In amore tutto può succedere tutta colpa di new york extra 1 5

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741 Prima edizione ebook: marzo 2014 © 2014 Newton Compton editori s.r.l. Roma, Casella postale 6214 ISBN 978-88-541-6804-6 www.newtoncompton.com Realizzazione a cura di Librofficina

Cassandra Rocca

In amore tutto può succedere Tutta colpa di New York extra 1.5

In amore tutto può succedere Se sognare un poco e` pericoloso, la sua cura non e` sognare di meno ma sognare di piu`. Sognare tutto il tempo. Marcel Proust


Brooklyn, New York, il giorno di Natale «Forse dovresti andare da solo», disse Clover, bloccandosi, a pochi passi dalla porta di una villetta elegante nei pressi di Brooklyn. Cade rallento`, un sorriso comprensivo sulle labbra. «Ti ricordi cosa ha minacciato di fare mia madre?» «In questo momento non mi ricordo neanche come mi chiamo», bofonchio` lei, dando un calcetto alla neve sul vialetto. «Ha detto che se non ti portavo al pranzo di Natale, non sarei piu` stato il suo figlio preferito». I grandi occhi screziati di Clover si alzarono per incontrare i suoi. «E per te e` cosi` importante essere il figlio prediletto? Voglio dire, hai gia` tutte le fortune di questo mondo! Potrai lasciare il privilegio a tuo fratello Jake, dopo trent’anni, giusto?». Con l’enorme pazienza che lo contraddistingueva, e che lei amava ogni minuto di piu`, Cade le circondo` l’esile vita con le mani, cercando il suo sguardo. «Andra` tutto bene, amore. La mia famiglia e` a posto, non e` complicata come la tua». «Ma e` proprio questo il problema: non ho dimestichezza con le famiglie da catalogo natalizio! So gestire la mia, con tutti i difetti e le stranezze che la contraddistinguono, ma fronteggiare tutti i tuoi parenti meravigliosi e splendenti e` troppo! Penseranno: “Ehi, ma che diavolo passava per la testa di Cade? Questa ragazza e` cosi` rozza e insignificante! Niente a che vedere con quelle sventole alle quali si e` accompagnato finora, ricche, famose, e bellissime, e…”». Ridendo piano, Cade le mise una mano sulla bocca per farla tacere. «Ok, puo` bastare, lingua lunga!». Clover gli morse il palmo, riuscendo liberarsi. «Ahi! Adesso mordi anche?» «Oh, non hai idea di tutte le cose terribili che posso fare! In fondo non mi conosci quasi, stiamo insieme da troppo poco tempo. Sei abituato a portare a casa tutte le donne con cui vai a letto, dopo solo una manciata di giorni?» «Certo che no». «Appunto! Allora perche´ hai fatto un’eccezione proprio per me?»


«Lo sai». «Rinfrescami la memoria», sbuffo` lei. Cade le afferro` i lunghi capelli rossi ai lati del viso, costringendola a sollevarlo. Con l’espressione piu` seria che gli riusci`, la guardo` negli occhi. «E` tutta colpa tua. Quando sono venuto a New York per nascondermi dai paparazzi, mi sei piombata fra capo e collo…». «Veramente io…». «E da quel momento hai usato tutte le tue arti subdole per rendermi schiavo», la interruppe lui, stringendo piu` forte le ciocche morbide. «Mi hai portato a spasso per la citta` come un cagnolino, mi hai abbagliato con tutte quelle luci e i festoni, assordato con la musica natalizia e drogato di cioccolata e marshmallow. E, una volta istupidito per bene, mi hai mostrato le cose piu` belle della vita, mi hai ricordato i miei antichi sogni. Hai sorriso e mi hai baciato… e quello e` stato il colpo di grazia. Ora non posso piu` guarire: sono completamente in tuo potere», concluse, con voce dolce. Poi sorrise, malizioso. «Ma come ogni incantesimo che si rispetti, c’e` sempre un prezzo da pagare: e il tuo e` il pranzo di Natale con i miei». Le diede un rapido bacio sulle labbra fredde e riprese a trascinarla lungo il vialetto. Con un sospiro, Clover lo lascio` fare. «E va bene, suppongo di dovertelo. Ma se i tuoi mi detesteranno, non prendertela con me». «Me ne ricordero`, promesso», sorrise Cade, suonando il campanello. La porta si apri` immediatamente e apparve una donna alta e mora, molto bella, che parve illuminarsi come un albero di Natale. «Cade! Finalmente sei arrivato! Sono davvero felice di vederti!», esclamo` la sconosciuta fasciata in un abito di seta rosso, piu` seducente che natalizio, facendosi avanti per abbracciarlo. Clover inarco` le sopracciglia e sbatte´ le palpebre. E quella chi era? Da quel che ne sapeva, Cade non aveva sorelle dai capelli scuri, ne´ cugine alla lontana con un lieve accento europeo. E poi, quanti secondi doveva durare un abbraccio, prima di diventare inopportuno? A suo dire, molto meno di quanto stava durando quello fra ilsuo uomo e quella panterona…


Cade fece finalmente un passo indietro, sorridendo. «Scusa il ritardo, ma…». «Non siamo in ritardo, e` mezzogiorno in punto», lo interruppe Clover, lievemente infastidita. Non aveva nessuna intenzione di far capire a quella bellona che era stata la sua ansia a rallentarli. Gli occhi della donna si appuntarono su di lei, facendola sentire piccola e scialba. Clover raddrizzò le spalle e la studio` a sua volta: gambe lunghissime e toniche, fianchi accarezzati dalla seta del vestito – sicuramente un Valentino –, occhi ambrati e lunghi capelli lisci, perfettamente in ordine. Un profumo costosissimo la avvolgeva, e ogni cosa in quella donna parlava di successo, ricchezza e charme. Come poteva lei, piccola ed esile, con i suoi selvaggi capelli rossi, il trucco semplice e un abito di maglia che fino a pochi minuti prima le era sembrato adorabile, competere con tanto splendore? Per reazione, fece cio` che le riusciva meglio: affilo` le unghie, passando al contrattacco. «Noi newyorkesi non siamo soliti arrivare con largo anticipo, preferiamo ottimizzare il tempo. In California e` diverso?» «Io sono per meta` francese, quindi non saprei», sorrise la donna, porgendole la mano. «Piacere di conoscerti, io sono Monique». La fidanzata del fratello di Cade… “Ottimo inizio, Clover!”, sbuffo` mentalmente. Farsi venire un attacco di gelosia e azzannare un membro acquisito della famiglia Harrison era stata una mossa geniale. Strinse la mano a Monique, che si fece da parte per farli entrare. «Non siete in ritardo, gli altri sono arrivati da pochi minuti. Solo che tua madre era molto ansiosa di vederti», disse, rivolta a Cade. «Non ne dubito», ridacchio` lui, sospingendo delicatamente Clover verso il soggiorno. “Ci siamo”, penso` lei, prendendo un profondo respiro per farsi coraggio. Sei persone riempivano lo spazio in quella che sembrava una stanza uscita da una rivista di arredamento, calda, ben illuminata e addobbata a festa, tutta nei toni del


verde, nero e crema. Clover non aveva mai visto nessuno di loro, eppure non fu difficile attribuire un nome a ogni volto. Su un ampio divano erano seduti i genitori di Cade. Grace Cooper Harrison era voltata per meta`, ma Clover riusci` a notare la bellezza ancora giovanile del suo volto anche da quell’angolazione. Aveva lunghi capelli biondi, raccolti sulla nuca in un’acconciatura elaborata, e indossava un vestito semplice ma di gran classe, nero, con il collo impreziosito da ricami in pizzo. Accanto a lei, il marito William risultava imponente anche seduto. I capelli chiari ingrigiti sulle tempie e il viso abbronzato e segnato dal tempo contribuivano a renderlo affascinante. Nonostante la moglie gli stesse raccontando qualcosa, con evidente entusiasmo, lui sembrava assorto in altri pensieri, e giocava distrattamente con i bottoni del suo gilet. Su una poltrona posta ad angolo retto rispetto al divano era seduta una ragazza sui venticinque anni bionda e composta, che sfogliava una rivista. Doveva essere Heather, la figlia numero tre, designer d’interni. In piedi davanti al caminetto scoppiettante, un uomo alto, abbigliato in modo casual-chic, e una ragazza giovane, molto alla moda, discutevano animatamente di qualcosa. C’era qualcosa di familiare in quegli occhi azzurri: dovevano essere Jake e Cecile Harrison, figli numero due e quattro. Solo al ragazzo impegnato con lo smartphone accanto alla finestra, Clover non seppe dare un’identità. Di sicuro non era un parente degli Harrison, che sembravano esser stati fatti in serie, vista l’enorme somiglianza fra di loro. Di altezza media e con i capelli castano ramati, lo sconosciuto non somigliava a nessuna delle divinita` bionde presenti, ne´ i suoi lineamenti suggerivano analogie con quelli di Monique. Distratta dai saluti festosi all’indirizzo di Cade, Clover smise di pensare e si concentro` sul presente. Se anche non fosse stata al corrente dell’amore sconfinato che legava ogni membro della famiglia Harrison, lo avrebbe chiaramente intuito dagli atteggiamenti di quelle persone. Baciavano e abbracciavano Cade come se non lo avessero visto per mesi, mentre era stato con loro fino alla mattina precedente. Clover provo` a ricordare quando era stata l’ultima volta in cui, nella sua famiglia, si era consumata una simile dimostrazione di affetto ed entusiasmo: probabilmente mai. Gli O’Brian non erano mai troppo sentimentali, ma di sicuro potevano concorrere per aggiudicarsi il Nobel per la falsa cortesia.


Tutti quanti la salutarono affettuosamente come se davvero non vedessero l’ora di incontrarla, e questo la rincuoro`. Il ragazzo misterioso si presento` per ultimo come Scott Waves, il segretario tuttofare di Cade. «Ero davvero ansiosa di conoscerti, Clover». La madre di Cade si fermo` di fronte a lei con un largo sorriso, evidentemente desiderosa di approfondire fin da subito la sua conoscenza. Clover ricambio` il sorriso, sulle spine. Era assurdo ricordare con quanta naturalezza avesse trattato un famosissimo divo di Hollywood come Cade, durante il loro primo incontro, e paragonarlo al disagio che avvertiva in quel momento. «Anche io ero molto curiosa, signora Harrison», rispose, sperando di apparire come la buona ragazza educata che ogni mamma vorrebbe vedere accanto al proprio figlio. «Chiamami pure Grace, non essere formale». «Mamma, cerca di non spaventarla, d’accordo? Lo è gia` abbastanza di suo», scherzo` Cade, dando una stretta rassicurante alla mano di Clover, che lo fulmino` con un’occhiata. «Non e` me che deve temere, ma tuo padre. Lui si` che e` un osso duro!», scherzo` Grace. Nel vedere gli occhi di Clover spalancarsi per il panico, sorrise e la prese per un braccio. «Vieni cara, siediti con noi. Vogliamo sapere tutto di te!». Con gentile fermezza la trascino` fino al divano e, in un attimo, Clover si ritrovo` schiacciata tra i coniugi Harrison, mentre Cade, il suo unico alleato, veniva relegato su una poltrona a distanza di sicurezza. “Rilassati”, si ingiunse, piu` di una volta. Era normale che quelle persone volessero conoscerla e che fossero incuriositi da lei: il loro amato Cade era in procinto di dichiarare al mondo intero che si era innamorato durante le vacanze passate a New York, e sempre a causa sua avrebbe passato del tempo lontano da Los Angeles e dai suoi affetti. Come minimo volevano essere sicuri di lasciarlo in buone mani. “Hai rubato il cuore di un uomo meraviglioso in una manciata di giorni. Perche´ dovresti risultare antipatica alla sua famiglia?”, si chiese, per calmarsi. Nei minuti successivi rispose educatamente a tutte le domande che i genitori e i fratelli di Cade le rivolsero, sulla sua vita a Staten Island e sul suo lavoro di personal


shopper. Benedi` mentalmente Monique per lo champagne appena servito, che sperava potesse scioglierle un po’ i nervi, e si lascio` andare a una conversazione tranquilla sulla moda insieme alle sorelle di Cade. Lui le lanciava continue occhiate rassicuranti, con quei meravigliosi occhi azzurri che tanto amava, e non sembrava affatto preoccupato dell’attenzione che i suoi familiari le rivolgevano. Cade era molto sicuro di se´ e non aveva paura di nulla. Oltretutto, era gia` stato in quella situazione: aveva conosciuto la sua famiglia settimane prima, e sua madre per poco non gli aveva sbavato addosso! Di certo non si era preoccupato di non piacere agli O’Brian: tutti adoravano l’uomo piu` desiderato d’America. “E lui ha scelto te. Questo dovrebbe farti camminare a testa alta per il resto della vita!”, si disse, traendo un profondo respiro. Quando Jake Harrison, con quel fascino distratto perfettamente intonato alla sua idea di scrittore di successo, propose di pranzare, Clover ne gioi` segretamente. A tavola, con le mani impegnate e la bocca piena, tutti sarebbero stati sufficientemente distratti e non avrebbero piu` pensato a lei. Ma la madre di Cade sembrava avere altre idee… «Clover, puoi aiutarmi con i piatti?». Clover guardo` Cade con uno sguardo che sembrava dire: “Salvami, ti prego!”, al quale lui rispose immediatamente, alzandosi. «Vi do una mano». «Non e` necessario, tesoro. Io e la tua ragazza siamo perfettamente in grado di cavarcela da sole. Non e` vero, Clover?». Lo sguardo di Grace sembrava perforarla, non lasciandole altra scelta. Clover annui`, alzandosi, e si incammino` dietro la donna, preparandosi mentalmente alla tipica ramanzina materna del tipo: “Non so chi sei, ne´ cosa vuoi, ma se farai soffrire mio figlio te ne faro` pentire amaramente!”. Il silenzio della spaziosa cucina ultramoderna le accolse. Grace si avvio` verso l’angolo piu` appartato, e Clover si irrigidi` ulteriormente. La stava forse portando lontano dalla porta per non far sentire agli altri cio` che aveva intenzione di dirle? Voleva metterla in guardia cosi`, su due piedi, senza darle neanche un po’ di fiducia?


«Allora, Clover, avrei un paio di domande da farti», inizio` la madre di Cade, girandosi a guardarla. Clover attacco`. «Mi ascolti: so che non sono proprio il meglio sulla piazza e che suo figlio poteva certamente aspirare a qualcosa di piu`. So anche che lei non mi conosce e che muore dalla voglia di farmi il terzo grado per cercare di capire se Cade ha fatto la scelta giusta e se puo` fidarsi a lasciarlo nelle mie mani. Be’, le risparmio la fatica e le rispondo personalmente: no! Non ha fatto un affare vantaggioso! Io sono la persona meno adatta a stare accanto a un uomo del suo calibro, parlo troppo e quasi sempre a sproposito, non so stare davanti alle telecamere e non sopporto i giornalisti. Cade vive di queste cose, e io temo che lo faro` sfigurare in piu` di un’occasione. Non ho problemi a trattare con gli estranei, sono affabile e gentile per mestiere, ma nei rapporti interpersonali sono una frana e ho paura che la vostra prima impressione su di me sara` tristemente negativa. Ma posso capirlo, e non vi biasimero`: non sono simpatica nemmeno alla mia famiglia! So anche che vi dispiacera` ancor di piu` scoprire che non ho nessuna intenzione di trasferirmi a Los Angeles e che per questo Cade passera` del tempo lontano da voi, ma purtroppo non sono pronta a cambiare totalmente la mia vita. Non mi aspettavo di vivere una simile esperienza, sono ancora frastornata dall’amore che Cade dice di provare per me e mi aspetto che da un momento all’altro ci ripensi e mi dia il ben servito. Non so cosa lo abbia colpito tanto di me, abituato com’era a tutte le donne perfette che gli orbitavano intorno… Forse il freddo a cui non e` abituato gli ha congelato la testa. Posso solo dirle che amo suo figlio, e che i suoi soldi, il suo successo e la sua bellezza stratosferica non hanno avuto un ruolo importante in questa situazione. Mi sono innamorata di lui perche´ e` dolce, premuroso, perche´ mi ascolta e sa sorprendermi, e mi fa sentire speciale come nessun altro ha mai fatto prima d’ora. Percio` ho intenzione di godermi l’immensa fortuna che mi e` capitata, e spero tanto che lei e suo marito possiate accettarmi, per tutto il tempo in cui Cade vorra` stare con me, chiudendo un occhio sulle mie innumerevoli mancanze». Grace rimase in silenzio a fissarla, il volto inespressivo, per un lunghissimo istante. Clover, che si aspettava uno sguardo sdegnato, un’esplosione di rabbia o un gelido sorriso di cortesia, rimase spiazzata quando la donna scoppio` a ridere di gusto. «Gesu`, non credevo di terrorizzarti tanto!», esclamo`, asciugando una lacrima d’ilarita` all’angolo dell’occhio. Poi cerco` di ricomporsi. «Sei davvero cosi`?»


«Temo di essere anche peggio» bofonchio` Clover. Grace annui`, poi le accarezzo` una guancia. Un sorriso dolce, a lei familiare, le apparve sulle labbra. «Sono contenta che Cade ti abbia incontrata, dico sul serio. Non lo vedevo cosi` felice da tantissimo tempo. Le donne che sono passate dal suo letto prima di te non hanno mai saputo nemmeno sfiorare il suo cuore. Questo la dice lunga, non credi? Evidentemente non erano poi cosi` perfette come pensi». Piu` rilassata, Clover si strinse nelle spalle. «Be’, non si affezioni all’idea: potrebbe ancora rinsavire». «Io non credo, e sai perche´? Perche´ Cade e` come me: capisce subito qual e` la sua strada. Mi e` capitato lo stesso con William: l’ho visto e l’ho voluto nel giro di mezza giornata! Lui era cosi` burbero, rigido… eimpolverato! Lavorava in un cantiere edile per la ditta di mio padre e diceva di non avere tempo per le donne, soprattutto per quelle di buona famiglia perfettamente pettinate e che profumavano di rose…». Grace scosse la testa, emozionata dai propri ricordi felici. «Io non gli ho dato tregua, e alla fine sono riuscita a vincere la sua reticenza. Non mi importava affatto che fosse senza un soldo o che avesse mille insicurezze, era la persona che volevo avere accanto. Quando incontri la tua anima gemella, lo capisci all’istante». Grace le diede un buffetto sulla guancia, e si allontano`. «Percio` puoi rilassarti ed essere te stessa, perche´ e` la vera Clover che ha catturato il cuore di mio figlio, e io sono ansiosa di essere catturata a mia volta». Clover invio` un ringraziamento al cielo. A quanto sembrava, l’esame era stato superato a pieni voti. Di colpo si ricordo` di cio` che aveva detto Grace poco prima che lei attaccasse a parlare, e aggrotto` la fronte. «E le domande che intendeva farmi, allora?» «Oh, giusto: preferisci l’anatra, l’oca o il tacchino? Abbiamo preparato un po’ di tutto. Sei allergica a qualcosa? Cecile e` allergica alle noci, quindi non mangera` le Mince Pie, per lei ci sara` la torta di zucca. E naturalmente il Pudding…». Erano quelle le domande che intendeva farle?! Trattenendo una risata, Clover afferro` due dei piatti pronti da portare in tavola. «Ecco una cosa di cui non dovra` mai preoccuparsi, Grace: io mangio qualunque cosa!».


La giornata prosegui` in modo perfetto. Sparita la tensione che l’aveva accompagnata da quella mattina, anche Clover fini` col divertirsi e partecipare al clima di allegria che regnava nella casa. Seduta sul divano tra Scott e Jake, era intenta a scherzare sulle figuracce piu` imbarazzanti fatte da Cade nel corso della sua carriera, quando vide William Harrison trascinare una sedia vicino al camino, momentaneamente separato dal gruppo. D’impulso si scuso` con i suoi interlocutori e si avvicino` al caminetto, decisa a rompere il ghiaccio. Nonostante le parole iniziali di Grace, non credeva affatto che William fosse l’osso duro della famiglia, al contrario: il padre di Cade sembrava il meno interessato a conoscerla. E questo, ovviamente, la teneva sulle spine. «Posso farle compagnia?», chiese, affiancandolo. William sollevo` la testa grigia e annui`. «Se ti fa piacere». «Il clima e` molto rigido, vero?», gli chiese, gentilmente. «Ho notato che fa tappa davanti al camino a intervalli regolari». «A Los Angeles si puo` stare in maniche di camicia, durante il giorno, anche in inverno». «Cade me lo ha detto. Ma a Natale il freddo fa parte dell’atmosfera». «Forse per i giovani come voi. Alla mia eta`, questa “atmosfera” rende le giunture doloranti». Clover sorrise. «Non e` poi cosi` vecchio». «Non ti fermero`, se vuoi adularmi. Parlo poco, ma mi piace ascoltare», ribatte´ lui mantenendo un’espressione burbera, ma con una chiara nota divertita nella voce. Clover si sedette a terra, le gambe incrociate, e lo osservo`. «Non sono molto brava ad adulare le persone, ma una cosa e` certa: lei mi incuriosisce. E` stato l’unico a non torchiarmi di domande e non so se considerarlo indice di un totale disinteresse nei miei confronti o semplice riserbo». «Quando ho sposato mia moglie ci siamo divisi i compiti: io avrei portato i soldi a casa e lei avrebbe socializzato anche per me. La fortuna che ho accumulato negli anni e` stata direttamente proporzionale all’aumento di parole che Grace e` in grado di pronunciare», rispose Will, un accenno di sorriso sulle labbra piene e


un’improvvisa dolcezza negli occhi. Clover intravide per un istante il fascino che Grace doveva aver notato in lui piu` di trent’anni prima e capi` perche´ ne fosse rimasta ammaliata. Doveva esser stata una bella soddisfazione veder capitolare un uomo chiuso come quello. William torno` a osservare le fiamme nel camino. «Non ho bisogno di farti mille domande per capire che tipo sei, preferisco osservarti. Le azioni di una persona esprimono molti piu` concetti di tante belle parole». «Sono d’accordo». «Se vuoi sapere come la penso, per poterti rilassare definitivamente, posso dirti che credo tu sia una brava ragazza, con i piedi per terra e la testa sulle nuvole. Un mix affascinante».

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