Kaire 19

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia www.chiesaischia.it

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LA VOCE DI PIETRO

Un anno fa l’arrivo del Vescovo ad Ischia

#rottaMare

Il mare è il nostro bene comune, ma lo usiamo come fosse un’inesauribile risorsa da piegare alle nostre pretese! Il rischio è grande: la fine dell’elemento dal quale traiamo benessere e identità. Ed ecco, allora, che il mare continua a sostenerci, sollecitandoci a metterci tutti attorno a un tavolo.

Per questo oggi è un bene politico. Giunti al secondo anno di formazione, Kosmopolis si è impegnata per questo urgente problema politico dell’isola, svolgendo un’inchiesta a vari livelli. Il primo è una ricerca sociologica. Sono stati intervistati oltre 400 isolani, dimostrando quanto abbiano a cuore il mare e come ne percepiscano il benessere economico che ne produce. Al tempo stesso, però, l’analisi dei processi politici degli ultimi anni - secondo livello della ricerca - ha evidenziato che, sul tema della depurazione, ci sono state fasi contraddittorie, dovute anche alla debolezza espressa dal frazionamento dalla divisione in 6 comuni. In tale vulnerabilità si sono insinuati interessi contrastanti – il terzo livello - dovuti ad una mancata concertazione tra tutti gli enti preposti alla tutela del mare. Eppure, un bene così preziosoè continuamente minato dagli scarichi fognari incontrollati e dall’assenza di depurazione.

Mancano sufficienti analisi che possano indicare il suo stato di salute; particolari tipi di pesca lo depredano.

In ultimo, si aggiunga che il fenomeno naturale dell’acidificazione costituisce una finestra sul futuro del nostro mare. Il 16 maggio alle ore 18.30 presso l’ auditorium del Polifunzionale di Ischia ci sarà un incontro dove sarannoespostitali risultati alla presenza di autorità politiche, studiosi, tecnici, la società civile, per un dibattito attraverso il quale giungere ad un’agenda politica condivisa per la nostra isola.

kaire@chiesaischia.it

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MONDO SCUOLA

VOCAZIONI

La carica dei 600 da Papa Francesco. Un numero inaspettato di isolani in viaggio a Roma

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51° giornata di preghiera per le vocazioni. L’esperienza di Lorenza

Kaire ANNO 1 | NUMERO 19

€ 1,00

10 maggio 2014

Ischia “accoglie”

la Conferenza Episcopale Campana FORMAZIONE

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Al via il corso sui disagi infantili: individuazione precoce dei segnali di rischio

VOLONTARIATO

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Il convegno sui primi 20 anni dell’Avo Isola d’Ischia

PARROCCHIE

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Cinquantaquattro nuovi cresimati al Testaccio e nella chiesa di San Pietro

TEMPO LIBERO

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Good news dal mondo

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Kaire

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IN PRIMO PIANO

Ai lettori di Kaire e a tutti i fedeli della Diocesi di Ischia

arissimi, come sapete, il nostro vescovo Mons. Pietro Lagnese, dall’inizio del suo ministero pastorale, ha voluto la nascita di un giornale diocesano che fosse espressione della nostra Chiesa ischitana. E in questi giorni ha ribadito all’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali e alla redazione di Kaire la ferma volontà di proseguire in questa esperienza esaltante.

Per cui, come in tutte le diocesi, la giornata dedicata al nostro settimanale Kaire è l’occasione per rivolgervi un pressante appello che ci pone in sintonia con quanto Papa Francesco ha più volte affermato e ha scritto nell’esortazione “Evangelii Gaudium”: ‘Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo ‘Non lasciamoci rubare l’entusiasmo misTutti, giornalisti, collaboratori e sostenitori, benedico e affido alla lusionario!’ minosa intercessione della Beata Vergine Maria, la prima annunciatrice Prendiamo sul serio queste parole e chiediamoci come, oggi, la nostra di una Bella Notizia!

Chiesa di Ischia può rispondere a questa responsabilità. Kaire, insieme Don Carlo Candido - Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali agli altri mezzi di comunicazione, è tra gli strumenti più importanti in questa dinamica missionaria perché è luogo di incontro e di dialogo tra la nostra chiesa locale e il territorio isolano, è riDIOCESI DI ISCHIA verbero della vita positiva della diocesi e delle comunità parUFFICIO PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI rocchiali, aiuta a leggere con uno sguardo di fede gli avvenimenti e le questioni cruciali sollevate nel dibattito pubblico.

Un altro aspetto che rende Kaire indispensabile per la nostra Diocesi è la sua funzione di mettere in rete, e quindi di far conoscere a tutti, i bisogni, le fragilità, le emergenze sociali ed educative. Insieme a questa azione informativa viene “Il giornale diocesano strumento di comunione anche presentata la ricchezza delle risposte che la comunità e di dialogo con la cultura del territorio” ecclesiale è capace di mettere in campo. Guai a distogliere lo sguardo dai poveri e dalle situazioni di marginalità. Dobbiamo dire grazie a Kaire che ogni settimana ci rende presenti Kaire, nostro giornale diocesano, cresce queste realtà.

A tutti i Lettori di Kaire faccio una richiesta: oltre a conferper far crescere la comunione nella nostra Chi mare la propria adesione ognuno si prenda l’impegno di presentare Kaire ad un’altra famiglia o ad un amico. Anche esa e il dialogo con la società. questo è un gesto missionario, piccolo, ma che ci educa a Coinvolgi la tua comunità parrocchiale quella forma di evangelizzazione “da persona a persona” che “compete a tutti noi come impegno quotidiano. Si tratta di portare il e la tua Città Vangelo alle persone con cui ciascuno ha a che fare, tanto ai più vicini nel comunicare la cultura del Vangelo quanto agli sconosciuti” ci ricorda sempre il Papa.

I giorni 17 e 18 maggio p.v. celebreremo in tutta la Diocesi perché la bella notizia raggiunga le la Giornata del settimanale diocesano: il Kaire-Day. Il periferie dell’esistenza. giorno 17 maggio, solennità di S. Restituta, vivremo la giornata in piazza S. Restituta. Saranno distribuite in tutte le parIl settimanale strumento indispensabile da sostenere rocchie copie omaggio e alcuni volontari, dell’ufficio e della consulta per le Comunicazioni sociali, faranno da supporto “Usciamo, usciamo... con Kaire” nelle chiese.

1ª GIORNATA DEL SETTIMANALE DIOCESANO “KAIRE” 17-18 MAGGIO 2014

Kaire

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice fiscale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale Società Cooperative Il settimanale di informazione Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a Mutualità Prevalente della Chiesa di Ischia Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it Proprietario ed editore pec: posta.kairos@pec.it COOPERATIVA SOCIALE Registrazione al Tribunale di Napoli KAIROS ONLUS con il n. 8 del 07/02/ 2014

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro

Direttore Ufficio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it

Tipografia: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (Na)

Copy-Editing & Pre-Press: Dott.ssa Maria Funiciello per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

Il settimanale è stampato su carta riciclata utilizzando inchiostri vegetali non inquinanti presso uno stabilimento le cui attività prelevano una quantità di energia minore di quella prodotta dal proprio impianto fotovoltaico (a ridotta emissione CO2).

UN ANNO FA L’ARRIVO DEL VESCOVO PIETRO AD ISCHIA 10 maggio 2014 kaire@chiesaischia.it

LA VOCE DI PIETRO

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Kaire

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Il suo primo saluto alla comunità isolana all’arrivo ad Ischia

(…) Carissimi, entrando in questa vostra e, da stasera, nostra, splendida isola, «ricca di sole e di bellezze naturali, coperta di verde e immersa nelle acque meravigliose del “mare nostrum”» - come la definì nella storica visita in questa terra il beato (oggi Santo) Giovanni Paolo II, il 5 maggio 2002 - sento vivo nel mio cuore la consapevolezza di quanto sia grande la responsabilità affidata a coloro che amministrano la cosa pubblica e sono impegnati nei campi più variegati dell’impegno civile e sociale e, perciò, quanto sia nobile la vostra opera. «La Chiesa - afferma infatti il Concilio - stima degna di lode e di considerazione l’opera di coloro che, per servire gli uomini, si dedicano al bene della cosa pubblica e assumono il peso delle relative responsabilità» (GS 75). Desidero in questo momento perciò assicurare a tutti voi innanzitutto il sostegno della mia personale preghiera e quella dell’intera comunità ecclesiale.

Pur nella distinzione dei ruoli, il Signore chiama anche me a servire e ad amare la comunità degli uomini, con una dedizione generosa e intelligente, nella chiara consapevolezza che la promozione e lo sviluppo integrale di ogni realtà umana, non solo sono condizioni necessarie per l’edificazione del Regno di Dio, ma sono anche una via concreta per verificare la credibilità della testimonianza cristiana. Infatti, - è sempre il Concilio che parla - “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto, e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (GS 1). Voglio, pertanto esprimervi la mia più piena disponibilità a collaborare con voi per il bene comune dell’intero popolo ischitano e ad impegnarmi con voi per la nostra gente.

Viviamo un tempo di crisi economica che in molti sta producendo conseguenze dolorose quali la mancanza di lavoro e il conseguente aumento dello stato di indigenza e del fenomeno dell’esclusione sociale. Cresce tra la gente un clima di preoccupazione per il futuro, che spesso si traduce in un senso di sfiducia nelle istituzioni. L’invito che rivolgo a tutti: ai nostri sacerdoti per la loro parte e a tutti voi, carissimi servitori delle nostre popolazioni, è di testimoniare una concreta vicinanza alle persone a voi affidate. Stiamo accanto alla nostra gente! Sosteniamola ed incoraggiamola facendo crescere un clima di legalità e di impegno per la giustizia! aiutiamo in modo particolare chi è ancora più colpito dalla crisi economica promuovendo una cultura di solidarietà! Anche per ciò che riguarda la questione dell’abusivismo edilizio, al di là di quali saranno le soluzioni attuate dal governo, ritengo importante che tutte le istituzioni compiano ogni sforzo e diano il loro contributo per una soluzione quanto più rispettosa possibile

dei valori della legalità, dell’ambiente, ma soprattutto del diritto alla casa che è di tutti.

Anche in questo senso, fin da ora, dichiaro la mia disponibilità ad offrire il sostegno mio e dell’intera chiesa isclana. Carissimi, lavoriamo insieme perché la nostra Ischia possa esprimere sempre meglio la vocazione all’accoglienza!

Meta di un gran numero di visitatori e turisti, sviluppi sempre più il valore dell’accoglienza che fa della nostra isola verde, un vero e proprio laboratorio privilegiato, come ebbe a dirci a pochi passi da qui il Beato (oggi Santo) Giovanni Paolo II. A tutti auguri di un lavoro fecondo!

Grazie!

AGENDA DEL VESCOVO dal 11 al 18 maggio 2014 ore 10.30 Santa Messa in Cattedrale ore 17.30 Riapertura dell'antica Cattedrale di Pozzuoli

Domenica 11

Ritiro del clero- Santa Restituta

Martedì 13

Incontro con i cresimandi della parrocchia S. Francesco Saverio - Forio

Mercoledì 14

ore 10.00 Collegio dei Consultori ore 19.00 - Veglia Diocesana di preghiera per le vocazioniSanta Restituta

Giovedì 15

ore 18.30 Kosmopolis - conclusione della scuola sull'impegno politico ore 20.30 - rappresentazione su Santa Restituta - San Montano - Lacco Ameno

Venerdì 16

Santa Restituta: 11.00 Messa Solenne ore 18.30 Processione di Santa Restituta

Sabato 17

ore 11.00 Cresime presso la parrocchia Maria Ss. Madre della Chiesa a Fiaiano ore 17.00 - Diocesi di Caserta: ingresso del nuovo Vescovo, Mons. Giovanni D'Alise

Domenica 18

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LA VOCE DI PIETRO

10 maggio 2014 www.chiesaischia.it

SANTA MESSA PER LE MAMME DELLE FORZE ARMATE

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| a cura di Francesco Schiano per l’UCS

erza domenica di Pasqua in Cattedrale per mons. Lagnese che ha presieduto la S. Messa per tutte le mamme, vive e defunte, del corpo delle forze armate. Appassionanti le sue parole nel commentare La Parola, che è stata offerta nella liturgia domenicale: “Per le prime tre domeniche di Pasqua la liturgia ci fa ascoltare “racconti di Risurrezione” e in questa terza domenica di Pasqua il racconto è preso dal Vangelo di Luca che è l’unico a raccontarci dell’incontro di Gesù con due suoi discepoli a Emmaus, a 11km. da Gerusalemme. Emmaus forse era il loro paese o si trovava sulla strada del ritorno a casa: è un ritorno non pieno di gioia, di chi finalmente approda alla propria dimora, ai propri affetti; quante volte i nostri fratelli delle forze

fetto che esse a loro volta vi avevano donato.

Il ritorno dei discepoli di Emmaus è un ritornare tristi, e il motivo lo scopriamo proprio dal dialogo tra questi due e il Viandante misterioso che poi sappiamo essere Gesù. Gesù sembra che qui ci suggerisca un modo di avvicinarci agli altri e di annunciare il Vangelo: interessati dei bisogni degli altri! Avvicinati!

Fatti vicino alle gioie, alle speranze, alle tristezze delle persone che incontri. Questi due erano delusi perché credevano che Gesù poteva essere la persona giusta, quello che poteva cambiare le cose, quello che poteva liberare Israele e dare un nuovo volto a Gerusalemme; loro si erano fidati di Gesù, lo avevano seguito, avevano creduto in Lui, ma ora che Gesù

armate avranno fatto questa esperienza, magari dopo una lunga permanenza in caserma, finalmente la possibilità di tornare a casa!

Oggi siamo proprio qui a ricordare le vostre mamme che non senza sofferenza vi avevano visto partire e ad ogni vostro ritorno in ogni vostro abbraccio sperimentavano tutto l’af-

era morto tutto era finito! E ora questi discepoli fanno fatica a credere alla Risurrezione, al racconto delle donne che dicevano di averLo visto risorto, di aver avuto visioni di angeli. E Gesù con pazienza si mette ancora una volta

spiegare la Parola di Dio. Ogni domenica anche a noi Gesù spiega la Scrittura e ce la mostra come una Parola viva e vera per noi, una Parola che riguarda la nostra vita: questo è l’Eucarestia! C’è una tavola, una Parola proclamata e spiegata, e Gesù sta con noi. Come è importante che noi insistiamo con noi stessi perché questo incontro domenicale ci sia offerto, sempre, dovunque, comunque, perché qui troviamo la forza, ritroviamo la voglia e le energie, qui riscopriamo che il Signore ci dona una nuova razione di speranza per ricominciare”!

IL PAPA: LA CHIESA NON È UNA UNIVERSITÀ DELLA RELIGIONE 10 maggio 2014 kaire@chiesaischia.it

SEGUIAMO FRANCESCO

Messa a Santa Marta

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l martirio di Stefano è un calco del martirio di Gesù. Papa Francesco ha ripercorso, nella sua omelia a Santa Marta, il cammino che ha portato alla morte del primo martire della Chiesa. Anche lui come Gesù, ha detto, aveva incontrato “la gelosia dei dirigenti che cercavano” di eliminarlo. Anche per lui ci sono “i falsi testimoni”, un “giudizio un po’ fatto di fretta”. Stefano li avverte che stanno opponendo resistenza allo Spirito Santo, come aveva detto Gesù. Ma “questa gente – ha evidenziato il Papa – non era tranquilla, non era in pace nel proprio cuore”. Questa gente, ha aggiunto, “aveva odio” dentro il proprio cuore. Ecco perché, all’udire le parole di Stefano erano furibondi. “Questo odio – ha affermato Francesco – è stato seminato nel loro cuore dal diavolo”, “è l’odio del demonio contro Cristo”.

Quest’odio del demonio “che ha fatto quello che ha voluto con Gesù Cristo nella sua Passione – ha ripreso il Papa – adesso ripete lo stesso” con Stefano. E nel martirio si vede chiaramente “questa lotta fra Dio e il demonio”. D’altro canto, Gesù aveva detto ai suoi che dovevano rallegrarsi di essere perseguitati a causa del suo nome: “Essere perse-

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guitato, essere martire, dare la vita per Gesù è una delle Beatitudini”.

Ecco perché, ha aggiunto il Papa, “il demonio non può vedere la santità di una Chiesa o la santità di una persona, senza combinare qualcosa”. E’ quello che fa con Stefano, ma “lui muore come Gesù: perdonando”.

“La testimonianza sia nella vita quotidiana, sia con alcune difficoltà e, anche, sia nella persecuzione, con la morte, sempre è feconda. La Chiesa è feconda e madre quando dà testimonianza di Gesù Cristo. Invece, quando la Chiesa si chiude in se stessa, si crede – diciamo così – una 'università della religione', con tante belle idee, con tanti bei templi, con tanti bei musei, con tante belle cose, ma non dà testimonianza, diventa sterile. Il cristiano lo stesso. Il cristiano che non dà testimonianza, rimane sterile, senza dare la vita che ha ricevuto da Gesù Cristo”.

Stefano, ha proseguito, “era pieno di Spirito Santo”. Ed ha avvertito che “non si può dare testimonianza senza la presenza dello Spirito Santo in noi”. “E oggi domandiamoci: come è la mia testimonianza?

Sono un cristiano testimone di Gesù o sono un semplice numerario di questa setta?”.

NOVE GIORNI DI PREGHIERA

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In preparazione al viaggio in Terra Santa

ove giorni di speciale preghiera sono stati indetti in preparazione alla visita pastorale in Terra Santa di Papa Francesco dal 24 al 26 maggio. Nei giorni precedenti, dal 14 al 22 maggio — rende noto il sito del patriarcato di Gerusalemme dei Latini — le Chiese gerosolimitane e le comunità cristiane prepareranno e sosterranno spiritualmente il pellegrinaggio e l’incontro del Pontefice con il patriarca ortodosso Bartolomeo, che si terrà in occasione della visita alla città santa.

Tale appuntamento, come è noto, si svolge a cinquant’anni dallo storico incontro di Papa Paolo VI con il patriarca Atenagora a Gerusalemme, e intende portare un positivo rinno-

vamento nel rapporto tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa. I nove giorni di preparazione consisteranno in preghiere individuali e comunitarie nei luoghi santi, sostenute dal digiuno e dall’adorazione eucaristica. Le preghiere comunitarie si terranno di volta in volta in diverse chiese della città santa.

Nelle settimane che precedono la visita di Papa Francesco in Giordania, Palestina e Israele i cattolici di Terra Santa sono stati invitati anche a recitare una speciale preghiera per chiedere al Signore che il pellegrinaggio del Vescovo di Roma porti frutto per i cristiani di tutto il mondo e per la convivenza pacifica in tutto il Medio Oriente. «Padre Celeste — recita la preghiera — tu non ti stanchi

di essere amorevole e misericordioso. Il successore di Pietro intende visitare la Terra resa santa dalla nascita, dal battesimo, dall’insegnamento, dalla morte e dalla resurrezione di tuo Figlio. Rimani con lui, santificalo e benedicilo.

Stendi il mantello della tua tenerezza su ogni passo del suo pellegrinaggio tra noi, così che ognuno possa vedere in lui un pellegrino appassionato, un maestro saggio e una guida umile»

LA SCUOLA DI IS 6

Kaire

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alla nostra isola è partito un fiume di 630 persone per incontrare il Papa il 10 maggio. Studenti, docenti, genitori, personale scolastico, in viaggio verso Roma con la voglia di dare una speranza all’istruzione isolana, sotto l’attenta e preziosa organizzazione di Don Pasquale Trani per la pastorale familiare e il diacono Pietro Raicaldo per la pastorale scolastica della diocesi di Ischia, il tour operator Cilindro Viaggi e la società Medmar.

La comunità isolana ha risposto con gioia e grande slancio per la partecipazione all’evento.

Gli organizzatori non si aspettavano un nu-

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mero così alto di partecipanti.

Sul prossimo numero di Kaire del 17 maggio (nelle edicole accreditate e nelle parrocchie isolane) ci sarà un ampio speciale del viaggio, con il racconto dei nostri inviati, ma soprattutto con le testimonianze dei nostri ragazzi che hanno incontrato il Papa!

INTERVISTA A DON PASQUALE TRANI RESPONSABILE DEL VIAGGIO DEGLI STUDENTI A ROMA

aro Don, dicci sinteticamente dell’organizzazione del viaggio a Roma: è stata molto impegnativo ma entusiasmante. Abbiamo raccolto in maniera quasi inaspettata l’adesione di tante persone.

Non immaginavamo proprio che partecipassero così tanti studenti, saranno presenti ovvero rappresentati quasi tutti gli istituti isolani.

Seicento persone è un numero avvero notevole: E già, direi spaventoso, come dicevo prima non ce lo aspettavamo proprio, penso che dobbiamo ringraziare soprattutto Papa Francesco. Nei ragazzi c’è gioia , emozione e soprattutto tanta attesa nel poterlo incontrare.

Quale è stato il ruolo degli insegnati di religione nel catturare l’interesse degli alunni al viaggio: alunni: E’ stato un compito molto delicato ma fondamentale soprattutto per aver fatto rete tra loro (insegnati e dirigenti) e tutti gli atri attori coinvolti nell’organizzazione.

Il mio augurio e che si possa continuare anche per il futuro a preservare ed ampliare questa rete.

IL RUOLO ATTIVO DEGLI INSEGNANTI A SCUOLA

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l 30 marzo in seminario il Vescovo di Ischia Lagnese ha incontrato gli insegnanti di religione delle scuole isolane e l’ufficio familiare diocesano, in vista del grande evento della scuola italiana dal Papa del 10 maggio. Mons. Pietro ha esaltato il ruolo degli insegnanti di religione nelle scuole, per poter far corpo con tutti gli altri insegnanti e i dirigenti scolastici. “Penso che il ruolo degli insegnanti di religione nelle scuole sia da lievito – ha continuato il vescovo Il vostro ruolo nella scuola è estremamente prezioso, non soltanto per quello che riuscite a fare con e per gli alunni, ma per tutto quello che riuscite a stabilire con i vostri colleghi in istituto. Un insegnante di religione è tale se testimonia i valori cristiani nei quali crede e che motivano il suo servizio nella scuola. Speriamo che il 10 maggio Ischia possa vedere non soltanto una partecipazione bella e forte della comunità isolana, ma possa essere l’inizio di un lavoro di rete che in passato ha fatto fatica a crearsi. Lavoriamo tutti – ha concluso il vescovo - per il bene della nostra gente e dei nostri figli, per costruire un futuro migliore.

Foto RadioTreccia

S C H I A D A L PA PA 10 maggio 2014 kaire@chiesaischia.it

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BAGNASCO: INVESTIRE SULLA SCUOLA PER LA CRESCITA

È

tempo di rimettere al centro le cose che contano, tra queste la scuola merita un'attenzione speciale, perché se non si investe su di essa difficilmente un Paese riprende a crescere.

Lo dice il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco in un'intervista a Famiglia Cristiana in vista dell'incontro di Papa Francesco con il mondo della scuola del 10 maggio. La Chiesa ritiene la scuola "decisiva per dare a tutti la possibilità di una crescita integrale".

"Una società che non destina energie economiche e, ancor prima, risorse personali per la scuola, cioè per la formazione e l'innovazione, finisce per perdere il treno della ripresa", dice il card. Bagnasco evidenziando che "la strada di un'autentica trasformazione, infatti, non è mai solo legata alle strutture esterne, ma sempre alla qualità culturale delle persone". La Chiesa considera la scuola "decisiva" e per questo si è pensato di mobilitare quelli che ogni mattina vanno a scuola, cioè alunni e docenti, ma anche famiglie, "per una festa che metta l'accento non tanto sui problemi quanto sulle potenzialità di questa straordinaria avventura educativa", dice il presidente della Cei riferendosi all'incontro con Papa Francesco sabato 10 maggio.

Per Bagnasco "una generazione che abdica al compito di offrire una chiara lettura della realtà, rinuncia di fatto a educare e abbandona alla solitudine i più giovani che, anche senza saperlo esprimere, chiedono di essere accompagnati e di avere davanti a sé esempi autore-

voli e convincenti". "Non deve stupirci poi - prosegue il cardinale se i giovani sono 'sdraiatì, quando prima sono stati derubati di qualsiasi slancio spirituale e di qualsiasi meta ideale". Il presidente dei vescovi italiani rileva ancora che "i ragazzi di oggi, come quelli di sempre, sono inquieti. Questo, però, non è un problema ma una possibilità. Non bisogna sterilizzare e, peggio ancora, normalizzare questa inquietudine, che è il riflesso del desiderio umano che quando si è più giovani si manifesta con insolita effervescenza. Al contrario, bisogna educare il desiderio che si contrappone alla necessità e aprirlo al bene che è sempre un 'di più', a cui bisogna allenarsi con disciplina e intelligenza". Infine parlando della "contrapposizione" tra scuola statale e paritaria, Bagnasco dice che "esiste solo nella testa di alcune menti ottocentesche, ancora presenti, ahimè, nel nostro Paese".

"Chi continua a rappresentare una guerra tra poveri, dove la scuola statale si fronteggia con quella paritaria, dimentica un elementare dato di fatto: se chiudessero di colpo tutte le scuole paritarie in Italia, si produrrebbe una crisi del sistema e un danno economico.

Anche perché mediamente un alunno della scuola statale costa circa 6-7 mila euro, mentre lo stesso alunno se frequenta la scuola paritaria costa 7-800 euro", conclude il cardinale.

NELL'ERA DEL "TOUCH" IL SACERDOTE IN CLASSE È NARRAZIONE PURA 8

Kaire

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MONDO SCUOLA

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| a cura di Mario Da Ros, sacerdote

PAPA FRANCESCO CHIEDE AI PRETI DI NON RIMANERE "PETTINATORI DI PECORE", MA DI ESSERE SEMPRE PIÙ "PESCATORI".

I POCHI SACERDOTI IMPEGNATI OGGI NELLA SCUOLA POSSONO A BUONA RAGIONE ESSERE ANNOVERATI TRA I PESCATORI INVIATI A TESSERE RETI NON SCONTATE E NON SEMPRE COSÌ EVIDENTI

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ove sei? è forse una delle domande più frequenti che un sacerdote impegnato nella scuola si sente rivolgere dai cristiani della propria parrocchia. Una domanda, che potrebbe essere avvertita quasi come un rimprovero, ma che rivela molto più il segno di una relazione radicata nelle nostre comunità e provocata da una discontinuità inattesa. Il tempo e la dedizione pastorale del sacerdote è sempre a servizio di tutta la Chiesa, ma quando questo si realizza anche in ambienti non comuni alla storia recente dei nostri paesi, ecco il disappunto, lo sconcerto, la sorpresa e talvolta la fatica a comprendere.

Dai corridoi alle aule scolastiche, dagli spazi di ricreazione ai collegi docenti, dalle lezioni ai dialoghi in chat con alunni e colleghi docenti, il mare nel quale un sacerdote docente di religione si trova a navigare è assai vasto e popolato. La maggioranza dei giovani che incontra nelle classi della scuola secondaria di secondo grado non frequenta più abitualmente i luoghi del sacro, siano essi la chiesa o l’oratorio. Qualcuno ancora per un po’ si ripresenta al Grest, ma sono i protagonisti di un inesorabile congedo dai noti spazi religiosi, quelli che un docente di religione, sacerdote o laico, si trova nell’ora settimanale di Irc (insegnamento della religione cattolica). È certamente una sfida dagli sviluppi mai prevedibili, quella di far ritrovare le coordinate culturali e sociali della dimensione spirituale dell’uomo alla fascia giovanile della popolazione presente a scuola. Non si tratta di fare catechesi, ma di una ricerca di senso, di un pellegrinaggio attraverso le domande e le testimonianze, l’eredità e le provocazioni di comunità cristiane oggi in seria difficoltà nel custodire e nell’accompagnare le giovani generazioni a vivere in modo personale la propria libera vicenda religiosa.

Nella scuola il sacerdote non compie una liturgia, non predica, non amministra i sacramenti, ma ne è memo-

ria personale e viva, ne è narrazione presente e tangibile. Nell’era del “touch”, del toccare per vedere e dunque credere, la presenza fisica di un sacerdote tra docenti e studenti, anche senza agire alla maniera del presbitero, rimette in contatto battezzati e non con la Chiesa del Risorto, che non è solamente fatto storico e illustrazione in vario modo stampata sui libri, ma vissuto contemporaneo all’uomo e alla donna di oggi.

Il sacerdote a scuola è un vaccino contro quel virus, che vorrebbe fare dello spirituale, e del cristianesimo in particolare, un oggetto da museo.

Per il sacerdote trovarsi tra fratelli e sorelle laici, docenti e studenti, è anche un banco di prova per la propria fede e il ministero, ora sempre più sfidato a farsi vicinanza e ascolto, prossimità solidale e solida per un’umanità la cui libertà invoca paternità e gioia. Non sarà soddisfazione e leaderismo, ma rischio e affiancamento, non gratificazione e seguito, ma simpatia e fatica, il percorso da una classe all’altra, da un colloquio con i genitori ad una uscita didattica...

“Dove sei?”, a questa non banale questione il sacerdote che insegna a scuola potrà rispondere: “Dove il Signore mi ha inviato perché l’uomo non dimentichi e la sua ricerca non tralasci il Volto che l’ama e continuerà ad amarlo ovunque egli andrà”. Forse a questo punto sarà proprio quella catechista o quell’anziano o l’animatore a dirgli: “Vai don, perché non ci siamo solo noi!” con un sorriso di complicità e un cuore carico di preghiera per una missione speciale, ma non altra da quella che egli vive in oratorio o nella liturgia.

CREDIAMO NELLA SCUOLA Studenti, insegnanti e genitori.

Tutti credono nell'educazione e lavorano perché l'istruzione abbia il suo giusto ruolo nella società. Per questo il 10 maggio la scuola italiana incontra il Papa.

U da F.C.

miliata e offesa così potremmo definire l'attuale status della scuola italiana che appare sempre più la Cenerentola delle nostre politiche, vittima di continue e a volte inutili riforme e sempre al centro di pagine e pagine di saggi, indagini, leggi, circolari. Ma chi crede nelle sue potenzialità, chi ci lavora sa che la scuola è ben altro o meglio potrebbe essere ben altro se tutti capissero la sua importanza e se chi ne

fa parte, insegnanti studenti e genitori, si unissero per chiedere a gran voce di ri-affidarle il ruolo che merita.

La manifestazione del 10 maggio a Roma, La Chiesa per la Scuola alla presenza di Papa Francesco invita tutti cattolici, laici, operatori di scuole pubbliche e paritarie.

Uniti e senza divisioni perché chi “lavora” con quel prezioso materiale umano che sono i nostri ragazzi deve stringere alleanze educative e dialogare. E quando si parla di investimento nella scuola non si fa riferimento solo a una necessità economica e materiale ma soprattutto alla necessità di riconoscerle il suo ruolo di grande risorsa per la vita civile e sociale.

Le parole chiave che guidano questo progetto sono famiglia, educazione, alleanza, umanesimo, comunità, insegnanti e autono-

mia. Insieme formano una rete di discussione e di incontro. Una riflessione in cui tutti sono chiamati a partecipare e a dire la loro.

AU S TER ITÀ E PENI TE NZ A 10 maggio 2014 kaire@chiesaischia.it

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ISCHIA VOC PAGE |

Quando la fatica diviene dolce se è finalizzata all’amore

orio non è solo la città delle torri, ma anche delle chiese, tra le quali spiccano quattro santuari: quello di Santa Maria di Loreto; quello dedicato alla Madonna della Libera, nel pieno centro storico del paese; quello dedicato al crocifisso del Soccorso, faro da sempre dei naviganti, che si erge a picco sul mare; e ultimo, ma non per importanza, il Santuario dedicato a San Francesco di Paola, incastonato nel promontorio del colle di Zaro. E’ qui che da secoli è radicata la devozione a questo santo a cui non solo gli abitanti della parrocchia di Santa Maria di Monte Vergine sono legati, ma anche tutti gli abitanti di Forio e in special modo le associazioni marinare che riconoscono in San Francesco di Paola il loro santo protettore.

Come tradizione inaugurata dallo stesso santo (che considerava il Venerdì santo-giorno in cui Gesù morì e tornò al Padre- il giorno in cui si riaprì il canale delle grazie tra Dio e l’ umanità), anche quest’anno si sono celebrati i 13 Venerdì di San Francesco che hanno visto la partecipazione assidua di tanti fedeli. Venerdì che hanno trovato compimento nella festa liturgica del 2 aprile (data della nascita al cielo del santo di Paola) e che sono poi culminati nei festeggiamenti parrocchiali che si sono tenuti durante tutta la seconda settimana di Pasqua. Ogni momento dedicato al santo è stato motivo di forte riflessione sul senso della sua vocazione alla vita ascetica ed eremitica e sul modo in cui ciascun cristiano è invitato a vivere questa chiamata, proprio come fanno i Minimi dell’ ordine da lui stesso fondato. La figura di San Francesco è quella di un grande e umile uomo di fede, di quella fede che cresce nel silenzio e nella preghiera, oltre che in una testimonianza eclatante di cristianità. Egli è simbolo di una piena integrazione tra umano e divino, consistita nel sottomettersi completamente a Dio, per far poi convergere verso di lui il tutto, convinti che Lui è principio, fondamento e fine di ogni valore.

Già la sua nascita, e in seguito tutta la sua vita, ebbero i colori del miracolo: i suoi genitori non si aspettavano più un figlio. L’avevano tanto desiderato da chiedere l’ intercessione del santo di Assisi, in onore del

quale, quando inaspettatamente arrivò, lo battezzarono col nome di Francesco. La sua era una famiglia di poveri contadini. Allevato senza agi, Francesco rimase fedele ad un suo ideale di vita rigida e impose, in seguito, un’esistenza dura anche ai suoi seguaci, tanto che la sua ‘regola’ fu criticata anche dagli ecclesiastici per la sua severità. Morì a 91 anni.

In seguito fu nominato patrono di Calabria e protettore dei naviganti e pescatori. Sin da subito egli si è proposto di imitare Cristo e di fare proprio il monito dell’ inizio della Sua predicazione: “Fate frutti degni di penitenza” (Mc.1,19). Come Cristo che rimase 40 giorni nel deserto, durante i quali, digiunando e pregando si mise in ascolto del Padre per raccogliere il Suo progetto d’ amore per l’ umanità, così anche san Francesco scelse di vivere nel ‘deserto’; il ‘deserto’ inteso non come luogo arido e privo di vita, ma come luogo in cui ritrovare le beatitudini dello spirito, facendosi così promotore della scuola della spiritualità, basata sulla penitenza quaresimale. La pratica dell’ascesi diventa, in quest’ottica, necessaria perchè solo così si ha la possibilità di staccarsi dai beni temporali che sempre cercano di prendere il sopravvento e che - come amava dire il santo di Paola - vanno usati con giustizia e rispetto nell’ottica del servizio e dell’amore. “A chi ama Dio tutto è possibile [...]

Dov’è l’amore non si conosce né Fatica né disagio...”. Su questa ferma convinzione si indirizzò la scelta penitenziale di San Francesco, che fu totale e incondizionata adesione a Dio, per costruire il suo Regno sulla Terra. La sua vocazione eremitica si colloca perciò nella sua ottica del “servizio di Dio”; la sua vita povera e austera va considerata un “cammino verso Dio” senza impedimento; l’accettazione seppur sofferta dei continui cambiamenti e trasferimenti come “un’ umile accettazione della volontà di Dio”. Ma san Francesco è soprattutto il santo della carità, della giustizia sociale che lo porta sempre a tendere la mano verso chi, afflitto dai mali della vita, ha bisogno di affetto e benedizione. Egli ha sempre difeso, infatti, la causa dei poveri e degli emarginati, non ha mai esitato ad alzare la voce contro i potenti usurpatori del suo tempo. Infatti la

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sua devozione popolare si è sviluppata, in parte, proprio tra i ceti sociali più poveri e disagiati, a testimonianza di quanto egli li abbia amati e aiutati. Ancora oggi San Francesco è un uomo e un santo che sa parlare di diritti e di dignità, di libertà e giustizia.

Il suo messaggio è perciò rivolto ancora oggi a tutti noi, affinché attraverso la pratica della preghiera e della penitenza quaresimale, con un cuore sgombro da ogni forma di egoismo e indifferenza, rispondiamo a una vocazione universale che ci chiama tutti, indistintamente, a pronunciare il nostro “si” e ad andare incontro ai poveri e ai bisognosi del nostro tempo, quelli che vivono nelle periferie esistenziali. E’ lo stesso monito, la stessa chiamata che ci viene da papa Francesco, che sin dall’inizio del suo pontificato, ha messo in evidenza quanto è importante per la Chiesa, ritornare povera, essenziale, sull’importanza per i pastori di “puzzare di pecora”, per noi tutti di non essere “cristiani di pasticceria”.

In una società come la nostra, in cui tutti i rapporti interpersonali, seppur digitalizzati, sono alla base di un vivere quotidiano fatto di continue e affannate corse contro il tempo, in cui la superiorità e la priorità dell’io, sono gli unici valori spendibili e riconosciuti all’interno di un contesto sociale in cui non ci si ferma più ad ascoltare l’altro, ad andare incontro alle sue necessità, alla sua solitudine, al suo disagio, la figura di San Francesco sembra...è...quasi anacronistica. Viene da chiedersi come sia possibile che un uomo come lui, che ha fatto della sua esistenza un percorso penitenziale, vissuto in quella solitudine -scelta- che sola porta a Dio e che una volta vissuta si apre all’ altro, al fratello, alle sue povertà materiali e morali, possa ancora essere un modello valido da imitare, da portare al mondo, affinché tutto sia migliore...

A ben vedere nella storia di San Francesco non c’ è niente di straordinario: egli ha semplicemente cercato di comprendere il progetto di Dio e di attuarlo, con amore e fedeltà. Il progetto e la vocazione di Francesco sono il progetto e la chiamata per tutti noi alla costruzione di un mondo migliore, di una Chiesa migliore, più vicina alle necessità della gente. Impariamo allora anche da questo Santo e dall’ esempio che ci ha lasciato, a rispondere con gioia, ciascuno alla propria chiamata e ad aderire in libertà al progetto che Dio ha preparato per noi.

L A ST ORIA D I LORENZ A 10

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VOCAZIONI

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IN OCCASIONE DELLA 51a GIORNATA DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI - 11 MAGGIO

“SE NON AMASSI GLI UOMINI NON PARLEREI, MA LI AMO CON DOLOROSA PASSIONE E MI CONSUMO DAL DESIDERIO DI METTERLI A PARTE DELLA VERITÀ CHE MI FA COSÌ FELICE” M. MARIA OLIVA BONALDO

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i piace poter iniziare con le parole della Fondatrice delle Figlie della Chiesa, da cui noi consacrate laiche di Ecclesia Mater attingiamo il carisma insieme ai fedeli laici FdCh. Sono queste parole che mi hanno spinto a rendere testimonianza, perché amare è comunicare e in questo tempo amare porta in se la responsabilità di far conoscere la motivazione profonda dell’amore.

E’ lo Spirito che irrompe aprendo nuove possibilità (RC) e spinge a nuove forme di vita consacrata nella Chiesa. Quella della vocazione alla secolarità consacrata è un fatto anche nella vita della famiglia delle Figlie della Chiesa e come ogni vocazione ha le sue radici nel Vangelo e nella ricchezza dello Spirito Santo che continua a chiamare a seguire Cristo, offrendo nuovi doni alla Sua Chiesa.

Sono stata la prima consacrata in Italia di questa realtà e rendo grazie a Dio ed alla Chiesa mia madre per questo dono. La mia testimonianza è anche dire grazie alla mia Chiesa diocesana, che ho servito per alcuni anni nella pastorale vocazionale.

Ma che cos’è la vita consacrata?

E’ una vita che il Magistero della Chiesa identifica come una forma di vita stabile, un segno luminoso nella Chiesa e preannuncio della gloria celeste (LG43). La vita è un’esperienza concreta che ha in se la capacità di trasmettere ed indicare la verità profonda dell’uomo. La vocazione alla vita consacrata è come una parabola che riceve e trasmette quello che ha ricevuto, è un messaggio vivente che, se accolto, indica Dio all’uomo e l’uomo ha la possibilità d’incontrare se stesso.

Sono nata nell’anno dell’inizio della crisi vocazionale della Chiesa 1960 e che si protrae fino al 1989. La mia piccola Chiesa, cioè la mia famiglia ha retto per me a questa crisi.

Anche se per un lungo periodo (12/13 anni) non ho frequentato la Chiesa, se non in occasioni in cui dovevo. Avevo puntato la mia vita sull’ideologia e ne avevo una tutta mia: contestare la Chiesa, che per me aveva chiuso le porte alla libertà di pensiero dell’uomo. I sacerdoti e religiosi erano da eliminare, ricordo le mie battute nel desiderare il tempo della Ri-

voluzione Francese solo per poter decapitare tanto amato il mondo….”(Gv3,16 ). Mondo la testa ai preti e alle inutili suore! I frati fran- è una parola chiave per comprendere questa cescani quelli no! avevo un buon ricordo di vocazione, perché siamo chiamate come dice quando bambina frequentavo il convento di il Concilio Vaticano II, a collaborare nella sanS. Antonio. Ma è la testimonianza di mio tificazione del mondo, lavorando dal di dentro padre che ha retto questa crisi, lui, testimone come fermento. Le parole di Gesù ci risuosilenzioso e coerente, sacerdote della sua fa- nano come nostre, essere nel mondo, per il miglia, padre con le braccia sempre aperte mondo senza essere del mondo (Gv.17). La pronto ad accogliere. Si, per me è stato così, secolarità è uno dei tratti della nostra identità. mio padre con il suo amore mi ha indicato In essa troviamo l’ambito, lo stile, i valori e il l’amore più grande quello di Dio Padre, ma i modo d’incarnare il nostro amore a Dio e in tempi dovevano maturare. Dio mi ha chia- esso al prossimo. Incarnarsi per una consamato a gran voce e “ha vinto la mia sordità” crata laica è esercitare la maternità spirituale il 14 luglio del 1994 alle ore 12.00 durante della Chiesa. La maternità è propria dell’essere l’elevazione nella santa messa, celebrava donna. La consacrazione non sminuisce l’esmons. Francesco S. Toppi, allora vescovo di sere donna, ne la rende sterile. Il nostro Pompei. Ero stata trascinata ad una Mariapoli tempo quanto necessita della figura della (cioè una piccola città di “Maria”, evento or- donna, anche nella Chiesa. Il Santo G. Paolo ganizzato dal movimento dei Focolari per vi- II nella sua lettera alle donne (1995), esprime vere la spiritualità dell’unità) dai miei nipoti. il suo grazie a Dio per la vocazione e la misAndai senza aver capito che si aveva a che fare sione della donna nel mondo. Rende grazie ed con qualcosa di religioso! In quel momento esprime la sua gratitudine verso tutti gli aspetti l’ostia era viva, non vedevo che un ostia ma della vita della donna. Grazie, dice a te donnaera qualcosa di vivo! Rifiutai per paura la chia- madre, donna-sposa, donna-figlia, donna-somata e partii per Assisi dopo 1 mese, lì Fran- rella, donna-lavoratrice, donna-consacrata.” cesco il giullare di Dio con la sua sposa Grazie perché con la tua percezione, che è Madonna povertà mi mostrò la gioia di essere proprio della tua femminilità, tu arricchisci la creatura nelle mani del Creatore. Lui laico, po- comprensione del mondo e contribuisci alla vero e semplice mi ricordò qualcosa che aveva piena verità dei rapporti umani”. Mi chiedo mio padre e la paura svanì. Conobbi le clau- come donna e consacrata, quante di noi strali e quanto mi hanno insegnato! Chiara so- hanno letto e riflettuto su questa lettera che è rella delle povere dame, con i suoi scritti mi stata scritta per noi? Quante donne vivono verivelò la bellezza del ramente quedialogo con lo Sposo: la sti aspetti così preghiera. Con sr Liimportanti liana FdC incontrai fidella vita della nalmente il carisma e donna, tanto Maria Oliva Bonaldo da ricevere un mi indicò la realtà più grazie per bella, perché data a me: ognuno di “Conoscere, amare e essi? Quante testimoniare la Chiesa sono le donne farla conoscere e farla che aspettano amare; pregare, lavorare di ricevere un e soffrire per essa” e grazie e, “La Chiesa non è conoquante non Lorenza bimba con il papà sciuta, non è amata, conoscono perché non è conoancora la disciuto e non è amato l’Amore che l’ha gene- gnità dell’essere donna? Papa Francesco nelrata nel dolore”. Queste parole mi l’udienza al Centro Italiano Femminile, riportavano a Francesco d’Assisi e al suo auspica che si allarghino gli spazi, per una prepianto perché Dio non era amato. Ecco che senza femminile più capillare ed incisiva nella finalmente capii! Francesco mi aveva indicato Chiesa, nell’ambito civile e in quello delle prola gioia dell’essere amato, Maria Oliva il dove fessioni. Non è un semplice augurio, la riversare l’Amore ricevuto, nel Suo corpo: la Chiesa è cosciente dell’importanza della Chiesa. La Chiesa vive nel mondo ed io il donna in ogni ambito ed anche in quello ecmondo l’ho sempre amato, perché amo la clesiale. Essa è in cammino e lo Spirito è semvita. Ho trovato nella vita consacrata come pre al lavoro, sta a noi donne essere nella contestare in modo diverso rispetto alle mie Chiesa donando tutto quello che è tipicacontestazioni giovanili. Il nucleo centrale della mente femminile, senza dimenticare che non mia donazione a Dio, è il desiderio di vivere possiamo donare (dico donare e non fare) la Sua stessa passione per il mondo “Dio ha quello che non ci è stato dato. La nostra na-

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turale percezione, sarà il mezzo che porterà ascoltato. Questi voti professati privatamente, umane, intellettuali e spirituali. Esprimiamo ad un inserimento più capillare all’interno del ci spingono alla ricerca di una sempre e più tutto il nostro amore a Cristo facendo nostre le ansie della madre Chiesa. Ci offriamo ogni giorno sull’altare perché il Suo corpo sia sempre più unito e visibile nel mondo. Siamo unite al SI di Maria con il nostro si quotidiano, quando assumiamo le nostre responsabilità e ci impegniamo a trasformare ogni situazione che sia contraria al piano di Dio. Sono tante le forme di vita consacrata nella Chiesa ma tutte hanno le stesse radici e convergono alla stessa missione, mostrare che si può vivere per Cristo senza che nulla ci possa separare da Lui. Non saranno i cambiamenti dei tempi a cancellare le Sue orme, poiché chi ha chiamato non smetterà corpo chiesa e negli altri ambiti della società. profonda libertà, questo ci aiuta ad usare i mai di farsi sentire nel cuore dell’uomo di Ma questo augurio ad espandersi deve farci beni come mezzo per condividere, mettendo ogni tempo.

Lorenza riflettere sui grazie detti alla donna. Pensiamo a servizio degli altri le nostre capacità e qualità a quello della donna-madre, quante vite rifiutate! Il grembo che è la prima culla è molto spesso la prima tomba! La vocazione a generare la vita viene rifiutata, e non siamo chiamate solo a generare ma ad educare a vivere in pienezza. Donna-sposa, sembra che il “per sempre” abbia lasciato il posto a “per un tempo”. Se insieme all’espandersi degli spazi per una presenza femminile, potessimo tenere ben stretti tutti gli aspetti naturali della donna, perché sono nostri, ci sono stati dati, e non dobbiamo farceli strappare di mano! E’ facile perderli in un contesto dove i valori non sono più pietre fondanti ma sembrano liquefatti e si mescolano fino a dissolversi facilmente. Rischiamo, se non teniamo fermi i nostri tipici aspetti, di perdere la nostra naturale identità.

Proprio in questo contesto, dove tutto passa velocemente, dove non si ha il tempo di seminare e attendere i germogli, s’inserisce la consacrazione secolare. Con la professione dei consigli evangelici, che sono i tratti caratteristici di Gesù casto, povero ed obbediente, vogliamo con il nostro si dare al mondo una tipica e permanente visibilità dei Suoi anni trascorsi nel mondo come uomo, che indicava all’uomo del Suo tempo quel mistero del Regno di Dio presente nella storia. L’essere segno della vita consacrata, passa attraverso la testimonianza che obbedienza è ascolto attento e prolungato della Parola, la povertà e la castità sono la conseguenza di questo Ascolto e sono sostenute dai tempi di preghiera che sono naturali nella vita consacrata.

Senza la preghiera non saprei come rispondere all’Ascolto e restare fedele a quanto

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DUE GIORNATE TRA PREGHIERA, MARE, SOLE, VERDE, STORIA E CANTI 12

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ATTUALITA’

Riunione Assembleare dei vescovi della Campania ad Ischia

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| a cura di Melania Di Meglio

l cinque maggio, Sua Eminenza il Cardinale Crescenzio Sepe e diciannove vescovi di varie diocesi della Campania, accolti dal nostro vescovo Pietro Lagnese e accompagnati da alcuni dei propri segretari, sono sbarcati sulla nostra isola per una insolita riunione assembleare della Conferenza Episcopale Campana.

Alloggiati all’hotel Continental Terme, si sono recati presso la sala congressi per una riunione di lavoro.

“Sbrigati i propri doveri” il folto gruppo di vescovi, con spirito di convivialità, allegria e gioia del cuore si è recato a cena in trattoria dove, accolti dal gruppo folkloristico della ‘ndrezzata, si son trovati per la prima volta di-

Foto di Daniele Calise

Magna Grecia, occhi scintillanti dinanzi alle bellezze di una costa rocciosa, brulla, verde in sommità, dove con la fantasia ci si divertiva a vedere figure animali e/o umane.

Qualcuno cantava, altri con aspetto di dovizioso silenzio sembravano voler fotografare in memoria ogni singolo dettaglio di quei luoghi, per molti magici, mai visti prima e per

Foto di Daniele Calise nanzi ad un ballo-combattimento del genere.

Occhi luccicanti, fotocamere lampeggianti e battiti di mano hanno connotato le reazioni dei vescovi. Inoltre hanno potuto assaggiare delle pietanze tipiche locali presentate dal sig.

Riccardo D’Ambra con la sua vivace famiglia, che ha illustrato a tutti, con dovizia di particolari e amore per ciò che asseriva, le tradizioni ischitane, in modo particolare quell’usanza solo nostra di mangiare il “coniglio all’ischitana” quasi ogni domenica.

Il 6 maggio lo stesso gruppo guidato dalla dott.ssa Serena Pilato e accompagnato dal presidente degli albergatori dott. Ermando Mennella, ha salpato le ancore da Ischia Ponte, partendo alla volta di un semi giro dell’isola sulla motonave comandata dal simpatico e fantasioso capitano Domenico Rumore.

Orecchie attentissime ai racconti circa la storia della nostra isola quale prima colonia della

nulla aspettati. Dopo una breve sosta a Sant’Angelo hanno ormeggiato nello splendido scenario del porto di Forio.

Recatisi presso la Chiesa di Santa Maria del Soccorso, alle ore 12.00 vescovi e presbiteri hanno concelebrato la Santa Messa officiata

Foto di Daniele Calise

dal Cardinale Sepe. Nella sacralità ed austerità intrinseca ai luoghi “del Soccorso” ventisei voci all’unisono hanno consacrato il pane e il vino. Magia per le orecchie, tonfo per i cuori estranei.

Sulla terrazza del ristorante, dove sono stati accolti magnificamente dal Sig. Marco Regine per il pranzo, sono risuonate ventisei voci che in un unico coro, dinanzi al mare, alla natura dei luoghi e al sole che li baciava, hanno intonato “O sole mio”.

Il pomeriggio è trascorso nella naturale bellezza di quello che è stato insignito come il più bel giardino d’Italia nel 2010: La Mortella.

Esclamazioni di stupore, foto e spedizioni in avanscoperta hanno visto i nostri vescovi carichi di un entusiasmo quasi da bambini, quello che scaturisce dinanzi a bellezze meritevoli ed entusiasmanti quali le piante rare ed esotiche ivi presenti.

Tutti insieme con aspetto familiare, a testimonianza di quell’unità tanto predicata da sua Eminenza nell’omelia della Messa, hanno completato il giro dell’Isola in mini bus, fino al porto d’Ischia dove son partiti per rientrare in terraferma.

Termina così il racconto di due giornate ischitane per i vescovi campani, ma di sicuro non termina – come essi stessi testimoniavano - il loro rapporto con l‘amata isola d’Ischia.

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SEPE: UNITÀ CON IL SIGNORE E COMUNIONE TRA DI NOI! 10 maggio 2014 kaire@chiesaischia.it

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| a cura di Francesco Schiano per l’UCS -

artedì 6 maggio a mezzogiorno, presso il Santuario del Soccorso a Forio, il card. Crescenzio Sepe ha presieduto l’Eucarestia concelebrata insieme al nostro Vescovo Pietro e a tutti i Vescovi della Campania, presenti ad Ischia per l’incon-

Foto di Daniele Calise

tro della Conferenza Episcopale Campana. Ad accoglierli il parroco di S.Sebastiano e rettore del Santuario del Soccorso, don Pasquale Mattera. Dopo un momento in cui i Vescovi hanno potuto ascoltare qualche notizia in più sulla storia e sulla bellezza del Santuario del Soccorso, dalla voce della dott.ssa Serena Pilato, ha avuto inizio la Messa animata dal coro parrocchiale di Fiaiano. “Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? dice la folla a Gesù. Credo che se facessero questa domanda a noi pastori – ha sottolineato il Card Sepe nell’omelia - la rispo-

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sta dovrebbe essere: “Noi siamo una cosa sola!” e in questa giornata e m e z z a siamo stati insieme, abbiamo lavorato insieme, abbiamo cenato ins i e m e , abbiamo lodato Dio insieme nel guardare le meraviglie del Creato e adesso preghiamo insieme. Il segno deve essere il nostro stare insieme per camminare insieme. La Chiesa ha bisogno di tanta unità, di tanta carità, di tanta compagnia, di tanta armonia, di uno stare insieme al Signore. Fra tante divisioni, in un modo che ci porta ad essere divisi, l’unità con il Signore e la comunione tra di noi, è la testimonianza che dobbiamo continuare a dare a tutti i nostri fratelli e fedeli. Ci uniamo alla Chiesa universale, a Papa Francesco, ai due Santi Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II; camminiamo insieme e

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Foto di Daniele Calise

cantiamo insieme con l’aiuto della nostra Madre Maria Santissima”. In conclusione il card. Sepe ha espresso tutta la sua gratitudine a mons. Lagnese: “ancora un grazie al Vescovo Pietro e ai suoi collaboratori per la splendida accoglienza in questa meravigliosa isola. Come Colombo ha scoperto l’America devo dire che io oggi ho scoperto Ischia perché ci sono venuto varie volte ma nelle “toccate e fughe” risulta difficile scoprire tutte le bellezze che in questa giornata e mezza invece stiamo toccando con mano. Grazie”!

Foto di Daniele Calise

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| ATTUALITA’

I contorni del cibo

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LA CULTURA DEL VUOTO A RENDERE PER BATTERE GLI SPRECHI

| a cura di Paolo Massobrio

lzi la mano chi ricorda le bottiglie con il vetro a rendere. Era un classico andare a far la spesa al supermercato portandosi da casa un fardello di bottiglie che valevano qualche centinaio di lire, avendo pagato la cauzione. Poi sono arrivate le bottiglie di plastica, ma soprattutto, nel boom economico degli Anni Ottanta, c’era chi si vergognava un poco di quel baratto. E il consumismo ha fatto breccia, non solo sulle bottiglie ma anche sul pane, il cui spreco è aumentato in modo esponenziale, a leggere i dati che parlano di 13mila quintali al giorno gettati via. Coldiretti ha calcolato che ogni anno si sprecano 76 chili di pane a persona. Eppure sui giornali di questa settimana, più di una notizia denunciava una palese contraddizione: una famiglia su due non riesce a risparmiare, fino all’identikit del consumatore out: quello che compra la marmellata di arance bio. E qui siamo alla fantasia e al gioco su cosa sarebbe di destra o di sinistra, secondo una divertente canzone di Gaber. In verità è una legge morale che s’è persa, un comune sentire che è stato rottamato sull’onda

di un benessere un po’ strano, per una società che poi scopre quanto siano un problema per l’ambiente le bottiglie di plastica (allora il vuoto a rendere aveva un senso). Ma una società del genere è anche capace di emanare una circolare, datata 20 marzo 2003 a firma del Ministero della Salute, per cui l’invenduto alimentare fresco va smaltito, distrutto, e non per le vie dell’apparato digerente. La denuncia è arrivata da un servizio della trasmissione «Fischia il Vento» e riguardava proprio il pane di fine giornata sugli scaffali dei supermercati (e pensare che il pane dei nostri genitori durava anche una settimana ed era sempre buono). Ma è di qualche giorno fa la denuncia del Banco Alimentare che il nostro Paese non ha recepito una norma sugli aiuti alimentari agli indigenti, cosa che rischia di vanificare anche i migliori sforzi. E se fra poco si vota per l’Europa, perché non ci chiediamo che succede negli altri Paesi cugini su questi temi? All’Expo il confronto sarà certo più serrato e proprio lì, magari, si scoprirà che in alcuni Paesi la cauzione del vuoto a rendere c’è anche sulle bottiglie di plastica, oppure che nei quartieri benestanti le bottiglie di vetro vengono messe fuori dalla porta, affinché i più poveri possano godere della cauzione. Succede, e se succede significa che la legge morale non ha perso la sua strada... finché un’insensata norma non la seppellirà.

LOTTA ALLA LUDOPATIA, IL BANDO DELLA FONDAZIONE OPERA PIA

La Fondazione “Opera Pia Iacono Avellino Conte”, in data 21 febbraio 2014, indice il concorso “Premio Prof. Francesco Ferrandino”, rivolto a tutte le scuole secondarie di I grado e di II grado e al Centro Territoriale Permanente dell’Isola d’Ischia e Procida. Il tema scelto intende sollecitare una riflessione sulla diffusione della ludopatia, che va assumendo dimensioni sempre più allarmanti, con conseguenze fortemente destabilizzanti per gli individui, per i nuclei familiari, per lo stesso tessuto sociale. La proposta della Fondazione intende anche fare emergere nei giovani la consapevolezza della necessità di contrastare il grave fenomeno con un impegno assiduo nella società civile, impegno che, anche con il coinvolgimento di associazioni operanti sul territorio, miri, tra l’altro, al recupero dei casi patologici e ad una efficace prevenzione nei confrontidei soggetti a rischio. Ecco il tema: “uno dei mali più gravi di cui soffre la società odierna è la diffusione della ludopatia. Cittadini di ogni età sono coinvolti in tale pericolosa deriva, con conseguenze devastanti per la famiglia di apparte-

nenza, della quale spesso sono compromesse la sicurezza e la stabilità.

Sulla base di un adeguata documentazione, riflettete su tale fenomeno ed esprimete la vostra opinione, indicando anche quali iniziative si potrebbero intraprendere per contrastarlo.”, Il premio consiste nell’assegnazione di una somma complessiva di 2.700,00 Euro (Duemilasettecento/00 Euro) che sarà ripartita così: Per il 1° classificato Scuola secondaria I grado 600,00 euro; il 2° classificato Scuola secondaria I grado 400,00 euro; il 3° classificato targa esito del concorso.

Per il 1° classificato Centro Territoriale permanente d’Ischia 300,00 euro Per il 1° classificato Scuola Secondaria II grado 800,00 euro; il 2° classificato Scuola secondaria II grado 600,00 euro; il 3° classificato targa esito del concorso.

I lavori dovranno pervenire con mezzo

idoneo entro e non oltre il 31 agosto 2014, oppure consegnati a mano da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 12.00 presso la Segreteria della Fondazione “Opera Pia Iacono Avellino Conte” via Vincenzo Mirabella, 9 – 80077 Ischia. Per eventuali chiarimenti o informazioni rivolgersi alla Segreteria dell’Opera Pia, chiamando il 081993384, giorni feriali dalle 9,00 alle 12,00 o usufruire degli indirizzi e-mail operapia_iac@alice.it. Ed è anche possibile per gli interessati collegarsi al sito web www.fondazioneiac.it e consultare la pagina facebook “Operapia Iacono Avellino Conte”. Per ogni controversia è competente il Foro di Napoli Sez. Distaccata di Ischia.

Il presidente Celestino Vuoso

DISAGI INFANTILI 10 maggio 2014 kaire@chiesaischia.it

Formazione

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INDIVIDUAZIONE PRECOCE DEI SEGNALI DI RISCHIO

merge la difficoltà da parte degli adulti di elaborare linguaggi trans culturali e multimodali che possano rispondere ai cambiamenti sociali e comunicativi.

La costante emergenza sulle situazioni di disagio in esplosione che, sempre più di frequente in giovane età, si evolvono in vere e proprie sindromi, quali disturbi dell’apprendimento, adhl, disturbi pervasivi dello sviluppo, etc. non lascia spazio ad adeguate riflessioni sul come e verso quale direzione sta evolvendo il mondo delle nuove generazioni che, spesso, risulta estraneo e non comprensibile al mondo degli adulti di cui le istituzioni, quali la famiglia, la scuola, gli enti locali, fanno parte se non in emergenza attraverso interventi sempre più medicalizzati.

Spesso si assiste ad un tipo di intervento parcellizzato e contenitivo dei bambini/adolescenti che già presentano sintomi afferenti a varie sindromi, alle difficoltà di integrazione nel gruppo classe e nelle relazioni di alleanza tra docenti e genitori. Ancora più sembra difficile cogliere i segnali precoci di rischio nei bambini più piccoli che se intercettati potrebbero evitare l’instaurarsi di disagi conclamati.

Appare necessario comprendere le con-cause del disagio infantile per elaborare strategie che abbiano un’efficacia prevenzione del disagio relazionale.

DESTINATARI N° 80 tra pediatri, ginecologi, neuropsichiatra infantili, neurologi, psichiatri, logopedisti, tecnici della riabilitazione psichiatrica, infermieri professionali, psicologi, neuro psicomotricisti, educatori, assistenti sociali, sociologi, insegnanti, operatori sociali, genitori OBIETTIVI FORMATIVI Formazione operatori per l’individuazione precoce dei segnali di rischio fascia prima infanzia; creazione spazi di ”osservazione, diagnosi e terapia”; attivazione di un processo di presa in carico territoriale.

DURATA E LUOGO Il Corso si terrà nei giorni 17-18-24 maggio p.v. presso Hotel Parco dei Principi in Forio d’ Ischia alla via Calise n°6.

Gli argomenti saranno i seguenti: Tecniche di lavoro sulla prevenzione del disagio.

Individuazione dei segnali di rischio Disagi infantili come disagi comunicazionali Tecniche di massaggio madre/figlio.

Gioco sensomotorio Educazione psicomotoria Co-costruzione di un modello integrale centrato sul bambino e la famiglia Dalla diagnosi precoce la presa in carico globale al progetto personalizzato Costruzione di una rete per la segnalazione del rischio. Centro per le famiglie.

MA M M E OLTR E I C ONF INI Q 16

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UNA PASSEGGIATA

NELL’ITALIA

MULTIETNICA,

ALLA SCOPERTA DI COME LE MAMME DI TUTTO IL

MONDO

VIVONO QUESTA

GIORNATA. E CHE COSA VOGLIONO

DAVVERO IN

REGALO

| FESTA DELLA MAMMA

| a cura di Chiara Andreola

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uesto è troppo: persino regali alla mia mamma li faccio piut- cietà». Marta lo pensa come regalo l’antivirus del computer, tosto quando torno al mio Paese, le per tutte le donne: «Per me nello nel ricordarmi di scaricare piacciono tanto le piante». Dopo- specifico non chiedo nulla – assigli aggiornamenti, mi propone di tutto, vicina o lontana, la mamma è cura –, sono molto felice come fare un regalo alla mamma per la sempre la mamma: «Non è diverso m a m m a » . sua festa. Al di là del fatto che non essere madri in Italia o in Bangla- Anche per Aurora, italiana, che alla so che cosa se ne faccia mia madre desh, nonostante la differenza nei giovane età di 26 anni è in attesa del di un nuovo firewall, davvero non modi di vivere: qui i bambini sono terzo figlio, il desiderio più grande sanno più cosa inventarsi. Ma che più liberi, ma l’attaccamento affet- è quello che lei definisce “il lusso cosa vogliono davvero per questo giorno le mamme italiane?

Innanzitutto, una considerazione si impone: le mamme italiane non sono più quelle di una volta. E non sto parlando solo di usi e costumi, ma anche della vivacità multietnica che ormai contraddistingue il nostro Paese. E non è del tutto vero che, come afferma Wikipedia, questa è una festa che – al di là della differenza di data, perché non dappertutto si celebra la seconda domenica di maggio – unisce tutto il mondo: «In Congo non si usa – afferma Margherita, due figli, in Italia da 21 anni – e non la ritengo una festa per tivo è lo stesso». In quanto a regali, della possibilità”: ossia «poter sceme personalmente. Nipa non ha un desiderio partico- gliere di assecondare la vocazione I miei figli mi lare: «Non saprei, non la considero alla maternità con tutte le sfaccettafanno sempre sen- una festa importante, non voglio ture di cui sono composta, sia sotto tire “mamma”. nulla. Forse perché sono cresciuta il profilo personale che professioAnche qui in Italia povera, ma ricca di affetti». nale. Perché l’essere mamma è solo dove, per certi una parte dell’essere donna, per versi, essere madre In Spagna invece la festa della quanto sia il primo richiamo che è più difficile: mamma cade la prima domenica di sento». Aurora infatti sta termianche le donne che maggio: «ma qui è più sentita – os- nando gli studi di giurisprudenza: non lavorano sono serva Marta, giornalista giramondo per quanto sia possibile chiedere la comunque meno catalana, due figli – tanto che io, lo sospensione per maternità ed essere appoggiate dalla ammetto, non ho nemmeno fatto esentate per un anno dal pagamento società in questo gli auguri a mia mamma la settimana delle tasse universitarie, preparare compito. E poi, scorsa...». Per una donna impegnata gli esami non è una passeggiata. vivo sempre nel- come lei, il regalo più bello sarebbe Però, «che gusto ci sarebbe stato a l ’ a p p r e n s i o n e «poter conciliare più facilmente fa- scegliere una facoltà più abbordaquando i figli miglia e lavoro, cosa particolar- bile?», osserva ironica. In fondo, escono la sera...». mente difficile in Italia: e non sto onore al merito: sia in quanto a figli In quanto a regali, parlando solo di misure specifiche a che in quanto a università, quelle di Margherita non ha favore delle mamme, ma di politiche Aurora sono state scelte coraggiose. grosse pretese: familiari in generale, che coinvol- Un segno di speranza e di fiducia «Basterebbe un po’ gano anche gli uomini e tutta la so- non da poco. di affetto e QUANDO E’ NATA QUESTA FESTA di att e n - La festa della mamma è una ricorrenza di celebrare la mamma non già nella sua zione: civile diffusa in tutto il mondo. Non esiste veste sociale o biologica ma nel suo forte vedere un unico giorno dell’anno in grado di ac- valore religioso, cristiano anzitutto ma i figli comunare tutti gli stati in cui l’evento è fe- anche interconfessionale, come terreno di crescere e averli vicini è steggiato. In Italia è stata introdotta incontro e di dialogo tra loro le varie culbello». negli anni ‘50 da Raul ture. Il 18 dicembre 1958 Raul Zaccari Anche in Bangladesh, Zaccari, senatore e sindaco di Bordi- insieme ai senatori Bellisario, Baldini, Reriferisce Nipa – due fi- ghera su iniziativa del quale venne cele- stagno, Piasenti, Benedetti e Zannini glie, in Italia da 18 anni, brata a Bordighera la seconda domenica presentò al Senato della Repubblica un di«adesso la festa della di maggio del 1956, e da don Otello Mi- segno di legge tendente ad ottenere l’istimamma si è diffusa, ma gliosi in Umbria, a Tordibetto di Assisi, tuzione della festa della mamma. prima non esisteva. I nel1957. L’idea di Don Migliosi fu quella

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SANTI

SOLENNI FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI SANTA RESTITUTA V.M.

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Patrona della Diocesi di Ischia Lacco Ameno, 8 – 18 Maggio 2014 PROGRAMMA

DOMENICA 11 MAGGIO SS. Messe ore 7,00 e ore 9,00 Ore 11,30: S. Messa per le Prime Comunioni.

Ore 19,30: Santa Messa e Responsorio alla Santa.

LUNEDI’ 12 MAGGIO SS. Messe ore 7,00 e ore 9,00 Ore 19,30: Rosario, coroncina, catechesi del P. predicatore, litanie, canto del responsorio e Benedizione Eucaristica.

MARTEDI’’ 13 MAGGIO ore 7,00: S. Messa ore: 9,30: Ritiro del Clero Diocesano - S. Messa. ore 19,30: Rosario, coroncina, catechesi del P. Predicatore, litanie, canto del responsorio e Benedizione Eucaristica.

MERCOLEDI’ 14 MAGGIO SS. Messe ore 7,00 e ore 9,00 Ore 19,30: Rosario, coroncina, catechesi del P. Predicatore, litanie, canto del responsorio e Benedizione Eucaristica.

GIOVEDI’’ 15 MAGGIO SS. Messe ore 7,00 e ore 9,00 ore 18,30: Peregrinatio delle comunità Parrocchiali di Ischia con Santa Messa. ore 20,00: Catechesi del P. Predicatore, litanie, canto del responsorio e Benedizione Eucaristica.

Da questa sera le celebrazioni in chiesa saranno animate dalla “ Schola Cantorum Lauretana” diretta dal m°. Giuseppe Iacono. ore 21,00: Veglia di preghiera per le vocazioni presieduta da S. E. Pietro Lagnese. ore 22,15: Annalisa Carcaterra in Concerto.

VENERDI’’ 16 MAGGIO SS. Messe ore 7,00 e ore 9,00 ore 11,00: S. Messa solenne del patrocinio di S. Restituta. ore 19,00: S. Messa. ore 20,30: Sacra Rappresentazione del martirio e dell’ arrivo di S. Restituta nella cala di San Montano, a cura dell’ Associazione Culturale “Le Ripe” e spettacolo pirotecnico. Al rientro della processione inno alla Santa e Benedizione Eucaristica. ore 22,00: Concerto della banda musicale “Citta’ di Ischia” diretta dal M.° Vincenzo Buono SABATO 17 MAGGIO: Solennità’ di S. Restituta V. e M. Il die natalis di Santa Restituta sarà salutato dal suono festoso delle campane.

SS. Messe: ore 6,00 - 7,00 – 8,00 – 9,00 – 12,00 ore 10,30: Messa Pontificale presieduta da Sua Ecc.za Rev.ma Pietro Lagnese, vescovo di Ischia e concelebrata dai parroci di Forio; all’ offertorio il sindaco di Forio Dott. Francesco Del Deo offrirà l’olio che alimenterà la lampada votiva. ore 12,00: Matinée musicale della banda “Città di Forio”. ore 18,30: Solenne processione via mare con sbarco a Casamicciola, in Piazza Marina il nostro Vescovo rivolgerà alla Diocesi il suo messaggio ed impartirà la Benedizione, a seguire rientro in chiesa via terra. ore: 22,00: Cristina Balestriere in Concerto.

DOMENICA 18 MAGGIO SS. Messe ore 7,00 e ore 9,00 ore 11,00: S. Messa Solenne con panegirico. ore 18,30: S. Messa. ore 19,30: Processione per le vie del paese, al rientro saluto alla Santa del Padre Predicatore. ore 22,00: Concerto lirico-sinfonico della banda musicale “Città di Forio” diretta dal M° Claudio Matarese. ore 24,00: Sparo dei fuochi pirotecnici della ditta Pirotecnica Baranese.

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IL SANTO DELLA SETTIMANA

17 maggio – Santa Restituta, Vergine e Martire Patrona della Diocesi di Ischia

| a ura di Francesco Schiano per l’UCS

a giovane Restituta con le compagne pregava il suo Gesù nelle grotte, quando un giorno venne imprigionata dal tiranno Proclino, che le chiedeva di credere ai suoi dei: ma Restituta coraggiosamente riaffermò la sua grande fede per Gesù, che è il vero Dio. Proclino la fece torturare con chiodi conficcati nei piedi e, legatala con i suoi lunghi capelli ad un palo, la fece flagellare; dopo tante torture la mise su una barca piena di pece e, accompagnata da un’altra barca dei torturatori, le fecero

prendere il largo per bruciarla in mezzo al mare. Ma il miracolo di Dio fece in modo che invece di bruciare la barca di Restituta bruciasse la barca dei carnefici, e Restituta giunse dopo le torture alla spiaggia di San Montano, trascinata dal vento dall’Africa ad Ischia. Viveva in quel luogo una matrona cristiana di nome Lucina: avvertita in sogno dall’Angelo, si recò sulla spiaggia, dove trovò l’imbarcazione arenata e in essa il corpo intatto e splendente di Restituta. Radunata la popolazione, venne data solenne sepoltura alla Martire nel luogo detto Eraclius, alle falde dell’attuale Monte Vico in Lacco Ameno, dove sono conservati i ruderi di una basilica paleocristiana, e dove sorge oggi il Santuario dedicato alla Santa.

Foto GG Lubrano

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MEETING AVO ISOLA D’ISCHIA

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| VOLONTARIATO

| a cura di Giuseppe Galano

’associazione Volontari Ospedalieri, fondata nel 1975 dal Prof.

Erminio Longhini conta attualmente in Italia oltre 30.000 volontari. Nel 1994 nasce l’Avo Ischia, per tutti coloro che scelgono di dedicare parte del loro tempo per combattere la sofferenza e la solitudine.

Domenica 4 maggio all’hotel Continental Terme di Ischia si è svolto un convegno a celebrazione dei primi 20 anni dell’Avo Isola d’Ischia. Presenti in sala un nutrito pubblico e rappresentanti delle amministrazioni Comunali.

Nel corso del meeting si è tracciato l’identikit del donatore. L’intervento della Dott.ssa Grossi, direttore sanitario dell’ospedale Rizzoli sottolinea quanto sia prezioso il lavoro svolto dai volontari nell’Ospedale Rizzoli, rappresentando un vero e proprio valore aggiunto inestimabile. “Il paziente che si sente accolto in un ambiente sanitario guarisce prima, grazie all’amore che viene donato loro da queste meravigliose persone”. Il Direttore Sanitario auspica che presto la figura del volontario possa essere estesa anche al pronto soccorso dove spesso e volentieri si creano enormi disagi per utenti ed operatori sanitari. Il Dott. Loboli, presidente Federavo, si sofferma sul prezioso ruolo dei volontari che, in un momento particolarmente difficile per la sanità nazionale, offre un contributo fondamentale per il buon funzionamento delle strutture ospedaliere. “Nella nostra vita il donarsi è guarirsi”, con queste parole ha inizio l’intervento della Prof.ssa Nina Staro che definisce il volontario come il “guaritore ferito”. Rita Albano, pre-

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sidente Avo Reg. Campania, invece identifica la figura del volontario con il Buon Samaritano, figura evangelica che a suo dire meglio lo rappresenta. “Il volontario fascia le ferite dell’ammalato con l’amore, la comprensione e l’ascolto”. Antonella Pirozzi, presidente Avo Ischia, a conclusione dell’intensa mattinata ringrazia quanti da 20 anni a questa parte operano per il bene degli ammalati ed esalta le loro immense doti umane. Concludiamo raccontando l’esperienza di due ragazze che quotidianamente offrono il loro amore ai tanti sofferenti che affollano l’Ospedale Rizzoli.

Angela. Tanti malati ci dicono che siamo i loro angeli ma io rispondo che sono loro i nostri angeli perché ci rendono persone migliori donandoci quel qualcosa che altrimenti non riusciremmo a trovare nella nostra vita, quel senso di completezza, di gioia e felicità, altrimenti introvabili, quel senso di piacere e di bellezza che non si riuscirebbe a trovare nemmeno essendo mamme o figlie.

Ileana Quando si esce dall’ospedale è come se si affrontasse la vita diversamente perché le persone che si incontrano in ospedale ci fanno osservare nei loro occhi la sofferenza, la speranza di guarire o l’attesa di una risposta. Io riesco in questo modo a vedere un altro aspetto della vita e posso affermare che questa esperienza mi sta facendo crescere veramente tanto.

IL BENE FA BENE PRIMA DI TUTTO A CHI LO FA

| a cura di Giuseppe Galano

l Vescovo Lagnese non ha voluto mancare all’appuntamento con i volontari ospedalieri stringendosi ad essi in un caloroso abbraccio. Il suo ingresso è stato accolto da un lungo applauso. “Vi è un volontario in ogni uomo”. Con queste parole ha inizio il suo intervento al convegno.

“Quello che voi fate fa bene prima di tutto a voi; il volontariato fa bene prima di tutto a chi si rende prossimo”. Lagnese parla di una vocazione a fare il bene presente nel cuore di ogni uomo a prescindere dalla sua fede religiosa. Sottolinea inoltre come l’associazione non faccia altro che offrire un’opportunità a fare il bene per cui vi è tanto bisogno di questa realtà soprattutto lì dove vi sono sofferenti come nelle strutture ospedaliere.

Pensando all’associazione il vescovo si sofferma sul ruolo dei volontari, un ruolo che è altrettanto importante ed essenziale come quello svolto dai medici e dal personale sanitario che opera nelle strutture ospedaliere.

Nel momento della sofferenza il malato così

come ha bisogno delle cure mediche per vivere meglio il momento della patologia necessita di essere accolto e che qualcuno gli manifesti solidarietà. L’associazione è nata a partire da una richiesta di un bicchiere d’acqua da parte di un sofferente ad un medico lombardo che ha subito accolto questo invito. Lagnese parla di Gesù che, sulla Croce, pronunciò proprio le parole “Ho sete”. La figura del volontario rappresenta una risposta a quel grido, quel desiderio di un sorso d’acqua, un desiderio che rappresentava molto di più.

“Sentire una presenza prossima di qualcuno che semplicemente sorrida, si avvicini con discrezione e delicatezza alla soffe- “Che la nostra isola, tanto bella per le sue renza aiuta tanto”. Egli auspica che sul mo- meraviglie possa diventare ancora più dello dell’associazione possa crescere bella grazie alla solidarietà”. ulteriormente la solidarietà sulla nostra isola.

L E C R E S I M E A T E S TA C C I O 10 maggio 2014 kaire@chiesaischia.it

PARROCCHIE

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| a cura di Maria Mattera

14 giovani e i rispettivi padrini e madrine aspettano trepidanti ed impazienti l’arrivo del Vescovo Pietro. È il 2 maggio, piove e tira vento, ma tutti i fedeli sono riuniti nella Parrocchia di San Giorgio, a Testaccio, perché questi 14 ragazzi riceveranno a breve il sacramento della Cresima.

Nel contesto dei festeggiamenti per il nostro Santo Patrono Giorgio, trova posto ogni anno questo giorno importante dedicato allo Spirito Santo e all’impegno di ciascuno ad essere testimone di Cristo nella vita.

Il Vescovo viene accolto in una chiesa che palpita di emozioni, vestita di festa e di fiori, una chiesa felice. I nostri ragazzi sono pronti a gridare il loro “eccomi”, pronti a gridarlo ora e pronti a gridarlo sempre.

Durante gli scorsi 6 mesi essi hanno seguito un corso in vista di questo giorno importante, si sono preparati a ricevere lo Spirito Santo per mezzo dell’unzione da parte del Vescovo, e a diventare adulti nella fede. Ora sono più forti, abbracciano con vigore la loro fede che è cresciuta, e con fierezza rispondono in prima persona alle domande alle quali risposero i loro genitori nel giorno del Battesimo.

Eccoli, si mettono in fila, accompagnati e cinti con affetto e commozione da padrini e madrine, pronti a diventare soldati di Cristo, e pronti a testimoniare e diffondere la fede e il messaggio di Gesù, attraverso le azioni di ogni giorno, attraverso

l’amore verso il prossimo. Il vescovo chiama tutti per nome, invoca su ciascuno lo Spirito di Dio e i suoi Santi doni, guarda ognuno con occhi pieni d’amore, sorride loro con affetto, li unge e prima di congedarli lascia a tutti i suoi auguri. Padrini e cresimati si tengono stretti, si abbracciano e, nei loro occhi lucidi si legge la commozione che deriva dal loro nuovo legame. Oggi 28 cuori battono all’unisono, da oggi 28 vite si intrecciano. L’impegno solenne che viene preso oggi davanti a Dio è di crescere insieme in santità.

CRESIME A SANTA MARIA DELLE GRAZIE | a cura di Gian Maria Buono

Il 3 maggio il vescovo Mons. Lagnese ha amministrato il sacramento della Cresima per la prima volta nella Parrocchia di Santa Maria delle Grazie in San Pietro. L’accoglienza calorosa e allo stesso tempo solenne che i fedeli gli hanno riservato al suo ingresso in chiesa è stata ripagata dal suo caratteristico sorriso che trasmette gioia e serenità.

Erano circa quaranta, tra adulti e ragazzi, coloro che, con questo sacramento, volevano confermare il loro impegno di credenti nella fede e nell’essere testimoni della parola di Dio. La cerimonia si è svolta nel massimo del raccoglimento, rendendo ancora più bello questo momento di vita cristiana.

“Cresima” significa confermare in modo consapevole il proprio Battesimo: per questo ci si avvicina al sacramento dopo un corso di preparazione che si tiene in parrocchia tutti gli anni con incontri settimanali. Questo percorso è un cammino di maturazione e di responsabilizzazione della nostra fede verso Dio, e sabato 3 maggio ancora altri fratelli hanno compiuto un atto di fedeltà e di amore: hanno scelto di vivere da figli di Dio, prendendo il Signore come stella polare della propria vita.

Speriamo che questa responsabilità presa dai neo cresimati possa realizzarsi in una loro fattiva partecipazione alla comunità parrocchiale, sentendola come cellula primordiale della vita cristiana. La nostra parrocchia è un luogo dove tutti possono esprimere la loro fede e la voglia di rendersi utili agli altri, partecipando alle varie attività che si svolgono a tutti i livelli, sia per i giovani che per gli adulti. Durante la funzione di sabato 3 maggio si notava nel parroco Don Agostino Iovene la gioia e la soddisfazione del parroco “pastore” che ha portato a termine una delle tappe della sua missione.

L A GRA ZIA DONO DELLO SPIR I T O S A N T O

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| a cura di A.

ECCLESIA

M. Discepoli e Apostoli dello Spirito Santo

a Grazia Santificante è la presenza di Dio in noi. Al numero 1999 del C.C.C. è scritto: “La Grazia di Cristo è il dono gratuito che Dio ci fa della Sua vita, infusa nella nostra anima dallo Spirito Santo per guarirla dal peccato e santificarla. E’ la Grazia santificante o deificante, ricevuta nel Battesimo. Essa è in noi la sorgente dell’opera di santificazione.”

E’ la Grazia che riconcilia l’uomo con Dio, mediante Gesù e libera dalla schiavitù del peccato e guarisce. Essa è la presenza e l’azione dello Spirito Santo con Gesù e il Padre, per realizzare il capolavoro, che è l’uomo.

La Grazia è molto più potente del nostro egoismo, del nostro orgoglio, è la forza di Dio. Siamo obbligati a realizzare uno stile di vita nuovo perché abbiamo l’Infinito dentro di noi, che è la Gloriosa Trinità, amore infuocato, in un’unità abissale che è il Mistero di Dio. La nostra anima abitata dalla Triade Augustissima, è rivestita e trasformata in Gloria Celeste anche se velata. Gesù è necessarissimo. Se Gli permettiamo di lavorarci e cambiarci dentro e fuori con la corrispondenza alla Sua Grazia, non solamente sperimentiamo la libertà e la pace, ma siamo felici di una gioia senza appassimenti, di una felicità duratura.

L’assenza della Grazia di Dio nel cuore umano e nella società è conseguenza di uno scatenamento di tristezza, angoscia, paura della morte, rabbia, droga, orgia incoscienza etc. Dobbiamo porre in noi Dio a posto dell’io per la nostra felicità: “ Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal. 2,20). Dio ci ha creati per se: noi apparteniamo a Lui quando lo facciamo stabilire per Grazia e Amore nel nostro intimo. Ascoltiamo Meister Eckhart (1260-1328) teologo e mistico tedesco, che ci conduce verso il mistero dell’interiorità abitata dal Dio vivente: “Il tempio in cui Dio vuole regnare secondo la Sua volontà è l’anima umana che Egli ha fatto perfettamente simile a Se. Perciò, Dio vuole

Fonti Francescane

IL DONO DELL’INTELLETTO NELLA VITA MISTICA DI SAN FRANCESCO

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| a cura dell’Ordine Francescano Secolare di Forio

ell’udienza generale del mercoledì Papa Francesco sta approfondendo l’argomento sui sette doni dello Spirito Santo, l’ultimo esaminato è il secondo, quello dell’intelletto.

Lo Spirito Santo ci è inviato da Gesù per farci capire tutto quello che ci ha insegnato, come capire la Sua Parola, le Sacre Scritture, scrutare le profondità del pensiero di Dio e del suo disegno di salvezza. …, l’intelletto è il dono che ci introduce nell’intimità con Dio. La Vergine Maria è la sposa dello Spirito Santo dal momento in cui ha pronunciato il suo sì e come Lei tutti i santi che amano imitarLa, divenendo strumenti preziosi di salvezza. San Francesco d’Assisi, essendo uomo di preghiera, ha accolto con profonda umiltà nella sua vita la presenza dello Spirito Santo con i suoi doni, suscitando meraviglia in chi lo incontrava e ascoltava, operando prodigi che solo un uomo di Dio può compiere. Le Fonti Francescane ci raccontano che “ la dedizione instancabile alla preghiera, insieme con l’esercizio ininterrotto con le virtù, aveva fatto pervenire l’uomo di Dio a così grande chiarezza di spirito che, pur non avendo acquisito la competenza delle Sacre Scritture mediante lo studio e l’erudizione umana, tuttavia, irradiato dagli splendori della luce eterna, scrutava le profondità delle Scritture con intelletto limpido e acuto. Il

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che questo tempio sia vuoto, perché all’interno non vi sia che Lui solo. “ Noi siamo fatti per l’eternità, il Paradiso è la nostra casa, il nostro paese, la nostra famiglia. “Alla fine del tempo tutto si trasformerà e riceverà un’ impronta nuova: l’impronta di Dio nello Spirito Santo. Le anime poi nelle quali il Padre troverà l’immagine del Suo Unigenito, saranno trasportate e stabilite nella gloria per i secoli eterni negli ardori dello stesso Spirito che con il Padre e il Figlio vive e regna in una gloriosa ineffabile beatitudine” (Dal libro -Potenza Divina d’Amore- Gesù a Madre Carolina Venturella - ispiratrice dell’Opera dello Spirito Santo - il 25-11-1965 ) La conclusione a Papa Francesco: “Lasciamoci guidare dallo Spirito Santo, lasciamo che Lui ci parli al cuore”.

IL SABATO DI MARIA

Ogni sabato del mese di Maggio nel cortile del Convento S. ANTONIO ad Ischia ore 21.00 recita del S. Rosario, canto delle Litanie e consacrazione a Maria suo ingegno, puro da ogni macchia, penetrava il segreto dei misteri, e dove la scienza dei maestri resta esclusa, egli entrava con l’affetto dell’amante. Leggeva, di tanto in tanto, i libri sacri e riteneva tenacemente impresso nella memoria quanto aveva una volta assimilato: giacché ruminava continuamente con affettuosa devozione ciò che aveva ascoltato con mente attenta. Una volta i frati gli chiesero se aveva piacere che le persone istruite, entrate nell’Ordine, si applicassero allo studio della Scrittura; ed egli rispose: « Ne ho piacere, sì, purché, sull’esempio di Cristo, di cui si legge non tanto che ha studiato quanto ha pregato, non trascurino di dedicarsi all’orazione e purché studino non tanto per sapere come devono parlare, quanto per mettere in pratica le cose apprese, e, solo quando le hanno messe in pratica, le propongano agli altri. Voglio che i miei frati siano discepoli del Vangelo e progrediscano nella conoscenza della verità, in modo tale da crescere contemporaneamente nella purezza della semplicità. Così non disgiungeranno la semplicità della colomba dalla prudenza del serpente.» (FF 1187) Allora con fiducia chiediamo al Padre celeste il dono dello Spirito Santo per essere anche noi discepoli del Vangelo.

21 Kaire SU PASCOLI ERBOSI IL SIGNORE MI 10 maggio 2014 kaire@chiesaischia.it

ARTE E LITURGIA

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FA RIPOSARE

| a cura di Ernesta Mazzella

in dall'inizio del IV secolo l'unica immagine di Gesù autorizzata era una rappresentazione allegorica del Buon Pastore, portante sulle spalle una pecorella smarrita. In particolare, questa immagine, è rilevabile nelle pitture che si trovano nelle catacombe e nell'arte paleocristiana.

Nella chiesa parrocchiale di Gesù Buon Pastore in Ischiaè collocata una maestosa “pala” d’altare raffigurante il Buon Pastore. Opera dell’artista napoletano Luigi Mazzella. Il Mazzella nasce a Napoli nel 1936 dove vive e lavora, figlio d’arte il padre era restauratore e mercante, insieme ai fratelli Rosario ed Elio sono una delle famiglie d’artisti partenopei maggiormente conosciute ed apprezzate del dopoguerra e dell’arte contemporanea italiana.Allievo di Ennio Tomai.La sua arte è prevalentemente scultura,in bronzo, piombo, legno, con uno sviluppo formale caratterizzato da una forte tensione organicae da una espressività in genere incline alla meditazione. La versatilità dell’artista è notevole.Egli si applica ai più svariati esercizi tecnici, rivela una incredibile disinvoltura operativa.

Lesue opere, anche di grandi dimensioni, come possiamo osservare nell’opera del Gesù Buon Pastore, vi sono astrazioni di una materia viva e sensibilmente carica dienergia, modulata lungo tracciati visivi che tendono spesso a replicare gli assetti formali,miscelandoli in modo omogeneo. In questa opera non è estranea una finissima inclinazione alla decorazioneastratta, tesa al recupero di stilemi del passato arcaico, che riletti con una sensibilità contemporanea resa nell’opera isclana ove unisce il mosaico, al metallo fuso,

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alla pittura e alla scultura lignea.Dimostrando un esercizio affinato di una creatività applicata alla finitura estetica del manufatto.La singolarità della pala è proprio il connubio di un taglio sostanzialmente decorativo e di forma.

Foto di GG LUBRANO

IV DOMENICA DI PASQUA

«Io sono la porta delle pecore» (Gv 10,7)

| a cura di don Ignazio Schinella

a liturgia della prende le sue pecore, per- e reso lungimirante attraparola di si co- ché egli stesso ha provato verso l’incontro con Crilora di un evento le fatiche del lasciarsi gui- sto. Come si sa, le pecore

che ha segnato la nostra comunità diocesana: un anno fa, proprio l’11 maggio, faceva il suo ingresso il vescovo Pietro, chiamato a essere in questo spazio isolano e in questo tempo la presenza sacramentale del Buon Pastore. L’obbedienza ecclesiale lo ha reso un parente e un vero pastore, perché deve condividere, insieme al presbiterio e ai diaconi, con le pecore, che il Signore gli ha affidato e che lui non ha scelto, il freddo e il caldo la neve la pioggia e il sole, i prati verdi ma anche magri della nostra vita ed esistenza. Così come il Signore, che rimane il pastore supremo del popolo di Dio e di ogni popolo sparso sulla terra, deve essere il custode dell’essere, il vicino di ogni creatura. Il vescovo e i presbiteri sono il pastore buono e bello che conosce e com-

dare e condurre. Chiamati a percorrere, insieme con noi, il sentiero alle fonti delle acque della vita, devono nutrirci con la fede la speranza e la carità. Quella carità che fa giungere il buon/bel pastore al dono supremo della vita. In modo che possiamo essere «pastori con “l’odore delle pecore”, che si senta quello».

Per questo siamo invitati a pregare perché il Signore non ci faccia mai mancare pastori secondo il suo cuore.

Giovanni ci dice che la porta dell’incontro è il Signore (vangelo). Chi si dirige all’altro, perfino il marito o la moglie, in maniera diretta, senza passare attraverso questo vaglio salutare della nostra vita, diviene un ladro e un assassino nei rapporti con gli altri. Per chi è cristiano, il rapporto diretto non esiste più, ma viene trasceso

Luigi Mazzella Gesù Buon Pastore Chiesa parrocchiale Gesù Buon Pastore Ischia

sono animali dal campo visivo molto ridotto. La loro vista è a fuoco soltanto nel raggio di una decina di metri, oltre i quali non riescono a vedere. Per questo motivo si stringono le une e alle altre e devono essere guidate dalla voce del pastore. Per questo chiediamo al Buon Pastore, che è il Risorto, di regalarci non un sacerdote paterno, ma un sacerdote fraterno, «che non parte dall’ufficio, ma lo porta in sé con forza; non sta di fronte ai fedeli come soggetto dell’autorità, ma cammina fianco a loro».

Vangelo vissuto

IL COMPAGNO DI SCUOLA

| a cura di Oreste Paliotti

Un giorno, un mio compagno di classe ha cominciato a buttare per aria libri e quaderni, imprecando contro Dio: «Perché non ci sei quando mi servi? Cosa stai a fare lassù?».

Non capivo perché facesse così, finché ho saputo che la sua mamma doveva essere operata di cancro. Gli sono stata vicina, condividendo con lui questo grande dolore, e alla fine, insieme, abbiamo chiesto a Gesù che l’intervento andasse bene. Anche le altre compagne hanno pregato. La classe sembrava trasformata: questo episodio ci aveva reso più uniti. L’intervento poi è riuscito e tutti ne abbiamo ringraziato Dio. J.S. Germania

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ra un giorno come tanti altri e quel giorno Lui passò / Era un uomo come tutti gli altri e passando mi chiamò / Come lo sapesse che il mio nome era proprio quello / Come mai vedesse proprio me nella sua vita, non lo so / Era un giorno come tanti altri e quel giorno mi chiamò. (Pierangelo Sequeri, da In cerca d’autore 1976) Riflessioni di un prete Era un giorno come tanti altri.

Ma no che non fu un giorno come tanti altri! Sì, da tempo quel giovane aveva cominciato a sentire una voce: Esci dalla tua terra… oppure: Parti ma non si decideva a partire. Ma ecco che arriva quel giorno quando sentì scoppiare forte nell’aria il via dello starter, perché quel giorno Lui passò. Sì, era passato già altre volte … ci sono le cosiddette cause seconde (i bravi genitori, un bravo prete … la pianta del prete è il prete, diceva papa Luciani) ma solo quel giorno quel lui gli passò davanti come un Lui. Era un uomo come tanti altri. Ma no che non era una persona come le altre! Ne aveva già conosciute di persone che lo avevano colpito, ma solo quest’uomo era l’ideale di uomo che lui cercava. Il suo modo di parlare, la sua umanità nell’agire lo affascinava. …quell’uomo, passando, mi chiamò che poi significa mi amò; sembra di trovarci nell’episodio

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TEMPO LIBERO

UN PRETE

Riflessioni

| a cura di Don Vincenzo Avallone

del giovane-ricco di cui si parla arrivare a questo traguardo – che devi sentirla ogni giorno, questa nella liturgia di S. Giovan Giu- dico, è pazzesco, è blasfemo dire opzione fondamentale devi rinnovarla così – da parte del prete c’è biso- ogni giorno, devi cioè rimetterti seppe della Croce.

Come lo sapesse che il mio nome gno di un lavoro personale conti- in gioco ogni giorno nella Sua vita. era proprio quello … non lo so. nuo, di tanto studio della Parola 11.V.2014, Giornata delle vocaMa sì che Lui sapeva il tuo nome! di Gesù, di tanta preghiera, di zioni sacerdotali Lui sa il nome di tutti i sei miliardi tanta Grazia di Dio. di uomini e di donne che sono Caro amico prete, caro me stesso, sulla Terra, Lui è onnisciente per- sì, il Signore tanti anni fa in circoché noi non siamo dei numeri, stanze misteriose ti ha chiamato ma siamo persone e ciascuno di per nome, ma tu questa chiamata noi ha un posto particolare nel cuore di Dio. Dio, creandoci, ci affida un compito, una missione, una vocazione particolare. Dio, creandoci ad uno ad uno, ci dà un codice genetico particolare, dei cromosomi da sviluppare: che grande cosa!

Come mai vedesse proprio me nella sua CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI vita non lo so. È qui il PRESSO L’OSSERVATORIO GEOFISICO 1885 punto centrale, il SULLA COLLINA DELLA GRAN SENTINELLA DI CASAMICCIOLA TERME focus di ogni prete.

Lui ti chiama ad enSabato 3, 10, 17, 24 e 31 maggio - Ore 11.30 trare nella sua vita. E Visita guidata alla struttura ed alle mostre in corso mentre ad ogni cri“Scatti d’Ischia” Foto dell’isola anni 50 e 60 dall’archivio di Amedeo Piro a cura della Pro Casamicciola Terme “Biodiversità marina ed educazione ambientale” a cura dell’Associazione Oceanomare Delphis Onlus stiano propone l’ideale “Gli alberghi e le spa più belle del concorso PIDA 2013” a cura dell’Associazione PIDA “L’isola d’Ischia e i suoi vulcani tra geologia e sorveglianza” a cura dell’Osservatorio Vesuviano – Sezione di Napoli dell’INGV della conformità “La nuova carta geologica dell’isola d’Ischia” a cura del Progetto Carg della Regione Campania (S.Paolo), dal prete vuole addirittura Sabato 17 maggio “Notte europea dei musei” promossa dal Ministero della Cultura francese l’identificazione con Dalle ore 21 alle ore 24 - Osservazione del cielo stellato a cura dell’Associazione Astrofili “Vega” dell’isola d’Ischia Lui. Il prete nella Ore 21.30 - Visita guidata alla struttura ed alle mostre in corso Ore 22.30 - Proiezione di una serie di cinegiornali LUCE riguardanti l’isola d’Ischia Messa dicendo questo è il mio corpo ha l’ardire di identificare il suo io con l’io di Cristo. Per

COLLABORIAMO INSIEME

Per inviare al nostro settimanale articoli o lettere (soltanto per quelle di cui si richiede la pubblicazione) si dovrà utilizzare esclusivamente l’indirizzo di posta direttorekaire@chiesaischia.it Non sarà preso in considerazione il materiale cartaceo. I file dovranno essere inviati in formato .doc e lo spazio a disposizione non dovrà superare le 2500 battute spazi inclusi. Sarà cura della redazione, inoltre, apporre eventuali tagli o non considerare adatti gli articoli. Le fotografie (citare la fonte) in alta risoluzione dovranno pervenire sempre allegate via mail.

Maggio all’Osservatorio

Domenica 18 maggio “Creare connessioni con le collezioni”

“Giornata Internazionale dei Musei” promossa dall’ICOM Ore 17.30 - Visita guidata alla struttura ed alle mostre in corso Ore 18.30 - Valorizzare il territorio attraverso i beni culturali Presentazione dell’esperienza degli alunni dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Cristofaro Mennella” quali “Operatori dei Servizi Museali” nell’ambito di un Progetto PON Ore 21.30 - Proiezione di una serie di cinegiornali LUCE riguardanti l’isola d’Ischia

Venerdì 23 maggio

Ibsen Day Quarta edizione d’intesa con le Amministrazioni Comunale di Amalfi e Sorrento Ore 17 - Proiezione dell’opera teatrale di H. Ibsen “John Gabriel Borkman”, regia di Luca Ronconi (1981)

INGRESSO LIBERO

IL DONO DEL TEMPO Q 10 maggio 2014 kaire@chiesaischia.it

TEMPO LIBERO

Buone notizie

I COLLEGHI DI PAPÀ CHRISTOPHE GLI HANNO DONATO I LORO GIORNI DI FERIE (BEN 170) PERCHÉ POTESSE STARE ACCANTO AL FIGLIO CHE ANDAVA INCONTRO ALLA MORTE PER UN CANCRO AL FEGATO. DA QUESTO GESTO STRAORDINARIO È NATA IN FRANCIA UNA LEGGE CHE PERMETTERÀ AI DIPENDENTI DI DONARE IN MODO ANONIMO E GRATUITO I LORO GIORNI DI RIPOSO A UN COLLEGA PER LA CURA DI UN FIGLIO GRAVEMENTE MALATO SOTTO I 20 ANNI

| a cura di Emanuela Vinai

uesta è una storia di non ordinaria solidarietà e straordinaria risposta delle istituzioni. Mathys Germaine è un bimbo francese a cui un brutto giorno del 2008 viene diagnosticato un cancro al fegato. Ma non c’è un lieto fine, perché Mathys morirà l’anno successivo. Potremmo pensare che i protagonisti sono i suoi genitori, Lydia e Christophe, che dopo aver esaurito per assisterlo tutti i permessi, le ferie, i congedi possibili ed immaginabili, pur sapendo che il figlio non sarebbe sopravvissuto alla malattia che lo stava consumando, si sono trovati nella condizione di dover tornare al lavoro, per non perderlo.

Ma i veri eroi di questa vicenda sono i colleghi di papà Christophe che hanno sentito la sua disperazione e l’hanno raccolta, trasformandola in un gesto di così alto valore sociale da renderlo una legge. Gli operai dello stabilimento Badoit di SaintGalmier si erano infatti resi conto che non era il denaro quello che sarebbe servito al papà ma solo la possibilità di avere più tempo da passare

L

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Kaire 23

con il suo bambino, per accompagnarlo e salutarlo verso l’ultima destinazione. Così si sono organizzati e, in accordo con i datori di lavoro, hanno dato il via alla più straordinaria colletta mai realizzata: invece di devolvere soldi, hanno regalato giorni di ferie. I loro. Ciascuno ha donato quel che poteva, quel che sentiva, quel che serviva, finché si è arrivati a regalare a Christophe ben 170 giorni di ferie.

Il 31 dicembre 2009 Matyhs è

morto, avvolto nell’amore dei suoi genitori e nell’affetto di tutti coloro che forse non lo conoscevano, ma avevano capito quanto fosse importante condividere la vita fino all’ultimo istante.

Le buone azioni non si esauriscono in un gesto, ma innescano ingra-

naggi dentati da cui scaturiscono effetti sorprendenti. Dal singolo caso è cominciata una battaglia di opinione per far sì che anche ad altri genitori che si trovino nelle stesse drammatiche situazioni, possa essere riconosciuta questa possibilità.

Un’opportunità, non dimentichiamolo, resa possibile dalla generosità altrui.

Dopo un lungo percorso legislativo, il 30 aprile il Senato francese ha dato il via libera alla “Legge Mathys”, che permetterà ai dipendenti di donare in modo anonimo e gratuito dei loro giorni di riposo a un collega per la cura di un figlio gravemente malato sotto i 20 anni. In questi tempi tribolati il volontariato trova nuove forme per esprimersi. Dalla dignità della famiglia Germaine e dalla fraternità degli operai di un paese di meno di 6mila abitanti, arriva la lezione del senso dell’inestimabile, quando il dono più prezioso che si possa fare è il tempo.

Bene scarsissimo, il cui immenso valore non si può davvero misurare con il metro inadeguato del prezzo.

PULIAMO IL MEDITERRANEO INSIEME ’isola d’Ischia risponde alla chiamata della rete internazionale “let’s do it Mediterranean!”.

L’associazione Nemo, ancora una volta in sinergia con l’associazione “Amici di S.Angelo” presieduta dal vulcanico Giuseppe Iacono “Divina” (www.santangelodischia.info) e grazie al supporto del Comune di Serrara Fontana, organizza per il giorno 11 Maggio un’operazione di pulizia di un arenile dello splendido borgo marinaro di Sant’Angelo, simbolo dell’enorme patrimonio ambientale dell’isola d’Ischia e, pertanto, dell’intero Mar Mediterraneo.

Le operazioni di pulizia riguarderanno la spiaggetta di “Cava

Ruffano” e vedranno tre gruppi di volontari impegnati su diversi fronti, dalla costa, ai fondali bassi fino a quelli più profondi.

In ogni caso l’appuntamento è fissato alle ore 9:30 del giorno 11 Maggio presso la parte terminale dell’istmo di S.Angelo, nei pressi della piazzola.

C’è tanto da ripulire e tanto da sensibilizzare. Ed è proprio questo l’obiettivo di quest’anno del movimento ambientalista Let’s do It! Italy, che il 10 e 11 Maggio sarà sulle spiagge del litorale Italiano con il progetto Let’s do It! Mediterranean. In questi due giorni tanti volontari proveranno a riqualificare, ripulendo dai rifiuti, le acque e le coste della penisola Italiana.

Da oltre 12 anni siamo impegnati ad assistere anziani, disabili e persone sole

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