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Michelangelo

Rossi

Music for Organ and Harpsichord

Riccardo Castagnetti


Michelangelo Rossi was born in Genoa in 1602 (or perhaps in 1601). He began his musical career in his birthplace city, under the guidance of his uncle, Lelio Rossi, an organist in the cathedral of San Lorenzo, becoming his assistant around 1620. About four years later, Rossi moved to Rome, and was employed in the court of Cardinal Maurizio of Savoy. During these years Rossi came in touch with the groundbreaking vocal music of Sigismondo d’India (1582 – 1629), one of the most representative composers of the Baroque “seconda pratica” avant-garde. From 1630 to 1632, Rossi served as an organist at the church of San Luigi dei Francesi. Despite his intense activity as a keyboard player, he became famous in Rome mostly for his excellent skills in violin playing, from which he earned the nickname of “Michelangelo del violino.” In his opera Erminia sul Giordano, performed in 1633 and dedicated to Prince Taddeo Barberini, Rossi himself appeared in the final scene as Apollo, playing the violin “con sì dolce e grata armonia” (with such a sweet and pleasant harmony). In 1634 Rossi left Rome and entered the service of Francesco I d’Este at the court of Modena, where he remained at least until 1638, when his opera Andromeda was performed during the Carnival at the Este court of Ferrara. Before 1649 Rossi returned to Rome, where he lived in one of Pope Innocent X’s palaces until his death in 1656. The Toccate e Correnti d’intavolatura d’organo e cimbalo, probably published around 1634, are Rossi’s only surviving publication of keyboard music. Although Rossi is regarded by many scholars as the most significant musician of the Frescobaldian tradition, there is no evidence that he studied or worked with the master from Ferrara. Rossi’s keyboard works certainly stand among the most relevant examples of the Roman tradition of the first decades of the seventeenth century. The source of inspiration for both Rossi and Frescobaldi (1583 – 1643), is the “seconda pratica” rhetoric-based Affektenlehre as expressed in vocal music, particularly in the experimental works of Carlo Gesualdo (1560 – 1613). Rossi’s frequent use of unexpected harmonic turns, expressive chromaticism, dissonances with unusual resolutions, and abrupt changes of texture, is an evident 2

sign of Gesualdo’s influence on his musical language. In their toccatas Frescobaldi and Rossi tried to create what might be called a “keyboard madrigal,” where the musical structure is determined not by a poetic text but by the succession of different “affetti” (affects). If an indebtedness to Frescobaldi’s style is evident, there are, however, some important differences. A significant feature that distinguishes Rossi’s toccatas from Frescobaldi’s is the length and structural importance of the imitative sections. The imitative segments and the fugatos in Rossi’s toccatas are usually based on short subjects, with a clearly defined rhythmic profile, often contrasting with other sections. The two authors differ also in the use of chromaticism: while in Frescobaldi the chromatic motion can be seen as the result of an horizontal underlying contrapuntal thought, Rossi’s approach to chromaticism is more vertical, with an idiosyncratic taste for juxtaposed remote harmonies and a discontinuous voice leading. These aspects show a resemblance with the keyboard toccatas by Frescobaldi’s German pupil Johann Jakob Froberger (1616 – 1667) on which Rossi may plausibly have had some direct influence. All the pieces in the Toccate e Correnti, as we can infer from the title, are playable both on the harpsichord and on the organ. The tuning is obviously meant to be quarter-comma meantone. In order to show the different expressive resources of each instrument, we have chosen to include a double instrumental version of Toccata Quarta and Corrente Sesta. © Riccardo Castagnetti 3


Michelangelo Rossi nacque a Genova nel 1602 (o forse nel 1601). Iniziato alla carriera musicale dallo zio, Lelio Rossi, organista presso la cattedrale di San Lorenzo, ne divenne assistente verso il 1620. Intorno al 1624 Rossi si trasferì a Roma, entrando al servizio della corte del cardinale Maurizio di Savoia. Durante il soggiorno romano Rossi entrò in contatto con la musica vocale di Sigismondo d’India (1582 – 1629), uno dei compositori più rappresentativi dell’avanguardia musicale barocca. Dal 1630 al 1632, Rossi ricoprì il posto di organista presso la chiesa di San Luigi dei Francesi. Nonostante la sua intensa attività come tastierista, Rossi divenne celebre nell’ambiente romano soprattutto per la sua maestria come violinista, grazie alla quale meritò il soprannome di “Michelangelo del violino”. Nella rappresentazione della sua opera Erminia sul Giordano, eseguita nel 1633 e dedicata al principe Taddeo Barberini, Rossi in persona apparve nella scena finale, nelle vesti di Apollo, suonando il violino “con sì dolce e grata armonia”. Nel 1634 Rossi lasciò Roma per entrare al servizio di Francesco I d’Este alla corte di Modena, dove rimase almeno fino al 1638, anno in cui la sua opera Andromeda venne eseguita durante il Carnevale alla corte estense di Ferrara. Dal 1649 Rossi fece ritorno a Roma, dove risiedette con la famiglia presso una delle residenze di papa Innocenzo X, rimanendovi fino alla sua morte, avvenuta nel 1656. Le Toccate e Correnti d’intavolatura d’organo e cimbalo, edite probabilmente intorno al 1634, rappresentano l’unica pubblicazione di Rossi di musica per tastiera giunta fino a noi. Considerato da molti studiosi come il più significativo dei musicisti della tradizione frescobaldiana, non vi è tuttavia alcuna prova che Rossi abbia studiato o lavorato con il celebre musicista ferrarese. Indubbiamente le sue opere per tastiera si collocano tra gli esempi più rilevanti della tradizione romana dei primi decenni del Seicento. La fonte di ispirazione musicale, sia per Rossi che per Girolamo Frescobaldi (1583 – 1643), è la ricerca compositiva propria della “seconda pratica”, basata sulla retorica degli affetti, e in particolare la sua espressione più audace contenuta nelle opere vocali di Carlo Gesualdo (1560 – 1613). L’ampio uso che Rossi fa di cambiamenti armonici inaspettati, di passaggi 4

cromatici a fini espressivi, di dissonanze con risoluzioni stravaganti e improvvisi cambiamenti agogici, è un segno evidente dell’influenza di Gesualdo sul suo linguaggio musicale. Nelle toccate di Rossi e di Frescobaldi è chiaro il tentativo di dare vita a quello che può essere definito un “madrigale per tastiera”, in cui la struttura musicale è determinata non da un testo poetico ma dalla successione di diversi “affetti”. Se da un lato però il debito stilistico di Rossi nei confronti di Frescobaldi è evidente, dall’altro vi sono fra i due alcune differenze rilevanti. Una caratteristica che distingue le toccate di Rossi da quelle di Frescobaldi è la lunghezza e l’importanza strutturale delle sezioni imitative. I segmenti imitativi e fugati nelle toccate di Rossi sono di solito basati su soggetti brevi, con un profilo ritmico ben definito, dal carattere contrastante rispetto alle altre sezioni. Anche nell’uso del cromatismo i due autori si differenziano: se in Frescobaldi il movimento cromatico può essere visto come il risultato di un sottostante pensiero contrappuntistico orizzontale, l’approccio di Rossi al cromatismo ha un carattere più verticale, con un gusto peculiare per la giustapposizione di armonie remote e una condotta delle parti discontinua. Tali aspetti mostrano una certa affinità con le toccate del tedesco Johann Jakob Froberger (1616 – 1667), che fu allievo di Frescobaldi, sul quale non è improbabile che Rossi abbia esercitato una qualche influenza diretta. Tutti i brani contenuti nelle Toccate e Correnti, come si può desumere dal titolo della raccolta, sono eseguibili sia sul clavicembalo che sull’organo. Il temperamento previsto è chiaramente quello mesotonico al quarto di comma. Al fine di mostrare le diverse risorse espressive di ciascuno dei due strumenti abbiamo scelto di includere una doppia versione strumentale della Toccata Quarta e della Corrente Sesta. © Riccardo Castagnetti

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Riccardo Castagnetti, Modena, graduated cum laude in Organ and organ composition with Stefano Innocenti. He holds M.A. degrees in Philosophy, Music and Religious Studies. He is active as a concert organist and harpsichordist. The Radio Svizzera Italiana produced a disc devoted entirely to his compositions and published by Tactus. Some of his compositions for organ have also been published by La Bottega Discantica, MV Cremona and Carrara; for the latter he carried out the reconstruction of a fragment from an organ piece by Marco Enrico Bossi. He recently recorded a collection of organ music by Mozart, published by Fugatto. He is currently a PhD candidate in Musicology at the University of Bologna. Riccardo Castagnetti, modenese, è diplomato cum laude in Organo e Composizione organistica con Stefano Innocenti. È laureato in Filosofia, in Discipline musicali e in Scienze religiose. È attivo a livello concertistico come organista e clavicembalista. La Radio Svizzera Italiana ha prodotto un disco interamente dedicato a sue composizioni pubblicato dall’editrice Tactus. Alcune tra le sue composizioni per organo sono state pubblicate anche da La Bottega Discantica, da MV Cremona e dall’editrice Carrara, per la quale ha curato la ricostruzione di un frammento per organo di Marco Enrico Bossi. Ha recentemente inciso all’organo una raccolta di musiche mozartiane, pubblicata dalla casa discografica Fugatto. Attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca in Musicologia presso l’Università di Bologna. 6

The instruments: Organ of the Basilica di Santa Barbara (Mantua), built in 1565 by Graziadio Antegnati and restored by Giorgio Carli in 1995-2006. Diapason: 466 Hz. Harpsichord made by Alberto Vanini in 1992, copy of an instrument built in 1697 by Carlo Grimaldi. Diapason: 415 Hz. Gli strumenti: Organo della Basilica palatina di Santa Barbara (Mantova), costruito nel 1565 da Graziadio Antegnati e restaurato da Giorgio Carli (1995 – 2006). Diapason: 466 Hz. Clavicembalo realizzato da Alberto Vanini nel 1992, copia di uno strumento costruito da Carlo Grimaldi nel 1697. Diapason: 415 Hz.

Special thanks to: Mgr. Giancarlo Manzoli, Director of the Office for Ecclesiastical Cultural Heritage and Sacred Art (Diocese of Mantua), Damiano Rossi, Licia Mari.

Recordings: Organ: 23th May 2014, Basilica di Santa Barbara, Mantua; Harpsichord: 25th May 2014, Parma, Italy Recording, Editing and Mastering: Federico Savio Harpsichord Advisor: Leonello Fanini English Revision: Marta Innocenti P & © 2015 Brilliant Classics 7


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