Kaire 27

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia www.chiesaischia.it

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LA VOCE DI PIETRO

La messa del Vescovo nella chiesa di San Pietro ad Ischia

L’Editoriale

FAMIGLIA ADOZIONE E AFFIDO

Si è svolto a San Giovanni Rotondo (Foggia), la Settimana estiva di formazione, promossa dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia della CEI, in collaborazione con il Forum delle Associazioni Familiari e con il Progetto “Caritas è famigliaâ€? di Caritas Italiana. “La famiglia grembo della vita: quali vie per l’adozione e l’affido?â€?. Questo il tema delle cinque intense giornate che hanno visto la partecipazione di oltre trecento delegati da ogni diocesi d’Italia, tra cui tre coppie di coniugi di Ischia, che hanno giĂ fatto esperienze di affido e sono collaboratori dell’Ufficio famiglia di Ischia, accompagnati da don Pasquale Trani, responsabile dell’Ufficio pastorale regionale della famiglia. â€œĂˆ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo i figli diventano custodi dei genitoriâ€?. Queste parole di Papa Francesco, nell’omelia pronunciata il 19 marzo 2013, ci offrono la luce – ha introdotto don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio della Conferenza episcopale italiana per la pastorale familiare – per accompagnare la circolaritĂ del dono in famiglia, allargando lo sguardo alle periferie esistenziali dell’uomo e ai figli di Dio che attendono l’abbraccio di un padre e di una madre. ÂŤOggi l’adozione e l’affido sono pratiche troppo complicate e le prime vittime di percorsi tanto tortuosi sono i bambini senza famiglia, che hanno bisogno di cure piĂš adeguateÂť. DifficoltĂ che sono emerse durante la Settimana dalle tante testimonianze, alcune delle quali molto toccanti, di famiglie che hanno incontrato complicazioni non solo burocratiche ... continua a pag. 8 Roberto Pulicati

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SEGUIAMO FRANCESCO

TERRITORIO

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Il Card.Kasper ci spiega quali sono i progetti del Papa nell'Ecumenismo

Sit-in per Villa Orizzonte

Kaire

A San Giovanni Rotondo il convegno nazionale della pastorale familiare

ANNO 1 | NUMERO 27

â‚Ź 1,00

5 luglio 2014

CANTIERE FAMIGLIA SACERDOTI

PARROCCHIE

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Il ritiro spirituale dei giovani di San Ciro, con le suore a Bagnoli

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Le prime messe di don Gianfranco e don Marco

CINEMA E TURISMO

22

GOOD NEWS

23

Al via il XII convegno sul Dal 1°aprile telefonare cineturismo ad Ischia all'estero costa meno.

Scopri come

Kaire TUTTI UNITI PER LA FAMIGLIA DE LUCIANO L 2

| a cura di Giuseppe Galano

unedì 30 giugno nei locali sottostanti la Chiesa parrocchiale di Fiaiano si è svolto un nuovo incontro, carico di significati, tra la Caritas Diocesana, rappresentata dal suo direttore Don Gioacchino Castaldi ed i membri delle varie associazioni laicali presenti sul territorio isolano, nel segno della solidarietà, per dare una mano sempre più concreta alla famiglia De Luciano che ha perso la propria casa con un incendio lo scorso 31 maggio.

Da quel giorno la famiglia ha perso tutto, ogni ricordo più caro è andato distrutto dal fuoco. Oggi i De Luciano alloggiano in una casa canonica nel territorio foriano messa a disposizione dalla parrocchia di San Francesco di Paola. Presente all’incontro anche Pino, molto emozionato e desideroso di ringraziare tutti quelli che hanno preso a cuore la sua causa. Due settimane fa ci si era lasciati con una promessa, ossia ognuno avrebbe pensato qualcosa da mettere in atto per favorire una serie di raccolte fondi allo scopo di ridonare la felicità a questa famiglia.

Occorre sottolineare che fin da subito la Caritas Diocesana, grazie all’opera dello straordinario Don Gioacchino ha sensibilizzato i cuori di tutti gli isolani mettendo in atto una vera e propria gara di solidarietà. Tanti beni di prima necessità sono prontamente giunti alla famiglia, che seppur nel dolore di quello che è successo non è mai stata lasciata sola al suo destino. Tante le iniziative messe in atto, prima tra tutte la raccolta fondi che si è svolta la dome-

5 luglio 2014 www.chiesaischia.it

| IN PRIMO PIANO

nica di Pentecoste, in tutte le chiese della nostra Diocesi. Proprio questa raccolta fondi, unita alle tante donazioni spontanee pervenute all’Ufficio Caritas e personalmente tra le mani di Pino, rappresentano un punto di partenza per ricominciare. Tanta generosità ed un forte desiderio di contribuire a ridare il sorriso ai De Luciano sta dimostrando che, seppur in un contesto di grave crisi economica e sociale, la nostra isola si distingue per la straordinaria sensibilità dei suoi abitanti che sono sempre più animati da un desiderio di aiutare chi è in difficoltà.

I membri della consulta delle aggregazioni laicali presenti all’incontro hanno formulato tante proposte da mettere in atto con lo scopo di raccogliere quanti più fondi possibili.

Ognuno dei presenti ha parlato di possibili iniziative da mettere in atto sul territorio isolano nel corso del periodo estivo per sensibilizzare l’animo di turisti e residenti e contribuire così ulteriormente a questa causa. Sarà un’estate ricca di eventi nel segno della fratellanza e dell’amore verso questa famiglia. Le idee non mancano,la voglia di dare una mano è tanta, vi è in tutti un forte desiderio di solidarietà, a tratti travolgente, occorre solo rimboccarsi le maniche ed essere uniti a Pino sostenendolo in tutti i modi in questo delicato percorso.

CARITAS DIOCESANA ISCHIA

SOSTEGNO FAMIGLIA DE LUCIANO

Ischia

S.Maria Assunta nel Santuario di S.G.G.D.C S.Maria di Portosalvo S.Maria delle Grazie in S.Pietro Gesù Buon Pastore S.Domenico Nella SS.Assunziata (Campagnano) S.Ciro S.Antonio Abate

€ 1.400,60 € 566,67 € 500,00 € 180,00 € 300,00 € 1.195,00 € 700,00

Subtotale

€ 4.842,27

Casamicciola S.Maria Maddalena S.Antonio di Padova S.Pasquale Circolo Diamoci la Mano

€ 1.136,31 155,00 € 80,00 € 200,00

Subtotale

€ 1.571,31

Lacco Ameno Parrocchia SS.Annunziata in S.Maria delle Grazie S.Restituta S.Giuseppe (Fango) Congrega S.Anna Congrega Assunta Chiesa SS.Annunziata (Fundera) Dipendenti Alberghi di Lacco Ameno Tassisti di Lacco Ameno Alunni Scuola Media Comitato Festa S.Restituta

€ 2.535,39 € 1.704,00 € 531,57 € 500,00 € 120,00 € 176,22 € 397,00 € 120,00 € 185,00 € 402,00

Subtotale

€ 6.671,18

Forio Basilica S.Maria di Loreto Convento S.Francesco Visitapoveri S.Vito S.Leonardo Abate (Panza) S.Francesco Saverio (Cuotto) S.Maria di Montevergine in S.Francesco di Paola S.Michele Arcangelo S.Sebastiano

€ 360,00 € 365,00 € 70,00 0,00 0,00 € 150,00 0,00 0,00 0,00

Subtotale

€ 945,00

Serrara Ͳ Fontana S.Maria della Mercede (Fontana) S.Michele Arcangelo (S:Angelo) S.Maria del Carmine (Serrara

€ 150,00

Subtotale

€ 150,00

Barano S.Sebastiano (Barano) S.Giovanni Battista (Buonopane) S. Maria la Porta (Piedimonte) S.Maria Madre della Chiesa (Fiaiano) S.Giorgio (Testaccio) Natività di Maria SS. (Schiappone)

€ 500,00 0,00 € 440,00 € 300,00 0,00 0,00

Subtotale

€ 1.240,00

Subtotale

€ 200,00

Altri Associazione C.A.L.T. NAPOLI

€ 200,00

Totale Generale Chiese di Ischia Chiese di Casamicciola Chiese di Lacco Ameno Chiese di Forio Chiese di Serrara Fontana Chiese di Barano Ass.Calt Ͳ Napoli

TOTALE

Kaire

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Kaire 3 SOLENNITA’ DI SAN PIETRO D 5 luglio 2014 kaire@chiesaischia.it

| a cura di Giuseppe Galano

omenica 29 giugno in occasione della Solennità dei Santi Pietro e Paolo il nostro Vescovo Mons. Lagnese ha celebrato la Santa Messa al mattino nella graziosa Chiesa Parrocchiale dedicata all’Apostolo Pietro ad Ischia Porto. Tantissimi fedeli hanno gremito il Tempio con largo anticipo aspettando trepidanti l’arrivo dell’amato Pastore. Il parroco Don Agostino, visibilmente emozionato, ha atteso l’arrivo del Vescovo sul sagrato della Chiesa.

Tante persone si sono avvicinate a Mons. Lagnese per una stretta di mano, un abbraccio o semplicemente per sussurrargli una parola nell’orecchio. “Per noi è un grande piacere ed onore averla tra noi”, afferma Don Agostino, rivolgendosi al Vescovo all’inizio della Santa Messa. “Il Vescovo, il successore degli Apostoli, è per noi segno di unità e di fede. Facciamo gli auguri nella preghiera per il suo onomastico”. Le prime parole pronunciate dal Vescovo Pietro sono di ringraziamento per la calorosa accoglienza ricevuta dalla bella comunità parrocchiale. “Per me è sempre una gioia venire in questa Chiesa che è come una piccola bomboniera; le cose belle ci mettono in contatto con colui che è la vera fonte della bellezza”. Egli invita tutti alla preghiera e rivolge un pensiero agli amministratori comunali affinché governino sempre pensando al bene comune e mai agli interessi personali. “Oggi celebriamo la Solennità dei Santi Pietro e Paolo e proprio come fecero questi meravigliosi Santi riconosciamo le grandi opere che il Signore ha preparato per noi. Eravamo peccatori ma Dio ci ha donato la sua misericordia.

LA VOCE DI PIETRO

Che il Signore ci conceda il dono delle lacrime come fece con Pietro che pianse per i suoi peccati ed ottenne il perdono da Gesù e l’effusione dello Spirito Santo per una nuova vita”. Mons. Lagnese nella sua omelia ricorda l’ultimo incontro con la comunità parrocchiale di San Pietro, quando tante persone si riunirono a pregare per la giovane Virginia, scappata di casa e all’indomani ritornata dai propri genitori. “Oggi sento di dire grazie al Signore per questa famiglia che ha avuto la gioia di riavere a casa la ragazza”. Il pensiero va poi ad un altro giovane, Emanuele, scomparso oltre un anno fa nel nulla.

Egli invita a pregare per lui affinché possa presto ritornare a casa. L’attenzione si sposta poi sulla Prima Lettura che parla di Pietro che sta in carcere perché lo si vuole mettere a morte. Il brano dice che la Comunità Cristiana, avendo saputo che Pietro che era il loro punto di riferimento stava in carcere in attesa di essere ucciso, si mette a pregare in maniera incessante. “La preghiera fa miracoli, è uno strumento potentissimo. Se vogliamo bene a qualcuno preghiamo per lui. Il Signore, con la preghiera permette di capire come aiutare chi sta in difficoltà”.

Egli invita ad essere vicini con la preghiera a colui che occupa il posto di Pietro nella Chiesa, Papa Francesco. “Oggi in modo particolare dobbiamo elevare al Signore una preghiera per il Santo Padre”.

La sua attenzione ritorna nuovamente al testo degli Atti degli Apostoli. “Pietro ebbe l’esperienza della liberazione dopo la preghiera incessante della sua Comunità, un’esperienza fatta da lui tante volte. Grazie all’intercessione dell’Apostolo Pie-

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tro chiediamo al Signore il dono delle lacrime, il dono del pentimento dei nostri peccati. Il Signore accolse il pentimento di Pietro dopo che aveva rinnegato Gesù per ben tre volte ed egli si vide rinascere”. Egli parla di Pietro che ha sperimentato l’esperienza della Risurrezione che lo ha reso poi capace di andare verso la morte, lui che aveva già assaporato che Gesù è il Figlio del Dio Vivente. Il brano del Vangelo porta all’attenzione una domanda che Gesù fece ai suoi discepoli, Chi pensate che io sia? Pietro rispose: Tu sei il Cristo, Figlio del Dio Vivente. “Tutti noi dovremmo riconoscere ciò e questo sarà possibile solo se ci lasciamo prendere totalmente da Dio, altrimenti non potremmo avere il dono delle fede, quella fede che ci permette di incontrare Dio, colui che ci dono forza, energia e salvezza”.Egli invita tutti a chiedere al Signore il dono della fede, quella vera e non solo nel momento del bisogno.”Chiediamo il dono della fede che ci porti a dire che Gesù è

il Cristo, Figlio del Dio Vivente”. Il Vescovo Pietro rivolge una preghiera per i poveri e per tutti coloro che vivono nella sofferenza e sono costretti tra tante difficoltà. Infine un pensiero per la Comunità Parrocchiale di San Pietro affinchè per tutti ci sia un continuo rinnovarsi nella fede. “Con l’aiuto di Don Agostino possiate fare percorsi di fede, e chi verrà in questa Chiesa potrà trovare qualcuno che lo prenda per mano e gli dica io ti faccio incontrare colui che è capace di liberarti ed arrivare così ad una fede nuova e sempre più profonda”. Al termine della Santa Messa in segno di festa e fratellanza vi è stato un momento conviviale nei locali parrocchiali. In un clima di vera gioia tutti hanno voluto festeggiare l’onomastico dell’amato Vescovo Pietro.

AGENDA DEL VESCOVO DAL 6 AL 13 LUGLIO S. Messa - Festa parrocchiale S. Maria delle Grazie - Capriglia

Domenica 6 luglio

Da mercoledì 9 - a venerdì 11

Udienze

50° di ordinazione di don Angelo Iacono - ore 21.00 Santa Messa - Parr. S. Maria del Carmine - Serrara Fontana

Sabato 12 luglio

Lunedì 7 luglio

Collegio dei Consultori Visita agli ammalati

Martedì 8 luglio

Kaire KASPER: ECUMENISMO, I PASSI DI PAPA FRANCESCO 4

Il cardinale Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, firma la prefazione (che qui sotto riportiamo per stralci) del nuovo volume «Un cuore solo.

Papa Francesco e l’unità della Chiesa» (Edizioni Terrasanta, pp. 144, euro 13,90). Lo firma Riccardo Burigana, docente di Storia ecumenica della Chiesa presso l’Istituto di Studi Ecumenici di Venezia e direttore del Centro Studi per l’ecumenismo in Italia

| SEGUIAMO FRANCESCO

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rancesco è un Papa dell’incontro e un promotore ecumenico dell’incontro.

Appartiene al carisma e al mistero della sua "radiosità" personale la capacità di accogliere con stile umanissimo, cordiale e fraterno ogni persona che incontra, che sia cattolica, ortodossa o evangelica, o di altre religioni, o di nessuna religione. E a spiegarlo non basta il suo simpatico buonumore.

Questo tratto personale rappresenta un carisma profondamente cristiano. Nella Chiesa delle origini, i cristiani si sono chiamati «amici». Che poi più avanti – ma anche agli inizi, come mostra il Nuovo Testamento – abbiano spesso assunto atteggiamenti ostili, o abbiano cominciato a

creare scismi interni, o siano divenuti indifferenti gli uni agli altri, tutto questo appartiene al lato oscuro della storia della Chiesa. La ricerca storica potrà in parte fare luce sulle molteplici cause che hanno condotto a questo oscuramento del Vangelo. Il Concilio Vaticano II ha espressamente riconosciuto che le differenze dottrinali, che fino al presente hanno scavato fosse apparentemente incolmabili, si sono sviluppate in un preciso contesto, ossia il raffreddamento della carità fraterna e la mancata comprensione di idee e situazioni diverse dalle proprie.

Tutto questo ha prodotto ferite profonde. Un processo di guarigione potrà essere avviato e por-

8 luglio 2014 www.chiesaischia.it

tato avanti solo evitando di ridurre l’altro a portavoce di una diversa dottrina, vedendolo invece come fratello o sorella, e cercando sempre di nuovo di dare vita a un incontro all’insegna della pazienza e del sentire comune, che poi è il significato etimologico della parola «simpatia ».

Questo tipo di incontro, sul piano umano e cristiano, è l’«alfa e omega» dell’ecumenismo, così come di qualunque altra forma di dialogo.

Francesco, inoltre, è un Papa e un promotore dell’ecumenismo che pensa e agisce, in primo luogo, non in base alle categorie dello spazio ma a quelle del tempo e dei processi di sviluppo. Nella Evangelii gaudium afferma espli-

8 luglio 2014 kaire@chiesaischia.it

citamente il primato del tempo sullo spazio. Sa bene che non ci si può aspettare di punto in bianco la soluzione dei problemi, tanto più se sono problemi che si trascinano da secoli. Si richiede un più vasto respiro, una prospettiva più ampia. Occorre avviare dei processi storici e avere pazientemente fiducia nelle dinamiche di sviluppo che così prendono vita. Si tratta di un atteggiamento che rispecchia la pedagogia adottata da Dio stesso nella storia della salvezza, quando egli intraprende con il suo popolo, con grande e instancabile pazienza, un lungo cammino, spesso perfino caratterizzato da marce indietro; una pazienza che dovrà continuare ad avere anche con la sua Chiesa, pur mossa dallo Spirito Santo.

Come esperto pedagogo, papa Francesco non sale – diciamo così – sul ponte di comando per indicare agli altri la strada: egli intende rimanere lungo la strada insieme al popolo di Dio, accompagnandolo nel cammino e, se necessario, precedendolo con coraggio. La strada potrà essere molto lunga. Ciò esige pazienza, il che riesce difficile in un tempo effimero come il nostro dove si tende a voler sempre tutto e subito. La storia dell’ecumenismo non è una storia tutta costellata di progressi e successi; vi sono anche momenti di «deserto senza strade» e inattesi dietrofront. Infine, Francesco è un Papa della pace e un promotore ecumenico della pace. Ai suoi occhi il cammino ecumenico di convergenza tra cristiani, così come l’amicizia con il popolo ebraico e la collaborazione con le altre religioni, vanno di pari passo e al servizio dell’unità e della pace per l’intera famiglia umana. Già il Concilio aveva indicato l’ecumenismo spirituale, l’ecumenismo della

SEGUIAMO FRANCESCO

preghiera, come anima e cuore di tutto l’ecumenismo. Papa Francesco ha aggiunto un importante punto, che già era stato comunque accennato da Giovanni XXIII nel suo discorso Gaudet Mater Ecclesia. All’epoca, papa Roncalli aveva affermato che gli errori non andavano più combattuti con le armi della forza ma risanati con la medicina della misericordia.

Questo vale anzitutto per l’ecumenismo intracristiano con i fratelli e sorelle delle Chiese orientali e ortodosse, da una parte, e i fratelli e sorelle delle comunità nate dalla Riforma e di alcune «libere Chiese» di costituzione più recente. Lo stesso, poi, per il dialogo con le altre religioni. Il dialogo con il popolo dell’Antica Alleanza ha caratteristiche peculiari: al termine di una storia lunga, difficile e complessa, abbiamo finalmente imboccato il viale dell’amicizia, che troverà la sua pienezza solo nell’eschaton. All’islam ci unisce e allo stesso tempo ci distingue la fede nell’unico Dio e la discendenza da Abramo. Questo fondamento comune può rendere possibile una collaborazione rispettosa nell’impegno per la pace e la giustizia.

Il dialogo con le religioni e culture asiatiche è un tema che balzerà in primo piano con gli annunciati viaggi di papa Francesco in Asia. A parere di molti, incluso Giovanni Paolo II, sarà proprio l’Asia a rappresentare la sfida per il cristianesimo nel XXI secolo. La globalizzazione ha lasciato emergere solo in maniera superficiale le grandi differenze culturali e spirituali, ma dato che il cristianesimo viene spesso percepito da quelle antiche culture come un corpo estraneo di marchio occidentale, potrebbero esplodere nuovi conflitti tra civiltà e popoli. Il ponte con l’Oriente non può

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Kaire 5

essere solo il mercato: dovrà anche consistere in un incontro con la mistica asiatica. Non nel senso di una frettolosa assimilazione di «pezzi a piacere» di religioni orientali, ma di una compenetrazione e trasformazione in profondità.

L’Asia può aiutare i cristiani a riscoprire i propri tesori mistici, rituffandosi negli abissi dello Spirito. Qui si apre tutto un vasto campo di azione, un’ulteriore via in grado di gettare ponti profetici verso il «Dio tutto in tutti» dell’escatologia. In questo senso, all’ecumenismo si offre oggi un nuovo percorso; ma, del resto, il senso originario del termine oikoumene indicava già l’intero globo abitato con tutta la ricchezza del patrimonio delle culture dei vari popoli. Il Papa venuto dalla «fine del mondo», grazie ai simpatici (nel senso etimologico) ed empatici incontri che terra, grazie all’ampiezza di respiro della sua azione pastorale, in uno spirito di pace e di misericordia, potrà offrire un contributo decisivo del tutto personale.

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE LUGLIO 2014

Riportiamo di seguito le intenzioni affidate dal Santo Padre all'apostolato della preghiera per il mese di luglio: Generale: "Perché la pratica dello sport sia sempre occasione di fraternità e crescita umana".

Missionaria: "Perché lo Spirito Santo sostenga l'opera dei laici che annunziano il Vangelo nei Paesi più poveri".

A MEZZOGIORNO EXPORT C U LT U R A L E A Z E R O 6

Kaire

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ECONOMIA E CULTURA

5 luglio 2014 www.chiesaischia.it

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Il Sud detiene il 25% del patrimonio nazionale, ma non riesce a sfruttarlo

| a cura di Umberto Rea

onostante il clima recessivo, l’export legato alla cultura continua ad andare molto forte. Durante la crisi è cresciuto del 35%: era di 30,7 miliardi nel 2009, è arrivato a 41,6 nel 2013, pari al 10,7% di tutte le vendite oltre confine delle nostre imprese. Il settore può vantare una bilancia commerciale sempre in attivo negli ultimi 22 anni, periodo durante il quale il valore dei beni esportati è più che triplicato. Il surplus commerciale con l’estero nel 2013 è di 25,7 miliardi di euro: secondo solo, nell’economia nazionale, alla filiera meccanica, e ben superiore, ad esempio, a quella metallurgica (10,3 miliardi)”. Si apre così lo studio di “Symbola” e Unioncamere sull’industria culturale del nostro Paese, che in termini assoluti, con riferimento al settore privato, rende il 5,4% della ricchezza prodotta, pari a 74,9 miliardi di euro, offrendo occupazione a 1,3 milioni di persone, il 5,8% del totale degli occupati in Italia. Qual è il ruolo del Sud in questo contesto?

Nella graduatoria delle prime 10 province italiane per ruolo del sistema produttivo culturale, aperta da Firenze - alla quale seguono Milano, Monza Brianza, Arezzo, Como, Pisa, Lecco, Trieste e Bologna - l’unica provincia del CentroSud presente è Roma, al sesto posto. In generale, al Centro - che genera 337mila lavoratori occupati

- la cultura produce un valore aggiunto di 18,7 miliardi di euro, equivalenti al 6,2% del totale della locale economia. Seguono il Nord-Ovest, con oltre 26 miliardi di euro, il 5,8% della propria economia, e il NordEst con 17,3 miliardi (il 5,4%). Staccato il Mezzogiorno, che dalle industrie culturali produce valore aggiunto per 12,5 miliardi di euro (4%). Se consideriamo la propensione all’export culturale delle regioni italiane, il Sud occupa le ultime posizioni: dall’1,1 della Puglia - rispetto al 7,9 della Toscana, prima in classifica - allo 0,1 della Calabria. Nel mezzo, il Lazio, che riesce ad esportare solo lo 0,5 della sua produzione culturale. Nelle prime venti province italiane per propensione all’export culturale, il

Sud non è mai rappresentato, con la provincia di Avellino prima tra tutte, in ventiduesima posizione.

Un ruolo centrale nell’industria culturale, lo rivestono le figure professionali. Il Nord-Est, con lo -0,9% e Nord-Ovest (-0,6%), riescono a contenere parzialmente le perdite di figure professionali, mentre per il Sud si registra una variazione percentuale annua del -1,7%. Non si racconta, forse, da cinquant’anni che per elevare la situazione produttiva del Sud, è necessario promuovere la formazione del capitale umano e la sua capacità di innovazione? Alla “domanda culturale”, concentrata nelle regioni centrali (21,6% dei turisti culturali; 31% quelli stranieri), il Sud contribuisce solo per il 14,8%. In Italia, sono

presenti: 4.588 istituti museali aperti al pubblico, 100 archivi di Stato, 8.250 archivi di enti pubblici territoriali, oltre 50.000 archivi tra università, istituzioni culturali, camere di commercio, etc., 12.713 biblioteche, 5.668 beni immobili archeologici vincolati, 46.025 beni architettonici vincolati.

Secondo il Country Brand Index 2012-13, l’Italia è il primo paese al mondo per turismo e cultura, al primo posto per il patrimonio storico, per quello artistico-culturale e per il settore del gusto e al terzo posto per le attrazioni turistiche, con una domanda in rapida crescita nei mercati cinesi e indiani. In questa direzione vanno anche le conclusioni del Rapporto Italiadecide 2014, che si è concentrato sulla necessità di integrare le politiche del turismo con quelle industriali, culturali e territoriali, proponendo, tra le altre cose, di collegare l’Expo 2015 al ruolo dell’Italia come Paese capace di offrire al mondo l’identità dell’intero Occidente, dalla preistoria al barocco. Perché il Sud - che detiene il 25% del patrimonio nazionale, tra musei, monumenti e aree archeologiche ed è potenzialmente in grado di proporre un’offerta culturale e turistica che non ha pari al mondo - dev’essere lasciato morire, senza usare le sue immense ricchezze?

Sit-in per Villa Orizzonte N 5 luglio 2014 kaire@chiesaischia.it

TERRITORIO

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“Belli i loro sguardi benedetti, loro che della vita non vogliono i paletti...” (Egidio Ferrante)

el pomeriggio di giovedì 3 luglio Sua Eccellenza Pietro Lagnese accompagnato da Don Pasquale Trani, si è recato in visita agli ospiti e agli operatori di Villa Orizzonte a Barano, accolto da coloro che da stamane presidiano con un sit-in pacifico la struttura, onde evitare che vengano asportate suppellettili o oggetti personali appartenenti ai malati psichici, in vista del loro imminente trasferimento a Villa Stefania.

Con questa visita dal carattere sia fraterno che pastorale il vescovo ha inteso confermare il suo incondizionato appoggio e quello dalla Chiesa Ischitana, a queste persone che soffrono e che non hanno voce per gridare tutto il loro sconforto nel dovere abbandonare un luogo che ritengono la loro casa e persone che ritengono la loro famiglia.

Padre Pietro si è intrattenuto con loro una ventina di muniti, chiacchierando amabilmente con gli ospiti, e cercando di capire con gli operatori quale strada intraprendere per rimanere al loro fianco. rispetto della legalità.

Tutti noi abbiamo una serie di domande irrisolte, ve le giriamo in modo 1)Sappiamo per certo che per il trasferimento a Villa Stefania l’Asl doda capire insieme se siamo di fronte ad un’ingiustizia oppure siamo nel vrebbe chiedere al comune di Casamicciola il cambio di destinazione d’uso dell’immobile e che per fare ciò il Comune dovrebbe fare una variazione del Piano Regolatore cosa che non c’è stata.

2)Nessuna autorizzazione comunale è stata chiesta dalla Asl Na 2 Nord di Monteruscello tanto meno rilasciata dal Comune di Casamicciola.

3)Nessuna agibilità è stata chiesta dall’Asl al Comune 4)Nessuna richiesta al Comune di Casamicciola per lo scarico delle acque reflue.

5)Sappiamo che gli operatori per poter svolgere la propria attività devono lavorare in condizioni di sicurezza, cioè nel rispetto delle norme stabilite dalla legge e di quelle sulla copertura assicurativa Inail. E questa autorizzazione non c’è stata.

6)Ci chiediamo di quale bando di concorso (obbligatorio) Villa Stefania sia risultata vincitrice. Come mai ai suoi proprietari venga corrisposto già da un anno il relativo canone di locazione?

Avremmo ancora altre domande ma ci fermiamo qui, per ora, e chiediamo al Comune di Casamicciola se i nostri quesiti/osservazioni che abbiamo posto sopra sono corretti o meno.

Confidiamo nel Sindaco neo-eletto e nella sua capacità di fare chiarezza su questa faccenda.

FAMIGLIA: ADOZIONE E AFFIDO 8

Kaire

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PASTORALE FAMILIARE

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...ma anche relazionali, come ha ben sottolineato l’intervento di Ina Siviglia, docente di Antropologia teologica a Palermo, partecipando la sua esperienza personale di adozione di quattro ragazzi rumeni dopo la perdita dell’unica figlia. La grande novità del convegno è stata quella che per la prima volta la Chiesa Italiana ha sentito l’esigenza di soffermarsi con la massima attenzione, e la presenza di eccellenti relatori ne è stata la dimostrazione, su un particolare tema che riguarda la famiglia e di conseguenza la società tutta, dove il decremento demografico sta sempre più assumendo un notevole rilievo. Sulla questione demografica, segno di una scarsa vitalità del nostro paese, ma anche di una mancanza di fecondità della dimensione sponsale, si è soffermato Gian Carlo Blangiardo, docente di Demografia dell’Università degli Studi di Milano “Bicocca”: «Entro il 2031 le coppie senza figli aumenteranno notevolmente fino a raggiungere i 6,4 milioni, mentre le coppie con figli diminuiranno di 400mila unità». Ecco quindi la necessità di un accompagnamento premuroso alla fecondità di ogni famiglia per ridare ali di speranza ai bambini senza famiglia. Tra gli invitati al convegno il Presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, S.E. Mons. Vincenzo Paglia, che ha dato subito una notizia in anteprima: il Santo Padre ha accettato di iniziare quest’anno la prima giornata mondiale dedicata ai nonni e agli anziani, che si celebrerà a piazza San Pietro il 28 settembre prossimo . Nell’intervento Mons. Paglia ha sottolineato che “oggi qualcuno parla di seconda rivoluzione individualista: vuol dire che noi pieghiamo a noi stessi anche le istituzioni. La famiglia non è più al servizio della società, ma al servizio dell’io. (…) Tutto è asservito a se stesso, ecco perché in questa seconda rivoluzione siamo stati lenti a riconoscerne la soggettività. (…)

Tutta la nostra, giusta, rivendicazione rispetto all’adozione e all’affido, deve essere una rivendicazione e una battaglia culturalmente alta, altissima. E a dire che sono i bambini al centro, non noi, sono loro che hanno bisogno, non noi. In questo senso l’Amore Trinitario è un amore as-

solutamente diretto all’altro. Nella Trinità il Figlio naturale è stato mandato sulla terra per fare di tutti dei figli adottivi, con una intregazione straordinaria siamo entrati tutti come adottivi nel mistero dell’Amore Trinitario. In questo senso la lotta o anche il desiderio, che è anche legale, che è anche culturale, ecc., credo che questo impegno per aiutare i più deboli, i bambini abbandonati, sia un compito altamente legato all’amore stesso paterno di Dio. Senza questo Amore paterno trinitario è difficile capire l’adozione o l’affido. Si rischia di trasformarlo in una nuova schiavitù, che è quello che sta accadendo.

In Italia non si fanno più figli, salvo l’impazzimento del bombardamento degli ormoni, dei figli in affido, dell’eterologa, ecc. È una società assurda: da una parte non vuole i figli, dall’altra impazzisce per crearli. Questo va svelato davanti alle nostre comunità o anche al nostro paese.

Ecco perché io credo che questo dibattito su la famiglia e le vie per l’adozione e l’affido, davvero noi qui stiamo trattando quel mistero straordinario che all’interno della Trinità il Padre eterno ha mandato il Figlio per adottare tutti noi. È questa la prospettiva dell’adozione e dell’affido: è la stessa di Gesù, del Padre e dello Spirito Santo.”

LABORATORI Altro momento significativo della Settimana sono stati gli otto laboratori tematici, dalla “Parrocchia Famiglia di famiglie”, ai “Percorsi per fidanzati che spalancano la fertilità e

l’accoglienza”, a “Quale fecondità se il figlio non arriva”, a “Una famiglia che adotta una famiglia”, al’ ”Adozione internazionale”, ecc., coordinati da esperti. I partecipanti – la maggior parte dei quali coniugi con relativi figli a seguito custoditi durante le giornate da esperti operatori – hanno potuto condividere le proprie esperienze e gettare le basi per delle proposte concrete soprattutto per la pastorale famigliare, in particolare rispondendo a tre domande: cosa non serve, cosa manca e come trasformare, di cui nella giornata conclusiva la coppia responsabile dell’ Ufficio famiglia, Giulia e Tommaso Cioncolini, ha comunicato una breve sintesi dei lavori svolti (a breve usciranno gli atti completi del convegno).

Ricorrente in tutti i laboratori è stata una forte domanda di formazione. Si è colto anche che, anche grazie alle suggestioni che sono state date dagli esperti, la fecondità è un tema ricco da esplorare e approfondire, come dire si è iniziato un percorso che deve essere arricchito ed ulteriormente esplorato. Tra le proposte più frequenti per comunicare alle coppie che fanno affido, alle coppie che adottano, alle coppie che sono in difficoltà per la ferità della sterilità, torna il tema della prossimità; si chiede alle nostre comunità e alle famiglie che abitano le nostre comunità parrocchiali la capacità sempre crescente di farsi prossimi. Altro tema ricorrente nei laboratori, ma con una parziale consapevolezza, è la questione della dimensione del dono del figlio e della vocazione ad essere accoglienti, che può essere assolta sempre da una maggiore formazione. I lavori sono stati sintetizzati secondo tre punti di vista: quello dei figli, quello delle famiglie, quello delle comunità.

MERCATINO DELLE IDEE E SERATA IN FESTA Grazie ai responsabili dell’Ufficio pastorale familiare della Regione Puglia, una serata è stata dedicata allo svago per un sano divertimento, con la partecipazione di un gruppo di bambini che si sono esibiti in balli popolari pugliesi, e non solo, coinvolgendo nella danza tutti i partecipanti, anche sacerdoti e religiose. Inoltre sono state offerte, grazie alla generosità e all’accoglienza della gente di San Giovanni Rotondo, degustazioni dei migliori prodotti tipici locali.

Diverse realtà di Diocesi di Italia hanno presentato le loro iniziative concrete a sostegno delle famiglie.

Kaire 9 LA TESTIMONIANZA DI ROSA E GINO 5 luglio 2014 kaire@chiesaischia.it

PASTORALE FAMILIARE

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L'ESPERIENZA

La famiglia grembo della vita .Quali vie per l'adozione e l'affido."Ci lasciamo scrivere la vita da Dio o la vogliamo scrivere noi" P.F.Questo convegno al quale abbiamo partecipato ci ha fatto molto riflettere sul senso del nostro essere famiglia. Ci sono stati momenti dove abbiamo ascoltato le esperienze di tante famiglie, ci raccontavano con tanta semplicità la loro storia o meglio la storia che Dio aveva intessuto con loro.

Famiglie che pur non avendo avuto la possibilità di essere genitori biologici donavano la bellezza di essere "genitori a tempo". La straordinarietà era che non ti accorgevi che i bimbi che erano con loro erano in affido e da anni, ma si coglieva una serenità in un legame seppur temporaneo, speciale, proprio come delle piccole chiese domestiche dove l'amore è di casa, dove si scorge l'immagine della Santa famiglia Maria e Giuseppe volti soltanto alla volontà di Dio, scelti.

Parlando di loro si sottolineava molto la figura di Giuseppe sempre pronto ad uscire da sè, bravo anche a prendere la paternità di Dio affrontando con lui tutte le difficoltà. Si sottolineava che la paternità e maternità sono tali solo

se sono universali,quindi avere questa apertura verso tutti coloro che possono arricchire le nostre famiglie: nonni diversamente abili, persone sole i senza tetto in poche parole tutti coloro che sono considerati come "Scarto" perché potrebbero minare la nostra vita individualistica.

Una coppia aveva addirittura accolto un ragazzo che invece di scontare la pena in un carcere perché aveva problemi con la legge chiedeva di essere accolto in una famiglia e loro avevano aperto la loro casa ma non ponendosi come famiglia brava che aiuta quella cattiva ma essendo mani fronte, essere risorsa per ognuno.La diversità non è un handicap ma è una crescita,essa è il principio della gratuità "è un dare senza prendere e un prendere senza perdere".Daniele un figlio di vent'anni ci ha raccontato di quanto bene ha tratto da tanti bambini che sono stati accolti nella sua famiglia ci ha lasciato concludendo con questa frase "Mi sento libero quando sono rinchiuso nell'obbligo di accogliere l'altro" Queste poche ma veramente poche cose che abbiamo scritto non rendono pensiamo alla ricchezza che abbiamo sperimentato in tutto questo convegno,

lo abbiamo vissuto vedendolo concretizzato da tante famiglie che pur consapevoli delle difficoltà che avrebbero dovuto affrontare nel dire il loro si al dono dell'amore che "cura con gratitudine anche quando raccoglie ingratitudine".Ci restavano nel cuore queste frasi che dicevano:Gli sposi grembo della vita un quadro ricco di colori e di immagini,nella cornice vuota il dipinto lo facciamo noi un affresco di amore Trinitario. La famiglia non è la colonna ma è la trave quella che non si vede ma dà sostegno essa è essenziale.

L'adozione è la sostanza della nostra spiritualità siamo tutti figli adottivi essa non è solo la risorsa per il paese essa è la speranza. Gli sposi fecondi sono come l'Ostensorio con Gesù Eucaristico che emana luce sempre. Un giorno la paura bussò alla porta della famiglia il coraggio andò ad aprire...non c'èra nessuno RosaGino Nella foto Rosa viene abbracciata da Mons.Vincenzo Paglia

INTERVENTO DEL PROF.STEFANO ZAMAGNI 10 Kaire

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residente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Prof. Stefano Zamagni è un amico dell’isola d’Ischia, avendo già partecipato a degli incontri promossi dalla scuola di formazione politica Kosmopolis. All’inizio del suo intervento, prima di approfondire il tema che gli era assegnato, ha fatto una prima considerazione nel riconoscere che l’Ufficio Nazionale della pastorale della famiglia della CEI non poteva scegliere momento migliore per organizzare un tale seminario. Infatti, a seguito del mutamento di governo, l’Osservatorio delle politiche famigliari, che ha sede presso la presidenza del consiglio dei ministri, aveva rinviato la decisione per celebrare la terza Conferenza nazionale della famiglia; la seconda venne celebrata nel 2010 a Milano e in base ad un dispositivo di legge la Conferenza deve svolgersi ogni tre anni.

Proposte dell’Osservatorio L’Osservatorio, però ha continuato a lavorare elaborando alcune proposte di tipo progettuale che sono state già inviate al Governo due mesi fa per sollecitare l’indizione della terza Conferenza nazionale.

Queste proposte sono divise in cinque capitoli: 1) Politiche di armonizzazione famiglia lavoro; 2) Principio di sussidiarietà; 3) Famiglia e responsabilità educativa; 4) Le politiche famigliari e sviluppo del paese; 5) Fisco e tariffe. Dopo due mesi di insi-

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stenza, la bella notizia è che nei prossimi giorni è previsto l’incontro dei componenti l’Osservatorio con il rappresentante del Consiglio di governo al fine di poter avviare finalmente l’indizione della Conferenza nazionale, in ritardo già di un anno, cercando di sostenere che la famiglia non può essere considerata la cenerentola delle politiche. Il professore ha continuato comunicando una seconda bella notizia: il primo ministro ha annunciato di voler mettere mano a tutta la legislazione del variegato mondo cosiddetto del terzo settore.

Questi due esempi molto concreti, fanno capire che in questo momento è più che mai necessario che il mondo cattolico, da un lato si organizzi, ma soprattutto faccia sentire la propria voce, ovviamente in maniera civile come ha sempre fatto, senza continuare a subire. Per ottenere risultati concreti è necessario imporsi all’attenzione della società civile organizzata, come tante altre esperienze ci hanno insegnato.

Per un’economia al servizio della famiglia e dei figli senza famiglia.

Entrando nel merito del tema, l’economista Zamagni ha enunciato due tesi: la prima è che la questione familiare appartiene alla sfera pubblica e non alla sfera privata; la seconda tesi è che la crisi ed i problemi della famiglia in Italia, come in altri paesi, sono un riflesso della crisi del modo con cui le nostre società si sono organizzate e si stanno organizzando. Quindi non è la crisi della famiglia come qualcuno vuole far

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credere, la crisi viene da fuori non da dentro le famiglie.

La famiglia appartiene alla sfera pubblica Ci sono due grossi modelli di famiglia: quella aggregativa e quella generativa. Qual è la differenza? La prima è una concezione, che oggi è dominante a livello internazionale, che vede la famiglia come una aggregazione di individui che si mettono insieme per convenienza, perché ognuno persegue un obbiettivo individuale e per perseguirlo scopre che unirsi in famiglia è conveniente in un senso o in un altro. La seconda, la famiglia generativa, è una concezione, al contrario, che mette al centro la generatività della famiglia. Cioè la famiglia è quella istituzione che genera in primo luogo la vita, ma soprattutto in secondo luogo genera il bene comune. Quest’ultimo è un punto che non sempre viene apprezzato, perché ci si

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ferma solo all’indiscutibile fatto biologico che la famiglia genera la vita.

Famiglia aggregativa Sposare l’una o l’altra concezione dove ci porta? Alla base della famiglia aggregativa sta un principio che è quello cosiddetto degli affetti. Secondo i sostenitori di questa tesi la famiglia è il luogo privilegiato degli affetti. Dunque se due persone dichiarano di avere affezione o sim-patia l’una nei confronti degli altri, costoro si ritengono autorizzati a definirsi, e quindi da pretendere il riconoscimento dal soggetto pubblico, come famiglia. Lo slogan che si dice: ora stiamo bene assieme, quando non staremo più bene assieme ci lasceremo. Questa, che è una battuta di comodo, discende dalla concezione della famiglia aggregativa.

E, su questo fronte, un po’ di responsabilità ce l’hanno anche alcune espressioni del mondo cattolico. Ad esempio quando nel 1975 l’Italia ha mutato il codice civile e negli articoli che riguardano il diritto di famiglia era stato guidato da politici e ministri marcatamente cattolici. La posizione che passò, che transitò negli articoli di legge, fu questa: la definizione della famiglia come luogo degli affetti. È ovvio che allora venne fatta in buona fede, però come spesso si dice non sempre la buona fede fa la fede buona. L’aver definito la famiglia come luogo degli affetti ci pone oggi in difficoltà tutte le volte in cui nel confronti di chi porta avanti la questione del matrimonio tra omosessuali ci si dice: l’avete detto voi che la famiglia è un luogo degli affetti quindi, se io ho affetto per un partner dello stesso sesso perché non dovrei essere famiglia. La difficoltà che oggi troviamo in Italia è proprio questa, perché ci viene meno un fondamento. A partire da quella definizione avvenuta nel 1975, oggi ad esempio sulla questione recentissima del divorzio breve, innumerevoli giuristi cattolici hanno avuto grosse difficoltà giuridiche a sostenere l’altra posizione. Quando si fanno le leggi, quindi, bisogna stare molto attenti.

Famiglia generativa La famiglia generativa ha come suo principio fondamentale la generatività. Questo fa una grande differenza, perché l’affetto è qualcosa che appartiene alla sfera singola, mentre la generatività appartiene alla sfera pubblica. La famiglia generativa ha come suo principio guida il principio di reciprocità, non il principio dello scambio. L’essenza della reciprocità è un dare senza perdere, è un prendere senza togliere.

Nello scambio non è così. Perché se scambio un orologio con qualche altra cosa una volta che l’ho dato non ce l’ho più, l’ho perso.

Rapporto fra genitori e figli Alla base della teoria della famiglia aggre-

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gativa c’è questo principio: i genitori non possono educare i figli. Hanno il dovere di istruirli ma non educarli. E l’istruzione è il contrario dell’educazione. Nel nuovo codice della famiglia si parla solo di doveri, i genitori hanno solo doveri nei confronti dei figli: hanno il dovere di aiutarli sotto il profilo delle cure sanitarie sanitario, devono provvedere all’assistenza necessaria, ecc. I figli hanno solo diritti nei confronti dei genitori. Questo è stato un grosso errore. Con questa concezione il genitore viene espropriato dalla funzione primaria che è quella educativa. I genitori non hanno più il rispetto dei figli; un genitore per essere rispettato non basta che gli abbia dato la vita, ci vuole l’autorevolezza.

Autorità è colui che ti fa crescere. Quindi se si vuole essere rispettati dal figlio si deve fare in modo che il figlio riconosca nel padre un autore, uno che lo aiuti a crescere. Ma se si viene a dire che i genitori non hanno questo tipo di doverosità, perché il loro dovere è quello di istruire, alimentare, curare, assistere e basta, e lasciare la libertà di scelta quando il figlio sarà maggiorenne, per la scelta del loro piano di vita, si capiscono le implicazioni. Buona parte della crisi del rapporto genitori-figli è proprio questo. Cioè i genitori, soprattutto per i padri, non riescono ad avere quella autorevolezza che consente di essere rispettati. Nella famiglia generativa è vero esattamente il contrario. Chi condivide questa concezione sottolinea il ruolo primario della capacità educante che è la famiglia.

La crisi della famiglia esogena La crisi della famiglia non nasce dall’interno della stessa, come molti sostengono perché hanno bisogno di dimostrare che la

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famiglia è un’istituzione di altri tempi, che ha finito il suo ciclo storico. Mentre al contrario è vero che la società di oggi è organizzata in modo anti-famigliare. Ad esempio l’organizzazione del lavoro è contro la famiglia. Già cinquant’anni fa il documento conciliare della Gaudium et spes, al paragrafo 66 c’è scritto che l’organizzazione del lavoro e della produzione deve essere al servizio delle esigenze della famiglia e non viceversa, che la famiglia deve adattarsi alle esigenze del processo produttivo. E non è vero che non si può cambiare l’organizzazione del lavoro. Si può cambiare benissimo, portando profitto all’impresa. Non si deve parlare di conciliazione tra lavoro e famiglia, come se fossero in conflitto fra loro, anzi ambedue hanno un valore importante. È meglio parlare di armonizzazione. L’armonia è una parola greca, in greco armonia era l’intercapedine che si deve mettere fra due corpi metallici perché sfregandosi non producessero la scintilla da cui il fuoco, da cui l’incendio.

Bello questo concetto. Noi dobbiamo fare politiche che armonizzino. Fra l’altro la parola armonia come tutte le parole che iniziano con ar (arte, artista, artigiano, ecc.) derivano dal greco aretè che vuol dire virtù. Quindi le politiche di armonizzazione sono le politiche di virtù. A qualcuno da fastidio parlare di virtù e allora si dice conciliazione. Anche nel mondo cattolico inconsapevolmente si continua a parlare di politiche di conciliazione, facendo confondere la testa della gente. Si tratta ancora una volta di decidere se vogliamo continuare il modello della famiglia aggregativa o il modello della famiglia generativa. ... continua a pag 12

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PASTORALE FAMILIARE

Welfare Un secondo luogo dove capiamo le difficoltà che si riversano sulla famiglia è quello che riguarda il welfare. Il nostro welfare non vede la famiglia, vede l’individuo che è nella famiglia. Allora abbiamo il welfare per i bambini, gli anziani, ecc. ma questa gente non sta in un nucleo familiare. E allora non sarebbe meglio che il nostro legislatore pensasse ad un welfare che incentrato sul quel nucleo che si chiama famiglia. Invece si preferisce dire facciamo i nidi per i bambini, ma i bambini da dove vengono. Il tentativo è quello di dimostrare che non c’è bisogno della famiglia, perché se vuoi badare ai bambini gli facciamo i nidi. C’è l’anziano non autosufficiente, ecco che gli creiamo delle case speciali dove li faremo correre di nuovo, e così via. Cioè l’idea è quella di delegittimare la famiglia per renderla irrilevante, attuando, sempre che sia possibile economicamente, un welfare generoso.

I figli un bene di lusso La questione del fisco. La laicissima Francia introdusse il quoziente familiare già nel 1945 e da allora non l’ha mai cambiata. In Italia non si è mai riusciti ad introdurla. Tre anni fa il Forum delle famiglie propose il fattore famiglia, che risolveva le obiezioni di qualche laicista diceva prive di senso. Ma neanche il fattore famiglia è entrato negli ultimi tre anni. Non è accettabile

compro la Ferrari, mica posso pretendere dal fisco un qualche vantaggio, perché si dice che è un bene di lusso. La stessa logica vale per i figli.

Questo è a dir poco offensivo, perché vuol dire negare alla famiglia la sua soggettività economica. Perché la famiglia è il primo produttore,

che i figli vengono visti come un bene di lusso.

Ci siamo chiesti perché chi ha più figli, a parità di reddito, paga più tasse di chi ha meno figli?

Risposta: perché un figlio è un bene di lusso. Sarebbe come dire se io con il proprio reddito mi

produce capitale umano, capitale sociale e capitale relazionale. E li produce. Se facciamo venir meno la famiglia è evidente che qualche altro ente dovrà essere escogitato per cercare di produrre almeno in parte quello che la famiglia na-

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turalmente produce da sé.

Mito di Anteo Anteo era figlio di Poseidone e di Gea (Madre Terra). Dalla madre Gea, aveva ricevuto il vantaggio che appena lui toccava terra con i piedi gli veniva una forza tale da vincere qualsiasi avversario. Eracle, che era un gigante e che ce l’aveva con Anteo, venuto a sapere di ciò, con uno stratagemma solleva da terra Anteo e lo colpisce a morte, perché sollevato da terra Anteo non aveva più forza. Cosa ci dice oggi a noi questo mito: quando i cattolici in Italia e nel mondo toccano terra, cioè stare vicino ai problemi della gente, stare vicino ai problemi della famiglia, ecc., acquistano forza; quando invece si alzano e cioè cadono nell’intellettualismo, elucubrazioni pseudo filosofiche e soprattutto si divino fra di loro, perdono, arriva Eracle e ci fa fuori. Allora l’invito è di fare tesoro di questa antica saggezza, tocchiamo terra. Perché quando si sta accanto a chi è nel bisogno, a chi ha problemi, è inevitabile che si ritrovi quella unità, che è condizione necessaria e sufficiente per vincere la buona battaglia.

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DA CERCATORI DI PERLE… A PESCATORI DI UOMINI! PARROCCHIE

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PARROCCHIA DI SAN CIRO

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uest’anno, noi giovani di S.Ciro, abbiamo partecipato a quattro incontri spirituali giovanili con le suore Piccole Missionarie Eucaristiche a Bagnoli alla casa madre. E’ stata un’esperienza che ha segnato la nostra formazione e il nostro cammino verso Dio. Abbiamo percorso diverse tappe, seguendo un percorso graduale, riflettendo su alcuni passi della vita di Gesù. Siamo partiti dalla perla preziosa, chiedendoci cosa fosse per noi un tesoro e cosa fosse realmente tanto prezioso nella nostra vita. In seguito, ci siamo soffermati sul dono dei talenti che il Signore ha affidato ad ognuno di noi, come una matita nelle nostre mani, con la quale solo noi possiamo decidere cosa fare e in che modo usarla, ma anche come matita nelle mani di Dio. Nel terzo incontro, ci siamo riscoperti in Zaccheo e nel giovane ricco, entrambi desiderosi di incontrare Gesù, ma con scopi diversi: il giovare ricco, pur essendo obbediente, non è disposto ancora a lasciare tutto per ottenere la felicità eterna, mentre Zaccheo, nonostante fosse un comune peccatore, accolse Gesù con gioia, ricambiando il suo amore. Durante l’ultima tappa di questo nostro cammino, abbiamo riflettuto su come il Vangelo potesse essere annunciato al giorno d’oggi, trattando il Vangelo sui pescatori di uomini. Per essere buoni annunciatori, la prima cosa da fare è fidarsi ciecamente di Dio, senza aver paura ed essere sempre coerenti. E’ stato molto bello incontrare nuovi ragazzi e condividere con loro i nostri pen-

sieri e il nostro legame con il Signore. Questo percorso è appena terminato, ma ben presto, ci prepareremo a vivere una nuova esperienza insieme.

Infatti, dal 25 al 27 luglio, ci rincontreremo tutti quanti a monte Faito.

“La vita a volte è come una pesca: ci sono giorni in cui le reti sono piene di pesci, piene di gioia, di vitalità, di fortuna … e giorni in cui le reti sono vuote. Proprio quando le mie reti sono vuote tu, Signore, non smetti mai di avere fiducia in me e mi dici che potrò ancora tirare fuori qualcosa di buono da queste mie reti vuote e sfilacciate ...”

Diocesi di Ischia

PELLEGRINAGGIO CON IL VESCOVO PIETRO in POLONIA, CECHIA ed AUSTRIA

DAL 19 AL 26 AGOSTO 2014

Sara Costa Cristina Salvati Davide Costa

PER INFO E PRENOTAZIONI Ufficio Turismo e Pellegrinaggi Curia Vescovile Tel. 3498826612 Mercoledì dalle 10:00 a 12:00 e-mail : ischiatur@gmail.com

DON VINCENZO 60 ANNI DI STORIA CON DIO!

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| a cura di Francesco Schiano

60 anni di Sacerdozio, quasi un’intera vita donata per il Signore.

Don Vincenzo Avallone ha vissuto questa importante tappa della sua vita domenica 29 giugno nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, riandando alla mente a quel 29 giugno del 1954 in cui ha consa-

crato per sempre la sua vita a Dio. Sono stati davvero tanti i suoi compaesani che non hanno voluto mancare alla solenne celebrazione da lui

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SACERDOTI

presieduta all’aperto presso la chiesa della Madonna delle Grazie in S. Gennaro a Panza, ma tanti altri ancora sono giunti da Casamicciola e da ogni parte dell’isola per dire grazie con don Vincenzo al Signore per questi 60 anni di vita sacerdotale.

Nel suo saluto iniziale il parroco Solmonese ha rin-

graziato don Vincenzo per la sua luminosa testimonianza e per il suo servizio alla chiesa di Ischia in modo particolare, augurandogli di andare sempre avanti con la

stessa passione del primo giorno: “pensando a te don Vincenzo, abbiamo potuto constatare tutto l’Amore che sai mettere soprattutto nei rapporti personali e con i fratelli. Ti ringraziamo Signore per quest’uomo che è riuscito ad entrare nel cuore di tutti con semplicità, onestà e umiltà, trasmettendoci i valori del cristianesimo. Un grazie particolare con una punta d’orgoglio te lo vuole porgere questa Comunità di San Leonardo abate: siamo fieri che questa comunità abbia dato il via alla tua vocazione, al tuo cammino, una comunità in cui sei voluto tornare qualche anno fa come nel grembo della mamma. Siamo orgogliosi e fieri di averti come figlio, uno dei tanti figli che la Parrocchia di San Leonardo ha dato alla nostra Diocesi”.

Don Vincenzo a sua volta nell’omelia ha ripercorso un po’ tutte le tappe della sua storia vocazionale citando i due zii anch’essi sacerdoti

che insieme ai suoi genitori sono state le radici della sua fede e della sua storia con Dio: “Nella mia vita ho sempre camminato con il vento di Dio, non ho mai programmato niente, appena preso messa ho seguito i seminaristi e sono stati anni preziosi per me, poi sono partito con don Michele Romano per essere cappellano militare prima a Gorizia, poi a Bolzano, poi a Trapani,e anche lì ho sempre cercato di curare i rapporti umani, perché sono quelli che davvero contano nella vita. Poi tornai e andai Parroco a Serrara, e come

faccio a dimenticare Serrara: il primo amore non si scorda mai! E chi si sarebbe mai sognato di andare a Casamicciola?! E così Casamicciola mi ha arricchito enormemente, lì sono stato 42 anni e il tempo più bello è stato forse quando abbiamo iniziato a lavorare per il Parroco Morgera e che miniera, che esempi grandi abbiamo potuto ricevere! Il prete, che mistero grande!”

Al termine i saluti appassionati del sindaco Del Deo, dei giovani dell’associazione Moveo, della Banda Musicale “Aurora”, del cap. Um-

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berto Maltese, della Confraternita Ss. Annunziata, del dott. Andrea Di Massa Presidente della Pro Casamicciola e la Benedizione Apostolica di Papa Francesco hanno coronato una giornata conclusa in un vero e proprio abbraccio di popolo.

La mattina seguente don Vincenzo ha condiviso la gioia per i suoi 60 anni di Sacerdozio con il Presbiterio diocesano, ed è stato mons. Lagnese a presiedere la solenne concelebrazione alle ore 11 nella Chiesa stessa della Madonna delle Grazie.

Rifacendosi alla parola del giorno mons. Lagnese ha voluto donarci un messaggio ancora una volta ricco di speranza e di sprone per la nostra vita: “anche quest’oggi una Parola ci viene donata. Il Signore attraverso il profeta Amos ci invita a guardarci dentro e ci invita a farlo insieme, ognuno per suo conto, pastori e gregge.

Diceva S.Agostino questa mattina nella lettura patristica della liturgia delle ore: ‘quello che il Signore dice al gregge vale anche per i pastori e i pastori devono tremare per quello che il Signore dice al gregge’, non solo perché loro fanno parte del gregge ma anche perché hanno una responsabilità nei confronti del

SACERDOTI gregge. E il Signore questa mattina attraverso il profeta Amos ci invita a verificare se stiamo piacendo a Lui, se gli siamo graditi o se la nostra non sia forse una vita in cui Lui non è contento di noi, una vita in cui noi mettiamo insieme un rapporto con lui ed un esperienza di peccato credendo che queste due cose possano andare a braccetto.

Il rischio, allora come oggi è proprio quello di tentare di mettere insieme una vita mondana con un’apparente

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religiosità che però non esprime una vera amicizia con il Signore. Noi guardando a don Vincenzo questa mattina vogliamo dire Grazie a Dio per questo Sacerdote che ha sperimentato nella sua vita l’Amore di Dio e l’ha fatto sperimentare a tanti fratelli, sempre pronto a spendersi, sempre con la passione del primo giorno, una passione per Dio e per gli uomini, e mentre da un lato ascoltiamo questa Parola che ci mette in guardia da una

falsa amicizia con il Signore, dall’altro guardando proprio a don Vincenzo capiamo come anche noi possiamo farcela a vivere una fedeltà al Maestro, a vivere una vita donata a Dio e ai fratelli, e nella misura in cui faremo questo la nostra vita sarà bella e fruttuosa!”

Foto di Vito Barnaba e Angelo Russo

LA PRIMA MESSA DI DON MARCO D'ORIO S 16 Kaire

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| a cura di Tuta Irace

ia Benedetto il Signore che nella sua bontà ha donato due nuovi sacerdoti alla chiesa diocesana…. con queste parole il parroco di Lacco Ameno don Gioacchino Castaldi ha salutato l’ingresso nella comunità lacchese del suo nuovo sacerdote don Marco D’Orio in occasione della sua prima messa nel paese di nascita, dopo l’indimenticabile serata di sabato nella quale ha ricevuto il ministero sacerdotale dal vescovo Pietro Lagnese, insieme a don Gianfranco Del Neso.

“Oggi è un giorno di grande gioia” ha continuato il parroco “perché Marco entra nella parrocchia d’origine, dove è nato e vissuto e dove ha mosso i primi passi del suo cammino, che è culminato ieri sera in occasione dell’ordinazione.

Gioia per tutti perché il Signore ti ha chiamato a servirLo e ti ha scelto indipendentemente dai tuoi meriti o limiti, ma per donarti a Lui, alla

causa del Vangelo, con timore e fiducia…”

Festa grande, dunque, a Lacco Ameno sabato 28 giugno, dove le campane hanno suonato a lungo per la prima messa celebrata dadon Marco D’Orio. E’ stato sicuramente un vero evento, non solo per don Marco eper la sua famiglia, ma anche per l´intera comunità della parrocchia della SS Annunziata di Lacco Ameno, che festeggia ancora una volta, per grazia di Dio, un´ordinazione sacerdotale, a distanza di qualche anno dall’ultima, che fu di don Ciro Vespoli.

La festa è stata ancora più sentita e partecipata per la concomitanza dei programmati festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie a Lacco Ameno, che culminano ogni anno il 2 luglio, e perché si era alla vigilia dellasolennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, patroni principali della Chiesa di Roma. L’occasione è stata resa ancora più gioiosa per la presenza dei tanti sacerdoti accorsi per questo momento di letizia,a cominciare dall’amico Gianfranco Del Neso anch’egli novello sacerdote,e per la presenza di un’intera comunità festante che ha salutato que-

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sto momento con entusiasmo e commozione intensa.

“Ti consegni al Signore per metterti al servizio della Sua e della nostra chiesa” ha proseguito Don Gioacchino “Questa Chiesa che oggi ci sollecita, attraverso il Vangelo, ad andare sempre più incontro all’uomo,alla sua povertà esistenzialeed alle sue difficoltà”.

Don Marco nella sua omelia ha ripercorso i momenti salienti della sua chiamata, con parole semplici, dette a braccio,e rotte da un’intensa commozione, la stessa che lo ha spinto a chiedereai fedeli presenti di pregare per lui, per il suo inizio di ministero, così come ha fatto papa Francesco all’inizio del suo ministero papale.

E poi ha continuato nel confidare ai presenti la sorpresa di leggere le parole dell’odierno Vangelo, le stesse che hanno fatto scaturire la sua “conversione”. Ha continuato descrivendo nei particolari i sentimenti che lo hanno conquistato nei momenti salienti della sua ordinazione, della forza dell’amore dei fratelli sacerdoti, sua nuova famiglia, che li ha sentiti uniti nella preghiera “… sentivo la presenza, l’amore e la preghiera di tutti….mi sembrava di essere in Paradiso….avrei voluto che quel momento non finisse mai!”.

Don Marco ha infine ringraziato tutti, la sua famiglia,il Vescovo Pietro Lagnese,edi suoi fratelli sacerdoti, cui ha rivolto un pensiero riconoscente,perché lo hanno sostenuto coralmente in questi anni di cammino spirituale. In particolare ha rivolto il suo pensiero a don Pietro Monti ed al parroco don Franco defunti entrambi da qualche anno che lo hanno guidato nel muovere i suoi “ primi passi” nel cammino sacerdotale.

“La Chiesa oggi ha una grande missione da com-

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piere” ha concluso il parroco don Gioacchino “ci chiamaad essere pastori,non funzionari, né mercenari, come ricorda il papa Francesco, impregnati per l’amore del gregge, “avere l’odore delle pecore!”…e da questo scaturisce l’augurio, da parte dell’intera comunità lacchese, di portare avanti un buon ministero e non desiderare altro che il bene del popolo che Dio ti ha affidato... Il tuo compito è servire non a parole ma con i fatti!”

Don Marco a fine celebrazione ha ricevuto l’abbraccio dell’intera comunità presente, soffermandosi con i tanti amici presenti, in un momento di convivialità che è proseguito con la grande festa preparata dai lacchesi negli spazi esterni della scuola elementare dove era stato allestito un ricco buffet eculminata con i fuochi d’artificio!

Kaire 17 LA PRIMA MESSA DI DON GIANFRANCO DEL NESO D 5 luglio 2014 kaire@chiesaischia.it

| a cura di Lorenzo Russo

omenica 29 giugno alle ore 20 presso il piazzale San Domenico ad Ischia don Gianfranco ha celebrato la prima messa nella sua parrocchia d'origine: Sant'Antonio Abate. Il piazzale era strapieno, come quando si celebrano le festività di san Domenico durante il mese di Agosto. Ad accompagnare il novello sacerdote, l'immancabile novello sacerdote don Marco d'Orio insieme ad altri sacerdoti. A dare il benvenuto il parroco don Giuseppe Nicolella che ha ricordato quanto sia importante la fedeltà a Dio e l'esempio che un sacerdote deve sempre dare al popolo di Dio. In prima fila i genitori di Gianfranco, sempre gioiosi e partecipi. Don Gianfranco era visibilmente emozionato. Per rompere il ghiaccio, ha ricordato l'ultima volta che era salito su quel palco qualche anno fa,

SACERDOTI

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quando durante la festa di San Domenico era in scena una rappresentazione teatrale e lui aveva il ruolo di un personaggio che andava contro Dio. e oggi, al contrario, su quello stesso palco, si ritrovava nel dire il proprio sì a Dio. "Ho capito che Dio mi ama immensamente. E l'ho scoperto nel 1996, proprio in questo piazzale, durante le ordinazioni sacerdotali di Don Pasquale Trani e Don Carlo Candido. Ricordo che ascoltavo la celebrazione in fondo alla piazza, quasi da ultimo. Ma quella sera, una scintilla era nata nel mio cuore. Dio mi amava e mi ama immensamente.

Dio ci ama immensamente". Poi un cenno nel passato, legato al vangelo del giorno, quando lavorava come idraulico ed elettricista. "La gente chi dice che io sia? Queste parole del Vangelo mi hanno fatto ricordare quando anni fa andavo sui can- tieri e cercavo di vivere il vangelo in ogni momento. Cercavo quindi di essere caritatevole con tutti. Soprattutto con i carpentieri, i muratori, e gli altri operai edili. Notavo però che questo mio modo di fare veniva compreso male. Infatti mi deridevano, proprio perché cercavo di volerli bene. Ma avevo scelto Dio. E volevo vedere solo Gesù in loro.

Ben presto questo loro modo dispregiativo nei miei confronti cambio. Iniziammo a costruire rapporti di amicizia, di aiuto reciproco".

Molto significativo l'offertorio, du-

rante il quale sono stati portati all'altare un calice e una patena del centro Ave, come dono degli amici più cari del sacerdote. Una cesta piena di generi alimentari per i poveri della parrocchia. Tre garofani, segno legato al movimento dei Focolari e della scelta di Gesù abbandonato in croce, nel momento più alto di dolore. Alla fine della messa, prima della benedizione papale con indulgenza plenaria, Don Gianfranco ha esternato la sua emozione sulla canzone cantata dal coro (è pace intima) durante la comunione.

"Questa canzone mi ricorda vari momenti della mia vita. L'ho cantata migliaia di volte, durante i matrimoni di amici, in qualche celebrazione, in varie veglie. Ma vorrei ora ricordare una persona della parrocchia che è partita per il Paradiso qualche anno fa: Francesca Mazzella. Lei mi diceva che dovevo essere sempre lo stesso Gianfranco. Sempre. Io spero di cambiare, migliorandomi sempre, ma stasera vi dico che sono e sarò per voi sempre lo stesso Gianfranco".

Al termine della messa una folla immensa di gente si è messa in fila per poter abbracciare Gianfranco e potergli baciare le mani come gesto di gioia.

La serata è continuata con una momento di festa organizzato dalla comunità parrocchiale.

IL PREMIO ISCHIA INTERNAZIONALE 18 Kaire

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5 luglio 2014 www.chiesaischia.it

MASS MEDIA

DI GIORNALISMO

S

| a cura di Francesco Schiano

i è tenuta venerdì 27 giugno a Lacco Ameno nell’incantevole cornice di piazza Santa Restituta la cerimonia di premiazione del 35° Premio Ischia Internazionale di Giornalismo che si tiene ogni anno sulla nostra bella isola. A Paolo Mieli è andato il riconoscimento “Penna d’oro” della Presidenza del Consiglio, a Lina Ben Mhenni considerata “la voce della rivolta tunisina” il Premio Ischia Internazionale, a Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera il premio giornalista dell’anno per la carta stampata, mentre al Direttore del Tg1 Mario Orfeo il premio come miglior giornalista tv.

Il premio di miglior comunicatore dell’anno è

stato assegnato a Simonetta Gola attuale responsabile della comunicazione di Emergency, alla storica Lucetta Scaraffia il Premio Mediterraneo e all’Agenzia Ansa il premio per il Giornalismo online.

A Marino Bartoletti è toccato invece il Premio come miglior giornalista sportivo, mentre un

altro importante riconoscimento della Fondazione Valentino è stato attribuito al direttore de L’Ora della Calabria, Luciano Regolo. Sempre nell’ambito del Premio Ischia nel pomeriggio del 27 giugno stesso si è tenuto presso l’Hotel Regina Isabella un interessante dibattito, andato in diretta su Sky tg24, sul tema: “Il giornalismo d’inchiesta nell’Italia della corruzione e dei segreti di stato: da Ilaria Alpi ai giornalisti minacciati”; a discuterne insieme a Paola Saluzzi sono stati Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera, Alessandro Barbano direttore de “il Mattino”, Antonio Polito direttore del Corriere del Mezzogiorno e Luciano Regolo direttore de “L’ora

della Calabria”.

Un caso emblematico negli ultimi tempi è stato proprio quello de “L’ora della Calabria”, le cui pubblicazioni sono cessate poche settimane fa dopo aver denunciato pubblicamente le pressioni subite dall’editore Alfredo Citrigno per non pubblicare la notizia di un’inchiesta della Procura

redazione ansa.it

Fiorenza Sarzanini

della Repubblica di Cosenza sulle consulenze d’oro pagate dall’Azienda sanitaria. Lo stampatore del quotidiano aveva telefonato a Citrigno per convincerlo a bloccare la notizia dell’indagine a carico di Andrea Gentile, figlio del senatore del Nuovo Centro Destra. Dopo quella polemica, la società editrice del giornale calabrese è stata messa in liquidazione per via dei debiti contratti proprio con De Rose che, adesso, rischia di rilevare il giornale. Al termine del dibattito abbiamo chiesto a Luciano Regolo, direttore del quotidiano calabrese, come fare a non restare schiavi di certe pressioni di cui anche la nostra isola non è certo immune: “Ovviamente ogni potere occulto sollecita la paura e l’omertà, ma si tratta di poteri che non danno alcuna sicurezza perché basta deludere le loro aspettative e sei fuori. Tutto questo ovviamente si ripercuote sul bene pubblico perché vediamo come vengano messe per amicizia in posti importanti persone che si rivelano del tutto incapaci. I mezzi di comunicazione in questo senso devono essere non solo mezzi di denuncia ma anche di strumenti di diffusione di valori sani per evitare che le nuove generazioni ricadano nelle stesse trappole dei potenti di turno”

lucetta scaraffia

SAN FRANCESCO E L’APPARTENENZA ALLA CHIESA DI DIO 5 luglio 2014 kaire@chiesaischia.it

P

| a cura dell’Ordine Francescano Secolare di Forio

apa Francesco anche nell’ultima udienza del 25 giugno ha trattato ancora della Chiesa, questa volta evidenziando il popolo di Dio appartenente alla Chiesa. Il cristiano che è parte integrante della Chiesa e forma il suo popolo ha come nome “cristiano” e come cognome “appartengo alla Chiesa”. Questa riflessione del Papa ci aiuta a capire che il cristiano appartenente alla Chiesa non è solo colui che fa parte del clero, ma tutto il popolo dei battezzati.

Per questo motivo dobbiamo sentirci tutti veramente fratelli, accettandoci con i nostri limiti, riconoscendo come unico padre il Padre Celeste e come unica madre la Madre della Chiesa , la Santa Vergine Maria, Madre di tutti i popoli.

San Francesco d’Assisi è stato il santo che più di tutti ha sentito forte nel profondo del suo cuore di appartenere e amare tutta la Chiesa di Dio, come gerarchia e come popolo, fino a formare per volontà dell’ Altissimo una comunità con la prima Fraternità, condividendo un amore sviscerato per il Vangelo e per la salvezza delle anime.

Il Santo esortava spesso i frati a non perdere di vista i loro propositi, come osservare la santa povertà evangelica, quando veniva donato loro un terreno per costruirci sopra un convento ed essere utili alle anime di quel paese. Infatti nella Leggenda perugina si racconta di Francesco che invita i suoi a recarsi dal Vescovo della città per dire: “« Messere, un benefattore, per amore di

ECCLESIA

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Kaire 19

Dio e per la salvezza della sua anima, ha intenzione di offrirci il terreno bastante per costruire un luogo. Ricorriamo a voi per primo, poiché siete padre e signore delle anime di tutto il gregge affidato a voi, e anche nostro e degli altri frati che risiederanno in questo luogo. Vorremmo edificare una casa con la benedizione del Signore Dio e vostra». Francesco diceva questo perché il bene delle anime, che i frati vogliono realizzare tra il popolo, sarà maggiore se, vivendo in concordia con i prelati e il clero, essi guadagnano a Dio e popolo e clero, che se convertissero solo il popolo scandalizzando prelati e chierici. Diceva: « Il Signore ci ha chiamati a rianimare la fede, inviandoci in aiuto ai prelati e chierici della santa madre Chiesa. Siamo quindi tenuti ad amarli, onorarli, e venerarli sempre, in quanto ci è possibile. Per questo motivo sono detti “frati minori”, perché devono essere i più piccoli di tutti gli uomini del mondo, sia nel nome, sia nell’esempio e nel comportamento.

Agli inizi della mia nuova vita, quando mi separai dal mondo e dal mio padre terreno, il Signore pose la sua parola sulle labbra del Vescovo di Assisi, affinché mi consigliasse saggiamente nel servizio del Cristo e mi donasse conforto. Per questa ragione e per altre eminenti qualità che riconosco nei prelati, io voglio amare, venerare e considerare miei signori non soltanto i vescovi, ma anche gli umili sacerdoti ».” (FF 1562)

CHE COSA SIGNIFIA VITA SPIRITUALE?

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| a cura dei Discepoli e Apostoli dello Spirito Santo

n autore spirituale Francois Varillon (1905-1978), rispondendo a questa domanda disse: “La gente pensa che la vita spirituale sia una vita immateriale. Ma questo non è il senso presente della Bibbia. La vita spirituale è una vita che si lascia trasportare dallo Spirito (ruah) di Dio ... E' una vita che accoglie il respiro, la brezza e l'uragano di Dio nella nostra vita”.

Pertanto, per il rinnovamento della società, nello spirito del Vangelo dell'Amore, occorrono uomini rigenerati dallo Spirito, cioè persone Sante e santificatori.

La chiamata alla santità è un impegno che riguarda tutti cristiani. Lo ricorda il Concilio Vaticano II : "..

Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità: da questa santità è promosso, anche nella società terrena, un tenore di vita umano" (Lg 4o) .

Ovviamente con modalità diverse, secondo le vocazioni e i carismi di ciascuno si attua l'unica santità.

L'esistenza cristiana è camminare secondo lo Spirito, alla sequela e in conformità al modello che è Cristo,

per andare incontro al Padre. La vita secondo lo Spirito è la conformazione a Cristo Crocifisso e Risorto, comportano nel discepolo il dominio di se, la sobrietà nei costumi, la disciplina dei sentimenti, l'accettazione serena delle avversità e la capacità di donarsi ai fratelli, sotto il cui volto c'è sempre Cristo Gesù. Tutto ciò è certamente dono di Dio, ma richiede anche un cammino progressivo, permanente di conversione personale, sotto l'azione continua dello Spirito Consolatore e di Maria Santissima, Sua Sposa Amatissima. È indispensabile, essere educati al pensiero di Cristo, vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e amare come Lui, a sperare come insegna Lui, e a vivere in Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo.

“Il nostro amore verso Dio non è propriamente un atto nostro : è l' Amore dello Spirito Santo che attraversa i nostri cuori e li eleva a Dio” (Guglielmo di Saint Thierry) La santità è necessaria perché ogni uomo o donna raggiunga la sua forma completa, la sua pienezza vitale, la sua trasfigurazione soprannaturale per entrare nella vita eterna.

Finisco con Francois Varillon : "Il mondo moderno, è logorato nella misura in cui la sua fede non è viva, in cui dimentica che tutto viene da Dio e che, se davvero Dio è nostro Padre, noi abbiamo il dovere di essere calmi e sereni come sono calmi e sereni tutti coloro che hanno fiducia".

A.M.

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20 Kaire

5 luglio 2014 www.chiesaischia.it

| ARTE E LITURGIA

COMMENTO VANGELO della XIV domenica del Tempo Ordinario

ungo la sua predicazione, Gesù Cristo spiegò con chiarezza agli apostoli che Dio Padre gli chiedeva di andare incontro alla croce e che anche i suoi discepoli dovevano percorrere la stessa strada. Da questo punto di vista, tutta la vita di Gesù è un dirigersi verso la croce o, come dice san Giovanni, verso il momento della “sua ora”, l´ora della consegna della sua vita per amore a noi e in obbedienza amorosa al Padre. Allo stesso tempo, Gesù sottolineò che la croce non aveva l´ultima parola nella sua esistenza ma ne anche nella nostra: “chi perde la sua vita la ritroverà”. Dopo la morte viene infatti la Risurrezione, che in Cristo si è già realizzata, mentre che nelle nostre vite arriverà nella risurrezione dei corpi alla fine dei tempi.

In questa domenica, il Signore parla sulle difficoltà e le sofferenze che troviamo nella vita e ci dice che in quei momenti la nostra croce è anche

sua e, per tanto, le forze per continuare avanti non sono soltanto nostre ma anche divine: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”.

Senz’altro, abbracciare la croce non è facile. Risulta naturale respingere il dolore. Infatti, quando la sofferenza apparare cerchiamo giustamente di allontanarla della nostra esistenza. Ma non possiamo dimenticare che il dolore forma parte della vita, che prima o poi ci incontra. In quel momento, ci rendiamo conto che il dolore non si può capire con la ragione. Lo stesso Gesù non fece una catechesi ai suoi discepoli sul significato della sofferenza. Piuttosto li invitò, e ci invita a noi, ad affidarci di Lui, a cercare il senso del dolore nella fede, perché lì è dove si può trovare pace e gioia.

Per avere questo atteggiamento, abbiamo bisogno di aprire veramente il cuore a Dio, di rinfor-

zare la nostra fede nel Padre. Infatti, nella prima lettura di oggi ricordiamo il re che arriva agli uomini con semplicità perché “cavalca un asino, un puledro figlio d´asina” (Zaccaria, 9,9). Anche noi, dice il Signore, se siamo “piccoli” potremmo conoscere e amare tutto quello che Dio ci da e ci chiede.

Uniti a Cristo tramite l’orazione e l´Eucaristia il suo giogo diventa dolce e il peso leggero. La sofferenza trova un senso nella vita cristiana e si fa cammino verso il cielo, motivo di purificazione e unione con Dio. Ma soltanto i figli di Dio che si sentono piccoli, semplici, bisognosi, umili sono capaci di trovare il cammino di Gesù che apre le porte del Paradiso.

SE UN ATTO D'AMORE TI SALVA LA VITA

E

José Luis González Gullón Sacerdote della Prelatura dell´Opus Dei

Aiutare un amico, andando con lui a consolare la vedova di un conoscente, o prendere il treno per tornare a casa?

ro a Bari per lavoro. Al momento di recarmi in stazione, un collega mi ha proposto di accompagnarlo da un amico la cui moglie era morta, per consolarlo. Io non conoscevo quelle persone e inoltre il treno stava partendo. Ma più importante era quell’atto di carità. Così, dopo aver fatto visita a quella

persona, ho preso il treno della notte. Dopo un’ora e mezzo di viaggio il convoglio ha rallentato fino a fermarsi. Quando mi sono affacciato al finestrino, ho visto tutt’intorno un disastro: rotaie divelte, carrozze rovesciate, lamiere contorte, vigili, pompieri; e ho udito lamenti e singhiozzi. Il treno precedente, quello che avrei dovuto prendere io, era deragliato, causando morti e feriti.

O. B.- Italia

Kaire 21 “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” 5 luglio 2014 kaire@chiesaischia.it

ARTE E LITURGIA

| a cura di Ernesta Mazzella

Nel brano evangelico di Matteo, Gesù parla a gente semplice, benedicendo suo Padre “perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”. Si rivolge anche a persone familiari con la sofferenza, invitandole ad avvicinarsi con fiducia: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò”. Si rivela come “mite ed umile di cuore” per infondere coraggio. E quando chiede loro di assumere il suo “giogo” chiarisce: “Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.

Dunque il giogo di Gesù è la carità, il suo carico l’amore fraterno. Un’opera che rivela questo salvatore “mite ed umile di cuore” è la famosa Stampa dei cento fiorini, acquaforte, puntasecca e bulino intagliata da Rembrandt e terminata tra il 1648 e il 1649 dopo una lunga gestazione.

L’Autore ci mostra un ideale ritratto di Cristo che “passò beneficando e risanando”. L’acquaforte è una sintesi del ministero d’amore, ed emergono alcuni momenti particolari: davanti a Cristo, alla sinistra di chi guarda, una donna con bambino in braccio ricorda quando Gesù disse “Lasciate che i bambini vengano a me”; sulla sinistra della donna è seduto un bellissimo giovane, vestito sontuosamente, che guarda rapito Gesù, egli è il giovane ricco che, invitato a rinunciare ai suoi averi per seguire Gesù, “se ne andò triste, poiché aveva molte ricchezze”. La figura, invece, alla destra del Salvatore, che lo guarda come se aspettasse una risposta, la tradizione vuole che sia l’apostolo Pietro. L’acquaforte sfida e batte la pittura sul terreno più insidioso, quello della plasticità dei volumi e del digradare dei mezzi toni, nell’antro in cui è collocato Cristo che guarisce i malati. Questa monumentale composizione, forse la più efficace testimonianza dell’operare rembrandtiano per gli infiniti pen-

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Rembrandt Harmenszoon van Rijn, Cristo guarisce gli infermi (Acquaforte dei cento fiorini), 1648-1649.

timenti e dei «freghi e freghetti», che colpirono il biografo Baldinucci il quale la definì una «splendida e rarissima prova».

Rembrandt Harmenszoon van Rijn è noto solo come Rembrandt, nasce a Leida, il 15 luglio 1606 e muore ad Amsterdam, il 4 ottobre 1669 è stato un pittore e incisore olandese. È considerato uno dei più grandi pittori della storia dell'arte europea e il più importante di quella olandese. Il suo periodo di attività coincide con quello che gli storici definiscono l'età dell'oro olandese.

Ottenuto un grande successo fin da giovane come pittore ritrattista, i suoi ultimi anni però furono caratterizzati da tragedie personali e difficoltà economiche. I suoi disegni e dipinti furono conosciuti già durante la sua vita e la sua

SANTO DELLA SETTIMANA - 6 luglio

Santa Maria Goretti, vergine e martire Corinaldo (Ancona), 16 ottobre 1890 - Nettuno, Roma, 6 luglio 1902 Nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890, figlia dei contadini Luigi Goretti e Assunta Carlini, Maria era la seconda di sei figli. I Goretti si trasferirono presto nell'Agro Pontino. Nel 1900 suo padre morì, la madre dovette iniziare a lavorare e lasciò a Maria l'incarico di badare alla casa e ai suoi fratelli. A undici anni Maria fece la Prima Comunione e maturò il proposito di morire prima di commettere dei peccati. Alessandro Serenelli, un giovane di 18 anni, s' innamorò di Maria. Il 5 luglio del 1902 la aggredì e tentò di violentarla. Alle sue resistenze la uccise accoltellandola.Maria morì dopo un'operazione, il giorno successivo, e prima di spirare perdonò Serenelli. L'assassino fu condannato a 30 anni di prigione. Si pentì e si convertì solo dopo aver sognato Maria che gli diceva avrebbe raggiunto il Paradiso. Quando fu scarcerato dopo 27 anni chiese perdono alla madre di Maria. Maria Goretti fu proclamata santa nel 1950 da Pio XII.

reputazione rimase alta, e per vent'anni fu maestro di quasi tutti i più importanti pittori olandesi. I più grandi trionfi creativi di Rembrandt sono da cercare specialmente nei ritratti dei suoi contemporanei, nei suoi autoritratti e nelle illustrazioni di scene tratte dalla Bibbia. Sia nella pittura che nella stampa egli esibì una completa conoscenza dell'iconografia classica, che modellò pian piano per adattarla alle proprie esigenze. Così, la rappresentazione di scene bibliche era costituita dalla sua conoscenza dei relativi testi, dall'influenza delle tematiche classiche e dall'osservazione della popolazione ebrea di Amsterdam. Per la sua comprensione della condizione umana, inoltre, fu definito "uno dei grandi profeti della civiltà".

XII CONVEGNO SUL CINETURISMO P 22 Kaire

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Una ricerca dell’Università Cattolica di Milano, realizzata in collaborazione con l’Ischia Film Festival ed il portale del Cineturismo, ha indagato come le rappresentazioni cinematografiche dei luoghi possano contribuire a orientare le scelte turistiche del pubblico, spingendolo a programmare un viaggio o una vacanza nelle località mostrate

CINEMA E TURISMO

resentata il primo luglio nel XII convegno internazionale sul Cineturismo che si svolge in seno al programma dell’Ischia Film Festival, la ricerca dell’Università Cattolica di Milano. Esiste un forte legame tra il modo di vivere l’esperienza della visione cinematografica e le motivazioni al cineturismo, ovvero tra “viaggio immaginario” sullo schermo e “viaggio reale” nei luoghi dove sono stati girati i film: questo è il principale risultato della ricerca che ha identificato tre diversi approcci al turismo, di cui due particolarmente attrattivi per la promozione del cineturismo.

L’indagine «Cinema e turismo in Italia.

Una prospettiva psicologica di analisi della scelta della vacanza» è stata diretta da Roberto Nelli nell’ambito del progetto di ricerca Branded Content Lab dell’Università Cattolica di Milano ed è stata condotta da Furio Reggente e Roberta Todesco con la collaborazione dell’Ischia Film Festival.

La ricerca ha inteso esplorare il fenomeno del cineturismo, indagando l’esperienza della vacanza e la fruizione cinematografica adottando un approccio psicologico, volto a rilevare le motivazioni sottostanti alle scelte turistiche dei rispondenti e ad approfondire i meccanismi psicologici (identificazione e proiezione) che si manifestano durante la visione di un film.

Il questionario – articolato in tre parti finalizzate ad approfondire congiuntamente l’esperienza della vacanza, l’esperienza cinematografica e la concreta visita ai luoghi mostrati nei film – è stato somministrato dal luglio 2013 all’aprile 2014 attraverso molteplici canali in grado di raggiungere non tanto un campione significativo di italiani, quanto un insieme di turisti interessati al cinema e in grado di fornire elementi utili al perseguimento dell’obiettivo della ricerca.

I fattori della predispozione al cineturismo

5 luglio 2014 www.chiesaischia.it

La chiave del successo turistico di una location cinematografica risiede nell’approcciare correttamente coloro che vivono con intensità e passione la fruizione dei film al cinema, sentendosi proiettati in un’“altra realtà” attraverso l’innesco dei meccanismi dell’identificazione e della proiezione psicologica.

Sono dunque queste le persone che provano maggiormente il desiderio di visitare le location dei film e ricercano con piacere le informazioni su tali luoghi: – il segmento di chi si reca al cinema circa una volta al mese e che come turista manifesta un approccio ludico e sognatore al viaggio: sono per lo più giovani con un buon livello culturale, che si recano in vacanza due o tre volte all’anno; amano visitare luoghi sempre nuovi ricercando nella vacanza svago e divertimento, nonché un’occasione ideale per l’interruzione della routine e per la realizzazione di un sogno personale; ben il 61,2% dei “turisti ludici” dichiara di essersi recato direttamente in un luogo perché visto in un film e addirittura il 71,8% degli stessi afferma di aver modificato l’itinerario di viaggio per visitare una location cinematografica;

– il segmento di coloro che frequentano molto il cinema e che al tempo stesso si recano spesso in vacanza ricercando natura e cultura, lontano dall’onda della moda e del divertimento, manifestando un approccio impegnato e autonomo alle scelte turistiche: si tratta di persone di età più matura con un elevato livello di istruzione e che esprimono aspettative non facili da soddisfare, più articolate e complesse rispetto a quelle spensierate dell’altro segmento; sebbene solo il 45,2% dei “turisti impegnati” abbia dichiarato di essersi recato direttamente in un luogo perché visto in un film, ben il 61,9% di loro ha comunque sostenuto di aver modificato l’itinerario di viaggio per visitare un set cinematografico.

Kaire 23 PIRATI ALL’ATTACCO DI INVALSI 5 luglio 2014 kaire@chiesaischia.it

TEMPO LIBERO

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INTERNET

I

Cercavano i test dell’esame di terza media. Denunciati tre giovanissimi

| a cura di Antonio Rita

l sito dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione e di formazione (Invalsi) è stato attaccato alla vigilia degli esami di terza media: a pochi giorni dalle prove dello scorso 19 giugno, un gruppo di hacker ha messo a rischio lo svolgimento della prova. Una vicenda grave, che si è conclusa senza alcuna ricaduta per gli esami e che ha portato alla denuncia di tre giovanissimi esperti informatici.

L’attacco è avvenuto nella notte tra il 12 ed il 13 giugno: gli hacker hanno scoperto una falla nel sito dell’Istituto (www.invalsi.it), “bucati” i sistemi di sicurezza, gli intrusi sono riusciti ad attribuirsi i privilegi di amministratori e così hanno potuto sostituire l’home page con un defacement (una immagine usata tipicamente dagli hacker per dare prova della loro impresa) pornografico. L’Invalsi è l’Istituto alle dipendenze del ministero della Pubblica Istruzione che, oltre a fare da cartina al tornasole del sistema scolastico nazionale (attraverso verifiche periodiche) e ad occuparsi del suo miglioramento (con studi e piani di azione), ha il compito, come si legge sul sito dell’Ente, di predisporre “annualmente i testi della nuova prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti nell’esame di Stato al terzo anno della scuola secondaria di primo grado”.

L’attacco al sito web dell’Invalsi aveva generato molti dubbi sulla possibilità che gli esami di terza media (previsti il 19 giugno) si svolgessero regolarmente: si temeva, infatti, che gli hacker fossero riusciti a mettere le mani sulle tracce d’esame e che, quindi, non fosse possibile garantire lo svolgimento regolare delle prove. Per fortuna del Miur, però, le tracce non sono circolate in Rete in anticipo e la Polizia Postale, subito attivata su denuncia del Ministero, è risalita agli autori del gesto con indagini rapidissime. Operazione “Safe test”, questo il nome scelto dagli esperti del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche che hanno preso in mano le indagini. Le ricerche sono partite grazie alla traccia lasciata deliberatamente da uno degli hacker: una firma, “Ulixes”, lasciata sull’home page dell’Istituto. Un gesto usuale tra i pirati informatici, una sfida che però questa volta è costata cara. La Polizia Postale tiene sotto occhio la pagina Facebook del pirata e “dalle conversazioni intercettate, dallo studio del mondo sociale underground per capire i vari link che potessero portarci a chi aveva messo a segno l’attacco - spiegano gli inquirenti - siamo arrivati ai tre soggetti: miravano all’estrazione della

prova di esame per divulgare i dati in rete”. Rintracciati gli indirizzi IP da cui gli hacker hanno fatto partire l’attacco, sono scattate le perquisizioni e le denunce. Ulixes ha vent’anni, è uno studente di ingegneria informatica e vive a Gattorna (nell’entroterra della provincia genovese); è stato lui a guidare l’attacco a cui hanno preso parte altri due giovanissimi pirati: un minorenne di Udine ed un ragazzo di appena 16 anni di Vittorio Veneto (provincia di Treviso).

Il più “vecchio” dei tre ha ammesso quasi subito le proprie responsabilità: “è stata una sfida, un gioco”, ha dichiarato agli inquirenti. La “sfida”, però, è costata cara ai giovani hacker, che si sono guadagnati una denuncia per accesso abusivo a sistema informatico e danneggiamento di informazioni dati e programmi informatici.

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DAL 1°LUGLIO TELEFONARE ALL'ESTERO COSTA MENO GOOD NEWS

uone notizie per i possessori dei telefoni cellulari che amano viaggiare. Dal 1 luglio in tutta Europa il costo del roaming dati per i telefoni e i tablet sarà dimezzato. Per fare una telefonata da un altro paese europeo verso l’Italia si pagheranno al massimo 19 centesimi al minuto, Iva esclusa, contro gli attuali 24. Ricevere una telefonata costerà 5 centesimi al minuto (contro i sette attuali), mentre il costo degli sms scenderà da 8 a 6 centesimi. Il taglio delle tariffe imposto dall’Unione europea prevede anche una riduzione per la navigazione su internet in un altro paese europeo. La tariffa passerà da 45 centesimi a 20 centesimi per megabyte. Entro fine 2015 il roaming europeo dovrebbe essere definitivamente abolito.

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