Rassegna stampa 28 novembre 2013

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Rassegna Stampa



ECONOMIA E MERCATI IL SOLE 24 ORE IL SOLE 24 ORE INFORMAZIONI D’ORO INFORMAZIONI D’ORO PAMBIANCONEWS

Caracas in crisi offre lingotti in pegno alle «banche yankee» Effetto crisi, i risparmiatori vendono i tesori di famiglia lasciati in soffitta Venezuela vende oro a Goldman Sachs Goldman Sachs, crollo oro nel 2014 Tiffany, boom di utili nel trimestre (+50%)

COMPRO ORO NOVI ONLINE Sospesa l’attività di un Compro Oro e di un bar NUOVA SARDEGNA Indagine sui Compro oro, sospese tre licenze a Sassari IL GIORNALE DI VICENZADue rapine al Compro oro Individuato il malvivente

SETTORE E MODA ABOUT JEWELLERY Dudu IL GIORNALE DEL LUSSO Lokman presenta la nuova line extension di Aviatore INFORMAZIONI D’ORO Met, Jewels by JAR ABOUT JEWELLERY Potere al viola IL GIORNALE DI VICENZAPer un regalo prezioso INFORMAZIONI D’ORO A Padova gioielli contemporanei dell'Australia L’ORAFO Queriot a favore dell’Ospedale Sant’Anna di Torino PANORAMA.IT Oro: otto suggerimenti per investire L’ORAFO D’Elia 1790: l’eleganza rivoluzionaria delle perle laccate

CRONACA IL GAZZETTINO LA REPUBBLICA

Colpo da 300mila euro in gioielleria, titolari sequestrati da 4 banditi Farmacie, gioiellerie, tabaccherie sul podio della classific degli assalti

Rassegna in collaborazione con


Economia e Mercati

ĂƌĂĐĂƐ ŝŶ ĐƌŝƐŝ ŽĨĨƌĞ ůŝŶŐŽƚƚŝ ŝŶ ƉĞŐŶŽ ĂůůĞ ͨďĂŶĐŚĞ LJĂŶŬĞĞͩ ^ŝƐƐŝ ĞůůŽŵŽ 28 novembre 2013 La passione di Hugo Chavez per l'oro si sta trasformando in una maledizione per il Venezuela. L'ex presidente, morto di cancro lo scorso marzo, aveva spinto la Banca centrale ad accumulare un'enorme quantità di riserve auree, che con un gesto clamoroso nel 2011 ordinò poi di rimpatriare dai caveaux dov'erano custoditi all'estero. Oggi il 70% delle riserve di Caracas è costituito da lingotti, che da inizio anno si sono svalutati di oltre un quinto. Una circostanza che rischia di mandare in rovina il Paese, afflitto da una grave crisi di liquidità, e che secondo documenti filtrati dapprima alla stampa locale e in seguito all'agenzia Bloomberg, avrebbe spinto il Governo a una sorta di patto col diavolo: cercare aiuto presso le grandi banche degli odiati Stati Uniti, offrendo proprio l'oro di Chavez a garanzia di linee di credito. Secondo El Nacional, il primo a riportare la notizia, ci sarebbe già un contratto pronto per la firma con Goldman Sachs, con una durata di sette anni a partire da ottobre 2013: la banca offrirebbe 1,68 miliardi di dollari cash a fronte di un deposito iniziale di 1,45 milioni di once di oro, del valore di 1,85 miliardi, fisicamente custodito presso la Bank of England (una conferma che il rimpatrio di lingotti voluto da Chavez non è mai stato completato). Bloomberg scrive che trattative per ottenere 3 miliardi di $ di finanziamenti sono state fatte anche con Bank of America Corp, ma che per ora non è stato concluso nessuno dei due accordi. Lo swap con Goldman in particolare avrebbe previsto un tasso di interesse agganciato al Libor equivalente a circa l'8% annuo, nonché una clausola di protezione a favore della banca, che scatterebbe in caso di ulteriore ribasso delle quotazioni aurifere: un evento che proprio gli analisti di Goldman ritengono scontato, tanto da sostenere in un recente rapporto che vendere oro equivale a uno «slam dunk», un colpo sicuro come una schiacciata sotto canestro. Caracas non può permettersi di storcere troppo il naso. «L'operazione – spiega l'economista Josè Guerra a El Nacional – punta a dare liquidità alla Banca centrale del Venezuela in un momento in cui è al livello più basso dal 2004. Ci sono appena 1,2 miliardi di dollari liquidi in questo momento, abbastanza per 10 giorni di importazioni». Il valore totale delle riserve del Banco central al 15 novembre è scivolato a 20,6 miliardi di dollari, contro i 29,8 miliardi di fine 2012: un crollo quasi interamente legato al deprezzamento dell'oro, di cui Caracas possiede ben 367,6 tonnellate. Sotto la guida di Chavez, tra il 1999 e il 2012, il Paese ne acquistò 75,3: un ottimo affare, fruttato secondo stime di Bloomberg una plusvalenza di 2 miliardi. Ma poi il vento è cambiato. Le quotazioni dell'oro per un crudele scherzo del destino sono andate a picco poche settimane dopo la morte di Chavez e per la prima volta da oltre un decennio chiuderanno l'anno in ribasso.


ĨĨĞƚƚŽ ĐƌŝƐŝ͕ ŝ ƌŝƐƉĂƌŵŝĂƚŽƌŝ ǀĞŶĚŽŶŽ ŝ ƚĞƐŽƌŝ Ěŝ ĨĂŵŝŐůŝĂ ůĂƐĐŝĂƚŝ ŝŶ ƐŽĨĨŝƚƚĂ Ěŝ DĂƌŝůĞŶĂ WŝƌƌĞůůŝ 28 novembre 2013 I nostri nonni e i nostri padri amavano circondarsi di arte e oggetti preziosi, decorando le proprie case con tappeti orientali, mobili di sapiente ebanisteria a testimonianza della storia della loro epoca e delle generazioni precedenti. L'opera d'arte una volta era considerata un manufatto prezioso e rappresentava la storia della civiltà, ora la crisi ha spazzato via tutto. Ma non solo le nuove generazioni stanno modificando letteralmente la loro geografia mentale e domestica, molti art advisor vengono chiamati a valutare gli arredi di intere dimore storiche, figli e nipoti decidono di mettere in vendita gran parte del patrimonio artistico familiare ivi contenuto per sostituirlo con la produzione artistica contemporanea, molto più riconoscibile e alla moda. Siamo al giro di boa, a un passaggio generazionale e a un rinnovamento del gusto che interessa parte di quel 17% di patrimonio familiare allocato in beni reali, cioè in terreni, veicoli, ma anche opere d'arte, arredi e gioielli.

Ma c'è un'altra sirena che seduce: il desiderio di scoprire il tesoro nascosto, racchiuso nelle stanze dei nostri avi e nelle ville d'epoca di famiglia, o talvolta più realisticamente il bisogno di liquidità, ora che molte fonti di reddito si sono rarefatte. Così il "Tesoro in soffitta", rubrica lanciata su Risparmio & Famiglia, nuovo dorso del quotidiano del Lunedì, che offre ai lettori la valutazione gratuita di un'opera d'arte o di un oggetto prezioso,sta ricevendo una montagna di lettere (all'indirizzo risparmioefamiglia@ilsole24ore.com), cui gli esperti d'arte, selezionati da ArtEconomyͲIl Sole 24 Ore, stanno rispondendo settimana dopo settimana. Così dalla maiolica napoletana alla tela anonima del primo 900, dal violino cremonese all'orologio d'oro da taschino del nonno, dal vaso cinese portato in Italia da papà negli anni 60 alla vaschetta in agata con manici tempestati di zaffiri ricevuta in regalo dagli zii, le richieste di pareri e valutazioni si moltiplicano, sino al libero professionista che per recuperare un credito professionale chiede la valutazione di due dipinti propostigli come pagamento o a chi chiede se la banca concede finanziamenti contro opere d'arte. Il lettore sembra aver accresciuto la sua consapevolezza sul bene posseduto, ponendo anche domande sulla successione, sull'aggiornamento e sulla cessione di pezzi della collezione d'arte. E anche chi non è pressato dal bisogno di vendere i beni artistici di famiglia, osservando l'andamento in controtendenza del mercato dell'arte in asta Ͳ concentrato su risultati particolarmente positivi di alcuni artisti Ͳ cerca di massimizzare l'investimento familiare e così anche molte opere del dopoguerra italiano di artisti ormai ricercati in tutto il mondo finisco alle Italian Sale e alle aste di contemporaneo a Londra. Bisogna, però, dire che per molti oggetti, cassettoni, bronzetti, cineserie e tappeti persiani il periodo d'oro si è concluso, comprati a svariati milioni di lire negli anni 70 e sino alla metà degli anni 80 oggi non valgono quasi più nulla, soprattutto non si scambiano più perché il gusto è cambiato. Addirittura l'argento si vende a peso e l'arte in serie Ͳ i famosi multipli e le serigrafie Ͳ difficilmente trovano un compratore. Talvolta sono il risultato di acquisti fatti in aste televisive e ora on line, senza una guida attenta e informata. Le aste di antiquariato si sono diradate e risultano vincenti solo rari oggetti di ottima provenienza. E se per caso scoprite che la vostra casa ha conservato un vero tesoro, sappiate che solo un'approfondita conoscenza vi consentirà di valorizzarlo nel modo migliore.


sĞŶĞnjƵĞůĂ ǀĞŶĚĞ ŽƌŽ Ă 'ŽůĚŵĂŶ ^ĂĐŚƐ Giovedì 28 Novembre 2013 Scritto da Edoardo Ebolito

Gli anni di ŝŶǀĞƐƚŝŵĞŶƚŝ ƐƵůů͛ŽƌŽ cominciano a far pagare il loro tributo. La ƉŽůŝƚŝĐĂ ĞĐŽŶŽŵŝĐĂ del defunto Presidente ,ƵŐŽ ŚĂǀĞnj ha lasciato il sĞŶĞnjƵĞůĂ vittima di una situazione difficilissima, con una ƐǀĂůƵƚĂnjŝŽŶĞ ƐĞŶnjĂ ƉƌĞĐĞĚĞŶƚŝ ĚĞůůĂ ŵŽŶĞƚĂ ůŽĐĂůĞ, il Bolivar, ed un’economia che rischia sempre di più il collasso. Così, il nuovo Capo dello Stato Nicolas Maduro, succeduto proprio a Chavez nella scorsa primavera, si è trovato costretto a sottoscrivere un accordo con il nemico di sempre, la banca d’affari americana Goldman Sachs, che prevede un'ŝƉŽƚĞĐĂ Ěŝ ϭ͕ϰϱ ŵŝůŝŽŶŝ Ěŝ ŽŶĐĞ Ěŝ ŽƌŽ ƉƵƌŽ (pari a Ɖŝƶ Ěŝ ϰϱ ƚŽŶŶĞůůĂƚĞ) in cambio di un’ŝŵŵŝƐƐŝŽŶĞ Ěŝ ůŝƋƵŝĚŝƚă nelle casse statali. Si tratterebbe della quantità di ŵĞƚĂůůŽ ŐŝĂĐĞŶƚĞ Ă >ŽŶĚƌĂ e non ancora rimpatriato in Venezuela, acquistato prima dell’avvicendamento governativo tra Chavez e Manduro. Con il cambio attuale, i ůŝŶŐŽƚƚŝ ŝŵƉĞŐŶĂƚŝ verso il colosso statunitense varrebbero circa ϭ͕ϴ ŵŝůŝĂƌĚŝ Ěŝ ĚŽůůĂƌŝ. La formula studiata è piuttosto semplice e prevede una quota di affitto da parte della banca, con una scadenza fissata ƉĞƌ ŝů ϮϬϮϬ nella quale ů͛ŽƌŽ ƚŽƌŶĞƌă Ěŝ ƉƌŽƉƌŝĞƚă ĚĞů ŐŽǀĞƌŶŽ ǀĞŶĞnjƵĞůĂŶŽ. L’ipoteca che la Goldman Sachs dovrà versare a Caracas sarà calcolata sulla base di un tasso di interesse, dato da una combinazione tra dollari e un equivalente call BBA Libor all’8%. Le soglie, ad ogni modo, non saranno bloccate, visto che, data la perdurante svalutazione dell’oro nel mercato internazionale, è stata aperta una finestra mediante la quale ůĂ ĂŶĐĂ ĞŶƚƌĂůĞ ĚŽǀƌă ǀĞƌƐĂƌĞ Ă 'ŽůĚŵĂŶ ^ĂĐŚƐ Ɖŝƶ ŽƌŽ ŶĞů ĐĂƐŽ ŝŶ ĐƵŝ ŝů ƉƌĞnjnjŽ ĚĞŝ ůŝŶŐŽƚƚŝ ƐĐĞŶĚĞƐƐĞ, mentre la banca americana dovrà versare più dollari nel caso opposto. Una quota d’affitto “mobile”, insomma, che seguirà in tutto e per tutto le indicazioni provenienti dalla borsa. Tutto questo fino al periodo limite del 2020, anno nel quale i margini torneranno ai rispettivi proprietari, ossia l’oro in eccesso al Venezuela ed i dollari alla banca americana. Presente nel contratto anche una clausola “salvagente”, che bloccherebbe il deposito dell’oro da parte di Caracas in caso di un’eccessiva svalutazione. L’accordo servirà al ŐŽǀĞƌŶŽ ǀĞŶĞnjƵĞůĂŶŽ per ĐĞƌĐĂƌĞ Ěŝ ƌŝŵĞƚƚĞƌĞ ŝŶ ŵŽƚŽ una ŵĂĐĐŚŝŶĂ ĞĐŽŶŽŵŝĐĂ che sembra ormai arenata. Certo, il rischio maggiore sta tutto dalla parte del Venezuela, visto che il ƉƌĞnjnjŽ ĚĞůů͛ŽƌŽ ŶĞů ďƌĞǀĞ ƉĞƌŝŽĚŽ potrebbe subire un ƵůƚĞƌŝŽƌĞ ƌĂůůĞŶƚĂŵĞŶƚŽ delle quotazioni, proprio come si evince dal fresco rapporto stilato dalla Goldman Sachs. Se a tutto questo si aggiunge l’intenzione della &ĞĚĞƌĂů ZĞƐĞƌǀĞ di tenere sotto soglia i prezzi dell’oro, dovendo riconsegnare alla Bundesbank i lingotti depositati presso Fort Knox entro il 2019, ecco che il gioco della Goldman appare piuttosto chiaro. 'ůŝ hƐĂ ƐƉŝŶŐĞƌĂŶŶŽ ƉĞƌ ƚĞŶĞƌĞ ďĂƐƐĞ ůĞ ƋƵŽƚĂnjŝŽŶŝ Ěŝ ŵĞƌĐĂƚŽ, ma è altrettanto vero che una simile operazione produrrà comunque vantaggi significativi per il Venezuela, che attualmente vede le proprie casse prosciugate dalla politica monetaria di Chavez, fermo nemico del dollaro americano. La situazione è giunta ad un punto di non ritorno, con l’ultraͲsocialista Maduro che, oltre a combattere in patria imprenditori e commercianti accusati di prezzi illeciti applicati sulla merce, è dovuto scendere a compromessi con la banca simbolo dell’”imperialismo” finanziario USA nel mondo, proprio quel meccanismo a lungo osteggiato da Chavez.


Goldman Sachs, crollo oro nel 2014 Mercoledì 27 Novembre 2013 Scritto da Edoardo Ebolito

Cos’hanno in comune l’oro, il minerale del ferro, i semi di soia ed il rame? Un futuro non proprio limpido all’orizzonte. Per tutti questi elementi, il 2014 verrà probabilmente ricordato come “l’Annus Horribilis”, visto che il rischio di un ribasso dei prezzi nei mercati delle materie prime diverrà una prospettiva concreta. Questa almeno è la previsione di Goldman Sachs, la banca d’affari specializzata nell’elaborazione di autorevoli rapporti sulle previsioni dell’andamento economico. Nel caso dell’oro, così come degli altri prodotti presi in esame, si stima un crollo pari addirittura al 15%. Per il nobile metallo, quello attuale è un periodo difficilissimo, visto che il 2013 si chiuderà con il primo e storico segno negativo dopo più di dieci anni consecutivi di crescita. Quest’anno l’indice delle commodities Standard & Poor’s Gsci ha perso il 4,7%, spinto verso il basso proprio dalla caduta dell’oro. Il meccanismo che ha scatenato questa discesa è semplice e prende il nome di Tapering, che in parole povere significa il tramonto delle immissioni di liquidità nei mercati da parte della Federal Reserve, che garantiva circa 85 miliardi di dollari al mese. Senza la disponibilità di denaro statunitense per bilanciare gli acquisti in oro, i paesi produttori come l’Australia ed il Sudafrica accuseranno dei forti contraccolpi e saranno costretti ad abbassare il listino di vendita. La previsione è quella di un crollo verticale del prezzi, che dovrebbero assestarsi sui 1.050 dollari l’oncia entro fine 2014, vale a dire circa 200 dollari in meno rispetto ai livelli attuali, considerati già bassi dagli investitori. I più ottimisti ad ogni modo guardano oltre, precisamente alla nuova “Eldorado” chiamata Cina. Secondo ANZ, il mercato orientale aumenterà le proprie richieste nell’anno venturo, facendo impennare il prezzo dell’oro addirittura del 16% in più rispetto ai livelli attuali, con la possibilità di arrivare a 1.450 dollari l’oncia. La previsione è molto ottimistica e tiene conto sia di un escalation di domanda da parte della Cina (che ha già fatto registrare un aumento del 18% nel 2013) che di un ritorno in pompa magna dell’India, la cui richiesta verso l’estero è stata recentemente bloccata dalle restrizioni governative. Sempre secondo gli analisti dell’ANZ, il pericolo rappresentato dal Tapering appare superabile, poiché le conseguenze di questo fenomeno sono già state messe in conto dai mercati e la nuova politica economica degli USA non dovrebbe portare a particolari contraccolpi.


dŝĨĨĂŶLJ͕ ŵ Ěŝ Ƶƚŝůŝ ŶĞů ƚƌŝŵĞƐƚƌĞ ;нϱϬйͿ mercoledì, 27 novembre 2013

Tiffany & Co. collezione Atlas Il rialzo della Borsa americana e il conseguente aumento della fiducia dei consumatori – specialmente i più abbienti – fa bene a Tiffany, che archivia il terzo quarter con utili superiori alle attese degli analisti e alza l’outlook per i profitti annuali. Nel trimestre chiuso lo scorso 31 ottobre gli utili del gioielliere newyorchese sono balzati del 50% a quota 94,6 milioni di dollari, portando il titolo della società a registrare il maggiore rialzo in più di due anni (+8,7%). Secondo ůŽŽŵďĞƌŐ, Tiffany ha beneficiato degli incrementi dei prezzi delle azioni sui listini Usa e del valore delle abitazioni, che hanno favorito l’attitudine degli ‘affluent shoppers’ a fare acquisit di beni ‘accessori’ come la gioielleria. Inoltre, l’aumento dei prezzi dei gioielli del brand e la diminuzione dei costi dei metalli preziosi hanno avuto effetti benefici sui risultati e sul margine lordo, salito al 57% dal 54,4% del 2012. I ricavi sono cresciuti del 6,9% a 911,5 milioni di dollari, oltre la stima degli analisti ferma a 889,1 milioni, e con un +22% delle vendite a pari perimetro nella regione AsiaͲPacifico. “Stiamo avendo una risposta eccellente da parte dei consumatori alle nostre aumentate creazioni di gioielleria fashion, in particolare alla collezione Atlas – ha detto il presidente e CEO Michael J. Kowalski – , così come continua a crescere l’alta gioielleria, soprattutto la linea con i diamanti gialli”.


Compro Oro

Sospesa l’attività di un Compro Oro e di un bar Provvedimenti emessi dal Questore Dispenza. Nel bar identificate persone con precedenti penali e stranieri privi di permesso di soggiorno. Nel Compro Oro la bilancia era sprovvista della verifica triennale ALESSANDRIA Ͳ Continua l’attività di prevenzione e repressione dei reati svolta dalla Polizia di Stato anche tramite controlli di tipo amministrativo effettuati dal personale della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale della Questura. In particolare, sono state rilevate e contestate varie violazioni a carico di un bar e di un Compro Oro, ubicati in città, che si sono visti sospendere l’attività rispettivamente per 15 e 5 giorni dal 27 novembre scorso, data della notifica dei provvedimenti emessi dal Questore Filippo Dispenza. Il primo provvedimento è stato emesso a seguito di un controllo compiuto lo scorso 13 novembre quando, all’interno di un bar, sono stati identificati avventori con pregiudizi penali e cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno. Uno di questi ultimi, inoltre, è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, reato per il quale è stato indagato. Solo nove mesi fa il medesimo bar era stato oggetto di un altro controllo e, anche in quel caso, era stata accertata, all’interno di esso, la presenza di soggetti pregiudicati: a questo si deve il rigore della sanzione attuata. Nel corso di entrambi i controlli i comportamenti degli avventori sono sembrati pericolosi per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, motivo per il quale il titolare dell’esercizio, un 48enne residente in provincia di Pavia, si è vista sospendere l’attività. Analogo destino è toccato in sorte al titolare del Compro Oro: nel corso di un controllo compiuto lo scorso 15 novembre la Polizia ha accertato che il titolare, un 55enne italiano residente in città, aveva utilizzato, per le operazioni di pesatura, una bilancia elettronica sprovvista della verifica triennale dell’Ufficio Metrico della Camera di Commercio, scorrettezza inaccettabile per chi effettua tali delicate attività commerciali e alla quale, appunto, non poteva che seguire la sospensione dell’attività. 28/11/2013


/ŶĚĂŐŝŶĞ ƐƵŝ ŽŵƉƌŽ ŽƌŽ͕ ƐŽƐƉĞƐĞ ƚƌĞ ůŝĐĞŶnjĞ Ă ^ĂƐƐĂƌŝ Notificati ieri dalla squadra mobile i provvedimenti disposti dal questore Pagliei. Un mese fa sei persone erano state arrestate per furto di gioielli nelle abitazioni di Nadia Cossu

SASSARI. A poco più di un mese dall’operazione della squadra mobile di Sassari – che aveva arrestato sei persone con l’accusa di aver rubato gioielli e argenteria del valore di 100mila euro in vari appartamenti della città – il questore Antonello Pagliei ha disposto la sospensione dell’attività per tre Compro Oro (i due Monte d’oro di via Grazia Deledda e corso Margherita di Savoia, e Banco oro Fonderie Firenze di piazza Fiume) nei quali lavoravano due degli arrestati: Raimondo Depalmas e Edina Meszaros Ildico. I due, secondo la polizia, avevano favorito la banda dei ladri seriali agevolando la cessione della merce rubata, non annotando sul registro le operazioni eseguite o alterando e rompendo i gioielli ricevuti in modo da renderne difficile il riconoscimento. Pagliei, che il giorno degli arresti si era complimentato con gli uomini della squadra mobile coordinati dalla dirigente Bibiana Pala, ha notificato ieri i provvedimenti a Delia Fadda e Meszaros. La prima era la titolare dell’esercizio nel quale lavorava Depalmas e, come ha spiegato la polizia, non avrebbe vigilato sull’operato del suo preposto. Per questo le è stata sospesa la licenza. Depalmas aveva raccontato al giudice delle udienze preliminari di aver sempre agito legalmente, fotografando e catalogando i gioielli ricevuti e mettendo sempre i registri della sua attività a disposizione delle forze dell’ordine. Aveva negato qualsiasi coinvolgimento anche Edina Meszaros Ildico: la 27enne ungherese aveva detto di non conoscere le altre persone arrestate e di aver agito sempre nella legalità. Non è dello stesso avviso la polizia che per mesi ha seguito ogni spostamento della banda di ladri seriali. Sceglievano le case più belle, i condomìni con i giardini intorno, i quartieri della “Sassari bene”. Preferivano andare a colpo sicuro, con la certezza che la missione sarebbe andata a buon fine e il bottino avrebbe soddisfatto la loro sete di denaro. Suonavano campanelli fingendo di vendere fiori secchi, di fare volantinaggio, studiavano in questo modo gli ingressi delle case e le vie di fuga. «Erano molto scaltri, rapidi, quasi imprendibili – aveva detto Bibiana Pala – non portavano mai la refurtiva a casa, sempre in zone diverse di campagna, mentre i soldi venivano custoditi dalla cassiera del gruppo all’interno di una scarpa. E poi usavano guanti da cucina per non lasciare impronte». A un certo punto, sentendosi forse braccati, avevano addirittura cambiato strategia “impiegando” ragazzini nella cessione della refurtiva ai Compro Oro offrendo loro soldi oppure semplicemente invitandoli al bar. 28 novembre 2013


mercoledì 27 novembre 2013 L´INDAGINE

ƵĞ ƌĂƉŝŶĞ Ăů ŽŵƉƌŽ ŽƌŽ /ŶĚŝǀŝĚƵĂƚŽ ŝů ŵĂůǀŝǀĞŶƚĞ Ce l´ha fatta la prima volta e ha deciso di tentare il bis. E gli è andata bene di nuovo, almeno per il momento. Ma potrebbe non durare a lungo perché la svolta nelle indagini potrebbe essere vicina e potrebbe essere identificato a breve dai carabinieri. Di una cosa, per adesso, i militari sono certi: a mettere a segno la rapina del 7 novembre al compro oro Gold di viale della Pace, che nel frattempo è stato chiuso, è stata la stessa persona che aveva colpito lo scorso 3 gennaio. Sempre uguale la tecnica ma non solo. Anche la descrizione fatta dalla vittima ha subito portato a pensare che si trattasse dello stesso malvivente. Un´unica differenza: la prima volta ha fatto tutto da solo (a meno che non ci fosse qualcuno ad aspettarlo in macchina), la seconda si è fatto aiutare da un complice. Nell´ultimo colpo la commerciante stava entrando in negozio quando si è sentita afferrare alle spalle da due sconosciuti che le hanno premuto qualcosa di appuntito sulla schiena e l´hanno colpita alla testa. Le hanno detto solo poche parole: ordini e minacce, forse con l´accento dell´Est Europa. E se ne sono andati un minuto dopo con i 4 mila euro che c´erano in cassa senza toccare l´oro. In gennaio il bandito solitario era entrato in azione nel tardo pomeriggio e armato di pistola. Anche in quella occasione il rapinatore aveva aspettato che la commessa fosse da sola. Quindi, dopo essersi nascosto il volto, era entrato con la pistola in pugno, minacciando la dipendente. Che era stata costretta a consegnare tutto quello che aveva nella cassa: 5 mila euro. Il bandito era scappato a piedi ma non si esclude che, poco lontano, ci potesse essere un complice che lo aspettava in auto pronto per la fuga. C.M.V.


Settore e Moda

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Lokman presenta la nuova line extension di Aviatore Pubblicato il 28 novembre 2013 da redazione1 | Alta orologeria Locman, una delle firme di orologeria italiana più importanti e prestigiose nel mondo, presenta la nuova line extension della storica collezione Aviatore, con nuove casse, più affusolate e leggere,trattate in PVD con rivestimento antiossidante di ultima generazione ultra resistente agli urti e all’usura. L’intera collezione è un omaggio alle forme classiche dell’orologio tipico dell’aviatore e si ispira ai modelli in uso nei primi anni Quaranta del secolo scorso. Il design, esteticamente morbido e lineare, richiama il disegno della strumentazione di bordo degli aerei di quegli anni e i colori utilizzati per il quadrante, i cinturini e le casse sono quelli tipici di uso militare – dal nero, al cioccolato e all’avorio – e la progettazione risponde perfettamente alle esigenze di affidabilità legate all’ambito sportivo, garantendo anche la massimo impermeabilità fino a 50 metri di profondità. Anche il vetro di protezione, bombato nel contorno e reso inscalfibile da un innovativo trattamento zaffiro, ricorda inevitabilmente i modelli d’epoca… Articoli correlati» Panerai, un tuffo nella storia » Il Tridente fa tic tac » Chopard e la 1000 Miglia: 25 anni al vertice – Parte II » Longines, siamo… a cavallo » Militare, signorsì!

Locman, una delle firme di orologeria italiana più importanti e prestigiose nel mondo, presenta la nuova line extension della storica collezione Aviatore, con nuove casse, più affusolate e leggere,trattate in PVD con rivestimento antiossidante di ultima generazione ultra resistente agli urti e all’usura. L’intera collezione è un omaggio alle forme classiche dell’orologio tipico dell’aviatore e si ispira ai modelli in uso nei primi anni Quaranta del secolo scorso. Il design, esteticamente morbido e lineare, richiama il disegno della strumentazione di bordo degli aerei di quegli anni e i colori utilizzati per il quadrante, i cinturini e le casse sono quelli tipici di uso militare – dal nero, al cioccolato e all’avorio – e la progettazione risponde perfettamente alle esigenze di affidabilità legate all’ambito sportivo, garantendo anche la massimo impermeabilità fino a 50 metri di profondità. Anche il vetro di protezione, bombato nel contorno e reso inscalfibile da un innovativo trattamento zaffiro, ricorda inevitabilmente i modelli d’epoca…


Met, Jewels by JAR Giovedì 28 Novembre 2013 Scritto da Alda Cannizzo

The Met, Metropolitan Museum of Art, presente nel cuore della grande mela sin dal 1872 e sede che ospita più di due milioni di opere d’arte suddivise per epoche storiche, il 20 novembre ha aperto i battenti alla mostra “Jewels by JAR”. Più di 400 pezzi realizzati nell’arco di 35 anni di lavoro, sono stati presi in prestito da collezionisti privati e riuniti nella prestigiosa sede sino al 9 marzo 2014. Joel A. Rosenthal, in arte JAR, è in assoluto uno dei designer più acclamati al mondo, un innovatore nella creazione di gioielli di altissima qualità. Nato a New York e cresciuto nel Bronx, Joel non ha mai taciuto la sua passione per l’arte e proprio da ragazzo decise di trasferirsi a Parigi nel 1966, ove incontrò Pierre Jeannet; tale incontro sancì non solo l’inizio di una grande amicizia ma anche la realizzazione di grandi ambiziosi progetti che portarono JAR all’apice della sua carriera. I due nel 1973 aprirono un negozio di ricami a rue de l’Université ove la loro specialità era quella di dipingere fiori su una tela bianca e destreggiarsi tra fili di lana colorati. Un breve ritorno a New York nel 1976, travolse per sempre la vita del giovane designer e da qui abbandonò fili e stoffe per tuffarsi nel mondo delle gemme colorate. Nel 1978, nella prestigiosa cornice di Place Vendôme, ha inaugurato la sua boutique accanto al suo fedele amico. Con il passare degli anni e l’aumento del lavoro si è assistito ad un ampliamento dei locali e del team, costituito da artigiani altamente specializzati nel campo dell’oreficeria. «Ad ogni step, nella realizzazione di un oggetto», ha affermato Jeannet «JAR controlla e corregge continuamente. Se alla fine non è soddisfatto, lo distrugge. Lui considera il lavoro finito e riuscito solo nel momento in cui riesce a vederlo addosso alla signora giusta. Poi sospira, solo allora il suo lavoro è davvero finito». La fortuna d’ogni cliente che ha il piacere di entrare nella sua boutique mentre passeggia lungo la via dello shopping è quella di entrare con le mani vuote ed uscire dal lì con un oggetto d’arte, unico e inimitabile. JAR ha da sempre rivelato un superbo senso del colore, prediligendo le tonalità viola dello zaffiro e il luccichio del topazio e del rubino, ma non disdegnando la lucente purezza del diamante. Egli è un grande maestro nella creazione di pavè con piccole pietre che accostate le une alle altre danno l’idea di una superficie unica, senza intervalli, arricchita da splendide sfumature. L’artista riesce a riprodurre ciò che un pittore imprime sulla tela, selezionando ogni pietra per forma, sfumatura, contrasto e abbinandola al materiale più


adatto, come l’argento, l’oro o il platino, per mettere bene in risalto la luce naturale sprigionata dalle gemme. Tale grande evento rappresenta la seconda mostra dedicata a questo grande artista; la prima si è tenuta al Somerset House di Londra nel 2002. La mostra è stata organizzata dal Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea del Metropolitan Museum of Art è curata da Jane Adlin, Curatore Associato presso il dipartimento. L'esposizione è accompagnata da un catalogo illustrato pubblicato dal Metropolitan e distribuito da Yale University Press. Il Met sottolinea che, per la realizzazione dell'esposizione, è da ricordare il prezioso contributo di Henry e MarieͲJosée Kravis, Phaidon Press Ltd, Nancy e Howard Marks, The Ronald e Jo Carole Lauder Foundation, Agnes Gund, il signore e la signora George S. Livanos, Hilary e Wilbur Ross.


POTERE AL VIOLA Ϯϳ EŽǀĞŵďƌĞ ϮϬϭϯ

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mercoledì 27 novembre 2013 I TREND CHE CARATTERIZZANO LE NUOVE PROPOSTE PER I GIOIELLI DELLA STAGIONE AUTUNNO INVERNO

WĞƌ ƵŶ ƌĞŐĂůŽ ƉƌĞnjŝŽƐŽ È giunto il momento di pensare ai regali per Natale. Per una persona importante e particolarmente cara non c´è niente di meglio di un gioiello, un dono prezioso che esprime sentimento e fa sentire coccolato chi lo riceve. Tanto più se la scelta è azzeccata. Vediamo quindi quali sono le tendenze più forti del settore per l’autunno inverno. Da un rapido sguardo alle nuove proposte dei principali brand di preziosi, al di là degli stili e dei target, emerge un prepotente ritorno al colore, che prende il sopravvento sul minimalismo delle passate stagioni. Significativi sono inoltre i richiami al passato, in primis agli anni ´20. Ed ecco che si rispolvera il gusto per le perle, simbolo di eleganza senza tempo e fascino etereo. Il passato, tuttavia, è solo il punto di partenza per una rielaborazione in chiave moderna di elementi tipici dell´epoca come cristalli, vetrificazioni colorate, opalescenze ed effetti traslucidi. Dal bianco all´oro, passando per il rosa pallido e le più svariate sfumature metalliche. Uno dei motti per quest´inverno è poi mix and match, che determina una suggestiva commistione di materiali e ispirazioni. Ed ecco che romanticismo e determinazione trovano un punto comune in gioielli che abbinano metalli e smalti con tessuti e pietre. La risultante sono creazioni geometriche, superfici irregolari e libere interpretazioni artistiche, dalle forme talvolta stravaganti. Un ruolo importante è svolto poi dai colori, abbinati a contrasto l´uno sull´altro quasi traessero ispirazione dalla pop art. Infine, dai bracciali alle collane materiali preziosi e poveri vengono abbinati senza regole. Le lavorazioni del tessile influenzano la gioielleria, le pietre preziose sono incastonate nella pelle o nel legno. Ogni oggetto è così un pezzo unico, per l´unicità dei materiali da cui è stato ricavato e per la lavorazione sempre artigianale.


A Padova gioielli contemporanei dell'Australia Mercoledì 27 Novembre 2013 Scritto da Alda Cannizzo

Il 29 novembre, presso l’oratorio di San Rocco a Padova, si darà il via alla nona edizione di Pensieri Preziosi, mostra d’arte che ospiterà la gioielleria contemporanea australiana. Organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova all’interno del format Ram, Ricerche Artistiche Metropolitane, quest’anno ospiterà alcuni dei maggiori esponenti della RMIT University di Melbourne, l’università più importante dell’Australia nel campo del design e della tecnologia. Ben 9 artisti esporranno circa 150 opere, dando al pubblico la possibilità di apprezzare il frutto di anni di ricerche nel campo dell’oreficeria accompagnate da influenze artistiche d’ogni genere. Per il Dr. Robert Baines, capo della scuola, il gioiello è portavoce di cultura, pensiero e memoria storica e attraverso materiali poveri o innovativi accompagnati dalla preziosità dell’oro sapientemente lavorato, i suoi allievi, nonché artisti, hanno reinterpretato questi principi, dando vita a gioielli esclusivi e raffinati.

Nicholas Bastin ha creato gioielli ispirandosi a personaggi fantastici, fuori dal tempo, e Simon Cottrel ha impresso su alcuni oggetti la sua idea sulla dicotomia tra sogno e ragione, corpo e mente. La giovane Kirsten Haydon ha ricreato piccoli souvenir ispirandosi ad un’esperienza personale vissuta nel territorio antartico mentre Linda Hughes ha giocato con delle forme geometriche, introducendo colori netti e linee precise nei monili. Christopher Milbourne ha creato piccole sculture dal sapore antico e Nicole Polentas ha reinterpretato l’arte cretese infondendo in ogni oggetto un forte senso d’identità nei confronti del proprio territorio. Infine, Katherine Wheeler ha combinato argento, porcellana, carta e filo per ricreare l’aspetto dei fondali marini e degli oggetti che vi si possono trovare nelle sue profondità.


«L’obiettivo della rassegna Pensieri Preziosi» ha affermato l’Assessore alla Cultura Andrea Colasio «è quello di far conoscere l’evoluzione e lo sviluppo dell’oreficeria artistica contemporanea, presentando le più importanti scuole orafe di ricerca a livello internazionale, e ponendo a confronto artisti provenienti da Paesi e culture diverse. Quest’anno siamo onorati di ospitare artisti formatisi nella più grande e importante Università di design del continente australiano».


Queriot a favore dell’Ospedale Sant’Anna di Torino 27/11/2013 By orafoitaliano La collezione Civita di Queriot si è arricchita di una nuova moneta – valuta di una città ideale, “coniata” per far circolare e per condividere pensieri e valori positivi: questa volta il motto recita “Beauty comes from within”, a sottolineare come la bellezza interiore si possa concretizzare in un gesto che può portare a grandi risultati. Con questa moneta, infatti, Queriot intende offrire un concreto supporto alla Fondazione Medicina a Misura di Donna onlus, impegnata tra l’altro nella ristrutturazione dell’area di terapia e preservazione della fertilità dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. Ogni moneta, in argento con maglia in oro rosa, viene venduta nella boutique Queriot di Milano, presso Cadorna 7 a Torino e online (su queriot.com) a 160 Euro, di cui 30 vengono devoluti alla Fondazione. L’Ospedale Sant’Anna di Torino è il più grande ospedale d’Europa per quanto riguarda la ginecologia e l’ostetricia.


Oro: otto suggerimenti per investire Belle da vedere, utili da avere in portafoglio. Ecco cosa consigliano gli esperti a chi intende comprare monete d’oro di Stefania Medetti

Nell’ultimo anno, la domanda di lingotti e di monete d’oro è cresciuta globalmente del 6%, fa sapere una recente inchiesta del World Gold Council , l’associazione che raccoglie le principali aziende minerarie aurifere. E questo, a dispetto del fatto che il valore dell’oro abbia perso circa il 20% nel terzo trimestre dell’anno, attestandosi sui 1.326 dollari all’oncia. In base ai dati dell’associazione, inoltre, il consumo si sposta verso Est: l’Asia (Cina e India in testa) e i Paesi medio orientali sono ormai responsabili dell’acquisto di oltre duemila tonnellate d’oro, cinque volte il giro d’affari dei mercati occidentali. Segno che, nonostante il rallentamento della sua corsa, le monete d’oro (e i lingotti per chi se li può permettere) rimangono un’interessante forma di investimento e diversificazione del patrimonio. Per chi considera un acquisto in questo settore, ecco otto suggerimenti degli esperti. La prima cosa da considerare è la purezza dell’oro. Meglio non scendere sotto i 22K, ma anche spingersi a 24K è una scelta da valutare. Se, da un lato, la presenza di altri metalli nella lega riduce la purezza dell’oro, dall’altro abbassa il rischio che le monete possano essere danneggiate nella manipolazione. E’ vero che oggigiorno le monete trascorrono gran parte del loro tempo nelle cassette di sicurezza, ma non è detto che questo sarà il loro destino in futuro. Secondo suggerimento: le monete d’oro devono appartenere a circuiti comuni. Monete non conosciute rischiano di uscire dagli scambi e ritrovarsi senza mercato. Per esempio, monete con scritte in caratteri arabi potrebbero non interessare ai compratori occidentali. E' importante, dunque, comprare monete caratterizzate da un’alta domanda, per evitare di correre il rischio di non poterle rivendere quando e se sarà necessario. Terzo: come i marchi, le monete sono in qualche modo “garantite” anche dalla loro provenienza. Fra le monete più apprezzate, figurano la moneta australiana con il canguro, il rand sudafricano, l’aquila americana, la sterlina britannica e la moneta d’oro dell’orchestra filarmonica austriaca, considerata una fra le più belle del mondo. Recentemente, inoltre, ha iniziato a farsi notare anche la moneta turca. Quarto: anche se il loro valore è soprattutto intrinseco, le monete d’oro dovrebbero essere esteticamente gradevoli. Le monete cinesi con inciso il panda sono apprezzate anche da questa parte del mondo, sopratutto da quando la Cina ha cambiato ogni stagione la decorazione sulle sue monete, strizzando l’occhio alle monete da collezione. Quinto: attenzione al peso delle monete che non sono comparabili direttamente fra di loro, in quanto nel calcolo entrano il peso e la purezza della lega. Sesto: le monete d’oro non sono un investimento a breve termine. Considerata la fluttuazione dei prezzi, gli esperti consigliano di tenerle in portafoglio per almeno tre anni. Settimo: evitare le monete rare. Il loro contenuto di oro non è garantito, senza contare il fatto che due monete possono sembrare uguali, ma solo un esperto è in grado di valutarne qualità e valore. Infine, gli esperti si raccomandano di depositare le monete in una cassetta di sicurezza di una terza parte, invece che lasciarle in custodia al rivenditore che potrebbe approfittare della fiducia del compratore


͛ ůŝĂ ϭϳϵϬ͗ ů͛ĞůĞŐĂŶnjĂ ƌŝǀŽůƵnjŝŽŶĂƌŝĂ ĚĞůůĞ ƉĞƌůĞ ůĂĐĐĂƚĞ 26/11/2013 By orafoitaliano Una linea di perle rivoluzionaria è stata realizzata grazie alla collaborazione di Alfonso Vitiello, titolare dell’azienda D’Elia 1790 di Torre del Greco, la designer giapponese Yuky Kuroda, e la D’Elia’s Plan Japan. Le perle, Akoya, Australiane e di Tahiti, sono decorate con la tecnica del MakiͲe: sottili decori in lacca ottenuti spolverando la linfa dell’albero della lacca con una polvere dorata o argentata. La tradizione giapponese delle perle coltivate e dell’antica arte della lacca si fonde così con la cultura e il gusto italiani, creando una gemma preziosa e originale per gioielli unici e raffinati.


Cronaca Colpo da 300mila euro in gioielleria, titolari sequestrati da 4 banditi PER APPROFONDIRE: este, rapina, gioielleria, scorzato, bottino

di Ferdinando Garavello ESTE - Il commando entra in azione all'ora di chiusura e in centro storico è subito panico: attimi di puro terrore ieri pomeriggio a Este, dove i soliti ignoti hanno preso di mira la gioielleria Scorzato di via Principe Umberto. I malviventi hanno preso in contropiede i titolari, chiudendoli in bagno e svuotando la cassaforte di tutti i gioielli per un valore che sarebbe di circa 300mila euro. Hanno agito scegliendo una gioielleria a centro metri in linea d'aria dal comando di compagnia dei carabinieri: il raid verso le 19.30, quando Claudio e Stefano Scorzato stavano chiudendo il negozio dopo una normale giornata di lavoro. Approfittando del momento in cui i proprietari dell'attività stavano uscendo dalla porta allarmata, i malfattori si sono precipitati nel locale e hanno costretto in un angolo i due fratelli. Il commando era formato da 4 banditi, tutti a volto coperto e dall'accento straniero. Uno di loro era armato di una pistola. Una volta chiusi i due fratelli Scorzato nella toilette, i malviventi sono riusciti a forzare la cassaforte: nel sacco sono finiti molti gioielli e preziosi. I fratelli, infatti, sono stati liberati solo dopo le 21.30 grazie a un passante che ha udito le loro grida provenire dal bagno del negozio. Ora sarà la visione dei filmati delle telecamere di sorveglianza della gioielleria e degli altri negozi del centro potrà fare chiarezza sulla dinamica del colpo. Il servizio sul Gazzettino di Padova in edicola o nell'edizione digitale cliccando qui. Giovedì 28 Novembre 2013


&ĂƌŵĂĐŝĞ͕ ŐŝŽŝĞůůĞƌŝĞ͕ ƚĂďĂĐĐŚĞƌŝĞ ƐƵů ƉŽĚŝŽ ĚĞůůĂ ĐůĂƐƐŝĨŝĐĂ ĚĞŐůŝ ĂƐƐĂůƚŝ Ͳ Sez. PALERMO LA FARMACISTA di Blufi sgozzata da un pregiudicato che voleva rubarle i risparmi di una vita. Il supermercato Fortè di via Badia svaligiato sei volte dallo stesso uomo incappucciato e con la pistola in mano. La boutique Giglio presa di mira tre volte di fila da ladri armati fino ai denti. Il tabaccaio di via Ammiraglio Rizzo sequestrato e portato in cima a monte Pellegrino da due banditi che puntavano alla cassa. Basta scorrerei titoli dei giornali degli ultimi due mesi per capire chi sono le vittime dell' escalation di reati ai danni degli esercizi commerciali registrata dal Viminale. Un' escalation che, solo a Palermo, ha visto aumentare del 67,6 per cento le rapine negli esercizi commerciali e del 9,9 per cento i furti nei negozi rispetto. Ma quali sono le categorie più a rischio? In cima alle classifiche ci sono proprio le farmacie. Lo dicono i dati del centro di ricerca dell' Associazione Banche italiane: in Sicilia, nel 2012, l' 8,5 per cento dei farmacisti è stato vittima di rapine. Soloa Palermo, ce n' è una ogni dieci giorni. Quanto basta per far insorgere il presidente provinciale di Federfarma, Roberto Tobia: «Se ci siamo rassegnati a essere il bancomat della criminalità subendo quotidianamente rapine, aggressionie vandalismi, questaè una novità gravissima». E nel mirino non ci sono solo loro. «I rapinatori Ͳ incalza Enzo Costa, presidente provinciale di Confcommercio Ͳ vanno a caccia di contanti. E i contanti si trovano anche in tabaccheria e in gioielleria. Per i furti, invece, gli obiettivi sono i negozi di abbigliamento, i supermercati e i negozi di elettronica». Ecco chi fa i conti quotidianamente con la paura. La paura di perdere l' incasso guadagnato con faticaeͲ soprattuttoͲ di vedersi puntare una pistola alle tempie. Lilly Mancino, titolare di una ricevitoria a Carini e presidente provinciale dell' associazione Tabaccai di Confcommercio, non ne fa un mistero: «Viviamo nel terrore». Anche lui che Ͳ ironia della sorte Ͳ è nipote della farmacista uccisa a Blufi, ha subito due furti violenti e si è deciso a spendere più di tremila euro per installare telecamere collegate a una società di vigilanza privata e vetri antiͲmazza. Nemmeno le più sofistate diavolerie elettroniche, però, scoraggiano banditi sempre più esperti nell' aggirare gli ostacoli. Giuseppe Giglio, titolare di otto boutique in città, è ormai un esperto di tecniche criminali. «Nei nostri punti vendita Ͳ dice Ͳ i banditi hanno sperimentato tutto il campionario immaginabile. Ci hanno sfondato le vetrine di notte. Abbiamo visto puntare la pistola sulla faccia di un bambino. Ci hanno sequestrato i furgoni carichi di merce. Si sono finti finanzieri per entrare negli uffici». Dall' inizio dell' anno, ha già subito tre raid e investito migliaia di euro in telecamere, vetri antiͲmazza, assicurazione e convenzione con la società di vigilanza. «Se potessi farne a meno Ͳ dice Ͳ riuscirei ad assumere sette persone in più». Tra i gioiellieri, teme di più chi vive in periferia. «Nei negozi centrali Ͳ spiega Ugo Fecarotta, uno dei big dell' oro in città Ͳ gli episodi sono più rari ma siamo costretti a lavorare dentro negozi blindati». Con la crisi che morde, insomma, nessuno si sente al sicuro. GIUSI SPICA 26 novembre 2013 sez. PALERMO


Comunichiamo a tutti gli associati che è finalmente possibile aderire al rinnovato sito internet www.outletprezioso.it

La risposta moderna ed efficace alla riduzione delle vecchie giacenze di magazzino. Invitiamo tutti a visitare il sito, e se interessati a ricevere il materiale informativo utile all’adesione, ad inviare la richiesta compilando il form di contatto all’indirizzo: http://www.outletprezioso.it/?q=adesione Questo servizio, coordinato da Federpreziosi e già collaudato da anni di attività dai soci di Genova, punta ad agevolare la dismissione degli articoli obsoleti in giacenza nel punto vendita, utilizzando uno strumento moderno ed elegante. Il portale, gestito della società genovese Tech Srl attiva da anni nel settore dei preziosi, è usufruibile da tutti gli associati in regola con il pagamento della quota www.federpreziosi.it


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