DEL PROFESSORS
DOTTOR FRANCESCO CARRARA D X R E T T O R E D E G L I SCAVI DX SALONA
AiLii9Amraß(S)M)
«LI SCAVI Dl SALONA USEEITTO »TEL W. 18 DEL GIORNALE L A DALMAZIA
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S e per qualsivoglia ragione si battessero le mié opinioni letterarie o scientificbe, e non si toccasse il mió onore, lascierei correre come faccio con tant'altri, quell'articolo. Ma é debito di uomo onesto in questo caso il rispondere, e largliegglarvi di quella generosita, che non é di ognu110, e che a dir vero non si meritan tutti. Nel seltembre del 1 8 4 4 $ u a Maesta si e gra-
ziosamente degnata di permettere la riapertuni dei lavori in via di esperimento pegli escavi delle antichitá di Salona a spese dello Stato. E l'eccelsa Commissione aulica pegli studi, in relazione alia precorsa corrispondenza ufficiosa, trovd di ap-
provare,
nel maggio del 1845, il piano
dei la-
vori preparatoria riferentisi únicamente a determinare la topografía sconosciuta di quella sepolta citta.
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Ho dato principio al lavoro l'B gennaio p. p., e continuo, grazie al cielo, con felici risultamenti. Se non che, intanto che i fatti rispondono ai desiderii, e che ognuno vede il frutto de' miei sudori, nn articolo inserito nel N. 18 della Dalmazia*
descrive gli scas'i di Salona 3 e dice essere debito d'onest'uomo Vimpedire che la buona fede del publico sia presa a gabbo da fantastici ed imaginari racconli3 i quali somigliano a so* gni d' infermi e fole di romanzi. Daró la vera lezione del testo: lascio ai lettori il comento. Premessa una introduzione, l'autore scende al particolare.
Ecco dunque decretati gli scavi di Pola e Salona fin dal 1821, e per grazia speciale¿ concessa nell'anno scorso} ripresi in quest' ultima nel gennaio 1846. Che se frutto delle arclieologiche im*estigazioni furono tante nuove pagine aggiunte alf istoriej tanti modelli di per/ezione alfarti bello somministrati,, e, a tacere degli altris lenciclopedia del nostro Cantil¿ non era in noi ragionevole la speranza3 che di somiglianti frutti si sarebbono raccolti per noi dalle rice re he3 le quali in Salona si dovevano imprendere ? E nótate che di cotesti frutti noi bisognammo meglio degli altrij che ne siamo digiunij e che il campo ove cercarlij conoscevamo precisamente. Imperciocche di Salona avevamo un piano rile v ato con geométrica precisione.
Giangiorgio Calergi disegnó nel 1 6 7 2 per ordine del veneto senato una tavola topográfica di Salona ; ma non fu tanto fortúnalo da ritrarne né an-
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€0 la figura del péri metro, sendo che per delinearlo quadrilungo, lo noto poco meno che ovale: nè. v'aggiunse di troppi dettagli. Yincenzo P a t e r n o , prete, compose nel 1 6 9 9 un piano dell'antica Sajona, prendendolo da codici antichi. Il quale non ricorda punto nè la fisonomia dell' archetipo, come che rilratto bizarramente per intero con piramidi e obelischi e basiliche e portici. -- Giambattista Camozzino la rilevo dalle rovine meglio di ogni antico , ma con tale una superficialità, da rendere pressochè inutile il suo lavoro. — L ' iconografía di Salona , fatta incidere dal F a r l a t i , si è fatta di ragione comune : quamvis, come scrive
l'autore , nihil afferat unde urbis illius Jormam et specienij quaiis reipsa fuit, animo concipere queas.
Ciô nulladimeno quello storico medesimo, l'oracolo delle cose nostre dalmatiche, nel \ r j5\ parlava di Salona nella seguente maniera : Omnia ita
sunt prostrata3 obruta et a fundamentis avulsa3 ut nulla ex ten t indicia e quibus species aliqua et imago antiquœ Salonœ, et œdijiciorum forma s distribution magnitudo, viarum et vicorum disposition et conformation aut animo et mente conci pi, aut verbis explicarin aut in tabulis incisa ociáis subjici possit. Ed infatti, come discorrere di un piano esatto completo di Salona, se gli scrittori non accordano neanco nella estesa e nella forma del suo perímetro? Gostantino Porfirogenito la dice mezza Costantinopolij Giacomo Spon segna «4 o i 5 m . passi di circonferenza; il topografo del regno d'Ungheria 6 0 0 0 ; Tomaso Arcidiacono vi nota 6000 passi di lunghezza. Lucano la
rhiama lunga3 il Calergi la disegno quasi
ovale.
pressoché bislunga il P a t e r n o , e il Camozzino la prolunga di moho a levante. Corsé il secolo decimottavo, e quattro lustri del nost.ro , né vi fu alcuno che pensasse a Salona. Nel 1 8 2 4 per decreto Sovrano fu ordinato al sig. Holzel, computista del dipartimento filíale del consiglio áulico delle fabbriche, di rilevare in pianta quelle rovine. I/opera fu di tale natura, che il defnnto dott. Lanza, direttore in allora degli scavi, d ' u j f i c i o la dichiaró nulla. L'ultimo piano conosciuto é quello della sottodirezione catastale, incaricata dall'eccelsa Cancel-
laria aulica di rilevare nuovamente Salona per quello riguardava le antichitá. In esso (compiuto
il 18 aprile «835 dal geómetra Antonio Putti, at-> tuale archivista delle mappe catastali della pro* vincia), si notarono i risultamenti di sei anni di escavazione dal 1 8 2 1 al 1 8 2 7 , Questo piano ho presentato alie superiori autorita; sopra il medesimo ho fatto le mié critiche, le mié ipotesi e le mié proposizioni; e, rimandatolo, furono decretati
gli scavi preparatori.
II che basta di per sé a
mostrare qual esso sia. — Con questa storia arriviamo al 10 giugno 1 8 4 5 , in cui fu approvato a
Vienna il mió piano di lavori preparatori.
-Voi
tullí potevate ignorarlo, potria oppormisi, e non l'autore deH'articoIo ! Prendete il numero 1 2 del giovedi 17 luglio i 8 4 5 della Dalmaziaj scorrete
l'articolo Rovine di Salona, e troverete : II viaggiatore che visita con animo commosso quegli avanzi altre volte si illustri, appena sa rinvenire il luogo3 ove giaceva la famosa cittáj e piu solto: Un monte di sassi, Jrammezzo i quali Vagricoltore pianto qualche tralcio di vite,fram-
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menti di aquedotti3 poche colonne state mu* tilates vasij sepolcri qua e là sparsij ecco cio che rimane delïcintica città. Indi : Ove sono il campidoglio3 Vanfiteatro3 la curia 3 il gineceo3 le. fabbriche di armi3 il foro3 i deliziosi giardini¿ che si estendevano sino al palazzo3 e formavano la delizia del monarca? Strano contrasto! nel i84¿> non si vedeva quello ch' era , ora si vede ció che non è. A d ogni modo fino al 17 luglio 1 8 4 5 , l'eslensore medesimo di quella ri vista non deve aver conosciulo il piano testé creato. Dico creato3 perciocchè il falto sovverte ogni idea délia sua esistenza. E d in vero, non iscavando io mai più di quanto mi è veramente necessario, sorpassando ogni tratlo ove sono visibili le linee antiche, se fino ai i 5 marzo, in una linea poco maggiore del primo recinto del n o r d , lio scavato (porto non la mia, ma la misura uificiosa dell'ingegnere circolare) 4^4 C a f t e r cubi, ossia 9 1 5 8 4 di terra e macerie, conchiudo non esser possibile (la un anno l'esistenza di quel piano. Cotesto argomento mi fornisce qualche altra prova, che mette la questinne fuor d'ogni dubbio. AíFine di trovare la massima parle délia traccia superficiale délia linea esterna delle mura , mi con-r venne talvolla affondare lo scavo fino a 1 2 piedi e più (nótate che lo scavo è ancora aperto, e ch'io per ridurre a termini più semplici il f a l t o , parlo del solo primo recinto del nord). U n piano,
rilevato con geométrica precisione3 avrebbe dovu-»
to conoscere senza altro quelle linee, conseguentemente ci voleva uno scavo non minore del mió, I contadini , che s'accorgono dello spostamenlo di ogni piccola cosa nel loro campo, e che si
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trovano là (Ti e notte; i Salonitani tutti, che tedono chi va e chi viene, e che si facciano i viandanti a Salona; gli Spalatini che non ignorant» ogni accidente di quel villaggio, dovrebbono pure saperne alcun che. Scavazioni senza il permesso dell'autorità política non si possono imprendere tra noi; qualunque fatto occorra a Salona senza l'autorizzazione necessaria, quel capovilla deve rapportarlo aile superiorità di Spalato: onde in ogni caso resterebbe qualche memoria tra gli atti ufficiosi. Vo' per altro agevolare la via al discoprimento délia veri t a , senza che faccia di mestieri perdere il tempo e l'opéra con inutili investigazioni. Di qualunque scavo, fatto per seguire l'esterior andamento delle mura antiche, troveremmo qualche indizio nella qualità délia sopraslante vegetazione. Io d'ordinario non ho mai fatto scavare in larghezza più di tre piedi o quattro; tanto è vero che si nomina quello scavo fossatello. Eppure per nprire quel fossatello ( ne si potea farlo più ristretto), ho dovuto sradicare più di 65o capi di v i t e , de'quali alcuni di 3o anni, molti di 2 0 , i più da 5 a 1 2 anni, alcune ficaie di 20 a 3o a n n i ; qualche altro arbore fruttifero di 20 anni. — Come dunque concepire l'idea d'un piano ri-
levato con geométrica precisione sin dail'anno scorso ? Qui vedevi la cerchia delle mura sensibilmente elevata dal suoloj qui i rincalzi di varie figure sporgenti dal maschio a piccioli ed ineguali inteivallij qui la porta principaleche da ponente dava ingresso alla primitiva Salona; e h due torricciole poligone che la fiancheggiano,
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« le reliquie delVaquidotto che scorreavi al disopraj poi gl' indizi d'un teatro; poi le tracce positive d'un anfiteatro di forma elittica; poi gli avanzi diruti delle terme scoperte nel 1821. Chi dunque non avrebbe creduto che metiendo si franchi per entro alla porta principale d'un campo cosí bene determinato3 e animosamente seguendo la direzione della strada3 cui cotesta doveva avviare, si sarebbero trovati o qualche interi edifízi , o almeno che sia di talun le reliquie ? -La quai credenza acquistava vie maggior colore di verità dal vedere3 che lungo questa direzione spesseggiavano in piu gran copia le macerie e le muricce ammassate3 ed entrovi frantumi di basij, di capitellij di cornici3 di tronchi di colorína; poi qua e là disperse di moite figure3 le quali ben dan luogo a presumere le sieno parti di costruzioTii del vecchio tempo, Se anche per soprabbondare in cortesía, volessi passar per buona la creazíone del piano, non avremmo vantaggio alcuno da questa mia concessione. Quanlo asserisce il critico, a suo modo, delle rovine che si vedevano, conoscevo ben prima (ora per altro lo si conosce altrimenti): Avanzi della
cerchia delle mura j anomalie di varie figurej la porta a ponente che dava ingresso alla primitiva Salona; due torricciole poligone3 che la fiancheggiano; gl' indizi d'un teatro; le tracce positive d'un anfiteatro di forma elittica ec. Conoscevo
piu ancora; e il Governo ne ha un irrefragabile documento nel mió rapporto del i . ° genn. 1 8 4 5 . Eppure con tutte queste conoscenze, dicevo in quel rapporto medesimo: Essendo mio divisamento
di non volerla dar ad intendere aile autorità su-
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periori, e demeritare per tale maniera alia graziosissima concessione Sovrana3 credo ben fatto di Jar osservare3 che quanto mi si domanda di un piano topográfico con su i principali edifici di Salona3 non e possibile di esibirlo per questo anno. Sibbene3 dato mano ai lavori3 pensó di cominciare lo sterramento dall'angolo a nord-est3 e progredire con ordine calcolato alio scoprimento di cio3 che per le ipotesi da me discorsé, potrebbe condurre alia conoscenza di quanto con ragione domandasi. E scopo principale de'primi lavori sarebbe quello di cercare quale si fosse S alona 3 e quali i riparti del suo agro colonico. II quale lavoro, disposto con ordine ragionato e non interrotto, potrebbe nel decorso del primo anno fornire il piano della metropoli illirica; lo che varrebbe ben piu che se ora3 di mezzo a tanto buiOj volessi fabbricare dei castelli nell'aria3 e3 o deludere la giusta aspettativa del generoso Monarca3 che fu largo di questa grazia3 o mettermi nel duro caso di dovermi contraddire col fatto. G1 i eccelsi aulici dicasteri approvarono , come ho dimostrato, codesto progetto di scavi preparatorij al quale se io mi sia strettamente attenuto, risulta ad evidenza da' miei rapporli ufficiosi dell' 8 gennaio, del 9 febbraio, e del 1 6 marzo. Ció premesso , cade necessariamente e la ere-
denza del mettersi franchi per entro alia porta principale e animosamente seguirvi la direzione, e l'idea tratta da quanto spesseggiava
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lungo questa direzione. Questo mió pensamento, dice l'autore, lo avevo comunicato all'ab. dott. Carrara a pezza
prima cK egli a scavi ponesse mano. E do ve a pensare lo seguisse con maggior franchezza., dappoiche il tener dietro a questa linea lo avrebbe difdatamente condotto ad incontrarsi nelí único avanzo di costruzione di riflessos il quale senza sua previsione fu rinvenuto a levante. Molte parole dell'autore io ricordo. Voglio pero largheggiare : il pensamento, che in fondo non poteva essere s u o , tendeva , se giudichiamo dal testo , a giovarmi. E perché non giovarmi col iano ? perché non dirmene motto ? Che se e' me avesse comunicato quel suo pensamento, conveniva innanzi tutto che i o , responsabile d'ogni o* perazione a Salona, ne fossi persuaso, poi che m'avessi autorizzazione di modificare quanto si era
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decretato da Yienna. E se lo seguitare quel suo pensamento m avrebbe difdatamente condotto ad incontrarmi nell'unico avanzo di costruzione meritevole di rifle.¡so, il quale senza mia previsione fu rinvenuto a levante3 io ho fatto senza dubbio quanto egli con le sue previsioni non aveva mai preveduto; con questa diíFerenza , che la porta a levante, la quale coll'assegno di 8oo fiorini non avremmo per anco sospettata, i o , grazie al cielo, la ho perfettamente denudata sino al 6 di f e b b r . , oltre d'aver iscoperte sin a quel giorncr 17 torri a tramontana, c tracciata molla parte delle mura e tre torri a levante. -- Affine poi di dar ragione de'miracoli che si sarebbono fatti se-
guitando il suo pensamentos continua: Imperciocche presentando cotesto avanzo i chiari indizi d' un altra porta cold. esistente, e che per direzione e magnificenza mostra corrispondesse alia primaj segna fuor d'ogni dubbio
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f altro estremo délia via3 che per lo centro dall'un capo all'altro délia città dovca correre. E dunque dai chiari indizi della porta da me scoperta a levante3 che veniva pure quel suo pensamento. Ma se la porta fu scoperta appena in febbraio, nel secondo mese delle mie scavazioni , come poteva egli avermelo comunicato a pezza prima ch' io ponessi mano agli escavi?
E fu un istante3 in cui credevamo di buona fede le nostre speranze dovessero incarnarsi alla fine3 quando nel N.° 5 del giornale dell'lstria vedemmo annunciarsi il rinvenimento di porte e torri e templi ed altri simili meraviglie. Più ancora quando il N.° 76, di cjuello di Francoforte ne raccontava la scoperta di statue3 medaglie3 bassirilievi. Di tutto che possono avere scritto i giornali su i risultamenti dell'escavazione, io non sono responsabile affatto. Ove pero agli articoli è sottoscritto il nome dell'aulore, non è malagevole il domandargliene conto. Se poi sono anonimi, allôra s i , che per aggredirne lo scrittore, e non prendere lucciole per lanterne, ci vogliono que pensamenti e quelle previsioni3 che non sanno intendere tutti. E a questo proposito mi è forza di dichiarare solennemente che ogni mio scritto porta il mio nome, e che non è mio qualsivoglia articolo anonimo. Non lio mandato a' giornali stranieri nè una linea; troppo superbo delle mie fatiche e delle mie intenzioni per comperare a sí vil prezzo una Iode, e se alcuno mi fece autore d ' u n articolo senza nome, che di me parlava nel Monitore Torinese3 il tempo e le indagini da me estese, assai ineglio d'ogni discolpa, ch'io potessi fare
A presente, faranno splcndere la verità in pieria luce.
Onde anzi di deliziarci colla vista di si pre2 ios i discoprimenti, imprendemmo espressamente un altro viaggio per Spalato; e pieni delle piu ridenti lusing/ie, con una brigatella di dotti e gentili amici ci rendemmo a Salona. Dovro io dirlo pero ? Si devo dirlo,- ch'egli e debito d'onest'uomo V impediré, che la buona fede del publico sia presa a gabbo da fantastici ed immaginari racconti, i quali somigliano a sogni d'infermi, e fole di romanzi. — Povere mié speranze ! ! ! Dovro io dirlo pero ? Si deVo d i r l o , e lo diro coU'articolista, ch' egli è debito d'onesto uomo 1'impedire, ebe la buona fede del publico sia presa a gabbo da fantastici ed immaginari racconti, i quali somigliano a sogni d'infermi e fole di romanzi. — Povere mié s p e r a n z e ! ! !
Tutto lo scavo fatto fin qui nella sua maggior parte riducesi alla fui fine ad un fossatello che segue Vesteriore andamento della muraglia. E questo stesso fossato a me si pare condotto senza utilità nessuna, e con poco senno. Imperciocche3 se il circuiré le mura era necessità quando trattavasi di fissare la positura di Ercolano e Pompeij o d'altre città seo ñiparse per s ubiti cataclismi della natura; a che pro il Jarlo qui do ve la cerchia della cittci era apparente, e con geométrica precisione rilevata e delineata ? 11 fossatello che segue l'esteriore andamento della muraglia
per le medesime ragioni, che
si addussero di Ercolano e P o m p e i , si appalesa fatto con utilità e con senno. A mano a mano
che andavo scoprendo la conlinuazione delle mura e delle torri sepolle, tanto per trovare le loro facce, quanto pef mostrarle, almeno in parle, denúdate , dovevo necessariamente affondare lo scavo più o meno , e , a seconda délia maggiore o minore proiondità , commisurarne la larghezza. Poi conveniva praticare un sentieruolo, che seguisse l'andamento dello scavo per agevolare a tutti il mezzo di vederne i risultamenli. A quest'uopo pensai di trar partito dal fossatello, che andavo scavando, col che avevo, e mi ho tuttodî, meno dispendio, perche meno lavoro d'operai; più guadag n o , perche minor compenso di danni j e l'opéra, come intendevo, compiuta.
Doveva poi suggerire il buon senno la sconvenienza di gettare cosï a casaccio sul ciglio del fosso la materia escavata; tra perche ne nasceva pericolo di av vallo possibile ad avverarsi con danno dei visitatori, e dei lavoranti medesimi; e tra per la insorgente necessità di doverlo poi con nuovi dispendi asportare altrove in appresso. E
dove mai ha veduto egli la materia
vata gettata cosi a casaccio
esca
sul ciglio del fosso?
Nella sezione d'escavi che furono sin'ora compiuti e rilevati, no certo. E d oltre che il fatto lo mostra , gliene porto l'autorità dell'ingegnere circolare di Zara dott. Lucchini, il quale studio per molle ore in due volte le mie scavazioni. Porto a testimonianza il L u c c h i n i , perché giudice più competente d'ogni visilatore slato f î n ' o r a , il più vicino al Governo.
Ció sia detto sol di passaggioj e sol di passaggio osservatoj che gli scavi si stendono per
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una linea, non sur uno spazio, di tanti metri, come erróneamente raccontasi. lo credo che non v'abbia un solo che voglia far responsabile il direltore degli scavi d¡ quanio raccontasi,• ma bensi che tutti pretenderanno guarentiscano e l'estensore di quell'articolo ed il
Carrara, quanto essi medesimi raccontano
e scri-
vono. l o , forte nella coscienza del mió dovere, son pronto a sosíencre e a giustificare quanto scrivo: e mi par di mostrarlo. Commetteró talvolta d e ' s b a g l i , avró qualche error nei giudizi, 1'amor del sapere trarrammi a qualche ipotesi errónea; m a , istruito, sapró come devo disdirmene. Non é vergogna il fallare, né il ritrattarsi; si per ahro il persistere nell'errore.
Veniamo ora a vagliare il mérito delle faite scoperte. — Le mura che dicono rinvenute presentano elle qualche interesse artístico monumentóle ? di costruzione o distribuzione ? - Nessuno. — Qualche tratto di grandi pietre, e queste puré mal collocate; del resto, irregolari, di pietre minute, di pochissima lev atura, senza carattere di soliditcL od eleganza, le ti presentano nell'in tutto un aspetto assai meschino. Dato in ipotesi che le mura di Salona non avessero alcun interesse artístico o monumen-
tale, di costruzione
o distribuzione,
che colpa
ne ha il direttore degli escavi ? Perché non aggredir invece i costrnttori o i barbari rifabbricatori, o i distruttori piu barbari ancora? L e osservazioni che si fanno dopo quel cattedratico nessuno, non sono poi traite daí vero. M'atterró nel discorrerne alia sola prima linea del nord della cerchia esterna, movendo dalla torre pentagona a
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all'angolo nord-est verso l'altra , egualmenle pentágona, all'angolo nord-ovest, nella quale linea v'hanno quarantatre torri e il fossatello, per visitarle, compiuto. Ha veduto di grazia l'articolista la prima torre all'angolo nord-est e la seconda e la quarta, poi le altre 6, 8, i o , 1 2 , i 4 , 1 6 , 1 7 , 1 9 , 36 ec.
Del restoj irregolari. - Di che irregolarità, dell'assoluta o délia relativa ? di costruzione o di distribuzione? Di piètre minute. Minute ? Nelle torri principali, p. e. nelle 1 , 2, 8, i o , 1 1 , 1 2 , 1 6 , ec. non so trovarle per anco.
Di pochissima levatura. -- Snpposto che levatura voglia dire elevaziones elevatezza od altezzüj cominciando all'angolo nord-est, alto venti piedi, piacemi di daré misure delle maggiori di sei p i e d i , 8, 8, i 5 , i 5 , i 5 , 1 0 , 1 2 , i 5 , 1 5 , 3 3 , »4, 1 5 , i 2 , 1 8 ecc.
Senza carattere
di solidità ed eleganza. —
L e torri più sopra nótate mostrano veramente il contrario : basta studiare la 2 , la 8, ed in ispecie la 1 o.
Le ti presentano
sai meschino.
nelf intuito un aspetto as-
- Errata corrige. — In luogo
di
neïï intutto leggi per la maggior partej invece á'assai meschino, scrivi meschino. Forse a nobilitarle fu detto essersi tróvate di molte torri. Se le torri potessero noKlitare una muragliaeui fiancheggiano, passerei per buona l'¡osservazione, ma per quanto ne dice l'avversario, nel caso rostro non so concepirlo.
Del rimanente nel ritrovo di questey rtow
ce mérito alcuno; conciossiache le loro rovine di. molti piedi si sollevino dal livello del suoloj e sin dall'anno passato fossero state esattamente riportate nelpiano3 che accennammo sin da principio. Se quanto si asserisce toglie ogni mérito, io concliiudo il contrario. Chè essendo sotto il livello del suolo le torri 4> 7, 9, 1 2 , 1 3 , 14> 1 7 , 1 8 , 1 9 , 20, a i , 2 3 , 2 5 , 28, 3o, 3 i , 3 2 , 3 3 , 3 4 , 38, 39, 4o, 4 i , 4 3 , 4 5 , 4 7 , 48, 49, 5 i , 5 2 , 5 3 , 54, 5 5 , 5 6 , 5 7 , 58, 59, 60, 6 1 , 6 2 , 6 3 , 64, 6 5 , 66, 6 7 , 68, 69, 70, 7 1 , 7 2 , 7 3 , 7 4 , 7 5 e 7 6 ; mio esclusivamente è il mérito d'averne iscoperte 58 delle 76, che guardano le mura dall'estremo angolo a nord-est all'estremo del nord-ovest délia linea fortificatoria. Se poi vogliasi mettere a calcolo, che coi risultamenti delle prime scavazioni dal 1 8 2 1 al 1 8 2 6 se ne sospettarono due sole, il mérito delle scoperte s'accresce, ora che in poco più di tre mesi più di 80 torri si mostrano dissepolte dopo dodici secoli.
E poi gli sporgenti delle mura salonitane non sono altrimenti torri3 corne asserisce il sig. dott. Cariara; imperciocchèj se le torri sono edifici praticabili nell' interno e destínate a ricoverare presidii3 i quali possan tra loro difendersi all'uopo3 e repulsare concordi gli esterni at• tacchi; tali certamente non possono essere ques te cosiruzioni tutto solide e impraticabili. E conveniente che io dica alcun che délia costruzione e del modo con cui si presentano cotesti
sporgenti> rincalzi3 ridossi 3 o come meglio piace
all'autore dell'articolo di addomandarli. - Tutta quant' è la cinta esterna delle mura salonitane è guardata ad ineguali, ma brevi distanze (il medio
termine £ di 24 piedi), da edifici rettangolarí o poco varianti, vuoti, connessi al mascliio delle m u r a , di nobili materiali, e solida costruzione romana in legatura. Alie facce anteriori de' piü di loro , ma con irregolare distribuzione, come p. e. a i r i , 5, 10, i i , 1 6 , 1 8 , 20, 2 2 , 2 3 , 24, 2 6 , 28 ecc., sono addossate senz'alcuna connessione delle aggiunte triangolari con muratura guarnita o riempiuta nel mezzo, praticabili nella parte superiore (vedi la torre 22 e la 2 6 ) , forli e ben disposte alie b a s i , ma nel resto di pietre minute, e barbara costruzione posteriore. Il quale addos» samento della costruzione posteriore su l'anteriore, é disposto in tale modo, che il prisma triangolar e , meno antico, con uno de'suoi paralellogrammi laterali coincide colla facciata anteriore della fabbrica rettangolare o poco variante, vetusta; onde n'esce la forma pentagona. In alcuni punti ove la faccia anteriore delle torri antiche é di molta estensione, come alie 3, 2 7 , 29, 3g ec., si vedono due prismi triangolari addossali, che presentano un angolo rientrante nel mezzo; da ció le poligone. E qui s'avverta che la costruzione barbara posteriore non solamente sorte dal perimetro antico, ma si vede assai spesso ergersi sulla costruzione romana. E d avendo riscontrata nei primi edifici collegali alie m u r a , una muratura piu antica che armonizza colla media delle tre, che trovo fin'ora a S a l o n a , mi convenne studiare il loro ufficio. II curvilíneo del perimetro delle mura, che lascia uno spazio piu libero alia vista delle vedette , e la maggior spessezza di tali edifici alia parte, che dava a temere lo sforzo maggiore dell'oppugnazione, mi fecero sovvenire delle t o r r i , che
secondo Vitruvio (Architettura gener. parte II. cap. I. art. I.), avanzavano fuori delle m u r a , affinché gli assediati potessero battere dai fianchi il nemico. E letto in Flavio Vegezio Renato (De
re militari,
üb. IV. cap. II.), che gli antichi
ambitum muri directum duci noluerunt, ne ad ictus arietiun esset dispositussed sinuosis anfractibus jactis fundamentis3 clausere urbes; ere« brioresque turres in ipsis angulis ediderunt (e cio per la ragione poco prima toccata , del poter aggredire gli assalitori non solamente di fronte, ma e dai fianchi e quasi da tergo), raffrontate queste teorie colla natura del f a t t o , conchiusi essere quegli edifici altrettante torri di difesa. Ricorsi alia storia, e non ebbi motivo di ricredermi. — Giulio Cesare, al quale dobbiamo la prima memoria storica di Salona, descrive il disperato combatiere de'Salonitani nell'assalto, e la disfatta solenne data dal loro valore a M. Ottavio, che gli aveva aggrcditi con assedio e d'assalto. E g l i medesimo dice Salona oppidum munitum (De
bello civili lib. III. cap. VIII e IX). ~ Gli asse-
dii di L . Cecilio Metello ( 1 0 7 a. C . ) , di Cneo Cosconio (78 a. C . ) , di Marco Ottavio per due volte (49 a C ), di Asinio Pollione (4a a. C.), e di Batone duca dei Dalmati (6 d. C.), attestano qnanta fosse la potenza della reazione a Salona. — L'ambito trionfo dalmatico concesso a Metello , a Cosconio e a Pollione, che la vinsero, dicono chiaro abbastanza il mérito della vittoria. — II F a r l a t i , notando i difetti del piano del Camozzino, scrive:
nullas turres3 nulla propugnacula mcenibus interposuit, non quod Salona hujuscemodi monumentos operibusque caruerit, sed quod eorum
vestigia aut nulla aut obscura
extent. Nell' ico-
nografía del Blancovich il disegnatore ne segno moltissime, pero, come tutto il lavoro, a modo di visione poética. Tulti parlarono di torri e torri le addimandavano. -- Finalmente un prezioso frammento di lapida trovata il 1 2 marzo tra le rovine della porta minore a ponente, oltre di metiere in chiaro l'epoca della ristaurazione delle fortificazioni salonitane, ha c v n c t a s q v e t v r r e s . L a significazione del vocabolo non si oppone per nulla affatto a quella mia ragionata credenza.
— I lati ni (Lexicon totius latinitatis), dicono torre un edificio in magnam altitudinem protensum, oppure celsa molesj e noi le chiamiamo edificio eminente, fatto comunemente per propugnacolo e per fortezza delle terre. -- E siccome torreg'
gia
anche un legno (Tasso, Gerus. X V I
torreggia
una citta (Ditam. III. 6 ) ,
e 5),
torreggiavano
i giganti (Dante Inf. 3 i ) , pensó potersi chiamare torrij ed esserlo, anche questi edifici di Salona. Delle aggíunte triangolari p o i , posteriori di molto alie torri predette, ragiono nella seguente maniera. L e torri quadrate si potevano fácilmente rovinare colle macchine da guerra nella faccia loro anteriore e specialmente negli angoli: un aríete gli poteva scantonar di leggeri. P e r questo era prescritto dalla buona architettura militare romana di fabbricarle circolari o poligone. A Salona le torri erano di gia costruite, alloraquando per i progressi della tattica militare s'introdussero le circolari o poligone. Gli era piu agevole ridurle a poligona che a forma rotonda; e coll'aggiunta d'un solo prisma triangolare si provvide all'uopo, riducendo le piu a quella forma. Cosí si ottenne-
ro le pentagone e le poligone ricordate poc'anzi. Che se tutte non furono ridotte alla forma poligona, lo deduco parte dall'aver potuto guardar una media rettangolare con le poligone dei fianc h i ; parte dalla posizione più o meno opportuna; parte finalmente dal maggiore o minor danno che avevano sofferto le prime
Che queste costruzioni sieno tutte solide e impraticabilij
è un'asserzione gratuita.
Ma Jorse che l'aver visto fiancheggiato da torri il vicino palazzo di Dioclezia.no 3 l'aver osservato il campo pretoriano delineato dal TV inkelmann, il sapere che in generale tutte le murature di fortifie azione e difesa an davano a quando a quando munite di torri: forse tutto questo avrà bastato a buttar fuori senza più questo nome. Osservate pero di grazia le torri degli edificii sopraccennati3 e le vedrete con simmetria ed equidistanza sporger fuori dai lati costituenti il perímetro dello spazio difeso3 si veramente che possano servire alla naturale destinazione. Io studio Salona a Salona, e no a Spalato o nei l i b r i , ne la denominazione fu butlata fuori per caso o spensieratamente. — Veggiamo invece come sieno buttate le osservazioni del mio censore.
Guardate poi la minutezza ed irregolarità del materiale impiegato a queste costruzioni3 al nessun ordine tenuto nella loro distribuzione. — Nelle riparazioni e ricostruzioni concedo, ma nego assolutamente nelle costruzioni più antiche : mi riporto al già detto.
J4lla nessuna colleganza o connessione col maschio delle mura, cui sono addossate - A
Salona è tutt'altro; trovo invece che tulte sono innestate nella mura, lo che palesemente si mos t r a , a cagion d'esempio, nelle i , 2 , 3, 4> 7, 8, t i , 1 2 , i 4 j 16, 19, 20, 3 3 , 34, 3 6 ecc.
Alle
meschine
loro dimensioni. E non sa
e g l i , che la settima torre è lunga 4^ piedî, la nona /¡6, la diciasettesima 92, la decimanona 98?
Alla loro impraticabiUtàj perche
e costrutle
a sacca.
riempiute
Di ottanta e più torri sco-
perte fin'ora , io non so vederne una che non sia praticabile dall'ambulacro délia mura. Pretenderebbe egli forse che fossero praticabili dalla parte esterna? Perché non fare un'osservazione più scrupolosa su gli scheletri délia muratura delle corline, i quali in molti siti si elevano notabilmente, p. e. 8 piedi, 1 1 , »5, 1 2 , i 5 , 1 5 , 3 3 , ec., laddove non v' ha traccia alcuna di mura elevantesi dal lato interno delle torri medesime? Né gioverebbe il rispondere che nelle fondamenta e nella parte inferiore delle stesse si nota la eontinuazione del curvilíneo delle mura , perciocchè la praticabilità d'una torre non si riferisce aile fondamenta , o sempre alla parte inferiore délia sua costruzione, sibbene a quell'elevazione che puó rispondere all'ambulacro delle mura. L a difesa degli arieti, delle falci, delle testuggini, delle gallerie, dei terrapieni, delle torri di legno, si praticava dall'alto, né saprei a che fine cercare altre praticabilità, subito che la vera è palese. -- Nessuna poi delle torri collegate aile mura è ripiena e co-
strutta a sacca.
In ció si confondono quesli edi-
ficii anteriori, colle posteriori aggiunte triangolari, le quali sono veramente sino ad un certo punto
a muratura guar nita o ripiena.
Alla varietà delle forme
rettangolari,
qua-
drate, poligone. — A chi conosce la storia delle opere fortificatorie romane e quella di Salona, cotesta varietà delle forme non crea il menomo ostacolo. II mutamento essenziale delle forme antiche in poligone, non è che una prova del progresso della tattica militare d'allora; e non è alcuno, il più zottico, che ignori essere state le torri degli antichi rettangolari e quadrate e poligone e rotonde.
Alie posteriori riaggiunte triangolari appiccate alie prime, che per coteste presentano dei ridossi pentagoni irregolari terminati in punta all esterno, e dite aliara, che Dio vi salvi, se codeste possono confondersi colle torri. — Di queste posteriori aggiunte ho detto abbastanza, ed ognuno saprà comprendere che cosa desse sieno.
Che cosa dunque saranno tali sporgenze ? Dove ne fosse permessa una ragionevole ipotesi, derivata dali1osservazione più scrupolosa, noi non dubiteremmo di affermare francamente dover esse considerarsi come appendici di costruzione e sopradossi a rinforzo di parti pià minaccianli, o a riparo delle già sgradate, erette come lo richiedeva il bisogno, e relative ai mezzi possibili di effetliiarle. La quai congettura acquista tanto piu colore di vero, chi sappia come Salona, a tacere dei posteriori, dovesse sostenere ben sette assedii dei tremendi soldali di Roma. L e rególe della buona critica mi ammaestrano non doversi ammettere venina ipotesi senza un
fondamento
ragionevole.
Ora, avendo io dimo-
strato Ja qnalità delle osservazioni del mio censore e de' suoi colleghi di studio, devo non far cal-
colo delle loro ragionevoli
ipotesi.
Lungo le mura tro varo no, dicesi, quattro porte. Ma la prima, la meglio conservata, la principóle, la piu magnifica era giá visibile da gran tempo nella sua massima partedessa e le torricelle adiacenti, ed il sovrapposto aquidotto erano delinead, come dicemmo pocanzi. L'altra corrispondente non presenta che semplici ruderi da cui € e dato únicamente rafjigurare le tracce. Restaño adunque solé due porte, del cui sterramento vuolsene dar mérito al direttore degli scavi. Chi per altro consideri coteste essere nulla piu, che piccole porticine a risorsa, senza fregi, senza ornati, senza grandezza, senza interesse artístico alcuno, e soprammercato mezzo distrutte; trovercl questo mérito troppo sottile, perche debbano occuparsene tanto i giornali, e meno si lascierá. correre alia meraviglia. Quanto a noi confessiamo ci parrebbe assai piu degno d'osservazione, se in tutto il giro d'una cittá non si fosse trovata porta alcuna. Comunque, se le quattro porte veramente si mostrano, come confessa l'autore, a che fine quel
tísico dicesi ? La prima,
di cui discorre, che é
ben altra di quanto egli la dice asserendo, non mostrava prima degli scavi di quest'anno che una interruzione d'una muraglia, che corre in mezzo al perímetro generale. Io, per isgombrarne la muriccia ed arrívare al denudamento del lastrico, ho dovuto ímpiegare quattro giorni di lavoro; il 2 1 marzo con 1 1 tiomini e 1 4 donne, il 2 3 con 19 üomini e 1 4 donne, il 24 con 1 4 uomini e 1 2 donne, e íl 26 con 1 1 uomini e 1 2 donne. E la
si dice visibile da gran tempo nella sua massima parte! Valtra, che non presenta che sempli-
ci ruderij e la accorda e nomina Xúnico avanzo di costruzione meritevole di rijlesso: le due ait re egli accorda del paro. Affinchè pero non mi si desse mérito di queste scoperte, tocca la loro conservazione e costruzione, il che tanto s'afía al mió mérito, quanlo il suo articolo alia verità. Descrivesse almeno ció c h ' è ! bastí il dire, che nelle due porticine a risorsa3 v'hanno delle notevoli reliquie della soglia, delle imposte, dell'intero meccanismo con cui si chiudeano, lo che nelle
due prime si desidera. — Quanto a noi3 confessiamo ci parrebbe assai più degno di osservazione se in tutto il giro di quella città e dello scavo, il censore ed i suoi compagni non avessero trovata materia da scrivere un articolo.
Più pregevole assai sarebbe a stimarsi il vinvenimento del tempio3 do ve qui pure parte del mérito non venisse stremato dalíesser desso stato conosciuto già innanzi tratto. Ed in vero si vedeva chiaro il di fuori di forma ottagona di queiredificioj si scorgeva nell' interno il rotondo suo vano; si ravvisavano i finimenti di alcune nicchie; tutto questo molto tempo prima che gli scavi s' intraprendessero. Da cid la supposizione cli ei fosse un tempio; da ció quella franca descrizione che nefecero rce//JIstria. Ma da poi che se ne condusse a termine lo sierramentOj gli e mestieri rettijicare cotesta descrizione che pià non regge. Perché non iscrivere che gli era rilevato con geométrica precisione, ora che uno della briga-
tella3 dopo denudato, ha fatto
con assistenza co-
testa operazione in quelle ore, nelle quali era sicuro di non essere sturbato dal direttore degli
— = 3 ^ 3 28 crrgsi— cscavi î Quello che si vedeva prima degli scavi, sa ogni Salonitano benissimo. Come io abbia inleso di quest'edificio in principio e dappoi, lo mostro con prove di iatto. Nel mio rapporto ufficioso delle operazioni e dei risultamenti del febbraio a. c., ricordando quanto aveva scritto nel rapporto del gennaio relativamente a quest'edificio, notavo: volevo vedere se
veramente era un tempietto od un bagno o qualche altro edificio. E qui mi piace avvertire che avendo io diretto lo sterramento in maniera da denudare contemporáneamente l'interna e l'esterna linea del muro, seguendone la direzione, l'ultima parte che mi venne fatto di denudare fu il centro. Nel mezzo del quale appunto scopersi la vasca, sola ed única circostanza che poteva determinare la qualilà del fabbricato. L a preziosità dei maleriali raccolti nello scavo prima di giungere a quel punto; i frammenti di capitelli fignrali, di colonne, di basi e di fregi ; la ingente quantità di svariatissimi marmi levigati, p. e. parió, verde antico, inarmo greco, porfido, greco screziato, granitoide; e meglio ancora le reliquie d'un mosaico di cristallo dorato , mi facevano supporre necessariamente un nobilissimo edificio. L a prima idea che si presentava ad ognuno era quella d'un tempietlo. L a vasca (entro la quale ho trovato capovolto un bellissimo grande capitello corintio di marmo bianco, ben conservato) sciolse la questione. Cosi fatta scoperta avvenne il 20 marzo di sera, ed il 21 maltina con apposito rapporto domandai fosse disposlo alla con-
servazione di quel nobilissimo bagno romano. Nè
bisognavamo dell'ingegno del nostro articolista a saperlo, chè non è idiota che a primo aspetto nol veda.
ÍJ edificio adunque non e gia il tempio de gout, le plus esquis dell'ártico lista fróncese, si bene un bagno privato di nessunissima rilevanza. lti esso una vasca quadrata incrostato. di ruarme corren te tutto alí intorno; di marino rivestito il pavimento, e le pareti Jo rs'anche; il tubo che dava esito all'aqua lo vedi ancora; ci vedi nelle pareti cinque nicchie di varia profondita, di diversa grandezza, a ineguali distante, senza disposizione simmetrica, e senza simmetria collocate le sottobasi di alcune colonne piu o meno distanti fra loro; che anzi la vasca stessa profondasi fuori di centro. Sta la soglia d'una porta principale di espanta grandezza, e tre vani di porte, i quali danno indizio di comunicazione con altri locali; il soglione di un pavimento a mosaico. Ne 11'interno quasi tutto distrutto. La rivestitura delle pareti e parte di quella del pavimento asportata; delle basi, di capitelli nessun indizio j unici avanzi due tronchi di colonna. Dovremo noi diré che uno di questi fu adesso riposto in piede, e fissato stabilmente alia sottobase con grosso perno di ferro, ma capovolto !! Che il bagno sia disposlo in modo simmetrico o n o ; che la vasca si profondi fuori di centro; che la rivestitura di marmo sia asportata in gran parte; non é mérito né demerito mió. Siccome non é demerito dell' articolista d' averci regalato una descrizione di quell'edificio, non facile ad intendersi. Taccio alcune inesattezze delle sue osservazioni; per esempio, il dubbio che le pareti fossero rivestite di marmo, mentre lo si vede benissimo tuttora; le toccate sottobasi di alcune
colonne; il nessun indizio de' capitelli, che tutta Salona ha veduti ed ora sono nel museo; i due soli tronchi di colonna ecc., questo mostra almeno non averio e'studiato gran fatto. — II racconto del tronco di colonna , riposto in piedi capovolto, non so come intendere, se in tutta Salona non evvi tronco né colonna riposti in piede. Forse che egli allude ad un errore, per c u i , mandato a Salona un mastromuratore a fine di impiombare alcuni arpesi alie imposte della porta esterna a l l ' o v e s t , ed uniré in uno i due pezzi del fusto di colonna posti nel b a g n o , fu fatto altrimenti. — Che che ne s i a , la é troppo g r o s s a , perché la mi si possa cosi graziosamcnte affibbiare. Se non a l t r o , me n' avrebbono avvertito i solchi antichi per 1' impiombatura del perno. Ma e I' occhio ! so bene , pur troppo , d' essere miope d' assai, ma tanto da non vedere le proporzioni d ' u n a colonna in tutta vicinanza, e da confondere due grossezze diverse d' un tronco, non credo.
E che direte sentendo, che a malgrado di dati cosí precisi, di tanto sicure speranze di ulteriori ritrovamenti qui continuando gli scavi, pur tuttavolta non solo si abbandonarono ¿ ma eziandio si tolse alio sguardo degli amatori lo stesso mosaico interrandolo di bel nuovo ? ? ? La determinata incombenza affidatami, é di risposta e di scusa per non aver continuato lo scavo in quel punto; ché se io mi fossi occupato di particolari scavazioni, non avrei potuto continuare il lavoro decretato per conoscere e determinare la positura, l'eslesa e il perimento del1'antica cittá. — In quanto al mosaico, interrato di nuovo, duolmi di dover ripetere che forse non
sara demerito anche questa invenzione della brigatella. Rinterrare ció che f u sterrato non é malagevole cosa, ma alterare le leggi della natura , é ció che non posso fare assolutamente. Sopra il mosaico, che fu da me sterrato e di bel nuovo interrato evvi un vignato di cinque anni ricco di vegetazione e di grappoli. F u rinvenuto nello scoprimento della porta del bagno a levante e 1' eslremita che fu denudata é denúdala tuttora.
Oltre a quel poco di che parlammo fin qui nessun altro oggetto monumentale od architettonico ci venne veduto a Salona 3 tranne alcuni archi delV anfiteatro 3 il quale3 notatelo ve ne prego, non fu ne assaggiato pur eolio scavo. Non aveva io dunque ragione di esclamare da principio: povere mié speranze delusel L ' anno scorso, il mió censore non sapeva né anco ove fosse 1' anfiteatro, ora lo t r o v a , vi scopre degli archi, e aggiunge che non f u ne as-
saggiato pur eolio scavo. Fin da mezzo aprile, in
occasione di una visita sopra luogo del nostro Capitano circolare, ho avuto la soddisfazione di farío entrare tra le rovine dell' anfiteatro medesimo, batiendo il lastrico antico, passando solto l'arco dissepolto d' un ingresso a mezzogiorno, scendendo per gli antichi gradini a vedere parecchi archi scoperti, qualche tratto di mura sterrate, e un ingresso sotterraneo ehe si andava francando dair empitura, e che ora é libero per un tratto di 1 2 6 piedi di lunghezza. Oltre alia cinta esterna e a piu linee di contorno delTelisse, si vedono oggidi nove archi interi, e sedici incompiuti ec. Se non che di questa e d' ogni scoperta relativa all'escavazione di questo primo a n n o , daró reía-
313
o ^ —
ïione a suo tempo, quando pubblichero, come sper ô , la mappa topográfica relativa, per il rilievo délia quale io devo tanto alla gentile condiscendenza e aile zelantissime gratuite prestazioni di qualche egregio del 4-° battagüone de' cacciatori.
E ci fosse almeno compenso in oggetti di che arricchire il patrio museo! Ma qui tutto riducesi a cose di poco momento. E vaglia il vero ; 1' Apollo ed il Sátiro di che parla il giornale di Francoforte, quanto a noi non possiam tenerli che come un sogno brillante ; conciossiacche non avemmo mai notizia di autentica riconoscenza. Sa il censore di che si arricliisca il museo, se nell' ultima volta che fu a Spalato non 1' ha nemmeno veduto, nè alcuno della sua brigatella da che ho cominciato gli scavi? Al mió primo rapporto mensile del febbraio, ollre a la mappa delle scoperte topografiche del gennaio, ho aggiunte otto tavole, rappresentanti i migliori oggetti rinvenuti. Nella prima era disegnata la par-
te anteriore
del
torso
d' A pollo s nella secon-
da la posteriore j e nella quarta, tra gli oggetti di métallo ed alcune medaglie, un priapo ed un sátiro di bronzo. L e tavole si trovano ora presso gli aulici dicasteri di Vienna , gli oggetti nel nostro museo, visibilil a tutti, e il torso d ' A p o l l o degno veramente d' esser veduto da tutti e da ognuno ammirato.
Percio poi che spetta il vaso di terra ia , del quale non accennan le dimensioni, avendone udita novella noi che siamo pure vicini j siamo tentati a credere, ch' e possa dursi in ultima analisi a uno di queJ lumi,
cotnon cosí riche
in si gran numero ad ogni pie sospinto incontrate fra quelle macerie. Nella quinta lavóla testé citata ho presentato in disegno tra dne oggetti di térra cotta un
di cotto con ¿scrizione a
frammento
caratteri
greci; (rapporlo del f e b b r a i o ) ; piu né ho detto né ho scritto. E di quanto non dico né scrivo io non son responsabile.
E questo crediamo solo, perche ci dorrebbe do ver pensare, che data la veritá delle narrate scoperte, il direttore degli scavi volesse nasconderle agli occhi degli studiosi, con una gelosia indegna di quella cortesía e carita, onde ai di nostri mai si scompagna la vera scienzaj bensi ci venne veduto un pezzo di statua, la quale non sapremmo diré, che cosa sia, che non arriviamo ad immaginare, come possa determinarsi che rappresenti una statua mutilata della testa, delle braccia, delle gambe, e quindi ridotta a nidia meglio d' un torso. Bella la pretesa! che il direttore degli escavi prevedesse i desideri dell'autore dell'articolo, e corresse a pregarlo venisse a veder nel museo quanto si era raccolto a Salona! Dato che io lo avessi potuto prevedere, dove incomodarlo con questa riverente preghiera ? Ogni qual volla sapevano che io per le mié incombenze scolastiche non ero agli scavi, se ne andavano c o l a ; io che, finite le prelezioni , ci vado ogni giorno, non li ho scontrati giammai. — L a mia cortesía sia giudícata da ogni mió atto, la caritá da questo mió arlicolo di ri» sposta. Ma da tale critica non si argomenti alia
cortesía né alia carita che accompagnano
ra
la ve-
— II pezzo di statua , che venne ve'
scienza.
3
duto al censore,
argomentando dalla
descrizione
che ce ne da, é veramente un torso. Di che torso ci parla ? A che proposito dircelo ?
Delle innumerevoli jiiedaglie non diremo parola : potevamo anche noi comperarne di molte dai contadini sul luogo per poco prezzo. Ch'egli abbia
potuto comperarne
di
medaglie dai contadini sul luogo per poco
molte
prez-
zo , non é cosa nuova, sendoché ogni viandante ne porta seco per memoria; poi oggigiorno si vendono ben piu che medaglie. Che se i contadini zappando a poca profonditá per i loro lavori di campagna, ne trovano assai di sovente, non é meraviglia che se ne trovino di molte scavando piu f o n d o , quantunque fuor delle mura.
Tutto quello che ci fu mostro a Salona , fu la meta postica di un. leone, rozzamenie scolpita in rozza pietra, cui non basta a nobilitare lo specioso nome d" idolo, con che l' hanno chiamato j alcuni frantumi d' iscrizioni imperfette, disparatissime j e due iscrizioni intere. Una che noi pulimmo da uno ammasso di térra che la nascondeva, non so se ad arte postovi sopra e incisa in bei caratteri sopra un paralellepipedo di quattro piedi d' altezza sopra due di grossezza ¿ tre faccie portano tutt' intorno un incasso con cornice a piccolo rilievo; la q uarla entro la cornice legge cosí:
D . M T
. FL
. POMPO
(P ill
o)
NIANO LEG
.
FL
7i . T R . LEG
TAE O .
. FORT
. xii
. LEG LEG
xvi .
. ^
D . LEG
. LEG
. FVLMIN
.
.
FLAVIA
. GEMINAEIV1 . ii . TRO
FORT HEREDES
Per quanto io faccia non so trovare questa parte postica che gli fu mostra a Salona, e che dívenne poi 1' ídolo de' suoi pensamenti. Né mi sowiene d' aver iscoperto tra que' rnderi parte postica alcuna. — Se non c h e , concedendogli per cortesía , codesta scoperta della meta postica¿ veniamo alie iscrizioni intere. L a prima , non trascritta esattamente, súbito che 1 ' h a veduta , egli che a Salona non vide cose maggiori, non sark stata certamente coperta d ' u n ammasso di térra, quantunque stante in fondo ad una fossa. L ' ammasso di térra quindi sará una figura rettorica , e la sara stata invece cospersa di térra, che chi non vede quanto sta sopraterra , meno vedrá sotto térra. — A d ogni modo mi si concede la gloria d' averia trovata, la quale concessione mi fa piacere per 1' importanza della leggenda , ed in ispe-
cie del fulminatae,
fulminatricis
in luogo del fulminifercR
o
della duodécima legione.
L' altra e incisa su un simile masso e legge:
M .
YTTEDIO
S A L L Y B l A N O C .
PET1LIO
AMANDO DOMO ICYVIO Y E TEIlANO L E G
.
Xllll
GEMIN .
DECVR10NI
COLON .
SALONITAN
qvaestori
ponti (nt in nesso) CI
fi
PET1LIA
SECVNDINA CONIYNX
Giace di pressa al ponte délia strada che da Salona per le Castella mette a Traùj forse qui trasportataj per ridurla quindi al museo. Se non che immaginando per av ventura dijficoltà gigantesca ad eseguire il divisato trasporto, il dott. Carrara pensó di facilitarlo dimezzando la pietra, la quale mentre preparavano il soleo in che applicare i coni, si ruppe, dando cosí al direttore la gloria . . . . di averia distrutta. Bella gloria ! ! la gloria di Erostrato. E questo fatto si avvera nel 1846 sotto la direzione di quel Carrara, del cui nome si onora la scienzae la cui mercèj giusta i vaticinii del Torinese, e del Foglio d'Augusta, il vandalismo dovea filialmente cessare ! ! ! Quasi penlito il ccnsore d'avermi accordato il modesto mérito della scoperta della prima la-
pida , m'onora per la seconda colla gloria d.'Ero-
strato. Se non è peccato d' immodestia, di far presente a' lettori qualche rispettosa osservazione su ció, mi vi arrischio.
Questa lapide fu trovata circa settantanni ía nel terreno Kapiug da un agricoltore detto Cerina, avolo dell'attuale aggiunto ai capovilla di Salona. 11 documento originale di prova, ho presen-? tato all'autoritá. Questa medesima lapide fu trasportata presso al torrente, ove sta ancora, da circa quarant'an^ ni. 11 documento originale di p r o v a , ed un secondo autografo, parimenti originale, ho unito all'avanti detto. L a leggenda di questa lapide medesima fu publicata nell' anno 1 8 1 1 dal provicario di Macarsca Paulovich-Lucich. Vedi la sua opera Mar->
mora Traguriensia,, stampata a Ra gusa.
L a medesima iscrizione corretta dal Furlanetto, fu ripublicata a Padova nel 184» dal prof. Antonio Meneghelli. Vedi l'opuscolo intitolato Po-
che linee intorno alia vita e alie opere di monsignor Giuseppe Paulovich-Lucich.
II soleo predetto fu praticato nel 1 8 4 3 da Bartolomeo C e r n a , coll'assistenza di Marco Jur a s , di Bartolommeo Guiña e di Giorgio Benzon per ordine del proprietario della lapide Pietro Benzon di Vragniza, che vole\a servirsene per un suo fabbricato. I citati sono tuttora viventi. Finalmente la leggenda non é distrutta; la lapide oltre al soleo mostra aperta una sua vena e null'altro, ed anzi che essere presso al ponte ricordato, la vedi nell'antico suo posto presso il letto del torrente, a i o 4 4 piedi di distanza. Del primo asserto fa fede la trascrizione portata dall'articolista; del secundo e del terzo il fatto.
Sfalato 18 mar/gio.
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Gradska knjižnica Solin Digitalizirana zavičajna zbirka Salonitana, knjiga 3
Risposta del professore dottor Francesco Carrara direttore degli scavi di Salona all'articolo Gli scavi di Salona inseritto nel n. 18 del giornale La Dalmazia Elektroničko izdanje izvornika koji je objavljen u Zadru 1846. godine Gradska knjižnica Solin © 2 0 1 2
Urednica Karmen Borković
Odabir grade Karmen Borković Nada Top ić Jurica Benzon
Snimanje i obrada grade Gradska knjižnica Marka Marulića Split
Nakladnik Gradska knjižnica Solin ISBN 978-953-7851-04-0