Kaire 25

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia www.chiesaischia.it

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IN PRIMO PIANO Cosa si nasconde dietro la strage di Motta Visconti e l'omicidio di Yara

kaire@chiesaischia.it

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LA VOCE DI PIETRO La messa solenne con la comunità di San Vito

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CARITAS DIOCESANA I primi dati sul sostegno alla famiglia De Luciano

L’Editoriale

RAI: 5 SPOT DI SCOMMESSE IN 5 MINUTI Durante i mondiali di calcio la Rai ha lasciato ampio spazio alle pubblicità sul gioco d’azzardo. Un bombardamento mediatico passivo, senza protezioni, psicologicamente devastante e persuasivo. Soprattutto per i giovani, o peggio ancora per i minorenni. «Ho seguito la partita Italia-Inghilterra su Rai 1 e con dispiacere ho constatato che le pause pubblicitarie che hanno preceduto l’inizio della partita sono state occupate in maniera notevole, da spot relativi a scommesse sportive».

Il giovane deputato di Genova, Lorenzo Basso, portavoce del gruppo interparlamentare contro l’azzardo, ha iniziato così una lettera aperta al presidente del Consiglio Renzi, del Senato Grasso e della Camera Boldrini. C’è bisogno di una mobilitazione popolare su facebook e twitter, per bloccare questa pubblicità ‘contro producente’ per la salute dei cittadini, così come quella delle decine di Slot Mob ormai avvenuti in diverse piazze d’Italia. «Lo trovo particolarmente grave, se non scandaloso – ha affermato l’economista Luigino Bruni - È un segnale che ormai buone fette del nostro sistema economicosociale è in mano ai mercanti di azzardo». E Marco Tarquinio, direttore Avvenire aggiunge: «Siamo colpevolmente giunti a livelli di perniciosa “infestazione” di messaggi tesi a incentivare l’azzardo in tutte le sue forme. Serve una norma che blocchi la propaganda di scommesse e affini». Possibile che il servizio pubblico debba svendersi per l’azzardo? di Lorenzo Russo

Kaire ANNO 1 | NUMERO 25

€ 1,00

21 giugno 2014

BENVENUTI

Don Gianfranco e Don Marco SCUOLA

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Intervista al dirigente scolastico M.Rosaria Mazzella sulla scuola intesa come bene comune

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PASTORALE TURSIMO

Volge al termine il primo anno del corso di formazione del turismo religioso

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CORPUS DOMINI

La processione di Gesù nelle nostre strade

CINEMA

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Al via la 12a edizione dell’Ischia Film Festival

Kaire IL FIATO DEL DEMONIO E LA NOSTRA LIBERTÀ 2

21 giugno 2014 www.chiesaischia.it

| IN PRIMO PIANO

La strage di Motta Visconti e l'omicidio di Yara

C

| a cura di Marina Corradi

ome poteva Carlo Lissi guardare la partita, mentre a casa la moglie e i suoi due bambini giacevano nel sangue? Nello stesso giorno in cui viene fermato l’assassino di Yara Gambirasio. Anche a Brembate a uccidere è stato un padre di famiglia, così come a Motta Visconti. C’è come il filo di una sostanza fredda, che percorre quest’ultima tragedia di provincia.

Fra esseri umani, normalmente, ci capiamo: possiamo arrivare a capire chi ruba, e perfino forse chi uccide, per vendetta, o per soldi. Ma uccidere due figli piccoli nel sonno, quando sono abbandonati e innocenti come agnelli, no, questo non riusciamo proprio a capirlo. Follia? Eppure perfino la scelta della sera della partita, con il suo baccano, sembra lucidamente pensata. Ecco quel filo – freddo, calmo. Se non follia, allora che cosa? Il diavolo, probabilmente, dice infine qualcuno; con imbarazzo, perché di quella parola un po’ ci vergogniamo come fosse, il diavolo, una favola per bambini. Il diavolo, probabilmente, annuisce allora un altro; non sapendo, non potendo spiegare altrimenti quel gioire per l’Italia, con negli occhi la festa della morte, là a casa.

Il diavolo: ma non lo diciamo forse con sgomento, eppure con una punta di sollievo? Così come nei delitti nei paesi la reazione istintiva degli abitanti è affermare che è stato qualcuno che veniva da fuori, così anche fra noi l’evocare

il diavolo potrebbe in qualche modo sgravare la tragedia della sua umana drammaticità. Perché insomma, se quel padre sabato scorso, o quell’altro, in una notte di novembre, avevano il diavolo nel cuore, non erano in quel momento proprio uomini come noi: erano portati via come rami in una piena, erano trascinati da qualcosa di più grande e terribile di loro. Ma quel demonio che Papa Francesco nomina spesso e apertamente, passa attraverso la libertà degli uomini. Il padre di Motta Visconti ha spiegato la

sua 'logica': la moglie e i figli, ha detto, gli erano ormai d’ostacolo, innamorato come era di un’al-

tra. Ostacolo, quei figli amati fino a non molto tempo fa. Che accecamento. In una tragedia come quella di Motta Visconti si vede di cosa può essere capace, se lo si asseconda, il nemico.

Noi abitualmente non lo nominiamo; eppure lui lavora, tarla, disfa.

Quando fu, dunque, l’attimo in cui quel padre di tre figli si incapricciò di Yara, una bambina? E quando, quanto tempo fa è stato, in una villetta del Pavese, l’istante in cui una moglie e due figli, d’improvviso, sono apparsi «ostacolo»? La frazione di secondo in cui un uomo spalanca il cuore all’antico nemico. Poi, il resto, è assurdo come l’incubo di un ubriaco. fosse veramente accaduto.

L’AMORE GENERA SEMPRE E SOLO AMORE | a cura di Francesco Schiano

128 donne tra i 15 e gli 89 anni sono state uccise in Italia tra le mura domestiche nel 2013, nella maggior parte dei casi proprio dalle mani degli uomini che pure un giorno, avevano promesso di “amarle e onorarle tutti i giorni della loro vita”.Penso in modo particolare alla vicenda di Motta Visconti che lascia allibiti per quell’efferatezza, usata da Carlo Lissi nello “sbarazzarsi” della propria famiglia. La follia più totale ha investito la vita di quello che tutti definivano “un bravo ragazzo”, capace di comportarsi anche dopo la strage con una normalità da far paura e che metterebbe i brividi anche al più cinico degli uomini della terra.

La risposta sta forse nel fatto che Dio ci ha creati “a sua immagine e somiglianza” ma sempre più noi stiamo cancellando con le nostre gesta le meravigliose sembianze del nostro Creatore. Diceva Papa Benedetto XVI che “quando si falsa il rapporto con Dio, mettendosi al suo posto, tutti gli altri rapporti vengono alterati. Allora l’altro diventa un rivale, una mi-

Kaire

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naccia: così l’invidia e l’odio verso l’altro entrano nel cuore dell’uomo” “Perché? Carlo, Perché?” E’ stato questo l’ultimo disperato grido di dolore di Cristina davanti a quella violenza inaudita. Eppure Carlo non si è fermato lì ma con la medesima rabbia ha fatto fuori i suoi figli.

L’uomo di oggi sta deturpando quanto Dio aveva posto di buono nel suo cuore e ancora una volta il Creatore assiste alla degenerazione della sua creatura ma la violenza non è mai generata dall’Amore: l’Amore genera solo Amore; l’uomo ha però tra le mani la possibilità di costruire il suo destino di felicità scegliendo sempre più spesso l’odio che acceca.

Nel giorno del matrimonio, Dio ci consegna e mette nelle nostre povere mani l’altro/l’altra: un tesoro prezioso da custodire e rispettare come Suo dono. E l’Amore, se vero e autentico, resta l’unica strada per la gioia perfetta, l’unico modo per riaccendere quella scintilla della Sua presenza nel nostro cuore.

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Kaire 3 VITO, UN AMORE CHE SI DONA FINO ALLA MORTE! P 21 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

| a cura di Francesco Schiano

LA VOCE DI PIETRO

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er Forio il 15 giugno non è un giorno qualunque ma è il giorno della nascita al Cielo del Santo Patrono, il giovane martire Vito: è un giorno di festa!

Anche quest’anno alle ore 11.00, nella Solennità della Ss.Trinità che si celebra la Domenica dopo Pentecoste, mons. Vescovo presiede la S.Messa solenne. Nella Basilica, nei dintorni, nel paese tutto c’è clima di gioia e di devozione, di riconoscenza e speranza verso il Santo Patrono. La Banda musicale intona le note del “Cristus Vincit”, la gente porta ai piedi del Santo grappoli d’uva come segno e richiesta di una rinnovata benedizione sulle viti e i suoi frutti. Ad accogliere mons. Vescovo ci sono il Sindaco di Forio dott. Francesco Del Deo e i Sindaci (o i loro rappresentanti) dell’Isola d’Ischia, le autorità civili e militari, il Parroco mons. Regine e gli altri religiosi, insieme alla Comunità di San Vito. La corale intona l’“Ecce Sacerdos Magnum” e prima dell’inizio della Celebrazione come da tradizione viene eseguito l’Inno in onore del Santo Patrono.

come la partecipazione all’Eucarestia ci immerga già pienamente in questo dono d’amore che è la Trinità: “quando partecipiamo all’Eucarestia, noi facciamo esperienza della Trinità, anzi la Trinità scende in mezzo a noi, si fa presente, e si realizza quella Comunione profonda con il Signore che siamo chiamati a sperimentare. I Santi sono quelli che hanno vissuto e gustato la bellezza di questo Amore, e per l’Amore si può esperienza dell’Amore di Dio, vogliamo chiedere anche morire; San Vito, davanti a questo Amore anche che a tutti loro sia data la possibilità di viche lui aveva conosciuto e sperimentato, ha do- vere una vita dignitosa, e penso in questo momento a tutti i giovani senza lavoro, a quanti vivono situazioni di disagio, a quelli che sono segnati nelle loro famiglie da ferite, a quanti fanno già esperienza di “una vita in salita”, perché sappiamo amarli, aiutarli e sappiamo indicare loro che c’è una via, che Dio ci ha conquistata nel Suo Figlio Gesù, che si è consegnato perché noi avessimo la Vita Eterna” All’offertorio la Comunità offre il pane, il vino e i frutti della fatica di ogni giorno; il Signore si ridona ancora una volta come cibo e bevanda di salvezza, San Vito dalla Gloria del Cielo benedice i suoi figli e continua a tracciare per loro la strada della Vita vera!

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano

Mons. Lagnese all’inizio della S.Messa compie il rito dell’aspersione con l’acqua benedetta e al termine della proclamazione della Parola di Dio tiene la sua omelia in cui mette in stretta correlazione il mistero d’amore della Trinità con il Sacrificio di Vito e dei martiri, il Sacrificio di una vita donata per questo Amore.

“Proprio nel celebrare il mistero della Ss.Trinità noi comprendiamo meglio quello che è il progetto di Dio su di noi, capiamo perché Dio si è rivelato gradualmente fino ad arrivare alla pienezza dei tempi inviando il suo Figlio Gesù; e tutto questo perché anche noi vivessimo la Sua stessa vita. ‘Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Suo Figlio Unigenito’: Dio ci ha tanto amati, ti ha tanto amato, mi ha tanto amato da dare il Suo Figlio, perché noi potessimo avere la Vita Eterna, e cos’è la Vita Eterna se non partecipare sin d’ora alla Vita stessa di Dio?”.

Mons. Lagnese ha proseguito sottolineando

nato la Sua vita, consegnandola nelle mani del Signore, che gli aveva rapito il cuore: chi sperimenta la Vita Eterna non ha paura della morte perché già vive un’esiAGENDA DEL VESCOVO stenza da Risorto, un’esistenza di DAL 22 AL 29 GIUGNO Cielo”. L’ultimo pensiero è rivolto Sabato 28 giugno ai giovani, in modo particolare Dal 22 al 26 giugno Udienze quelli che sono immersi in una vita Esercizi Spirituali con i diaconi stanca e buia e lontana dall’Amore in vista dell’ordinazione presbiteDomenica 29 giugno di Dio: “Dio ha mandato il suo Fi- rale Solennità dei Santi Pietro e glio per donarci la Vita Eterna, ma Paolo quante persone “morte” ci sono! Venerdì 27 giugno Solennità del Sacro Cuore di Ore 10.30 – Chiesa di San Pietro Quanti giovani sono già stanchi, – Ischia vivono una vecchiaia precoce e Gesù sentono nel loro cuore tanta stan- Ore 19.30 Piazzale delle Alghe – Celebrazione della Santa Messa chezza e delusione! Vogliamo pre- Ischia Ponte Ordinazione Pregare invocando l’intercessione del sbiterale di don Gianfranco Del Neso e di don Marco D’Orio giovane Vito su tutti i nostri giovani, e in modo particolare su quanti non hanno ancora fatto

Kaire UN POPOLO, COSÌ DIO HA CREATO E VEDE L A CHIESA E 4

| a cura di Radio Vaticana

| SEGUIAMO FRANCESCO

Il progetto di Dio è quello di formare un popolo che porti la sua benedizione a tutti i popoli della terra. Lo ha detto Papa Francesco all’udienza generale di mercoledì 18 giugno, che inaugura un ciclo di catechesi sulla Chiesa. La settimana precedente si è infatti conclusa la serie di catechesi sui sette doni dello Spirto Santo.

’ Abramo, a cui Dio chiede di lasciare la sua patria e di andare verso un’altra terra, la figura da cui Papa Francesco inizia la sua riflessione sulla Chiesa. La Chiesa, spiega infatti, "non è un’istituzione finalizzata a se stessa, o una Ong. La Chiesa non va ristretta al clero o al Vaticano". “La Chiesa siamo tutti”, dice Papa Francesco ricordando anche che “non è nata in un laboratorio”, né improvvisamente. “E’ fondata da Gesù ma è un popolo con una storia lunga alle spalle”: “Il primo dato importante è proprio questo: cominciando da Abramo Dio forma un popolo perché porti la sua benedizione a tutte le famiglie della terra. E all’interno di questo popolo nasce Gesù. E’ Dio che fa questo popolo, questa storia, la Chiesa in cammino, e lì nasce Gesù, in questo popolo”.

Dio chiama Abramo, non da solo, ma con la sua famiglia e una volta che questi è in cammino lo ricolma della sua benedizione promettendogli una discendenza numerosa come le stelle del cielo e la sabbia che è sulla riva del mare. Ma, fa notare il Papa, in questo caso si assiste a qualcosa di inaudito: non è l’uomo a rivolgersi alla divinità, ma è Dio stesso "a prendere l’iniziativa" verso Abramo “e gli dice: vai avanti, vattene dalla tua terra, incomincia a camminare e io farò dite un grande popolo”. E’, dunque, possibile avere una conversazione con Dio e questo si chiama preghiera: “Così Dio forma un popolo con tutti coloro che ascoltano la sua Parola e che si mettono in cammino, fidandosi di Lui. Questa è l’unica condizione: fidarsi di Dio. Se tu ti fidi di Dio, lo ascolti e ti metti in cammino, questo è fare Chiesa. Questo è fare la Chiesa. L’amore di Dio precede tutto. Dio sempre è primo, arriva prima di noi, Lui ci precede”.

21 giugnoo 2014 www.chiesaischia.it

Il Papa sottolinea dunque che “questo si chiama amore perché Dio ci aspetta sempre”: “‘Ma, padre, io non credo questo, perché se lei sapesse, padre, la mia vita, è stata tanto brutta, come posso pensare che Dio mi aspetta?’. Dio ti aspetta. E se sei stato un peccatore grosso ti aspetta di più e ti aspetta con tanto amore, perché Lui è primo. E’ questa la bellezza della Chiesa, che ci porta a questo Dio che ci aspetta!”.

Abramo, dunque, si mette in cammino senza sapere dove questo Dio che gli ha parlato voglia condurlo. “Non aveva un libro di teologia per studiare cosa fosse questo Dio”, afferma il Pontefice, ma “si fida dell’amore” di Dio. C’è, però, sempre la tentazione di risolvere le cose a proprio modo: i peccati “segnano il cammino del popolo lungo tutta la storia della salvezza”, “storia – rileva il Papa – della fedeltà di Dio e dell’infedeltà del popolo”. Dio, però, ha pazienza e “nel tempo continua a educare e a formare il suo popolo, come un padre con il proprio figlio”. Il Papa sottolinea, dunque, come anche noi, “pur nel nostro proposito di seguire il Signore Gesù, facciamo esperienza ogni giorno” “della durezza del nostro cuore”. Quando però “ci riconosciamo peccatori”, Dio ci perdona sempre. Quello che, infatti, “ci fa crescere”, come Chiesa, "non sono i nostri meriti", ma è "l’esperienza quotidiana di quanto il Signore ci vuole bene": “Essere Chiesa è sentirsi nelle mani di Dio, che è Padre e ci ama, ci carezza, ci aspetta, ci fa sentire la sua tenerezza. E questo è molto bello!”

Il progetto di Dio è, quindi, di “formare un popolo benedetto dal suo amore e che porti la sua benedizione a tutti i popoli della terra”. Un progetto che ha avuto il suo compimento in Cristo e che Dio continua a realizzare nella Chiesa. Il Papa esorta, dunque, a essere pronti, ogni giorno, a partire come Abramo verso "la nostra vera patria" e diventare così “segno dell’amore di Dio”: “A me piace pensare che un sinonimo, un altro nome che possiamo avere noi cristiani sarebbe questo: siamo uomini e donne, siamo gente che benedice. Il cristiano con la sua vita deve benedire sempre, benedire Dio e benedire tutti. Noi cristiani siamo gente che benedice, che sa benedire. E’ una bella vocazione questa!”. Prima della catechesi, il Papa ha mostrato proprio questa attitudine ricca di benedizione e amore salutando e intrattenendosi con bambini, anziani e disabili in Aula Paolo VI. "Pregate perchè non piova", ha detto loro, pensando alle gente convenuta in Piazza San Pietro e ha anche chiesto loro preghiere per lui.

LA CARITAS PER LA FAMIGLIA DE LUCIANO M 21 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

| a cura di Giuseppe Galano

artedì 17 giugno nei locali sottostanti la Chiesa parrocchiale di Fiaiano si è svolto un incontro tra la Caritas Diocesana, rappresentata dal suo direttore Don Gioacchino Castaldi, ed i membri delle varie associazioni laicali presenti sul territorio isolano, nel segno della solidarietà per dare un aiuto concreto alla famiglia De Luciano di cui la propria casa è stata distrutta da un incendio lo scorso 31 maggio. Lo scopo dell’evento è stato quello di mettere insieme quante più forze possibili per soddisfare il desiderio di Pino e famiglia di essere aiutati. La Caritas Diocesana è intervenuta immediatamente grazie all’opera dell’instancabile Don Gioacchino e subito è stata messa in atto una vera e propria gara di solidarietà. Il Vescovo Pietro, informato subito dell’accaduto, si è attivato tempestivamente alla ricerca di una sistemazione dignitosa per i De Luciano mettendo a disposizione a titolo gratuito la casa canonica della Parrocchia di Maria Santissima di Montevergine in San Francesco di Paola a Forio, con l’aiuto del parroco Don Beato Scotti. Tutta l’isola ha contribuito a fare in modo che la famiglia si sentisse meno sola procurando beni di prima necessità tra cui indumenti, alimenti e tanto altro ancora. Il loro desiderio più grande resta quello di poter avere un tetto dove poter ritornare a vivere insieme. I membri della Consulta delle aggregazioni laicali isolane presenti all’incontro hanno formulato idee con lo scopo di avviare una serie di raccolte di fondi. Don Gioacchino ci parla di possibili iniziative da mettere in atto sul territorio di Lacco Ameno, dove lui è Parroco, in modo da poter coinvolgere non solo la popolazione locale ma anche i tanti turisti che affollano il comune durante l’estate. Egli

CARITAS DIOCESANA

pensa alla possibilità di istituire mercatini parrocchiali, di organizzare eventi sportivi e tanto altro ancora.

I comitati organizzativi delle feste di Sant’Anna e Madonna Assunta di Lacco Ameno devolveranno l’intero ricavato delle offerte per questo scopo. Le idee non mancano e vi è tanta voglia di metterle in pratica. La Caritas Diocesana è una realtà viva, sempre accanto ai più bisognosi, una realtà insostituibile che spesso va a colmare i tanti vuoti dovuti all’assenza di politiche sociali adeguate.

La politica è poco presente per cui la Caritas deve intervenire per soddisfare le tante necessità dettate dai nostri tempi, caratterizzati da uno stato di profonda crisi economica e sociale. A conclusione dell’incontro, un collaboratore di Don Gioacchino, Salvatore Federico, propone di istituire una Notte Bianca che coinvolga le Chiese presenti sul territorio ischitano, un’iniziativa che possa ospitare eventi, musica ed intrattenimenti vari in modo da poter realizzare una raccolta fondi. Questo potrebbe essere un duplice servizio, un aiuto alla famiglia De Luciano ed una sorte di Evangelizzazione all’unità, un’attrattiva per quanti sono lontani dalla Chiesa. Le idee sono tante, la voglia di solidarietà è coinvolgente, occorre essere uniti e compatti nel perseguire lo scopo che ci si è prefissati, ossia rivedere Pino, Anna ed i loro figli di nuovo felici nella propria casa quanto prima possibile.

Presenti all’incontro i rappresentanti di: Ordine

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Francescano Secolare, Azione Cattolica, Unitalsi, Discepoli ed Apostoli dello Spirito, Azione Cattolica, Pastorale Familiare, Congreghe, Laici Betlemiti, Cammino Neocatecumenale, Nuovi Orizzonti, Movimento dei Focolari, Comunione e Liberazione, Cooperative Arkè e Asat Ischia, Forum terzo settore di Ischia e Procida, Associazione Isole d’Amore.

Kaire LA SCUOLA “BENE COMUNE” 6

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SCUOLA E EDUCAZIONE

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sumistiche e falsi bisogni, ha bisogno di una scuola partecipata e vissuta come ‘luogo morale’ di cambiamento In ogni caso, spetta anche alla scuola abdicare all’autoreferenzialità, interagendo con la più vasta comunità

Dott. Mazzella, possiamo dire che la scuola oggi è considerata un bene comune?

La scuola è un luogo irrinunciabile per la formazione umana e sociale dei futuri cittadini: in tal senso, può e deve essere considerata bene comune. Non sempre, tuttavia, gli investimenti politici fatti sulla scuola le hanno restituito tale valore che, di contro, oggi si rivela fondamentale. E’ innegabile, infatti, che una società disorientante e disorientata come la nostra, ove sempre più spesso dominano logiche effimere e generative di mode con-

sociale e civica. E ciò, soprattutto per cogliere i bisogni impliciti ed impliciti del contesto in cui si trova ad operare, diventando risorsa ‘centrale’ e agente di sviluppo e di integrazione sociale.

In quanto agenzia educativa, la scuola è in grado di sollecitare l’intelligenza e la curiosità dei ragazzi?

I documenti nazionali ed internazionali

21 giugno 2014 www.chiesaischia.it

Intervista alla dirigente scolastica del Circolo didattico di Barano e da quest’anno, reggente delle Scuole Medie di Barano, dottoressa Maria Rosaria Mazzella

| a cura di Filomena Sogliuzzo

’economista Luigino Bruni, dalla sua pagina facebook, ha lanciato l’idea di ripensare la scuola come “ bene comune” su cui tutti dobbiamo investire.

Bruni si chiede se, viste le nuove esigenze della famiglia in cui entrambi i coniugi lavorano anche in estate, ed il dispendio economico cui sono sottoposti per assicurare ai propri figli un luogo “sicuro” nei tre mesi di vacanze scolastiche, non sarebbe opportuno pensare un nuovo modello di scuola che estenda l’accoglienza degli studenti anche ai mesi estivi.

L’idea ci è sembrata interessante e propositiva, perciò vogliamo parlarne con la dott.

Maria Rosaria Mazzella, che da anni si occupa con grande competenza, dell’universo scuola.

hanno ridisegnato la scuola come ambiente educativo di apprendimento idoneo a generare un graduale e reciproco rafforzamento tra crescita individuale e comune, coltivando insieme l’ ‘io’ e il ‘noi’. Più precisamente, viene valorizzato il valore formativo delle discipline, non più intese come contenitori di nozioni, quanto piuttosto come punti di vista dai quali osservare e comprendere la realtà.

Per conseguenza, sono stati introdotti metodi innovativi e tali da stimolare l’intelligenza e la curiosità dei ragazzi, fino a renderli costruzionisti del proprio sapere. E’ una buona scuola, dunque, quella che riesce a integrare i saperi disciplinari con quelli nascosti nei ‘segni’della cultura locale, a tutto vantaggio di apprendimenti più fruibili e basati non solo sul sapere, ma anche sul saper fare e sul saper essere. Del resto, non può esserci più consenso per un addestramento contenutistico, in considerazione dei rapidi processi di obsolescenza del sapere:occorre ‘insegnare ad apprendere’, per fare in modo che i ragazzi maturino competenze e diventino consapevoli del fatto che il sapere non è possesso ma, come diceva Popper, è ricerca continua. E questo, naturalmente, vale anche per i docenti, ai quali viene richiesta una formazione in progress per adeguarsi alla sfida dei tempi presenti, prediligendo metodologie attive, euristiche e ambienti multimediali più stimolanti in cui svolgere le attività.

21 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

Nella realizzazione dell’idea lanciata da L. Bruni, potrebbe la scuola lavorare in sinergìa con le associazioni di volontariato?

A mio avviso la proposta restituisce valore e senso a quell’idea di scuola alla quale mi riferivo precedentemente: una scuola non autoreferenziale, ma autenticamente posta al servizio degli alunni e della comunità. Nella scuola in cui opero, ormai da un decennio abbiamo accolto questa sfida, puntando la prua verso la consapevolizzazione pedagogica del territorio: la collaborazione con Università ed esperti accreditati, i protocolli d’intesa e gli accordi di programma stipulati anche con associazioni del privato sociale ci hanno consentito di realizzare iniziative formative di qualità, nel segno di un sistema formativo autenticamente integrato.

Chiaramente rimane fondamentale la capacità da parte della scuola di saper selezionare criticamente le proposte che provengono dall’extrascuola, privilegiando solo quelle significativamente formative Quanto peso educativo e quanto risparmio di fondi pubblici, avrebbe la partecipazione del “terzo settore” In tempi di crisi questo ‘patto di reciprocità’ tra scuola e territorio consentirebbe di rea-

SCUOLA E EDUCAZIONE del personale, la riduzione degli orari di funzionamento e la notevole riduzione di fondi che la scuola ha subito negli ultimi anni non consentono, di fatto, di assicurare quel ventaglio di attività di arricchimento/amplia-

“Una scuola non deve essere autoreferenziale, ma al servizio degli alunni e della comunità”

mento dell’offerta formativa che l’Autonomia Scolastica aveva previsto.

Cosa le piacerebbe proporre per l’integrazione della disabilità in un’eventuale programma?

Io prediligerei laboratori espressivo-creative tali da dar voce a tutti i canali della comunicazione (sculture e scritture creative, pittura, murales, musicoterapia, giochi psico-sociomotori,ecc.). Naturalmente il lavoro dovrebbe essere di squadra, nel senso che i gruppi dovrebbero essere composti da alunni con disabilità e normodotati: il primo passo per l’autentica integrazione dei soggetti più deboli è dato dall’ accoglienza e dall’etica della cura da parte del gruppo. L’ottica del cooperative learning si rivela fondamentale per “Nella mia scuola, i genitori vivere la diversità come valore ‘praticato’ e hanno costituito il Comitato ricchezza interiore. dei ‘Genitori creAttivi’ per Le nostre strutture scolastiche di quali collaborare alla manutenzione adeguamenti necessiterebbero per ridei locali scolastici: quest’idea spondere alle eventuali nuove esigenze?

Le nostre strutture, purtroppo, sono state si è rivelata vincente” spesso pensate per una scuola più tradizionale: mi auguro, pertanto, che gli annunciati investimenti da parte del governo rendano possibile l’ammodernamento degli ambienti, lizzare più adeguatamente il Piano dell’of- con la strutturazione di aule-laboratori e ferta formativa proposto dalle scuole: i tagli spazi interni/esterni a misura di ragazzi.

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Le chiediamo una considerazione conclusiva, ancorata al nostro territorio ischitano, su quanto afferma L. Bruni, “sono maturi i tempi per attuare o almeno rendere percorribile un progetto di questo genere? Secondo lei, quali potrebbero essere gli ostacoli maggiori?

Per il senso di quanto fin qui espresso, direi proprio che i tempi son maturi! Uno degli ostacoli potrebbe essere l’apertura pomeridiana delle sedi scolastiche, a fronte della riduzione dei Collaboratori scolastici che, di fatto, impedirebbe adeguate turnazioni, di contro prevedendo il pagamento di ore di lavoro straordinario: anche questa ipotesi, stante la riduzione dei fondi, sarebbe quasi impossibile. Per esperienza posso dire, tuttavia, che il problema potrebbe essere risolto concedendo in uso i locali alle Associazioni e coinvolgendo gruppi di genitori volontari

per la custodia dei locali. Nella mia scuola, ad esempio, i genitori hanno costituito il Comitato dei ‘Genitori creAttivi’ per collaborare alla manutenzione dei locali scolastici (attinta tura aule, donazioni. ecc) e per vivere con i propri figli laboratori misti (genitori e alunni): quest’idea si è rivelata vincente anche per una genitorialità più partecipata e consapevole. Inoltre, esistono sull’isola già alcune esperienze svolte con Associazioni del privato sociale. In buona sintesi, a prescindere dai momenti di crisi che stiamo vivendo, non bisogna dimenticare quel motto che don Lorenzo Milani aveva scritto col gesso sulla porta della scuola di Barbiana: I CARE, mi sta a cuore..mi prendo cura di…E questo si può fare anche con le strutture disponibili!

L’educazione, in fondo, è l’arte di ciò che sembra impossibile ed è responsabilità di tutti noi dar voce a questo ‘nuovo umanesimo’che restituisca all’educazione il valore di premessa e programma per un futuro realmente orientato al bene comune.

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Kaire PREVENIRE IL DIABETE |

21 giugno 2014 www.chiesaischia.it

SALUTE

a giornata per la prevenzione del diabete, che si è svolta il 1 giugno c. m. a Forio, ha riscosso un enorme successo, con grande soddisfazione non solo per coloro che si sono sottoposti allo screening ma anche per tutti i collaboratori che, con grande spirito collaborativo, si sono impegnati dalle ore 9:00 alle ore 14:00, affinché tutto riuscisse nel migliore dei modi.

Anche questa volta abbiamo riscontrato in 30 soggetti, 16 uomini e 14 donne non diabetici dichiarati, valori glicemici alti tali da consigliare con urgenza una visita diabetologica specialistica, a garanzia della certezza della diagnosi e per evitare così drammatiche conseguenze in futuro.

La FAND, Associazione Italiana Diabetici – Delegazione Isola d’Ischia, ringrazia ufficialmente il Sig. Luciano Regine, titolare del Bar Maria in Forio, che con grande disponibilità ci ha ospitati, il Distretto 36 Ischia, il Dott. Ezechiele De Luca, responsabile dell’ambulatorio di diabetologia dell’ ASL di Ischia, il Dott. Cesare Iride, il Dott. Pietro Buono, la Dott. ssa Michela Scotti, la Dott. ssa Serena Carcaterra, il Dott. Francesco Impagliazzo, il Sig. Ciro Tabacchini e Consorte, il Sig. Sergio Barone, l’Associazione Dia Life, la Croce Rosa di Ischia, la Casa Farmaceutica Fora, rappresentata egregiamente dalla Dott. ssa Marta Eletto.

Desideriamo ricordare a tutti che presso l’ambulatorio di diabetologia, al presidio San Giovangiuseppe di Ischia, si può usufruire gratuitamente, dalle ore 9:00 alle ore 12;00, della visita della podologa Dott.ssa Michela Scotti e dalla dietista Dott.ssa Serena Carcaterra, ed il venerdì, col medesimo orario, dello psicologo Dott. Francesco Impagliazzo. Inoltre, siamo lieti di informare che, presso il Bar Maria a Forio e presso il Bar De Maio dei F.lli Cavaliere ad Ischia, si può gustare il gelato artigianale per i pazienti diabetici e non.

Diamo appuntamento alla prossima giornata per la prevenzione del diabete che si terrà il 5 ottobre p.v.

FAND, Associazione Italiana Diabetici – Delegazione Isola d’Ischia

Associazione Italiana Diabetici Delegazione di Ischia (NA) Domenica 01 Giugno 2014 – Forio (NA)

Uomini 74 Screening effettuati 131 Donne

57

0-18 0 0,00%

19-30 1 1,35%

0 0,00%

1 1,75%

Fasce d’età 31-40 41-60 5 24 6,75% 32,43% 4 7,01%

19 33,33%

60+ 44 59,45% 33 57,89%

Familiarità Ipertensione 51 38,93%

Diabete 52 39,69%

Infarto 43 32,82%

Esaminato Ipertensione 51 38,93%

Diabete 18 13,74%

Infarto 6 4,58%

IMC* Verde (normopeso) 31 23,66%

Arancione (sovrappeso) 58 44,27%

Rosso (obesità) 40 30,53%

Non dichiarano di essere diabetici 16 uomini (12,21%) - 14 donne (10,68%) hanno valori >=110 Ipertesi P.A. Massima 20 uomini (15,26%) - 17 donne (12,97%) hanno valori >=140 Ipertesi P.A. Minima 66 uomini (50,38%) - 52 donne (39,69%) hanno valori >=90

*IMC Ͳ Indice di massa corporea. Corrisponde alla percentuale di grasso corporeo riferito alla massa magra nella maggior parte delle persone

Il Sanitario Dott. Ezechiele De Luca

L

CENNI STORICI FAND

a FAND - Associazione Italiana Diabetici, fondata nel 1982 dal dottor Roberto Lombardi ed eretta a ENTE MORALE con D.M.del 20/09/1993, è un’istituzione di volontariato alla quale aderiscono attualmente circa cento associazioni locali. Di alcune di esse, operanti fin dall’inizio degli anni Ottanta, la FAND ha raccolto l’eredità di una passiva rassegnazione su problematiche mai risolte, e ha conferito loro prestigio, dignità e un consistente peso politico: ex multus unum. Scopi fondamentali della FAND sono la rappresentanza e la tutela sanitaria, morale, assistenziale, giuridica e sociale dei cittadini diabetici. La FAND finalizza il suo servizio come azione di supporto alle strutture socio-sanitarie nell’ambito delle indicazioni e dei limiti previsti dalla Legge 115/87, oggi inserita nel Piano Sanitario Nazionale del Paese.

Operativamente:

promuove una corretta immagine sul diabete e sul diabetico attraverso campagne di informazione all’opinione pubblica sulla patologia diabetica: convegni, dibattiti, tavole rotonde e coinvolgimenti dei mass-media. Specifica è la celebrazione della Giornata Nazionale del Diabete, del 4 ottobre, sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e con i Patrocini del Ministero della Sanità e della Pubblica Istruzione, e della “Giornata Mondiale (World Diabets

Day)” il 14 novembre

fornisce un servizio di consulenza telefonica gratuita “LINEA-VERDE PRONTO FAND” ( tel. 800/820.082 ) al sabato e alla domenica mirato all’aspetto assistenziale ed in particolare all’assistenza psicologica per soggetti nuovi alla patologia ed ai loro familiari fornisce un servizio di assistenza legale gratuita per tutti i diabetici e Associazioni locali

favorisce l’educazione sanitaria attraverso corsi diretti ai diabetici e ai loro familiari per una migliore comprensione del diabete organizza campi-scuola, residenziali e non, per giovani ed adulti ai fini di una corretta autogestione della propria condizione

collabora nelle Commissioni della Sanità Nazionale e Regionale per temi attinenti al diabete adotta tutte le misure per promuovere campagne di Sanità Pubblica e di AUTOCONTROLLO domiciliare Subito dopo la sua istituzione, la FAND si è attivata con un proprio testo per far riconoscere dallo Stato una legge che tutelasse i diritti dei cittadini diabetici. Dopo un iter di cinque anni, nel marzo 1987, veniva approvata la legge 115. “Di-

sposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito”: una conquista civile e giuridica che ci è invidiata dalle legislazioni di tutto il mondo.

La stessa, ad opera del suo Presidente, Dr. Roberto Lombardi, e stata inserita nel Piano Sanitario Nazionale (G.U. N.8 del 12/01/1994). Nel 1987, veniva avviato il servizio telefonico di consulenza diabetologica “PRONTO FAND” con numero verde: il diabetico, associato o no, vi trova il qualificato consiglio di diabetologi afferenti ad Ospedali milanesi nei giorni di sabato e domenica. In passato, i bambini diabetici, figli di dipendenti dello Stato, come i Postelegrafonici, venivano esclusi dalle colonie estive. La FAND recuperava per loro il diritto a prendervi parte.

Nel gennaio 1989, la FAND otteneva per i diabetici l’esenzione dal ticket per tutti i farmaci e per tutti i presidi diagnostico-terapeutici. Soltanto con la nuova legge finanziaria si verificava la parziale abolizione dei diritti conquistati. Nel 1992 la FAND otteneva ai diabetici il diritto di essere assistiti da uno specialista diabetologo in Commissione: ora è previsto gratuitamente, ed obbligatorio per le patenti C-D-E. Infine, con l’atto di intesa tra Stato e Regioni, è stato approvato il Piano Sanitario Nazionale, relativo al triennio 1994 - 1996, in cui è stata inserita la Legge 115/87 (G.U. N.8 del 12/01/1994). Ciò consente di superare le difficoltà legate al mancato rifinanziamento della legge 115.

Kaire 9 PIETRE E LUOGHI CHE PARLANO I 21 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

| a cura di Giuseppe Galano

l primo anno del corso di formazione del turismo religioso e culturale volge al termine tra la soddisfazione degli organizzatori e dei tanti ragazzi che nel corso di questi mesi stanno partecipando con vivo interesse alle lezioni ed ai vari progetti messi in atto dallo staff organizzativo. Per molti vi sarà l’opportunità, nei mesi di

luglio ed agosto, di operare praticamente offrendo un servizio di guida turistica alle tante persone che vorranno visitare le Chiese Cattedrale e Spirito Santo ad Ischia Ponte e Soccorso e Loreto a Forio durante le ore serali, quando solitamente sono chiuse. Questo sarà possibile su espressa richiesta del nostro Vescovo Pietro,

PASTORALE DEL TURISMO

nell’intento di offrire uno strumento di Evangelizzazione per chi sceglierà la nostra isola come meta delle proprie vacanze. La scelta di questi quattro templi così ricchi di arte e tradizioni non è stata fatta a caso. Ischia Ponte e Forio nel corso delle serate estive sono gremite di turisti che apprezzeranno sicuramente la possibilità offerta loro di poter visitare queste meravigliose Chiese.

I ragazzi iscritti a questo corso stanno sempre più riscoprendo il ricchissimo patrimonio artistico, culturale e naturalistico della nostra isola, un patrimonio tutto da valorizzare e pubblicizzare ai nostri graditi ospiti. Ischia non è solo mare, sole, terme, buona cucina e divertimento ma anche arte, storia e tradizioni. I relatori che sono stati ospiti dei vari appuntamenti stanno sempre più appassionando i partecipanti al corso, molti dei quali saranno chiamati ad annunciare il Vangelo attraverso le opere d’arte e le bellezze di cui è ricca l’isola d’Ischia. Ospite del convegno che si è svolto sabato 14 giugno in Curia il Prof. Sergio Tanzarella, docente della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana. Il relatore con il suo intervento a questo incontro, dal tema “Pietre e Luoghi che parlano”, ha voluto trasmettere i fondamenti della Storia del Cristianesimo, aspetto che spesso e volentieri passa in secondo piano, ma che invece risulta essere di fondamentale importanza nel momento in cui si intraprende uno studio di Beni Culturali.

La nostra Italia è ricca di monumenti e bellezze artistiche di inestimabile valore. La maggior parte di questi derivano direttamente dalla presenza cristiana. Quasi la totalità delle opere d’arte che sono il vanto della nostra nazione sono in rapporto diretto con il Cristianesimo e la sua storia, questo vale anche per la nostra isola. Il relatore si sofferma su un aspetto importante, ossia sul fatto che tante volte chi si occupa di Beni Culturali trascura la Storia del Cristianesimo. In Italia vi è una concezione diffusa che essendo una popolazione cristiana questo si traduca necessariamente in conoscenza della storia del cristianesimo e questo non è cor-

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rispondente alla realtà. Il Prof. Tanzarella afferma che è fondamentale riscoprire la Storia del Cristianesimo, partendo dalle sue origini, sul come, dove e perché si diffuse. Tanti aspetti vanno considerati nel momento in cui si intraprende uno studio che concerne l’Arte. Conoscere la storia del Cristianesimo permette di scoprire le bellezze storiche e culturali anche della nostra isola e comprendere al meglio l’impegno cristiano che le ha generate e prodotte.

Foto di Daniele Calise

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| VOCAZIONI

21 giugno 2014 www.chiesaischia.it

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HO MESSO LA MIA VITA NELLE MANI DI DIO! 21 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

VOCAZIONI

Intervista al diacono Gianfranco Del Neso

| a cura di Francesco Schiano

Il prossimo 27 giugno sarai ordinato sacerdote insieme a Marco D’Orio, quali sono i tuoi sentimenti attuali?

A dire il vero sono un po’ confusi, perché piano piano sto prendendo coscienza di quello che accadrà il 27 giugno. Siamo ancora presi dallo studio, dalla preparazione di questo giorno e per questo il Vescovo ha previsto che faremo un ritiro prima dell’ordinazione in modo da staccarci da tutto e calarci in questo momento. Sarà fondamentale per la nostra vita, per cui il sentimento maggiore per ora è quello dello smarrimento forse, il non aver messo ancora a fuoco tutta la Grazia che ci sarà trasmessa per le mani del Vescovo nel giorno della nostra Ordinazione.

Com’è arrivata la chiamata al sacerdozio?

Prima lavoravi come elettricista e idraulico…

La mia è una storia semplice. Ho sempre lavorato, anche quando andavo a scuola. Ho cambiato diversi mestieri: muratore, benzinaio, cameriere soprattutto, poi dal 1995 elettricista e idraulico, come lavoratore dipendente, dopo di che dal 1997 decisi di aprire una ditta individuale fino al 2006, anno in cui poi sono entrato in seminario. Questo periodo lavorativo è stato caratterizzato anche dal fatto che, avendo vissuto prima una vera esperienza di fede, tutto era impostato sulla ricerca dell’onestà e della giustizia.

La mia esperienza vocazionale parte comunque da un’adolescenza in cui non ho permesso a Dio di essere molto presente nella mia vita, pur provenendo da una famiglia che mi ha educato alla fede. Quindi poco spazio per Dio tranne che in qualche sporadica occasione. La cosa più bella però in quegli anni è stato l’incontro con don Raffaele Di Costanzo, che allora era il mio parroco, che in qualche modo mi ha fatto scoprire che il Vangelo poteva essere davvero vissuto.

Ma un’esperienza forte, di Dio, l’ho vissuta in occasione dell’ordinazione di don Carlo Candido e don Pasquale Trani al piazzale San Domenico nel 1996 (forse non è un caso che sia avvenuta proprio durante un’ordinazione presbiterale).

Frequentavo quella comunità parrocchiale già da un po’ incontrando i giovani della parrocchia periodicamente: ci impegnavamo a vivere la Parola di Vita nel nostro quotidiano. Ma sia nella preparazione dell’ordinazione di Carlo e Pasquale che nel concerto dei Gen Rosso che ci fu in quella occasione, mi colpì molto il fatto che alcuni giovani, anche belli e prestanti fisicamente, potevano desiderare ben altro dalla vita, si fossero consacrati completamente a Dio, e lo stesso valeva per Carlo e Pasquale che nel cuore della loro giovinezza sono stati ordinati sacerdoti. Fu da quella sera che iniziai a capire che Dio poteva avere un ruolo davvero importante nella mia vita, pur senza immaginare che un giorno sarei entrato in Seminario!

Cosa è successo quando hai detto a casa che volevi entrare in Seminario?

A casa non hanno saputo niente anche durante l’anno propedeutico che io feci prima di entrare

in Seminario, nel frattempo abitavo comunque con i miei genitori, lavoravo, studiavo e facevo un po’ la vita di sempre; poi durante l’estate successiva in un caldo pomeriggio dissi a mia madre: “Mamma, a settembre entro in Seminario!”

E lei?

L’ha presa con un po’ con sorpresa, perché a differenza dei miei fratelli sono stato quello con una vita più turbolenta soprattutto negli ultimi anni, dopo essermi lasciato con la ragazza con cui avevo condiviso 9 intensi anni ricchi anche di fede, quindi vita notturna e divertimenti vari che però mi hanno insegnato tanto. Mia madre ha reagito un po’ stranita, ma sono convinto che se lo aspettava. Le mamme sono capaci di leggere nel cuore. Probabilmente qualcosa aveva intuito, anche se non disse nulla; successivamente affermò che avere un figlio prete, anche se non se l’aspettava, era un gran dono.

E tuo padre?

Papà forse era ancora più perplesso inizialmente, poi disse: “se hai scelto questa strada portala avanti fino in fondo, altrimenti lascia stare”. Poi col tempo ha capito la bellezza e la gioia della scelta che ho fatto.

Cosa ti aspetti da questa avventura, hai qualche attesa?

Non ho idea di quello che mi attende ma mi aspetto di tutto. Quando sperimenti che Dio prende in mano la tua vita davvero puoi aspettarti qualunque cosa, e questo voglio fare. Sono sicuro di aver messo la mia vita nelle mani di Dio e Lui mi darà la forza per vivere qualunque cosa mi chiederà il Vescovo.

Hai vissuto un diaconato abbastanza lungo (quasi 2 anni), come è stato questo tempo per te?

Personalmente ringrazio Dio per questi due anni di diaconato e se dovessi dare un consiglio a diaconi che si apprestano a diventare preti, direi loro di valorizzare il diaconato e non utilizzarlo come un semplice passaggio, perché è un momento importante che non tornerà più. Questo periodo mi ha fatto riscoprire anche la bellezza dell’obbedienza che non è passività ma è un fidarsi autentico che passa attraverso i superiori e attraverso il Vescovo, e la Volontà di Dio che passa attraverso il Vescovo è vera ed autentica, non è qualcosa di inventato, non è un subire ma un mettersi nelle mani di Dio. Questo puoi farlo solo quando hai scelto Lui come ideale della tua vita.

Lancia tre messaggi conclusivi. Il primo per la tua comunità parrocchiale.

La comunità parrocchiale di S. Antonio Abate ha contribuito tantissimo alla mia chiamata, anche nella dimensione in cui mi ha generato: non divento prete per me stesso ma per la comunità e per il popolo di Dio. Questa mia scelta viene da una comunità dove c’è la condivisione, dove si vive la Parola, dove c’è un rapporto con Dio personale e comunitario. Ringrazio tanto la mia comunità parrocchiale, i parroci che si sono succeduti, don Raffaele, don Gaetano, don Carlo

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e ora don Giuseppe. L’augurio che faccio alla mia Parrocchia di origine è quello di crescere mettendosi alla ricerca delle cose importanti e dei valori che davvero contano per un cristiano.

Che possano essere sempre quella “Città sul Monte” che ci si è proposti di essere.

Il secondo messaggio va a Marco a cui ti lega anche una profonda amicizia intessuta durante tutti questi anni: che augurio vuoi fargli?

L’augurio di essere sempre sé stesso, perché Marco - lo dico sempre - è una persona che ha un cuore enorme e anche una grande disponibilità anche se magari chi lo vede può immaginarlo come un orso, come uno che può aggredirti. E’ invece di una bontà infinita. Gli auguro davvero di restare quello che è scegliendo le cose essenziali per la vita.

Il terzo messaggio per tutti i giovani che si avvicinano alla scelta di consacrarsi a Dio. Da quando è iniziata la mia avventura vocazionale non ho mai pensato al sacerdozio, soprattutto intendendo il sacerdote come capo di una comunità, come figura di spicco che faccia dipendere tutto da sé, perché per come mi è stata trasmessa la fede, è un ricambiare l’Amore di Dio per me quindi scegliendo sempre e solo Lui. Tutto quello che sarebbe poi venuto non sarebbe stato altro che conseguenza del Suo Amore per me, per cui il messaggio che voglio lanciare è proprio quello di seguire e di scegliere unicamente e solo Dio, Lui farà il resto.

Qual è stato il tuo rapporto personale con padre Filippo Strofaldi e quello attuale con mons. Lagnese?

Di Padre Filippo ricordo quando fui presentato nel 2004 prima dell’ingresso in Seminario: eravamo io e altri due ragazzi che poi non hanno proseguito nella strada verso il Sacerdozio.

Quello che mi impressionò fu una sua certa freddezza iniziale. Come una sua sfida che ci lanciava per dirci: “dimostratemi che è vero”, e questo per me è stato fondamentale; lo associo sempre un po’ a mio padre, anche per il carattere, un po’ schivo e distaccato nel rapporto ma sempre molto affettuoso con noi.

Con mons. Lagnese il rapporto è diverso, lo abbiamo conosciuto quando studiavamo al seminario di Capodimonte perché era il padre Spirituale e veniva a celebrare la messa il mercoledì. Ora che è il nostro vescovo lo abbiamo conosciuto meglio, ovviamente, ed essendo più giovane del predecessore, abbiamo un rapporto quasi da fratello maggiore, avendo la possibilità di trascorrere molto tempo con lui.

Cosa chiedi ai tuoi confratelli sacerdoti che ti accoglieranno?

Chiedo proprio di accogliermi come un fratello, nonostante i miei difetti i miei limiti e la mia età (ho 40 anni). Ma mi metto sin da ora a disposizione del vescovo e dei parroci a cui presterò servizio con l’augurio davvero di costruire insieme quello che Dio ci chiede!

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La prima messa di don Gianfranco Del Neso ci sarà alle ore 20:00 di domenica 29 giugno presso Largo San Domenico ad Ischia

Foto di G.G. Lubrano

21 giugno 2014 www.chiesaischia.it

21 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

VOCAZIONI

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La prima messa di don Marco D’Orio ci sarà alle ore 20:00 di sabato 28 giugno presso la chiesa della SS. Annunziata in S.Maria delle Grazie a Lacco Ameno

Foto di G.G. Lubrano

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A LOURDES INIZIÒ LA MIA “SCONVERSIONE” | VOCAZIONI

21 giugno 2014 www.chiesaischia.it

Intervista al diacono Marco D’Orio

| a cura di Francesco Schiano

Marco quali sono le emozioni che ti stai vivendo alla vigilia della tua ordinazione Sacerdotale?

Sicuramente è un momento di emozione e meraviglia, in prossimità di questo tempo del “già e non ancora”. E’ bello essere emozionati per un evento che possiamo dire cambierà completamente la mia vita, però c’è tanto affidamento nel Signore, perché so che Lui mi ha chiamato e l’emozione e la meraviglia che mi ha dato finora sono certo che continuerà in un continuo ringraziamento a Lui. Come nasce il tuo cammino fin qui e come questa scelta vocazionale è stata accolta nella tua famiglia?

Diciamo che vengo da una famiglia credente ma per modo di dire; mia madre era assidua la domenica per assolvere al precetto festivo, mio padre invece sponda opposta, un po’ alla “bella vita”. Diciamo che anche io non ero un buon credente, tutt’altro. Abbandonai la Chiesa dopo la Prima Comunione, andai in viaggio a Lourdes e paradossalmente lì iniziò la mia “sconversione”!

Roba da non credere: quando tutti vanno a Lourdes per convertirsi tu sei incappato in un cammino opposto…

Diciamo che fino all’età di otto anni, io che abitavo vicino alla Chiesa di S.Restituta, bazzicavo attorno al mitico don Pietro Monti, e specialmente durante la Novena di Natale all’epoca c’era la Diana mattutina, don Pietro doveva sparare dei colpi alle 5 del mattino per annunciare l’inizio della Novena. Io lo seguivo, mi alzavo senza aver bisogno della sveglia per vivere questo momento con lui. Ricordo anche una certa emozione sempre al momento della Consacrazione; ma tutto questo lo ripeto, fino ai 7 – 8 anni, poi il viaggio a Lourdes e da lì tutto è cambiato; forse l’aver visto tanta sofferenza mi ha portato a pensare che il nostro davvero non era un Dio della gioia ma del dolore e della tristezza.

Mi veniva presentato un Dio che non volevo assolutamente accettare, un Dio forse addirittura vendicativo e senza pietà verso i suoi figli.

Ma cosa è successo poi tra questa “sconversione” e il Sacerdozio? Hai anche lavorato nel frattempo.

Si ho iniziato a lavorare a 13 anni in pasticceria la notte, poi al bar nel servizio ai tavoli, i miei avevano anche un ristorante…

Ho sempre associato la tua faccia a quella di un pizzaiolo, non so perché…

No il pizzaiolo non l’ho mai fatto. Ho studiato all’alberghiero e mi sono specializzato in sala bar pur essendo appassionato di cucina, ma il pizzaiolo proprio no.

E poi?

Poi proprio nel momento in cui mi sembrava di essere all’apice del successo, lì è cambiato qualcosa; ti accorgi che quando sei riuscito ad avere tutto quanto il mondo può darti: soldi, successo, sesso, lì ti manca veramente qualcosa e soprattutto la relazione con gli altri.

Nel frattempo mi ero trasferito in Germania, lavoravo come chef di cucina, mi divertivo la

notte, contatti con tante persone, però queste relazioni erano tutte piene di superficialità. Tra l’altro, in quel periodo, mio padre non stava bene.

Ritornai quindi in Italia per stare più vicino a papà, ma anche perché non ero felice. Ero all’apice della mia vita ma nello stesso tempo al fondo della mia vita.

Era il 2002: mi ripromisi di ritornare in Germania dopo l’estate. Era l’anno in cui venne il Papa a Ischia. Io tornai Luglio anche perché non mi interessava in quel momento incontrare Giovanni Paolo II, avevo tutt’altre idee e pensieri per la testa. Tornai dunque con la convinzione di ripartire ben presto. Ma c’era qui un sacerdote dove, grazie a lui, mia madre si era riavvicinata di più alla Chiesa. Quando mi venne chiesto di portare da lui mio padre io accettai ma con totale disinteresse e scetticismo. Quando andammo da lui, disse che per mio padre c’era ben poco da fare per le condizioni di salute in cui versava (morì poi 3 anni dopo) e volle invece soffermarsi a parlare con me. Da questo incontro incominciai a conoscere il Signore sotto una veste completamente diversa, non più quella di un Signore pronto a condannare, ma un Dio della gioia vicino ai sofferenti. E’ da qui che è scattata quella molla che ha fatto nascere in me il desiderio di conoscere questo Signore più da vicino. Certo all’inizio avevo davvero paura perché andare in Chiesa era un tabù per me e il cammino era appena iniziato, tanto che ascoltando la Messa provavo talvolta ancora una vera e propria rabbia; dentro di me sentii una voce che mi diceva: “io sono Gesù, e tu chi sei?” Quella domanda ha cambiato il modo di vedere Gesù, non più distante, ma al mio fianco, vicino a me, dentro di me.

Se dovessi scegliere un personaggio biblico in cui identificarmi direi senz’altro Pietro, sempre impulsivo e pronto a sparare a zero ma sempre placato e amato da Gesù.

Così iniziai a vivere la Messa quotidiana, che tuttora è la forza che sostiene il mio cammino e così ho chiesto al Signore la forza per seguirLo e nel 2005, poco prima della morte di mio padre, decisi di entrare in Seminario. Mia mamma disse: “che bella gioia”, era contentissima e mi incoraggiò ad andare avanti. Mio padre mi chiese se fossi davvero sicuro di questa scelta, ma la cosa più importante è che notò un cambiamento positivo in me.

Mai avuto dubbi da allora?

Fino a due anni e mezzo fa mi sentivo ancora del tutto inadeguato per questo compito e spesso anche ora chiedo al Signore: “ma sei proprio sicuro che mi hai chiamato tu?”, anche perché riconosco tutti i miei limiti ma a Lui chiedo di carpire il suo messaggio per portarlo alla gente.

Progetti per il futuro?

Nessuno, sarò sempre dove Dio mi vorrà e dove vorrà il nostro Vescovo, che io dico sempre è per noi Pastore e Padre.

Un ricordo di P.Filippo…

Ricordo sempre bei momenti con lui, suonava la chitarra come me, era sempre gioioso nono-

stante le grandi sofferenze: ero il suo “seminarrosto”, così mi chiamava per i miei trascorsi in cucina!

E poi l’arrivo di Mons.Lagnese….

All’inizio è stato un po’ difficile, se devo essere sincero, proprio per il mio carattere impetuoso e impulsivo, ma poi ho trovato davanti a me un uomo mite e pieno di fede, guidato davvero dal Signore, un uomo molto pacato nel meditare le cose ma anche molto fermo nel decidere.

Come sono stati questi due anni di diaconato?

All’inizio è stata un po’ dura, col senno di poi sono stati due anni molto costruttivi, ma l’inizio è stato duro perché sconvolgere i progetti che ci eravamo forse fatti, il desiderio di essere Sacerdoti di lì a poco era tanto, ma pensandoci bene sono stati due anni fondamentali per la nostra crescita.

Quali Parrocchie ti hanno ospitato nel diaconato?

San Francesco di Paola, poi Santa Maria del Carmine a Serrara, San Michele Arcangelo a Sant’Angelo e poi l’ultimo anno ad Ischia Ponte, Parrocchia di S.Maria Assunta.

Sono state quattro belle Parrocchie, quattro realtà molto importanti per me. S.Angelo in modo particolare, sembra dall’altra parte del mondo ma ha un Pastore, don Vincenzo Fiorentino, che è davvero vicino alle persone, e questo mi è rimasto impresso.

Un messaggio alla tua Comunità d’origine, quella di Lacco Ameno: Don Franco Patalano conosceva bene la mia famiglia, nonostante fosse molto deciso era una persona con una tenerezza e un affetto unico, un giorno confidò a mia madre di non sapere dove io avessi trovato la forza per intraprendere una strada così difficile alla mia età: è stato veramente un modello per me negli ultimi anni.

Io non ho vissuto molto la mia Parrocchia, perché tra l’altro negli anni di Seminario sono stato in otto comunità diverse, ma il messaggio che vorrei lanciare è quello di ritornare a vivere e studiare il Vangelo, vivere e studiare gli Atti degli Apostoli perché siano modello di vita per l’oggi della Comunità. Da poco conosco don Gioacchino, è una bravissima persona, ma dico sempre che la Comunità deve stare vicina al suo Pastore come nelle prime Comunità cristiane.

Un augurio a Gianfranco: Rimanere così com’è, rimanere sempre in ascolto dello Spirito, in Comunione tra noi e con tutti i fratelli sacerdoti….e ogni tanto di calmarsi un pò! :-) Un pensiero infine per i Confratelli Sacerdoti che di qui a tra poco ti accoglieranno: Spero innanzitutto che mi accolgano così come sono, molte volte io sono molto crudo e rude, sembro molto rozzo, ma sono sempre pronto a donare tutto me stesso. Spero che non ci siano mai rancori tra di noi e che davvero siamo pronti a prenderci cura l’uno dell’altro anche se ci sono confronti che però devono portare sempre a una crescita per tutti!

IL SUPER FESTIVAL PALMA D’ARGENTO DI SAN VITO HA I SUOI VINCITORI 21 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

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FESTA DI SAN VITO

ato nel 2009 come appuntamento isolano il festival è diventato nel corso degli anni, anche come partner del Festival della vita, un evento nazionale, momento di aggregazione e di incontro tra diverse realtà e mezzo di diffusione dell’immagine di Forio e dell’Isola d’Ischia. Quest’anno, concluso il primo lustro, si sono esibiti nuovamente i vincitori delle passate edizioni. Nella prima serata 12 artisti, provenienti dal Lazio, da Napoli e da Ischia hanno reso omaggio ad Eduardo De Filippo nel 30° anniversario della scomparsa. Nella seconda serata gli stessi hanno gareggiato per contendersi la “Super Palma d’argento” e la “Palma d’argento special”. Lo spettacolo “eduardiano”, ideato e diretto da Gaetano Maschio, ha emozionato non poco, con un alternarsi di video, aneddoti e famosissime canzoni napoletane accompagnate al pianoforte dal M° Peppino Iacono. Non sono mancati momenti di teatro affidati ad Elisabetta Maschio, Filomena Piro, magistrale interprete del famoso “Monologo della Madonna II. VANIA CALISE RICEVE LA PALMA SPECIAL della rose” ed a Nello Di Leva e Pasquale Matar e s e , componenti della Compagnia Instabile del Torrione, che con Gaetano Maschio hanno presentato la famosissima “Lettera di Nennillo” tratta da “Natale in casa Cupiello”. Venerdì sera, sempre con la presentazione di Anna Castagna, la giuria, presieduta da Don Ampelio Crema, Presidente del Centro culturale San Paolo e con la presenza tra gli altri di Pino Perris, vocal- coach di Amici, ha decretato vincitrice della Palma d’Argento special Vania Calise e della Super Palma d’argento Maria Teresa Federico. Menzioni speciali, canto alla pace e

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Kaire 15

I. MARIA TERESA FEDERICO RICEVE LA SUPER PALMA D'ARGENTO

canto alla vita sono andate a Paola Lattanzi e Raffaele De Bellis. Ancora una volta il festival, legato emblematicamente alla figura del giovinetto Vito, martire cristiano nel 303 d. C., è diventato motivo di sprone a coltivare il proprio talento, ricevuto sin dalla nascita, con coraggio e determinazione, attraverso i nobili ideali dell’arte, della musica e del canto. foto di Gerardo Calise

III. FILOMENA PIRO INTERPRETA IL MONOLOGO DELLA MADONNA DELLE ROSE

LA IV SESSIONE ESTIVA DEL FESTIVAL DELLA VITA

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Convegno su “società e comunicazione: la sfida educativa” con don Ampelio Crema

i è tenuta nella centralissima Arciconfraternita di Santa Maria Visitapoveri in Piazza Municipio a Forio, alla presenza di Confratelli provenienti da tutti i pii sodalizi isolani, la conferenza di don Ampelio Crema, Presidente Nazionale del Centro Culturale San Paolo Onlus, sul tema “Società e comunicazione: la sfida educativa”.

L’evento realizzato e coordinato dal Maestro Gaetano Maschio, in occasione del 400° anniversario dell’Arciconfraternita Santa Maria Visitapoveri è stato inserito nella più ampia programmazione della IV sessione estiva del Festival della Vita, di cui il Maestro ischitano è direttore artistico. I lavori sono stati introdotti dal dott. Raffaele Mazzarella, coordinatore del Festival della Vita, che ha richiamato l’importante traguardo crono-

logico conseguito da questo scrigno di fede, di cultura e di tradizione, che fanno dell’Arciconfraternita Santa Maria Visitapoveri uno dei luoghi di fede più visitati dell’intera isola d’Ischia. Don Ampelio Crema, si è soffermato ed addentrato sulla tematica dei nuovi mezzi di comunicazione sociale che costituiscono certamente un’importante innovazione, che non deve spaventare ma stimolare un’attenta analisi, per fornire, specie alle nuove generazioni, in un contesto evolutivo sociale, tutte le informazioni necessarie ed utili per un uso proprio ed efficace. Le conclusioni dei lavori sono state affidate a don Pasquale Trani, responsabile dell’Ufficio Famiglia e Vita della Diocesi di Ischia, che dopo aver rivolto ai presenti il saluto del Vescovo Mons. Pietro Lagnese, ha eviden-

ziato l’indispensabile impegno della famiglia nell’accompagnare le nuove generazioni in questa coinvolgente era digitale, senza mai sottovalutare i rischi e le opportunità offerte dalla rete, che ci rende più vicini ma anche più liberi se utilizzata in una prospettiva di solidarietà culturale al servizio del prossimo: proprio come il buon samaritano che dedica il proprio tempo alle esigenze di chi versa in una particolare condizione di bisogno, donando se stesso, per elargire aiuto e sostegno, elementi che trovano la propria fonte nella predisposizione dell’animo alimentato dalla luce della fede, senza mai dimenticare quanto affermava Gandhi: l’uomo vive dove abita la sua anima e non dove si trova il suo corpo.

LE PRIME COMUNIONI A PIEDIMONTE 16 Kaire

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| PARROCCHIE

21 giugno 2014 www.chiesaischia.it

omenica 15 giugno, nella parrocchia di S. Maria La Porta, 13 bambini hanno ricevuto il Sacramento della Santa Eucarestia, incontrando per la prima volta Gesù. Si tratta di: Eleonora, Rossella, Simona, Francesco, Monica, Ilaria, Ciro, Valeria, Milena, Maria Teresa, Miriam, Benedetta, Ludovica.

Nella piazza antistante la chiesa di S. Maria La Porta, alle 18, è iniziata la celebrazione e, nonostante le previsioni meteo preoccupassero non poco, tutto è andato per il meglio. Per i bambini resterà sicuramente un giorno indimenticabile, ricorderanno per tutta la vita l’intensa emozione provata nell’incontrare per la prima volta Gesù, ma anche il fatto di essere stati protagonisti in tutto e per tutto, riuscendo a rendere la Messa ancor più speciale con canti provati ed eseguiti alla perfezione solo ed esclusivamente da loro, nonostante l’emozione. “Vivere a mo’ della trinità per essere un dono per gli altri” è quello che riconciliazione dei nostri bambini, sia (indimen- glio di Papa Francesco, siamo andati ad ascoltare ha ricordato più volte il parroco don Luigi ticabile) lavando 191 (e dico 191) sedie di pla- Teresa: “Quando io ero bambina, ricordo che Trani durante l’omelia, ma che ricorderanno sosono andata in Chiesa e poi siamo andati a Ischia col pullman a fare la Cresima, siamo andati a casa e abbiamo mangiato come la domenica, oggi è tutto più bello tutto più preparato, tutta un’altra cosa”. Anna invece ha commentato così l’esperienza di vedere la propria nipotina ricevere per la prima volta l’Eucarestia: “I bambini sono stati bravissimi, hanno avuto una bella preparazione e poi il fatto che hanno cantato è stata una cosa molto commovente”. Anche le due catechiste che hanno accompagnato fino al giorno tanto atteso questo bellissimo gruppo hanno voluto lasciarci un loro pensiero. “E’ arrivato il giorno della Prima Comunione”, scrive Chiara, “…riceverete un bene prezioso, conservatelo per sempre nel vostro cuore, che il Signore vi accompagni in una vita piena di gioia e serenità..... ”. Elena invece: “Come dico sempre, sono i prattutto i bambini, avendolo sperimentato in stica, schizzandoci con l’acqua e facendoci il bambini che danno a noi, noi non diamo niente atti d’amore concreti nel percorso di prepara- bagno con la pompa. Ieri,mentre eravamo seduti e ogni anno che li vedo fare la Prima Comunione zione svolto durante tutto il corso dell’anno, ac- fianco a fianco durante la messa, sentivo vera- è un qualcosa di meraviglioso, un pezzo di paracompagnati dalle catechiste Chiara ed Elena. mente che eravamo uniti, una famiglia”. Raf- diso sulla Terra”. Tutti felici! A questi splendidi Al termine della celebrazione abbiamo provato faela tenendo per mano la sua bambina ha bambini va l’augurio più grande: possano avere a raccogliere qualche impressione di alcuni bam- dichiarato: “Ho provato anche io tanta emo- sempre un rapporto costante, per tutta la vita, bini in primis, ma anche di qualche genitore, zione”, e per Marinella è stata “una celebrazione con Gesù Eucarestia incontrato domenica per la delle nonne e delle catechiste. I bambini alla do- bellissima ed un’emozione unica”. Per Lula “è prima volta e soprattutto che grazie a Lui posmanda su com’ è stato il primo incontro con stato tutto bellissimo e commovente e voglio sano essere sempre un dono gli uni per gli altri.

Gesù, hanno risposto: “bellissimo”, “ho pro- ringraziare le catechiste per tutto quello che L’augurio va a loro ma anche e soprattutto a ciavato Felicità”, “mi è piaciuto tantissimo”, “è hanno fatto per mia figlia e per gli altri bambini”. scuno della nostra comunità. stato bello ed emozionante”, “è la più bella Presenti ovviamente anche le nonne e, su consiesperienza che ho vissuto”, “meraviglioso”, “è stato bellissimo e poi anche i canti sono andati bene, nonostante abbiamo dimenticato qualche parola, ma non fa niente”.

Anche i genitori erano visibilmente emozionati, Anna ci ha detto: “Una celebrazione meravigliosa: i bambini protagonisti e questo mi è piaciuto molto” e su Facebook il giorno dopo ha condiviso questo pensiero a proposito di un momento così importante. Eccone uno stralcio: “Stamattina appena aperti gli occhi, ripensando alla giornata di ieri mi sembrava di aver vissuto una favola. Miriam, la mia piccola, ieri ha preso per la prima volta Gesù. Erano mesi che pensavo a questa giornata, alla celebrazione, alla festa e posso dire che è stata una giornata unica. Grazie a don Luigi che ha creato momenti per farci stare insieme, sia mangiando una pizza, sia durante la celebrazione del sacramento della

SOLENNITA’ DELLA SANTISSIMA TRINITA’ AL CRETAIO 21 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

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| a cura di Giuseppe Galano

a Solennità della Santissima Trinità ricorre ogni anno la domenica dopo la Pentecoste, come festa del Signore. Propone uno sguardo riconoscente al compimento del Mistero della Salvezza realizzato dal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. Come da tradizione la comunità parrocchiale di Fiaiano, guidata dal parroco Don Emanuel, in occasione della Solennità si è ritrovata nella graziosa Chiesetta dedicata alla SS.Trinità, recentemente ristrutturata e riportata agli antichi splendori,nella suggestiva cornice del Cretaio per la celebrazione della Santa Messa. L’appuntamento è stato molto atteso non solo dagli abitanti della contrada che vedono nella Chiesetta il loro punto di riferimento ma da tutta la comunità parrocchiale fiaianese. La Santa Messa è stata celebrata dal nostro Vescovo Pietro, visibilmente emozionato per la calorosa accoglienza che i tanti presenti hanno voluto riservargli.

Tanta soddisfazione si legge negli occhi di Don Emanuel e dei suoi collaboratori per questo bellissimo evento che ha coinvolto la sua sempre attiva Parrocchia. L’omelia del Vescovo, molto intensa, ha messo fin da subito al centro di tutto la figura di Dio Amore. “Dio ha tanto amato il mondo la donare il suo Figlio Unigenito, afferma Mons.Lagnese. “Il mondo è inteso come la realtà dell’umanità intera. Dio ha tanto amato tutti gli uomini da offrire Suo Figlio”. Egli afferma che spesso e volentieri si può incorrere in momenti in cui predomina il malumore e ci si sente poco amati, ciò è dovuto al fatto che non si permette di esprimere questo immenso amore che Dio nutre verso tutti gli uomini. “Dio si è rivelato, si è fatto conoscere, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo si sono fatti incontrare da noi. Per noi è fondamentale accogliere questa rivelazione.

“Se approfondiamo il mistero di Dio capiremo meglio anche noi stessi, creati ad immagine e somiglianza di Dio”. Il Vescovo racconta di una bimba che un giorno chiese alla mamma chi fosse Dio, la mamma illuminata dallo Spirito

PARROCCHIE

Santo chiamò a se il marito lo abbracciò e rivolgendosi alla piccola disse questo è Dio. “Dio è famiglia, Dio è comunione di amore, noi creati a Sua immagine e somiglianza stiamo veramente bene quando facciamo esperienza di famiglia.

Proprio perché Dio è amore noi ci sentiamo veramente bene quando amiamo e ci sentiamo amati”. Mons. Lagnese parla della SS. Trinità, che scende tra noi tutte le volte che celebriamo l’Eucarestia ed imbandisce per tutti una tavola affinché ognuno possa gustare l’amore che vi è tra il Padre ed il Figlio, attraverso l’opera dello Spirito Santo e gustandolo sarà possibile portarlo anche fuori nell’attesa di viverlo pienamente nel momento in cui saremo dinanzi a Lui tra i Santi e gli Angeli. Al termine della sua omelia il Vescovo ci invita ad un amore scambievole per annunziare così il Mistero della Trinità Santissima vivendo tra noi questo amore e portarlo anche a quanti lo attendono. Egli invita poi a pregare per i due giovani, Marco e Gianfranco, che diventeranno sacerdoti il prossimo 27 giu-

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Kaire 17

gno. “Chiediamo alla Madonna che li faccia sacerdoti come Gesù vuole, per la Gloria di Dio e per il bene di questa isola”. Terminata la Santa Messa in segno di festa e fratellanza vi è stato un momento conviviale all’esterno della Chiesa. In un clima gioioso di vera famiglia tutti i presenti hanno voluto festeggiare, anche se con un giorno di anticipo, il compleanno dell’amato Don Emanuel, dimostrando un grandissimo attaccamento nei confronti del Parroco, vero e proprio punto di riferimento per tutta la comunità di Fiaiano.

foto di Daniele Calise

CHIESA DI ISCHIA , NON DIMENTICARE IL SIGNORE! L 18 Kaire

| a cura di Francesco Schiano

| CORPUS DOMINI

a settimana seguente la Solennità della Ss. Trinità è carica della fragranza e della bellezza del Pane Eucaristico, e sebbene la Festa del Corpus Domini in Italia e altri paesi Europei sia stata da tempo trasferita alla Domenica, un ricordo speciale del Mistero Eucaristico avviene il giovedì seguente la Solennità in cui ricordiamo le tre persone della Ss. Trinità. E’ stato così’ a Roma con la S.Messa presieduta da Papa Francesco, è stato così anche ad Ischia con la Celebrazione Diocesana del Corpus Domini che ha visto il nostro Vescovo Pietro presiedere prima la Solenne Concelebrazione con tutti i sacerdoti della Diocesi nella Chiesa Parrocchiale di Gesù Buon Pastore e poi la Processione del Corpo di Cristo fino alla Chiesa Cattedrale.

Davvero sentita e numerosa la presenza del Popolo di Dio, una presenza gioiosa, ricca di fede e di silenzio orante per tutta la durata della Celebrazione e della Processione dietro al Signore Gesù.

La corale del Buon Pastore ha accompagnato la liturgia aiutando tutti ad entrare sempre più dentro al mistero del Signore che si dona per noi nel Sacramento del Suo Corpo e del Suo Sangue.

Il Vescovo Pietro nella sua omelia ha voluto porre l’accento su tre parole – chiave tratte dalle letture proclamate: “la prima parola che vorrei sottolineare è ricordare. Il brano del Deuteronomio più volte invita a fare memoria di quello che il Signore ha fatto nella nostra vita; “ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere”, è Lui che come un Padre ci ha preso per mano, ci ha accompagnato, come Popolo in cammino verso la Patria Celeste; “Non dimenticare il Signore”: come è bella questa Pa-

21 giugno 2014 www.chiesaischia.it

rola! Non ti dimenticare del Signore; questa tentazione ci viene presentata questa sera come un pericolo ricorrente, di tutta la Chiesa: quando la Chiesa si dimentica del Signore, non ha più niente da dire, perché non ha più niente da dare;

Chiesa che è il Suo corpo.

La terza Parola, presa dal Vangelo, è VITA: “Chi mangia di questo Pane vivrà in eterno” dice Gesù; l’Eucarestia è per la Vita, se c’è un desiderio al quale Dio non rinuncia è questo: che noi

e allora non dimenticare il Signore Chiesa di Ischia, non dimenticare il Signore tu fratello, sorella, che corri il rischio di adagiarti e sederti, di pensare che la vita possa andare bene anche senza di Lui; c’è poi una seconda parola: COMUNIONE; una parola tratta dalla seconda lettura, nella quale l’apostolo Paolo ci aiuta a celebrare l’Eucarestia in maniera vera, sincera, sapendo che essa è Comunione con il Signore ma anche con tutta la

abbiamo la Vita, che possiamo vivere una Vita vera, bella, Santa”.

Mons. Lagnese ha concluso la sua omelia con un invito alla preghiera verso tutti i Sacerdoti e in modo particolare verso i due diaconi che venerdì prossimo saranno ordinati Presbiteri: “stasera il Vescovo e i Sacerdoti chiedono una preghiera grande per noi che tutti i giorni abbiamo l’Eucarestia tra le mani, pregate perché ogni Eucarestia possa lasciare il segno nella nostra vita e in modo speciale vi affido i due diaconi, don Gianfranco e don Marco, che tra 8 giorni diventeranno anch’essi Sacerdoti perché possano essere Sacerdoti santi! Al termine della Celebrazione la Processione Eucaristica si è diretta verso la Chiesa Cattedrale. Qui il Vescovo ha elevato la sua appassionata Preghiera prima della Benedizione conclusiva: Ti affidiamo Signore Gesù le nostre vite, ci affidiamo a Te., Ti affidiamo il Santo Padre Papa Francesco, ti affidiamo tutta la Chiesa e in modo particolare questa Chiesa di Ischia, donaci la Tua Benedizione e aiutaci a proseguire il nostro cammino con la certezza che Tu sei accanto a noi e mai ci abbandoni”.

Si fa ritorno a casa con la gioia di chi sa di non essere mai solo: con noi c’è il Divino Viandante che ci conduce alla mèta del Banchetto Celeste, dove ci ritroveremo un giorno “Santi tra i Santi” per gustare la Sua presenza che ci farà felici per sempre!

Foto di Andrea Di Massa

Kaire 19 SAN FRANCESCO E IL DONO DEL TIMOR DI DIO N 21 giugnoo 2014 kaire@chiesaischia.it

ECCLESIA

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FONTI FRANCESCANE

| a cura dell’Ordine Francescano Secolare di Forio

ell’udienza generale dell’11 giugno scorso il Santo Padre ha trattato dell’ultimo dei doni dello Spirito Santo: il dono del timor di Dio. Il Papa spiega che avere timore di Dio non significa avere paura di Lui, ma abbandonarsi con umiltà, rispetto e fiducia alla Sua bontà poiché è Padre e ci ama; questo dono apre i cuori al perdono e alla misericordia e ci allontana dalle insidie della corruzione, dell’orgoglio e dell’avarizia.

San Francesco d’Assisi riteneva questo dono dello Spirito una vera e propria virtù: « Dov’è il timore di Dio a custodire la casa, ivi il nemico non può trovare via d’entrata ». (FF 177) … E aggiungeva: « Chi non obbedisce senza indugi al precetto dell’obbedienza, è uno che non ha timore di Dio né rispetto per gli uomini, a meno che non abbia un motivo evidente per tardare ».

(FF 1737) Quando il Santo stava per rendere l’anima al Padre Celeste fece chiamare tutti i suoi frati … li esortò con affetto paterno all’amore di Dio. Poi , mentre tutti i frati gli erano attorno, stese la sua destra su di essi e la pose sul capo di ciascuno … :« Addio voi tutti figli miei, vivete nel timore del Signore e conservatevi in esso sempre!

E poiché si avvicina l’ora della prova e della tribolazione, beati quelli che persevereranno in ciò che hanno intrapreso! Io infatti mi affretto verso Dio e vi affido tutti alla sua grazia » (FF 806) Alla fine di queste catechesi del Papa sullo Spi-

rito Santo si nota come i santi, e nel nostro caso ci riferiamo in particolare a San Francesco, abbiano accolto con amore e conservato come perle preziose i magnifici Doni di cui Dio ha riempito le loro anime, Doni che non si toccano con mano, come potrebbe essere il denaro o qualsiasi cosa di materiale, ma che modellano lo spirito della persona che desidera ardentemente imitare e amare il Signore Gesù sul Suo esempio, divenendo così strumento di salvezza per i fratelli. Al contrario, come sta puntualizzando più volte il Papa, chi non accoglie questi magnifici doni che Dio elargisce in particolare a tutti i battezzati, rischia di cadere nella tentazione della corruzione da cui difficilmente si può liberare, rischiando di perdere l’anima. Anche San Francesco a suo tempo scrisse una lettera “Ai reggitori dei popoli” che vale la pena leggere: «A tutti i potestà e consoli, magistrati e reggitori ovunque, …, frate Francesco, vostro servo nel Signore Dio, piccolo e disprezzato, augura salute e pace. Ricordate e pensate che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico allora, con rispetto per quanto posso, di non dimenticare il Signore, presi come siete dalle cure e dalle preoccupazioni del mondo. Obbedite ai suoi comandamenti, poiché tutti quelli che dimenticano il Signore e si allontanano dalle sue leggi sono maledetti e saranno dimenticati da Lui. E quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di avere saranno loro tolte. E quanto

più saranno sapienti e potenti in questo mondo, tanto più dovranno patire le pene dell’inferno.

Perciò vi consiglio, signori miei, di mettere da parte ogni cura e preoccupazione e di ricevere devotamente la comunione del santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo … » (FF 210)

L'EUCARISTIA COMUNIONE E VITA

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| a cura di A.M. Discepoli e Apostoli dello Spirito Santo

e l’Eucaristia ci fa uno fra noi, è logico che ognuno tratti gli altri come fratelli; pertanto, l’Eucaristia forma la Famiglia dei figli di Dio, fratelli di Gesù e tra noi, nella famiglia tutto è in comune.

Se la famiglia è una delle più belle opere del Creatore, che cosa sarà la famiglia dei figli di Dio? Intorno a Gesù, ci sono i più intimi - fa circolare il Suo Corpo e il Suo Sangue - vuole tenerli uniti alla Sua Persona. Gesù, unendo i cristiani mediante l’Eucaristia a Se stesso e fra loro in un unico corpo, che è il Suo, dà vita alla Chiesa nella Sua essenza più profonda: Corpo di Cristo, fraternità, unità, vita, comunione in Dio. “L’Eucaristia è detta Comunione e lo è veramente, perché per essa comunichiamo e ci uniamo gli uni con gli altri… diventiamo membra gli uni degli altri, dato che siamo con-corporei di Cristo” (S. Giovanni Damasceno).

Noi cristiani dobbiamo lasciarci attrarre da Gesù, guidare dal Suo Spirito e con i fratelli dobbiamo condividere l’unico senso della

vita, quello che Gesù ha portato avanti in tutto l’arco della Sua storia ed ha vissuto in pienezza sull’Albero della Croce. L’Eucaristia nel linguaggio del banchetto, pone chiaramente in luce questa sintonia: il cristiano vede il mondo come lo vede Cristo, opera nella storia con lo Spirito di Cristo, ama gli uomini con lo stesso cuore di Gesù. Questa è la fecondità che anima i commensali riuniti nell’Assemblea attorno alla Mensa del Corpo e del Sangue del Signore. “Il dono di Cristo e del suo Spirito, che riceviamo nella Comunione Eucaristica, compie con soprabbondante pienezza gli aneliti di unità fraterna che albergano nel cuore umano, e insieme innalza l’esperienza di fraternità insita nella comune partecipazione alla stessa Mensa Eucaristica a livelli che si pongono ben al di sopra di quello della semplice esperienza conviviale umana” . (Da Ecclesia de Eucharistia n 24) Essere un corpo solo e uno spirito solo ai piedi della Croce e nell’offerta di Gesù, è la vitalità dell’Eucaristia, è la meta cui deve aspirare ogni credente. Una comunità Eucaristica, deve essere in atteggiamento di costante vigilanza nello spirito per andare incontro al Signore ed essere definitivamente con Lui al banchetto nella pienezza dei tempi. Gesù, è il centro cercato, amato, contemplato e testimoniato nella celebrazione Eucaristica.

“La partecipazione al Corpo e al Sangue di Cristo, fa sì che noi ci trasformiamo in ciò che riceviamo e con pienezza portiamo, nello spirito e nella carne. Colui nel quale siamo con Lui morti, con Lui sepolti e con Lui risuscitati “ (San Leone Magno ).

ORA VERRAI CON ME...

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| ARTE E LITURGIA

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VANGELO VISSUTO

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| a cura di Oreste Paliotti

ro uscita dal lavoro un po' più tardi quella sera, ma non volevo tornare a casa senza aver consegnato l'ultimo foglietto della Parola di vita del Vangelo, a una famiglia che ogni mese visitavo. Per arrivare prima, ho pensato di prendere un taxi. Nel retrovisore vedo il volto del tassista che mi dice: "Sei entrata nella macchina sbagliata: questo è un taxi rubato, ora verrai con me". Rabbrividisco: è un rapinatore, dove mi porterà? Il taxi fila fuori della città. Siamo arrivati davanti a un motel, una casa di prostituzione, e lì mi fa scendere, spingendomi dentro una stanza. Mentre lui resta nella hall, mi siedo su un letto: cosa sarà di me?... Mi sono allora ricordata della Parola di vita che portavo e ho cominciato a leggerla. Quella persona entra e chiude la porta, si siede accanto a me e, mettendomi un braccio sulle spalle: "Cosa stai facendo?". Gli spiego che si trattava di un commento al Vangelo, una frase di Gesù che cercavo di mettere in pratica. "Leggi-

mela a voce alta!", mi dice con tono agg r e s s ivo.

Penso di vivere quel momento con solennità, legg e n d o parola per parola con amore. Non arrivo neanche alla fine della pagina che lui, strappandomi il foglio dalle mani, mi dice: "Vai via, vai pure, sei troppo buona!". La Parola mi ha salvata.

M.A.C. - Rio de Janeiro

IL PANE VIVO DISCESO DAL CIELO

Commento al Vangelo di domenica 22 giugno

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| a cura di don Roberto Rosii

l brano dell'Esodo ricorda il periodo del deserto dove la provvidenza divina nutre il popolo in tempo di fame. L'intenzione di istituire il Sacramento è nel discorso di Gesù al capitolo sesto di Giovanni. Il Cristo è vero cibo, per la vita eterna degli uomini. Madre Teresa di Calcutta diceva alle religiose, che dovevano trattare i malati come il sacerdote tratta l'ostia consacrata". "Quando adoro Gesù nell'Eucaristia vedo i poveri e quando sto con i poveri vedo Gesù". Dio lo si glorifica in un modo eucaristico, lo si glorifica spezzando, comunicando, realizzando la comunione reale e materiale tra noi. L'Eucaristia è il sacro convito nel quale il popolo di Dio, nutrendosi del corpo e del sangue del Signore, partecipa ai beni del sacrificio pasquale.

Nella speranza, l'Eucaristia prefigura e anticipa il convito nel regno del Padre, annunciando la morte del Signore fino al suo ritorno nella gloria. Gesù ha spezzato e distribuito il pane per i 5000 uomini. Il discorso che Gesù fa con il pane di vita è un discorso radicato nella fame della folla. Se vogliamo veramente cogliere il senso dell'Eucaristia non possiamo prescindere dalla fame della folla. Gesù è pane per chi ha fame, non per chi è sazio. Il discorso evoca il cap. 16 dell'Esodo che descrive la storia della manna. Quando Gesù parla di "un alimento che non perisce", sta ricordando la manna che perisce e che va a male (Es 16,20). I Giudei "mormorando" contro Gesù (Gv 6,41), fanno la stessa cosa che fecero gli Israeliti nel deserto, che dubitavano della pre-

senza di Dio con loro lungo la traversata. Ma Gesù è la vera manna che ci dà vita per sempre. Gesù cerca di aprire gli occhi della gente, facendo loro capire che non basta lottare per il pane materiale. La lotta quotidiana per il pane materiale non va alla radice dei problemi. Non solo di pane vive l'essere umano! (Dt 8,3).

La "manna" era un cibo materiale, concreto, che veniva a Israele come dono di Dio ed era figura del vero pane che viene dal Cielo.

Gesù non è semplicemente un dono di Dio, ma è Dio stesso che in lui si fa dono. L'uomo, per vivere, ha bisogno del cibo e di tante cose; ma l'uomo è così importante, che per vivere ha bisogno niente di meno che di Dio stesso; tutto quello che è meno di Dio lo può nutrire per un po' ma non a sufficienza, perché il cuore dell'uomo è aperto all'infinito. Nell'Eucarestia l'uomo si nutre del Verbo fatto carne, "carne" data perché il mondo abbia la vita. In questo senso, la vita cristiana diventa un cammino di maturazione che assume pian piano la forma di Gesù: la sua capacità di amare, la sua fiducia e obbedienza senza riserve al Padre, la sua capacità di dire sì alla volontà di Dio nel momento della gioia e della passione.

IL SANTO DELLA SETTIMANA SAN JOSEMARÍA ESCRIVÁ DE BALAGUER

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sacerdote – 26 giugno

| a cura di Francesco Schiano

osemaría Escrivá nacque a Barbastro (Spagna) il 9 gennaio 1902. Fu ordinato sacerdote nel 1925. Nel 1927 iniziò a Madrid un instancabile lavoro sacerdotale dedicato in particolare ai poveri e ai malati. Il 2 ottobre del 1928 ricevette una speciale illuminazione divina e fondò l'Opus Dei, un'istituzione della Chiesa che

promuove fra cristiani di tutte le condizioni sociali una vita coerente con la fede in mezzo al mondo attraverso la santificazione delle opere quotidiane: il lavoro, la cultura, la vita familiare.

Nel 1946 si trasferì a Roma e da lì stimolò e guidò la diffusione dell’Opus Dei in tutto il mondo. Alla sua morte, nel 1975, la sua fama di

santità si è diffusa in tutto il mondo, come dimostrano le molte testimonianze di favori spirituali e materiali attribuiti alla sua intercessione, fra cui anche guarigioni clinicamente inesplicabili. E’ stato canonizzato il 6 ottobre 2002 da Giovanni Paolo II.

“IO SONO IL PANE VIVO DISCESO DAL CIELO” 21 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

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ARTE E LITURGIA

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l’opera di Gennaro Russo nella chiesa di S. Maria di Portosalvo in Ischia

| a cura di Ernesta Mazzella

ella maestosa chiesa borbonica di Santa Maria di Portosalvo in Ischia vi è la graziosa porticina del tabernacolo, raffigurante la Gloria del Sacramento, opera del noto argentiere napoletano Gennaro Russo.

La chiesa, si staglia con la sua imponente mole al centro dei due bracci del porto di Ischia. Questa fu fortemente voluta da Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, come completamento del porto già progettato, per offrire una più incisiva assistenza religiosa agli abitanti dei nuclei di S. Alessandro, via Nuova dei Conti e di via Quercia.

Con l’apertura del porto Ferdinando II contribuì allo sviluppo dell’intera isola. Il re volle dedicare la chiesa alla Madonna, come protettrice dei naviganti, con il titolo di Santa Maria di Portosalvo, nonché ai due santi più venerati dalla Corte borbonica: San Giuda Taddeo e San Francesco di Paola.

La cerimonia per la posa della prima pietra fu stabilita per il 26 settembre 1854. Ferdinando II vi presenziò, insieme alle più alte cariche dello Stato. L’opera architettonica fu affidata all’architetto della Real Casa Francesco Cappelli che diresse i lavori portati avanti con lena e scrupolosità dalle maestranze. A metà del 1857 la chiesa era completata e il 19 luglio fu solennemente benedetta dal vescovo d’Ischia mons.

Felice Romano al quale il re, presente insieme con il principe ereditario Francesco e due dei principi cadetti, affidò l’opera compiuta riservandosi il diritto di patronato sulla gestione di essa attraverso un ecclesiastico di suo gradimento. Essendosi molto sviluppata la zona intorno al porto e nelle adiacenze, si avvertì l’esigenza di creare una parrocchia a Villa dei Bagni, la quale dipendeva ancora dal parroco di San Vito di Ischia Ponte, che si serviva di un economo per la zona del nuovo porto, il quale

abitava nella chiesa del PurgaGennaro Russo, Gloria del SS.mo Sacramento, XIX torio, oggi comunemente detta “San Pietro”. La data di ere- secolo. zione canonica risale al 25 luglio 1930, e il riconoscimento civile con regio decreto il 4 dicembre 1930. Il vescovo mons.

Ernesto De Laurentiis nominò il 4 aprile 1932 parroco Don Francesco Albano. La chiesa fu consacrata con rito solenne da mons. Antonio Cece, vescovo di Ischia (1956-1962).

La chiesa è realizzata in stile neoclassico a croce latina. Si presenta con tre navate, transetto e abside.

Il transetto ospita due altari realizzati in marmi policromi. L’altare di sinistra è dedicato a San Giuda Taddeo. L’altare di destra è dedicato a San Francesco di Paola. Gli altari furono dedicati a questi due Santi per espresso volere di Ferdinando II, da lui considerati suoi particolari protettori. La pala è stata dipinta dall’artista Battista Santoro nel 1855 e rappresenta San Francesco di Paola che attraversa lo stretto di Messina. La porticina del ciborio è lavorata isclana rappresenta l’Eucarestia, il calice con in argento sbalzato, reca l’immagine della Gloria ostia sono i simboli dell’Eucarestia nelle specie del Sacramento, è stata creata dall’argentiere del vino e del pane consacrati (transustanziati) e Gennaro Russo. L’artista ha lavorato maggior- del sacrificio di Cristo. L’opera presenta una base mente nella città di Napoli, realizzando per la circolare con un piede definito da un motivo Cappella del Tesoro di San Gennaro, nel Duomo geometrico finemente cesellato, da cui si dipana di Napoli, due bellissime statue in argento: una ricca e movimentata decorazione che si Sant’Alfonso Maria de’Liguori, opera del 1840 e estende anche sullo stelo sino ad arrivare alla sotSan Francesco Caracciolo del 1843. L’opera tocoppa. Il fusto è caratterizzato da un nodo ovoidale su cui poggia la coppa. L’intero insieme decorativo si compone di parti lisce e parti deliChiesa di Santa Maria di Portosalvo, Ischia. catamente incise con motivi floreali stilizzati.

Nella parte superiore si nota l’ostia dove è scritto il trigramma IHS sormontato da una croce. Il calice è circondato da raggi di luce. Il registro superiore, quello della sottocoppa, i cherubini e i motivi vegetali realizzati con plasticità e raffinatezza sono elementi delineati dal gusto ottocentesco.

Attualmente la chiesa è chiusa per lavori di restauro.

EVI, APPROVATO IL BILANCIO 2013: E’ IN ATTIVO 22 Kaire

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21 giugno 2014 www.chiesaischia.it

TERRITORIO

Il 18 giugno l’Assemblea dell’Energia Verde Idrica (EVI) spa, gestore del ciclo idrico integrato dell’isola d’Ischia, ha approvato il bilancio 2013.

Per la prima volta dal 2008 il bilancio riporta un risultato positivo, pari a + 64.362 euro.

Apparentemente si tratta di una cifra esigua, ma le cose cambiano di molto se si considera che il bilancio 2012 si era chiuso con un passivo di euro 930.673.

Nel 2008 l’esercizio si era chiuso con un utile di 108.398 euro; nel 2009 il deficit ammontava già a - 989.833 euro; nel 2010 si attestava a – 641.898 euro, per schizzare a – 1.142.257 euro nel 2011.

Il Margine Operativo Lordo (MOL) è rimasto negativo ma si è alleggerito di molto, passando da – 687.729 euro del 2012 all’attuale – 258.986 euro.

Balzo in avanti del risultato di esercizio prima delle imposte: da – 800.784 euro nel 2012 a + 240.155 euro nel 2013.

Il valore della produzione, ammontante a + 6.161.681 euro nel 2012, è salito a 6.895.937 euro nel 2013.

Questi risultati testimoniano della sterzata operativa impressa all’Acquedotto ischitano dalla gestione del Liquidatore, il dott. Pierluca Ghirelli.

Chiamato negli ultimi mesi del 2012 a chiudere l’EVI ed a licenziare i dipendenti considerati in esubero, il dott. Ghirelli, in pieno accordo con i sindaci dei sei Comuni dell’isola d’Ischia e con il Consorzio CISI (holding di EVI spa), ha cercato di rimettere in sesto l’azienda salvaguardando i livelli occupazionali: ed i primi esiti sono assolutamente incoraggianti.

Nella relazione sulla gestione del bilancio il Liquidatore sottolinea “le favorevoli, concrete prospettive di risanamento economico-finanziario della Società alla

luce anche dei provvedimenti e delle azioni finalizzate al contenimento della spesa, nonché all’adeguamento tariffario in corso di perfezionamento”.

Varrà la pena di ricordare, infatti, che le tariffe per acquedotto e fognatura applicate sull’isola d’Ischia sono tra le meno care d’Italia.

Le prospettive per il consolidamento dell’attivo e per la revoca della liquidazione dell’EVI sono dunque concrete. Scrive infatti il dott. Ghirelli: “Ho predisposto ed attuato, insieme alla struttura della Società, un piano di risanamento aziendale – oggetto di approvazione preliminare da parte dell’Assemblea del CISI in data 27.11.2012 – che prevedeva, da un lato, l’incremento del fatturato aziendale conformemente alla recente normativa di settore e, dall’altro, l’efficientamento e la razionalizzazione dei costi aziendali”.

Inoltre, a partire da quest’anno, i dipendenti dell’EVI spa sono in “contratto di solidarietà”, ricevendo il 30 % dello stipendio in meno e liberando “risorse finanziarie da destinare agli investimenti ed al risanamento del debito pregresso”.

A margine dell’Assemblea il dott. Ghirelli ha dichiarato che “questi risultati sono ascrivibili ad un percorso intrapreso con il pieno supporto dei sindaci dell’isola d’Ischia ed anche dei dipendenti dell’EVI. La strada per il risanamento dell’EVI, per la revoca della liquidazione e per l’efficientamento del servizio è ancora lunga e c’è ancora molto da lavorare. Tuttavia ritengo che il percorso intrapreso sia quello giusto e, benché severo, sia l’unico percorribile”.

Don Luigi - Napoli

Insieme.

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CEI Conferenza Episcopale Italiana Chiesa Cattolica

L’ADDETTO STAMPA

PRESENTATA LA 12^ EDIZIONE DELL’ISCHIA FILM FESTIVAL 21 giugno 2014 kaire@chiesaischia.it

TEMPO LIBERO

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Kaire 23

| a cura di Francesco Schiano

107 proiezioni tra lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da tutto il mondo, 7 anteprime internazionali e 28 nazionali, incontri con ospiti d’eccezione, tra cui il Premio Oscar Bille August, il regista italiano Pupi Avati, il regista israeliano Amos Gitai e l’attore americano Sean Kanan; tutto questo e molto altro ancora è quanto offrirà la 12^ edizione dell’Ischia Film Festival presentata ufficialmente mercoledì 18 giugno presso la sala consiliare del comune di Ischia e in programma dal 28 giugno al 5 luglio prossimi nella meravigliosa cornice del Castello Aragonese. Ideato e diretto da Michelangelo Messina e patrocinato dal Parlamento Europeo con l’adesione del Presidente della Repubblica, è l’unico concorso internazionale dedicato alle location cinematografiche, che attribuisce un riconoscimento alle opere, ai registi, ai direttori della fotografia e agli scenografi che hanno maggiormente valorizzato location italiane ed internazionali sottolineandone i paesaggi e l’identità culturale.

27 le opere in concorso valutate da un’attenta giuria composta quest’anno dal direttore della fotografia Arnaldo Catinari, dal documentarista Roland Sejko, l’attore Giovanni Esposito e dallo scenografo di origini francesi Jean Manuel Martinez. Dopo i saluti introduttivi da parte dell’assessore al turismo del comune di Ischia Giosuè Mazzella, ha preso la parola Michelangelo Messina che ha voluto brevemente illustrare con una perfetta panoramica a 360° quanto avremo l’opportunità di vivere quest’anno al festival: “apriremo quest’anno con un’anteprima nazionale, parlo del film And While We Were Here di Kat Coiro, una regista americana che nel 2012 ha voluto ambientare proprio ad Ischia Ponte questo suo lavoro, presentato l’anno scorso a Locarno in anteprima mondiale, farà il suo debutto assoluto a livello nazionale proprio con il nostro festival. Il Premio alla carriera è stato invece assegnato quest’anno al famoso regista israe-

liano Amos Gitai che ci onorerà della sua presenza: abbiamo scelto lui proprio perché identifica in pieno le tematiche del festival, cioè il racconto dell’identità culturale del territorio, nel suo caso un difficile territorio, quello tra Israele e la Palestina. Avremo anche i nostri 12 incontri con gli autori che svolgeremo nella cattedrale dell’Assunta, uno dei 5 luoghi del Castello Aragonese dove si terranno incontri e proiezioni”.

Durante il festival si terrà l’annuale convegno internazionale sul Cineturismo e quest’anno, lanciando uno sguardo all’Expo 2015 di Milano, il tema è “quanto il Cineturismo riesce a promuovere l’enogastronomia locale”.

Per partecipare alle proiezioni e agli eventi dell’Ischia Film Festival 2014 basta recarsi ad Ischia Ponte (Piazzale Aragonese) presso l’Info Point allestito a partire

dal 26 giugno e acquistare un accredito settimanale dal costo di 15 € (12 per gli isolani) o giornaliero dal costo di 5 €.

Come ogni anno saranno in tanti a visitare Ischia proprio in questa occasione e proprio grazie all’Ischia Film Festival, che dallo scorso anno mette a disposizione la possibilità per i turisti di usufruire di tariffe agevolate in alcuni alberghi dell’isola per partecipare a questo evento, anche per il 2014 le presenze sinora confermate si attestano sotto le 500 unità. Come alcuni facevano notare anche in sala durante la presentazione: se sono così tanti quelli che da lontano vengono per assistere ad un “prodotto” di così alta qualità, perché siamo ancora una volta sempre noi isolani a lasciarci sfuggire queste occasioni così importanti? Speriamo quindi di essere davvero in tanti!

PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA Buonopane d’Ischia Festa di San Giovanni Battista 2014 “perché, liberati dalle mani dei nemici possiamo servirlo in Santità e Giustizia per tutti i nostri giorni”

SABATO 21 giugno Ore 19.00 S.Rosario, S.Messa e invocazione a S.Giovanni Battista DOMENICA 22 giugno – SOLENNITA’ DEL CORPO E SANGUE DI CRISTO Ore 11.00 S.Messa Ore 19.00 S.Rosario, S.Messa e invocazione a S.Giovanni Battista LUNEDI’ 23 GIUGNO – Vigilia della natività di San Giovanni Battista Ore 19.00 S.Rosario, S.Messa e invocazione a S.Giovanni Battista Ore 22.00 Veglia sul sagrato MARTEDI’ 24 GIUGNO – Solennità della Natività di San Giovanni Battista Ore 11.00 S.Messa Ore 19.00 S.Messa e PROCESSIONE per le vie del paese

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