EDITORIALE
O
S
I R A M OM
pag. 3
amiamo yogananda di giorgio cerquetti
swami kriyananda parla di yogananda di nandini Valeria cerri
ananda: sempre nuoVa gioia di nandini Valeria cerri
istituto di medicina naturale di Florido Venturi
pag. 46
la terra e il cielo di giorgio cerquetti
pag. 52
pag. 4
pag. 8
colaZione energetica per tutti di andrea santilli
pag. 60
il seitan di alessandra cannini
pag. 64
uno spirito libero, imprenditore e pensatore della nuoVa era pag. 67 di giorgio ercolani pag. 12
il caro amico nicola cutolo di giorgio cerquetti
pag. 17
il cerVello che guarisce di nicola cutolo
pag. 18
amo il Verde di sara simonetti
pag. 70
Convegni e Seminari cerchio della vita pag. 29 un altro mondo pag. 29 modena benessere pag. 35 biosalus urbino pag. 51
nicola cutolo: una Vita tra mistero e scienZa di isa sothis
pag. 22
l’acqua: specchio di intrinseca unita’ di Valentina ivana chiarappa
pag. 26
om ediZioni
pag. 72
pag. 28
i numeri di oscar wilde di rita Faccia
pag. 76
mamma per amore di carmela travaglini
pag. 80
acqua, psicologia, Vegetarismo di ciro aurigemma la basilica sotterranea di porta maggiore di antonio bonifacio in compagnia del dalai lama di melissa mattiussi tarditi baba: uno yogi made in italy di alessandra crestani
pag. 30
ABBONAMENTI di alfredo lafranco
RUBRICHE
pag. 36
libera condiVisione onlus a cura di giorgio cerquetti pag. 38
pag. 83
pag. 42
riVoluZione Vegetariana pag. 56 di Vetulia strona e giorgio cerquetti letture
pag. 82
lux terrae Anno IV
Numero 19
AUTUNNO 2014
Editoriale
Periodico Trimestrale SETTEMBRE - NOVEMBRE 2014 Registrato presso il tribunale di Roma n. 277 / 2010 del 22 Giugno 2010 Numero ROC: 22575
Direttore Responsabile Valeria Masutti valeriama@luxterrae.com Direttore Editoriale Dr. Pietro Volpe pietrovo@luxterrae.com Guida Spirituale Dr. Giorgio Cerquetti gio.cerquetti@libero.it Vicedirettore Dr.ssa Valentina I. Chiarappa Coordinamento culturale Dr. Giorgio Cerquetti Daniela Di Savino Dr. Massimo Marinelli Dr. Pietro Volpe Dr. Raffaele Cavaliere Comitato scientifico Dr.ssa Valentina I. Chiarappa Dr. Massimo Corbucci Dr.ssa Eleonora Mingoia Pubbliche relazioni Valeria Volpe Redazione Via Pandino 60 00188 Roma RM redazione@luxterrae.com
La Creazione è Luce ed Ombra ma...
Autobiografia di uno Yogi, di Paramahansa Yogananda, Pag 260, 3 edizione italiana, 1971:
“... disse una voce soave alla mia coscienza interiore: ‘La creazione è luce ed ombra, altrimenti nessun quadro sarebbe possibile. Il bene ed il male di maya devono alternamente prevalere l’uno sull’altro. Se la gioia fosse incessante in questo mondo, l’uomo ne cercherebbe mai un altro? Senza la sofferenza l’uomo non si curerebbe di rammentare che ha abbandonato la sua casa eterna. Il dolore è un incentivo a ricordare. L’unica via di scampo è la saggezza! La tragedia della morte è irreale; coloro che tremano dinanzi ad essa sono come l’attore ignorante che muore di paura, sulla scena, quando sparano su di lui con una pistola caricata a salve. I Miei figli sono creature di luce; non rimarranno per sempre sopiti nell’inganno’ [...] Tutti i nostri valori vengono profondamente mutati quando ci rendiamo finalmente conto che la creazione è solo una grandiosa pellicola cinematografica e che non in essa, ma al di là di essa si trova la nostra realtà. Terminato che ebbi di scrivere questo capitolo, sedetti nel mio letto nella posizione del loto. La mia stanza era fiocamente illuminata da due lampade velate. Levando lo sguardo mi accorsi che il soffitto era punteggiato di piccole luci color senape che scintillavano e tremavano con un luccichio fosforescente; miriadi di raggi di luce, simili a cortine di pioggia si radunavano a fasci e scendevano silenziosamente su di me. In quell’istante il mio corpo perdette la sua consistenza fisica e si tramutò in materia astrale. [...] la piccola massa di luce si era moltiplicata tanto da rendere invisibile il soffitto. Fui colpito da meraviglia. ‘Questo è il meccanismo del cinema cosmico’ disse una voce che sembrava provenire dalla luce stessa. ‘Spargendo i suoi raggi sul bianco schermo della coltre del tuo letto, esso produce la figura del tuo corpo. Guarda! La tua forma non è altro che luce!’ Guardai le mie braccia, le mossi avanti e indietro, eppure non ne sentivo il peso. Un’estatica gioia mi travolse. Quel cosmico stelo di luce che fioriva nella forma del mio corpo sembrava una copia divina dei raggi di luce uscenti dalla cabina di proiezione di un cinematografo, e che si manifestano sullo schermo sotto forma di immagini. A lungo osservai quella proiezione del mio corpo nel teatro fiocamente illuminato della mia camera da letto. Sebbene io abbia avuto molte visioni,nessun’altra fu più singolare di questa. Quando l’illusione di avere un corpo solido si fu completamente dileguata, e si fu approfondita in me la coscienza che l’essenza di tutti gli oggetti è luce, alzai lo sguardo verso il pulsante fiotto di vitatroni [ ‘elettroni di vita’ ] e supplicai: ‘Luce Divina, assorbi ti prego, in Te l’umile figura del mio corpo, come Elia, che fu tratto in cielo da un turbine di fiamma!’ ”. Venendo alla nostra Rivista, vi aspettano numerosi articoli, in cui abbiamo cercato di condensare quella ricerca e quella speranza, felici nel perseguire gli obiettivi ed i fini comuni a voi cari lettori che ci seguite con passione. Con Gioia, Operiamo per la Luce, la Luce Interiore, con Gioia, Operiamo nell’Amore.
IL NOSTRO SITO :
PROGETTO LUX Pubblicità Dr. Pietro Volpe pietrovo@luxterrae.com Grafica e impaginazione Dr. Pietro Volpe Edito da R. E S. Studi e Ricerche Via Pandino 60 00188 Roma Stampato da: PRESS UP srl Via La Spezia 118/C 00055 Ladispoli (RM) L’invio di materiali ( testi, fotografie, disegni etc ) alla R. E S. edizioni deve intendersi quale espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione da parte di R. E S. edizioni per qualsiasi fine ed a titolo GRATUITO, su qualsiasi supporto, cartaceo e non.
Pietro e Valeria Volpe
“Vogliamo allargare, insieme, l’orizzonte del VISIBILE e dell’INVISIBILE. Questa Rivista è costruita dall’entusiasmo e dalla buona energia di tutti quelli che credono nella libera diffusione dell’AMORE e della CONOSCENZA. Vogliamo parlare liberamente di spiritualità, ecologia profonda, conoscenze esoteriche, terapie olistiche, meditazione e di tutto il sapere positivo che ci rende liberi, consapevoli e felici. Nessuno dei partecipanti attivi al progetto olistico di LUX TERRAE percepisce un guadagno economico. Ognuno offre il proprio servizio con Gioia e con Amore.”
Giorgio Cerquetti
Giorgio Cerquetti, Valeria e Pietro Volpe vi augurano Amore
e Buona Energia !
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Paramhansa Yogananda
1946: n anno dopo la più crudele e violenta guerra combattuta sul pianeta Terra, io, Giorgio, sono nato. Nello stesso anno, in America, un Maestro spirituale indiano pubblicò un libro che raccontava la sua vita. Il Maestro era nato in un’agiata famiglia del Bengala, divenne discepolo di Swami Sri Yukteswar Giri, a sua volta discepolo di Lahiri Mahasaya, diretto discepolo del grande Babaji. Laureatosi nel 1915, presso l'Università di Calcutta, divenne poi Swami, ricevendo il nome di Yogananda (letteralmente “beatitudine attraverso la divina unione, lo Yoga”). Nel 1920, seguendo l'invito dei suoi Maestri, giunse negli Stati Uniti dove rimase ad insegnare la sacra scienza del Kriya Yoga fino al termine della sua intensa incarnazione terrena. La pubblicazione di Autobiografia di uno yogi, proprio nel 1946, rappresenta una scelta precisa, è l'inizio di un autentico risveglio spirituale, ancora in corso in molte parti del mondo. Yogananda si dedicò con meticolosa attenzione a ogni dettaglio dell’Autobiografia, perfezionandola, affinché potesse trasmettere al lettore il suo messaggio spirituale nel modo più puro e semplice possibile: “Ho dovuto rivedere più e più volte ogni minima parte dell’Autobiografia” .
A distanza di quasi 70 anni quest’opera, tradotta in decine di lingue, rimane un bestseller internazionale sempre verde, ha ispirato milioni di esseri umani; ha contribuito all'incontro positivo della cultura spirituale dell’Oriente con quella dell'Occidente; ha spiegato e introdotto il mondo affascinante del vero Yoga mistico nella società occidentale come nessun’altra opera prima; ha dato la spinta a molti ricercatori per incominciare a gustare la propria realizzazione spirituale; ha sottolineato apertamente l’unione tra il Cristianesimo insegnato da Cristo, duemila anni fa, e lo Yoga classico insegnato da Krishna, cinquemila anni fa; ha evidenziato la possibile armonia tra la scienza moderna e la vera spiritualità senza tempo; tutto ciò viene da un autore che aveva una vera visione cosmica della vita.
Autobiografia di uno Yogi Dal 1946 ad oggi numerosi interventi editoriali si sono susseguiti nel corso degli anni. La seconda edizione del 1949, infatti, è invariata, mentre alla terza (1951, l’ultima pubblicata mentre egli era ancora in vita) il Maestro apportò personalmente alcune modifiche: “La terza edizione contiene numerose nuove fotografie, lievi revisioni del testo e molte nuove note, oltre a un nuovo
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di Giorgio Cerquetti
MIAMO
Il fedele ritratto di Babaji, da Autobiografia di uno Yogi
GANANDA Swami Yogananda, al centro, celebrazioni della Pasqua, San Diego, 1949
Una rara immagine di Yogananda da giovane, 1916
capitolo”scrisse Yogananda in quell’edizione; in effetti, fatta eccezione per il nuovo capitolo, i cambiamenti al testo principale sono pochissimi. Dopo la morte di Yogananda comincia la revisione editoriale, con modifiche sempre più rilevanti in ogni edizione. Complessivamente, oltre mille cambiamenti, tra i quali la firma stessa di Yogananda (da Paramhansa a Paramahansa). Io consiglio la lettura dell’edizione originale (finalmente disponibile in italiano grazie ad Ananda Edizioni, in una traduzione fedele e con numerosi brani finora sconosciuti), possiamo leggere il testo così come Yogananda lo ha sicuramente scritto. Un’edizione da non perdere per chiunque desideri conoscere il vero Yogananda. David Frawley, noto esperto di Induismo, direttore dell’American Institute of Vedic Studies, scrive: “Nell’edizione pubblicata durante la vita di Yogananda, si può entrare più profondamente in contatto con Yogananda stesso…È più facile catturarne lo spirito nella versione originale di questo grande classico yogico e spirituale”. Negli anni, molti personaggi famosi hanno letto l’Autobiografia, la sua fama divenne enorme.
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Il presidente stesso degli Stati Uniti, Calvin Coolidge, invitò Yogananda alla Casa Bianca. Anche il presidente del Messico, Portes Gil, lo incontrò, come pure il primo ministro dell’India, J. Nehru. Il governo indiano, inoltre, come gesto di riconoscimento, gli inviò parte delle preziose ceneri del Mahatma Gandhi, che Yogananda mise in uno speciale scrigno nel santuario di Lake Shrine. Ho visitato questo luogo, in California, che è rimasto immutato, le vibrazioni spirituali lasciate da Yogananda sono facilmente percepibili. Il Mahatma aveva incontrato Yogananda e da lui aveva ricevuto l'iniziazione al Kriya Yoga. Grazie a Yogananda molti antichi ed ignoti insegnamenti dello Yoga, della meditazione e dell'antica filosofia vedica si diffusero ovunque in tutto l’Occidente. Per questa ragione David Frawley ha definito Yogananda come “Il padre dello Yoga in Occidente”. Nel 1930, il musicista Ravi Shankar, suonatore di Sitar, incontrò Yogananda in California. Anni dopo disse: “Ho letto molti libri sullo Yoga, ma questo è quello che mi ha impressionato di più. E' magico, l'ho letto più volte. Arriva diritto al cuore. L'ho regalato a molti amici occidentali”.
Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, dei Beatles, la copertina sulla copertina dell' album musicale simbolo degli anni Sessanta, Sgt. Pepper’s LonelyHearts Club Band, dei Beatles. George Harrison scrisse poi una canzone dedicata a Yogananda, Dear One: Mio Caro, tu sai che io ti amo.... Una grande autorità dell’India spirituale, lo Shankaracharya di Kanchipuram, parla di Yogananda in questi termini: “Una luce radiosa in mezzo alle tenebre, tale era la presenza di Yogananda in questo mondo. Anime così grandi vengono molto raramente sulla Terra, s’incarnano solo quando l’umanità si trova in una condizione di estremo bisogno”. Swami Sivananda, un altro grandissimo maestro indiano suo contemporaneo, fondatore della Divine Life Society di Rishikesh, descrisse così il grande valore di Yogananda:“Una rara gemma di inestimabile valore, quale il mondo mai ha conosciuto, Paramhansa Yogananda è stato un rappresentante perfetto degli antichi saggi e profeti che sono stati la gloria dell’India”. George Harrison nel 1966, al culmine del successo del suo gruppo, i Beatles, ricevette una copia in regalo da Ravi Shankar, il suo maestro di musica indiana. Questo librò rappresentò l'inizio dell'interessamento di Harrison verso l'antica spiritualità indiana, un amore che l'accompagnò fino alla morte. George Harrison teneva molte copie del libro a casa sua, lo diede agli altri Beatles, che lo apprezzarono molto, e a tutti gli amici che incontrava dicendo:“Questo libro mi ha ispirato, arriva all'essenza di ogni religione. Anche se non l'ho mai incontrato personalmente ParamahansaYogananda ha avuto un intensa influenza positiva su di me, molte mie realizzazioni sono frutto dei suoi insegnamenti, sento che lui continua ad insegnare anche dal piano astrale.” L’Autobiografia fu un testo molto influente, tra l’altro, sulla cultura giovanile occidentale degli anni Sessanta e Settanta. Le immagini di Yogananda, del suo Guru Sri Yukteswar, di Lahiri Mahasaya e del grande Maestro Babaji appaiono
Pubblici Estimatori Elvis Presley lo lesse e immediatamente volle ricevere l’iniziazione al Kriya Yoga. Anche Elvis diede il libro ai suoi amici con la grande raccomandazione di leggerlo. Sono veramente tanti i personaggi famosi che lessero e apprezzarono l’Autobiografia. Il conduttore d'orchestra Leopold Stokowski e l’attrice Greta Garbo incontrarono personalmente il Maestro. Lo scrittore tedesco Thomas Mann, premio Nobel per la letteratura, scrisse: “Questo rinnovato contatto con la sfera yogica, con la sua superiorità mentale sulla realtà materiale e con la sua disciplina spirituale, è stato molto istruttivo per me e sono grato (a Yogananda) per avermi concesso di penetrare in questo mondo affascinante”. Hanno ammesso di essersi ispirati a lui musicisti e cantanti come Roger Hodgson dei Supertramp; Peter Torkelson del gruppo pop Monkees; il musicista rock Jimi Hendrix; il musicista Jon Anderson (cantante degli Yes ).
Dall’ Autobiografia di uno Yogi, Lahiri Mahasaya Yogananda insieme al suo Maestro, Sri Yukteswar
Greta Garbo, Jimi Endrix, Thomas Mann, Elvis Presley, Olivia Hussey, Franco Battiato....
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George Harrison L’attore Warner Oland; l’autore John Ball (“In the Heat of the Night”); l’attore Dennis Weaver; l’autore metafisico Brad Steiger; il musicista pop Gary Wright (“Dreamweaver”); l’attore Jon Voight; l’ereditiera Doris Duke; l’attore che interpretò Gandhi, Ben Kingsley; l’attrice Olivia Hussey (“Gesù di Nazareth” e “Romeo e Giulietta”); Mariel Hemingway (attrice, autrice e nipote dello scrittore Ernest Hemingway), l’autore J.D. Salinger (Il Giovane Holden). Dice di lui Franco Battiato: “Di tanto in tanto arrivava qualche illustre messaggero a ricordarci il motivo della nostra presenza in questa strana colonia. Eravamo detenuti in uno speciale riformatorio. Completamente liberi, si fa per dire, soggetti come eravamo a qualsiasi genere d’influenze. Uno di questi messaggeri, dicevo, si chiamava Yogananda…”. Kriyananda mi chiese di scrivere qualcosa per il suo libro, “Conversazioni con Yogananda”. Io scrissi quello che avevo sempre pensato: “Yogananda ci ha regalato un passaporto, con visto illimitato, per entrare in tutte le molteplici dimensioni che ci accompagnano in ogni momento”.
Grazie, caro Yogananda Io, sin da bambino, ho avuto ricordi di una mia vita precedente vissuta in India sull'Himalaya, ne parlavo, ma ricevevo, erano gli anni cinquanta, solo rifiuto o preoccupazione per la mia salute mentale. A quindici anni, nel 1962, lessi per la prima volta l'Autobiografia e fui rassicurato, le mie non erano allucinazioni o fantasie, come molti mi dicevano, ma chiare memorie di un passato lontano. GRAZIE, CARO YOGANANDA! Yogananda lasciò il corpo fisico a Los Angeles, California, il 7 marzo 1952, al termine di un discorso fatto durante un banchetto organizzato in onore dell'Ambasciatore dell'India Binay R. Sen. Il Maestro dimostrò a tutto il mondo, anche dopo la morte fisica, lo straordinario valore dello Yoga.
Alcune settimane dopo la sua scomparsa sul suo volto immutato risplendeva la luce divina dell'incorruttibilità. Harry T. Rowe, direttore del Cimitero di Forest Lawn Memorial Park (dove attualmente è sepolto il corpo del grande Maestro), dichiarò: “L'assenza di qualsiasi segno visibile di decomposizione sul corpo di Yogananda costituisce per noi un caso eccezionale... A distanza di venti giorni dalla morte le sue spoglie non presentavano manifestazioni evidenti di decomposizione... Non apparivano segni visibili di deterioramento e di disidratazione dell'epidermide e dei tessuti del corpo. Questo perfetto stato di conservazione è, da quanto risulta negli annali mortuari, un caso senza precedenti... Quando il corpo di Yogananda fu portato qui, il personale del cimitero si aspettava di constatare, attraverso il coperchio di vetro della bara, l'avanzamento progressivo della decomposizione. La nostra meraviglia aumentava di giorno in giorno, perché, con il passare del tempo, non si verificava nessun cambiamento nella salma tenuta in osservazione. Il corpo di Yogananda si manteneva in un apparente stato di immutabilità straordinaria... Il suo corpo non ha mai emanato l'odore della decomposizione... Il 27 marzo, quando il coperchio di bronzo fu abbassato sulla bara, l'aspetto fisico di Yogananda appariva identico a quello del 7 marzo. Era ancora intatto e incontaminato, esattamente come appariva la notte della morte. Il 27 marzo non avevamo ragioni evidenti per affermare che il suo corpo avesse subìto alcuna visibile forma di decomposizione. Per questi motivi dichiariamo nuovamente che, alla luce della nostra esperienza, il caso di Yogananda è da considerarsi unico”. Un ultimo consiglio: leggete questo libro e consigliatelo agli amici.
www.autobiografiadiunoyogi.it www.paramhansayogananda.com Su Facebook : Autobiografia di uno YOGI di Paramhansa Yogananda
Kri Swami parla
Intervista a cura di Nandini Valeria Cerri
Swami Kriyananda fa un dono al suo Maestro, Paramhansa Yogananda
Il discepolo ed il Maestro
Yoganand di
Swami Kriyananda
L
Swamiji, come è stato il suo incontro con Yogananda?
essi il suo libro, Autobiografia, nel settembre 1948, a New York. Ne fui così colpito che presi letteralmente il primo bus che attraversava l’America: quattro giorni e quattro notti. Riuscii ad incontrarlo il giorno dopo il mio arrivo in California, e le prime parole che gli dissi furono: “Voglio essere tuo discepolo”. Egli mi accettò immediatamente, e da quel momento l’ho sempre seguito. Come posso descrivere quell’incontro? Desideravo così fortemente essere accettato da lui che riuscivo a malapena a parlare! E le mie impressioni su di lui erano totalmente catalizzate dall’urgenza assoluta del mio desiderio. Continuavo a pregarlo mentalmente: “Tu devi accettarmi! Tu conosci certamente il mio cuore, ma se cercassi di spiegare ciò che questo significa per me, scoppierei solo in lacrime e sarei assolutamente incapace di parlare”. Egli mi diede il suo amore incondizionato e mi chiese di dargli il mio. Lo feci. Poi mi chiese di dargli la mia obbedienza incondizionata. Nonostante desiderassi ardentemente d’essere accettato, dovetti essere assolutamente onesto con lui, quindi gli chiesi: “E cosa accadrebbe se a volte pensassi che ti sbagli?” Egli rispose: “Non ti chiederò mai nulla che Dio stesso non chieda”. Allora accondiscesi e gli diedi la mia obbedienza incondizionata. Mi fece inginocchiare davanti a lui, poi mise il suo indice sul mio cuore. Tutto il suo braccio vibrò per un paio di minuti. In quel breve intervallo tutta la mia vita cambiò.
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Swami Kriyananda con una copia del famosissimo libro di Yogananda
iyananda
da
Discepolo diretto del grande yogi indiano Paramhansa Yogananda, guida spirituale e fondatore carismatico del movimento internazionale delle comunità Ananda, Swami Kriyananda ha diffuso per oltre sessantacinque anni, in tutto il mondo, gli insegnamenti spirituali della più elevata tradizione indiana per la realizzazione del Sé. Ha dedicato tutta la sua vita e la sua opera al servizio degli altri e ha ispirato migliaia di persone con la sua visione di uno “stile di vita consapevole” all’insegna della pace, dell’armonia, della compassione e dell’amore.
Di seguito una delle ultime interviste da lui rilasciate.
Com’era vivere con Yogananda? Si dice che nessun uomo sia grande agli occhi del suo servitore. Questo detto è stato confutato da coloro che hanno vissuto con Yogananda. Io trovai il Maestro persino superiore a qualsiasi idea avessi mai avuto di ciò che significa essere grande. Era così onnisciente (conosceva ogni mio pensiero più recondito), così profondo nella comprensione di tutto, ed allo stesso tempo così perfettamente umano, da riuscire a trasformare la mia comprensione della stessa natura umana. Compresi che, quando si commette un errore, è sbagliato dire: “Oh, beh, io sono solo umano”. “No” dico ora “non sei ancora completamente umano: perché devi ancora realizzare il tuo pieno potenziale come essere umano”. Yogananda era al di là dell’umiltà stessa, perché non pensava mai a se stesso. Ci diceva “Dio è il Guru, non io.” Ed aveva anche il più piacevole senso dell’umorismo che avessi mai incontrato. Sorrido ancora al pensiero di come sapesse trovare diletto in ogni cosa.
Perché ‘Autobiografia di uno Yogi’ è così potente? Quando lo incontrai, mi chiese: “Ti è piaciuto il mio libro?” “Oh, Signore, è meraviglioso!”.“Questo è dovuto al fatto che contiene le mie vibrazioni” mi rispose. Vibrazioni? Non avevo mai sentito prima usare quella parola con questa accezione. Ma sì, era certamente una sensazione che emanava da ogni pagina. Io ero uno scettico di natura, ma qualcosa in lui, mentre la sua coscienza emanava dalle pagine, mi spinse ad accettarlo pienamente!
Negli ultimi anni ha iniziato un nuovo ordine di ‘rinuncianti’. Può descriverci lo scopo e l’essenza di questo nuovo movimento? In che senso questo ordine è connesso a Yogananda? Quando ero suo discepolo da circa un anno, Yogananda mi pose a capo degli altri monaci. Fui io a creare il suo ordine monastico. Fino a quel momento non esisteva alcun modo di vivere strutturato. Mi disse: “Non creare troppe regole. Questo distrugge lo spirito”.
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Sento profondamente che questo nuovo ordine di ‘rinuncianti’ è qualcosa che lui ha avviato attraverso di me. Si basa su una visione nuova e più libera della rinuncia: non focalizzata sul distacco dal mondo, ma piuttosto su una maggiore affermazione di Dio. Rende possibile, anche alle coppie sposate, di affidare completamente la loro vita a Dio. Non posso descriverlo in questo spazio limitato, ma si tratta di qualcosa di bellissimo, stimolante, ispirante, e chiunque abbia letto il mio libro su questo nuovo ordine di ‘rinuncianti’, sente già un più profondo impegno verso Dio anche solo per il fatto di averlo letto.
Ci può descrivere il suo progetto in India? Yogananda mi parlò diverse volte di volermi mandare in India per diffondere la sua missione laggiù. Dopo aver fondato sei comunità (una in Italia e cinque negli Stati Uniti), decisi che era giunto il momento di seguire i suoi desideri su di me in India. Ho già fondato una comunità nel nord dell’India (in verità è solo una mezza comunità, poiché ancora non possediamo la terra).Ora stiamo costruendo un’altra comunità su più di trenta acri vicino a Pune, nell’India meridionale. Le comunità spirituali erano uno degli ideali più cari a Yogananda. Sono stato fortunato ad essere riuscito a trasformare in realtà quell’ideale. La prima comunità, Ananda, in California, ha già più di 40 anni.
La vostra casa editrice, Ananda Edizioni, ha pubblicato l’edizione originale di “Autobiografia di uno Yogi”. Quali sono le differenze rispetto all’edizione attualmente in circolazione? Finalmente abbiamo pubblicato, in italiano, l’edizione originale del 1946, la prima che Yogananda scrisse e che consegnò al mondo dopo averci lavorato per venticinque anni. In America e in India questa edizione originale inalterata era già in circolazione da parecchi anni. Da tempo non ero soddisfatto dei miglioramenti editoriali all’Autobiografia di uno Yogi, susseguitesi nel corso delle varie edizioni, che ammontavano a circa 1000 modifiche del testo. L’edizione originale è a mio avviso ampiamente la versione migliore.
Celebrazione con Kriyananda, all’interno del Tempio di Luce, Assisi
Qual è l’essenza della missione di Yogananda? Paramhansa Yogananda venne per elevare e focalizzare la coscienza degli uomini in questa nuova età d’energia. Venne per dare all’umanità un nuovo approccio spirituale alla vita, in tutti i suoi aspetti, e per insegnare come, usando mezzi spirituali, si può avere più successo, essere più felici, più sicuri e sentirsi più profondamente realizzati. Insegnò le sue elevate tecniche yogiche per il miglioramento di se stessi e per raggiungere la più alta meta della vita: l’unione con Dio.
Lux Terrae 10 Compleanno del Maestro, Ananda, 19 Maggio 2010
Momento di condivisione della Comunità
Kriyananda e Giorgio Cerquetti durante una pausa del Convegno “Il Mistero dell’Esistenza Umana”, nel 2012 Statua di Babaji, nella Comunità di Assisi
Il Maestro, al Merano Yoga Festival, nel 2011
Yogananda ed il suo Guru, Sri Yukteswar
Consigli di lettura: “Il nuovo sentiero ( La mia vita con Paramhansa Yogananda)” “Conversazioni con Yogananda” di Swami Kriyananda (Ananda Edizioni)
www.anandaedizioni.it SWAMI KRIYANANDA (1926-2013). Discepolo diretto di PARAMHANSA YOGANANDA, guida spirituale e fondatore del Movimento Internazionale delle Comunità Ananda, Swami Kriyananda (J. Donald Walters) per oltre sessant’anni ha diffuso in tutto il mondo gli insegnamenti della più alta tradizione della realizzazione del Sé. Divenuto discepolo di Yogananda nel 1948, ha dedicato tutta la sua vita a diffondere il messaggio del suo Maestro, mostrandone l’applicazione in ogni ambito dell’esistenza. Kriyananda ha scritto più di cento libri, pubblicati in ventotto lingue in novanta Paesi. Ha fondato le comunità Ananda – in America, Europa e India – veri e propri laboratori viventi per una vita semplice con alti ideali e meta di migliaia di ricercatori spirituali. Swami Kriyananda ha lasciato il corpo il 21 aprile 2013, all’età di quasi 87 anni nella comunità di Ananda nei pressi di Assisi. La sua luce e il suo messaggio d'Amore e di Pace continueranno sempre a splendere e ad ispirare tantissime anime, ovunque.
www.ananda.it
Via Montecchio, 61 - 06025 Nocera U. (PG) Tel: 0742-81.36.20 Lux Terrae 11
Ananda:
G Sempre nuova Gio A cura di Nandini Valeria Cerri
Fondata nel 1968 da Swami Kriyananda, discepolo diretto del grande maestro indiano ParamhansaYogananda, Ananda è un insieme di comunità spirituali, con centinaia di centri e gruppi di meditazione in America, Europa e in India. Sono veri e propri laboratori di vita basati sulla pratica quotidiana della meditazione, del Kriya Yoga e sul principio di una “vita semplice con alti ideali”. “Quando vi trovate nel traffico, cantate ‘Gioia, gioia, sempre nuova gioia!’ ”, questo è il consiglio che Swami Kriyananda, fondatore delle comunità Ananda, diede sorridendo a Giorgio Cerquetti e a Giorgio Medail che lo intervistarono alcuni anni fa, nel corso della popolarissima trasmissione radiofonica TOTEM.
L
a gioia è in sintesi, il cuore della “filosofia” di Ananda, le comunità spirituali fondate da Kriyananda. Ananda, in sanscrito, significa appunto “gioia, beatitudine infinita”, ed é proprio questa gioia che i ricercatori sinceri della verità aspirano a raggiungere, la realizzazione del Sé, ossia l’unione con l’infinito; non una religione, ma un principio che abbraccia tutte le religioni e, soprattutto, tutti coloro che, indipendentemente dal proprio credo, decidono di vivere un’esperienza personale di unione con il divino. Swami Kriyananda, che ha lasciato il corpo nell’Aprile del 2013, nella comunità di Assisi, a quasi 87 anni, ha dedicato tutta la sua vita a realizzare il sogno del suo guru, ParamhansaYogananda, di creare “Colonie di fratellanza mondiale”, ovvero luoghi in cui, persone animate dal desiderio di una vita semplice con alti ideali, possano vivere insieme in gioiosa armonia. E’ nata così nel 1967 la prima comunità Ananda nel Nord della California, una realtà che esiste felicemente da oltre quarantacinque anni.
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A questa sono seguite le altre sei comunità negli Stati Uniti, una in India a Pune, e una in Europa, in Italia. L’aspetto multiculturale e multietnico s’intuisce non appena si mette piede nella gioiosa comunità nei pressi di Assisi, una vera e propria città di Luce, un luogo ispirante, immerso nello splendido panorama e nella quiete delle colline umbre. Qui vengono accolte persone di ogni età, religione e livello culturale, perché gli insegnamenti spirituali di Paramhansa Yogananda, esprimono una spiritualità autentica, non dogmatica, pratica, universale. Vi abitano persone provenienti da diversi Paesi, che condividono gli stessi ideali e lavorano insieme con gioia ed entusiasmo, dimostrando che vivere insieme agli altri, con rispetto e armonia, è davvero possibile.
“Vita semplice con ideali elevati”, è uno dei motti della comunità. Lo stile di vita di chi sceglie questo percorso spirituale, come consigliava Yogananda, è infatti basato sulla semplicità, in aggiunta a una vita interiore ricchissima e in continuo contatto con Dio. In questo momento storico di sfide e cambiamenti, è più che mai necessario affermare questi principi che sono una chiave concreta per rivoluzionare la nostra società ed elevarla ad un’ottava superiore: non dall’esterno, con l’imposizione di un nuovo sistema politico, ma dall’interno, partendo dalle persone stesse, da nuove convinzioni e percezioni. Di seguito vorremmo condividere con voi l’invito di Swami Kriyananda ad abbracciare questo ideale comunitario per elevare la Coscienza sul pianeta e per creare ovunque sulla terra “Città di Luce”.
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“Le Città di Luce sono soprattutto luoghi dell’anima, i cui ideali, come raggi, si espandono e viaggiano lontano, per mostrare a tutti che esiste un’alternativa concreta ed è possibile vivere in modo più armonioso e appagante”. Swami Kriyananda Cerimonia al Tempio di Luce
Le cuoche Mahiya e Narayani
Meditazione sul Monte Subasio
Ananda Yoga
Preparazione culinaria all'aperto
Lux Terrae 13
L'insegnante Jayadev in una lezione davanti al Tempio di Luce
“La necessità di piccole comunità consapevoli” di Swami Kriyananda
“L’ambiente è più forte della volontà” diceva sempre Paramhansa Yogananda, il grande maestro indiano, autore di Autobiografia di uno Yogi. Per questo è dannoso vivere nelle città, circondati dai pensieri di persone che, per la maggior parte, sono immerse nell’illusione. E per questo è importante scegliere di vivere con persone animate da ideali elevati. In questa era – una nuova era di energia, chiamata in India “DwaparaYuga” (ma non ancora riconosciuta come tale), è giunto il tempo di creare comunità di persone – siano esse sposate o meno, con figli o senza – le cui vite siano dedicate a nobili ideali. Paramhansa Yogananda consigliò fortemente questo ideale e profetizzò che questo modo di vivere si sarebbe diffuso a macchia d’olio in tutto il mondo. Ero presente a Beverly Hills nel 1949 quando tenne il discorso più entusiasmante che io abbia mai sentito in vita mia. “Questo giorno” tuonò la sua voce “segna la nascita di una nuova era. Sto imprimendo i miei pensieri nell’etere, e le mie parole NON MORIRANNO!!”. Proseguì incoraggiando le persone, “ovunque”, ad abbracciare l’ideale delle “colonie di fratellanza mondiale”, come egli le chiamava allora. Quel giorno feci voto di trasformare il suo ideale in realtà. Vent’anni dopo fui in grado di creare la prima comunità Ananda. Ora, nove di queste comunità prosperano in tre continenti. “Non vorrei vivere in nessun altro modo!”, è un’osservazione che si sente spesso, tra gli oltre mille residenti che le abitano. C’è armonia, collaborazione, vera amicizia e universale gentilezza, non solo nei confronti degli altri residenti, ma verso chiunque, in ogni luogo. Non è stato facile fondare la prima comunità. Ho dovuto affrontare molta negatività, collera e opposizione a quasi tutto ciò che proponevo. Alla fine, rimanendo forte in me stesso, sono riuscito a creare la prima comunità. Fondare le altre è stato relativamente facile, dato che a quel punto esisteva già un modello da seguire. Siamo piuttosto liberi dalle regole; i membri vengono guidati attraverso l’esempio. Le uniche due regole sulle quali insistiamo sono: “Le persone sono più importanti delle cose” e “Dove c’è il dharma, la giusta azione, là ci sono l’appagamento, la vittoria e il successo di ogni genere”.[… ] Vivere rimanendo fedeli ai propri ideali, in altre parole, è il supremo segreto del successo: una preziosa informazione per coloro che, in questo momento, sono sull’orlo di una grave crisi economica mondiale, che secondo le previsioni di Yogananda sarà di gran lunga peggiore di quella degli anni Trenta. La ricerca di Dio è un elemento necessario in una comunità di successo? Beh, diciamo semplicemente che aiuta! Incoraggio con tutto il cuore le persone a fondare comunità in cui costruire la propria casa, coltivare il proprio cibo e vivere insieme collaborando in pace e armonia. In realtà, abbiamo bisogno solo di un millesimo di ciò che abitualmente riteniamo necessario. Vorrei concludere con un esempio: se mille persone vivono insieme in un villaggio con spirito di competizione, ogni persona avrà 999 nemici; ma se vivono insieme con spirito di cooperazione, ognuno avrà 999 amici! La sfida è di abbracciare un nuovo stile di vita, uno stile non facile sotto molti aspetti, ma che merita infinitamente gli sforzi fatti per conseguirlo… Se solo la gente conoscesse tutto questo: sarebbe il solo modo in cui vorrebbe vivere!
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Facebook: Ananda Assisi Ad Ananda, Assisi, tutto l’anno vengono offerti corsi residenziali, con alloggio e cucina vegetariana, di settimane o di un weekend con lezioni e pratiche di meditazione, yoga, guarigione, educazione, crescita personale, arte, musica, creatività, cucina naturale, e corsi di formazione per insegnanti nell’Accademia di Ananda Yoga e Raja Yoga.
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Il servizio nell'orto Il servizio in cucina
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Un film entusiasmante, una storia vera basata sull’esperienza delle Comunità Ananda, create da Swami Kriyananda per vivere la spiritualità come una ricerca quotidiana e consapevole della felicità e della pace.
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(Per la Prima Parte, vedi il N.16)
In queste righe vi proponiamo il seguito del viaggio di esplorazione all’interno delle meravigliose potenzialità del cervello che guarisce
Il
Cervell
che Guarisce di Nicola Cutolo
D
alla scienza sul cervello umano, deriva la scoperta su come sincronizzare i due emisferi del cervello che guarisce, rendendo possibile a chiunque lo desideri, seriamente, di migliorare notevolmente la propria salute, usando il cento per cento dei poteri creativi di guarigione della mente per aiutarvi ad eliminare preoccupazioni causate da stress, tensioni, ansia ed agitazioni varie.
L’Ingegneria dell’Immaginazione per un rilassamento totale
La visualizzazione Visualizzare vuol dire formare un’immagine mentale, veder con gli occhi della mente, percepire con immaginazione, cogliere le impressioni. L’immaginazione è più importante della conoscenza, poiché la conoscenza è limitata, mentre l’immaginazione abbraccia tutto il mondo, stimola ogni progresso, è primaria in tutte le evoluzioni. I dizionari standard definiscono l’immaginazione come l’alito della vita, causa e condizione di ogni progresso. Il delicato ritorno ad uno stato di salute ottimale, diventa un compito facile e piacevole usando “l’ingegneria dell’immaginazione” che porta ad ottenere un rilassamento totale. Il rilassamento è dotato di poteri meravigliosi che restituiscono pace alla mente afflitta da preoccupazioni.
Ebbene, questa forma di magia mentale può essere compiuta da voi quasi sempre e dovunque. Per la prima volta dimostrabile dei suoi poteri, vi suggerisco di seguire queste semplici istruzioni: - Mettetevi sotto la doccia, se possibile, e fate scorrere un flusso d’acqua piacevolmente calda su tutto il vostro corpo, dalla testa ai piedi. Immaginate che quest’acqua sia una specie meravigliosa di bomba cosmica, che abbia il potere di penetrare a fondo nella carne e nelle ossa, e man mano che essa procede sulle varie zone del vostro corpo, ne sentiate ogni zona diventare libera da stress e abbiate una sensazione di benessere generale. E’ importante, per ottenere i migliori risultati in questa unica esperienza di rilassamento, che il respiro venga compiuto con cicli ritmici, un flusso di armonia, di unità con la forza dell’energia cosmica, ricordando che la velocità di ogni cosa dipende dal flusso di tutte le cose. Immaginando che il rilassamento si impadronisca di ogni area del vostro corpo, inspirate attraverso le narici il più profondamente possibile; poi trattenete il più possibile il respiro; quindi espirate attraverso la bocca. Quando l’immaginazione è accompagnata da questa forza di respirazione ritmica, l’armonia cosmica è attivata e l’intero sistema mente-corpo reagisce con un totale rilassamento. Quindi il rilassamento in sé e per sé non esiste, ossia esiste solo all’interno della mente. Ciò significa che rilassarsi veramente, vuol dire pensare di essere rilassati.
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Guarisce
1) Fare scorrere l’energia cosmica dall’inizio della testa dolcemente giù intorno alla base del cranio; mantenete per brevi istanti quest’energia magica concentrata su questa parte particolarmente sensibile; mentre siete impegnati a respirare ritmicamente, immaginate che si stia verificando un rilassamento completo. 2) Procedere ora verso entrambe le spalle, ripetete l’esercizio di immaginazione e di respirazione, concentratevi brevemente sul rilassare questa zona vitale; visualizzate la sensazione incomparabile di rilascio di tutte le tensioni; procedere poi lungo la colonna vertebrale fino alla sua base, e ripetete naturalmente l’esercizio di immaginazione e di respirazione. 3) Ora fate scorrere l’acqua della doccia sul viso, innanzitutto sugli occhi chiusi, poi sul naso, sulla bocca e sul collo; ripetete l’esercizio di immaginazione e respirazione. 4) Procedere ora lentamente verso i polmoni, il cuore e l’intera regione addominale; ripetete il processo di rilassamento totale attraverso l’immaginazione e la respirazione, finché non sentite tutta la zona libera dallo stress. 5) Procedere ora verso la spalla superiore sinistra, poi l’avambraccio, il gomito, fate scorrere dolcemente l’energia magica sul polso, sulla mano e sulle dita; ripetete l’esercizio di immaginazione e di respirazione, sentite come ogni nuova zona del corpo emani una sensazione di benessere e rilassamento. 6) Procedere ora nel far scorrere l’energia lungo la coscia sinistra verso il ginocchio, la gamba, la caviglia, il piede, facendo gocciolare altra energia sulle dita del piede. 7) Procedere ora verso la spalla superiore destra concentrando la sensazione magica di rilassamento su questa zona: continuate l’esercizio di immaginazione e respirazione mentre l’energia scorre dolcemente sull’avambraccio, sul gomito, sul polso della mano e sulle dita. 8) Procedere ora con il processo di rilassamento totale attraverso l’immaginazione e la respirazione concentrandovi sulla gamba destra: cominciate dall’anca e procedete lentamente lungo la coscia, poi il ginocchio, la gamba, la caviglia, il piede, e lasciate scorrere il resto dell’energia magica sulle dita del piede. 9) Ora sentite tutto il vostro corpo completamente rilassato e non avete mai avvertito prima d’ora una così meravigliosa sensazione di benessere.
o Cervello
o lo
Suggerimenti
Ogni pratica si perfeziona se eseguita diligentemente, poichè ogni ripetizione diventa un’esperienza sempre più benefica. Ora, potete complimentarvi con voi stessi poiché avete compiuto il miracolo di immaginare il rilassamento totale. Avete rimosso quello scoglio che ostacolava il limpido pensiero creativo, avete trasformato quello scoglio in una pietra miliare per aiutare voi stessi a migliorare la salute: la vittoria della mente sulle malattie degenerative. Voi potete ora ripetere questo miracolo per ogni momento e in ogni luogo oltre alla doccia: lo ripetete in ufficio, a casa, in ospedale o dovunque voi siate. Avvicinatevi a questa consapevolezza! Nel magico teatro della vostra mente voi potete rappresentare e ripetere lo spettacolo dovunque, in quasi ogni situazione inquietante, tale è la meraviglia della creatività applicata al modo di pensare della nuova era! Ora fermatevi un momento e riflettete su come già vi sentite meglio, e pensate che questo è solo l’inizio. Vi sono altri passi preparatori che dovrete compiere prima di intraprendere il vostro programma per aiutare voi stessi a migliorare la salute. Così si crea ora un’eccellente base di partenza che genera grandi speranze per celebrare la vita in nuove dimensioni di essere, in nuove dimensioni di vedere, in nuove dimensioni di possibilità illimitate ed impensate.
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L’ACQUA: SPECCHIO DEL L
Le prove sperimentali e scientifiche dimostrano l’eccezionale caratteristica vibrazionale dell'acqua, grazie alle quali è possibile fornire un’esauriente spiegazione delle speciali attitudini e della valenza dell'omeopatia
a caratteristica energetica posseduta dall'acqua era già profondamente nota alle antiche civiltà che nell'ambito delle celebrazioni dei diversi riti religiosi, facevano spesso uso di acque aventi caratteristiche ritenute “sacre”. A tali acque venivano attribuiti poteri purificatori e rigeneranti a livello sottile poiché, essendo l'elemento basilare dell'esistenza, essa rappresenterebbe l'essenza dell'energia cosmica. Le inimmaginabili proprietà mostrate dall'acqua sono state accuratamente indagate per la prima volta negli anni ‘60 tramite i rilevanti esperimenti svolti dal biochimico dottor Bernard Grad dell’Università McGill di Montreal. Gli studi di Grad furono focalizzati sull’analisi ed osservazione delle capacità curative dell'azione di imposizione delle mani effettuata dai guaritori, ovvero della bioenergia. Grad volle verificare gli effetti che tale pratica esplica sull'elemento acqua; in particolare egli fece trattare energeticamente dell'acqua salata da un guaritore, senza contatto diretto con il liquido, acqua che poi utilizzò immergendovi alcuni semi di orzo. Si sa che l'acqua salata rallenta la crescita dei vegetali sui quali viene adoperata, ma i risultati di tale esperimento portarono, invece, ad un loro maggiore sviluppo in termini di germogliazione ed anche, una volta piantati in terra, ad un superiore accrescimento delle piante, nonché ad un loro maggiore contenuto di clorofilla. L'esperimento fu ripetuto svariate volte sempre su vegetali ed animali, allo scopo di evitare l'influenza di un eventuale effetto placebo, possibile in soggetti umani, e gli esiti che si ottennero furono i medesimi. Grad effettuò gli stessi esperimenti trattando l'acqua con alcuni magneti e, nonostante il fatto che i risultati ottenuti fossero stati analoghi, non furono rilevati campi magnetici attorno alle mani del guaritore. Dunque ciò conferma che, pur non producendo griglie di forza magnetica, l'energia dell'operatore
genera gli stessi effetti dei magneti; è in questo senso che si parla di magnetismo umano, studiato e applicato con specifiche tecniche dal medico tedesco Anton Mesmer. Analizzando con test spettroscopico all'infrarosso l'acqua trattata nei due modi (guaritore e magneti), Grad osservò che persino la struttura molecolare del liquido presentava nei due casi le medesime caratteristiche consistenti in una variazione dell'angolo del legame atomico e in un più ridotto legame d’idrogeno tra le molecole, elemento, quest'ultimo, che si risolve in una diminuzione della tensione superficiale dell'acqua trattata. Un’ulteriore conferma delle capacità di “memorizzazione” dell'acqua venne fornita a Grad, dall'esperimento concernente il contatto dell'acqua con pazienti affetti da patologie psichiatriche o depressi, facendo tener loro in mano una bottiglia sigillata contenente il liquido. L'acqua così “impregnata” energeticamente venne poi impiegata come trattamento per i semi d'orzo ed il risultato fu un evidente ritardo della loro crescita. Dunque l'acqua risulta essere un mezzo fortemente programmabile vibrazionalmente sia in senso “positivo”, ovvero per il raggiungimento di un effetto favorevole all’evoluzione, sia in senso “negativo”, vale a dire per l'ottenimento di un'azione inibente lo sviluppo.
Acqua ed omeopatia Le singolari peculiarità sottili dell'acqua sono in grado di rendere comprensibili i principi di funzionamento dei rimedi omeopatici. Per far ciò è, però, necessario partire dal concetto di soluzione chimica, processo nel quale il soluto (composto solitamente solido che concorre a far parte di una soluzione insieme al solvente), entrando in contatto con gli elettroni più esterni delle molecole del liquido di soluzione (l'acqua), trasmette loro un’informazione della quale gli elettroni conservano la memoria vibrazionale e non materiale, essendo gli elettroni stessi, come affermato da Einstein nella sua concezione della materia quale campo energetico, esclusivamente vortici di energia in movimento. Tale conoscenza può efficacemente essere correlata al procedi-
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Uno dei Cristalli d’Acqua di Masaru Emoto
di Valentina Ivana Chiarappa
LL’INTRINSECA UNITÁ mento di creazione dei rimedi omeopatici nei quali, in effetti, come conseguenza delle molteplici diluizioni superiori alla dodicesima, non sussiste più la presenza di materia in senso fisico, quanto di informazione. Considerando la struttura sottile dell'essere umano ed il cosiddetto campo eterico, consistente nella struttura di base, è agevole comprendere il processo d’influenza vibrazionale realizzato dai prodotti omeopatici che avviene proprio al livello di trasmissione in forma frequenziale realizzata nell'ambito di detto campo. Anche Steiner risolse il problema concettuale della diluizione omeopatica facendo appello alle forze eteriche che rappresentano la base strutturale della materia. A suo parere, tali energie, assimilate dalla materia in un processo di condensazione, verrebbero rilasciate grazie alla tecnica delle successive diluizioni. La specificità degli effetti dispiegati dalle diluizioni omeopatiche consiste nel fatto, chiaramente in contrasto con la visione newtoniana e tangibile della materia, che aumentando il numero delle diluizioni, con la conseguente drastica riduzione della presenza di materia nel mezzo neutro, il prodotto ottenuto risulta essere notevolmente più potente. Ciò è stato spiegato da un gruppo di scienziati francesi (Rolland R. Conte, Henry Berliocchi, Yves Lasne, Gabriel Vernot) che hanno analizzato le diluizioni omeopatiche grazie alla tecnica della Risonanza Magnetica Nucleare, secondo i quali l'effetto di ampliamento dell'informazione vibrazionale in essi contenuta a seguito delle multiple diluizioni, sarebbe ascrivibile alle “onde rimanenti” quali traccia della materia, resa quantitativamente a tal punto infinitesima, da non esistere più: tali onde, quindi, prenderebbero il posto lasciato vuoto dalla materia riproducendo fedelmente la sua traccia frequenziale. In tal senso sono da interpretare gli esiti degli esperimenti effettuati dal biologo Jacques Benveniste (1935 - 2004) dell’Istituto Nazionale Francese per la Ricerca Medica e direttore del Digital biology laboratory di Clamart, grazie ai quali egli scoprì che, portando ad un numero consistente le diluizioni degli antigeni, le soluzioni non restavano prive della loro impronta. Benveniste giunse ad affermare, sulla scorta di interessantissimi studi, la possibilità di memorizzare su supporto informatico l’attività biologica di una soluzione e di trasportarla ad un'altra soluzione.
Gli esperimenti di Emoto A riprova della capacità posseduta dall’acqua di memorizzare energeticamente le informazioni da essa ricevute sotto varie forme, può essere di ausilio osservare il comportamento assunto da tale elemento a seguito dei sorprendenti esperimenti condotti dal biochimico giapponese Masaru Emoto. Emoto, collaboratore del dott. Lorenzen dell’Università di Berkeley negli studi sulla MRA (Analizzatore di risonanza magnetica), apparecchio in grado di fornire una misurazione di Hado o “Chi”, ovvero di ciò che può essere definito la frequenza vibratoria emessa dagli elettroni orbitanti attorno al nucleo atomico (caratteristica appartenente a qualsiasi sostanza), ha scoperto che l’acqua risponde agli stimoli esterni creando, in determinate condizioni, cristalli riproducenti particolari fogge. Utilizzando campioni di acqua naturale, non di acquedotto, esposti a vibrazioni sonore (musica, frasi) o visive (immagini, parole scritte) e portandola, immediatamente dopo, a − 25° C, Emoto ottiene la formazione, nella struttura molecolare del liquido, di immagini di cristalli la cui perfezione e nitidezza è proporzionale alla rispondenza ai canoni di armonia compositiva o contenutistica della musica o delle parole dalle quali l’acqua è investita.
Il lavoro di Masaru Emoto, anche se ritenuto non scientifico (per mancanza della riproducibilità dei medesimi cristalli sotto l'operare degli stessi impulsi sonori o verbali) rappresenta un forte stimolo a modificare, per sempre, la nostra consapevolezza ed il nostro confine tra materia ed energie sottili, dimostrando che un giusto pensiero può migliorare la nostra vita, dal momento che il nostro corpo è composto da circa il 70% d’acqua.
Memoria dell’acqua e domini di coerenza Al di là della non scientificità degli esperimenti realizzati da Emoto, la memoria dell'acqua è una realtà sottoposta agli studi ed agli approfondimenti di importanti esponenti della ricerca scientifica come, ad esempio, il fisico italiano Emilio Del Giudice recentemente scomparso. Del Giudice, noto per i suoi esperimenti sulla fusione fredda, effettuati insieme al compianto fisico Giuliano Preparata, ha formulato la teoria nota con il nome di “domini di coerenza dell'acqua” basata sul fatto che le molecole d’acqua che normalmente vibrano ognuna a modo suo, come ci dice la fisica quantistica, in presenza di un certo campo cominciano ad oscillare allo stesso ritmo creando uno stato coerente chiamato dominio di coerenza che permette all’acqua di registrare, memorizzare informazioni e di imitare, quindi, le sostanze. Secondo la teoria dei domini di coerenza dell’acqua, gli scambi biochimici che avvengono nell'organismo si realizzano non casualmente, ma per mezzo della frequenza emessa dal campo elettromagnetico dell'acqua, di cui per un'altissima percentuale è composto il corpo umano. Ciò può fornire anche una risposta scientifica agli effetti, dannosi e non, dei campi elettromagnetici che derivano dall'esterno come quelli provenienti dalla rete elettrica, dalle antenne, dai cellulari, ecc. Come spiega Del Giudice, a livello biologico accade questo: gli aggregati, risonanti, delle molecole d'acqua generano un campo elettromagnetico che dirige i movimenti delle biomolecole, ossia le molecole che formano il corpo, e fa sì che queste si incontrino in modo tale che possano accadere le reazioni chimiche. Dunque, ad ogni segnale elettromagnetico, ci sarà una molecola che risponde, ossia per ogni molecola c'è un segnale elettromagnetico che la dirige e ne permette l'azione, il movimento. Quindi, in un organismo vivente, il ruolo dell'acqua non consiste nel realizzare le reazioni chimiche, ma nel guidare le reazioni chimiche che fanno le altre molecole per mezzo di campi elettromagnetici che possiedono uno specifico segnale; in quest'ottica la malattia, la patologia non deriva dalle molecole e dalla loro difettosa capacità di realizzare reazioni chimiche, ma dall'acqua, in particolare dalla dinamica collettiva delle molecole d'acqua che producono i campi elettromagnetici di cui abbiamo parlato.
www.valentinachiarappa.it Lux Terrae 27
di Antonio Bonifacio
La basilica sotterranea
Porta
Valenze Iniziatiche Prima Parte
“Al richiamo della voce giusta, gli déi dell’antica Grecia risuscitano dal fondo degli anni, Nati dallo spazio dalla terra, dal mare e dal cielo stellato, essi sono lì, sempre vivi, solamente assopiti e, nelle grandiose rovine dei templi, sono sempre pronti a ritornare in vita.” (Jean Richer)
Dettagli della Navata La Navata centrale della Basilica neopitagorica “Le sottili figure alate che si interpongono tra i riquadri ci avvertono che l’universo degli Dèi Superi è popolato di Potenze, pronte a farci ascendere alla dimensione uranica” (Domizia Lanzetta)
L
Soffitto decorato a stucco
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Premessa
a scoperta dello straordinario ambiente ipogeo, conosciuto come “Basilica sotterranea di Porta Maggiore”, avvenne del tutto casualmente il 23 aprile 1917, in seguito al cedimento di una volta posta sotto il terrapieno sul quale al momento stava transitando il treno Napoli-Roma, diretto alla stazione Termini. Il luogo fu immediatamente posto sotto tutela e scampò miracolosamente alla distruzione. Tuttavia, nonostante le successive opere di consolidamento, la basilica continua a soffrire della sua precarietà originaria e appare come “sospesa” nel tempo, come se fosse in un perpetuo stato comatoso, una condizione conseguente alla fragilità ambientale della sua collocazione. Sulle sue pareti si trovano rappresentati, per mezzo di delicati stucchi e pitture, tutti i miti più significativi del mondo misterico greco, miti aventi riferimento all’orfismo e al dionisismo, che ebbero commento adeguato negli scritti pitagorici. Nulla (o quasi) turba la loro silente maestà: l’infelice Saffo è sempre pronta a gettarsi dalla rupe e Orfeo piange perennemente per la perdita della sua Euridice. Per uno strano paradosso temporale, che sembra essere stato inventato da un sagace scrittore, questo intatto scrigno sapienziale vive nella penombra augusta la sua acronica temporalità, in attesa che qualcuno ne ridesti ritualmente le capacità trasmutative, come il dispiego di incisive immagini operative suggerisce di pensare. A pochi metri dal luogo, fibrilla quel termitaio di vita, quella frenesia metropolitana che gli angosciati contemporanei stimano come il “migliore dei mondi possibili”.
a di
a Maggiore:
visuali. Tra questi va segnalata l’interpretazione junghiana del ciclo pittorico offerta dallo psicanalista Aldo Carotenuto. Tra le ultime ricerche si colloca la recente monografia della citata Domizia Lanzetta che possiede l’indiscusso merito di aver focalizzato il discorso sul senso mitico rituale dell’iconografia templare, individuando i temi trattati e riconducendoli alla dimensione iniziatica propria dell’orfismo, come del dionisismo, pur senza comprometterne la cornice squisitamente pitagorica e quindi apollinea dell’insieme. Citiamo, ancora, il più recente contributo di rilevante interesse archeoastronomico intitolato “Osservazioni sulla basilica sotterranea di Porta Maggiore” di Ida Sciortino e Lucilla Labianca, contenuto in un’ ampia opera collettanea che raccoglie diversi contributi inerenti le relazioni matematico-astronomiche dei monumenti antichi e che reca informazioni davvero sorprendenti sulla dinamica fotica realizzata nella basilica.
e Percorsi Cosmici La basilica, infatti, benché incapsulata in una guaina cementizia che ne difende, almeno in parte, l’assoluto isolamento, è collocata in uno dei punti più congestionati di Roma, un crocicchio di vie dove, accanto all’intenso traffico veicolare, si trovano a transitare ininterrottamente treni e tranvie le cui, pur attenuate vibrazioni, polverizzano impercettibilmente i fragili stucchi, unitamente all’azione inarrestabile dell’umidità sotterranea, rappresentazioni di eventi che avrebbero dovuto guidare gli adepti “oltre le porte del sole e oltre le porte dei sogni”, per usare un’immagine davvero ineffabile della studiosa Domizia Lanzetta. La ricercatrice, purtroppo prematuramente scomparsa, con i suoi scritti e la sua vivacità personale, è stata la palpitante attualizzatrice della suggestione magica del perduto mondo classico e di questo luogo unico in particolare. Per conseguenza, al fine che, danno non si assommi a danno, e quindi per impedire che, “la sporca aria della metropoli”, possa aggredire le immagini già assai compromesse, l’ingresso alla basilica è attualmente impedito a chicchessia. E quindi lo scrivente considera un grande privilegio il fatto che, alcuni lustri fa, ebbe occasione di osservare lo straordinario ambiente riportandone un’impressione davvero indelebile.
Fig. 2 Scena dionisiaca
Fig. 1 Fig. 1 bis Figg. 1 ed 1 bis: Pianta e alzato della basilica sotterranea. La basilica fu concepita già all’origine come luogo sotterraneo, come caverna, e per questo in essa si discende tramite una scala che conduce prima a un corridoio, un tempo affrescato e poi si discende ancora nel vestibolo del Tempio. La pianta della basilica è a tre navate e la ritmica delle architetture denuncia la chiara ascendenza pitagorica delle disposizioni degli ambienti. Gli studi fondamentali sulla basilica (prima di recenti pubblicazioni appena edite o in corso di edizioni di cui si parlerà) assommano a pochi scritti di cui il principale è costituito dallo studio pregevolissimo e insostituibile di Jerome Carcopino, davvero essenziale per la comprensione del monumento sulle cui conclusioni si basa il più recente lavoro di un suo seguace, Salvatore Aurigemma, che è stato pubblicato in un volumetto preziosamente illustrato per i tipi del Poligrafico dello Stato. Accanto ad essi poi esiste una quantità di ulteriore materiale in cui altri autori hanno ripreso e trattato la documentazione sotto specifici angoli
Fig. 3 Apollo e una Musa Figg. 2 e 3: La basilica pitagorica è una vera e propria summa di mitologia iniziatica. Troviamo, infatti, molteplici esempi della dimensione spirituale di competenza degli dei protagonisti della trance e dell’estasi. Qui due formelle: nell’una è rappresentata una scena dionisiaca, nell’altra v’è Apollo con la lira. In pratica, il percorso, dal vestibolo in poi, assume carattere dionisiaco, che perdura per tutta la navata mentre, giunti all’abside, gli atti rituali finali sono sotto la vigilanza di Apollo.
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Fig. 4: Pitagora rappresentato da Raffaello nel celebre affresco della Stanza della Segnatura con altri filosofi che lo attorniano
Fig. 4
Pitagora a Roma
L’ascrizione della basilica all’area filosofica del pitagorismo si deve proprio ai menzionati studi di J. Carcopino. Si tratta di un’attribuzione condivisa dalla quasi totalità degli studiosi che si sono affacciati al tema e che ha prodotto molti interrogativi circa lo spessore e l’importanza che potesse assumere un così attivo cenacolo pitagorico all’Esquilino. La collocazione temporale del manufatto è piuttosto incerta ma che si ha ragione di situarlo al tramonto dell’epoca repubblicana e quindi alle soglie dell’inaugurarsi dell’epoca augustea. Carcopino avrebbe identificato in Saffo l’infelice fanciulla che si getta in mare da una rupe del promontorio della Leucade, a causa dell’amore non corrisposto per il bellissimo Faone. Lo studioso avrebbe riferito ai pitagorici l’episodio a sèguito della lettura di un passo di Plinio che, di questo mito, scrive:“A ciò credevano non solo quelli che s’interessavano di Magi, ma anche i pitagorici”. Considerando che il dramma mitico è raffigurato nel catino absidale, è conseguente ipotizzare che esso rappresentasse il momento folgorante di un percorso trasformativo che, iniziava all’ingresso e si concludeva con la contemplazione e identificazione illuminante della drammatica scena. Da ciò può dedursi la pedissequa finalità catartica della rappresentazione. Al di là di questo primo significativo indizio, altre caratteristiche del luogo concorrono a sostenere la tesi che il luogo sia stato concepito in funzione di riti propri a un thiasos pitagorico.
Tra questi elementi in primo luogo, spicca la voluta collocazione ipogeica degli ambienti cultuali, che prendevano luce da uno strategico lucernario posto alla sommità della volta e da un foro ellittico posto sopra la porta del tramezzo d’accesso, di cui si vedrà l’importanza. Esso è stato, infatti, realizzato con una strombatura di inclinazione assai precisa, tanto da poter funzionare da vero e proprio foro gnomonico. E’ noto che Pitagora scavò una grotta nell’isola di Samo, definendola la “Casa della Filosofia” e sosteneva che da lì si potesse raggiungere l’Ade, intendendo, evidentemente, con questa espressione la possibilità di raggiungere una dimensione “altra” dell’esistenza, legata agli dei Inferi. Tra l’altro questa disposizione cultuale sotterranea accosta il sito agli spelea mitraici e rimanda direttamente al simbolismo della grotta cosmica, che tanta parte ebbe nella mitologia e nella rituaria dell’antichità, fin dalla stessa preistoria. Infatti, già gli antri rituali del Paleolitico superiore si mostrano in particolare omologia con la volta celeste, sia per gli orientamenti d’accesso, che realizzano vere e proprie reti gnomoniche tra i vari santuari, sia per le istoriazioni presenti in alcune di esse che riconducono agli antichi zodiaci propri dei tempi storici. Tornando a tempi più recenti, si può affermare che, nella visione psicospirituale pitagorica, relativa al destino delle anime, massima importanza dovevano assumere le due costellazioni che rappresentavano le due porte celesti poste nel segno del Cancro e del Capricorno. Si tratta di due “porte” che concludevano due vie, attraverso le quali le anime percorrevano alternativamente le rotte del cielo per “reincarnarsi”, o per svincolarsi infine dalla prigione corporea, eventualità che era considerata come il termine del percorso di purificazione dell’anima dell’uomo, contrassegnati da numerosi passaggi, attraverso diverse “tuniche di pelle”. Anima che, ormai deificata, non solo si era resa pari a quella degli dei, e quindi degna di partecipare al celeste consesso, ma poteva superare anche questa stessa sfera per infine divinizzarsi e collocarsi al di sopra di qualsiasi pantheon, essendo ormai svincolata da ogni appoggio. E’ appunto nell’omerico antro delle Ninfe, corrispondente ad uno degli enigmatici punti di sosta di Ulisse nel suo peregrinare, che troviamo una delle pagine più stupefacenti della concezione arcaica, relativa alla circolazione delle anime, che si fa vademecum per un possibile itinerario iniziatico: “In capo al porto un ulivo dalla lunga chioma, vicino a lui l’antro amabile e tenebroso, sacro alle Ninfe Naiadi. Dentro vi sono crateri ed anfore di pietra, dove le api serbano il miele. Lì, alti telai di pietra, sui quali le Ninfe tessono stoffe color porpora, meravigliose a vedersi; lì ancora acque che sempre scorrono. Due sono le porte, l’una che scende verso Borea è per gli uomini, verso Noto è la via degli immortali”. Da qui scaturisce il celebre commento “iniziatico” che Porfirio fece a proposito in cui questo grande mitografo ravvisava, secondo Domizia Lanzetta: “La metafora sia del mondo deperibile, sia il suo opposto, quella di una dimensione sottile, entro la quale operano entità misteriose e temibili, intente a tessere eternamente l’involucro terreno, nel quale saranno racchiuse le anime degli esseri mortali”.
Fig 5: Saffo che si getta dalla rupe L’immagine absidale è assai rovinata. Gli elementi superstiti offrono molti suggerimenti per una comprensione quantomeno “intellettuale” di una vicenda che comunque era conoscibile solo accostandosi spiritualmente agli eventi narrati in un processo di identificazione dell’anima dell’adepto con la figura di Saffo, rappresentata secondo i dettami della descrizione ovidiana. Innumerevoli i dettagli. Citiamo solo alcuni elementi. Troviamo rappresentata una giovane donna dal mantello svolazzante che sembra lanciarsi da uno scoglio direttamente in un abisso marino popolato di esseri fantastici. Essa ha in mano un’arpa a sette corde, il suo salto nel vuoto è incoraggiato da un erote, forse Eros stesso, che è alle sue spalle. Nel mare un’entità divina pare attenderla. Di fronte alla donna si scorge un giovane uomo che tiene il volto nascosto tra le mani. Più in alto si intravede la figura di Apollo arciere che le sorride. Poi il mare, il vero protagonista del mito, il simbolo supremo del passaggio tra un mondo ed un altro. La scena ha profondi richiami soteriologici con la tomba del tuffatore di Paestum. Fig.5
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Il leit-motiv dell’edificio appare quindi profondamente legato al tema della circolazione delle anime nei vari stadi della loro possibilità e proprio in ragione di ciò conviene qui richiamare l’attenzione sul vestibolo d’accesso, dove, accanto a varie immagini “dionisiache”, è presente una serie di amorini colti nell’atto di inseguire delicatamente delle farfalle. Esse rappresentano il noto emblema transculturale dell’anima, e lo scopo degli amorini è catturarle per distoglierle dalle illusorie attrattive mondane e indirizzarle quindi iniziaticamente là dove all’anima, resa ormai stante e non più cadente, compete allocarsi. Fig. 6 Fig. 6: Anima Farfalla. L’antichissimo e transculturale tema dell’anima farfalla (Psiché) è ben sintetizzato da questa statuetta neolitica rinvenuta nella località Passo di Corvo di chiara ispirazione sciamanica. In essa si vedono due farfalle che si sospingono verso le M (singolarmente “mariane”). La M o W designa la costellazione di Cassiopea. L’astronomia araba, sulla scorta di testimonianze offerte da antichissimi miti, concepiva Cassiopea come una “signora seduta sul seggio” e al contempo tale costellazione era, insieme, sede e “madre” delle anime. Anche Raffaello, notevole conoscitore dei miti, ha dipinto una sua Madonna sulla seggiola. Del resto lo stesso Carcopino aveva individuato la perfetta struttura iniziatica degli stucchi dal momento che la narrazione iconografica poggia sulla congiunta rappresentazione dell’“Inferno terrestre”, dove le anime incatenate ai corpi sono costrette a soffrire per poi passare, dopo la loro palingenesi, al “Paradiso celeste”. Qui, infine liberate, si stabiliscono nel mondo divino. Queste due vie sono sinteticamente richiamate dal celebre simbolo pitagorico del “Y” che traduce in termini sintetici l’episodio del mito di Eracle in cui l’eroe è pensosamente fermo davanti al bivio essenziale dell’esistenza, dubbioso circa la scelta del percorso da intraprendere. Qualche parola ancora per rinforzare la proposta ascrizione della basilica alla dimensione della spiritualità pitagorica e per rimarcare la funzione operativa del tempio sotterraneo in cui l’adepto è condotto nella sfera della “conoscenza” ben oltre la mera “credenza” propria della devozione. Gli ambienti esprimono una caratteristica “aritmosophia” fondata sul numero d’oro e sul rettangolo aureo. La pianta dell’edificio, infatti, con le sue misure di 30 e 40 piedi risponde al criterio del triangolo pitagorico espresso per numeri interi (la terna pitagorica 3,4,5), altrimenti noto sacro triangolo egizio, utilizzato nelle architetture sacre di tutto il mondo. Inoltre, le ricercatrici Ida Sciortino e Lucilla Labianca, cui dobbiamo fondamentali osservazioni archeoastronomiche del sito, hanno rilevato che le suddivisioni dei partiti decorativi delle pareti e delle volte, ad esempio le specchiature dei lati lunghi dell’aula basilicale, riproducono la decade, che è un noto numero-simbolo del pitagorismo, considerato il numero più sacro del culto pitagorico, in quanto ritenuto il “numero dell’universo”.
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Esso è notoriamente formato dalla somma dei primi quattro (la tetraktis, ossia 1+2+3+4=10). Così, d’altronde, si può osservare la presenza di 28 seggi disposti sapientemente di fronte ad alcune formelle, che, si suppone, dovevano ospitare altrettanti iniziati (del resto il thiasos pitagorico era obbligatoriamente composto da un collegio di tale numero di membri). Il numero 28 era considerato come il “numero perfetto” in quanto esso era ottenuto dalla somma dei primi numeri in successione doppia (1+2+4=7) e una volta moltiplicato per 4, diveniva 28, mantenendo ancora la sua perfezione, perché tale cifra era scaturita dalla somma di tutti i suoi divisori. Dopo questa breve disamina si può concludere che si hanno bastevoli indizi per ipotizzare che la basilica sia stata un vero e proprio “laboratorio” per istruire l’anima degli adepti alle modalità della sua liberazione in questa terra. In questo unicum si svolgeva quell’indispensabile apprendistato volto a condurre l’elemento personale pneumatico verso la sfera delle stelle fisse e oltre, secondo una scansione di liberazione, di ispirazione orfico-pitagorica, le cui difficoltà di superamento sono state sovente rappresentate per mezzo della figura enigmatica del Labirinto.
Fig. 7 Fig 7 Arianna accoglie le anime all’Isola dei Beati Qui la Signora del labirinto riceve le anime che a lei sono giunte dopo il periglioso percorso attraverso l’oceano astrale. A Lei è sacro il miele, il prodotto delle api che di tante essenze sunte ne fanno una sola. Le api, a propria volta, rappresentano le anime rette e pie che hanno vinto le prove del labirinto e sono degne d’essere ricevute dal potente personaggio. L’ossequio a tale ripartizione si rinviene nella struttura archeologica del luogo contraddistinto dalla presenza di quattro ambienti distinti, che sono in corrispondenza delle immagini di divinità che, verosimilmente, gli iniziati convenuti nell’edificio consideravano come simboli della dimensione trascendente e che deve ritenersi fossero percepiti “sottilmente” dal miste, una volta che questi si fosse liberato delle catene della percezione materiale.
Non è solo suggestione Le immagini dispiegate sulle pareti e nella volta, traduzioni sapienti di ierostorie, sono teurgicamete imbibite, per mezzo dei poteri arcani dell’officiante, della sacralità propria del mito in esse rappresentato. Esse, proprio grazie alla loro potenza, sono in grado di sollecitare imaginalmente l’iniziato verso una comprensione superiore, lacerando il velo dell’apparato logico discorsivo, per aprire alla facoltà noetica; anche lo “sprovveduto” però può esserne suggestionato in proporzione della propria “equazione personale animica”. Infatti, i più sensibili frequentatori di questi penetralia, hanno, in più occasioni, avvertito la presenza di un’alterità vegliante all’interno del luogo. Accedendo alla possibilità di una latente continuità di tale “presenza”, come la lampada di una luce perpetua mai estintasi, dobbiamo ricordare che, in tempi relativamente recenti, tale sito è stato visitato da parte dei membri di cenacoli d’ispirazione pitagorica. La basilica, infatti, resa accessibile negli anni quaranta dello scorso secolo, fu frequentata da un gruppo di neo-pitagorici, che faceva capo a Enea Lanari, le cui “lezioni”, tenute all’interno del luogo, furono trascritte e raccolte in un raro fascicolo: “Gli insegnamenti pitagorici per la Conoscenza della causa causarum”. Qui il Lanari, esponente dell’inestinta tradizione italica, commentò le rappresentazioni mitologiche che adornano le pareti del sito, secondo i principi generali della Filosofia Pitagorica, raccogliendo queste su “lezioni” nel volumetto citato. Per un evento che non può altrimenti definirsi “provvidenziale”, ulteriore materiale cartaceo dello stesso Lanari, è venuto di recente alla luce ed è inerente proprio al medesimo argomento. Si tratta di un secondo fascicolo dal significativo titolo: “Pitagora, il valore cosmogonico dei numeri, alcuni miti italici nella Basilica di Porta Maggiore”, che ci riporta alle peculiari scansioni dell’ambiente appena sopra richiamate. Ci auguriamo che questi dattiloscritti, alquanto riservati, vengano presto resi disponibili alle persone realmente interessate.
La SECONDA PARTE nel Prossimo Numero Interno della Basilica, dettaglio dell’Arco
Bibliografia:
Salvatore Aurigemma; La basilica sotterranea neopitagotica di Porta Maggiore, Istituto poligrafico dello Stato Ed. Jerome Carcopino: La Basilique pytagoricienne de la Porte Majeure Piero Fenili: Enea Lanari, Un pitagorico poco conosciuto, Elixir n. 6 Nuccio d’Anna: Publio Nigidio Figulo, Archè Pizera Ed. Nuccio d’Anna: Mistero e profezia, La quarta egloga di Virgilio e il rinnovamento del mondo, Lionello Giordano Ed. Leonardo Ferrero; Storia del pitagorismo nel mondo romano, Victrix Ed. Domizia Lanzetta: Roma orfica e dionisiaca, Simmetria Ed. Pietro Negri (Arturo Reghini): Sulla tradizione occidentale, in Introduzione alla magia volume 2°, Mediterranee Ed. Ida Sciortino, Lucilla Labianca: Osservazioni sulla basilica sotterranea di Porta Maggiore in “Il cielo e l’uomo” , Società Italiana di Archeoastronomia
A Settembre, la prossima pubblicazione del LIBRO di Antonio Bonifacio, nelle migliori Librerie, e attraverso il nostro sito, www.luxterrae.com, “Architetture Circolari tra Tempo ed Eternità: Angeli e Architetture Acroniche ” R.E S. Studi E Ricerche, Edizioni Lux Terrae 34
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In compagnia del Da Amore Genuino,
Buon Cuore
Melissa Mattiussi
Il Dalai Lama
I
di Melissa Mattiussi ncontrare da vicino uno dei 7 miliardi di esseri umani su questo Pianeta Verde è sempre un dono prezioso ed è un’emozione ancor più grande se l’essere umano in questione ha nello specifico il nome di Tenzin Gyatzo, il XIV Dalai Lama.
Così si definisce Sua Santità “Uno dei 7 miliardi di uomini, buddista e tibetano”, esordendo con le parole “Quite hot. First water” (Molto caldo. Prima l’acqua) per il gran caldo che fa il 12 giugno a Pomaia, all’Istituto Lama Tzong Khapa, sulle colline toscane tra Pisa e Livorno. Saluta con il suo sorriso accogliente e giocoso, ma pure pronto a farsi serio se la circostanza lo richiede, come un padre che sa esser d’esempio ai suoi figli, ma che è pronto a giocare con loro come un bambino. Il Dalai Lama conserva la freschezza di un fanciullino e si preoccupa che tutti stiano bene e così che anche il suo traduttore di fiducia stia a suo agio, esortandolo a togliersi giacca e cravatta visto il grande caldo e dicendo che queste sono solo formalità e che non servono a nulla. Regala sorrisi e benedizioni ed ogni suo gesto viene immortalato dai velocissimi scatti dei fotografi,
rigorosamente senza flash perché a Sua Santità dà molto fastidio. Sorrido e lo comprendo molto bene poiché anche a me i flash molestano parecchio la vista. I suoi discorsi ci parlano dell’Amore come il luogo dove tutti gli esseri umani si incontrano, spiegando che l’Affetto umano è un fattore biologico che sta alla base della stessa sopravvivenza e va al di là di culture e religioni. Nonostante le differenze, tutte le religioni portano infatti avanti il concetto di Compassione e ci porta come esempio l’India dove da 50 anni coesistono molte religioni fondate su questo. Tutte le religioni comprendono la Pratica dell’Amore Genuino, della Comprensione, del Perdono, della Compassione e della Semplicità dell’Essere. Lo scopo è portare l’individuo a mantenere Amore nella Mente. In più il Buddismo porta l’aspetto culturale della Non-violenza e del non far sacrifici animali. Il XIV Dalai Lama ci racconta di quando Mao Tze Tung gli disse che secondo lui Buddha era un gran rivoluzionario perché era contro le caste e le discriminazioni sociali. E ci racconta di come la cooperazione tra scienza e religione sia fondamentale per il miglioramento fisico e mentale dell’essere umano. Lui è sempre stato fin da bambino un grande appassionato di scienza, leggendo i testi inglesi che spiegavano il funzionamento dell’Universo. Molto importante è il rispetto per ogni religione, poiché a ciascuno è di beneficio un pensiero diverso. Resta il punto saldo che l’Amore sia biologicamente presente fin dall’Origine della Vita. Spiega che il Buddha aveva così tanto rispetto per tutte le differenti filosofie che a volte arrivò persino a sostenere il contrario delle proprie tesi. Esorta i media a non fermarsi alle apparenze, ma ad indagare ogni aspetto delle questioni per arrivare a portare alla luce la Realtà. Suggerisce l’immagine dell’avere una proboscide che annusi sia davanti che dietro le persone e i fatti. Si sofferma sulla questione della Cina che lo vede ancora come un nemico separatista, ma che è per tradizione una Nazione buddista e ha 400 milioni di buddisti che vanno in India a ricevere i suoi insegnamenti. Sottolinea il grande divario tra ricchi e poveri ed esorta a non abituarsi a dare per scontata la corruzione. Mette l’accento sull’essere capaci di chiedere aiuto anche nelle questioni politiche come quella della grande immigrazione e dei rifugiati.
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alai Lama: e Semplicità dell’Essere Invita ad essere sempre aperti e ad avere sempre un buon cuore, ma anche a chiedere gli aiuti necessari quando i problemi diventano più grandi. Problemi che hanno origine perché ci si pensa separati gli uni dagli altri, mentre siamo tutti fratelli e sorelle in questo Ecosistema. Vi è quindi bisogno di educare i più giovani ad un’Etica del Buon Cuore, al di là delle religioni, tramite l’educazione fisica ed emotiva. Alla domanda di un giornalista se a Sua Santità piaccia il gioco del calcio ecco arrivare la miglior risposta: “Il mio interesse principale è il gioco interiore, quello tra le emozioni positive e negative…”. Alle spalle di Sua Santità la statua restaurata di Cenresig-Avalokitesvara, il Buddha della Compassione, comprende tutti noi presenti nel suo sorriso benevolo e dolce, madre e padre insieme, ci abbraccia con lo sguardo di chi tutto sa e non giudica, lasciando Melissa e la Ruota delle Preghiere a ciascuno trovare la propria risposta dentro sé. Nel Monastero di Pomaia un pacifico fermento di Fotografo, Gianpaolo Catania Monaci e Monache, volontari, addetti alla sicurezza, addetti dell’ufficio stampa, giornalisti e ospiti che si scambiano sorrisi, abbracci, pensieri e riflessioni. Tra gli Stupa e i vari Buddha, le piante e la Ruota delle Preghiere, in alto vibrano le bandierine colorate tibetane e fra di esse intrecciano i loro voli le sorelle rondini. Sono lì in piedi, a naso in su, davanti alla casa con la scultura di Tara la Verde, guaritrice, che ospita Sua Santità che ora riposa e tra le rondini lascio sgorgare i gesti della mia Danza fra Terra e Cielo. Tutto attorno le dolci colline toscane, gialle, verdi e marroni… Le ombre Melissa ed il fratello del Dalai Lama si fanno più lunghe e lentamente scende la sera. Un grande pianto Melissa Mattiussi, Danzatrice, Danzaterapeuta e Giornalista purifica le mie emofreelance. Per lei la Danza, la Scrittura e le Arti in generale devono zioni e una nuova rispecchiare il più alto grado di spiritualità dell'essere umano, viaggio fiamma arde nel mio dentro sé per avvicinarsi e comprendere anche l'altro. Tiene gruppi cuore. Melissa ed un monaco medico di Danze Gitane e Danzaterapia principalmente a Milano, ma spesso anche Grazie caro amico e fratello, Sua Santità Dalai Lama, per ogni incontro speciale che questo viaggio da te mi ha portato e mi porterà…
all'estero. Lavora con bambini, adolescenti, adulti, anziani, disabili e carcerate. Crede nell'aprire il Cuore e sorridere alla Vita... Così ogni giorno il Miracolo dell'Esistenza si rinnova.
www.melissamattiussi.it Su Facebook: Gipsy Dance Lady
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di Alessandra Crestani
Yogi Made in
uno
TARDITI Ritiro spirituale in Amazzonia
C
ome nasce la tua ricerca spirituale?
Rispondo seduto nella posizione del Loto perché questa Asana dello Yoga, oltre ad essere la mia preferita in quanto comoda e stabile, è intimamente collegata con ciò che andrò a raccontarvi. La mia passione per il gioiello cosmico che chiamiamo corpo umano nacque all’età di 16 anni, quando, studiando biologia, decisi che senza dubbio avrei fatto il fisioterapista, motivato dall’idea di poter aiutare gli altri direttamente con le mie mani. Ultimati gli studi con lode e tornato dalla leva militare cominciai subito la professione e la vita mi regalò la mia prima importante realizzazione spirituale: Non puoi curare nessuno se prima non hai curato te stesso ! Presi coscienza di quanto il mio sistema psico-fisicoenergetico fosse contratto e disfunzionale. Che fare? Decisi di dedicarmi alle antiche scienze orientali e cominciai a praticare Yoga e Tai Chi simultaneamente. Nel contempo continuavo a studiare la fisioterapia moderna occidentale, specializzandomi in Rieducazione Posturale Globale (per info, nicola.tarditi@virgilio.it o su facebook, Nicola Tarditi. Al cell. 328-2565907 ) per rendermi piacevolmente conto che ciò a cui l’occidente è arrivato, attraverso un accurato studio biomeccanico, fisiologico ed endocrinologico del corpo, l’oriente lo conosceva già per l’esperienza diretta di grandi anime capaci di penetrazione intuitiva.
Fu in quel periodo, a 27 anni, che mi ritrovai fra le mani una copia del libro “Autobiografia di uno Yogi”: ricordo che lo lessi appassionatamente e senza scetticismo come se quelle vicende meravigliose in un qualche modo mi riguardassero e quando comparve davanti ai miei occhi la foto di Lahiri Mahasaya (discepolo diretto del grande maestro spirituale Babaji) seduto in meditazione, un irrefrenabile desiderio di imitarlo inondò la mia coscienza: allora scesi in giardino, trovai un posto tranquillo e mi sedetti a gambe incrociate… Fu un FLASH, tornare a casa! Percepii finalmente il corpo in tutta la sua cruda realtà: una gabbia temporanea di carne ed ossa. L’esperienza fu paradossale in quanto, stare immobili dentro le proprie tensioni psico-fisiche, era inquietante ma, simultaneamente, coesisteva la gioiosa intuizione che, proprio quello stare era, ed è, la chiave per uscire dalle illusioni della mente e cominciare, finalmente, ad Essere. Da quel giorno, quella gioia, quella piena intimità con me stesso, segna l’inizio di ogni mia giornata.
Come è stata la tua esperienza in Amazzonia? Il viaggio in Amazzonia nacque dal felice incontro con Agustin Rivas Vàsquez, curandero della giungla peruviana e ospite di un congresso internazionale di sciamanismo e guarigione, organizzato in Italia nel 1998 al quale partecipai, attratto da queste figure misteriose, capaci di unire la sapienza del medico e quella del sacerdote (ufficiante del sacro). Alla domanda: “Possiamo venire a trovarti ?” Agustin ci rispose che usciva dalla giungla solo due giorni al mese e ci lasciò un indirizzo di Iquitos, la più grande
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B
All'orfanotrofio di Mamallapuram
Italy
BABA (la Shakti), una potenza in grado di spazzarti via in un attimo ma anche di guarirti se la conosci e la rispetti. Agli occhi sapienti di Don Agustin, la foresta era un enorme città continentale senza collefarmacia per il corpo, la mente e lo spirito. gamenti stradali. Così nelFu un’ esperienza intensa sotto tanti punti di vista ed ebbi l’estate del ’99 partii con due anche visioni, una delle quali si concretizzò sulle Ande. amici, direzione Sud America, Dopo aver lasciato il Rio delle Amazzoni ci spostammo a Cuzco (Qusquin in quechua, ossia ombelico) mitica capiPosizione del Loto in riva al Gange tale dell’impero Inca. Stavamo camminando nella piazza centrale quando venni attratto da un libro esposto in una vetrina: “The Awakening of the Puma” (il risveglio del puma): lo sfogliai e con stupore ritrovai un disegno che riproduceva esattamente la mia visione nella giungla. Visto che l’autore ( James Arévalo Merejildo detto Chaski) era di Cuzco, lo cercammo e lo trovammo. Era un mistico andino proprietario di due ristoranti vegetariani in città e quando gli raccontai della mia visione mi spiegò che riguardava il confidando nella sincronicità di un tempio del sole di Ollantaytambo, ultimo avamposto incontro che appariva sulla carta Inca a resistere alla dominazione spagnola. Ci invitò inoltre poco probabile, ma la nostra fiducia fu a partecipare agli incontri giornalieri di meditazione premiata perché ad Iquitos trovammo nella sua casa: ricordo che al centro della sala attorno a lo sciamano appena ritornato dalla cui sedevamo c’erano degli enormi cristalli di quasi un jungla e pronto a ritornarci ! Pasmetro di altezza e Chaski ci confidò che il sottosuolo di sammo 15 giorni nella foresta pluviale Machu Picchu era tutto così e per questo considerato a tre ore di battello dalla civiltà, com- un vero e proprio portale per altre dimensioni. piendo pratiche e riti di purificazione. Realizzai quanto infinitamente potente sia la la Forza della Natura
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FARE DEL BENE FA BENE, CHI AIUTA GLI ALTRI AIUTA SE STESSO
Programmi Internazionali Umanitari
LIBERA CONDIVISIONE ONLUS
Fondata e diretta da Giorgio Cerquetti www.cerquetti.org
Nel 2014 si terrà la Seconda edizione del Premio Letterario GIORGIO MEDAIL, riservato a libri con un buon contenuto culturale spirituale ed esoterico.
Incontro con Timoteo e Veronica Falcone, padre e figlia, promotori dell'evento Come nasce l'idea del premio letterario? Veronica: L’idea del premio letterario nasce da un dialogo tra due vecchi amici, Giorgio Cerquetti e Timoteo Falcone, volevano rendere omaggio ad una grande persona che hanno molto amato, Giorgio Medail (1945-2011), attraverso un’iniziativa bella e unica. Non esiste, infatti, un altro premio dedicato a testi di spiritualità. Ecco perché è stato intitolato “Tra il Visibile e l’Invisibile”, che era il motto della famosa trasmissione TOTEM di radio RTL, condotta da Giorgio Medail e Giorgio Cerquetti che per 14 anni, tutte le domeniche Timoteo e Veronica Falcone hanno tenuto aperti i microfoni alle voci della spiritualità e del paranormale. Il programma nacque da un'idea geniale di Giorgio Medail, che per 35 anni ha promosso questo tipo di conoscenze e ricerche tramite la televisione, la radio e la carta stampata. Cerquetti e Falcone hanno deciso di far continuare la luce delle esplorazioni e dei collegamenti tra le diverse dimensioni con questo Premio.
Cosa rappresentano i libri nella vostra vita? Timoteo: I libri nella mia vita sono tutto. Tutto perché oltre a leggerli ho avuto la fortuna di avere con loro un rapporto diverso e unico. Li ho trasportati da una libreria all’altra, da quando ero bambino. Li ho consigliati pensando di fare un bene profondo. Li ho puliti con un rispetto che a pochi ho riservato se non ai miei figli. Li ho sempre riordinati dalle case editrici cercando di non rimanere senza. Li ho stampati riconoscendone il valore. Li ho foto-riprodotti, quando a rischio esaurimento. Li ho regalati alle persone che ne avevano il bisogno. Li ho ricevuti in regalo, con la dedica, dagli autori che li avevano scritti. Tutto questo per dire che li ho amati e loro hanno amato me continuando a sostenerci nei nostri progetti. Veronica: Nella mia vita i libri rappresentano la storia di una contrastata passione. La casa in cui sono nata è quella del mio famoso nonno bibliofilo Calogero Falcone, che tra le mura domestiche conservava tutto quello che non entrava nella storica Libreria Ecumenica che negli anni sessanta aveva aperto sotto il mezzanino della metropolitana San Babila. Luogo di ritrovo di tutta la cultura alternativa di allora. L’odore di carta di quella casa mi ha instillato l’amore per la lettura, e quei libri che mi facevano compagnia, allo stesso tempo facevano sentire la mancanza del mio papà, sette giorni su sette, impegnato, con grande passione, tra gli scaffali della Libreria Esoterica, che nel ’94 aprì in Piazza Missori. Ho divorato pagine durante gli studi classici e ancor di più durante gli anni alla facoltà di lettere. Non sempre sono state letture piacevoli, ma ogni volta mi hanno insegnato qualcosa. Oggi che i libri li leggo per lavoro, ammetto di sentire un po' la mancanza di un ritaglio per i libri “di piacere”. Sono felice di poter conoscere, tramite questo fantastico mezzo, ogni giorno, persone a cui questi testi hanno cambiato la vita, regalato un pensiero leggero o dato uno spunto per approfondire la propria ricerca…
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Come votare il libro preferito Il premio è stato suddiviso in tre categorie per dare la giusta rilevanza ai tantissimi testi presenti sul mercato. La prima è dedicata ai “Sempreverdi”, ai bestseller della spiritualità. Seguono “Il miglior libro degli ultimi cinque anni” e “Il miglior libro esordiente”. Le votazioni potranno essere effettuate presso la Libreria Esoterica attraverso la compilazione di apposite schede o sul sito www.animaeventi.com compilando un semplice format. I risultati verranno raccolti e i vincitori verranno annunciati in occasione della giornata dedicata alla premiazione, 22 novembre ore 17 presso la Libreria Esoterica di Piazza Missori (Galleria Unione), a Milano. Come per la prima edizione, per ogni libro/autore premiato verranno devoluti € 500,00 all’orfanotrofio per bambine fondato in India da Libera Condivisione Onlus, La Libreria Esoterica, di Piazza Missori creata e diretta da Giorgio Cerquetti. - Galleria Unione, a Milano L'orfanotrofio è dedicato al nostro caro amico Giorgio Medail. Che ricordo avete di Giorgio Medail Timoteo: Oggi ho chiara nella mente la faccia e il sorriso del mio amico Medail. Da giorni so che avrei già dovuto consegnare queste risposte ma, come succede di consueto, gli articoli slittano e arrivano sempre in ritardo. Questa mattina, mia figlia Veronica, che è molto efficiente e lavora con me, mi dice che proprio oggi scade il tempo massimo per mandare l’articolo a Lux Terrae. Ok, capisco che non ho più scuse, devo riordinare le idee…Apro il computer e un file di word dove inizio a scrivere buttando giù le prime risposte... ad un tratto entra in negozio una persona che riconosco essere noto un personaggio televisivo. Gira tra gli scaffali della libreria e a un certo punto esclama “Ah, allora è questo il posto dove veniva Giorgio Medail!”. Io stranito dall’affermazione gli chiedo se crede nella sincronicità. “Vieni qui” gli dico “guarda a quali domande devo rispondere, proprio su Medail”. A quel punto ci rendiamo conto del “miracolo”. Quante probabilità ci sono che rinviassi l’articolo fino ad oggi e che subito dopo entrasse un avventore che mi pronuncia il nome di Medail? Lui mi racconta di aver iniziato, molti anni fa, la sua carriera televisiva proprio con Giorgio, a cui lui deve molto. Allora è vero, caro Medail mi hai fatto visita… Sei fantastico Medail, sempre “tra il Visibile e l’Invisibile”, ho riconosciuto il tuo tocco. Come facevi a TOTEM, hai trovato il modo per dare un forte messaggio a me e a tutti lettori che ti leggeranno. Hai usato il mezzo multidimensionale a noi più comune, la Sincronicità. Il mezzo, a te sempre stato caro, che si esplica solo attraverso la consapevolezza della vita e dei piccoli segnali che riceviamo ogni giorno. Dio esiste o non esiste? Dobbiamo credere o non credere? Non sono questi i problemi. Gli amici dei piani più alti ci dicono di vivere prestando attenzione ( ascoltare ciò che ci è stato consigliato) ai livelli invisibili. Grazie Medail, sappiamo che ci sei stato, e che ci sarai, per l’eternità.
Giorgio Medail
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I
O NUMERI DI
Ogni persona ha diverse sfumature psicologiche secondo i numeri che la contraddistinguono per nascita. I numeri sono dei simboli, e come tali sono potenziatori e accumulatori di forze spirituali. Sono i vasi invisibili degli esseri, come i loro corpi ne sono i vasi visibili.
O
Esiste un duplice carattere delle cose, uno visibile e l'altro invisibile, il visibile è la forma, il corpo; il carattere invisibile è il numero. Tutto ciò che si manifesta all'esterno è il risultato di una energia interiore. Ogni persona segue quindi la sua natura numerologica.
scar Wilde nacque a Dublino il 16-10-1854. Totalizzando tutti i numeri singolarmente si deduce l'essenza spirituale del suo cammino o ciclo evolutivo di vita, inteso come le lezioni da imparare durante il percorso. Secondo la Numerologia occidentale, la disciplina catalogata da Pitagora nel VI secolo a.C. ogni numero è contraddistinto da un Archetipo, ed è il simbolo di specifici significati, collegati all'individuo dai suoi numeri di nascita. Dalla somma della data di nascita di Wilde risulta: 1+6+1+0+1+8+5+4 = 26 2+6= 8 Questo è il numero che corrisponde all'Archetipo del Sovrano. La sua energia agisce sul piano mentale che conferisce nell'aspetto positivo: una grande mente, l'ambizione di distinguersi, ampie prospettive, energia e resistenza infinite, capacità eroiche, fama e denaro. Il numero 8 simboleggia sia un eccesso di materialismo nella sua parte inferiore terrena, che una profonda spiritualità nella sua parte
di Rita Faccia superiore evoluta. E' il numero del successo, del denaro, del trono, dell'autorità. Le persone che hanno questo numero nel codice di nascita s'impegnano con un'energia infinita, proprio come la forma del numero che le contraddistingue. Ma è anche l'energia del karma negativo, si può notare la forma chiusa del numero 8 senza inizio e senza fine, che indica nel peggiore dei casi problemi con la giustizia, processi, prigionia, ma anche depressione. Si può essere tormentati da pensieri ossessivi che si ripetono all'infinito. Il numero 8 contraddistingue individui dalla forte personalità, ribelli e combattenti, nel tentativo di infrangere le barriere, le leggi imposte. Tutte queste peculiarità si possono riscontrare leggendo la biografia di Oscar Wilde che era collegato al numero 8 anche nei suoi nomi e cognome. Ad ogni lettera corrisponde il valore numerico secondo l'alfabeto latino delle 26 lettere, e si somma fino a ottenere un numero da 1 a 9.
OSCAR FINGAL O' FLAHERTIE WILLS WILDE 61 3 1 9 695 7 13 6 63 1 8 59 295 59331 59345 (20=2)
+ (31=4) + (6 ) + ( 48=12=3) + (21=3) + (26=8) = La loro Somma dà 152, ovvero 1+5+2 = 8
Lux Terrae 76
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SCAR
WILDE W LO SCRITTORE MARTIRE DELL'OMOFOBIA Più tardi nel 1878 vinse anche il premio di Oxford, il Newdigate Prize per la sua poesia Ravenna, premio riconosciuto a chi si distingueva in letteratura. Le sue iniziali Il numero 8 si nota anche nel cognome Wilde, il cognome è la vibravennero iscritte a caratteri d'oro nell'albo della scuola. Purzione o energia numerologica che si condivide con la famiglia. troppo anni più tardi quando Wilde fu processato e conOscar Wilde amava studiare, soprattutto i classici greci. Questa sua predannato a due anni di galera per omosessualità, queste disposizione alla letteratura è tra le potenzialità del numero 8, numero iniziali furono tolte. Furono poi rimesse dopo la morte. di potere mentale, e nel giorno nativo 16, che sommato fa 7. Il 7 corrisponde all'Archetipo del Filosofo, ed era anche il numero Oscar Wilde amava distinguersi, nell'abbigliamento, che si otteneva dalla sua missione di vita. Questo numero si scopre sommando il numero dei nomi e cognome col numero della data di nei modi di fare provocatori e volti a sbalordire. Si ribellava agli ipocriti costumi dell'Inghilterra della seconda nascita completa, quindi 8+8 = 16 e 1 + 6 = 7. Wilde era una grande mente rivolta alla scoperta, all'analisi, alla parte del 1800. Seguiva la sua natura, lasciava trasparire filosofia. A soli 12 anni per la sua bravura negli studi vinse un premio di essere omosessuale, pur apprezzando le donne. che lo esonerò dal sostenere gli esami di quell'anno scolastico. Nel 1873, Nel 1881 conobbe, a Londra, Constance Lloyd, una raa 19 anni, conseguì la prima borsa di studio, grazie al suo scritto di in- gazza che colpì Oscar per la sua cultura, sapeva leggere glese e per la traduzione dal greco. Nel 1874 vinse per i suoi encomiabili Dante in italiano. Tre anni più tardi si sposarono ed ebstudi sui lirici greci la BerkleyGold Medal, il premio più prestigioso bero due figli, Cyril e Vyvyan. della scuola che frequentava, il Trinity College di Dublino. Nel 1886 Wilde conobbe Robert Ross, un giovane di 17 Sempre in quell'anno partecipò, vincendolo, al concorso per gli studi anni bandito dalla famiglia per aver rivelato la sua classici del Magdalen college di Oxford, ottenendo la borsa di studio omosessualità. Ross fu una “vera tentazione” per Wilde, per 5 anni. Un anno vincente, da numero uno, il 1874, per Oscar Wilde. Conside- come lo definiva egli stesso, ma anche il compagno e rando questo anno col metodo numerologico, cioè in relazione alla data l'amico che gli rimase fedele. Gli andò in soccorso negli di nascita di Wilde e dei suoi cicli novennali di vita, si ottiene proprio anni bui della galera e della successiva povertà. Intanto il numero 1. Il giorno + il mese di nascita + l'anno che si vuole consi- Oscar Wilde nel 1886 viveva nell'agiatezza e nella fama derare, danno l'anno personale. Quindi per Wilde 16+10+1874 che, della sua personalità ben distinta. Si vestiva in modo stravagante e portava all'occhiello un garofano verde, il sommando ogni singolo numero, risulta 28, ovvero 2+8= 10 e 1+0= 1. simbolo del Movimento Estetico. L'estetismo era la corL'anno personale 1 indica l'inizio di una nuova vita, una svolta imrente artistica, ma soprattutto letteraria, della seconda parte portante che Oscar Wilde ebbe lasciando l'Irlanda. Andò a studiare alla prestigiosa università di Oxford, non come uno studente qualunque, ma ospitato e pagato da un tale ateneo (95 sterline l'anno) per i suoi notevoli meriti di studio.
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La rivoluzione
a cura di Vetulia Strona e Giorgio Cerquetti La Rivoluzione Vegetariana, di Giorgio Cerquetti e Vetulia Strona, OM ed., 2011
vegetariana Cari Amici questa volta vi presentiamo
MANUEL GUIDI, amante della natura
S
e mago delle salse vegane
ono nato in Romagna in mezzo a gente che per generazioni si è nutrita di carne e di pesce. Io ho iniziato a cambiare la mia alimentazione a circa 18 anni cominciando con la macrobiotica, ho seguito l’influenza di mio fratello maggiore Mirco; poi iniziai a praticare l’Hatha Yoga e, frequentando un’Ashram a Montescudo, nelle colline di Rimini, diventai un vegetariano felice, scelta naturale e senza nessuno sforzo da parte mia. Per me essere vegetariano è stato un passaggio facile verso uno stile di vita molto naturale, più adatto alla mia personalità. Fin da ragazzo preferivo il contatto diretto con il verde, la natura e gli animali, ho sempre rifiutato il traffico e il caos della città. Spesso frequentavo le rive del fiume Conca e i boschi di Carpegna, lì cominciai a conoscere ed amare i vari tipi di erbe. Poi sono stato chiamato al Servizio Civile, avevo fatto domanda di sostituire il Servizio Militare con quello Civile, e sono stato mandato a fare il Servizio all’Usl di Portomaggiore in provincia di Ferrara. Qui il particolare coinvolgimento in una relazione sentimentale mi ha distratto dalla pratica costante dello Yoga, strada a suo tempo intrapresa, così come dalla sana alimentazione, alternata a vari compromessi, fino al ritorno alla disciplina naturale, con una alimentazione giusta e non violenta, che evita di fare soffrire altri esseri viventi, ed una corretta esercitazione yogica.
Manuel Guidi, Spirito Libero, al suo Compleanno
India Crescendo non ho avuto ricordi precisi di vite passate in India ma, alla lettura, a 16 anni, del libro di Yogananda “Autobiografia di uno Yoghi”, ho sentito sùbito una forte emozione, ed un profondo coinvolgimento verso quei luoghi lontani, lo Yoga e la filosofia vedica! Col tempo ho compreso la familiarità di quei luoghi, il ricordo di luoghi ed emozioni lì precedentemente vissuti, e ciò mi spiegava perché, per me, lo Yoga era, ed è, la normalità di vita. Poi, tra fine di Febbraio e inizi di Marzo del 2008, ho compiuto il mio viaggio tanto atteso in India.
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Ritrovarmi in India non è stato un impatto subito piacevole, come speravo. Uscito da Delhi mi sono poi recato a Rishikesh, sul Gange, e questi sono stati i giorni migliori di tutta la permanenza in India. Le grandi città indiane non mi sono piaciute, mi sono ritrovato solo negli Ashram, con i Baba e con l'atmosfera mistica che si respira in riva al Gange. Consiglio a tutti un viaggio a Rishikesh. In quel viaggio ho compreso definitivamente che è meglio frequentare persone con cui condividiamo sia l’alimentazione vegetariana che uno stile di Insalatona Spinacino e fiori vita spirituale più semplice e tranquillo. A Rishikesh ho avuto un incontro molto piacevole e sorprendente, anche se non immediatamente comprensibile, per la sua importanza. Mentre stavo camminando sulla strada che portava dove alloggiavo, all’improvviso mi sono trovato di fronte ad Hanuman (antica divinità indiana presente nel Ramayana), o comunque a qualcuno che gli assomigliava moltissimo che, dopo avermi invitato ad avvicinare, mi ha dato la sua benedizione, scomparendo pochi istanti dopo.
Terra Adesso ho un bel rapporto con la terra e, avendo dietro casa un piccolo orto, ho iniziato a interessarmi alla coltivazione biologica, leggendo, praticando e sperimentando, direttamente, questo tipo di Agricoltura, anche oltre i consigli di vicini e familiari, imparando molto anche grazie al tempo dedicatovi. Quando ho cambiato la mia alimentazione ho cominciato a cucinare personalmente i piatti che mangiavo. Infine, quando ho potuto avere una cucina mia, ho cominciato a cucinare sempre più spesso anche per gli altri, sperimentando nuovi piatti ed introducendo le Salse vegane. Ora le Salse, che preparo con cura, sono la parte più importante della mia cucina, perché rappresentano il mio sapere distintivo e conoscenza applicata della cucina vegetariana, donando alle persone da me amate, oltre a un gusto superiore, tanto Amore.
Manuel alla preparazione del Guacamole Con gli Chef Vegani Giorgio Guidi e Mirco Mazzotti
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