Rassegna stampa 25 marzo 2014 def

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Rassegna Stampa



ECONOMIA E MERCATI SOLE 24 ORE

SOLE 24 ORE SOLE 24 ORE LA REPUBBLICA SOLE 24 ORE LA REPUBBLICA IL GIORNALE DEL LUSSO INFORMAZIONI D’ORO INFORMAZIONI D’ORO SOLE 24 ORE SOLE 24 ORE SOLE 24 ORE INFORMAZIONI D’ORO INFORMAZIONI D’ORO SOLE 24 ORE

FISCO

ITALIA OGGI

25 Marzo 2014

Export extra ue avanti adagio frenato da energia e oro. Balzo delle vendite in CinaeStatiUniti Gli orologi virano verso il lusso Oro a picco verso quota 1.300 dollari “Damiani” i signori del gioiello tentati dagli altri oggetti di lusso Lo sviluppo di Morellato passa dalle vendite online Swatch, non si ferma il tempo della crescita Il mercato degli orologi in Italia L’oro tra la Fed e l’Ucraina Indagine su manipolazione prezzo oro Oro in caduta sull'attesa di un rialzo dei tassi Usa Per Swatch «la crescita sarà solida» Per l'89% dei brand sono in vista acquisizioni Oro segnali positivi? Crescita del prezzo dell'oro fino a 3.600 Pechino cerca un posto d'onore nel fixing dell'oro

Iva sull’e-commerce, in arrivo una rivoluzione copernicana

COMPRO ORO

CORRIERE DEL VENETO Portano la refurtiva da un «compro oro». Ma negoziante non si fida e li fa arrestare GAZZETTA DEL SUD MESSINA Compro oro irregolari. Sospese tre licenze INFORMAZIONI D’ORO Corsa alla vendita dell'oro STRETTOWEB.COM Festina Italia torna all’utile nel 2013 MESTRE TODAY Il compro oro "incastra" il ladro: "Pezzo di m... chiami la polizia?"

SETTORE E MODA

IL GIORNALE DEL LUSSO INFORMAZIONI D’ORO INFORMAZIONI D’ORO L’ORAFO FRIZZIFRIZZI LA REPUBBLICA

Dodo, vento di cambiamento Pandora, gioielli primavera 2014 I gioielli dei vichinghi al British Museum Le Arti Orafe Jewellery School racconta il gioiello nell’arte Bulgari | Collezione Diva Orologi con il marchi e attenzione alla clientela estesa per diventare come Bulgari LA REPUBBLICA Orologi, la Cina dà la carica e l’Italia tiene grazie al lusso LA REPUBBLICA il viaggio di rolex nella cultura italiana da Venezia a Milano CORRIERE DELLA SERA Riapre lo “scrigno” della dolce vita INFORMAZIONI D’ORO Nasce la prima collana fotovoltaica PAMBIANCONEWS Api:“Chantecler cerca socio, anche industriale” LA REPUBBLICA Chopard, la passione per la velocità ora corre in Porsche LA REPUBBLICA Re Giorgio s’ispira allo swing e al foxtrot LA REPUBBLICA Design e distribuzione, gli assi di Bulgari LA REPUBBLICA Gucci, la svolta si chiama G Timeless CORRIERE DEL MEZZOGGIORNO Tutti in fila anche a Parigi per il tesoro di San Gennaro PAMBIANCONEWS Savelli vende uno smartphone da 120mila euro L’ORAFO A Milano le Giornate Europee dei Mestieri d’Arte 2014


CORRIERE DELLA SERA Plance all’aria SOLE 24 ORE Made in italy, luoghi comuni al bando ma etichette trasparenti SOLE 24 ORE Babin: «Per Bulgari la crescita continua»

CRONACA

CORRIERE DELLA SERA Corsico, gioielliere colpito alla testa durante un tentativo di rapina

Rassegna in collaborazione con


Economia e Mercati

džƉŽƌƚ ĞdžƚƌĂͲƵĞ ĂǀĂŶƚŝ ĂĚĂŐŝŽ ĨƌĞŶĂƚŽ ĚĂ ĞŶĞƌŐŝĂ Ğ ŽƌŽ͘ ĂůnjŽ ĚĞůůĞ ǀĞŶĚŝƚĞ ŝŶ ŝŶĂ Ğ ^ƚĂƚŝ hŶŝƚŝ di Luca Orlando 25 marzo 2014 Avanti adagio. L'export extraͲUe a febbraio recupera su base annua lo 0,5%, crescita che lievità però al 2,1% escludendo dal calcolo l'energia, i cui listini sono in discesa in termini tendenziali. Sull'export nazionale, che su base mensile destagionalizzata cede il 2%, continua a pesare anche il calo dei listini dell'oro, il cui effetto diretto è visibile nel Ͳ16% nelle vendite dirette verso la Svizzera. A livello settoriale sono in calo energia e prodotti intermedi (dove l'Istat classifica l'oro) mentre crescono in modo deciso le vendite di beni di consumo (+6,3%) durevoli e non e di prodotti strumentali (+5,8%). Tra i singoli paesi spicca l'ottima performance degli Stati Uniti, in crescita di oltre otto punti, una fortuna per le nostre aziende in un momento in cui Svizzera, Russia e India innestano la restromarcia. Ottimo risultato anche per la Cina, in crescita del 14,3%, superata solo dal balzo di quasi 23 punti per il nordafrica. A febbraio le importazioni cedono oltre cinque punti percentuali, spingendo ancora una volta verso l'alto il saldo della bilancia commerciale. A febbraio c'è un attivo di 1,4 miliardi, a fronte di un attivo di 659 milioni nello stesso mese del 2013.


del 25 Marzo 2014

Baselworld 2014. Apre giovedì il Salone che con 150mila buyer genera l'80% del fatturato del settore

Gli orologi virano verso il lusso I pezzi con prezzo sopra i 3mila franchi valgono i due terzi dell'export Augusto Capitanucci Countdown per il taglio del nastro di Baselworld, il Salone dell'orologeria e della gioielleria in calendario dal 27 marzo al 3 aprile: negli ultimi due mesi il centro espositivo ridisegnato dallo studio di architettura Herzog & de Meuron - che genera l'80% del fatturato dell'industria elvetica - ha visto arrivare 7mila autoarticolati e 20mila addetti per dare forma a uno dei più complessi progetti logistici e di montaggio della Svizzera. In vetrina le novità creative e produttive di gran parte della case orologiere, impegnate ad anticipare i desideri dei consumatori globali, particolarmente interessati al segmento top del mercato: nel 2013 i pezzi esportati dall'industria svizzera degli orologi con un prezzo oltre i 3mila franchi hanno sfiorato quota 1,6 milioni, con un valore di quasi 13,5 miliardi di franchi. Una strategia irrinunciabile per tutte le maison, non solo nell'orologeria ma nell'hard luxury in genere, specie quando si parla di declinazioni femminili, che oggi puntano senza mezze misure alle complicazioni e all'esclusività. Testimone del trend è la maison Chopard, che riassume le competenze della manifattura ginevrina nell'orologio Happy Sport Tourbillon Joaillerie, ingresso della linea nell'alta orologeria. All'interno della cassa in oro bianco da 42 mm, pulsa un movimento Luc 02.16-L di manifattura certificato Cosc. Chanel Horlogerie, ormai membro a pieno titolo dell'Olimpo delle lancette, esplora l'universo delle alte complicazioni con il J12 Tourbillon Volante. Realizzato in un'edizione limitata di appena cinque esemplari, ha una cassa da 38 mm in oro bianco come il bracciale ed è impreziosita da diamanti. Il calibro è stato creato in esclusiva per la maison dalla rinomata Renaud et Papi. Da Rado, marca della galassia Swatch Group specializzata nella realizzazione di strumenti del tempo in ceramica, basta invece sfiorare con un dito il lato della cassa per correggere l'orario dell'Esenza Ceramic Touch Fibonacci Diamonds. La cassa dei 300 pezzi prodotti in limited edition è ovale monoblocco in ceramica high tech ed ha un quadrante decorato con brillanti. I diamanti neri sono fin dalla nascita la caratteristica distintiva di De Grisogono. Nella stagione 2014, l'eccezione si chiama Tondo by Night e si ispira alla collezione di anelli Melody of Colours. La cassa in materiale composito luminescente di colore turchese o viola, come il cinturino in galuchat, ha un diametro di 43 mm e l'apertura del quadrante è di 28,5 mm: all'interno ospita un movimento automatico capace di 42 ore di riserva di marcia. La lunetta d'acciaio con Pvd nero è tempestata da 48 ametiste per un totale di 1,06 carati o da 48 spinelli (1,57carati), pietre che ornano anche la massa oscillante. Non è più una prima nell'universo femminile nemmeno per Swarovski che propone il Citra Chrono, un cronografo da donna con cassa da 38 mm in acciaio e trattamento Pvd oro rosa. A caratterizzarlo, il motivo circolare al centro che unisce i due contatori cronografici e la lunetta con 40 cristalli trasparenti. A Baselworld "sfila" anche la maison Versace, fresca dell'accordo con il fondo americano Blackstone per la cessione del 20% del capitale. Protagonista il modello V-Signature, che s'ispira all'omonima collezione di accessori. La cassa in acciaio Ip rose gold da 35 mm ha una lunetta con motivo Greca inciso ed è assicurata al polso da un doppio cinturino in vernice, a polsiera e tradizionale. Salvatore Ferragamo, infine, interpreta la celebre fibbia del marchio con il modello Buckle. È questa, infatti, la forma scelta per la sua cassa in acciaio da 37 mm con trattamento Ip oro. Il movimento di fabbricazione svizzera è al quarzo e il cinturino in vitello a concia vegetale ha impunture a contrasto e fibbia deployante.


del 25 Marzo 2014

In breve PREZIOSI

Oro a picco verso quota 1.300 dollari L'oro ha accelerato la discesa, dopo il ribasso del 3,5% della settimana scorsa. L'ondata di vendite – sollecitata dall'aspettativa di un rialzo dei tassi di interesse Usa già nel 2015, dopo il discorso della presidente della Fed Janet Yellen – ieri ha fatto calare le quotazioni di circa il 2%, fino a 1.307,54 $/oncia sul mercato spot londinese, il minimo dal 14 febbraio.


25-MAR-2014

Lettori: n.d. Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Ezio Mauro

da pag. 15


25-MAR-2014

Lettori: n.d. Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Ezio Mauro

da pag. 15


del 24 Marzo 2014

Gioielli e orologi. Partnership con Triboo per raddoppiare i ricavi via web in due anni

Lo sviluppo di Morellato passa dalle vendite online Carraro: «Il 2014 è partito bene, anche l'Italia torna a crescere» Monica D'Ascenzo La rivoluzione dell'e-commerce sta tenendo banco sulle Borse internazionali ed è un'occasione da non perdere per i brand in un'ottica di espansione globale. Il gruppo Morellato ha colto al volo l'opportunità e dopo anni di gestione interna ha deciso di scegliere un partner specializzato per dare un'accelerazione allo sviluppo sul web dei propri marchi. «Operiamo nell'e-commerce da alcuni anni attraverso i siti dei nostri brand e abbiamo avuto risultati soddisfacenti – commenta Massimo Carraro, presidente e amministratore delegato del gruppo Morellato –. In particolare abbiamo sviluppato l'attività in Europa attraverso la gestione interna, ma ora ci siamo resi conto, grazie all'esperienza in altre aree geografiche, che è più opportuno operare con una partnership di qualità. In Cina, ad esempio, abbiamo già un partner importante nell'ecommerce». Al termine di un lungo percorso di selezione, è stato individuato come partner Triboo Digitale, la e-commerce company fondata nel 2011 da Giulio Corno e gestita dall'amministratore delegato Marco Realfonzo. Massimo Carraro ha chiari gli obiettivi da raggiungere a medio e lungo termine: «L'e-commerce attualmente vale il 2% dei nostri ricavi, che nel 2013 si sono attestati a 185 milioni di euro. Pensiamo che nel prossimo biennio questa percentuale possa raddoppiare per arrivare poi al 6-8% nel giro di quattro anni». Quanto alla redditività, il gruppo ha realizzato nello scorso esercizio un margine operativo lordo di 18 milioni. «Il 2014 è iniziato bene – spiega Carraro – perché continua il processo di crescita sui mercati extra europei come nell'ultimo biennio. Sono tornati a crescere anche i mercati europei, come Francia e Germania, oltre all'Est Europa. Inoltre si è fermato il calo che avevamo finora visto in Italia, quindi la crescita extra Italia è in saldo positivo e non più compensazione della flessione del mercato domestico». Il primo trimestre 2014 si dovrebbe chiudere per il gruppo con ricavi in aumento del 7-8%, «come da budget» sottolinea Carraro. Dal canto suo Triboo Digitale è pronta a mettersi al lavoro per valorizzare i siti dei brand del gruppo già esistenti e per lanciare nuovi siti in aree geografiche non ancora esplorate: «Abbiamo 19 rappresentanti fiscali in Europa e siamo in grado di fornire un'assistenza in loco» spiega Marco Realfonzo, amministratore delegato della e-commerce company, aggiungendo: «Prenderemo in gestione lo store Morellato e apriremo alla vendita in tutti i Paesi europei, dove le stime indicano una crescita media dell'e-commerce del 16% nel 2014. In Italia le attese sono più ottimistiche con un +19% nei prossimi due anni». Triboo Digitale, che ha chiuso il 2013 con 56 milioni di fatturato, è già partner di Benetton, L'Autre Chose, Alviero Martini 1a Classe, Stefanel, Scarpe e Scarpe e Sisley, oltre a Ferrari e Maserati. Il gruppo Morellato, nato nel 1930 dall'orologiaio veneziano Giulio Morellato e acquisita nel 1990 da Massimo e Marco Carraro, ha oggi in portafoglio i marchi di orologi Sector con le controllate Philip Watch e, nei gioielli, Chronostar, Pianegonda e Blue Spirit, oltre alle licenze per Just Cavalli, Maserati e John Galliano. Il gruppo ha otto controllate ad Hong Kong, Shanghai, Barcellona, Stoccarda, Lione, New York, Dubai, Lugano, 1.200 dipendenti di cui 760 in Italia, 450 punti vendita e 4mila concessionari worldwide. A quando la quotazione? «Il giorno in cui ci sarà una Borsa in Italia, ci porrremo quell'obiettivo» taglia corto Carraro. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Pagina: Moda&Design Data: 24 Marzo 2014


Il mercato degli orologi in Italia Pubblicato il 24 marzo 2014 da Redazione | Alta orologeria L’indagine GfK Retail & Technology per Assorologi

Come ogni anno, Assorologi dà i numeri grazie alla nona edizione della indagine annuale sugli acquisti di orologi da polso in Italia effettuata da 'Ĩ< ZĞƚĂŝů Θ dĞĐŚŶŽůŽŐLJ. Dall’indagine emerge che sono 6,5 milioni gli orologi da polso acquistati dagli italiani nel 2013, per un valore di 1,15 miliardi di euro. Prosegue il trend negativo in termini di numero di pezzi venduti (Ͳ5,6% sul 2012) mentre si registra una leggera crescita a valore (+0,5%). In ripresa anche il prezzo medio che passa da 163 a 174 euro. Buona la performance degli orologi da uomo che, pur confermando il 40,2% a quantità, guadagnano in misura netta a valore (dal 52,3% al 64,4%), mentre cala in misura corrispondente l’orologio da donna: 47% a quantità e 32% della spesa a valore. Sale la percentuale di orologi con movimento al quarzo (84%), con cassa in acciaio (74,3%). Mentre flettono gli orologi con cassa in materiale plastico, gomma, silicone, che si fermano al 20,3% dei pezzi totali. Scende anche la quantità di “solo tempo” (72,8%) a beneficio dei cronografo/multifunzione (25,3% ma addirittura 41% a valore), a testimonianza dell’amore degli italiani per le piccole lancette. Il cinturino in metallo è sempre il preferito (45% a quantità) ma cala sensibilmente a valore (36%); cala quello in plastica/resina/silicone (30% a quantità e 24% a valore) mentre è positivo il trend del cinturino in pelle (20% in quantità, 31,4% a valore). I canali di vendita principali restano le gioiellerie e le orologerie, che confermano il 60% a quantità e salgono dal 65% al 74% a valore. In crescita anche i negozi monomarca (10% a quantità, 6,8% a valore), mentre scende il peso della grande distribuzione (3% a quantità, 1,7% a valore). Interessanti i dati che riguardano internet, che continua a salire a volume (10%) ma scende nettamente a valore (5,4%). Per la prima volta rilevate, le vendite tra privati che rappresentano l’1,5% a quantità e lo 0,9% a valore.


>͛ŽƌŽ ƚƌĂ ůĂ &ĞĚ Ğ ů͛hĐƌĂŝŶĂ Lunedì 24 Marzo 2014 Scritto da Informazioni d'Oro

La scorsa settimana l’ŽƌŽ ha chiuso con la più ĨŽƌƚĞ ƉĞƌĚŝƚĂ degli ultimi quattro mesi, dopo le dichiarazioni con cui Janet Yellen, presidente della Federal Reserve, ha annunciato la ƌŝĚƵnjŝŽŶĞ ĚĞŐůŝ ƐƚŝŵŽůŝ ŵŽŶĞƚĂƌŝ di altri 10 miliardi di dollari, portando il totale mensile di titoli acquistati a 55 miliardi. La Yellen, inoltre, ha rilasciato delle indicazioni sui ƚĂƐƐŝ Ěŝ ŝŶƚĞƌĞƐƐĞ che potrebbero essere alzati tra 6 mesi, ben prima di quanto fino ad ora previsto dagli esperti. L’impatto delle dichiarazioni sull’oro è stato un ƌŝďĂƐƐŽ ƐĞƚƚŝŵĂŶĂůĞ ĚĞů ŵĞƚĂůůŽ ĚĞů ϯ͕ϭϭй, con una chiusura del venerdì a ϭ͘ϯϳϵ ĚŽůůĂƌŝ ů͛ŽŶĐŝĂ ed un rialzo del dollaro. La Fed ha anche aggiornato il proprio orientamento riguardo il tasso di disoccupazione, superando lo sbarramento del 6,5% in precedenza inteso come soglia superata la quale si sarebbero interrotte le misure espansive. La banca centrale ha ribadito che saranno presi in considerazione tutti i fattori economici al fine di valutare le politiche monetarie da adottare. Nel frattempo gli ĞǀĞŶƚŝ ŝŶ hĐƌĂŝŶĂ, dove la tensione per le mosse della vicina Russia in Crimea ha ĂĐĐƌĞƐĐŝƵƚŽ ůĂ ĚŽŵĂŶĚĂ Ěŝ ďĞŶŝ ƌŝĨƵŐŝŽ, fanno pensare ad una settimana in cui ů͛ŽƌŽ ƉŽƚƌĞďďĞ ƚƌŽǀĂƌĞ ĚĞŝ ĨŽŶĚĂŵĞŶƚĂůŝ ƉĞƌ ŝů ƌŝĂůnjŽ. Il braccio di ferro politico tra l’Occidente e la Russia dopo l’annessione della Crimea, infatti, si è intensificato: gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a Mosca, mentre l’Unione Europea le ha fortemente minacciate. Questa situazione potrebbe essere favorevole non solo per l’oro, ma ĂŶĐŚĞ ƉĞƌ Ăůƚƌŝ ďĞŶŝ ƉƌŝŵĂƌŝ, che potrebbero giovarsi di una situazione politica mondiale incerta. L’Europa, infatti, si trova ad un bivio: decidere di applicare le sanzioni minacciate, e potenzialmente alimentare una situazione di crisi già di per sé tesa, oppure non infierire ed abbassare i toni, facendo pensare però al premier russo di poter liberamente annettere altre regioni orientali filorusse senza conseguenze. Una situazione sul filo, che potrebbe aumentare l’ŝŶƚĞƌĞƐƐĞ ĚĞŐůŝ ŝŶǀĞƐƚŝƚŽƌŝ ƉĞƌ ů͛ŽƌŽ, in attesa dei dati statunitensi sul settore immobiliare, nonché del rapporto sulla fiducia dei consumatori e quello sui beni durevoli. Altrove sul Comex, l’ĂƌŐĞŶƚŽ con consegna a maggio è ƐĐĞƐŽ del 5,13% settimanale, chiudendo a ϮϬ͕ϯϭ ĚŽůůĂƌŝ, mentre il ƌĂŵĞ con consegna a maggio ha chiuso a Ϯ͕ϵϱϬ ĚŽůůĂƌŝ, in calo dello 0,02%. Per il rame l’attenzione si sposta ora al rilascio da parte di HSBC del China Purchasing Managers' Index sul settore manifatturiero, atteso oggi.


/ŶĚĂŐŝŶĞ ƐƵ ŵĂŶŝƉŽůĂnjŝŽŶĞ ƉƌĞnjnjŽ ŽƌŽ Sabato 22 Marzo 2014 Scritto da Edoardo Ebolito

Prezzi che salgono, prezzi che scendono. Il tutto orchestrato da una mano oscura che ŐŽǀĞƌŶĂ ůĞ ƚƌĂŶƐĂnjŝŽŶŝ secondo una precisa direzione. La ŵĂŶŝƉŽůĂnjŝŽŶĞ ĚĞů ƚĂƐƐŽ ĚĞůů͛ŽƌŽ piomba nuovamente ad inquinare la regolarità dei ŵĞƌĐĂƚŝ ĨŝŶĂŶnjŝĂƌŝ, pesantemente condizionati dalle decisioni delle cinque banche che governano il fixing del “Gold”. Così, dopo lo scandalo del tasso d'interesse interbancario Libor, che ha visto gonfiare le transazioni a scapito di 38 banche americane ed è costato una multa record di 1,7 miliardi di euro, a finire sotto la lente d’ingrandimento delle autorità giudiziarie è la ďŝůĂŶĐŝĂ ĚĞŝ ƉƌĞnjnjŝ ĚĞůů͛ŽƌŽ, che negli ultimi quattro mesi ha subito una nuova impennata arrivando a superare i ϭ͘ϯϱϬ ĚŽůůĂƌŝ ůΖŽŶĐŝĂ. La manipolazione del tasso dell’oro ha fatto sì che nel giro di pochi giorni sorgessero ben ĚƵĞ ĂnjŝŽŶŝ ŐŝƵĚŝnjŝĂƌŝĞ negli Stati Uniti, intentate ŶĞŝ ĐŽŶĨƌŽŶƚŝ ĚĞůůĞ ĐŝŶƋƵĞ ďĂŶĐŚĞ che determinano il tasso di scambio dell’oro, una pratica intorno alla quale ruota un giro d’affari da oltre 20mila miliardi di dollari. Sul banco degli ŝŵƉƵƚĂƚŝ sono finite dunque ĂƌĐůĂLJƐ, ĂŶŬ ŽĨ EŽǀĂ ^ĐŽƚŝĂ, ĞƵƚƐĐŚĞ ĂŶŬ, ,ƐďĐ e ^ŽĐŝĠƚĠ 'ĠŶĠƌĂůĞ, vale a dire i cinque mostri sacri intorno ai quali ruota l’intera economia europea e gran parte di quella mondiale. L’accusa è quella di aver ŐŽŶĨŝĂƚŽ inopinatamente ŝ ƉƌĞnjnjŝ ĚĞŝ ůŝŶŐŽƚƚŝ, il tutto a discapito di alcune banche e fondi americani che, dal canto loro, hanno già provveduto ad una istanza cautelativa. Dopo la denuncia di Kevin Maher, questa volta è stato il turno di Ais Capital Management, una società del Connecticut che contava circa 400 milioni di dollari in gestione a fine 2013 e diversi fondi specializzati in materie prime. I termini dell’accusa sono identici per entrambi: dal 2004 Barclays, Bank of Nova Scotia, Deutsche Bank, Hsbc e Société Générale avrebbero creato una sorta di cupola per indirizzare a loro vantaggio il fixing. Una manipolazione del tasso dell’oro bella e buona, ma ůĞ ƉĂƌƚŝ ŝŶ ĐĂƵƐĂ ƌŝŐĞƚƚĂŶŽ ĐŽŶ ĨĞƌŵĞnjnjĂ Őůŝ ĂƚƚĂĐĐŚŝ͕ dichiarando che le ipotesi sono prive di qualsiasi fondamento e preannunciando una strenua difesa. La posizione è stata avanzata dalla Deutsche Bank, che due mesi fa ha annunciato l'uscita dal gruppo delle banche del fixing, ma sulla stessa lunghezza d’onda si sono allineate anche SocGen e Scotiabank. A dare il via definitivo all’azione giudiziaria sembra essere stata un’anticipazione sulla ricerca portata avanti dagli studiosi americani Rosa Abrantes Metz, docente della Stern School of Business dell'Università di New York, ed il marito Albert Merz, managing director di Moody's. Il contenuto dello studio parla di ƌĞĂnjŝŽŶŝ ŝŶƐŽůŝƚĞ ƐƵů ŵĞƌĐĂƚŽ ĚĞůů͛ŽƌŽ in corrispondenza del fixing pomeridiano, intorno alle 16 ora italiana. Una questione che spingerebbe ad una ƉƌŽďĂďŝůĞ ŵĂŶŝƉŽůĂnjŝŽŶĞ ĚĞŝ ŵĞƌĐĂƚŝ, con un pesante coinvolgimento degli stessi partecipanti.


del 21 Marzo 2014 Preziosi. Sul mercato continua a pesare l'«effetto Fed» - La geopolitica fa meno paura

Oro in caduta sull'attesa di un rialzo dei tassi Usa Verso l'abolizione l'accordo europeo che limita le vendite di riserve auree Sissi Bellomo La Federal Reserve è tornata a ispirare l'andamento del mercato dell'oro. E l'effetto è decisamente ribassista: il metallo anche ieri ha perso quota, scendendo fino a un minimo di 1.320,90 dollari l'oncia sulla piazza londinese, in flessione di oltre il 5% rispetto al picco di lunedì, quando aveva superato 1.390 $. Era dallo scorso novembre che non si verificavano quattro sedute consecutive di ribasso per l'oro. E adesso sono in molti a ricordare la previsione di Goldman Sachs, che un paio di settimane fa – in pieno rally – insisteva che il lingotto savrebbe presto tornato a svalutarsi e che anzi le probabilità di una caduta a 1.000 $ (la prima dal 2009) si stavano facendo rafforzando, anziché venire meno. Un contributo alla discesa di questi giorni è arrivato dalla percezione che l'emergenza in Ucraina sia terminata: Kiev ha accettato di ritirare le sue truppe dalla Crimea, concedendo la sconfitta, mentre il Cremlino ha escluso di aspirare ad ulteriori annessioni. Ma il fattore decisivo per accelerare le vendite è arrivato dagli Stati Uniti, proprio come sosteneva Goldman. Gli investitori sono rimasti molto colpiti dalle posizioni della Fed, o meglio: dalla conferenza stampa che mercoledì ha fatto seguito alla riunione del comitato monetario, la prima ad essere condotta da Janet Yellen. Le sue parole hanno scatenato infinite discussioni e in qualche osservatore anche il dubbio che la neopresidente sia sia involontariamente lasciata andare a dichiarazioni avventate. Nell'interpretazione prevalente il messaggio è stato comunque quello che gli stimoli all'economia Usa si concluderanno quest'autunno e che i tassi di interesse potrebbero risalire già a inizio 2015, ben prima di quanto ci si aspettasse: il tasso sui Fed Funds non a caso si è impennato e l'oro, specularmente, è andato a picco. Un movimento accentuato dalla presenza di molte posizioni lunghe (all'acquisto) al Comex, che evidentemente gli investitori si sono affrettati a chiudere, rassicurati anche da una domanda tiepida sul mercato fisico, persino in Asia (anche se i consumi potrebbero migliorare in India, dove altre 5 banche sono state autorizzate a importare). Nel frattempo, potrebbe venire meno ogni vincolo alle vendite di oro da parte delle banche centrali europee. Carl-Ludwig Thiele, del board della Bundesbank, ha dichiarato al Wall Street Journal che gli istituti stanno valutando di non rinnovare il Central Bank Gold Agreement (Cbga), in scadenza a settembre. L'accordo, rinnovato due volte dal 1999, limita a 400 tonnellate l'anno le vendite di riserve auree. La sua abolizione non dovrebbe comunque avere effetti dirompenti, perché da anni il settore ufficiale vende poco o nulla in Europa, mentre in molti Paesi emergenti, al contrario, acquista oro. @SissiBellomo


del 21 Marzo 2014 stime 2014

Per Swatch «la crescita sarà solida» Lino Terlizzi a Dopo un esercizio record nel 2013, Swatch Group si aspetta una crescita solida anche quest'anno. È quanto ha affermato Nick Hayek, ceo di Swatch, gruppo elvetico leader nella produzione di orologi. Nonostante l'effetto negativo della forza del franco sull'export svizzero, ha detto Hayek, il settore del'orologeria registrerà ancora una progressione. La domanda rimane forte negli Stati Uniti, nel Medio Oriente e anche il mercato cinese, nel quale il segmento degli orologi di alta gamma ha registrato un rallentamento, dovrebbe segnare una buona crescita quest'anno. Tutti i marchi del gruppo (tra cui Tissot, Longines, Omega, Rado, Breguet, Blancpain) hanno cominciato bene l'anno in Cina, ha rilevato Hayek. Il gruppo Swatch nel 2013 ha registrato ricavi netti di 8,4 miliardi di franchi (+8,5%) e un utile netto di 1,9 miliardi di franchi (+20,2%). Il gruppo di Bienne continuerà a investire nel 2014 e i nuovi siti in costruzione richiederanno altre assunzioni, ha detto Hayek. Sul fronte dell'export dell'intera industria elvetica degli orologi, le cifre di febbraio confermano la buona partenza nel 2014. Dopo un gennaio pure positivo, l'industria svizzera ha visto una crescita delle esportazioni del 7% rispetto a un anno prima, raggiungendo quota 1,7 miliardi di franchi (circa 1,4 miliardi di euro). Per l'insieme dei primi due mesi 2014 l'export è stato di 3,2 miliardi di franchi (circa 2,7 miliardi di euro), con un incremento del 6,8% in rapporto allo stesso periodo del 2013. La forza del franco svizzero e il rallentamento dei consumi in alcune aree non hanno dunque sin qui fermato l'export del polo elvetico, il maggiore a livello mondiale in termini di fatturato, che usufruisce comunque della ripresa in atto in molti Paesi e del buon livello della domanda soprattutto in Asia e Stati Uniti. Secondo i dati della Fédération de l'industrie horlogère suisse, che raggruppa le imprese elvetiche del settore, nei primi due mesi 2014 questo è stato l'andamento dei principali mercati: Hong Kong 641 milioni di franchi (+5,1%); Usa 359 milioni (+12,9%); Cina 211 milioni (+0,6%); Giappone 198 milioni (+30,5%); Emirati Arabi Uniti 186 milioni (+23%); Germania 183 milioni (-5%); Singapore 163 milioni (-3,7%); Francia 158 milioni (-3,2%); Italia 155 milioni (-3,3%); Regno Unito 126 milioni (+0,1%). Per il solo febbraio l'Italia registra un +2,3% a 88 milioni di franchi, ma il calo di gennaio non permette al nostro Paese il segno positivo per il bimestre. In febbraio solo gli orologi con un prezzo all'export fino a 200 franchi hanno registrato una contrazione, mentre tutte le fasce superiori ai 200 sono cresciute, con picchi per il segmento 200-500 franchi e 500-3mila franchi.


del 21 Marzo 2014 strategie industriali

Per l'89% dei brand sono in vista acquisizioni Monica D'Ascenzo Spirali, movimenti meccanici e quadranti sono fra i componenti più difficili da reperire sul mercato. Se a ciò si somma il fatto che il gruppo Swatch ha tagliato le consegne di componentistica del 15% rispetto al 2010, si capisce come nell'industria svizzera dell'orologeria si sia creato un collo di bottiglia che non permette ai produttori di rispondere adeguatamente alla domanda. La carenza di componentistica di valore rende quindi necessario integrarsi verticalmente: proprio questo sarà il volano delle operazioni straordinarie, previste in aumento già nel 2014. Il quadro delle aspettattive per il comparto emerge dalla seconda edizione del Deloitte Swiss Watch Industry Study, cui hanno partecipato 53 executive di aziende di orologi: 28 dei partecipanti lavorano nella produzione di componenti, 17 per un marchio e 8 per società lungo la catena del valore. Metà delle imprese interpellate vendono orologi a un prezzo al dettaglio di oltre 5mila franchi svizzeri, l'altra metà a un prezzo inferiore. «Dalla nostra indagine emerge come il 2014 sarà un anno di crescita per il settore dell'orologeria svizzera grazie alla domanda crescente proveniente da mercati maturi come il Nord America e dal flusso di turisti in visita in Svizzera e nelle altre regioni europee. Abbiamo infatti rilevato come il mercato cinese sia oggi visto dagli executive con meno entusiasmo» commenta Patrizia Arienti, partner e fashion & luxury Emea leader di Deloitte. I numeri in questo senso sono incoraggianti: il 65% degli intervistati, infatti, si attende un anno positivo per l'industria contro il più contenuto 49% dello scorso anno. Inoltre sono diminuiti i timori legati ai rischi per la forza del franco svizzero, segnalati solo dal 34% degli executive contro il 70% dell'anno precedente. Resta, invece, elevata la percentuale di coloro che temono per l'industria il rischio del calo di lavoratori qualificati: le aziende leader nel settore dell'orologeria stanno tentando di ovviare a questo problema incrementando la formazione in azienda, gli apprendistati e, in alcuni casi, acquisendo i fornitori. Proprio quest'ultimo fattore fa sì che siano cresciute le aspettative per operazioni di fusione e acquisizione: il 79% degli intervistati crede che le operazioni straordinarie risulteranno in aumento. Anche l'integrazione orizzontale, che permette ai marchi o ai gruppi di incrementare il loro portafoglio di brand, è tornato quest'anno a essere un tema di grande attualità: il 41% dei dirigenti crede che il trend continuerà in futuro. Resta poi centrale, come si diceva, la forte spinta all'innovazione, che vale per il 91% degli intervistati. «All'interno dell'industria dell'orologeria l'innovazione è sicuramente una chiave per il successo, sia essa correlata allo sviluppo del prodotto, al marketing, alla distribuzione o all'uso dei social media» osserva Arienti, aggiungendo: «I negozi monobrand, i monomarca di gruppo e le e-boutiques stanno rapidamente accrescendo la loro importanza. Le opportunità legate alla rete sono cruciali per il futuro: come evidenzia il nostro studio, quasi l'88% degli intervistati considera oggi i social media di fondamentale importanza per l'industria degli orologi».


KƌŽ͕ ƐĞŐŶĂůŝ ƉŽƐŝƚŝǀŝ͍ sĞŶĞƌĚŞ Ϯϭ DĂƌnjŽ ϮϬϭϰ ^ĐƌŝƚƚŽ ĚĂ WĞƌŝĐůĞ ĞŶĐŝ

^Ğ ůΖŽƌŽ ƌŝŵďĂůnjĂ͕ ƉŽƐƐŝĂŵŽ ƐĂůƵƚĂƌĞ ůŽ ƐƚŽƌŶŽ Ěŝ ƋƵĞƐƚŝ ŐŝŽƌŶŝ͘ ŝ ĐŽŶƐĞŶƚŝƌă Ěŝ ĂƚƚĂĐĐĂƌĞ ϭϰϮϬ ĐŽŶ Ɖŝƶ ĨŽƌnjĂ͊ /ŶĐƌŽĐŝĂŵŽ ůĞ ĚŝƚĂ ƉĞƌĐŚĠ ΗŐƌĂĨŝĐĂŵĞŶƚĞΗ Đŝ ƐŝĂŵŽ͘ ^ƚŝĂŵŽ Ă ǀĞĚĞƌĞ͊


ƌĞƐĐŝƚĂ ĚĞů ƉƌĞnjnjŽ ĚĞůůΖŽƌŽ ĨŝŶŽ Ă ϯ͘ϲϬϬ Giovedì 20 Marzo 2014 Scritto da Edoardo Ebolito

Sogno o verità? Per quelli che sono i parametri del momento, la ĐƌĞƐĐŝƚĂ ĚĞů ƉƌĞnjnjŽ ĚĞůů͛ŽƌŽ Ă ϯ͘ϲϬϬ ĚŽůůĂƌŝ ů͛ŽŶĐŝĂ ĞŶƚƌŽ ůĂ ĨŝŶĞ ĚĞů ϮϬϭϱ appare come una fantastica utopia. Alcuni segnali, però, indicano che il prossimo futuro potrebbe essere piuttosto roseo per il nobile metallo. / ůŝƐƚŝŶŝ ĚŽǀƌĞďďĞƌŽ ĐŚŝƵĚĞƌĞ ůΖĂŶŶŽ ŝŶ ƌŝĂůnjŽ grazie alla lieve ƌŝƉƌĞƐĂ ĚĞůůΖĞĐŽŶŽŵŝĂ ƐƚĂƚƵŶŝƚĞŶƐĞ, sviluppando una crescita esponenziale sulla scia di un flusso accelerato di denaro negli Usa. I relatori del primo 'ůŽďĂů ŽŵŵŽĚŝƚLJ KƵƚůŽŽŬ ŽŶĨĞƌĞŶĐĞ prevedono inoltre che ƵďĂŝ sarebbe ben posizionata per soddisfare una ĐƌĞƐĐĞŶƚĞ ĚŽŵĂŶĚĂ Ěŝ ŐŝŽŝĞůůŝ nel mercato iraniano, dopo l’allentamento delle sanzioni statali. Una manovra politica che dovrebbe scatenare un’autentica ĐĂĐĐŝĂ Ăů ŐŝŽŝĞůůŽ e dare nuova linfa ad un’economia in costante ascesa. Lo stato degli ŵŝƌĂƚŝ è diventato ƵŶŽ ĚĞŝ ƉƌŝŶĐŝƉĂůŝ ĚĞĂůĞƌ ŵŽŶĚŝĂůŝ ŶĞů ĐŽŵŵĞƌĐŝŽ ĚĞůů͛ŽƌŽ e le sue negoziazioni hanno raggiunto quasi il 25% degli scambi di oro fisico al mondo. A fare da contraltare all’ottimismo dei mercati arriva però la frenata delle banche. Le ƐƚŝŵĞ Ɖŝƶ ĂĐĐƵƌĂƚĞ indicano che la ĐƌĞƐĐŝƚĂ del prezzo dell’oro sarà ƉŝƵƚƚŽƐƚŽ ůŝŵŝƚĂƚĂ, attestandosi in media a ϭ͘ϮϬϵ ĚŽůůĂƌŝ ů͛ŽŶĐŝĂ entro la fine dell’anno. Una cifra che sancirebbe un ĐĂůŽ ĚĞů ϭϰ͕ϱй rispetto al prezzo registrato nel dicembre 2013, pari a 1.413 dollari. ĞƵƚƐĐŚĞ ĂŶŬ è la più ƉĞƐƐŝŵŝƐƚĂ, prevedendo un prezzo medio di ϭ͘ϭϰϭ ĚŽůůĂƌŝ ůΖŽŶĐŝĂ per quest'anno, mentre ,^ è la meno ribassista a ϭ͘ϮϵϮ ĚŽůůĂƌŝ. ĂƌĐůĂLJƐ, invece, prevede un listino pari a ϭ͘ϮϬϱ ĚŽůůĂƌŝ ƉĞƌ ŽŶĐŝĂ. Gli unici dati certi, quindi, rimangono inevitabilmente quelli che riguardano il passato. ŽƉŽ ďĞŶ ϭϮ ĂŶŶŝ Ěŝ ĐŽƐƚĂŶƚĞ ĂƐĐĞƐĂ, il metallo giallo ha chiuso il 2013 a quota 1.202 dollari l’oncia, un prezzo inferiore del 28% rispetto a quello registrato all’inizio dell’anno.


WĞĐŚŝŶŽ ĐĞƌĐĂ ƵŶ ƉŽƐƚŽ ĚΖŽŶŽƌĞ ŶĞů ĨŝdžŝŶŐ ĚĞůůΖŽƌŽ di Sissi Bellomo 19 febbraio 2014 La Cina – prima per produzione e dal 2013 anche per consumi di oro – cerca adesso di farsi largo nel circolo esclusivo del fixing: quel gruppo di cinque banche che due volte al giorno, da oltre un secolo, si riunisce per "fissare" il principale riferimento di prezzo del lingotto. Le agenzie Reuters e Dow Jones hanno raccolto voci secondo cui in pole position per subentrare a Deutsche Bank nella prestigiosa attività ci sarebbe Standard Bank: istituto sudafricano, che però ha appena ceduto il 60% della divisione trading, basata nella capitale britannica, alla Industrial & Commercial Bank of China (Icbc). Quest'ultima, controllata dallo Stato, non ha mai nascosto di volersi espandere al di fuori dei confini cinesi e in particolare sul mercato dei metalli preziosi. Nel 2011, inoltre, è stata accolta a far parte della London Bullion Market Association (Lbma), privilegio che in patria condivide solo con Bank of China. Standard Bank rappresenterebbe una sorta di cavallo di Troia, per superare eventuali diffidenze nella City londinese o da parte degli altri soci della London Gold Market Fixing Ltd, che si occupa del fixing: Bank of Nova Scotia, Barclays, Hsbc e Société Générale. Icbc potrebbe inoltre incontrare qualche difficoltà a operare direttamente come come market maker sul mercato londinese dell'oro: un preͲrequisito indispensabile per poter partecipare al fixing. Standard Bank è già market maker per il platino e il palladio, di cui contribuisce alla fissazione dei prezzi. Deutsche Bank ha collegato la decisione di abbandonare il fixing al generale ridimensionamento delle sue attività nelle materie prime (si veda Il Sole 24 Ore del 18 gennaio). Il meccanismo di definizione del benchmark aurifero è tuttavia finito sotto la lente dei regolatori e si ritiene che poche banche occidentali sarebbero oggi disposte a lasciarsi coinvolgere, rilevando il posto di Deutsche. Non stupisce d'altra parte che Pechino aspiri a guadagnare un ruolo di primo piano anche nelle transazioni finanziarie relative all'oro. Le cifre di consuntivo sul 2013 diffuse ieri dal World Gold Council (Wgc) hanno confermato che la Cina ha sorpassato di gran lunga l'India, diventando il primo consumatore mondiale del metallo: la sua domanda – al traino di acquisti record di gioielleria, monete e lingotti – è aumentata di un terzo a 1.065,8 tonnellate, contro le 974,8 dell'India (la cui domanda è comunque salita del 13%, stima il Wgc, nonostante le pesanti restrizioni all'import). Le voci secondo cui Pechino avrebbe accresciuto di 500 tonnellate le riserve auree della banca centrale sarebbero infondate, secondo Marcus Grubb, managing director del Wgc, più propenso a credere in un accumulo di scorte lungo la filiera orafa. Nonostante gli straordinari consumi – non solo asiatici, perché gli acquisti di gioielleria sono stati da primato in tutto il mondo (3.863 ,5 tonn, +21%) – a livello globale la domanda di oro nel 2013 è complessivamente diminuita del 15% a 3.756 tonn, il minimo da 4 anni. Colpa dei riscatti di Etf, che tuttavia sembrano ora essersi arrestati. Forse anche per questo il prezzo del metallo ha riguadagnato ben il 10% quest'anno, superando 1.330 $/oncia: una performance che ha ridato fiducia a Grubb, che ora giudica possibile «un ritorno positivo» nel 2014.


Fisco 24-MAR-2014

Lettori: 172.000 Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Marino Longoni

da pag. 9


24-MAR-2014

Lettori: 172.000 Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Marino Longoni

da pag. 9


Compro Oro

WŽƌƚĂŶŽ ůĂ ƌĞĨƵƌƚŝǀĂ ĚĂ ƵŶ ͨĐŽŵƉƌŽ ŽƌŽͩ DĂ ŶĞŐŽnjŝĂŶƚĞ ŶŽŶ Ɛŝ ĨŝĚĂ Ğ ůŝ ĨĂ ĂƌƌĞƐƚĂƌĞ /ů ƚŝƚŽůĂƌĞ ŶŽŶ Ɛŝ ĂĐĐŽŶƚĞŶƚĂ ĚĞůůĂ ĨŽƚŽĐŽƉŝĂ ĚĞů ĚŽĐƵŵĞŶƚŽ Ğ ĐŚŝĂŵĂ ůĂ ƉŽůŝnjŝĂ D ^dZ Ͳ Erano andati a portare la refurtiva in un compro oro mestrino. Con loro avevano una carta di identità che sarebbe servita per consegnarlo. Fotocopiata però. E il proprietario, ligio alle regole, ha rifiutato il cambio. «Ho bisogno della carta di identità vera» ha detto ai due che prima hanno iniziato ad imprecare e sono andati su tutte le furie quando l'uomo ha avvisato le forze dell'ordine. «Ma che problemi hai? Ͳ hanno iniziato ad urlare – lui vuole vendere e tu chiami la polizia? Pensi che io abbia paura?». Un pugno al bancone e sono scappati in pochi minuti lasciando giù refurtiva e la fotocopia del documento che fino a qualche minuto prima stavano sventolando di fronte al vetro.

hŶĂ ĨŽƚŽĐŽƉŝĂ ǀĞƌĂ, che ha permesso agli uomini del commissariato di Mestre di identificare uno dei due giovani, classe 1995 ora ricercato dalle forze dell'ordine. L'altro invece è stato segnalato grazie ai video ripresi dalle telecamere di sorveglianza che hanno permesso agli agenti di distinguerne il volto. La refurtiva che i due volevano consegnare al compro oro risaliva ad un furto in appartamento del 18 dicembre, per il quale i proprietari avevano calcolato un danno di 10mila euro (parte dell'appartamento era stato distrutto). Ζ ƐƚĂƚĂ ƉƌŽƉƌŝŽ la segnalazione di quel negoziante arrivata alle forze dell'ordine il 19 dicembre a permettere, tre mesi dopo il furto, il riconoscimento di Akil Rica, ventiduenne di origini albanesi. Il giovane è stato fermato dagli agenti del commissariato di Mestre guidato da Eugenio Vomiero durante un controllo di routine, mentre passava in auto tra via Torre Belfredo e via Palazzo. A bordo dell'auto, con lui, altri due giovani, che sono stati denunciati per detenzione di oggetti atti ad offendere. In auto, i tre, avevano dei bastoni di legno di diverse dimensioni. Akil Rica, di origini albanesi aveva soggiornato a lungo come minore non accompagnato al centro Boa di Tessera, poi, a 19 anni era tornato in Albania, dalla quale è rientrato un anno fa. Ϯϭ ŵĂƌnjŽ ϮϬϭϰ


Lettori: n.d. Diffusione: n.d.

Gazzetta del Sud Messina Dir. Resp.: Lino Morgante

23-MAR-2014 da pag. 37


ŽƌƐĂ ĂůůĂ ǀĞŶĚŝƚĂ ĚĞůůΖŽƌŽ ^ĂďĂƚŽ ϮϮ DĂƌnjŽ ϮϬϭϰ ^ĐƌŝƚƚŽ ĚĂ 'ƌĞƚĂ DŝůŝĐŝ

/ů ĐŽƐƚŽ ĚĞůůĂ ĐƌŝƐŝ ƉĞƌ ůĞ ĨĂŵŝŐůŝĞ ŝƚĂůŝĂŶĞ ğ ƐƚĂƚŽ ƐƚŝŵĂƚŽ ŝŶ ƌĞůĂnjŝŽŶĞ ĂůůĞ ǀĞŶĚŝƚĞ Ăŝ ŽŵƉƌŽ KƌŽ ŝŶ ϮϬϬ ƚŽŶŶĞůůĂƚĞ Ěŝ ŽƌŽ͕ ƉĂƌŝ Ă ĐŝƌĐĂ ϴ ŵŝůŝĂƌĚŝ Ěŝ ĞƵƌŽ͘ /Ŷ ĂŐŐŝƵŶƚĂ Ă ƋƵĂŶƚŽ Őŝă ĚĞƚƚŽ ŶĞůůΖĂƌƚŝĐŽůŽ Ěŝ ĂƉƉƌŽĨŽŶĚŝŵĞŶƚŽ ŽŵƉƌŽ KƌŽ͕ ůĂ ĐƌŝƐŝ ƉƌŽĚƵĐĞ ϴ ŵŝůŝĂƌĚŝ͕ ƉƵďďůŝĐŚŝĂŵŽ ƋƵĞƐƚŽ ƐĞƌǀŝnjŝŽ Ěŝ ZĞƉƵďďůŝĐĂ dǀ ŝŶ ĐƵŝ ƵŶĂ ĐŽŵŵĞƌĐŝĂŶƚĞ ŵĞƚƚĞ ŝŶ ĞǀŝĚĞŶnjĂ ůĞ ĚŝĨĨŝĐŽůƚă Ěŝ ĐŽůŽƌŽ ĐŚĞ Ɛŝ ƌĞĐĂŶŽ Ă ǀĞŶĚĞƌĞ ŝů ƉƌŽƉƌŝŽ ŽƌŽ͘


DĞƐƐŝŶĂ͕ ƐŽƐƉĞƐĞ ƚƌĞ ůŝĐĞŶnjĞ ĐŽŵƉƌŽͲŽƌŽ͗ ŶŽŶ ƌŝƐƉĞƚƚĂƚĞ ƉƌĞƐĐƌŝnjŝŽŶŝ ĐŽŶƚƌŽ ŝŶĨŝůƚƌĂnjŝŽŶŝ ĐƌŝŵŝŶĂůŝ 22 marzo 2014 | Danilo Loria Nell’ambito del costante monitoraggio delle attività commerciali condotte con autorizzazioni rilasciate dall’Autorità di P.S., nella giornata di ieri la Polizia di Stato ha dato esecuzione ai provvedimenti disposti dal Questore di Messina con cui sono state sospese tre licenze per esercitare il commercio di oro all’ingrosso (c.d. “comproͲoro”) in territorio provinciale. In Milazzo e nella zona del pattese, è stata infatti disposta la cessazione dell’attività condotta in tre distinti esercizi commerciali da due persone, già coinvolte in indagini di polizia giudiziaria a seguito di furti in abitazioni della zona. I due, già deferiti all’A.G. per il reato di ricettazione, erano stati trovati in possesso di oggetti preziosi e gioielli di sospetta provenienza in quanto sottratti alle severe prescrizioni contenute dalla licenza di P.S. che regola l’attività del settore, particolarmente a rischio di infiltrazioni criminali. In particolare, i titolari avevano contravvenuto all’obbligo di registrare, fotografare e trasmettere i relativi dati ai Commissariati di zona nell’acquisto di un consistente numero di oggetti preziosi “sospetti” di cui non sono stati in grado di giustificare il possesso né di indicare le generalità dei cedenti.


/ů ĐŽŵƉƌŽ ŽƌŽ ΗŝŶĐĂƐƚƌĂΗ ŝů ůĂĚƌŽ͗ ΗWĞnjnjŽ Ěŝ ŵ͘​͘​͘ ĐŚŝĂŵŝ ůĂ ƉŽůŝnjŝĂ͍Η Un esercente mestrino si insospettisce per un documento fotocopiato. Chiede aiuto al 113. Le telecamere permetteranno di arrestare il predone La redazione

21 marzo 2014

Ha fatto quello che doveva fare. Ha chiesto i documenti, ha preteso che fossero originali. Non c'erano. ,Ă ƋƵŝŶĚŝ ĐŚŝĂŵĂƚŽ ůĂ ƉŽůŝnjŝĂ͕ e il ladro è scappato via assieme al complice, ora con ogni probabilità lontano dall'Italia. Grazie alla fermezza di un compro oro mestrino un topo d'appartamento (uno di quelli che certo non si ferma a un colpo solo ma ne perpetra diversi al mese) è finito in manette con l'accusa di ricettazione. YƵĞŝ ŐŝŽŝĞůůŝ ĐŚĞ ŝů ϭϵ ĚŝĐĞŵďƌĞ ƐĐŽƌƐŽ ĂǀĞǀĂ ĐĞƌĐĂƚŽ Ěŝ ΗŵŽŶĞƚŝnjnjĂƌĞΗ ŶŽŶ ĞƌĂŶŽ ƐƵŽŝ͘ Erano frutto di una razzia messa a segno la sera prima in un appartamento del centro. Diecimila euro tra danni e valore del bottino trafugato. Non appena la coppia di giovani ha sentito la parola "polizia", poi, gli animi davanti allo sportello si sono surriscaldati. ΗDĂ ĐŚĞ ƉƌŽďůĞŵŝ ŚĂŝ͍ >Ƶŝ ůĞ ǀƵŽůĞ ǀĞŶĚĞƌĞ Ğ ƚƵ ĐŚŝĂŵŝ ůĂ ƉŽůŝnjŝĂ͘ WĞŶƐŝ ĐŚĞ ŝŽ ŚŽ ƉĂƵƌĂ͍Η. L'atteggiamento del compro oro è inflessibile: "Adesso arriva la polizia, ti identificano e te lo ridò". DĂ ŝ ĚƵĞ ŶĂƚƵƌĂůŵĞŶƚĞ ƐĞ ŶĞ ǀĂŶŶŽ ƉƌŝŵĂ͕ ĐŚŝĞĚĞŶĚŽ ŝŶƐŝƐƚĞŶƚĞŵĞŶƚĞ ŝů ĚŽĐƵŵĞŶƚŽ ŝŶĚŝĞƚƌŽ͗ "Tu uscirai prima o poi da qua", minaccia il giovane. Ventidue anni. Già una fedina penale di tutto rispetto alle sue spalle. Per mesi le forze dell'ordine sono state sulle sue tracce. Finché giovedì pomeriggio le Volanti non lo hanno colto in castagna. Era a bordo di una utilitaria tra via Torre Belfredo e via Palazzo assieme ad altri due compari, tutti denunciati per porto abusivo e detenzione di oggetti atti a offendere. Nel bagagliaio c'erano quattro bastoni "non convenzionali". Un controllo al terminale e ƐĂůƚĂ ƐƵďŝƚŽ ĨƵŽƌŝ ůĂ ŶŽƚĂ Ěŝ ƌŝŶƚƌĂĐĐŝŽ ĚŝƌĂŵĂƚĂ ĚĂů ĐŽŵŵŝƐƐĂƌŝĂƚŽ Ěŝ DĞƐƚƌĞ͘ Inevitabile per il 22enne quindi il fermo indiziario di delitto per ricettazione. Il complice, invece, un 19enne suo connazionale, con ogni probabilità ha pensato bene di andarsene prima di fare la stessa fine.


Compro oro in crisi, fatturato dimezzato venerdì, 21 marzo 2014

Se fino a qualche tempo fa il mercato del ‘compro oro’ sembrava destinato a fare il boom, tanto da rendere l’Italia un Paese esportatore del metallo giallo pur non avendo miniere aurifere, ora le ricerche di settore preannunciano una fase di ristagno. Secondo i dati di Antico (Associazione Nazionale Tutela I Compro Oro) riportati da ŝů ^ŽůĞͲϮϰKƌĞ, infatti, il metallo prezioso ha ceduto quasi il 30% lo scorso anno, mentre il numero dei compro oro, incluse le gioiellerie, si è ridotto del 35% a 23mila esercizi, dai 35mila del periodo del boom fra il 2011 e il 2012. Parlano chiaro anche i dati sul fatturato, che si è pressoché dimezzato, scivolando a 250Ͳ300 milioni di euro dai 550Ͳ600 milioni. Intanto, Unioncamere fornisce i numeri del comparto. Il valore dell’oro da recupero che 17 milioni di italiani, in tempo di crisi, hanno venduto ai comproͲoro è pari a circa 8 miliardi di euro (duecento tonnellate). Le cifre, indicate dal presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, spiegano ”un fenomeno recente e per questo non ancora ben identificato”, al quale si dedicano circa 12mila attività. Il 28% circa degli italiani ha venduto oro, con la “conseguenza di dare grande impulso al giro d’affari”, ha aggiunto Dardanello.

“Si tratta però – ha sottolineato il presidente Ͳ di un tipo di attività da tenere sotto osservazione, perché può nascondere casi di ricettazione, riciclaggio, economia illegale. Le Camere di commercio, che già svolgono funzioni di vigilanza e controllo sul settore dei metalli preziosi, sono disponibili a operare per rendere trasparente il mercato dei comproͲoro e per dare a consumatori e forze dell’ordine gli elementi utili per il contrasto a fenomeni deviati”.


Settore e Moda

ŽĚŽ͕ ǀĞŶƚŽ Ěŝ ĐĂŵďŝĂŵĞŶƚŽ Pubblicato il 25 marzo 2014 da Redazione | Moda e... Con i nuovi ciondolini a colori

Da sempre la primavera è sinonimo di rinascita e rinnovamento. Sin dalla notte dei tempi, infatti, il suo avvento veniva celebrato con riti che inneggiavano alla vita nuova. La voglia di cambiamento con l’arrivo della bella stagione rimane forte ancora oggi che, complici le giornate sempre più lunghe e con il tempo più soleggiate, sentiamo sempre più l’esigenza di rinnovarci. Anche nel look. La stessa voglia di rinnovamento ha colto l’esclusiva maison italiana di gioielli, ŽĚŽ, brand giovane del gruppo WŽŵĞůůĂƚŽ, che ha deciso di portare una sferzata di colore e cambiamento tra i suoi iconici ĐŝŽŶĚŽůŝŶŝ Ă ĨŽƌŵĂ Ěŝ ĂŶŝŵĂůĞƚƚŽ, per prepararsi come si deve alla primavera e, soprattutto, all’estate che verranno. I nuovi ĐŚĂƌŵƐ di Dodo (sono sei per la precisione e tutti appartenenti alla fauna marina) abbandonano il classico colore oro e preferiscono fare un bagno di colore fresco ad effetto bagnato. Realizzati in occasione del 20esimo anniversario della maison, da indossare magari con il loro cordoncino coordinato o a contrasto cromatico, sono belli da portare tutti insieme o da mixare con i ciondolini in oro della collezione classica. Come sempre ad ogni animaletto corrisponde un ƐŝŐŶŝĨŝĐĂƚŽ ƐƉĞĐŝĂůĞ… non rimane altro che scegliere il vostro! WŝŶĞůůĂ W dZKE/K


WĂŶĚŽƌĂ͕ ŐŝŽŝĞůůŝ ƉƌŝŵĂǀĞƌĂ ϮϬϭϰ Martedì 25 Marzo 2014 Scritto da Alda Cannizzo

In primavera la natura si rinnova, tutto rifiorisce, e anche le più amate maison di gioielleria escono dal grigio inverno proponendo nuove e ĐŽůŽƌĂƚŝƐƐŝŵĞ ĐƌĞĂnjŝŽŶŝ. La ƉƌŝŵĂǀĞƌĂ ϮϬϭϰ del marchio WĂŶĚŽƌĂ esplode con la ĐŽůůĞnjŝŽŶĞ ^ƉƌŝŶŐ WĂƌĂĚŝƐĞ. Fiori e farfalle sono i grandi protagonisti, pronti ad ornare il corpo femminile con freschezza e sensualità. Pandora consente, ancora una volta, di ƉĞƌƐŽŶĂůŝnjnjĂƌĞ ŝů ƉƌŽƉƌŝŽ ŐŝŽŝĞůůŽ, proponendo anelli con linee semplici sui quali spiccano delicate margherite bianche accanto alla gerbera, oppure anelli cocktail, costituiti da zirconia cubica e viola sui quali risplendono i colori più femminili che la generosa natura ci dona di giorno in giorno. La sezione dŚĞ EĞǁ ^ŚŝŶĞ propone ďƌĂĐĐŝĂůŝ Ğ ĂŶĞůůŝ con piccoli ĐƵŽƌŝ ŝŶ ĂƌŐĞŶƚŽ Ğ ŽƌŽ ϭϰŬ, mentre dŝĞĚ ŝŶ Ă ďŽǁ si ispira al motivo a “fiocco”, offrendo anelli in argento o oro intrecciato con piccoli njŝƌĐŽŶŝ dal gusto romantico. La ƌŽƐĂ diviene essenziale nella linea ZŽƐĞƐ ŝŶ ďůŽŽŵ mentre la ŵĂƌŐŚĞƌŝƚĂ la fa da padrona in ĂŝƐLJ ŚĂŝŶ, con piccole creazioni in argento con smalto bianco. La linea ĞůŝĐĂƚĞ ƵƚƚĞƌĨůŝĞƐ presenta ĂŶĞůůŝ Ğ ĐŚĂƌŵƐ animati da delicate ĨĂƌĨĂůůĞ mentre spiccano in >ƵdžƵƌŝŽƵƐ >ĂĐĞ i modelli in ƉŝnjnjŽ ǀŝŶƚĂŐĞ, eleganti creazioni puntellate da fiori di ciliegio. In questa primavera Pandora propone inoltre la ƐƐĞŶĐĞ ŽůůĞĐƚŝŽŶ, dallo stile minimal e sofisticato. La collezione comprende vari charms declinati in diverse ƉŝĞƚƌĞ ƉƌĞnjŝŽƐĞ, espressione dei valori più significativi o degli aspetti salienti della personalità di ogni donna; i costi di ogni piccolo gingillo vanno ĚĂŝ Ϯϵ ĞƵƌŽ Ăŝ ϱϱ ĞƵƌŽ. Accanto a tali preziosità abbiamo anche nuovi ďƌĂĐĐŝĂůŝ in ĂƌŐĞŶƚŽ ^ƚĞƌůŝŶŐ ϵϮϱ, rigidi, glamour e alla moda, che costano intorno ai 55 euro.


/ ŐŝŽŝĞůůŝ ĚĞŝ ǀŝĐŚŝŶŐŚŝ Ăů ƌŝƚŝƐŚ DƵƐĞƵŵ DĂƌƚĞĚŞ Ϯϱ DĂƌnjŽ ϮϬϭϰ ^ĐƌŝƚƚŽ ĚĂ ^ĂƌĂ WĂƌŝƐŝ

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Le Arti Orafe Jewellery School racconta il gioiello nell’arte 25/03/2014 By orafoitaliano

Tornano, a grande richiesta visto il successo delle due precedenti edizioni, “I mercoledì del gioiello nell’arte”, il ciclo di conferenze sul gioiello come forma di espressione artistica organizzato da LAO – Le Arti Orafe Jewellery School di Firenze. Le conferenze, a cura di Maria Cristina Bergesio, saranno ospitate all’interno del Museo Marino Marini di Firenze e offriranno una panoramica del gioiello nell’arte, dall’antichità al postmodernismo. Gli incontri, gratuiti su prenotazione, sono aperti al pubblico. Il programma si presenta arricchito dalla presenza di Philip Sajet e Xavier Ines Monclùs, due tra gli artisti che negli anni scorsi hanno partecipato a PREZIOSA e che sono stati invitati a illustrare la propria visione dell’oreficeria contemporanea e a presentare il proprio lavoro. Si parte domani, 26 Marzo, con l’incontro “Desiderio e Avarizia”, curato da Philip Sajet; il 9 Aprile Maria Cristina Bergesio terrà una conferenza su “Elogio del dettaglio. Il gioiello nell’arte. Dall’antichità al Rinascimento”; si prosegue con Xavier Ines Monclùs, che il 30 Aprile parlerà di “Narrative Jewellery”. Il tema dell’ultima conferenza, curata da Maria Cristina Bergesio e in programma il prossimo 21 Maggio, sarà invece “Elogio del dettaglio. Il gioiello nell’arte. Dal Barocco al Postmodernismo”. Per accrediti o informazioni: segreteria@artiorafe.it


Bulgari | Collezione Diva in esclusiva il “making of” della collana Capriccio a Portofino 25.3.2014 / Francesca Arcuri / moda

http://www.frizzifrizzi.it/2014/03/25/bvlgari-collezione-diva/ «Adoro indossare pietre preziose, ma non perché sono mie. Non si può possedere lo splendore, lo si può solo ammirare», così diceva Liz Taylor ed io sommessamente e modestamente concordo. Ora, per dire, non so quale collo indossa o indosserà Capriccio a Portofino, il capolavoro di alta gioielleria in cui l’oro rosa sapientemente foggiato ospita decine di carati di tormaline verde menta, smeraldi, peridoti, ametiste, diamanti taglio brillante e poi un pavé di brillanti, ma la sottoscritta ha avuto la fortuna di vederlo nascere, di sfiorarlo, di innamorarsene perdutamente. Qualche tempo fa sono/siamo stati ammessi in esclusiva nei laboratori romani di Bulgari, lì dove viene realizzato ogni singolo pezzo dell’alta gioielleria, per riprendere la lavorazione di una collana della collezione Diva. Si chiama Capriccio a Portofino, fa parte di una quadrilogia legata alle stagioni e rappresenta la Primavera (nel video si vede anche il gelido Inverno interamente realizzata in platino e diamanti). Breve excursus storico, la collezione Diva di Bulgari


deve il nome alle tante stelle del cinema che affollarono la Dolce Vita romana negli anni ‘50 e ‘60, quando la città eterna divenne il set perfetto per le produzioni cinematografiche hollywoodiane a sfondo epico o romantico. In quegli anni, molte di loro furono conquistate dai gioielli Bulgari e molti sono gli scatti che le immortalano mentre entrano ed escono dalla storica boutique di via dei Condotti, i cui salottini privati potrebbero raccontare molte storie… I doni preziosi che la Audrey Hepburn di Vacanze romane acquistò per la madre; gli anelli nuziali delle sontuose nozze romane tra Tyrone Power e Linda Christian; gli orecchini che Ingrid Bergman indossò nel film La vendetta della signora; i gioielli che Gina Lollobrigida si comprò con i soldi dei primi ingaggi cinematografici, gioielli che ha amato e continua ad indossare; i tanti acquistati dal produttore Carlo Ponti, sempre pronto a fare un salto da Bulgari per celebrare la bellezza della sua Sophia; i cadeau che Luchino Visconti acquistò per i suoi collaboratori più affezionati. Oppure i generosissimi acquisti di Richard Burton per Elizabeth Taylor. A partire dal regalo di fidanzamento: una spilla-pendente con uno smeraldo colombiano da 23,44 carati, a cui aggiunse in occasione del loro primo matrimonio nel 1964 la magnifica collana composta da 16 smeraldi colombiani ottagonali con taglio a gradino – per un totale di 60,50 carati – ciascuno circondato da diamanti a pera taglio brillante. E come se non bastasse, per il 40° compleanno di Elizabeth, un sautoir in platino con zaffiri e diamanti, con uno zaffiro burmese cabochon a pan di zucchero da 52,72 carati montato sul pendente. Quanto fanno in tutto? Boh non so ma Liz Taylor pare dichiarò di essere stata iniziata alla birra da Burton, ma di aver iniziato lui al “bel negozietto” di via dei Condotti 10. Potrei iniziare a bere birra anche io a queste condizioni, che dite? Ovviamente di recente, Bulgari ha creato gioielli su misura per l’apparizione di Nicole Kidman agli Oscar, per Charlize Theron, Keira Knightley, Angelina Jolie, Jennifer Aniston, Kirsten Dunst e Julianne Moore, ma temo che così dal mito si arrivi al gossip e come sapete la materia a noi interessa poco… Perciò torniamo a Capriccio a Portofino, sensuale e opulenta, questa preziosa creazione dell’alta gioielleria Diva, racchiude i tratti più celebri di Bulgari. Li riconoscete? Caratteristica distintiva dei gioielli Bulgari è senza ombra di dubbio l’impareggiabile uso del colore. Una combinazione di gemme colorate ottenuta accostando le pietre più svariate senza curarsi del loro singolo valore, caratterizza le creazioni di Bulgari fin dalla fine degli anni ‘50. Quando la maison, accantonando le “regole” restrittive dello stile di gioielleria parigino che si focalizzava su pochi colori e una base di diamanti per tutti i modelli, iniziò a scegliere combinazioni cromatiche non convenzionali, raramente viste prima, privilegiando prima di tutto il valore estetico delle pietre. E poi sono i tagli delle pietre a caratterizzare i gioielli Bulgari, che fin dagli anni ‘30 privilegiò pietre levigate piuttosto che sfaccettate, quelle che in gioielleria sono chiamate pietre cabochon. Nella collezione Diva ed in particolare in Capriccio a Portofino, la sperimentazione con lo stile cabochon delle gemme è portata a un


livello superiore. Infatti sono presenti preziosissime gemme intagliate a forma di foglia ispirate a quelle che nella tradizione indiana adornavano già nel XVII secolo gli sfarzosi abiti dei Moghul. Questa gamma di tagli, combinata ai diamanti contribuisce a creare un effetto merletto. Ultima caratteristica di Capriccio a Portofino e in generale della collezione Diva è l’eccezionale flessibilità del gioiello, ottenuta con maestria artigianale per assicurare che ogni preziosa creazione si adatti perfettamente e si muova seguendo i movimenti del corpo della fortunata che li indossa. O mamma, questa voleva essere solo una breve premessa invece mi sono fatta prendere la mano… Scusate e godetevi il video in apertura di articolo.


del 25 Marzo 2014

IL FONDATORE, Antonio, bisnonno di Stefano, abbinava, nella seconda metà del XIX secolo, due interessi che forse, a ben pensarci, sono accomunati da una passione per il metodo e il ritmo: era un appassionato di orologi (fu il coideatore del celeberrimo Orologio ad acqua di villa Borghese) e al contempo un musicista di primo piano, direttore d’orchestra a Santa Cecilia. Verso fine secolo si mise in società con un ingegnere, Carlo Bandiera, e aprì il primo negozio di orologi in via Tor de Specchi, di fronte al teatro di Marcello. «Fu però mio nonno, una generazione più tardi - racconta Stefano ad allargarsi dagli orologi ai gioielli, che aveva imparato a conoscere al Gemmology Institute di Los Angeles. Ma è stato mio padre a dare veramente impulso al settore a partire dagli anni ’70, con la sua conoscenza profonda delle pietre preziose che è sempre andato a cercarsi in tutto il mondo: i rubini e le giade in Birmania, l’ametista in Brasile, gli zaffiri a Ceylon, gli smeraldi in Colombia, la stupenda tanzanite blu dicroica con i riflessiviola in Africa, e poi ai mercati di Anversa e di Bangkok... Dal 2006 ho cominciato anch’io a viaggiare alla ricerca di gioielli, ma devo dire che quando c’è mio padre con me, con la sua competenza e autorità, mi sento più tranquillo in un ambiente che non sempre è facile». Il negozio fin dagli ‘50 si è trasferito nell’indirizzo attuale a piazza San Silvestro, dove oggi è una delle vetrine più note della capitale. E dove da sempre a fianco del nomeBedetti campeggia quello Rolex, di cui la famiglia romana è concessionaria. «Con la casa svizzera abbiamo rapporti intensissimi fin dal lontano 1934, con loro ora condividiamo una fondazione per attività culturali e filantropiche, realizziamo iniziative di formazione per giovani, insomma abbiamo un’identificazione quasi totale. Ma distribuiamo anche altre aziende di fascia alta, da Audemars Piguet a Vacheron Constantin. Vede, il fatto di operare nel settore del lusso, in un luogo così centrale di Roma frequentato da tanti stranieri, ci ha messo in qualche misura al riparo dalla crisi, perché quello è un mercato che non conosce recessione, ci piaccia o no». Proprio questa consapevolezza di puntare sul mercato giusto, sta ora guidando il nuovo sviluppo dell’azienda: «Abbiamo progettato e stiamo per lanciare la prima linea di orologi con il nostro marchio,una grinta che definirei molto italiana, un bel cinturino di pelle. Li abbiamo disegnati con l’idea di avere un brand con delle potenzialità di crescita, reso forte da tanti decenni di esperienza». L’inseguimento a Bulgari, insomma, è partito. «Per carità, loro sono una multinazionale da un miliardo di fatturato, con centinaia di negozi in tutto il mondo...però diciamo che il modello è quello». © RIPRODUZIONE RISERVATA


Pagina: Moda&Design Data: 24 Marzo 2014


Pagina: Moda&Design Data: 24 Marzo 2014


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IO DONNA

Data: 22 Marzo 2014


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IO DONNA


EĂƐĐĞ ůĂ ƉƌŝŵĂ ĐŽůůĂŶĂ ĨŽƚŽǀŽůƚĂŝĐĂ Lunedì 24 Marzo 2014 Scritto da Edoardo Ebolito

Gioielleria, sviluppo e sostenibilità. Un trinomio che, in apparenza, sembrerebbe lontano anni luce da una spiegazione logica. Grazie ad ƵŶ ďƌĞǀĞƚƚŽ ƚƵƚƚŽ ŝƚĂůŝĂŶŽ sarà invece possibile acquistare ůĂ ƉƌŝŵĂ ĐŽůůĂŶĂ ĨŽƚŽǀŽůƚĂŝĐĂ, prodotta dall’azienda vicentina ͛KƌŝĐĂ di 'ŝĂŶƉŝĞƚƌŽ ŽŶƚĂ che è anche partner attivo del progetto Energitismo. La caratteristica principale di questo monile è quella di ƉƌŽĚƵƌƌĞ ĞŶĞƌŐŝĂ ĐĂƚƚƵƌĂŶĚŽ ŝ ƌĂŐŐŝ ĚĞů ƐŽůĞ, donando un’estrema lucentezza al gioiello indossato. Una collana fotovoltaica che racchiude in sé bellezza e tecnologia, visto che, al primo colpo d’occhio, le pietre usate vengono scambiate per rubini, ma in realtà sono ǀĞƚƌŝŶŝ ĞŶĞƌŐĞƚŝĐŝ. Il concetto è quello del “ůŝǀŝŶŐ ũĞǁĞůůĞƌLJ”, una nuova filosofia che vuole rendere il gioiello parte attiva di chi lo indossa. L’energia viene prodotta dai vetrini trasparenti, poggiati su due strati realizzati con gel organici messi a punto da ricercatori tedeschi. Successivamente, la carica viene utilizzata per ĂůŝŵĞŶƚĂƌĞ ƵŶ ůĞĚ, che si illumina ritmicamente ƐĞŐƵĞŶĚŽ ŝ ďĂƚƚŝƚŝ ĚĞů ĐƵŽƌĞ. Il brevetto rappresenta il ƚŽƉ ĚĞůůĂ ƉƌŽĚƵnjŝŽŶĞ ĂƌƚŝŐŝĂŶĂůĞ ŝƚĂůŝĂŶĂ e rientra in un contesto d’idee volto ad offrire un contributo concreto alle aziende che abbinano la propria produzione alla ƐŽƐƚĞŶŝďŝůŝƚă ĂŵďŝĞŶƚĂůĞ. La collana fotovoltaica è il simbolo di una tecnologia che avanza a trecentosessanta gradi, emblema di quanti fanno del rispetto verso l’ambiente il proprio cavallo di battaglia. L’ambizioso progetto è nato qualche tempo fa grazie ad un’iniziativa della ĞƚƚŝŽů, che durante la ĨŝĞƌĂ Ěŝ sŝĐĞŶnjĂŽƌŽ ha lanciato alle aziende presenti la ƐĨŝĚĂ Ěŝ ƌĞĂůŝnjnjĂƌĞ ƵŶ ŐŝŽŝĞůůŽ ĐŚĞ ƐƉŽƐĂƐƐĞ ŝŶ ƉŝĞŶŽ ŝ ƉƌŝŶĐŝƉŝ ĚĞůůĂ ƚĞĐŶŽůŽŐŝĂ ĞĐŽůŽŐŝĐĂ. La D’Orica ha raccolto l’invito, realizzando il ƉƌŽƚŽƚŝƉŽ all’interno delle sue strutture a bassissimo impatto aziendale ed elevata efficienza energetica, visto che i fabbricati sono dotati anche di un impianto fotovoltaico sul tetto. Il successo della collana si sta espandendo a macchia d’olio, raggiungendo prima la fiera di Arezzo e successivamente il Nobil Collegio degli Orefici a Roma. Il ritorno pubblicitario è elevatissimo ed anche sul sito di Energitismo è presente un’area dedicata alla gioielleria, che sta registrando un numero sempre maggiore di aderenti.


Api: “Chantecler cerca socio, anche industriale” lunedì, 24 marzo 2014

KƌĞĐĐŚŝŶŝ ŝŶ ŽƌŽ ƌŽƐĂ Ğ ƐŵĂůƚŽ ĚĞůůĂ ĐŽůůĞnjŝŽŶĞ WĂŝůůĞƚƚĞƐ ŚĂŶƚĞĐůĞƌ

Chantecler, il marchio di alta gioielleria simbolo della Dolce Vita caprese, conferma di aver affidato all’advisor Vitale & associati l’incarico di cercare un potenziale partner per lo sviluppo internazionale. La notizia, già emersa su alcune fonti di stampa lo scorso ottobre, è stata arricchita di dettagli dal direttore generale Daniele Api, incontrato da WĂŵďŝĂŶĐŽŶĞǁƐ alla presentazione della nuova collezione Paillettes presso lo showroom milanese di Chantecler. “Siamo aperti all’ingresso di un socio di minoranza oppure di maggioranza, dipenderà dai casi”, afferma Api. “Abbiamo già ricevuto manifestazioni d’interesse da player italiani, sia finanziari sia gruppi industriali”. L’idea, per il gioielliere italiano, è di accelerare grazie al partner l’espansione all’estero che, oggi, rappresenta solo il 20% dei ricavi, attestatisi nel 2013 a 18 milioni di euro, in linea con il 2012, ma con un ebitda in crescita del 40% “grazie a una grande attenzione all’efficienza”, spiega Api. Se la compagine azionaria dovesse rimanere quella attuale (i fratelli Gabriele, Maria Elena e Costanza Aprea, figli di Salvatore Aprea, coͲfondatore del marchio insieme a Pietro Capuano, sono proprietari ciascuno di un terzo della società), tale sviluppo avverrebbe in maniera “sostenibile”, come racconta Api. “Il partner ideale deve anche essere in armonia con la filosofia e il modello di sviluppo dell’azienda, che prevede l’apertura di negozi monomarca con partner locali, vetrine che possano veicolare l’immagine e il Dna di Chantecler”. La rete retail del brand comprende oggi sei monomarca di cui tre in Italia (Capri, Cortina, e Milano), uno ad Astana in Kazakistan, uno a Tokyo e uno a Hong Kong, oltre a un network di gioiellerie rivenditrici selezionate in Italia e all’estero.


ŚŽƉĂƌĚ͕ ůĂ ƉĂƐƐŝŽŶĞ ƉĞƌ ůĂ ǀĞůŽĐŝƚă ŽƌĂ ĐŽƌƌĞ ŝŶ WŽƌƐĐŚĞ «P orsche rappresenta la passione e la competizione, valori nei quali noi ci identifichiamo totalmente», parola di KarlͲFriedrich Scheufele, alla guida, insieme alla sorella Caroline Gruosi Scheufele, della storica maison svizzera di orologi e preziosi Chopard. Il marchio ha scelto di sponsorizzare il ritorno della vettura Porsche 919 Hybrid sui circuiti delle competizioni automobilistiche, in particolare accompagnando Porsche Motorsport nel campionato del mondo LMP1 Endurance che si terrà il prossimo 14 e 15 giugno 2014. Quella alla velocità è una vera vocazione per Chopard: tutto è cominciato nel 1988 quando il brand è diventato sponsor ufficiale della Mille Miglia. Nel frattempo rilanciando la centralità dell’etica nella sua estetica, il brand di monili di lusso e di alta gioielleria introduce alcune novità per la sua Green Carpet Collection lanciata a Cannes durante il Festival del Cinema nel maggio 2013. L’iniziativa si arricchisce di nuovi tasselli: cinque nuove creazioni, un anello, tre paia di orecchini e un orologio da polso nati in collaborazione con Livia Firth, moglie del divo Colin Firth, che presto approderà sugli schermi cinematografici con il film di Atom Egoyan “Devil’s Knot”. (e.m.a.) (24 marzo 2014)


Re Giorgio s’ispira allo swing e al foxtrot LA PRIMA COLLEZIONE DI OROLOGI EMPORIO ARMANI SWISS MADE RICHIAMA LE ATMOSFERE DEGLI ANNI TRENTA E QUARANTA CON STILE ITALIANO E PRECISIONE SVIZZERA

Milano S ono ispirati all’epoca dello swing e del foxtrot, dei cabaret e di donne icona come la bella Josephine Baker, gli orologi della nuova collezione firmata dal re della moda made in Italy, Giorgio Armani. Dalle linee eleganti, discrete e un retrogusto vintage che richiama appunto gli anni Trenta e Quaranta, saranno presentati durante “Baselworld”, il Salone mondiale dell’orologeria e della gioielleria, dedicato agli operatori del settore, che si svolgerà per otto giorni alla fiera di Basilea, in Svizzera, dal 27 marzo fino al 3 aprile. Si tratta della prima collezione di orologi Emporio Armani Swiss Made, nata dalla combinazione tra il design di Emporio Armani e il savoirͲfaire elvetico in materia di ingranaggi di precisione. Ogni pezzo, assicurano dalla maison, è realizzato con materiali di alta qualità, prestando una grande attenzione a ogni singolo dettaglio. «La ricerca dell’eccellenza, unita a una spinta costante verso l’innovazione, caratterizza tutto il mio lavoro. — spiega lo stilista — E ora l’unione della precisione svizzera al design Emporio Armani è davvero l’espressione perfetta di questo eccezionale connubio: ho voluto creare orologi speciali, dall’eleganza discreta, che la tecnologia e l’accuratezza con cui sono realizzati rendano non solo unici ma anche davvero senza tempo». (st.a.) (24 marzo 2014)


Design e distribuzione, gli assi di Bulgari IL BRAND ITALIANO, OGGI CONTROLLATO DAL GRUPPO LVMH, NON DIMOSTRA CEDIMENTI NONOSTANTE 130 ANNI DI STORIA E CRESCE A DOPPIA CIFRA NEL MERCATO DI GIOIELLI E OROLOGI DI LUSSO. “I NOSTRI NEGOZI NON DEVONO ESSERE MAI SPROVVISTI”

WĂŽůĂ :ĂĚĞůƵĐĂ

Roma «C hiunque esca dalla nostra boutique si trova di fronte la Scalinata di Trinità dei Monti, che per noi ha un valore emozionale forte. Per questo abbiamo deciso di sponsorizzarne il restauro»: JeanͲCristophe Babin, da un anno Ceo di Bulgari, ha appena annunciato una collaborazione col Comune di Roma, un investimento di oltre un milione di euro per ridare splendore alla scalinata emblema della Capitale. L’iniziativa suggella la riapertura dello storico negozio di Via Condotti 10, creato dal fondatore Sotirio Bulgari insieme ai figli Costantino e Giorgio. Andy Warhol l’aveva definito ai suoi tempi “la migliore galleria d’arte contemporanea”. Oggi, completamente rinnovato da Peter Marino — eclettico architetto e designer “nel cuore” di Bernard Arnault, patron del gruppo Lvmh che oggi controlla il brand italiano — torna a far parlare di “bello”, vetrina d’arte di gioielli, legati a filo doppio alla Città eterna, che ne ha ispirato linee e design. L’asta dei gioielli Bulgari di Liz Taylor, da record, testimonia del valore che queste creazioni possono acquisire nel tempo. Ma sul palcoscenico dell’Oscar di quest’anno, Julia Roberts, Naomi Watts e altri attrici che hanno sfoggiato gioielli Bulgari, provano che questa griffe, che compie 130 anni, mantiene salda la sua presa sul mercato moderno. «La crisi non ci tocca, la fascia degli Hnwi, high net worth individual, persone con elevati patrimoni e capacità di spesa è in crescita nel mondo, e questo favorisce il nostro settore. E la forza del brand Bulgari premia», sottolinea JeanͲCristophe Babin. Gioielli e orologi nel consolidato Lvmh sono cresciuti del 4% lo scorso anno. Ma voi correte a doppia cifra. «Abbiamo sempre fatto leva sull’innovazione nella conservazione, spingendo su due fronti: il design e la distribuzione. Partiamo dal design. Il successo delle collezioni presentate lo scorso anno a Basilea è scritto nei bilanci che fanno registrare crescita a doppio zero. Mentre abbiamo davanti a noi grandi spazi di crescita nei diamanti, un settore ancora marginale per il nostro brand. La collezione Serpenti a Shanghai, Dubai e New York dimostra che questo è un momento eccellente per la gioielleria e per l’orologio gioiello e premia il nostro knowͲhow. Altra performance di risalto si deve alla nuova collezione di gioielli Diva, che si ispira, appunto, all’atmosfera dei divi di Hollywood. Anche la linea Bulgari.Bulgari ha contribuito ai risultati record dell’ultimo anno. B.Zero1 ha ulteriormente sostenuto la crescita del brand. Sono due i segmenti dall’elevato potenziale: il pavè e gli anelli di fidanzamento e matrimonio. Si tratta di una sfida impegnativa, perché non è facile dare una identità di marca al diamante, che ha tagli molto convenzionali ». E l’innovazione nella distribuzione? «La maison ha sempre creato prodotti nuovi e straordinari, ma è stata un po’ timida nel fabbricare volumi importanti. La fusione in Lvmh, che ha mantenuto la filosofia e la forza del marchio, ha consentito di aumentare gli investimenti finanziari nelle scorte. I negozi non devono mai essere sprovvisti. Uno sforzo non indifferente, visto che parliamo di prodotti artigianali, al confine tra estremamente esclusivo e unico. La logistica ci aiuta a far circolare i pezzi rapidamente». Un limite è la reperibilità delle pietre preziose, l’accesso alla materia prima. «Siamo considerati i principali attori e ci vengono proposte per primi le migliori pietre. Certo, molto dipende dalle idee e dalla creatività. Se il prodotto che ha 13 smeraldi ci viene chiesto da 17 e ce ne manca uno dobbiamo correre il rischio di dover aspettare anche un anno. Ma questo è il “prezzo” perché diventi un pezzo veramente straordinario ». Conservare l’identità del brand non vi penalizza rispetto ai gusti locali? «Bulgari crea gioielli e orologi coerenti con i codici della marca, globali, ma questo non vieta di dare un tocco locale, senza frammentare i prodotti. Per l’apertura del nostro flagship store, negozio bandiera di Charter House a Hong Kong abbiamo creato un Serpenti con un naso di giada, la pietra preferita dai cinesi. L’orologio Octo da 41 millimetri, invece, nato in acciaio, è stato realizzato in 38 millimetri misto oro per il mercato orientale». State


spingendo molto sull’ampliamento della rete distributiva. Sia nei mercati maturi che in quelli emergenti, dagli Usa agli Emirati Arabi contate su un network gigantesco. Ma la redditività per metro quadrato? «Abbiamo una gestione molto flessibile del network distributivo. Aprono nuovi store, ma ne chiudono anche. Chiudiamo alle Hawaii, ci potenziamo all’aeroporto di Heathrow, Londra. Grazie alla holding siamo in grado di monitorare i flussi di mercato. Stiamo riducendo anche le dimensioni di molte strutture. In passato erano stati aperti store eccessivamente grandi in vista della estensione del brand negli accessori. Ma abbiamo verificato che le metrature possono essere anche dimezzate, come abbiamo fatto in Giappone, in modo perfettamente indolore». Qui sopra JeanͲCristophe Babin, ceo di Bulgari; a sinistra, il negozio di via Condotti (Roma) (24 marzo 2014)


Gucci, la svolta si chiama GͲTimeless UN TRITTICO DI MODELLI CHE FANNO DELLA RICERCA RAFFINATA E DELLA PRECISIONE IL PUNTO DI FORZA CON UN DESIGN LINEARE E DINAMICO IN VERSIONE “EXTRA LARGE”

Milano U n’estetica lineare e dinamica definisce il design dei nuovi preziosi orologi firmati Gucci Timepieces & Jewelry. Realizzati rigorosamente in Svizzera i nuovi modelli richiamano già nel nome l’attitudine al movimento e alla precisione: GͲTimeless Slim, dotato di movimento automatico Swiss Made. «Il nuovo modello presenta un nuovo quadrante più snello e una lunetta leggermente bombata che conferisce all’orologio un tocco raffinato», spiegano gli stilisti del marchio controllato da Kering. Il quadrante esibisce un motivo diamante più ampio, esteso fino ai bordi per ottenere un look deciso e moderno. Al tutto si aggiunge un contatore dei minuti e dei piccoli secondi alle ore 6 che «conferisce dinamismo al pezzo». Infine, gli indici applicati sono più stretti, in linea con la sua estetica minimalista. Il GͲTimeless Slim Automatico è disponibile in tre varianti: due in acciaio con quadrante nero o argento e una con dettagli in oro rosa. Il primo modello è completato da un bracciale in acciaio e presenta un quadrante nero con indici e lancette color oro rosa. Il secondo modello è fornito di cinturino in pelle nera ed esibisce un quadrante laminato d’argento. Il trittico è completato da un modello in oro rosa e acciaio, ornato da lunetta rivestita in oro rosa 18 carati. Tutti gli orologi sono realizzati in misura large (40mm). (e. m. a.) I tre modelli di orologi firmati Gucci Timepieces & Jewelry (24 marzo 2014)


23-MAR-2014

Lettori: n.d. Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Antonio Polito

da pag. 7


Savelli vende uno smartphone da 120mila euro lunedì, 24 marzo 2014

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SmartphoneͲgioiello a cinque zeri dal design italiano e assemblati a mano in Svizzera. È l’idea di Savelli Genève, brand lanciato meno di un anno fa dal giovane Alessandro Savelli, genovese con mamma londinese e un passato nella finanza della City, che durante un Mba negli Stati Uniti ha deciso di intraprendere l’avventura di un marchio proprio. “L’idea iniziale era quella di occupare una nicchia vuota, quella dello smartphone di lusso per un pubblico femminile”, racconta Savelli, incontrato da WĂŵďŝĂŶĐŽŶĞǁƐ all’evento di presentazione del marchio presso l’Armani Hotel di Milano. La collezione zero di Savelli, ‘Jardin Secret’, si compone di 11 modelli, tutti con sistema operativo Google Android, realizzati a mano con oro rosa 18 carati, diamanti, ceramica hiͲtech, vetro zaffiro e pelli esotiche. Il volto della campagna, scattata da Patrick Demarchelier, è Julia Restoin Roitfeld. I prezzi partono da 8.500 euro in su – da Harrods a Londra è da poco stato venduto un modello da 120mila euro con diamanti bianchi da sette carati con taglio baguette – e ai clienti è offerto un servizio di personalizzazione dello smartphone con oltre 60 pelli pregiate diverse e la possibilità di incidere le proprie iniziali. “Per trovare finanziatori ho fatto qualcosa come 500 incontri in tutto il mondo”, sorride Savelli. “Tra i soci che hanno creduto nel brand ci sono esperti del settore come Peter Ashall, fondatore ed ex CEO di Vertu, ed Enrico Mambelli, ex AD di Ferré e volto noto del fashion business italiano”. Anche fondi di private equity, tra cui lo statunitense Rho e l’italiano Innogest, hanno partecipato al progetto che ha inizialmente raccolto oltre 9 milioni di euro. In vendita da un paio di mesi nel londinese Harrods, a Courchevel, a Hong Kong e in Italia in esclusiva a Milano da Pisa Orologeria, per il futuro Savelli mira a espandere la distribuzione in particolare nei mercati dell’Estremo e del Medio Oriente, oltre che nelle destinazioni europee del turismo di lusso.


A Milano le Giornate Europee dei Mestieri d’Arte 2014 24/03/2014 By orafoitaliano Si svolgeranno dal 1° al 13 Aprile a Milano le Giornate Europee dei Mestieri d’Arte, nate quattro anni fa in Francia da un’idea dell’Institut National des Métiers d’Art. L’obiettivo è quello di divulgare l’importanza e la bellezza del saper fare, di mestieri spesso dimenticati, che si basano sulla trasmissione della conoscenza e del gesto. Le Giornate Europee, oggi patrimonio di dodici paesi europei, sono frequentate da un grande pubblico di curiosi e appassionati. L’edizione italiana, con il patrocinio del Comune di Milano, prevede l’apertura di laboratori per far incontrare gli artisti e il pubblico. Presso la Pinacoteca di Brera, ad esempio, si terrà la mostra fotografica “Transmettre. Percorsi di sapere”, di Gianni e Tiziana Baldizzone, una proposta della Maision orologiera Vacheron Constantin. I due fotografi hanno girato il mondo per quattro anni, alla ricerca di quei maestri del sapere e delle competenze. Fin dagli Anni Novanta Vacheron Constantin sostiene i Métiers d’Art, che omaggia con una collezione di orologi a tiratura limitata, come la collezione Métiers d’Art Mécaniques Ajourées, dedicata all’arte dell’incisione a mano impreziosita dallo smalto Grand Feu, che sarà presentata in esclusiva proprio a Milano. Nella foto: “Ginevra, Atelier Grandes Complications Vacheron Constantin” – 2014 Svizzera. Copyright: Tiziana e Gianni Baldizzone.


Data: 4 Aprile 2014



del 21 Marzo 2014 backstage

made in italy, luoghi comuni al bando ma etichette trasparenti Paola Bottelli Negli ultimi giorni il web si è scatenato sul tema del made in Italy della moda, in particolare dopo un'intensa puntata della trasmissione "Presa Diretta", in onda su La7. Un reportage dal Bangladesh ha mostrato le orribili condizioni di lavoro in quelle fabbriche, con turni massacranti in cambio di una manciata di denaro. Occorreranno anni prima che le regole d'"ingaggio" dei terzisti da parte dei colossi del fast fashion voltino davvero pagina, nonostante i protocolli firmati da quasi tutti i player dopo il rogo nel quale persero la vita 1.200 operai, intrappolati come topi in una struttura multipiano senza rispetto per gli standard minimi di sicurezza. E starà anche alla coscienza dei singoli consumatori fare pressing sui big brand per costringerli a ridurre i propri margini di profitto in cambio del rispetto per la vita dei lavoratori. Ciò premesso, l'industria italiana della moda non ha molto a che fare con la produzione di maxi volumi, "riserva" dei giganti del fast fashion. Invece, un'ondata emotiva ha travolto il web, dove da giorni si insiste sul fatto che ormai il made in Italy sia desaparecido, quasi totalmente delocalizzato, tranne che quelle poche centinaia di capi di lusso esclusivo - inclusa l'alta moda - che non possono che essere manufatti nel nostro Paese. Nulla di più errato: se è vero che molti marchi hanno decentrato la produzione di abbigliamento soprattutto nell'Est europeo, è altrettanto vero che è qui in Italia che si continuano a produrre le collezioni più lussuose. In particolare, pelletteria e scarpe vivono una fase di vero e proprio boom, tanto che è qui da noi che si fabbricano anche i prodotti top di gamma dei più prestigiosi marchi francesi, americani, tedeschi e svizzeri. E finiscono sui mercati internazionali dove i consumatori cercano il vero made in Italy. Il Monitor distretti industriali di Intesa Sanpaolo (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) ha testimoniato l'impennata dell'export di alcuni di questi distretti del sistema moda: nella top ten della crescita, pelletteria e calzature di Firenze hanno aumentato di 290 milioni l'export nel 2013, arrivando a sfiorare i 2,779 miliardi; la concia di Arzignano è cresciuta di 218 milioni ed è salita a quotra 2,023 miliardi. I due settori sono rispettivamente secondo e terzo ale spalle dell'oreficeria di Arezzo, che - a dispetto del calo del prezzo della materia prima - ha esportato 370 milioni in più (a quota 2,09 miliardi), l'aumento maggiore fra i distretti di tutti i settori. Insomma, il made in Italy della moda non è morto: l'importante, però, è raccontare la verità nelle etichette.


del 21 Marzo 2014

Babin: «Per Bulgari la crescita continua»

L'azienda romana archivia il 2013 con ricavi di 1,4 miliardi, celebra i 130 anni restaurando Trinità dei Monti e lanciando orologi-gioiello E rileva una fabbrica di pelletteria in Toscana roma - dal nostro inviato di Giulia Crivelli a«Sostenere il restauro di Trinità dei Monti e riaprire dopo sette mesi di lavori la boutique di via Condotti sono i due regali più belli che potevamo farci per i nostri 130 anni. Ma nel corso del 2014 ci saranno altre sorprese». Jean-Christophe Babin, ceo di Bulgari da meno di un anno, ha presentato così le novità di quello che potremmo definire un “Bulgari day”. Ieri in Campidoglio, accanto a un sindaco Ignazio Marino grato ed emozionato, Babin ha annunciato una donazione di 1,5 milioni di euro per restaurare la storica scalinata. Qualche ora più tardi, con Carla Bruni e decine di celebrities, ha ospitato la festa per la riapertura della storica boutique, il cui restauro è costato «alcuni milioni di euro». Se il 2014 sarà l'anno delle celebrazioni, il 2013 è stato un anno importante per Bulgari dal punto di vista economico: gli analisti di Bernstein stimano per la maison un fatturato di 1,4 miliardi e un Ebit del 12%, con una crescita “high single digit” rispetto al 2012. Bulgari fu acquistata da Lvmh nel marzo 2011 per 4,3 miliardi e il gruppo francese non rilascia dati relativi ai singoli marchi in portafoglio, ma Babin conferma: «Non abbiamo mai smesso di crescere». Bulgari ha diversificato molto dalla gioielleria agli orologi. Quali saranno le novità per Baselworld e quanto è importante questo business? Sta crescendo sia nell'uomo, anche grazie alle acquisizioni delle manifatture Gerald Genta e Daniel Roth, sia nella donna. Per i 130 anni abbiamo creato un Bulgari Roma Tourbillon in edizione limitata di soli due pezzi che costano 78mila euro: sono ancora nella loro vetrinetta ma credo che non ci resteranno per molto. Questo per dire che negli orologi complicati abbiamo costruito in pochi anni una grandissima reputazione e in Asia li vendiamo anche alle donne. Poi ci sono gli orologi-gioiello, abbiamo appena presentato una nuova versione del Serpenti, ma a Basilea porteremo pure una linea Bzero, oltre alla storica Bulgari Bulgari, con prezzi da 3.500 a 10mila euro, pensata proprio per le donne che non desiderano necessariamente un orologio-gioiello. Avete creato un collier da 7 milioni di euro, sfoggiato da Carla Bruni per la riapertura di via Condotti. Quanto pesa l'alta gioielleria sul fatturato complessivo? Non posso dare cifre precise, ma la maggior parte delle vendite viene fatta nella fascia di prezzo mille-50mila euro, cioè nel segmento medio e medio-alto. I best seller assoluti sono gli anelli e lì si parte, appunto, da circa mille euro. Vendiamo migliaia di gioielli nella fascia fino a 10mila euro, mentre sono centinaia in quella superiore ai 100mila. E sono meno nell'alta gioielleria: l'importante è essere presenti e credibili in ogni categoria. Cartier e Tiffany sono molto forti negli anelli di fidanzamento, strategica per l'Asia. Avete delle novità per insediare il loro primato? In via Condotti abbiamo creato il primo Bridal space, che poi avremo in altri negozi nuovi o rifatti, dove scegliere anelli di fidanzamento la cui gamma si è molto ampliata. Non mancano i classici in diamanti e oro bianco, ma Bulgari, con il suo know how nelle gemme e nel colore, può osare un po' di più, offrire anelli di fidanzamento che nessuno aveva fatto finora. A proposito di Asia, come valuta il rallentamento del mercato? C'è stato, ma ha colpito molto di più i marchi di orologi puri, meno i gioiellieri. In ogni caso penso che le esportazioni di orologi svizzeri, una statistica affidabile e certa che invece per i gioielli non abbiamo, nel 2014 torneranno a crescere del 5-10% verso la Cina e Hong Kong, dove noi apriremo, rispettivamente, 4 e 2 negozi nuovi, che si aggiungono alle 25 boutique che già possedevamo, su un network di 300 circa nel mondo. I cinesi sono i nostri primi clienti, seguiti da giapponesi, europei, mediorientali e americani. E in Italia? Non ci sono nuove aperture in vista, ma abbiamo appena comprato una fabbrica di borse in Toscana, la Famaf, perché la linea di accessori, e in particolare di borse-gioiello, sta andando molto bene. I dipendenti Bulgari in Italia quindi sono aumentati? Con questa acquisizione, sì. E poi c'è il normale turn-over nei laboratori di Roma, dove facciamo l'alta gioielleria, e nelle due manifatture che abbiamo in Piemonte, dove produciamo tutto il resto.


Cronaca

Corsico, gioielliere colpito alla testa durante un tentativo di rapina Il proprietario del negozio ha messo in fuga due malviventi pur essendo rimasto ferito con il calcio di una pistola. Al momento dell’irruzione era presenta anche una cliente di Olivia Manola

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Comunichiamo a tutti gli associati che è finalmente possibile aderire al rinnovato sito internet www.outletprezioso.it

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