Colpo di fulmine da Harrods
Fabiana Andreozzi Vanessa Vescera Prima edizione luglio 2013 Copyright ©2012 Fabiana Andreozzi e Vanessa Vescera Copyright ©2014 Fabiana Andreozzi e Vanessa Vescera Illustrazione: vettorialigratis.it Grafica: Vanessa Vescera Editing: Isabella Manzari, Fabiana Andreozzi, Vanessa Vescera ~~~ A norma della legge sul diritto d’autore e del codice civile è vietata la riproduzione di questo libro o parte di esso con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilm, registrazioni o altro.
Il mio cuore è stato suo fin dal primo momento Tristano e Isotta
Ma vederla fu amarla, amare solo lei, e amare per sempre. Robert Burns
A tutti quelli che l’hanno vissuto sulla propria pelle, a tutti quelli che non hanno avuto paura di rischiare per vivere d’amore e di sogni. A Giovanni il mio per sempre! Fabiana
A coloro che non hanno avuto il piacere di stupirsi, perdersi e innamorarsi con un colpo di Fulmine (magari da Harrods ;-) ). Fate attenzione, potrebbe essere dietro l’angolo e, quando l’amore chiama, ascoltatelo. A Marco, ai nostri sogni, alle nostre speranze, ai nostri progetti ma soprattutto al nostro AMORE. Vanessa Note Questo romanzo prende vita da un racconto inserito nell’antologia Attimi indimenticabili. Poche pagine che descrivevano l’inizio di un colpo di fulmine un po’ particolare e incandescente. Melissa e Paul, i due protagonisti, si sono sempre risentiti di tale brevità e pertanto, armati di poca pazienza, ci hanno costretto a proseguire le loro avventure. Perché è vero che il colpo di fulmine nasce in uno sguardo tra mille silenzi, è vero che si alimenta negli occhi dell’altro senza apparente motivo, è vero che è inspiegabile a parole e vive di sensazioni forti e impalpabili, ma è anche vero che ha tutta una sua storia da raccontare magica e imprevedibile come può esserlo solo qualcosa che non conosce il sentiero della logica, della ragione, qualcosa che si vive sulla pelle con l’intensità di un attimo, qualcosa che va colto all’istante come un fiore che sboccia a primavera. Non è detto che sia eterno, purtroppo anche l’amore non dà ogni volta le garanzie di un per sempre, ma la follia imprevedibile di un colpo di fulmine ti arriva dritta nel cuore deviando la ragione. Nulla ha più senso all’infuori di quel noi sconosciuto e
assurdo che si ha nell’incontro preciso dello sguardo dell’altro. È un inciampare in caduta libera senza paura dell’ignoto perché tutto quello che è logica è improvvisamente bandito, non conta quanto quel cuore che batte impazzito per uno sconosciuto. C’è chi non crede nel colpo di fulmine perché non l’ha mai provato, c’è chi crede che l’amore cresca giorno dopo giorno, tassello dopo tassello. La verità è che in amore non ci sono regole, c’è chi si innamora in un istante, chi ci mette una vita intera. L’amore colpisce le sue vittime a suo modo e senza un perché. A tutti quelli che non credono che il colpo di fulmine esista lasciamo le pagine di questo romanzo… Chissà forse Paul e Melissa sapranno farli ricredere?
LUI Perdutamente mia ora più che mai viva un raggio della luna caduto su di me LEI Perdutamente tua d'amore e d'incoscienza LEI prendimi sotto la pioggia LUI Stringimi sotto la pioggia la vita ti darò. Colpo di fulmine Giò Di Tonno
Lola Ponce Testo Gianna Nannini
Prologo - L’inizio Devo ricordarmi di ringraziare Dio per aver steso un tappeto di neve bianca su parte del continente europeo. Sì, Natale con la neve non ha prezzo, ma diciamocelo, sono stati i disagi connessi a farmi comodo. Non avrei saputo spiegare alla mia tradizionalissima famiglia che, causa esubero ore lavorative e stipendio da fame, non ho avuto il tempo di comprare dei regali. E vogliamo parlare dell’albero? Del presepe? Di tutti gli altri addobbi? Tovaglie, posate, centro tavola in stile natalizio? Come posso spiegare a mia madre che solo una statuina di un bue mi costa più di 5£? Con quelle posso pagarmi due viaggi in metro! È stato meglio così, loro bloccati all’aeroporto da una tormenta e io dall’altro capo del telefono a rassicurarli che sarei stata felice anche da sola e che avremmo rimediato per Capodanno… Sicuro che si rimedia, i miei arrivano domani, con tre giorni di ritardo sul loro piano di marcia, e ho solo Santo Stefano per rendere il mio spoglio appartamento la succursale di Babbo Natale, per comprare i regali ai miei e soprattutto prendere qualcosa per me. Per fortuna, il bonifico di papà è arrivato in tempo. Harrods è quello che mi serve! Sì lo so, è caro da morire ma in tempo di saldi si possono trovare sconti folli. Una volta la mia collega mi ha raccontato che un vestito che le piaceva è sceso da 2000£ a 100£. Con tutto quello che devo comprare anche 100£ sono troppe per un capo, ma sono convinta che con il mio buongusto, la mia somma pazienza, potrò trovare ciò che mi calzerà a pennello e non mi svuoterà il portafoglio. È una priorità assoluta, non voglio sfigurare davanti ai miei, non dopo aver raccontato dettagli un pochino “troppo sfavillanti”. È inutile volare basso, sono sicura che tra un paio di mesi la
situazione cambierà a mio vantaggio e quel mentecatto del mio capo si accorgerà di quanto è brillante il mio operato. Piantala Melissa, me lo ripeto di continuo. È inutile farsi venire il sangue amaro pensando al lavoro. Priorità, time management, oggi è tempo di shopping selvaggio. Harrods, arrivo! È l’unico posto dove so di poter trovare tutto, come dice il vecchio slogan “dallo spillo all’elefante”. C’è persino lo spazio dedicato agli addobbi di Natale dal periodo d’agosto. Questi londinesi sono proprio alternativi. Ora il mio unico problema è capire come accidenti orientarmi e da che punto iniziare. Sono sette piani, trecento reparti… Distribuiscono una mappa all’entrata in alcuni punti strategici peccato che io non so orientarmi lo stesso. È poco dettagliata! Già lo so, che se non butterò giù un buon programma finirò per saltare qualche reparto o ripiano fondamentale, lasciandomi sfuggire dei capi convenienti. E poi vogliamo rinunciare all’abito del veglione? Al completino rosso? Devo selezionarlo con cura, voglio far morire d’infarto Thomas. Se neanche a questo Capodanno si deciderà a farmi la proposta di matrimonio sarà proprio il caso di spedirlo giù dal quinto piano insieme alla roba vecchia. Anno nuovo, vita nuova! Melissa ha esaurito la pazienza e anche gli ormoni sono stufi di accoppiarsi nel peccato. Certo, siamo una coppia moderna ma basta peccare senza un fine costruttivo. Entrare in Harrods è come entrare nel paese delle meraviglie: luci, musica e una calca pazzesca di gente. Meglio dirigersi verso l’intimo, ci sarà l’assalto ai completini rossi. Ormai indossare il rosso per l’ultimo dell’anno è una tradizione. Lo faccio da quando avevo circa due anni assecondata dalla follia di mia madre che mi vestiva da folletto di Babbo Natale. Insomma io e il rosso nel periodo natalizio siamo un tutt’uno. Ovviamente preferisco celare la mia parte sexy sotto un abito altrettanto sexy ma più casto. Sfioro i completini appesi alle grucce. Rosso fuoco, smerigliato, tramonto… Gucci, Prada, Chanel, Guess, Manolo… Un tripudio di marche, e sono scontati!
Sospiro avvicinandomi il raso al viso per saggiarne la morbidezza. Che meraviglia! Mi volto e i miei occhi vengono invasi dal massimo dello splendore: un completino rosso di Valentino, disteso elegantemente su una mensola, aspetta me. Reggiseno a balconcino con rifiniture impreziosite di perle, slip brasiliano decisamente sexy, reggicalze e sottoveste, il tutto per 150 £. Un Valentino? La mia bocca si apre al colmo dell’incredulità. Il mio campo visivo è libero. Ne è rimasto solo un misero e unico pezzo. Deve essere mio! Alzo il passo verso il miraggio e….
Capitolo 1 - Lo scontro Afferro lo slip morbido al tatto, estasiata lo tiro verso di me ma qualcosa mi impedisce di appropriarmene. Lo strattono e le perle tintinnano tra loro quando mi rendo conto che, oltre alla mia mano, dall’estremità opposta, ce n’è un’altra. «Mi scusi, potrebbe lasciare il mio slip?» Con una mossa agguanto il reggiseno ma anche questo viene intercettato dall’altra mano. Spero che questo essere, sexy ma meschino, non sia una piovra altrimenti non penso di poter vincere lo scontro che vedo profilarsi all’orizzonte. Non ha la faccia di uno che si arrende. «Non credo proprio, l’ho afferrato prima io mentre lei se ne stava a sbavare in quell’angolo.» Lo indica con un cenno del capo e vorrei prenderlo a sberle. «Senta io non sbavo neanche quando dormo quindi lo lasci immediatamente. Sa, non penso le donerebbe.» «A me certamente no, ma la mia fidanzata adora Valentino.» «Le dica che era finito tutto» insisto tirando i due pezzi. «Non mi costringa a essere sgarbato.» «Picchierebbe una donna?» «Ho detto sgarbato non violento» afferma scuotendo il capo. Sbuffo e tiro ancora con più forza. Lui fa lo stesso, sento un crack tremendo e ci blocchiamo entrambi timorosi. Scrutiamo il nostro capo tanto conteso.
«Glielo pago il doppio!» Apro la bocca al colmo dell’indignazione. «Varrà almeno dieci volte» lo riprendo offesa. «Ma io glielo pago il doppio del costo scontato.» «Assolutamente no!» «Il triplo…» Se sale ancora mi sa che glielo lascio, con questi soldi potrei comprare i regali gratis. Scuoto il capo senza cedere il passo alle sue manacce lunghe sul mio meraviglioso slip e reggiseno. Più guardo il completino e più penso che deve essere mio. È così impalpabile, così etereo, così rosso da far rima con passione selvaggia… Ottenebrare i sensi di Thomas è in cima alla mia lista di priorità. «Non ci siamo davvero!» esclamo seccata. «Lei non capisce l’importanza di questo completino. Per me è tutto!» Non posso starmene qui con i minuti contatti a spiegare i miei drammi a un perfetto sconosciuto che mi fissa con sguardo imbronciato. «Il quadruplo…» sussurra cospiratore. Insomma non vuole proprio capirlo? Se continua a salire di prezzo al diavolo Thomas e i buoni proponimenti. «Senta, non so come spiegarglielo. Non lo sa che è di cattivo gusto regalare alla sua ragazza un completino intimo di questo tipo? Vuole forse dichiararle che la vuole più sexy e sfrontata? È come dirle che finora non è stata all’altezza…» Mi mordicchio il labbro, indecisa e frustata. Dio mio fa che non alzi il prezzo di nuovo. L’uomo mi fissa interdetto, forse ho scosso qualcosa dentro di lui. Strattona di colpo e stringo con maggior forza. E no, cosa crede di fare? «Lei è un incivile maleducato. Dov’è finita la galanteria?»
«Ecco dov’è finita.» Strattona e mi attacco come una cozza. Sento mollare la presa e di botto crollo a terra con slip e reggiseno, lui s’impadronisce di vestaglia e reggicalze. NO! Che pasticcio, non posso comprare solo due pezzi il costo è totale. «Cosa vuole fare?» «Non le darò la possibilità di comprare il completo, semplice. Non l’avrò io ma non lo avrà neanche lei.» Sorride raggiante e resto impietrita a osservarlo, forse anche un po’ affascinata. La mia bocca si spalanca al colmo dell’indignazione. «Lei è un uomo orribile!» Insomma orribile, non so neanche come riesco a pronunciarlo. «No, lei è una donna orribile.» Oddio, lo crederà davvero? Bene se è la guerra che vuole. Mi alzo e trascino il mio sedere dolorante con me e il mio completino a metà. Che strazio, nessuna notte hard e neanche dichiarazione con anello annesso. Una folla di donne assatanate mi supera facendomi barcollare, le guardo scioccata. Si appropriano di alcune camicie da uomo di Armani e pietrificata penso: ma è bellissima! Mi dirigo verso la meravigliosa camicia quando il mio peggior incubo mi supera di corsa. Non posso crederci, vuole anche quella? Corro e mi lancio con un balzo da trapezista contro la sua schiena agganciandogli le gambe alla vita e le braccia al collo. «Non osi toccare la mia camicia, è per Thomas!» «Se la prendo, lei dovrà barattare qualcosa. Si tolga di dosso!» sbotta infuriato. Inizia a scrollarsi come se avesse delle pulci e mi aggrappo con maggior enfasi come se fossi a cavalcioni su un toro infuriato. Non mollerò la presa, quella camicia è di Thomas. Se avessi una frusta lo domerei com’è giusto che sia. «Si stacchi!» «E lei indietreggi, mani in alto e prometta di non afferrare la camicia….»
Continuiamo a litigare quando una ragazza passa con nonchalance e con una mano afferra il capo conteso. Restiamo basiti e senza parole mentre me ne sto sulle sue spalle come un koala. «Ha visto?» domando rattristata. «Scenda subito» è l’ordine autoritario. Scivolo e ne approfitto per accarezzargli l’ampia schiena. Mi stacco imbarazzata per lo spettacolo e lo libero dal mio aggancio stile wrestling. Non riuscirò a fare alcun acquisto con questo maledetto al seguito. «Ha intenzione di seguirmi? Potrei denunciarla.» «Ho intenzione di prendermi ciò che mi appartiene, viceversa può darmi il completino. Glielo pago il quadruplo e lei continua il suo shopping indisturbata.» «Lei è un ricattatore.» «Lei una guastafeste.» Siamo vicini, ci osserviamo con rabbia e arrossisco. Il suo profumo è così buono, trapassa i sensi… Devo scoprire la marca, è da afrodisiaco! «Che profumo ha messo?» domando posandogli le mani sulle spalle e avvicinandomi al suo collo. «Perché?» Mi afferra le mani e indietreggio per timore mi rubi la mia parte del completino. Non posso dirgli che mi ha letteralmente eccitato, anche se forse non è tutto merito del profumo. Oddio, sto tradendo Thomas con il pensiero? «Perché? Perché? Ma che razza di domanda è! Risponda e basta!» replico concitata per l’imbarazzo. Magari potrei comprarlo a Thomas, anche se un semplice profumo non può certo farlo somigliare a questo fascinoso sconosciuto. Fortunata la sua compagna che avrà pure il mio reggicalze e la mia vestaglia. Che nervi che mi fa e neppure la conosco!
Magari è anche sposato con questa squinternata. È sì, alla fine capita sempre questo nella vita, le sciacquette si prendono sempre i prodotti migliori. «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere, a meno che…» Due occhi blu mi squadrano con uno strano luccichio. Cosa diavolo mi vuole proporre? Insomma, ho chiesto solo una marca di profumo. Le orecchie diventano rosse, lo sento, sto andando a fuoco. «A meno che?» chiedo titubante mentre a fatica distolgo gli occhi dai suoi. Uhm, non ha la fede… Melissa! Accidenti sei un mostro d’insensibilità! Pensa a Thomas. Thomas, Thomas, me lo ripeto tipo mantra. Andrà tutto bene, sono pronta a sentire qualsiasi parola possa pronunciare la bocca sexy dello sconosciuto… Sì, so resistere! In fondo con Thomas mi riesce tanto bene. «Mi lascia il resto del completino e siamo apposto!» Questo è davvero troppo, avrebbe potuto chiedermi la lap-dance, uno spogliarello, una notte di sesso e questo che fa? Vuole il completino. «Lei è… Non ho parole.» Meglio Thomas, lui è un gentiluomo, tranne quando la notte russa. Oltre a questo e al fatto… Okay non è perfettissimo ma non è neanche male. «Allora?» «Allora non se ne parla. Anzi sa che c’è? Vado nel reparto profumi e ne trovo uno migliore del suo.» Come un militare sul piede di guerra, marcio verso il reparto pronta a scovare la misteriosa essenza afrodisiaca. Appena ci metto piede resto scioccata. Quanti saranno? Boccette, boccettine e boccettoni in fila, una di fianco all’altra, impossibile trovare quello giusto. «Bell’impresa la sua.» Sorride divertito e mi sventola davanti agli occhi il completino rosso. Cerco di acciuffarlo senza riuscirci.
«Perché non mi lascia in pace?» «Ha il mio completino.» «Quindi è per lei!» lo prendo in giro compiaciuta. «No, è un regalo. Avanti!» Allunga la mano come un paparino scontento dei capricci della figlioletta e perdo le staffe. Afferro una boccetta di profumo e gliela svuoto addosso. «Ecco cosa merita. Uhm… Che buon profumo!» Lo annuso con finto stupore. Mi ci vuole un secondo per capire che ho scatenato la terza guerra mondiale in piena regola. Scappo via prima che si riprenda dallo shock e, mentre corro tra i vari reparti, acciuffo alcuni capi interessanti. Quanto? Osservo l’etichetta… 400£ non se ne parla. Lo lancio per aria e, mentre mi volto, vedo che finisce addosso al mio acerrimo nemico che va a sbattere contro una commessa. Sorrido compiaciuta e cerco di nascondermi tra le corsie. Non deve trovarmi. Metterò via i pezzi del mio completino, li nasconderò così bene che nessuno dei due avrà ciò che vuole. Mentre svolto sbatto contro un uomo e crollo a terra. «Maledetta strega!» La sua voce penetra nelle mie orecchie e alzo il volto. Resto sbigottita, come ha fatto? Indietreggio trascinandomi sul pavimento e annaspando mi rialzo pronta alla fuga.
Capitolo 2 - Attrazione Corro e perdo una scarpa. Dopo un attimo mi passa accanto volando lasciandomi senza parole. Di certo qualcuno l’ha lanciata, in vita mia non ho mai sentito parlare di scarpe volanti. «Ma lei è pazzo!» urlo indignata, continuando a correre e piegandomi a raccoglierla, non potrei mai lasciare una Miu Miu in balia del nemico. «Se ti prendo te la faccio pagare, pazza.» «Sarei io la pazza?»
Salgo sulle scale mobili scostando la gente. Devo fuggire altrimenti è la fine. Se trovo un posto appartato per nascondermi, e fargli perdere le mie tracce, sono salva. Mi guardo intorno ma non vedo nulla. Dove sono finiti i camerini? Vedo il pazzo acquistare terreno e mi mescolo tra la gente. Mi chiedo per quale losca ragione gli uomini sexy e interessanti o sono gay o sono pazzi, cos’è un epidemia? Dannazione! Devo aver compiuto azioni orribili nella mia vita passata. Beh la spruzzata se l’è meritata tutta. Voglio dire, avrebbe potuto chiedermi qualsiasi cosa e che fa? Vuole solo il completino per la sua fidanzata. Avrebbe potuto propormi d’indossarlo e da cosa nasce cosa… Lasciamo perdere. So solo che maglie e accessori per capelli stanno volando nella mia direzione. Cos’ha la sindrome del tiro al bersaglio? Mi volto e mi accorgo per la prima volta che ormai abbiamo alle calcagna anche la sicurezza. Non posso crederci verrò bandita da Harrods per sempre, senza regali. Chi la sente mia madre? È peggio che affrontare la sicurezza. E tutto per un maledettissimo completino che sono sicura mi starà alla perfezione. Lo sconosciuto sexy mi agguanta per un braccio e un attimo dopo è la guardia che ci afferra. «Insomma che sta succedendo qui? Devo fare il verbale?» Verbale? I miei occhi si spalancano interdetti. Non voglio una macchia sulla fedina penale. «Ehm no vede… Non c’è assolutamente bisogno di arrivare al verbale. Sa un piccolo bisticcio tra innamorati…» butto lì senza rifletterci troppo. «Bisticcio?» chiede la guardia perplessa. «Tra innamorati… certo!» biascica lo sconosciuto sexy in mia direzione stringendomi la vita con possesso. Lo ignoro e sorrido civettuola alla guardia. «Sa com’è, è così caro il mio…» dannazione com’è che si chiama? «… Fidanzato che si è ostinato a volermi regalare questo completino di Valentino. Ma non voglio assolutamente lasciarglielo pagare, non mi sembra giusto. Sa non può immaginare neanche quanta roba mi ha già acquistato.»
Mister sexy mi guarda sbigottito mentre la guardia annuisce comprensiva. «Che brava ragazza. Ce ne fossero altre come lei.» «E poi comprarlo senza provarlo, mi sembra un crimine. Non lo pensa anche lei? E se non mi stesse bene?» continuo imperterrita mettendo su un broncetto irripetibile. «Dubito che non le stia bene» si complimenta la guardia. Poi afferra dalle mani dello sconosciuto gli altri pezzi del completino. «Suvvia glielo lasci provare e lei glielo lasci pagare. Le donne vanno vezzeggiate e coccolate.» Mi strizza l’occhio con fare complice e mi porge il capo. Lo stringo beata, non mi sembra vero che sia tutto mio! «Mi sa che ha proprio ragione lei!» e fischiettando contenta mi avvio verso la cabina di prova. «Vediamo amore come ti sta questo completino.» Lo guardo scioccata mentre mi spinge nella cabina prova e si intrufola con me. «Esca immediatamente da qui…» «No tesoro, devo vedere come ti sta. Cosa vuoi ci sia lì sotto che ancora non ho visto?» Alza le spalle con noncuranza. Arrossisco e vorrei prenderlo a sberle. «Non ho intenzione di spogliarmi con lei qui dentro.» «Come amore mio? Sei così pudica? Pensare che ti vedo nuda tutti i giorni…» Sorride divertito e mi afferra per i fianchi con uno sguardo poco rassicurante. «Cosa fa?» «Dammi del tu cara la mia…» Aggrotta un sopracciglio. «Melissa e tu saresti?» tuono prendendolo a sberle con il reggiseno. «Paul…» A un tratto il camerino viene spalancato. «Faccio la guardia fate con comodo, il vostro segreto è al sicuro.»
Sono sconvolta mentre veniamo richiusi dentro. Inizio a lottare contro il sexy Paul cospargendo il suo petto di pugni. «Cosa fai pazza!» Mi afferra i polsi e mi sbatte contro la specchiera con decisione. «Questo pasticcio è tutta colpa tua!» tuono seccata. «Mia? Ma ti prego, sei tu che hai iniziato.» «Lasciami.» «Tu piantala.» «Ti uccido.» «Allora restiamo così.» «Okay, sono calma.» Paul mi guarda male, faccio dei respiri profondi e, appena sento allentare la presa, mi getto addosso massacrandolo con tutta la mia forza. Non ha senso. Mi afferra per la vita, mi pianta contro lo specchio e mi allarga le gambe con le sue immobilizzandomi. Resto senza fiato. «Sta buona…» Sento il suo cuore battere contro il mio. Se mi metto a urlare e chiamo la guardia? Questo è tentato stupro! Beh, forse potrei essere consenziente. «Non è permesso stare nel camerino delle donne» gli faccio notare con il fiato corto e con poco autocontrollo. Da quando i camerini sono diventati così piccoli? Sto diventando claustrofobica. «Non è permesso nemmeno rubare la roba dalle mani degli altri.» «Non è permesso nemmeno tentare di riprenderla corrompendoli» gli rinfaccio e inutilmente tento di spingerlo. Il suo profumo è davvero qualcosa di devastante, dovrebbero bandirlo dal mercato. Dannati ormoni, sto andando in ebollizione. «Fatti più indietro o rischio di morire soffocata!» «Bene, così riavrò il mio completino e Marcia sarà contenta.»
Marcia? Che nome assurdo! Sa di roba andata a male. Una con un nome così non merita davvero un completino formidabile come questo. Che spreco! «Comprane un altro. Questo l’hanno ideato per me.» «Indossalo e poi valutiamo.» Mi guarda in attesa. «Sei un pervertito» tuono e cerco di colpirlo con la conseguenza di ritrovarmi il suo viso a un soffio dal mio. «Piantala!» mi riprende con rabbia, le sue labbra nel parlare sfiorano le mie e il corpo inizia a bruciare. Oddio! Non avranno mica appiccato un incendio? Non sono pronta per morire in un camerino con l’ormone smosso. «La… lasci…» Non sono sicura di ciò che dico. «Sta zitta, mi hai fatto venire un gran mal di testa con tutto questo parlare e lottare. Sta zitta!» intima minaccioso e, non so perché, anche questo lo rende sexy e desiderabile. «Come osi, io parlo quanto…» Non riesco a finire la frase che la mia bocca viene coperta dalla sua. M’irrigidisco contro lo specchio ma subito mi sciolgo attratta da questo sconosciuto. Voglio diventare un tutt’uno con lui, cerco un contatto intimo e indecente. Neanche il pensiero che ci troviamo in un camerino riesce a fermarmi. Continua a tenermi immobilizzata con il suo corpo e vorrei che mi lasciasse andare le braccia per potergliele allacciare al collo. Una vocina lontana sussurra: Thomas! Chi è? Boh… Lo bacio, lo cerco, lo desidero, lo voglio. Tutto questo è sbagliato! È impossibile, inimmaginabile. Forse ho sbattuto la testa contro lo specchio, sono entrata in coma e… Bene che nessuno mi rianimi più perché labbra così… così… Oh mamma sono a corto di parole.
Il cervello è fritto, i pensieri vagano. Tutto diventa confuso, indistinto. Non so neanche perché sto da Harrods. So solo un dettaglio: non ho mai trovato così eccitante provarmi un vestito! Lascio andare il completino galeotto, che tengo ancora stretto in pugno, per passare le mani tra i suoi capelli biondi. Le dita scivolano sul colletto della camicia e lo sento trattenere il respiro contro le mie labbra. «Ci voleva un bacio per farti mollare il completino» sussurra accarezzandomi ancora la bocca con la sua. A un tratto mi viene il sospetto che, tutto questo bizzarro comportamento, sia solo una viscida tattica per impadronirsi del capo. «A saperlo avrei iniziato prima…» Maledizione! Sono una sciocca in preda agli ormoni! Oltre a ciò pure fedifraga o come caspita si dice. Che umiliazione, come potrò dirlo a Thomas? Non m’importa nulla di Thomas! Afferro i bottoni della camicia e li slaccio ansiosa, se vuole se lo può prendere, io voglio lui! «Se vuoi il completino puoi prendertelo non mi interessa» affermo risoluta tra un bacio e l’altro. Paul afferra l’indumento staccandosi da me e mi freddo per un istante. Osservo il capo stretto nella mano e poi, con sollievo, lo vedo volare via e lui torna a baciarmi. «Al diavolo Valentino!» «Sì, anche Dolce e Gabbana, Miu Miu e tutta la famiglia…» rispondo lasciandomi sfilare la maglia. Lo sento armeggiare con i gancetti del reggiseno e arrossisco appena il tempo di aprirgli la camicia e passagli le mani sul torace perfetto. Potrei svenire, perché il destino non mi ha mostrato prima tutto questo splendore? Lo sento armeggiare con i jeans. Lo sto facendo? Sto per fare sesso in un camerino con un uomo stupendo?
Un uomo stupendo che non è mio, ma sono dettagli insignificanti. È come se mi fosse capitato fra le mani Brad Pitt in persona, sarebbe peccato mortale rifiutarlo. È incredibilmente bello e non posso fare a meno di toccarlo. È vicino, ma è come se non lo fosse abbastanza e sento che per lui è lo stesso da come mi stringe la vita e mi attira a sé. Un attimo e mi ritrovo avviluppata stile koala ai suoi fianchi, rossa in viso e senza fiato. Maledetta Marcia e la sua fortuna sfacciata! Un attimo, un attimo, al diavolo Marcia, ora è qui con me. Lo sento sospirare sul mio collo e poi mi mordicchia con decisione ed esperienza… Wow sarà un vampiro? «Si avvisa la gentile clientela che il centro chiuderà tra dieci minuti…» «DIECI MINUTI!» Apro gli occhi confusa e senza pensarci due volte gli spingo la testa sul mio collo. Mi piace lo stato di ottenebrazione in cui cado, di solito mi ritrovo a contare tristemente le pecore aspettando che Thomas si dia una mossa. «Ehi voi lì dentro, come procede con il completino? Le sta bene come immagino? Il centro sta chiudendo.» «Ma si può avere un po’ di discrezione!» urlo seccata. «DIECI MINUTI?» No, non ci siamo, il mio sogno svanisce ancor prima di quello di Cenerentola! Vi prego, liberalizzate le chiusure dei negozi. «Ormai sono otto…» Il labbro inferiore mi trema per il dispiacere. Paul mi porge i vestiti e non trovo nulla di spiritoso da dire, in realtà l’unica sarebbe: bastano anche solo otto minuti! No, non è la verità. «No che non bastano otto minuti» replica una voce sexy nel mio orecchio. «E allora lasciamoci chiudere dentro!» e gli allaccio decisa le braccia al collo. Mi pare la scelta perfetta, faremo sesso fantastico, avrò a disposizione una notte intera per scegliere i regali migliori, intervallata da altro sesso fantastico. Paul ridacchia e mi ruba un altro bacio.
«Tu sei tutta matta ma mi fai impazzire…» Ci rivestiamo in silenzio, non ho proprio nulla da aggiungere. Forse è meglio così. Sì, è meglio così, tradire in un camerino è come tradire in macchina, davvero squallido. La guardia apre la porta e ci trova ancora intenti a vestirci. Sembra imbarazzato e borbotta un: «muovetevi.» Annuiamo rossi come due pomodori, e restiamo basiti di fronte alla scena: due ragazze si fiondano sul completino rosso di Valentino e cominciano ad accapigliarsi. Ciocche di capelli sono sparse ovunque. Credo di averlo lasciato nel momento giusto, è davvero pericoloso andare in giro con un capo firmato. Lancio uno sguardo a Paul, sorride. Almeno c’è qualcuno che si diverte in tutto questo caos. La nostra guardia si fionda a separare le due ragazze e a noi non resta che andarcene senza nessun acquisto concluso. Altro che grandi occasioni! Beh, non è andata così male. Dopo un colpo di fulmine da Harrods non penso ci tornerò, troppo rischioso se lo shopping mi fa questo effetto. Ci ritroviamo fuori, uno di fianco all’altro, a osservare l’insegna sino a quando le porte vengono serrate. «È stato un piacere!» Allungo una mano per stringerla, è la fine più giusta per tutta questa follia. «Il piacere è stato mio.» Stringe la mano e continua: «dopo questa lotta non hai fame?» Annuisco incapace di dire altro. Io adoro Harrods, qui tutto può davvero succedere. Le nostre mani continuano a stringersi, mentre un sorriso mi sfiora le labbra. Al diavolo Thomas, al diavolo gli addobbi di Natale, i regali che non sono riuscita a comprare, al diavolo tutto… Ora, è il destino che chiama e sarebbe un crimine non assecondarlo. Harrods ti adoro!
Capitolo 3 – Due chiacchiere al bar
Il tavolo sembra troppo grande e a volte troppo piccolo. Grande quando il mio piede non riesce a sfiorare quello di Paul e piccolo quando la sua mano sfiora la mia e… Ed è davvero una sensazione sconosciuta che mi striscia dentro. Sarà uno stregone, il suo profumo una pozione d’amore, ho i sensi ottenebrati dal desiderio. Cielo, lo desidero in maniera vergognosa, lo sento nello stomaco, un calore che mi invade il corpo. «Come mai era così importante il completino rosso, Melissa?» Melissa… Resto intrappolata dal movimento delle sue labbra. Il mio nome scandito dalla sua voce sa di frutta esotica. Vorrei sentirglielo pronunciare a un passo dalla mia bocca schiusa, la sua lingua che scivola dentro… Oh signore! Melissa, ricomponiti all’istante. Afferro il bicchiere e bevo l’acqua tutta d’un sorso. Ho la febbre, uno di quei febbroni da cavallo dove il paracetamolo non può fare nulla. Ho bisogno di lui, delle sue mani sul mio corpo per spegnermi. «Melissa?» «Sì, presente.» Rido isterica. «Ero sovrappensiero, scusami.» Tossicchio dandomi un contegno ma è difficile. Flash di ciò che è successo meno di un’ora fa mi si affacciano nella mente. Sono lampi di seduzione, desiderio, incendio ormonale. Non starò per caso diventando una ninfomane? Sono malata, non esiste altra spiegazione a questo sconvolgimento interiore. Poso lo sguardo su un uomo poco distante da noi, dire che è brutto è un complimento, secondo me anche la sua povera mamma ci sarà rimasta male quando è nato eppure non basta a raffreddarmi i bollenti spiriti. Fino a oggi non pensavo neanche di avere uno spirito bollente. Melissa! Mi sgrido ancora una volta, quanta cattiveria… Deve essere colpa di questa voglia indecente e peccaminosa che cerco di soffocare con immagini raccapriccianti ma non è carino nei confronti del prossimo. «Mi serviva per sedurre il mio… il mio…» mi vergono a dirlo ma in fondo è già al corrente della situazione e anche lui ha il suo yogurt andato a male a cui fare un regalo fin troppo bello. «Fidanzato. Siamo insieme da un po’ e ancora…» Alzo le spalle delusa. «Ecco perché sei così assatanata. Ancora…» fa un cenno con la mano. «Mi dispiace.»
«Ma cosa dici?» tuono indignata. «Certo che facciamo sesso» lo urlo e una serie di teste si voltano dalla mia parte. Arrossisco imbarazzata. «Non mi ha ancora chiesto la mano» sputo la verità in un sussurro. «Ah… è questo! Mi dispiace, pensavo che fosse impotente o affetto da qualche sindrome strana. O peggio, un religioso incallito da sesso solo dopo il matrimonio.» «No, per l’amor del cielo!» esclamo. Non che il sesso con Thomas sia spettacolare ma è meglio di niente. «Ti piace il sesso, difficile trovare una donna che ne parli così apertamente.» «Sì, mi piace ma possiamo cambiare discorso?» «Dopo quello che c’è stato nel camerino credo sia meglio, temo di perdere il controllo e farlo qui sul tavolo.» «Qui?» strabuzzo gli occhi e guardo il numero di persone che ci circondano. «Sì, qui.» La fantasia prende il galoppo, nel vero senso della parole, e mi vedo sbattuta sul tavolo del ristorante con lui… oh, mio Dio! Melissa… respira. «Cambiamo discorso, ti prego.» «Sì, è meglio. Che lavoro fai?» «Lavoro…» biascico la parola come se avesse un suono sconosciuto e un significato arcano. Dovrei pensare a qualcosa di senso compiuto da dire ma a me viene in mente solo l’atto incompiuto di poco fa. Mi chiedo se davvero Paul avrebbe il coraggio di stendermi su questo tavolino davanti a tutti. Sarebbe poco british, poco socialmente corretto ma dannatamente eccitante. Chissà se reggerebbe. «Sei disoccupata?» Paul mi sventola le cinque dita davanti al naso e le sniffo come una drogata. Accidenti che buon odore! Devo scoprire che profumo è. Magari spruzzato su Thomas mi fa lo stesso effetto. Mmh… Dovrebbe avere anche gli stessi occhi, la stessa mascella decisa e mascolina, le stesse dannate labbra carnose. «Disoccupata? No, perché?» Devo essermi persa qualche passaggio importante. «Sono una manager! Ma che ti credi?» «Oh, oh, una manager, addirittura. E stavi a sbavare su un completino di Valentino da 150£?»
Mi mordicchio il labbro nervosa, non ha tutti i torti. «Sono affetta da risparmio congenito» annuncio. Risparmio che? Suona assurdo anche a me. Non mi sembra il caso di raccontare a un perfetto sconosciuto i miei drammi lavorativi e i miei stipendi da fame. Se ho mentito ai miei posso mentire anche a lui. «Risparmio congenito?» «Certo!» annuisco convinta ma sono lungi dall’esserlo. «Mia madre è sempre stata fissata con l’economia. Mi ha insegnato a vivere in maniera morigerata. Pensa ci dava da mangiare pane e acqua se lo stipendio di mio padre diminuiva di poco. Così, nonostante il mio salario a sei cifre preferisco risparmiare sull’inutilità dei beni materiali.» Wow! Sei cifre, come ho sparato in alto. Quando si sogna meglio farlo in grande stile. «Allora sei una viaggiatrice» afferma convinto. «Viaggiatrice? Non esattamente.» Conosco Londra e l’Italia se questo vuol dire essere una viaggiatrice allora sì lo sono, ma dubito che Paul voglia dire questo. «Allora hai intenzione di portarti i soldi nella tomba?» «Tomba?» scatto sulla sedia e mi porto la mano destra sulla tetta destra e la sinistra sulla sinistra. «Cosa fai?» domanda Paul scioccato e il suo sguardo cade proprio sui miei seni strizzati nelle mani. «Porta sfiga pronunciare la parola tomba a casa mia….» Sbarro gli occhi. «L’ho ridetto.» Strizzo più forte in segno scaramantico. «Se lo fai ancora non rispondo di me.» «Cosa questo?» Il seno schizza fuori ancora un po’ dalla maglia e devo ammetterlo mi sento tanto la Belen o una super modella con il decolté da paura e mi piace l’effetto che ho su Paul, il modo in cui mi guarda. Mi sta spogliando con gli occhi, desiderata in maniera così indiscreta che mi metterei a ballare la lap-dance sul tavolo liberandomi di questi inutili stracci.
Lui afferra il calice e butta giù il suo vino in un sorso. Il blu delle iridi si scurisce, diventa un lago di perdizione e io continuo a tenermi il seno come una deficiente. «Piccadilly.» «Pic… picca che?» domando senza capire. «Casa mia è a Piccadilly, dieci minuti e siamo lì.» A casa sua? Sta scherzando? No, non scherza, dal modo in cui mi guarda mi sembra serissimo. Il cuore inizia a pompare frenetico, spero di non avere una malattia cardiovascolare sarebbe il momento sbagliato per scoprirlo. Magari gli muoio tra le braccia nel momento peggiore. Wow, sarebbe una morte gloriosa. Deve avermi contagiato con la storia dei soldi nella tomba... L’ho ridetto e… Strizzo senza volerlo. Paul perde il controllo. Butta sul tavolo 40£ e io lo guardo scioccata. «Ma sono troppe.» «Non ha importanza.» Si alza, la sedia stride sul pavimento e poi la sua mano sul mio braccio. Mi mette in piedi con forza, afferra il cappotto e mi aiuta a indossarlo. Non riesco a crederci, che diamine sto combinando? Seguire uno sconosciuto a casa sua? E se si trattasse di un parente alla lontana di Jack lo squartatore? Mi troverei sventrata in men che non si dica con una motosega conficcata nello stomaco. Rabbrividisco al solo pensiero. Oddio, se fosse un perverso maniaco sessuale? Uno tipo Christian Grey di cinquanta sfumature? E senza accorgermene mi ritrovassi invischiata in qualche giochino perverso? In fondo da come si è presentato prepotente ed egocentrico lo è… pure parecchio ormonale. Mmh potrei fare una brutta fine… No, in fondo qualche corda e benda non ha mai ucciso nessuno, no? Potrei essere la nuova Anastasia. Mmh certo non sono più vergine ma considerando Thomas è come se lo fossi da una vita. «Dove… Dove andiamo… Forse non è una buona idea…» Rabbrividisco appena l’aria gelida e umida di Londra mi accarezza il viso e non sono pronta. Paul si volta mi spinge con forza contro il muro e mi bacia. Anzi no “MI BACIA”. Sento il suo sapore, il suo calore invadermi ed è meraviglioso. Le sue mani si posano sul seno e stringono… Oh!
«Paul…» mi lamento contro le sue labbra. «Non so se resisto… Hai detto dieci minuti?» «Dieci minuti… In taxi, a quest’ora, anche meno.» «Vada per il taxi.» Lui si stacca da me e in risposta, senza contegno, lo afferro per i capelli lo faccio voltare e mi fiondo sulle sue labbra. Quest’uomo è un afrodisiaco. È… Non so trovare aggettivo migliore. Il cervello e l’ultimo neurone se ne sono andati in pensione da un pezzo. Mi ritrovo le sue mani sotto al cappotto, le mie, non so come, si intrufolano sotto la camicia tirata via da i jeans. E di nuovo tutta questa stoffa mi sembra una barriera inutile tra noi due. Come inutili sono tutte le sciocche convenzioni. «Mel…» sospira contro la mia bocca. «Riesci a non toccarmi per dieci minuti altrimenti a casa non ci arriviamo.» Mel, mi ha chiamato Mel? Siamo già arrivati ai nomignoli? Con Thomas ci sono voluti mesi e con uno sconosciuto siamo già a Mel e chissà magari dopo il sesso a tesoro, cucciola o pulce… Pulce? No, meglio di no… Amore, sì mi piacerebbe essere chiamata amore. «Tu hai iniziato per primo e non mi piacciono le cose lasciate a metà!» «Ah sì? Sarebbe colpa mia?» chiede scrutandomi con attenzione. «Chi si è toccata il seno fino a poco fa?» «E chi ha un umorismo british così infelice da parlare di tombe davanti a una donzella più che viva?» Ops, l’ho detto di nuovo e d’istinto le mani abbandonano quegli strati di pelle calda per posarsi sui miei seni. Fine dell'estratto Kindle. Ti è piaciuto?
Scarica la versione completa di questo libri