowa sorride. Questo stato che noi italiani conosciamo appena e gli americani trovano difficile collocare sulla cartina, fino a qualche anno fa era noto solo per due cose: il grano e i maiali. Ultimamente i maiali sono passati in secondo piano. Se ne parla per la produzione di etanolo. Gli iowani trapiantati a New York non vengono più presi in giro con battute della serie: “Ho sentito che voi in Iowa tenete i porci in cucina”. Ora si sentono chiedere: “Voi siete quelli che crescono etanolo, vero?” L’etanolo, fiore all’occhiello dell’Iowa, per lungo tempo promosso come combustibile pulito e rinnovabile capace di ridurre il surriscaldamento globale, si è recentemente rivelato un flop, da questo punto di vista. Peggio: la sua produzione è stata direttamente collegata all’aumento dei prezzi del cibo a livello globale dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). Il 7 ottobre scorso la FAO ha chiesto una revisione delle politiche di sussidio, sia statunitensi sia europee, in materia di biocarburanti: secondo l’agenzia Onu contribuiscono ad aumentare la fame nel mondo. Con aiuti statali che incentivano la produzione di biocarburanti in atto nella maggior parte dei Paesi sviluppati, gli agricoltori trovano più conveniente piantare grano per produrre carburante piuttosto che grano da utlizzare a fini alimentari. In un allarmante documento presentato l’estate scorsa, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha concluso che il sostegno dei governi dei Paesi OCSE alla produzione di biocarburanti è stato molto costoso “e ha avuto un impatto limi-

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tato nel ridurre l’effetto serra e l’emergenza energetica”. Al contrario, “la conseguenza è stata l’aumento dei prezzi del cibo”. Non tutti però sono in linea con questa analisi. Per immergersi in una lettura radicalmente diversa della questione, basta andare in Iowa e partecipare all’evento annuale imperdibile per ogni iowano verace: l’Iowa State Fair, una manifestanzione a metà tra una megasagra di paese e una fiera da puntata dei Simpson. Qui, tra una bracciola e una birra, un giro sulla funivia e una gara – si va dal bubble gum constest in cui vince chi produce la bolla piu’ grossa al pie eating contest dove trionfa chi mangia più fette di torta – si possono incontrare agguerriti sostenitori della produzione di etanolo. “Non è vero che produrre etanolo altera il prezzo del cibo”, spiega con brio Steve King, parlamentare eletto dal quinto distretto dell’Iowa, salutando alcuni elettori accanto al gazebo di WHO Radio, la radio degli agricoltori. “L’etanolo crea un nuovo mercato per il grano e riduce la dipendenza degli Stati Uniti dalle importazioni di petrolio”, dice King. “L’anno scorso abbiamo avuto un raccolto straordinario, il migliore di sempre. C’era abbastanza grano per l’una e l’altra cosa. Non abbiamo sacrificato grano per alimenti per produrre etanolo. È semplicemente aumentata la produzione nel suo complesso”. “La produzione è aumentata grazie a quattro fattori”, spiega il coltivatore diretto e presentatore della televisione locale KME14 NEWS Dennis Morrice seduto all’entrata dell’Iowa Pork Tent, lo stand con la porchetta più gettonata.


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“Primo, va considerato il fattore biotecnologie”, dice Morrice.“Aziende produttrici di semi come Pioneer, Dekabban e NK Brandbund, DEKALB e NK Brand hanno sviluppato insetticidi particolari, che adesso si trovano all’interno dei semi, e sono quindi più efficaci di quelli tradizionali. Secondo, i sistemi di posizionamento su base satellitare (GPS) aiutano a massimizzare l’efficacia dei pesticidi sul territorio. Terzo, grazie alle nuove politiche agricole in vigore a partire dal 2002, i contadini hanno un più ampio margine di decisione su che tipo di grano crescere nei loro campi”. La politica dei sussidi, fortemente sostenuta dall’amministrazione Bush, e recentemente al centro del dibattito finale per la corsa alla presidenza tra Barack Obama e John McCain, fa felici gli agricoltori: da queste parti gira perfino voce che qualche dottore abbia lasciato la clinica per saltare su un trattore John Deere e correre ad arare i campi, ritenendo la produzione di etanolo più profittevole delle visite in ambulatorio. Eppure, non mancano alcune conseguenze negative: meno cibo disponibile nei Paesi del terzo mondo; il prezzo del grano a livello è schizzato alle stelle; ettari ed ettari di foreste scompaiono mentre sempre più agricoltori entrano nel club della produzione di biocarburanti. La cosa più sconfortante però, dicono gli esperti, è ancora un’altra: producedo etanolo non si riduce necessariamente l’inquinamento. Molte piante richiedono così tanta energia per essere trasformate in carburanti che alla fine il totale delle emissioni di carbonio è maggiore di quelle di carburanti fossili come petrolio o gas che dovrebbero rimpiazzare. In pratica, secondo il rapporto OCSE, solo la canna da zucchero brasiliana trasformata in biocarburante inquina meno del petrolio. Se si cerca di ottenere etanolo dal grano, invece, come si fa in Europa e Stati Uniti, i risultati sono modesti. L’Europa negli ultimi tempi se ne sta gradualmente rendendo conto. All’inizio dell’anno Bruxelles ha fatto retro marcia sull’impegno assunto in precedenza di portare al 10% entro il 2020 l’uso di biocarburanti rispetto al totale del carburante utilizzato in Europa. A settembre il Parlamento europeo ha deciso di abbassare il target al 5% entro il 2015, disponendo che almeno un quinto di questi biocarburanti “siano di un nuovo tipo e non incidano sulla produzione di cibo”.Per ora, invece, in Iowa nessuno ha ripensamenti. Alla fiera i papà accompagnano i bambini a vedere tosare le pecore mentre le mamme con le figlie prendendo posto per assistere alla gara di tricicli. Ma forse qualche ex medico dovrà presto scendere dal trattore e indossare di nuovo il camice se non si investirà su nuove generazioni di etanolo che trasformano in biocarburante gli scarti del grano e non la parte che potrebbe essere usata per gli alimenti. Sul punto, la Fao è laconica: “Per ora prodotti del genere non sono sul mercato”.

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AMERICA SU DUE RUOTE di Damiano Beltrami

LA CAPITALE DI QUESTO CONFLITTO TRA PEDALI E MOTORI, PERÒ, È PORTLAND, LA CITTÀ PIÙ VERDE D'AMERICA, DOVE IL 6% DELLA POPOLAZIONE PEDALA OGNI GIORNO CONTRO IL MISERO 1% DELLA MEDIA NAZIONALE

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LE BICI SPOPOLANO, MA GLI AUTOMOBILISTI DURI E PURI NON CI STANNO E I CICLISTI NON SI LASCIANO METTERE I PIEDI IN TESTA.

n gruppo di chiassosi pagliacci-ciclisti sfilano per le vie di Manhattan per protestare contro la mancanza di piste ciclabili. C’è Steve Wisker, un tipo alto e smilzo, che ricoperto da una striscia bianca da capo a piedi si finge pista ciclabile umana. C’è Judy Ross che dagli altoparlanti attaccati alla bici spara “Bicycle Race” dei Queen. E c’è Monica Hunken, tuta leopardata e parrucca platinata, che inchioda davanti a due cantonieri impegnati a scavare un buco vicino alla pista ciclabile in fondo a Prince Street e domanda: “Cos’è questo, un funerale? Volete seppellirla?” Sono passati appena otto mesi da quella scombicchierata manifestazione di un gruppo di ciclisti newyorkesi frustrati, ma è cambiato quasi tutto. Se prima, specie nelle città, i ciclisti americani erano un trascurabile drappello di temerari, di questi tempi, con il prezzo del petrolio alle stelle e la crisi di Wall Street, stanno diventando una legione robusta e, qualche volta, perfino arrogante. Insomma, le bici spopolano, ma gli automobilisti duri e puri non ci stanno e i ciclisti non si lasciano mettere i piedi in testa. Risultato: risse e pestaggi dilagano in tutto il Paese. A Brentwood, in California, un medico al volante di un Suv è stato accusato dalla polizia di aver volutamente creato un incidente: ha frenato senza motivo in mezzo alla strada. I due ciclisti che lo seguivano dopo l'impatto sono atterrati sul marciapiede. E nella

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patria dei mormoni, lo Utah, un camionista è sospettato di aver più volte tagliato la strada a ciclisti di proposito, segno che neanche la spiritualità aiuta a raffreddare gli animi. La capitale di questo conflitto tra pedali e motori, però, è Portland, la città più verde d'America, dove il 6% della popolazione pedala ogni giorno contro il misero 1% della media nazionale. Tutto è cominciato il sei luglio scorso: un ciclista ubriaco ha scagliato più volte la bici contro una macchina prima di rimediare un pugno da un passante (tutto era nato dalla romanzina dell’automobilista che lo aveva accusato di non ripettare i rossi ai semafori). Poi una settimana dopo un guidatore alticcio si è lanciato in una filippica rivolta a un ciclista che lo aveva accusato di andare troppo forte: l’automobilista era risoluto a investire il nemico a due ruote, ma questo, indomito, per concludere il litigio si è aggrappato al tetto di una macchina in movimento. L’ultimo caso grave è quello di un automobilista sceso dalla macchina per fare a pugni con un ciclista dopo avergli urlato di indossare l'elmetto. Se la situazione è piuttosto preoccupante nella soporifera Portland (le principali attrazioni della città sono un roseto e il parco più piccolo del mondo), si può immaginare come stiano le cose dalle parti di Manhattan, dove la prima regola è notoriamente la seguente: “O passi o ti togli di mezzo”. Uno stravagante blogger-ciclista newyorkese il cui principale so-

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gno è un mondo senza clacson, sul suo diario online Bike Snob New York City, racconta di girare sempre con una macchina fotografica in tasca. Quando un Suv o una limousine gli tagliano la strada, scatta una foto. “Se gli automobilisti mi chiedono cosa sto facendo”, scherza il blogger,“rispondo che sto lavorando a un progetto: immortalare i miei potenziali assassini”. L’ostilità verso i ciclisti non segnala solo mancanza di senso civico e buon senso. Sottolinea anche l’inefficacia di leggi che si potrebbero definire all’italiana: poco chiare e diverse da città a città. A Los Angeles i ciclisti possono scorrazzare sui marciapiedi, a patto che non si lascino andare a comportamenti “manifestamente ostili”. In pratica se investono una vecchietta o centrano la carrozzella di un neonato. Ma basta spostarsi a San Francisco e si scopre che pedalare sui marciapiedi è severamente proibito a chiunque abbia più di 13 anni. Ora i governi dei diversi Stati stanno correndo ai ripari: vogliono creare leggi che proteggano i ciclisti dai brutti ceffi al volante e limitino le evoluzioni troppo azzardate dei matti su due ruote. A giugno, nella Carolina del Sud è passata una legge anti-molestie a favore dei ciclisti. A Washington D.C. hanno sistemato una serie di segnali con i limiti di velocità per i ciclisti in una pista che va per la maggiore. A New York City il sindaco Michael Bloomberg ha confezionato un tracciato per le bici che parte da Times


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SOPRA, DA ADESSO IN POI I PROGETTI DI NUOVE STRADE A NEW YORK DEVONO TENERE CONTO DELLE ESIGENZE DEI CICLISTI. NELLA PAGINA ACCANTO, NEW YORK CITY IL SINDACO MICHAEL BLOOMBERG HA CONFEZIONATO UN TRACCIATO PER LE BICI CHE PARTE DA TIMES SQUARE.

Square e arriva a Herald Square, e da adesso in poi i progetti di nuove strade a New York devono tenere conto delle esigenze dei ciclisti. Eppure, per Andy Clarke, presidente dell’Associazione dei ciclisti americani, la svolta può essere solo culturale: per i ciclisti la musica cambierà quando ci saranno più bici in strada, come ad Amsterdam o, per rimanere negli Stati Uniti, a Davis in California, dove il 15% della popolazione pedala per andare a scuola, al lavoro, al bar. Solo allora, per Clarke, la gente entrerà in una nuova ottica e condividerà lo spazio stradale in modo diverso. L’impresa è complessa. Ma gli americani, è risaputo, sono ottimisti inguaribili. E allora c’è qualcuno che tenta di cominciare a cam-

biare la testa degli automobilisti americani nel piccolo, in una minuscola roccaforte dei cicloamatori californiani. A Woodside, un paese di 5.600 anime nell’entroterra montagnoso della California, è partito a settembre un progetto ambizioso. Si chiama ‘Honor the Stop’, è una campagna lanciata da un gruppo di ciclisti per promuovere “la condivisione cortese e rispettosa della strada” da parte di tutti. I promotori suggeriscono di indossare una polsiera rossonera, omaggio ai ciclisti uccisi dalle auto (nero) e segno dell’adesione al codice stradale (rosso). L’idea è partita dall’allenatore di triathlon Marc Evans, dopo che uno dei suoi clienti, l’atleta professionista Kristy Gough, ha perso la vita in un incidente nel marzo scorso.

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CRONACA DI UN

CONGRESSO: PRIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE DI FENG SHUI PARTE PRIMA: LE ORIGINI E L’ORGANIZZAZIONE a cura della Responsabile Scientifica del Congresso Arch. Silvia Sacchi

rima di entrare nel merito dei contenuti di ciò che il Congresso ha saputo costruire e produrre in tre intensi giorni di dibattito creativo, ho ritenuto interessante scrivere una prima parte, ripercorrendo un po’ il retroscena riguardante la macchina organizzativa di questo evento. Durante questo percorso ci sono state scoperte e conferme; nonostante avessi già partecipato a eventi, sia congressuali che espositivi in qualità di ospite, il ritrovarmi “dall’altra parte” è stata un’esperienza che ho condiviso con persone vicine o di nuova conoscenza e che mi ha portato a comprendere l’importanza della cooperazione in vista di un obiettivo comune.

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Si è appena concluso il Primo Congresso Internazionale di Feng Shui Scientifico e Sostenibilità Ambientale tenutosi a Torino con sede nell’Aula Magna del Politecnico, si sono spente le luci, smontati gli stands e la “coreografia”, ma l’eco del Congresso non si è ancora esaurita, né nei nostri cuori, né nell’ambiente legato al Feng Shui. Il Congresso portava un nome altisonante e aveva tra i suoi obiettivi anche quello di legare un’Arte a un’idea scientifica. L’idea è partita circa due anni fa dall’Arch. Carlo Amedeo Reyneri, il quale partecipando come relatore a un analogo Congresso ad Hong Kong, lanciò in quella sede l’invito a incontrarsi in Europa e perché no, proprio a Torino. Partecipe di questa iniziativa è stato Richard Ashwort, presente anch’egli ad Hong Kong che ha sostenuto l’Arch. Reyneri nell’iniziativa e lo ha affiancato come co-presidente. Entrambi, con conoscenze e curriculum differenti si occupano di Feng Shui da numerosi anni e quello che li caratterizza è il desiderio di fare in modo che questa disciplina venga diffusa a quante più persone possibile.

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IN APERTURA, IL POLITECNICO DI TORINO. SOPRA, IL GRUPPO OSC. A SINISTRA, LA PLATEA DURANTE IL CONGRESSO. SOTTO, DIANELLA MANCIN.

Come si sa, l’azione segue l’energia del pensiero e l’idea di questo Congresso, custodita e man mano elaborata da Reyneri, ha iniziato a trasformarsi in realtà. Le sue conoscenze all’interno del Politecnico, dove è docente a contratto di Scienza e Tecnologia dei Materiali, gli hanno permesso di ottenere come sede l’Aula Magna e un discreto interesse anche da parte degli Ingegneri, storicamente più “resistenti” a discipline olistiche. Così, l’idea ha iniziato a trasformarsi in progetto e poi in programmazione effettiva. Per l’organizzazione è stata coinvolta l’OSC, agenzia bolognese, specializzata in organizzazione di Congressi e la macchina è stata avviata. Io sono entrata nell’organizzazione di questo Congresso su richiesta dell’Arch. Reyneri, a seguito di un incontro dopo una comune conferenza, appunto sul Feng Shui. L’entusiasmo comune per la materia e la stima reciproca, ha dato origine ad una collaborazione che ha portato alla realizzazione pratica dell’idea iniziale. Durante il percorso abbiamo imparato molte cose, ed è stato un percorso non sempre facile: il Feng Shui non è materia conosciuta e commercializzabile facilmente. È vero che suscita interesse in un pubblico sempre più ampio, ma la sua diffusione passa ancora attraverso i rotocalchi o gli articoli sulla moda e il pubblico che lo conosce attraverso questi canali, non è interessato a un Congresso Scientifico; i professionisti che possono interessarsi all’argomento sono molti: dai medici, agli ingegneri e architetti, ma queste categorie in senso generale, non sono a conoscenza di cosa sia il Feng Shui e di quali siano le sue potenziali applicazioni.

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BIOEVENTI

A chi potevamo dunque rivolgerci? Chi poteva sostenere anche economicamente l’iniziativa? Una delle cose più belle che abbiamo scoperto è che l’interesse da parte di numerose Aziende ed Enti Pubblici è grande anche se frenato dal momento contingente di insicurezza e dal timore che genera ogni cosa nuova. Nuovo il Feng Shui non è per nulla, anzi, ha circa 5.000 anni di storia ma, provenendo dall’Asia, è considerato un’arte orientale e come tale lontana dalla nostra cultura. Niente di più sbagliato, i principi che la fondano sono regole da sempre applicate anche in occidente, con le quali noi “uomini moderni” abbiamo perso il contatto, ma che ancora i nostri avi, non tanto tempo fa utilizzavano nel costruire le loro case in campagna o sui monti. Non è stato semplice ottenere i patrocini degli Enti Pubblici della nostra Città, della Provincia di Torino e della Regione Piemonte, ma il vero fiore all’occhiello è stato l’interesse del Ministero degli Affari Esteri Italiano ai suoi più alti livelli, forse in virtù dei giochi Olimpici a Pechino, del gran numero di studenti cinesi di Architettura e Ingegneria presenti in Italia e a Torino in particolare, o forse per la nascente curiosità verso questa antica cultura. Ci siamo avvalsi per questo della collaborazione di Dianella Mancin, serissima professionista che tra le tante attività è Console del Touring Club e si muove attraverso il mondo degli Enti Pubblici Piemontesi, con una grazia molto “orientale”. E così tra diffidenze ed entusiasmi, siamo riusciti a coinvolgere un buon numero di persone e di Aziende che hanno creduto in questo progetto, consentendoci di mettere insieme un programma ricco di argomenti tanto da doverci strutturare in tre giorni di Congresso con ventotto relatori. Alcuni di essi sono stati scelti anche per la loro “ fama” all’interno di questo mondo, in modo che potessero portare la loro esperienza

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decennale e mostrare come da molto tempo si utilizza questa disciplina all’estero, a differenza dell’ Italia dove è ancora poco considerata. Si sono così succeduti sul palco personalità come Howard Choy, architetto di origini cinesi, che vive e lavora in Australia e Germania, Derek Walters, insigne personalità anche nel mondo dell’astrologia cinese, e Jill Landers deliziosa esperta “fengshuista” irlandese importata ad Hong Kong, da dove opera in tutto il mondo. Eravamo del tutto ignari del vero significato dell’organizzare un congresso e una delle cose più divertenti, ma difficile da arginare è stato il grandissimo numero di email che ogni giorno arrivavano. Sono pervenute moltissime richieste di persone che avrebbero voluto parlare. Uno dei miei compiti, rappresentando il Comitato Scientifico, è stato quello di operare la sofferta scelta dei relatori approfondendo attraverso Internet la conoscenza delle persone che inviavano i loro abstract. Abbiamo così scoperto anche, che alcune persone scrivono a questi congressi da aree in via di sviluppo per essere invitati ed avere in questo modo la possibilità di uscire dal loro Paese: ci avreste mai pensato? Gli abstract sono stati davvero molti e le scelte sono state fatte da un lato in ordine di arrivo, scartando quelle fuori tempo, poi per i contenuti, che fossero pertinenti con gli argomenti scelti per questa edizione. Nel caso di successive edizioni , ci resta un gran materiale da utilizzare e un gran numero di persone che avranno qualcosa da dire. L’OSC, azienda organizzatrice ufficiale, si dava nel frattempo da fare nel preparare le schede di iscrizione, i viaggi dei relatori, le prenotazioni alberghiere, le cene, le stampe preliminari dei programmi, i volantini e un mucchio di materiale. Anche qui le scoperte sono state interessanti: chi cambiava volo, chi voleva più notti, chi voleva portare la famiglia, chi voleva essere


BIOEVENTI

A PAG. 44, L’INSIEME DEI RELATORI. A SINISTRA, ALCUNI ESEMPI DI PROGETTI DELL’ARCHITETTO FRANCESCO ROSSENA.

pagato, chi cancellava, poi riprenotava, poi ricancellava, chi disdiceva all’ultimo momento, chi invece si offriva di pagarsi tutto per non pesare sui costi dell’ organizzazione. Un mondo eterogeneo ricco di umanità. Partendo dal presupposto che il Feng shui è soprattutto una filosofia che pone una doverosa attenzione su temi quali etica e deontologia e che richiede a chi opera utilizzando questi principi lo sviluppo di una “nobiltà spirituale” sono rimasta sorpresa nello scoprire che non per tutti è così, che ci sono altri modi di pensare e di agire. Ma le sorprese non sono state solo queste, non avevo mai pensato ad esempio a quante prove bisogna fare prima di definire un programma: la grafica è una parte preponderante, ma i nostri fidati grafici, sia di OSC, sia i torinesi di Zebra, hanno risolto ogni intoppo e soddisfatto ogni richiesta fatta da noi che non essendo del mestiere, di richieste ne avevamo una al minuto. E poi, la successione dei relatori: argomenti simili non li volevamo vicini, ma neppure troppo distanti, chi presentava un caso di Stelle Volanti, doveva essere intervallato con qualcuno con approccio diverso per rendere più attento l’ascolto. Chi parlava di culture differenti, doveva stare insieme, ma con quale successione che non sembrasse una preferenza? Qualcuno poi ha voluto un orario preciso, vuoi per ragioni di viaggio, vuoi per ragioni “astrologiche”….. Il più simpatico è stato Jon Sandifer il quale, secondo i suoi calcoli astrologici, non doveva venire in Italia e ha mandato al posto suo un interessante dvd che spiegava le ragioni, passo per passo, della sua sofferta rinuncia. La parte sponsors ed espositori è stata curata con particolare attenzione da OSC e XEO (agenzia della già nominata e preziosa Dianella Mancin) e ha coinvolto associazioni di categoria e

aziende veramente interessate all’argomento che non ne facessero solo una questione di moda e di opportunità. Abbiamo suscitato un interesse davvero notevole, anche se spesso l’atteggiamento è stato del tipo: “ interessante, andate avanti voi che io arrivo….” Il Congresso non si presentava come una fiera in cui si vendono prodotti, e questo già ne faceva un luogo difficile per uno sponsor. Le Aziende che ci hanno maggiormente supportato con il loro entusiasmo sono state: Area, impresa di costruzioni all’avanguardia sia nelle tecnologie usate, sia nella sicurezza dei cantieri, ma soprattutto nella formazione del personale, ha partecipato creando tutta la zona degli stand e facendo partecipare numerosi dei suoi impiegati e dirigenti. Progetto Lissone s.p.a., società lombarda (ha sede a Lissone – MI) che raccoglie tra i propri associati artigiani, industrie, professionisti e commercianti che operano a tutto respiro nel settore dell’arredo, ha prodotto un angolo veramente Feng Shui in cui fare un percorso tra i cinque elementi. Ho qui nominato alcune delle aziende che hanno desiderato partecipare ed esporre i loro prodotti e mostrare il loro modo di operare. A questi ha fatto seguito un lungo elenco di “supporters” che hanno davvero seguito da vicino l’evento, pur non apparendo se non nei programmi e locandine. Insomma un dietro le quinte fatto di scoperte, ansie, gioie e stanchezza, ma ricco anche di un gran interesse, con una parte di diffidenza. Come se tutti fossero interessati e attratti da una disciplina che si occupa dell’uomo nel senso più completo, ma non avendo l’abitudine a guardare al mondo come un tutt’uno sempre interconnesso, facciano fatica a dare fiducia a questa visione. Ma questa è un’altra storia.

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BIOENERGIA

LA “TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE“ L’ORO NERO SCARSEGGIA E INIZIA LA CORSA PER LE ENERGIE RINNOVABILI di Elisabetta Kluzer

I

l petrolio ha gli anni contati soprattutto in Europa e si stima e si spera che tra 25 anni petrolio e gas verranno sostituiti totalmente dall’energia rinnovabile che diverrà la fonte energetica fondamentale. Questa, in breve, l’affermazione durante una recente visita in Italia, di Jeremy Rifkin, l’economista americano, sostenitore per eccellenza delle energie rinnovabili e dell'idrogeno, già consulente per il Ministero dell'Ambiente della Repubblica Italiana durante il governo Prodi. I picchi raggiunti dai prezzi del greggio nel corso degli ultimi due anni e il clima d'incertezza sul futuro, stanno alimentando anche in Italia gli investimenti industriali nel settore delle energie alter-

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native. Si calcola che gli investimenti nelle rinnovabili potrebbero raddoppiare nel giro dei prossimi dieci anni. Ad oggi le fonti rinnovabili danno lavoro a 2 milioni di persone nel mondo e nel 2007 gli investimenti sono saliti a 148 miliardi di dollari con un trend di crescita annuale straordinario – oltre il 60% rispetto al 2006. Stando a questi dati, secondo Rifkin, l'era del petrolio è prossima alla fine, mentre l’energia solare, l’eolica, le biomasse e l’idrogeno, stanno vivendo una crescita esponenziale. Un'ipotesi del tutto contrastata dall'industria petrolifera che, al contrario, prevede una stabilizzazione del prezzo del petrolio di lungo periodo tra 90-100 dollari e ri-

serve petrolifere sufficienti per altri 80 anni. L’Europa sembra essere più avanti degli Stati Uniti con le fonti rinnovabili dice Rifkin: “… nel Vecchio Continente c’è una chiara volontà politica. L’Unione europea ha dato mandato agli Stati membri di portare le fonti rinnovabili a una quota del 20% dell’energia totale e di ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica”. In Eurolandia l’energia pulita ha portato, fin dal 2005, 8,9 miliardi di profitti e si stima che nel 2010 saliranno a 14,5 miliardi. Un grande contributo proviene anche dalla Banca europea degli investimenti che ogni anno designa al settore 800 milioni. Le previsioni per i prossimi anni fanno pensare che entro il 2020 gli inve-


JEREMY RIFKIN 65 anni, fondatore della Foundation on Economic Trends (FOET) e presidente della Greenhouse Crisis Foundation. Negli anni '80 e '90 entra a far parte dei gruppi di pressione americani che spingono il governo di Washington sulla strada dello sviluppo sostenibile e responsabile. Le prime sue opere letterarie criticano l'avvento del settore biotech e delle biotecnologie. Successivamente si occupa di sostenibilità, ambiente ed effetto serra. Nel corso degli anni scrive molti best seller, tradotti in oltre venti lingue e divenuti simbolo della divulgazione scientifica in tema di sostenibilità nel mondo occidentale. Le sue opere sono basate principalmente sui nessi ambiente-società-tecnologia-scienza. Scrive come opinionista per numerosi quotidiani europei (The Guardian, El Pais, L'espresso ecc).

stimenti balzeranno a 250 milioni per arrivare a 460 entro il 2030. Anche l’Italia in questo settore ”Si sta muovendo bene per cogliere questa grande opportunità … è ricca di fonti rinnovabili, non lo chiamate il Paese del sole? Ma può fare di più - prosegue Rifkin - occorrono più investimenti per sviluppare le tecnologie legate all’energia pulita. Credo che l’Italia debba fare più sistema. Intendo dire che i leader dell’industria delle fonti rinnovabili, delle costruzioni, dell’informatica, della logistica e dei trasporti devono riunirsi attorno a un tavolo per discutere e creare iniziative per fare decollare questa nuova energia che aprirà le porte a quella che io chiamo la terza ri-

BIOENERGIA

voluzione industriale”. In un periodo di crisi petrolifera e nel pieno dei problemi legati al riscaldamento globale, la visione di Rifkin è una vera e propria “Terza Rivoluzione Industriale”. Gli uragani si moltiplicano – da Katrina a Ike - e si portano via terra scombinando i cicli naturali agricoli e creando danni per milioni di dollari che le compagnie di assicurazione non sono più in grado di coprire. Se puntiamo sulle energie rinnovabili, progettiamo abitazioni eco-compatibili, utilizziamo energia solare ed eolica, adoperiamo auto elettriche potremmo veramente rivoluzionare l’economia – anch’essa in un periodo di

remo stile di vita nei prossimi dieci anni, entro la fine del secolo la temperatura del Pianeta potrebbe aumentare di 6,4° C. Attualmente la temperatura media del globo è di circa 3° C maggiore rispetto all’ultima grande era glaciale. Al Gore, nel suo discorso in occasione della consegna del premio Nobel, ha affermato: “La strada che abbiamo davanti è molto difficile. Quello che ci viene chiesto di fare va molto a di là di quello che consideriamo sia oggi il limite massimo della nostra capacità d'azione. Inoltre, è da considerare che non siamo in grado di sapere con certezza cosa succederà in futuro”.

piena crisi – creando milioni di nuove opportunità e posti di lavoro. La prima traduzione del “Manuale di sopravvivenza alla fine del petrolio” di Albert K. Bates, un testo ricco di riflessioni e proposte per fare a meno dell'oro nero, è avvenuta in lingua italiana. Lo stile di vita proposto è molto vicino a quello dei popoli che abitavano un tempo il bacino del Mediterraneo. Uno stile di vita molto simile a quello di Torri Superiore, ecovillaggio nell’entroterra di Imperia sorto dalla sapiente ricostruzione di un antico borgo del XIII secolo avvenuta unendo tecniche antiche con le nuove conoscenze della bioedilizia. Bates propone di cambiare il modo in cui viviamo: fare meno vivendo meglio smettendo di sovraconsumare e sovraprodurre. Dato per certo il declino della produzione di petrolio e gas, il testo delinea tre possibili scenari: il primo e più moderato, prevede governi e mercati che reagiscono per colmare le perdite causate dall'esaurimento degli idrocarburi nelle economie industriali con alternative sempre nuove e migliori; il secondo preannuncia una forte recessione economica e profondi cambiamenti strutturali della società; il terzo e più apocalittico profetizza un crollo dei mercati, la crescita della povertà, la perdita di punti di riferimento e infine la decimazione, di due terzi della popolazione mondiale. I 2.500 scienziati dell'Ipcc - la commissione intergovernativa sul cambiamento climatico - stimano che, se non cambie-

Del resto la diversificazione del mix energetico sembra essere una parola d'ordine condivisa da più parti. È un argomento che va oltre la Borsa: per gli investitori e per i politici che devono decidere del nostro futuro e che tocca tutti noi in prima persona.

ALBERT K. BATES Autore di Manuale di sopravvivenza alla FINE del PETROLIO – Riflessioni, consigli e ricette per fare a meno dell'oro nero Editrice Aam Terra Nuova. È uno dei co-fondatori dell'Ecovillage Network of the Americas e del Global Ecovillage Network. Nel corso della sua carriera di avvocato ha trattato cause legate alle tematiche ambientali e i suoi libri hanno anticipato i pericoli che oggi ci troviamo a trattare ed affrontare. Dal 1994 è direttore del Global Village Institute for Appro-priate Technology, dal 1984 dell'Ecovillage Training Center della comunità The Farm nel Tennessee dove vive attualmente.

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BIOEDILIZIA

LA CONSAPEVOLEZZA SI ESTENDE NEL PROGETTO DI OGNI I SISTEMI KAGER SI SVILUPPANO ATTORNO A TECNOLOGIE AD ALTISSIMO ISOLAMENTO TERMICO E ATTORNO ALL’IMPIEGO DI MATERIALI NATURALI, COME IL LEGNO di Elisa Boretti

L

a Kager è un’azienda slovena fondata nel 1989 a Ptuj, una città con più di mille anni di storia. Qui la tradizione dell’artigianato del legno è da sempre molto sentita: fino a pochi decenni fa, infatti, l’architettura in legno veniva considerata “nostalgica”, adatta solo per le fattorie, semplici e funzionali, per le capanne alpine, per le baracche provvisorie per i lavoratori stagionali o per i primi prefabbricati dell’inizio degli anni ’80, simbolo di quelle famiglie che avevano a disposizione un budget particolarmente limitato. Al contrario, nel corso degli anni ’90, l’architettura ha riscoperto questo materiale da costruzione che offre molteplici possibilità di adattamento. Durante gli ultimi anni l’impiego del legno nelle costruzioni è andato aumentando costantemente: le nuove abitazioni sono belle, moderne, eleganti e di tendenza. Oltre a essere decisamente resistente, il legno è un materiale da costruzione dalle grandi potenzialità, è versatile e – soprattutto – è ecologicamente sostenibile. Infatti, il legno si integra con la natura circostante la casa e permette un contatto visivo ininterrotto con l’esterno, tenendo

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conto anche delle tematiche ambientali. I materiali ecologici di primissima qualità proposti da Kager Italia, uniti a una tecnologia all’avanguardia dal punto di vista naturale, inoltre, minimizzano anche i costi di riscaldamento. È possibile optare per grandi finestre dotate di doppi o tripli vetri, in grado di garantire sia un elevato grado di isolamento, che di sfruttare l’energia solare passiva (le finestre più grandi sono orientate verso sud o verso ovest, dove ricevono più energia solare possibile). In estate, al contrario, un opportuno oscuramento delle vetrate ostacola l’ingresso del calore, conservando un refrigerio naturale. Anche la struttura delle pareti esterne dell’edificio permette un isolamento termico ideale dell’intera casa

Kager Italia: tutti i materiali vengono scelti in modo da assicurare la diffusione dell’umidità dall’interno verso l’esterno della casa e le pareti (dello spessore di 310 mm) garantiscono un isolamento acustico eccellente. Si tratta del sistema DOH,“casa a diffusione aperta”. È interessante notare come Kager sia perfettamente in grado di unire al rigore ingegneristico i valori dell’architettura e la sensibilità verso i temi dell’ecologia. I sistemi Kager Italia si sviluppano intorno a tecnologie “sandwich” – ad alto isolamento termico – e attorno a un abbondante utilizzo di materiali naturali, come nel caso dei pannelli isolanti in fibra di legno. L’uso di questi materiali consente anche un consumo minimo di energia per la


BIOEDILIZIA

ECOLOGICA DI KAGER SINGOLA SOLUZIONE ABITATIVA

A PAG 48 PTUJ (SLOVENIA), LUOGO DOVE È NATA LA PRIMA AZIENDA KAGER. A DESTRA, CASA COSTRUITA DALL’AZIENDA KAGER ITALIA CON MATERIALI ECOLOGICI DI PRIMISSIMA QUALITÀ.

produzione delle singole tecnologie. La consapevolezza ecologica di Kager Italia si estende nel progetto di ogni singola soluzione abitativa: tutti i sistemi prefabbricati sono in grado di garantire sia creatività, sia singolarità. Tuttavia, le esigenze del cliente sono sempre al primo posto. Oggi più di 400 famiglie tra Austria, Italia, Germania, Svizzera e Slovenia hanno scelto di vivere in queste case, tutte progettate in sintonia con l’ambiente circostante.

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BIORITMO

BIOCOMPATIBILITÀ DELLE COPPIE IL BIOAMBULATORIO PER LA COPPIA NASCENTE di Enzo Occhiuto

L’

idea di creare il Bioambulatorio per la Coppia Nascente nasce all’interno delle attività didattiche dell’UNITRE – UNIVERSITÀ delle Tre Età di Milano presso la quale, fra i mille corsi liberamente a disposizione degli iscritti, sono attivate le cattedre di Bioritmi Istituzionali, Bioritmi Avanzati, Estetica Bioritmica e Salute, Riflessologia Bioritmica, Bioritmi Sportivi (gioco del calcio) e Bioritmi per la Sicurezza Stradale. Accanto alla valenza didattica tale idea si è sviluppata, con la direzione del prof. Enzo Occhiuto, per offrire un valido contributo al gravoso problema della solitudine che, in un mondo che sembra precludere i rapporti personali, si fa ogni giorno più pesante. Anche l’impennata dei divorzi e delle separazioni, nell’ultimo decennio, ha contribuito ad accelerare la costruzione di questo progetto; basti pensare che, se-

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condo un’indagine ISTAT, tra il 1995 e il 2005 i divorzi in Italia sono cresciuti del 74% e le separazioni si sono incrementate del 57,3%. Per la precisione nel 2005 le coppie che hanno divorziato sono state 47.036, mentre quelle che si sono separate hanno raggiunto la cifra record di ben 82.291. Impressionante è stato anche il fallimento dei matrimoni misti (unioni tra italiani e stranieri) che, secondo i dati diffusi dall’AMI (Associazione Matrimonialisti Italiani) certifica che tre matrimoni su quattro sono finiti con un divorzio. Spesso molte persone che non riescono a superare problemi di isolamento e di comunicazione e che desiderano formare o riformare un nuovo nucleo famigliare, si rivolgono alle Agenzie Matrimoniali tradizionali o a quell’esercito di veri o presunti professionisti dell’amore, che hanno creato modi sempre più elaborati per fare

incontrare “le anime gemelle“, locali che organizzano aperitivi e cene per single, vacanze e crociere, stanze virtuali di chat dove “ lui cerca lei “e “ lei cerca lui “…..fino a chi propone un vero e proprio test genetico di compatibilità. Addirittura in tv si vedono spesso pubblicità di chat per incontri via sms (attenzione: spesso fanno pagare bollette salatissime). Oggi si assiste a una difficoltà enorme ad instaurare rapporti efficaci fra partner; il ribaltamento di ruoli ha spiazzato l’uomo che, abituato a tenere le redini del rapporto di coppia, si ritrova messo a nudo in tutta la sua fragilità. La donna, dall’altra parte, deve fare i conti con i ruoli di moglie, madre, e amante, una situazione sicuramente molto complessa ed impegnativa. La coppia comunica esigenze contraddittorie; è sempre più comune la richiesta da parte della partner di tenerezza e al con-


BIORITMO COME SI CALCOLA LA BIOCOMPATIBILITÀ TRA DUE PERSONE: Il calcolo della Biocompatibilità è molto semplice. Per prima cosa necessita conoscere le due date di nascita della coppia da analizzare. Usando il metodo aritmetico, si tratta di calcolare la Biosituazione della persona più anziana nel giorno antecedente la nascita della persona più giovane, tenendo conto che, nel caso in cui la persona più giovane sia nata in un anno bisestile dopo il giorno 29 febbraio, va conteggiato un giorno in più. Trovati i numeri Bioritmici di ognuno dei tre cicli (fisico,emotivo e intellettivo) che indicano i giorni di scarto o di resto tra l’andamento dei cicli delle persone interessate, sarà facile stabilire le percentuali di Biocompatibilità con l’ausilio della sottostante “tabella di JUDT“ approssimata all’unità. Facciamo un esempio di calcolo della Biocompatibilità di due persone: Lui nato il 13/11/37 e Lei nata il 29/06/25.

ENZO OCCHIUTO Docente UNI.TRE - Università delle Tre Età di Milano - Via San Calocero, 16 www.unitremilano.com

IN GIAPPONE...

a) Calcolo dei giorni intercorrenti fra le due date di nascita:

... molte importanti industrie consultano i bioritmi dei dipendenti primo di dar loro degli incarichi particolari.

dalla nascita 13/11/3 al 31/12/37: giorni trascorsi = 49 dall’1/01/38 al 31/12/44: giorni trascorsi = 2.555 dall’1/01/45 al 28/06/45: giorni trascorsi = 179 1 giorno per ogni anno bisestile: giorni trascorsi = 2 Giorni di differenza: giorni trascorsi = 2.785

IN SVIZZERA... ... sono diversi gli ospedali in cui, prima di ogni intervento chirurgico, vengono analizzati i bioritmi del chirurgo e del paziente.

b) Calcolo dei giorni di scarto o di resto:

IPPOCRATE...

Per il Ciclo Fisico: gg.2.785:23g. = 121 con il resto 2 = gg.2 di scarto

... oltre 2400 anni fà, aveva notato l’esistenza di giorni buoni e giorni cattivi nei pazienti.

Per il Ciclo Emotivo: gg.2.785:28g.= 99 con il resto 13 = gg.13 di scarto Per il Ciclo Intellettivo: gg.2.785:33g. = 84 con il resto 13 = gg. 13 di scarto

GLI ANTICHI...

c) Calcolo della Biocompatibilità rispetto ai tre cicli con l’ausilio di “IUDT“:

... medici cinesi davano una periodicità quotidiana alle funzioni del corpo e curavano ogni malattia stimolando l’energia degli organi malati.

Ciclo Fisico: gg. scarto 2 = percentuale del 83% Ciclo Emotivo: gg. scarto 13 = percentuale del 7% Ciclo Intellettivo: gg. scarto 13 = percentuale del 21% tempo di determinazione, con il risultato di un irrigidimento da parte dell’uomo su tutti i fronti, anche su quello sessuale. La paura che si riscontra nella maggior parte delle coppie è di misurarsi con i desideri più autentici, le potenzialità più vere, vivendo le proprie emozioni anziché negarle. Meno ci si conosce o si ha il timore di leggersi dentro, più si trasmette timore al partner ostacolando l’intimità personale e di coppia. In tutto questo marasma di conflitti, di paure e di resistenze, sarebbe opportuno ritornare alla natura, alle antichissime pratiche orientali, in sintesi invitare le coppie a recuperare il contatto con le proprie energie psicofisiche. Una realtà che riguarda tutti e alla quale si sta prestando una particolare attenzione, è che le emozioni ed i sentimenti sono correnti di energia che, a furia di essere repressi, si ripiegano negativamente sul proprio status psicofisico a

scapito di rapporti creativi ed evolutivi. Quindi, la proposta che proviene è quella di prendere coscienza dei personali cicli energetici a livello fisico, emotivo e intellettivo, imparando a pensare e ad agire in sintonia con se stessi. Pertanto la conoscenza dei Bioritmi di Coppia detta “Biocompatibilità”, si pone come soluzione naturale ed alternativa al problema in essere, poiché permette di scoprire da soli la tanto desiderata “anima gemella“. Per Biocompatibilità tra due persone s’intende quella fisica, quella emotiva e quella intellettiva che allineate in un rapporto medio (vedere tabella dei livelli sottostante), rende l’unione più agevole, la collaborazione più efficace ed il legame più duraturo. La Biocompatibilità rivela contemporaneamente il grado reciproco di attrazione fisica, armonia emotiva, affinità intellettiva e intensità sessuale.

TABELLA DELLA BIOCOMPATIBILITÀ di JUDT (approssimate all’unità) GIORNI DI SCARTO N°

CICLO FISICO %

CICLO EMOTIVO %

CICLO INTELLETTIVO %

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33

100 91 83 74 65 57 4 39 30 22 13 4 4 13 22 30 39 48 57 65 74 83 91 100 – – – – – – – – – –

100 93 86 79 71 64 57 50 43 36 29 21 14 7 0 7 14 21 29 36 43 50 57 64 71 79 86 93 100 – – – – –

100 94 88 82 76 70 64 58 52 45 39 33 27 21 15 9 3 3 9 15 21 27 33 39 45 52 58 64 70 76 82 88 94 100

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BIORITMO

PER CALCOLARE IL VOSTRO BIORITMO VISITATE IL SITO: WWW.BIORITMOFREE.COM NELLA PAGINA PRECEDENTE: TABELLA DELLA BIOCOMPATIBILITÀ DI JUDT. NELLA PAGINA A FIANCO: TABELLA DELLA BIOLIVELLI DI ENZO OCCHIUTO.

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BIORITMO

Pertanto, conoscendo questo tipo di Biocompatibilità, la coppia potrà usare maggior auto controllo, diminuire lo stato d’ansia esistente e dosare opportunamente la sua aggressività, vivendo cosi in sincronia con i propri ritmi vitali. La conoscenza dei Bioritmi Comparati rappresenta un ottimo ausilio per l’andamento di una coppia che si accinge ad intraprendere una strada in comune, poiché orienta la coppia stessa a porsi in modo cosciente di fronte alle proprie responsabilità. Nella coppia già collaudata la conoscenza dei suoi Bioritmi può evidenziare i motivi che stanno all’origine dell’accordo o del disaccordo reciproco, aiutandola a superare i contrasti che si stabiliscono di volta in volta. Nonostante tutto, ricordiamo però che l’eventuale “Bioincompatibilità“ non è mai un decreto di fallimento della coppia, poiché le persone che si affidano a questo tipo di teoria devono trovarvi il conforto o il suggerimento per rendere migliore la loro vita. Se il livello di compatibilità è, rispetto a qualche ciclo, un po’ più basso, il vero significato consiste nella necessità che i componenti della coppia usino maggior pazienza e comprensione per sopportare le fasi bio che non concordano, facendo fruttare al massimo quelle maggiormente concordanti . Va da sè che alla “Teoria della Biocompatibilità“ non si può attribuire un valore globale, assoluto e incondizionato, in quanto, aldilà della maggiore o minore concordanza dei ritmi vitali, i rapporti tra i componenti di una coppia sono ingenerati anche da altri fattori (valori ideali): senso della famiglia, amore per i figli e senso del dovere. Quando però certi valori sono in crisi, spesso emergono le “Bioincompatibilità”, disuguaglianze nascoste che pure sembravano salde. Se non siamo in armonia con un altro essere e non riusciamo a superare la barriera che ci divide, ciò dipende dal “ritmo disarmonico“; al contrario, siamo disposti a fare qualunque sacrificio per una persona con la quale abbiamo la stessa lunghezza d’onda.

TABELLA DEI LIVELLI DI BIOCOMPATIBILITÀ DI ENZO OCCHIUTO LIVELLO

% FISICA

% EMOTIVA

% INTELLETTIVA

MEDIOCRE INTESA

04/39

BASSO

SUL PIANO FISICO

ANTIPATIA E INCOMUNICABILITÀ EMOTIVA

00/36 03/39

OTTIMA SINTONIA SUL PIANO EMOTIVO

43/64 45/64

TOTALE ASSONANZA DI VEDUTE INTELLETTIVE ALTA TENSIONE SUL PIANO FISICO

74/100

ALTO

INTOLLERANZA INTELLETTIVA BUONA ATTRAZIONE FISICA

48/65

MEDIO

VALUTAZIONE

DIFFICILI RAPPORTI AFFETTIVI

71/100 70/100

MARCATE DISSONANZE INTELLETTIVE

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Un ambiente più pulito e più sicuro Emissioni dei motori Diesel e particolato (PM)

Ossido d’Azoto (NoX) e Pioggia Acida

Nelle emissioni dei motori Diesel uno dei componenti più dannosi per la salute è il 3-Nitrobentrazone, che è strettamente legato all’aumento dei casi di cancro ai polmoni nelle città trafficate.(1) Studi recenti dimostrano che queste emissioni producono cambiamenti nell’attività cardiaca ed hanno confermato la correlazione dell’inalazione del particolato (diametro di ogni particella inferiore ai 2,5 micron) con arteriosclerosi e trombosi.(2)

Quando si hanno altissime temperature nella camera di combustione, parte delle molecole d’azoto si combinano con l’aria formando ossido di azoto. Questo elemento combinato con l’acqua genera un acido che, insieme con l’acido solforico, rappresenta la causa principale della “pioggia acida”. La pioggia acida causa l’acidificazione dei bacini e dei corsi d’acqua e contribuisce al danneggiamento delle distese boschive e, più in generale, del suolo. Molti studi scientifici hanno individuato una relazione tra elevati livelli di particelle di ossidi (come il NoX) e l’aumento di malattie e morti premature a causa di affezioni cardiache e/o polmonari, nonché l’aumento di patologie quali asma e bronchite.

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Monossido di carbonio (CO) e idrocarburi incombusti (HC) Il Monossido di carbonio (CO) è una delle sostanze più tossiche con le quali possiamo entrare in contatto nella vita di tutti i giorni. Esso è inodore ed incolore e quindi non identificabile. La peculiarità di questo gas sta nel fatto che viene catturato dall’emoglobina presente nel sangue impedendole di portare ossigeno ai polmoni. Se si respira CO ad un livello di concentrazione anche dello 0,3% per un periodo di 30 minuti, questo può portare alla morte per mancanza di ossigeno nelle cellule. Il CO si forma a causa della presenza, all’interno dei cilindri, di una miscela aria-carburante troppo ricca. Gli idrocarburi incombusti (HC); sono quelle particelle di carburante non bruciato che rimangono nei gas di scarico. Queste sostanze rappresentano uno dei principali componenti dello smog presente in tutte le grandi città. È molto importante rendersi conto che questi idrocarburi non bruciati sono molto nocivi per la salute umana in quanto altamente cancerogeni.

LA SOLUZIONE WALKER®: I nuovi e più efficienti catalizzatori ossidanti, trasformano i dannosi CO e HC, che rimangono nei cilindri dopo la combustione, in CO2 e acqua.

LA SOLUZIONE WALKER®: Walker® ha già prodotto milioni di catalizzatori a tre vie per Il primo equipaggiamento e il mercato dei ricambi, contribuendo alla diminuzione del livello di NoX nelle emissioni delle macchine a benzina. Per quanto riguarda i motori Diesel, una nuova linea di prodotti, SCR e trappole per il NoX, sono state sviluppate per ridurre al minimo l’emissione di queste specifiche sostanze.

L’inquinamento acustico L’inquinamento acustico è uno dei prodotti dell’attività umana, incluso il traffico. Alti livelli di rumore producono effetti negativi sull’udito e, più in generale, sulla salute fisica e mentale. Oltre il livello dei 50 dB il rumore diventa dannoso.(3)

La soluzione Walker®: Usando i sistemi di scarico omologati Walker®, gli automobilisti possono essere sicuri che la loro vettura contribuirà alla riduzione dell’inquinamento acustico.

(1) Fonte : Istituto Nazionale della Salute Pubblica di Tokyo (2) Fonte : New England Medical Journal (3) Fonte : W.H.O. Organizzazione Mondiale della Salute





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foto: Malara Associati

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