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02.2012
TOOTHIN?
Black nWHITE Sped. in abb. post. Art. 1 Legge 46/04 del 27.02.2004 RIVISTA MENSILE
TESSA PEAY
£3.20
nuovo viso, nuova icona.
Kim Ellies e la magrezza in passerella
OPINIONISTA DEL MESE
Gemma Ward
il lavoro di top model
DRESS CODE
La moda è COMUNICAZIONE. Si giudica con l’occhio dell’abito? CURIOSITÀ
Tara Ferry
Rubber Kiss Goodbye: i figli d’arte che fanno rumore nella moda. 1
l’editoriale
Arizona VEAN “HO CREATOAPPAREL”
Ebbene sì, l’ho fatto. Apparel non è una rivista, non è un magazine, non è un giornale d’informazione, è un progetto. Quello che volevo e voglio sperimentare è l’approccio che ognuno e ognuna dei lettori ha verso novità che non sono e non devono appartenere solo a chi lavora nel campo della moda, ma fanno parte di chiunque si interessi di cultura. La moda è cultura, è divulgazione, è comunicazione. Non parleremo di che marca è la borsa indossata ieri da Kate Moss; ci chiederemo come mai quella borsa è in giro, chi è, che ci dice, come può piacere o non piacere. Le nostre si chiamano rubriche, articoli o editoriali, ma sono come capi mai indossati, da noi presi e trasformati in pezzi unici. La direttrice
Arizona Vean
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02.2012
SOMMARIO
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l’articolo
BLACK N WHITE
Tessa Paey: la nuova giovane icona
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l’editoriale
‘HO CREATO APPAREL’ Arizona Vean
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“be inspired by someone”
LA STORIA DELLA MODA L’opinione di Gemma Ward: il lavoro di top model
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la rubrica “you and nothing else”
TOO THIN?
Kim Ellies: la magrezza in passerella In copertina: Ashley Jackson Foto di Dave Messin
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rubriche 20. SUNGLASS POWER
Non importa se è inverno: gli occhiali da sole vincono ogni sfida.
22. SHORT NOT SORT
Mai tramontati, gli shorts tornano di moda e sempre più strappati!
34. INDIE SHOES
Sembra che tutto sia indie ormai..ma non sapete la verità!
28. DRESS CODE
La moda è comunicazione. Si può giudicare una persona da come si veste?
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curiosità 27. FASHION BLOGS
Crescono come funghi i nuovi blog di moda. Possiamo fidarci?
14. TARA FERRY
Rubber Kiss Goodbye: i figli d’arte che fanno rumore nella moda.
14. DOMENICO DOLCE
Come non l’abbiamo mai visto prima, da stilista a fotografo nel pallone
30. NONNA, MI VESTI TU?
Il vintage spopola. Tutti alla ricerca nei vecchi bauli della nonna. Non siamo tutti uguali?
BLACKnWHITE TESSAPEAY
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La nuova piccola regina guardata da un vecchio obbiettivo fotografico, ci regala un bianco e nero fatto di pelle giovane e sogni di modella d’alta moda. Nel cassetto “ho canotte bianche a non finire, sempre jeans taglia trentasei di quando mamma era ragazza, nessun orecchino pendente, nessun rossetto.” Ha fatto della semplicità il suo nome, ci regala purezza e sensualità con gli occhi da quattordicenne.
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Lo scouting è una componente essenziale del settore della moda: ci sono storie di top model scoperte nei cortili delle scuole o ristoranti, storie rimaste poi leggendarie. Ma cosa ci vuole per trovare effettivamente quel prossimo grande viso? Veterano del settore, Trudi Tapscott, ha lavorato per Vogue, Elite e DNA, ma ora rivolge le sue attenzioni e un occhio attento a trovare la prossima generazione di talenti proprio nel cuore del Texas. L’ultimo da lui trovato è il fresco e dolce viso di Tessa, ragazzina quattordicenne scoperta lungo le strade con il suo zainetto della scuola. Era pronta a diventare donna. Come sei venuta a entrare nel settore? Sono cresciuta in quella che era una piccola città in California, Santa Barbara, e dopo aver frequentato il college per una laurea di moda, ho partecipato a sfilate di moda al dettaglio e produttori. Ho iniziato una piccola agenzia e ho incontrato Eileen Ford che mi ha incoraggiato a perseguire una carriera nel settore. Prima occasione, mi sono trasferito a New York e inizia un colloquio con qualcuno legato alla moda o la modellizzazione. Sono stato assunto in Elite come assistente dopo diverse interviste, e che era il mio primo lavoro a New York. Hai lavorato in alcuni dei luoghi più illustri del settore. Che cosa hai imparato in ogni luogo e quali sono stati alcuni dei vostri ricordi più belli? Lavorare in Elite negli anni ‘80 e l’inizio del marchio di “top model” mi ha dato il fondamento di scouting e di sviluppo. Ho lavorato sul concorso, che era la mia parte preferita, e imparato 8
a conoscere la produzione, lo scouting in tutto il mondo e gli Stati Uniti nonché le relazioni pubbliche. Nessuna esperienza di altri lavori paragona a lavorare per Vogue e Anna Wintour. E‘stata un’opportunità che mi ha dato un’enorme quantità di conoscenze di moda e dell’editoria. C’è così tanta attenzione per il dettaglio che va in tutti gli aspetti della marca ed era una formazione incredibile per me. Ho molti pezzi preferiti, ma quello che spicca di più è stato imparare dai redattori di moda e fotografi ciò che rende un grande quadro, e editoriali eccezionale. A DNA sono stata in grado di applicare quello che sapevo e davvero assorbire modello di gestione in modo moderno e personale. Le relazioni che ho sviluppato ci sarà durare una vita e io vi sarò eternamente grato per la possibilità di culminare il mio background di scouting con tutta la mia esperienza. La mia parte preferita è stato il rapporto con i modelli e vederli crescere. Chi sono alcuni dei tuoi preferiti tutti i modelli di tempo e per quale motivo? Questa è una domanda impossibile, come tanti hanno influenzato la mia carriera e me personalmente. Ma per citarne alcuni, direi che Linda Evangelista mi ha sempre stupito nella sua capacità di essere un camaleonte. Gisele Bundchen per la sua energia e la bellezza distinti. Natalia Vodianova, che non solo ha una carriera impeccabile, è stato un modello, e la madre, ma anche è stata così generosa con se stessa in molti modi. Stella Tennant, perché penso che la sua bellezza senza tempo e vero carattere autentico è entusiasmante. E molto vicino al mio cuore sono Raquel Zimmerman, Edita Vilkevecuite e Magdalena Frackowiak.
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Nuovo viso, nuova icona. Tessa Paey è la top model più giovane e richiesta del momento, disinvolta e sicura, dolce e carismatica.
“Preferisco lasciar trasparire la mia giovane età. Il talento innato sarà ancor più evidente.” 11
Perché ha scelto Texas come base? Il motivo principale era di essere vicino alla famiglia e avere più tempo per me stessa. Mio padre ha vissuto per anni in Texas e ha un piccolo ranch cavallo e mentre stavo cercando un cambiamento di vita tranquilla, sembrava una perfetta vestibilità. Mi pizzico di tutti i giorni come ho fatto io gli animali fantastici intorno a me, un ambiente grande, e come parlo con gli agenti, gli adolescenti ei loro genitori, la mia ricerca su un pascolo meraviglioso cavallo. Così Texas è la base, ed i modelli sono da tutti gli Stati Uniti. Cosa ti manca di più di NY? Ho vissuto a New York per 30 anni e mai pensato che mi piacerebbe vivere in qualsiasi altro posto, perché era il centro del mio universo. Ora vedo l’ora di mie visite frequenti perché le cose che mi mancano sono sempre qui. Mi manca il ritmo, l’accesso, l’energia, le persone, il continuo cambiamento, e l’atteggiamento. Puoi dirci un po’ di Paige, tua nuova rivale? La bellezza di Paige è che non ha mai avuto un indizio che poteva essere una modella. Era una stella pista, e aspettò che finito il liceo a perseguire una carriera di modella. Una volta si rese conto che poteva essere una realtà, si mise gli occhi su di apprendimento come una formazione degli studenti per le Olimpiadi. Mettendo da parte la meccanica, ha una facilità di atteggiamento di fronte alla telecamera e si sente a proprio agio nella propria pelle. Sta scoprendo come divertente e diverso il mondo della moda è da ranch che continua a vivere in Idaho. di Jonathan Piece
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questo mese BE INSPIRED BY SOMEONE
LA STORIA dellaMODA
GemmmaWARD L’OPINIONE DI
“L’ho dovuta studiare anch’io la storia. E anche quella della moda.” I FIGLI D’ARTE CHE FANNO RUMORE NELLA MODA , la band di Tara Ferry (figlio del famosissimo Brian) è la protagonista della nuova campagna pubblicitaria Energie chiamata “Make Noise!”. Insieme al brand, i musicisti lanciano una capsule collection di 5 jeans e 5 t-shirt prodotti in edizione limitata a 20.000 pezzi. La collezione sarà disponibile da luglio 2012. Per maggiori informazioni: www.energie.it (s.m.)
DOLCE: DA STILISTA A FOTOGRAFO NEL PALLONE Domenico Dolce come non l’abbiamo mai visto prima: ovvero, dietro l’obbiettivo della macchina fotografica. Nel nuovo libro di Dolce&Gabbana Campioni; lo stilista oggi fotografo s’impegna (riuscendoci) nell’impresa di ritrarre 67 giovani calciatori destinati a diventare promesse del calcio di domani. Il volume, edito da Rizzoli, è disponibile nella boutique del manchio e nelle librerie. (s.m.)
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La moda è da sempre un fenomeno globale. In Occidente, gli storici ne collocano la nascita nella seconda metà del XIV secolo, quando il risveglio dei commerci su lunga distanza e una congiuntura economica positiva ruppero l’immobilità che caratterizzava l’Europa. Le principali innovazioni di questo periodo nel campo dell’abbigliamento furono la distinzione fra abito maschile e femminile, con il passaggio dall’abito drappeggiato all’abito cucito grazie a nuove tecniche di confezionamento e all’uso dei bottoni. Iniziò così una vera e propria gara a sfoggiare le vesti più lussuose e stravaganti che coinvolse gli strati sociali superiori di tutta Europa. Il principale centro d’irradiazione della moda divenne la corte, che si rivelò capace di influenzare lo stile ben oltre i confini del proprio regno. Famoso è il caso di Filippo il Buono, duca di Borgogna, che all’inizio del Quattrocento rese il nero il colore più in voga fra l’aristocrazia dell’intero continente. Sicuramente, in un mondo che ancora doveva sperimentare la prima globalizzazione (con i viaggi di scoperta della fine di quel secolo), questa moda del nero può essere letta come un primordiale esempio di globalizzazione dei gusti. Ma già allora, la moda presentava un altro aspetto
che la rendeva capace di superare ampiamente i confini locali. I materiali di abiti e accessori erano spesso prodotti molto lontano. Alcuni centri della penisola italiana proprio in questi secoli raggiunsero livelli di eccellenza nella produzione di panni di lana (Prato), velluti e broccati (Venezia), seta (Como). Vi fu un cambiamento in questa geografia della moda: con Luigi XIV Parigi divenne ‘la’ moda, dettando legge in questo campo in tutto l’Occidente. Persino quell’epocale trasformazione che fu la Rivoluzione industriale non riuscì a scalfire il primato della capitale francese in termini di moda. Ecco perché un capo o un accessorio era considerato di moda e doveva provenire dalla Ville Lumière e per essere considerati veri couturiers era necessario stabilirsi a Parigi (come la romana Elsa Schiaparelli, fra le due guerre mondiali la principale antagonista di Coco Chanel). Dalla capitale francese gli abiti di Worth e Doucet, di Poiret e Paquin, di Chanel, Schiaparelli e Vionnet arricchivano tutti i guardaroba e i cassetti delle donne e degli uomini dell’alta società del mondo intero. I cambiamenti economici, politici, sociali e culturali fecero sì che altre città riuscissero a imporsi come capitali mondiali della moda.
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la rubricaYOU AND NOTHING ELSE
“IF I’M NOT THIN, AM I INTERESTING, ANYWAY?”
kim ellies racconta quanto sia deleterea la magrezza in passerella Di cosa parla il tuo blog? Il mio blog è nato per gioco più di un anno fa ed è un piccolo spazio dove scrivevo di moda senza sentirmi ridicola. Inizialmente pensavo rimanesse sconosciuto, poi piano piano è cresciuto e ne sono davvero orgogliosa. Per me il mio blog è uno sfogo , un’occasione per far vedere al mondo quello che penso e quello che mi piace. Sono molto affezionata al mio piccolo mondo e so di non essere una grande blogger ma non abbandonerei il blog per nessuna ragione. E la moda? Come e quanto influisce sulla tua vita? La moda è qualcosa che mi dà la forza di andare avanti tutti i giorni. Sembra esagerato ma io con la moda ci convivo. Da cinque anni studio moda e così le dedico gran parte della mia giornata, se non tutta . La moda per me non è quella dalla parte del consumatore, ma è arte, creazione e un modo per esprimere me stessa senza parlare. Spero di poter lavorare nella moda un giorno. Nel frattempo continuo ad amarla. La tua definizione di stile. Come definiresti il tuo? Da buona seguace di Coco Chanel, considero lo stile qualcosa di innato: o ce lo hai o non lo hai. Non è definibile a parole ma credo sia più un’energia che si emana. Ci sono molti tipi di stile e tutti sono allo stesso livello . Pur che provenienti 16
dal cuore, lo stile viene da dentro appartiene alla nostra anima ed è un espansione di ciò che siamo realmente. Il mio stile è eclettico, a volte boho a volte rock. Non mi sono mai riuscita a definire in uno stile ben preciso: infatti, sono una persona che si diverte a giocare con la moda e credo di riuscire ad immedesimarmi in qualsiasi tipo di stile, sempre però aggiungendo qualcosa di personale. Ovviamente errori se ne possono fare, sono concessi a tutti, soprattutto a me che sono alle prime armi. Le tue icone? Due sono le icone del passato incontrastate della mia vita Audrey Hepburn della quale ammiro lo stile e la bellezza e Coco Chanel della quale ammiro la determinazione nella carriera. Del presente, ammiro molto Anna Dello Russo e le Gemelle Olsen, tutte per il loro gusto nel vestire. Cosa pensi dell’estrema magrezza nella moda? L’anoressia e la bulimia sono disturbi del comportamento alimentare in crescente espansione (specialmente le forme bulimiche) nelle società contemporanee e nella moda soprattutto, a benessere avanzato. Diffuse soprattutto tra gli adolescenti, prevalentemente di sesso femminile, esse esprimono, però, una sofferenza che va al di là del puro problema nutrizionale, e coinvolge la sfera psicologica e quella relazionale.
“Ho un blog e parlo d’anoressia.” Kim non ha peli sulla lingua, ci racconta che l’eccesso di ogni cosa fa male, ma quello della magrezza uccide. 17
Kamilla Lucarelli
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