Agricoltura sostenibile nelle aree protette MARCO MAZZONCINI Dipartimento di Agronomia e Gestione Agro-ecosistema UniversitĂ di Pisa, Italia
Workshop Turismo Rural Intercambio de Esperiencias Toscana e ParanĂ 3, 4 e 5 de setembro 2008 Foz do Iguacu - PR
Ruolo delle aree protette: conservare le componenti e la funzionalità degli ecosistemi presenti all’interno del territorio produttori consumatori detritivori
ECOSISTEM A
Non può esserci duratura conservazione delle condizioni naturali senza una gestione sostenibile del tessuto socioeconomico del territorio In particolare non può essere trascurata l‘attività agricola che rappresenta la più importante forma di gestione ed utilizzazione del territorio
ECOSISTEMA
produttori
consumatori
AGRO-ECOSISTEMA
Ecosistema gestito dall’uomo a scopi agricoli = Azienda
colture
allevamenti
Uomo – agricoltore detritivori
detritivori
Azienda come sede di singole iniziative mercantili, riunite dai rapporti di impresa e di gestione finalizzate alla massimizzazione del reddito Sistemi Agricoli Intensivi – Azende Intensive
modellate quasi esclusivamente dalle forze del mercato e dalle scelte della politica agricola • • •
separazione della produzione animale da quella vegetale massiccio impiego di energia sussidiaria non rinnovabile semplificazione delle sue componenti e della gestione
soluzione di problemi interni all’azienda con mezzi esterni
Impatto dei sistemi agricoli intensivi sull’ambiente - erosione
- lisciviazione - perdita di fertilitĂ dei suoli (riduzione contenuto S.O.) - eutrofizzazione (accumulo di nutrienti e sedimenti) - riduzione della biodiversitĂ - riduzione delle riserve finite (rocce fosfatiche) - incremento dei fenomeni di resistenza - impiego massiccio di energia non rinnovabile
Effetti economici dei sistemi agricoli intensivi - incremento dei costi dei mezzi tecnici
- fluttuazione dei prezzi di vendita dei prodotti agricoli - riduzione del n° di aziende (familiari in particolare) - rarefazione dei mercati locali e dei sistemi di vendita diretti
Effetti sociali dei sistemi agricoli intensivi
- incremento dei rischi per la salute dell’uomo e degli animali - riduzione della qualità dei prodotti alimentari Cambiamento del modo di alimentarsi, del modo di vendere e confezionare i prodotti agricoli, cambiamento dei gusti del consumatore = prodotti globali
SISTEMI AGRICOLI ALTERNATIVI AGRICOLTURA
BIODINAMICA
1924
AGRICOLTURA
NATURALE
1938
AGRICOLTURA
ORGANICA
1940
AGRICOLTURA
BIOLOGICA
1948
AGRICOLTURA
LOW-INPUT
1985
AGRICOLTURA SOSTENIBILE
’90
L’agricoltura sostenibile deve essere allo stesso tempo: Redditizia e produttiva nel lungo periodo:
fornire sufficienti quantità di cibo per la popolazione mondiale, garantire una adeguata redditività
Compatibile con l’ambiente:
conservare le risorse non rinnovabili, ridurre l’impiego di input esterni, ottimizzare nel lungo periodo il rapporto output/input energetico, mantenere o incrementare la diversità degli agroecosistemi, mantenere o incrementare la fertilità dei terreni
Socialmente rispondente:
tutelare la sicurezza e la salute dell’uomo e degli animali, promuovere la vitalità, l’organizzazione sociale e la cultura rurale, incrementare il n° di aziende agricole soprattutto quelle di tipo familiare, mantenere stabili le comunità rurali
Sviluppare forme di agricoltura sostenibile implica la ridefinizione complessiva delle strategie produttive non soltanto dal punto di vista tecnico ma anche economico, commerciale e sociale --- --- cambiare modo di pensare e di operare
Attività agricola non indirizzata esclusivamente alla redditività, ma anche al rispetto dell’ambiente, della salute umana, tesa a risolvere a livello locale problemi globali che vanno ben al di là di quelli legati alla sfera tecnica del processo produttivo --- --- responsabilità responsabilità agroagro-ecologica dell’ dell’agricoltore
Criterio di valutazione del grado di sostenibilità: capacità di risolvere i problemi che si manifestano all’interno dell’azienda con i mezzi interni dell’azienda stessa.
Fondamenti dell’ Agricoltura Organica (IFOAM, 1987) 1. lavorare quanto più possibile all’interno di un sistema chiuso e disegnato sulle risorse locali; 2. mantenere nel lungo periodo la fertilità del suolo; 3. evitare tutte le forme di inquinamento che possono risultare dalle tecniche agricole; 4. produrre generi alimentari di alta qualità ed in sufficiente quantità; 5. ridurre al minimo l’uso di energia fossile; 6. fornire al bestiame condizioni di vita consone alle loro necessità fisiologiche ed ai principi umanitari;
7. rendere possibile ai produttori agricoli di guadagnare di che vivere attraverso il proprio lavoro e di sviluppare le proprie potenzialità come esseri umani; 8. usare e sviluppare appropriate tecnologie basate sulla conoscenza dei sistemi biologici; 9. usare sistemi decentralizzati per trasformare, distribuire e commercializzare i prodotti; 10. creare sistemi agricoli che siano esteticamente piacevoli; 11. mantenere e preservare le forme di vita presenti nell’ambiente di coltivazione ed i loro habitat.
3
dopo 22 anni
Risultati delle ricerche di lungo periodo su agricoltura biologica ottenuti in Toscana (Pisa) Produttività colture *
da + 39% a - 202%
Fertilità del terreno * S.O. N tot
+ 3,2% + 9,3%
Consumo di energia *
da – 43% a -54% Medio + 46%
Rapporto Output/Input * da + 35% a + 106% Medio + 75%
Reddito lordo *
da –46% a +175% Medio +7%
* rispetto alla tecnica convenzionale
Le principali problematiche dell’Agricoltura Biologica emerse in Toscana
Tecniche - difficoltà di controllo infestanti - mancanza di attrezzature meccaniche specifiche - mancanza di informazioni tecniche
Economiche - difficoltà di collocazione dei prodotti sul mercato - appesantimento burocratico
Sociali
- diffidenza dei consumatori - scarsa sensibilità dei consumatori nei confronti del valore delle produzioni biologiche (intrinseco ed estrinseco)
Interazioni positive Agricoltura Biologica - Aree Protette Da parte delle aziende bio - assenza di forme di inquinamento esterno - disponibilità di habitat diversificati - > flusso turistico e >possibilità vendita prodotti Da parte delle Aree Protette - recupero della marginalità delle aree - mantenimento della biodiversità - mantenimento comunità rurali, tradizioni, prodotti tipici - migliore accoglienza verso i visitatori
Interazioni negative Agricoltura Biologica - Aree Protette Mancanza di attività agricola all’interno dell’Area Protetta Mancanza di zone agricole nell’area a Parco; al più limitate alle “aree cuscinetto”
Scarsa attenzione e competenza da parte degli organi direttivi del parco nei confronti dei problemi agricoli Mancata attenzione al contenimento dei danni da selvatici
Mancanza di politiche incentivanti l’immagine e le produzioni della aziende (es. Marchio del Parco) Mancanza di dialogo tra Enti gestori delle Aree Protette e Agricoltori
LINEE GUIDA ITALIANE PER LO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA BIO NELLE AREE PROTETTE (Ministero dell’Ambiente e Associazione Italiana Agricoltura Biologica, Biologica, 2008)
Maggiore partecipazione degli agricoltori
(coinvolgimento diretto degli agricoltori nelle scelte di fondo; processi partecipati per le decisioni decisioni di carattere agricolo; seminari tecnici su problematiche agricole e non)
Creare i presupposti perché l’A.B. e le relative filiere agroalimentari possano svilupparsi (contributo alla certificazione; contributi per la difesa dai selvatici; gestire a livello consortile acquisto mezzi mezzi tecnici; scambi di informazioni tra agricoltori di AP diverse; istituzione del marchio del Parco)
Sostenere e promuovere la trasformazione, la commercializzazione e la vendita dei prodotti (costruzione di frantoi, mulini, caseifici all’interno dell’AP per attivare la filiera produttiva; utilizzazione utilizzazione delle strutture amministrative dell’AP per la gestione del marketing e delle vendite dei prodotti locali locali -> dai GAS ai mercatini, -> internet, fiere, ecc.; utilizzazione dei locali della AP per la vendita dei dei prodotti –> Bottega del Parco)
Favorire la multifunzionalità agricoltura sociale)
(agriturismo, fattorie didattiche, fattorie dimostrative,
Favorire la biodiversità
(premi per il mantenimento della gestione agricola delle aree marginali; contributi per le colture a perdere necessarie all’avifauna; all’avifauna; creazione e mantenimento di strutture ecologiche; vivai locali per la conservazione e delle risorse genetiche autoctone)
Finanziamenti alle attività di cui sopra
Grazie per l’attenzione
Superficie agricola utilizzata in Toscana (SAU): di cui biologico 102 000 ha (12% SAU) circa 860.000 ettari (8.600 km2) circa 82.000 aziende agricole di cui biologico 2 850 (3,5% tot) sup. media az. : circa 11 ha sup. media az. Bio. : circa 36 ha Sistemi di proprietĂ : terreni di proprietĂ -> 88% proprietĂ e affitto -> 10% affitto -> 2% Sistemi di conduzione: conduzione diretta 97% delle aziende (91% solo lavoro familiare) cond. in economia 3% delle aziende ( 9% con avventizi) frequente part-time e contoterzismo Colture Seminativi: 540.000 ha=63% della SAU (grano duro, mais, erba medica, medica, girasole, favino) presenti nel 68% delle aziende Pascoli:
Arborati: Arborati:
130.000 ha=16% della SAU (prevalentemente naturali) presenti nel 27% delle aziende
190.000 ha=21% della SAU (prevalentemente vite e olivo + fruttiferi) fruttiferi) presenti nel 76% delle aziende
Boschi Allevamenti
presenti nel 45% delle aziende con SAU
presenti nel 36% delle aziende diffusione nelle aziende: avicoli 85%, suini 11%, bovini 10%, ovini 9%