Kaire 24

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia www.chiesaischia.it

4

SEGUIAMO FRANCESCO Corrotti e schiavisti al giudizio di Dio

L’Editoriale

LA CORRUZIONE IMPOSSIBILE

kaire@chiesaischia.it

SOLIDARIETA’

5

+AIRE0AGINA PDF

I primi passi per la famiglia De Luciano e Villa Orizzonti

AZZARDO

6

Una piaga che stritola famiglie e imprese.

La denuncia di Mons. Galantino

Kaire

Come da tradizione, appena si scoperchia la pentola delle grandi opere (e non solo) si scoprono nuovi episodi di corruzione. Stavolta è il turno dell’Expo di Milano e del Mose di Venezia. Due 14 giugno 2014 grandi progetti che hanno ANNO 1 | NUMERO 24 riacceso i riflettori su questo fenomeno disgustante. Politici, imprenditori, personaggi vecchi e nuovi alla ribalta, ma anche forze dell’ordine.

Di recente un’inchiesta sta causando una bufera nella guardia di finanza: è indagato un vicecomandante Papa Francesco, durante l’udienza generale di mercoledÏ 11 giugno è tornato a tuonare sul tema della corruzione, condannando quanti vivono solo per i soldi, il potere e la vanità , e giungendo ad equiparare - di fronte al giudizio finale - i corrotti ai mercanti di morte (fabbricanti di armi e praticanti la tratta degli schiavi).

Ed ha ricordato loro, siano credenti o meno, che dovranno rendere conto a Dio e che non saranno mai felici nell’aldilà .

E qualche giorno prima, nell’omelia della Messa mattutina a Santa Marta, il pontefice aveva affermato: ÂŤĂˆ tanto facile entrare nelle cricche della corruzione, quella politica quotidiana del do ut des. Tutto è affari.

Quanta gente soffre per queste ingiustizie!Âť.

Ma anche il 27 marzo nel messaggio del Papa alla classe politica italiana, ritorna il pensiero sulla corruzione: E’ tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro (il peccatore sÏ, perchÊ il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti): ma il corrotto è fissato nelle sue TALENT PARROCCHIE EDUCAZIONE’ cose.

Ciò che inquieta è che il feSHOW nomeno coinvolge trasversalmente non solo i politici, ma anche pezzi dell’imprenditoria e del sistema dei con- E se la scuola rimanesse Il fenomeno Suor Cristina. La festa di fine catechitrolli, a dimostrazione di aperta d’estate?

Un dono di Dio al servizio smo allo Schiappone come la corruzione riesca a di tutti pervadere gli ambiti piĂš vari.

L’odore dei soldi: piÚ ce n’è in ballo, piÚ il potere attrattivo cresce.

BENTORNATA VI RGI NI A

â‚Ź 1,00

Abbiamo pregato insieme. Siamo stati ascoltati 8

[continua a pag. 7]

di Lorenzo Russo

10

16

MISSIONI

18

E’ festa fra le suore di San Ciro nel loro 40° anniversario

B EN TORNATA VI RGI NI A 2

Kaire

14 giugno 2014 www.chiesaischia.it

| IN PRIMO PIANO

Abbiamo pregato insieme al vescovo affinché Virginia Mira possa essere ritrovata.

Una preghiera forte, intensa, fatta dal profondo del cuore. Il Signore ha ascoltato la nostra richiesta. Virginia è stata ritrovata

| a cura di Giuseppe Galano

L

’accorato appello da un po’ circolava in ogni angolo della nostra isola e sulle bacheche dei profili facebook di tantissimi ischitani che hanno a cuore la sorte di Virginia Mira, giovane ragazza scomparsa da Ischia lo scorso 4 giugno ma che è stata ritrovata a Pescara nella mattinata di giovedì 12.

Kaire

La preoccupazione per questa improvvisa e misteriosa scomparsa era molto alta, non solo tra parenti ed amici della ragazza ma anche tra la popolazione isolana tutta.

La ragazza sarebbe stata avvistata a Napoli qualche giorno prima del ritrovamento ed avrebbe chiesto ospitalità ad una suora. “Virginia, una ragazza molto sensibile, starebbe alla ricerca di una personalità che possa rafforzare la sua spiritualità”ha più volte affermato la mamma. La sua scomparsa ha inevitabilmente destato la viva apprensione dell’opinione pubblica ischitana che lo scorso anno è stata profondamente turbata dalla misteriosa sparizione di Emanuele Arcamone, giovane e brillante studente di ingegneria Meccanica, improvvisamente sparito nel nulla.

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice fiscale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale Società Cooperative Il settimanale di informazione Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a Mutualità Prevalente della Chiesa di Ischia Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it Proprietario ed editore pec: posta.kairos@pec.it COOPERATIVA SOCIALE Registrazione al Tribunale di Napoli KAIROS ONLUS con il n. 8 del 07/02/ 2014

E così, mercoledì sera la comunità isolana ha voluto esprimere la propria solidarietà alla famiglia della ragazza organizzando una manifestazione dai caratteri sobri che ha visto la partecipazione di tanta gente. Appuntamento per tutti è stato il Sagrato della Chiesa di San Pietro. Presente all’evento anche il nostro Vescovo Pietro che ha voluto esprimere tutta la sua vicinanza alla mamma di Virginia ed ai parenti ed amici tutti. Il vescovo ha invitato tutti alla preghiera, una preghiera forte e fatta dal profondo del cuore affinché la ragazza possa essere presto ritrovata. Dalle 21:00 alle 23:00 era previsto un collegamento con la trasmissione Rai “Chi l’ha visto?” che da diversi giorni sta seguendo da vicino questo caso. La diretta è saltata in seguito ad uno sciopero dei giornalisti Rai in protesta in seguito a tagli operati dall’azienda. Una veglia di preghiera inizialmente prevista per le ore 23:00 nella Chiesa di San Pietro è stata anticipata ed ha visto la partecipazione di tante persone che hanno voluto affidare a Gesù Eucarestia le sorti di Virginia nella spe-

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo

ranza che possa presto fare ritorno a casa. In un clima di forte raccoglimento la preghiera è stata intensa, si è pregato tanto con immensa fiducia per la famiglia della giovane.

A conclusione della manifestazione emergeva molta fiducia nell’animo dei presenti, tutti sentivano in cuor loro, che grazie all’intercessione di Gesù Eucarestia Virginia sarebbe tornata presto a casa. E così è stato.

Abbiamo sperimentato insieme le parole del Vangelo “dove due o più sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro. Qualunque cosa chiederete nel nome mio la farò, perchè il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualcosa nel mio nome, io la farò”. Quando tutto sembra impossibile, quando non si hanno più le forze per poter risolvere un problema, quando ci sembra di affrontare un disagio più grosso di noi, c’è sempre una cosa che possiamo fare: la preghiera. Sicuri che, se siamo in Dio, ci ascolterà e ci consolerà.

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro

Direttore Ufficio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it

Tipografia: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (Na)

Copy-Editing & Pre-Press: Dott.ssa Maria Funiciello per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

Il settimanale è stampato su carta riciclata utilizzando inchiostri vegetali non inquinanti presso uno stabilimento le cui attività prelevano una quantità di energia minore di quella prodotta dal proprio impianto fotovoltaico (a ridotta emissione CO2).

Kaire 3 CHI HA SETE VENGA A ME E BEVA 14 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

M

LA VOCE DI PIETRO

|

Veglia e messa diocesana di Pentecoste Sabato 7 giugno 2014 Chiesa Collegiata dello Spirito Santo – Ischia

ons. Lagnese, durante la veglia e messa di sabato sera 7 giugno, si è soffermato sul dono dello Spirito Santo, l’acqua che disseta, che purifica. Quello Spirito che è capace di realizzare in noi un’opera d’arte. “Lo Spirito Santo è quest’artista che vuole realizzare quest’opera d’arte in noi! E’ un’opera d’arte originale ma che ha un prototipo tutto speciale, che è il Signore Gesù. In fondo lo Spirito ci è dato per questo, per realizzare quest’opera d’arte, per realizzare questo capolavoro, questo prodigio nella nostra vita, che è la persona di Gesù ed essere altri Gesù.

Dice Gesù nel Vangelo: “se io non me ne vado non potrà venire a voi lo Spirito Santo”; Gesù smette di essere presente fisicamente perché la sua presenza ora deve realizzarsi in noi. E’ interessante anche riflettere come quest’opera d’arte sia di noi singolarmente ma anche di noi insieme: noi, potremmo dire, siamo tutti pezzi di questo capolavoro che è il corpo di Cristo; siamo tutti pezzi di questa realtà che è il Cristo totale, uniti a Gesù che è il Capo. Il Vangelo che abbiamo ascoltato è bellissimo e ci presenta un momento particolare per il popolo di Israele, siamo a conclusione di una festa, la festa delle Capanne, che prevedeva un gesto molto bello: il Sommo Sacerdote con il popolo si recava alla Piscina di Silòe e lì prendeva dell’acqua e poi saliva al Tempio e con quest’acqua veniva asperso l’altare quasi come segno di purificazione. E la stessa acqua veniva sparsa sui campi per invocare da Dio, a conclusione dell’estate, il dono della pioggia perché venisse ad irrorare la terra e perché da quella terra potessero nascere dei frutti. Gesù prende parte a questa festa, prende parte a questa liturgia e durante questa liturgia grida ritto in piedi: “Chi ha sete venga a me e beva! Fiumi d’acqua viva scorreranno dal mio grembo!” Gesù si presenta come Colui che dona l’acqua, l’acqua che ha il potere di farci stare in vita e di rigenerarci; “ritto in piedi” dice San Giovanni quasi a voler alludere a quel momento che di lì a poco Gesù vivrà, “ritto in piedi sulla Croce”, perché quell’acqua è frutto di quella croce, lo dice infatti Giovanni “questo lo disse parlando dello Spirito Santo che Egli avrebbe donato quando sarebbe stato glorificato”, e ancora il Signore non era stato glorificato, ancora non era morto il Signore.

Lo Spirito Santo è frutto della Pasqua di Gesù. “Chi ha sete venga a me e beva”: come è bella questa Parola di Gesù, vieni a me, venite a me! E in fondo è questo che noi facciamo quando partecipiamo all’Eucarestia, quando ogni domenica lasciamo le nostre case per rispondere a questo invito per dire Sì a questo Gesù che ci dice: vieni, perché fiumi di acqua viva sgorgheranno dal mio grembo! Hai sete?

Senti dentro di te il bisogno di una vita più piena? Non ti piace questa vita così come la stai vivendo? Vieni a me, e io ti darò il mio Spirito e questo Spirito avrà il potere di realizzare in te quest’opera d’arte, avrà la forza di realizzare questo capolavoro che si chiama Vita Nuova, che si chiama Conformazione a Gesù, che si chiama “un altro Cristo”. I Padri della Chiesa dicevano che “il Cristiano è un altro Cristo”, a noi è sembrata così forte questa espressione che al massimo l’abbiamo applicata ai sacerdoti ma ci rendiamo conto che neanche per noi sacerdoti questa espressione potrebbe essere usata, invece può essere usata per me, per voi, per ogni battezzato, se noi accogliamo questo Spirito nella nostra vita e ci facciamo lavorare da lui. A che punto sta questa opera d’arte? Forse è appena abbozzata,

forse quest’opera invece è già in uno stato più avanzato e già si colgono i lineamenti di Colui che è il più bello tra i figli dell’uomo, forse in me tutto questo è ancora opaco ma ciò che è importa è desiderarlo e chiederlo al Signore: io voglio davvero che il tuo spirito mi abiti per aiutami a realizzare questa meraviglia in me che Tu già intravedi.

Una volta hanno chiesto al grande Michelangelo Buonarroti: “ma come fai a realizzare delle opere così belle da un blocco di marmo?” e il grande scultore e artista rispose: “Blocco di marmo? Io vedo già un’opera d’arte, bisogna solo liberarla adesso!”; in fondo questo è quello che pensa il Signore di me e di te: bisogna soltanto liberare quest’opera d’arte che già c’è dentro di noi. I Santi sono questo, e Maria è la più bella delle immagini realizzate sull’esempio del Prototipo che è Gesù di Nazareth.

Un giorno un missionario stava viaggiando su un treno insieme a persone che mai avevano sentito parlare di Gesù, andava verso la missione, e durante il viaggio stava pregando il Breviario; nel Breviario c’era una bella immagine della Madonna con Gesù Bambino e un signore si avvicinò incuriosito e domandò: “Com’è bella questa Signora! E’ sua mamma?”, “Sì”, risponde il Missionario; “e il bambino che ha in braccio è lei?”, “è mio fratello” risponde il Missionario, “Oh ma come somiglia a sua Mamma!”, “In realtà è il contrario, è la mamma che somiglia al Figlio!”, e gli raccontò la storia di Gesù di Nazareth”.

AGENDA DEL VESCOVO DAL 15 AL 22 GIUGNO Domenica 15 giugno

Ore 11.00 - S. Messa a San Vito Ore 19.30 - S. Messa Chiesa SS. Trinità - Cretaio - Fiaiano

Dal 16 al 18 giugno

Udienze

Giovedì 19 giugno

Ore 20.00 Corpus Domini Diocesano. Santa Messa alla Chiesa del Buon Pastore. A seguire processione verso la Chiesa Cattedrale

Venerdì 20 giugno

Accoglienza gruppo sacerdoti della Campania

Domenica 22 giugno

Inizio esercizi Spirituali con i Diaconi prossimi all'ordinazione sacerdotale

Kaire FRANCESCO PROCL AMERA’ 6 NUOVI SANTI S 4

| SEGUIAMO FRANCESCO

14 giugno 2014 www.chiesaischia.it

aranno proclamati santi il 23 novembre prossimo, festa di Cristo stato il Papa, che ha additato al culto della Chiesa universale i beati: GioRe, i 6 beati per i quali è stato convocato il secondo Concistoro or- vanni Antonio Farina, vescovo di Vicenza, fondatore delle Suore Maedinario pubblico di Papa Francesco. Ad annunciarlo, in latino, è stre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori; Kuriakose Elias Chavaradella Sacra Famiglia, fondatore della Congregazione dei Carmelitani di Maria Immacolata; Ludovico da Casoria, sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori, fondatore della Congregazione delle Suore Francescane Elisabettine, dette “Bigie”; Nicola da Longobardi, oblato professo dell’Ordine dei Minimi; Eufrasia Eluvathingal del Sacro Cuore, della Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo; Amato Ronconi, fondatore dell’Ospedale dei Poveri Pellegrini in Saludecio, ora “Casa di Riposo Opera Pia Beato Amato Ronconi”.

Il cardinale Jean Louis Tauran, ha annunciato il Papa, è passato all’ordine dei cardinali presbiteri. Il nuovo cardinale protodiacono - il porporato che tra i suoi compiti ha quello di pronunciare l’“Habemus Papam”, all’avvenuta elezione del nuovo Pontefice - è il cardinale Renato Raffaele Martino.

Oltre al cardinale Tauran, sono passati all’Ordine dei presbiteri i cardinali Herranz, Barrajan, Nicora, Cottier e Marchisano.

CORROTTI E SCHIAVISTI PAPA FRANCESCO SI STRINGE AL AL GIUDIZIO DI DIO

I

l “timore di Dio” ci fa abbandonare tra le braccia del Padre come un bimbo che cerca “protezione” “tra le braccia del papà”. E non ci fa essere “cristiani remissivi, ma genera in noi coraggio e forza e fa di noi cristiani convinti, entusiasti, che non restano sottomessi al Signore per paura, ma perché sono commossi e conquistati dal suo amore”. Lo ha detto il Papa in udienza generale mercoledì 11 giugno, invitando a “lasciarci conquistare da questo amore di papà che ci ama tanto, con tutto il cuore”.

Il “timore di Dio”, l’ultimo “dono dello Spirito Santo” di cui il Papa ha parlato nella udienza generale del mercoledì, “è anche un allarme di fronte alla pertinacia del peccato: quando una persona vive nel male, quando bestemmia contro Dio e sfrutta gli altri, quando li tiranneggia, quando vive solo per i soldi, per la vanità, il potere, per il suo orgoglio, allora il santo timore di Dio ci mette in allerta, ‘attenzione - ci dice - con tutto questo potere, soldi, orgoglio e vanità non sarai felice’”. “Penso per esempio alle persone che hanno responsabilità sugli altri e si lasciano corrompere; penso a coloro che vivono della tratta di persone e del lavoro schiavo; penso a coloro che fabbricano armi per fomentare le guerre... Che il timore di Dio - ha concluso Papa Francesco faccia loro comprendere che un giorno tutto finisce e che dovranno rendere conto a Dio”.

Prima dell’udienza, alle 9 in Aula

DOLORE DELLA FAMIGLIA MAZZELLA

Nervi, il Papa ha incontrato i malati che a causa del caldo non possono stare in piazza San Pietro. Rivolgendosi a loro, Francesco ha spiegato: “Abbiamo pensato che era meglio che voi foste qui, tranquilli... con un po’ di fresco. E non l Santo Padre ha inviato un telegramma per i funerali di sotto quel sole che cuoce...”. Poi ha indiVincenzo Mazzella, morto per un banale incidente stracato il maxischermo installato nella dale qualche giorno fa. Una lettera in risposta alle pregrande aula, aggiungendo: “Lì potete veghiere di Don Carlo Candido inviate alla Santa Sede. dere tutto, seguire tutto e senza soffrire questo sole. Dicono - ha concluso - che oggi sarà la giornata più calda! Grazie”.

Al termine dell’udienza Papa Francesco ha mostrato un piccolo cartello con lo slogan: “Tutti insieme contro il lavoro minorile”. “Decine di milioni di bambini sono costretti a lavorare in condizioni degradanti, esposti a schiavitù abusi, maltrattamenti e discriminazione”, ha denunciato il Papa ricordando che il 12 giugno si celebra la Giornata

I

RICOSTRUIAMO LA SPERANZA M 14 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

SOLIDARIETA’

AIUTIAMO LA FAMIGLIA DE LUCIANO

| a cura di Lorenzo Russo

artedì 10 giugno, il vescovo Pietro, insieme al direttore della Caritas diocesana Don Gioacchino Castaldi, e al direttore dell’ufficio di pastorale familiare e vita don Pasquale Trani, sono andati a trovare la famiglia De Luciano nella casa messa a disposizione dalla Diocesi, presso la chiesa di San Francesco di Paola a Forio. “E’ stato un incontro molto intimo e familiare – racconta don

|

Kaire 5

zando un primo incontro con varie aziende che possano aiutarci con il loro sostegno professionale nel ripristinare l’appartamento dei De Luciano – spiega don Gioacchino – dobbiamo quantificare bene i costi dei materiali”. La richiesta va a tutti coloro che possono dare una mano: muratori, idraulici, elettricisti, piastrellisti. Soprattutto si chiede che vi sia solidarietà nell’aiutare questa famiglia, così come si è fatto finora.

PASSAPAROLA INCONTRO CARITAS-AZIENDE

Gioacchino -, come quando un padre va a trovare i propri figli. Siamo stati felici di poter vedere la famiglia De Luciano di nuovo unita sotto lo stesso tetto”. Il vescovo ha portato in dono un forno a microonde. Continuano ad arrivare risposte dalla Provvidenza. Un ristorante in zona ha fornito piatti, bicchieri, posate e pentole per la cucina. E il vicino centro Giovanni Paolo II, gestito dall’associazione Nuovi Orizzonti, è a completa disposizione per qualsiasi genere. Intanto, si sta avviando la macchina organizzativa per la ristrutturazione della casa, distrutta il 31 maggio scorso da un incendio. “Stiamo organiz-

Mercoledì 18 giugno alle ore 20:30 ad Ischia Ponte, nella sala verde al pian terreno del Seminario ci sarà un incontro fra la Caritas Diocesana e tutte le aziende che vogliono dare un aiuto concreto nel ristrutturare la casa della famiglia De Luciano. Chiediamo l’aiuto di tutti. Abbiamo bisogno di voi. E’ il momento di far sentire la propria solidarietà. La Provvidenza non ha mai deluso nessuno.

Sperimentiamo insieme la frase del Vangelo: “date e vi sarà dato in cento volte tanto”. Vi aspettiamo.

LE ATTESE DI VILLA ORIZZONTE D | a cura di Lorenzo Russo

opo poco più di una settimana da quella emozionante fiaccolata sionata. Ci sarebbero quindi gli spazi necessari per poter ospitare il csm e per le strade di Barano che ha visto la partecipazione di molti il centro sanitario di Forio. In questo modo si rispetterebbero i parametri isolani, è ancora accesa la speranza nel poter lasciare lì dov’è di spending review fissati dall’Asl. l’azienda sanitaria Villa Orizzonte. Una struttura ben consolidata col territorio, dove gli ospiti e i cittadini interagiscono senza problemi. “Ci stiamo attivando per un incontro con il dirigente sanitario il dott. Ferraro – ha raccontato il vescovo Pietro - per capire insieme come fare per poter trovare una soluzione alternativa allo spostamento di Villa Orizzonte. La cosa bella che mi porto dentro, è stata la risposta degli isolani alla fiaccolata della scorsa settimana a Barano. Molte persone hanno sottolineato il proprio disappunto per questo trasferimento nell’ex hotel Stefania a Casamicciola Terme. C’è una bella integrazione sul territorio al fianco degli ospiti di Villa Orizzonte”. Anche i sindaci dell’isola, all’unanimità alzano la voce contro lo spostamento nei locali dell’ex hotel Stefania, che tra l’altro ha varie irregolarità nel cambio destinazione d’uso. Intanto qualcuno ha proposto l’idea di poter spostare il centro salute mentale nei locali di Villa Orizzonte a Barano, perché, sembra che la struttura sia sovradimen-

Kaire ''UNA PIAGA PURULENTA CHE STRITOLA FAMIGLIE E IMPRESE'' 6

| ECONOMIA E SANITA’

14 giugno 2014 www.chiesaischia.it

GIOCO D’AZZARDO

Si è svolta mercoledì scorso a Roma l’Assemblea annuale delle 28 Fondazioni antiusura associate alla Consulta nazionale. Presentata una ricerca: nel 2013 l’azzardo ha mosso in Italia 84.728 miliardi di euro; in 14 anni triplicata la spesa delle famiglie per il gioco. La denuncia di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei: ''Bisogna dire basta alla pubblicità di tutti i giochi d’azzardo con vincita in denaro''

| a cura di Giovanna Pasqualin Traversa

Una dipendenza degradante che offende la dignità della persona umana condannando alla disperazione intere famiglie; una vera piaga che consuma molte più risorse di quanto non ne porti alle casse dello Stato e non solo in termini economici, perché la distruzione della persona non è quantificabile - e attira e fa convergere sempre più gli interessi della criminalità organizzata. È quella del gioco d’azzardo, che nel solo 2013 ha mosso in Italia 84.728 miliardi di euro, come emerge dalla ricerca “Il gioco d’azzardo e le sue conseguenze sulla società italiana. Il peso del gioco illegale nelle province italiane”, curata dal sociologo Maurizio Fiasco e presentata l’11 giugno scorso a Roma nel corso dell’Assemblea annuale delle 28 Fondazioni antiusura associate alla Consulta nazionale. Nel suo saluto ai partecipanti, il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, ha parlato di “piaga purulenta, che stritola famiglie, imprese, negozi, attività economiche”, e ha chiesto con fermezza di “dire basta alla pubblicità di tutti i giochi d’azzardo con vincita in denaro”.

Perché di vero e proprio bombardamento si tratta: tv, radio, carta stampata, Internet inseguono e incitano al gioco 24 ore su 24 i malcapitati potenziali giocatori - che ormai secondo le stime della Consulta

sono, pur a livelli diversi, la metà della popolazione nazionale over 15 - anche sullo smartphone (e la tutela della privacy?) o tramite la pubblicità, apparentemente innocua e perciò ancora più subdola, riportata su prodotti di uso corrente, come è capitato di trovare nei mesi scorsi su alcune confezioni di zucchero. Ma gioco d’azzardo fa sempre più rima con usura: lo sa bene la Consulta nazionale che dal 1997 ha raggiunto oltre 90mila famiglie con interventi pari a 320mila euro per salvarle dalla morsa mortale di una criminalità priva di scrupoli. E, appunto, fa rima anche con criminalità: gioco legale e gioco illegale non sono concorrenti, spiega Fiasco, anzi: per un meccanismo perverso “l’offerta legale e quella illegale si potenziano reciprocamente; più cresce la prima più aumenta la seconda”.

E non si tratta di briciole: pur essendo “sommerso” e, pertanto, difficile da quantificare, grazie alle oltre 420mila slot machine diffuse sul territorio, alle bische e alle scommesse clandestine, il valore del mercato “nero” del gioco “messo in luce” dalla ricerca è di circa 8,6 miliardi di euro che finiscono nelle mani della criminalità. Non a caso la percentuale più alta è stata individuata nelle province a maggiore indice d’incidenza mafiosa: Napoli, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Palermo, Caltanissetta, Crotone, Catanzaro. In termini assoluti a Napoli e Roma si concentra il 20% di tutto il “nero”, ciascuna con 1,5 miliardi di euro sottratti al mercato legale.

Un paradosso tutto italiano è l’indicazione di Pavia, con un dato di 2.954 euro procapite - escluso l’on-

line - versato nel 2012 all’azzardo, come città con il record nazionale di propensione alle slot machine proprio per la sua troppa “regolarità”.

Una “penalizzazione ingiusta”, puntualizza Fiasco, legata al fatto che a Pavia le slot non vengono manomesse, e quindi le somme effettivamente transitate nelle macchinette di prima e seconda generazione (Newslot e Vlt) vengono effettivamente registrate e trasmesse all’ente di controllo dei dati. L’anomalia sarebbe, insomma, l’eccessiva correttezza...

In questo quadro il principale strumento per contrastare l’azzardo è la promozione di una nuova cultura, pur a costo di rinunce e sacrifici. Ne ha parlato monsignor Galantino elogiando baristi, tabaccai e negozianti che hanno rifiutato le slot machine nei loro locali; se ne è detto convinto al Sir monsignor Alberto D’Urso, segretario generale della Consulta, constatando il “silenzio assordante” sulle implicazioni etiche del fenomeno e chiedendosi come mai lo Stato italiano non abbia ancora approvato una legge contro l’azzardo “a differenza dei provvedimenti regionali di Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Lazio, Friuli e Toscana”. “È sottovalutazione dei rischi collegati - l’interrogativo posto senza giri di parole dal segretario - o connivenza?”. Difficile dare risposta, soprattutto dopo la legge 189/2012 che ha ufficialmente riconosciuto il diritto alla terapia, da parte del Servizio pubblico, per il gioco d’azzardo patologico.

Stato schizofrenico? Forse.

BANALE, MESCHINA L’ITALICA DECADENZ A 14 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

ATTUALITA’

OPERE & TANGENTI

|

Kaire 7

B i so g na in a sp ri re le p e n e , m o ltip lic a re le le g g i, i c o nt ro ll o ri, le no rme ?

L ’a lt e rna tiv a è m o lt o p iù s empli c emen te l a c e rte zza del di rit t o, p e r t u t ti, p o liti ca, am m in i st razio n e, imp re s e , si stem a gi udizi ario . Ch e ne è, p e r e s emp io , del p rin c ip io c o sti tu zio n ale dell 'a s su n zio ne p e r c o nc o rso ? Chi h a mai de tt o c h e la s emp lific azio n e am mi n is t ra tiv a sig ni fi c a ar bit rio ?

A

| a cura di Francesco Bonini

lto tradimento, ha detto il presidente del Consiglio, invocando per i corrotti di qualunque colore politico una pedata liberatrice. Bastasse. In realtà il nuovo scandalo, questa volta sul Mose, la più grande opera pub-

blica italiana, è prima di tutto una rivelazione. Ci spiattella le forme della nostra decadenza nazionale.

Nessuno sembra avere il coraggio di dirlo: gli uni perché giustamente oggi serve un po’ di ottimismo per tentare di intercettare una timida ripresa, gli altri perché preferiscono toni molto più aggressivi, speculando sul tanto peggio/tanto meglio. Invece il punto è proprio la squallida banalità della decadenza, tra lussi pacchiani e favori meschini.

Chiamare le cose con il loro nome può permetterci da un lato di valutarne l’oggettiva gravità,

I

... continua dalla copertina

dall’altro coglierne il rilievo strutturale. E’ un fenomeno che non scopriamo oggi, tanto che l’opinione pubblica non si meraviglia più di tanto e semplicemente si chiede, dopo Expo e Mose, scandali con nomi esotico-manageriali, quale sarà la prossima puntata di una serie che dura da decenni. E proprio questo piano inclinato di decadenza banale e meschina spiega come da decenni non sia possibile in un’Italia che decade ed invecchia, impostare una seria politica di investimenti. Prima di tutto proprio sulle infrastrutture, che da sempre sono uno dei volani dell’economia oltre che un essenziale tessuto connettivo del sistema paese. Basta ricordare la telefonata notturna tra due malfattori in colletto bianco dopo il terremoto dell’Aquila, in cui vedevano semplicemente un’occasione di appalti, da conquistare per via di relazioni.

Più banalmente in questi giorni di mondiali di calcio basta ritornare a Italia ’90: venticinque anni fa, di fronte ad un evento che pure coglieva l’Italia in una fase rutilante, lungi dal diventare l’occasione per creare un serio sistema di infrastrutture sportive, la (scadente) ristrutturazione degli stadi fu semplicemente il pretesto per un’ordinaria abbuffata con i soldi pubblici. E il pallone è la metafora più credibile dell’Italia. Allora si era alla vigilia di Tangentopoli, che continua ad essere la metafora della nostra decadenza e del disordine nelle relazioni politica-ammini-

Grandi Eventi e le Grandi Opere, da decenni, sono occasioni per generare lavori fuori controllo. E spesso e volentieri sono spinti dall’emergenza del momento: dal G8 alla Maddalena alla ricostruzione post-sisma a L’Aquila, dal Mose veneziano all’Expò ambrosiano.

Ma come funziona negli altri Paesi?

In Italia, quando scoppia un grande caso di corruzione, si ricorre ai ripari con una ennesima legge ad hoc, che introduca nuove norme nel codice penale.

Nei Paesi più onesti (secondo le classifiche stilate da Transparency Internationale da Eurobarometer) invece c’è un numero di leggi e regolamenti molto inferiore rispetto al nostro. In questi Paesi da tempo la corruzione si combatte (e con successo) con altri strumenti, facendo leva sulla collaborazione dal basso dei cittadini.

Negli USA utilizzano, ad esempio, il ruolo dei whistleblowers (letteralmente: suonatori di fischietto): cittadini che operano come “vedette civi-

strazione-impresa-magistratura, che non si risolve in un perenne ricorso a supplenze o allo stato di necessità e di emergenza o alla retorica moralistica.

Bisogna allora inasprire le pene, moltiplicare le leggi, i controllori, le norme? L’alternativa è molto più semplicemente la certezza del diritto, per tutti, politica, amministrazione, imprese, sistema giudiziario. Che ne è, per esempio, del principio costituzionale dell’assunzione per concorso? Chi ha mai detto che la semplificazione amministrativa significa arbitrio?

Forse si potrebbe ripartire da qui: la risposta alla banalità della nostra decadenza comincia, altrettanto banalmente, dal corretto funzionamento delle istituzioni. Che poi è quello che hanno richiesto al governo, plebiscitandolo alle urne.

che”, dipendenti pubblici che denunciano pubblicamente alle autorità casi di illegalità, di corruzione e di frode di cui vengono a conoscenza diretta nell’amministrazione in cui lavorano.

In India è stata introdotta una piattaforma informatica (https://www.ipaidabribe.com/) che consente ai cittadini di raccontare i loro incontri quotidiani con la corruzione. In Gran Bretagna, gli imprenditori dei settori delle costruzioni edili e navali hanno creato un Forum anti-tangenti, che permette alle loro aziende di scambiarsi utili informazioni sui funzionari corrotti.

In Italia esistono esperienze spontanee nate per combattere, ad esempio, il sistema mafioso delle estorsioni, come l’associazione di imprenditori siciliani Addio Pizzo. Esempi da non sottovalutare assolutamente. Bisogna combattere la corruzione dando più potere ai cittadini. E soprattutto applicare un seria riforma della pubblica amministrazione che sia più trasparente e con meno burocrazia, per il bene comune.

Kaire E ORA IL TEMPO “VUOTO” 8

S

|

SCUOLA E EDUCAZIONE

14 giugno 2014 www.chiesaischia.it

Ma da riempire su misura di bambini, ragazzi e famiglie

| a cura di Alberto Campoleoni

ono finite le lezioni scolastiche. In questi giorni una marea di bambini e ragazzini delle scuole elementari e medie, insieme ai compagni più grandi delle superiori, si troveranno senza un posto dove andare alla mattina (e talvolta anche al pomeriggio). Vediamola così: chiude - temporaneamente - un grande “contenitore” capace di riempire il tempo e la vita delle giovani generazioni.

Collegàti a questa chiusura un rito, naturalmente, annuale e ripetitivo - ci sono tanti aspetti e problemi. Il primo riguarda, ad esempio, la disomogeneità dell’ultima campanella, che suona un po’ ovunque in termini diversi.

Sabato 7 giugno in Lombardia, ma la Valle d’Aosta, per citare un caso, si prende una proroga di altri giorni, fino al 14 giugno. La disomogeneità ha riguardato negli anni scorsi anche la prima campanella, cioè quella dell’inizio delle lezioni dell’anno scolastico. Dall’anno prossimo, invece, si dovrebbe cominciare e finire (quasi) tutti insieme, per consentire - questa la motivazione sostanziale - di programmare e pianificare

per tempo sia l’organizzazione delle scuole sia quella delle famiglie. Così nella gran parte delle regioni italiane si tornerà in classe il 15 settembre.

L’ultima campanella, poi, non è proprio l’ultima per tutti. Ci sono, infatti, quanti devono sostenere gli esami, sia al termine delle medie, sia al termine delle superiori, con la “maturità”. In qualche modo, allora, la fine delle lezioni suona come un richiamo ulteriore alle responsabilità, segna l’avvicinamento di importanti “riti di passaggio” che hanno un valore ben al di la della sola questione scolastica. Naturalmente esame di terza media e maturità non sono la stessa cosa e hanno implicazioni ben diverse, tuttavia, rapportandoli alle età dei ragazzi, costituiscono un momento, serio, di messa alla prova, di verifica. Aiutano a guardare

indietro e fare bilanci mentre nello stesso tempo aprono e permettono di spaziare in avanti. La fine delle lezioni avvisa che è, in qualche modo, “scaduto il tempo” e che bisogna costruirne uno nuovo.

Costruire tempo nuovo, dopo la fine delle lezioni scolastiche è poi un problema molto serio per tutti gli studenti e per le loro famiglie. Riempire il “vuoto” delle lezioni che non ci sono non è facile, sia per problemi di organizzazione familiare - soprattutto con i bambini più piccoli - sia per la necessità di dare senso alle giornate, di valorizzare le relazioni, di costruire mondi, da parte degli stessi ragazzi.

Da questo punto di vista, quando non c’è, si può cercare di apprezzare una volta di più il tempo e il “lavoro” della scuola, che ogni giorno permette - e dovrebbe essere particolarmente attenta -

di avviare legami e coltivare rapporti tra generazioni. Col suo metodo specifico, certo, ma che passa soprattutto attraverso la realizzazione di mondi vitali, l’incrocio in mille direzioni di adulti e ragazzi, in un contesto sostanzialmente protetto.

Ecco, la scommessa del “dopo” scuola - del tempo di vacanza, adesso, come sarà poi, in misura più grande, alla fine dell’età scolare - è mettere a frutto, in un certo senso in “mare aperto”, quel che si è appreso nel tempo scolastico. Le famiglie, anzitutto, ma anche altre agenzie educative - si pensi, ad esempio alle esperienze sempre più diffuse, degli Cre, o alle mille proposte di società sportive, ricreative e chi più ne ha più ne metta - hanno il loro bel da fare.

Kaire 9 E SE LA SCUOLA RIMANESSE APERTA D’ESTATE? 14 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

SCUOLA E EDUCAZIONE

|

PROPOSTA

N

| a cura di Lorenzo Russo

avigando su facebook ho notato una proposta molto interessante del prof.

Luigino Bruni. La scuola aperta anche d’estate. Un progetto ambizioso, che vede la scuola come bene comune. “Non riesco ancora a trovare qualcuno che mi argomenti le ragioni che portano l'Italia – scrive Bruni - a tenere le scuole chiuse (agli studenti almeno) da giugno a settembre, di fatto più di tre mesi (se togliamo esami di maturità, per 1/12 di studenti). La tradizione di chiudere la scuola d'estate nasceva in una società tradizionale, con mamme casalinghe che stavano a casa. Ma oggi? la scuola è uno dei pochi luoghi tutto sommato educativi, un bene comune fondamentale, e le mamme lavorano (finalmente!), e d'estate debbono inventarsi soluzioni estreme (e costose) per intrattenere figli che si permettono 3 mesi di vacanze. Dobbiamo rilanciare un grande progetto comune sulla scuola – continua Bruni - se vogliamo ripartire.

Non si tratta di leggere la scuola come baby sitter ma come bene comune su cui tutti investire di più. A me sembra uno spreco di strutture e talenti tenere i ragazzi a casa per tre mesi. Ci vorrebbe poi più società civile che facciano programmi alternativi per l'estate. Vedo alcune scuole private che stanno andando in questa direzione. Vorrei evitare che si continuasse a vedere un pubblico che su faccende civili serie continua ad essere poco innovativo e in ritardo.

La società ha subìto una rivoluzione ma la scuola e università sono come 40 anni fa nell'imposta-

zione di fondo”. Da questa sua considerazione ne è nato un dibattito vivace e interessante. Si è cercato di vedere la scuola come bene comune, superando (in un certo senso) il problema dei costi. Il prof. Bruni ha comunque tenuto a precisare che ha cercato “da subito di evitare la facile polemica dei prof che hanno tre mesi di ferie. Non è vero e banale. Il mio problema è la chiusura della scuola come 'bene comune'. La possiamo tenere aperta in molti modi non solo è non tanto far lavorare noi prof d'estate. Ma se il mondo della scuola non capisce che la società è cambiata e offre soluzioni creative sarà costretta a cambiare per la pressione dell'opinione pubblica. E non è una bella soluzione”. Molto costruttive le risposte. Come quella di Paolo che ha ben capito che “la proposta di Bruni non ha lo scopo di rimettere in discussione le ferie degli i nsegnanti, ma solo quello di sviluppare nuove idee per portare i nostri ragazzi a dedicare parte del tempo estivo alla comunità. E' vero, molti si nascondono sotto il ‘parafulmine’ che non ci sono risorse per ripensare le attività scolastiche ma nessuno tiene in conto che con la forza del volontariato si possono fare grandi cose. Nella frazione dove abito io, ad esempio, una volta l'anno associazioni, gente comune, enti pubblici si mettono insieme in una giornata chiamata ArgentarioDay per ridare al paese una nuova immagine: pulizia dei cortili, dei parchi, dei sentieri; ritinteggiatura dei luoghi pubblici ed altri piccoli lavori che l'ente pubblico non riesce a fare. Ma perchè tutto questo? Perchè il quartiere è di tutti!

Gli stessi insegnanti delle scuole della zona, che al sabato non lavorano, hanno partecipato attivamente coinvolgendo i bambini in piccole attività. E questo tempo la gente lo dedica in modo volontario per il bene della collettività. Senza es-

sere prolisso – continua Paolo - volevo solo dire che le buone idee non devono essere bloccate sul nascere ma possono diventare delle cose grandi se ci crediamo. E credo che per fare questo, sia gli insegnanti che noi genitori, dobbiamo fare un passo avanti importante. Un ultimo contributo, (qualcuno ha accennato anche alla disabilità e all'integrazione): in una scuola di Trento sono state inserite due ragazzine sorde supportate dall'interprete di lingua LIS. In accordo con il dirigente l'interprete, oltre che a fare il lavoro di supporto alle due ragazzine, ha insegnato il linguaggio dei segni a tutta la classe. Adesso le

due ragazzine dialogano normalmente con tutta la classe, anzi, i compagni fanno a gara a chi conosce meglio il linguaggio dei segni. Il risultato è stato che senza nessuno aggravio di costi le due ragazzine disabili hanno avuto un'integrazione completa nella classe. Perchè? Perchè un dirigente scolastico ci ha creduto, questa è la voglia di sperimentare e di andare oltre la normalità senza nascondersi dietro il ‘parafulmine’ che mancano le risorse!”

SUOR CRISTINA E LA VITTORIA DELLO SHOW-BUSINESS 10 Kaire

Numero uno della finale di The voice of Italy con il 62,3 per cento dei televoti. Con 50 milioni di visualizzazioni su youtube è diventata un fenomeno mediatico mondiale.

La sua presenza alla trasmissione ha fatto crescere gli ascolti di una media del 2 per cento di share e la puntata finale ha toccato il 21 per cento

| TALENT SHOW

| a cura di Franz Coriasco

Ha vinto lei, com’era più che prevedibile. E ha trionfato, paradossalmente, per gli stessi motivi per cui qualche settimana fa la barbuta Conchita Wurst aveva vinto l’Eurofestival: l’accoppiata talento più effetto spiazzante. Una sorpresa che nello show-business ha sempre funzionato, specie in tempi di crisi - creative e non - come questi.

Suor Cristina da Comiso ha una gran voce, simpatia e genuinità a carrettate, e un senso dello spettacolo frutto di predisposizione naturale e di dura applicazione. Ma difficilmente il mix sarebbe bastato a trasformarla in quel fenomeno planetario che è diventata fin dalla sua prima apparizione nel grande Barnum del talent carraresco. Ma se non c'è dubbio che sia stato l'effetto Sister Act l’ingrediente che più di ogni altro ha trasformato in un amen un’anonima venticinquenne in una popstar capace di raccattare decine di milioni di aficionados in tutto il mondo, è altrettanto vero che è proprio su questo che si giocherà il futuro professionale (e fors’anche vocazionale) della suorina ragusana. E su questo, critica e pubblico - specie quelli cattolici- sono già divisi su almeno due fronti contrapposti: in sintesi, chi riconduce il fenomeno a una sorta di estensione spettacolarizzata di una chiesa che ritiene fondamentale il tornare a “parlare alla gente” con i modi e le grammatiche tipiche del popolo, e chi lo ritiene una sua banalizzazione mediatica, e dunque, alla fin fine, addirittura controproducente. Per quel che m'è dato di sentire e capire in queste settimane, credo che in suor

THE VOICE, SUOR CRISTINA VINCE E PREGA

U

14 giugno 2014 www.chiesaischia.it

n Padre Nostro recitato con calma, in diretta tv, al termine di un talent show.

Suor Cristina ha voluto festeggiare così la vittoria della seconda edizione di 'The Voice', ovvero "ringraziando chi sta lassù" e portando in scena quello che è stato sin dall'inizio il suo obiettivo dichiarato: evangelizzare, "far entrare Gesù anche qui", in tv.

La giovane suora di Ragusa, divenuta fenomeno mondiale già all'indomani della sua prima apparizione anche grazie a un tweet di Woopi Goldberg che rivide in lei i personaggi di 'Sister Act', ha sbaragliato una dopo l'altro gli altri concorrenti giunti alla finale andata in onda giovedì 5 giugno sera su Rai2. Prima Giorgia Pino (team Noemi), poi Tommaso Pini (Raffaella Carrà) e, infine, il rocker Giacomo Voli guidato da Piero Pelù hanno ceduto il passo alla verve della giovane religiosa a suon di televoto,

fino alla vittoria festeggiata insieme al coach J-Ax. Per Suor Cristina, che ha vinto di diritto un contratto discografico con l'Universal, ora il futuro "è in mano alla Provvidenza. Non prevedevo tutto questo - ha detto affiancata dalla sua superiora, Suor Agata - il mio obiettivo era dire che ho incontrato Gesù. Ho un dono, Dio me l'ha dato e io l'ho usato per dire che Dio non mi ha tolto nulla".

Cristina - a prescindere dalle sue encomiabili aspirazioni - convivano dialetticamente entrambe queste potenzialità.

Da qui lo stress patito e che dovrà ancor più imparare a sopportare nel prossimo futuro, e anche la delicatezza di gestione di un successo così repentino ed eclatante. A poche ore dalla sua prima performance televisiva ebbi modo di esprimere alcune mie perplessità: in primis sul fatto che fosse assai più probabile che fosse il sistema mass-mediatico a cambiare lei piuttosto che il contrario.

Lo confermo anche oggi. Ciò detto, tanti auguri di tutto cuore, sorella: sappia che nel più profondo di me spero tanto di sbagliarmi...

CHI E’ SUOR CRISTINA?

U

n “fenomeno” che viene da lontano quello di suor Cristina Scuccia, protagonista dello show musicale di Rai2 “The Voice of Italy” e star del web con milioni di visualizzazioni su YouTube collezionate in poche ore. Siciliana di nascita vive a Milano, suora dell’Ordine delle Orsoline della Sacra Famiglia. Il suo talento l’ha scoperto e maturato alla Star Rose Academy – la scuola fondata dalle Orsoline e diretta da Claudia Koll – e l’ha misurato, prima di partecipare a The Voice, vincendo il concorso Good News Festival organizzato dal Servizio nazionale di Pastorale Giovanile nel quale ha interpretato la canzone “Senza la tua voce”.

I critici si sono divisi, Mirella

Poggialini (critico televisivo di Avvenire) non ha esitato a stroncarla, Credere e Famiglia Cristiana oltre a quotidiani e settimanali italiani e di tutto il mondo le hanno dedicato uno spazio. Ha scritto su twitter il cardinale Ravasi commentandone il successo: “Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri (1 Pietro, 4,10)”. Questo infondo resta, le parole di suor Cristina lo dimostrano: «Ho un dono, ve lo dono» – ha detto, e ancora: «Il Papa ci invita a uscire, a evangelizzare, a dire che Dio non toglie niente anzi ci dona ancora di più e allora son qui per questo».

Kaire 11 LA BELLEZZA DI UNA SERATA INDIMENTICABILE U 14 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

| a cura di Anna Patrizia Alfieri*

VEGLIA DI PENTECOSTE

|

n borgo di pescatori, reti da pesca ad asciugare, la vita nella sua ordinarietà. Luci soffuse e luccichii di lanterne, poste sui balconi, segnano lo “spazio”. Una voce inizia a parlare della “Bellezza”, con un dolce sottofondo musicale, che si armonizza con il contenuto delle parole. Bellezza ci riporta ad arte, poesia, musica, danza, tutte espressioni con cui l’uomo ha manifestato da sempre la parte più intima e segreta del suo animo.

Ma chi genera tutto ciò?

In un angolo un artista, uno che scolpisce un pezzo di legno in silenzio.

Il suono dei colpi del mazzuolo sullo scalpello quasi il battito del cuore.

Ancora un’altra immagine a rappresentare la “Bellezza”. Una giovane donna con una voce ricca di sentimento, ne manifesta in un canto un altro aspetto, al suono armonioso del pianoforte, del violino, del clarinetto e del sax.

Tutto ciò si è svolto il 7 giugno sera ad Ischia Ponte durante la rappresentazione esterna per la veglia di Pentecoste, organizzata dalla consulta diocesana dei movimenti laicali. In questo scenario della vita ischitana, i giovani della diocesi e i partecipanti delle aggregazioni laicali hanno saputo fondere cultura e spiritualità, lasciando ai numerosi partecipanti un forte statare tra i partecipanti delle aggregazioni laicali, sabato sera, dove questo messaggio d’Amore. Agli occhi di Dio noi siamo la cosa più bella, più aspetto spiccava con soavità, e che non è sicuramente un semplice stare grande, più buona, siamo gemme preziose della Sua creazione. Lui, l’Ar- insieme. tista Unico vuole solo il “meglio” per ognuno di noi. Dobbiamo quindi *Turista, in vacanza ad Ischia lasciarci plasmare dal Suo amore, come lo scultore modella il legno, AnFoto di DANIELE CALISE tonio, lo scultore, ha infatti scolpito l’immagine di Cristo, a cui ognuno deve conformarsi. Dobbiamo permettere di essere cullati dal suo amore, come le note soavi della musica, per creare una vera armonia con tutti gli uomini della terra. Consentire di essere guidati dalla sua brezza e farci fondere nell’essere Uno ad immagine della SS Trinità, come ho potuto con-

MESSA DI PENTECOSTE L 12 Kaire

|

VEGLIA DI PENTECOSTE

14 giugno 2014 www.chiesaischia.it

| a cura di Giuseppe Galano

o spazio gioioso dei cinquanta giorni trascorsi dalla Santa Pasqua si corona con la domenica di Pentecoste che celebra l’effusione dello Spirito, dono di Cristo Risorto, e la nascita della Chiesa. La comunità isolana si è riunita sabato 7 giugno sera ad Ischia Ponte per celebrare una veglia di preparazione e di solenne e corale invocazione del dono dello Spirito culminata con la Santa Messa celebrata dal nostro Vescovo Pietro nella Chiesa dello Spirito Santo. La Consulta Diocesana per le aggregazioni laicali per questa domenica di pentecoste ha voluto consegnare una meravigliosa scultura lignea raffigurante Gesù Crocifisso appositamente realizzata nel corso della celebrazione. “Lo Spirito Santo è l’artista che vuole realizzare un’opera d’arte originale che ha un prototipo speciale che è il Signore Gesù”, afferma il Vescovo Pietro durante la sua omelia. “Lo Spirito Santo ci viene donato per realizzare quest’opera d’arte, questo capolavoro, questo prodigio della nostra vita che è la persona di Gesù”. Egli ricorda come Gesù smetta di essere presente fisicamente perché la sua presenza deve realizzarsi in ognuno di noi. “Tutti insieme siamo pezzi di questo capolavoro rappresentato dal Corpo di Cristo”. Il Vescovo si sofferma sul brano del Vangelo che riconduce ad un momento particolare per il popolo di Israele, la conclusione della Festa delle Capanne, che prevedeva un rito nel corso del quale il Sommo Sacerdote con il popolo andava alla piscina di Siloe per prendere l’acqua e salire poi al Tempio.

Con quest’acqua veniva asperso l’altare come segno di purificazione e poi l’acqua veniva sparsa sui campi per invocare il dono dell’acqua, a conclusione dell’estate, affinché venisse ad irrorare la terra. Gesù prende parte a questa festa e grida “Chi ha sete venga a me”. Gesù si presenta come colui che dona l’acqua, colui che rigenera la vita. “Il Signore ci invita tutti ad andare a Lui ed Egli donerà il suo Spirito, quello Spirito che avrà il potere di realizzare quest’opera d’arte in ognuno, quel capolavoro che si chiama vita nuova, conformarsi a Gesù”. Il Vescovo invita tutti ad accogliere il dono dello Spirito Santo, a lasciarsi lavorare dallo stesso per la

realizzazione di quest’opera d’arte. “Chiediamo al Signore lo Spirito affinché possa abitare in noi e realizzare quell’opera d’arte che ha in mente per noi”. In conclusione della sua omelia Mons. Lagnese cita Michelangelo Buonarroti che alla domanda su come facesse a realizzare opere d’arte così belle a partire da un semplice blocco di marmo egli rispose che non vedeva alcun blocco di marmo ma già un’opera d’arte, la quale andava solo liberata. “In fondo questo è quello che Gesù pensa per ognuno di noi, occorre solo liberare quest’opera d’arte che è già presente in noi”.

Foto di DANIELE CALISE

Kaire 13 T ANTI MOVIMENTI, UNA SOLA VOCE C 14 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

VEGLIA DI PENTECOSTE

|

L’esperienza del coro della veglia di Pentecoste

| a cura di Francesco Bercini

amminare insieme per amore di Dio, è questo che mi sono portato tornando a casa dalla 37º Convocazione del Rinnovamento nello Spirito con Papa Francesco , tenutosi a Roma il 1° e il 2 giugno. E’ stato un Cenacolo a cielo aperto, dove lo Spirito Santo è sceso come fiume d’acqua viva su tutti noi. Il Santo Padre ha definito i movimenti come una grande orchestra, dove ogni strumento è diverso dall’altro e anche le voci sono diverse, ma tutti sono necessari per l’armonia della musica. Ci ha fatto capire che nessun movimento è più importante di un altro, ma tutti dobbiamo collaborare e camminare insieme, ognuno con i propri doni e i carismi ricevuti, nell’interesse comune e di tutta la chiesa. Ricordiamoci che il capo di tutti fra Rns, Catecumenali, Opera di Maria, etc, non è l’uomo o per meglio dire le persone che hanno firmato lo statuto, ma tutti noi e, come per tutta la chiesa, abbiamo un solo capo, un solo Signore: Gesù.

L’esperienza fatta a Roma mi ha fatto capire

molte cose, la più importante è quella di condi- Insomma, facciamo lavorare lo Spirito, evangevidere con tutti nella chiesa, la “Grazia del bat- lizziamo ovunque ci troviamo nel nome di tesimo” nello Spirito Santo. Rimanere uniti Gesu’. Alleluia, Gesù è il Signore. nell’amore che il Signore Gesù chiede a noi per tutti gli uomini e nella preghiera allo Spirito Santo, che ci accompagna ogni giorno.

Spero che anche la chiesa di Ischia metta in pratica questo messaggio del Santo Padre, ed invito tutti i movimenti ad aprirsi gli uni agli altri e a fare un cammino di collaborazione.

Ho avuto modo di vedere che questo già sta avvenendo, perché nella corale per la veglia di Pentecoste c’erano esponenti di tanti movimenti presenti sull’isola ed insieme si è deciso quali canti fare.

Le numerose prove sono state l’occasione di lavorare insieme e di apprezzare l’uno i talenti dell’altro, sotto le dita esperte di un grande maestro: lo Spirito Santo.

LA MIA PRIMA VEGLIA DI PENTECOSTE L’ESPERIENZA

Q

| a cura di Anna Maria Cuomo

uest'anno, per la prima volta, ho potuto partecipare alla veglia di Pentecoste. In precedenza, per motivi familiari, non mi era mai stato possibile. Ma sabato, sono certa, proprio lo Spirito Santo mi ha schiuso le porte e senza esitare ho pensato che non dovevo perdere un'occasione così importante per la mia vita spirituale.

Giunta a Ischia Ponte non riuscivo a trovare parcheggio, nemmeno nelle zone periferiche, ma poi ho trovato un amico che mi ha permesso di parcheggiare nel suo viale:ho pensato che lo Spirito Santo stava già operando per me.

La prima parte si è svolta nel piazzale delle “Chiazze” dove con il nostro amatissimo vescovo Pietro Lagnese e alcuni sacerdoti abbiamo assistito ad un opera di scultura di un crocifisso, i cui colpi davano la sensazione che lo Spirito Santo ci stesse scolpendo ad uno ad uno con un lavoro paziente, lungo e faticoso, tale è la durezza del nostro cuore ad aprirsi all'azione dello Spirito. Questo scolpire era intervallato da meditazioni e canti e musiche. Infine dodici persone, come gli apostoli che per primi hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo, hanno preso ciascuno una lucerna accesa e a catena ci hanno fatto accendere le candele che ci erano state consegnate precedentemente.

Quindi in processione ci siamo spostati nella Chiesa dove si è svolta la celebrazione vera e propria.Il Vangelo è chiaro, lo Spirito Santo ci dà forza, ci illumina, ci guida, ci consiglia. Soltanto Lui ci dona sapienza

e intelletto per poter comprendere la Parola e capire cosa Dio sta chiedendo ad ognuno di noi e viverlo con ardore.

Papa Francesco ci ha ricordato la frase dell'apostolo Paolo: “tutto posso in colui che mi da la forza”. Il Signore da la forza sempre se invochiamo lo Spirito Santo, perché con il dono della fortezza possa sollevare il nostro cuore e illuminarci la via.

Maria si è lasciata condurre dallo Spirito, è l'esempio da imitare. A Lei chiediamo di intercedere per tutti noi nel nostro itinerario di fede affinché sia operoso e fecondo.

Il Vescovo ha poi concluso l'omelia raccontandoci una storia: un missionario aveva in mano un'immagine della Madonna e una persona gli chiese:“chi è questa signora, tua madre?” “Si” rispose il missionario.E l'altro “e il bambino che porta in braccio, sei tu?” “no, è mio fratello” rispose il missionario. “Come le somiglia” commenta quella persona. “No, è la madre che somiglia al figlio” aggiunse il missionario. È proprio vero, per arrivare a Gesù dobbiamo imitare Maria.

LE NOVITA’ TEATRALI DELL’ASS. LUCA BRANDI 14 Kaire

S

|

SOCIETA’

14 giugno 2014 www.chiesaischia.it

Due giornate di teatro originale con la regia di Salvatore Ronga

| a cura di Cristina Esposito*

ono stati due giorni molto impegnativi per il maestro Salvatore Ronga, tutor del laboratorio di teatro dell’associazione Luca Brandi ONLUS, e i suoi quarantotto allievi di teatro . La prima serata ha visto di scena, al Palazzo D’Ambra sede della onlus, i bambini delle elementari che hanno dato vita a uno spettacolo frizzante diviso in tre parti le cui prove li ha impegnati ogni sabato mattina. Dopo uno scambio di parole di incoraggiamento e commenti eccitati appena udibili dall’altra parte del palco i bambini sono entrati in scena, mettendo da parte ogni insicurezza e dando prova di grande bravura, sebbene la loro età avrebbe fatto perdonare loro qualche errore o piccola dimenticanza. Il maestro si è servito del mondo favolistico per reinventarlo e attribuirgli numerose chiavi di lettura alternative. Così, tra il sincero divertimento del pubblico, il classico cestino delle mele avvelenate destinato a Biancaneve capita nelle mani di Cappuccetto Rosso e da qui partono numerose gag ed equivoci che porteranno il Principe Azzurro a dover baciare la nonna di Cappuccetto Rosso.

L’apologo della cicala e della formica stupisce

tutti con le due protagoniste che lasciano la scena a braccetto, consapevoli del duro lavoro che dovranno affrontare per insegnare alla formica a cantare così bene quanto la cicala e poter partecipare ai tanti talent show in giro per le tv.

Una chiave di lettura moderna dove a fare da star è stavolta la Cicala che guadagna tantissimo contando d’estate. Non manca, infine, un messaggio educativo contro l’abusivismo nella terza parte dello spettacolo che ha previsto una rivisitazione della favola dei tre porcellini in cui l’antagonista non era il lupo ma i porcellini stessi, personificazione dell’uomo non rispettoso delle regole. Al termine della rappresentazione Salvatore Ronga si è mostrato molto soddisfatto della serata e dei bambini ed ha affermato: ‘’Sono molto divertenti, sanno che fare teatro è un gioco e lo fanno bene’’. A proposito anche il fondatore dell’associazione, Silvano Brandi, si è detto contento di come il progetto del teatro per bambini abbia preso piede per la prima volta quest’anno e di come questi bambini abbiano avuto l’opportunità di coltivare la propria passione. Si è complimentato con i bambini che:

‘’Sono stati tutti bravissimi, li ho visti molto sciolti e mi auguro che qualche talento esca fuori continuando anche con il teatro dei più grandi’’.

Anche il pubblico in sala ha apprezzato molto il lavoro svolto da bambini e tutor queste alcune voci: ‘’Mi ha colpito molto la capacità di interpretare il proprio ruolo con molta sicurezza, di solito i bambini hanno sempre bisogno di una figura di riferimento …’’. ‘’La bambina fin dal momento in cui ha iniziato a frequentare il corso ha trovato un’energia nuova e ha dato il meglio di sé – afferma un padre presente in sala – e sicuramente le permetterò di ripetere quest’esperienza l’anno prossimo’’.

Per Salvatore Ronga non finiva qui perché il giorno dopo era la volta dei liceali che hanno messo in scena le ‘’Città Invisibili’’ di Italo Calvino. Questa volta però il palco è stata la strada e con molto coraggio e voglia di mettersi in gioco i ragazzi hanno condotto per mano i passanti verso tredici città: Diomira, Tecla, Bauci, Isidora, Zemrude, Argia, Adelma, Sofronia, Armilla, Ottavia, Ersilia, Zirma e Cloe. Turisti e ischitani che si stavano godendo una soleggiata

14 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

giornata di festa per le strade principali del comune di Ischia sono stati piacevolmente sorpresi dall’iniziativa e si sono fermati incuriositi, trasformandosi in spettatori per una mezz’ora.

Sono stati catturati dall’incredibile capacità dei giovani attori di far materializzare davanti ai loro occhi città fatte di tubature, o sostenute da trampoli, o costruite su ragnatele. Tutto questo senza costumi di scena, con il solo aiuto di una valigia, un bastone e una sedia di legno e tanta, tanta passione. Il successo dello spettacolo era tutto da ricercarsi negli sguardi rapiti, le macchine fotografiche alzate a filmare e fotografare il talento di questi ragazzi. Ben otto le ripetizioni dello spettacolo itinerante, con la prima al Piazzale Aragonese, per poi proseguire al Largo Convento e terminare la mattinata sotto al simbolo di ischia il Castello Aragonese. Nel pomeriggio replica in Piazzetta, poi a metà del corso, poi giù in via Roma, per poi ritornare sul corso e chiudere la serata di nuovo in Piazzetta, veramente un tour de force fatto da tutti gli attori col sorriso sulle labbra. ‘’La regia è sempre ottima e c’è sempre un lavoro stretto tra noi che recitiamo e Salvatore, che ci dirige. Penso che recitare in strada sia un’esperienza indimenticabile, e avendo visto una bel gruppo penso proprio che ritornerò a frequentare il corso anche l’anno prossimo’’ afferma una ragazza del laboratorio. ‘’E’ stato uno spettacolo molto significativo anche perché Italo Calvino è difficilmente rappresentabile e il fatto che i giovani l’abbiamo

SOCIETA’ messo in scena dà alla recitazione un valore aggiunto. Sono stati bravissimi’’ si è complimentato con i ragazzi Gianfranco Marelli ex professore di filosofia del Liceo Statale Ischia.

Anche alcuni turisti hanno affermato: ‘’Vedere i giovani prodigarsi con tanta passione ci ha dato una grande emozione. Molto bello imbattersi in queste arti così all’improvviso per strada.

Un’Ischia diversa che vorremmo vedere più spesso.’’ E quindi non resta che complimentarci con tutti i ragazzi e i bambini per il loro talento ed entusiasmo, con Salvatore Ronga che è sempre disponibile a mettere il proprio ingegno a

|

Kaire 15

servizio dei giovani dell’Associazione e per ultimo, ma non ultimo, Silvano Brandi grazie a cui ogni anno i ragazzi isolani hanno la possibilità di far emergere i propri talenti e coltivarli. Arrivederci all’anno prossimo! * Cristina Esposito fa parte del laboratorio di scrittura creativa ** Le foto sono di Giulia Castagliuolo del laboratorio di fotografia

FESTA DI FINE CATECHISMO 16 Kaire

L

| a cura di Rosa Vuoso

| PARROCCHIE

o scorso lunedì 2 giugno i bambini e i ragazzi della parrocchia della Natività di Maria SS dello Schiappone sono stati accompagnati dal parroco Don Aniello Pascale, dalle catechiste e da alcune volenterose mamme, in una mini gita fuori porta, per la “Festa di Fine Catechismo”.

Occasione pensata per stare insieme, giocare e divertirsi all’aria aperta! Ci siamo incontrati nel fuori chiesa al Vatoliere e ci siamo imbarcati per raggiungere il bosco della Maddalena, comunemente chiamato “Rotaro”, sistemandoci nel grande piazzale adatto ai giochi e al divertimento!

Appena arrivati ciascuno ha firmato un cartellone, al centro del quale era disegnato un sole che rappresentava Dio, e tra i raggi i nomi dei bambini, per capire che come il sole è luce e illumina tutti, Dio è Amore e ci ama tutti!

Subito quindi ci siamo divisi in squadre, mescolando i vari corsi di catechismo, e con la promessa di una pizza offerta dal parroco per la squadra vincitrice, è iniziato il divertimento! Tra giochi nuovi, giochi più comuni

14 giugno 2014 www.chiesaischia.it

ma sempre divertenti, foto e le merende preparate dalle generose e disponibili mamme, la giornata è stata un successo! Ovviamente ci siamo impegnati tutti, dal più piccolo al più grande, a fare attenzione all’ambente che ci circondava, perché tutto intorno a noi era dono di Dio! Quindi niente carte a terra, o rami spezzati o altro.. siamo riusciti a rimanere in un circolo d’amore che andava dai bambini al parroco alle catechiste alle mamme e alla natura che ci circondava!

E soprattutto i bambini hanno sperimentato che “l’amarsi l’un l’altro”, in questo caso più che mai, ha significato che “l’unione fa la forza”!

E sperimentare concretamente, con gioia e leggerezza, il cuore di ciò che durante l’anno le catechiste hanno cercato di donare loro, è stato importante per i ragazzi, e una gioia per gli adulti!

GATTA «ADDIO TV SCELGO LA FEDE» N 14 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

| a cura di Francesca D’Angelo

on è stata una folgorazione. Né, tanto meno, un colpo di testa.

La decisione di Fabrizio Gatta di lasciare il programma Linea Verde di Raiuno e, con esso, la sua carriera televisiva è frutto di un cammino di discernimento, lungo tre anni. «Non credo nelle folgorazioni», conferma lo stesso ex conduttore Rai, «La vocazione è qualcosa che è presente fin dal concepimento, come un seme, ma che poi deve maturare, con il tempo».

In che senso?

«Per essere compresa, la vocazione richiede un esodo da se stessi. E non si può uscire da sé stessi sull’onda di un singolo avvenimento. Gli eventi possono, piuttosto, riconsolidare e confermare una scelta. Io stesso sentivo la chiamata molto forte dentro di me e sono andato, per esempio, a Fatima per guardare, occhi negli occhi, la Madonna.

Sono stato anche in Terra Santa perché volevo vedere i luoghi della Scrittura.

Ma non si può ridurre la mia scelta a un unico episodio “scatenante”: è stato un cammino di tre anni, un lungo discernimento, che continua ancora».

Che direzione ha preso, oggi, la sua vita?

«Gesù è entrato a gamba tesa nel buio della mia esistenza, buttando fuori tutte quelle cose, come il successo e i soldi, che (ora me ne rendo conto) erano solo delle mediocrità. A tal proposito c’è una frase molto bella del Beato Pino Puglisi che recita: “Venti, sessanta, cent’anni… questa è la vita. Ma cosa serve se poi sbagliamo direzione?”».

Quale decisione ha maturato in questi tre anni di discernimento?

«Vorrei abbracciare il sacerdozio. Alla scadenza del mio contratto con Linea Verde, ho lasciato il piccolo schermo e, lo scorso ottobre, mi sono iscritto alla Pontificia Università Gregoriana. Ho messo la mia vita nelle mani dei Missio-

VOCAZIONI

nari del Preziosissimo Sangue: saranno loro a decidere se la mia vita potrà prendere questa nuova direzione».

Una svolta impegnativa, a 50 anni d’età…

«Indubbiamente, una vocazione adulta va soppesata perché si tratta di formare una persona che la vita ha, di fatto, già plasmato.

Per questo, quando mi sono recato dal cardinale Agostino Vallini dissi: “Eminenza, io vorrei fare questo cammino. Ho 50 anni, so che è una difficoltà”.

Ma lui mi rispose: “Caro Fabrizio, chi sono io per dire no allo Spirito Santo che ti manda qui, oggi, da me!”. Mi sono sentito abbracciato».

Perché ha scelto proprio i Missionari del Preziosissimo Sangue?

«Si tratta di una realtà presente in diciannove Paesi nel mondo, che vanta una storia molto lunga: l’anno prossimo festeggeranno il bicentenario di attività.

Quello che mi ha più affascinato è il loro approccio: attraverso la chiave della semplicità, della gioia, della mano messa sulla spalla e del sorriso, riescono a riportare le persone alla fede. Ed è così che vorrei diventare: un missionario che testimonia Dio, nel mondo, in periferia, tra gli anziani, i giovani, i malati, i più bisognosi».

Questa congregazione si caratterizza anche per il suo forte impegno nella pastorale giovanile. Da quel che ha

|

Kaire 17

potuto sperimentare, qual è l’emergenza su questo fronte?

«L’ascolto: i ragazzi hanno un estremo bisogno di sentirsi abbracciati, compresi, accompagnati. Finora comunque ho preso parte a due sole missioni, ciascuna di una decina di giorni, in Sicilia.

Tuttavia, da quel che ho visto, non esiste un ragazzo che sia perduto agli occhi del Signore. Davanti a Dio sono tutti preziosi e ognuno vale il sangue di Cristo. Ed è proprio di fronte all’abbraccio e all’ascolto, che viene fuori la vera essenza dei ragazzi. Durante le missioni ne ho visti molti, da anni lontani dalla Chiesa, tornare a messa, confessarsi e fare la comunione».

In questi primi tre anni di cammino, lei è stato molto discreto. Perché, adesso, ha deciso di spiegare alla stampa la sua scelta vocazionale?

«Perché, con Gesù, ci voglio mettere la faccia. Inoltre spero che la mia storia sia di esempio per quei tanti che si vergognano di mettersi il crocifisso al collo, o di dirsi cristiani. Abbiamo bisogno di testimoniare la nostra fede, senza per questo diventare dei fanatici. Ci tengo però a sottolineare che la decisione di rendere pubblica la mia storia è stata presa d’accordo con i miei superiori».

ILIA CORSARO: 18 Kaire

| MISSIONI

14 giugno 2014 www.chiesaischia.it

L'AVVENTURA DELL'AMORE

E

| a cura di Carmen Messina e Ilia Pilato

mozione … Questa è la parola giusta che ha preso i nostri cuori il due giugno presso la chiesa di S. Croce a Bagnoli delle nostre suore . Per noi popolo di s. Ciro è stata una festa speciale: il 40° anniversario dell’approvazione pontificia della congregazione delle piccole missionarie eucaristiche, una famiglia religiosa con al centro la contemplazione del “mistero Eucaristico” fondata dalla serva di Dio madre Ilia Corsaro, che ha fatto di Gesù Eucarestia suo compagno di vita. Infatti il 13 giugno del 1974 papa Paolo VI da Roma inviò il “Decreto di lode” che riconosceva la Congregazione nella Chiesa Universale. Madre Ilia diceva che chiuso nel tabernacolo c’è il nostro Dio, il nostro fratello, il nostro tutto. La sua missione è quella di servire i piccoli, i poveri e quelli lontani…una parola che conquista, trasforma, eleva, cioè essere “lampade viventi” ai piedi del tabernacolo.

Le suore Piccole Missionarie Eucaristiche ( P.M.E. ), da oltre 50 anni vivono nella parrocchia di san Ciro ad Ischia Porto, fortemente volute dal nostro caro don Luigi Trofa. Punto di riferimento della parrocchia, hanno portato avanti la scuola dell’infanzia, la chiesa come mura, ma soprattutto hanno formato tanti ragazzi, oggi uomini e donne, inculcando loro l’amore per Gesù nostro amico. Grazie alle suore, noi oggi attraverso la figura di madre Ilia, abbiamo nel cuore la forza di amare Gesù Eucarestia e far si che faccia parte della nostra quotidianità.

La celebrazione Eucaristica presieduta dal ve-

scovo Sua Eccellenza Gennaro Pascarella, insieme all’arcivescovo Salvatore Visco, è stata sobria, ma profondamente sentita, a testimoniare che chi ama Cristo e lo segue viene rigenerato nell’animo e nel corpo. E’ stata una giornata intensa di emozione e anche di malinconia.

con quella delle suore e hanno viaggiato insieme uniti dall’amore di Gesù. E’ doveroso ricordare suor Giuseppina, la colonna della parrocchia, che diversi anni or sono è volata in cielo.

Vogliamo concludere con un pensiero tratto dagli scritti di Madre Ilia Corsaro: “Gesù Euca-

Prima della funzione religiosa, siamo stati accolti nella casa madre delle P.M.E. a Bagnoli da varie suore con calorosi abbracci e sorrisi. Abbiamo incontrato le suore che durante gli anni si sono fermate a s. Ciro, lasciando in ognuno di noi un pezzo di cuore. Ma è sopraggiunta anche la malinconia nel salutare le tante suore passate per Ischia e soprattutto ricordare la loro partenza che ci rendeva sempre tristi e smarriti.

Abbiamo ricordato il nostro amato don Luigi, che sicuramente non sarebbe mancato a quest’incontro tanto importante. Lui che ha amato le sue sorelle P.M.E. da sempre. Fu il primo ad accoglierle sull’isola. Possiamo dire che per volere divino e di madre Ilia, la strada di don Luigi si è intrecciata

restia è il centro della nostra vita, adoriamolo con tutto il cuore. La croce è sulla nostra strada, non come un nemico, ma come l’amico che ci viene incontro sorridendo, e ci aiuterà nei momenti difficili, perché la croce è Gesù. Diffondiamo il bene ed il sorriso intorno a noi per far conoscere che Dio è carità”.

Gli amici di Madre Ilia

IL DONO DELLA PIETA’ 14 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

FONTI FRANCESCANE

D

| a cura dell’Ordine Francescano Secolare di Forio

urante l’udienza di mercoledì 4 giugno Papa Francesco ci ha parlato di un ulteriore dono dello Spirito Santo: la pietà. Il Santo Padre ci dice che questo dono non viene molto considerato ma è un dono che più degli altri ci mette in comunicazione con il cuore stesso di Dio e ci rende suoi amici. La pietà, dunque è un’unione filiale con Dio e ci rende capaci di pregarlo con amore e semplicità che solo le persone umili di cuore sanno fare. La pietà è il dono dell’unione amicale con Dio e che ci porta ad avere premura ed attenzioni anche verso tutti i fratelli. E’ il dono che ci aiuta ancora di più a vivere il comandamento dell’amore di Gesù. E’ il dono che, senza tante parole, fa capire a Dio con i fatti e gli atteggiamenti della vita che gli vuole bene. Tramite questo dono escono dal cuore sentimenti di stima, abbandono, fiducia e gratitudine per tutto ciò che riceviamo da Dio, nostro Padre e ci porta a riversare sui nostri fratelli l’amore che riceviamo da Lui. Consapevole che l’amore verso Dio rimane aleatorio se non si concretizza verso i fratelli (cfr. Gv 4,20) S. Francesco raccomanda a tutti con insistenza di “mostrare l’amore che hanno fra di loro non a parole soltanto, ma con i fatti e in verità” (Rnb 11,5:37); il Poverello ricorda ai suoi seguaci l’impegno di amarsi scambievolmente secondo il comando del Signore (cfr.

Rnb.11,4:37). Egli fa appello ai sentimenti più delicati dell’animo e scrive: “in ossequio alla mia memoria, alla benedizione e al testamento, sempre si amino tra loro come io li ho amati e li amo”.

(Tesr 3:133). Francesco tiene presente l’esortazione di Gesù, il quale propone ai discepoli il testamento dell’amore più sublime (cfr Gv 15,9-17). Signore, prega Francesco, “sia fatta la Tua volontà… affinché amiamo il nostro prossimo come noi stessi, trascinando tutti, con ogni nostro potere al tuo amore, godendo dei beni altrui come dei nostri e compatendoli nei mali e non recando offesa nessuno” (Pater 1112:270). Educato alla scuola del Vangelo, Francesco ha dell’amore una visione senza frontiere e senza condizioni restrittive. Egli invita alla comprensione degli altri, anche dei presunti colpevoli (Rnb 5,10-11: 18); nessuno può permettersi di giudicare e condannare (Rnb 11,8:37), nessuno dirà dietro le spalle ciò che con carità non possa dire in faccia (Am 25,3: 175).

Ma il vertice dell’amore proposto da Francesco si raggiunge verso i nemici. O meglio amici e nemici, ladri e briganti, tutti devono essere oggetto d’amore (cfr. Rnb 7,15:26), anche se ciò richiede umiltà e coraggio. Francesco insiste particolarmente su questo punto tanto difficile: amare quelli che sono rite-

ECCLESIA

|

Kaire 19

nuti nemici, quelli che sono antipatici, quelli che cercano di farti del male, quelli che fanno soffrire con il loro comportamento (cfr. 38:196 ). Ama veramente colui che si considera servo e soggetto ad ogni creatura per amore di Dio, colui che non si preoccupa tanto del male ricevuto dal fratello, ma brucia a causa del peccato di lui “per amore di Dio” e “gli mostra amore con i fatti” (Am 9,2-3:158), colui che non ricambia l’offesa con offesa ma col sorriso (cfr. Am 14,5:163). “Nella carità che è Dio” il Poverello chiede a tutti umiltà e disponibilità senza riserve (cfr.

Rnb 17,5:47).

Papa Francesco ci dice anche che chi possiede il dono della pietà diventa testimone gioioso di Dio e del suo amore e nessuno più di San Francesco ha goduto appieno di questo dono. La gioia fiorisce in S. Francesco perché ogni cosa gli rivela la mano amorosa del Dio presente: nella pietra chiara, nell’acqua limpida, nel pane; è dalla contemplazione di Dio come “altro”, “Sommo Bene”, e tuttavia immerso nella storia umana, che i francescani attingono come a sorgente inesauribile della loro gioia, poiché S. Francesco li ha aiutati a sradicarsi da ogni egoismo e a diventare fratelli universali; gioia che in Francesco cresce con la crescita del suo “convertirsi sempre più a Dio”.

IL REGALO DEL VESCOVO M

20 Kaire

| ARTE E LITURGIA

14 giugno 2014 www.chiesaischia.it

VANGELO VISSUTO

| a cura di Oreste Paliotti

entre faccio la passeggiata giornaliera indicata dal medico, cerco di conoscere il quartiere dove risiedo da poco tempo: sono, infatti, il nuovo vescovo del posto. Alcuni giorni dopo, mi trovo a mettere un po' d'ordine nella casa vescovile, cercando di far che essa esprima sempre meglio Dio, che è bellezza.

Trovo alcuni candelabri di bronzo che non vanno d'accordo col resto. Mi viene in mente un piccolissimo negozio di compravendita scoperto durante le passeggiate.

Penso che, data la difficile situazione economica del paese, il suo proprietario possa trovarsi in gravi difficoltà.

Chiedo alla segretaria di fare un pacco con i candelabri e consegnarli a quel signore con un bigliettino che dice: «Sono un piccolo dono del vescovo. Se riesce a venderli, la prego di dare i soldi ai poveri. Ma, se lei ne avesse bisogno, può tenerseli».

Nel pomeriggio improvvisamente viene al vescovado questo signore. Insiste che vuol vedermi.

Quando ci troviamo mi dice: «Oggi volevo suicidarmi. Ma, quando è arrivata la sua segretaria, ho capito che io interessavo ancora a qualcuno, e ho cambiato idea. Mille grazie!».

R., vescovo - Argentina

C OMMENTO A L VANG E LO DI DOMENICA 15 GIUGNO

L

| a cura del diacono Salvatore Nicolella

’apostolo Giovanni è colui che definisce Dio “AMORE”, ma questa non è solo un’asserzione filosofica o teologica, perché chiarisce il perché. DIO Ama ed Offre, dà il suo Figlio Unigenito affinché l’uomo possa vivere: l’amore è vita!

Dire che Dio è amore, vuol dire che Dio vive ed offre la vita. Giovanni usa il verbo “agapao” perché tale termine esprime un amore senza riserve, totale ed incondizionato, e non solo l’amore di amicizia, tenero ma non totalizzante (filèo). Chi offre ciò che non è suo, non ama, invece Dio dona il Figlio!!! E Chi è donato si offre pure Lui, in quanto in comunione con il Padre. Così il Mistero della Trinità incomincia ad essere meno oscuro ed inspiegabile, se incorniciato nell’esperienza dell’Amore che corre tra Padre e Figlio e da loro offerto agli uomini. L’Amore, la Comunione non si spiega, ma si vive. Gesù, dono del Padre, diventa il modello di comunione perfetto a cui si deve ispirare la Chiesa, sacramento di comunione. San Lorenzo Giustiniani, parlando delle relazioni tra credenti, affermava che “nulla infatti al mondo rende più lode, quanto l’umile e fraterno scambio di doni spirituali, perché proprio di tali doni vigoreggia la carità, non potendo fiorire nella solitudine: essa che sempre è felice di largire, è sempre lieta di donare, non solo quel che ha, ma anche tutta se stessa,per il bene dei fratelli”. La Trinità diventa è segno di Vita, in quanto centro di Amore e Comunione. Pensare ad una famiglia in cui non regna

l’amore diventa assurdo! Dove non c’è l’amore non c’è DIO ed ecco perché tante pseudo-famiglie si sfasciano. È impensabile pensare all’amore se non si è disponibili al sacrificio, al dono, al mettersi in movimento. Chi fa l’esperienza dell’amore, la testimonia!! Come è incoraggiante la testimonianza della donna sudanese che, a rischio della propria vita, continua a gridare al mondo la sua fede cristiana. Sant’Agostino, scrivendo ai suoi catechisti, diceva che l’amore lo si insegna vivendolo. Il dono del Padre è motivo di salvezza e non di giudizio, perché il vero amore è il bene dell’altro e non il proprio (egoismo). “Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri fratelli”, ma Gesù dà la vita per i peccatori e ricordiamo nella preghiera eucaristica “nella notte in cui veniva tradito”. Questo Amore supera i nostri limiti umani e ci sprona (vedi seconda lettura) ad “essere lieti, a tendere alla perfezione, a farci coraggio, ad avere gli stessi sentimenti”. Ad una lettura superficiale pare che l’Apostolo Paolo usi parole di convenienza e di occasione, invece esorta i Corinzi a “vivere in Cristo”. La nostra vita non può essere in dissonanza con la testimonianza di Amore che Cristo ci ha lasciato, ma deve essere la realizzazione di quell’augurio profondo e sincero che l’Apostolo delle genti formula: «La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.»

Kaire 21

L A S A NTIS S IM A TRI NITÀ D I M A S AC C IO 14 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

ARTE E LITURGIA

|

“DIO HA TANTO AMATO IL MONDO DA DARE IL SUO FIGLIO UNIGENITO”

C

| a cura di Ernesta Mazzella

on la discesa dello Spirito Santo contemplata cinquanta giorni dopo la Santa Pasqua, l’intero mistero di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo è finalmente rivelato alla Chiesa. Un’opera che illustra magistralmente il mistero della Trinità è l’affresco della Santissima Trinità con Maria, Giovanni e donatori dipinto da Masaccio nella chiesa fiorentina dei padri Domenicani, Santa Maria Novella. Masaccio nell’opera disegna un tema tradizionale, il Verdon scrive: “l’artista mostra la Trinità nell’<<economia>> della salvezza, visualizzando la vita di Dio uno e trino al punto di intersezione con la vita umana”. Dunque il “punto di intersezione” è il Cristo che il Padre ha donato per amore del mondo, l’Artista dipinge Cristo in croce sostenuto dal Padre, il quale dona lo Spirito, rappresentato con la bianca colomba posta tra la barba del Padre e l’aureola del Figlio. Dall’eternità di Dio, si giunge attraverso Cristo nella storia della vita di uomini e donne ed ecco rappresentati Maria, Giovanni il discepolo prediletto, e poi due donatori inginocchiati a destra e a sinistra. Giovanni con sguardo angosciato guarda l’amico in croce, Maria volge lo sguardo verso lo spettatore, indicando Cristo quasi come se volesse invitare il credente a ragionare sul significato di ciò che vede. I donatori sono assorti invece nella preghiera, e sotto l’altare illusionistico infine si ammira uno scheletro e vicino ad esso sta scritto: “Io fui già quel che voi siete, e quel ch’io son, voi anco sarete”. Lo schema dell’opera era diffuso in raffigurazioni della Trinità nell’arte europea dei secoli XIV-XV, il grande Masaccio introduce alcune novità come l’armoniosa architettura classicheggiante, l’innovativa prospettiva lineare e in modo particolare l’uguaglianza di scala di tutte le figure rappresentate. Infatti a differenza delle immagini medievali che distinguevano la scala, dei personaggi sacri da quelli contemporanei, ecco che Masaccio adotta la stessa grandezza nelle immagini dei committenti come nel Cristo e Dio Padre, in Maria e Giovanni. Inoltre Masaccio vi fuse motivi iconografici derivati da altre rappresentazioni, come i due “dolenti del Calvario”, Maria e san Giovanni rappresentati di solito ai piedi delle crocifissioni.

Il soggetto principale rappresentato dunque è la Trinità, disposto secondo il modello iconografico definito con il nome di “Trono di Grazia”, con il Padre che regge la croce del Figlio, il modello si diffonde nella pittura fiorentina alla fine del XIV secolo. Nell’immagine del “Trono di Grazia” però Dio era seduto in trono, per evocare il tema del Giudizio, che segue la Resurrezione; in questo caso il Massaccio introduce

Santissima Trinità, 1425-1427, Masaccio, Santa Maria Novella, Firenze.

un’altra novità, rappresenta Dio Padre in piedi. Lo studioso Goffen ha suggerito che la posizione evocasse nello spettatore quella del sacerdote quando durante la messa solleva l’Eucarestia, quale simbolo del sacrificio.

La figura del Padre, pur sembrando gigantesca per un effetto illusorio, non ha tuttavia una statura superiore a quella del Figlio, ma uguale come già detto. Il confronto con le precedenti raffigurazioni del Trono di Grazia dichiara dunque una attenzione alle proporzioni ed alle armonie tipica della nascente cultura rinascimentale.

Masaccio era l’artista del reale, che immergeva le sacre scene, pur nella loro inalterata solennità, nella vita di tutti i giorni, con la Trinità diventa teologo, dando prova di esser riuscito ad entrare sino in fondo nel mistero divino.

Guardando l’opera si percepisce l’immagine di un monumento creato e concepito con razionalità e piena simmetria. Il dipinto dunque appare monumentale, finalizzato a creare, attraverso l’uso della prospettiva, l’illusione di una cappella popolata da figure alquanto ieratiche e pesanti, quasi fossero statue policrome. I colori impiegati appartengono ad una tavolozza volutamente povera, interamente giocata su diversi toni del grigio, del blu e del rosso. Nelle architetture e nelle vesti dei personaggi il blu ed il rosso sono impiegati in termini oppositivi secondo precise simmetrie la cui interpretazione rimane alquanto criptica.

IL SANTO DELLA SETTIMANA: SAN VITO, MARTIRE 15 GIUGNO

a cura di Francesco Schiano

La storia di San Vito narra di un fanciullo nato in Sicilia da nobile famiglia, figlio di un padre pagano, ed educato al cristianesimo dal precettore Modesto e dalla nutrice Crescenzia, che operava molti miracoli e prodigi nella sua terra, tanto che l'autorità locale, il preside Valeriano, lo fece arrestare, torturare e chiudere in carcere.

Il padre cercò di convincere il fanciullo a rinnegare la sua fede con punizioni e lusinghe, ma inutilmente. Fu poi chiamato a Roma dall'imperatore Diocleziano che aveva un figlio (o figlia) ossesso. Vito lo guarì, ma l'imperatore irriconoscente lo fece ugualmente incarcerare e torturare in quanto il fanciullo non aveva voluto rinnegare la sua fede e sacrificare agli dèi romani. Comparvero degli angeli che lo liberarono e trasportarono presso il fiume Sele allora in Lucania, oggi in Campania, dove ormai sfinito dalle torture subite, morirono il 15 giugno 303; non si è riusciti a definire bene l’età di Vito quando morì, alcuni studiosi dicono 12 anni, altri 15 e altri 17. Sulla nostra isola il giovane Santo martire è Patrono del Comune di Forio

PIAZZA SAN PIETRO DIVENTA UN’ARENA SPORTIVA O 22 Kaire

|

14 giugno 2014 www.chiesaischia.it

SPORT

ltre 60 mila persone, tra cui atleti e dirigenti sportivi, hanno partecipato sabato 7 giugno in piazza San Pietro all’incontro con Papa Francesco, in occasione del 70.mo anniversario di fondazione del Centro Sportivo Italiano. Il Santo Padre ha invitato i ragazzi a spendere “la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre”. Ed ha indicato nell’educazione, nello sport e nel lavoro tre strade per arginare vizi come droga ed alcol.

E’ una festa dello sport quella che ha riempito di colori e passioni piazza San Pietro e Via della Conciliazione. Papa Francesco, che ha indicato nella scuola, nello sport e nel lavoro tre strade privilegiate per i giovani, si è rivolto ai ragazzi come un capitano prima di una partita: “Da capitano vi sprono a non chiudervi in difesa, ma a venire in attacco, a giocare insieme la nostra partita, che è quella del Vangelo. Mi raccomando: che tutti giochino, non solo i più bravi, ma tutti, con i pregi e i limiti che ognuno ha, anzi, privilegiando i più svantaggiati, come faceva Gesù”. dare a ciascuno, soprattutto ai meno fortunati, un’opportunità per espriE sempre da “capitano”, il Santo Padre non ha fatto mancare il proprio mersi”. E rivolgendosi ai ragazzi ha aggiunto: “E voi, ragazzi, che provate incoraggiamento: “Vi incoraggio a portare avanti il vostro impegno attra- gioia quando vi viene consegnata la maglietta, segno di appartenenza alla vostra squadra, siete chiamati a comportarvi da veri atleti, degni della maglia che portate. Vi auguro di meritarla ogni giorno, attraverso il vostro impegno e anche la vostra fatica”. Impegno e fatica che permettono di “sentire il gusto, la bellezza del gioco di squadra”: “No all’individualismo!

No a fare il gioco per se stessi. Fare gioco di squadra, di equipe. Appartenere a una società sportiva vuol dire respingere ogni forma di egoismo e di isolamento; è l’occasione per incontrare e stare con gli altri, per aiutarsi a vicenda, per gareggiare nella stima reciproca e crescere nella fraternità”. “Tanti educatori, preti e suore – ha ricordato il Papa - sono partiti anche dallo sport per maturare la loro missione di uomini e di cristiani”: “Io ricordo in particolare una bella figura di sacerdote, padre Lorenzo Massa, che per le strade di Buenos Aires ha raccolto un gruppo di verso lo sport con i ragazzi delle periferie delle città: insieme con i palloni giovani intorno al campo parrocchiale e ha dato vita a quella che poi saper giocare potete dare anche ragioni di speranza e di fiducia”. Lo sport rebbe diventata una squadra di calcio importante”. rimanga un gioco. L’invito di Papa Francesco ai ragazzi è di mettersi in “Lo sport - ha osservato il Pontefice - può diventare uno strumento misgioco, nella vita come nello sport: “Mettervi in gioco nella ricerca del bene, sionario. E’ bello quando in parrocchia c’è il gruppo sportivo, e se non nella Chiesa e nella società, senza paura, con coraggio ed entusiasmo. Met- c’è un gruppo sportivo in parrocchia, manca qualcosa… Ma questo tervi in gioco con gli altri e con Dio; non accontentarsi di un ‘pareggio’ gruppo sportivo deve essere impostato bene, in modo coerente con la comediocre, dare il meglio di sé stessi, spendendo la vita per ciò che davvero munità cristiana; se non è coerente è meglio che non ci sia”. vale e che dura per sempre. Non accontentarsi con queste vite tiepide, Il Papa ha infine chiesto una speciale preghiera: “Vi chiedo di pregare per vite mediocremente pareggiate: no, no! Andare avanti, cercando la vittoria me, perché anche io devo fare il mio gioco che è il vostro gioco, è il gioco sempre!”. Attraverso lo sport si impara anche ad accogliere. Dirigenti e di tutta la Chiesa! Pregate per me perché possa fare questo gioco fino al allenatori – ha detto il Papa – “siano capaci di tenere aperta la porta per giorno che il Signore mi chiamerà a sé”.

Gioventu’ Castellana – Mater Ecclesiae 6 – 5

I casertani si aggiudicano il primo posto e accedono alle fasi interregionali

GIOVENTU’ CASTELLANA: De Cecco, Zappullo S., Orlando (2 gol), Finizio G., Zappullo R., Varricchione (2 gol), Mascera (2 Gol).

All. Mendico MATER ECCLESIAE: Mazzella, Schiano, D’Andrea, Mazzella G.( 1 gol), Buono F. (1 gol), Patalano (2 gol), Marena, Barano (1 gol). All. Buono V.

l’avventura del Mater Ecclesiae nel torneo CSI. Conquistata la finale regionale, i fiaianesi mollano proprio sul più bello e vengono sconfitti in finale regionale fallendo il pass per le fasi interregionali.

Mater Ecclesiae che approccia la gara in ottimo modo andando in vantaggio per tre a uno nel primo quarto d’ora. Sul finire della prima frazione e all’inizio del secondo tempo, black-out Si conclude a testa alta e non senza rammarico, della squadra “mariana” che in cinque minuti

concede cinque reti agli avversari, complici banalissimi erroracci difensivi. Inutile il forcing finale dei fiaianesi che riescono solo a ridurre lo svantaggio. Resta comunque l’ottima stagione dei ragazzi di Mister Buono che portano a casa tre trofei: campioni isolani, campioni provinciali e secondo posto regionale, anche se resta l’amarezza per un obiettivo che era molto vicino e soprattutto alla portata.

14 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

Kaire 23

DIVERTE ANCORA LA GUERRA FRA I SESSI TEMPO LIBERO

CINEMA

C

|

In “Tutta colpa del vulcano” tocca a una coppia di divorziati duellare

| a cura di Paola Della Torre

osa succede se una coppia di divorziati, che non è rimasta in buoni rapporti, anzi si detesta ferocemente, si ritrova bloccata in aeroporto, impossibilitata a raggiungere la Grecia dove la figlia sta per sposarsi? “Tutta colpa del vulcano”, il nuovo film interpretato dall’autore del film di successo “Giù al Nord”, Dany Boon, parte da questo presupposto per sviluppare una divertente commedia in cui lo scontro tra sessi è l’ingrediente principale.

I protagonisti, non potendo prendere più l’aereo a causa di un blocco dei voli per l’eruzione di un vulcano, si trovano a compiere insieme un viaggio lungo più di 2000 km. Sarà un tragitto molto complicato: l’odio reciproco che sembrano nutrire l’uno verso l’altro causerà, infatti, tantissimi (ma anche divertentissimi) incidenti e problemi. Anche se alla fine tornerà la complicità e chissà, forse, anche l’amore.

Le schermaglie amorose caratterizzano tanto cinema americano e non solo. E la lotta tra sessi è stata al centro di numerose commedie di successo. Indimenticabili Spencer Tracy e Katherine Hepburn. Innamorati anche nella vita, sullo schermo hanno interpretato spesso marito e moglie litigiosi ma che, infondo si amano alla follia. Come ne “La costola di Adamo”, dove sono due avvocati impegnati nello stesso processo: uno come pubblico ministero, l’altra come avvocato difensore.

Anche Doris Day e Rock Hudson hanno a lungo prestato il volto a coppie litigarelle. In “Non mandarmi fiori”, per esempio, Hudson è un marito ipocondriaco che pensa di avere un male incurabile e vuole trovare un secondo coniuge per la moglie. Con conseguenze tragi-comiche.

Nel cinema italiano Gina Lollobrigida è stata la combattiva “bersagliera” di “Pane amore e fantasia” e del successivo “Pane amore e gelosia” che duetta con Vittorio De Sica, maresciallo donnaiolo inviato a lavorare in una piccola cittadina del Sud. Giovani, belli, innamorati, ma sempre pronti a schermaglie amorose e ripicche sono i protagonisti di “Poveri ma belli” Marisa Allasio e Renato Salvatori, che si muovono in una Roma popolare alle soglie del boom eco-

Q

nomico.

In tempi più recenti, Kathleen Turner e Michael Douglas sono stati una coppia che più scoppiata non si può. “La guerra dei Roses”, infatti, racconta la storia di due yuppies che divorziano. La battaglia per la spartizione dell'appartamento è all'ultimo sangue. Commedia nerissima e crudele, che però fa molto ridere, grazie anche al comprimario di lusso Danny De Vito, che è anche il regista del film.

E a darsela di santa ragione, oggi, per poi riappacificarsi è anche una delle coppie più invidiate del cinema hollywoodiano di oggi. Brad Pitt ed Angelina Jolie in “Mr e Mrs Smith” scoprono di essere, oltre che moglie e marito, due agenti segreti, appartenenti ad organizzazioni rivali. Eppure nella vita Brad ed Angelina sono affiatatissimi: con una famiglia che conta 6 figli (tre naturali e tre adottati), sempre in prima linea per l’impegno umanitario e, recentemente, uniti più che mai nel sostenere la lotta coraggiosa della Jolie nella prevenzione del cancro al seno.

Oggi anche il cinema francese ci offe una sua spumeggiante versione di questo interminabile e divertentissimo scontro fra sessi, in cui maschile e femminile si fronteggiano a colpi di battute e dispetti, ma dove alla fine è sempre il sentimento a trionfare.

MISSIONE È COMUNICAZIONE. LE REGOLE DEL GIOCO LIBRI E CULTURA

uesto libro, scaturito dalla grande esperienza dell'autore, sottolinea l'importanza in ambito missionario ed ecclesiale di una comunicazione intesa non più solo come strumentale. Occorre riappropriarsi della propria capacità di giudizio, per restituire dignità alla conoscenza e per poter dire chi siamo e che cosa vogliamo in relazione alle vicende di un mondo soggetto a repentini cambiamenti. Se non sappiamo comunicare la Parola, parafrasando papa Francesco, come pensiamo di uscire dalle sacrestie, di scendere nell’agorà, di avventurarci nelle periferie?

GIULIO ALBANESE, comboniano, ha diretto il New People Media Centre di Nairobi e fondato la Missionary Service News Agency. Attualmente collabora con varie testate giornalistiche per i temi legati all’Africa e al Sud del mondo tra cui «Avvenire» e il Giornale Radio Rai. Dal 2007

insegna giornalismo missionario presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e dirige le riviste missionarie delle Pontificie Opere Missionarie Italiane. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo: Missione XL. Per un Vangelo senza confini (EMP 2012); Cliccate e troverete (con S. Pillon, Infinito edizioni 2011); Ma io che c’entro? Il bene comune in tempi di crisi (EMP 2009); Hic suntleones (Paoline 2006); Soldatini di piombo (Feltrinelli 2005).

Edizioni Messaggero Padova Pagine: 136 Prezzo: € 12,00

-B $PPQFSBUJWB "SLÍ Í QSPNPUSJDF TVMM JTPMB E *TDIJB EJ VO OVPWP TFSWJ[JP FE VOB OVPWB àHVSB QSPGFTTJPOBMF MB 5BHFTNVUUFS VOB àHVSB QSPGFTTJPOBMF BEFHVBUBNFOUF GPSNBUB DIF GPSOJTDF FEVDB[JPOF F DVSB B VOP P QJÜ CBNCJOJ EJ BMUSJ QSFTTP JM QSPQSJP EPNJDJMJP 6O NPEFMMP HJÆ NPMUP EJGGVTP JO &VSPQB *M TFSWJ[JP PGGSF RVJOEJ BDDPHMJFO[B F DVSB EJ CBNCJOJ JO VO BNCJFOUF GBNJMJBSF VOB àHVSB EJ SJGFSJNFOUP TUBCJMF QFS JM CBNCJOP F MB TVB GBNJHMJB M JOTFSJNFOUP JO VO QJDDPMP HSVQQP MB QFSTPOBMJUÆ EFM TFSWJ[JP TVMMB CBTF EFMM FGGFUUJWB FTJHFO[B EFMMF GBNJHMJF -B 5BHFTNVUUFS Í TFNQSF TVQQPSUBUB OFM MBWPSP EB VO FOUF HFTUPSF DIF TJ PDDVQB EJ UVUUF MF JODPNCFO[F BNNJOJTUSBUJWF F HFTUJPOBMJ EJ SFMB[JPOBSTJ DPTUBOUFNFOUF DPO J HFOJUPSJ HBSBOUFOEP VO BNCJFOUF TJDVSP F DPTUBOUFNFOUF NPOJUPSBUP OFHMJ TUBOEBSE EJ RVBMJUÆ F TJDVSF[[B

7VPJ SJFOUSBSF OFM NPOEP EFM MBWPSP P TFJ BMMB SJDFSDB EJ VO OVPWP MBWPSP F UJ QJBDFSFCCF PDDVQBSUJ EFJ CBNCJOJ )BJ CJTPHOP EJ VOB TPMV[JPOF QFS DPODJMJBSF MBWPSP F GBNJHMJB 7PSSFTUJ MBWPSBSF JO DBTB QFS SFTUBSF WJDJOP BJ UVPJ àHMJ 7VPJ FTTFSF JNQSFOEJUSJDF EJ UF TUFTTB F EFM UVP UFNQP

1BSUFDJQB BM $PSTP EJ 5BHFTNVUUFS $PPQFSBUJWB 4PDJBMF "SLÍ POMVT JO DPMMBCPSB[JPOF DPO M "TTPDJB[JPOF /B[JPOBMF %0.64 XXX UBHFTNVUUFSJTDIJB JU GBDFCPPL DPN UBHFTNVUUFSJTDIJB & NBJM JOGP!UBHFTNVUUFSJTDIJB JU 5FM m /VNFSP 7FSEF