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Disegniamo insieme
DISEGNIAMO INSIEME UN NUOVO FUTURO
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di FILIPPO ANELLI
L’Ordine di Bari rappresenta per tutta la professione medica uno straordinario laboratorio di idee da cui sono partite molte delle importanti iniziative assunte a livello nazionale, dall’approvazione della Legge sulla violenza nei confronti degli operatori sanitari, all’aumento delle borse di studio, dall’importanza della collaborazione con gli enti locali rispetto al binomio ambiente - salute, al finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, visto come risorsa e non come costo. Dopo l’efferato omicidio di Paola Labriola, da Bari è partita la grande battaglia per la sicurezza dei professionisti della Sanità cui finalmente ad Agosto di quest’anno il Parlamento ha dato una prima importante risposta approvando all’unanimità la Legge sulla Sicurezza degli operatori sanitari. Nei tre anni appena trascorsi, forte anche della presidenza della FNOMCeO, l’Ordine ha sensibilizzato la politica affinché si sbloccassero realmente le assunzioni per dare nuova linfa al SSN. In tale ottica, l’Omceo di Bari si batte da sempre per una più equa ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale, che è stato aumentato di ben 5 miliardi e 500 milioni di Euro in meno di 1 anno con l’impegno, da parte del Governo, di incrementarlo fino a 10 miliardi entro la fine della Legislatura. Sul fronte della formazione l’Ordine contribuito a portare in sede nazionale e regionale il tema dell’aumento delle Borse di Specializzazione e delle Borse di Studio per il Corso triennale in Medicina Generale che quest’anno ammontano a 14.200, a fronte delle 6.000 del 2018 (in Puglia vi è stato l’incremento più alto in Italia, pari al 76% delle borse). Inoltre, è stato avviato il processo di riforma ECM. Anche in questo caso tutto è partito da Bari, dalla serie di convegni nazionali organizzati ogni anno nel capoluogo pugliese per discutere della futura formazione dei medici. Qui si è dato impulso per la deroga sui crediti per tutto il 2020. Rispetto alla dignità e
L’Ordine di Bari rappresenta per tutta la professione medica uno straordinario laboratorio di idee da cui sono partite molte delle importanti iniziative assunte a livello nazionale. La pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza tutte le criticità del nostro sistema sanitario. Occorre che gli ordini si riapproprino del proprio ruolo di guida e riferimento della professione, rivendicando per i medici la governance complessiva del sistema, in collaborazione con i cittadini e le comunità locali.
autonomia del medico, dall’Ordine di Bari si è avviato un dibattito allargato alle varie componenti della società per ridiscutere la figura del medico e il suo ruolo all’interno della società. Solo per citare alcune tra le tante altre iniziative, che hanno riscontrato grande interesse tra i colleghi, ricordiamo la Scuola di Etica, giunta all’VIII edizione; il potenziamento della Rete dei Fiduciari: un modello di interazione con gli Enti Locali adottato a livello italiano con il nome di Medici Sentinella per l’ambiente; l’impegno per proteggere i medici e i cittadini dal contagio Coronavirus: il Governo ha accolto la proposta, divenuta Legge, di distribuire i dispositivi di protezione individuale prioritariamente ai medici, ivi compresi i medici convenzionati. Questi anni sono stati caratterizzati anche da una grande azione di sensibilizzazione da parte dell’Ordine rivolta ai cittadini attraverso una serie di campagne di comunicazione di successo che hanno cercato di gettare le basi per ricostruire quel rapporto di fiducia medico-paziente messo in crisi dalla gestione politica e manageriale della Sanità. Se vogliamo restituire dignità alla professione medica dobbiamo ripartire anche da lì, dal dialogo con i cittadini. La pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza tutte le criticità del nostro sistema sanitario, a partire da gravi diseguaglianze di accesso al diritto alla salute, carenze di risorse umane e finanziarie, lo smantellamento della medicina del territorio e un modello organizzativo manageriale che ha mostrato tutti i propri limiti. Per salvare i valori di civiltà del nostro sistema sanitario e consentire ai medici di svolgere il proprio lavoro in condizioni di sicurezza e secondo i dettami del codice deontologico, è arrivato il momento di una profonda riforma del sistema che affidi ai medici all’interno della sanità il ruolo centrale che spetta alla professione. Anche la professione attraversa una fase di trasformazione e di progressiva evolu-
OBIETTIVI RAGGIUNTI
Sul fronte della formazione l’Ordine ha contribuito a portare in sede nazionale e regionale il tema dell’aumento delle Borse di Specializzazione e delle Borse di Studio per il Corso triennale in Medicina Generale Da Bari è partita la grande battaglia per la sicurezza dei professionisti della Sanità cui finalmente ad Agosto di quest’anno il Parlamento ha dato una prima importante risposta approvando la Legge sulla Sicurezza }degli operatori sanitari.
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zione: da una parte il progresso tecnologico e scientifico, di cui i medici sono attori principali, consente di rispondere alla domanda di salute in maniera sempre più compiuta, dall’altra cambiano e si evolvono le ragioni di carattere antropologico e filosofico che sono alla base del diritto alla salute, modificando il sentire comune e ponendo ai medici ed agli operatori sanitari tematiche nuove che, influenzando l’esercizio della professione, necessitano di trovare un’armonizzazione con i principi che da millenni hanno ispirato l’arte medica. In questo quadro l’Ordine dei medici di Bari deve saper raccogliere le più rilevanti istanze che provengono dalla società civile e dal mondo professionale, per renderle parte di un unico progetto di rilancio della professione medica e odontoiatrica, quale garante del diritto alla salute e quindi della nostra democrazia e dei principi su cui si basa. Occorre liberare la professione, oggi schiacciata e annichilita da una asfittica burocrazia, anche organizzativa, che la mette in contrapposizione con i bisogni dei cittadini e mina il rapporto di fiducia medico-paziente, per ridare al medico quella libertà e quella autonomia che da sempre rappresentano le caratteristiche essenziali per un’esercizio professionale orientato esclusivamente al bene dell’essere umano. L’Ordine deve rilanciare la professione medica per contribuire a risolvere tematiche da troppo tempo senza risposte, quali i problemi del precariato e il numero insufficiente di borse post-lauream, il nuovo peso della componente femminile della professione, la governance clinica, il ruolo dei medici di medicina generale e della medicina del territorio nel suo complesso, la violenza. Occorre che gli ordini si riapproprino del proprio ruolo di guida e riferimento della professione, rivendicando per i medici la governance complessiva del sistema sanitario, in collaborazione con i cittadini e le comunità locali, e chiedendo alla politica di fare un passo indietro. Gli Ordini, enti di diritto pubblico, possono e devono contribuire, grazie alle proprie peculiari competenze, al governo della professione intervenendo in
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tutti i processi decisionali, nazionali e regionali, che interessano e coinvolgono la professione medica e odontoiatrica. Soltanto in questo modo il ruolo ausiliario e sussidiario degli Ordini diventerà efficace e concreto e la adesione dei professionisti renderà effettiva la democrazia partecipativa. Ecco, di seguito, alcuni punti su cui dovremo concentrare gli sforzi nei prossimi quattro anni. FORMAZIONE. Occorre ripensare l’intera formazione: dagli anni del corso di laurea, al numero di borse di specializzazione, al corso di medicina generale, sino alla formazione continua: Tra il 2021 ed il 2023 si rischia il default della medicina generale per mancanza di medici. A questa vera e propria emergenza alcuni Deputati rispondono in Parlamento con iniziative tese ad affidare all’università il percorso formativo della Medicina Generale senza offrire alcuna soluzione concreta al problema sociale della mancanza di medici, incrementando ulteriormente le contraddizioni del sistema soprattutto per gli aspetti di carattere economico. Va ribadita con forza la necessità di aumentare subito il numero delle borse e di non dispendere il patrimonio culturale e professionale acquisito in questi anni da parte della medicina generale e degli Ordini come centri di formazione. • Utilizzare gli ospedali come strutture di insegnamento, avviando un tavolo di confronto con il Ministero e l’Università su tale tema. • Prevedere il principio che ad ogni laureato corrisponda una borsa di specializzazione o di perfezionamento in MG, considerando l’intero percorso di studi come un unicum, per evitare il fenomeno del limbo formativo. • Estendere la sperimentazione del liceo in 4 anni, che consenta un accesso anticipato al percorso universitario, in modo da consentire un ingresso nel mondo del lavoro alla stessa età dei medici di altri Paesi UE. ETICA. Avviare una riflessione sui temi etici più pregnanti che orientano la nostra professione non solo con riferimento alla tutela della salute del singolo individuo, ma a quella dell’intera collettività. Il medico si
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conferma quale autentico garante del diritto alla salute assumendo su di sé una funzione e responsabilità sociale e pubblica rilevante. • Quattro le parole chiave: Dignità, Passione, Progresso e Mercato; per sintetizzare i temi su cui sviluppare il programma di questo percorso culturale. • Ribadire la necessità di definire insieme, in maniera condivisa, il nuovo ruolo degli Ordini Professionali ed in particolare di quello dei Medici e degli Odontoiatri in modo da rendere concreta ed efficace la loro attività di Enti ausiliari e sussidiari dello Stato. SOSTEGNO al SSN: l’Ordine deve approfondire le tematiche relative alla sostenibilità del SSN e chiedere con determinazione di finanziare in maniera adeguata il SSN, nella consapevolezza che i sistemi universalistici e solidali sono tra quelli che garantiscono maggiore equità e maggiore tutela della salute dei singoli e delle comunità. Tra i problemi principali correlati: il blocco del turnover; divario nord–sud così come emerge dagli indicatori di salute, vedi l’inversione della curva di longevità al sud; il tema della distribuzione delle risorse: una sanità il più possibile omogenea in ogni parte d’Italia; il costo elevato dei farmaci innovativi per la cure delle neoplasie e di alcune malattie (HCV). Sono maturi i tempi per immaginare con coraggio di cambiare l’attuale organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale basato sull’aziendalizzazione, passando ad un sistema che prediliga non il conseguimento dell’equilibrio di bilancio, previsto comunque per obbligo di legge, ma gli obiettivi di salute. • Ripensare l’organizzazione del lavoro tenendo in debito conto le esigenze delle colleghe, perché la professione ha una crescente componente femminile. • Fornire modelli operativi finalizzati alla prevenzione ed al potenziamento del Piano delle Cronicità e delle Disabilità, oltre ad una maggiore attenzione alle nuove povertà. • Valorizzare l’assistenza ospedaliera specialistica, togliendo agli ospedali l’onere dell’assistenza specialistica di base oltre che l’inadeguato ricorso dell’utenza ai pronto soccorso o continuità assistenziale. • Potenziare l’assistenza territoriale, privilegiando il lavoro in team multiprofessionale nella stessa sede di lavoro modificando anche l’attuale normativa vigente. Proporre modelli di funzionale integrazione di tutto il sistema emergenza-urgenza. SICUREZZA degli operatori. Occorre portare avanti un’interlocuzione con la Regione affinché tutte le sedi, soprattutto di PS e di Guardia Medica vengano messe in sicurezza. Vigilare perché sia data attuazione alla Legge sulla violenza e ogni sede di lavoro, soprattutto le più vulnerabili, siano opportunamente protette contro il rischio di atti violenti contro gli operatori. GOVERNO CLINICO. Sono sempre più frequenti le segnalazioni di conflitti tra medici e disagio per i pazienti in merito alla prescrizione di farmaci innovativi. L’AIFA con sempre maggiore frequenza limita la prescrizione dei farmaci innovativi, che hanno costi elevati, a gruppi di specialisti e/o centri di riferimento definiti dalla regione. Così facendo si scarica sulla professione il controllo della spesa attraverso una vera e propria li-
DEFINIRE INSIEME UN NUOVO RUOLO
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mitazione dell’esercizio professionale (alcuni medici possono prescrivere altri no, addirittura alcuni specialisti della stessa branca si e altri no) non prevista da alcuna norma. Questo è un tema squisitamente professionale in quanto si cerca di limitare la potestà di curare conferita dalla legge (laurea, abilitazione ed iscrizione all’Albo) con atti di mero esercizio amministrativo. E’ necessario pertanto elaborare una strategia e avviare i contatti con l’Aifa ed il Ministero della Salute su questo tema.
FINANZIAMENTO E GOVERNANCE DEL-
LA SANITÀ. Chiedere una revisione dei criteri di ripartizione del fondo sanitario nazionale, che al momento penalizzano le regioni meridionali, in modo da superare il divario tra nord e sud del paese. Promuovere la sostenibilità e l’efficacia del sistema attraverso una riforma del Decreto legislativo 502, che preveda un ruolo preminente da parte dei medici nella governance del sistema sanitario. Nella valutazione dell’efficacia-efficienza delle politiche per la salute il contenimento della spesa sanitaria dovrebbe essere interpretato come vincolo e non come fine. Il fine ultimo deve tornare ad essere il benessere dei cittadini. Ai medici spetta la definizione degli obiettivi di salute e, di conseguenza, a loro va affidata l’individuazione dei criteri e delle priorità con cui attribuire le risorse finanziarie. • Chiedere quindi alla politica di fare un passo indietro rispetto alla governance del sistema, che deve essere affidata agli operatori sanitari, in collaborazione con le comunità locali. • Dare nuovo impulso al “Consiglio dei Sanitari”, istituito su nostra iniziativa, affinché tutte le professioni sanitarie possano contribuire alla programmazione Sanitaria Regionale. • Potenziare ancora di più la Rete dei fiduciari sottoscrivendo il protocollo d’intesa con ogni amministrazione comunale, per sviluppare un’interazione positiva sulle tematiche ambientali e sugli stili di vita. • Attivare modelli di confronto ed interazione con i cittadini per dare spazio di ascolto alle istanze degli utenti del SSN.