Rassegna stampa 28 gennaio 2014 def

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ECONOMIA E MERCATI

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28 Gennaio 2014

Oro, un rimbalzo che spiazza gli analisti Importazioni cinesi da primato nel 2013 È ancora necessario il fixing dell’oro? Diamante, rifugio anticrisi. Valore su del 41% in 9 anni L’oro vale il 5% in più se è fisico e non di carta

COMPRO ORO

LA GAZZETTA DI REGGIO Affari al palo, chiudono i “Compro oro” LA REPUBBLICA Reagisce a una rapina, gli sparano alle gambe INFORMAZIONI D’ORO Quinta settimana positiva per l’oro ROMAGNA NOI Ruba monili a casa di amici e li rivende ai 'compro oro'

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Salvatore Ferragamo, Galuchat Collection Van Cleef & Arpels e il ‘planetario da polso’ Udine - Contro rapine e furti i negozianti vanno a scuola di autodifesa Krav Maga per i gioiellieri Ztl, gli orafi in rivolta per il rinnovo dei permessi Richard Mille a giugno in via della Spiga C’è anche l’arte orafa tra le eccellenze raccontate dalla piattaforma digitale di Google TV Shopping: quando il gioielliere si accomoda in salotto Audemars Piguet un Royal Oak da safari Omega, non solo Olimpiadi Francesco Trapani diventa consulente in Lvmh MetaWatch, è finalmente giunta l’ora degli smartwatch Gioielli Emporio Armani primavera/estate 2014 Orologio di lusso Greubel Forsey Tourbillon 24 Secondes Contemporai Serti Brevetto per il recupero dei metalli preziosi Nasce l'orologio atomico che non sbaglia mai Eberhard & Co. sponsor della “Audi Chef ’s Cup Suedtirol” Panerai apre ‘in grande’ a Firenze e Miami, passando per Hong Kong Crescono i buyer a Vicenzaoro (+6%)

CRONACA

QUOTIDIANO DI SICILIA Scoperto un “laboratorio del falso” INFORMAZIONI D’ORO Arrivano i ladri con il cerca oro LA REPUBBLICA Presa la banda dei furti in gioielleria quaranta colpi a segno in tutta Italia LA REPUBBLICA Milano - Chiasso, nella Bmw blindata gioielli per 300mila euro

Rassegna in collaborazione con


Economia e Mercati

Oro, un rimbalzo che spiazza gli analisti di Andrea Gennai

28 gennaio 2014 Inizio d'anno in perfetto stile "contrarian" per l'oro. Tutti gli esperti continuavano ad aspettarsi una marcata negatività sul metallo giallo e invece in questo primo scorcio del 2014 l'oro ha messo a segno un rimbalzo nell'ordine del 5%. Ci sono motivazioni anche di carattere tecnico in questo movimento: la progressiva riduzione delle posizioni ribassiste dei grandi speculatori, dopo le discese degli ultimi mesi, ha alimentato il progresso.

Parziale il recupero dopo il tonfo del 2013 Certo si tratta di poca cosa rispetto allo scivolone del 29% registrato nel 2013 (la peggiore performance dal 1981) ma è bastato a cogliere di sorpresa tutti gli esperti, che continuano a mantenere view particolarmente negative sul metallo giallo. Tra i più aggressivi Goldman Sachs che vede il livello dei prezzi a 1.050 dollari per fine anno. Per Bank of America Merrill Lynch il prezzo medio per il 2014 dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.150 euro e intorno a questi livelli si esprime anche Deutsche Bank. E' molto difficile trovare una società di investimenti che abbia obiettivi al di sopra dei valori attuali (1.260 dollari): tra questi spicca Hsbc che punta per l'anno in corso a quota 1.292. Comunque la si veda il tenore è tutt'altro che ottimista: bene che vada il potenziale di apprezzamento dell'oro è molto limitato. Non più «bene rifugio» L'oro ha perso la sua natura di bene rifugio, l'inflazione non spaventa e il rialzo dei tassi di interesse rende più appetibile anche in prospettiva l'investimento sui bond (l'oro infatti non paga cedole), senza dimenticare che il mercato azionario è in piena fase rialzista nonostante le recenti correzioni. L'unica variabile che al momento può far riscoprire l'oro è legata strettamente ai fondamentali o a improvvise tensioni geopolitiche. Nel 2013, ad esempio, la Cina ha conquistato il primato mondiale dei consumi. La domanda, secondo le stime di Gfms (uno dei centri di analisi più seguiti nel settore), dovrebbe restare robusta anche quest'anno. Gfms mette in conto per il metallo giallo un possibile rimbalzo fino a 1.330 dollari nel primo trimestre e poi dovrebbero tornare le vendite. Da un punto di vista tecnico le quotazioni potrebbe arrivare anche a 1.350 senza dare un segnale di vera svolta. Attenzione alla trappola del rimbalzo Il rischio per gli investitori è quello di rimanere intrappolati in questo rimbalzo. Per capire le evoluzioni di breve basta attendere mercoledì: quando il Fomc della Fed annuncerà probabilmente una nuova riduzione agli stimoli monetari. La reazione del metallo giallo a quella decisione (l'oro storicamente si muove in senso contrario rispetto al dollaro) sarà importante per capire i prossimi sviluppi.


del 28 Gennaio 2014


ʬ ancora necessario il fixing dell’oro? Martedì 28 Gennaio 2014 Scritto da Greta Milici

La decisione di Deutsche Bank di mettere in vendita il proprio posto al tavolo del fixing dell’oro ha sollevato interrogativi sul futuro del meccanismo in questione, uno su tutti: chi, dopo lo scandalo Libor, vorrà comprarlo? Il meccanismo di fissazione del prezzo dell’oro, il cosiddetto ĨŝdžŝŶŐ, ha quasi un secolo di vita. L’attuale sistema che prevede il fixing due volte al giorno, punto di riferimento per gli investitori e per i loro miliardi di dollari scambiati ogni giorno, risale al 1968. Oltre a Deutsche Bank, sono altre quattro le banche che prendono parte alla determinazione del prezzo: Barclays, HSBC, Société Générale e ScotiaMocatta. Diversamente dalla maggior parte delle materie prime, i cui mercati sono dominati dal trading sui futures, l’oro ha un mercato sostanzialmente in contanti. La partecipazione al sistema del fixing offre pochi benefici finanziari ai soci: avere un posto al tavolo delle trattative è soprattutto una forma di prestigio, ma questo potrebbe non essere sufficiente. «È un tentativo di vendita difficile in questo momento», ha detto una fonte interna al mercato dei metalli preziosi di Londra. «Per le banche non c'è niente di vantaggioso in esso, tranne il fatto di poter dire di far parte del sistema di fixing, che senza dubbio porta un certo carisma». Quest’unico lato positivo, però, potrebbe essere superato dai maggiori controlli che le autorità di regolamentazione cercano di introdurre sui parametri di riferimento delle materie prime, dopo lo scandalo Libor. Le autorità di controllo, tra cui la tedesca Bafin, la statunitense Commodity Futures Trading Commission e la britannica Financial Conduct Authority hanno aumentato i controlli sugli indici delle materie prime dopo che il London Interbank Offered Rate (Libor) era stato manipolato dalle banche britanniche. Poche banche che si riuniscono per decidere il prezzo di riferimento dell’oro due volte al giorno è visto dai detrattori come anacronistico e opaco. All’inizio di ciascuna fissazione, il presidente annuncia un prezzo di apertura agli altri quattro membri, che lo trasmettono ai loro clienti e, in base agli ordini da loro ricevuti, si dichiarano acquirenti o venditori per quel prezzo. Il prezzo dell’oro è quindi aggiustato in basso ed in alto, finché domanda ed offerta non si incontrano: a quel punto il prezzo viene “fissato”. È responsabilità di Deutsche Bank trovare un acquirente, che poi dovrà ricevere l’approvazione degli altri membri. Il prezzo della poltrona sarà negoziato tra acquirente e venditore. Una possibilità logica sarebbe l’ingresso di un altro membro che nella London Bullion Market Association ha il ruolo di ŵĂƌŬĞƚ ŵĂŬĞƌ: quelli attualmente non coinvolti nella fissazione, Credit Suisse, Goldman Sachs, JPMorgan, Merrill Lynch, Mitsui Precious Metals e UBS hanno tutti rifiutato di commentare sul loro interesse. Un candidato probabile potrebbe essere qualche banca asiatica, in cerca di un maggiore peso nel mercato di Londra in un momento in cui l’Asia sta assumendo un ruolo sempre più importante nel settore dell’oro. Se non venisse trovato nessun acquirente si potrebbe potenzialmente procedere con soli quattro membri, ma è improbabile che ciò accada. Gli operatori ritengono che il benchmark abbia ancora un valore nell’aiutare a ridurre i rischi, cosa che sarebbe più difficile se dovessero negoziare il prezzo privatamente con ogni cliente.


Diamante, rifugio anticrisi. Valore su del 41% in 9 anni Non è stato scalfito dalla crisi delle compagnie internet né da quella dei bond sovrani Non è stato scalfito dalla crisi delle compagnie internet né da quella dei bond sovrani. Il diamante oltre a essere «per sempre» ha mantenuto il suo valore nelle quotazioni internazionali e, noncurante delle tensioni finanziarie, ha continuato a ad accrescerlo. Negli ultimi dieci anni, comparando i prezzi delle pietre preziose sui listini ufficiali, si ottiene che questi sono aumentati di valore di circa 2 punti percentuali sopra l’inflazione. Questo significa un rendimento tra il 3,5 e il 5% all’anno. Solo a titolo di esempio, e listini alla mano, l’acquisto di una pietra per un valore di 7600 euro nel 2005 oggi ne varrebbe 10.663 con un incremento del 41%. Le quotazioni sono aggiornate trimestralmente e sono pubblicate sui principali quotidiani economici in tutto il mondo. Un investimento, dunque, che oltre a proteggere il capitale da tempeste valutarie e finanziarie consente di accrescere nel tempo il valore delle somme. Non solo. Dopo le ultime manovre finanziarie, lacrime e sangue, le opportunità per i risparmiatori italiani di non vedere tassati i loro investimenti sono state ridotte al lumicino. Quando un diamante arriva in Italia, invece, al suo costo di listino viene aggiunta solo l’Iva. E questa resta l’unica imposta applicata. Quando si rivende, il capital gain, e cioè la differenza tra il costo d’acquisto e quello di cessione, non è soggetta ad alcun prelievo. In più il diamante può passare di mano in mano senza nessun tipo di dichiarazione perché il solo possesso è sufficiente ad assegnare la proprietà del bene. Investire in diamanti però non significa entrare solo nelle gioiellerie, dove all’investimento si somma anche il piacere di chi riceve pietre incastonate. Per avere maggiori certezze esistono in Italia società che si occupano di acquistare i diamanti sui mercati internazionali, venderli corredati di certificato e riacquistarli quando il risparmiatore vuole monetizzare il guadagno di valore. Una di queste è la Dpi, Diamond private investment di Maurizio Sacchi che a il Tempo spiega che «il valore aggiunto offerto dalla società è quello di dare certezza e sicurezza al diamante acquistato con un certificato che ne attesta le qualità e un numero inciso sulla pietra con il laser che ne attesta la veridicità». L’azienda che è nata 24 anni fa assicura poi la vendita attraverso il canale bancario. Una circostanza che rende all’investitore meno arduo il contatto con un mondo, quello delle pietre preziose, molto difficile da frequentare senza le opportune competenze tecniche. Non mancano le possibilità di comprare pietre su tutto il territorio nazionale. «Dpi è convenzionata con 120 banche di credito cooperativo, quindici banche popolari, e big del rango di Monte dei Paschi e Banca Popolare di Milano» aggiunge Sacchi. Per avvicinarsi a questa forma di investimento basta osservare poche regole. In primo luogo quella di destinare al massimo il 5% del proprio patrimonio. Tanto basta per assicurare la giusta protezione al capitale e ad avere un autentico paracadute contro le crisi che ciclicamente si abbattono sulle economie avanzate. Tecnicamente basta rivolgersi a uno degli sportelli bancari che offrono il servizio e fare l’ordine. Dopo 15 giorni circa le pietre custodite in appositi contenitori possono essere ritirate e messe al sicuro. Quanto alla cifre da mettere in conto si può partire da 5 mila euro. «Una pietra ha un valore che va da 5 a 20 mila euro. Dunque chi investe 50 mila euro è consigliabile che abbia 10 pietre da 5 mila. Questo per avere più diversificazione e una maggiore flessibilità nell’eventuale liquidazione» aggiunge Sacchi che segnala come una delle possibilità offerte dalla Dpi «è anche l’impegno a ricollocare le pietre a chi vuole disinvestire». Ma in genere chi investe in diamanti non li lascia mai. Fil. Cal.


Economia 28/01/2014 - il caso

L’oro vale il 5% in più se è fisico e non di carta Da ieri un nuovo fixing di Bolaffi su lingotti e monete di valore non numismatico «Profonda differenza tra il prezzo determinato dalla Borsa e realtà di mercato» Da ieri c’è una novità nel mercato italiano dell’oro, ed è una bella novità per chi possiede il metallo prezioso, visto che l’oro diventa più prezioso del 5%. Una società del gruppo Bolaffi, la Bolaffi Metalli Preziosi, specializzata nella compravendita di oro da investimento, ha deciso di stabilire un proprio fixing per l’oro fisico (attenzione, non quello «di carta») aumentando del 5% il prezzo del Lbma (London Bullion Market Association) che fa da riferimento. Questo perché il gruppo Bolaffi ha verificato «una profonda differenza tra il prezzo determinato dalla Borsa e la realtà di mercato», e si tratta di una differenza permanente, non occasionale, tale da giustificare una diversa valutazione dell’oro fisico rispetto a quello virtuale. L’oro di carta sono i titoli che hanno come sottostante il prezzo dell’oro, ma che non prevedono la consegna fisica della materia prima. Fino a oggi il mercato ha adottato il prezzo dell’oro virtuale come base anche per le transazioni dell’oro fisico (cioè i lingotti e le monete prive di valore numismatico, come le sterline d’oro o i krugerrand) ma nella realtà dei fatti, secondo la Bolaffi, all’oro fisico deve essere attribuito un premio. Spiega Filippo Bolaffi, amministratore delegato di Bmp : «La discrepanza è dovuta a tre fattori. Il primo è che l’oro di carta sottintende il rischio intrinseco che l’emittente del titolo non abbia nei propri caveau l’equivalente quantitativo di oro che dichiara; il secondo è che l’oro fisico è fungibile anche fuori da una piazza finanziaria; il terzo, forse il più importante, è che il venditore di oro virtuale segue spesso dinamiche speculative, e può anche operare allo scoperto, senza un grammo di oro fisico in mano, mentre il venditore di oro fisico non può offrire qualcosa che non possiede». Ma finora questo extra di valore rispetto alla Borsa di Londra, valutato al 5%, non veniva riconosciuto a chi offriva in vendita oro fisico; invece da lunedì la Bolaffi lo riconosce.


Compro Oro

Affari al palo, chiudono i “Compro oro” Quotazioni del metallo giallo in picchiata e casi di malaffare: sparito un negozio su tre dalla mappa di Reggio Negli ultimi sei anni erano proliferati come funghi, divenendo una nota dominante del paesaggio urbano. Adesso i “Compro oro” chiudono i battenti, a Reggio come nel resto d'Italia. Quasi uno su tre è sparito a causa della crisi di un settore che sembrava destinato a una crescita senza fine. Il prezzo del metallo giallo era aumentato vertiginosamente dal 2008. Un numero crescente di investitori, accorti o improvvisati, apriva negozi per acquistare dai privati oggetti preziosi, ricavandone rapidamente un utile abbondante dalla rivendita alle fonderie. Il primo tonfo si ebbe nei primi mesi del 2012, prima del sisma che devastò la Bassa emiliana alla fine di maggio, preannunciando il successivo sconquasso. Davide Bigoni, proprietario a Reggio di uno dei tanti “Compro oro”, lo ricorda come un incubo: «A Carpi, dove abito, il terremoto fu violento. Lo spavento per il cataclisma in me si associa all'ansia per il contemporaneo crollo del mercato». In effetti il maggio del 2012 si rivelò, sotto tale profilo, il peggiore dei precedenti trent'anni. Nella seconda metà dell'anno si verificò una ripresa, seguita da un cedimento rovinoso che non s'è più arrestato.

All'inizio del 2013 l'oro puro passava ancora di mano a 44 euro al grammo. Ora non raggiunge i 30 euro. «Dopo il calo del 2012 Ͳ precisa Bigoni Ͳ se n'è verificato un altro l'anno scorso. Soltanto in settembre si sono persi d'un botto sei euro al grammo, poi se ne sono volatilizzati altri dieci. Ciò ha influito negativamente sui nostri affari, costringendoci a rivendere a meno di quanto avevamo incassato all'atto dell'acquisto, anche perché siamo obbligati a tenere la merce in negozio per undici giorni a disposizione delle forze dell'ordine per i necessari controlli». Le conseguenze non hanno tardato a farsi sentire. Bigoni era arrivato ad avere undici negozi della sua catena “Oro in contanti”, fra le province di Modena, Reggio e Bologna. Ne ha dovuti chiudere tre e cedere il quarto al proprietario dell’immobile: «Mio padre Ͳ racconta Ͳ aveva un laboratorio di maglieria, che ha dovuto abbandonare a causa della crisi di questo settore. Perciò ha avviato quindici anni or sono l'attuale attività a Carpi, aprendo altri due “Compro oro” a Sassuolo e a Reggio. Io, che esercitavo un altro commercio in franchising, mi sono associato a lui. Attualmente abbiamo sette dipendenti». E' la storia di migliaia di suoi colleghi. Negli ultimi anni si sono buttati sul metallo giallo negozianti di altri generi, exͲ impiegati licenziati che vi hanno investito la liquidazione, ma anche persone prive di competenza e senza scrupoli. Inoltre si sono intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine in capo alle attività e ai ridigi regolamenti a quali si devono attenere. Alla fine dello scorso mese di luglio è stata imposta la chiusura in corso Garibaldi a uno dei venti negozi del gruppo Re Mida, indagato in tutta Italia dalla Guardia di Finanza per frode fiscale e riciclaggio. «Purtroppo Ͳ commenta Bigoni Ͳ il nostro settore si è guadagnato una fama dubbia a causa dei disonesti che vi si sono infiltrati. Ai commercianti seri si sono mescolati i lestofanti. I casi di ricettazione di merce rubata o frode fiscale sono quelli estremi. Ci sono anche quelli che espongono sui cartelli il prezzo dell'oro puro (a 24 carati), senza chiarire che ai clienti si pagano i gioielli in proporzione ai carati, che non sono più di 18 e possono scendere a 14 o a 9». Le tentazioni di violare la legge, peraltro, sono frequenti in questo tipo di commercio: «Mi sono capitati Ͳ riferisce Bigoni Ͳ clienti che offrivano gioielli trafugati in casa. Si presentano anche truffatori con gioielli finti con marchi contraffatti. Ho smesso


di denunciarli, perché comunque non vengono arrestati». Attualmente questi grattacapi passano in secondo piano rispetto alle bastonate inferte dalla crisi. Le previsioni sono grigie: «Per ora Ͳ dice Bigoni Ͳ tiriamo avanti grazie ai guadagni fatti negli anni scorsi. Penso che in futuro rimarranno meno negozi, sia per la continua diminuzione del prezzo dell'oro, che disincentiva gli stessi clienti, sia perchè la gente ha già venduto molti dei gioielli da cui voleva ricavare un po' di liquido». Luciano Salsi 27 gennaio 2014


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YƵŝŶƚĂ ƐĞƚƚŝŵĂŶĂ ƉŽƐŝƚŝǀĂ ƉĞƌ ů͛ŽƌŽ Lunedì 27 Gennaio 2014 Scritto da Informazioni d'Oro

Ancora ƵŶ͛ĂůƚƌĂ ƐĞƚƚŝŵĂŶĂ ƉŽƐŝƚŝǀĂ ƉĞƌ ů͛ŽƌŽ, la quinta consecutiva, ai massimi delle ultime nove settimane. Lo scorso venerdì, infatti, i ĨƵƚƵƌĞƐ ƐƵůů͛ŽƌŽ hanno chiuso a ϭ͘Ϯϲϰ͕ϯϬ ĚŽůůĂƌŝ, con un rialzo settimanale dell’1,67% ed una striscia positiva che non si vedeva da 16 mesi. La causa è da imputarsi prevalentemente alle forti perdite subite dalla borsa statunitense ed a catena dalle borse mondiali, dovute all’ormai imminente manovra correttiva della &ĞĚ sugli ƐƚŝŵŽůŝ ŵŽŶĞƚĂƌŝ. L’incertezza dei mercati ha causato una serie di vendite che hanno spinto gli operatori alla ƌŝĐĞƌĐĂ Ěŝ ŽƌŽ ĐŽŵĞ ďĞŶĞ ƌŝĨƵŐŝŽ. Il Dow Jones ha conosciuto la peggior settimana dal 2011. Un duro colpo è arrivato dalla ŝŶĂ, dove la lettura preliminare dell’indice di produzione HSBC, sceso al minimo degli ultimi sei mesi, ha sollevato preoccupazioni per un ƌĂůůĞŶƚĂŵĞŶƚŽ ĚĞůů͛ĞĐŽŶŽŵŝĂ. Nel frattempo i cambi negativi contro il dollaro di alcune valute come Lira turca, Rand sudafricano e Rublo russo hanno causato una serie di risultati in giro per il globo, fonte di ƌŝďĂƐƐŝ in tutte le borse dei paesi emergenti. Le valute dei mercati emergenti sono state duramente danneggiate dall’annuncio della Federal Reserve riguardo la revisione del piano d’acquisto di titoli. I dati rilasciati venerdì dalla Commodities Futures Trading Commission hanno mostrato che la settimana precedente gli hedge funds e le società di gestione del risparmio hanno ƐĐŽŵŵĞƐƐŽ Ăů ƌŝĂůnjŽ ŶĞŝ ĨƵƚƵƌĞƐ ƐƵůů͛ŽƌŽ. In settimana è attesa la riunione mensile della Federal Reserve, il cui risultato potrebbe essere l’ulteriore riduzione degli acquisti di titoli da 75 a 65 miliardi di dollari. L’incontro di mercoledì sarà l’ultimo da presidente per Ben Bernanke, mentre l’attuale vice presidente, Janet Yellen, si prepara a sostituirlo. Per giovedì è attesa, inoltre, la stima iniziale del prodotto interno lordo degli Stati Uniti riferito al quarto trimestre 2013. Altrove sul Comex, i ĨƵƚƵƌĞƐ ƐƵůů͛ĂƌŐĞŶƚŽ hanno chiuso a ϭϵ͕ϳϲ ĚŽůůĂƌŝ, con un calo settimanale del 2,66%. I ĨƵƚƵƌĞƐ ƐƵů ƌĂŵĞ hanno chiuso a 3,271 dollari, con un calo settimanale del 2,18% causato principalmente dalle preoccupazioni generate dai dati in calo sulla seconda economia più grande del mondo e più grande consumatore del metallo industriale.


Ruba monili a casa di amici e li rivende ai 'compro oro' Servizi straordinari di controllo del territorio disposti dal Questore: controllate 185 persone e 94 veicoli. 22enne bulgaro denunciato per furto dalla polizia

25/gennaio/2014 CESENA Ͳ Ha rubato monili d'oro in casa di connazionali poi li ha rivenduti a dei "Compro oro". Un 22enne bulgaro, pregiudicato per reati contro il patrimonio, è stato denunciato per furto nei giorni scorsi dalla polizia di Cesena. Gli agenti hanno infatti accertato che il giovane aveva sottratto dei monili d’oro a casa di connazionali, rivendendoli per circa 1.000 euro, usando regolare documento d’identità, a due esercizi commerciali “compro oro”, uno di via Gasperi Finali e uno di corso Cavour. Il 22enne è stato fermato presso l’Ambasciata Bulgara a Roma, dove era intento a rinnovare il passaporto scaduto per rientrare nel suo paese. Oltre al 22enne, è stato denunciato anche un 49enne di La Spezia, trovato in possesso di arnesi atti allo scasso durante un controllo. Queste due denunce rientrano nell'ambito di servizi straordinari di controllo del territorio eseguiti tra il 23 e il 25 gennaio dagli agenti del Commissariato di Cesena, con l’ausilio dei Nuclei Prevenzione Crimine di Bologna e della Polizia Municipale di Cesena, come disposto dal Questore di ForlìͲCesena Salvatore Sanna. Al riguardo sono stati impiegati per ogni turno, privilegiando un singolo quadrante giornaliero serale, pomeridiano e notturno, 3 Squadre Volanti, 1 pattuglia appiedata, 3 equipaggi dei Nuclei Prevenzione Crimine, 1 equipaggio del Settore Anticrimine, 1 equipaggio dell’ufficio Immigrazione e 1 equipaggio della Polizia Municipale, per un totale di 28 operatori di Polizia. In totale sono state controllate 185 persone, 94 veicoli e 14 abitazioni di cittadini extracomunitari per l’accertamento dei requisiti e la veridicità delle autocertificazioni presentate per il rinnovo del permesso di soggiorno, identificando 20 persone. I controlli effettuati nelle abitazioni dei cittadini stranieri hanno portato a 5 avvisi per rifiuto del titolo chiesto e a 5 posizioni sospese in attesa di integrazione o altro controllo.


Settore e Moda

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Van Cleef & Arpels e il ‘planetario da polso’ martedì, 28 gennaio 2014

Complication Poétique Midnight Planétarium – Van Cleef & Arpels

Nell’alta orologeria c’è spazio anche per la poesia. È il caso della maison Van Cleef & Arpels, gioielleria parigina nata nel 1906 al 22 di place Vendôme – dove tutt’ora, sopra la storica boutique, ci sono l’headquarter e la prestigiosa Ecole Van Cleef & Arpels – e che da tempo si è dedicata anche alle lancette, mostrando una grande abilità. Come dimostra l’orologio Complication Poétique Midnight Planétarium, tra le maggiori novità presentate dal marchio al Sihh 2014. Inscritto nel filone dell’Astronomie Poétique, avviata nel 2006, il segnatempo s’ispira ai pianeti e le costellazioni, tematica cara al marchio anche in gioielleria. Questa sorta di ‘planetario da polso’ riproduce l’esatto movimento di sei pianeti attorno al Sole e la loro posizione a un’ora data e, molto ‘poeticamente’, permette al proprietario di celebrare il proprio giorno fortunato. In pratica, grazie alla lunetta girevole, si seleziona il giorno posizionando il triangolo rosso su un calendario graduato. Alla data scelta, la Terra si collocherà precisamente sopra la stella incisa sul vetro zaffiro, in segno di fortuna. “Le Complications Poétiques – ha spiegato a Pambianco Tv durante il Salone ginevrino Jean Bienaymè, direttore della comunicazione del brand – rappresentano un nuovo modo di leggere il tempo, in cui il movimento racconta una storia”. La maison, che oggi fa parte del gruppo Richemont, secondo le stime della svizzera Vontobel ha registrato 60 milioni ricavi esercizio 2012Ͳ13. Parte preponderante del business è la gioielleria e, negli orologi, dal segmento donna. È però rivolto al pubblico maschile un altro masterpiece lanciato al Sihh, il Pierre Arpels Heure d’ici & Heure d’ailleurs, un modello dotato di doppio fuso orario e della visualizzazione con doppia ora saltante e minuti retrogradi. L’ispirazione è stavolta il viaggio, il design elegante e sobrio. Nei giorni del salone, la boutique ginevrina in rue du Rhone ha ospitato una mostra celebrativa del 50° anniversario dall’apertura. A cinque anni fa risale invece l’inaugurazione del negozio di Milano, l’unico in Italia del marchio, che non ha alcun rivenditore concessionario. “Siamo un marchio esclusivo, e così deve essere la nostra distribuzione”, ha commentato il manager. “Preferiamo ricevere i clienti nelle nostre boutique, in modo intimo, facendoli sentire a casa”.


28-GEN-2014

Lettori: n.d. Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Omar Monestier

da pag. 17


28-GEN-2014

Lettori: n.d. Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Roberto Papetti

da pag. 2


27-GEN-2014

Lettori: n.d. Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Virman Cusenza

da pag. 28


27-GEN-2014

Lettori: n.d. Diffusione: n.d.

Dir. Resp.: Virman Cusenza

da pag. 28


ZŝĐŚĂƌĚ DŝůůĞ Ă ŐŝƵŐŶŽ ŝŶ ǀŝĂ ĚĞůůĂ ^ƉŝŐĂ lunedì, 27 gennaio 2014

ZŝĐŚĂƌĚ DŝůůĞ ʹ ZD ϯϱϬϭ

La vocazione alla sperimentazione è nel Dna di ZŝĐŚĂƌĚ DŝůůĞ, marchio ‘giovane’ – ha 12 anni di vita, pochi per l’industria orologiera – e dal posizionamento altissimo, con un entry price di 60mila franchi e un prezzo medio di 150mila. “Lo scorso anno – ha dichiarato a WĂŵďŝĂŶĐŽ dǀ WĞƚĞƌ ,ĂƌƌŝƐŽŶ, CEO dell’area EMEA, presso lo spazio del marchio al Sihh di Ginevra – abbiamo aperto in Svizzera la nostra prima fabbrica di casse, che ci ha consentito di fare progressi nell’uso del carbonio e della ceramica”. Tra le preview del Salone, in uscita in estate, vi era infatti il RM 35Ͳ01, ispirato a Rafa Nadal, la cassa è realizzata nel nuovo carbonio EƚƉƚ sviluppato da Richard Mille, mutuato dal mondo delle regate velistiche, della Formula1 e dell’aereonautica. Oltre ad avere un Ͳ25% di rottura e Ͳ200% di fessurazioni, il Ntpt, a causa degli effetti del complesso processo di lavorazione, è visivamente simile a un coltello Damasco e rende ogni pezzo unico. La ceramica è stata utilizzata in una nuova linea di Ladies’ Watches, un segmento dal forte potenziale per il brand, che proprio ai modelli femminili RM 037 e RM 07Ͳ01 ha deciso di applicare il primo bracciale in maglia realizzato nella sua storia, in oro bianco e rosa. Richard Mille, secondo quanto dichiarato dall’omonimo fondatore e CEO in una recente intervista al sito tƚŚĞ:ŽƵƌŶĂů͘ĐŽŵ, nel 2013 ha registrato ricavi per 132 milioni di franchi svizzeri, in crescita a doppia cifra, per una produzione di circa 3mila orologi e mira quest’anno a toccare quota 150 milioni di franchi e 3.300 pezzi prodotti. Il marchio ha 16 boutique monobrand e l’obiettivo è di contarne 25 a fine 2014, tra cui una nel Quadrilatero. “A giugno apriremo in via della Spiga”, ha rivelato Harrison. “Crediamo molto nel potenziale della città”.


C’è anche l’arte orafa tra le eccellenze raccontate dalla piattaforma digitale di Google Pubblicato da Chiara Di Martino Dal corallo di Trapani al comparto valenzano: è partito “Made in Italy: Eccellenze in digitale”, progetto del colosso web per accompagnare le imprese nell’economia di internet

Una carrellata di eccellenze italiane sul web, tra cui tanti esempi di arte orafa: è una parte del progetto “Made in Italy: Eccellenze in digitale”, lanciato dal Google Cultural Institute in collaborazione con Unioncamere, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e forestali, Fondazione Symbola e Università Ca’ Foscari. Perché il progetto lanciato dal colosso del web ha sì l’obiettivo di fungere da vetrina per le eccellenze italiane, ma anche e soprattutto di accompagnare le imprese nell’economia di internet. Scorrendo tra i luoghi segnalati sulla mappa, si incontrano l’oreficeria di Valenza, l’arte orafa aretina e quella fiorentina, il Corallo di Trapani, ma anche le eccellenze di Crotone e Latina. Il progetto, primo nel suo genere realizzato da Google, prevede due filoni: una piattaforma (google.it/madeinitaly) che racconta l’artigianato e altri settori chiave della nostra economia come l’agroalimentare e un percorso formativo (https://www.eccellenzeindigitale.it/) che accompagni le aziende a scoprire le opportunità che il web offre loro. Inoltre, sono state stanziate borse di studio per 20 giovani ‘digitalizzatori’ che affiancheranno le aziende del territorio verso l’economia digitale.


La mappa delle eccellenze italiane Dopo l’annuncio fatto dal Presidente Eric Schmidt lo scorso 9 ottobre a Roma, Google ha presentato ufficialmente il progetto che si propone di avvicinare le imprese del Made in Italy alla rete e al suo grande potenziale economico e di export, far conoscere le eccellenze del nostro Paese in tutto il mondo attraverso una piattaforma digitale realizzata dal Google Cultural Institute e valorizzare i giovani come promotori della transizione dell’economia italiana al digitale. “Un’iniziativa pensata e realizzata appositamente per l’Italia – ha detto D’Asaro Biondo, Presidente Sud e Est Europa, Medio Oriente e Africa di Google -, che ci auguriamo possa contribuire ad aumentare la capacità delle imprese italiane di fare export e promuovere ulteriormente la cultura del Made in Italy nel mondo”. Nel 2013, le ricerche legate a prodotti del Made in Italy sono cresciute del 12% sul motore di ricerca: la moda è la categoria più cercata, turismo e agroalimentare le categorie che segnano la crescita più significativa. Tuttavia, il Made in Italy è ancora poco presente sul web, solo il 34% delle PMI ha un proprio sito internet e solo il 13% lo utilizza per fare e-commerce. Attraverso un centinaio di mostre digitali, fatte di racconti, immagini, video e documenti storici, gli utenti di ogni parte del mondo potranno scoprire le eccellenze del sistema agroalimentare e dell’artigianato italiano, la loro storia e il loro legame con il territorio.


Il percorso formativo è stato realizzato da Google insieme alla Fondazione Symbola e con il coordinamento scientifico del Professor Stefano Micelli dell’Università Ca’ Foscari di Venezia: oltre a una lezione di Vint Cerf, oggi Chief Evangelist di Google e uno degli inventori di internet, la piattaforma propone contenuti che valorizzano prima di tutto le storie di quegli imprenditori artigiani che, scommettendo sulla rete, hanno consolidato la propria forza competitiva e proiettato la propria attività in uno scenario internazionale.

La piattaforma Eccellenze in Digitale Infine, prosegue l’impegno di Google sul territorio con Unioncamere, con ulteriori 20 borse di studio per giovani “digitalizzatori” che per 6 mesi affiancheranno aziende piccole e medie in diverse regioni d’Italia per aiutarle a portare il Made in Italy online. I giovani selezionati, dopo un training formativo, inizieranno il loro percorso di educazione al digitale delle PMI italiane facendo base nelle diverse Camere di Commercio delle aree che partecipano all’iniziativa. Il bando completo e i territori coinvolti saranno diffusi nel corso del mese di febbraio. “Le sfide globali si vincono con armi globali e il progetto con Google può dare alle nostre imprese queste armi per invadere pacificamente il web con i nostri prodotti di qualità – ha detto Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere -. Nel 2014 il Pil dell’Italia dovrebbe tornare a crescere dello 0,7% ma già sappiamo che, come negli ultimi anni, l’impulso proverrà quasi esclusivamente dalla domanda estera grazie ad aumento del nostro export che valutiamo del +3,7%”. “Fino ad oggi la piccola e media impresa italiana è stata poco presente nel mondo web e sulle grandi piattaforme del commercio elettronico a livello nazionale e internazionale – ha dichiarato Stefano Micelli, Professore di eBusiness all’Università Ca’ Foscari di Venezia -. E’ quindi opportuno immaginare un sostegno di promozione e diffusione culturale attraverso strumenti innovativi che diano il giusto spazio alle storie di successo di tanti innovatori che hanno già dimostrato come questa strada sia percorribile“.


TV Shopping: quando il gioielliere si accomoda in salotto Pubblicato da Gloria Belloni La crescita stimata del giro di affari per le televendite in Europa registra numeri piuttosto interessanti: circa 5,3 miliardi di Euro entro il 2017, secondo uno studio pubblicato da Goldmedia nel primo trimestre del 2013. La Germania si conferma il più ampio ‘TV market’ tra i Paesi Europei con un giro d’affari di 1,7 miliardi di Euro nel 2011 e 7.000 impiegati coinvolti, mentre la Gran Bretagna, al secondo posto, offre il più alto numero di operatori, 31, per un totale di 5.500 lavoratori impegnati. In quest’ultimo caso, però, si parla di un mercato molto saturo in cui oltre la metà del giro di affari totale si concretizza attraverso canali e-commerce, quindi sul web. Sì, perché il concetto stesso di televendita è oggi soggetto a una nuova definizione che vede in primo piano l’aprirsi di diversi canali a integrare la tradizionale offerta attraverso il piccolo schermo. A sorpresa è proprio l’Italia il Paese più promettente in termini di crescita nel prossimo futuro: lo studio parla di un possibile aumento del 13,6 % del turnover, in particolare, grazie al miglioramento dei canali e delle tecnologie digitali. Internet, social networks, smart TV e apps per dispositivi mobili stanno entrando a far parte a tutti gli effetti degli strumenti di cui gli operatori delle vendite TV oggi possono disporre per costruire il proprio ‘canale allargato’ e raggiungere così i differenti target in modo molto mirato. Ma a che punto siamo nel settore gioielli? Era il 1997 quando una delegazione di orafi vicentini, guidata allora dai massimi esponenti della Fiera, assistette negli Stati Uniti a una televendita preparata dal colosso QVC in occasione di VicenzaOro con ampio spazio dedicato alla gioielleria del distretto e italiana in genere. In poche ore arrivarono oltre 25 mila telefonate che produssero vendite per un miliardo e seicento milioni di vecchie lire. La direzione decise di trasmettere subito le repliche del programma e, tredici anni dopo di approdare direttamente in Italia con una sezione dedicata ai ‘gioielli’. Allora il sommesso appello ai gioiellieri, intesi come dettaglianti appartenenti al settore, o comunque specializzati, era chiaro: “state all’erta, non siamo l’America, ma qualche possibilità forse c’è anche in Italia”. Il costo medio di un gioiello appartenente ai marchi trattati da QVC, oggi, difficilmente supera il centinaio di Euro così come, ad esempio, quelli commercializzati da Mediashopping, altro grande player delle televendite generaliste.


Tra le mille traversie e conseguenti problemi di immagine che le televendite di gioielli fin dagli anni ‘80 hanno qualche volta creato, qualche volta subìto – non si fatica a richiamare alla memoria lo stile Baracco che, più tardi, lo scrittore Giuseppe Genna assunse addirittura come icona di un preciso sistema politico nel suo Dies Irae, o i numerosi casi di televenditori truffaldini – qualcuno rispose al ‘richiamo’, dimostrandosi anzi gìà attrezzato per incontrare i clienti attraverso il mezzo televisivo. In fondo, un canale di comunicazione come un altro e, quindi, di per sé neutro. Come si dice “il problema non è il mezzo, ma l’uso che se ne fa”. Vero. Tuttavia la TV parla in modo unidirezionale, cioè non prevede generalmente dialogo e interazione. In un certo senso l’utente, se non del tutto passivo, è senza dubbio più vulnerabile ai contenuti dei messaggi che riceve. Secondo Ivano Micheletti, direttore del Consorzio Orafi Aretini, è questo uno degli aspetti particolarmente delicati cui gli operatori è opportuno prestino attenzione: “Oreficeria e gioielleria sono prodotti che, molto meno di altri, si adattano a questa modalità di vendita anche perché, per le loro intrinseche specificità, si prestano più di altri al raggiro del consumatore. Occorre aggiungere che il settore orafo in Italia ha un tipo di distribuzione tradizionale, con una mentalità condizionata dal passato, poco incline ad accogliere in profondità le innovazioni per farle realmente proprie. Detto ciò, sono del parere che ogni mezzo o canale, web compreso, utile a migliorare le vendite del nostro comparto, anche in termini di volumi, sia assolutamente da prendere in considerazione, a patto di rispettare le regole che fortunatamente, oggi, a differenza di vent’anni fa, esistono. Tutto dipende poi dal target che un’azienda si prefigge di raggiungere, in questo specifico caso medio-basso, e quindi spesso meno informato, poiché tale è la tipologia di pubblico attratta dai tele-acquisti. Marchi affermati possono costituire un buon esempio di televendita di qualità anche con prodotto medio basso perché, di per sé, offrono garanzie a tutela del consumatore finale. Un ragionamento a parte potrebbe essere fatto per l’e-commerce business to consumer, a condizione di prendere esempio dai siti web di qualità, come ad esempio quelli del mondo del fashion. In generale, la situazione del nostro settore, da questo punto di vista è abbastanza scoraggiante.” C’è di che rimanere stupiti, ma (qualche volta) anche in Italia le cose cambiano. E stupiamo doppiamente se l’aggiornamento riguarda l’ambito legislativo, come in questo caso. Da vent’anni a questa parte sono, infatti, mutate le regole in fatto di televendite in favore dei consumatori e a tutela degli operatori seri. Allora era più o meno il Far West; oggi, oltre a una precisa definizione, esistono regole tra cui, fondamentale, il diritto di recesso. Conferma Steven Tranquilli, direttore di Federpreziosi – Confcommercio Imprese per l’Italia: “Oggi, il settore delle televendite è regolato da una disciplina, a differenza di quanto accadeva alla fine degli anni ’80 e nel decennio successivo. Per questo riteniamo che operare seriamente in questo ambito sia possibile, grazie a strumenti legislativi che consentono a chi lavora correttamente di potersi difendere – oltre che, chiaramente, distinguere – da concorrenti scorretti. Proprio in questi giorni, per la precisione il 13 Dicembre 2013, scade il termine entro il quale l’Italia, al pari degli altri stati membri dell’Unione Europea, è tenuta ad adottare e pubblicare le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per recepire la nuova direttiva europea sui diritti dei consumatori che mira a migliorare la protezione dei consumatori e, in particolare, detta nuove regole per i contratti negoziati fuori dei locali commerciali, incluse le vendite on line, da applicarsi, a loro volta, a partire dal 14 Giugno 2014”.

Così funziona IN un piacevole parco alle porte di Roma ha sede Centro Serena, azienda che dal 1987 ha scelto di portare le telecamere nel proprio showroom per raggiungere, direttamente a casa, un pubblico ampio e vario, riuscendo nell’ardua impresa di ottenere un’ottima fidelizzazione. I gioielli – si va dai marchi più noti e di valore


all’oreficeria – hanno un peso significativo nell’ambito della programmazione diffusa, ad oggi, in alcune province del Lazio, in Sardegna e nella provincia di Terni. Antonella Paolinelli ha gentilmente accettato di rispondere a qualche nostra curiosità sul tema. Quali sono i problemi principali legati, ad esempio, all’immagine o alla regolamentazione che operatori come voi, attivi nel mondo delle televendite, si trovano ad affrontare? “Le ‘televendite’ sono state per anni, nel nostro Paese, sinonimo di bassa qualità e pubblicità ingannevole se non vere e proprie truffe, a causa della mancanza di una seria regolamentazione del settore. Per combattere contro i pregiudizi del pubblico, abbiamo sempre cercato di distinguerci, grazie a scelte strategiche non facilmente replicabili dagli altri operatori del settore: il canale televisivo, totalmente dedicato alla nostre trasmissioni, e una sede prestigiosa aperta al pubblico, dove i potenziali clienti potessero verificare di persona la solidità e serietà dell’azienda. Ciononostante, per una categoria merceologica così delicata come quella della gioielleria, è stato necessario uno sforzo ulteriore: la scelta di garantire con un certificato gemmologico stilato da un perito indipendente le caratteristiche dei gioielli venduti”. È una decisione, quest’ultima, che anticipa l’ormai non più recente proposta di legge AS683 sulla ‘Regolamentazione dei materiali gemmologici presentata dalla Senatrice Donatella Mattesini’ che prevede l’obbligatorietà, in caso di vendite a distanza o al di fuori dei locali commerciali, di una dichiarazione in cui sono descritti i materiali gemmologici venduti, siano essi sfusi o montati. “Un altro tema delicato è quello del ‘diritto di recesso’, previsto dalla normativa in vigore ormai da anni, secondo il quale il cliente può recedere dall’acquisto, anche senza alcun motivo, entro i dieci giorni lavorativi dalla consegna della merce ottenendo il rimborso totale in denaro (quindi non in buoni per futuri acquisti). Questo diritto sancito dalla legge – che non ha corrispondenza nella vendita ‘su strada’ dove il cliente può restituire l’oggetto acquistato solo in presenza di difetti di quest’ultimo – crea non poche difficoltà per i gioielli da mettere a misura come gli anelli o da personalizzare in qualsiasi altro modo. Nonostante, infatti, la legge parli chiaramente di perdita del diritto di recesso nei due casi citati, può capitare che il cliente pretenda di recedere dall’acquisto anche per gioielli personalizzati o messi a misura.” Come sono cambiate, nel corso degli anni, le vostre modalità di vendita e quanto incide la concorrenza del web? “Sono rimaste praticamente invariate dal 1987 ad oggi. Il modello è, di fatto, di tipo tradizionale: la TV rappresenta un semplice mezzo di comunicazione con il cliente. La maggior parte dei preziosi venduti sono esemplari unici e in gran parte prodotti su disegni esclusivi; le trasmissioni sono in diretta e il cliente può interagire collegandosi con le centraliniste che sono presenti nello studio TV e possono pertanto trasferire immediatamente eventuali domande e richieste al conduttore. Per questo tipo di merceologia, in ogni caso, la concorrenza del web non è per noi significativa, a differenza di prodotti di serie come casalinghi, piccoli elettrodomestici ecc.” Quali sono, a suo parere, i plus che vi hanno consentito di mantenere salda la posizione nel mercato per tanto tempo? “Concepiamo e proponiamo il momento di vendita come intrattenimento: le nostre trasmissioni sono considerate dalle nostre telespettatrici e clienti come un momento di svago ed apprendimento, non semplicemente come presentazione commerciale. In modo particolare per il gioiello il pubblico ha la possibilità di osservare e ascoltare una descrizione dettagliata anche riguardo a preziosi che non si potrebbe mai permettere. Mostriamo sempre cose nuove: non c’è mai una trasmissione uguale all’altra, la merce ha un ritmo di rotazione rapidissimo. Questo garantisce un’attenzione elevata da parte del pubblico, ma richiede anche un grandissimo sforzo economico e organizzativo. Disporre di un grande assortimento consente di raggiungere un pubblico più ampio rispetto a un punto vendita tradizionale che tende solitamente a focalizzarsi su un certo target anche semplicemente in relazione alla zona di appartenenza. Il rapporto umano è un altro elemento importantissimo: in un mondo sempre più globalizzato e massificato, dove lo shopping si fa nei centri commerciali, abbiamo puntato sulla personalizzazione e sulla qualità del contatto: il cliente viene riconosciuto al telefono, l’offerta è spesso esclusiva e, per le consegne preferiamo avvalerci di personale dell’azienda piuttosto che di corrieri”.


Dal 2005 la legge c’è Riteniamo utile riportare i punti focali della legislazione a riguardo, grazie alla collaborazione del dott. Tranquilli che ce ne ha sintetizzato i passi salienti. DEFINIZIONE Le televendite trovano la loro disciplina, negli artt 50 -61 del Decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 cd Codice del consumo ove sono assimilate ai contratti a distanza e nel regolamento in materia di pubblicità radiotelevisiva e televendite, adottato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con delibera 538/01 del 26 luglio 2001, “Regolamento in materia di pubblicità radiotelevisiva e televendite” che definisce la televendita come l’offerta diretta trasmessa al pubblico attraverso il mezzo televisivo, allo scopo di fornire, dietro pagamento, beni e servizi, compresi i beni immobili. IL REGIME AUTORIZZATORIO La vendita in televisione o televendita: x x

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rientra tra le forme speciali di vendita al dettaglio; è soggetta alla S.C.I.A. (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) da presentare al SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) del Comune nel quale l’esercente, sia esso persona fisica o giuridica, intende avviare l’attività, la quale può essere iniziata dalla data della ricevuta rilasciata dal SUAP competente. qualora vengono offerti oggetti realizzati in tutto o in parte con materiali preziosi, ai sensi decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 251 e relativo regolamento, l’esercente ha l‘obbligo di munirsi della licenza di pubblica Sicurezza, rilasciata dalla Questura della provincia ove ha sede l’impresa, secondo quanto stabilito dall’art. 127 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. deve prevedere obbligatoriamente, nel corso della trasmissione, la sovraimpressione, oltre al nome e alla denominazione o ragione sociale e la sede del venditore, il numero di iscrizione al registro delle imprese ed il numero della partita iva. A tal proposito, la Questura di Genova impone a coloro a cui ha rilasciato la licenza, l’obbligo, di inserire in sovrimpressione la dizione “Autorizzazione della questura di Genova” con il relativo numero autorizzatorio.

LA TUTELA DELL’ACQUIRENTE Acquistare un prodotto prezioso attraverso una televendita è certamente una situazione particolare per il solo fatto di non poter toccare il prodotto, valutarne concretamente la qualità con quanto dichiarato dal venditore. Cosa dire poi se la merce ordinata non corrisponde a quella vista in Televisione. Proprio per porre rimedio a queste particolarità il legislatore ha previsto ai sensi del cd Codice del Consumo, che il consumatore/acquirente riceva in tempo utile, prima della conclusione di qualsiasi contratto a distanza, le seguenti informazioni: x x x x x

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gli estremi del venditore; caratteristiche essenziali del bene o del servizio; prezzo del bene o del servizio, comprese tutte le relative tasse o imposte gravanti sullo stesso; spese di consegna; modalità del pagamento, della consegna del bene. Consegna che se non avviene entro 30 giorni, salvo diverso accordo tra le parti al momento dell’ordine, consente la possibilità di annullare l’ordine. Se l’acquisto è già stato saldato, il venditore è tenuto a rimborsare l’acquirente entro 30 giorni esistenza del diritto di recesso da evidenziare chiaramente all’inizio e nel corso della “televendita” da farsi valere – per i soli acquirenti “privati” - entro 10 giorni lavorativi che decorrono dalla data di consegna del prodotto acquistato e le relative modalità di restituzione del bene; durata della validità dell’offerta e del prezzo proposto;


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il riferimento alle disposizioni contenute nel Codice del Consumo.

La tutela dell’acquirente è, inoltre, garantita: x

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dalla delibera n. 538/01/CSP del 27 luglio 2001 dell’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni che prevede all’art. 3 “La pubblicità e le televendite devono essere chiaramente riconoscibili come tali e distinguersi nettamente dal resto della programmazione attraverso l’uso di mezzi di evidente percezione, ottici nei programmi televisivi, o acustici nei programmi radiofonici, inseriti all’inizio e alla fine della pubblicità e della televendita”. dalla disciplina comunitaria che detta particolari vincoli concernenti la durata, la frequenza e le modalità di presentazione delle cosiddette “finestre di programmazione” destinate alla televendita e trasmesse dalle emittenti la cui programmazione non sia esclusivamente dedicata alle televendite. Esse devono avere la durata minima interrotta di quindici minuti, non possono essere più di otto per ogni giornata di programmazione e la loro durata complessiva non può superare le tre ore al giorno.

REGIME SANZIONATORIO Viene applicato se il venditore: ostacola l’esercizio del diritto di recesso o fornisce informazioni incomplete o errate o comunque non conformi sul diritto di recesso da parte del consumatore o non rimborsa al consumatore le somme da questi eventualmente pagate. All’accertamento delle violazioni provvedono su denuncia o d’ufficio gli organi di Polizia giudiziaria e di Polizia amministrativa (Polizia Giudiziaria, Polizia Tributaria, Polizia Annonaria, Guardia di Finanza ecc.) In caso di televendite ingannevoli: se non cessa l’ingannevolezza della televendita, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dispone l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria.


Pagina: Moda & Design Data: 27 Gennaio 2014


KŵĞŐĂ͕ ŶŽŶ ƐŽůŽ KůŝŵƉŝĂĚŝ Pubblicato il 27 gennaio 2014 da Direttore | Alta orologeria Intervista a tutto campo a Stephen Urquhart, CEO della maison svizzera

di Davide PASSONI Quattro chiacchiere con ^ƚĞƉŚĞŶ hƌƋƵŚĂƌƚ, CEO di KŵĞŐĂ, a pochi giorni dall’avvio delle KůŝŵƉŝĂĚŝ /ŶǀĞƌŶĂůŝ Ěŝ ^ŽĐŚŝ ϮϬϭϰ, che vedranno la maison ancora una volta nelle vesti di ĐƌŽŶŽŵĞƚƌŝƐƚĂ ƵĨĨŝĐŝĂůĞ. WĂƌƚŝĂŵŽ ĚĂůůĂ ƐƚƌĞƚƚĂ ĂƚƚƵĂůŝƚă͘ KŵĞŐĂ ĂŶĐŽƌĂ ĐƌŽŶŽŵĞƚƌŝƐƚĂ ƵĨĨŝĐŝĂůĞ ĚĞŝ 'ŝŽĐŚŝ KůŝŵƉŝĐŝ /ŶǀĞƌŶĂůŝ͗ ĐŚĞ ĐŽƐĂ ǀŝ ůĞŐĂ Ăŝ ĐŝŶƋƵĞ ĐĞƌĐŚŝ͍ Il nostro rapporto con i Giochi olimpici risale al 1932, quando, per la prima volta, siamo stati cronometrista ufficiale per ogni gara. È sempre stato un rapporto forte e a Sochi 2014 saremo titolari del cronometraggio olimpico per la 26esima volta. I Giochi Olimpici sono l’evento sportivo di più alto profilo. La natura dei Giochi – con la partecipazione di atleti provenienti da tante nazioni – li rende particolarmente speciali. In sostanza, si tratta di una grande piattaforma che ci permette di dimostrare la nostra competenza nel cronometraggio a un pubblico di miliardi di persone. KůƚƌĞ ĂůůŽ ƐƉŽƌƚ͕ KŵĞŐĂ ğ ƐŝŶŽŶŝŵŽ Ěŝ ƐƉĂnjŝŽ͕ ĞƐƉůŽƌĂnjŝŽŶĞ͕ ǀĞůŽĐŝƚă͘ /Ŷ ƋƵĂůĞ ǀĂůŽƌĞ Ɛŝ ƌŝƐƉĞĐĐŚŝĂ Ěŝ Ɖŝƶ ŝů ďƌĂŶĚ͕ ƐĞĐŽŶĚŽ ůĞŝ͍ Come dice lei, la realtà di Omega è costruita su una serie di pilastri. Sarebbe difficile dire che uno dei temi che ha menzionato descrive il marchio meglio di altri. Con lo sport condividiamo i valori di disciplina, concentrazione, prestazioni e duro lavoro. Lo spazio e l’esplorazione riflettono lo spirito pionieristico che ha definito Omega fin dal 19esimo secolo. Soprattutto, ciò che ci caratterizza è il nostro costante impegno per la qualità e l’innovazione che si può applicare a tutti i temi sopra citati. >Ğ ŶƵŽǀĞ ĐŽůůĞnjŝŽŶŝ ŐƵĂƌĚĂŶŽ Ăů ƉĂƐƐĂƚŽ Ğ ƉĞŶƐĂŶŽ Ăů ĨƵƚƵƌŽ͘ ͛ğ ƵŶ ŵŽĚĞůůŽ ƐƵů ƋƵĂůĞ ƉƵŶƚĂƚĞ ƉĂƌƚŝĐŽůĂƌŵĞŶƚĞ͍ L’orologio KŵĞŐĂ ^ĞĂŵĂƐƚĞƌ х ϭϱ͘ϬϬϬ 'ĂƵƐƐ è particolarmente significativo perché ha lanciato il primo movimento realmente antiͲmagnetico al mondo; presto introdurremo questa tecnologia in altri nostri orologi. Il numero di campi magnetici che possono compromettere la funzionalità di un orologio o farlo fermare è in aumento e siamo orgogliosi di questa innovazione che consentirà a un orologio di resistere completamente all’influenza dei magneti.


KůƚƌĞ ƉĞƌ ůĂ ƚƌĂĚŝnjŝŽŶĞ Ğ ů͛ĞůĞŐĂŶnjĂ͕ KŵĞŐĂ ğ ĂŶĐŚĞ ĐĞůĞďƌĞ ƉĞƌ ůĞ ƐƵĞ ŝŶŶŽǀĂnjŝŽŶŝ ƚĞĐŶŽůŽŐŝĐŚĞ͗ ĂǀĞƚĞ ŶĞů ĐĂƐƐĞƚƚŽ ƋƵĂůĐŚĞ ŶŽǀŝƚă͍ La nostra innovazione comprende alcuni sviluppi impressionanti sui materiali. Liquidmetal ci ha permesso di creare una lega a base di ceramica e zirconio. Ciò significa che gli indici d’argento e i numeri sulla lunetta in ceramica nera dureranno per sempre grazie alla durezza dei materiali. Omega Ceragold è il primo prodotto che consente la decorazione di componenti di orologi in ceramica con oro a18K. Il processo è utilizzato per creare una lunetta in ceramica con numeri d’oro e scale in un prodotto che, come le ghiere Liquidmetal, è assolutamente liscio al tatto. 18K Sedna è una lega di oro, rame e palladio che assicura particolare resistenza all’oro rosso ed è un’altra prima mondiale per Omega. Non c’è dubbio, però, che i nostri esclusivi calibri CoͲAxial rappresentino la svolta più importante per il nostro marchio nella storia recente . ŚĞ ŽƌŽůŽŐŝŽ ƉŽƌƚĂ ĂďŝƚƵĂůŵĞŶƚĞ Ăů ƉŽůƐŽ͍ Mentre è sempre difficile scegliere un orologio particolare, uno dei messaggi fondamentali di Omega è il legame significativo tra il suo passato e il suo futuro . Attualmente indosso lo Speedmaster Dark Side of the Moon, un orologio che riflette questo messaggio fondamentale. ͛ğ ƵŶ ŽƌŽůŽŐŝŽ ĚĞůůĂ ĐŽŶĐŽƌƌĞŶnjĂ ĐŚĞ ĂŵŵŝƌĂ Ğ ĐŚĞ ůĞ ĚŝƐƉŝĂĐĞ ŶŽŶ ĂďďŝĂ ƌĞĂůŝnjnjĂƚŽ KŵĞŐĂ͍ Ci sono orologi che ammiro, certo , ma non mi sono mai trovato a dispiacermi per il fatto che non sono Omega. Una buona marca ha una sua identità e io rispetto e ammiro sempre qualcosa di fatto bene. Sono molto più propenso a vedere un orologio che mi colpisce al polso di qualcuno e dire: “Wow ! Sono orgoglioso che sia un Omega!”. WĞƌ ůĞŝ ŝů ƚĞŵƉŽ ğ ƵŶ ďƵƐŝŶĞƐƐ͕ ƵŶ ĂůůĞĂƚŽ͕ ƵŶ ŶĞŵŝĐŽ͙ ĐŚĞ ĐŽƐĂ͍ Professionalmente, lo descriverei come un partner. Ci viviamo, lo trascorriamo, lo guadagniamo e, naturalmente , lo misuriamo. Come sa, non ce n’è mai abbastanza, come per tutte le risorse preziose: mi sforzo di usarlo saggiamente. &ĂĐĐŝĂŵŽ ƵŶ ŐŝŽĐŽ͘ ^Ğ ĨŽƐƐĞ ƐŽůŽ ƐƵ ƵŶ͛ŝƐŽůĂ ĚĞƐĞƌƚĂ ƉƌĞĨĞƌŝƌĞďďĞ ĂǀĞƌĞ ĐŽŶ ƐĠ ƵŶ KŵĞŐĂ͕ ƵŶ ďƵŽŶ ůŝďƌŽ Ž ƵŶĂ ďĞůůĂ ĚŽŶŶĂ͍ Semplice: la mia bella moglie che indossa un Omega e legge un libro.


Francesco Trapani diventa consulente in Lvmh Pubblicato il 27 gennaio 2014 da redazione3 | Lusso e finanza L’ex numero uno di Bulgari lascia la carica di responsabile di orologeria e gioielli

Aria di cambiamenti, e di quelli importanti, per Bulgari, appartenente a Lvmh. Francesco Trapani, ex numero uno della maison, infatti, lascerà, a partire dal prossimo 1 marzo, la sua carica di responsabile del settore orologeria e gioielli, per diventare consulente del presidente del gruppo, Bernard Arnault, sulle questioni connesse alle attività di gioielleria e resta membro del board di Lvmh Moet Hennessy Louis Vuitton. Trapani dunque, dopo aver portato a termine con successo l’integrazione di Bulgari in Lvmh, lascia il suo posto ad Antonio Belloni, managing director di Lvmh Group, che si occuperò d’ora in poi delle maison della gioielleria, ovvero Bulgari, Chaumet, Fred e De Beers. Jean Claude Biver, attualmente numero uno di Hublot, assumerà anche la responsabilità per gli altri marchi dell’orologeria, Tag Heuer e Zenith. Così ha commentato la notizia Bernard Arnault: “WĞƌ ŵŽůƚŝ ĂŶŶŝ &ƌĂŶĐĞƐĐŽ dƌĂƉĂŶŝ ŚĂ ƉƌŽŐƌĞƐƐŝǀĂŵĞŶƚĞ ƌĞƐŽ ƵůŐĂƌŝ ƵŶ ďƌĂŶĚ ƌŝĐŽŶŽƐĐŝƵƚŽ ŝŶ ƚƵƚƚŽ ŝů ŵŽŶĚŽ ƉĞƌ ůĂ ƐƵĂ ƌĂĨĨŝŶĂƚĞnjnjĂ Ğ ŝů ƐƵŽ ĂƉƉĞĂů͘ EĞŐůŝ Ƶůƚŝŵŝ ƚƌĞ ĂŶŶŝ ŚĂ ĐŽŵƉůĞƚĂƚŽ ů͛ŝŶƚĞŐƌĂnjŝŽŶĞ Ěŝ ƋƵĞƐƚŽ ƉƌĞƐƚŝŐŝŽƐŽ ŵĂƌĐŚŝŽ ŶĞů ŶŽƐƚƌŽ ŐƌƵƉƉŽ͘ ^ŽŶŽ ĐŽŶƚĞŶƚŽ Ěŝ ƉŽƚĞƌ ĐŽŶƚŝŶƵĂƌĞ ĂĚ ĂƚƚŝŶŐĞƌĞ Ăů ƐƵŽ ďƵŽŶƐĞŶƐŽ Ğ ƐĂŐŐĞnjnjĂ ŶĞŐůŝ ĂŶŶŝ Ă ǀĞŶŝƌĞ“. sĞƌĂ DKZ dd/


DĞƚĂtĂƚĐŚ͕ ğ ĨŝŶĂůŵĞŶƚĞ ŐŝƵŶƚĂ ů͛ŽƌĂ ĚĞŐůŝ ƐŵĂƌƚǁĂƚĐŚ Pubblicato il 26 gennaio 2014 da redazione1 | Alta orologeria Frank Nuovo rivoluziona il mondo MetaWatch

Mentre il mercato degli smartwatch non sembra prendere particolarmente piede nel nostro Paese, DĞƚĂtĂƚĐŚ cerca di invertire la tendenza puntando tutto sulla qualità costruttiva, prima che sul software, grazie alla sapiente guida di &ƌĂŶŬ EƵŽǀŽ͕ ex designer Vertu e vero professionista della telefonia di gran lusso. Gli smartwatch ideati dal designer italoamericano, che passano dal consueto metallo alla pelle, approderanno sul mercato europeo in primavera e sembrerebbero destinati a rivoluzionare un mercato non troppo recettivo negli ultimi mesi. L’azienda nata nell’autunno del 2011, monterà sui suoi dispositivi un display retroilluminato e all’interno degli orologi sensori, come accelerometri e magnetometri, creati dal partner Memsic. “Abbiamo una chiara visione di quello che vogliamo fare e quello che non vogliamo fare. Non vogliamo costruire un telefono che possiate portare al polso; vogliamo costruire una soluzione sociale. E questo si ottiene creando un dispositivo che semplifichi la vita dell’utente, non creando ulteriore confusione tramite l’aggiunta di funzioni inutili, non è corretto che io chieda ai miei clienti di cambiare le loro abitudini. Noi non vogliamo più tecnologia nella nostra vita, noi vogliamo che questa lavori per noi, che ci liberi del tempo. Voglio spendere più tempo con le persone che con il mio telefono” ha spiegato il Ceo di MetaWatch ŝůů 'ĞŝƐĞƌ. Jacopo MARCHESANO


Gioielli Emporio Armani primavera/estate 2014 ^ĐƌŝƚƚŽ ĚĂ͗ ZŽƐĂƌŝŽ ^ĐĞůƐŝ Ͳ ƐĂďĂƚŽ Ϯϱ ŐĞŶŶĂŝŽ ϮϬϭϰ I nuovi gioielli Emporio Armani della collezione primavera/estate 2014 sono sfiziose tentazioni per chi ama la bellezza.

>Ă ŶƵŽǀĂ collezione di gioielli ƉĞŶƐĂƚŝ ĚĂůů͛Emporio Armani ƉĞƌ ůĂ ƉƌŝŵĂǀĞƌĂͬĞƐƚĂƚĞ ϮϬϭϰ Ɛŝ ŽĨĨƌĞ Ăůů͛ŝŶƚĞƌĞƐƐĞ ĚĞů ƉƵďďůŝĐŽ ƉĞƌ ŝů ƉŝĂĐĞǀŽůĞ ŝŵƉĂƚƚŽ ŐƌĂĨŝĐŽ ĚĞŝ ƐŝŶŐŽůŝ ĂĐĐĞƐƐŽƌŝ ĐŚĞ ůĂ ĐŽŵƉŽŶŐŽŶŽ͕ ƵŶŝƚŽ ĂůůĂ ƋƵĂůŝƚă ĐŽƐƚƌƵƚƚŝǀĂ ĚĞůůĞ ŽƉĞƌĞ DĂĚĞ ŝŶ /ƚĂůLJ͘ YƵĞƐƚĂ ƌĂĐĐŽůƚĂ ŐŝŽĐĂ ĐŽŶ ŝ ůŽŐŚŝ͕ ĐƌĞĂŶĚŽ ƚĞdžƚƵƌĞ ƚŝƉŽŐƌĂĨŝĐŚĞ ĐŚĞ͕ ĂĐĐŽƐƚĂƚĞ ĂůůĂ ŵĂĚƌĞƉĞƌůĂ Ğ ĂůůĞ ƉůĂĐĐĂƚƵƌĞ ŝŶ ƚŽŶĂůŝƚă ŽƌŽ ƌŽƐĂ͕ ĚĞĨŝŶŝƐĐŽŶŽ ŝů ůŽŽŬ ŵŽĚĞƌŶŽ Ğ ƐŽĨŝƐƚŝĐĂƚŽ Ěŝ ĂŶĞůůŝ Ğ ĐŽůůĂŶĞ͘ >Ă ĐŽŵďŝŶĂnjŝŽŶĞ ĚĞůůĂ ƉĞůůĞ ƐƚĂŵƉĂ ĐŽĐĐŽ ĐŽŶ ůĞ ĐĂƚĞŶĞ ŽƌŽ ƌŽƐĂ ĚĞŝ ďƌĂĐĐŝĂůŝ ĐƌĞĂ ƵŶŽ ƐƚŝůĞ ĞůĞŐĂŶƚĞ Ğ ŵĞƚƌŽƉŽůŝƚĂŶŽ͘ &ŽƌŵĞ ŝŶĐŽŶƐƵĞƚĞ Ɛŝ ƵŶŝƐĐŽŶŽ ĂůůĞ ƚŽŶĂůŝƚă ĞƐƚŝǀĞ͕ ƉĞƌ ĚĂƌĞ ƵŶ ƚŽĐĐŽ ĨĞŵŵŝŶŝůĞ Ă ŽŐŶŝ ƐĐĞůƚĂ Ěŝ ĂďďŝŐůŝĂŵĞŶƚŽ͘ EĞůů͛ĂŶĞůůŽ͕ ĐŽŵĞ ŶĞůůĂ ĐŽůůĂŶĂ Ğ ŶĞů ďƌĂĐĐŝĂůĞ͕ Ɛŝ ĐŽŐůŝĞ ůĂ ŵĂĞƐƚƌŝĂ ƐƚŝůŝƐƚŝĐĂ Ğ ůĂ ƐĂƉŝĞŶnjĂ ĐŽƐƚƌƵƚƚŝǀĂ Ěŝ ƵŶ ŵĂƌĐŚŝŽ ĂƉƉƌĞnjnjĂƚŽ ƐƵů ŵĞƌĐĂƚŽ ƉĞƌ ůĂ ŐƌĂĚĞǀŽůĞ ŵĂŐŝĂ ĚĞůůĞ ƐƵĞ ƉƌŽƉŽƐƚĞ͕ ĐŚĞ ŽĨĨƌŽŶŽ ĂůůĂ ƐĐĞůƚĂ ĚĞŝ ƉŽƚĞŶnjŝĂůŝ ĐůŝĞŶƚŝ ƵŶ ǀĞŶƚĂŐůŝŽ Ěŝ ĂĐĐĞƐƐŽƌŝ ĚŽǀĞ ĞŵĞƌŐĞ Ăů ŵĞŐůŝŽ ůŽ ƐƉŝƌŝƚŽ ĐƌĞĂƚŝǀŽ ĚĞůůĞ ŽƉĞƌĞ ƚƌŝĐŽůŽƌŝ͘


KƌŽůŽŐŝŽ Ěŝ ůƵƐƐŽ 'ƌĞƵďĞů &ŽƌƐĞLJ dŽƵƌďŝůůŽŶ Ϯϰ ^ĞĐŽŶĚĞƐ ŽŶƚĞŵƉŽƌĂŝŶ ^Ğƌƚŝ Scritto da: Rosario Scelsi Ͳ sabato 25 gennaio 2014 ,Ă ƵŶ ůŽŽŬ ĨŽƌƚĞ Ğ ƐƉĞƚƚĂĐŽůĂƌĞ ů͛ŽƌŽůŽŐŝŽ Ěŝ ůƵƐƐŽ 'ƌĞƵďĞů &ŽƌƐĞLJ dŽƵƌďŝůůŽŶ Ϯϰ ^ĞĐŽŶĚĞƐ ŽŶƚĞŵƉŽƌĂŝŶ ^Ğƌƚŝ͕ ĞƐƉŽƐƚŽ Ăů ^/,, ϮϬϭϰ Ěŝ 'ŝŶĞǀƌĂ͘

In occasione del suo decimo anniversario, 'ƌĞƵďĞů &ŽƌƐĞLJ orna di diamanti uno dei suoi ŽƌŽůŽŐŝ simbolo, il Tourbillon 24 secondes Contemporain, trasformandolo in una scintillante scultura, un gioiello orologiero. In questo segnatempo con pietre incastonate, la maison di La ChauxͲdeͲFonds lancia una nuova sfida in termini di bienfacture. Per realizzarlo, i progettisti hanno voluto iniziare il loro lavoro con la quintessenza del regno minerale, dei diamanti taglio “baguette” della migliore qualità (Purezza IF / Colore DͲE).

Circa 1,5 miliardi di anni fa, a oltre 150 km di profondità, delle particelle di carbonio hanno subito una pressione di più di 50 milioni di atmosfere ad una temperatura superiore ai 1000 °C. Questo ha dato vita ai diamanti, dei cristalli di carbonio puro di cui solo lo 0,001%, dopo taglio e levigatura, otterrà la classificazione IF / DͲE. La lucentezza del diamante evidenzia le oscillazioni del Tourbillon 24 secondes. La straordinaria rifrazione della luce di un diamante tagliato in modo perfetto genera un inedito gioco di luci. Il taglio delle pietre preziose per l’alta orologeria è soggetto a molti più vincoli rispetto alla gioielleria tradizionale. L’incastonatura degli orologi richiede una calibrazione delle pietre precisa al micron. I diamanti devono essere regolati come meccanismi orologieri. Anche la cassa in oro bianco da 43,5 mm per 16 mm è impreziosita da diamanti taglio “baguette”, sia sul contorno della lunetta che sulla superficie delle anse. Le gemme diventano così parte integrante della cassa per sottolinearne l’aspetto scultoreo. L’orologio è incastonato con 272 diamanti per un totale di 9,71 carati. Questa creazione con pietre incastonate presenta un’immagine del mondo “marina”, con il titanio azzurrato a rievocare l’oceano, gli scintillanti diamanti come la schiuma delle onde e, infine, le oscillazioni del Tourbillon 24sec. Lo sguardo percepisce diverse prospettive seguendo il corso delle lancette. Queste infatti scompaiono per cedere il passo al pavé di diamanti, poi la dimensione orologiera riprende il sopravvento con le affascinanti circonvoluzioni del tourbillon. Il modello è alimentato da un tourbillon 24 secondi inclinato di 25°, con frequenza 21600 alt/ora (riserva di carica di 72 ore grazie a due bariletti sovrapposti con rotazione rapida e dispositivo contro la sovratensione). Questo consente l’uso di un grande bilanciere a inerzia variabile e quindi di una grande gabbia, la cui inclinazione prevede uno spessore del movimento di 10,9 mm e 36,4 mm di diametro, per 267 componenti e 40 rubini.


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hŶ ďƌĞǀĞƚƚŽ ƚƵƚƚŽ ŝƚĂůŝĂŶŽ͘ >͛ ŶĞĂ Ɛŝ ĐŽŶĨĞƌŵĂ ĂŶĐŽƌĂ ƵŶĂ ǀŽůƚĂ ƚƌĂ ŝ ƉƌŝŶĐŝƉĂůŝ ĐĞŶƚƌŝ Ě͛ĞĐĐĞůůĞŶnjĂ ĚĞů ďĞůƉĂĞƐĞ Ğ ŵĞƚƚĞ Ă ƉƵŶƚŽ ƵŶ͛ŝŶŶŽǀĂƚŝǀĂ ŵĞƚŽĚŽůŽŐŝĂ ĐŚĞ ĐŽŶƐĞŶƚŝƌă ŝů ƌĞĐƵƉĞƌŽ ĚĞŝ ŵĞƚĂůůŝ ƉƌĞnjŝŽƐŝ ĐŽŵĞ ŽƌŽ͕ ĂƌŐĞŶƚŽ͕ ƐƚĂŐŶŽ Ğ ƉŝŽŵďŽ ĚĂůůĞ ƐĐŚĞĚĞ ĞůĞƚƚƌŽŶŝĐŚĞ ĚĞŝ ĚŝƐƉŽƐŝƚŝǀŝ ƚĞĐŶŽůŽŐŝĐŝ͘ /ů ƐŝƐƚĞŵĂ ƵƚŝůŝnjnjĂƚŽ ƉĞƌ ůĂ ĐŽƐƚƌƵnjŝŽŶĞ ĚĞůůĂ ƚĞĐŶŽůŽŐŝĂ ƵƚŝůŝnjnjĂ ƵŶ ƉƌŽĐĞƐƐŽ ŝĚƌŽŵĞƚĂůůƵƌŐŝĐŽ͕ ĐŚĞ ůĂǀŽƌĂ ƉƌĂƚŝĐĂŵĞŶƚĞ Ă ƚĞŵƉĞƌĂƚƵƌĂ ĂŵďŝĞŶƚĞ Ğ ƉƌĞƐĞŶƚĂ ŝů ǀĂŶƚĂŐŐŝŽ Ěŝ ƐĐĂƌŝĐĂƌĞ ůŝŵŝƚĂƚĞ ĞŵŝƐƐŝŽŶŝ Ěŝ ŐĂƐ ŶĞůů͛ĂƚŵŽƐĨĞƌĂ͘ /ů ďƌĞǀĞƚƚŽ ğ Ěŝ ƐĞŵƉůŝĐĞ ĐŽƐƚƌƵnjŝŽŶĞ Ğ ƉƵž ĞƐƐĞƌĞ ƵƚŝůŝnjnjĂƚŽ ŝŶ ŝŵƉŝĂŶƚŝ Ěŝ ĚŝŵĞŶƐŝŽŶŝ ƌŝĚŽƚƚĞ͕ ƵŶĂ ƐǀŽůƚĂ ƐŝŐŶŝĨŝĐĂƚŝǀĂ ŶĞůů͛ĂŵďŝƚŽ ĚĞů ƌĞĐƵƉĞƌŽ ĚĞŝ ŵĞƚĂůůŝ ƉƌĞnjŝŽƐŝ ĐŚĞ͕ ĨŝŶŽ ĂĚ ŽƌĂ͕ ĞƌĂ ĂĨĨŝĚĂƚŽ ĞƐĐůƵƐŝǀĂŵĞŶƚĞ Ăŝ ŐƌĂŶĚŝ ŵĂĐĐŚŝŶĂƌŝ ƉŝƌŽŵĞƚĂůůƵƌŐŝĐŝ͕ ĐŚĞ ůĂǀŽƌĂǀĂŶŽ ĂĚ ĂůƚĞ ƚĞŵƉĞƌĂƚƵƌĞ Ğ ƐĐĂƌŝĐĂǀĂŶŽ ŶĞůů͛ĂƚŵŽƐĨĞƌĂ ƵŶ ĐŽŶƐŝĚĞƌĞǀŽůĞ ƋƵĂŶƚŝƚĂƚŝǀŽ Ěŝ ƐŽƐƚĂŶnjĞ ŝŶƋƵŝŶĂŶƚŝ͘ hŶ ƉƌŝŵŽ ƉƌŽƚŽƚŝƉŽ ğ ƐƚĂƚŽ ƐǀŝůƵƉƉĂƚŽ ƉƌŽƉƌŝŽ ŝŶ ƋƵĞƐƚŝ ŐŝŽƌŶŝ Ăů ĞŶƚƌŽ ŶĞĂ ĂƐĂĐĐŝĂ͕ Ăů ĨŝŶĞ Ěŝ ĚŝŵŽƐƚƌĂƌĞ ŝů ĨƵŶnjŝŽŶĂŵĞŶƚŽ ĚĞůůĂ ŶƵŽǀĂ ƚĞĐŶŽůŽŐŝĂ͘ >͛ŝŵƉŝĂŶƚŽ ğ ƐƚĂƚŽ ƉƌŽŐĞƚƚĂƚŽ ŝŶ ŵĂŶŝĞƌĂ ŵŽĚƵůĂƌĞ͕ ŝŶ ŵŽĚŽ ƚĂůĞ ĚĂ ƉŽƚĞƌ ĞƐƐĞƌĞ ĂĚĂƚƚĂƚŽ ƉĞƌ ƚƌĂƚƚĂƌĞ ŝů ƌĞĐƵƉĞƌŽ Ěŝ ŵĂƚĞƌŝĂůŝ Ěŝ ĂůƚƌŽ ƚŝƉŽ͕ ĐŽŵĞ ůĞ ůĂŵƉĂĚĞ Ă ĨůƵŽƌĞƐĐĞŶnjĂ ĞƐĂƵƐƚĞ Ž ŝ ŵŽŶŝƚŽƌ > ͕ ĞĚ ğ Ă ĚŝƐƉŽƐŝnjŝŽŶĞ ĚĞůůĞ ŝŵƉƌĞƐĞ ĐŚĞ ŽƉĞƌĂŶŽ ŶĞůů͛ĂŵďŝƚŽ ĚĞů ƌĞĐƵƉĞƌŽ ĚĞŝ ŵĂƚĞƌŝĂůŝ ĂĚ ĂůƚŽ ƚĂƐƐŽ Ě͛ŝŶƋƵŝŶĂŵĞŶƚŽ͘


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EĂƐĐĞ ůΖŽƌŽůŽŐŝŽ ĂƚŽŵŝĐŽ ĐŚĞ ŶŽŶ ƐďĂŐůŝĂ ŵĂŝ Sabato 25 Gennaio 2014 Scritto da Greta Milici

Adesso i ritardatari cronici non potranno avere più scuse. Basterà infatti fargli indossare l’ŽƌŽůŽŐŝŽ ĂƚŽŵŝĐŽ, vale a dire il segnatempo che ŶŽŶ ƐďĂŐůŝĂ ŵĂŝ. Questa nuova meraviglia tecnologica ha sì un ŵĂƌŐŝŶĞ Ěŝ ĞƌƌŽƌĞ, di un secondo, ma è ƵŶ ƐĞĐŽŶĚŽ calcolato ŽŐŶŝ ϱ ŵŝůŝĂƌĚŝ Ěŝ ĂŶŶŝ, cioè più dell’età della Terra. L’orologio atomico è il risultato del ůĂďŽƌĂƚŽƌŝŽ :ŝůĂ, del National Institute of Standards and Technology, e dell’Università del Colorado. Affonda quindi le sue radici in America il segnatempo “perfetto” basato su ĂƚŽŵŝ Ěŝ ƐƚƌŽŶnjŝŽ che ďĂƚƚŽŶŽ ŝů ƌĞĐŽƌĚ Ěŝ ƉƌĞĐŝƐŝŽŶĞ degli ioni di alluminio, superandoli del 50%. Raggiungendo i migliori risultati in termini di ƐƚĂďŝůŝƚă ĞĚ ĂĐĐƵƌĂƚĞnjnjĂ, l’orologio atomico conquista il ƉƌŝŵĂƚŽ nei due elementi richiesti per stabilire il tempo standard.


Eberhard & Co. sponsor della “Audi Chef’s Cup Suedtirol” 24/01/2014 By orafoitaliano

Enogastronomia d’eccellenza, alta orologeria svizzera, sci e golf, artigianalità… La nona edizione della Audi Chef’s Cup Suedtirol, in corso fino a oggi nella splendida cornice della Val Badia, ha garantito momenti spettacolari e anche grande divertimento. Per sei giorni, infatti, 80 grandi chef si sono dati appuntamento per condividere degustazioni e corsi di cucina, con momenti dedicati allo show cooking e a gare di sci e golf, sotto gli occhi di un folto gruppo di appassionati e intenditori. Eberhard & Co., ancora una volta sponsor della manifestazione, ha dato vita a momenti di competizione, come la “Eberhard Ski Cup”, disputata in notturna da chef e appassionati lungo la pista di Coppa del Mondo, e la Eberhard Street Golf, inedita partita di golf sulle piste da sci. All’interno dell’igloo Eberhard si è svolta inoltre la “Eberhard Click & Watch”: uno scatto fotografico permette di conservare una foto ricordo dell’evento, come sfondo alcuni dei modelli più celebri della Casa svizzera, che tra l’altro espone, per tutta la stagione invernale, alcuni dei propri orologi all’interno di due tra i più rinomati hotel delle Dolomiti, il Relais Chateaux Rosa Alpina e l’Hotel Ciasa Salares a San Cassiano.Tra gli chef che partecipano alla Chef’s Cup figurano alcuni dei nomi più noti e blasonati: tra gli Italiani, Enrico e Roberto Cerea, Claudio Sadler, Davide Scabin, Gennaro Esposito, Felice Lo Basso, Andrea Berton, Filippo La Mantia, Ernst Knam e motli altri.


Panerai apre ‘in grande’ a Firenze e Miami, passando per Hong Kong venerdì, 24 gennaio 2014 Preme l’acceleratore sull’integrazione verticale e sul retail Panerai, la storica maison orologiera nata a Firenze e oggi di proprieta’ del colosso elvetico Richemont. Da poco il marchio ha inaugurato a Neuchatel, in Svizzera, una nuova manifattura da 10mila metri quadrati, in grado di ospitare il ciclo completo della produzione escluso il design, rigorosamente italiano e fiorentino. “Stiamo creando un upgrading sul marchio – spiega il CEO Angelo Bonati a WĂŵďŝĂŶĐŽ dǀ – perche’ vogliamo continuare a rivolgerci a un mercato ristretto e mantenere l’esclusivita’. Il nostro valore fondante e’ il design forte. In un solo orologio sono contenuti valori tangibili e intangibili come la passione per il mare, lo sport, l’arte e il legame con Firenze”. Il capoluogo toscano e’ al centro della comunicazione, ma anche dello sviluppo retail . “Quest’anno inaugureremo una nuova boutique a Firenze, piu’ ampia, su 200 metri a quadrati. Parte sara’ dedicata a eventi e attivita’ legate al Museo Panerai”, precisa Bonati. WĂŶĞƌĂŝ ŚƌŽŶŽŐƌĂƉŚ ZĞŐĂƚƚĂ Analogamente, Panerai aprira’ il pi’ grande flagship a Hong Kong, dove sta ristrutturando una palazzina di 11 piani di cui quattro saranno di vendita, e uno store nel Design District di Miami , anch’esso con uno spazio per ospitare mostre di artisti e designer. “Oggi – afferma il CEO – contiamo una sessantina di boutique nel mondo. Abbiamo accelerato molto negli ultimi anni, ma il tetto massimo e’ di 70Ͳ80 negozi”. Al Sihh, il Salone dell’alta orologeria di Ginevra, il marchio ha presentato cinque nuovi cronografi (il tema dell’anno di Panerai e’ appunto la ‘frazione del tempo’), tra cui il Chrono Regatta Countdown, un segnatempo che riprende un modello storico ma oggi monta il calibro sviluppato in house P.9100/R, unico al mondo per la precisione nel cronometrare le regate di vela.


ƌĞƐĐŽŶŽ ŝ ďƵLJĞƌ Ă sŝĐĞŶnjĂŽƌŽ ;нϲйͿ venerdì, 24 gennaio 2014

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sŝĐĞŶnjŽƌŽ, il Salone dell’oro e dei gioielli, organizzato da Fiera di Vicenza dal 18 al 23 gennaio, per la prima volta sotto la presidenza di DĂƚƚĞŽ DĂƌnjŽƚƚŽ, ha registrato numeri positivi. Nei sei giorni di manifestazione, i 9 padiglioni e i 26mila metri quadrati di superficie netta hanno accolto 1.500 brand, sfiorando complessivamente le 30mila presenze. Crescono soprattutto gli operatori stranieri (in aumento i buyer dall’Unione Europea, dalla Turchia, dai Paesi di lingua russa, Medio Oriente e Golfo, Americhe e dall’Asia) che raggiungono quota 7.763, segnando un +6% rispetto alla passata edizione di gennaio. Anche il numero degli operatori italiani è in crescita (+1%), con un totale di 8.653. “Siamo molto contenti dei risultati di questa edizione”, ha dichiarato Marzotto presidente di Fiera di Vicenza. “I dati ci confermano che le possibilità di cambiamento in positivo che riserva il futuro sono nel nostro presente e Vicenzaoro ha rappresentato una grande e concreta opportunità per coglierle”.


Cronaca Lettori: n.d. Diffusione: 51.983

Quotidiano di Sicilia Dir. Resp.: Carlo Alberto Tregua

28-GEN-2014 da pag. 10


Arrivano i ladri con il cerca oro Lunedì 27 Gennaio 2014 Scritto da Edoardo Ebolito

Nuovi Arsenio Lupin in azione. La tecnologia avvolge ormai ogni settore e, così, non bisogna meravigliarsi di vedere in azione ladri con il cerca oro. Succede anche questo nell’era moderna e, precisamente, nelle Marche, dove sembra che questo nuovo fenomeno stia prendendo sempre più piede. L’ultimo episodio ha visto come teatro il quartiere di Loreto Stazione, dove nella serata di mercoledì alcuni malviventi si sono introdotti in un appartamento trafugando l’oro presente e cinquemila euro in contanti. Un lavoro certosino, svolto con tutta probabilità mediante l’ausilio di un’apparecchiatura ipertecnologica, in grado di identificare non solo i metalli ma anche di distinguere quelli preziosi dai suoi parenti meno nobili. Il copione dei ladri con il cerca oro sembra ormai consolidato, visto che la dinamica è già stata riprodotta in altri furti ai danni di case private. I Carabinieri di Osimo, chiamati ad indagare sull’accaduto, hanno quindi sostenuto l’ipotesi che i malviventi si siano serviti di un metaldetector di ultima generazione. Un congegno apparentemente sofisticato, ma che in realtà è possibile rintracciare con discreta facilità sulle piattaforme eͲcommerce. L’apparecchio è in grado di distinguere l’oro dagli altri materiali prevalentemente ferrosi, anche se si mostra particolarmente sensibile ai campi elettromagnetici generati dagli impianti domestici. Proprio questo fattore andrebbe a coincidere con il fatto che i ladri con il cerca oro abbiano spento tutte le fonti energetiche degli elettrodomestici, una volta entrati nella casa. Una stranezza che è subito balzata agli occhi sia del proprietario che degli inquirenti, i quali stanno battendo principalmente la pista “hiͲtec” per mettersi alla ricerca degli autori del furto. Secondo una prima ricostruzione, i malfattori sarebbero entrati da un ingresso secondario, uscendo con tutta probabilità proprio dalla porta di casa una volta compiuto il furto. Alcuni inquilini del condominio hanno infatti sostenuto di aver notato un uomo alto e senza capelli che usciva dal palazzo tra le 18 e le 18.15, senza tuttavia accorgersi di eventuali movimenti sospetti. A scoprire l’accaduto sono stati quindi i figli del proprietario, tornati a casa dopo qualche ora di assenza.


^Ğnj͘ EĂƉŽůŝ

WƌĞƐĂ ůĂ ďĂŶĚĂ ĚĞŝ ĨƵƌƚŝ ŝŶ ŐŝŽŝĞůůĞƌŝĂ ƋƵĂƌĂŶƚĂ ĐŽůƉŝ Ă ƐĞŐŶŽ ŝŶ ƚƵƚƚĂ /ƚĂůŝĂ SETTE componenti della classica banda del buco tutti napoletani. Che però non "operano" nella città d' origine e preferiscono le altre regioni d' Italia. Con una variante. Il buco per svuotare le gioiellerie non è dalle fogne nel pavimento del negozio ma nella saracinesca e poi nella vetrina. Fori fatti con tecnica e precisione chirurgica anche se qualcuno degli arrestati Ͳ è stato notato dagli investigatori Ͳ ha ferite da graffio e da scottatura alle braccia. Ammonta a un milione e mezzo di euro il valore dei furti Ͳ una quarantina Ͳ di gioielli e orologi di marca compiuti dalla banda individuata e arrestata ieri dalla polizia di Potenza, diretta dal questore Romolo Panico, con l' accusa di associazione per delinquere finalizzata ai furti aggravati. Indagini cominciate dopo un furto avvenuto nel capoluogo lucano nel novembre del 2011 in una gioielleria del centro storico della città. Siè così scoperto che la banda del buco Ͳ sei ora in carcere, tra cui anche un affiliato al clan Moccia di Afragola, uno ai domiciliari Ͳ aveva colpito in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia e Umbria, dove i gioiellieri durante la chiusura hanno ancora l' abitudine di lasciare la merce in vetrina. La tecnica (innovativa) era sempre la stessa. Il giorno prima del colpo si svolgeva il sopralluogo, per definire il contenuto della vetrina e l' altezza degli espositori. La sera successiva, mai dopo le due del mattino e spesso in zone molto frequentate, una persona veniva messa a fare il "palo", e le altre si occupavano della saracinesca: con un trapano si praticavano quattro forellini per bucare il metallo alla giusta altezza, e quindi aprirlo con una cesoia. Poi, con una sorta di fiamma ossidrica artigianale (alimentata da una comune bomboletta di quelle usate per i fornellini da campeggio) si violava il vetro in modo tale da avere due buchi simmetrici per far passare un braccio (di qui le ferite sulle braccia di alcuni degli arrestati) e prenderei gioielli, che venivano quindi immediatamente ceduti a una rete di ricettatori. Gli investigatori hanno individuato i responsabili grazie a uno degli orologi rubati, non rivenduto ma regalato al padre di uno dei partecipanti al colpo. 24 gennaio 2014 sez. NAPOLI


ŚŝĂƐƐŽ͕ ŶĞůůĂ ŵǁ ďůŝŶĚĂƚĂ ŐŝŽŝĞůůŝ ƉĞƌ ϯϬϬŵŝůĂ ĞƵƌŽ 24/01/2014

Diamanti, zaffiri, anelli in oro bianco e decine di altri gioielli. L'auto trasformata in un piccolo blindato, con tanto di baule a prova di furto, non lo ha salvato dai controlli della guardia di finanza di Ponte Chiasso in collaborazione con l'Agenzia delle dogane. Al valico di Maslianico è stato fermato un 44enne italiano residente in Svizzera, finito nella maglia dei controlli mentre rientrava in patria a bordo della sua Bmw. Alla domanda di rito ha risposto "nulla da dichiarare". Ma è bastata una veloce ispezione per trovare, all'interno di un trolley malandato, il carico di preziosi: 118 monili di alta gioielleria per un valore che stando alle etichette sarebbe di oltre 300mila euro, ma che secondo l'uomo non supererebbe i 90mila. Solo una perizia stabilirà l'entità esatta della cifra. Tutto il carico è stato sequestrato. Il 44enne, un commerciante che per diversi anni ha vissuto a Valenza, è stato denunciato per contrabbando ; ĂǀŝĚĞ ĂŶƚŽŶŝͿ


Comunichiamo a tutti gli associati che è finalmente possibile aderire al rinnovato sito internet www.outletprezioso.it

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