Rassegna stampa 14 maggio 2013

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14/05 ECONOMIA E MERCATI

LA REPUBBLICA L’eccellenza laziale nel design una risorsa da far valere all’estero IL GIORNALE DI VICENZAZoccai via da Vicenza ma apre ad Abu Dhabi SOLE 24 ORE New Delhi frena gli acquisti di oro delle banche LA REPUBBLICA Cina, ripartirà la moda dei regali LA REPUBBLICA Cristalli, talenti e orologi le tre carte di Swarovski per giocare sulla crescita ABOUT JEWELLERY Oro: il ribasso del prezzo bloccato dalle madri cinesi INFORMAZIONI D’ORO Oro: Previsione settimanale 13 17 maggio LA REPUBBLICA Montature hi tech e qualità così l’export sfida la crisi LA REPUBBLICA La corsa agli acquisti arriva al capolinea per salvare i bilanci soffia il vento dell’Est LA REPUBBLICA Vicenza capitale dell’Italian style si decide la tendenza del futuro LA REPUBBLICA Artigiani, uno su 10 chiuderà tessile e trasporti sprofondano ABOUT JEWELLERY Il futuro del gioiello mondiale ABOUT JEWELLERY Produzione oro: tendenza frammentazione INFORMAZIONI D’ORO L'oro sale grazie alle madri cinesi ABOUT JEWELLERY Oro: produzione mondiale

COMPRO ORO

INFORMAZIONI D’ORO Compro Oro: bilancia truccata INFORMAZIONI D’ORO Truffa al Compro Oro di Ascoli VENEZIA TODAY L'assalto venerdì sera. Il delinquente aveva una pistola e un coltello, ma il dipendente lo ha aggredito e ha avuto la meglio nella rissa LA STAMPA Blitz della polizia nei Compro Oro decine di controlli a Torino e provincia

SETTORE E MODA

IL MESSAGGERO Pane, gioielli e fantasia IL MESSAGGERO Tendenza Tarì maxi preziosi all’insegna della natura DELUXE BLOG.IT Harrods celebra Jaeger LeCoultre e i suoi 180 anni di orologi di lusso INFORMAZIONI D’ORO Nuove collezioni Morellato IL GIORNALE DEL LUSSOL’Oriente strizza l’occhio all’artigianalità italiana DELUXE BLOG.IT Orologi Glam Rock per indossare un segnatempo sportivo e originale DELUXE BLOG.IT Pomellato anelli, accessori romantici di lusso per sognare DELUXE BLOG.IT Dodo Pomellato bracciali per celebrare le città del mondo DELUXE BLOG.IT Cartier Firenze, boutique di lusso per esporre gioielli da sogno IL GIORNALE DEL LUSSOChopard e 1000 Miglia: 25 anni al vertice IL GIORNALE DEL LUSSOChopard e la 1000 Miglia: 25 anni al vertice – ParteII DELUXE BLOG.IT Rolex in oro Oyster Perpetual Day Date all'asta a Ginevra

CRONACA

CORRIERE DELLA SERA I rapinatori di orologi tornano ai Parioli. Agguato all’ad di Bulgari PADOVA OGGI Montegrotto, rapina in gioielleria: titolare reagisce a martellate IL GIORNALE DI VICENZARapinatore con arma giocattolo: viene ucciso Rassegna in collaborazione con


Economia e Mercati 14-MAG-2013

Lettori: n.d. Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Ezio Mauro

da pag. 11


14-MAG-2013 da pag. 13


14-MAG-2013 da pag. 13


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14 maggio 2013

La corsa all'oro scatenata dal crollo dei prezzi di metà aprile è stata confermata anche dagli ultimi dati sulla bilancia commerciale indiana: il mese scorso le importazioni di oro e argento del Paese sono aumentate del 138%, raggiungendo un valore di 7,5 miliardi di dollari. Il boom della domanda fisica – che aveva fatto risalire le quotazioni del lingotto di oltre 100 $ rispetto al minimo biennale di 1.321 $/oncia – ha tuttavia già cominciato ad attenuarsi. E proprio da New Delhi sono in arrivo interventi che potrebbero accelerare la frenata. In allarme per l'esplosione del deficit commerciale, che proprio la febbre dell'oro ha spinto a 17,8 miliardi di $ in aprile, in rialzo di oltre il 70%, la Reserve Bank of India ha messo in pratica con effetto immediato le misure di restrizione all'import che aveva già anticipato la settimana scorsa (si veda Il Sole 24 Ore del 7 maggio): le banche d'ora in poi potranno importare metallo solo dietro pagamento immediato, a meno che non agiscano per conto di clienti e a fronte di esigenze documentate per la lavorazione di gioielli da esportazione. Finora agli istituti era consentito differire fino a 180 giorni il pagamento dell'oro importato, una pratica che secondo le autorità ha incoraggiato un accumulo eccessivo di metallo. Anche il recente boom di importazioni non rispondeva probabilmente a necessità immediate. In India ieri si celebrava Akshaya Trithiya, festività hindu che di solito vede salire del 40Ͳ50% le vendite di oro, ma i commercianti lamentavano una scarsa affluenza di clienti, il che fa pensare che molti abbiano anticipato lo shopping, approfittando dei prezzi da saldo. L'interesse degli investitori per il lingotto continua intanto a raffreddarsi. Le statistiche della Cftc mostrano che gli speculatori sono tornati ad accumulare posizioni corte (alla vendita) al Comex: nella settimana al 7 maggio queste sono aumentate del 6,4% a 67.374 tra futures e opzioni, un numero quasi doppio rispetto all'inizio dell'anno e vicino a massimi storici. Le posizioni lunghe restano tuttora dominanti, ma il loro vantaggio continua inesorabilmente a ridursi: oggi superano quelle corte di 49.260 contratti, con una riduzione del 20% nel corso del 2013. Non accenna a interrompersi neppure l'emorragia di investimenti: il patrimonio degli Etf sull'oro è ai minimi da luglio 2011 e secondo Epfr Global dall'inizio dell'anno 20,8 miliardi di dollari hanno lasciato i fondi focalizzati sui metalli preziosi, un record almeno dal 2000, quando ha inizio la serie di dati. Complice il rafforzamento del dollaro, le quotazioni dell'oro sono arretrate ieri fino a un minimo di 1.426,40 $/oz e secondo molti analisti la discesa continuerà: in un report appena diffuso Tiberius Asset Management afferma che, nello scenario di base, il prezzo scenderà a 1.150Ͳ1.250 $, per poi risalire verso 1.450 $ nella seconda metà dell'anno. Deutsche Bank intanto ha di nuovo ridotto le previsioni per il 2013, abbassandole del 6,4% a 1.533 $/oncia: un prezzo medio che sarebbe il più basso dal 2010. Molto più rosee sembrano essere le prospettive di altri metalli preziosi, in particolare i platinoidi. Johnson Matthey, che ha pubblicato ieri il suo rapporto annuale, prevede forti rialzi soprattutto per il palladio, che nei prossimi sei mesi dovrebbe oscillare tra 635 e 830 $/oz, quasi il 20% più dei livelli attuali, per una media di 740 $. Sul metallo peserà in particolare l'esaurirsi delle scorte strategiche russe: il flusso di vendite, già ridotto l'anno scorso ad appena 250mila once, secondo il raffinatore crollerà quest'anno a 100mila. Per il platino – che nei prossimi 6 mesi è visto a 1.570 $/oz in media, con variazioni tra 1.415 e 1.710 $, contro gli attuali 1.485 $ circa – il rischio maggiore deriva dal possibile riacutizzarsi della conflittualità in Sudafrica, dove a breve partiranno le trattative per i rinnovi contrattuali nel settore minerario.


Pagina: Moda & Design Data: 13 Maggio 2013


Cristalli, talenti e orologi le tre carte di Swarovski per giocare sulla crescita IL GRUPPO NATO NEL 1895 HA RAGGIUNTO NEL 2012 I 3 MILIARDI DI FATTURATO DANDO LAVORO A 30MILA PERSONE. UN IMPERO BASATO SULL’IDEA DI AMPLIARE IL MERCATO DEI GIOIELLI, RENDENDOLI DISPONIBILI A MILIONI DI CLIENTI Milano Ventimila anni fa, ancora prima di imparare a scrivere, alcuni uomini scelsero conchiglie, denti di animali feroci e corni e con essi iniziarono a decorarsi. È così che, già nelle preistoria, nacquero oggetti destinati a raccontare molto della storia dell’umanità: i gioielli. È frutto di un pregiudizio successivo, dunque, la convinzione che un gioiello, per ritenersi tale, debba essere realizzato esclusivamente con materie preziose. A scardinare questa idea, la storia di Swarovski, maison che produce e commercializza in circa 170 Paesi cristallo di alta qualità e prodotti ad esso legati. Fondata in Austria nel 1895, l’azienda ha infatti basato il suo percorso sull’idea di rendere l’esclusività disponibile a una più ampia base di clienti. Risultato: un fatturato di circa 3 miliardi di euro nel 2012 e circa 30.000 posti di lavoro. «Il settore della gioielleria — ha spiegato a Baselworld Robert Buchbauer, membro del Comitato Esecutivo di Swarovski — riserva ancora interessanti spazi di espansione: come è avvenuto in precedenza nel mondo della moda, risulta oggi sempre più importante consolidare il nome del brand e noi crediamo di avere la possibilità di giocare un ruolo da protagonisti. L’idea che la gioielleria sia solo una questione di materie utilizzate è storicamente falsa, come dimostra l’andamento delle nostre vendite: 30 milioni di pezzi solo nel 2012. Le ragioni di questo successo sono diverse, ma tutte collegate alla nostra idea di unicità: ogni oggetto è fatto a mano combinando tra loro materiali preziosi e non, con grande attenzione ai dettagli e con importanti contenuti tecnologici». Proprio la fiera di Basilea è stata l’occasione per la maison di presentare la sua ambiziosa strategia globale fino al 2020 che punta ad ampliare ulteriormente la base di consumatori e la gamma di prodotti offerta e a conquistare una maggiore quota di mercato per diventare leader globale nel settore della gioielleria — e non più solo nel suo segmento fashion — con un ampio portfolio di marchi. Il disegno per raggiungere questo obiettivo, in primo luogo, prevede un piano di crescita organica, sia dal punto di vista dei punti vendita che da quello del mix di prodotti offerti, puntando a conquistare quote anche nel segmento maschile. A questo fine, un ruolo importante, oltre ai gioielli, avranno anche gli orologi la cui recente storia ha già dato esiti interessanti: la prima collezione di segnatempo maschili della maison è stata presentata l’anno scorso e quest’anno Swarovski si è aggiudicata il premio Red Dot Award per il miglior design con il modello Crystallium AvantTime N°4. In generale, le lancette dovrebbero influire sulla quota degli accessori fino ad almeno il 15% del fatturato netto entro il 2020. Ma un ruolo chiave sarà anche quello giocato dalla giusta combinazione tra concetti sviluppati in house e l’acquisizione di marchi esterni. «Ogni imprenditore — precisa Buchbauer — ha il dovere, da una parte di intercettare nuove opportunità, dall’altra di bilanciare i rischi che prende. Lo sviluppo di talenti in house assicura un maggiore controllo, ma è un processo lento che necessita molto tempo. Per questo motivo, oltre a puntare sulla crescita professionale di un paio di creativi all’interno dell’azienda, percorriamo contemporaneamente anche un’altra strada che porta risultati più nel breve termine: quella delle acquisizioni di brand già esistenti. Si tratta di una scorciatoia che, però, richiede un grande sforzo di negoziazione al fine di evitare che ci si ritrovi nel proprio portfolio anche cose non totalmente in linea con il brand. L’ideale, quindi è trovare il giusto mix tra questi due approcci». (m.b.r.) Nella foto qui a sinistra Robert Buchbauer, membro del Comitato esecutivo di Swarovski l’azienda austriaca che è diventata un fenomeno mondiale con i suoi cristalli

(13 maggio 2013)


ORO: IL RIBASSO DEL PREZZO BLOCCATO DALLE MADRI CINESI ϭϯ DĂŐŐŝŽ ϮϬϭϯ

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KƌŽ͗ WƌĞǀŝƐŝŽŶĞ ƐĞƚƚŝŵĂŶĂůĞ ϭϯͲϭϳ ŵĂŐŐŝŽ Lunedì 13 Maggio 2013 Scritto da Informazioni d'Oro

Venerdì scorso i ĨƵƚƵƌĞƐ ƐƵůů͛ŽƌŽ sono ƐĐĞƐŝ Ăů ŵŝŶŝŵŽ ĚĞůůĞ ƵůƚŝŵĞ ĚƵĞ ƐĞƚƚŝŵĂŶĞ a causa della ƌŝƉƌĞƐĂ ĞĐŽŶŽŵŝĐĂ ĂŵĞƌŝĐĂŶĂ che fa pensare al termine delle ŝŶŝĞnjŝŽŶŝ Ěŝ ŵŽŶĞƚĂ ƐƵů ŵĞƌĐĂƚŽ. La ƌŽƚƚƵƌĂ ĚĞŝ ůŝǀĞůůŝ ĐŚŝĂǀĞ Ěŝ ƐƵƉƉŽƌƚŽ ha inoltre provocato una raffica di ordini automatici di ǀĞŶĚŝƚĂ, facendo ƐĐĞŶĚĞƌĞ ƵůƚĞƌŝŽƌŵĞŶƚĞ ŝ ƉƌĞnjnjŝ. Al Comex del New York Mercantile Exchange, i ĨƵƚƵƌĞƐ ƐƵůů͛ŽƌŽ ĐŽŶ ĐŽŶƐĞŐŶĂ ŐŝƵŐŶŽ hanno perso l’1,5% chiudendo a ϭ͘ϰϰϲ͕ϲϱ ĚŽůůĂƌŝ ů͛ŽŶĐŝĂ e perdendo l’1% totale settimanale. All’inizio della sessione l’oro era sceso di ben il 3,4%, toccando un minimo di sessione a 1.418,65, livello più debole dal 24 aprile. I ǀĂůŽƌŝ ƚĞĐŶŝĐŝ danno a questo punto ƐƵƉƉŽƌƚŽ Ă ϭ͘ϰϭϴ͕ϲϱ ĚŽůůĂƌŝ, minimo di venerdì, e ƌĞƐŝƐƚĞŶnjĂ a ϭ͘ϰϲϵ͕ϰϱ, massimo del 7 maggio. Tra la ƌŝƉƌĞƐĂ ĞĐŽŶŽŵŝĐĂ e la probabile, o comunque più vicina, ƌŝĚƵnjŝŽŶĞ ĚĞů Y ϯ, l’ŝŶĚŝĐĞ ĚĞů ĚŽůůĂƌŽ ha fatto segnare un ƌŝĂůnjŽ ĚĞůůŽ Ϭ͕ϱй a 83,18 punti, pesando sul metallo giallo. I dati pubblicati in precedenza avevano mostrato che le richieste dei sussidi di disoccupazione erano scesi al livello più basso dal gennaio 2008. In più, il tasso di disoccupazione è sceso al 7,5%, il minimo degli ultimi 4 anni. In settimana attenzione ai dati che saranno rilasciati negli Stati Uniti, riguardanti le vendite al dettaglio, i permessi di costruzione, le richieste dei sussidi di disoccupazione, nonché la relazione sulla fiducia dei consumatori. Ulteriori miglioramenti dell’economia statunitense potrebbero ridimensionare le aspettative di altri aiuti da parte della Federal Reserve. Altrove sul Comex, l’ĂƌŐĞŶƚŽ ĐŽŶ ĐŽŶƐĞŐŶĂ Ă ůƵŐůŝŽ ha perso lo 0,4% chiudendo a Ϯϯ͕ϴϯ ĚŽůůĂƌŝ, Ͳ1% settimanale. Il ƌĂŵĞ ĐŽŶ ĐŽŶƐĞŐŶĂ Ă ůƵŐůŝŽ ha invece guadagnato l’1,4% chiudendo a ϯ͕ϯϴϱ ĚŽůůĂƌŝ ůĂ ůŝďďƌĂ, +2,3% e terzo rialzo consecutivo settimanale. Il metallo industriale, al contrario di quelli preziosi, è stato spinto dal rilascio di dati economici positivi da parte della Cina avvenuto all’inizio della scorsa settimana. Oggi verranno rilasciati altri dati sull’industria che permetteranno di valutare ulteriormente la forza della domanda per il metallo rosso. Il paese asiatico è infatti il più grande consumatore di rame, accreditato di quasi il 40% del consumo mondiale nello scorso anno.


Montature hiͲtech e qualità così l’export sfida la crisi LE AZIENDE PUNTANO SULL’INNOVAZIONE CONTRO L’EMORRAGIA DEI CONSUMI ITITOLI, CHINI E DML TRE STORIE DI SUCCESSO Milano Ͳ Innovazione ed export rappresentano il connubio vincente su cui stanno puntando le aziende italiane della gioielleria per reagire alla stagnazione del mercato interno. Messo a dura prova dalla crisi e dal calo dei consumi, ma anche da una recente normativa sul nichel voluta a livello europeo. Che impedisce la vendita, a partire dallo scorso 1° aprile, della merce prodotta in oro bianco che contiene questo metallo, per via del dilagare delle allergie. «Oltre alla fortissima contrazione del mercato interno, ulteriori problemi sono arrivati anche da questa normativa perché i dettaglianti si sono ritrovati con magazzini obsoleti e invendibili, bloccando i nuovi acquisti», spiega Dario Ramerini, amministratore delegato di titoli, azienda di gioielli fondata nel 1990 a Valenza che oggi conta circa undici dipendenti. Per reagire al momento negativo, la società piemontese ha scelto di puntare sull’export che pesa per circa il 60% del fatturato. «Oltre confine, i paesi più promettenti per noi sono quelli europei, come Germania, Francia e Austria. Tra quelli extra Ue, invece, lavoriamo da tanti anni con la Corea», osserva Ramerini. Una strategia in cui l’innovazione tecnologica gioca un ruolo centrale. «Abbiamo studiato per più di un anno per creare un prodotto esclusivo con caratteristiche in grado di rispondere alle richieste dei paesi esteri». L’azienda ha in particolare messo a punto una speciale montatura sulla quale viene incastonata una pietra da mezzo carato che, lucidata con attrezzi sviluppati appositamente, appare all’occhio umano del tutto simile a un solitario standard da un carato. «Quando il cliente si reca in gioielleria ha a disposizione una determinata somma e con questa deve poter acquistare un oggetto che sia in grado di dare la maggior gratificazione possibile, è questo il presupposto dal quale siamo partiti». L’azienda dedica inoltre grande attenzione alla scelta delle materie prime. «Non compriamo nulla all’estero e tutti i nostri diamanti sono certificati secondo il Kimberley Process, cioè non provenienti da zone di conflitto», specifica l’amministratore delegato. Investe molto dal punto di vista tecnologico anche la Chini, azienda di gioielli fondata nel 1952 che utilizza per le sue realizzazioni processi di microfusione ed elettroformatura. Permettendo di ottenere gioielli di grande effetto e con forme che sarebbe molto difficile realizzare con altre tecniche. L’innovazione è infatti la risposta dell’azienda a «un mercato italiano che si è dissolto e non è stato in grado di ristrutturarsi», commenta Giuliano Chini, amministratore unico della società. Con le maggiori opportunità che arrivano dai mercati esteri, «in particolare da Medio ed Estremo Oriente, ma anche da paesi come l’Australia e il Nord America, per certe produzioni», specifica Chini. Mentre sono ancora da conquistare i paesi Bric «per via delle barriere doganali e commerciali». Anche la strada dell’estero non è comunque tutta rose e fiori per l’azienda di Arezzo che oggi conta 40 dipendenti e che nel 2012 ha realizzato un fatturato di cinque milioni di euro, in sostanziale tenuta rispetto al 2011. «Occorrono investimenti in tecnologia e un’attenta ricerca di mercato per intercettare i gusti dei clienti oltre confine», osserva Chini. È, infine, una realtà in continua evoluzione che produce circa mille nuovi prodotti all’anno la Dml, azienda del distretto vicentino fondata negli anni Settanta. «Sin dall’inizio della crisi abbiamo messo in atto una ristrutturazione interna, a livello di macchinari, personale e organizzazione, che continua ancora oggi. L’obiettivo è infatti adattarci di giorno in giorno ai cambiamenti e alle richieste del mercato », spiega Lisa Dal Maso, direttore generale della società che nel 2012 ha realizzato due milioni di euro di fatturato, in leggera crescita rispetto al 2011. Se negli anni passati il mercato italiano rappresentava una fetta molto importante per il business, oggi l’azienda di 30 dipendenti punta quasi esclusivamente sull’export, in particolare verso l’Estremo Oriente e il Sud America, che pesa per circa il 90% del fatturato. Una strategia che va di pari passo con un continuo investimento in innovazione e nuovi macchinari che ha permesso di lanciare anche una nuova linea di gioielli dedicata all’uomo. «Noi nasciamo come marchio produttore di gioielli da donna con pietre preziose e semiͲpreziose e abbiamo pensato che quella maschile fosse una fascia di mercato trascurata », specifica Dal Maso. Di qui la scelta di lanciare il marchio Marco Ta Moko che offre prodotti di gioielleria maschile che vanno dai 5mila euro in su e che utilizzano materiali preziosi, come oro e diamanti. (s.d.p.) Una recente normativa sul nichel voluta a livello europeo impedisce la vendita, a partire dallo scorso 1° aprile, della merce prodotta in oro bianco che contiene questo metallo La recessione colpisce anche i dettaglianti che si sono ritrovati con magazzini obsoleti e invendibili, e hanno di fatto bloccato i nuovi acquisti. (13 maggio 2013)


La corsa agli acquisti arriva al capolinea per salvare i bilanci soffia il vento dell’Est LA DEBOLEZZA DEL QUADRO E IL CAMBIAMENTO DEI GUSTI NEI MERCATI OCCIDENTALI HANNO PORTATO A UN CALO DELLE RICHIESTE NELL’ORDINE DEL 3% LA DISCESA DEL METALLO GIALLO NON AIUTA LA RIPRESA MA BRILLANO GLI EMERGENTI >ƵŝŐŝ Ğůů͛KůŝŽ Milano L a corsa che ha caratterizzato per lungo tempo il mercato della gioielleria è arrivata al capolinea. La debolezza del quadro macroeconomico internazionale e il cambiamento dei gusti nei mercati occidentali hanno portato lo scorso anno a un calo della domanda nell’ordine del 3%, anche se — analizzando in profondità gli studi sul settore — emerge una situazione molto diversificata, con i mercati emergenti dell’Asia e dell’Est Europa in forte crescita. Con ricadute importanti per le aziende italiane che si sono mosse per tempo in questa direzione, investendo in Paesi spesso caratterizzati da gusti e approcci culturali molto distanti dai nostri, ma fortemente attratti dai marchi del made in Italy. «L’andamento del settore gioielleria è fortemente legato al prezzo dell’oro, che ha vissuto un lungo periodo di crescita (le quotazioni sui mercati finanziari hanno chiuso in positivo per dodici anni consecutivi, dal 2001 al 2012, ndr) ma da qualche mese sta vivendo un periodo difficile», spiega Andrea Beretta Zanoni, docente di Strategia Aziendale all’Università di Verona (sede di Vicenza) e responsabile del Gold Industry Report realizzato per Fiera di Vicenza. Rispetto ai picchi, la moneta gialla ha perso circa un terzo del suo valore nei primi mesi di quest’anno, per poi recuperare una piccola quota nelle ultime settimane. Il trend di debolezza della materia non è, comunque, necessariamente un male, in quanto se da una parte potrebbe penalizzare le vendita n valore (a patto

che i pezzi venduti restino stabili), dall’altro potrebbe favorire gli acquisti anche in tempi di ristrettezze economiche per molte famiglie. C’è poi una ragione strutturale che spiega la leggera contrazione della domanda mondiale. «In tutto il mondo occidentale è in atto un cambiamento dei gusti da parte dei consumatori: i gioielli continuano a essere percepiti come oggetti esclusivi, ma non più l’unico», aggiunge Beretta Zanoni. Del resto, diverse ricerche americane hanno rivelato come oggi il principale status symbol sia rappresentato — soprattutto tra i giovani — dagli smartphone polinfunzionali e dai tablet, più che da collane e bracciali d’oro. «Proprio è il mercato americano è quello che sta soffrendo di più, un trend che va avanti dal 2008 e si è accentuato nel 2012, anche se la ripresa in atto negli Stati Uniti potrebbe frenare la discesa nell’anno in corso», spiega l’esperto. Lo scenario muta profondamente se si considerano i mercati emergenti, «dove il gioiello è ambito da fasce sempre più ampie della popolazione. Se consideriamo che in molti Paesi, come la Cina, l’India e la Russia, la classe media cresce rapidamente, ci sono ampi spazi per un proseguimento del trend positivo anche negli anni a venire», aggiunge Beretta Zanoni. Di questo mutato scenario beneficiano soprattutto le aziende occidentali che si sono mosse per tempo verso quei mercati, studiando le specificità di ciascun Paese (in alcuni casi si registrano notevoli differenze di gusto anche tra le varie regioni di uno stesso Stato) e creando una struttura distributiva adeguata. «Per fare un esempio, in Russia spopola il made in Italy del lusso, c’è un’attenzione fortissima verso i nostri prodotti di qualità, ma avere successo in un mercato così ampio e diverso dal nostro, anche dal punto di vista culturale, non è certo scontato ». Lo stesso discorso vale per la Cina: occorrono lunghe fasi di studio del mercato e ingenti investimenti. Questa è anche una delle ragioni che hanno spinto Kering (ex Ppr) ad acquisire l’italiana Pomellato. Il colosso francese del lusso ha una presenza molto limitata a Pechino e negli altri grandi centri del gigante asiatico, per cui ha puntato ad accorciare le distanze dai principali concorrenti occidentali


acquisendo un’azienda di dimensioni più ridotte, ma da tempo presente nell’area. Oltre ai gioielli in oro, i cinesi apprezzano molto anche quelli in platino e argento, con un trend crescente anche grazie alla scelta sempre più frequente di festeggiare i matrimoni secondo il modello occidentale. Le aziende italiane da sempre rappresentano l’eccellenza mondiale nel campo della gioielleria, anche se la predominanza di realtà di piccole o medie dimensioni non aiuta in questa fase. Secondo i calcoli del Gold Industry Report, lo scorso anno il mercato della Penisola ha registrato una contrazione nell’ordine del 15%, ma le cose sono andate meglio sul fronte dell’export: se da una parte le vendite in quantità sono scese del 7%, in valore si è registrato un incremento del 10,9%. Segno che è in corso una migrazione delͲl’offerta verso la fascia alta del mercato, quella in cui il design e il gusto italiano soffrono meno la concorrenza internazionale. Le notizie migliori arrivano proprio dalla Russia, seguita dalla Cina (che nel 2012 ha conquistato la leadership mondiale negli acquisti di gioielli provenienti da oltreconfine), mentre il mercato indiano resta marginale perché nel Subcontinente prevale l’offerta locale. I Bric, dunque, sono la nuova frontiera, anche se pesa la persistenza di dazi all’importazione in questi Paesi: l’industria italiana sta facendo pressione l’Unione europea per superare l’ostacolo, anche se finora i segnali di attenzione arrivati da Bruxelles sono stati molto timidi. Infine va considerato il problema dimensionale: le aziende italiane del comparto sono nella maggior parte dei casi di piccole dimensioni e a gestione familiare, per cui faticano a fronteggiare i produttori di Paesi India e Stati Uniti, che beneficiano di maggiori economie di scala nel penetrare i nuovi mercati. il professor Andrea Beretta Zanoni, docente a Verona I Bric sono la nuova frontiera, anche se pesa la persistenza di dazi all’importazione in questi Paesi (13 maggio 2013)


Vicenza capitale dell’Italian style si decide la tendenza del futuro IL SALONE INTERNAZIONALE DELL’ORO E DEI GIOIELLI DEDICATO AL RETAILING VUOLE PORSI COME “BUSINESS HUB” TRA DOMANDA E OFFERTA. QUEST’ANNO UNA MOSTRA DEDICATA AGLI INDUSTRIAL DESIGNER ^ŝďŝůůĂ ŝ WĂůŵĂ

Milano L’ eccellenza orafa, il design e i nuovi trend del gioiello vanno in scena a Vicenzaoro Spring, salone internazionale dell’oro e dei gioielli dedicato al retailing internazionale e italiano, in programma dal 18 al 22 maggio all’interno di Fiera Vicenza. L’obiettivo di quest’anno è confermarsi come uno dei principali “business hub” mondiali nel settore della gioielleria, un luogo di incontro tra produttori e buyer internazionali per rilanciare un comparto che in Italia non è rimasto immune alla crisi, trovandosi a fronteggiare il calo dei consumi (Ͳ15% quelli relativi alla gioielleria nel 2012) e la minor disponibilità di reddito a disposizione delle famiglie. «La sfida oggi si gioca sull’innovazione, sulla creatività, sul design e ovviamente sulla capacità di interloquire con i mercati esteri», spiega Paolo Mantovani, presidente di Fiera di Vicenza. Tutti temi sui quali la Fiera di Vicenza si sta impegnando a supporto delle aziende, «attraverso lo scouting dei mercati ad alto potenziale, il marketing internazionale e la produzione di eventi fortemente distintivi in house e all’estero, capaci di coinvolgere i più qualificati segmenti della distribuzione nazionale e internazionale». A dispetto della stagnazione del mercato interno, infatti, nel corso del 2012 le esportazioni del distretto vicentino sono cresciute del 10,2% rispetto all’anno precedente, e in particolare quelle verso la Cina hanno avuto un incremento del 26%. Un aspetto che si conferma dunque centrale, quello dei mercati esteri, per la manifestazione primaverile. «Grazie al potenziamento della nostra presenza sul web con i nuovi portali e sui social network, oltre che sui diversi media della piattaforma editoriale di Vicenzaoro, Fiera di Vicenza interagisce con buyer ed espositori di tutto il mondo in una logica di continua interlocuzione». È questo il contesto con cui dovrà misurarsi Vicenzaoro Spring che vedrà la partecipazione di circa 1.400 brand provenienti dai principali distretti orafi italiani e da 32 paesi del mondo. Momento di punta sarà il premio internazionale “Andrea Palladio International Jewellery Awards 2013” «un vero e proprio Oscar del gioiello, con otto categorie di premiati per leggere in filigrana il sistema del gioiello internazionale, dal miglior designer alla migliore campagna di comunicazione, dall’utilizzo dei new media alla responsabilità sociale d’impresa », osserva il presidente di Fiera di Vicenza. La cerimonia di premiazione si terrà il 18 maggio alla Fondazione Bisazza. L’appuntamento sarà inoltre un’occasione per retailer e buyer per conoscere i trend emergenti della stagione 2014 «attraverso le rilevazioni di Trendvision Jewellery+Forecasting, Osservatorio indipendente che registra le macro tendenze in termini di prodotto/mercato, informa sull’evoluzione del design, dei materiali, dei colori e delle lavorazioni», sottolinea Mantovani. Più precisamente, il tema delle tendenze sarà il focus di Trendvision Inspirations 2014, l’Area Trend incentrata quest’anno sul tema “Mutations”. Si tratta di una boutique visiva, situata nella Pedana del Padiglione F, dove verranno raccolti in sei trend emergenti i materiali codificati in occasione delle declinazioni della stagione: experimental nature, mutations, shadow reality, ethnopop, mix’n craft e visionary structures. A buyer e designer saranno dedicati, inoltre, seminari di aggiornamento e approfondimento dedicati ai trend del settore e alle future evoluzioni: “Jewellery Panorama Seasons 2013Ͳ2014” in programma il 18 maggio e “Update Seasons 2014+ and trends evolving into 2015+” che si terrà il 20 maggio. Altro appuntamento chiave sarà la premiazione di “Next Jeneration – Jewellery Talent Contest 2013”, nelle logge della Basilica Palladiana di Vicenza, concorso internazionale di idee per giovani talenti realizzato in collaborazione con la School of Design del Politecnico di Milano. Oggetto della


competizione è il progetto di un monile “Porte Bonheur”, ossia di un amuleto contemporaneo capace di rappresentare il valore apotropaico attribuito fin dalla preistoria al gioiello. «Grazie a iniziative come questa intendiamo favorire l’emergere delle nuove promesse del design del gioiello, stimolando la ricerca e l’incontro tra giovani talenti e il mondo della produzione », commenta Mantovani. Alla collezione “Porte Bonheur” 2013 verrà dedicata una mostra in occasione di VicenzaOro Fall 2013 (in programma dal 7 all’11 settembre). L’anima innovativa della manifestazione troverà infine espressione nella mostra denominata “Il design italiano incontra il gioiello”, dedicata ai preziosi progettati dagli industrial designer italiani che si sono confrontati con il mondo del design, del lighting e degli accessori e dei complementi d’arredo (aperta al pubblico dal 18 maggio al 18 giugno 2013 presso Palazzo Bonin Longare di Vicenza). Il percorso espositivo si comporrà in particolare di due parti: una rassegna storica con numerosi oggetti inediti e una ricognizione del gioiello di design dalla nascita dell’italian design a oggi e una sezione con 18 oggetti preziosi, progettati ad hoc per la mostra, realizzati da artigiani vicentini. Nel corso del 2012 le esportazioni del distretto vicentino sono cresciute del 10,2% rispetto all’anno precedente Il presidente di Fiera Vicenza Paolo Mantovani punta molto sulla dimensione internazionale della rassegna per consentire alle aziende di uscire dal calo dei consumi (13 maggio 2013)


Artigiani, uno su 10 chiuderà tessile e trasporti sprofondano DRAMMATICA LA PREVISIONE SECONDO LA QUALE IL 2013 SARÀ L’ANNO PEGGGIORE. LE PERDITE DOVREBBERO ALLARGARSI ALLE REALTÀ PRODUTTIVE PIÙ STRUTTURATE. IL SETTORE DEI SERVIZI POTREBBE AGGANCIARE LA RIPRESA sŝƚŽ ĚĞ ĞŐůŝĂ

Milano Ͳ Per le imprese artigiane tira una brutta aria. Anzi, bruttissima. Quello che si prefigura è un 2013 da brividi: a fine anno potrebbero chiudere 140mila aziende, una ogni dieci, con una erosione di circa 300mila posti di lavoro. A lanciare l’allarme è il Centro studi di Cna che riporta i dati negativi dei primi mesi del 2013, confermando che l’emorragia non si è fermata e che, senza un’inversione di tendenza, le perdite potrebbero essere addirittura peggiori allargandosi non solo alle imprese marginali ma anche alle realtà produttive più strutturate. L’artigianato, prosegue la Cna, che rappresenta il 25% del sistema produttivo italiano, ha accusato il 30,4% delle cessazioni registrate complessivamente lo scorso anno (122.899 chiusure su un totale di 403.923). A fine 2012 ha chiuso l’8,4% delle imprese artigiane contro una media del sistema produttivo del 6,6%. Le chiusure, però, non sono state compensate dalle nascita di nuove imprese: a fine 2012 lo stock di aziende si è infatti ridotto dell’1,5% rispetto al 2011. Una situazione del tutto diversa riguarda le imprese non artigiane per le quali, a fine 2012, si registra una sostanziale tenuta rispetto all’anno precedente (tasso di crescita pari a +0,1%). Il calo complessivo della consistenza dell’intero sistema produttivo (—0,3%) riflette dunque — sottolinea il rapporto — una crisi che ha colpito soprattutto le imprese artigiane. I settori più a rischio sono in primis le imprese edili per le quali la crisi dura ormai ininterrottamente dal 2008. Nei comparti del manifatturiero risultano poi particolarmente colpite le imprese del tessile e abbigliamento, degli altri mezzi di trasporto (che comprende ad esempio la nautica). Infine, tra i servizi, risulta fortemente ridimensionato il comparto della pubblicità e delle ricerche di mercato che sembra risentire del taglio delle attività esternalizzate dalle imprese di produzione poste di fronte alla necessità di fare quadrare bilanci sempre meno positivi. I settori in crisi ma con la speranza di agganciare la ripresa, secondo la Cna, sono soprattutto le imprese artigiane che operano nei settori dei servizi che, al pari delle imprese in piena crisi, sono state investite pienamente dalla ondata recessiva e hanno sperimentato tassi di chiusura non dissimili e comunque sopra alla media (intorno al 10%). In questi settori, però, lo stock di imprese, anziché ridursi, è aumentato per effetto delle nuove aperture. Si tratta dunque di un aggregato nel quale vi è un forte avvicendamento tra imprese in entrata e in uscita. E’ chiaro che le imprese in entrata sono probabilmente meno strutturate di quelle che hanno chiuso. Tuttavia, il fatto che vi siano tassi di apertura superiori a quelli di cessazione sta a significare per questi settori che vi è un ritorno alla profittabilità in tempi non troppo lunghi. Appartengono a questo aggregato i servizi di logistica e di supporto ai trasporti, le attività artigianali di ristorazione (gelaterie, pizzerie al taglio, panificatori), servizi di consulenza informatica. Tra i settori in lento declino, ci sono quelli nei quali il tasso di cessazione non ha raggiunto valori esorbitanti (al di sotto della media complessiva) e che tuttavia subiscono una lieve erosione della base produttiva (inferiore al 2% su base annua) a causa del basso numero di iscrizioni. Diversamente dai settori in crisi ma con la speranza di agganciare la ripresa (e quindi caratterizzati da un turn over molto elevato e con le iscrizioni che superano le cessazioni), sono probabilmente settori nei quali le opportunità di business sono state colte pienamente negli anni passati e per i quali la recessione del 2012 ha solo accentuato un declino iniziato negli anni precedenti. Purtroppo, rientrano in questo profilo molti settori manifatturieri del Made in Italy, tra cui mobilifici, oreficeria, meccanica, produzione di ceramiche e piastrelle. In questa fase, sono autentiche mosche bianche del


nostro tessuto produttivo quei settori che presentano tassi di cessazione relativamente contenuti e tassi di crescita positivi o oscillanti intorno allo zero. In questo profilo rientrano la chimica e l’alimentare che è notoriamente una settore antiͲciclico. Nel terziario, invece, appaiono tenere i servizi per la persona quali i centri estetici, gli acconciatori e le tintoͲlavanderie. Tra i settori in lento declino, ci sono anche quelli nei quali il tasso di cessazione non ha raggiunto valori esorbitanti (al di sotto della media complessiva) A fine 2012 lo stock di aziende si è infatti ridotto dell’1,5% (13 maggio 2013)


IL FUTURO DEL GIOIELLO MONDIALE ϭϭ DĂŐŐŝŽ ϮϬϭϯ

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PRODUZIONE ORO: TENDENZA FRAMMENTAZIONE ϭϬ DĂŐŐŝŽ ϮϬϭϯ

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ORO: PRODUZIONE MONDIALE ϳ DĂŐŐŝŽ ϮϬϭϯ

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Compro Oro

Compro Oro: bilancia truccata Sabato 11 Maggio 2013 17:50 Scritto da Greta Milici

Negozianti di Compro Oro che non hanno un buon rapporto con la bilancia. A parlarne da Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, è stato Luca Abete, inviato di ^ƚƌŝƐĐŝĂ ůĂ ŶŽƚŝnjŝĂ, nella puntata trasmessa lo scorso 8 maggio. Il servizio ha per protagonista un esercente che falsa il peso e quindi la valutazione degli oggetti preziosi che i privati gli sottopongono per la vendita. Per mezzo del solito sistema con telecamere nascoste, ^ƚƌŝƐĐŝĂ ůĂ ŶŽƚŝnjŝĂ è entrata nel Compro Oro “incriminato” per far valutare dei gioielli, risultati poi di caratura non poco superiore se misurati altrove per mano di un esperto preziosi del Tribunale di Napoli. Bilancia truccata, quindi. Uno dei fenomeni più frequenti nell’ambito dei negozianti compratori di oro che tendono a cambiare qualche carta in tavola per un maggior tornaconto. Invitiamo a guardare per intero il servizio televisivo. http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?17654


Truffa al Compro Oro di Ascoli Lunedì 13 Maggio 2013 Scritto da Edoardo Ebolito

Vendevano “patacche” spacciandole per oro. Una truffa ingegnosa quella messa in piedi da tre pregiudicati napoletani, arrestati ad Ascoli Piceno dopo aver rifilato gioielli falsi ad un Compro Oro del centro marchigiano, situato all’interno del centro commerciale “Al Battente”. I monili avevano fruttato un bottino di 360 euro. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e del Nucleo Operativo della Compagnia di Ascoli Piceno hanno fermato il 57enne S.P., il 57enne F.A. ed il 32enne G.L. mentre si trovavano ancora nei pressi del negozio. Le perquisizioni personali e del mezzo di trasporto hanno portato alla luce altri 78 grammi di monili placcati in oro e ben 4,3 kg di pepite, destinate alla costruzione di altri gioielli: tutto il materiale sequestrato è risultato essere costituito da metallo non pregiato, placcato in oro e punzonato artatamente. Per i tre è scattato immediatamente l’arresto ed il trasferimento nella casa circondariale di Ascoli Piceno, dove sono rimasti a disposizione dell’autorità competenti. L’accusa è quella di truffa aggravata, mentre S.P. dovrà anche rispondere del possesso di un documento falso esibito durante l’atto della compravendita, riproducente la sua immagine fotografica ma con generalità false. Quello messo a segno ad Ascoli Piceno non è stato il primo colpo della banda, che aveva già compiuto altre cinque truffe analoghe lo scorso 3 maggio sempre nella provincia marchigiana, delle quali solo due andate a segno. L’allarme innescato dai commercianti ha così insospettito le forze dell’ordine, che hanno intensificato i controlli ed incastrato i truffatori alla prima mossa falsa, insospettiti dai loro movimenti. Dopo la convalida degli arresti i tre sono stati trasferiti nel carcere di Marina del Tronto, mentre successivamente è scattato l’obbligo di dimora a Napoli, in attesa della conclusione delle procedure giudiziarie e della verifica sia del materiale sequestrato che del documento falso.


L'assalto venerdì sera. Il delinquente aveva una pistola e un coltello, ma il dipendente lo ha aggredito e ha avuto la meglio nella rissa La redazione12 maggio 2013

Da rapina a mano armata a rissa furibonda. Venerdì sera, in un Compro oro di Marghera, un delinquente ha cercato di farsi consegnare incasso, gioielli e contenuto della cassaforte, ma ha dovuto rinunciare al bottino davanti alla strenua resistenza del commesso del negozio, che è riuscito a metterlo in fuga dopo una feroce colluttazione. BOTTA DI ADRENALINA – Il rapinatore è entrato nel negozio di via Beccaria a ridosso dell'orario di chiusura, intorno alle 19.20, e, come riporta il Gazzettino, ha subito puntato una pistola in faccia al dipendente dell'esercizio. Il delinquente aveva un cappello calato sul viso e occhiali scuri per mascherare la sua identità, e ha subito preteso l'incasso del giorno, gli ori presenti dietro al banco e il contenuto della cassaforte. Il giovane malcapitato, un ragazzo di 30 anni, gli aveva già consegnato i soldi guadagnati durante la giornata, circa duemila euro, alcuni oggetti in oro e stava spiegando al malvivente che non possedeva la chiava della cassaforte. A quel punto il rapinatore ha chiesto il suo portafoglio. Il giovane cassiere non ci ha più visto: incurante della pistola e del coltello che il rapinatore stringeva tra le mani gli è saltato addosso. I due sono rovinati a terra, colpendosi a vicenda con calci e pugni, fino a che il malvivente non ha deciso di demordere e scappare a gambe levate, dimenticandosi il bottino. LA DENUNCIA – Il 30enne, ancora scosso dalla rissa, ha chiamato subito il titolare del negozio. Insieme i due hanno sporto denuncia alle autorità. Il rapinatore, racconta il 30enne che l'ha messo in fuga, doveva avere tra i 35 e i 40 anni e aveva una parlata veneta. Il malvivente nella fuga ha lasciato sul pavimento il suo cappello e i suoi occhiali, insieme alla pistola che aveva usato per minacciare il ragazzo, rivelatasi poi essere finta. Il tutto è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza. Il dipendente ha pagato il prezzo del suo atto il giorno successivo, quando al risveglio ha accusato i colpi infertigli dal malvivente: lividi sul collo, ematomi su tutto il corpo, una gamba tumefatta e un piede gonfio.


cronaca 10/05/2013 Ͳ MULTE E DENUNCE, CONTROLLATI 350 NEGOZI

Blitz della polizia nei Compro Oro decine di controlli a Torino e provincia

In un negozio gli agenti hanno anche trovato videocamere di sorveglianza non in regola con la normativa CLAUDIO LAUGERI TORINO Una novantina di controlli, più di cento agenti mobilitati, multe per 15 mila euro. Nel mirino della polizia amministrativa i «Compro Oro» della città e della cintura, 350 di cui 219 solo a Torino. Prima fra tutte, quella che prevede la prenda in negozio del personale autorizzato dalla questura al momento del rilascio dell’autorizzazione. Tra le inadempienze più frequenti, poi, c’è la rivendita dell’oro prima che siano trascorsi i 10 giorni di stoccaggio previsti Una novantina di controlli, più di cento agenti dalla legge. Un periodo di garanzia anche per chi ha mobilitati nei controlli a Torino venduto i gioielli, che magari ha la possibilità di riacquistarli. E comunque, tenere in negozio gli oggetti ritirati serve anche a favorire i controlli su eventuali materiali provento di reato. A questo proposito, dall’inizio di maggio il questore ha stabilito che ogni oggetto ritirato dai «compro oro» venga fotografato, in modo da scoraggiare episodi di ricettazione. In vari casi, gli agenti hanno anche trovato oggetti che non risultavano registrati: quegli acquisti «in nero» consentivano ai titolari dei negozi di rivendere e incassare soldi senza lasciar traccia. Un negozio (zona Lingotto), gli agenti hanno anche trovato videocamere di sorveglianza non in regola con la normativa: chiunque entrasse nel negozio veniva immortalato, senza che la presenza delle videocamere fosse annunciata da un cartello all’esterno del locale. Questa sola violazione costerà ai titolari del negozio una multa da 12 mila e 500 euro.


Settore e Moda 14-MAG-2013

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Dir. Resp.: Virman Cusenza

da pag. 29


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Harrods celebra JaegerͲLeCoultre e i suoi 180 anni di orologi di lusso Scritto da: Rosario Scelsi Ͳ martedì 14 maggio 2013 I Grandi Magazzini Harrods, tempio dello shopping di lusso a Londra, mettono in vetrina i pezzi di alta orologeria di JaegerͲLeCoultre, per commemorare i 180 anni di vita della maison svizzera fondata nel 1833 da Antonie LeCoultre, cui si deve la prima misurazione del micrometro nel 1844.

La celebrazione del produttore elvetico e delle sue opere di haute horlogerie Harrods non si limiterà all’esposizione di alcuni orologi del marchio, ma darà agli appassionati l’imperdibile opportunità di concedersi un ciclo di quattro corsi di perfezionamento per immergersi nel mondo di classe e qualità del leggendario brand. Il primo di essi è andato in scena dal 6 al 12 maggio, permettendo ai partecipanti al workshop di indossare un camice bianco da esperto orologiaio per scoprire i meccanismi interni di un segnatempo. Ieri è invece iniziato il corso di incisione, che terminerà il 19 di questo mese. Il ciclo dedicato alla smaltatura andrà in scena dal 20 al 25 maggio, mentre dal 26 al 31 maggio si svolgerà il laboratorio dedicato alle gemme. Questi appuntamenti saranno condotti da esperti di JaegerͲLeCoultre, specializzati in Métiers Rares. Giusto ricordare, a questo punto, che i Grandi Magazzini Harrods non appartengono più al miliardario egiziano Mohamed Al Fayed, che tempo fa ha ceduto la leggendaria struttura di vendita con sede nel quartiere di South Kensington a Londra. L’acquisto è avvenuto ad opera di una holdind riconducibile alla famiglia reale del Qatar, che ha messo sul piatto 1.5 miliardi di sterline per concludere l’operazione. Al Fayed comprò l’azienda nel 1985. Ora vuole dedicare più tempo ai nipoti.


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L’Oriente strizza l’occhio all’artigianalità italiana Pubblicato il 13 maggio 2013 da redazione1 | Lusso e finanza Moda e arte orafa: il Made in Italy spopola

Il Made in Italy piace sempre di più in Oriente, soprattutto grazie alla capacità degli artigiani italiani di mischiare le diverse arti al fine di creare qualcosa di unico. Risultato eccelso di una “contaminazione” di alta gamma è la Golden Hat_Titude, la mostra evento allestita da Arezzo Fiere e Congressi, il polo fieristico che nelle ultime stagioni celebra il mondo del gioiello e quello della moda. Protagonisti sono 16 cappelli creati da Borsalino e reinterpretati da 16 orafi aretini, che danno vita ad un evento senza precedenti. Raul Barbieri, direttore di Arezzo Fiere e Congressi, ha presentato la mostra con entusiasmo e soddisfazione: “Quello di Gold Up e di Golden Hat_Titude è stato un investimento che ha dato e continua a dare i suoi frutti. Le nostre mostre sono richieste nel mondo e portano un valore aggiunto anche dal punto di vista strettamente culturale. Una volta di più Arezzo Fiere e Congressi si fa portatore di elementi di straordinario appeal che fanno da contorno alla creatività e al knowͲhow riconosciuto delle nostre aziende”. Le parole di Barbieri sono state confermate dall’evidente interesse che ha mostrato, nei confronti delle iniziative del polo fieristico toscano, anche lo Shenzhen Yuehao Jewelry Co. Ltd, che da sempre collega l’Italia con i mercati emergenti di Cina, Indonesia, Giappone e Turchia, nella persona di Tanya Chan, la sua responsabile. In occasione della 34esima edizione di OroArezzo, infatti, Chan ha sancito una collaborazione con Arezzo Fiere, con l’obiettivo di portare il Made in Italy in Oriente: “I mercati asiatici seguono con particolare attenzione e interesse il mercato dell’oreficeria italiana in quanto portatore di valori importanti come stile, creatività e attenzione ai dettagli. Anche e soprattutto per questo riteniamo fondamentale aggiungere, nel corso di questi incontri, un quid di eleganza e cultura che possa avere un’ulteriore funzione attrattiva per i nostri clienti”.


Ma non è certo il primo “scambio” che avviene tra Shenzhen e il polo fieristico aretino, poiché già due anni fa la mostra Gold Up, allestita insieme a Vogue Gioiello con la partecipazione di 16 star dell’alta moda nazionale, era stata ospitata proprio dalla compagnia di Tanya Chan, la quale ha aggiunto: “Arricchire la proposta delle aziende orafe con eventi speciali significa creare un mood particolarmente suggestivo che coinvolge i compratori, con effetti positivi sugli acquisti. Noi abbiamo tra le 500 e le 800 aziende dall’Italia e oltre 1.000 potenziali acquirenti; il che significa creare delle situazioni di grande appeal sul versante business, con un ritorno importante dal punto di vista economico. Proporre un evento come quello legato a un’icona del calibro di Borsalino determina uno standard elevatissimo, base essenziale per mantenere alta l’immagine del Made in Italy”. sĞƌĂ DKZ dd/


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Destinati alle donne che amano le cose belle ed originali, questi articoli riempiono il catalogo con un ricco assortimento di proposte dal sapore romantico. Lo spirito sentimentale di cui sono portatori emerge nello stile e nel nome dei singoli pezzi della raccolta. Io ne ho scelti alcuni rappresentativi della serie. Parto dall’anello ĂƉƌŝ in oro rosa con giada tinta lavanda a cuscino sfaccettato e con ametiste taglio brillante (0.88 carati), che guadagna lo sguardo per l’intensità delle sue alchimie. Il prezzo tocca quota 1.930 euro. Costa solo cinque euro in più il modello ŽůƉŽ Ěŝ &ƵůŵŝŶĞ, plasmato in oro bianco rodiato con ametista ovale flat rose cut e brillanti (0.15 carati), che si offre allo sguardo con la delicatezza di una composizione magica e intrigante. Anche questo, come gli altri pezzi della raccolta, è realizzato a mano ed ha quindi caratteristiche di unicità. Sempre della linea ĂƉƌŝ è un anello in oro bianco rodiato con turchese a cuscino sfaccettato e brillanti (0.26 carati), dall’impatto scenico esaltante. In esso lo stile si sposa magnificamente alla qualità, ma il prezzo sale a 3.065 euro. Molto bello il modello >ƵŶĂ in oro rosa con ametista cabochon e ametiste rose cut, dalle architetture dialettiche dense di carattere, per entrare nel cuore delle donne che lo comprano o che lo ricevono in dono. In questo caso bisogna privarsi di 3.105 euro. Più accessibile l’anello D͛ĂŵĂ ŶŽŶ ŵ͛ĂŵĂ, plasmato in oro rosa con peridoto tondo cabochon e brillanti brown, offerti in una trama intensa e delicata, pronta a sedurre lo sguardo in cambio di una spesa di 1.715 euro.


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Chopard e 1000 Miglia: 25 anni al vertice Pubblicato il 13 maggio 2013 da Redazione | Alta orologeria

Anche quest’anno la maison propone il suo cronografo celebrativo

di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI “Quando si corre, si deve sapere dove, come e quando fermarsi. Quando ci si ferma si deve sapere dove, come e quando rimettersi a correre. Perché la vita è una corsa”. Queste parole sono del Conte Giannino Marzotto, recentemente scomparso, vincitore su Ferrari delle edizioni 1950 e 1953 della 1000 Miglia ed oltre ad essere una grande verità in campo automobilistico sono anche una metafora più grande sulle scelte che ognuno di noi opera nella vita. La vita come una corsa? Beh, di sicuro per i grandi drivers del passato (ma anche del presente) la cosa è sicuramente vera, basti pensare a Nuvolari, Varzi, Fangio, Ascari per arrivare a Schumacher per comprendere… La competizione automobilistica è antica quasi quanto l’automobile; da subito è stata la voglia di misurarsi con se stessi e con gli altri per provare il proprio valore, il coraggio, l’intelligenza: l’auto ha sicuramente amplificato questa voglia, è stata ed è il mezzo catartico ideale per l’adempimento di questo bisogno umano. Ma attenzione: ogni pilota sa molto bene che non tutte le gare hanno la stessa valenza e risonanza, quindi anche la scelta dell’arena in cui misurarsi è fondamentale. La 1000 Miglia appartiene sicuramente al novero delle gare dotate di una propria aura, capaci di consacrare al ricordo eterno i loro vincitori. I dati salienti della competizione: la prima edizione viene disputata nel 1927 e si snoda su un percorso di circa 1.600 Km (ovvero 1000 miglia, da cui il nome) tra Brescia e Roma – andata e ritorno – su strade normalmente aperte al traffico. La gara ha avuto luogo tutti gli anni ad esclusione del periodo bellico (e pochi altri casi) fino al 1961. Tra i vincitori più noti citiamo Nuvolari (2 volte nel ’30 e ’33), Varzi (nel ’34), Ascari (nel ’54) e Taruffi (nel ’57). Lo stop alla competizione si deve essenzialmente alla pericolosità del correre su strade aperte ma anche ad una serie di rivalità con altre competizioni e campionati. La rinascita della 1000 Miglia in rievocazione storica ha un primo episodio nel 1968 ad opera di Alfa Romeo, in seguito l’idea prende forma con l’edizione del 1977 ed a seguire dal 1982 diviene un appuntamento annuale fisso e nel 2013 si correrà dal 16 al 19 maggio la trentunesima edizione. Le vetture che possono gareggiare nella rievocazione sono quelle che hanno partecipato o si sono iscritte alle edizioni svoltesi tra il 1927 ed il 1957, piloti e copiloti devono essere in possesso di licenza CSAI o di regolarità, quindi devono avere provata esperienza di guida (e ci mancherebbe altro visto i bolidi che possono prendervi parte!).


ŚŽƉĂƌĚ Ğ ůĂ ϭϬϬϬ DŝŐůŝĂ͗ Ϯϱ ĂŶŶŝ Ăů ǀĞƌƚŝĐĞ ʹ WĂƌƚĞ // Pubblicato il 13 maggio 2013 da Redazione | Alta orologeria

Ecco che cosa lega “la corsa più bella del mondo” alla celebre maison orologiera

di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI Nata nel 1860 nella zona del Giura Svizzero, la Maison è nota per la sua produzione raffinata di ŽƌŽůŽŐŝ e ŐŝŽŝĞůůŝ e vanta una clientela tanto fedele quanto facoltosa che per generazioni ha attinto dallo sterminato catalogo delle sue creazioni basato su pezzi unici eseguiti a richiesta. Dopo l’acquisizione da parte della famiglia Scheufele͕ Chopard ha conservato il suo pubblico di riferimento ma al contempo ha iniziato a diversificare la gamma verso realizzazioni più semplici introducendo ŵŽĚĞůůŝ ƐƉŽƌƚŝǀŝ e l’uso dell’acciaio per casse e bracciali. E’ quest’ottica di apertura verso nuove tipologie di mercati che ha spinto Chopard a sponsorizzare anche diverse manifestazioni sportive legate al mondo delle corse. In particolare dal 1988 è divenuta partner ufficiale della 1000 Miglia ed ogni anno dedica all’evento un modello speciale in edizione numerata e limitata (solitamente il numero dei pezzi in acciaio è pari all’anno in cui si svolge la gara – quest’anno saranno 2013 Ͳ, mentre il modello in oro ha una tiratura ancora più ridotta – saranno solo 250). Ogni volta l’orologio celebrativo è differente: in molti casi è un ĐƌŽŶŽŐƌĂĨŽ, cosa abbastanza scontata trattandosi di una prova cronometrata… Il ĐƌŽŶŽ ϮϬϭϯ è declinato in due versioni di cassa: in oro rosa e in acciaio. Si può dire che le differenze tra i due modelli finiscano qua, infatti tutti gli altri elementi sono identici. Il ĚĞƐŝŐŶ è completamente inedito per la collezione: potente struttura tonda del diametro di 44mm con anse corpose leggermente piegate all’ingiù, elemento proteggi corona che prende il via dai pulsanti crono ed abbraccia parzialmente la stessa, finitura a specchio per tutte le superfici tranne che sulla parte superiore della anse ed il fronte delle spallette di protezione, satinate. Bellissimi i pulsanti crono, del tipo a pompa con ampia superficie di pressione rifinita con njŝŐƌŝŶĂƚƵƌĂ Ă ƋƵĂĚƌĞƚƚŝ, che rimandano per foggia ai tasti delle trombe oppure, più prosaicamente, alle capocchie di alcuni chiodi. Noi ci vedremmo anche un’astrazione dei tromboncini di aspirazione dei carburatori di una volta, ma forse stiamo esagerando con la fantasia… Tornando al concreto ci concentriamo sul ƋƵĂĚƌĂŶƚĞ: nero antracite con contatori crono in contrasto di tonalità argentata, ampio ed estremamente leggibile (ricordiamoci che la visibilità è tutto nelle gare…) con il classico logo 1000 Miglia all’interno della freccia rossa che diventa più grande ed incorpora il datario ad ore tre. >ĂŶĐĞƚƚĞ ed ŝŶĚŝĐŝ fanno un uso intenso di materiale luminescente e riprendono la tonalità della cassa, ad eccezione degl’indicatori a filo dei contatori cronografici, rossi, omaggio al colore della corsa. Al


centro abbiamo, come in altri modelli che l’hanno preceduto, l’indicatore del doppio fuso orario con la sua scala dedicata a ventiquattr’ore, elemento atipico nei cronografi “race” ma che ha sicuramente una sua valenza in termini d’utilità nell’uso di tutti i giorni. D’impatto il rehaut ŝŶĐůŝŶĂƚŽ ďŝĐŽůŽƌĞ antracite/rosso che funge da raccordo tra il quadrante e l’elegante lunetta liscia che riporta le incisioni della scala tachimetrica. A chiusa del tutto troviamo un’altra chicca, una vecchia conoscenza della collezione: il cinturino in caucciù con lavorazione che riprende il disegno del battistrada ƵŶůŽƉ Anni Sessanta; utilizza una fibbia pieghevole dello stesso materiale della cassa e garantisce un confort al polso molto elevato. Il movimento con certificato di cronometro deriva dal classico crono Valjoux in versione GMT (7753) e viene rifinito dalla casa per adattarlo alle sue specifiche. Riteniamo sia un’ottima scelta per l’affidabilità garantita e, da non sottovalutare, per contenere il costo del pezzo a livelli accettabili: Chopard produce movimenti cronografici di manifattura ma sicuramente in questo caso avrebbero dovuto definire un prezzo molto più elevato. Al retro troviamo il fondello serrato da otto viti che reca tutte le iscrizioni commemorative della ϭϬϬϬ DŝŐůŝĂ. Eccellente il dato ƐƵůů͛ŝŵƉĞƌŵĞĂďŝůŝƚă che si attesta a 100 metri anche per il modello in oro. Personalmente questa edizione 2013 ci piace tanto tanto, per via di alcuni elementi nuovi e della sua struttura forte che vanta tutti i tratti caratteristici sia della collezione sia di quello che nel nostro immaginario è l’orologio “tipo” impiegato nelle competizioni. Il 1000 Miglia è ormai un must dell’orologeria, ammantato da un alone di ůĞŐŐĞŶĚĂ donatogli dalla mitica gara stradale ed ha a sua volta una storia propria: tutti gli appassionati del mondo delle corse su quattro ruote dovrebbero averne almeno uno, indossatelo e capirete il perché…


ZŽůĞdž ŝŶ ŽƌŽ KLJƐƚĞƌ WĞƌƉĞƚƵĂů ĂLJͲ ĂƚĞ ĂůůΖĂƐƚĂ Ă 'ŝŶĞǀƌĂ Scritto da: Rosario Scelsi Ͳ sabato 11 maggio 2013

hŶ ƌĂĨĨŝŶĂƚŽ ĞƐĞŵƉůĂƌĞ Ěŝ ZŽůĞdž ŝŶ ŽƌŽ ŐŝĂůůŽ͕ ŵŽĚĞůůŽ KLJƐƚĞƌ WĞƌƉĞƚƵĂů ĂLJͲ ĂƚĞ ĚĞů ϭϵϳϳ͕ ƐĂƌă ŵĞƐƐŽ ŽŐŐŝ Ăůů͛ĂƐƚĂ ĚĂ ^ŽƚŚĞďLJ͛Ɛ͘ ĂůůĂ ǀĞŶĚŝƚĂ ĚĞů ůŽƚƚŽ Ɛŝ ƉƌĞǀĞĚĞ ƵŶ ŝŶĐĂƐƐŽ Ěŝ ϴ ŵŝůĂ ĨƌĂŶĐŚŝ ƐǀŝnjnjĞƌŝ͘ >Ă ƐĞƐƐŝŽŶĞ ƐĂƌă ĐĞůĞďƌĂƚĂ 'ŝŶĞǀƌĂ͘

Questo segnatempo automatico presenta un insolito quadrante in radica di legno, con indici a bastone applicati, apertura ingrandita per il giorno, lunetta fresata e bracciale aureo. Il lotto è il numero 80 sui 403 del catalogo di Important Watches, che offrirà ai collezionisti un ricco campionario di modelli prestigiosi L’Oyster Perpetual DayͲDate è la vera essenza del lusso, un orologio prestigioso scelto dalle élite di tutto il mondo. Il suo debutto in società risale al 1956. Da quel momento si è imposto come il misuratore indossato dai personaggi influenti. Si tratta del primo modello da polso con calendario a indicare sul quadrante il giorno della settimana per esteso, a completamento della data. Fedele alle nobili origini, il DayͲDate è realizzato esclusivamente in oro o platino, i più preziosi tra i metalli. Come tutti i movimenti Perpetual di Rolex, il 3155 è un cronometro svizzero certificato, un titolo riservato agli orologi di precisione superiore che hanno passato con successo i test del COSC (Contrôle Officiel Suisse des Chronomètres). Nell’esemplare messo all’asta la tecnica si combina alla purezza dialettica, in una trama di grande fascino che rapisce a prescindere dal prestigio del marchio che, comunque, rappresenta un innegabile valore aggiunto. Anche questo concorre al prezzo, superiore alla media.


Cronaca 14-MAG-2013

Lettori: n.d. Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli

da pag. 6


Montegrotto, rapina in gioielleria: titolare reagisce a martellate Il colpo ieri sera dopo le 19 nel negozio di corso delle Terme. Tre i malviventi che hanno fatto irruzione con pistole giocattolo. La proprietaria ha reagito scagliandogli contro un oggetto pesante a portata di mano. Sono fuggiti feriti e con 10mila euro di preziosi Redazione14 maggio 2013

Momenti a dir poco concitati, ieri sera a Montegrotto, dove è andata in scena una turbolenta rapina ai danni della gioielleria Orogiò di corso delle Terme. LA RAPINA. Una banda di tre malviventi si è presentata in negozio dopo le 19, verso l'orario di chiusura. Volto coperto e pistole - poi rivelatesi degli scacciacani - hanno minacciato la titolare e il marito affinchè non si muovessero mentre gli svaligiavano le vetrine. La proprietaria, però, senza pensarci due volte ha reagito, scagliandosi contro ai rapinatori con un martello che aveva a portata di mano vicino al bancone. Uno di questi è rimasto anche ferito e con lui anche il marito della gioielliera. Annuncio promozionale

LE RICERCHE. Visto che la situazione gli stava sfuggendo di mano, il trio ha così deciso di optare per la fuga in auto, portandosi via quel poco che intanto era riuscito ad arraffare, un bottino di circa 10mila euro di preziosi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno immediatamente attivato le ricerche dei rapinatori, nonchè le indagini, concentrate sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza e le tracce biologiche lasciate dai malviventi nel corso della colluttazione.


NAPOLI. In gioielleria

sabato 11 maggio 2013

ZĂƉŝŶĂƚŽƌĞ ĐŽŶ ĂƌŵĂ ŐŝŽĐĂƚƚŽůŽ͗ ǀŝĞŶĞ ƵĐĐŝƐŽ NAPOLI Entra in una gioielleria armato di pistola giocattolo e intima al titolare di consegnargli l´incasso: questi estrae la sua pistola, regolarmente detenuta, e fa fuoco uccidendolo. È successo ad Arzano, nel Napoletano. La vittima si chiamava Pasquale Perrotta, 30 anni, e aveva qualche piccolo precedente per droga. Ieri si è introdotto intorno alle 19.30 nella gioielleria gestita da un 45enne, impugnando un´arma giocattolo, che ha puntato al volto del gioielliere. Quest´ultimo ha reagito estraendo dal bancone la sua pistola e ha sparato un solo proiettile che ha raggiunto il malvivente Arzano: la gioielleria assaltata al cuore causandone la morte. Il tragico episodio segue di pochi giorni un altro tentativo di rapina conclusosi in maniera drammatica non più tardi di due settimane fa a Maddaloni, nel Casertano, quando in seguito a una rapina seguì una sparatoria nella quale morì un carabiniere e, a distanza di alcuni giorni, uno dei rapinatori appena diciottenne.



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