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Gli indirizzi giapponesi
by kotodama
di Giada Zaccardi
Forse vi sarà capitato di sentir dire che in Giappone gli indirizzi non esistono. In realtà non è proprio così, perché chiaramente tutti sentono l’esigenza di potersi – e poter – localizzare nello spazio. La verità è che però, come spesso accade quando ci si confronta con l’altra parte del mondo, la risposta a questa esigenza è semplicemente diversa da quella che già si conosce.
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Per spiegare il funzionamento degli indirizzi giapponesi, possiamo dire che invece di considerare le città come un insieme di linee che si incrociano (le vie numerate a cui siamo abituati in Occidente), le concepiscono come un gruppo di insiemi concentrici.
Quindi, per individuare un punto nello spazio, si procede dall’insieme più grande: la prefettura (che potremmo considerare come una regione italiana), poi la città, il quartiere e così via, sino al punto che stiamo cercando.
Fatta questa premessa, possiamo muoverci verso l’argomento più caro a questa rubrica: le parole.
Vediamo che termini e che caratteri1 possono essere utili per capire dove si trovi un determinato posto in Giappone.
Premetto che le divisioni amministrative italiane e giapponesi non trovano una corrispondenza; quindi, cercherò di paragonarle a quanto di più simile, a mio avviso, esiste in italiano, per agevolarne la comprensione.
住所 (じゅうしょ; jūsho): indirizzo.
Cominciamo proprio dalla parola indirizzo, i due caratteri che la compongono sono: 住 che è il kanji con cui si scrive anche il verbo abitare (住む sumu) e 所 che significa luogo. Quindi l’indirizzo non è altro che il luogo dove si abita.
県 (けん; ken): prefettura.
Il Giappone ha 47 prefetture, che potremmo intendere come delle regioni.
府 (ふ; fu): è una divisione amministrativa più piccola, che paragonerei in italiano a provincia.
市 (し; shi): città.
町 (まち; machi): città; cittadina.
村 (むら; mura): paese, villaggio.
La differenza tra le ultime tre divisioni amministrative (市, 町 e 村) è essenzialmente relativa a come sono governate, quindi a quale organo dello Stato, e a quale livello, si occupi o meno di regolamentarne il funzionamento2 .
1. Alcuni di questi kanji hanno più letture, quindi indicherò quelle relative alle divisioni amministrative.
都 (と; to): in italiano la equiparerei a “città capitale”, “metropoli”.
丁目 (ちょうめ; chōme): distretto, sezione di una città.
区(く; ku): distretto. In italiano non usiamo questa divisione, ma potremmo paragonarla a dei quartieri.
道(みち; michi): strada.
都道府県 (とどうふけん; todōfuken): divisioni amministrative.
Vediamo ora un esempio di indirizzo.
福岡県福岡市中央区天神1丁目8番1号3
福岡県: prefettura di Fukuoka;
福岡市: città di Fukuoka;
中央区: distretto Chūo;
天神: Tenjin (quartiere); 1丁目8番1号 (sezione 1, numero 8-1).
Ovviamente non è necessario scrivere l’indirizzo con i kanji, chiunque può scrivere e spedire qualcosa in Giappone anche utilizzando la variante scritta in rōmaji (caratteri latini).
Nel caso di questo indirizzo, verrebbe:
1-8-1, Tenjin, Chūo-ku, Fukuoka-shi, Fukuoka.
Kotodama in gioco: MACHI KORO
N° Giocatori: 2-4 giocatori
Diventate imprenditori e fondate la vostra città! Machi Koro è un gioco di Masao Suganuma con un’alta componente casuale e allo stesso tempo diverse possibilità di sviluppo della cittadina (machi, città) che ogni giocatore andrà a costituire. Infatti, ognuno riceve 4 carte con gli edifici principali e tre monete, insieme ad altre due con cui iniziare, tutte con una grafica che ricorda un cartone uscito da Cartoon Network o Disney Channel. I dadi stabiliscono le carte attive tra quelle allineate sul tavolo, mentre i colori delle stesse determinano anche in quale fase del turno possono essere attivate, ad esempio nel proprio turno o in quello degli avversari. Risolti gli effetti delle carte, si può fare un investimento costruendo un edificio tra quelli presenti e passare il turno. La partita finirà quando uno dei giocatori completerà tutti i propri 4 edifici principali.
In 3 o 4 persone, Machi Koro non risulta complicato, grazie alla sua variabilità che lo rende anche un po’ meno “strategico” e rapido. Saranno soprattutto le interazioni a ricordarvi un gioco, oseremmo dire ormai superato, come Monopoly, nel momento in cui dovrete riscuotere ciò che vi spetta. D’altronde, può esserci una sola grande e ricca città… sarà la vostra?
2. https://gimon-sukkiri.jp/city-town-village/
3. https://hanasu-eigo.com/2017/05/17/1402/
Carmen Borrelli . Nata a Napoli nel 1995. Iscritta al corso di Letterature e Culture comparate all’Università di Napoli “L’Orientale”, ha svolto un anno di scambio a Tokyo, alla Keio University. Gestisce da quattro anni un blog, Nessun cancello, nessuna serratura , strettamente collegato al suo profilo Instagram ( @lilyj2202) , citato in Bookinfluencer. Chi parla di libri e dove trovarli (La Corte, 2020). Tra i suoi progetti, La tua, Virginia ha portato sui social, grazie anche alla collaborazione con la Italian Virginia Woolf Society, la lettura dell’epistolario di Virginia Woolf. Ha fondato Kotodama insieme a Dafne Borracci e oltre a scrivere gestisce le pagine social.