Rassegna stampa 20 giugno 2014 def

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Rassegna Stampa



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20 Giugno 2014

Oro Analisi Tecnica Previsioni per il 20 Giugno 2014 L’industria orafa italiana continua a migliorare… L'industria dell'oro avvia la riforma del fixing “Arezzo capitale della filiera della cultura, merito degli orafi” India, il nuovo governo riduce le tasse sull’importazione di argento e oro Oro Analisi Tecnica Previsioni per il 18 Giugno 2014 Oro Analisi Tecnica Previsioni per il 16 Giugno 2014 Made in Italy piace a Paesi Golfo, Emirati primi clienti gioielli Oro Analisi Fondamentale per il 16 Giugno 2014, Previsioni Bankitalia: in Toscana spiragli di crescita a inizio 2014

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Empoli - In città è boom di sale giochi e compro oro Truffa ai Compro Oro, denunciati Ruba gioielli e cerca di venderli a un Compro Oro, arrestato un 26 anne Insegue la truffatrice dei Compro Oro e scoppia la rissa, due denunce Il questore chiude 18 “Compro oro” con un canale di oggetti rubati

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Economia e Mercati

Oro Analisi Tecnica Previsioni per il 20 Giugno 2014 Venerdì 20 Giugno 2014 10:55 Scritto da FX Empire

Giovedì il mercato aurifero si muove al rialzo rompendo al di sopra dei 1300$. Detto questo, ci troviamo in prossimità della parte superiore della recente zona di consolidamento, pertanto, una rottura al di sopra dei 1325$ aprirebbe le porte a nuovi massimi. A fronte di ciò, siamo fortemente rialzisti nei confronti del prezioso, pertanto, non siamo intenzionati a vendere il metallo giallo. In un simile scenario, considereremo ogni pullback che mostri segni di supporto come un’ottima opportunità di acquisto.


L’industria orafa italiana continua a migliorare… 19/06/2014 By orafoitaliano

AGGIORNAMENTO GIUGNO 2014 Dalla seconda metà del 2013 l’industria della gioielleria italiana – com’è noto – ha recuperato parte del terreno perduto nel passato (e non solo nel più recente periodo di crisi) nonostante un persistente contesto economicoͲ sociale non favorevole e talvolta ostile. In particolare, il contesto interno che nel periodo 2000Ͳ2013 aveva visto diminuire la produzione manifatturiera complessiva del Ͳ 25% a fronte di una crescita del +36% di quella mondiale. Sul finire del mese scorso sono state pubblicate, in stretta successione temporale, le analisi economiche di importanti centri di ricerca economica. Nell’annuario dell’Istat (23 maggio) ci si sofferma – tra l’altro – sui livelli minimi dell’occupazione in Italia e dei redditi medi reali dei lavoratori dipendenti nell’ultimo decennio (da quando si sono iniziate le specifiche rilevazioni statistiche). Sul fronte delle imprese industriali (e non solo industriali), la Confindustria (29 maggio) lamenta l’arretramento complessivo della produttività. Le cause sono note: eccesso di frazionamento degli apparati produttivi, carenze di investimenti nella ricerca e nell’innovazione di processo e di prodotto “ad alto valore aggiunto, che sono giacimenti di crescita inespressa”. Fortunatamente, ricorda la Confindustria, nuovi segmenti si sono sviluppati, altri si sono consolidati e così hanno conquistato importanti risultati sui mercati del mondo. Più articolata l’analisi della Banca d’Italia (30 maggio). La lunga recessione italiana si è arrestata nell’ultima parte dello scorso anno grazie alla domanda estera. Ma una vera ripresa stenta ad avviarsi. Il graduale miglioramento delle aspettative tarda a tradursi in un solido recupero dell’attività economica. In


passato recessioni anche profonde si sono associate ad ampie ristrutturazioni del sistema produttivo che hanno dato luogo all’introduzione di nuove tecnologie e nuovi modelli organizzativi. Tecnologie e modelli che possono aumentare la produttività, l’occupazione, la domanda interna. Il lascito della recessione italiana è pesante anche per la presenza di altri fattori che hanno ritardato il recupero. Tra gli altri: 1) le difficili condizioni del credito, soprattutto per le piccole e medie imprese; 2) la limitazione della concorrenza indotta dalla corruzione, criminalità, evasione fiscale; 3) l’inflazione inferiore ai livelli fisiologici è un fattore di dissuasione per gli acquisti, soprattutto per il radicamento nelle attese di medio periodo; 4) l’esasperazione dell’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro ha facilitato la pressione competitiva dei prodotti provenienti da paesi extra UE. Comunque sul finire del 2013 sono emersi segnali positivi. Prescindendo dalla battuta d’arresto del recupero del PIL nel primo trimestre dell’anno, il trend di recupero è previsto per l’intero 2014 intorno a +0,6/0,7%: un aumento ancora insufficiente per generare uno sviluppo significativo dell’occupazione complessiva. Come si è ricordato in apertura, le occasioni positive fornite dal contesto esterno sono state raccolte a piene mani dagli esportatori italiani di gioielleria, già a partire dalla seconda metà del 2013. Tuttavia l’apporto delle esportazioni non è riuscito a impedire la massiccia erosione della base produttiva. Un’erosione che ASI – in precedenti note – ha documentato utilizzando i dati strutturali dei censimenti ISTAT (2001Ͳ2011) e le stime per il successivo biennio 2012Ͳ 2013. Un quadro caratterizzato da contrazioni diffuse in tutti i distretti orafi. Nel complesso, in 13 anni, oltre 4.000 imprese hanno abbandonato il mercato (Ͳ40%, a circa 6.000 unità); dimezzata la manodopera (a circa 4.300 addetti). Nel primo trimestre 2014 le vendite all’estero di gioielleria in valore sono cresciute del +11,1 % rispetto al corrispondente trimestre di un anno prima. Più consistente è la crescita in termini reali, +18% circa, al netto della riduzione dei prezzi alla produzione indotta dallo sboom delle materie prime preziose. Rispetto alla punta di fine settembre 2011 i corsi internazionali dell’oro si sono ridotti di oltre un terzo. E il trend al ribasso è ancora in atto. A differenza di altri comparti del lusso italiano, i paesi acquirenti più ricettivi si sono confermati gli Emirati Arabi (+40,5%) e la Svizzera (nonostante una lieve rettifica in valore, Ͳ2,6%). Una nota a parte per le esportazioni nel primo trimestre 2014 nel Celeste Impero. La Cina ha ridotto a un decimo gli acquisti di gioielleria italiana. Si può pensare che la Cina abbia dirottato, nello stesso trimestre, su Hong Kong gli altri nove decimi delle importazioni. Hong Kong infatti ha più che raddoppiato gli acquisti in Italia, salendo così al terzo posto nella graduatoria dei principali paesi clienti, dopo gli Emirati Arabi e la Svizzera, prima degli Stati Uniti. E questa nuova graduatoria la dice lunga. I primi tre importatori di gioielleria italiana sono paesi di smistamento. In altre parole – per oltre la metà del totale – gli esportatori italiani non conoscono con esattezza la destinazione finale dei gioielli (si supera il 60% se si aggiungono altri paesi di smistamento). Nel primo trimestre 2014 è ricomparsa l’India tra i paesi acquirenti di gioielleria italiana (ma l’incidenza sul totale è ancora limitata all’1%) Ancora poco dinamici (e in certi casi in ulteriore flessione) gli acquisti dei paesi dell’Unione Europea. Acquisti che comunque coprono un quinto delle esportazioni italiane. Dal lato dell’offerta, in forte recupero le vendite all’estero nel primo trimestre 2014 di Valenza (+54,9%), di Arezzo (+20,3%) e di Milano (+10,7%). Per contro, si sono ridimensionate – sempre in valore – le vendite di Vicenza (Ͳ4,7%), Roma (Ͳ29,2%), Napoli (Ͳ30,5%). I contributi delle filiere di Arezzo (con il 35,2% del totale), di Vicenza (con il 22,6%) e di Valenza (18,3%) rimangono in testa alla graduatoria dei principali distretti esportatori. Seguono: Milano (11%) e – con quote più contenute – Roma e Napoli con i coralli di Torre del Greco. In particolare, oltre tre quarti delle vendite all’estero proviene dai tre distretti principali e più di un terzo da uno soltanto. Nel nuovo contesto competitivo e con l’affermarsi impetuoso delle nuove tecnologie, anche i distretti – così come le singole aziende – necessitano di un ampliamento dell’offerta di servizi all’apparato produttivo e di una riorganizzazione gestionale per facilitare il sorgere e lo sviluppo di reti di imprese in grado di allargare e consolidare l’intera filiera orafa italiana. Il trend positivo dell’industria orafa italiana rientra nel nuovo ciclo di espansione del settore orafo nel mondo. Secondo le rilevazioni del WGC, nel primo trimestre 2014 la domanda mondiale di gioielleria ha superato i livelli pre crisi. Peraltro le occasioni fornite dal favorevole contesto esterno – ammonisce la Banca d’Italia – non vanno perdute, vanno garantite le condizioni perché i capitali oggi disponibili si trasformino in investimenti produttivi e duraturi. Non solo dall’interno, ma anche dall’estero, continuando così il trend crescente di acquisizioni dall’estero di imprese del Made in Italy che ha caratterizzato il 2013 e la prima parte dell’anno in corso. Notizie moderatamente positive anche per il credito bancario alle imprese. Dopo un prolungato periodo negativo, da metà dell’anno in corso sono emersi segnali di possibile


ripresa sia dall’interno (con le ispezioni – seppur tardive – nell’attività delle banche italiane), sia – e soprattutto – dall’Unione Europea con un ulteriore aumento della liquidità e un maggior controllo della destinazione dei fondi alle imprese. (A cura di Franco Marchesini)


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19/06/2014

Insieme al fixing dell'argento, che cesserà di esistere da Ferragosto, anche quello dell'oro potrebbe essere presto rivoluzionato. Il World Gold Council (Wgc) ha gettato il cuore oltre l'ostacolo, annunciando a sorpresa di aver organizzato il 7 luglio a Londra un forum aperto a tutte le parti interessate per avviare una discussione concreta su come riformare o sostituire il meccanismo che dal 1919 definisce il principale benchmark di prezzo per un mercato da 20mila miliardi di dollari. All'appuntamento sono state invitate società minerarie, raffinatori, banche centrali, istituti di credito, Borse ed emittenti di Etf. La Financial Conduct Authority (Fca), autorità britannica di vigilanza, ha già confermato la presenza in qualità di osservatore e la London Bullion Market Association (Lbma) – che sta coordinando le consultazioni sulla riforma del fixing dell'argento, con un'audizione sulle proposte in programma domani – si è detta «felice di partecipare». Un'ulteriore riprova dell'autorevolezza riconosciuta all'iniziativa del Council, organizzazione che ha alle spalle i maggiori produttori auriferi mondiali. «Il processo del fixing è stato istituito quasi un secolo fa – commenta Nathalie Dempster, managing director del Wgc – Non sorprende quindi che abbia bisogno di cambiare per rispondere alle aspettative odierne del mercato, che chiede di rafforzare le regole, la trasparenza e l'impiego delle tecnologie». Il fixing avviene due volte al giorno mediante una conference call tra quattro banche, che immettono ordini per conto proprio e dei clienti fino ad arrivare per successive approssimazioni a un prezzo di riferimento. Vi partecipano Barclays, Hsbc, Société Générale e Scotiabank, affiancate fino a poco tempo fa anche da Deutsche Bank, le cui "dimissioni" hanno portato alla fine del fixing dell'argento (che sarebbe rimasto affidato a sole due banche). Dopo lo scandalo del Libor è salito l'allarme su possibili manipolazioni anche del fixing dei metalli preziosi. Negli Usa ci sono diverse class action contro le banche che fissano il prezzo dell'oro, mentre la Fca ha da poco inflitto una multa da 32 milioni di euro a Barclays per non aver saputo prevenire una manipolazione effettuata da un suo dipendente (si veda Il Sole 24 Ore del 24 maggio). Il Wgc avverte che la soluzione che verrà adottata per l'argento potrebbe non essere indicata per l'oro e individua cinque punti cardine cui ispirare la riforma: il benchmark dovrà basarsi su scambi reali ed essere un prezzo su cui poter compiere transazioni (e non solo un riferimento). Bisogna inoltre consentire la consegna fisica del metallo e adottare un mercato di riferimento profondo e liquido, oltre che «altamente trasparente, pubblicato e soggetto ad audit».


“Arezzo capitale della filiera della cultura, merito degli orafi”

Ufficio stampa Confartigianato 17/06/2014 Arezzo capitale della filiera della cultura, sia per valore aggiunto che per occupazione, “per merito degli orafi”. Battute (quasi) tutte le grandi città d’arte. E’ quanto emerge, un po’ a sorpresa, dal Rapporto 2014 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, curato da Fondazione Symbola e Unioncamere e presentato a Roma alla presenza del ministro dei beni culturali Dario Franceschini. Il Rapporto ha analizzato dati e risultati delle 443.458 imprese italiane legate alla filiera della cultura e della creatività. La provincia dove il sistema produttivo culturale porta maggiori risultati è Arezzo: 9,0% in quanto incidenza di valore aggiunto e 10,4% per occupazione. Merito non solo del Crocifisso del Cimabue o della Casa del Vasari, ma soprattutto, spiega il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, “merito degli orafi”. Tutto ciò conferma – spiega il presidente di Confartigianato Arezzo, Ferrer Vannetti, un percorso che interessa non soltanto le imprese tradizionalmente e direttamente coinvolte nel comparto culturale, ma la crescita importante del settore artigiano in questo terreno, e in particolare del comparto orafo come ha spiegato lo stesso presidente di Symbola, Realacci”. E’ comunque impegnato in un percorso di sostegno forte al mondo della promozione culturale – insiste Vannetti Ͳ non soltanto il settore orafo e gli artigiani ad esso legato, ma anche un più vasto reticolo di attività che a tale settore fa riferimento”. “Si tratta di opportunità – conclude il presidente di Confartigianato Arezzo – che riguardano il mondo della cultura e della creatività così come l’indotto tecnico e tecnologico dei servizi collegati che interagisce con la promozione complessiva del territorio”.


17 giu

Ricchezza prodotta da cultura, Arezzo capitale. Anche grazie agli orafi Economia / Gioielli / trade Pubblicato da Chiara Di Martino

Il rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere prende in esame anche settori attivati dalla cultura come i saperi artigiani: Vicenza quarta in classifica

Se Arezzo è la prima città d’Italia per produzione di ricchezza da cultura, lo si deve anche agli orafi. Lo ha detto Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, durante la presentazione a Roma del rapporto “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi“, realizzato con Unioncamere e la collaborazione della Regione Marche. Intesa in senso ampio, dunque, la cultura muove l’economia: il valore della filiera culturale italiana è di 214 miliardi di euro che include il prodotto delle industrie culturali e creative, ma anche quella parte di economia nazionale che viene attivata dalla cultura. È quanto emerge dal Rapporto 2014 di Symbola e Unioncamere: a illustrare i dati, alla presenza del ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, il Segretario Generale di Unioncamere Gagliardi, il Presidente di Symbola Realacci e l’Assessore alla Cultura e al Bilancio Regione Marche Marcolini. Le industrie culturali e creative si confermano un pilastro del made in Italy, tanto che durante la crisi l’export legato a cultura e creatività è cresciuto del 35%. Entrando nel dettaglio dello studio – una sorta di annuario, per numeri e storie, realizzato anche grazie al contributo di circa 40 personalità di punta nei diversi settori, alla partnership di Fondazione Fitzcarraldo e Si.Camera e con il patrocinio dei ministeri dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dello Sviluppo Economico – emerge che dalle 443.458 imprese del sistema produttivo culturale, che rappresentano il 7,3% delle imprese nazionali, arriva il 5,4% della ricchezza prodotta in Italia: 74,9 miliardi di euro. ͞ ŐƌĂnjŝĞ ĂůůĂ ĐƌĞĂƚŝǀŝƚă Ğ ĂůůĂ ĐƵůƚƵƌĂ͕ ĐŚĞ ŶĞů ŶŽƐƚƌŽ WĂĞƐĞ Ɛŝ ŝŶĐƌŽĐŝĂ ĐŽŶ ůĂ ƋƵĂůŝƚă͕ ů͛ŝŶŶŽǀĂnjŝŽŶĞ Ğ ůĞ ŶƵŽǀĞ ƚĞĐŶŽůŽŐŝĞ͕ ƐĞ ůĞ ŝŵƉƌĞƐĞ ƐŽŶŽ ƐƚĂƚĞ ĐĂƉĂĐŝ Ěŝ ŝŶĐŽƌƉŽƌĂƌĞ ďĞůůĞnjnjĂ Ğ ǀĂůŽƌĞ ŶĞů ŵĂĚĞ ŝŶ /ƚĂůLJ͘ ŽƐŞ͕ ŵĞŶƚƌĞ ƚƵƚƚŝ ĚŝĐĞǀĂŶŽ ĐŚĞ ŝů ŶŽƐƚƌŽ ŵĂŶŝĨĂƚƚƵƌŝĞƌŽ ƐĂƌĞďďĞ ŵŽƌƚŽ ƐŽƚƚŽ ŝ ĐŽůƉŝ ĚĞůůĂ ĐŽŶĐŽƌƌĞŶnjĂ ĐŝŶĞƐĞ͕ ůĞ ŝŵƉƌĞƐĞ ŝƚĂůŝĂŶĞ ƐŽŶŽ ƌŝƵƐĐŝƚĞ Ă ƉƌĞƐŝĚŝĂƌĞ ůĂ ĨĂƐĐŝĂ ĂůƚĂ ĚĞů ŵĞƌĐĂƚŽ Ğ ĂƵŵĞŶƚĂƌĞ ŝů ǀĂůŽƌĞ ĂŐŐŝƵŶƚŽ ĚĞŝ ƉƌŽĚŽƚƚŝ͟, commenta Ermete Realacci. L’analisi prende dunque in esame un concetto ampio di cultura, includendo la filiera delle industrie culturali italiane, ovvero quei settori che non svolgono di per sé attività culturali, ma che dalla cultura


sono attivati: dalle produzioni tipiche al dettaglio connesso all’industria culturale. Con un po’ di sorpresa, in cima alle città che meglio intrecciano bellezza, creatività, innovazione, saperi artigiani e manifattura figura Arezzo. La provincia toscana si conferma al primo posto sia per valore aggiunto, che per occupati legati alle industrie culturali (rispettivamente 9% e 10,4% del totale dell’economia).

Nella classifica provinciale per incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo culturale sul totale dell’economia, seguono Pordenone e Pesaro Urbino, attestate sulla stessa soglia del 7,9%. Quarta l’altra capitale italiana dell’oro, Vicenza al 7,7%. Quanto alle macroaree geografiche, è il Centro a emergere: qui cultura e creatività producono un valore aggiunto di 18,7 miliardi di euro, equivalenti al 6,2% del totale della locale economia valore aggiunto. Seguono da vicino il NordͲOvest, che dall’industria culturale crea ricchezza per oltre 26 miliardi di euro, il 5,8% della propria economia, e il NordͲEst, che sempre dal settore delle produzioni culturali e creative vede arrivare 17,3 miliardi (5,4%). Staccato il Mezzogiorno che dalle industrie culturali produce valore aggiunto per 12,5 miliardi di euro (4%).


Oro Analisi Tecnica Previsioni per il 18 Giugno 2014 Mercoledì 18 Giugno 2014 Scritto da FX Empire Martedì il mercato aurifero si muove al ribasso ad inizio sessione, ma nel corso della giornata la maniglia dei 1260$ funge da massiccio supporto consentendo al mercato di invertire la sua rotta. A fronte di ciò, riteniamo che, in uno scenario a breve termine, il prezioso continuerà a muoversi al rialzo, tuttavia, ci sembra opportuno segnalare la presenza di una significativa resistenza alla maniglia dei 1280$, pertanto, non escludiamo la possibilità di assistere a forti oscillazioni del mercato. Detto questo, non possiamo prevedere quale direzione intraprenderà il metallo giallo, pertanto, al momento, consigliamo di rimanere in disparte.


Oro Analisi Tecnica Previsioni per il 16 Giugno 2014 Lunedì 16 Giugno 2014 Scritto da FX Empire

Venerdì il mercato aurifero rimane sostanzialmente invariato sul retro di una significativa resistenza situata leggermente al di sopra dei 1.280$. A fronte di ciò, non escludiamo la possibilità di assistere ad un pullback, tuttavia, siamo convinti che il prezioso finirà col testare la maniglia dei 1.300$. Detto questo, se dovessimo assistere ad un pullback, prenderemo in considerazione la possibilità di acquistare il metallo giallo non appena vedremo stampata una candela di supporto. Per quanto riguarda la vendita, viste le molteplici candele impulsive stampate di recente, non vediamo nessuno scenario che la suggerisca, pertanto continueremo ad essere rialzisti nei confronti del prezioso.


Made in Italy piace a Paesi Golfo, Emirati primi clienti gioielli Nel 2013 hanno speso 1,2 mld in bijoux in Italia

Milano, 16 giu. (TMNews) - Il "made in Italy" piace ai Paesi del Golfo. Gli Emirati Arabi sono i primi clienti della gioielleria "made in Italy" secondo i dati dell'ufficio studi della Camera di commercio di Milano. In bijoux hanno speso 1,2 miliardi in Italia nel 2013, un quinto di tutte le vendite nazionali all'estero nel settore. Il punto dei rapporti economici è stato fatto oggi in Camera di commercio alla conferenza internazionale sui Paesi del Golfo, organizzata con Promos, l'azienda speciale dell'ente milanese, Ispi e Intesa Sanpaolo. Per la Lombardia si tratta di 7 miliardi di affari tra import e export. Principali clienti in Emirati Arabi e Arabia Saudita e fornitori in Quatar e Arabia Saudita. Si esporta il "made in Italy", 3,5 miliardi, e si importa petrolio, 1,9 miliardi. Tra le province più attive c'è Milano con circa 4 miliardi di interscambio, Mantova con 800 milioni, Bergamo con più di mezzo miliardo. "Apprezzano prima di tutto qualità e buon gusto, a partire dal settore della moda" ha commentato Luigi Molinari, consigliere della Camera di commercio di Milano. Si aggiungono gli investimenti diretti in Lombardia: 28 imprese dei Paesi del Golfo, con 3mila addetti e 2 miliardi di fatturato.


Oro Analisi Fondamentale per il 16 Giugno 2014, Previsioni Sabato 14 Giugno 2014 Scritto da FX Empire Anche oggi l’oro viene negoziato su terreno positivo e, mentre i trader ricercano maggiore sicurezza a causa delle crescenti tensioni in Iraq, registra un rialzo di 50 centesimi, attestandosi a 1274,50; secondo un rapporto degli esperti della Rand Corp, fra il 2010 nel 2013 il numero di gruppi legati ad Al Qaeda sarebbe cresciuto del 58%, e il numero di “salafiti jihadisti” – i violenti sostenitori di una particolare forma di estremismo islamico – sarebbe più che raddoppiato. Daniel Benjamin, ex coordinatore antiterrorismo del Dipartimento di Stato sotto la presidenza Obama, ha fatto notare come fosse “considerevolmente più ottimista 18 mesi fa che ora” riguardo l’offensiva di Al Qaeda. Per capirne le ragioni basterà citare la caduta del Nord Iraq in mano agli estremisti, e la prospettiva di una disintegrazione del paese. Martedì i ribelli sunniti conosciuti, come Stato Islamico dell’Iraq, e il levante, o ISIL, hanno preso il controllo della città di Mosul, nel nord del paese, e mercoledì si spinti verso sud, impossessandosi della città di Tikrit e minacciando la capitale irachena, Bagdad. Le crescenti tensioni in medio oriente potrebbero favorire un rialzo del prezzo del petrolio greggio, ma potrebbero anche sostenere la domanda di beni rifugio come oro e argento. Inoltre, la riunione del FOMC prevista per la prossima settimana potrebbe non avere un effetto rialzista sul dollaro, e ciò potrebbe provocare un ulteriore recupero da parte dell’oro. Nel frattempo, i prezzi del palladio e del platino si assestano in seguito a voci su un possibile accordo che dovrebbe porre fine agli scioperi dei minatori in Sudafrica.


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13 giugno 2014

Si apre uno spiraglio in Toscana, nel primo trimestre 2014, per cominciare a guardare (in lontananza) la ripresa degli investimenti, e dunque la crescita. A segnalarlo è Bankitalia nel rapporto annuale sull'Economia della Toscana, appena presentato. Nei primi mesi dell'anno la flessione del credito bancario, che nel 2013 ha segnato Ͳ2,6% sui dodici mesi, si è attenuata sia per le imprese che per le famiglie, attestandosi al Ͳ1,9%. Non è ancora la svolta, ma se il dato si affianca a un atteggiamento dell'offerta meno restrittivo e a un aumento di liquità in circolazione, potrebbe rappresentare la molla per riavviare gli investimenti. Da recuperare in effetti c'è molta strada, perché nel 2013 il solo credito alle imprese in Toscana si è contratto di 2,5 miliardi di euro. La regione resta poi messa "all'indice" per la qualità del credito, che ha visto un deterioramento per il sesto anno consecutivo. Il cosiddetto "tasso di decadimento" (rapporto tra nuove sofferenze e prestiti in essere) è salito nel 2013 dello 0,8% rispetto all'anno precedente, portandosi in media al 3,8%. "Si tratta di un valore molto alto nel confronto storico – sottolinea Bankitalia – pari a circa quattro volte i livelli osservati nel periodo precedente l'insorgere della crisi". Sul fronte dell'economia reale, il rapporto Bankitalia conferma la dinamicità della domanda estera messa in luce, con una correzione che esclude la voce "metalli preziosi", da Irpet e Unioncamere Toscana (+4,7% l'export 2013 anche se il dato Istat è Ͳ3,6%), e calcola che tra il 2009 e il 2013 le vendite all'estero di manufatti toscani abbiano contenuto il calo del prodotto regionale di quasi 6 punti percentuali. All'export hanno contribuito i principali settori di specializzazione regionale, dalla filiera pelle al tessileͲabbigliamento e alla gioielleria, fino alla meccanica e alla cantieristica navale, settore caratterizzato da produzioni pluriennali che ha registrato nel 2013 +18,3% nelle vendite estere dopo la forte contrazione dell'anno precedente. Tra i comparti di specializzazione regionale, l'unico a non aver recuperato i livelli nominali preͲ crisi è quello dei mezzi di trasporto (Ͳ4,4% nel 2013).


Compro Oro

In città è boom di sale giochi e compro oro Torrigiani e Confesercenti: "Occhio ai fenomeni di riciclaggio del denaro sporco"

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di TOMMASO CARMIGNANI Empoli, 20 giugno 2014 Ͳ Boom di compro oro in città. I negozi che offrono un servizio di pagamento in contanti in cambio di metallo prezioso sono cresciuti a dismisura nel corso degli anni, arrivando a toccare la cifra record di 33. Se non è un allarme quello lanciato da Filippo Torrigiani, neo delegato di Avviso Pubblico per il Comune di Empoli, è comunque un invito a fare attenzione a ciò che sta nascendo, perchè non molto distante dai compro oro c’è molto spesso una sala scommesse. «Non stiamo assolutamente facendo di tutta l’erba un fascio — specifica Torrigiani — ma i dati parlano chiaro e dicono che in Italia le sale slot servono anche a riciclare i soldi della malavita. Noi pensiamo che le mafie siano sempre un qualcosa di lontano dalla nostra realtà, ma i fatti ci dicono che non è così". Avviso Pubblico è un’associazione di 300 Comuni di cui fa parte anche Empoli. Gli amministratori si impegnano nella lotta contro mafie e corruzione. Torrigiani è da sempre in prima linea nella battaglia per la legalità ed è un esperto di gioco d’azzardo. Celebri le sue ordinanze quando era assessore nella giunta Cappelli, senza dimenticare che molti dei punti del regolamento sul gioco varato a Empoli hanno dettato le linee guida di alcune importanti norme regionali e parlamentari. L’aumento sensibile dei compro oro in città è un segnale della crisi, così come lo è il proliferare delle sale scommesse. "Tra le tante proposte che abbiamo portato avanti all’interno di Avviso Pubblico — dice Torrigiani — c’è anche l’obbligo di utilizzare la tessera sanitaria per chi gioca alle slot. Tracciare il giocatore sarebbe importante perchè consentirebbe di individuare chi fa uso delle macchinette per riciclare denaro poco pulito". Torrigiani parla anche delle associazioni di categoria e del loro presunto immobilismo di fronte a certe situazioni. "Anche in questo caso — dice il consigliere comunale — non voglio fare di tutta l’erba un fascio, perchè il mio è un discorso di carattere locale e nazionale. Ma troppo spesso commercianti e artigiani si lamentano per gli aumenti dei costi dei parcheggi e non dicono niente quando accanto alle loro attività apre una sala scommesse". E da Lapo Cantini di Confersercenti arriva una risposta pienamente in linea con il TorrigianiͲpensiero. "Se le slot machine si trovano in un bar o in un locale qualsiasi — riflette il responsabile di zona dei commercianti — si parla comunque di luoghi di aggregazione dove si va principalmente per fare altro. Ma il proliferare delle sale scommesse, luoghi di emarginazione sociale, piace poco anche a noi senza contare che creano un elemento di concorrenza nei confronti delle attività più tradizionali. L’aumento dei compro oro? E’ uno dei segnali rivelatori della crisi — dice ancora Cantini — perchè significa che la gente non arriva a fine mese...".


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Identificata e denunciata un’affiatata coppia di truffatori napoletani che due settimane fa ha piazzato per mille euro ad un Compro Oro di viale Cairoli un paio di catenine di finto metallo prezioso. Nei confronti di B.P., 50 anni, e del compagno D.L., 59 anni, entrambi napoletani, è scattata una denuncia per rapina impropria in concorso e tentata truffa. La polizia ha diffuso le immagini dei due truffatori nella convinzione che i due non abbiano colpito soltanto una volta a Treviso e che altre vittime dei loro raggiri possano riconoscerli e farsi avanti in questura per denunciarli. Il fatto risale alla mattinata del 5 giugno, verso le 10.15, quando la donna, B.P., si presenta in un negozio di Compro Oro di viale Cairoli. La donna vuole vendere una collana ed un braccialetto di metallo prezioso, in cambio di contante. La signora, vestita in modo elegante e con inconfondibile accento napoletano, consegna i gioielli alla negoziante e, con la scusa di soffrire d’asma, chiede di aprire la porta del negozio. Poi esce simulando di andare a prendere il documento d’identità necessario per concludere l’affare. La negoziante sente puzza di bruciato e sui gioielli consegnati dalla donna fa un’ulteriore verifica con il reagente scoprendo che quelli appena barattati non sono gioielli ma patacche. La donna, una trentenne trevigiana, non si dà per vinta e si lancia all’inseguimento della truffatrice, scappata con i soldi a bordo di un’Opel Corsa guidata da un uomo. La trova all’interno di un altro Compro Oro della zona mentre cerca di truffare un’altra negoziante. La trevigiana truffata le intima di restituirle i soldi. Tra le due donne c'è una breve colluttazione. Spinte, schiaffi e strattoni. Ma la corpulenta truffatrice riesce a scappare e a raggiungere l’Opel Corsa, nella quale la attende il complice. A quel punto, viene lanciato l’allarme al 113. Sul posto arrivano gli agenti della volante. L’indagine passa poi alla squadra mobile. La polizia ha in mano diversi elementi: il tipo d’auto e la targa dei fuggitivi, la descrizione dell’uomo e della donna. Con la collaborazione dei colleghi del Coa (Centro operativo autostradale) di Napoli, l’auto dei truffatori viene intercettata ad Angri e la coppia denunciata per rapina impropria e tentata truffa. 18 giugno 2014



Insegue la truffatrice dei Compro Oro e scoppia la rissa, due denunce Una coppia di napoletani è stata deferita per rapina impropria in concorso. La titolare di un negozio li ha inseguiti per ore a Treviso Eleonora Biral 17 giugno 2014

TREVISO Ͳ E' stata truffata e ha inseguito la ladra fino al colpo successivo, è scoppiata una rissa. La malvivente è riuscita a scappare ma lei non si è data per vinta e l'ha inseguita un'altra volta, riuscendo a captare dettagli importantissimi per farla finire nei guai. La proprietaria di un Compro Oro di Treviso, con coraggio e perseveranza, è riuscita a fornire alle forze dell'ordine preziosissime informazioni per rintracciare una coppia napoletana, denunciata per rapina impropria in concorso. Era il 5 giugno quando una donna residente a Napoli, 50 anni, è entrata in un Compro Oro della città per vendere dei monili. Ad una prima verifica della proprietaria, 30 anni, i gioielli sono risultati veri. Nel frattempo la malvivente ha finto un malessere. "Soffro d'asma, posso tenere la porta del negozio aperta?", ha chiesto alla titolare. In questo modo si è creata una facile via di fuga. Con la scusa di andare a prendere un documento d'identità in auto, dove la aspettava il complice, nonchè compagno di 55 anni, è scappata. La proprietaria del negozio, che nel frattempo con una verifica più approfondita ha scoperto che si trattava di bigiotteria, l'ha inseguita. Ha messo in moto l'auto e l'ha rintracciata nei pressi di un altro Compro Oro. Qui la stessa scena. La donna ha finto un malore e ha chiesto di aprire la porta. La 30enne l'ha bloccata, chiedendo la restituzione del denaro. Ne è nata una colluttazione, la malcapitata è rimasta ferita al collo e al braccio. Refertata, i traumi sono risultati guaribili in dieci giorni. La truffatrice è riuscita a scappare e la titolare del negozio ancora una volta non si è data per vinta. Durante l'inseguimento è riuscita a intravedere il volto del complice. Dettagli fondamentali come l'identikit, insieme al numero di targa, forniti alla polizia che ha avviato le indagini. A distanza di un paio di giorni il Coa di Napoli ha intercettato l'auto dei malviventi ad Angri, tra Salerno e il Napoletano, bloccando entrambi. I due sono stati denunciati a piede libero per rapina impropria in concorso. Le indagini proseguiranno al fine di individuare altri possibili colpi commessi dalla coppia.


13/06/2014

/ů ƋƵĞƐƚŽƌĞ ĐŚŝƵĚĞ ϭϴ ͞ ŽŵƉƌŽ ŽƌŽ͟ ĐŽŶ ƵŶ ĐĂŶĂůĞ Ěŝ ŽŐŐĞƚƚŝ ƌƵďĂƚŝ È la conclusione dell’indagine che ha portato la scorsa settimana a quattro arresti per furto e ricettazione

Torino Diciotto negozi «compro oro» di Torino e provincia, appartenenti a tre società, sono stati chiusi su ordine del questore Antonino Cufalo dopo l’indagine che aveva portato, la scorsa settimana, a quattro arresti per furto e ricettazione. Le indagini avevano permesso di scoprire che, oltre al canale ufficiale, le attività avevano un canale sommerso di acquisizione dell’oro, che spesso veniva rubato da dipendenti infedeli di ditte del settore.


Settore e Moda

KƌŽůŽŐŝŽ ZŽůĞdž Ěŝ ƌŝĐ ůĂƉƚŽŶ ĂůůΖĂƐƚĂ ƐƵů ǁĞď Scritto da: Rosario Scelsi Ͳ venerdì 20 giugno 2014 ^ŝ ĂǀǀŝĐŝŶĂ ƵŶ ĂƉƉƵŶƚĂŵĞŶƚŽ ŝŵƉĞƌĚŝďŝůĞ ƉĞƌ Őůŝ ĂŵĂŶƚŝ ĚĞŐůŝ ŽƌŽůŽŐŝ Ěŝ ĨĂƐĐŝĂ ĂůƚĂ͘ &ƌĂ ƉŽĐŚŝ ŐŝŽƌŶŝ ĂŶĚƌĂŶŶŽ Ăůů͛ĂƐƚĂ ĂůĐƵŶŝ ĞƐĞŵƉůĂƌŝ ƉƌĞnjŝŽƐŝ ĂƉƉĂƌƚĞŶƵƚŝ Ă ƉĞƌƐŽŶĂůŝƚă Ěŝ ƐƉŝĐĐŽ͘

L’ŽƌŽůŽŐŝŽ ZŽůĞdž di ƌŝĐ ůĂƉƚŽŶ andrà all’asta nella sessione di vendita online gestita da Auctionata di Berlino, in programma per il 27 e 28 giugno. Il modello del celebre artista inglese è un KLJƐƚĞƌ ŚƌŽŶŽŐƌĂƉŚ (RIF. 6034) del 1950, proveniente dalla sua collezione privata. Per l’esemplare, il prezzo di partenza è di 50 mila euro, quello stimato tocca quota 100 mila euro. Nel catalogo dell’asta, battezzata “Chrono 24: Orologi di Lusso delle migliori marche”, ci sono diversi modelli, anche più costosi, che si preparano a stuzzicare la tentazione dei potenziali acquirenti. Quello del musicista britannico, vera leggenda del rock, è il pezzo di maggior fascino, per il nome cui si lega. Gli orologi provenienti dalla sua raccolta sono stati battuti all’asta, negli ultimi anni, a prezzi stratosferici. Fra i lotti di maggior rilievo della sessione all’orizzonte si segnala un rarissimo Patek Philippe Rattrapante Chronograph (RIF. 1436) in oro giallo prodotto attorno al 1939, con prezzo di partenza di 120 mila dollari e valore stimato di 240 mila dollari. In catalogo anche altri modelli dei due prestigiosi produttori di orologi svizzeri, ma la gamma comprende esemplari di firme diverse, come un elegantissimo Jaeger LeCoultre Master Grand Tourbillon (RIF. 149.2.34.S), un Vacheron Constantin Platin Grande Complication (RIF. 47211) e un A. Lange & Söhne Zeitwerk (RIF. 140.029). Tentazioni per tutti i gusti, quindi, ma non per tutte le tasche.


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A Londra è verde l’oro d’avanguardia

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Arcobaleno Pom Pom per Pomellato

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>Ă ŚŝŵĞƌĂ Ěŝ ZĂƐƉŝŶŝ ƉƌĞŵŝĂ ĂƌŝŽ &Ž 18/06/2014 By orafoitaliano

Ad Arezzo la creatività si esprime in ogni dettaglio, anche nei premi per i vincitori di /ĐĂƐƚŝĐĂ, la kermesse dedicata alle espressioni artistiche della contemporaneità. Ancora una volta infatti la realizzazione dei trofei è stata affidata all’argentiere Giovanni Raspini che, come di consueto, si è ispirato alla figura della Chimera, il mito fondatore della città, un capolavoro etrusco a tre teste (leone, capra e serpente). Le chimere by Raspini fuse in Bronzobianco, una lega dai riflessi lunari, sono una efficace sintesi di tradizione artigianale aretina e originalità di stile, come hanno avuto modo di vedere tutti gli intervenuti alla cerimonia di premiazione il 14 giugno al Palazzo Comunale di Arezzo. Da segnalare in particolare la Chimera del teatro, destinata a Dario Fo, una composizione plastica costellata di maschere, e la Chimera liquefatta della scorsa primavera che è stata donata al sociologo angloͲpolacco Zygmut Bauman, l’autore della definizione “modernità liquida”.


mercoledì 18 giugno 2014 L´INTERVISTA. Claudia Piaserico, presidente degli argentieri e delle industrie gioielliere: «Ragioneremo in un´ottica di filiera, con incontri con aziende di altri comparti»

«Alleanze: l´oro può far brillare altri settori» Cinzia Zuccon Morgani «È fondamentale fare leva sulla trasversalità, varare progetti anche con altri comparti del “made in Italy”, come l´arredamento o l´alimentare» Confindustria Vicenza e Verona, nella loro assemblea congiunta, evidenziano che insieme si ha più forza. E la sinergia trasversale diventa l´obiettivo anche di un settore, quello orafo, che per una serie di fattori Ͳ costo della materia prima, dazi proibitivi, concorrenza dei paesi emergenti, crisi Ͳ vive da oltre un decennio una continua emorragia. Una situazione lontana anni luce da quella in cui le aziende orafe della provincia, ormai dimezzate, hanno costruito la loro fortuna. Eppure gli spazi nel mercato ci sono, il problema è conquistarli e presidiarli. Per Claudia Piaserico, presidente della sezione orafi e argentieri di Confindustria Vicenza, «100 milioni di nuovi ricchi tra Cina, India e Brasile, garantiranno ancora spazi per la nostra gioielleria, a patto però di attuare nuove strategie che passano anche da una collaborazione tra settori diversi». Secondo i dati del servizio studi di Intesa S. Paolo, l´oreficeria di Vicenza ha esportato per 1,420 miliardi di valore assoluto nel 2013 segnando un Ͳ1,9% mentre Valenza è cresciuta del 12,6% e Arezzo del 21,5%. Hanno messo in atto strategie vincenti rispetto a Vicenza? >Ă &ŝĞƌĂ Ěŝ sŝĐĞŶnjĂ ƌĞƐƚĂ ƵŶ ƌŝĨĞƌŝŵĞŶƚŽ ĨŽŶĚĂŵĞŶƚĂůĞ͕ ĂŶĐŚĞ Penso siano dati transitori. Arezzo si distingue per l´alta gamma, ƉĞƌ ůĞ ƐŝŶĞƌŐŝĞ ĐŚĞ ƉŽƐƐŽŶŽ Valenza per preziosi a prezzi più contenuti, i loro mercati di ŶĂƐĐĞƌĞ ĐŽŵĞ ğ Őŝă ƐƚĂƚŽ ƉĞƌ KƌŝŐŝŶͮ ůĂƵĚŝĂ WŝĂƐĞƌŝĐŽ͕ riferimento sono più definiti, a Vicenza invece produciamo una ƉƌĞƐŝĚĞŶƚĞ ĚĞŐůŝ ŽƌĂĨŝͲĂƌŐĞŶƚŝĞƌŝ gioielleria molto varia. Ma non vedo una problematica specifica per Ěŝ ŽŶĨŝŶĚƵƐƚƌŝĂ le nostre realtà che stanno invece lavorando e investendo per interpretare meglio i mercati e reinventarsi. Veramente è una decina d´anni che si parla di reinventarsi. Cosa ci manca? Ci frena la paura del cambiamento e ci si mette in discussione con grande lentezza. Bisogna uscire da determinati schemi e entrare in altri. Per questo è fondamentale fare leva sulla trasversalità, capire come altri settori si sono mossi, la moda in primis. Si tratta di creare sinergie, ma anche di imparare. A comunicare innanzitutto. La sua azienda, Misis, entro l´anno aprirà 20 monomarca in Cina. E´ passata dalla sola commercializzazione alla produzione e in un momento particolarmente difficile. Cosa vi ha permesso alla vincere quella paura? Proprio il fatto che Misis avesse un suo core business consolidato. Dagli anni ´80 abbiamo sempre e solo commercializzato gioielli in argento, questo ci ha garantito la tranquillità economica per sperimentare senza l´ansia del risultato. Oggi non solo l´argento si lavora più che in passato, vediamo anche anelli che abbinano silicone e pietre preziose, monili in ceramica e diamanti, articoli in acciaio e altri che nascono da stampanti 3d con materiali tecnologici. Cosa resta del settore orafo al di là del mercato del lusso? Il settore naturalmente si sta adeguando al cambiamento intervenuto nella società. È anche vero che sono aumentate le quantità d´oro utilizzate nella produzione mondiale, ma l´argento ha raggiunto un picco,


significa che è necessario diversificare le proposte. Ma vale soprattutto per il mercato interno, in quelli più lontani la gioielleria resta preziosa e più del prezzo conta la qualità, la particolarità, le caratteristiche della manifattura che sono nostre prerogative. Il ´made in Italy´ ha una sua forza, specie se inserito in un contesto di più ampio. In questo senso ho molto apprezzato lo sforzo fatto dalla Fiera con Origin. Oro e moda sta diventando infatti un binomio da spendere. All´interno della stessa Confindustria avete manifestato l´intenzione di collaborare. La trasversalità includerà anche altri settori? E che tempi vi date? Con Carlo Teso, da poco presidente di TessileͲModa, abbiamo iniziato a confrontarci; intendo formulare proposte concrete per l´inverno prossimo. L´obiettivo però è varare progetti anche con altri comparti del ´made in Italy´ o del lusso, come arredamento e alimentare, ritengo sia strategico ragionare in un´ottica di filiera tra settori differenti. So di un´azienda che ha prodotto porte in oro per un cliente russo; certo, un estremo, ma ci sono imprese che hanno successo perché capaci di creare qualcosa di originale unendo prodotti e eccellenze differenti. Inventare qualcosa di completamente nuovo è difficile, ma conoscendo meglio altri settori possiamo capire nuove necessità, per questo promuoverò visite in aziende di altri comparti. Da occasione nasce occasione. Una strategia acquisisce forza se condivisa a più livelli. Pensa che il progetto della Fiera di dedicare al ´made in Italy´ l´esposizione orafa di maggio potrebbe essere l´occasione per promuovere questa più ampia trasversalità? In questo modo potrebbe in effetti diventare una fiera molto interessante, ci permetterebbe di approcciare una clientela differente e più ampia. Comincerò a ragionarci per fare delle proposte.


Nella valle degli orologi Pubblicato il 17 giugno 2014 da Direttore | Alta orologeria

A Glashütte, in Germania, dove nascono i migliori orologi tedeschi

di Davide PASSONI C’è un posto, in Germania, che è come un pezzetto di Svizzera trapiantato a pochi chilometri dal confine con la Repubblica Ceca. Siamo in Sassonia, poco a sud Dresda, città bellissima e maledetta che, in poco più di 40 anni (dal 1945 alla caduta del Muro), ha subito tante umiliazioni e distruzioni da farle quasi perdere quella ricchezza culturale, artistica e architettonica che le è valsa il soprannome di “Firenze sull’Elba”. Dicevamo della valle, sui Monti Metalliferi, il cui centro principale è la piccola città di Glashütte, poco più di 7mila anime e una concentrazione di manifatture orologiere da far impallidire i cugini svizzeri. Glashütte Original, A. Langhe & Sohne, Nomos Glashütte, Moritz Grossmann, Mühle Glashütte sono solo alcuni dei brand di alta orologeria pigiati nei pochi chilometri quadrati della valle. E il richiamo alla Svizzera non è campato per aria. Colui che, nel 1845, gettò le basi per trasformare la valle di Glashütte nella valle degli orologi, fu infatti Ferdinand Adolph Lange il quale, nativo di Dresda ma formatosi come orologiaio in Svizzera, ritrovò nella valle l’ambiente e l’humus più adatti per “trapiantarvi” un modello elvetico. Non era solo un fatto di conformazione geografica e climatica, ma anche il saper sfruttare una consolidata sapienza artigiana nel lavorare piccola cesteria, continuando a operare sul piccolo ma passando dalla paglia ai meccanismi degli orologi. Senza contare che, ormai, le miniere presenti nella zona sulle quali si sosteneva l’economia dei suoi abitanti erano esaurite e i piccoli centri abitati erano destinati a un inesorabile impoverimento. La visione imprenditoriale di Lange non solo lo portò a fondare quella che sarebbe poi diventata la manifattura A. Langhe & Sohne, ma fece in modo che, liberando la concorrenza tra i migliori maestri orologiai del momento, la valle ne traesse beneficio in termini di prodotti, artigianalità, opportunità di lavoro e knowͲhow, riportando pian piano la città a una ritrovata prosperità. Fu così che, negli anni, le manifatture aumentarono, insieme alla qualità degli orologi prodotti, e la valle si trasformò in un’isola felice.


Un’isola che, però, stava in una nazione che si chiama Germania, della quale scontò le scelte scellerate delle due Guerre Mondiali, anche se in misura differente. Glashütte, infatti, risentì della pesante recessione seguita alla sconfitta nella Grande Guerra e assaggiò le bombe della Seconda Guerra Mondiale. Non, però, quelle alleate che rasero al suolo la vicina Dresda, ma quelle dell’Armata Rossa, per di più, ironia della sorte, nell’ultimo giorno di guerra. Una devastazione alla quale i sovietici fecero seguire l’umiliazione di requisire e portare in patria macchinari, disegni, pezzi di orologeria, in nome di quel socialismo reale che, negli anni della Guerra Fredda, chiuse Dresda e i suoi dintorni oltrecortina e uniformò le produzioni di Glashütte su uno standard di medietà al quale ciascuno doveva sottostare. Lussi, privilegi e mollezze occidentali non erano permesse, i prodotti dovevano essere uguali per tutti (almeno per i poveri cristi che non facevano parte della nomenklatura) e l’estetica era sacrificata alla funzionalità. Non tutto, però, era finito nelle mani dei sovietici. Da macchinari, dime e disegni gelosamente nascosti sfuggiti per caso alle razzie russe, gli abitanti di Glashütte, per l’ennesima volta – tenaci e testardi montanari che non sono altro – nella loro storia sono ripartiti per regalare agli appassionati di alta orologeria un nuovo capitolo di artigianalità e passione. Una storia, quella di Glashütte, che merita di essere raccontata e che Swatch Group, proprietario del marchio Glashütte Original, ha pensato di raccontare istituendo nella cittadina sassone il Museo dell’Orologeria Tedesca.


ĂƵŵĞ Θ DĞƌĐŝĞƌ ŵĂŶƚŝĞŶĞ ůĞ WƌŽŵĞƐƐĞ 17/06/2014 By orafoitaliano Molte belle pagine di orologeria femminile portano la firma di Baume & Mercier, azienda svizzera tra le più antiche che oggi fa parte del gruppo Richemont. Dagli orologini Art Déco ai segnatempo gioiello dei Sessanta, le collezioni della maison hanno sempre interpretato con eleganza e dinamismo i gusti delle donne attente allo scorrere delle ore. Tra i punti di forza del brand il più efficace e riconosciuto è senz’altro il design innovativo, pur nel solco di una memoria condivisa. E anche quest’anno la promessa di novità viene mantenuta con una collezione che merita attenzione: si tratta di Promesse, appunto, che rilegge un modello degli anni Settanta caratterizzato dall’abbinamento della lunetta ovale alle linee morbide della cassa tonda. Disponibili in diametro 30 e 34 millimetri, gli orologi Promesse hanno la cassa in acciaio con lunette ovali in madreperla, decorate da oro rosso o tempestate da diamanti. I quadranti in madreperla hanno riflessi azzurri o argentati. (EĞůůĂ ĨŽƚŽ ŝů ŵŽĚĞůůŽ WƌŽŵĞƐƐĞ ϭϬϭϲϯ ŝŶ ĂĐĐŝĂŝŽ Ğ ŽƌŽ ƌŽƐƐŽ ĂůŝŵĞŶƚĂƚŽ ĚĂ ƵŶ ĐĂůŝďƌŽ ĂƵƚŽŵĂƚŝĐŽ ĐŽŶ ŵĂƐƐĂ ŽƐĐŝůůĂŶƚĞ ĚĞĐŽƌĂƚĂ ƀƚĞƐ ĚĞ 'ĞŶğǀĞ).


Pagina: Moda&Design Data: 16 Giugno 2014


>ƵdžƵƌLJ 'ĂůůĞƌLJ DĂůƉĞŶƐĂ͗ ĂƉƌĞ ,ŽƵƌ WĂƐƐŝŽŶ 16/06/2014 By orafoitaliano E’ stata inaugurata recentemente da Swatch Group Italia la prima boutique Hour Passion nell’area extra Schengen dell’aeroporto di Milano Malpensa (nella foto). Hour Passion si trova all’interno della Luxury Gallery di Malpensa, uno spazio elegante che raccoglie alcune tra le migliori marche dello shopping di lusso. La boutique, che si snoda su 85 metri quadrati, gioca su colori chiari che rendono lo spazio arioso ed elegante – il rovere del pavimento al bianco alternato alla pietra chiara delle pareti fino al vetro laccato dei mobili. Hour Passion rappresenta importanti brand di orologi di livello medio e medioͲalto del Gruppo Swatch: Longines, Rado, Tissot, Calvin Klein Watches, Mido, Hamilton, Swatch, Flik Flak. Anche i marchi Chopard e Roberto Coin sono presenti. Con la boutique di Malpensa, Hour Passion può vantare 56 negozi in tutto il mondo, di cui 6 in Italia.


^ƵĐĐĞƐƐŽ ŝƚĂůŝĂŶŽ Ăů ŽƵƚƵƌĞ ^ŚŽǁ Ěŝ >ĂƐ sĞŐĂƐ 16/06/2014 By orafoitaliano

Grande successo degli espositori italiani al Couture Show, concluso da pochi giorni presso il Wynn Resort di Las Vegas. Il prestigioso evento, rivolto esclusivamente a una selezione dei principali designer e marchi internazionali di gioielleria e orologeria, ha visto una massiccia presenza di nomi italiani tra i finalisti e i vincitori degli ambitissimi Couture Awards, organizzati secondo varie categorie. Gannon Brousseau, direttore dello Show, ha espresso profonda ammirazione per l’alto livello artistico ed estetico dei gioielli presentati a questa edizione: “Dall’idea alla realizzazione di un’opera d’arte, è il vostro processo creativo che vi distingue e vi caratterizza come veri artisti: e proprio la vostra presenza qui a Couture rende questa manifestazione unica al mondo”. La giuria – composta da Alex Sepkus, Amanda Weiner di Harper’s Bazaar, Candy Udell, Joanne Teichman di Ylang 23 e Vivienne Becker – ha nominato per ogni categoria un vincitore e un secondo e un terzo classificato. Per quanto riguarda il nostro Paese, sono risultati vincitori Qayten (categoria Diamanti oltre i 20 mila $), Giovanni Ferraris (categoria Haute Couture), Montegrappa (categoria Argento) e Annamaria Cammilli (categoria Debuttanti). Tra i secondi classificati risultano Mattioli (Pietre di colore sotto i 20 mila $), Paolo Costagli (Diamanti oltre i 20 mila $), Annamaria Cammilli (Oro), Roberto Demeglio/Sofer (Innovazione), Qayten (Debuttanti). Tra i terzi classificati: Casato (Diamanti sotto i 20 mila $), Roberto Demeglio/Sofer (Debuttanti). Nella foto: la premiazione di Giovanni Ferraris.


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GaGà Milano per Brasile 2014 Pubblicato il 15 giugno 2014 da Redazione | Alta orologeria

La maison orologiera crea Manuale 48 Brasile World Cup 2014

Quando cominciano i Mondiali di calcio, da parte di numerosi brand di qualsiasi categoria merceologica (anche e soprattutto di quelle che nulla c’entrano con il calcio) è tutto un susseguirsi di iniziative, spesso pretestuose, per legare dei propri prodotti all’appuntamento pallonaro. Alla tendenza si unisce anche GaGà Milano che lancia, in occasione di Brasile 2014, il nuovo modello unisex, Manuale 48 Brasile World Cup 2014. Ispirandosi a sei delle squadre che partecipano a Brasile 2014, GaGà Milano ha creato un orologio per ognuna, in edizione limitata di 300 esemplari, ad eccezione del Giappone. I colori di Brasile, Argentina, Italia, Spagna, Inghilterra e Giappone vestono la nuova collezione dedicata alla 20esima edizione dei Campionati mondiali di calcio 2014. Il nuovo Manuale 48 Brasile World Cup 2014 è animato da un movimento automatico a vista e caratterizzato dalla cassa in alluminio con trattamento IP colorato e il quadrante protetto da vetro minerale ad alta resistenza. I cinturini in silicone riprendono le tinte delle squadre a cui si ispirano gli orologi. Con la promessa che non sarà già vecchio alla fine di questi mondiali…


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IO DONNA

Data: 14 Giugno 2014


Asta record per orologio Snake di Bulgari ^ĂďĂƚŽ ϭϰ 'ŝƵŐŶŽ ϮϬϭϰ ^ĐƌŝƚƚŽ ĚĂ 'ƌĞƚĂ DŝůŝĐŝ

YƵĂŶƚŽ ǀĂůĞ ƵŶ raro orologio ĚĂ ƉŽůƐŽ Snake Ěŝ Bulgari ƐŵĂůƚĂƚŽ Ğ ĐŽŶ ĚŝĂŵĂŶƚŝ͍ 1,11 milioni di dollari͕ ƐƚĂŶĚŽ Ăů prezzo record ĐŽŶ ĐƵŝ ğ ƐƚĂƚŽ ǀĞŶĚƵƚŽ Ăůů͛ŝŶĐĂŶƚŽ ĚĂ ŚƌŝƐƚŝĞ͛Ɛ͘ /Ŷ ŽĐĐĂƐŝŽŶĞ ĚĞůůĂ ƌĞĐĞŶƚĞ ĂƐƚĂ ͞/ŵƉŽƌƚĂŶƚ :ĞǁĞůƐ͟ ƚĞŶƵƚĂƐŝ Ă >ŽŶĚƌĂ͕ ŝŶĨĂƚƚŝ͕ ůĂ ĐĂƐĂ Ě͛ĂƐƚĞ ŚĂ ƌĂĐĐŽůƚŽ ϭϯ͕ϲ ŵŝůŝŽŶŝ Ěŝ ĚŽůůĂƌŝ͕ ƵŶĂ ƉĂƌƚĞ ĚĞŝ ƋƵĂůŝ ğ ƐƚĂƚĂ ŐĞŶĞƌĂƚĂ ƉƌŽƉƌŝŽ ĚĂůůĂ ǀĞŶĚŝƚĂ ĚĞů ƐƵĚĚĞƚƚŽ ŽƌŽůŽŐŝŽ͘ /ů ůŽƚƚŽ ͞ĨŽƌƚƵŶĂƚŽ͟ ğ ƵŶ ƐĞŐŶĂƚĞŵƉŽ ƵůŐĂƌŝ ĚĂƚĂƚŽ ϭϵϲϱ͕ Ă ĨŽƌŵĂ Ěŝ ƐĞƌƉĞŶƚĞ͕ ĐŽŶ bracciale molle a spirale͕ ƚĞŵƉĞƐƚĂƚŽ Ěŝ diamanti͕ ĚŽƚĂƚŽ Ěŝ movimento meccanico Ğ Ěŝ ƵŶ ƋƵĂĚƌĂŶƚĞ ĐŝƌĐŽůĂƌĞ ĐŽŶ ŶƵŵĞƌŝ ĂƌĂďŝ͘ >Ă ĐŝĨƌĂ ƌĂĐĐŽůƚĂ ƉĞƌ ŝů ƐŽůŽ ŽƌŽůŽŐŝŽ ƐĞƌƉĞŶƚŝ Ěŝ ƵůŐĂƌŝ ƌĂƉƉƌĞƐĞŶƚĂ ƵŶ ƌĞĐŽƌĚ Ěŝ ƉĞƌ ƐĠ͕ ŵĂ ĂŶĐŚĞ ƵŶ ƐƵƉĞƌĂŵĞŶƚŽ ŶŽƚĞǀŽůĞ ĚĞůůĞ ƐƚŝŵĞ ĚĂů ŵŽŵĞŶƚŽ ĐŚĞ ŝů ƉĞnjnjŽ ğ ƐƚĂƚŽ ǀĞŶĚƵƚŽ ĂĚ ƵŶ prezzo due volte superiore quello stimato͘


ƵĞ ŶƵŽǀĞ ǀĞƚƌŝŶĞ ^ƚƌŽŝůŝ ŝŶ DĞĚŝŽ KƌŝĞŶƚĞ 13/06/2014 By orafoitaliano Sempre più internazionale e sempre più presente nei centri vitali del lusso, Stroili oro allarga la sua rete di boutique inaugurando due nuove vetrine negli Emirati Arabi. I nuovi punti vendita di Abu Dhabi, nel Mushriff Mall, e di Sharjah nel Saharjah City Centre si aggiungono ai tre già esistenti nella regione del Golfo, rileggendo in chiave più luxury e scintillante il concept dei negozi Stroili. Giochi cromatici a contrasto, finiture in oro, riflessi che esaltano la luminosità dei gioielli sono gli aspetti estetici che rendono l’ambiente accogliente e intrigante. Il ruolo di primo piano spetta però alle collezioni, che mantengono l’approccio fashion del marchio pur rispettando i criteri di qualità che distinguono il Made in Italy nel mondo. Fedele da sempre a un’idea di lusso democratico, con prezzi d’ingresso accessibili ad un largo pubblico, Stroili Gioielli con la sua catena di 366 boutique monomarca e 100 multimarca si dimostra un modello vincente: il fatturato del 2013 è infatti cresciuto del 5% rispetto all’anno precedente, toccando i 210 milioni, e nel corso del 2014 è previsto un ulteriore sviluppo


Cronaca

Colpo in gioielleria a Langhirano I carabinieri arrestano la banda Grazie alle immagini e a una serie di indagini i militari li hanno identificati e arrestati, in collaborazione con i carabinieri di Canicattì 17 giugno 2014 I carabinieri hanno arrestato i banditi autori del colpo alla gioielleria Montelupo di Langhirano lo scorso due maggio. In manette tre persone, due si italiani e un albanese. Si tratta di Francesco Liuzza, 42enne residente a Parma, Valentina Lo Manto, 24 anni di Canicattì (Agrigento) e Alban Voka (26 anni). I banditi avevano fatto irruzione nella gioielleria armi alla mano, minacciando e immobilizzando la titolare e un'altra persona con delle fascette da elettricista, rubando 100 mila euro tra gioielli e preziosi. Grazie alle immagini e a una serie di indagini i militari li hanno identificati e arrestati, in collaborazione con i carabinieri di Canicattì. Dovranno rispondere di rapina aggravata, sequestro di persona e porto di detenzione illegali di arma da sparo. Per Liuzza anche il reato di evasione, visto che si trovava ai domiciliari. L'Arma ha recuperato circa metà del bottino dalle abitazioni dei malviventi e in alcuni Compro oro a Parma e in Sicilia, estranei ai fatti. Le indagini continuano per appurare eventuali altri colpi messi a segno dalla banda. ;ƌĂĨĨĂĞůĞ ĐĂƐƚĂŐŶŽͿ


Rapina in gioielleria, bottino 20mila euro Due banditi entrano nel negozio e minacciano il titolare con la pistola PADOVA Ͳ Rapina in una gioielleria in via Piovese 41 a Padova. Due banditi sono entrati nel negozio col volto coperto e armati di pistola. Hanno minacciato il titolare di 27 anni: «Apri la cassaforte o ti ammazziamo». Dopo tre minuti sono usciti con 20mila euro in gioielli. La rapina è successa alle 18.30. Le indagini sono state affidate alla Polizia di Stato. 17 giugno 2014


VIVIMILANO

Pagina: Lombardia Data: 17 Giugno 2014


VIVIMILANO

Pagina: Cronaca di Milano Data: 17 Giugno 2014



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