Illustrissimi 2006 - Aria

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con il Patrocinio di

Illustrissimi

I quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco

Aria Castelli in Aria

Comitato scientifico

Francesco Cavalli Raffaella Ciacci Elis Duranti Daniela Grossi Franz Ramberti

Riccione Galleria di Arte Moderna e Contemporanea Villa Franceschi

Coordinamento

16 dicembre 2006 28 gennaio 2007 Rassegna di illustrazione per ragazzi

Contributi

Fiabe racconti a cura di “Il Contafavole” Beppe Chirico Servizi didattici Associazione Astarte

www.villafranceschi.it info@villafranceschi.it

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con il Contributo della

Daniela Grossi

Allestimento mostra

Raffaella Ciacci Roberto De Grandis Segreteria

Vanessa Delvecchio Anna Zannoni Servizi Tecnici

Iader Galli Cura mostra e catalogo

Raffaella Ciacci

Grafica Rimini

Alessandro Bergonzoni Walter Fochesato Stefano Rossini Corrado Rabitti

Impaginazione

Laura Timpano Editing

Alessandro Ramberti Ufficio Stampa

Sintesi Comunicazione

© Fara Editore 2004 via Emilia, 1609 – 47822 Santarcangelo di Romagna tel. 0541-22596 fax 0541-709327 www.faraeditore.it info@faraeditore.it


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Presentazione “Illustrissimi” continua a crescere e a divenire, anno dopo anno, un punto di riferimento per l’illustrazione italiana. Giunta alla sua quarta edizione, oggi è una manifestazione solida e ricca, che si pone sempre di più l’obiettivo di promuovere e valorizzare l’illustrazione come mezzo espressivo e diffonderne la cultura ad un pubblico sempre più vasto. Sono numerose le iniziative che hanno avuto impulso dal Progetto anche quest’anno: i corsi di illustrazione per adulti, i laboratori e i corsi estivi per bambini, l’omonimo concorso a cadenza biennale (che tornerà l’anno prossimo) e infine la Rassegna Collettiva di Illustrazione - che dà vita a questa pubblicazione - accompagnata da proposte creative e di intrattenimento per ragazzi. La mostra da quest’anno si trasferisce dal Castello degli Agolanti alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Riccione Villa Franceschi, entrando di diritto dal mondo della fiaba a quello dell’arte. Un altro significativo cambio di rotta è stata la scelta di spostare l’esposizione dall’estate al periodo di Natale, per permettere soprattutto alle scuole di organizzare visite guidate, mentre nella stagione estiva sono rimaste in cartellone le mostre personali, addirittura raddoppiate rispetto all’anno passato. Contraddistingue il catalogo di questa edizione la collaborazione con Alessandro Bergonzoni, il comico bolognese che gioca con le parole e con i significati e che ha scritto un

testo ad hoc per il tema dell’anno: l’Aria. Continua la puntuale analisi dell’esperto in letteratura e illustrazione per l’infanzia Prof. Walter Fochesato, mentre prende vita il progetto di una mostra fotografica sugli illustratori; inoltre, a dimostrazione che “Illustrissimi” vuole avere uno sguardo concreto anche sul mondo dell’editoria, il catalogo propone la stimolante intervista con Corrado Rabitti, mente e cuore della casa editrice ZOOlibri di Reggio Emilia. Come preannunciato, quest’anno continua il viaggio nel mondo dei quattro elementi con il tema portante dell’aria. I sedici illustratori che hanno accettato il nostro invito lasceranno correre la fantasia per catturare l’elemento più ineffabile e leggero e rappresentarlo con la loro tecnica personale. Tante singole voci per dare una risposta corale, originale e variegata, che rappresenta un crocevia di voci e arti molteplici, e dà vita così alla quarta monografia. Con l’occasione desidero infine rivolgere un particolare e sentito ringraziamento a tutti quelli che hanno lavorato e collaborato affinché “Illustrissimi” diventasse una realtà consolidata nel panorama dell’illustrazione nazionale e non solo.

Francesco Cavalli Assessore alla Cultura e alla Pace - Comune di Riccione

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INTRODUZIONE di Raffaella Ciacci

Il 2006 ha portato sul Progetto Illustrissimi una ventata di Aria Nuova! L’analisi dei Quattro Elementi, infatti, avviata lo scorso anno, puntualmente procede con l’Aria, ma all’insegna del rinnovamento. Cambia la sede, innanzi tutto: dal regno del Fiabesco la Rassegna assurge a quello dell’Arte e così dal Castello degli Agolanti si trasferisce alla Galleria di Arte Moderna e Contemporanea Villa Franceschi. Questo a dimostrare che l’Illustrazione non è “campata in Aria”, e sta invece crescendo e maturando. Ma non per questo ci daremo delle Arie... E per assicurare a tutti che è nostro intento mantenere i piedi ben piantati per terra, il tema di questa edizione è appunto: “Castelli in Aria”. Un titolo che vuole essere soprattutto il manifesto di un Progetto che da sempre mette la fantasia, la creatività e almeno un pizzico di follia davanti a tutto il resto. E proprio una sottile, colta follia verbale sottende le pagine composte appositamente per questo Catalogo da Alessandro Bergonzoni: una prosa poetica che, lieve come l’aria che l’ha ispirata, gioca con il senso ed il nonsenso, divenendo a volte persino paradosso. Trarre ispirazione da un testo così assurdo e sorprendente è stata per i sedici illustratori qui presenti una vera sfida, che ognuno ha saputo brillantemente affrontare a modo suo: chi isolando un brano, chi una frase, chi invece prendendo le distanze per averne una visione più completa e personale. Le verticalissime illustrazioni, realizzate ad hoc sul tema proposto, sono divenute altrettante finestre aperte sull’esclusivo, originale immaginario di ogni artista. Finestre dalle quali potremo sentire spirare brezze sottili, venti impetuosi, travolgenti correnti di rinnovamento o delicate arie liriche... e, quasi sempre, potremo udire anche un sussurro, laddove, in un’efficace e consolidata alchimia tra visivo e verbale, gli artisti hanno accettato di fare fluire

dall’immagine anche parole, versi o pensieri. L’ariosa Galleria d’Arte derivatane si snoda tra le pagine con la leggerezza di un volo planante, nell’alternarsi di vuoti e pieni, di alti e bassi, di chiari e scuri... E se alla fine dell’immaginifico volo il mal d’Aria ci coglierà, o avremo anche solo l’Aria un po’ stanca, potremo atterrare e riposare le ali nello studio di uno degli illustratori partecipanti, inconsueto aeroporto, dove appagare il desiderio di vederlo all’opera, armati di obiettivo fotografico e della nostra curiosità. Anche questa una novità della presente edizione: una monografica dedicata ad uno degli artisti in mostra, che speriamo di replicare, edizione dopo edizione, svelando l’intimità e i segreti di tutti gli illustratori che si vorranno concedere al nostro obiettivo. Chiudo, com’è doveroso, questa presentazione con i ringraziamenti, quest’anno ancor più sentiti perché anche a me è stato dato il privilegio di comparire come illustratrice e non solo come curatrice della Rassegna. Porgo i miei ringraziamenti al Comune di Riccione e alle Istituzioni che hanno reso possibile questa iniziativa, al Comitato Scientifico che l’ha progettata e a chi vi ha collaborato con energia e dedizione. E, infine, uno speciale, sincero “grazie” a tutti gli illustratori presenti in queste pagine, che con la loro maestria, passione e pazienza mi hanno consentito di portare a compimento questo ambizioso progetto ancora una volta.

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ILLUSTRISSIMI CASTELLI IN ARIA di Alessandro Bergonzoni

zione illustre, o illustrazione, decantazione d’immagine glabra, anche se con peli nell’uovo, precisione, da preciso nel senso però di mai identico. E in mezzo arie, camere d’arie, libere, o forse prenotate (notate prima) da chi ne fa castelli. Castelli sabbiatici, aerostati per granelli, globuli del deserto, dune d’ossigeno, ambiziose, che si danno le arie, si concedono zone levatoie, ampi fossati, verità a forma di lacrime, dette di coccodrilli, castelli animaleschi, teschi, ciò che resta dell’andirivieni del vento a colori (arcobaleno) o in bianco e nero (nuvola).

Vivere d’aria si può eccome. Basta volarsi bene. Andarsi comunque nell’ovunque, il così detto posto per i posti, per tutti quelli che si sentono luogo (sia a procedere che adatto). Essere un po’ ognuno di tutti... Esser capienti, più che vincenti o perdenti, esser pieni di altri stessi e non solo sè... 9


icevano vecchi illustratori mai nati che solo edificando le torri più alte dei castelli si può sapere se le torri più basse esistono! Ciò significa metaforicamente: solo chi punta l’alto, intuisce l’altro! (E questo l’ho detto io tanti anni fa...) Illustrare non è decorare, non è solo arricchire o motivare, non è contorno alle volte è primo secondo dolce e caffè: tutte le portate (portate da chi?). Il grande desco, quando il mare è una tavola e la vita una favola, a sedere gli astanti, cannibali di se stessi in attesa di giudizio pregiudizio (universale) o in attesa del conto, che altro non è che il totale del prezzo dei castelli in aria sottratto l’aria e il tutto moltiplicato per noi. Lustrare: da lucidare ogni cinque anni gli occhi di chi li usa poco, crede che non ruzzolino, servano per chiudere col giorno, stiano a tener su le ciglia, siano un alibi per gli occhiali eccetera eccetera…Non è così: gli occhi stanno dappertutto sono più di due non si riposano mai l’unica cosa che non possiamo fare è guardarli dal vero coi nostri stessi occhi. Allora illustriamoli.

Che colore ha l’aria? Che aria c’è attorno ai colori? E la luce che dice? Segni? Segni del destino: disegni? La differenza tra sogni e segni? È calcolabile il panorama da un punto di vista di tratti e ritratti? Conta la persona, la sua immagine reale? Qual è quella finta? E la foto ne è sintesi o corollario, ipotesi o abbecedario, medico primario o motivo secondario? Cura o malattia? Ignazio o Mattia? E mattia può essere inteso come follia? Se sì, la follia illustra o è illustrata? 10


azzia iaia o? Che storia è questa? Esiste la Storia o solo le storie? Uno scrittore è un illustratore? (No mai, almeno così dovrebbe essere). Si può parlare di un mondo a parte oltre a quelli che ci dicono? Dire è anche fare (vedi la scrittura)? Baciare è testamento se lo si fa mentre si muore? Si possono scaricare le caricature? (magari!) Si può smettere di fare il verso di andare verso e puntare altrove? Tutto ciò può essere ariosamente illustrato? Se c’è un concorso di cose si può comunque non vincere?

Chi è il creditore della debita distanza? Gli spazi da annerire non saranno ora troppo neri? E quelli da colorare, perché mi dicon sempre come li devo fare? Posso smettere di sperare e cominciare a volere? Posso mettere su dei cartelli in aria? (che indichino che non bisogna indicare, che dicano che bisogna dire, che mostrino che c’è un altro modo di mostrare e di dimostrare?) Forse è meglio non illustrare, meglio inventare, strafare, deformare, non esser consoni né consonanti, scegliere di incantare (troppi cantano pochi incantano). Che musica quando illustra le parole a castello una sopra all’altra, in un letto mai letto, in una casa senza finestre dove con l’aria appunto hai chiuso... Adesso illustratemi il dove senza il come e lungi dal perché e diventerete un soggetto a voi caro! 11



CASTELLI IN ARIA di Walter Fochesato

“Addio sogni di gloria, addio castelli in aria”, tromboneggiava un bel po’ di anni fa Claudio Villa, il “reuccio della canzone italiana . E proseguiva, con il suo inconfondibile tono, stentoreo e melodrammatico: “Guardo con sordo rancore la mia scrivania,/ cerco di scacciare, ma invano, la monotonia./ Addio sogni di gioventù,/ perché, perché non ritornate più? Sono una foglia d’autunno che nella tormenta/ teme il grigiore dei giorni/l’inverno paventa”. Beh, d’accordo che in Italia la vita dell’illustratore è dura, ma il rischio della monotonia che fa rima con scrivania è, credo, alquanto limitato. E poi, a ben vedere, di castelli in aria o in fondo al mare e di balene volanti e pesci in frac, un’artista può anche vivere. Basta non esagerare, poi, nel birignao degli stereotipi, nella melensaggine dei coniglietti e delle streghine imbranate. (Ma qui ci sarebbe anche da aprire i cahiers des doléances nei confronti di una parte non trascurabile della nostra editoria...) Basta non smarrire, e prima acquisire, la capacità di mettere in scena e di narrare muovendo dalla quotidianità. Insomma, come scrivevo tempo fa, meno castelli turriti (di terra di mare e d’aria) e più bambini che si preparano un panino alla Nutella, meno icone e più vita. Perché che cosa significa illustrare? Mi servo a questo scopo del vocabolario e sfoglio. Ecco che cosa scrive l’imprescindibile Zingarelli: “Corredare un testo di figure, disegni, fotografie”; “Chiarire con commenti, spiegazioni o esempi”. E questo poco ci aiuta, ben più interessante, andando avanti, sono il: “Rendere illustre e famoso”, il “Far divenire lucido e splendente” e, ancora, l’ “Illuminare”. Perché alla fin fine troviamo alle origini la parola lumen, luce. Anche il vecchio dizionario del Petrocchi ci può aiutare e non poco: “Render più chiaro uno scritto, spiegandolo”, “O con figure”. Il Doré à illustrato molti capolavori”. Mi piace

quindi pensare che l’illustratore possegga il dono della luce. Porti con sé un lume capace di rischiarare il testo. Per renderlo certo più chiaro ma soprattutto per coglierne e mostrare gli angoli bui, le strade meno battute, i discorsi appena accennati, le infinite possibilità di muovere da lì per andare incontro ad altre avventure e racconti. E così facendo rende illustre, nobile, famoso un testo. “Humpty Dumpty sedeva sul muro; Humpty Dumpty cadette sul duro. Né i cavalli né tutte le guardie del Re Riuscirono a rimettere Hunpty Dumpty sui pie’” Guardando il lavoro di Roberta Angaramo che, per l’occasione, ha rinunciato agli amati animali, mi sono venuti in mente i versi di questa celebre nursery rhyme inserita da Carroll in Attraverso lo specchio. Sul nero di una densa e procellosa nuvolaglia, si aprono “finestre” bianche. Ecco, appunto, un uovo pacioso dalla forme vagamente antropomorfe. Più sotto una sorta di ammiccante ectoplasma, forse un Peter Pan in embrione. Quasi a dirci che le storie e i loro protagonisti potrebbero anche nascere dalle nuvole, giusto quelle dei castelli in aria. Che sarebbe anche un bel mondo per incrociare nembi e cirri (questi ultimi, soprattutto) con le nuvolette-balloons dei fumetti. Piacciono la sintesi risentita e la composizione fortemente insolita nella quale trionfano le virtù della tempera. Di Lewis Carroll si è rammentata anche Raffaella Ciacci. Ma Alice è cresciuta ed è un’esile ma elegante fanciulla e il Cappellaio Matto forse è cambiato e ringiovanito; sicuramente, bevendo finalmente il tè con quella che era un’ impertinente ragazzina, dimostra di essere meno fuori di testa di un tempo. Ma attorno a loro è tutto un brulichio ed un formicolio di personaggi, con insistiti omaggi ai topoi e ai grandi personaggi della fiaba e della letteratura per l’infanzia: da Pinocchio al Gatto con gli stivali. Il tavolo poi 13


poco più sotto diventa un terso e fermo angolo di mare e il Coniglio, sempre affannato, si trasforma in zelante cameriere, servendo su di un vassoio... un orologio. Il tutto con un segno leggero e leggiadro ma al tempo stesso preciso e ben definito che allunga e deforma. Rendendosi con ciò pronto ad altre, possibili metamorfosi. A tutto cielo giocano con indubbia festosità alcune tavole. Parto da Francesca Chessa che ci regala una composizione raffinata e limpida nel fitto tratteggio delle nubi. C’è un gusto che chiamerei giapponista o che ricorda i toni e i segni di certi piatti della Compagnia delle Indie. Al celeste che sta virando al turchese fa da contrappunto il punteggiare sintetico e fortemente allusivo degli uccelli in blu d’oriente. Creature lievi e leggiadre ma non prive, per chi guarda, di un sottile turbamento: saranno forse creature alate simili a quelle a cui diede vita Alfred Hitchcock? Bella e convincente anche l’opera di Francesca Di Chiara che con finezza ed equilibrio inventa una casa/castello, svettante nitida su di un fondo pastello. La reggono due altissimi ed esili pali o trampoli, mentre attorno si sviluppa in larghe spirali un danzante concerto di uccelli. Un’immagine serena? Non fatevi ingannare dalle apparenze, quando –per fortuna- si ha che fare con gli illustratori. E se invece si trattasse delle zampe di qualche uccello o, ancor meglio, fosse la stessa costruzione a possederle come in certe fiabe russe della temibile Baba Jaga? Mara Cozzolino, dal canto suo, gioca non senza efficacia sul formato verticale della tavola. Il suo è veramente un castello in aria ma fin troppo apparentato con quello, arcinoto, di Magritte. Ad evocarlo la semplice e pensosa figura femminile che trae vita, sostanza e ambiguità dai capelli che paiono quasi i solchi di una brulla terra di calanchi. E se quel librarsi in aria non fosse invece una sorta di proiettile o meteorite che sta piombando improvviso e imprevisto? Vi è poi il nome di Elena Odriozola, giovane ed emergente illustratrice spagnola. C’è nella sua tavola un esercizio grafico di indubbia raffinatezza a cui si accompagna una rappresentazione di ardita e al tempo stesso tenera metafora. Il perfetto equilibrio compositivo si esprime nel bilanciarsi e nel rispondersi di segno e colore. Dal marrone cangiante e screziato si passa al nitore dell’arancio con un calcolato calore a cui si accompagna e quasi si contrappone il nitido biancore del corpo del bambino. Una 14

silhouette, se non fosse per quel rapido tocco in rosa che delinea la guancia. Sopra di lui il cordone ombelicale diventa una piccola corona: un futuro principe o forse un re senza scettro e feudi, corte e ciambellano. L’indubbia grazia nel comporre di Mariachiara Rossetti, le sue virtù coloristiche danno vita ad una immagine che resta a cavallo non tanto di un’aquila dal becco d’oro quanto sospesa fra sollecitazioni Fantasy e reminescenze disneyane fin troppo marcate. A proposito di castelli e fortificazioni ecco la tavola, tutta in punta di pennino, divertente e divertita, di Allegra Agliardi. Artista che ben promette muovendosi lesta fra dolcezze e arguzie. La sua ardita costruzione tutta trine e decori si muove quasi ossimoricamente fra l’eleganza mitteleuropea (e luzzatiana) di Stepan Zavrel e le invenzioni grafiche di Saul Steinberg. In questo improbabile Mont Saint Michel, ne succedono di tutti colori. Giustamente, tutto viene lasciato quasi in sospeso. Dove si trova la rocca non lo si capisce: forse a strapiombo sul mare o magari sospesa fra le nubi... Di Cristina Pieropan avevo già apprezzato la cordialità e la valenza narrativa di altri lavori, penso a W le mamme buone? per Lapis. Mi convince anche questa torre attorno e dentro alle quale ne accadono delle belle: duelli, assalti, baci, sfide, diavoli, animali fantastici e quant’altro. Il tutto con un tratto attento e minuto, dal fondo felicemente asprigno che ricorda non poco certa illustrazione europea degli anni ’60-’70 che andava pian piano liberandosi da lacci del realismo. Leggo al contempo come un’eco lontana del marchigiano Francesco Carnevali, ma forse è soltanto un azzardo, un’impressione. Altro nome interessante è quello di Gianluca Neri. Infatti, vi sono in lui doti indubbie di narratore con una misura plastica ben marcata ed una forte vena visionaria e inventiva. L’opera per questa rassegna ne è una conferma con quel ribaldo di un bagatto, burlesco e gigantesco, che si muove fra cielo e terra. Se poi Neri, dalle sue tavole, riuscirà a togliere più che aggiungere, superando quella sorta di horror vacui che sembra possedere molti giovani illustratori, ne vedremo, come si suol dire, delle belle. In Matteo Gubellini circola aria buona, di mare: con quel cielo terso e vivido che plasma e scivola sulle cose e le persone dando loro forza e brio e una certa solennità domestica nel gioco attento e lieto dei bambini. Castelli in aria e castelli di sabbia dove un cono rosso in


tenera, tutta trine e stoffe, sbuffi e cotoni. cartoncino può diventare tetto ma anche naso. Mi avvio a chiudere parlando di Anna ed E arrivo adesso a cinque artisti molto diversi Elena Balbusso e di Giulia Orecchia che fra di loro e ormai ben noti anche a livello accosto perché ben dimostrano quanto possa internazionale. In primis, Pia Valentinis che essere fertile e fervido un dialogo con l’arte del intesse un balletto lieve e di mirabile fattura ‘900. Di come, in altri temini, l’illustrazione ma accortamente, radiosamente misterioso e nel suo farsi racconto sia l’erede legittima ambiguo. Certo, in virtù del suo tratto sicuro della pittura. Nella tavola delle due sorelle e paziente, tutto sembra chiaro e limpido, ma Balbusso c’è un suadente e lucente tourbillon che cosa veramente stia per accadere non lo di voci, ricordi, volti, pagine, pentagrammi. sappiamo. Penso alle sgargianti cover delle Certo, mi vien da scrivere, una storia d’amore vecchie pulp americane o a quelle made in che rivive negli occhi intensi e sognanti della Italy di Nerbini e altri editori popolari. L’omino figura femminile in primo piano. Ma il comporsi perplesso, drammaticamente appeso, a quel e lo scomporsi delle figure, o ancor meglio, vescicone che si libra nello spazio è riuscito degli accenni, il loro disporsi oniricamente appena a sfuggire ai becchi affilatissimi che si mobile cita e combina accenti futuristi e affollano in primo piano o è destinato, di lì a cubisti mentre le case sghembe palesano toni poco, a finire miseramente infilzato? o ancora espressionistici, in un ricco vortice di luci. all’ultimo istante lo salverà un colpo di vento? Giulia sovrintende alla rappresentazione con e se, ancora, i volatili fossero invece pesci? calcolata eleganza, in un meditato e leggero Insomma, qui ci sarebbe già pronta una bella disporsi di lettere e numeri, timbri e bolli. fiaba, con un tono da Mille e una notte. Ci affascina giacché nell’assoluta e colta In Gianni De Conno, al contrario, tutto modernità dello stile ricrea un mondo alla è chiaro e scandito, in una costruzione di rovescia che di certo allude ai mondi delle raro equilibrio. Leggera e possente una antiche stampe popolari. Un insieme dove nave si alza nel cielo ed espone le vele spiccano pesci volanti (e ci manca soltanto che gonfie di vento. E possiamo allora pensarla qualcuno di loro non prenda all’amo, per le ancora grondante di acqua e salmastro labbra, un pescatore) ed una casa a tre piani mentre viaggia sopra un placido e allusivo che insegue, o forse è portata, da un albero paesaggio. È tutto un concerto freddo e che si muove lesto e dove i rami, spogli di frizzante, nell’aria fresca e luminosissima foglie, sembrano capelli ritti e spettinati. della sera, di blu pavone e indaco, di cobalto “Un albero disse: e oltremare, di zaffiro e turchese. Campagne -Me ne vado a stare in pianura. e alberi sono quasi sommersi dall’alzarsi Subito si mise in cammino per di una nebbia vaporosa mentre la volta andare a stare in pianura. celeste è trapuntata di stelle. C’è un che di Lasciò i suoi fratelli della foresta per andare ineffabile in questa visione ferma e pacata. a stare da solo in pianura. Camminava in È la volta di Anna Laura Cantone, molto e punta di piedi per non svegliare i fratelli che malamente imitata, copiata talvolta. D’altro abbandonava e teneva tutti i suoi rami sotto il canto un po’ se l’è andata a cercare, con quel braccio, come un fagotto, per non fare il minimo tratto originalissimo e ribaldo, con quel gusto continuo per la sorpresa, lo piazzamento, lo rumore, allontanandosi, fosse anche per un sberleffo, per quella vena fantastica che a piene rametto che gli pendeva o gli ricadeva dietro” mani circola nei suoi disegni. Saldando insieme (da Blaise Cendrars, Piccole storie negre per ironia e tenerezza, sorriso e freschissima, i bambini dei bianchi, Roma, Donzelli, 2006). puntuale capacità di racconto. Anche in questa occasione lo dimostra e si resta un poco incantati dinnanzi alle sue invenzioni polimateriche, ai suoi buffi personaggi tutto naso e occhi a pallina di ping pong. Poi certo, e lo so per felice esperienza, quando ha la possibilità di svincolarsi dai lacci ora più forti ora più blandi della commissione editoriale Anna Laura dà il meglio di sé. Gustosissima questa figura femminile in ghingheri, piena di sé ma anche al tempo stesso 15



DAL TUBETTO AL PIXEL di Stefano Rossini

Quando abbiamo deciso di preparare un breve servizio fotografico su Luca Neri, mi aspettavo di dover fotografare un disegnatore immerso in un mare di carta con abbozzi e schizzi a matita o carboncino, fogli con prove di colore, scaffali colmi di tubetti mezzi aperti e spremuti e tutto quello che, nell’immaginario collettivo, serve di scenografia allo studio di un artista. E invece, allorché lo abbiamo raggiunto nella sua nuova casa di Urbania, abbiamo trovato un ambiente decisamente diverso. Certo, come lui stesso ci ha detto, Luca è ancora in mezzo ad un trasloco e non ha proprio finito di arredare il suo studio, ma anche dopo aver montato qualche nuova libreria sulle pareti, aver attaccato qualche quadro e cose di questo genere, il fulcro del suo lavoro rimarrebbe sempre il portatile acceso davanti a lui. Ai tubetti si è sostituita la palette del programma, alla sua pennellata lo spruzzo della stampante, eppure la creazione rimane completamente umana. Ma alla fine, anche la tecnologia ha il suo fascino. Davanti al piccolo portatile che contiene tutto il suo lavoro, gli abbozzi per le nuove idee, i concept, i testi e tutto ciò che sgorga in continuazione dalla sua testa, Luca Neri ha la stessa concentrazione e lo stesso sguardo che aveva sul foglio. Cambiano gli strumenti, ma non cambia il processo creativo. La mano corre sul mouse mentre l’occhio è fisso sullo schermo. I suoi tratti sono illuminati dalla lampada accesa sul tavolo e dalla luce che proviene dallo schermo LCD. È come se l’immagine avesse tre punti focali nel quale si concentrano tutte le line e attorno alle quali corre il mouse. Ma qui divago e sproloquio. Meglio lasciare spazio all’immagine. Spero che le foto possano rendere l’idea del lavoro di Luca, del mistero, informatico o meno, che corre tra un uomo e un disegno. 17


FABBRICARE CASTELLI IN ARIA

PRENDIAMO IN PRESTITO UN PAIO DI ALI E VOLIAMO A VISITARE I CASTELLI DELLʼEDITORIA PER RAGAZZI INSIEME A CORRADO RABITTI, ANIMA E MENTE DELLA CASA EDITRICE ZOOLIBRI DI REGGIO EMILIA. intervista a cura di Raffaella Ciacci

Ti avevo definito “fondatore” di ZOOlibri e tu mi hai risposto: “mi sembra un po’ da “vecchio babbione”, magari fra vent’anni ne parliamo...”, perciò direi che il modo migliore per iniziare questa intervista sia un gioco, che ne dici? Proviamo ad associare le due immagini, “Castelli in Aria” ed “Editoria Italiana”, e vediamo cosa ne viene fuori... Castelli di sabbia che si sgretolano all’avvicinarsi della marea che sale inesorabile... Un pallone aerostatico sgonfio che perde pressione e quota mentre gli occupanti tentano inesorabilmente di... A parte gli scherzi, associare immagini all’editoria italiana di settore è imbarazzante... Adesso facciamo lo stesso gioco con l’editoria straniera, puoi scegliere un Paese che vuoi o tutto il mondo, magari.. Prendo i due opposti estremi: i paesi centroamericani e sudamericani e i paesi asiatici, centro e mediorientali. A proposito di castelli e editoria, essi paiono costruire castelli solidi in luoghi sicuri: i castelli danno l’impressione di resistere per tanto tempo e di lasciare di sé un’immagine scolpita in modo pressoché indelebile. Ed i loro palloni colorati volano lontani e non si sgonfiano tanto facilmente... Nel nostro nuovo libro “tutto giapponese” (“La mia città”...), che presenteremo alla fiera di Bologna nel 2007, c’è un’immagine che credo sintetizzi bene: “... nella sua città un ragazzo ama le case che volano e un giorno ne avrà tante da volare via in un posto lontano...”. Mi pare che il risultato di questo “divertissement” sia, ahimè, piuttosto chiaro; vuoi parlarci ancora un po’ dell’editoria italiana? Editoria italiana di settore, direi; per “l’altra” 18

editoria non sono sufficientemente in grado di intendere e volere... La “nostra” editoria italiana è generalmente specchio fedele dell’Italia oggi: piuttosto vecchia, lenta e inadeguata, non al passo dei tempi. L’Italia della cultura è un deserto nel quale, chi ha il coraggio di avventurarsi, può trovare gemme preziosissime. Ma per trovarle e raccoglierle si deve rischiare il morso di scorpioni, di serpenti velenosissimi, di animali pericolosi e aggressivi, oltre alla sete: una grande sete! Alla fine potresti essere premiato, ma valeva la pena di rischiare così tanto? Invece, il resto dell’editoria internazionale... In generale i mercati sono tutti piuttosto “impermeabili”; magari come quelli di lingua inglese e francese hanno grande crisi, ma non pensano di risolverla cambiando schema di lavoro ed aprendo ad idee e progetti “stranieri”. Quello che differenzia il loro lavorare dal nostro è il fatto che loro hanno un mercato interno: stampano e vendono in patria, cioè sul proprio mercato, in modo soddisfacente, così da potere sopravvivere economicamente e quindi portare avanti un progetto. Per esempio: Belgio e Olanda stampano mediamente 3000 copie per titolo, che vendono in circa tre anni. In Italia si stampano 1500/2000 copie per ogni titolo: se va bene, 1500 vengono vendute in quattro anni. In Italia tutti scrivono e nessuno legge: quindi i libri non si vendono abbastanza, quindi non si incassa, quindi non si portano avanti progetti, quindi non si può investire sui giovani autori e quindi non si crea futuro né occupazione. Stai confermando quindi il paradosso tutto italiano secondo cui esistono più scrittori che lettori? Non so se sia tutto italiano, ma da noi esiste...


Gli italiani sono meravigliosi, vecchi e prepotenti, totalmente convinti di sapere e conoscere sempre tutto e tutti senza dovere apprendere; mentre in realtà noi tutti siamo solo abitanti di una borgata del mondo, una piccola zona periferica, collocata peraltro nel posto più bello che c’è. Normalmente coloro che inviano materiale ci scrivono: “sono convinta/o” che possa diventare un buon libro...” e anche “ho un ottimo illustratore da suggerirvi” (!) Senza che sembri la solita “accusa” di esterofilia, soprattutto dopo quello che è stato appena detto, ma perché la maggioranza degli autori che pubblicate, scrittori e illustratori, sono stranieri? ZOOlibri vuole essere un virtuale “crocevia di culture” o forse una finestra aperta sul mondo in un Paese che si dimostra, a volte, così chiuso in se stesso? Gli stranieri sono ovviamente presenti nei libri che acquistiamo all’estero, senza possibilità di dubbio: credo che a volte si dovrebbe scegliere di comprare un buon libro già fatto piuttosto che mettere sul mercato un libro proprio, ma non del tutto convincente. Comunque direi che hai sbagliato catalogo: gli italiani sono ben rappresentati, almeno sulle nostre produzioni. Davide Calì è stato lanciato veramente da noi come scrittore (“mi piace il cioccolato” ha venduto ormai oltre 25000 copie nel mondo...); poi abbiamo Evelyn Daviddi come illustratrice di due libri; Manuela Monari come scrittrice; Cristiana Valentini come scrittrice; Philip Giordano come illustratore; Ivo Rosati che sta per esordire con noi come scrittore; anche Marianne valentie, che è scozzese, ma vive ormai da anni in Italia, quindi... Inoltre abbiamo “re-inventato” un esperimento di cui sono orgogliosissimo: Pietro Formentini, grande poeta e scrittore (oltre che persona meravigliosa!), ha scoperto per noi la sua vena di traduttore (“Otto” e “mamma, chi sono io?”) e con lui continueremo già dal 2007. La scelta di alcuni illustratori stranieri su storie italiane è data da due motivi fondamentali. Primo: abbiamo avute esperienze dirette che mi fanno pensare ai cosiddetti professionisti italiani in modo molto negativo, davvero sconcertante. Mentre niente del genere ci è capitato con autori stranieri (francesi, giapponesi, messicani, tedeschi, iraniani). Secondo: perché ci piace mescolare le carte continuamente e riteniamo conservativo avere sempre e solo “tutti autori italiani”, come “tutti

autori francesi”, eccetera eccetera... Il mondo è pieno di opportunità e noi siamo solo una parte di esso: 1500 km. da Reggio Emilia verso tutte le direzioni portano certo in Italia, ma soprattutto in Francia, Spagna, Olanda, Belgio, Germania, eccetera... Inoltre abbiamo la netta impressione che il livello medio degli illustratori stranieri sia di gran lunga più alto di quello degli italiani (questo esclude le “punte” o i fenomeni”, che sono presenti ovunque, naturalmente...): la colpa è del fatto che mancano scuole adeguate alla preparazione. Faccio, a tal proposito, volentieri pubblicità ad I.S.I.A. di Urbino, per i corsi di Illustrazione e animazione. Ce ne vorrebbero altre come questa... Quale deve essere secondo te l’approccio di un autore nei confronti del suo lettorebambino? Un libro può cambiare la vita a qualunque età. Anche se il lettore è un piccolo adulto e magari ha cento libri davanti, che legge ognuno per soli dieci secondi, rimarrà dentro di lui/lei qualcosa, sarà toccato/a. Il lettore ha il diritto di trovare sempre libri divertenti, di stili diversi, con storie diverse, con varie scritture; il lettore non ha età. Ha il diritto di scegliere e di rifiutare i libri che pensa vecchi e datati e malcurati. Un libro può cambiare la vita, l’ho già detto? Pensi che al giorno d’oggi esistano temi da privilegiare o, al contrario, temi da evitare? Nessun tabù e censura, ovviamente nei limiti dei linguaggi consentiti dall’età del lettore... le costrizioni rendono le persone più insofferenti, instabili, curiose, morbose... Non so quanto convenga allevare una generazione di neo-frustrati... Invece quali sono i “doveri” dell’illustratore nei confronti del testo e quali i suoi “diritti”? Per ZOOlibri il compito che ha l’illustratore è di condividere totalmente la storia: se non la sente deve avere l’onestà intellettuale di dire “no”. Su questo avrei da raccontarne delle belle (sui famosi illustratori italiani...). Se la condivide, ha mano libera e propone la sua interpretazione, sicuro del fatto che è stato scelto e che si confida sul suo lavoro per motivi ovvi, umani e artistici. Quindi l’illustratore deve interpretare e dare vita a qualcosa che non è suo, consapevole 19


di essere un prescelto che “lo può fare”: è un compito molto difficile. L’illustratore dà alla storia un punto di vista “altro” che rappresenta una ulteriore possibilità d’interpretazione della storia che rappresenta. Ha il dovere di rispettare i tempi senza mandare in buca il lavoro di un’intera casa editrice (!) e ha il dovere di dichiarare pubblicamente se un editore non lo paga (fenomeno comune in Italia come all’estero; ma molto in Italia...). Ha il diritto di essere rispettato, di avere un contratto che garantisca pagamento, proprietà degli originali e qualità di stampa del suo lavoro. Hai già definito l’Italia un Paese in cui tutti scrivono e pochissimi leggono. Qual è, se esiste, la formula che case editrici indipendenti e coraggiose come ZOOlibri propongono per crescere nuovi lettori? Se lo sapessi, avrei già fatta uscire una collana specifica, sicuro di avere lettori in abbondanza! Posso pensare a quello che manca molto: professionalità, organizzazione e specializzazione. I ruoli non sono mai ben definiti, tutti fanno di tutto e tutti si impicciano di cose che non li riguardano; così i meccanismi del lavoro sono assolutamente bloccati. Nessuno sa fare bene le cose; molti sanno fare poco poco di tante cose! Quando insisto sul fatto che fare editoria è una professione voglio dire che alla prova dei fatti le case editrici che funzionano sono solo quelle che hanno meccanismi ben oliati, ottimi editor, ottimi grafici, ottimi dirigenti: altro che “manager all’italiana”! Sul mercato italiano di settore si distinguono due tipi di editoria: l’editoria “di famiglia e tradizione” e l’editoria “di professione e vocazione”. Alla prima categoria appartengono coloro che spesso ereditano anche attitudini editoriali dalla famiglia e cercano di continuare ad incidere “sull’attuale” continuando il lavoro già avviato dai predecessori; un lavoro solitamente già caratterizzato. È una realtà ingombrante, ma ha evidenti lati positivi: soprattutto la fortuna di disporre di capitali e quindi tempi maggiori per tentare “esperimenti difficili” (certo più di un editore della seconda categoria). La seconda categoria sono “gli altri”: quelli che fanno magari un altro lavoro e, se non lo fanno, cercano modi per rendere in tempi brevi la casa editrice una vera impresa che possa “produrre”. In questa categoria sta ovviamente ZOOlibri. ZOOlibri è un progetto nato il primo gennaio 20

2001 e caratterizzato da alcuni concetti base: indipendente, etico, libero. L’intento è di rendere produttiva l’attività entro dieci anni; dare lavoro e quindi opportunità di futuro a qualche giovane virgulto sparso per il mondo; cercare “il nostro nuovo” in giro per il pianeta e metterlo in mostra in Italia, perché stanchi di quello che c’era e c’è, purtroppo ancora. Il catalogo di ZOOlibri è la mia personale galleria d’arte. Rientra in questo ambizioso progetto l’esperienza alla Fiera di Bologna allo stand “la prova dei nove” e “vediamoci chiaro-manuale di sopravvivenza per gli illustratori”, che avete presentato sempre in Fiera? Fanno entrambi parte del progetto ZOOlibri: l’editoria è un settore professionale che produce lavoro e occupazione in ambito culturale. Ma è prima di tutto un lavoro, non prima di tutto un gioco per “chi può”. Da cui la Fiera di Bologna “per nove”: quindi dividere le spese di uno stand è corretto e intelligente (a Bologna si lasciano “a terra” 3000,00-4000,00 euro...); quindi stare uniti tra “indipendenti” fa bene e proietta sul mercato con la giusta visibilità. Quindi queste esperienze servono come esempio per altri che possono/dovrebbero clonarle. Da cui la guida... Abbiamo fatto promessa di rispondere, finché sarà possibile, a tutti gli autori che ci hanno sempre contattati e scritto per varie proposte: anche solo per dire “no, grazie”. Educazione e rispetto. Alla fine del 2005 siamo arrivati a ricevere circa 130/160 proposte all’anno di vario tipo: tutte avevano in comune la mancanza di “informazioni utili di base”. Con la guida abbiamo volontariamente/ gratuitamente sopperito a tale mancanza. Ha avuto un successo clamoroso e abbiamo richieste di traduzione all’estero da più parti, oltre che continue lettere di ringraziamento da giovani autori. L’obiettivo è stato raggiunto con fatica relativa. Il fatto che ZOOlibri abbia sede a Reggio Emilia è un caso, oppure si inserisce nel florido contesto culturale, che troviamo descritto come “esempio di didattica all’avanguardia” in tanta letteratura specializzata? Nel settore cultura la nostra città gode della


presenza sul territorio di realtà straordinarie lanciate sul mercato internazionale di vari settori, che vengono del tutto ignorate. Anche se la nostra rimane una piccola isola “più felice”, credo che i tempi in cui davamo esempio siano in gran parte passati, purtroppo: Reggio vive un’involuzione figlia dell’involuzione nazionale. Al momento abbiamo sempre ottimi servizi in generale ed educativi in particolare; ma molto manageriali e strutturati sul rigore e la competizione. Ci sarebbe da rivedere la differenza tra “sviluppare la creatività e la fantasia dei piccoli” e “sviluppare la competizione per avere allievi sempre più, più, più...” Credo che i fondatori dei grandi “metodi educativi” di allora fossero all’avanguardia per un sacco di cose; ma credo anche che ora avrebbero qualcosa da ridire... Prima di chiudere una curiosità: perché il nome ZOOlibri? Gli autori sono animali chiusi in gabbia da ammirare con stupore? O i libri stessi lo sono e se solo venissero liberati... “ZOOlibri” si legge bene in tutte le lingue del mondo e questa è la più grande sfida che abbiamo sostenuto. Così gli altri scoprono che siamo italiani e che come tali abbiamo “cervello da vendere”... Concettualmente con il lavoro che facciamo siamo un po’ in gabbia e tutti ci guardano da fuori di essa con attenzione e curiosità... Il nostro è un po’ uno zoo da scoprire dentro il quale stanno tutti: personaggi, animali e umani, vivi e non, artisti... siamo tutti lì. I nostri lettori hanno recepito al volo e li amo per quanto hanno colto questa apparente sottigliezza! Un’ultima domanda: meglio costruire castelli in aria o rimanere con i piedi per terra? Senza castelli non si vive: ognuno ha il diritto/ dovere di sognare. Quanto di questi sogni diventerà realtà chi lo sa... Bisogna sognare e sognare... ma per sopravvivere essere molto pratici...

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CASTELLI IN ARIA

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CASTELLI Castelli, pensieri, doni o prigioni che spazzano via i timori, che alleggeriscono il piombo e lascian spazio all’oro. Campanelli che tentennano si dissolvono nel vento, dando il via alla speranza. Allegra Agliardi

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DOVE SENZA IL COME? ”Adesso illustratemi il dove senza il come e lungi dal perché e diventerete un soggetto a voi caro!”, questo è sicuramente la parte del testo di Bergonzoni che ha dato il via alla mia illustrazione. Castelli in Aria del cuore che portano all’ispirazione! È una rappresentazione libera dalla descrizione del testo in ricerca di poesia attraverso la pittura di nuove forme e sensazioni. Mi sono divertita moltissimo. Roberta Angaramo

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FLY Volo libero dell’immaginazione. Anna & Elena Balbusso

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MADAME GENEVIEVE - “LA SALOTTIERA” (…) Anna Laura Cantone

“Vivere d’aria si può eccome. Basta volarsi bene. Andarsi comunque nell’ovunque, il così detto posto per i posti,per tutti quelli che si sentono luogo(sia a procedere che adatto)Essere un po’ ognuno di tutti… Esser capienti, più che vincenti o perdenti, esser pieni di altri stessi e non solo sè…” (A. Bergonzoni)

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SU UN SOFFIO DʼARIA LEGGERO …e ciò che resta è lei: l’aria, in cui ci si può tuffare, planare, forse cadere... per poi riprendere il volo.... Francesca Chessa

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“ciò che resta dell’andirivieni del vento a colori (arcobaleno) o in bianco e nero(nuvola)” (A. Bergonzoni)


A OGNUNO IL SUO “Mi piace narrare: storie con personaggi, azioni, reazioni... sorprese. E quando si narra lo si fa su più livelli, a strati come le torte. Amo infatti le scoperte... le sorprese, appunto. A volte sotto le apparenze più semplici si nascondono anche i significati. Occorre prestare attenzione, però. Occorre scavare per riportare alla luce... che cosa? Ognuno troverà qualcosa di diverso, di personale: ognuno ha un suo Castello in Aria. Il mio? “Imparare” il dono della sintesi!” Raffaella Ciacci

“Illustrare non è decorare, non è solo arricchire o motivare, non è contorno alle volte è primo secondo dolce e caffè: tutte le portate (portate da chi?). Il grande desco, quando il mare è una tavola e la vita una favola, a sedere gli astanti [...] in attesa del conto...” (A. Bergonzoni)

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SOGNO NR 1 (‌) Mara Cozzolino

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CASTELLI IN ARIA (…) Gianni De Conno

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CASTELLO IN ARIA L’atmosfera surreale del testo di Alessandro Bergonzoni mi ha riportato alla mente una fotografia esposta alla Biennale di Architettura: una casa del tè sull’albero in Giappone. Una vera casa da tè. Solo i Giapponesi sanno essere così “folli” da riuscire a costruire ed abitare veri castelli in aria. Francesca di Chiara

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CASTELLI IN ARIA Pare un bel dolce il castello sul colle, pare morbido e profumato. Vien così facile scambiarlo per un assemblaggio di canditi e cannoncini, alcuni già addentati, altri, solo da spostare. Così, perché le donne che vivono intorno al castello, son molto giocherellone, e incastrano i merli, cambiano i connotati alle torri, attorcigliano guglie... Nel disegno le curve e i colori si scimmiottano, rimandano a primi piani e lontananze, in un certo senso come i merli del castello s’incastrano. Oppure s’inseguono attraverso la rottura di certe traiettorie. Matteo Gubellini

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VIVERE DʼARIA “Soffia una leggera brezza che regala profumi di mare e forse di terre lontane. È così dolce sulla pelle da poter immaginare all’orizzonte una nave attraversare l’indaco e accarezzare il cielo. È così intensa da poter sentire le grida dei marinai intenti a strappare al vento la rotta dei sogni.” Era così reale che non me ne accorsi, ma ero già castello, in aria, senza scarpe, nell’aria rarefatta dove volano solo aerei di carta e le nuvole son scalini da dove si può vedere se le torri più piccole esistono. (Da ‘L’ombra di Neca’ di Gianluca Neri) Gianluca Neri

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NIÑO Castelli in Aria L’aria è astratta e inconsistente ed è per questo che è un buono spazio per costruire storie di regni e conquiste e finali romantici che mai si avvereranno. Tuttavia ci sono terreni anche più mobili dell’aria, dove la fantasia può crescere senza paura. Luoghi fertili dove coltivare castelli di carte. Culle liquide per proteggere le cose impossibili. Castillos en el aire El aire es abstracto e inconsistente, y por eso es un buen espacio para construir historias de reinados y conquistas y desenlaces románticos que nunca se producirán. Sin embargo, hay terrenos aún más movedizos que el aire, donde las fantasías pueden crecer sin miedo. Lugares fértiles donde cultivar castillos de naipes. Senos líquidos para proteger los imposibles. Elena Odriozola

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DI COSA SONO FATTE LE PAROLE?

(…)

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Giulia Orecchia


CASTELLI IN ARIA I bambini – talvolta anche i grandi - sognano sogni ricorrenti: Volare nuotando nel cielo, Combattere malefici draghi, Addomesticare animali feroci da tenere in casa, Trovare il Principe Azzurro o la Principessa Rosa, Liberare gli animali oppressi, Vincere il Male... Sono sogni grandi, semplici, puliti, pieni di Amore, Castelli in Aria che da grandi – se volessimo – potremmo in parte rendere reali. Cristina Pieropan

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CASTELLI IN ARIA Lontano, lontano, da qualche parte avanti o indietro nel tempo, c’era e ci sarà una, due, tre, mille, infinite volte, un Re e una Regina. Tornavano o ritorneranno al loro castello, sopra Aladargento, fedele destriero. Nella Notte di Luce e nel Vento a Colori, proprio laggiù, sotto l’ Arco di stelle. Mariachiara Rossetti

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“Quando il mare è una tavola e la vita una favola...” (Bergonzoni)


SENZA TITOLO Dal vocabolario: “....far castelli in aria significa figurarsi nella mente cose impossibili o difficili ad avvenire.” Pia Valentinis

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GLI AUTORI

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Allegra Agliardi

vive e lavora a Milano. Illustratrice e grafica, dal 2001 pubblica e collabora con diverse case editrici, riviste e quotidiani; tiene laboratori di disegno sia per adulti che per ragazzi soprattutto all’estero; decora interni ed espone in varie collettive (nel 2003 alla mostra degli illustratori di Bologna, nel 2003 e 2004 nella rassegna “Illustrissimi” di Riccione, dal 2004 al 2006 nella mostra dei lavori selezionati al concorso indetto dalla Teatrio a Chioggia e, sempre nel 2006, al Festival della Filosofia a Carpi e ad Ischia durante la rassegna dedicata a Ibsen). Nel 2005 – dalla collaborazione con Ilaria Faccioli, Davide Longaretti e Nicolò Bottarelli – nasce lo studio creativo “Due mani non bastano”.

Roberta Angaramo

Nel 2005 realizza Le Tre Melarance e I Musicanti di Brema per «Le Grandi Fiabe» del «Corriere della Sera», vincitrice del Premio Andersen per la Migliore Collana Illustrata. Per la Sun Ya Publications di Hong Kong ha pubblicato The Moon is Sick, Miss Pennyroyal’s Dog e Aesop’s Fables, mentre per la Gakken di Tokyo ha realizzato Gelsomine’s Winter tradotto in giapponese, cinese e coreano. Con la Grimm Press di Taiwan ha pubblicato una serie di sei libricini per l’apprendimento dell’inglese ,“The Ugly Duckling” e “The Trouble Maker”. Per loro ha realizzato i due poster e il logo ufficiale del TIBE – Taipei International Book Exhibition, tenutosi a gennaio 2004 a Taiwan. Ha partecipato all’Italian Festival in occasione del TIBE con una mostra personale accanto a Roberto Innocenti, Giuliano Ferri e Anna Laura Cantone. I suoi lavori sono stati selezionati per la XX Mostra Internazionale di Illustrazione di Sarmede e per la II e III edizione della Mostra “I Colori del Sacro” del Museo Diocesano di Padova. Nel 2003 partecipa all’esposizione “L’ABC degli Animali” presso la Galleria Il Basilisco di Genova. Nel 2005 partecipa alla Mostra “Sirenette di Carta e Soldatini di Inchiostro” e nel 2006 alla Mostra “Antichi Incanti” organizzate dalla rivista «Andersen». Nel 2005 e nel 2006 partecipa alla Rassegna “Illustrissimi” organizzata dal Comune di Riccione. Dal 2003 collabora con il giornalino «Ciao Amici» e numerose altre riviste. Lavora con le scuole elementari e le biblioteche dove tiene laboratori sull’ideazione e realizzazione del libro illustrato.

è nata a Fossano nel 1974. Dopo essersi diplomata al Liceo Artistico di Cuneo, ha frequentato l’Istituto Anna & Elena Balbusso Europeo di Design a Torino, sezione gemelle, vivono e lavorano a Milano. illustrazione. Dal 1994, dopo il diploma in pitHa seguito corsi di tecnica pittorica tura all’Accademia di Belle Arti di a Torino con Francesco Preverino Brera di Milano, lavorano in équipe – docente della cattedra di pittura come illustratrici freelance per la all’Accademia – e i corsi estivi di pubblicità e l’editoria sia in Italia illustrazione a Sarmede. che all’estero. Nel 1998 la rivista Ha lavorato nell’illustrazione pubamericana «Print European Regioblicitaria e nel trompe l’oeil. Nel nal Design Annual» conferisce loro 1997 ha vinto il I premio del concoril “Certificate of Design Excellent”. so internazionale UNICEF – Città Nello stesso anno iniziano a lavodi Chioggia con “Notte da Favola” rare per l’editoria dei ragazzi e da – Teatrio. allora hanno illustrato diversi libri Ha pubblicato in Italia per la Giunti e copertine per Einaudi Ragazzi, di Firenze, la Happy Art Edizioni Edizioni El, Black Cat Publishing, di Genova, la RCS di Milano, gli Cideb, Arka Edizioni, Salani, FabEditori Riuniti di Roma, le riviste bri, Cartacanta. Hanno collaborato «Ciao Amici», il mensile «Donna & con periodici e quotidiani tra i quali Mamma» e «Io e il mio Bambino «Abitare» e «Corriere della Sera». di Milano».

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alla Fiera Internazionale del Libro di Taipei (TIBE) 2004.

Francesca Chessa

dal 1997 ha ricevuto menzioni e premi in varie competizioni internazionali e ha partecipato a molte mostre e manifestazioni. Suoi lavori sono presenti nella collezione cartoline Unicef. I suoi lavori sono pubblicati da editori italiani e straDal 2003 lavorano per la Francia nell’ambito della comunicazione e dei magazines. Collaborano con «Madame Figaro», supplemento del quotidiano «Le Figaro». I loro lavori sono stati esposti in numerose collettive in Italia e all’estero, tra le quali la Biennale di Illustrazione di Bratislava BIBI nel 1999 e nel 2001, il BWI presso il Museo Hiroko Mori & Stays in Giappone, la mostra “Matite italiane” alla Fiera del Libro di Bologna del 2000. Nel 2005 sono state selezionate per la Mostra degli Illustratori alla Fiera del Libro di Bologna, e il 53° Premio Letterario Bancarella di Pontremoli ha dedicato loro una mostra personale. Nel 2006 iniziano nuove collaborazioni nell’editoria per ragazzi in Francia e in Corea del Sud.

nieri, tra cui: Gakken (Tokyo), Fabbri (Milano), Il Capitello (Torino), Giunti (Firenze), Kyowon (Seoul), Gullane Children’s Books (Londra), Bloomsbury (Londra).

Raffaella Ciacci

Anna Laura Cantone

nasce ad Alessandria nel 1977. Nel 1999 ottiene la laurea in illustrazione per bambini all’Istituto Europeo di Design di Milano e inizia subito a collaborare con riviste del settore, passando in pochissimo tempo a lavorare per editori italiani e stranieri.

All’attività di illustratrice affianca quella espositiva collaborando con gallerie italiane e straniere, creando sculture, quadri e installazioni. Ad oggi sono numerosi i libri da lei illustrati pubblicati anche all’estero e che le hanno valso riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui il «Premio Andersen - Il Mondo dell’Infanzia 2003, Miglior Libro 0/6 anni» e la selezione alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna 2002 e 2004, alla Biennale dell’Illustrazione di Bratislava 2003 e 44

Mara Cozzolino

è nata a Torino l’8 aprile 1975. Fin da bambina passa il suo tempo a disegnare e leggere storie. Dopo la maturità scientifica frequenta a lungo un corso di pittura e incisione con il pittore Vinicio Perugia. Nel 2002 si avvicina al mondo dell’illustrazione frequentando un corso presso l’Accademia Pictor a Torino con Francesca Chessa. Fre-

quenta, tra gli altri, un corso di illustrazione a Sarmede con Linda Wolfsgruber ed uno a Macerata con Carll Cneut. Nel 2004 Partecipa alla mostra “La città sostenibile e i diritti delle bambine e dei bambini” a Bergamo. Nello stesso anno viene allestita la sua prima personale a Vigonovo. Dal 2005 collabora con l’editore Emilio Modric Editoria d’Arte. Vive e lavora a Avigliana con il marito ed i loro 3 gatti.

Gianni De Conno

illustratrice e grafica, vive e lavora a San Marino. Ama disegnare da sempre, ma solo dopo essersi laureata in Lettere Moderne con una tesi in Letteratura per l’Infanzia con il Prof. Antonio Faeti, scopre nell’illustrazione la via ideale per coniugare la passione per la narrazione con quella per il visivo. Nel 2002 frequenta la scuola per illustratori La Nuova Eloisa di Bologna, e, da allora, prendere parte a corsi e workshop con alcuni dei più stimati rappresentanti del mondo dell’illustrazione italiana ed internazionale diventa il suo hobby favorito.Ha ottenuto vari riconoscimenti in concorsi nazionali ed internazionali e ha esposto in mostre collettive e personali. Il suo stile “eclettico” (a volte schizofrenico) l’ha portata a collaborare con agenzie di comunicazione, riviste, siti web e produzioni di videogiochi educational. Dal 2004 partecipa al Progetto Illustrissimi del Comune di Riccione come curatrice della Rassegna.

vive e lavora a Milano. Terminati gli studi artistici, si è specializzato in cinema d’animazione e scenografia, e all’attività cinematografica ha affiancato presto quella editoriale. Dal 1997 a oggi ha illustrato oltre quaranta libri per ragazzi, pubblicati in italiano, inglese, francese e tedesco. Per la sua attività ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, nazionali e internazionali.

Francesca Di Chiara

è nata a Milano e l’illustrazione è la sua passione da sempre. Dopo la maturità scientifica riceve il diploma di Laurea presso l’Istituto Europeo di Design e da allora si occupa principalmente di editoria per la primissima infanzia. Ha illustrato narrativa e libri per le


il libro “La Fuga” ed. Girapagina bandonata, di Giorgio Strehler, (1999); locandina per l’associazione Piccolo Teatro, Teatro d’Europa, culturale Artea di Città di Castello Milano (2005); Anelli di drago, (2004); copertina per ed. Di Renzo Giunti Editore, Firenze (2004); (2004); illustrazioni per le riviste: The Sleeping Beauty, Grimm «Max», «Jesus», «New You», «Eco- Press, Taipei, Taiwan (2003); The nomy», «Psychologies», «Diario» Guardian Angel, Grimm Press, (2005); copertina Il Piccolo Mis- Taipei. Taiwan (2003); The Giant sionario (2005); illustrazioni per il and Viola, Grimm Press, Taipei, libro di racconti Histoires du bout Taiwan (2002). du nez à la pointe des pieds, ed. Principali esposizioni collettive: Flies France (2006). “Castelli in Aria – Illustrissimi”, scuole materne ed elementari. Piccole soddisfazioni: pubblicazione Galleria di Arte Moderna e ContemPubblica principalmente con La del libro di racconti Scomode Fa- poranea Villa Franceshi, Riccione, Coccinella (Il Pifferaio Magico; Co- scinazioni nella collana «I Ridotti», testo di Walter Fochesato, prosa struire, progettare, decorare; Tutto ed. Prospettiva (2000); realizzazio- artistica di Alessandro Bergonzoni a posto; Grandi e cuccioli, solo per (2006); “Ai confini della realtà”, citare alcuni titoli). Centro d’Arti Visive La Pescheria, Per Fabbri illustra: Un giorno al cirPesaro . A cura di Alberto Barco, I tre porcellini, Io sono l’Uomo badoro e testo di Roberta Ridolfi Selvatico, ecc. (2006); “Italian Festival”, 40 illuAma molto gli animali perciò non stratori italiani: TIBE (Taipei Int. sa dire di no quando le chiedono di Book Exhib.), SKM (Shin Kong ilustrare storie con animali come Mitsukoshi, Taipei) (2003); “Torino, protagonisti! (Giacomo Leopardo; città di cultura”, Salone del Libro, Attenti al cane... e al suo padrone, Lingotto, Torino. Presidente della Ed. Il Messaggero, Padova) Giuria: Emanuele Luzzati, (2003); “Le Stelle nascoste”, Galleria PieMatteo Gubellini ne del CD Limiti d’Epoca (scritto, monte Artistico Culturale, Torino. A è nato a Bergamo il 25 ottobre 1972, musicato e interpretato) (2000); cura di Livio Sossi, (2001); “Mostra diplomatosi al Liceo Artistico di realizzazione del CD Disattento Int. Illustratori” (sez. Fiction), Fiera Bergamo nel 1990, nel 1994 ha (scritto, musicato e interpretato) del Libro di Bologna (Itabashi Art conseguito il diploma della Scuola Museum di Tokyo) (2001). (2002). del Fumetto di Milano. Esposizioni personali: “Corpo d’omRiconoscimenti: I premio del conbra”, Expo multimediale, Studio corso di fumetto “Cent’anni con la Gianluca Neri Ranocchi, Palazzo del Cortigiano, testa tra le nuvolette” indetto dal è nato a Sant’Angelo in Vado il 20 Urbino (2005); Foyer Respighi comune di Rovato e dalla Scuola di gennaio 1971. Info in rete: www. del Teatro Comunale di Bologna Fumetto di Brescia (1995); selezio- lucaneri.com - www.luandama- itinerante (regia video: Andrea ne e pubblicazione di 3 illustrazioni festival.com Pigrucci; Anima Sonora: Dante su Illustratori edito dal Battello a Studi e Premi: Diploma di Maestro Saudelli) (2006); “Pierino e il luVapore (1999); vincitore del Premio d’Arte e Maturità Artistica nella Sez. po” di S. Prokof’ev, regia di Lucio di poesia nazionale “Gruppo Fara” di Disegno Animato presso l’Istituto Dalla. Foyer del Teatro Comunale (2002); vincitore del Premio di poe- Stat. d’Arte di Urbino; Diploma in sia nazionale “Gabriele Bellucci” Pittura presso l’Accademia di Belle (2002); vincitore del premio per Arti di Firenze (1997); Borsa di il “Miglior disegno originale” al Studio ‘Erasmus’ presso la Facoltà concorso di fumetto indetto dal- di Belle Arti di Granada (Spagna) l’associazione Nuvoloso (2003); II (1996-97); Esperienza triennale premio del concorso d’illustrazione come Editore-Illustratore, Angeli “Scarpetta d’Oro” (2004); II pre- Neri Edizioni di Angeli Arpo e Neri mio del concorso d’illustrazione Gianluca; 2°Premio: ‘Opera segna“Illustra un manifesto tratto dalle lata’ al Concorso Int. Illustratori favole di H.C. Andersen” indetto ‘Torino, Città di cultura’.(sez. Mudall’associazione Teatrio (2005); I sica), indetto dalla Città di Torino premio del concorso d’illustrazione e la Fiera Int. del Libro, Lingotto, di Bologna (2005); “TeAnSiCo”, “Illustrissimi” indetto dal comune Torino 2003; Dal 2005 Direttore Galleria Ascensión Morillas, GranaArtistico del Luàndama, Festival di Riccione (2006). da, Spagna (1997); “SOLinSIeMI”, Mostre: personale presso la libre- Internazionale dell’Illustrazione, Minimum Spazio d’Arte, Morgana ria “Caffè Letterario” di Bergamo Presidente Lucio Dalla. Edizioni, Firenze. Sonoro: David Pubblicazioni principali: Differen(2001); personale presso il ristoranMonacchi (1997); “Coi nemica”, te “La Gatta al Lardo” di Verdello te, VideoArte per Damiani Editore, Palazzo della Ragione, Sant’An(2004); personale presso il loca- in occasione della personale di Angelo in Vado (PU). Sonoro: David tonia Ciampi, Reale Accademia di le “Provino” di Treviolo (2005); Monacchi (1995). Spagna. Regia di Gianluca Neri e personale presso la biblioteca di Vigonovo (2005); personale presso Andrea Pigrucci. Su performance il Centro Culturale di Dal mine di Lucio Dalla (2006); Il bambino Elena Odriozola cattivo, Ermitage junior, Bologna è nata a San Sebastián nel 1967. (2005). (2006). Ginevra, la storia, Edi- “Illustrare è per me qualcosa che è Lavori: illustrazioni per l’inserto della rivista cinematografica «Ci- zione limitata (2006); Pierino e il venuta da sola. Come dovesse essere neforum» (1996); illustrazioni per lupo, Mondadori, Verona (2006); così da sempre, come qualcosa che La storia della bambola ab- non potevo evitare. È accaduto nel 45


1997, ma iniziò quando ero una bambina. A poco a poco, senza urgenza, né obiettivi, né aspirazioni. E per ora continua, non so fino a quando. Immagino che continuerà finché mi divertirà farlo o finché... preferisco non saperlo. Lungo il cammino ho lavorato anche in una agenzia pubblicitaria ed è stato bello finché è durato. Tutto quello che ho imparato mi è stato utile nel lavoro di interpretare i testi. E per sapere che è meglio non dire troppe cose...” “Dedicarme a la ilustración no fue una decisión, fue algo que vino solo. Como si tuviera que ser así, como si no pudiera evitarlo. Eso sucedió en el año 1997 pero empezó desde que era muy pequeña. Poco a poco, sin prisas ni metas ni pretensiones. Y por ahora continúa, no sé hasta cuándo. Supongo que durará mientras lo disfrute o hasta... prefiero no saberlo.

Por el camino también trabajé en una agencia de publicidad y fue bonito mientras duró. Todo lo que aprendí allí me ha valido de mucho a la hora de interpretar los textos. Y también para saber que es mejor decir pocas cosas...”

Giulia Orecchia

vive da sempre a Milano. Ha frequentato il liceo artistico di Brera e il corso di Visual Design alla Scuola Politecnica del Design di Milano, tra gli insegnanti Bruno Munari, Pino Tovaglia, Salvatore Veca, Silvestrini, Max Huber. Ha ottenuto il Kleine Deutsche Sprachdiplom all’Università di Monaco di Baviera nel 1982. Ha partecipato a laboratori di incisione alla Kunstakademie di Salisburgo e alla Scuola d’Arte di Urbino. Ha partecipato a seminari di Arte e yoga presso il Centro Studi Yoga di Milano. Attualmente frequenta il corso di arteterapia al Centro di formazione nelle artiterapie di Lecco. Volontaria negli anni 19731975 in un laboratorio di pittura per bambini a Segrate ispirato al metodo di Arno Stern, dal 1980 lavora come illustratrice per libri e periodici. Negli anni 1985-89 e 46

1992-95 ha insegnato Illustrazione per l’infanzia all’Istituto Europeo del Design di Milano. Dal 1993 conduce laboratori di illustrazione e progettazione del libro con i bambini delle scuole elementari. Viene spesso invitata a partecipare, con mostre, incontri e laboratori, a manifestazioni di promozione della lettura organizzate dai comuni, dalle scuole e dalle biblioteche. Autrice di libri per l’infanzia nei quali la narrazione è principalmente visiva, ha pubblicato con i principali editori del settore (Mondadori, Feltrinelli, Salani, Coccinella, Giunti, Emme, EL, Piemme, Bompiani, Fabbri). Ha illustrato romanzi, poesie, copertine e progettato libri con invenzioni cartotecniche e sorprese visive. Lavora alla progettazione dei libri da sola o in coppia con un autore-scrittore, con Giusi Quarenghi, Roberto Piumini, Bruno Tognolini, Emanuela Bussolati, Niccolò Barbiero, Vivian Lamarque. Nel 1986 ha vinto il Premio Andersen “il mondo dell’infanzia” per il libro pop-up Ti faccio bau, migliore libro dell’anno per la fascia 0-6 anni. Nel 1997 il Premio Nazionale di illustrazione per ragazzi del Battello a Vapore. Sempre nel 1997 il Premio Andersen quale migliore illustratore dell’anno. Nel 2001 il Premio Andersen con Emanuela Bussolati per Pollicino verde, miglior libro di divulgazione scientifica dell’anno per la fascia 0-6 anni. Il libro I dovinelli, progettato con Roberto Piumini, ha ricevuto la segnalazione di merito al Premio Cento nel 2001. Nel 2003 ha ricevuto il Premio LegambienteMarche assegnato da una giuria di 550 bambini di Ancona per il libro Piccoli cittadini del mondo, realizzato con la poetessa Vivian Lamarque. Il libro Lupo lupo, ma ci sei?, progettato insieme a Giusi Quarenghi, è uno dei 100 libri selezionati dalla “Internationale Jugend Bibliothek” di Monaco di Baviera nel catalogo The White Raven 2004 e ha vinto il Premio Libri infiniti-Leggere per crescere della fondazione AIDA-Glaxosmithklein, assegnato da una giuria composta

dai bambini delle scuole materne di Verona nel 2004. Ha partecipato a numerose mostre collettive tra cui “15 illustratori italiani in occasione dei 25 anni della Fiera del Libro per ragazzi di Bologna” alla Fiera del libro di Francoforte nel 1988 ; “The second International Exhibition of Picture Book Illustration” nel 1990 in Corea, “Favolose”, 15 illustratrici italiane per l’infanzia allo Spazio Guicciardini a Milano nel 1995; “Illustratori” a Verbania nel 1996,1997 e 1998; “Spettri, santi e streghe” nel 1999 alla Provincia di Genova; “Matite Italiane”, I migliori illustratori italiani alla Fiera del Libro per l’infanzia di Bologna nel 2000; “Giulia Orecchia. Vom Popup-Buch zur fröhlichen Rätselzeit” all’Istituto Italiano di Cultura di Colonia nel 2001; “Fantasia 2001” a Bari; “L’una e un quarto, lune sogni e illustrazioni”, mostra itinerante organizzata dalla Provincia di Genova 2001; “L’altra metà di Pinocchio”, mostra itinerante, Provincia di Genova, 2002. Una mostra personale “Giulia Orecchia” alla Biblioteca di Mezzago nel 2002 e “Fantastiche matite” a Seregno nel 2003; “Volano le matite 2004” a Cantalupo Sabina. È uno dei cento autori presenti al Festival della letteratura di Mantova nel 2002, dove ha tenuto un laboratorio sulla trasformazione delle immagini insieme a Giusi Quarenghi. Nel 2005 i suoi disegni sono stati esposti al Festival della letteratura di Gavoi, nella sala della Biblioteca di Borgomanero. Ha partecipato alle mostre organizzate dalla rivista Andersen per la Fiera del Libro di Bologna: i racconti di Andersen nel 2005 e le fiabe dei fratelli Grimm nel 2006. Mostra personale nel 2006 nella sala della Biblioteca di Concorezzo. Una mostra personale itinerante comprendente 27 cornici con disegni, illustrazioni e libri è a disposizione di biblioteche e scuole.

Cristina Pieropan

Nata a Padova, vive e lavora a Castelfranco Veneto, Treviso; è sposata e madre di tre figli. La sua forma-


zione di Illustratrice inizia nel 1992 sa”.Ha collaborato con il fumettista con un corso di incisione tenuto Francesco Mattioli per la rivista di dal Maestro Cesare Baldassin; poi fantascienza «Carmilla». incontra il Maestro Stephan Zavrel È un’appassionata fan della saga e si forma alla sua Scuola di Illu- letteraria di Tolkien: nel 2004 ha strazione a Sarmede con vari cor- vinto il I premio al concorso di si: 1994 acquerello; 1995 acrilico; illustrazione tolkieniana indetto 1996 incisione col Maestro Maurizio dall’associazione culturale Endore Olivotto; 2002 pastelli secchi col di Brescia, dove ha conosciuto il Maestro Josèph Wilkon. gruppo di musica celtica Lingalad Ha esposto a: Mostra-Concorso In- ispirato all’opera del celebre scritternazionale di Illustrazione “Scar- tore inglese e per loro ha realizzato petta d’Oro”, Riviera del Brenta sedici tavole per il video del loro (1996, 1997, 1998, 2002); Mostra nuovo singolo Il vecchio lupo e la di Illustrazione “Disegni Incantati”, copertina del loro dvd I sentieri di Lugo di Vicenza (2002); Mostra Per- Lingalad.Nello stesso anno ha colsonale di Illustrazione, Lugo di Vi- laborato con l’associazione “Yavin cenza (2003); Vincitrice del 1° Pre- Quattro” per la realizzazione di mio Mostra-Concorso Internazionale un calendario dedicato alla saga di Illustrazione 2003 “Scarpetta di Star Wars. d’Oro”, Riviera del Brenta; Mostra Ha lavorato ancora per i Lingalad Internazionale di Illustrazione per realizzando undici tavole per la col’Infanzia, Sarmede (2002, 2003, pertina ed il booklet del loro nuovo 2004, 2005, 2006); Mostra Interna- album Lo Spirito delle Foglie uscito zionale di Illustrazione“I Colori del lo scorso luglio. Sacro – Acqua”, Museo Diocesano A maggio ha partecipato alla mostra di Padova (2006); Mostra Interna- nella manifestazione “Eldamar II” zionale degli Illustratori nell’ambito presso il castello di Arechi a Sadella Fiera del Libro per Ragazzi lerno, e a settembre alla mostra di di Bologna (2005, 2006). illustratori fantasy a San Daniele Ha collaborato con visite guidate del Friuli, durante la manifestazione e laboratori al Museo Diocesano “Hobbiton XII ”. di Padova per la 2a e 3a Rassegna Internazionale di Illustrazione per l’Infanzia “I Colori del Sacro”, 2004 e 2006. Tiene Laboratori di Illustrazione con varie tecniche (Incisione; Cartone e Cartapesta; Tecniche miste) e prepara Letture Animate e Laboratori dei suoi libri per Scuole, Biblioteche, Mostre e Musei. Pubblicazioni: “Niccolò & Snuffy” (album illustrato scritto dall’autrice), Ta Chien, Taiwan, 2001; “Lullo & l’Aquilone”, Ta Chien, Taiwan, Nel corso del 2006, ha disegnato le 2002; “Uguale ma non troppo”, copertine per alcuni romanzi usciti Edizioni San Paolo, Milano, 2003; per la casa editrice Larcher di Bre“W le mamme buone?”, Edizioni scia. Tra questi: La Porta Socchiusa Lapis, Roma, 2003; “Di punta e di di Nelson & Willer e I Boschi della tacco” (album illustrato scritto da Luna di Giuseppe Festa. Classe El. Riviera del Brenta), (vin- Ha partecipato a settembre alla citore concorso “Scarpetta d’Oro” mostra di Hobbiton XIII a San Da2003), Edicolors, Genova, 2004; niele del Friuli curata dalla Socie“Peter Pan” (album illustrato da tà Tolkieniana Italiana, ed è stata vari autori), Messaggero di San- selezionata per il loro calendario t’Antonio Editrice, Padova, 2004; ufficiale del 2007. “Helen Keller”, Kyowon, Korea, 2006; “Ragazzi in fuga”, CollaPia Valentinis na Gli Istrici 10+, Adriano Salani è nata ad Udine, ma è cagliaritana Editore, Milano, 2006; “Le voci d’adozione. Vive in Sardegna infatti dei TamTam” (album illustrato da da venti anni. Dopo essersi diplovari autori), Franco Cosimo Panini mata all’Istituto d’arte di Udine, ha Editore S.p.A., Modena, 2006. partecipato a vari stages (Atelier des Enfants del Centro Pompidou, Mariachiara Rossetti Stepan Zavrel, Sergio Toppi, Emaè una giovane illustratrice di Bo- nuele Luzzati) e nella sua carriera logna. Diplomata all’Accademia di ha illustrato libri per bambini con Belle Arti della sua città, nel 2003 case editrici nazionali (Arka, C’era si è avvicinata al mondo dell’illu- una volta, Fatatrac, Giunti, Sonda, strazione dopo aver frequentato la Einaudi ragazzi, Fabbri, Nuove scuola di Bologna “La Nuova Eloi- edizioni Romane) e internazionali

(Gakken, Grimm Press, Grandir). Ha esposto i suoi lavori in numerose mostre collettive e personali e conduce laboratori di arte visiva per bambini. Ha vinto la XXI edizione

del Premio Andersen, il maggior riconoscimento italiano dedicato ai libri per ragazzi, nella categoria Miglior illustratore.

47


48


INDICE

5

9 13

Illustrissimi Castelli in Aria (A. Bergonzoni)

18

Niño

34

Di cosa sono fatte le parole?

(E. Odriozola) (G. Orecchia)

35

Castelli in Aria

(C. Pieropan)

36

Castelli in Aria

(M. Rossetti) Fabbricare Castelli in Aria

(intervista a C. Rabitti a cura di R. Ciacci) CASTELLI IN ARIA

24

33

Dal tubetto al pixel

(S. Rossini)

Vivere d’Aria

(G. Neri)

Castelli in Aria

(W. Fochesato)

17

32

Introduzione

(R. Ciacci)

Castelli in Aria

(M. Gubellini)

Presentazione

(F. Cavalli)

7

31

37

Senza titolo

(P. Valentinis)

41

GLI AUTORI

Castelli

(A. Agliardi)

25

Dove senza il Come?

(R. Angaramo)

26

Fly

(A&E. Balbusso)

27

Madame Genevieve - “la salottiera”

(A. Cantone)

26

Su un soffio d’aria leggero

(F. Chessa)

27

A ognuno il suo

(R. Ciacci)

28

Sogno Nr 1

(M. Cozzolino)

29

Castelli in Aris

(G. De Conno)

30

Castello in Aria

(F. di Chiara)

49


Finito di stampare nel mese di dicembre 2006 presso la TipograďŹ a Lithos - Villa Verucchio (RN) 50


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