Rassegna stampa 28 febbraio 2014 def

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Rassegna Stampa



ECONOMIA E MERCATI

28 Febbraio 2014

IL GIORNALE DI VICENZAIl lusso non conosce crisi ed è cresciuto del 70%. La pelle è ai primi posti BLASTING. NEWS Prezzo dell'oro in salita: quotazioni in crescita per i timori sull'economia Usa e cinese SOLE 24 ORE Esportazioni extra Ue gelate dai listini dell'oro PAMBIANCONEWS Lo shopping mondiale di lusso per metà è già cinese SOLE 24 ORE Lusso, made in Italy sempre più preda SOLE 24 ORE Oro ai massimi da 4 mesi, oltre 1.340$ SOLE 24 ORE Il crollo dell'oro affonda l'export extra Ue a gennaio. Import in calo a causa dell'energia CORRIERE DELMEZZOGIORNO «Stretti tra crisi e ispettori rapaci: fanno i guappi con noi piccoli» INTERMARKERT&MORE MACROECONOMIA ed ORO: ad un passo dal golden cross

COMPRO ORO

IL MESSAGGERO GAZZETTA DEL SUD

SETTORE E MODA

CORRIERE DELLA SERA INFORMAZIONI D’ORO INFORMAZIONI D’ORO L’ORAFO AREZZO WEB.IT INFORMAZIONI D’ORO IL GIORNALE DEL LUSSO INFORMAZIONI D’ORO DELUXE BLOG IL GIORNALE DEL LUSSO L’ORAFO INFORMAZIONI D’ORO INFORMAZIONI D’ORO L’ORAFO LA NAZIONE

CRONACA

CORRIERE DELLA SERA INFORMAZIONI D’ORO IL GIORNO AGI

Ricettazione di gioielli. Denunciati due compro oro Ispezioni in Compro oro e stazioni di benzina

Mettiti sull’orecchio una corona di stelle Wryst lancia gli orologi Shoreline Il diamante Taj Mahal Quid, il portale dei gioielli “su misura” A. Saudita: no commesse in gioielleria, inadatte a difendere i preziosi Trovate monete d’oro da 10 milioni di dollari Orologi? Gli italiani li fanno meglio Starpy, l'orologio che esprime l'umore Scarpe di lusso firmate Borgezie da 130 mila dollari Due miti del calcio per Hublot Torna i “Maestri del Gioiello” a Milano Hublot lancia il Big Bang Pop Art Collezione Les perles de Chanel Eberhard & Co. e “l’ora del Vintage” L'orologio del mitico Babe Ruth battuto all'asta per 717.000 dollari

Colpo in gioielleria nel Trevisano. Presa a Besate la complice del rapinatore Nuovo sequestro di oro a Valenza Dalla Svizzera con i lingotti d'oro: beccata coppia al valico di Ronago Rapine: svuotata gioielleria a Parma, 'banditi' in fuga

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Economia e Mercati

mercoledì 26 febbraio 2014

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Prezzo dell'oro in salita: quotazioni in crescita per i timori sull'economia Usa e cinese ϮϱͲϬϮͲϮϬϭϰ Ͳ ŚƌŝƐƚŝĂŶ ŝƚƚŽŶ

Le quotazioni dell'oro in febbraio hanno fatto uno scatto verso l'alto: ci sono timori sulle economie di Usa e Cina. ƋƵŽƚĂnjŝŽŶŝ ŽƌŽ͕ ƉƌĞnjnjŽ ŝŶ ƐĂůŝƚĂ A febbraio le quotazioni dell'oro sono aumentate del 9,7%, ĐŽŵĞ ĚĞů ƌĞƐƚŽ ƐŽŶŽ ƐĂůŝƚĞ ĂŶĐŚĞ ƋƵĞůůĞ ĚĞůůΖargento Ğ Ěŝ ƚƵƚƚĞ ůĞ commodities͘ / ŵŽƚŝǀŝ ƐŽŶŽ ƉƌŝŶĐŝƉĂůŵĞŶƚĞ ůĞŐĂƚŝ Ăŝ timori per una nuova frenata dell'economia mondiale͗ ŝů tapering della Fed USA ƐĂƌă ŵŽƌďŝĚŽ ƉƌŽƉƌŝŽ ƉĞƌ ƋƵĞƐƚŽ͖ Ă ĐŽŶĨĞƌŵĂ Ěŝ Đŝž͕ Őůŝ Ƶůƚŝŵŝ ĚĂƚŝ ƐƵůůĂ ƉƌŽĚƵnjŝŽŶĞ ŵĂŶŝĨĂƚƚƵƌŝĞƌĂ ƐƚĂƚƵŶŝƚĞŶƐĞ ƐŽŶŽ ƐƚĂƚŝ ƐŽƚƚŽ ůĞ ƉƌĞǀŝƐŝŽŶŝ͘ dƵƚƚĂǀŝĂ ǀĂ ĐŽŶƐŝĚĞƌĂƚĂ ĂŶĐŚĞ ůĂ ƐŝƚƵĂnjŝŽŶĞ ĞĐŽŶŽŵŝĂ ĚĞů ŵĂŐŐŝŽƌ ĂĐƋƵŝƌĞŶƚĞ Ěŝ ŽƌŽ Ăů ŵŽŶĚŽ͕ ůĂ Cina͕ ŶŽŶ ǀŝƐƚĂ ŵŽůƚŽ ƉŽƐŝƚŝǀĂŵĞŶƚĞ͘ Il prezzo dell'oro è ora ai massimi da novembre͕ ĐŽŶ quotazioni all'oncia oltre i 1320 dollari͖ ĐĞƌƚŽ ŝů ŵĂƐƐŝŵŽ ƐƚŽƌŝĐŽ ƐƵŝ ϭϵϬϬ ĚŽůůĂƌŝ ůΖŽŶĐŝĂ ğ ďĞŶ ůŽŶƚĂŶŽ͕ ŵĂ ŝů ƌŝĂůnjŽ ĚĞůůĞ ƋƵŽƚĂnjŝŽŶŝ ŽƌŽ ŶĞůůĞ ƵůƚŝŵĞ ƐĞƚƚŝŵĂŶĞ ğ ƵŶ ĐŚŝĂƌŽ ƐĞŐŶŽ Ěŝ ŶĞƌǀŽƐŝƐŵŽ ƐƵůůĂ ĐƌĞƐĐŝƚĂ ĞĐŽŶŽŵŝĐĂ ĂŵĞƌŝĐĂŶĂ͕ ĐŝŶĞƐĞ Ğ ŵŽŶĚŝĂůĞ ŝŶ ŐĞŶĞƌĞ͘ Le previsioni sul prezzo dell'oro per il 2014 ĚĞůůĞ ŐƌĂŶĚŝ ďĂŶĐŚĞ ĐŽŵĞ 'ŽůĚŵĂŶ ^ĂĐŚƐ Ğ DŽƌŐĂŶ ^ƚĂŶůĞLJ ƌŝŵĂŶŐŽŶŽ ƌŝďĂƐƐŝƐƚĞ͕ ŵĂ ğ ƵŶĂ ƌĞĂůƚă ĐŚĞ Őůŝ ŚĞĚŐĞ ĨƵŶĚ ƐƚŝĂŶŽ ƚŽƌŶĂŶŽ ƌŝĂůnjŝƐƚŝ ƐƵ ŽƌŽ͕ ĂƌŐĞŶƚŽ Ğ ĂůƚƌĞ ĐŽŵŵŽĚŝƚŝĞƐ͕ ƌŝƚĞŶƵƚŝ investimenti alternativi ƋƵĂŶĚŽ ůĂ ĐƌŝƐŝ ğ ŝŶ ĐŽƌƐŽ Ž ŝŶ ĂǀǀŝĐŝŶĂŵĞŶƚŽ͘ WƌŽǀĂ ŶĞ ğ ĂŶĐŚĞ ůĂ ƐŝƚƵĂnjŝŽŶĞ ƐƵů ŵĞƌĐĂƚŽ ĨŽƌĞdž͕ ĐŚĞ ƐƚĂ ǀŝǀĞŶĚŽ ƵŶ ƉĞƌŝŽĚŽ Ěŝ ŐƌŽƐƐŝ ƐĐŽƐƐŽŶŝ ƐƵ ǀĂƌŝ ĐƌŽƐƐ͘ Le quotazioni dell'oro sono in risalita anche grazie alla Cina͕ ĐŽŵĞ ĚĞƚƚŽ ƐŽƉƌĂ͗ ŐƌĂnjŝĞ Ž ƉƵƌƚƌŽƉƉŽ͕ ƉĞƌĐŚğ ŝ ƐĞŐŶĂůŝ ŶŽŶ ƐŽŶŽ ƉŽƐŝƚŝǀŝ͘ ĞƌƚŽ ĨĂƌă ƉŝĂĐĞƌĞ ĂůůĞ ƐŽĐŝĞƚă ŵŝŶĞĂƌŝĞ Ğ ĂŐůŝ ŝŶǀĞƐƚŝƚŽƌŝ ĐŚĞ ůĂ ŝŶĂ ƐŝĂ ŝů ƉƌŝŵŽ ŝŵƉŽƌƚĂƚŽƌĞ ŵŽŶĚŝĂůĞ Ěŝ ŽƌŽ ĐŽŶ ƵŶĂ ĚŽŵĂŶĚĂ Ěŝ ŽƌŽ ĨŝƐŝĐŽ ĐƌĞƐĐŝƵƚĂ ĚĞů ϯϮй͕ ĂǀĞŶĚŽ ƐƵƉĞƌĂƚŽ ůΖ/ŶĚŝĂ ĐŚĞ ŚĂ ŝŶƚƌŽĚŽƚƚŽ ƉĞƐĂŶƚŝ ĚĂnjŝ ĚŽŐĂŶĂůŝ ƉĞƌ ĨƌĞŶĂƌŶĞ ůĂ ĚŽŵĂŶĚĂ ŝŶƚĞƌŶĂ͕ ƚƵƚƚĂǀŝĂ ğ ƵŶ ƐĞŐŶĂůĞ ĚĂ ŝŶƚĞƌƉƌĞƚĂƌĞ ĐŽŶ ĂƚƚĞŶnjŝŽŶĞ ƉĞƌĐŚğ x x

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ƐƉŽƌƚĂnjŝŽŶŝ ĞdžƚƌĂͲhĞ ŐĞůĂƚĞ ĚĂŝ ůŝƐƚŝŶŝ ĚĞůůΖŽƌŽ >ƵĐĂ KƌůĂŶĚŽ 26 febbraio 2014 MILANO Oro e petrolio. I responsabili principali del risultato deludente per l'export extraͲUe di gennaio e del crollo delle importazioni sono soprattutto loro, anche se l'identificazione dei "colpevoli" offre solo parziali motivi di soddisfazione. Sul fronte delle vendite oltreconfine il calo su base annua è del 2,7% (Ͳ1,1% il dato mensile destagionalizzato), con un crollo di oltre 11 punti percentuali concentrato nei beni intermedi, quelli appunto dove l'Istat classifica i metalli preziosi. Lo stesso istituto di statistica evidenzia l'impatto del metallo giallo, spiegando che escludendo dal calcolo i metalli di base diretti verso la Svizzera il bilancio del nostro export extraͲUe a gennaio sarebbe in pareggio. Questione di listini, che del resto hanno pesato fortemente anche sui risultati del 2013. Su base annua, tra gennaio 2013 e gennaio 2014 l'oro ha ceduto un quarto del suo valore perdendo quasi 400 dollari l'oncia, risultato plasticamente rappresentato nella nostra performance di vendita verso la Svizzera, primo acquirente d'oro dall'Italia: a gennaio le nostre vendite verso Berna si riducono del 22,7%, peggior risultato tra i paesi extraͲUe. Trend che del resto prosegue da oltre un anno, con il calo delle quotazioni dell'oro costato in termini di minori entrate poco meno di 2,5 miliardi di euro nel corso del 2013. Tralasciando l'oro il quadro migliora, senza però diventare per questo esaltante. Dal punto di vista geografico, infatti, prosegue la debolezza di Turchia e India, alle prese con difficoltà economiche interne e forti svalutazioni, mentre il Medio Oriente evidenzia un calo a doppia cifra, provocato in parte dalla riduzione di valore dei prodotti petroliferi raffinati diretti in quell'area. Altrove, per fortuna, lo scenario è più brillante, in particolare per Stati Uniti e Cina, che insieme valgono il 10% delle nostre vendite oltreconfine: per Washington la crescita su base annua è del 7,1%, ben superiore al magro risultato dell'intero 2013 (+1,4%), per Pechino c'è un balzo di oltre 11 punti. In termini settoriali l'indicatore positivo arriva dai beni strumentali, in crescita del 2,4%, mentre altrove i segnali restano negativi. I prodotti intermedi, affondati dalla categoria metalli di base (dove c'è anche l'oro) cedono oltre l'11% mentre i beni di consumo durevole sono in rosso di quasi quattro punti, a testimonianza della riluttanza delle famiglie nell'acquistare auto, mobili ed elettrodomestici. E del resto, guardando alle vendite al dettaglio 2013 in calo di oltre due punti, peggior dato dall'avvio delle serie storiche nel 1990, è chiaro che sia sempre la domanda interna l'ostacolo principale che impedisce l'approdo verso una fase di ripresa robusta dell'economia. Sul fronte delle importazioni i risultati sono ancora peggiori, con un calo dell'11,9% legato in particolare alla caduta degli acquisti nel settore energetico. Calo dei listini e minori consumi, determinati sia all'impatto della crisi che dalla presenza di temperature nettamente più alte della media, riducono gli acquisti di energia di oltre 22 punti percentuali su base annua, con un crollo di 42 punti per gli acquisti globali effettuati dall'Italia nei confronti dei paesi Opec. Escludendo l'energia dal calcolo il bilancio migliora, anche se il calo delle importazioni manifatturiere resta ampio, pari al 4,9 per cento. Dato non brillante soprattutto perché determinato da un picco negativo di quasi 14 punti nei beni strumentali, ennesimo segnale della grande riluttanza delle aziende ad avviare nuovi investimenti in macchinari in una fase di difficoltà e in presenza di rilevanti quote di capacità produttiva in eccesso. Il crollo degli acquisti dall'estero, che nel mese vale minori uscite per quasi due miliardi di euro, spinge verso l'alto la bilancia commerciale italiana, in rosso di appena 894 milioni a gennaio a fronte di un passivo di 2,4 miliardi nello stesso mese del 2013.


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Turisti cinesi in Inghilterra

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del 26 febbraio 2014 Moda. Strategia duplice: shopping al fine di incrementare le dimensioni aziendali, ma anche rilancio di brand storici

Lusso, made in Italy sempre più preda Krizia ai cinesi è ultima di una lunga serie di acquisizioni: da Loro Piana a Poltrona Frau Giulia Crivelli Tra i tanti rumor sulle trattative a margine delle sfilate tra marchi italiani in cerca di soci e fondi o grandi gruppi, mancavano quelli su Krizia, il marchio di abbigliamento fondato nel 1956 da Mariuccia Mandelli. Lo scorso giovedì, dopo la sfilata inserita nella fashion week milanese che si è appena chiusa, la stilista è uscita a raccogliere gli applausi, ma solo quattro giorni dopo, lunedì, si è capito che sarebbe stata l'ultima sfilata firmata Mandelli. Il marchio è stato venduto al gruppo cinese Shenzhen Marisfrolg dell'imprenditrice-aspirante stilista Zhu Chongyun, che ne diventerà presidente e direttore creativo. Un'operazione da 35 milioni di dollari (25,5 milioni di euro) per un brand che, archiviati da tempo i fasti degli anni 90, ha chiuso il 2013 con un fatturato quasi certamente sotto i 10 milioni. Nell'ultimo bilancio disponibile, quello del 2012, i ricavi erano stati di 11,1 milioni (6,3 milioni da licenze e 4,8 da vendite retail e wholesale), in forte calo rispetto ai 27 del 2011 (18,6 da licenze e 8,4 da vendite). A partire dagli anni 80, Krizia ha fatto conoscere il made in Italy, il gusto e le capacità artigianali italiane nel mondo e nel 1999 – non era mai successo fino ad allora a un marchio della moda – la New York University organizzò una retrospettiva sui prima 40 anni di Krizia. Ma il tempo, ora, stringeva e l'oblio era dietro l'angolo, per quanto crudele possa sembrare. Mariuccia Mandelli, classe 1925, non ha figli e non ha un erede designato all'interno dell'ufficio stile: con ricavi quasi azzerati, aspettare ancora a vendere avrebbe significato che del brand sarebbe rimasto ben poco, forse solo qualche profumo (lo stesso destino che, forse, sarebbe toccato alla maison Christian Dior se il gruppo Lvmh, morto da tempo lo stilista, non l'avesse comprata, nel 1984, e rilanciata). Zhu Chongyun, che nel 1993 ha fondato un gruppo da 300 milioni di euro di ricavi (dati 2013), ha promesso che manterrà la produzione in Italia, ma investirà nello sviluppo in Asia, dove il marchio Krizia è molto conosciuto: l'arrivo in Cina risale al 1994 e nel 2003, solo dieci anni fa, il Giappone era il primo mercato, con 30 monomarca e una distribuzione wholesale in 400 multimarca. L'operazione Krizia, prima acquisizione del 2014 di un brand italiano da parte di stranieri, è quindi molto diversa da quelle del 2013, a partire dalle più importanti: Pomellato e Loro Piana, passati ai due più grandi gruppi del lusso al mondo, Kering (ex Ppr) e Lvmh, entrambi francesi, per, rispettivamente, 300 milioni e 2 miliardi di euro. Le operazioni assomigliano ad altre fatte da Kering e Lvmh in Italia, che hanno puntato su aziende con una lunga storia, che non avevano bisogno di un turnaround ma piuttosto di risorse per crescere. Sede, produzione e in molti casi management e direzione creativa sono però rimasti italiani. Più articolata l'operazione Raffaele Caruso, marchio di abbigliamento maschile che ha ceduto il 35% del capitale ai cinesi di Fosun, il cui nome, nelle ultime settimane, è spuntato anche per Versace. Caruso, nato nel 1958, ha chiuso il 2013 a 70 milioni di fatturato e, secondo Umberto Angeloni, architetto dell'operazione e saldamente al comando anche della "nuova"Caruso, Fosun è il partner giusto per crescere in Asia, restando fortemente italiani. Può far male, vedere che la carta d'identità di marchi italiani non è più italiana. Ma deve consolare che chi li ha comprati lo ha fatto proprio perché sono italiani.


del 26 febbraio 2014


Il crollo dell'oro affonda l'export extraͲUe a gennaio. Import in calo a causa dell'energia articoli di Luca Orlando e Carlo Andrea Finotto 25 febbraio 2014

di Luca Orlando Partenza in salita per il made in Italy nel 2014. A gennaio l'export verso i paesi extraͲeuropei si riduce in valore del 2,7% e per le importazioni il bilancio è ancora peggiore, giù di quasi 12 punti su base annua. Il quadro, per la verità, è influenzato in modo pesante dai listini di oro e petrolio, in caduta ormai da molti mesi, ed escludendo queste voci dal calcolo il bilancio per le nostre vendite migliora, anche se non arriva oltre il "pareggio". Il dato peggiore del mese è comunque il Ͳ22,7% verso la Svizzera, determinato proprio dalla perdita di valore dell'oro esportato. Male, tra i paesi, anche Turchia, India, Medio Oriente e paesi Opec, in quest'ultimo caso con le vendite penalizzate dal calo di valore dei prodotti petroliferi raffinati. Segnali positivi arrivano invece dagli Stati Uniti (+7,1%) e dalla Cina (+11,4%), due aree che insieme valgono il 10% del nostro export. In termini settoriali il segno meno più pesante è nei prodotti intermedi (dove l'Istat classifica l'oro) mentre i beni di consumo resistono attorno alla parità. Buona la performance dei beni strumentali, in crescita del 2,4%, segnale positivo per uno dei comparti chiave del made in Italy manifatturiero. A determinare il crollo delle importazioni è il settore energetico (Ͳ42% gli acquisti in valore dai paesi Opec), escludendo il quale la frenata è più che dimezzata al 4,9%. Segnale tuttavia per nulla rassicurante, soprattutto perché il calo è concentrato nei beni strumentali, confermando in questa fase di difficoltà la scarsa propensione delle nostre imprese ad investire. Unico aspetto positivo è il miglioramento del saldo commerciale, con un passivo limitato a 894 milioni a fronte del "rosso" di 2,4 miliardi del gennaio 2013.


«Stretti tra crisi e ispettori rapaci: fanno i guappi con noi piccoli» Dopo il suicidio del pizzaiolo Eduardo De Falco NAPOLI — Oscure e imperscrutabili le vere ragioni di un gesto estremo come quello di Eduardo De Falco; oggettivo e drammaticamente reale invece il contesto, lo stress quotidiano per artigiani e commercianti che, come sottolinea il presidente del Centro commerciale Garibaldi di Confcommercio Napoli Mauro Pantano, «ormai non pensano più a comprare e a vendere, ma sono costretti ad avere a che fare quotidianamente con Guardia di Finanza, Equitalia, ispettori del lavoro». Pantano, commercialista, presiede anche la sezione libere professioni. E, per questo, ha la situazione sotto controllo. Nell'ultimo trimestre del 2013, solo nell'area Garibaldi (che comprende, oltre agli omonimi corso e piazza, anche il corso Umberto) nei settori del commercio, dei servizi e delle professioni sono stati effettuati 1.800 licenziamenti. «Figurarsi se c'è l'incentivo ad assumere collaboratori. Il fatto è che in una situazione di crisi generalizzata non si riescono a sopportare la pressione fiscale e i costi del lavoro». Arianna Cavallo è rappresentante per Napoli e provincia del terziario donna. Conferma: «Assumere in questa situazione è praticamente impossibile». Titolare da 25 anni di un negozio di prodotti alimentari e non «made in Italy» in via Martucci, si accinge a una dolora chiusura. «Ancora più dolorosa perché ho dovuto mandare via la mia storica collaboratrice che ha più di 40 anni e stenta a trovare un nuovo lavoro». In via Martucci in pochi se la passano meglio. «Per un negozio aperto due sono chiusi. E in queste condizioni gli ispettori del lavoro sono passati per due volte in 15 giorni. Eccessivo». Roberto Marinelli analizza la realtà del Centro di Mergellina. «Una ventina di storiche attività hanno chiuso, tra queste i ristoranti lo Squalo e lo Scoglio, due settimane fa ha cessato l'attività un'enoteca, saracinesche calate in due bar. Prima di arrendersi ci si alleggerisce del personale. Poi la resa che determina anche la desertificazione delle strade». Negli ultimi due, tre giorni in via Toledo i finanzieri hanno controllato gli scontrini fiscali. «E questo — concede il presidente del Centro commerciale di riferimento Rosario Ferrara — mi sta anche bene. Anche se in molti casi i soldi per pagare l'Iva davvero non ci sono. Quello che è inaccettabile è invece che ad essere controllati siano sempre i negozi. Noi abbiamo un numero civico, siamo facilmente identificabili. Per entrare nei nostri esercizi gli ispettori passano letteralmente sull'illegalità: i nostri marciapiedi sono pieni di ambulanti che restano puntualmente impuniti». Ferrara segnala anche un altro fenomeno inquietante. «Da noi le chiusure non sono tantissime. Piuttosto assistiamo a repentini passaggi di mano: talvolta anche il personale cambia del tutto. Che sta succedendo?». Enzo Cascella guida Confcommercio al Vomero. «Assumere un collaboratore è praticamente impossibile. Qui è già difficile difendere il posto di lavoro di chi collabora da anni con te ed è diventato praticamente una persona di famiglia». Non si perde in giri di parole. «Ci sentiamo presi di mira, in un momento drammatico di crisi, siamo vittime di un assalto da parte del fisco e degli ispettori che non esito a definire rapace. In un momento normale a questa pressione si può anche resistere, ma in condizioni precarie certamente no». Pietro Russo, il numero uno di Confcommercio Napoli, snocciola i numeri della crisi: «In tutta la provincia negli ultimi cinque anni il Pil è calato di più 10 punti e sono andati perduti oltre 100mila posti di lavoro. In più, le imprese sono strangolate da una pressione fiscale esorbitante, seconda solo a quella del Lazio: negli


ultimi venti anni le imposte locali sono cresciute del 500 per cento. Solamente per la Tares abbiamo registrato aumenti che per alcune categorie (ristoranti e bar, fioristi, pescherie, ortofrutta) sono arrivati al 300 per cento. Tutto ciò si accompagna al calo delle vendite, che coinvolge soprattutto i piccoli negozi. Parliamo di un calo del 50 per cento per la gioielleria e l'oreficeria, del 40 per cento nell'abbigliamento, del 10 per cento negli alimentari e del 30 per nella ristorazione dal 2008 al 2013». Anche il presidente di Confesercenti Vincenzo Schiavo ricorda che nel 2013 in provincia di Napoli «hanno chiuso circa 17mila imprese di cui 8mila sono fallite. È vero che allo stesso tempo hanno iniziato l'attività più di 16mila. Ma chi apre non ha ancora un fatturato». Anche Schiavo si scaglia contro i controllori. E usa parole forti: «Fanno i guappetti con le piccole imprese, dai grandi non vanno mai. Non si può entrare in un negozio di borse e fare una multa se appena fuori c'è un vu cumprà che vende impunemente i prodotti falsi». 22 febbraio 2014 (modifica il 24 febbraio 2014)


MACROECONOMIA ed ORO: ad un passo dal golden cross Scritto il 24 febbraio 2014

Impostazione tecnica che torna molto interessante per i metalli preziosi, gli avvenimenti più importanti della settimana e il ruolo dell’oro nei portafogli di investimento e degli investitori istituzionali. Oro e argento hanno accusato nella settimana una correzione tecnica ribassista rispettivamente nelle giornate di martedi’, mercoledi’ e giovedi’, a causa di intense prese di profitto (profit taking) da parte degli operatori a breve termine (shortͲterm traders). Le quotazioni del lingotto hanno oltrepassato la media mobile a 200 giorni (200Ͳdays moving average) posta a 1.306,00 $/oz (grafico sotto); cio’ suggerisce l’ulteriore prossimo abbattimento, a breve, dell’area di resistenza posta a 1.360,00 $/oz.

E’ interessante osservare anche la media mobile a 10 giorni dell’oro, che si e’ attestata sui 1.302,30 $/oz. Se la media mobile a 10 giorni (10 days moving average) dovesse oltrepassare i 1.306,00 $/oz (media mobile 200 giorni), questo sarebbe un segnale estremamente “bullish” per il lingotto. Infatti, quando la media mobile a breve termine “scavalca” la media mobile a lungo termine, a livello tecnico si realizza la cosiddetta “croce d’oro” (golden cross), indicazione di ulteriori rialzi nelle quotazioni. L’eventuale demolizione della resistenza di cui sopra (1.360,00 $/oz) darebbe luogo ad un rally di medio termine, con tre importanti targets: ͻ ϭ͘ϰϯϯ͕ϯϯ ΨͬŽnj ;ƌĂŐŐŝƵŶŐĞŶĚŽ ŝů ƉƌŝŵŽ ŵĂƐƐŝŵŽ Ěŝ ĂŐŽƐƚŽ ϮϬϭϯ͕ Ăůů͛ŝŶƚĞƌŶŽ ĚĞůů͛ĂƚƚƵĂůĞ ĐŽŶĨŝŐƵƌĂnjŝŽŶĞ ŐƌĂĨŝĐĂ Ěŝ ͞ĚŽƉƉŝŽ ŵŝŶŝŵŽ ƌŝĂůnjŝƐƚĂ͟ ʹ ͞ĚŽƵďůĞ ďŽƚƚŽŵ ƌĞǀĞƌƐĂů͟Ϳ͖ ͻ ϭ͘ϰϵϭ͕ϬϬ ΨͬŽnj ;ƌĂŐŐŝƵŶŐĞŶĚŽ ůĂ ŵĞĚŝĂ ŵŽďŝůĞ Ă ϮϬϬ ƐĞƚƚŝŵĂŶĞ ʹ ϮϬϬ ǁĞĞŬƐ ŵŽǀŝŶŐ ĂǀĞƌĂŐĞͿ͖ ͻ ϭ͘ϲϴϱ͕ϬϬ ΨͬŽnj͕ ƉƌŝŵŽ ŐƌĂŶĚĞ ƚĂƌŐĞƚͬŽďŝĞƚƚŝǀŽ ĚĞůů͛ĂƚƚƵĂůĞ ĐŽŶĨŝŐƵƌĂnjŝŽŶĞ ;ƉĂƚƚĞƌŶͿ Ěŝ ĚŽƉƉŝŽ ŵŝŶŝŵŽ ƌŝĂůnjŝƐƚĂ͘


Anche l’argento ha superato di slancio la media mobile a 200 giorni (che si attestava a 21,04 $/oz); il primo target rialzista e’ posto a 22,20 $/oz, mentre il secondo livello di resistenza lo troviamo intorno ai 23,30 $/oz. Se si dovesse superare quest’ultima resistenza, mi aspetterei un rally del “silver” sino all’area posta a 25,00 $/oz. Il trend e’ e rimane decisamente rialzista per entrambi i preziosi: questo non esclude eventuali “pullback” (momenti di pause ribassiste) che prenderanno piede all’interno del trend principale, a causa di prese di profitto da parte degli operatori e correzioni tecniche. Gli operatori avveduti accumulano soprattutto nelle fasi di “pullback” del trend: identificata una tendenza dominante, essi “entrano” nel mercato proprio nelle fasi di ritracciamento transitorio e vendono (take profit) sui “picchi”. Vi sono anche altri motivi che mi fanno ritenere che l’oro sia entrato in territorio “toro”. Innanzitutto, la crescita della massa monetaria negli USA. L’aggregato monetario (M2) “misura” l’offerta di moneta (money supply) e include nei propri calcoli il “contante” (cash), i saldi di conti corrente (savings) e i depositi bancari in generale. Come puoi vedere dal grafico sotto, da 2012 ad oggi negli USA la massa monetaria e’ in continuo aumento, nonostante il “tapering” (rallentamento dell’espansione monetaria) da parte della FED. A Gennaio di quest’anno, il ritmo dell’espansione monetaria e’ addirittura balzato all’8,75% (dato mensile ma su base “annuale”, ricavato da Bloomberg’s Precious Metal Mining Team). Nel 2012 la massa monetaria crebbe del 7,63% su base “annuale” e nel 2013 crebbe di un altro 4,74% su base annuale. A gennaio 2014, in un solo mese, il dato rapportato su base annuale e’ addirittura superiore ai due anni precedenti. Questo è il segno che la FED intende “dare il via” alle dinamiche inflazionistiche, nella speranza di fare riprendere l’economia a stelle e strisce e di erodere il pesante fardello del debito pubblico, privato ed estero, riducendo ulteriormente il valore del dollaro americano…(grafico sotto concernente l’espansione della massa monetaria in USA).


L’altro importante dato “bullish” sull’oro e’ il grafico che ti posto qui sotto, inerente le “gold stocks” ovvero le quotazioni delle compagnie minerarie aurifere, al Philadelphia Gold & Silver Miners Index (XAU). Come puoi notare, nel corso di TRE DECADI, dal 1984 a oggi, SOLO tre volte le quotazioni delle compagnie minerarie sono risultate essere NEGATIVE PER TRE ANNI CONSECUTIVI. L’ultimo triennio di quotazioni negative e’ quello che parte dal 2011 e arriva al 2013. Il 2014, QUINDI, dovrebbe essere il punto di svolta (the turning point), anche per le quotazioni delle compagnie minerarie. Riccardo G. – Deshgold


Compro Oro

ZŝĐĞƚƚĂnjŝŽŶĞ Ěŝ ŐŝŽŝĞůůŝ ĞŶƵŶĐŝĂƚŝ ĚƵĞ ĐŽŵƉƌŽ ŽƌŽ SAN BENEDETTO I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Benedetto hanno denunciato due commercianti in monili in oro, il 54enne D.A.M. di Monteprandone e il 63enne D.L. di Tortoreto, i quali, in concorso tra loro, si sono resi responsabili di aver esercitato, nei loro esercizi commerciali di Compro Oro, ubicati, rispettivamente a San Benedetto ed a Tortoreto Lido, un’attività di ricettazione di beni preziosi di pregevole fattura, compendi di furti e rapine perpetrati nelle provincie di Teramo e Ascoli Piceno. Nel contempo, i militari hanno dato esecuzione ad un provvedimento del Tribunale di Ascoli Piceno di sequestro preventivo delle citate due attività commerciali. Mercoledì 26 Febbraio 2014


Messina

/ƐƉĞnjŝŽŶŝ ŝŶ ŽŵƉƌŽ ŽƌŽ Ğ ƐƚĂnjŝŽŶŝ Ěŝ ďĞŶnjŝŶĂ 21/02/2014

/Ŷ ĐŽƌƐŽ ǀĞƌŝĨŝĐŚĞ ĚĞůů͛hĨĨŝĐŝŽ ŵĞƚƌŝĐŽ ĚĞůůĂ ĂŵĞƌĂ Ěŝ ĐŽŵŵĞƌĐŝŽ͘ >͛ŽďŝĞƚƚŝǀŽ ğ ƌŝĚƵƌƌĞ ůĞ ƚƌƵĨĨĞ Ăŝ ĐůŝĞŶƚŝ

Anche se la tecnologia ha compiuto passi da gigante, tanto che oggi sono disponibili bilance elettroniche e distributori di benzina computerizzati, la truffa si nasconde dietro l’angolo. Come oltre 60 anni fa, c’è chi prova a far pendere la super precisa bilancia dalla propria parte. Il guadagno si registra sui grandi numeri. Ed ecco che la pompa di benzina può erogare 9 litri nonostante sul display si legga il numero 11. Capita pure che nel negozio Compro oro misteriosamente un oggetto prezioso risulti più leggero. Per evitare che tutto ciò si verifichi, prosegue l’attività svolta dall’Ufficio metrico della Camera di commercio. Sono attualmente in corso le ispezioni sugli strumenti utilizzati dalle attività di Compro oro (bilance) e degli impianti di distribuzione di carburante (erogatori). Nei prossimi mesi, sempre al fine di tutelare al meglio l’utenza, i controlli saranno estesi anche alle altre categorie.


Settore e Moda VIVIMILANO

Pagina: I piaceri del weekend Data: 28 Febbraio 2014


tƌLJƐƚ ůĂŶĐŝĂ Őůŝ ŽƌŽůŽŐŝ ^ŚŽƌĞůŝŶĞ Venerdì 28 Febbraio 2014 Scritto da Alda Cannizzo

La maison tƌLJƐƚ, leader nella creazione di orologi di lusso, lancia la ĐŽůůĞnjŝŽŶĞ ^ŚŽƌĞůŝŶĞ che riprende le linee della precedente Airborne, serie che ha riscosso un enorme successo. La nuova linea è dedicata a chi desidera indossare un ŽƌŽůŽŐŝŽ ƐƉŽƌƚŝǀŽ dotato delle ŵŝŐůŝŽƌŝ ƋƵĂůŝƚă Ěŝ ƵŶ ĐƌŽŶŽŐƌĂĨŽ ƐǀŝnjnjĞƌŽ. Creati da :ĂĐƋƵĞƐ &ŽƵƌŝĞƌ, i 3 modelli proposti sono disponibili in un'edizione limitata di ƐŽůŝ ϵϵ ƉĞnjnjŝ per tipologia e sono adatti per essere indossati nella pratica di ƐƉŽƌƚ ĂĐƋƵĂƚŝĐŝ Ğ ŝŶǀĞƌŶĂůŝ. Il primo pezzo della collezione Shoreline è un >yϰ, con ĐĂƐƐĂ ŝŶ ĂĐĐŝĂŝŽ ŝŶŽƐƐŝĚĂďŝůĞ, quadrante e cinturino in silicone in bianco e rosa mentre l'>yϱ si presenta con la ĐĂƐƐĂ ƉůĂĐĐĂƚĂ ŝŶ ŽƌŽ ƌŽƐĂ, ƋƵĂĚƌĂŶƚĞ ŝŶ ŽƌŽ ďŝĂŶĐŽ Ğ ƌŽƐĂ su sfondo nero e cinturino in silicone biͲcolor nero e grigio. Il modello >yϲ, infine, ha la ĐĂƐƐĂ ƉůĂĐĐĂƚĂ ŝŶ ŽƌŽ ŐŝĂůůŽ, un quadrante bianco su cui spicca il nero e un cinturino in silicone bianco.

Il costo dei segnatempo della collezione Shoreline va ĚĂŝ ϰϵϬ Ăŝ ϱϲϬ ĚŽůůĂƌŝ, un buon compromesso per un orologio estremamente versatile nel design e capace di resistere, con classe, alle ƉƌĂƚŝĐŚĞ ƐƉŽƌƚŝǀĞ Ɖŝƶ ĞƐƚƌĞŵĞ.


/ů ĚŝĂŵĂŶƚĞ dĂũ DĂŚĂů Venerdì 28 Febbraio 2014 Scritto da Sara Parisi

Se qualcuno di voi è andato ad Agra, in /ŶĚŝĂ, avrà certamente avuto il privilegio di ammirare il monumentale dĂũ DĂŚĂů, il mausoleo fatto costruire nel 1632 dall'ŝŵƉĞƌĂƚŽƌĞ ĚĞůůĂ ĚŝŶĂƐƚŝĂ DŽŐƵů per commemorare la morte della moglie, definito non a caso dal poeta Tagore "una lacrima di marmo ferma sulla guancia del tempo". Ma quanti di voi si sono chiesti ĐŽƐĂ ǀŽŐůŝĂ ĚŝƌĞ ƋƵĞƐƚŽ ŶŽŵĞ? Le origini sono legate all'ŽŵŽŶŝŵŽ ĚŝĂŵĂŶƚĞ a ĨŽƌŵĂ Ěŝ ĐƵŽƌĞ che l'ŝŵƉĞƌĂƚŽƌĞ ^ŚĂŚ :ĂŚĂŶŐŝƌ donò alla moglie in ƐĞŐŶŽ ĚΖĂŵŽƌĞ. La gemma, che venne fatta incastonare in una ĐŽůůĂŶĂ Ěŝ ŽƌŽ͕ ŐŝĂĚĞŝƚĞ Ğ ƐƉŝŶĞůůŝ͕ reca la scritta "Nur Jahan Begum Padshah; 23; 1037", dove il numero 23 indica l'anno del suo regno e 1037 l'anno in cui gioiello è stato costruito (1627/28 nel calendario gregoriano). Quando all'imperatore succedette ŝů ĨŝŐůŝŽ ^ŚĂŚ :ĂŚĂŶ, quest'ultimo volle regalare il diamante alla sua favorita, Mumtaz Mahal, anche se secondo altre fonti sarebbe stata la stessa Nur Jahan a donarlo alla nuora, che era anche sua nipote. Alla morte di Mumtaz Mahal, l'imperatore, addolorato, fece costruire il mausoleo noto con il nome di Taj Mahal e da quel momento in poi anche il diamante, prima chiamato Nur Jahan, prese lo stesso nome. Quando il sovrano della Persia Nadir Shah conquistò Agra nel 1739, si appropriò, insieme ai suoi soldati, di tutte le ricchezze del regno, ma non è chiaro se tra queste figurasse anche il Taj Mahal, che era nelle mani dell'ultimo Mogul, Bahadur Zafar Shah II, quando Delhi venne catturata dai britannici. Il diamante a questo punto Ăƌƌŝǀž ŝŶ KĐĐŝĚĞŶƚĞ, dove ha fatto parlare di sé anche in tempi recenti, quando ZŝĐŚĂƌĚ ƵƌƚŽŶ ůŽ ƌĞŐĂůž ĂůůĂ ŵŽŐůŝĞ ůŝnjĂďĞƚŚ dĂLJůŽƌ nel 1972, in occasione del suo 40esimo compleanno, e quando è stato ǀĞŶĚƵƚŽ ĂůůΖĂƐƚĂ ƉĞƌ ϴ͕ϴ ŵŝůŝŽŶŝ Ěŝ ĚŽůůĂƌŝ. Non conosciamo né il grado di purezza né il peso del diamante, dal momento che non può essere rimosso dal suo supporto, costituito da una ŐŝĂĚĞŝƚĞ ŐƌŝŐŝĂ e da ŽƌŽ ŐŝĂůůŽ, il tutto arricchito da un cuore di ƐƉŝŶĞůůŝ ƌŽƐƐŝ e da ĚŝĂŵĂŶƚŝ tutt'intorno, per un risultato mozzafiato.


YƵŝĚ͕ ŝů ƉŽƌƚĂůĞ ĚĞŝ ŐŝŽŝĞůůŝ ͞ƐƵ ŵŝƐƵƌĂ͟ ϮϳͬϬϮͬϮϬϭϰ

LJ ŽƌĂĨŽŝƚĂůŝĂŶŽ Ăůů͛ŝĚĞĂ Ěŝ ƌŝƐƚŝĂŶŽ Ğ ĂƌďĂƌĂ KƉƉŽ͕ ĚƵĞ ĨƌĂƚĞůůŝ ĐĂŵƉĂŶŝ ĐŽŶ ƵŶĂ ůƵŶŐĂ ĞƐƉĞƌŝĞŶnjĂ ŶĞů ƐĞƚƚŽƌĞ ĚĞů ůƵƐƐŽ͕ ğ ŶĂƚŽ ͞YƵŝĚ͕͟ ŝů ƉŽƌƚĂůĞ Ěŝ ŐŝŽŝĞůůŝ ƉĞƌƐŽŶĂůŝnjnjĂƚŝ͘ ŽůůĞŐĂŶĚŽƐŝ Ă ǁǁǁ͘ƋƵŝĚůŝŶĞ͘ĐŽŵ ğ ŝŶĨĂƚƚŝ ƉŽƐƐŝďŝůĞ ĐƌĞĂƌĞ ŝů ͞ƉƌŽƉƌŝŽ͟ ŐŝŽŝĞůůŽ͕ ĐŽŵƉůĞƚĂŵĞŶƚĞ ƉĞƌƐŽŶĂůŝnjnjĂďŝůĞ ŶĞŝ ŵĂƚĞƌŝĂůŝ Ğ ŶĞůůĞ ƉŝĞƚƌĞ͕ ŶĞů ĐŽůŽƌĞ͕ ŶĞůůĂ ĨŽƌŵĂ Ğ ĂƌƌŝĐĐŚŝƚŽ ĚĂůů͛ŝŶĐŝƐŝŽŶĞ Ěŝ ƵŶĂ ƉĂƌŽůĂ Ž ƵŶĂ ĨƌĂƐĞ Ă ƌŝĐŽƌĚŽ Ěŝ ƵŶ ŶŽŵĞ͕ ƵŶĂ ĚĂƚĂ͕ ƵŶ ĂǀǀĞŶŝŵĞŶƚŽ͘ >Ğ ĐŽůůĞnjŝŽŶŝ Ă ĚŝƐƉŽƐŝnjŝŽŶĞ ƐŽŶŽ ǀĂƌŝĞ͗ Ɛŝ ǀĂ ĚĂůůĂ ůŝŶĞĂ YƵŝĚ WůƵƐ͕ ĐŚĞ ĐŽŵƉƌĞŶĚĞ ŐŝŽŝĞůůŝ ŝŶ ŽƌŽ Ž ĂƌŐĞŶƚŽ ĐŽŶ ĚŝĂŵĂŶƚŝ͕ ĂůůĞ ůŝŶĞĞ YƵŝĚ ŝŶ ĂƌŐĞŶƚŽ Ğ ďƌŽŶnjŽ͕ ĂůůĂ ůŝŶĞĂ YƵŝĚ &ĂŶĐLJ͕ ƉĞŶƐĂƚĂ ƉĞƌ ŝ Ɖŝƶ ŐŝŽǀĂŶŝ͕ ŝŶ ƉĞƌƐƉĞdž Ğ ĂĐĐŝĂŝŽ͘


A. Saudita: no commesse in gioielleria, inadatte a difendere i preziosi

di (Spi/Ct/Adnkronos) Ͳ Pubblicata giovedì 27 febbraio 2014 Riad, 27 feb. Ͳ (Adnkronos/Aki) Ͳ Si accende la polemica in Arabia Saudita sul divieto di assumere commesse nelle gioiellerie. Il responsabile del settore 'Oro e Preziosi' della Camera di Commercio e dell'Industria di Riad, Karim alͲEnaizi, ha motivato il veto sostenendo che la "natura delle donne" rende loro impossibile svolgere questo lavoro che richiederebbe invece Ͳ secondo la sua opinione Ͳ qualita' come la forza e il coraggio per difendere i preziosi custoditi nelle gioiellerie. Alcuni imprenditori sauditi del settore, invece, reputano le donne all'altezza di questo lavoro e in grado di svolgerlo meglio degli uomini.


dƌŽǀĂƚĞ ŵŽŶĞƚĞ Ě͛ŽƌŽ ĚĂ ϭϬ ŵŝůŝŽŶŝ Ěŝ ĚŽůůĂƌŝ Giovedì 27 Febbraio 2014 Scritto da Greta Milici

Una ĐŽƉƉŝĂ ĐĂůŝĨŽƌŶŝĂŶĂ si è imbattuta in un inaspettato ďŽƚƚŝŶŽ Ě͛ŽƌŽ mentre stava passeggiando fuori con il cane. È successo nel Nord Carolina (USA), dove all’ombra di un vecchio albero i due hanno rinvenuto ben ϭ͘ϰϮϳ ŵŽŶĞƚĞ Ě͛ŽƌŽ. La preziosa scoperta ƌŝƐĂůĞ Ăůů͛ĞƉŽĐĂ ƚƌĂ ŝů ϭϴϰϳ ĞĚ ŝů ϭϴϵϰ, è ŝŶ ƉĞƌĨĞƚƚĞ ĐŽŶĚŝnjŝŽŶŝ ed anche se il valore nominale è di circa 27.000 dollari alcuni esperti ritengono tali monete così rare da poter ĂƌƌŝǀĂƌĞ Ă ǀĂůĞƌĞ ĨŝŶŽ ĂĚ ϭ ŵŝůŝŽŶĞ Ěŝ ĚŽůůĂƌŝ ů͛ƵŶĂ. La coppia ha scelto di rimanere ĂŶŽŶŝŵĂ per ĞǀŝƚĂƌĞ ƵŶĂ ͞ĐŽƌƐĂ Ăůů͛ŽƌŽ͟ nella loro proprietà e per continuare ad essere ƚƌĂƚƚĂƚĂ ĐŽŵĞ ƉƌŝŵĂ dalle altre persone. Marito e moglie hanno in programma di ŵĞƚƚĞƌĞ ŝŶ ǀĞŶĚŝƚĂ ŐƌĂŶ ƉĂƌƚĞ ĚĞůůĞ ŵŽŶĞƚĞ ed utilizzare il denaro ricavato per ƉĂŐĂƌĞ ůĞ ďŽůůĞƚƚĞ e ĚŽŶĂƌĞ il resto ŝŶ ďĞŶĞĨŝĐŝĞŶnjĂ.


Orologi? Gli italiani li fanno meglio Pubblicato il 26 febbraio 2014 da Redazione | Alta orologeria TCM, UͲBoat, Brera Orologi. Tanto per cominciare, tre marchi tricolori che hanno anche un buon successo fuori dai confini nazionali

Vi abbiamo detto nei giorni scorsi di come, nel suo piccolo, l’industria orologiera italiana abbia una dignità che, in quanto a creatività e a saper fare, non sfigura di fronte ai maestri svizzeri. Loro hanno la capacità tecnologica e la precisione, noi la creatività e l’estro. Nel panorama orologiero italiano ci sono quindi alcune realtà che realizzano segnatempo di tutto rispetto, sia sotto il profilo estetico sia sotto quello tecnico. Una di queste è TCM, acronimo di Terra Cielo Mare, giovane realtà lombarda che ha scelto questo nome proprio perché i suoi orologi si ispirano a imprese mitiche compiute da personaggi mitici per terra, per cielo e per mare. Alberto Ascari, il piroscafo Artiglio, il sommergibile Scirè, la squadriglia dei Sorci Verdi, Arturo Ferrarin sono solo alcuni dei nomi che hanno ispirato cronografi e solo tempo di TCM. Li unisce tutti una caratteristica: si tratta sempre e solo di nomi, gesta, episodi legati all’Italia. Da Luca Fontana, AD di TCM, a Italo Fontana, patron di UͲBoat, un altro marchio alto di gamma dell’orologeria italiana. Si passa dalla Lombardia alla Toscana, dove UͲBoat affonda le proprie radici nella storia d’Italia. Nel 1942, infatti, Ilvo Fontana ricevette un ordine dalla Regia Marina Militare Italiana per disegnare e costruire un modello di orologio per i piloti, secondo gli alti standard di qualità della Marina e rispettando specifiche tecniche molto precise. Il progetto non si realizzò a causa della instabilità politica, ma nel 2000, Italo Fontana, nipote di Ilvo, riscoprì i disegni di quel periodo che lo ispirarono nella creazione del primo orologio UͲBoat. Da allora il marchio toscano è diventato celebre in tutto il mondo, con boutique e corner nei principali Paesi dell’estremo Oriente. I suoi orologi di dimensioni più che generose e di ispirazione militare con una forte impronta artigianale hanno ottenuto dal mercato il riconoscimento forse meno ambito ma di sicuro significativo: sono diventati oggetto di falsificazione al pari dei marchi più celebri.


Si ispira invece alla moda e all’italianità fin dal nome il marchio Brera Orologi. Un nome che evoca Milano, il design, la moda, la cultura e la creatività. Singolare il fatto che questi orologi abbiano avuto il loro battesimo del successo all’estero. Nati dall’idea dei fondatoti del brand, Maurizio e Andrea Pasi, gli orologi Brera sono stati lanciati negli Stati Uniti a fine 2008 negli store di Neiman Marcus e Barneys e hanno ottenuto da subito successo. Un successo che ha portato la rete commerciale a espandersi in centro America, in Canada, in Giappone. Per poi tornare a casa, in Italia, proponendosi sul mercato con un buon rapporto qualitàͲ prezzo. Militare, Camouflage, Gran Turismo, Supersportivo, Acqua Diver sono alcune delle collezioni di Brera Orologi che hanno incontrato il gusto degli appassionati anche italiani, nonostante i movimenti non siano sempre all’altezza del prodotto.


^ƚĂƌƉLJ͕ ůΖŽƌŽůŽŐŝŽ ĐŚĞ ĞƐƉƌŝŵĞ ůΖƵŵŽƌĞ Mercoledì 26 Febbraio 2014 Scritto da Alda Cannizzo

Arriva la collezione ^ƚĂƌƉLJ che ĞƐĂůƚĂ ůĂ ƚƵĂ ƉĞƌƐŽŶĂůŝƚă Ğ ŝů ƚƵŽ ƵŵŽƌĞ grazie all’utilizzo delle icone più utilizzate nei social network: le emoticon. L’idea nasce ad Hong Kong ad opera di ĚƵĞ ŐŝŽǀĂŶŝ ĂƌƚŝƐƚŝ che hanno voluto reinterpretare l’ŽƌŽůŽŐŝŽ come accessorio ĐĂƉĂĐĞ Ěŝ ƉĂƌůĂƌĞ Ěŝ ĐŚŝ ůŽ ŝŶĚŽƐƐĂ e di esprimere qualcosa che vada al di là di qualche numero, al di là di una frazione di tempo. Starpy nasce dall’unione delle parole ^ƚĂƌ Ğ ,ĂƉƉLJ, un’esplosione di energia positiva da portare con sé in ogni momento. Abbiamo Nun, ů͛ŽƌŽůŽŐŝŽ ŝŶŶĂŵŽƌĂƚŽ, Oun, ŝů ŵĂůŝnjŝŽƐŽ, UuU e OuO, ŝů ŵŽĚĞůůŽ ǀŝǀĂĐĞ Ğ ŝů ĨĞůŝĐĞ; basta scegliere il proprio mood e lasciarsi trascinare dalle emozioni. Si tratta di un ƐĞŐŶĂƚĞŵƉŽ ĚŝŐŝƚĂůĞ che mostra ore, minuti e secondi su un quadrante attraverso gli occhi e la bocca dell’emoticon di riferimento, ƐĞŶnjĂ ů͛ƵƐŽ Ěŝ ůĂŶĐĞƚƚĞ.

Ciascun modello è realizzato ŝŶ ƐŝůŝĐŽŶĞ, leggero e versatile, con una cassa di 44 mm ed è ƌĞƐŝƐƚĞŶƚĞ ƐŝŶŽ Ă ϱ Ăƚŵ. Starpy, la felicità a portata di polso, è disponibile nei colori bianco o nero a soli ϴϵ͕ϵϬ ĞƵƌŽ.


^ĐĂƌƉĞ Ěŝ ůƵƐƐŽ ĨŝƌŵĂƚĞ ŽƌŐĞnjŝĞ ĚĂ ϭϯϬ ŵŝůĂ ĚŽůůĂƌŝ ^ĐƌŝƚƚŽ ĚĂ͗ ZŽƐĂƌŝŽ ^ĐĞůƐŝ Ͳ ŵĂƌƚĞĚŞ Ϯϱ ĨĞďďƌĂŝŽ ϮϬϭϰ ŽƌŐĞnjŝĞ ƉƌŽƉŽŶĞ ĚĞůůĞ ƐĐĂƌƉĞ ĚĂǀǀĞƌŽ ƉƌĞnjŝŽƐĞ͕ ďĂƚƚĞnjnjĂƚĞ ŽŶƚĞƐƐĂ tĂĨĞƌ͕ ƉĞƌ ƌŝďĂĚŝƌĞ ůĞ ŶŽƚĞ ĚĞůů͛ĂůůĞƐƚŝŵĞŶƚŽ ĂƌŝƐƚŽĐƌĂƚŝĐŽ͕ ĐŚĞ ĞŵĞƌŐĞ Ăů ƉƌŝŵŽ ƐŐƵĂƌĚŽ͘

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Due miti del calcio per Hublot Pubblicato il 25 febbraio 2014 da Redazione | Alta orologeria José Mourinho e Pelé per la maison svizzera

Il mondo dell’alta orologeria sposa il calcio. Non solo motori, quindi, come siamo abituati a pensare, ma anche orologi di lusso abbinati al più popolare degli sport. Va in questa direzione una doppia partnership che Hublot ha stretto con due miti della pedata internazionale: José Mourinho e Pelé. Lo “Special One” Mourinho, allenatore di Porto, Chelsea, Real Madrid e dello strepitoso Triplete dell’Inter 2010 è infatti diventato ambasciatore del brand svizzero. Amante degli orologi, sempre elegante, a bordo campo e nella vita, José Mourinho si è legato a Hublot, secondo la maison, perché non lascia indifferenti, con la sua personalità forte che il calcio ama! Un po’ come gli orologi del brand. Da un mito in attività a un mito del passato, sempre però di lingua portoghese: Pelé. In occasione dell’inaugurazione della boutique Hublot a Rio de Janeiro, la prima in America Latina (il brand, tra l’altro, sarà cronometrista ufficiale della Coppa del Mondo FIFA in Brasile), è stato presentato l’orologio Pelé. Si tratta di un Cronografo Classic Fusion Aero in edizione limitata di 500 esemplari, con cassa in ceramica da 45 mm con finitura lucida/satinata e movimento cronometro meccanico Hublot a carica automatica Aero. Il quadrante in zaffiro riporta indici lucidi sfaccettati e sul fondello dell’orologio è riportata la firma di Pelé. Che dire… un calcio alla noia e uno alla miseria. La partnership tra Hublot e il pallone promette scintille, anche alla luce dei Mondiali brasiliani della prossima estate.


dŽƌŶĂ ŝ ͞DĂĞƐƚƌŝ ĚĞů 'ŝŽŝĞůůŽ͟ Ă DŝůĂŶŽ 25/02/2014 By orafoitaliano

L’8a Rassegna Nazionale Oreficeria Artigiana d’Eccellenza “Maestri del Gioiello” si terrà presso Palazzo Giureconsulti, a Milano, dal 7 al 9 Marzo. La mostra sarà aperta al pubblico e, in occasione della Festa della Donna esporrà, insieme ai tanti preziosi provenienti da diverse regioni italiane, anche alcuni gioielli realizzati appositamente sul tema della donna. La manifestazione si pone l’obiettivo di promuovere e valorizzare l’artigianato artistico orafo del Made in Italy, ed è promossa dall’Associazione Culturale ed Artistica Iperbole, con il supporto organizzativo di Eventi Doc, di Myriam Vallegra, del gruppo orafi Maestri del Gioiello e con il patrocinio del Comune di Milano, della Provincia, e della Regione Lombardia. Nella foto: ciondolo “Mongolfiera” di Flavio Calcagnini.


Hublot lancia il Big Bang Pop Art Martedì 25 Febbraio 2014 Scritto da Alda Cannizzo L’eleganza non richiama solo i colori classici come il nero o il bianco e Hublot lo sa bene. La famosa maison svizzera fondata da Carlo Crocco nel 1980 ha recentemente presentato, in occasione del celebre evento SIHH di Ginevra, una nuova collezione di orologi dai vibranti e vivaci colori. La Big Bang Pop Art mostra il meglio della popolare corrente artistica nata negli anni ’50 e che trova la sua massima rappresentazione nelle opere di Andy Warhol, donando alle donne il piacere di indossare un segnatempo dalle innegabili qualità senza dover rinunciare ad uno stile fresco e glamour. Gli orologi Big Bang Pop Art invitano ad osare e giocare con i più bei colori che la natura ci offre nelle stagioni più calde, presentando quattro modelli prodotti in sole 200 unità ciascuno. Ciascun segnatempo è contraddistinto da un brillante colore spaziando dal blu al rosa, dal viola al verde mela con una cassa di 41 mm realizzata in acciaio inox inossidabile o in oro giallo 3N 18 carati.

I coloratissimi modelli della Big Bang Pop Art sono impreziositi da una moltitudine di pietre preziose sulla lunetta, in accordo con il colore predominante sul cinturino; abbiamo splendidi topazi blu, ametista viola ma anche candidi zaffiri rosa e tsavorite verde. Il movimento in dotazione è calibro HUB4300, impermeabile sino a 100 metri con un’autonomia di 40 ore, mentre i cinturini sono in pelle di alligatore con un supporto in gomma per conferire maggiore comfort, flessibilità e durata.


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ďĞƌŚĂƌĚ Θ Ž͘ Ğ ͞ů͛ŽƌĂ ĚĞů sŝŶƚĂŐĞ͟ 24/02/2014 By orafoitaliano E’ stato battezzato “Scatta l’ora del Vintage” e si tratta di un concorso che Eberhard & Co. dedica ai membri dei social networks più popolari, invitandoli a un confronto creativo con lo spirito e il mood degli anni Sessanta. I partecipanti dovranno scegliere e fotografare un oggetto vintage, meglio se originale degli anni Sessanta, o farsi una foto interpretando lo stile di quegli anni “favolosi”, utilizzando i filtri colore disponibili su Instagram per renderla perfettamente “vintage”; poi dovranno realizzare la mstessa foto in chiave moderna, anche in questo case utilizzando i filtri colore di Instagram per renderla contemporanea; infine, dovrano unire le due metà delle foto, formando un’unica immagine che verrà pubblicata sulla pagina fb di Eberhard & Co. Aperto a qualsiasi interpretazione, il concorso rimarrà aperto fino al prossimo 14 Marzo; al vincitore, che verrà nominato il 20 Marzo, andrà in premio il nuovo cronografo Contograf di Eberhard & Co.


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Un orologio da tasca delle World Series del 1923 appartenuto al mitico campione di baseball Babe Ruth (Ap/Lapresse)

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Cronaca

CACCIA A BONNY & CLYDE

Colpo in gioielleria nel Trevisano Presa a Besate la complice del rapinatore In casa la donna aveva un arsenale, probabilmente del compagno, denunciato per detenzione abusiva di armi Si erano finti una coppia di clienti e poi, armi in pugno, avevano rapinato la gioielleria Rosso di Resana, in provincia di Treviso, sequestrando la titolare, Antonietta Menegotto, 70 anni, e la commessa. Le due negozianti erano state spintonate, gettate a terra, trascinate e legate col nastro adesivo. Poi, i malviventi, un uomo e una donna, erano fuggiti portandosi via alcuni rotoli pieni di gioielli. Il colpo era avvenuto il 7 dicembre e adesso entrambi i rapinatori sono in carcere. RAPINATORI Ͳ Mercoledì mattina è stata infatti rintracciata a Besate, nel Milanese, l’autrice della rapina. Si tratta di Laura Provenzi, una 32enne di Besate con precedenti penali, individuata grazie ai rilievi della sezione impronte del Ris di Parma. I carabinieri della Compagnia di Castelfranco Veneto (TV), insieme ai colleghi del Nucleo Operativo di Abbiategrasso hanno arrestato la donna nel suo appartamento. Il complice Marco Balzaretti, 56 anni, pluripregiudicato di Abbiategrasso, era stato arrestato dai carabinieri poche ore dopo il colpo, mentre si trovava ancora a Resana. ARSENALE – Nel suo appartamento, Laura Provenzi nascondeva armi e munizioni. Nascoste nel box, i militari hanno trovato una carabina calibro 22, un fucile calibro 9, rubati il 7 gennaio scorso in una villetta di Gudo Visconti, poi un caricatore per una pistola semiautomatica calibro 9 x 21 e una pistola a salve con tappo rosso. Armi che, secondo i carabinieri, appartenevano al convivente della donna, Francesco d’Assisi Scelzo, 48 anni, disoccupato e con precedenti penali. L’uomo è stato denunciato per detenzione abusiva di armi e ricettazione: sarà giudicato per direttissima al Tribunale di Pavia. RAPINA TRAGICA – Legata e trascinata a terra, la titolare della gioielleria aveva avuto un malore e aveva perso conoscenza. Nel 1975, la donna aveva già perso il marito Antonio a seguito di una rapina nel loro appartamento, che si trova sopra la gioielleria. I ladri erano entrati di notte in negozio e l’uomo, svegliato dai rumori, era andato a controllare, ma era stato ucciso con un colpo di pistola da uno dei malviventi. Il 7 dicembre scorso, invece, Laura Provenzi e Marco Balzaretti si erano presentati in negozio a mezzogiorno, fingendo di voler acquistare un paio di orecchini. Poi avevano puntato le pistole alla tempia delle due donne, le avevano spintonate e legate. All’arrivo di una cliente, la commessa era stata slegata e costretta a dire che il negozio era già chiuso. Poi, i due rapinatori erano fuggiti, portandosi via gioielli del valore di alcune migliaia di euro. Ora invece sono in carcere. 27 febbraio 2014


EƵŽǀŽ ƐĞƋƵĞƐƚƌŽ Ěŝ ŽƌŽ Ă sĂůĞŶnjĂ Giovedì 27 Febbraio 2014 Scritto da Edoardo Ebolito

Nuovo ƐĞƋƵĞƐƚƌŽ Ěŝ ŽƌŽ a sĂůĞŶnjĂ, dove la 'ƵĂƌĚŝĂ Ěŝ &ŝŶĂŶnjĂ ha confiscato ϭ͕ϯ ŬŐ ĚĞů ƉƌĞnjŝŽƐŽ ŵĞƚĂůůŽ (del valore di circa 30.000 euro) dopo una perquisizione ad un ĨƵƌŐŽŶĞ ƐŽƐƉĞƚƚŽ. Il piccolo centro alessandrino finisce suo malgrado nuovamente in cima alle cronache, visto che ŶĞůů͛ƵůƚŝŵŽ ŵĞƐĞ le Forze dell’Ordine avevano ĐŽŶĨŝƐĐĂƚŽ Ăůƚƌŝ ĚƵĞ ĐĂƌŝĐŚŝ rispettivamente di Ϯ Ğ ϭϱ ŬŐ Ě͛ŽƌŽ. Anche in questo caso i motivi del nuovo sequestro di oro sono sempre gli stessi, ovvero quelli della ŵĂŶĐĂƚĂ ƉƵŶnjŽŶĂƚƵƌĂ ĚĞů ŵĞƚĂůůŽ obbligatoria a norma di legge per verificare la provenienza e la qualità dell’oro posseduto. I ůŝŶŐŽƚƚŝ in questione appartengono a ĚƵĞ ŶŽƚĞ ĂnjŝĞŶĚĞ ůŽĐĂůŝ e, secondo le prime ricostruzioni, sembra che l’uomo fermato alla guida dell’autoveicolo abbia ƚƌĂĨƵŐĂƚŽ ŝů ĐĂƌŝĐŽ ƉĞƌ ƐĐŽƉŝ ƉĞƌƐŽŶĂůŝ. Immediato ğ ƐĐĂƚƚĂƚŽ ů͛ĂƌƌĞƐƚŽ e la conseguente segnalazione alla Camera di Commercio competente, per ǀŝŽůĂnjŝŽŶĞ ĚĞůůĞ ŶŽƌŵĞ Ěŝ ƐŝĐƵƌĞnjnjĂ ƌĞůĂƚŝǀĞ Ăů ƉŽƐƐĞƐƐŽ Ěŝ ŵĂƚĞƌŝĂůĞ ĂƵƌŝĨĞƌŽ. Il sequestro è avvenuto nella njŽŶĂ ŝŶĚƵƐƚƌŝĂůĞ Ěŝ sĂůĞŶnjĂ, luogo dei due precedenti fermi. Il mezzo su cui viaggiava l’uomo sarebbe stato segnalato come sospetto, con le Fiamme Gialle che hanno provveduto al fermo ed alla perquisizione scovando il prezioso bottino. Proprio grazie alla sua rinomata ĨĂŵĂ ŶĞůůĂ ůĂǀŽƌĂnjŝŽŶĞ ĚĞůů͛ŽƌŽ, il piccolo ĐĞŶƚƌŽ Ěŝ sĂůĞŶnjĂ è finito nel mirino di questi moderni ricettatori, che hanno trovato un ƚĞƌƌĞŶŽ ĨĞƌƚŝůĞ dove operare su cui, però, si sono opposti con sicurezza ed efficacia gli appositi organi di controllo.


ĂůůĂ ^ǀŝnjnjĞƌĂ ĐŽŶ ŝ ůŝŶŐŽƚƚŝ ĚΖŽƌŽ͗ ďĞĐĐĂƚĂ ĐŽƉƉŝĂ Ăů ǀĂůŝĐŽ Ěŝ ZŽŶĂŐŽ I lingotti sono stati sequestrati e portati l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Como

Olgiate Comasco (Como), 26 febbraio 2014 Ͳ >ŝŶŐŽƚƚŝ ĚΖŽƌŽ ŝŶ ĚŽŐĂŶĂ. E' successo in provincia di Como: i militari della Guardia di Finanza di Olgiate Comasco, nel corso di un controllo al ǀĂůŝĐŽ Ěŝ ZŽŶĂŐŽ (Como), hanno scoperto un coppia di italiani che, a bordo di un’autovettura proveniente dalla Svizzera, ĂǀĞǀĂ ŵĞnjnjŽ ĐŚŝůŽ Ěŝ ŽƌŽ ŝŶ ůŝŶŐŽƚƚŝ ŶŽŶ ĚĞŶƵŶĐŝĂƚŽ. I lingotti sono stati sequestrati e portati l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Como.


ZĂƉŝŶĞ͗ ƐǀƵŽƚĂƚĂ ŐŝŽŝĞůůĞƌŝĂ Ă WĂƌŵĂ͕ ΖďĂŶĚŝƚŝΖ ŝŶ ĨƵŐĂ 26 FEB 2014

(AGI) Ͳ Parma, 26 feb. Ͳ Una gioielleria nel pieno centro di Parma, a pochi metri da piazza Garibaldi, e' stata rapinata questa mattina da due persone. Non ancora quantificato, dal titolare del negozio, il valore dei preziosi sottratti. Tuttavia sembrerebbe trattarsi di un 'maxi' bottino. I due rapinatori hanno agito, intorno alle nove, all'apertura dell'esercizio: dopo aver legato con delle fascette di plastica i polsi delle commesse hanno rubato i gioielli


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