Rassegna stampa 14 novembre 2013 def

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Rassegna Stampa



14/11/2013 ECONOMIA E MERCATI

PRIMADANOI.IT INFORMAZIONI D’ORO LA REPUBBLICA IL SOLE 24 ORE CORRIERE DELLA SERA LA REPUBBLICA LA REPUBBLICA LA REPUBBLICA

FISCO

IL SOLE 24 ORE IL SOLE 24 ORE PREZIOSA IL SOLE 24 ORE LA REPUBBLICA

COMPRO ORO

CASERTANEWS.IT STRISCIA LA NOTIZIA MERIDIANA QUOTIDIANO LIBERO LA REPUBBLICA

Pescara. Consumi: automobili, gioielli e abbigliamento a picco 350 diamanti da 7,5 milioni di dollari Cambia lo shopping degli italiani: guardano le vetrine, comprano online

Damiani, Sace e l’espansione nel Far East La produzione di qualità tiene a galla il settore Export, il made in Italy luccica ma non abbaglia E Arezzo batte Vicenza Pagamenti tracciabili in stand-by Sanzioni a partire da 3mila euro per chi viola lo stop al contante “Necessaria una legge” La Confcommercio lancia l'allarme: "L'acquisto illegale può diventare la normalità. E' aumentato in Italia il volume del giro l'allarme di Confcommercio "A Roma un esercito di 20mila abusivi" Revoca e sospensione della licenza di due "compro oro" Compro Oro - Servizio del 12 Novembre Da “Bolle di Sapone” al Compro Oro, banda del buco in manette Roma: sventato furto all'interno di un 'Compro oro', 2 arresti Compro oro

SETTORE E MODA

CONFCOMMERCIO.IT A Ragusa il consiglio Direttivo Federpreziosi INFORMAZIONI D’ORO Radiomir 1940 Panerai, orologio del 2013 DELUXE BLOG Diamante rosa, asta record per il Pink Star venduto a 83 milioni di dollari QUOTIDIANO NAZIONALEMaxi-diamante arancione battuto all'asta a Ginevra: record di 23,5 milioni di euro IL GIORNALE Renzo Russo a caccia di gioielli DELUXE BLOG Gioielli Armani 2013: un regalo prezioso per Natale IL TEMPO DELUXE BLOG Presepio in corallo per il Natale di lusso INFORMAZIONI D’ORO I nuovi anelli Emotion di Fabergé INFORMAZIONI D’ORO Fly by Night, tra diamanti e ametiste PAMBIANCONEWS I gioielli e orologi Sicis sbarcano nel Quadrilatero L’ORAFO Morellato a Fashion Style LA REPUBBLICA Laser e polvere, ecco il gioiello “spaziale”

CRONACA IL MATTINO

gas Vendeva oro “in nero”, imprenditore genovese nei guai: evasione da quasi 3 milioni di euro IL GIORNALE DI VICENZAAssalto al camion dell'argento. Sparite dieci tonnellate. Il bottino è di circa tre milioni GENOVA 24.IT

Rassegna in collaborazione con


Economia e Mercati Pescara. Consumi: automobili, gioielli e abbigliamento a picco Confcommercio Pescara: «le famiglie non vogliono spendere meno ma hanno meno soldi» PESCARA. Da un’analisi svolta dal Centro Studi Confcommercio sulla ricchezza e sui consumi delle famiglie si conferma la drammatica situazione recessiva che ha ridotto notevolmente gli acquisti specie per alcuni comparti del commercio come abbigliamento e gioielleria.«Purtroppo», commenta il direttore della Confcommercio Pescara, Walter Recinella, «sono dati che rispecchiano fedelmente anche la situazione a livello locale in quanto dopo il picco dei consumi raggiunto nel 2007 abbiamo assistito ad una progressiva perdita di poter di acquisto da parte delle famiglie che ha avuto pesanti ripercussioni sul comparto del commercio da noi rappresentato». Un dato importante è quello relativo alla propensione al consumo delle famiglie che è passata da una media dell’80% del reddito disponibile registrata fino al 2007 a valori ben oltre il 90% negli ultimi anni; ciò vuol dire che le famiglie non risparmiano più e che il calo dei consumi è dovuto ad una drammatica riduzione dei redditi e non ad un atteggiamento rinunciatario da parte delle famiglie stesse. Riguardo al comparto commerciale si evidenzia, come prevedibile, che in periodi di vacche magre le famiglie abbiano sacrificato le spese voluttuarie ed in tale ambito i segmenti che hanno registrato i cali più evidenti sono quelli relativi ad automobili e gioielli. In netto calo anche la spesa per abbigliamento e calzature mentre il comparto alimentare contiene il segno negativo in termini di spesa in valore assoluto e guadagna in termini di percentuale sul volume totale dei consumi. Tengono in particolare i consumi al bar tradizionale, quelli legati alla colazione, e quelli per la ristorazione di fascia medio-bassa (dai 15 ai 25 euro), segno che malgrado la crisi si tende a non rinunciare ai momenti di socialità che non comportano spese eccessive. Un dato confortante nel segmento alimentare è legato alla riscoperta dei negozi di vicinato, soprattutto per quel che riguarda frutta e verdura e salumi e latticini; una riscoperta, quella della “piccola bottega sotto casa” che si conferma da alcuni anni perché il cittadino-consumatore apprezza nuovamente il servizio e la qualità di un offerta mirata rispetto al disorientamento di offerte, spesso solo quantitative, della grande distribuzione.«In sintesi», spiega Recinella, «emerge un quadro ancora negativo a livello generale ma con alcuni spiragli di sole legati soprattutto alla volontà delle famiglie di sostenere comunque i consumi di base. In tale contesto un rilancio dei consumi può venire solo da una riduzione della pressione fiscale che dia nuovo ossigeno alle famiglie, liberando risorse per gli acquisti, ed alle imprese. La ricetta per raggiungere tale obiettivo è quella che portiamo avanti da sempre: razionalizzare la spesa a livello centrale, attraverso la soppressione degli enti inutili, la dismissione di parte del patrimonio pubblico e una lotta mirata ai grandi evasori, mentre a livello locale occorre evitare interventi pubblici inutili e costosi per utilizzare le risorse così risparmiate per la riduzione dei tributi locali che gravano su aziende e famiglie» 14/11/2013 - 10:52


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Cambia lo shopping degli italiani: guardano le vetrine, comprano online In Italia, nel 2012 l'eͲcommerce ha raggiunto un valore di 10 miliardi di euro, il 20% in più dell'anno prima. Un italiano su quattro osserva e prova i prodotti dal vivo, ma li acquista in rete per risparmiare fino al 70%. Online ci si scambia informazioni sempre più dettagliate. Anche i consigli medici viaggiano sulla fibra: le opinioni della Rete valgono più di quelle del farmacista di AGNESE ANANASSO

Gli italiani si sono fatti furbi, specialmente ora che il portafogli piange e il web offre la possibilità di risparmiare. Un italiano su quattro infatti guarda le vetrine ma poi acquista online. Dall'abbigliamento ai farmaci. Una tendenza che è stata registrata dall'osservatorio di Alkemy, una società italiana specializzata nella consulenza digitale. Un mercato quello digitale che vale in Italia dai 3 ai 4 miliardi di euro e che nel 2012 ha assorbito il 16% degli investimenti: nel 2010 erano a quota 10% e si stima che nel 2015 potrebbero raddoppiare. Strategie che rincorrono la crescita dell'eͲcommerce, che nel nostro Paese valeva, nel 2012, 10 miliardi di euro, il 20% in più rispetto al 2011. L'eͲcommerce punta sulla convenienza all'acquisto: online si può risparmiare anche il 70% sul prezzo dello scontrino "reale", ma per ovviare al dilemma del "se non tocco non compro", specialmente su acquisti come scarpe e abbigliamento, gli italiani hanno iniziato a integrare virtuale e reale: la metà di chi viene a conoscenza di un prodotto attraverso la pubblicità tradizionale, utilizza poi Google per avere più informazioni su un determinato prodotto. Informazioni che nel 50% dei casi possono modificare la decisione di acquisto, che nel 9% dei casi si materializza con lo shopping online. Se poi le ricerche vengono effettuate utilizzando lo smartphone (47%) nel 41% dei casi il prodotto si acquista direttamente in Rete, nel28% invece si procede all’acquisto offline. La Rete funziona come un Grande Fratello, che osserva le abitudini di consumo delle persone, in modo più o meno invadente, più o meno consapevole da parte dell'utente stesso. I social network in questa dinamica acquistano un peso via via maggiore: nel nostro Paese vivono 26 milioni di iscritti a Facebook (4 a Twitter), di cui il 29% responsabili dell'acquisto di prodotti in famiglia e la metà comunque coinvolti nel momento decisionale. Un tesoretto di clienti da non lasciarsi sfuggire: perciò aziende del calibro di AT&T, Dell, Starbucks, Nike, Coca Cola, Disney stanno investendo su app, customer care che utilizzano i social network, promozioni, online, eͲcoupon e store virtuali. Come già detto il web non è solo una piazza virtuale per il tempo libero e gli acquisti non di prima necessità. Un terzo degli italiani lo usa sempre di più anche per trovare informazioni sulla salute: se il medico di base rimane la fonte primaria per ottenere informazioni mediche (56%), Internet sta prendendo sempre più piede (11%), e diventa più attendibile di parenti e amici (10%) o del farmacista (4%). Le più ricercate sono le informazioni sulle patologie (90%), sulle strutture a cui rivolgersi (59%). Si stanno facendo largo anche i servizi: il 15% prenota visite ed esami (15%), il 3% acquista farmaci (3%).


Ma l'attività più frequente è quella di scambiarsi opinioni e informazioni su patologie e farmaci. E in questo l'America è maestra: nel Paese delle cure faiͲdaͲte, secondo l'analisi di Alkemy (su dati Forrester 2011), il 50% della vendita dei farmaci è influenzata dalle informazioni raccolte in Rete e il 7% degli acquisti avviene online. E l'accanimento per trovare soluzioni e rimedi in Internet ai propri malanni tocca tutti i canali multimediali: secondo una ricerca effettuata dalla Pfizer, ogni giorno sono più di 500 i gruppi che si incontrano solo per parlare di diabete; 36mila i video dedicati a interventi chirurgici, 170mila i pazienti iscritti a social network specializzati che parlano della loro condizione cronica e di possibili trattamenti. E anche in questo settore fioccano app e siti ideati per controllare i valori glicemici nel sangue o il peso Ͳ soprattutto per i diabetici Ͳ oppure per aiutare i pazienti emofiliaci nella vita quotidiana. O ancora per tenere un diario della malattia, seguendone l'evoluzione. Alkemy ha esaminato anche le parole più ricercate su Google: il nome dei principi attivi ha superato quello dei brand e se Aspirina e Tachipirina sono ancora i termini più cliccati dell'acido acetilsalicilico e del paracetamolo, le ricerche legate all'ibuprofene hanno superato quelle del Moment o dello Spidifen. Anche tra i mucolitici il brand prevale sul principio attivo: Fluimucil è ancora più ricercato dell'acetilcisteina.

(13 novembre 2013)


del 13 Novembre 2013


12-NOV-2013

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Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli

da pag. 35


>Ă ƉƌŽĚƵnjŝŽŶĞ Ěŝ ƋƵĂůŝƚă ƚŝĞŶĞ Ă ŐĂůůĂ ŝů ƐĞƚƚŽƌĞ Il settore della gioielleria italiana sta "cambiando pelle": lo conferma il dato relativo a valore unitario delle esportazioni che nel periodo gennaioͲmaggio 2013 ha registrato un aumento pari a +3,7%. Tale incremento appare particolarmente rilevante considerando che nei primi mesi dell' anno il prezzo della materia prima oro è diminuito di oltre il 6% rispetto all' anno precedente. L' incremento del valore unitario delle esportazioni può essere motivato dalla richiesta di prodotti di gioielleria di qualità con un maggior valore intrinseco, dovuto a lavorazioni particolarmente innovative o di altissima manifattura. 11 novembre 2013 sez. AFFARI FINANZA


Quotazioni giù, soffrono le banche centrali A SETTEMBRE 2011 IL PREZZO DEL METALLO GIALLO FACEVA SEGNARE IL RECORD STORICO A 1.920 DOLLARI L’ONCIA. NEL TRIMESTRE IN CORSO SCENDERÀ A 1.325 DOLLARI E NEL 2015 SCIVOLERÀ A 1.190. LA RIPRESA DEGLI USA E ALTRI FATTORI HANNO ARRESTATO LA CORSA AL BENE DI RIFUGIO Marco Frojo Milano Poco più di due anni fa il prezzo dell’oro faceva segnare il massimo di sempre a quota 1.920 dollari l’oncia ma da quel settembre del 2011 sembra passata un’eternità. E il record di quei giorni appare molto lontano. Allora il metallo giallo era al centro dell’attenzione degli investitori, mentre oggi le sue variazioni di prezzo (che si aggira attorno ai 1.300 dollari) non fanno neanche più notizia. La ripresa economica degli Stati Uniti e i timidi segnali in arrivo dall’Europa hanno fatto scivolare in secondo piano il metallo prezioso, che rappresenta il bene rifugio per eccellenza quando le prospettive dell’economia e del sistema finanziario sono nerissime. Il quadro economico e migliorato e le sorti della quotazione dell’oro sono cambiate. Adesso che le tensioni economiche e finanziarie dei mesi passati sembrano essersi allentate, l’investimento azionario è tornato a farla da padrone e i rialzi dei listini hanno dato ragione a chi si è prontamente posizionato sull’equity. Tra l’altro la ripresa dell’economia statunitense non sta minimante dando segni di surriscaldamento dell’inflazione e l’ormai imminente operazione di Tapering, ovvero la riduzione degli acquisti di asset da parte della Federal Reserve prevista al più tardi per il marzo 2014, dovrebbe ulteriormente raffreddare i timori di un deciso aumento dei prezzi al consumo, evento contro cui l’oro rappresenta un’ottima protezione. «Nonostante ottobre non sia stato negativo per le quotazioni del metallo giallo — spiega Tadit Kundu, analista della Icici Bank — è assai improbabile che si possa assistere a rialzi da qui alla fine dell’anno; le mosse della Fed che, pur avendo rinviato il Tapering sembra comunque intenzionata a invertire la rotta della politica monetaria, scoraggiano gli acquisti». A pesare sulle quotazioni dell’oro sono poi anche gli Etp che ne replicano la performance e che in questa fase ribassista amplificano la discesa, così come ne avevano amplificato la salita fino al 2011. Gli strumenti a gestione passiva (Etf, Etc ed Etn) sono infatti costretti a comprare materialmente l’oro quando gli investitori acquistano una quota del fondo, così come sono costretti a venderla quando avviene l’operazione opposta. Ebbene, alla fine del mese scorso gli Etp possedevano 2.034 tonnellate di oro, la quantità più bassa dal maggio 2010. A ottobre i deflussi sono stati pari a 30 tonnellate, superando così quelli di settembre. Secondo gli analisti di Barclays nel trimestre in corso le quotazioni medie del metallo prezioso dovrebbero attestarsi a 1.325 dollari l’oncia, in discesa dai 1.329 dollari del terzo. Nel 2014 dovrebbero invece posizionarsi a quota 1.310 dollari, dai 1.425 dollari di tutto il 2013, per crollare poi a 1.190 dollari nel 2015. Una sorte analoga dovrebbe toccare all’argento, il cui andamento è strettamente legato a quello del’oro. Gli specialisti della banca inglese si aspettano un calo del prezzo medio a 20 dollari l’oncia nel quarto trimestre, dai 21,4 dollari del terzo. L’attuale quotazione è di 21,6 dollari. La discesa proseguirà poi nei prossimi anni, fino a toccare 19,5 dollari nel 2014 (dai 23,7 dollari del 2013) e i 17 dollari nel 2015. A soffrire della debolezza delle quotazioni dell’oro sono soprattutto le grandi banche centrali, le cui riserve aurifere sono enormi. Di recente l’istituto centrale svizzero ha reso noto di aver perso 10,7 miliardi di franchi (8,5 miliardi di euro) nei primi nove mesi di quest’anno. Per la Banca d’Italia la perdita è stata di certo superiore, visto che ha riserve aurifere più che doppie rispetto a Berna e seconde solo a quelle degli Stati Uniti e alla Germania. L’istituto guidato da Ignazio Visco, che detiene 79 milioni di once pari a 2.400 tonnellate, è stato più volte al centro di accesi dibattiti sulla vendita o meno del suo oro per ridurre il debito pubblico o stimolare la ripresa. Ad oggi, però, diversamente da altre banche dell’Eurosistema e dalla Bce, la Banca d’Italia non ha mai venduto neanche un’oncia dal 1999, ovvero da quando vige il “Central Bank


gold agreement”, l’accordo che regola le vendite d’oro delle banche centrali. La discesa delle quotazioni del metallo giallo ha però ridato vigore alla vendita di monete auree. Nei primi dieci mesi di quest’anno la Zecca Usa ha venduto ben 755.500 once della moneta denominata American Eagle, più di tutte le vendite effettuate nell’intero 2012. La punta massima è stata toccata in aprile, il momento in cui si è materializzato il tracollo dei futures sull’oro: i tesaurizzatori si sono assicurati monete per 209.500 once solo in quel mese. Le cifre record sulle monete, così come il balzo delle vendite di gioielli in Asia, hanno contribuito a frenare la caduta dei prezzi del metallo, ma non sono riuscite a invertirne la tendenza. Secondo i dati raccolti dall’agenzia Bloomberg, nei primi nove mesi dell’anno l’import cinese di oro da Hong Kong è più che raddoppiato, fino a 826 tonnellate. Anche in India, il più grande importatore del metallo prezioso al mondo, il successo dell’oro presso i privati, che lo utilizzano per le feste religiose e come regalo per i matrimoni, non accenna a diminuire. Nel secondo trimestre del 2013 la domanda ha toccato i massimi degli ultimi dieci anni a quota 310 tonnellate, cifra che rappresenta un terzo dell’import globale ed è di gran lunga superiore rispetto a quella cinese e statunitense. A differenza degli anni Duemila, però, è assai improbabile che gli indiani vedano lievitare il valore dei loro preziosi in un futuro prossimo. LE TONNELLATE D’ORO DI BANKITALIA Banca d’Italia ha riserve aurifere per 79 milioni di once pari a 2.400 tonnellate. E soffre per la riduzione della quotazione (11 novembre 2013)


Export, il made in Italy luccica ma non abbaglia E Arezzo batte Vicenza NEL SECONDO TRIMESTRE LE VENDITE ALL’ESTERO DEGLI ORAFI TOSCANI SONO CRESCIUTE DEL 15,4%, QUELLE DEI VENETI DEL 5% MENTRE LA DOMANDA MONDIALE È SALITA DEL 37%. “MANCA LA MATERIA PRIMA PERCHÉ LE BANCHE HANNO TAGLIATO IL PRESTITO D’USO” Stefania Aoi Milano «Pur di avere i nostri gioielli gli arabi ci danno il loro oro perché venga lavorato». Andrea Bondi, presidente degli orafi di Confartigianato di Arezzo, racconta che il distretto toscano ha retto alla crisi. Negli scorsi anni sono stati fatti investimenti in innovazione, e le esportazioni sono cresciute nel secondo trimestre 2013 del 15,4 per cento in valore, nonostante il calo del prezzo della materia prima. «E potevamo fare di più — afferma il presidente — Purtroppo non riusciamo a far fronte alle richieste di tutti i clienti stranieri. Oggi vendiamo soprattutto a Russia, Turchia ed Emirati. Questi ultimi arrivano a darci il metallo visto che il nostro problema è ottenerlo dalle banche». Prima le imprese lo prendevano in prestito d’uso, creavano i gioielli e ripagavano gli istituti di credito dopo aver venduto il prodotto finito. «Da qualche anno vengono chieste garanzie che non tutti possono offrire e l’oro concesso si è ridotto dell’85 per cento». Si è chiusa in questo modo una bombola d’ossigeno importante per il comparto, che ora chiede al governo di poter accedere al fondo di garanzia delle Pmi per ricominciare a respirare. «Alcune banche — sostengono gli orafi — hanno poi portato i tassi di interesse dall’1,20 per cento di qualche anno fa, al 9 per cento e hanno chiesto il rientro di quanto concesso a diverse realtà, costringendole a chiudere». Ad Arezzo, dove si produce circa un terzo del totale dei gioielli made in Italy, dall’inizio della crisi ad oggi si sono perse oltre 200 imprese e quelle attive sono circa 1.200. Se Arezzo sorride, è l’intero settore orafo che nel secondo trimestre dell’anno vede crescere le esportazioni del 6 per cento in valore. È vero però che la domanda di oreficeria mondiale, nel frattempo è aumentata del 37 per cento secondo i dati del World Gold Council. Mentre il luccichio del gioiello made in Italy sembra che non riesca ad abbagliare come un tempo, e non come quello di altri paesi, l’India per esempio, tra i primi produttori. Dal 2000 a oggi molte imprese hanno chiuso: secondo Federorafi dalle 11mila di una decina di anni fa, oggi se ne contano 9mila, per un fatturato di circa 7 miliardi di euro, il 70 per cento realizzato all’estero. «Il mercato interno invece è morto». Va dritta al punto Licia Mattioli presidente nazionale di Federorafi. «Si vende sempre meno e chi vi riesce lo fa nelle città turistiche grazie agli stranieri». Tra i problemi principali la crisi, norme che non aiutano. «E siamo penalizzati anche nelle esportazioni per via dei dazi, in Cina pari al 25 per cento. — prosegue Mattioli — Mentre buone notizie arrivano dagli Stati Uniti dove contiamo che presto il dazio venga abbattuto ». Se i migliori risultati sull’export del trimestre sono stati segnati dal distretto aretino, questo cresce di un 5 per cento anche a Vicenza, patria del gioiello di qualità medio alta. Eppure, anche in questa parte di Veneto costellato da ville palladiane, da anni il numero di imprese orafe continua a scendere. Nel 2002 erano 1.161. Nel 2011 appena 669. «Oggi quelle ancora attive sulla carta sono poco meno di 600. — commenta Gabriella Centomo, presidente dell’Osservatorio sul distretto orafo del Centro Produttività Veneto — Ma quelle davvero “vive” sono un centinaio in meno». È calata anche la quantità di oro lavorato «420 tonnellate nel 2002, oggi appena 96». L’impennata del prezzo dell’oro negli anni scorsi, i dazi, la concorrenza, hanno colpito il distretto, descritto come realtà in declino nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio dei distretti. Non è rimasta immune Valenza Po, altro grande polo italiano del gioiello (insieme agli altri due vale circa il 70 per cento della produzione italiana). Qui si produce gioielleria di alta gamma. Nella terra di Damiani le vendite oltre confine subiscono però una lieve flessione pari allo 0,8 per cento. E secondo un report della Federazione dei distretti italiani e Unicredit nel 2011 era popolato da circa 1.200 aziende, per lo più di piccole e medie dimensioni. Oggi a sentire gli artigiani dell’oro, sono circa 800. In altri tempi lavoravano 6mila persone, adesso circa 2mila. «Ma il distretto risulta abbastanza solido — si legge nell’indagine — grazie a un ricorso storicamente moderato al capitale di terzi e a imprese che hanno una capitalizzazione in media adeguata». (11 novembre 2013)


Fisco del 11 Novembre 2013


del 11 Novembre 2013


13 nov

Confcommercio contro la ĐŽŶƚƌĂīĂnjŝŽŶĞ͕ &ĞĚĞƌƉƌĞnjŝŽƐŝ in prima linea: ͞EĞĐĞƐƐĂƌŝĂ una legge” Danni economici per le aziende, insidie per la salute: la Federazione che riunisce ŽƌĂĮ͕ gioiellieri e orologiai spinge ancora una volta per una regolamentazione

ŽŶƚƌĂƐƚĂƌĞ la ĐŽŶƚƌĂīĂnjŝŽŶĞ e l’abuƐiviƐŵŽ è ů͛ŽďŝĞƫǀŽ ĚĞůů͛ŝŶŝnjŝĂƟǀĂ “Legalità. Mi piace!” di Confcommercio, portata ĂǀĂŶƟ tramite presentazioni e ricerche e culminata lunedì in una giornata di mobilitazione nazionale, e &ĞĚĞƌƉƌĞnjŝŽƐŝ͕ la ĨĞĚĞƌĂnjŝŽŶĞ che al ƐƵŽ interno ƌŝƵŶŝƐĐĞ ŽƌĂĮ͕ gioiellieri e orologiai͕ Ɛi ƐĐŚŝĞƌĂ in prima linea a ƐŽƐƚĞŐŶŽ della campagna. L’illegalità nelle sue varie forme, inĨĂƫ͕ tocca in modo ƐŝŐŶŝĮĐĂƟǀŽ anche il comparto dei preziosi. “Anche per il comparto orafo gioielliero ĂƌŐĞŶƟĞƌŽ abusivismo e illegalità sono piaghe capaci di ƐŽƩƌĂƌƌĞ ingeŶƟ risorse economiche alle aziende, ĐŽŵƉƌŽŵĞƩĞŶĚŽ il loro stesso futuro – ha spiegato GiuƐeppe AquiliŶŽ͕ PreƐŝĚente di &ĞĚĞƌƉƌĞnjŝŽƐŝ Confcommercio (nella foto a sinistra) -. E’ necessario un intervento urgente a livello ŶŽƌŵĂƟvo che sia risoluƟvo degli aspeƫ che favoriscono le Ăƫǀŝƚă criminali ĂƩƵĂůŵĞŶƚĞ presĞŶƟ e al tempo stesso sia garante dei Ěŝƌŝƫ dei consumatori e della maggioranza degli operatori del ƐĞƩŽƌĞ che opera onestamente. QueƐƟ sono gli obieƫǀŝ͕ lo ribadiamo nuovamente, dei disegni di legge ĂƩƵĂůŵĞŶƚĞ ƉƌĞƐĞŶƚĂƟ al SenĂƚŽ e alla ĂŵĞƌĂ in ŵĂƚĞƌŝĂ di rifoƌŵĂ del ĐŽŵŵĞƌĐŝŽ di oro e di ƚƌĂĐĐŝĂďŝůŝƚă nonché di coƌƌĞƩĂ denominazione dei materiali gemmologici. Il nostro auspicio di operatori in prima linea è che il legislatore non si lasci sfuggire questa ulteriore occasione per ƌŝŵŽĚƵůĂƌĞ il seƩŽƌĞ del ĐŽŵŵĞƌĐŝŽ di oro con Ƶn ŝŶƚĞƌǀĞŶƚŽ ŶŽƌŵĂƟǀŽ che risponda Ăůů͛ĂƩƵĂůĞ ĚŝŵĞnsione dei fenoŵeni di ŝůůĞŐĂůŝƚă che ƋƵŽƟĚianamente denunciamo. Occorrono norme certe per chi opera onestamente e ƉĞƐĂŶƟ sanzioni per chi intende contravvenire alla legge: su ƚƵƫ͕ i presidi in grado di garĂŶƟre la trasparenza del commercio dei metalli preziosi a cominciare dai cosiddeƫ ‘compro oro’”. La ŵŽďŝůŝƚĂnjŝŽŶĞ di Confcommercio per la legalità ha fĂƩŽ emergere ŶƵŵĞƌŽƐŝ ĚĂƟ ƌĞůĂƟǀŝ ai fenomeni della ĐŽŶƚƌĂīĂnjŝŽŶĞ e ĚĞůů͛ĂďƵƐŝǀŝƐŵŽ, che come evidenziato dalle ricerche pubblicate riguarda sia i


venditori sia gli ĂĐƋƵŝƌĞŶƟ͘ Non molto Ěŝīerente la situazione nel ƐĞƩŽƌĞ orafo: l’KƐƐĞƌǀĂƚŽƌŝŽ regionale ƐƵůůĂ legalità in Puglia, per esempio, ha rilevato che dove proliferano i “compro oro” Ɛi ƌĞŐŝƐƚƌĂ un’impennata del 70% di furƟ͕ Ɛcippi e rapine. Solamente a Bari sono oltre 50, tra piccoli laboratori e negozi in franchising, gli esercizi commerciali che acquistano metalli preziosi. Nella ĐŝƩă di Napoli, invece, si ƐƟŵĂ che siano aumeŶƚĂƟ del 30% in due anni. Secondo i ĚĂƟ Ěŝīusi dalla Guardia di &ŝŶĂŶnjĂ, i sequestri di pietre preziose nei ƐĞƩŽƌŝ di falƐo͕ truīa͕ ĐŽŶƚƌĂīĂnjŝŽŶĞ͕ ƵƐƵra͕ ƌŝĐĞƩĂnjŝŽŶĞ e violazione delle leggi di pubblica sicurezza ammontano (per ƚƵƩŽ il 2011 e per i primi dieci mesi del 2012) ad oltre 2 milioni di Euro. Nono sono molto ĚŝƐƚĂŶƟ le cifre relĂƟǀĞ alla minuteria e agli ŽŐŐĞƫ di gioielleria. E ancora: l’AIRA ;ů͛ ƐƐŽĐŝĂnjŝŽŶĞ italiana ƌĞƐƉŽŶƐĂbili ĂŶƟ-riciclaggio) segnala che dai controlli eīeƩƵĂƟ dalle Fiamme Gialle su 3mila negozi sono emersi 113 milioni di Euro non dichiaƌĂƟ͕ 36.5 milioni di Euro per evasione di IVA e 31 evasori totali. “Le problemĂƟĐŚĞ sono varie, dunque – ha ĚĞƩŽ͕ ƟƌĂŶĚŽ le somme, Aquilino – dalla marchiatura dei gioielli alla ‘tracciabilità’ stessa delle imprese: un ĐŽŶĐĞƩŽ che sta cominciando a farsi strada e che consente al cliente di conoscere subito il valore base delů͛ŽŐŐĞƩŽ che acquista”. L’illegalità non colpisce soltanto l’aspeƩŽ economico, ma nasconde anche ŝŶƐŝĚŝĞ ƌĞůĂƟǀĞ alla ƐĂůƵƚe.

Una campagna contro l'abusivismo lanciata dall'Associazione sarda in collaborazione con Federpreziosi


Non ƚƵƫ i paesi condividono norŵĂƟve a tutela del consumatore contro la presenza di metalli toƐƐici, come invece ha ĨĂƩŽ l’Europa: acquistando quindi un prodoƩo realizzato al di fuori della Comunità Europea ed importato irregolarmente o ĐŽŶƚƌĂīĂƩŽ͕ gravi sono i possibili rischi per la salute. La pƌĞƐĞnnjĂ in ecceƐƐo di ŶŝĐŚĞů͕ per ĞƐĞŵƉŝŽ͕ può procurare ĚĞƌŵĂƟƟ da ĐŽŶƚĂƩŽ e ĂůůĞƌŐŝĞ͕ ma anche materiali gemmologici che potrebbero ĞƐƐĞƌĞ ƐƚĂƟ ƐŽƩŽƉŽƐƟ a ƚƌĂƩĂŵĞŶƟ dannoƐŝ per la ƐĂůƵƚĞ. Di qui le ĨŽƌƟ pressioni da parte della categoria per il potenziamento delle azioni di sorveglianza, non solo sul mercato ma a livello doganale, per la correƩa apposizione dei marchi e delle leggi che disciplinano il sĞƩore. Il fenomeno si presenta così con numerose sfumature: dalle ƌŝƉƌŽĚƵnjŝŽŶŝ che non rŝƐƉĞƩĂŶŽ la proprietà ŝŶƚĞůůĞƩƵĂůe͕ Įno alle vere e proprie ĐůŽŶĂnjioni ƉĂƐƐĂŶĚŽ per le vendite on line ƐĞnnjĂ controllo. “Siamo ormai da anni ĂƫǀĂŵĞŶƚĞ presenƟ su ƚƵƫ i ĨƌŽŶƟ a livello nazionale ed europeo – ha precisato il presidente di Federpreziosi – e ci auguriamo che l’impegno realmente corale di ƚƵƫ gli ĂƩŽƌi della Įliera orafa consenta di ĐŽŶĐƌĞƟnjnjĂƌĞ ĮŶĂůŵĞŶƚĞ e in tempi brevi gli ĂƵƐƉŝĐĂƟ ŝŶƚĞƌǀĞŶƟ͘͟

Un'altra immagine realizzata dall'Associazione oƌĂĮ e orologiai di Savona per contrastare il fenomeno dell'abusivismo


Allarme Confcommercio: "L'acquisto illegale può diventare la normalità" 11/11/2013

La Confcommercio lancia l'allarme: "L'acquisto illegale può diventare la normalità. E' aumentato in Italia il volume del giro d'affari... La Confcommercio lancia l'allarme: "L'acquisto illegale può diventare la normalità. E' aumentato in Italia il volume del giro d'affari dei prodotti contraffatti, sebbene i consumatori siano coscienti del rischio". A parlare così Carlo Sangalli, durante la giornata di mobilitazione nazionale per la legalità organizzata dalla Confcommercio. Si tratta di un danno enorme per le imprese in termini di mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità, Allarme Confcommercio: "L'acquisto illegale può diventare la normalità" e per il consumatore. Ma anche per la società, l'illegalità è un prezzo alto da pagare: i circuiti illegali, spesso, si avvalgono dello sfruttamento di soggetti deboli. Sono i prodotti di pelletteria, gli alimentari, l'elettronica ai primi posti nella graduatoria degli acquisti preferiti. una novità è rappresentata dall'acquisto di biglietti di vario genere, piratati, in rete. Spiccano, nel paniere dell'illegalità, i prodotti d'abbigliamento, con un giro d'affari che copre circa il 41 per cento del fatturato totale. Il 50% dei consumatori dice di comprare illegalmente per motivi economici, concordando con quanto dichiarato dal 66% degli imprenditori. Sul fronte delle aziende quattro imprese su cinque si ritengono danneggiate dai meccanismi commerciali fuori dalle regole, fenomeni che risultano più accentuate nel Centro e sud Italia. Per fronteggiare questa deriva il ministro degli interni Angelino Alfano ha voluto ribadire l'importanza di un intervento congiunto con l'Unione Europea per la tutela del made in italy. Rivolgendosi al ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato gli ha annunciato la nascita di una task force per affrontare il problema.

Leonardo Rossi


Contraffazione, l'allarme di Confcommercio "A Roma un esercito di 20mila abusivi"

Blitz contro i venditori abusivi a Castel Sant'Angelo a Roma (lapresse)

Per il presidente Roscioli, nella capitale, "è un virus diffuso: ce n'è uno illegale per ogni 3 imprese in regola". Colpite tutte le categorie merceologiche. Il fenomeno è in crescita soprattutto nel centro storico ma anche negli spazi delle metropolitane. Per il 17% degli imprenditori romani è la terza causa della crisi. "Creare una struttura interforze" "L'illegalità a Roma ha tante facce e tanti volti, ormai è un virus diffuso, insidioso e altamente distruttivo che colpisce tutti i settori, solo pochi ne sono immuni. Basandoci su alcune stime si può ipotizzare verosimilmente che nella capitale ci sia 1 abusivo ogni 3 imprese regolari attive nel commercio di vicinato e su aree pubbliche: un vero e proprio esercito che va dai 20 mila ai 23 mila soggetti". L'allarme è stato lanciato dal presidente della Confcommercio Giuseppe Roscioli nel suo intervento all'incontro 'Legalità mi piace'. Dall'indagine di Confcommercio su dati Istat, Censis e Format Research, emerge tra abusivismo commerciale e contraffazione il commercio al dettaglio e la ristorazione si vedono sottrarre complessivamente 17,2 miliardi all'anno di fatturato. Inoltre in termini di valore aggiunto le imprese del commercio stimano una perdita di 3,8 miliardi e in termini di imposte dirette e contributi mancati di 1,5 miliardi. "Siamo in una situazione di allarme rosso, stop a ogni forma di illegalità", ha aggiunto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. E il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha aproposto una task force permanente ViminaleͲrappresentanti del mondo del commercio e delle forze dell'ordine e ha annunciato a breve la convocazione di un comitato nazionale per l'ordine pubblico e la sicurezza allargato a Regioni e Comuni: "Il governo non farà sconti a nessuno, siamo per la tolleranza zero nei confronti di chi farà concorrenza illegale e sleale a danno dei nostri commercianti per bene", ha detto Alfano, mentre il prefetto Giuseppe Pecoraro ha precisato che "ci sarà un tavolo in prefettura per le iniziative di coordinamento, oltre alla cabina di regia della Guardia di finanza per le attività operativa". Roscioli è poi entrato nel dettaglio. "E' sotto gli occhi di tutti che l'abusivismo commerciale e la contraffazione riguardano tutte le categorie merceologiche, in modo trasversale: dalle borse alla pelletteria, dagli occhiali ai prodotti audio Ͳ video e musicali, dalla biancheria all'abbigliamento falsamente griffato, fino ai prodotti alimentari, ortofrutticoli e ai fiori". I prodotti più smerciati abusivamente sono quelli "la cui resa economica è maggiore e che danno accesso quindi a maggiori margini di ricavo". Secondo le elaborazioni effettuate da Confcommercio nel mese di marzo sulla base di segnalazioni ricevute, risulta che la contraffazione nel settore della pelletteria "è in costante crescita: dal 44% delle segnalazioni ricevute nel 2000 si passa all'85% del 2013. Lo stesso vale per gli articoli audio musicali e per gli oggetti di antiquariato. Sono in calo ma pur sempre con quote rispettabili l'utensileria, e gli articoli per la casa, l'oggettistica e la bigiotteria. Per la merceologia di fiori e piante va segnalato che oltre ai


tradizionali carrettini e chioschi abusivi, appare in forte aumento la vendita abusiva in locali di ristoro e svago". L'abusivismo a Roma. Il fenomeno che "non accenna a diminuire" quello della contraffazione a Roma, ha detto ancora Roscioli: "E' in crescita soprattutto nel Centro storico, nei quartieri semicentrali, nelle aree mercatali, nei quartieri periferici, nelle università e negli spazi delle metropolitane". Anzi, secondo i dati della Confcommercio riguardanti il 2013, sia relativamente alla diffusione che alla vendita del contraffatto, sono in continua crescita, "come in crescita è il numero degli imprenditori romani (+17%) che vedono nella contraffazione la terza causa, dopo la pressione fiscale e le lungaggini burocratiche, della crisi della propria attività Ͳ ha aggiunto Roscioli Ͳ L'illegalità interferisce pesantemente con l'attività di migliaia d'imprese, la cui unica risorsa è la redditività dell'impresa stessa. Secondo l'Osservatorio del commercio, a Roma risultano presenti 52.218 esercizi commerciali al dettaglio (42.474 in sede fissa; 9.744 a posteggio mobile)". Infine, ha concluso, "va segnalato che rispetto al 2010 anche a Roma così come nel resto d'Italia, è aumentato l'acquisto di prodotti parafarmaceutici e di farmaci (rispettivamente +30% e +20%) di dubbia provenienza, con tutti i rischi inevitabili sotto il profilo della sicurezza". Una piaga quella della contraffazione e della vendita illegale che non accenna a diminuire, quindi. "Il fenomeno è in crescita soprattutto nel centro storico, nei quartieri semicentrali, nelle aree mercatali, nei quartieri periferici, nelle Università e negli spazi delle metropolitane", secondo Roscioli che ha spiegato: "Risulta che da gennaio ad oggi 1 romano su 3 ha comprato almeno un prodotto contraffatto. Analogo percentuale è stata riscontrata a livello regionale. I prodotti e gli articoli contraffatti che i clienti comprano con maggiore frequenza appartengono in primo luogo al settore dell'abbigliamento e delle calzature (45,5%), seguono gli accessori come borse, cinte, guanti e cappelli (39%), e la bigiotteria come collane, bracciali orecchini (21%). Ma ad essere coinvolti sono anche settori come quello dei giocattoli (17%), della cosmesi o della profumeria (15%) che, esonerati da ogni controllo sanitario, possono avere effetti nocivi importanti per la salute dei consumatori". "Va segnalato che rispetto al 2010 (fonte: indagine ConfcommercioͲFormat Research, ndr) anche a Roma così come nel resto d'Italia Ͳ precisa Ͳ, è aumentato l'acquisto di prodotti parafarmaceutici e di farmaci (rispettivamente +30% e +20%) di dubbia provenienza – aggiungeͲ, con tutti i rischi inevitabili sotto il profilo della sicurezza". Le azioni di repressione. Per Roscioli, "fino a oggi non sono state perseguite in misura costante nel tempo e ci si è resi conto che così come sono state articolate non sono state sufficienti a scardinare un fenomeno che per l'estensione e la profondità delle sue conseguenze nefaste sull'intero tessuto economico sano della nostra città e del nostro Paese, ha raggiunto livelli allarmanti. Quello che finora è sembrato mancare Ͳ ha continuato Ͳ nell'approccio con questo fenomeno, è una visione di insieme, una concertazione sulle politiche di prevenzione, una consapevolezza del rischio che corre l'economia delle imprese, una conoscenza aggiornata del fenomeno, una mancanza di volontà politica". Qualche dato. "Nel 2012 sono stati elevati dalla polizia municipale 6.107 verbali per mancanza di licenze/autorizzazioni. Nelle sole aree pubbliche e mercatali sono stati effettuati 18.800 sequestri amministrativi e 2.082 sequestri penali. In totale sono stati sequestrati 1.180.820 pezzi, tra i quali 263.250 orologi e gioielli e 144.808 indumenti. Nei primi 6 mesi del 2013 sono stati elevati 4.710 verbali per mancanza di licenze/autorizzazioni. Nelle sole aree pubbliche e mercatali sono stati effettuati 13.174 sequestri amministrativi e 1.165 sequestri penali. In totale sono stati sequestrati 610.304 pezzi, tra i quali 103.588 orologi e gioielli e 51.153 indumenti. Si noti che dei sequestri effettuati dalla Gdf nel solo 2013, il 47.7% rientra nel settore moda (abbigliamento/accessori). Per questo ringraziamo e diamo atto alla Guardia di Finanza, ai carabinieri e alla polizia municipale locale del lavoro svolto in questi mesi che ha visto un aumento delle azioni di sequestro di articoli venduti illegalmente ed un'attenzione particolare nell'individuazione dei centri di produzione e distribuzione della merce contraffatta". Le proposte contro abusivismo. Dalla creazione di una struttura interforze permanente tra le forze dell'ordine che "eserciti un presidio costante del territorio" alla possibilità degli imprenditori di costituirsi parte civile nei processi legati alla contraffazione, fino alla costituzione di un fronte interassociativo. Sono


le proposte contro l'abusivismo e la contraffazione commerciale presentate oggi dal presidente di Confcommercio Roma, Giuseppe Roscioli. La struttura interforze secondo Roscioli dovrebbe "esercitare un presidio del territorio non solo in corrispondenza dei periodi più critici come Natale e le altre festività". Per quanto riguarda la partecipazione nei processi degli imprenditori, secondo Roscioli questi devono avere la possibilità di far valere anche pretese risarcitorie", mentre il fronte comune interassociativo, le cui organizzazioni promotrici sono l'Upvad e Federmoda Roma, dovra' avere il compito di "contrastare il fenomeno della contraffazione e inibire le forme di vendita itinerante, fonte di degrado e abusivismo, in tutto il territorio del Comune di Roma". E ancora, "contrastare con maggiore determinazione le attività commerciali sprovviste di autorizzazione, in qualsiasi forma esercitate", ma anche "migliorare il decoro urbano di Roma con progetti dedicati ad armonizzare esteticamente le strutture di vendita su aree pubbliche con quelle in sede fissa" e "contrastare la concessione di autorizzazioni (da parte dei Municipi o del Comune di Roma) a favore dei mercatini periodici o 'spot'" e "limitare, ove possibile, in caso di autorizzazioni alla vendita su aree pubbliche gia' concesse, la riduzione di visibilita' degli esercizi commerciali in sede fissa di maggior prestigio o di elevato valore storico/commerciale mediante l'emanazione di normative mirate alla salvaguardia del decoro urbano". Poi un appello a tutte le istituzioni "a nome delle migliaia di imprese che Confcommercio Roma rappresenta perché vi sia sempre di più un'azione di coordinamento per contrastare ogni forma di illegalità a danno dei nostri settori. Il controllo del territorio è fondamentale, ma non basta se non si smantellano i centri di produzione clandestina, se non si interrompe la filiera dell'illecito e se non si pone mano a interventi di prevenzione Ͳ ha concluso Roscioli Ͳ In gioco c'è il futuro non solo di migliaia di aziende, ma dell'economia della nostra regione e di Roma, vetrina del Paese, nel bene e nel male. Ecco, vorremmo che dalla nostra città potesse partire un segnale chiaro e forte di cambiamento per noi e per i nostri figli". (11 novembre 2013)


Compro Oro

ZĞǀŽĐĂ Ğ ƐŽƐƉĞŶƐŝŽŶĞ ĚĞůůĂ ůŝĐĞŶnjĂ Ěŝ ĚƵĞ ΗĐŽŵƉƌŽ ŽƌŽΗ Giovedì 14 Novembre 2013 CRONACA | Caserta Ͳ I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Caserta hanno notificato un provvedimento di revoca ed uno di sospensione per giorni sette della licenza di polizia nei confronti di altrettanti proprietari di esercizi per il commercio al dettaglio di oggetti preziosi. I provvedimenti venivano richiesti dai citati Carabinieri in data 28 e 29 agosto 2013 a seguito delle gravi violazioni amministrative riscontrate all'atto del controllo esperito presso i due "compro oro", ubicati rispettivamente in Caserta ed in Caiazzo (CE).


http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?18434


Posted by Domenico Lista on 12 novembre 2013

Ă ͞ ŽůůĞ Ěŝ ^ĂƉŽŶĞ͟ Ăů ŽŵƉƌŽ KƌŽ͕ ďĂŶĚĂ ĚĞů ďƵĐŽ ŝŶ ŵĂŶĞƚƚĞ ^ǀĞŶƚĂƚŽ ĨƵƌƚŽ Ă dŽƌƉŝŐŶĂƚƚĂƌĂ͕ ĂƌƌĞƐƚĂƚŝ ĚƵĞ ƌƵŵĞŶŝ ŵĞŶƚƌĞ ƉƌĂƚŝĐĂǀĂŶŽ ƵŶ ĨŽƌŽ ƉĞƌ ĞŶƚƌĂƌĞ ŝŶ ƵŶ ͞ ŽŵƉƌŽ KƌŽ͟ (MeridianaNotizie) Roma, 12 novembre 2013 – Arrestati due romeni di 25 e 40 anni, con precedenti, mentre cercavano di introdursi in un negozio di Compro Oro in Viale Alessandrino. E’ accaduto intorno alle 3 della scorsa notte quando gli agenti della polizia del Commissariato Torpignattara sono stati avvisati di movimenti strani vicino al negozio. Il successivo controllo ha permesso di verificare che gli uomini erano entrati nel negozio adiacente, “Bolle di Sapone”, grazie ad una finestra aperta nonostante avesse la tapparella chiusa. I due avevano già praticato un foro che dal negozio di detersivi comunicava direttamente con il bagno del Compro Oro. Gli agenti hanno arrestato i due romeni per tentato furto aggravato in concorso e sequestrato due zaini contenenti vari arnesi per lo scasso, tra cui piedi di porco, cacciaviti ed un frullino. Serena Ingrati


12/11/2013

ZŽŵĂ͗ ƐǀĞŶƚĂƚŽ ĨƵƌƚŽ ĂůůΖŝŶƚĞƌŶŽ Ěŝ ƵŶ Ζ ŽŵƉƌŽ ŽƌŽΖ͕ Ϯ ĂƌƌĞƐƚŝ

Roma, 12 nov. Ͳ (Adnkronos) Ͳ Gli agenti del reparto volanti e del Commissariato Torpignattara dopo aver ricevuto la segnalazione di rumori sospetti in viale Alessandrino all'interno di un negozio di "Compro Oro", si sono immediatamente recati sul posto. Circondato l'edificio, i poliziotti hanno bloccato ogni possibile via di fuga. Un controllo ha permesso di verificare che, l'adiacente negozio "Bolle di Sapone" presentava una delle finestre aperte malgrado avesse la tapparella chiusa. Illuminato l'interno del locale, gli agenti hanno intravisto la figura di un uomo con giacca e guanti neri. Aperto il negozio adiacente al "Compro Oro", gli agenti hanno "pizzicato" due uomini seduti a terra identificati per A.B.M. e G.M., entrambi romeni rispettivamente di 25 e 40 anni, con a carico vari precedenti di Polizia. Accanto a loro sono stati sequestrati due zaini contenenti vari arnesi per lo scasso, tra cui piedi di porco, cacciaviti ed un frullino. Successivamente si è potuto accertare che i due avevano già praticato un foro che dal negozio adiacente comunicava direttamente con il bagno del "Compro Oro". Accompagnati entrambi presso il Commissariato Prenestino, sono stati arrestati per tentato furto aggravato in concorso.


del 8 Novembre 2013


Settore e Moda

A Ragusa il consiglio Direttivo Federpreziosi Dopo Arezzo, Castellamare di Stabia, Bari, Bologna, Genova, Milano e Roma, quest'anno l'appuntamento si è tenuto il 10 novembre nel capoluogo ibleo. Aquilino: "occorrono seri interventi strutturali per ridare slancio al comparto" "La riunione a Ragusa del direttivo nazionale di Federpreziosi ha rappresentato, per il nostro territorio, una occasione di grande visibilità. Gli operatori che rappresentano tutte le regioni d'Italia hanno avuto modo di conoscere da vicino la nostra realtà, a cominciare dal presidente nazionale Pino Aquilino". Parola di Enzo Buscemi, presidente dell'associazione provinciale gioiellieri aderente a Confcommercio e consigliere nazionale, oltre che coordinatore delle commissioni consiliari della Federazione, dopo la giornata di lavoro svoltasi nel capoluogo ibleo. "Una giornata di lavoro molto proficua – afferma Buscemi – che ci ha visto impegnati per l'intero pomeriggio ad affrontare tutta una serie di questioni che, per quanti operano nel settore, sono di fondamentale importanza e, soprattutto, devono fornirci il la" in vista delle strategie operative future". A portare i saluti di Confcommercio provinciale Ragusa il presidente Sergio Magro, il quale ha voluto sottolineare la valenza di un incontro del genere grazie al quale "ancora una volta la nostra associazione di categoria riesce ad emergere con i propri quadri dirigenziali nel contesto nazionale. Per noi – ha aggiunto Magro – è motivo di estrema soddisfazione essere riusciti ad ospitare una riunione del direttivo nazionale di Federpreziosi. Significa che tutti guardano al nostro territorio con estremo interesse". Per il presidente nazionale di Federpreziosi, Pino Aquilino, "non si è trattato solo del momento ufficiale per la valutazione del lavoro fatto, la programmazione delle iniziative da intraprendere, l'analisi della situazione del mercato, ma anche per un sano e aperto confronto di esperienze tra colleghi determinati a dare nuovo slancio al comparto che Ͳ in un momento in cui le difficoltà, anche per quanto riguarda le vendite, si sono particolarmente acuite Ͳ deve avere come priorità seri interventi strutturali". Particolarmente attenta è stata l'analisi delle proposte legislative all'esame dei due rami del Parlamento e gli eventuali emendamenti tesi ad evitare ricadute negative sul comparto. La generale convinzione che una maggiore trasparenza del mercato e del ruolo degli operatori sia una delle leve indispensabili per il rilancio si è confermata nell'assenso unanime alla proposta del presidente Aquilino di richiedere l'adesione all'UNI, dalla quale le organizzazioni potranno certamente trarre concreti benefici. Un'ulteriore riprova si è avuta nell'attenzione con cui il Direttivo si è soffermato sulla giornata organizzata per il giorno successivo dal sistema confederale sul tema della legalità e sulle proposte per contrastare abusivismo commerciale e contraffazione, che persistono a dispetto di ogni normativa. "Vere e proprie piaghe", ha ribadito il direttore di Federpreziosi Steven Tranquilli, "alle quali si aggiungono le attività illecite che si celano dietro l'insegna di attività di alcuni compro oro: anche questo è un fenomeno che non accenna a diminuire, malgrado le azioni di contrasto delle Forze dell'Ordine e, in particolare, della Guardia di Finanza. Le conseguenze non solo incidono sul tessuto economico del nostro comparto – e di tutte le attività commerciali in generale Ͳ ma possono avere implicazioni negative e pericoli anche dal punto di vista della salute". 07 novembre 2013


Radiomir 1940 Panerai, orologio del 2013 Giovedì 14 Novembre 2013 Scritto da Alda Cannizzo Lo scorso 25 ottobre a Ginevra la nota maison Officine Panerai ha ottenuto un prestigioso riconoscimento che vede la conquista di un posto sul podio da parte di uno dei suoi straordinari segnatempo. L’orologio prende il nome di Radiomir 1940 e si è aggiudicato il terzo posto per il Premio “Montre de l’année 2013”, ponendo ancora volta i riflettori sugli alti standard della manifattura italiana. Radiomir 1940 è stato premiato per l’eccellenza tecnica e la ricercatezza estetica rapportate al range di prezzo, scelto tra quaranta prestigiosi orologi già precedentemente selezionati. Esso racconta la storia del brand Officine Panerai ispirandosi ad un momento significativo che vide la trasformazione della cassa da Radiomir a Luminor 1950. La prima cassa è stata rilanciata dalla maison nel 2012 ed oggi rappresenta la sintesi perfetta tra storia ed innovazione, linearità ed avanguardia, raffinatezza e alta orologeria. L’Altipiano Date by Piaget si è aggiudicato il posto più alto sul podio come Watch of the Year 2013 possedendo qualità definite “impeccabili e perfette” mentre il più apprezzato orologio femminile è stato l’Arceau Petite Lune by Hermès. Il secondo posto è stato assegnato all’orologio Pyramid by Arnold & Son, giudicato come il più elegante e creativo tra i segnatempo di fascia alta.


Diamante rosa, asta record per il Pink Star venduto a 83 milioni di dollari Scritto da: Rosario Scelsi - giovedì 14 novembre 2013 E’ stato venduto a prezzo record il Pink Star, un diamante rosa da 59.60 carati, che Sotheby’s ha piazzato nelle scorse ore in un’asta a Ginevra.

Il Pink Star ha scatenato una competizione a suon di rilanci nell’asta indetta da Sotheby’s a Ginevra, dove questo spettacolare diamante rosa ha suscitato un forte interesse in sala e per telefono, portando al prezzo record di 83 milioni di dollari. Ignoto il nome dell’acquirente, che si è avvalso di un emissario. In casi del genere, infatti, la riservatezza è importante, per questo si cerca di aggirare le luci dei riflettori, per evidenti ragioni. Una cosa è certa: a Elizabeth Taylor questo capolavoro della natura sarebbe piaciuto tantissimo. Le celebre diva era una competente collezionista di pietre preziose, anche se non splendide come il Pink Star, che ha segnato il primato per una gemma di questo tipo. Il lotto è stato battuto nel corso di una sessione dedicata ai Magnificent Jewels. Ovvio il suo ruolo di grande protagonista, perché mai prima d’oggi era stato proposto sul mercato un diamante più prezioso di questo. Facile immaginare l’interesse di sultani, sceicchi e paperoni dei paesi emergenti per tale sublime capolavoro, di immensa rarità. Gli indizi sull’acquirente portano verso i paesi dell’est. Il Pink Star, con la sua eccezionale ricchezza di colore e le sue dimensioni, offre caratteristiche che superano quelle di qualsiasi altro diamante rosa proveniente da collezioni reali, statali o private. Si tratta di uno dei più grandi tesori naturali della terra e questo è bastato a scatenare l’interesse di molti, con un’accesa lotta a suon di rilanci. Scoperto in Botswana, il diamante grezzo di 132.5 carati è stato tagliato e pulito con estrema cura da Steinmetz Diamonds, che ha impiegato oltre due anni per trasformarlo in questa gemma straordinaria. Se il colpo d’occhio è esaltante, i dati tecnici e un’analisi più approfondita rendono ancora più esaltante l’esperienza conoscitiva. The Pink Star è stato inserito tra i diamanti rosa con i più alti gradi di colore e purezza al mondo, ed è stato incluso in una famiglia che comprende meno del 2%


di tutti i diamanti. L’autore dell’acquisto si è assicurato un pezzo unico, un vero tesoro della natura. Questo spiega il prezzo proibitivo.


Maxi-diamante arancione battuto all'asta a Ginevra: record di 23,5 milioni di euro La rarissima pietra preziosa da 15 carati, che era stata trovata in Sudafrica, venduta a un uomo, di cui non é stata resa nota l’identità, che era presente nella sala di un hotel di Ginevra

http://multimedia.quotidiano.net/video/esteri/all-asta-a-ginevra-a-novembre-il-diamante-arancione-piugrande-del-mondo-qn-51330

Il diamante dei record all'asta Ginevra, 13 novembre 2013 - E' stato battuto all’asta per la cifra record di 23,57 milioni di euro il diamante arancione più grande del mondo. La rarissima pietra preziosa da oltre 15 carati, che era stata trovata in Sudafrica, é stata venduta a un uomo di cui non é stata resa nota l’identità che era presente nella sala di un hotel di Ginevra in cui si é svolta l’asta organizzata da Christiés. Il prezzo rappresenta un record per un diamante arancione ed é anche un nuovo primato in rapporto ai carati per un diamante colorato. Alla vigilia si prevedeva che potesse essere venduto al massimo per 20 milioni di euro. I diamanti arancioni puri, conosciuti anche come “diamanti di fuoco”, sono rarissimi e poco venduti. La particolare colorazione é data dagli atomi d’azoto compressi nella pietra. I diamanti arancioni, inoltre, generalmente non superano i 4 o 5 carati e questo rende ancora più speciale la pietra venduta a Ginevra, tre volte più grande e più pura.


13-NOV-2013

Lettori: 621.000 Diffusione: 150.760

Dir. Resp.: Alessandro Sallusti

da pag. 23


Gioielli Armani 2013: un regalo prezioso per Natale Scritto da: Miriam Leto - martedì 12 novembre 2013 I più sfavillanti gioielli Armani da regalare o farsi regalare a Natale 2013. Ecco gli ultimissimi modelli griffati della maison italiana. Arrivano in tutte le più rinomate gioiellerie e in selezionate boutique le ultimissime creazioni di maison Armani: i preziosi gioielli da regalare, o da farsi regalare per questo Natale quasi alle porte. La nuova collezione di gioielli Emporio Armani è come sempre tra le più glamour ed esclusive. Tra le novità più chic e sfavillanti, sia per lei che per lui, ecco i nuovi modelli dal design moderno e di carattere, dove gli elementi classici si alternano alle linee pulite e minimal e alle texture geometriche. Giochi di accostamenti delicati e romantici di materiali e colori per i nuovi gioielli Armani 2013 dedicati alle donne dal look contemporaneo e metropolitano. I preziosi dall’allure decisamente chic si caratterizzano quest’anno per i materiali, come ad esempio l’acciaio con placcatura rose gold e marrone, che si contrappone a cristalli chiari e serafici.

Mentre per i gioielli Armani uomo, la grinta è la parola d’ordine. Un’estetica decisa e attuale che accosta l’uso dell’acciaio liscio ad una texture mesh. Perfetti per un uomo dai gusti dinamici, che non ha paura ad osare anche outfit urbani più esuberanti, ma anche per tutti quelli che ad uno stile tradizionale vogliono alternare creazioni d’allure più carismatica. I dettagli, come sappiamo bene, contano molto. Ecco allora che il cadeau perfetto per lui potrebbero diventare i gemelli Armani, il particolare in più per rendere unico lo stile. I prezzi dei gioielli Emporio Armani partono dai 160 euro circa a salire.


12-NOV-2013

Lettori: n.d. Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Gian Marco Chiocci

da pag. 21


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/ ŶƵŽǀŝ ĂŶĞůůŝ ŵŽƚŝŽŶ Ěŝ &ĂďĞƌŐĠ Martedì 12 Novembre 2013 Scritto da Alda Cannizzo

Vitalità e seduzione: sono queste le parole chiave della ĐŽůůĞnjŝŽŶĞ ŵŽƚŝŽŶ Ěŝ &ĂďĞƌŐĠ, arricchita di nuove splendide creazioni. I ďƌŝůůĂŶƚŝ Ğ ǀŝǀĂĐŝ ĐŽůŽƌŝ, infatti, sono un inno alla vita e seducono prepotentemente chi li indossa e chi ha anche solo il piacere di contemplarne la bellezza. ŝĂŵĂŶƚŝ͕ ƐŵĞƌĂůĚŝ͕ njĂĨĨŝƌŝ Ğ ƚŽƌŵĂůŝŶĞ esplodono all’unisono in stupendi ĂŶĞůůŝ che coniugano un design versatile caratterizzato da una forma a fascia e uno spiccato senso dell’artigianalità che vede una ƉƌĞĐŝƐĂ ĞĚ ĂƚƚĞŶƚĂ ŝŶĐĂƐƚŽŶĂƚƵƌĂ di ciascuna delle pietre preziose. La collezione comprende ŽůƚƌĞ ϯϬϬ ŐŝŽŝĞůůŝ ƵŶŝĐŝ nel suo genere, tutti caratterizzati da poetiche composizioni di pavè in piccoli o grandi blocchi brillanti e colorati. Tutti i pezzi esprimono una certa forza emotiva che ogni donna potrà indossare con eleganza, adattare al proprio mood e sfoggiare accanto ad un long dress, proprio come illustra la nuova ĐĂŵƉĂŐŶĂ ƉƵďďůŝĐŝƚĂƌŝĂ The Art of Colour dedicata alla storica maison Fabergé.

I magnifici anelli si ispirano al movimento artistico fauve e si compongono di rubini tondi, tsavoriti, smeraldi, diamanti bianchi, arancio, rosa e zaffiri blu incastonati in un cerchio in ŽƌŽ ŐŝĂůůŽ ϭϴ ĐĂƌĂƚŝ.


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/ ŐŝŽŝĞůůŝ Ğ ŽƌŽůŽŐŝ ^ŝĐŝƐ ƐďĂƌĐĂŶŽ ŶĞů YƵĂĚƌŝůĂƚĞƌŽ martedì, 12 novembre 2013

Parure Nuvola designed by Roger Thomas for Sicis Jewels

È il Quadrilatero del lusso milanese la location scelta da ^ŝĐŝƐ per la prima boutique italiana dedicata esclusivamente ai gioielli e agli orologi ^ŝĐŝƐ :ĞǁĞůƐ e ^ŝĐŝƐ K͛ ůŽĐŬ. Lo spazio, la cui apertura è prevista per gli inizi del 2014, è situato in via della Spiga 9. Al suo interno troveranno spazio le collezioni di alta gioielleria Sicis Jewels e i segnatempo Sicis O’Clock, realizzate in oro, diamanti, pietre preziose, micro e nanoͲmosaico, secondo un’antica arte ripresa e reinterpretata in chiave contemporanea dall’azienda nei suoi atelier a Ravenna. I gioielli e gli orologi Sicis contano già due punti vendita a Parigi e a Istanbul, quest’ultimo di recente inaugurazione.


DŽƌĞůůĂƚŽ Ă &ĂƐŚŝŽŶ ^ƚLJůĞ 11/11/2013 By orafoitaliano Morellato va in TV: a partire da oggi, in prima serata su La5, i gioielli e gli orologi delle nuove collezioni (nella foto: orecchini Ducale) saranno tra i protagonisti del nuovo talent show Fashion Style, che vedrà in lizza stilisti, modelle, hair stylist e makeͲup artist, tutti col sogno di affermarsi nel mondo della moda. A ogni puntata i concorrenti verranno sottoposti a varie prove e dovranno creare il look più adatto al tema proposto: gli outfit realizzati saranno appunto impreziositi dalle creazioni Morellato. La trasmissione srà condotta in studio da Chiara Francini, mentre la giuria sarà composta da Alessia Marcuzzi e Silvia Toffanin. Alla squadra vincente andrà un gioiello Morellato appositamente creato, mentre il best designer potrà collaborare all’interno dell’Ufficio Stile del gruppo.


del 11 Novembre 2013

Laser e polvere, ecco il gioiello “spaziale” DA ESPLORAZIONI E STUDI COSMICI È STATA MUTUATA LA TECNOLOGIA PER PORTARE CAMBIAMENTI IN UN’ARTE VECCHIA PIÙ DI 5MILA ANNI. E POI FORNI MODERNISSIMI, FIBRA OTTICA E MICROSCOPIO NUOVE VARIANTI DI COLORE. TUTTO IN MOSTRA A GENNAIO A TGOLD INTERNATIONAL Bettina Bush Milano Storia antica che si perde nel tempo e nello spazio quella dei gioielli. Infatti secondo una ricerca dell’University College London, pubblicata sul Journal of Archaeological Science, e riportata dall’Ansa, fatta sul ferro utilizzato per realizzare le perline di una collana trovata in una tomba egizia, il materiale proveniva da molto lontano, addirittura da un meteorite, facendo risalire a 5 mila anni fa la nascita dei primi gioielli. Un’affermazione resa possibile, grazie a sofisticate analisi sulle perle con fasce di neutroni e raggi gamma, che hanno rivelato l’alta concentrazione di nichel, cobalto, fosforo e germanio, tipica del ferro dei meteoriti, oltre a svelare la tecnica di lavorazione, partendo da lamine sottilissime, che hanno subìto più cicli di martellamento, per poi esser arrotolate per creare le famose sfere, fatte con una lega molto più dura e fragile del comune rame, il materiale più usato all’epoca. Anche la fusione allora era un miraggio lontano, fare gioielli era un paziente e faticoso lavoro manuale lontanissimo da quello attuale, dove tecnologia e innovazione hanno permesso di raggiungere nuovi traguardi prima impensabili. Attrezzature sofisticate, a volte nate per settori lontani dall’oreficeria, come ad esempio la componentistica meccanica, hanno trovato ottime applicazioni nell’industria orafa, per la loro capacità di garantire prodotti di alta precisione. Un esempio sono i forni fusori a induzione per la colata continua, seguiti poi da forni a resistenza per ricottura, e da forni a nastro, come anche le macchine per la microfusione, e per trattamenti termici, per marcatura o microsaldatura, altri processi indispensabili per le sofisticate lavorazione dell’oro. Anche la produzione e lavorazione delle classiche catenine d’oro è stata rivoluzionata da nuovi sistemi per la saldatura in automatico, oppure dall’utilizzo della fibra ottica. Basta pensare che il laser oggi riesce a saldare fino 300 maglie di una catena al minuto. C’è poi chi punta alla lavorazione dei gioielli con microscopio, per garantire ancora più precisione in ogni particolare. Ci sono anche evoluzioni moderne della fusione a cera persa, una tecnica antica per gioielli cavi, oggetti leggeri e di grandi dimensioni, usando però nuove tecnologie. Decisamente innovativa è Selective Laser Melting, la fusione laser selettiva che permette di realizzare forme complicate partendo da un sottile strato di polvere del metallo, steso su un piano di lavoro, poi fuso con il laser, seguendo le regole dettate da un modello 3D disegnato al computer. Ma non è finita, anche il colore dell’oro ha superato vecchi limiti, possibile produrre gioielli in viola, nero, marrone, blu, producendo strutture di lega speciali, conosciute come “composti intermetallici”, oppure favorendo la formazione di ossidazioni o patine sulla superficie dei gioielli, con trattamenti chimici o termici. Per soddisfare le richieste più creative del design, si sono rivelate ottime le tecniche di prototipazione rapida, per fusione diretta, ma è indispensabile saper scegliere il tipo di resina più adatta, in base alla sua composizione chimica, per puntare su quelle più simili alla cere, o all’opposto, interamente plastiche. Per le placcature si stanno valutando gli effetti della nuova polverizzazione catodica reattiva. Arriva dall’aerospaziale la Powder Laser Melting, inizialmente usata per componenti in acciaio e titanio, ancora una volta una tecnica fortemente innovativa che è stata applicata nella gioielleria per la produzione rapida, materializzando un oggetto dalla polvere con laser e utilizzo di dati Cad, passando velocemente dall’idea al prodotto, dal semplice al complesso senza limiti di dimensioni o di numeri. Innovazione e macchinari saranno i protagonisti di T-Gold International, il salone realizzato in collaborazione con Afemo, l’Associazione Fabbricanti Esportatori Macchine per l’Oreficeria, concomitante a VicenzaOro Winter, in programma dal 18 al 23 gennaio, entrambi in Fiera di Vicenza, che intanto si sta preparando per la Dubai international jewellery week, appuntamento sul trade e il retail del gioiello dal 4 al 7 dicembre al Dubai world trade center. Innovazione e macchinari saranno i protagonisti di T-Gold International, il salone in programma dal 18 al 23 gennaio in Fiera di Vicenza (11 novembre 2013)


Cronaca Napoli. Si fingono clienti e rapinano gioielleria: spari e fuga in moto a tutto gas

14Novembre 2013 - Napoli. Rapina a San Giorgio a Cremano (Napoli): un uomo e una donna, fingendosi clienti, sono entrati in una gioielleria del centro e raggiunti poco dopo da un complice a volto coperto hanno costretto il titolare ad aprire la cassaforte dalla quale hanno portato via orologi ed altri preziosi per un valore da quantificare. I tre sono fuggiti via a bordo di due motociclette parcheggiate all'esterno del locale. Le guardie giurate, avvisate dal figlio del titolare, hanno raggiunto i tre banditi in via De Lauzieres: uno di loro ha esploso un colpo di arma da fuoco senza ferire nessuno lasciando cadere a terra parte della refurtiva che successivamente è stata consegnata al titolare. Sul posto è stato ritrovato un bossolo calibro 7,65. Sull'episodio indagano i carabinieri che ricercano i tre rapinatori.


Vendeva oro “in nero”, imprenditore genovese nei guai: evasione da quasi 3 milioni di euro

Genova. Maxi evasione fiscale nel capoluogo ligure. La Guardia di Finanza di Genova ha infatti concluso una verifica fiscale nei confronti di una grande società genovese che, in un’annualità, ha acquistato e venduto “in nero” oro per un valore di quasi 2 milioni 800 mila euro. L’evasione fiscale è stata scoperta a seguito di attività di controllo, anche di natura contabile, che hanno consentito di accertare che era stato commercializzato “in nero” soprattutto oro “in lamine”. Il responsabile della società è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per il reato di dichiarazione fiscale infedele per maggiori imposte dovute di oltre 660 mila euro.


Assalto al camion dell'argento Sparite dieci tonnellate Il bottino è di circa tre milioni I malviventi avevano una seconda motrice e sistemi per eludere gps e satellitare. I due rapiti liberati a Brendola, l'allarme è stato dato da una donna 12/11/2013 BRENDOLA. ORE 19.54 COLPO STUDIATO IN OGNI DETTAGLIO. Dieci tonnellate di argento grezzo del valore di circa tre milioni di euro: è il bottino di una rapina denunciata da due camionisti tedeschi lungo l’asse A22ͲA4, tra Verona e Vicenza. Un 'colpo' studiato nei minimi particolari vista la sequenza di azioni e mezzi, compreso uno scambio di motrici, messa in campo dai rapinatori. Sono da poco passate le 16.30 quando al centralino dei carabinieri arriva una telefonata con una richiesta di aiuto da parte di una donna di Brendola. Dice di parlare a nome di due camionisti tedeschi che ha trovato aggirarsi a piedi per una stradina secondaria e che al suo arrivo le hanno urlato, tra l’inglese e il tedesco, di chiamare le forze dell’ordine. Quando i militari dell’Arma arrivano sul posto, trovano i due disperati che dicono di essere stati rapinati del tir e, dopo un lungo giro, legati e abbandonati in mezzo al nulla. Ai polsi hanno i segni rossi delle fascette da elettricista usate per immobilizzarli. Poco alla volta, il quadro delle deposizioni dei due prende forma e l’inizio è sotto un cavalcavia autostradale, in un punto di raccordo tra la A22 e la A4, a Verona Sud, verso le 15.30. Il tir, con il carico d’argento destinato a orafi di Vicenza e Arezzo, procede spedito. Un’auto lo supera e poi si mette di traverso. Il camion si ferma. Da dietro, sopraggiunge un’altra vettura. In un attimo, il mezzo pesante è circondato da uomini armati. I camionisti aprono le portiere della motrice, i banditi salgono e comincia un primo viaggio verso San Bonifacio. Destinazione l’area industriale. Qui, il tir si ferma. Posteggiata, poco lontano c’è un’altra motrice, forse rubata. Il carico prezioso viene staccato e agganciato alla seconda motrice. Poi, questa si mette in moto e si allontana con dieci tonnellate d’argento. I due tedeschi restano bloccati sotto tiro nella loro cabina di guida. Un rapinatore li costringe a rimettersi in movimento e la seconda tappa li porta a Brendola, nel Vicentino, fuori dell’autostrada. In un’area isolata, lontana dalle case, la motrice viene fatta fermare. Il bandito scende e si allontana. Ad aspettarlo pare un complice a bordo di un’auto. Circa un’ora dopo, secondo il loro racconto ai carabinieri, i due tedeschi riescono a scendere e a chiedere aiuto. Adesso sarà compito dell’Arma di Verona, coordinata dalla locale Procura, fare totale chiarezza sulla vicenda. In queste ore, sono in corso accertamenti a tutto campo. Saranno visionate le immagini dei video di sorveglianza autostradale, la motrice sarà ispezionata in ogni angolo alla ricerca di possibili elementi utili per identificare i malviventi. I camionisti verranno probabilmente risentiti per raccogliere ulteriori particolari a una vicenda che sembra tratta da un film d’azione. ORE 19.23 RAPINA DA FILM, TUTTA LA DINAMICA. I malviventi che hanno rubato dieci tonnellate di argento grezzo sono entrati in azione poco dopo le 15 mentre il tir condotto da due camionisti tedeschi, pare fratelli, stava transitando sotto un cavalcavia, nella zona di Verona Sud. Un’auto ha affiancato il


camion e poi gli ha tagliato la strada costringendolo a fermarsi. Da un’altra vettura che li seguiva sono scesi quattro o cinque banditi armati, pare di fucili o mitra. Alcuni sono saliti sul mezzo pesante che è stato rimesso in moto e portato fino all’area industriale di San Bonifacio. Qui, è stato staccato il carico con l’argento e agganciato a un’altra motrice che è ripartita. I due camionisti, immobilizzati con delle fascette da elettricista, sono stati portati con la loro motrice fino a una zona disabitata di Brendola, dove sono stati abbandonati. I rapinatori che erano con loro avevano lì un complice ad aspettarli. Dopo circa un’ora, i due sono riusciti a uscire dalla motrice e a dare l’allarme. I malviventi sarebbero stati in possesso di strumenti per disattivare i sistemo Gps e satellitari. ORE 18.46 L'ALLARME LANCIATO DA UNA DONNA. A chiamare i carabinieri è stata una donna che aveva visto i due aggirarsi a piedi per una strada secondaria di Brendola (Vicenza). Al suo avvicinarsi avevano cominciato a urlare in tedesco di chiamare le forze dell’ordine. Al loro arrivo, i militari dell’arma hanno raccolto le deposizioni dei due. A Brendola, secondo quanto riferito dai camionisti, sono stati rilasciati dopo un lungo giro, mentre l’assalto al tir è avvenuto all’altezza di Verona sud, sotto un cavalcavia. L’argento grezzo era destinato ad orafi vicentini e di Arezzo. ORE 18.14 RAPINA AL CARICO DI ARGENTO: 3 MILIONI. Sei banditi hanno rapinato stasera un camion con un carico di dieci tonnellate di argento, per un valore di circa tre milioni di euro. La rapina è stata denunciata dai conducenti del mezzo, pare proveniente dalla Germania. L'assalto è avvenuto a San Bonifacio, i conducenti sarebbero poi stati sequestrati fino a Brendola dove i malviventi avevano una seconda motrice che hanno attaccato al carico, portandoselo via. Le indagini sono condotte dai carabinieri di Vicenza.


Comunichiamo a tutti gli associati che è finalmente possibile aderire al rinnovato sito internet www.outletprezioso.it

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