Candida: amica o nemica?

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MA LA CANDIDA È UN’AMICA O UNA NEMICA?

di URBANO BALDARI Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia e Venereologia Direttore Sanitario del Poliambulatorio Kymeia Cesena

Questo inizio provocatorio ha chiaramente uno scopo: attrarre l’attenzione di chi legge su un argomento spesso e volentieri poco considerato, oppure, al contrario, sopravvalutato. Ad esempio, secondo la specialità di appartenenza, i medici sono spesso portati ad attribuire a questo fungo un ruolo di scarso rilievo, oppure a ritenerlo “colpevole”, molto al di là dei suoi reali “demeriti”. Dipenderà forse dalla relativa facilità con cui esso si trova nelle colture dei secreti di molte mucose che drenano all’esterno, come vagina, cavo orale, intestino. La Candida (Monilia) albicans è un fungo saprofita, appartenente alla famiglia dei Saccaromiceti (lieviti). Vive normalmente nel cavo orale, nel tratto gastrointestinale, nella pelle, nella vagina e nelle mucose di persone sane. Nell’economia operativa del nostro organismo, aiuta in alcuni processi metabolici e biologici e nella digestione degli zuccheri, mediante un processo di fermentazione. Esistono più di settanta ceppi diversi di Candida e solo venti circa possono comportarsi da patogeni per l’essere umano. La Candida secerne circa ottanta differenti tipi di tossine, alcune delle quali molto tossiche. OMEOPATIA OGGI


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La teoria della “sindrome da candida” (o da lieviti) ipotizza che quando il sistema immunitario s’indebolisce, la Candida coglie l’opportunità per estendere il suo territorio, passando dalla forma innocua a quella patogena (colonizzando vari organi: bronchi, polmoni, cervello, ecc.). Di volta in volta, sono stati considerati come fattori favorenti: un’alimentazione errata, l’uso di farmaci e vaccini, lo stress, un’intossicazione da metalli, infezioni batteriche e/o virali. Quando l’ambiente intestinale non è più in equilibrio, la Candida muta forma, diventando miceliale. In questo passaggio di forma si permette alle “ife” di radicarsi negli strati più profondi delle mucose. Gli stati infiammatori che conseguono, possono aprire delle brecce sulle pareti (leaky gut syndrome), attraverso le quali passano direttamente nel sangue spore (unità cellulari nascenti micotiche), frammenti di proteine non ancora digerite, oltre a scorie tossiche secrete dai funghi stessi, provocando l’intervento immediato del sistema immunitario, che li riconosce come invasori. La migrazione dei funghi attraverso le aperture di passaggi, consente alle spore di viaggiare nel flusso sanguigno verso nuovi territori da colonizzare. Questo è il motivo per cui rimuovere un fungo è molto difficile: anche rimuovendo il piano superficiale, le “ife” che sono penetrate nelle profondità ricrescono prontamente nel terreno umido e infiammato. Anche le spore hanno una notevole resistenza: possono rimanere “dormienti” per anni, per poi riprendere l’attività non appena le condizioni del terreno lo permettano. Il passaggio dalla colonizzazione latente e asintomatica di questi funghi (presente in molti individui sani) a un’infezione sintomatica (candidosi) è, inoltre, favorito dai seguenti fattori predisponenti: - Farmaci come i corticosteroidi, utilizzati per molto tempo, e trattamenti antibiotici prolungati e/o reiterati. - Contraccettivi orali. Sembra che alti livelli di estrogeni favoriscano la crescita di Candida. - Iperglicemia (diabete non trattato). La presenza di zuccheri favorisce l’azione patogena di questi funghi. - Calo delle difese immunitarie causato da malattie o grossi stress psico-fisici (HIV, chemioterapia, trapianto). - Anemia, alcolismo, tabagismo, stress, inquinamento. Candidosi (Moniliasi) intestinale: ogni forma di candidosi parte dalle colonie

di lieviti presenti abitualmente nell’ecosistema intestinale. La Candida del tratto digerente non è altro che una forma particolare di disbiosi intestinale, ossia un’alterazione dell’equilibrio della flora residente. Lo stato di contenimento fisiologico delle colonie di Candida è dovuto all’azione dei lattobacilli acidofili e dei bifidobatteri che fanno parte della flora simbionte. Tra le altre cose, la “flora buona” ha la funzione di mantenere equilibrato il pH intestinale, di rendere biodisponibili le vitamine e di svolgere una funzione difensiva contro i microrganismi patogeni. Quando questi batteri sono distrutti (eccesso di acidità, antibiotici, ecc.) la Candida emerge indisturbata, si trasforma e colonizza. Una delle cause che stanno alla base della distruzione del terreno intestinale è la carenza di Saccharomyces elypoideus cerevisiae, un microrganismo che deriva dalla lievitazione naturale del pane (senza lievito di birra), e di Saccharomyces boulardii, competitore diretto della Candida stessa. Purtroppo tutti i pani industriali non sono a lievitazione naturale. La funzionalità intestinale è influenzata dalla presenza o meno di fibra indigeribile nell’alimentazione. Le fibre solubili (mele, arance, radici, cicoria ecc.) assorbono e trattengono grandi quantità di acqua, favorendo l’idratazione della massa fecale e la peristalsi. Le fibre insolubili (cereali, legumi e verdura) producono sull’intestino un effetto meccanico di trascinamento. Una mancanza di fibre rallenta la progressione intestinale delle feci, le disidrata e le asciuga, favorendo la stipsi e la permanenza di scorie che andrebbero eliminate. Siccome questo processo inizia a livello del digiuno, prosegue nell’ileo e si perfeziona nella parte destra del colon (nella sinistra i “giochi sono ormai fatti”), possiamo ritenere che proprio in queste parti del tubo digerente sia più facile la concentrazione di colonie crescenti di lieviti-muffe. Se esistono condizioni facilitanti, quali quelle appena esaminate, la diffusione delle specie di Candida può svilupparsi in varie direzioni: A LIVELLO VESCICO-VAGINALE Dove compaiono vaginiti, cistiti ecc. Queste sono comuni, ma non così tanto. Spesso, e lo dico da dermatologo che ha lavorato per anni e anni come allergologo ospedaliero, sono etichettate come “da Candida” delle mucositi (infiammazioni delle mucose, come vaginiti, rettoaniti) di tutt’altra origine. Non dimenti-

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chiamoci che esistono anche le patologie infiammatorie e allergiche da sostanze chimiche, quali quelle causate da carta igienica (contenente formaldeide e profumi), da saponi (profumi, derivati dell’ammonio quaternario, tegobetaina, parabeni, kathon), da sbiancanti utilizzati per lavare i panni (euxyl K), da fibre elastiche presenti nell’intimo che indossiamo (mercaptobenzotiazolo, thiurami e carbamati), da coloranti della biancheria e dei saponi (derivati imidazolici e nickel solfato, quest’ultimo solo per il colore nero). Inoltre, una parassitosi intestinale (sia al tenue, che al crasso, ma anche a livello della colecisti) può indurre un prurito vaginale con secrezione. Diciamo che, in base alla mia esperienza, per una candidosi vera e solitaria che interessi l’area vulvo-vaginale, vi sono almeno sei mucositi allergiche da contatto, o causate da parassiti o forme miste, dove però la Candida, se presente, rappresenta l’elemento meno importante e più casuale. CANDIDOSI CEREBRALE Se le proteine mal digerite del cibo, così come alcune scorie tossiche prodotte dall’infestazione da Candida, raggiungono il cervello tramite la corrente sanguigna, si possono sviluppare delle “allergie cerebrali” che si possono manifestare in disturbi della personalità e dell’umore. Alcuni ricercatori mettono in relazione la Candida con l’iperattività nei bambini. Personalmente, credo che siano più in gioco i metalli pesanti (comunque legati alla Candida, come vedremo) e i parassiti. BALANITI DA CANDIDA Nei diabetici maschi si possono produrre balaniti da Candida. Diabetici a parte, i genitali maschili sono indenni da moniliasi. In pratica, il trasferimento tramite rapporto sessuale è rarissimo. Anche qui, nella gran parte dei casi, la balanite nasce da un’allergia chimica, da “sovrautilizzo” del membro (specie in caso di prepuzio fimotico). La Candida è, quindi, “quasi innocente”. CANDIDOSI ORALE/CANDIDOSI CUTANEE E DEGLI ANNESSI La candidosi presenta aspetti clinici variabili; frequentemente il reperto è occasionale e asintomatico. In alcuni pazienti, però, può esser presente sensazione di bruciore, alterazione della sensibilità gustativa (percezione di sapore metallico) e dolore alla deglutizione: quest’ultimo sintomo è indicativo di un’estensione del processo infettivo alla N° 52 - SETTEMBRE 2014


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faringe. La cute delle pieghe e le unghie sono a volte sedi di patologie causate da questo fungo. I quadri clinici più comuni sono: Candidosi acuta pseudomembranosa: è comune nell’infanzia, nei pazienti anziani, negli immunodepressi o debilitati. Sono presenti placche bianche, soffici o gelatinose, che crescono in maniera centrifuga per poi unirsi a formare lesioni più grandi. Tali placche sono composte essenzialmente da colonie fungine, prodotti del loro metabolismo, cellule infiammatorie e detriti cellulari; possono essere asportate per sfregamento, lasciando una mucosa eritematosa. Il classico “mughetto” dei bambini è una Candidosi Pseudomembranosa. Le localizzazioni più frequenti sono a livello genieno (mucosa delle guance), palatale e orofaringeo. Candidosi eritematosa o atrofica: si riscontra di frequente sul dorso della lingua, dove appaiono aree eritematose dovute ad atrofia delle papille. Può essere acuta, dovuta ad esempio a terapie antibiotiche ad ampio spettro, che hanno determinato alterazioni della flora saprofita orale e, talora, a terapie con cortisonici per via inalatoria, o può essere cronica, tipica dei portatori di protesi mobili (stomatite da protesi) con aree eritematose localizzate sulla mucosa palatale coperta da protesi mobili superiori. È presente bruciore che si accentua con l’assunzione di cibi caldi e speziati. La Glossite Romboidea Mediana, che una volta era ritenuta un’anomalia anatomica, è oggi considerata una candidosi atrofica, in cui è presente un’ampia area eritematosa al centro del dorso linguale. Candidosi cronica iperplastica: di raro riscontro, è tipica dei fumatori. Le lesioni si riscontrano spesso, ma non esclusivamente nella zona retro-commissurale (nella mucosa degli angoli della bocca). L’aspetto bianco delle lesioni non è dovuto all’ammassarsi delle colonie fungine ma ad aumentata produzione di cheratina da parte dell’epitelio della mucosa orale, un meccanismo di difesa che l’organismo mette in atto per limitare la dannosità dei prodotti del metabolismo fungino. Le lesioni bianche, a differenza di quelle presenti nella forma pseudomembranosa, non sono asportabili per sfregamento. È definita anche Leucoplachia da Candida. Istologicamente è di frequente riscontro la displasia epiteliale OMEOPATIA OGGI

(difetto di maturazione delle cellule). È una lesione a rischio oncologico. Le leucoplachie colonizzate da Candida hanno un rischio di trasformazione maligna più elevato, giacché la Candida produce nitrosamine, che sono sostanze cancerogene.

Lingua nigra villosa: le papille linguali diventano iperplastiche, “villose”, e si colorano di nero o di nero-brunastro. In questa forma cronica la “spazzolatura” della superficie linguale elimina solo in parte l’induito scuro. Spesso, ma non sempre, si vede in pazienti fumatori.

Candidosi muco-cutanea: rara, con tale termine s’intende un gruppo di condizioni piuttosto diverse da quelle sopra presentate. Sono interessati le mucose, la cute e gli annessi cutanei come le unghie: si osservano lesioni costituite da placche non asportabili per sfregamento e lesioni eritematose. Può associarsi a endocrinopatie (ipoparatiroidismo, malattia di Addison, ecc.) e a difetti del metabolismo del ferro e dell’immunità cellulo-mediata. Le candidosi delle unghie sono spesso principalmente delle perionissi molto infiammate, in cui si osserva una compartecipazione causale di Stafilococchi e Streptococchi.

Intertrigo: si tratta di una manifestazione essudativa a macchie rosso-purpuree alle pieghe crurali e/o mammarie, soprattutto in obesi e/o diabetici. Macerazione della cute e ambiente acido favoriscono lo sviluppo di questa forma cutanea. In molte forme oro-cutanee occorre valutare con attenzione le cause. Non di rado, si ha a che fare con almeno una sostanza chimica allergizzante, quale sola causa, oppure come co-fattore patologico. In particolare, le stomatiti molto arrossate e le intertrigini vanno sempre valutate con attenzione. Prodotti per la detersione (saponi, dentifrici), fibre elastiche (reggiseni e slip), coloranti (collutori e ancora intimo) sono potenziali allergizzanti.

Cheilite angolare (“perleche”, “boccarola”): sono presenti ragadi su una base eritematosa agli angoli della bocca, a volte con induito biancastro, facilmente asportabile. Tipica dei pazienti edentuli, in questa forma, oltre alla Candida, giocano un ruolo chiave Streptococchi e Stafilococchi; spesso è precipitata da fattori predisponenti (quali l’anemia con sideropenia) che dovrebbero sempre essere indagati mediante uno screening ematologico.

CANDIDOSI DIFFUSA È una forma grave di espansione a molti o moltissimi organi, in pazienti defedati o terminali. Chiaramente, abbiamo a che fare con una patologia che richiede ricovero ospedaliero e terapie antimicotiche di sostegno, associate a riequilibrio idrico, salino e vitaminico. FORME RESPIRATORIE Asma, tosse da reflusso.


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CANDIDA E MEDICINA DELL’INFORMAZIONE Fin qui ho parlato di “quanto si sa” della Candida albicans. Ora vediamo un po’ quali sono le novità che, nella mia pratica clinica, sono venute fuori su tale argomento. La misurazione con strumenti elettronici e la categorizzazione dei dati secondo le catene causali di Schimmel, infatti, permettono di costruire percorsi diagnostici a volte nuovi e sorprendenti, che hanno in parte minato le mie cognizioni culturali (in pratica quello che ho descritto nella prima parte dell’articolo). Primo dato di fatto: le micosi importanti non sono solo quelle da Monilia, ma anche quelle da Aspergilli (provocano allergie e forme respiratorie in persone longilinee, soprattutto se con terreno tubercolinico); da tenere in considerazione sono anche le micosi da Mucor (mucedo e/o racemosus), essendo questi funghi dei grossi destabilizzatori metabolici e partecipando al processo di aterosclerosi. Inoltre, esistono numerosissime altre specie di funghi che partono da un intestino disbiotico e provocano, se pur molto più raramente, patologia. Secondo dato di fatto: tutti i funghi se ne starebbero buoni e tranquilli, badati a vista dal sistema immunitario di parete nell’intestino, a meno che un evento scatenante primario non renda “diverso” l’ecosistema. Prima abbiamo parlato di dieta, di terapia corticosteroidea e di pillola contraccettiva. Questi sono fattori marginali. I veri promotori sono i metalli pesanti. Ogni volta che trovo un’informazione patologica di micosi, rilevo molto di sovente anche un coinvolgimento di metalli pesanti, mentre è molto più improbabile il contrario, cioè che, trovando un metallo pesante, automaticamente si evidenzino anche i funghi. La mia deduzione è che la moltiplicazione di miceti a livello intestinale sia soprattutto una conseguenza della presenza di metalli pesanti. I funghi allora “mangiano” tali componenti chimici, cioè si sviluppano perché, non solo sopravvivono meglio in un terreno ricco di scorie di questo tipo (tendenzialmente acido), ma perché di esse si nutrono. Allora: di per sé, i miceti vengono in aiuto del sistema e “si permette” loro di moltiplicarsi per combattere nemici pericolosi. Nulla è lasciato al caso, l’organismo è un sistema complesso integrato, in cui, grazie a un’elevatissima informazione (tramite i

meridiani cinesi), si producono risposte che tendono a riequilibrare, laddove agenti esterni pericolosi attentassero all’integrità del sistema stesso. I funghi sono, così, inizialmente alleati preziosi, che solamente poi, una volta venute meno le forze che li controllano e che ne modulano la crescita, possono diventare fonti di eventi patologici. Il vero nemico primario è il metallo pesante, non il micete. Terzo dato di fatto: nella stragrande maggioranza dei casi, i disturbi mucositici e annessiali da funghi (vaginiti, balano-postiti, onicopatie, retto-aniti, stomatiti, cistiti, ecc.) agiscono da veri e propri drenaggi di sistema, per ridurre le popolazioni micotiche in eccesso, prodotte dall’intestino per contrastare i metalli pesanti. La valutazione di questi eventi patologici dovrà tenere conto di cosa sta succedendo nell’organismo: se il nemico reale è la presenza di metalli pesanti, che senso ha accanirsi con antibiotici imidazolici per OS a cicli continui? Quarto dato di fatto: zuccheri semplici, carboidrati raffinati e, soprattutto, lievito di birra, inducono intolleranze alimentari in chi soffre di micosi informaticamente e clinicamente attive. Il triangolo METALLO PESANTE – CANDIDA - LIEVITO DI BIRRA è talmente comune che, in presenza di uno dei tre,

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rilevato con strumentazione bioelettronica, mi metto subito a cercare gli altri, e li trovo praticamente sempre. La terapia vera ed efficace consiste, quindi, nell’astensione dai cibi collegati con il lievito di birra, nell’eliminazione della Candida e dei metalli. Quinto dato di fatto: le micosi gravi o gravissime, pericolose per la vita, in pazienti defedati (per tumori, AIDS, ustioni diffuse ecc.) richiedono trattamenti specifici antibiotici. In tutti i restanti casi bisogna domandarsi quali siano le reali priorità da rispettare per riportare l’organismo a equilibri omeostatici più convenienti di lavoro, sia biochimico, che soprattutto informatico.

PERCORSI INFORMATICI PIÙ COMUNI CHE INTERESSANO LA CANDIDA ALBICANS Va premesso che la malattia è la situazione migliore che il corpo si può permettere per mantenere, nel momento in cui si trova, un flusso costante di informazioni, le quali, sole, assicurano il lavoro coordinato e cooperativo tra le varie aree funzionali del corpo. Detto questo, va aggiunto che, nella stragrande maggioranza, le patologie non intestinali da Candida e da altri funghi, sono dei veri e propri drenaggi per calmierare un eccesso di replicazione dei miceti, in genere per la presenza di metalli pesanti. Possiamo, perciò, dividere le moniliasi approssimativamente in tre gruppi: Situazioni in cui il cuore di catena intestinale (sia nel tenue, che nel crasso) esprime i sintomi più importanti, come inappetenza, astenia, meteorismo, dolori addominali, diarrea o, più facilmente, stipsi. Queste sono situazioni iniziali, in genere transitorie, che sono naturalmente modulate da drenaggi (vedi in gruppo seguente di patologie). In caso che la patologia intestinale persistesse, oppure si ripresentasse nel tempo, si trarrà la conclusione che il sistema non compensa più bene, quindi la situazione sarà più severa, come poi la clinica conferma sempre. Del passaggio dall’intestino al fegato si può dire che, più che un drenaggio, si tratta di un aggravamento, giacché batteri, miceti e parassiti migrano lungo l’intestino in senso retrogrado, fino alla papilla duodenale, mediante cui entrano nelle vie di deflusso della bile e dei sucN° 52 - SETTEMBRE 2014


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chi pancreatici. Altrettanto possibile è la via ematica che porta metalli pesanti e batteri dall’intestino al fegato tramite la fitta ragnatela vascolare presente nell’addome. In questi casi la patologia si approfondisce ed entra a contatto con organi che hanno un’importanza strategica maggiore per l’economia del corpo: sia il pancreas, che soprattutto il fegato, sovrintendono al metabolismo. Passaggio dall’intestino (principalmente tenue) al pancreas: nei dismetabolici obesi e nei diabetici si osservano spesso intertrigini delle pieghe, inoltre gli zuccheri semplici sono metabolizzati dal pancreas. Un’acidosi collegata a Candida (o ad altri miceti) incide negativamente sul lavoro di quest’organo. Sotto questo impulso, la cute in particolare, modifica il film idro-lipidico, il pH, la flora residente, e diventa più indifesa nei confronti di ceppi batterici (cocchi, Pseudomonas) e miceti. Passaggio dall’intestino all’unità funzionale della vescica e/o genitale: questo è un fenomeno di risposta di adeguamento che migliora le condizioni generali di salute; con le cistiti e le vaginiti si esteriorizza il danno per eliminarlo. Stesso discorso vale per le patologie orali, mediante passaggio da canale d’intestino a quello di stomaco. Il cavo orale, la lingua e il palato sono controllati da quest’ultimo meridiano, e lo scarico verso parti craniali nel corpo è sempre una situazione in cui l’organismo cerca di assicurarsi una buona eliminazione di sostanze tossiche. I danni ungueali e nel perionichio sono, invece, un deposito. Le unghie sono controllate da canale di fegato, per cui queste patologie sono da collegarsi a un tentativo di proteggere l’organo principale del meridiano (cioè, appunto, il fegato) depositando l’informazione tossica su aree meno importanti. Anche queste patologie, pertanto, si collegano al trasferimento da intestino a fegato. Rapporti tra i meridiani intestinali e quello di vescica biliare: quando, risalendo per via retrograda lungo le pareti del digerente, unità micotiche di Candida superano la papilla duodenale, possono entrare nelle vie pancreatiche e, soprattutto, biliari (spesso assieme a parassiti). Da qui arriveranno nella cistifellea e nei dotti del deflusso della bile. Siccome il meridiano di vescica biliare OMEOPATIA OGGI

ha inizio dalla testa, si spiegano, perché permessi da questa comunicazione energetica, i disturbi cerebrali a volte presenti nei pazienti con candidosi importanti. Similmente si comportano i rapporti tra Intestino tenue o crasso e Vescica urinaria, anch’essi in grado, in forme più severe, di provocare sintomi neurologici alti. Le situazioni respiratorie sono dovute a collegamenti diretti tra Grosso Intestino e Polmone (possibili tosse e dispnea), oppure tra Intestino (tenue o crasso) e Stomaco, o ancora tra Intestino e Fegato: da Stomaco a Polmone passano le forme di tosse da reflusso; da Fegato a Polmone varie forme di asma. Infine, le forme di diffusione della Candida sono il segnale di un’anarchia informatica molto grave e pericolosa, non per nulla si vedono in pazienti terminali.

TERAPIE “DELLA CANDIDA”* CHELARE I METALLI Quest’operazione, cui si deve associare un’abbondante idratazione (fleboclisi o assunzione di liquidi con blanda azione diuretica, quali acque oligominerali e tè verde), è fondamentale e imprescindibile. I metalli sono in grado di provocare tre tipi di danni: 1) Intossicazione epatica grave, direttamente mortale, oppure provocante incapacità di lavoro del fegato (sia metabolico che immunitario). In questo caso il metallo pesante diventa concausa di malattie gravi, quali i tumori e le malattie autoimmuni. 2) Lipotossicità: i metalli sono lipofili, e una sede di tal tipo è la mielina, cioè la guaina nervosa. La deposizione di metalli in tale sede provoca disturbi sul funzionamento: del sistema autonomo, ad esempio a livello delle valvole intestinali (papilla, valvola ileo-cecale, con possibile migrazione di batteri putrefattivi nel tenue, di parassiti nella colecisti), del diaframma (reflusso gastro-esofageo, ernia jatale), del ritmo respiratorio (asma, bronchiectasie). Anche i diverticoli intestinali spesso riconoscono la stessa origine; del sistema motorio, quali patologie di tipo autoimmune come la sclerosi multipla, spesso presentano come concause metalli pesanti. * Le virgolette servono per enfatizzare la complessità del discorso.

3) Azione di facilitatori (catalizzatori) di reazione chimica. La presenza di metalli pesanti induce attivazioni enzimatiche anomale, che producono reazioni biochimiche altrettanto anomale, cui seguono modifiche patologiche tra le più varie. In questi casi, che sono frequentissimi, basta che lo smaltimento naturale dei metalli non sia, anche solo di poco, sufficiente a riequilibrare il sistema. In pratica non occorrono esposizioni molto concentrate, sono sufficienti anche quelle minime, e qui concorrono le condizioni preesistenti del sistema organismo in generale e dell’ecosistema intestinale in particolare. PROCEDURE DI CHELAZIONE DEI METALLI PESANTI Utilizzo di EDTA per fleboclisi, per il quale occorre un ambulatorio attrezzato. L’EDTA, o acido etilendiamminicotetracetico, è uno dei più potenti antiossidanti disponibili, utilizzato in medicina nel trattamento dell’avvelenamento da metalli pesanti e dell’intasamento delle arterie da parte di colesterolo e calcio, che determinano il loro restringimento (nei Paesi anglosassoni si usa nei reparti di cardiologia). Si somministra soltanto per perfusione venosa lenta, da 1 a 3 volte la settimana, e con dosaggi variabili in rapporto alle caratteristiche della malattia e della normalità o meno della funzione del rene, dato che il chelato (EDTA + metallo) viene eliminato per il 95-98% attraverso il rene. Il miglioramento dei disturbi inizia dopo 3-5 perfusioni. DMSA (acido dimercaptosuccinico): il DMSA è stato somministrato a sessantacinque bambini autistici (compresi tra i 3 e gli 8 anni di età) per determinarne l’effetto. I ricercatori hanno mostrato come il DMSA incrementa notevolmente l’escrezione di svariati metalli tossici, compreso l’aumento di 10 volte nell’escrezione del piombo. Riguardo alla sicurezza, lo studio non ha mostrato effetti avversi sulla funzione renale ed epatica. Di grande interesse è stata la sorprendente scoperta che la terapia con DMSA ha un notevole effetto sui livelli di glutatione, il quale è la principale difesa del corpo contro i metalli tossici ed è molto fuori norma nei bambini autistici. La cura con DMSA, per soli 3 giorni, ha normalizzato il livelli di glutatione per almeno 1-2 mesi in quasi tutti i bambini. Il DMSA rappresenta un’opportunità terapeutica più agevole della precedente; dà, inoltre, buoni risultati. Si prescrive alla dose di 600 milligrammi al giorno,


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per tre giorni consecutivi al mese, per 6-9 mesi (in genere si tratta di capsule da 200 milligrammi, quindi una ogni otto ore). Il problema è la reperibilità, spesso non agevole, della materia prima. Polvere di Zeolite: soprannominata “lo spazzino dell’organismo”, possiede la grande capacità di assorbire tossine, metalli pesanti, pesticidi e micotossine. Una volta entrata nel nostro organismo e arrivata nel tratto gastro-intestinale, non solo non è tossica, ma non viene neppure assorbita; svolge infatti il suo lavoro all’interno dell’intestino, grazie a una reazione chimica. La zeolite possiede una struttura cristallina a carica negativa e, quindi, assorbe i cationi, cioè le sostanze con ioni a carica positiva, tra cui appunto metalli pesanti, nitrosamine e ammonio. La zeolite preserva l’organismo dai danni dei radicali liberi, grazie alle sue doti antiossidanti, e inoltre, grazie alla riduzione di ioni ammonio all’interno del corpo, l’assunzione di questa lava vulcanica favorisce la concentrazione, diminuisce il senso di stanchezza, aumenta la resistenza fisica e riduce l’acido lattico. Ecco perché spesso la assumono gli sportivi. La reperibilità del prodotto non è assolutamente un problema. Sulfonil-metano: si ottiene un effetto chelante da questa sostanza, a dosi almeno di 3 grammi al dì. Abbiamo, inoltre, a disposizione alcuni integratori ad azione sinergica della linea NUTERGIA. All’azione generale antiossidante di terreno, quindi di contrasto nei confronti della permanenza di metalli pesanti, questi aggiungono una spiccata attività chelante, operata da glutatione e gruppi solforati in genere. Il vantaggio sta nell’assoluta mancanza di effetti collaterali, per cui possono essere utilizzati per tempi prolungati. BIOTAURINE NUTERGIA contiene principalmente questi gruppi chimici, in grado di operare una sulfo-coniugazione a livello del fegato, così da bloccare metalli tossici e chimici e detriti da parassiti. La dose consigliata è una capsula due volte al dì, durante i pasti principali (soprattutto quello della sera, che, se abbondante, visto il ritmo circadiano del fegato, non dovrà essere consumato dopo le ore venti). Parimenti, GREEN’FLOR NUTERGIA si può aggiungere al precedente: l’uso sinergico dei due prodotti è raccomandabile, in quanto si potenziano tra loro. Il principale obiettivo, a mio avviso, di GREEN’FLOR è quello di operare po-

Pancreas

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Intertrigo

Disturbi respiratori

Intestino tenue/ Intestino crasso

Stomaco

Fegato

Apparato genito-urinario

Onicopatie

Vaginiti/ Cistiti

Glossiti Vescica biliare

Disturbi cerebrali

Figura: la complessità delle relazioni informatiche che, partendo dai due tratti intestinali dell’apparato digerente, portano alla comparsa dei sintomi in varie aree funzionali nelle patologie collegate a Candida albicans. In blu si osservano le aree funzionali di primo bersaglio, le frecce blu mostrano le connessioni con il primo bersaglio. Le aree rosa e le frecce rosa indicano gli spostamenti informatici successivi.

sitivamente sulla respirazione cellulare, migliorando molto, tra l’altro, il metabolismo di fegato e intestino. In caso di chelazioni importanti, potrebbe essere una buona risorsa associare il DMSA, tre giorni consecutivi al mese, a un ciclo di ventisette giorni circa (a seguire) di BIOTAURINE (2 compresse, come detto, per i pasti principali), più GREEN’FLOR (3 compresse assieme, a stomaco vuoto). Questo ciclo va ripetuto per almeno sei mesi. Un altro schema che non preveda DMSA, potrebbe essere l’alternanza di polvere di Zeolite, da uno a due cucchiaini a stomaco vuoto (se si usano le capsule ora in commercio, un cucchiaino corrisponde circa a due/tre capsule), associando, sempre a stomaco vuoto, GREEN’FLOR, tre capsule in unica somministrazione. Questo procedimento va seguito per non meno di tre-quattro mesi. COMBATTERE LA CANDIDA ALBICANS Di pari passo con la precedente terapia, occorrerà contenere lo sviluppo di lieviti. L’utilizzo di antibiotici antimicotici dovrà, a mio avviso, riservarsi alle situazioni invasive e severe (pazienti defedati da gravi malattie, nei quali la candidosi

rischia di diventare sistemica, o lo è già). In tutti gli altri casi, che sono quelli della pratica quotidiana, e quindi la stragrande maggioranza, si utilizzeranno: ALBICANSAN D4 capsule (1-3 capsule al dì); ALBICANSAN D5 gocce (10 gocce per 1-2 volte al dì); SANUKEHL CAND D6 (può essere aggiunto a 10 gocce a sere alterne). La terapia va protratta per almeno quaranta giorni. Dopo circa venti giorni va aggiunto lo Saccharomyces boulardii (esistono vari preparati in commercio). Una buona reintegrazione di batteri simbionti si può ottenere assumendo probiotici ad hoc, quali, ad esempio, ERGYPHILUS PLUS NUTERGIA (2-3 capsule assieme a digiuno al mattino). ELIMINARE GLI ALIMENTI DEL GRUPPO DEL LIEVITO DI BIRRA Tali possono essere aceto, funghi, lievito di birra (usato in terapia, ad esempio per l’acne), lievito per pane (pane, brioches, dolci con lievito di birra), cibi ammuffiti, alcuni formaggi (i più indiziati sono quelli fermentati, come il gorgonzola e il roquefort, quelli con “i buchi” come l’emmental, lo stracchino), yogurt, birra, vini (specie quelli frizzanti). È permesso mangiare cibi preparati con lievito madre, bicarbonato e cremore di tartaro. N° 52 - SETTEMBRE 2014


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PROSPETTIVE DI TERAPIA

ALCALINIZZARE Polveri o compresse composte da sali alcalinizzanti sono sempre necessari: ALKIMO POLVERE, molto completa, alla dose di uno/due cucchiaini alla sera, con molta acqua, è una buona integrazione in tal senso.

CONCLUSIONI Non credo che si possa finire l’articolo dicendo che una candidosi vada drasticamente combattuta sempre e comunque. Anche se poi si prescrivesse una terapia per questo risultato, come abbiamo visto, uno sviluppo di funghi non è di per sé una “tragedia”. Come sempre, dobbiamo ricordare la “strana” definizione di malattia che guida la ricerca nella Medicina dell’Informazione: “la malattia è la situazione migliore che l’organismo si può permettere, per mantenere costante il flusso informatico nel suo interno”. Essa, così, non è una mancanza di salute, ma è un adeguamento a condizioni informatiche peggiori, provocate, ad esempio, dall’introduzione di frequenze (che in informatica si dicono “virus”, e nel nostro corpo “nosodi”), da parte di “hackers”, quali: batteri, virus biologici, miceti, parassiti, protozoi, sostanze chimiche e metalli pesanti. Grazie alla misurazione con apparecchiature elettroniche dei punti di agopuntura, si possono perseguire sia il riconoscimento del primo organo attaccato da queste intrusioni cibernetiche, che la precisa individuazione degli agenti patogeni implicati. Quest’ultimo risultato è possibile grazie a banche dati informatiche, che sfruttano la caratteristica di questi “nemici”: tutti hanno possibilità di esprimere poche frequenze, e sempre e solamente quelle. Abbiamo a che fare con un riconoscimento elettrico per risonanza, come avviene per qualsiasi propagazione fisica per onde, cosa che si vede, in modo uguale, tra il virus del computer e il suo antivirus specifico. Sono possibili, è vero, errori di valutazione, ma le percentuali sono, in chi è padrone della tecnica, molto basse. Dall’articolo si capisce, ed è la verità nella stragrande maggioranza dei casi, che per curare una candidosi, o un’altra micosi, si richiede di porre attenzione agli altri fattori concomitanti, quali l’aggressione di metalli pesanti, l’intolleranza ai lieviti, l’acidosi metabolica del corpo o dei singoli organi: tutti questi vanno considerati. Solo così si otterrà un buon risultato terapeutico finale, cioè niente OMEOPATIA OGGI

recidive, migliori performances fisiche e psico-emozionali, stato di benessere generale riacquisito. Sempre nella Medicina dell’Informazione, esiste la definizione di stato di guarigione e di salute: “nelle malattie croniche, guarigione e salute si ottengono tramite un riequilibrio informatico che porti il corpo a livelli ottimali di scambi informatici, che si ottiene eliminando gli input cibernetici provenienti dall’esterno, o intrinseci al sistema (questi sono emozioni negative e postura sbagliata)”. L’arma principale per tutto questo è l’omeopatia, vera e propria fonte fisica di frequenze “antivirus”, in grado di annullare in modo specifico e preciso le singole aggressioni informatiche. I diluiti Sanum, pur non essendo definibili come rimedi omeopatici, agiscono attivando risposte, a mio avviso, più fisiche di riequilibrio informatico, che non prettamente biochimiche: la metodologia di preparazione assicura un’emissione frequenziale ed elettro-dinamica sufficiente a ottenere questi risultati. Un po’ come faceva Mitridate, il famoso re del Ponto, per diventare immune ai veleni di serpente, o come gli apicultori nei confronti del veleno d’imenotteri. Io sono del parere che ci sono sostanze con una naturale e particolare carica energetica frequenziale, che si esprime anche senza dinamizzazione: i veleni di animale hanno questa caratteristica, ma lo stesso potrebbe essere anche (sarebbe bello poterlo studiare) per i diluiti Sanum. In tutti questi casi, io credo, la diluizione assicura la scomparsa degli effetti biologici (massivamente chimici) e accentua quelli fisico-informatici, terapeutici perché inducono un “aggiustamento” del corpo, che attiva in modo armonico i sistemi della grande difesa: psico-emozionale, immunitario, endocrino, metabolico. A mio avviso, se si utilizzano gocce, la dinamizzazione estemporanea del flacone potrebbe aumentare questa proprietà caratteristica del preparato.

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