SCUOLA DI ARCHITETTURA E SOCIETÀ
Corso Scuola di Laurea Magistrale in Architettura di Architettura e Società Corso di Laurea Magistrale in Architettura
ITALIA NON FINITA UNA PROPOSTA DI ATTIVAZIONE
ITALIA NON FINITA. UNA PROPOSTA DI ATTIVAZIONE
Relatore: Prof. Gennaro Postiglione Arch.Postiglione Giacomo Borella Relatore:Correlatore: Prof. Gennaro
Correlatore: Arch. Giacomo Borella
Tesi di Laurea di Lucia Delmonte Tesi di Laurea Magistrale di: matricola 771206
Lucia Demonte matricola 771206
Anno Accademico 2014/2015 Anno Accademico 2015/2016
Indice Indice Indice delle figure Abstract 1 Primo sguardo al fenomeno 1.1 Fonti 1.2 Categorie 1.3 Numeri 1.4 Edilizia sportiva, schede dei singoli casi 1.5 Il consumo di suolo come prassi 1.6 Il paesaggio di cemento 1.7 La filiera del cemento
11 15 16 21 102 105 107
2 Alla ricerca delle cause 2.1 C’é davvero bisogno di queste opere? 2.2 Pianificazione del territorio 2.3 Il ruolo della burocrazia delle normative 2.4 Mancanza di trasparenza, corruzione e criminalità organizzata 2.5 Opere incompiute ed eventi sportivi
112 114 116 119 122
3 Possibili strategie 3.1 Non-finito tra orrore e poesia 3.2 Demolizione 3.3 Riuso 3.4 Esempi virtuosi Economicità Da partecipazione ad autocostruzione Ritorno all’agricoltura (urbana) Temporaneità Riutilizzo materiali di recupero
126 129 133 138 139 144 150 155 160
4 Azione 4.1 Chiavi di lettura della strategia 4.2 La piscina di Albisola Superiore: stato di fatto 4.3 Contesto 4.4 Il mercato Cascina Cuccagna Porta Palazzo La Boqueria Mercato dei Fiori, Madrid Santa Caterina Mercato temporaneo Barcelò San Miguel
168
4.5 Materiali e componenti 4.6Temporaneità, economicità, partecipazione
199
169 173 174 178 180 183 186 188 191 194
209
5 Appendici 5.1 Glossario 5.2 Bibliogrfia
212 215
6 Elaborati di progetto
219
Indice delle figure 1 Palazzetto dello Sport di Gravellona Toce 2 Nuovo palazzetto dello sport di Asti 3 Bocciofila di Rivoli 4 Piscina di Albisola Superiore 5 Palestra di Garlasco 6 Palestra scolastica di Varedo 7 Palestra scolastica a Viadana 8 Acquapark di Cassola 9 Palestra scolastica a Breda del Piave 10 Palazzetto Polifunzionale di Fonte 11 Palestra di SanGiovanni Lupatoto 12 Impianti per sport a Monteviale 13 Centro ippoterapico a San Rossore 14 Palestra polivalente a Giglio Campese 15 Palestra a San Giovanni Valdarno 16 Centro sportivo di Vicofertile 17 Campi polivalente a Gallese 18 Complesso natatorio zona Lorcina 19 Bocciodromo di Civitella Casanova 20 Palestra a Pratola Peligna 21 Piscina di Rocchetta a Volturna 22 Impianto sportivo di Ottati 23 Stadio comunale di Piano 24 Impianto natatorio a Bernalda 25 Palazzetto dello sport di Scaloria 26 Campi sportivi a Scaloria 27 Piscina comunale di Manfredonia 28 Palazzetto dello sport di Tricase 29 Piscina coperta di Vieste 30 Piscina di Villa Castelli 31 Palasport di Villa Castelli 32 Palazzetto dello Sport a Panni 33 Impianto natatorio a Racale 34 Palazzetto dello sport a Palagiano 35 Impianto natatorio a Specchia
24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59
36 Piscina comunale di Sciacca 37 Piscina di Licata 38 Impianto di Atletica leggera di Giarre 39 Impianti sportivi a Trepunti 40 Piscina coperta di Giarre 41 Palazzetto San Nicola a Ozieri 42 Palazzetto dello sport di Nuoro 43 Palestra polifunzionale a Villamar 44 Palestra a Parma 45 Pista d’atletica Zengarini 46 Piscina di Castro dei Volsci 47 Città dello sport di Tor Vergata 48 Palazzetto dello sport di Cava de Tirreni 49 piscina di Cellole 50 Palazzetto dello sport di Monopoli 51 Centro sportivo Cesarea Terme 52 Palasport di Fasano 53 Centro sportivo a Fano 54 Stadio di Atletica a Taviano 55 Palazzetto dello sport a Taurianova 56 Palasport a Borgia 57 Palasport di Cattolica Eraclea 58 Stadio di rugby villaggio Mosè 59 Piscina a Milena 60 Centro polisportivo Giarre 61 Centro polisportivo Camporotondo Etneo 62 Palazzetto sport di Palagonia 63 Velodromo Salinelle 64 Piscina Catenanuova 65 Palasport di Merì 66 Palazzetto di Galati Mamertino 67 Palestra di Erice 68 Palestra di Rosolini 69 Dispositivo de Cebada, Madrid 70 Quinta Monroy, Cile 71 Eco-interstice, Parigi 72 Spacebuster, dispositivo mobile
61 63 66 67 68 70 71 72 73 74 75 76 77 79 80 81 82 83 84 86 88 89 90 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 141 146 151 157
73 Auto-parco di divertimenti, Lima 74 Jellyfish theatre, Londra 76 Piscina incompita di Albisola Superiore, vista est 77 Piscina incompita di Albisola Superiore, vista sud-ovest 78 Piscina incompita di Albisola Superiore, panoramica n°1 79 Piscina incompita di Albisola Superiore, panoramica n°2 80 Piscina incompita di Albisola Superiore, panoramica n°3 81 Piscina incompita di Albisola Superiore, panoramica n°4 82 Mercato di Cascina Cuccagna 83 mercato di Porta Palazzo 84 Mercato La Bouqueria 85 Mercato dei fiori, Madrid 86 Mercato di Santa Caterina 87 Mercato temporaneo Barcelò 88 Mercato di San Miguel
161 164 171 171 172 172 172 172 178 180 183 186 188 191 194
Indice dei grafici 1 Tipologie di opere icompiute 2 Tipologie di opere incompiute di categoria sociale 3 Diffuzione delle opere incompiute sul territorio nazionale 4 Numero di opere incompiute per regione 5 Produzione in migliaia di mc di cemento 6 Quantità di cemento procapite 7 Tipologie di merci nel mercato di Cascina Cuccagna 8 Tipologie di merci nel mercato di Porta Palazzo 9 Distribuzione tipologie di merci nel mercato 10 Tipologie di merci nel mercato della Bouqueria 11 Distribuzione tipologie di merci nel mercato 12 Tipologie di merci nel mercato dei fiorni di Madrid 13 Tipologie di merci nel mercato dei fiorni di Santa Caterina 14 Distribuzione tipologie di merci nel mercato 15 Tipologie di merci nel mercato Barcelò 16 Distribuzione tipologie di merci nel mercato 17 Grafici riassuntivi tipologie di merci casi studio 18 Distribuzione tipologie di merci nei casi studio 19 Schemi di funzionamento del mercato
17 17 18 19 109 109 178 180 181 183 184 186 188 189 191 192 194 195 210
Abstract
In Italia esiste un grande numero di opere non-finite, opere pubbliche che sono state cominciate ma che per motivi diversi, spesso compresenti, non sono mai state ultimate. Queste opere sono di vari tipi: viadotti, ponti, porti ed aeroporti, edifici residenziali, scolastici, culturali, e sono disseminate lungo tutto il territorio nazionale. La loro incompiutezza rimanda allo spreco di denaro pubblico e all’idea di un sistema fallimentare che non è in grado di assolvere al compito di fornire servizi necessari ai cittadini. Allo stesso tempo queste opere costituiscono una risorsa e proprio il fatto che non sia giunta a compimento la loro funzione prevista li rende aperti verso mille altre storie ancora possibili. Il lavoro di tesi si sviluppa a partire dal tentativo di comprensione di questo complesso fenomeno, fino a giungere ad una proposta di riuso applicato ad un caso specifico. Prima di tutto sono stati indagati l’entità del fenomeno a livello nazionale mappando i casi esistenti. Questo grazie alla consultazione degli elenchi disponibili, sia di tipo ufficiale, ovvero di fonte
governativa, sia informali, cioè redatti da gruppi, associazioni, giornalisti. In seguito ho sentito la necessità di scendere di scala, per capire quali vicende si nascondessero dietro a queste singoli abbandoni. A questo scopo ho concentrato la mia attenzione su una categoria di opere incompiute: quelle di tipo sportivo, esemplari per presenza numerica sul territorio. Per ognuna di queste è stata da me redatta una schedatura. L’esito della catalogazione è stato pubblicato in un blog [www.italianonfinita.polimicooperation.org], creato appositamente come piattaforma di raccolta dinamica delle informazioni aperta al contributo di chiunque. La proposta di riuso è stata applicata al cantiere interrotto della piscina di Albisola Superiore, in provincia di Savona. L’obiettivo è quello di suggerire possibili strategie che, attraverso interventi minimi, una spesa limitata e un livello di gestione ridotto, consentano la riappropriazione di questi luoghi da parte della collettività. I principi-chiave del progetto sono il riuso dei materiali da costruzione, l’economicità la partecipazione, l’autocostruzione, la temporaneità.
1
PRIMO SGUARDO AL FENOMENO
1.2 Fonti Le opere pubbliche incompiute sono un fenomeno che da anni cattura l’attenzione di giornalisti, scrittori, fotografi, artisti, studenti e che sempre di più è oggetto di attenzione anche da parte dell’opinione pubblica. Anche i legislatori negli ultimi anni stanno mettendo a punto metodi di catalogazione sistematica del fenomeno, segno della volontà di aumentare la trasparenza sulle opere pubbliche e sull’intricato sistema che le circonda . Giornalisti e reporters si occupano da anni, attraverso articoli e servizi, delle opere pubbliche non finite, tema che torna ciclicamente alla ribalta quando vengono alla luce realtà particolarmente evidenti di degrado o di sperpero di denaro pubblico o in corrispondenza di grandi eventi significativi a livello nazionale, quali per esempio i Mondiali di calcio del 1990 o i Campionati mondiali di nuoto 2009. Molte sono le inchieste televisive che sono state dedicate a questo tema; é il caso delle redazioni di Presa Diretta, che ha dedicato due puntate sulle opere incompiute: “Cemento” (12/02/2012) e “Lavori in corso” (23/09/2013). La giornalista Giulia Innocenzi se n’è inoltre occupata in un servizio dal titolo “L’Italia Incompiuta” all’interno della puntata del 19/02/2013. 11
Report ha approfondito invece le opere non finite di tipo sportivo, all’interno della puntata “Sportivo sarai tu” andata in onda il 05/05/2014. Michele Gravino, giornalista della redazione di National Geographic Italia, ha tentato anche di costruire una visione sistematica del fenomeno. Si è occupato infatti, nell’articolo “Italia incompiuta” del 3 settembre 2013, della redazione di una mappa nazionale corredata da un servizio fotografico curato da Angelo Antolino. I giornalisti Guido Gentili e Giovanni Negri, hanno dedicato al tema due monografie. La prima dal titolo “L’incompiuta, dalle dighe mobili di Venezia al Ponte di Messina: storia di un paese bloccato”, si sviluppa attraverso la lettura di alcuni esempi eclatanti di opere che più che non finite si possono definire infinite. I tempi e le modalità di esecuzione delle opere scelte sono state tali da scatenare un circolo vizioso che ha allontanato sempre di più il risultato, trasformando la realizzazione dell’opera in una chimera: queste sono il Mose di Venezia, la Metro di Roma, il passante autostradale del NordEst, il Ponte di Messina, La Salerno Reggio Calabria. Giovanni Negri invece ne “Il paese del non fare” racconta come viene gestita la spesa pubblica in corrispondenza dei grandi eventi nazionali, occupandosi di alcuni
esempi illuminanti come Le Colombiane di Genova, Il Giubileo di Roma, Le Universiadi di Palermo. Lo sguardo dell’autore, ex segretario del partito radicale, è quello del legislatore, e riesce perciò a mettere in luce quell’intreccio di interessi politici locali e nazionali che spesso incidono sulla realizzabilità delle opere pubbliche e sulla loro qualità. Alterazioni Video, un collettivo di cinque artisti (Paolo Barbieri Marchi, Andrea Masu, Alberto Caffarelli, Giacomo Porfiri, Matteo Erenbourg) si è occupato delle opere non finite interpretandole secondo una chiave estetica e considerandole “rovine della surmodernita’, monumenti generati dall’entusiasmo creativo del liberismo”1, in cui “il difetto dell’uso diviene opera d’arte”2. Il gruppo, con la collaborazione di Claudia D’Aita ed Enrico Sgarbi, ha messo in piedi il progetto “Incompiuto Siciliano” o “Osservatorio partecipato sul fenomeno delle opere incompiute”. Questo si è occupato di una mappatura, aggiornata all’anno 2009, dei singoli casi sparsi sul territorio, con il fine di portare all’attenzione dell’opinione pubblica queste opere e facilitarne così un recupero che ne conservi il valore artistico e simbolico. Per 1 Alterazioni video, “Manifesto dell’Incompiuto”, [www.incompiutosiciliano. org] 2 Ibid 12
questo ha inoltre promosso alcune proposte concrete di intervento su questi manufatti, localizzate nel Comune di Giarre, in Sicilia, luogo emblematico perchè la cittadina vanta il primato del maggior numero di opere pubbliche non terminate sparse sul suo territorio. Un altro e diverso strumento di lettura del fenomeno é costituito dalla fotografia. E’ utile ricordare per esempio gli scatti di Gabriele Basilico, il reportage realizzato da Angelo Antolino per National Geographic Italia e i servizi di Massimo Berruti ed Andrea Abati all’interno dell’Atlante Italiano 2007 - Rischio Paesaggio. Per quanto riguarda la catalogazione dei casi la fonte di riferimento è di tipo ministeriale: l’anagrafe delle opere incompiute redatta all’interno del S.I.M.O.I (Sistema di Monitoraggio Opere Incompiute). Constatando poi la non completezza dei dati ufficilai a disposizione le informazioni sono state integrate attingendo ad elenchi e catalogazioni di tipo informale, redatti cioè da gruppi, associazioni, giornalisti e spesso basate sulle segnalazioni di liberi cittadini. Il S.I.M.O.I è un sistema attivo dal 2011 all’interno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tale sistema, che si occupa annualmente della pubblicazione dell’
anagrafe delle opere incompiute, é stato voluto dal governo Monti, che l’ha istituito attraverso l’articolo 44-bis del decreto-legge 201/2011 recante “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”. Secondo gli atti
c) sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge; d) fallimento, liquidazione coatta e concordato
preventivo
dell’impresa
appaltatrice, risoluzione del contratto ai sensi degli articoli 135 e 136 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, o di
l’elenco ha la finalità di coordinare, a
recesso dal contratto ai sensi delle vigenti
livello informativo e statistico, i dati
disposizioni in materia di antimafia;
sulle opere pubbliche incompiute in
e) mancato interesse al completamento
possesso delle amministrazioni statali,
da parte della stazione appaltante,
regionali o locali e di attivare così uno
dell’ente aggiudicatore o di altro soggetto
strumento conoscitivo volto a individuare
aggiudicatore, di cui all’articolo 3 del
le soluzioni ottimali per l’utilizzo di tali
decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163.4
opere attraverso il completamento ovvero il riutilizzo ridimensionato delle stesse, anche con diversa destinazione rispetto a quella originariamente prevista.3
Il sistema prevede che siano le singole regioni e provincie autonome ad inviare, a redigere e consegnare la lista delle opere incompiute. Per opera pubblica incompiuta viene considerata, ai fini dell’elencazione, ogni opera pubblica che risulta non completata per una o piu’ delle seguenti cause: a) mancanza di fondi; b) cause tecniche; 3 D.L. 6 dicembre 2011, n°201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, art 44 bis, “Disposizioni in materia di appalti pubblici” 13
Il decreto ha inoltre previsto che sono da considerarsi incompiute anche quelle opere non rispondenti “a tutti i requisiti previsti dal capitolato e dal relativo progetto esecutivo, e che non risulta fruibile dalla collettività”,5 ovvero quelle opere che sono state completate ma che non sono utilizzabili perchè eseguite in maniera tale da renderne impossibile l’ottenimento dell’agibilità.
4
D 13 marzo 2013, n. 42, in materia di Regolamento recante le modalita’ di redazione dell’elenco-anagrafe delle opere pubbliche incompiute, di cui all’articolo 44-bis del decretolegge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, art1
5
bis
D.L. 6 dicembre 2011, n°201, art 44
Nonostante questo però, non tutte le opere incompiute presenti sul territorio nazionale compaiono nell’anagrafe, specialmente quelle non recenti, le cui vicende risalgono ad amministrazioni precedenti. Le informazioni ufficiali a disposizione sono state così integrate principalmente grazie all’elenco compilato da Incompiuto Siciliano. L’attenzione del gruppo é focalizzata, come risulta chiaro dal nome, sulla realtà siciliana, ma la mappatura realizzata é estesa a tutto il territorio italiano. L’I.S.P.R.A., Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, vigilato dal Ministero dell’Ambiente, è stato consultato per i dati relativi al consumo di suolo6, insieme al “Rapporto cave” di Legambiente7.
6 ISPRA “Il consumo di suolo in Italia”, rapporti 218/2015, maggio 2015 7 Legambiente, “Rapporto Cave 2014”, Roma, Febbraio 2014 14
1.2 Categorie Le opere pubbliche non finite che si incontrano sul territorio italiano sono di tipo molto vario: vanno da ponti, viadotti e svincoli i cui lavori sono stati sospesi a metà, alle cittadelle dello sport mai ultimate, agli aeroporti e stazioni incomplete, alle scuole, agli ospedali e alle dighe mai entrate in funzione. Per orientarmi all’interno di questa situazione complessa ho considerato le opere incompiute come distinguibili in due grandi tipi: le infrastrutture e l’edilizia. All’interno di tali macrogruppi ho effettuato una distinzione in sottocategorie ispirandomi a quelle utilizzate nell’anagrafe delle opere incompiute del S.I.M.O.I.1 Nello specifico le categorie di tipo infrastrutturale da me considerate sono: - ferrovie e metropolitane - strade ed autostrade - porti ed aeroporti - ponti viadotti e tunnel - opere idrauliche - spazi pubblici. Per quanto riguarda le opere di edilizia ho individuato le seguenti categorie: - edilizia residenziale - edilizia scolastica
1 15
D 13 marzo 2013, n°42
- edilizia culturale - edilizia socio-sanitaria - edilizia amministrativa - edilizia militare - edilizia turistica - edilizia religiosa - edilizia produttiva. Dal momento che il mio obiettivo era considerare i manufatti architettonici ex-novo, che non hanno cioé raggiunto il completamento o il punto di essere fruiti dalla collettività per la funzione cui erano destinati o per altre, ho escluso dalla mia indagine le opere incompiute classificabili come restauri, messe in sicurezza ed interventi di manutenzione, pur essendo presenti in gran numero all’interno dell’anagrafe delle opere incompiute. Ho inoltre escluso quei casi che, nonostante fossero presenti all’interno dell’elencazione, nel frattempo risultano, da notizie di cronaca, essere stati completati.
1.3 Numeri Le opere pubbliche non finite sono un fenomeno rilevante nel nostro paese, eppure, nonostante la sua evidenza, la sua catalogazione sistematica non é agevole, mancando dati ufficiali in materia che possano essere considerati completi e a volte tali dati risultano tra loro contrastanti. Tuttavia i dati a disposizione colpiscono per numero di esempi, diffusione sul territorio ed impatto sulla spesa pubblica. Le opere incompiute rappresentano infatti un significativo patrimonio e anche una potenziale risorsa per il territorio. Le fonti ufficiali parlano di più di 800 opere diffuse sul territorio nazionale1, ma sappiamo per certo che il numero é maggiore, dal momento che questa stima non tiene conto della totalità delle opere interrotte ma solo di quelle che le singole regioni hanno ritenuto opportuno segnalare. Un esempio concreto è costituito dalla regione Calabria che, stando solo ai dati ufficiali2, risulta contare solo dieci opere non finite. In ogni caso il numero di cui si dispone di opere incompiute presenti nelle diverse
1
Sistema Informativo Monitoraggio Opere Incompiute 2 Dati del S.I.M.O.I riferiti all’anno 2012. 16
regioni, emerge come il sud Italia, ed in particolare la Sicilia, sia la zona dove si concentra la maggior parte di opere non finite. La differenza rispetto alle altre regioni é molto forte: mentre generalmente il numero delle opere incompiute per regione si attesta in un range compreso tra 0 e 46, la sicilia, con 202 opere, si stacca di almeno più di 4 volte rispetto a questa cifra. Si stima che il costo delle opere incompiute si aggiri, per lo stato italiano, intorno ai 4 miliardi3. La cifra lievita di tantissimo se si considerano anche le grandi opere infrastrutturali come l’autostrada a3 Salerno Reggio Calabria o la Tav. Per tali opere, che più che incompiute sarebbe più appropriato definire infinite, sono stati già spesi miliardi di euro. Le opere pubbliche quando interviene per qualsivoglia motivo un blocco nei lavori, possono diventare dei buchi neri che assorbono risorse pubbliche e nonostante questo non essere mai completate. La stazione di interscambio di Afragola é un esempio particolarmente evidente di sperpero di risorse pubbliche. Progettata da Zaha Hadid per volere della Rete 3 Antonio Fraschilla, “Seicento opere incompiute: quei quattro miliardi sprecati per costruire l’Italia a metà” La Repubblica, 27 febbraio 2014.
Ferroviaria Italiana, avrebbe dovuto costituire un nodo di scambio ferroviario per l’Alta Velocità ed era dimensionata per un traffico previsto di 430.000 passeggeri. I lavori avrebbero dovuto essere ultimati nel 2012 ma il cantiere é attualmente sotto sequestro per fallimento della Dec, la ditta costruttrice e, secondo la legislazione italiana, é necessario indire una seconda gara d’appalto, ricominciando tutta la procedura da capo. La spesa prevista originariamente era di 60 milioni, che con il secondo appalto passa a 74 milioni di cui finora sono stati versati 15 milioni di euro4. Tale cifra si rivela inoltre spesa inutilmente: quanto é stato costruito é da demolire perché non risulta più conforme agli standard dopo che il cantiere è stato fermo da oltre un anno preda delle intemperie. Incrociando i dati disponibili sulle opere incompiute si scopre che, nonostante siano numerose le infrastrutture stradali interrotte e le opere idrauliche lasciate al loro destino, il maggior numero delle opere incompiute sul totale di quelle esistenti nel nostro paese sono di edilizia di tipo sociale, ovvero di opere che nelle intenzioni avrebbero dovuto ospitare servizi per la
4
“Cemento “(2012), 12 febbraio 2012, in “Presa Diretta” , regia: Andrea Bevilacqua, ideatori: Riccardo Iacona, Francesca Barzini e Domenico Iannacone, Rai
17
collettività. Entrando nello specifico si può notare come, tra le opere di edilizia sociale, sia la categoria dell’edizia sportiva a prevalere per numero in quasi tutte le regioni d’Italia con 83 casi, seguita da quella di tipo socio-sanitaria con 68 esempi. Anche per quanto riguarda la regione Sicilia si manifesta la prevalenza numerica delle opere di edilizia sportiva sulle altre, con 33 esempi. Altri tipi di opere che colpiscono l’attenzione per numero sono quelle infrastrutturali di tipo stradale e idrauliche, che riguardano in particolare la costruzione non terminata di dighe.
EDILIZIA RESIDENZIALE
8,6%
FERROVIE E METRO
STRADE ED AUTOSTRADE
AEROPORTI E PORTI
3,4%
15,4%
2,3%
RACCOLTA E GESTIONE ENERGIA PONTI E VIADOTTI
0,9%
2,7% OPERE IDRAULICHE
10% EDILIZIA PRODUTTIVA
EDILIZIA SOCIALE
0,7%
47,4%
SPAZI PUBBLICI
8,6% EDILIZIA TURISTICA
0,7%
EDILIZIA RELIGIOSA
1,5% EDILIZIA SPORTIVA
EDILIZIA MILITARE
7,5% EDILIZIA AMMINISTRATIVA
11%
18
EDILIZIA SOCIO-SANITARIA
EDILIZIA CULTURALE
25,5%
9,4%
EDILIZIA SCOLASTICA
13,1%
>20 21 - 40 41 - 60 61 - 80 81 - 100 101 - 120 121 - 140 > 140
19
ABRUZZO BASILICATA P.A. BOLZANO CALABRIA CAMPANIA EMILIA ROMAGNA FRIULI VENEZIA GIULIA LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MARCHE MOLISE PIEMONTE PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA UMBRIA VALLE D’AOSTA VENETO TRENTINO ALTO ADIGE
20
1.4 Edilizia di tipo sportivo, schede dei singoli casi La categoria su cui ho deciso di focalizzare la mia attenzione è quella delle opere di edilizia sportiva. Come abbiamo visto queste rappresentano una fetta importante delle opere non finite presenti sul nostro territorio. Tra le opere incompiute che sarebbero dovute essere destinate allo sport è possibile trovare palestre, piscine, campi sportivi, stadi. La varietà tipologica, dimensionale e formale di tali manufatti é un altro motivo che mi ha spinto ad approfondire questo tipo di opere, dal momento che questo aspetto offre interessanti spunti di riflessione circa il loro possibile riuso. Ho elencato gli esempi di edilizia sportiva all’interno di schede, che raccolgono le informazioni disponibili su ciascun manufatto. Nella prima parte sono raccolte le schede la cui fonte principale proviene dall’anagrafe del ministero, nella seconda parte, in grigio, sono riportate le schede delle opere di cui si è trovata traccia in altri tipi di elenchi, specialmente in quello redatto dall’osservatorio di incompiuto siciliano, oppure all’interno di inchieste giornalistiche, trasmissioni televisive, articoli di giornale.
21
Le schede riportano i dati consultabili negli elenchi citati come il luogo, la percentuale di lavori eseguiti, il costo. Altri dati come l’anno di inizio lavori e la dimensioni sono stati dedotti, quando disponibili, da altre fonti, soprattutto articoli di giornale, i cui link sono indicati sotto la voce “sources”. Parallelamente è stato sviluppato un sito internet [http://italianonfinita.polimicooperation.org/] concepito come piccola piattaforma virtuale che consentisse la messa a sistema delle informazioni raccolte, la loro condivisione e implementazione con la partecipazione dei visitatori. Il sito è stato strutturato per categorie di opere, così che fosse aperto, sulla falsa riga di quanto svolto per l’edilizia sportiva, a futuri approfondimenti sulle altre tipologie di opere edili e infrastrutturali. I dati raccolti riguardano un totale di 80 casi, diversi per dimensione, per epoca e impatto sulla realtà in cui si trovano. Ognuno di questi ha una propria storia ma è possibile trovare degli elementi ricorrenti specie nelle concause che ne hanno provocato lo stato di blocco.
Dai dati è emerso che la maggior parte delle opere risalgono agli anni dal 2000 in poi, per un’altra considerevole parte i lavori sono partiti negli anni ‘90, mentre solo una porzione minore risulta risalire agli anni ‘80 o precedenti. Un dato stupefaciente riguarda i costi, sommando i fondi già spesi per la realizzazione di queste opere parziali si ottiene infatti una cifra che supera i 540 milioni di euro. Un numero che stupisce se calcoliamo che sarebbe stata una cifra sufficiente a restaurare più di venti volte il Colosseo, il quale, secondo Il Piano degli interventi predisposto dal Commissario e dalla Soprintendenza, costerà 25 milioni1 e per il quale si dovrà ricorrere a risorse di un privato per mancanza di fondi pubblici. Tra le opere di edilizia sportiva la tipologia maggiormente diffusa è quella delle piscine e degli impianti natatori. Questo dato è probabilmente dovuto, oltre ai costi di costruzione a quelli, elevati, di gestione che tale tipo di struttura comporta. Si parla prevalentemente di costi relativi al consumo di elevate cubature di acqua e di energia elettrica impiegata, oltre che per l’illuminazione della struttura, per il 1 Ufficio Stampa MiBAC, “Presentato il bando pubblico per il restauro del Colosseo”, Roma, 29 luglio 2010, comunicato stampa 22
riscaldamento e il filtraggio dell’acqua. Ciò spinge alcuni comuni, in una fase di carenza di fondi, all’abbandono dell’opera. Se per questo motivo poi, o per altre cause, l’opera arriva allo stato di fermo dei lavori risulta particolarmente difficile per le amministrazioni accedere a nuovi fondi pubblici oppure arrivare a nuovi accordi di project financing con privati disposti a far fronte a tali elevate spese. Per esempio tale specifica situazione si è verificata nella Piscina di Albisola Superiore, in Liguria, e quella di Castro dei Volsci, nel Lazio. Altre tipologie di opere sportive interrotte molto diffuse sono i palazzetti dello sport, le palestre, seguiti da stadi e campi sportivi. La storia l’edilizia sportiva si intreccia, più di altri tipologie di opere, con la storia dei grandi eventi sportivi. Alcune amministrazioni hanno spesso dato inizio alla costruzione di grandi impianti allo scopo di ospitare importanti manifestazioni, avvalendosi di fondi molte volte straordinari stanziati dal ministero per l’occasione, per poi, in fase di contrazione economica, ritrovarsi nell’impossibilità di completare interventi sovradimensionati rispetto alle reali esigenze del luogo in cui si trovano. Alcuni esempi eclatanti, non solo per il sovradimensionamento per la paradossale non utilità dell’intervento sono lo Stadio di Giarre, che prevedeva un afflusso di
20.000 spettatori, interrotta a causa della pendenza non regolamentare delle tribune, La città dello Sport di Tor Vergata a Roma invece non venne ultimata in tempo per le manifestazioni dei Mondiali del 2009 e perciò divenne difficile reperire i fondi per un’opera cosÏ dispendiosa.
23
001_ Palazzetto dello sport di Gravellona Toce Gravellona Toce (VB), Piemonte
Luogo
I lavori per il Palazzetto sono inziati nel 2006, in occasione delle olimpiadi invernali. Si tratta di una struttura in cemento armato che avrebbe dovuto ospitare campi e piscine coperte e un centro culturale. I lavori si trovano ad uno stadio avanzato ma attualmente sono interrotti per mancanza di fondi e la situazione futura ĂŠ molto incerta.
Descrizione
Anno inizio lavori
2006
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
40%
Lavori
eseguiti
â‚Ź 7.500.000,00
Costo
5000 mq circa
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.lastampa.it/2013/06/19/edizioni/verbania/ gravellona-chiede-fondi-a-roma-per-linfinito-palazzetto-dellosport-bG7PRfF57IL3bBkeN7j18O/pagina.html http://www.verbanianotizie.it/n115797-palazzetto-fermo-conle-quattro-frecce-video-di-striscia-la-notizia.htm 24
Stato lavori
002_ Nuovo palasport di Asti Piazza d’Armi, Asti, Piemonte
Luogo
Nonostante alcuni fondi siano già stati erogati tecnicamente il cantiere non é ancora partito. A distanza di dodici anni dalla concessione dell’ultimo finanziamento statale è stato proposto a febbraio del 2014 un nuovo progetto preliminare per il palazzetto. Seppur ridimensionata rispetto alle proposte precendenti, si prevede che la struttura sarà adeguato a soddisfare le necessità della città.
Descrizione
2002
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
Stato lavori
20%
Lavori
€ 19.500.000,00
Costo
Area di circa 50.000 mq
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx(anno 2012)
Sources
http://webmonopoli.blogspot.it/2011/04/monopoli-palazzettodi-via-procaccia-la.html
25
Anno inizio
eseguiti
003_Bocciofila di Rivoli Rivoli (TO), Piemonte
Luogo
Nuova struttura sportiva che dovrebbe ospitare i nuovi campi da bocce, in sostituzione della precedente societa’ bocciofila, in prossimita’ del Castello di Rivoli, dismessa in concomitanza con l’inizio dei lavori delle “scale mobili” di accesso al Castello stesso. I lavori della nuova bocciofila sono fermi da anni.
Descrizione
Anno inizio lavori
2000
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 60%
Lavori
eseguiti
€ 1.000.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.incompiutosiciliano.org
26
Stato lavori
004_ Piscina di Albisola superiore Albisola Superiore (Sa), Liguria
Luogo
I lavori sono sospesi a causa del fallimento della ditta incaricata dei lavori. E’ stata completato solo lo stralcio che comprendeva piscina scoperta.
Descrizione
2002
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
30%
Stato lavori Lavori
eseguiti
â‚Ź 4.158.373,65
Costo
3500 mq
Dimensione Sources
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx http://www.savonaeconomica.it/index.php?base=dettaglio_ news&id_news=8017
27
005_ Palestra di Garlasco Via Toledo, Garlasco, Lombardia
Luogo
La struttura si presenta come un telaio in cemento armato e il cantiere in questo momento é fermo. La struttura dovrebbe servire le adiacenti scuole elementari e diverse associazioni sportive. L’intenzione dell’amministrazione é procedere ad un nuovo appalto così da procedere al completamente dell’opera.
Descrizione
-
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
40%
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 1.270.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2013/04/25/news/ garlasco-il-comune-punta-sulla-palestra-1.6949397
28
Anno inizio
006_ Palestra scolastica di Varedo Luogo
Varedo, Lombardia
-
Descrizione Anno inizio
-
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
20%
29
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 790.052
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
007_ Palestra scolastica a Viadana Viadana, Lombardia
Luogo
Tecnicamente i lavori per la nuova palestra scolastica non sono mai iniziati, si é proceduto finora infatti al transennamento dell’area (il campo da calcio esistente) ma poi il cantiere é stato bloccato dai vincoli del patto di stabilità.
Descrizione
Anno inizio
2010
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
0%
Lavori
eseguiti
€ 709.048,22
Costo
660 mq
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.ilgiorno.it/mantova/cronaca/2013/11/15/982617palestra-viadana-stabilita-soldi.shtml
30
Stato lavori
008_Acquapark di Cassola Frazione San Giuseppe, Cassola (VI), Veneto
Luogo
L’edificio si presenta dal 2010 come un grande scheletro di cemento. I lavori sono interrotti a causa del fallimento dell’azienda appaltatrice, la Cosbau s.p.a, e della difficoltà dell’amministrazione di reperire ditte interessate alla prosecuzione dei lavori.
Descrizione
2009
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
20%
Lavori
eseguiti
€ 18.545.222,49
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.bassanonet.mobi/news/attualita/7875.html http://www.comune.cassola.vi.it/index.php?option=com_ k2&view=item&id=767:acquapark-novità http://documentionline.comune.cassola.vi.it/DelibereGiunta/ delibere-2013/deliberazione-di-giunta-comunale-n-37del-27-02.2013/at_download/file. 31
Stato lavori
009_Palestra scolastica a Breda del Piave Breda di Piave (TV), Veneto
Luogo
L’opera è compresa, a scomputo oneri, all’interno del PIRUEA “Antonio Basso” di via Del Vasco, intervento che prevede la demolizione della vecchia tranceria e la costruzione di edifici a carattere residenziale e commerciale. Il proprietario dell’area ha richiesto il rinvio dei lavori per un anno, e questo ha interrotto anche la costruzione della palestra, tra le proteste della comunità.
Descrizione
Anno inizio lavori
2005
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
40%
Lavori
eseguiti
€ 1.956.804,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2011/05/07/news/crisidel-mattone- cinque-piruea-bloccati-1.1562647
32
Stato lavori
010_Palazzetto polifunzionale di Fonte Fonte (TV), Veneto
Luogo
La struttura, che nelle intenzioni dovrebbe rispondere al fabbisogno non solo del Comune di Fonte ma anche dei paesi limitrofi, ĂŠ ancora incompleta e non fruibile
Descrizione
-
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 70%
Stato lavori Lavori
eseguiti
â‚Ź 2.198.778,82
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.ilgazzettino.it/PAY/TREVISO_PAY/zanin_ridisegna_ il_territorio_ne_faremo_un_polo_di_servizi/notizie/579412. shtml
33
Anno inizio
011_Palestra di San Giovanni Lupatoto San giovanni Lupatoto (VR), Veneto
Luogo
I lavori sono stati temporaneamente interrotti a causa delle difficoltà derivanti dalle disposizioni in materia di patto di stabilità.
Descrizione
Anno inizio lavori
2011
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
40%
Lavori
eseguiti
€ 2.719.682,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.larena.it/stories/2586_san_giovanni_ lupatoto/770043_sul_tavolo_del_premier_c_anche_il_ palasport/?refresh_ce#scroll=1518 http://www.larena.it/stories/Home/295790_san_giovanni_ nuovo_palasport_entro_due_anni/
34
Stato lavori
012_Impianti per sport a Monteviale Monteviale (VI), Veneto
Luogo
Il Parco “Donestra Callecurta”, all’interno del quale erano previste le opere, è abbandonato dal 2011 a causa di un prolungato contenzioso tra la ditta vincitrice dell’appalto e il Comune.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
20%
35
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 370.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
013_ Centro Ippoterapico a San Rossore San Rossore (PI), Toscana
Luogo
Il progetto prevede la realizzazione strutture accoglienza cavalli, ippoterapia e attrezzature per visite guidate nella tenuta di San Rossore.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 70%
Lavori
eseguiti
â‚Ź 1.242.157.58
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://etd.adm.unipi.it/theses/available/etd-03302007122232/unrestricted/CAP_1.pdf
36
Stato lavori
014_ Palestra polivalente di Giglio Campese Giglio Campese, Isola del Giglio (GR), Toscana
Luogo
Originariamente la palestra sarebbe dovuta sorgere nelle vicinanze di Giglio-Porto, all’interno del nuovo Centro Socio-Culturale. Per problemi riferiti alle prescrizioni della Tutela Archeologica la localizzazione dell’opera é stata modificata e dopo 5 anni dall’inizio dei lavori non é stata completata e si trova in uno stato di abbandono e degrado.
Descrizione
2008-2009
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 60%
Lavori
eseguiti
€ 774.685,35
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.giglionews.it/2014/05/18/palestra-e-camposportivo-in-totale-abbandono/ http://www.giglionews.it/2014/04/06/lannosa-questione-dellapalestra/
37
Stato lavori
015_Palestra a San Giovanni Valdarno San Giovanni Valdarno (AR), Toscana
Luogo
La palestra avrebbe dovuto realizzarsi, con la collaborazione della Provincia di Arezzo, sia per venire incontro alle necessità delle società sportive cittadine sia per servire il polo scolastico adiacente. I lavori, che si sperava potessero essere completati entro la fine dell’anno 2011, si sono fermati. L’amministrazione ha proceduto infatti alla risoluzione del contratto di appalto con la ditta incaricata dei lavori, giudicata non idonea alla prosecuzione dei lavori per motivi tecnici ed organizzativi.
Descrizione
Anno inizio lavori
2011
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
0%
Lavori
eseguiti
€ 1.510.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://comunesgv.waypress.eu/RassegnaStampa/LetturaNL.aspx?dest=simone.biondi@comunesgv. it&cod=102011SIG102601001122232/unrestricted/CAP_1.pdf 38
Stato lavori
016_ Centro sportivo di Vicofertile Vicofertile (PR), Emilia Romagna
Luogo
Il Comune aveva avviato i lavori di realizzazione della struttura ma durante l’esecuzione si sono svolte due campagne di scavo archeologico non previste. Ciò ha influito negativamente sulla disponibilità finanziaria. Per mancanza di disponibilità i fondi i lavori sono quindi stati fermi alcuni anni. Sembra però che i lavori ripartiranno presto grazie ad un accordo di “project financing” tra il comune e un privato, il quale proseguirà i lavori e al quale successivamente sarà affidata la gestione.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 60%
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 650.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://sanpancrazio-parma.blogautore.repubblica. it/2014/09/22/vicofertile-ripartono-i-lavori-al-centro-sportivo/ http://www.giglionews.it/2014/04/06/lannosa-questione-della39 palestra/
017_Campi polivalenti a Gallese Gallese (VT), Lazio
Luogo
I lavori di costruzione di questi due campi polivalenti, iniziati nel 2008, sono attualmente sospesi.
Descrizione
2008
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
10%
40
Stato lavori Lavori
eseguiti
â‚Ź 94.225,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
018_Complesso natatorio zona Loricina zona Loricina, Nettuno (RM), Lazio
Luogo
La piscina, di cui si é costruito il telaio in acciaio, le gradinate e la vasca per l’acqua, versa in stato di abbandono come tutto il parco circostante.
Descrizione
-
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
20%
Lavori
€ 2.840.512,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.ilgranchio.it/index.php?option=com_content&vie w=article&catid=51:editoriale&id=666:loricina-il-campo-neltotale-abbandono https://www.youtube.com/watch?v=A4tlK98-Fwo
41
Stato lavori
eseguiti
019_Bocciodromo di Civitella Casanova Civitella Casanova (PE), Abruzzo
Luogo
La struttura e’ in attesa di completamento, in particolare della copertura.
Descrizione Anno inizio
-
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 90%
€ 260.000,00 -
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
42
Stato lavori Lavori
eseguiti Costo Dimensione Sources
020_Palestra a Pratola Peligna Pratola Peligna, Abruzzo
Luogo
Si tratta di oltre 4mila metri quadrati coperti, più altri 3mila da destinare ai parcheggi sono in pieno abbandono. L’inizio dei lavori risale agli anni ‘90. La struttura era inizialmente destinata ad ospitare un carcere, successivamente il progetto é stato riconvertito ma poi i lavori sono stati sospesi a causa di mancanza di fondi.
Descrizione
Anno inizio lavori
anni ‘90
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
Stato lavori
10%
Lavori
€ 1.299.549,00
Costo
4000 mq
Dimensione
eseguiti
Sources https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx http://ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2014/01/07/news/lamega-palestra-a-pratola-incompiuta-da-2-milioni-1.8427824 http://parleserie.blogspot.it/2014/02/attualita_4781. html#more https://www.youtube.com/watch?v=1ZgB3SB6VIE
43
021_Piscina di Rocchetta a Volturno Rocchetta a Volturno (IS), Molise
Luogo
La piscina risulta tuttora incompleta, i lavori riguardano principalmente la costruzione di una struttura di copertura per la vasca.
Descrizione
Anno inizio lavori
2008
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 50%
Lavori
eseguiti
â‚Ź 699.654,71
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.provincia.isernia.it/index.php?option=com_cont ent&view=article&id=151%3Aposa-della-prima-pietra-dellapiscina-di-rocchetta-al-volturno&catid=1&Itemid=200001
44
Stato lavori
022_Percorso sportivo a Calenda Casacalenda (CB), Molise
Luogo
In attesa di completamento è il percorso ludico-sportivo attrezzato collocato tra le località Faidazzo e il Monte.
Descrizione
-
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 70%
Anno inizio
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 1.215.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
023_Piscina comunale a Palata Palata (CB), Molise
Luogo
Da anni il piccolo comune e’ in attesa del completamento dei lavori.
Descrizione Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 50%
Lavori
eseguiti
€ 890.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx http://www.primonumero.it/attualita/news/index. php?id=1164306471 45
Stato lavori
Sources
024_Impianto sportivo di Ottati Ottati (SA), Campania
Luogo
La costruzione dell’impianto sportivo di Ottati, dedicato a Marino Biagio, é rimasto fermo alla fase iniziale.
Descrizione
-
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
0%
46
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 96.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
025_Stadio comunale di Piano Frazione di Piano, montoro Inferiore, Campania
Luogo
I lavori di ammodernamento e ampliamento della struttura, che riguardano principalmente la creazione di due ali di gradinate in cemento armato, sono fermi e il campo da gioco, utilizzato parzialmente come deposito di materiali, non risulta fruibile.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
47
FINITA MA NON CONSEGNATA
Stato lavori
10%
Lavori
â‚Ź 2.112.660,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
eseguiti
026_Impianto natatorio a Bernalda Luogo
Bernalda (MT), Basilicata
La struttura si trova in prossimità di un centro sportivo, attualmente si trova in stato di abbandono ed é solo parzialmente completata.
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 70%
48
Descrizione
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 616.917,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
027_Palazzetto dello Sport di Scaloria Localita’ Scaloria, Manfredonia (FG), Puglia
Luogo
Il complesso sportivo, formato da palasport, campo sportivo e piscina si trova oggi in uno stato di abbandono e degrado. Nelle intenzioni originarie il complesso avrebbe dovuto ospitare diverse discipline tra cui pallavolo internazionale, pallamano, basket, calcio a 5. I lavori sono stati sospesi a tempo indeterminato a causa di contenziosi sorti tra comune e ditta appaltatrice a seguito della mancanza di fondi subentrata dopo la prima fase dei lavori.
Descrizione
Anno inizio lavori
1990
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
20%
Lavori
eseguiti
â‚Ź 1.032.913,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.statoquotidiano.it/23/04/2013/manfredoniamiliardi-sprecati-per-impianti-sportivi-programma-raiii/137798/
49
Stato lavori
028_Campi sportivi a Scaloria Localita’ Scaloria, Manfredonia, Puglia
I lavori iniziano grazie ai fondi della legge ‘Italia 90’, ma vengono interrotti probabilmente a causa di alcuni errori di progettazione e conseguente mancanza di fondi per l’adeguamento del progetto. Il campo sportivo e’ oggi in stato di abbandono e la ristrutturazione avrebbe un costo maggiore rispetto alla realizzazione di un nuovo impianto.
Luogo
Descrizione
Anno inizio
1990
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
10%
Lavori
eseguiti
€ 960.606,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.statoquotidiano.it/23/04/2013/manfredoniamiliardi-sprecati-per-impianti-sportivi-programma-rai/137796/ http://www.statoquotidiano.it/01/03/2013/palasport-viascaloria-degrado-foto-video-report/130057/ https://www.youtube.com/watch?v=UJwV5NI0qNQ
50
Stato lavori
029_Piscina comunale di Manfredonia Manfredonia, Puglia
Luogo
A dieci anni dall’originario bando di gara e nonostante le promesse di completamento delle amministrazioni locali la struttura natatoria di presenta come un telaio di pilastri e travi in cemento armato privo di copertura.
Descrizione
Anno inizio lavori
2004
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
20%
Lavori
â‚Ź 1.800.080,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.statoquotidiano.it/21/06/2012/21-giugno-2012ecco-la-piscina-comunale-di-manfredonia-foto/85001/ http://www.statoquotidiano.it/30/01/2013/piscina-comunaleda-anni-solo-spiriti-spettrali/125088/
51
Stato lavori
eseguiti
030_Palazzetto dello sport di Tricase Luogo
Tricase (LE), Puglia
Il palazzetto si trova a una decina di metri dall’attuale Palazzetto dello Sport e si trova in una situazione di degrado e abbandono. Necessiterebbe di una messa in sicurezza anche a causa di lastre di eternit presenti sul terreno. I lavori sono iniziati nel 1987 e che sono proseguiti per un anno circa, fino al blocco del 10 luglio 1989. I lavori sono ripresi ma con riserve da parte della ditta appaltante fino ad arrivare alla delibera che denunciava l’inosservanza degli obblighi contrattuali (16/5/1995).
Anno inizio
1987
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
10% â‚Ź 640.406,55 -
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx http://www.ilgallo.it/dai-comuni/tricase/tricase-il-palazzettodegli-sprechi-e-del-pericolo/
52
Descrizione
Stato lavori Lavori
eseguiti Costo Dimensione Sources
031_Piscina coperta di Vieste Vieste, Puglia
Luogo
La struttura si presenta come incompleta, i lavori sono fermi infatti all’11%.
Descrizione
2004
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
10%
Stato lavori Lavori
eseguiti
â‚Ź 1.263.060,00
Costo
-
Dimensione Sources
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx http://www.incompiutosiciliano.org/regioneprovincia/puglia/ foggia/piscina-coperta
53
032_Piscina di Villa Castelli Villa Castelli, Puglia
Luogo
Struttura risalente al 2002 e tuttora incompiuta nonostante i tentativi delle amministrazioni locali.
Anno inizio
2002
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
40%
â‚Ź 802.212,50 https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra. shtml?
54
Descrizione
Stato lavori Lavori
eseguiti Costo Dimensione Sources
033_Palasport di Villa Castelli Villa Castelli, Puglia
Luogo
La struttura si trova in stato di abbandono da piĂš di 10 anni, dal momento che mancano i fondi per il completamento ed il collaudo.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 80%
Lavori
eseguiti
â‚Ź 2.000.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.ilgiorno.it/mantova/cronaca/2013/11/15/982617palestra-viadana-stabilita-soldi.shtml
55
Stato lavori
034_Palazzetto dello Sport a Panni Luogo
Panni, Puglia
La struttura che dovrebbe ospitare la Palestra Polifunzionale e il Palazzetto dello Sport necessita di lavori di completamento per â‚Ź 430.000.
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 50%
Stato lavori Lavori
eseguiti
â‚Ź 820.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.preappenninooggi.it/index.php?option=com_ content&view=article&id=77:monti-dauni-ecco-lanagrafe-delleopere-incompiute&catid=4:notizieinfo&Itemid=2
56
Descrizione
035_Impianto natatorio a Racale Comune di Racale, Puglia
Luogo
E’ un opera ad oggi incompiuta, che ora si trova in uno stato di degrado. Tra le proposte avanzate per il suo recupero: fare ricorso alla manodopera volontaria dei cittadini oppure la vendita del bene a soggetti privati.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
40%
Lavori
eseguiti
â‚Ź 1.796.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
https://www.youtube.com/watch?v=AtonsbJh-JE
57
Stato lavori
036_Palazzetto dello Sport a Palagiano Luogo
Palagiano, Puglia
La storia della struttura risale a oltre 30 anni fa, ma il palazzetto non é tuttora fruibile. Sono stati più volte ripresi i lavori e siano state celebrate ripetute inaugurazioni.
Anno inizio
-
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
30%
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 1.007.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.palagianonline.it/paese/index.php?option=com_ content&view=arti cle &i d=986: vi a -i l-muro -di -a cce ssodel-palazzetto-dello-sport-&catid=102:palazzetto-dellosport&Itemid=97
58
Descrizione
037_Impianto natatorio a Specchia Comune di Specchia, Puglia
Luogo
Si tratta dell’impianto natatorio coperto comunale, iniziato negli anni 90 che ad oggi non e’ ancora concluso a causa dell’indisponibilita’ di fondi.
Descrizione
Anno inizio lavori
2010
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
10%
Lavori
€ 2.300.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://tricasenews.blogspot.it/2014/06/specchia-sbloccaitaliail-sindaco.html
59
Stato lavori
eseguiti
038_Centro sportivo a Taverna Taverna (CZ), Calabria
Luogo
Il centro prevede la realizzazione di una piscina comunale, oltre che ad una struttura polivalente con finalitĂ teatrali, ricreative e sportive.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 90%
60
Stato lavori Lavori
eseguiti
â‚Ź 1.327.097,32
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
039_Piscina comunale di Sciacca Sciacca (AG), Sicilia
Luogo
La piscina è probabilmente sovradimensionata rispetto alle esigenze del piccolo Comune. I lavori, iniziati nel 1975, si interrompono e si riprendono a fasi alterne, utilizzando i finanziamenti messi a disposizione dal Credito Sportivo. Negli anni il progetto viene progressivamente ridimensionato, ma ancora si fatica a trovare un investitore che si offra di completare l’opera grazie al “project financing”, anche a causa degli elevati costi di gestione, 400 mila euro secondo la stima di “La Repubblica”.
Descrizione
Anno inizio
1975
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 50%
Lavori
eseguiti
€ 1.594.725
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
di FRANCO IACCH, “Teatro, piscina, alberghi e chiese Sciacca nuova capitale delle incompiute” in www.palermo. repubblica.it [http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/01/03/ news/teatro_piscina_alberghi_e_restauri_sciacca_nuova_ capitale_delle_incompiute-75006766/] http://www.teleradiosciacca.it/news.aspx?news=10420 61
Stato lavori
040_Campo polivalente a Mascali Mascali (CT), Sicilia
Luogo
-
Descrizione
-
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 80%
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 534.229,55
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
041_Pista di equitazione a Novara di Sicilia Novara di Sicilia (ME), Sicilia
Luogo
-
Descrizione
-
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 60%
62
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 654.925,70
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
042_Piscina di Licata Licata (AG), Sicilia
Luogo
La piscina comunale è incompleta da più di trent’anni, manca la copertura della vasca e di altri locali di servizio, tra cui gli spogliatoi e il bar. Per ultimarla mancano ancora 700 mila euro.
Descrizione
Anno inizio lavori
1984
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 60%
Lavori
eseguiti
€ 981.268,11
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
www.incompiutosiciliano.org www.agrigentonotizie.it/cronaca/mappa-incompiute-inprovincia-agrigento-15-gennaio-2015.html
63
Stato lavori
043_Piscina intercomunale di Cautano Novara di Sicilia (ME), Sicilia
Luogo
-
Descrizione
-
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 50%
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 662.355,97
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
044_Palestra comunali di Graniti Comune di Graniti (ME), Sicilia
Luogo
-
Descrizione
-
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
40%
64
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 490.634,05
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
045_Campi polivalenti a Licata Licata (AG), Sicilia
Luogo
Servono 900 mila euro per completare le opere di urbanizzazione secondaria nel Peep (il Piano di edilizia economica popolare) di contrada Safarello che comprende anche campi polivalenti, e servi annessi, tra cui tribune, spogliatoi, parcheggi.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
40%
65
Stato lavori Lavori
eseguiti
â‚Ź 774.685,34
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
046_Impianto di atletica leggera di Giarre Luogo
Giarre (CT), Sicilia
E’ una delle opere mai finite più conosciute e documentate, tanto da aver attirato l’attenzione dei media ed essere diventata uno dei simboli emblematici del fenomeno delle opere incompiute. Finanziato dal C.O.N.I., l’impianto avrebbe dovuto ospitare ben 20 mila spettatori ma, a causa della pendenza fuori norme delle gradinate, nel 1994 i lavori sono stati interrotti e la struttura abbandonata.
Descrizione
Anno inizio lavori
1984
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
20% € 3.653.091 https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx www.incompiutosiciliano.org http://www.atleticaleggera.org/atletica--impianti-lincompiutadi-giarre
66
Stato lavori Lavori
eseguiti Costo Dimensione Sources
047_Impianti sportivi a Trepunti (Giarre) Giarre (AG), Sicilia
Luogo
Sarebbe dovuto essere un campo da tennis ma da non è mai stato ultimato a causa di contenziosi legali. La frazione di Tricase risulta però particolarmente sprovvista di servizi di tipo sportivo. Viste le difficoltà a completare quanto iniziato l’amministrazione preferisce realizzare da zero dei nuovi campetti da calcio
Descrizione
-
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
20%
Lavori
eseguiti
€ 152.665
Costo
5875 mq
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
http://www.comune.giarre.ct.it/informazioni/ ComunicatiStampa/default.aspx?61*2037*0*40 http://www.comune.giarre.ct.it/informazioni/ ComunicatiStampa/default.aspx?61*2037*0*40
67
Stato lavori
048_Piscina coperta di Giarre Luogo
Giarre (CT), Sicilia
L’idea iniziale era quella di disporre di un impianto dalla dimensioni utili per poter svolgere varie discipline, tra cui la pallanuoto. Tuttavia, il fallimento della ditta che aveva in carico i lavori, ne ha bloccato la costruzione, lasciandola come struttura incompiuta. Negli anni si sono susseguiti tentativi per ultimarla ma i lavori sono stati più volte ripresi e interrotti.
Descrizione
Anno inizio lavori
1989
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
20% € 2.579.702 https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx www.incompiutosiciliano.org http://www.qds.it/12514-catania-giarre-la-piscina-restaincompiuta-esposto-contro-la-ricerca-di-privati.htm http://www.nationalgeographic.it/dal-giornale/2013/08/12/ foto/italia_incompiuta-1779445/1/
68
Stato lavori Lavori
eseguiti Costo Dimensione Sources
049_Campi da tennis a Ozieri Puppurruju, Ozieri (SS), Sardegna
Luogo
-
Descrizione
-
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
30%
69
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 1.000.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
050_Palazzetto San Nicola a Ozieri Località San Nicola, Ozieri (SS), Sardegna
Luogo
Del completamento del palazzetto si parla dagli anni ‘90 ma tuttora la struttura, completata al 55%, non risulta fruibile.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 50%
Lavori
eseguiti
€ 5.000.000,00
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2014/07/14/news/
Sources
nel-sassarese-sono-molti-i-lavori-da-completare-1.9597896
70
Stato lavori
051_Palazzetto dello Sport di Nuoro Nuoro, Sardegna
Luogo
E’ da più di un ventennio che si attende il completamento di quest’opera, i cui lavori sono stati interrotti a causa di un contenzioso con la ditta appaltatrice. Recentemente é stato ianugurato un nuovo bando per riappaltare i lavori.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
20%
Lavori
€ 4.214.288,30
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx http://www.videolina.it/video/servizi/37916/nuoro-la-tele-
Sources
novela-del-palasport-appaltati-i-lavori.html
71
Stato lavori
eseguiti
052_Palesltra polifunzionale a Villamar Villamar (VS), Sardegna
Luogo
-
Descrizione
-
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
30%
72
Stato lavori Lavori
eseguiti
€ 783.038,45
Costo
-
Dimensione
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx
Sources
053_Palestra a Parma Parma, Emilia Romagna
Luogo
La struttura risulta completata dal 2013 ma non è agibile per assenza di collaudo. A quanto risulta dai rilievi dell’Asl i servizi igienici sarebbero inadeguati, e sarebbero necessarie modifiche al locale chimico, alla ventilazione dei locali interrati e ai depositi.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 100%
73
Stato lavori Lavori
eseguiti
> € 2.000.000
Costo
-
Dimensione
www.gazzettadiparma.it www.parmaquoridiano.info.it www.larepubblica.it
Sources
054_Pista d’atletica Zengarini Fano (PU), Umbria
Luogo
La tribuna del nuovo impianto di Atletica realizzato alla metà degli anni 90 è incompiuta, non ha superato il collaudo statico.
Descrizione
anni ‘90
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
74
Anno inizio
Stato lavori Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
http://www.incompiutosiciliano.org http://www.fasanolive.com/news/Attualità/264596/news.aspx
Sources
055_Piscina di Castro dei Volsci Contrada Collepece, Castro dei Volsci (FR), Lazio
Luogo
Opera finanziata con fondi statali che avrebbe dovuto ospitare un centro natatorio con piscina termale ma non é mai stata completata. La piscina era probabilmente sovradimensionata e per gli costi di gestione che non si riesce ad ultimare a causa di mancanza di fondi pubblici e allo stesso tempo non riesce ad attrarre investimenti privati.
Descrizione
Anno inizio lavori
Anni ‘90
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
€ 6.000.000
Costo
-
Dimensione
-
Sources
http://www.incompiutosiciliano.org http://www.ecodellarete.net/code/xslt.aspx?guid=59f1bd1f4fa0-405b-abb9-5045c9f8ac19&isOld=False&idSelEdition=138 2a80e-2f0c-4d87-8049-adfd2af34800
75
Stato lavori
056_Città dello sport di Tor Vergata Via Botte di Luciano Torvergata, Roma, Lazio
Luogo
E’ stata progettata dall’architetto Calatrava nel 2003 e avrebbe dovuto ospitare i mondiali di nuoto di Roma del 2009. Il progetto viene approvato nel 2005 con un finanziamento di 190 milioni. Nel 2007 iniziano i lavori ma non terminano in tempo per l’evento sportivo.Per terminare i lavori mancano 408 milioni.
Descrizione
Anno inizio lavori
2007
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
€ 400.000.000
Costo
-
Dimensione
http://www.incompiutosiciliano.org
Sources
http://ppan.it/stories/calatrava-tor-vergata-viaggio-nelcantiere-dimenticato-anni/http://www.ilfattoquotidiano. it/2013/11/26/roma-la-citta-dello-sport-di-tor-vergata-unincompiuta-da-600-milioni-di-euro/791447/ www.wikipedia.com
76
Stato lavori
057_Palazzetto dello sport di Cava de Tirreni Cava de’ Tirreni, Campania
Luogo
E’ ancora in fase di discussione l’eventuale completamento del Palazzetto dello Sport, edificio da 5000 posti, la cui edificazione si è fermata a séguito di alcuni errori nel progetto iniziale: le gradinate erano troppo vicine all’area di gioco.
Descrizione
Anni ‘80
Anno inizio lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
http://www.incompiutosiciliano.org
Sources
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/ cronaca/2012/20-aprile-2012/cava-de-tirreni-ponte-resta-metac-anche-palasport-fantasma-2004154691164.shtml
77
Stato lavori
058_Piscina intercomunale di Cautano Cautano (BN), Campania
Luogo
Il progetto, finanziato dalla Regione Campania con 330.000 euro, prevedeva la realizzazione di una piscina per i comuni di Cautano, Foglianise, Vitulano che sono, appunto, i destinatari del finanziamento. i lavori sono però stati interrotti.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
http://www.incompiutosiciliano.org
Sources
http://ilfiglianesaro.wordpress.com/2010/10/14/piscinaintercomunale-che-ne-e-stato/
78
Stato lavori
059_Piscina e stadio Comunale di Cellole Cellole (CE), Campania
Luogo
La struttura doveva ospitare una piscina olimpionica di dimensioni 12,5 x 25, una vasca di dimensioni minori, gradinate e volume dotato di spogliatoi e altri locali di servizio. Ora l’edificio, così come l’adiacente stadio comunale, si trova in stato di abbandono.
Descrizione
Anno inizio lavori
Anni ‘90
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
€ 900.000,00
Costo
-
Dimensione
http://www.casertace.net/cronaca/cellole-triste-storia-piscina-
Sources
comunale-sommersa-dai-rifiuti-dal-degrado-foto-20140714. html http://www.generazioneaurunca.it/attualita/piscina-comunalestadio-e-altre-opere-pubbliche-il-sindaco-non-mantiene-gli-impegni-presi-con-gli-elettori/
79
Stato lavori
060_Palazzetto dello sport di Monopoli Luogo
Monopoli (BA), Puglia
Per mancanza di fondi pubblici e di un contenzioso sorto con la ditta appaltatrice, i lavori, il cui inizio risale a ben 28 anni fa, sono attualmente sospesi. 1988 circa
INTERROTTI
Anno inizio lavori
FINITA MA NON CONSEGNATA 100%
â‚Ź 1.291.142,25 -
https://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx (anno 2012)
80
Descrizione
Stato lavori Lavori
eseguiti Costo Dimensione Sources
061_Centro sportivo a Cesarea Terme Cesarea Terme (LE), Puglia
Luogo
Ultimato dieci anni fa e mai utilizzato, si tratta di un’ampia struttura, chiamata dagli abitanti “il mammoccione”. Avrebbe dovuto essere un centro di rilancio termale e turistico che nascondeva l’intenzione dell’amministrazione di competere con la Società termale per la gestione delle acque sulfuree. Dopo 12 anni di abbandono e dopo essere stato oggetto di numerosi scandali, ad oggi non é utilizzabile, nonostante sia quasi completata.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
Lavori
?
eseguiti
€ 19.000.000
Costo
-
Dimensione
http://www.incompiutosiciliano.org https://www.youtube.com/watch?v=zVOKOCTgEwQ
http://
www.trnews.it/2013/02/04/mammoccione-incompiuto-il-danno-la-beffa-2/12328723/
81
Stato lavori
Sources
062_Palasport di Fasano Fasano (BR), Puglia
Luogo
Il palazzetto dello sport di Vignamarina è incompiuto da oltre 25 anni.
Descrizione Anno inizio lavori
1985
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
http://www.incompiutosiciliano.org
Sources
http://www.fasanolive.com/news/Attualità/264596/news.aspx
82
Stato lavori
063_Centro sportivo a Fano Fano (FG), Puglia
Luogo
La struttura sportivo-alberghiera è stata iniziata negli anni ‘80 grazie ai fondi proveniente dal F.I.O. (Fondo per gli Investimenti e l’Occupazione) ma i lavori sono stati interrotti nel 1994, poco prima della loro ultimazione. L’opera era palesemente sovradimensionata rispetto alle esigenze della piccola cittadina, prevedeva infatti una piscina coperta semi-olimpionica, una scuderia, un galoppatoio, una pista del ghiaccio coperta, un albergo, una palestra, campi da tennis, minigolf, sauna, foresteria, ristorante e sala conferenze.
Descrizione
Anno inizio lavori
anni ‘80
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
- ?
Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
http://www.nationalgeographic.it/dal-giornale/2013/08/12/
Sources
foto/italia_incompiuta-1779445/6/#media
83
Stato lavori
064_Stadio di atletica a Taviano Taviano (LE), Puglia
Luogo
Struttura realizzata dalla Provincia di Lecce nella metà degli anni ’90, non ha mai visto la sua inaugurazione e utilizzo a causa del mancato completamento delle opere di urbanizzazione. Ora la struttura è in abbandono e alcuni anni fa sono stati rubati tutti i cavi di rame degli impianti di illuminazione.
Descrizione
Anno inizio lavori
1995
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
http://www.incompiutosiciliano.org
Sources
https://www.youtube.com/watch?v=NW0Ym-hhfJU
84
Stato lavori
065_Piscina in località Canneto Località Canneto, Piedimonte Matese, Calabria
Luogo
Già nel 2004 si poneva all’amministrazione il problema del completamento di quest’opera, ormai da dieci anni in stato di abbandono e fatta oggetto di degrado e danneggiamento. Una delle propostedi recupero prevede il coinvolgimento di enti pubblici come di partners privati, ai quali verrebbe affidata, a lavori ultimati,anche la gestione dell’impianto.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
85
Stato lavori Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
www.incompiutosiciliano.org
Sources
066_Palazzetto dello Sport di Taurianova Taurianova (RC), Calabria
Luogo
Le murature esterne sono ultimate ma da anni mancano le finiture e gli arredi interni.
Descrizione Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
http://www.incompiutosiciliano.org
Sources
http://antonino.photoshelter.com/gallery/CALABRIA-MEDITERRANEO-DA-COSTRUIRE/G0000A2tVchcxNHM/
86
Stato lavori
067_Campo di calcio a Crotone Località Tufolo, Crotone, Calabria
Luogo
I campi non sono utilizzabili per mancanza di omologazione.
Descrizione Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
Stato lavori Lavori
?
eseguiti
€ 1.000.000,00
Costo
-
Dimensione
http://www.incompiutosiciliano.org
Sources
068_Stadio di Paola Comune di Paola (CS), Calabria
Luogo
E’ stata costruita solo la tribuna lato mare. Doveva essere consegnato, completo, nel 1992 ma i lavori sono fermi da anni. Dato che l’amministrazione non può permettersi la ristrutturazione si parla di demolirlo.
Descrizione
Anno inizio
-
lavori
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
87
Stato lavori Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
http://www.incompiutosiciliano.org
Sources
069_Palasport a Borgia località Borgia (CS), Calabria
Luogo
Tra interruzione e ripresa dei lavori il palazzetto dello sport é stato completato nel 1990 ma da allora non é mai stato aperto. L’intera area, posta sopra una falda acquifera, è a rischio crollo e il terreno presenta pericolose buche con il fondo pieno d’acqua.
Descrizione
Anno inizio lavori
anni ‘70
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 100%
Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
http://www.incompiutosiciliano.org
Sources
http://www.webtvborgia.it/lanotalapazzettosport.html
88
Stato lavori
070_Palasport di Cattolica Eraclea Cattolica Eraclea (AG), Sicilia
Luogo
Il palasport non è mai entrato in funzione. Alcuni ex amministratori e tecnici del comune sono stati coivolti in procedimenti legali, nello specifico accusati dalla Procura della Provincia di Agrigento di irregolarità nella gestione dei lavori. Le accuse erano di falso ideologico, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e peculato.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
89
Stato lavori Lavori
eseguiti
-
Costo
.
Dimensione
www.incompiutosiciliano.org
Sources
071_Stadio di Rugby villaggio Mosè Agrigento, Sicilia
Luogo
La struttura avrebbe dovuto far parte del sistema del vicino Parco del Mediterraeo, con lo scopo di ospitare partite di rugby e di calcio, come supporto allo stadio già esistente. I lavori si sono però interrotti e l’impianto è ora abbandonato al degrado.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
90
Stato lavori Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
www.incompiutosiciliano.org
Sources
072_Piscina comunale Ctr Imbriacola Lampedusa, Sicilia
Luogo
I lavori per la struttura sono terminati, ma la piscina non è mai entrata in funzione.
Descrizione Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA 100%
91
Stato lavori Lavori
eseguiti
-
Costo
.
Dimensione
www.incompiutosiciliano.org
Sources
073_Piscina a Milena Milena (CL), Sicilia
Luogo
La piscina risale agli anni’80, ma non è mai stata completata. Oggi si presenta come una struttura in cemento armato, dotata di copertutra e serramenti ma, a causa dell’abbandono cui è soggetta, vittima di intemperie e degrado.
Descrizione
Anno inizio lavori
1980
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Stato lavori Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione Sources
www.incompiutosiciliano.org https://milocca.wordpress.com/2009/06/30/visita-allafatiscente-piscina/
92
074_Centro polisportivo Giarre Giarre (AG), Sicilia
Luogo
I lavori del centro sono fermi a causa di un contenzioso tra la Regione e l’azienda appaltatrice. Nel 2004 l’amministrazione ha poi tentato di proporre un bando di “project financing” per il completamento dell’opera ma questa risulta ancora oggi incompiuta.
Descrizione
Anno inizio lavori
1987
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
-
Costo
.
Dimensione
www.incompiutosiciliano.org
Sources
http://wikimapia.org/30547062/it/palazzetto-dello-sportPalajungo
93
Stato lavori
075_Centro polisportivo Camporotondo Etneo Caporotondo Etneo (CT), Sicilia
Luogo
Nelle intenzioni dell’amministrazione sarebbe dovuta diventare una cittadella dello sport, completa di pista di pattinaggio, un campo da calcio, campi da tennis, piscina olimpionica e servizzi annessi. La pista di pattinaggio è stata inaugurata, invece per quanto riguarda la piscina i lavori si sono interrotti poco prima della fine. Negli anni ‘90 un nuovo tentativo di completamento va a vuoto, porta solo alla sistemazione della copertura e dei serramenti.
Descrizione
Anno inizio lavori
1975
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Stato lavori Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione Sources
www.incompiutosiciliano.org http://www.qds.it/16115-doveva-essere-una-cittadella-dellosport-invece-e-il-simbolo-degli-sprechi-infiniti.htm
94
076_Palazzetto sport Palagonia Palagonia (CT), Sicilia
Luogo
L’opera aspetta di essere ultimata da più di trent’anni, ma mancano i circa 3 milioni di euro necessari. L’amministrazione non è in grado al momento di farsi carico delle spese residue perchè sembra che su di essa gravino ancora l’indennizzo di espropriazione non ancora corrisposto, del valore di circa 500 mila euro, e un contenzioso con il progettista, che ha chiesto il pagamento della parcella e di altri oneri, che ammontano a circa 70 mila euro.
Descrizione
Anno inizio lavori
anni ‘90
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
-
Costo
.
Dimensione
www.incompiutosiciliano.org
Sources
http://www.dailymotion.com/video/xuxgct_palagoniatrasformare-il-palazzetto-dello-sport-in-edificio-scolastico-newsd1-television-tv_news http://www.icgobetti.it/Uploads/proffmax/ic%20gobetti.pdf http://www.scordia.info/palagonia-futuro-nebuoloso-per-ilcompletamento-del-palazzetto-dello-sport/ 95
Stato lavori
077_Velodromo Salinelle Paternò (CT), Sicilia
Luogo
Doveva essere uno stadio di calcio per l’Ibla Paternò, storica squadra calcistica della città. Nel 1993 la struttura è stata riconvertita a velodromo ma i lavori si sono arenati. L’impianto, 4.400 spettatori di capienza, non ha mai ospitato alcuna competizione a causa di un contenzioso tra l’ente provinciale e la ditta che ha realizzato i lavori, fallita.
Descrizione
Anno inizio lavori
1950
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
€ 560.000
Costo
-
Dimensione
www.incompiutosiciliano.org
Sources
https://www.youtube.com/watch?v=01OK-aP9l60 http://blog.tradimalt.com/da-stadio-a-velodromo-storia-di-unimpianto-abbandonato-a-paterno/
96
Stato lavori
078_Piscina comunale Catenanuova Catenanuova (EN), Sicilia
Luogo
Il complesso sportivo, comprensivo di piscina e campo da tennis, non è stata mai completato. E’ in corso un progetto incoraggiato dall’ammisistrazione per una sua riconversione.
Descrizione
Anno inizio lavori
1998
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
97
Stato lavori Lavori
eseguiti
-
Costo
.
Dimensione
www.incompiutosiciliano.org
Sources
079_Palasport di Merì Merì (ME), Sicilia
Luogo
Il palasport è stato ultimato, ma la struttura è ancora in attesa del certificato di agibilità. Si sono infatti verificati danni alla copertura che provano infiltrazioni all’interno e che non sono ancora stati sistemati.
Descrizione
Anno inizio lavori
anni ‘90
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
www.incompiutosiciliano.org
Sources
https://www.youtube.com/watch?v=01OK-aP9l60 http://blog.tradimalt.com/da-stadio-a-velodromo-storia-di-unimpianto-abbandonato-a-paterno/
98
Stato lavori
080_Palazzetto di Galati Mamertino Furci Siculo (ME), Sicilia
Luogo
Il palasport costituisce un esempio molto particolare, non si tratta di una vera e propria opera incompiuta, dal momento che è stato inaugurato più volte e ha anche ospitato alcuni sporadici eventi sportivi. Allo stesso tempo necessita di adeguamenti per renderlo a tutti gli effetti fruibile alla comunità. Servono circa 200 mila euro per i lavori all’impianto elettrico, ai seggiolini degli spalti, agli gli spogliatoi, e agli impianti di smaltimento delle acque piovane.
Descrizione
Anno inizio lavori
-
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
-
Costo
.
Dimensione
http://www.tempostretto.it/news/furci-siculo-palasport-
Sources
fatiscente-spesi-120mila-euro-mettere-sicurezza-tetto-resterchiuso.html
99
Stato lavori
081_Palestra di Erice Erice (TR), Sicilia
Luogo
I lavori risalgono a una trentina d’anni fà, ma la struttura non può ottenere l’agibilità ed è stata così abbandonata.
Descrizione Anno inizio lavori
anni ‘90
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
100
Stato lavori Lavori
eseguiti
-
Costo
-
Dimensione
www.incompiutosiciliano.org
Sources
08_Palestra di Rosolini Rosolini (SR), Sicilia
Luogo
L’opera, quasi ultimata e finanziata grazie ai fondi ministeriali assegnati nell’ambito del progetto «Io gioco legale», è stata abbandonata bruscamente dalla ditta appaltatrice, la “Tuttocasa Edile srl”, e ora l’amministrazione ha proceduto alla recissione del contratto di affidamento.
Descrizione
Anno inizio lavori
2013
INTERROTTI
FINITA MA NON CONSEGNATA
?
Lavori
eseguiti
€ 371.000
Costo
.
Dimensione
http://siracusa.gds.it/2015/01/29/rosolini-la-ditta-sparisce-la-
Sources
palestra-e-un-cantiere_303703/
101
Stato lavori
1.5 Il consumo di suolo come prassi Il suolo è definito come ciò che consente di produrre beni e servizi e che concorre a produrre beni sociali, estetici, ambientali ed ecosistemici; secondo il primo rapporto dell’osservatorio nazionale sui consumi del suolo si può definire un bene comune, in quanto vitale al futuro della società stessa. ll suolo é però una risorsa esauribile, perché spazialmente limitato. Il suo consumo innesca un processo il più delle volte irreversibile, perché una volta cementificato il suolo perde la sua capacità generative dato che i tempi per la sua rigenerazione sono estremamente lunghi. Il concetto di consumo di suolo secondo l’I.S.P.R.A può essere definito come il passaggio da una copertura non artificiale a una copertura artificiale del suolo. L’impermeabilizzazione del suolo é la forma più evidente di copertura artificiale. E’, com’é noto, una tendenza diffusa a livello planetario, che porta alla diminuizione di territorio agricolo a favore di nuove aree di espansione urbana, sia edificate che non edificate. Le conseguenze del fenomeno sono numerose e di diversa natura: dai rischi 102
per la biodiversità e per la conservazione dell’identità storica e sociale del territorio, a quelli idrogeologici. Il suolo non impermeabilizzato svolge un’importante funzione di filtro naturale, assorbendo grandi quantità di acqua per poi rilasciarle gradualmente nel terreno: un ettaro di terreno non costruito é in grado di assorbire fino a 3750 tonnellate di acqua. Con l’aumento della superficie impermeabilizzata si rende necessario gestire l’acqua piovana artificialmente con un’aggiunta di costi per le amministrazioni, e quando ciò non viene svolto nel modo corretto si producono seri pericoli per il territorio. Edoardo Salzano, urbanista ed ex presidente dell’Istituto Nazionale Urbanistica, riassume in due categorie le conseguenze principali di questo modello: il danno emergente e il lucro cessante. La prima fa riferimento allo spreco di risorse pubbliche e all’aumento di disagio sociale che provoca1 tra cui “l’allungamento crescente del costo e del tempo dei trasporti, la ridotta funzionalità di tutte le reti e i servizi dell’urbanizzazione”2 che spingono gli abitanti all’utilizzo di mezzi privati per sopperire a queste lacune, alimentando il circolo vizioso. Inoltre rientrano nel concetto di danno emergente 1
Edoardo Salzano, “No sprawl”, Alinea,
2006 2 ibidem
il danno estetico e sociale, visibile quest ultimo nell’ “indebolirsi dei legami cui é affidata la coesione sociale, la distruzione di testimonianze preziose della storia e della cultura della nostra civiltà”. Il concetto di lucro cessante focalizza invece l‘attenzione sulla trasformazione di porzioni territorio da produttivi (com’é il caso dell’attività agricola) ad improduttivi3. Secondo dati ISTAT tra il 1990 e il 2005 la superficie agricola utilizzata (SAU) si é ridotta in Italia di 3 milioni e 663 mila ettari, un’area più estesa della somma di Lazio e Abruzzo. La riduzione di superficie agricola utilizzata non corrisponde necessariamente a nuovo suolo cementificato, però rappresenta una devalorizzazione del territorio, perchè accresce la superficie improduttiva e la espone ai già citati rischi idrogeologici. Un dato importante é la riduzione che si produce dell’autonomia alimentare delle regioni, che devono importare i prodotti agricoli necessari alla popolazione locale da più lontano, aumentando i costi anche ambientali del trasporto4 e diminuendo la qualità. Se per esempio tutte le regioni
3
Settis Salvatore (2010), “Paesaggio costituzione cemento – La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile”, Einaudi, Torino, 2010
4 103
vedi tabella
si comportassero come la Lombardia, il nostro territorio potrebbe andare incontro ad un serio deficit di aree agricole. Parola chiave per la comprensione del consumo di suolo é il concetto di città diffusa, o urban sprawl. Più che di un modello di espansione urbana si tratta di un’assenza di piano, che porta le città ad espandersi secondo una logica a bassa densità, in modo indeterminato sul territorio. Le aree urbane sono soggette in Europa a continua crescita soprattutto in termini di estensione spaziale, dotazione di infrastrutture, consumo di energia e di risorse naturali. La crescita riguarda soprattutto le aree metropolitane ed urbane, crescita non giustificata da fattori demografici e sostenuta soprattutto da funzioni di consumo. Secondo l’indagine sviluppata da LUCAS (Land Use and Cover Area frame Survey) di Eurostat in Italia la percentuale di territorio con copertura artificiale è pari al 7,8% del totale, mentre la media Europea è del 4,6%. Il nostro paese risulta al quinto posto in Europa dopo Malta, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo5. Già nel 1990, nel “Libro verde sull’ambiente urbano”6, veniva messa in evidenza la 5 Eurostat, 2013 6 European Commission, “Green paper on the urban environment”, 27/06/1990
necessità di contenere il consumo di risorse territoriali al fine di tutelare gli spazi aperti non compromessi, ridurre gli spostamenti in auto favorendo invece i trasporti pubblici, più ecocompatibili, e promuovere un modello urbano di intersificazione e refilling. Nonostante questo: L’espansione
dell’urbanizzazione
ha conosciuto negli ultimi decenni un’accellerazione senza precedenti, che si è prodotta in assenza di pianificazione urbanistica
sovra-cumunale
importanti aree del paese.
in
7
Dal dopoguerra ad oggi si calcola che la cementificazione abbia coinvolto una superficie pari a 21.000 kmq, un’area superiore alla superficie della regione Puglia e non accenna ad arrestarsi. I dati mostrano che dal 2008 il fenomeno ha riguardato mediamente 55 ettari al giorno, “con una velocità compresa tra i 6 e i 7 metri quadrati di territorio che, nell’ultimo periodo, sono stati irreversibilmente persi ogni secondo”8. Il consumo di suolo percentuale è passato dai 2,7% degli anni ’50 al 7,0% stimato per il 20149. L’Istituto Superiore per la Protezione e la
7
ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, “Il consumo di suolo in Italia – Edizione 2008”, Roma, 2008
8
idem Edizione 2015”, Roma, 2015 9 idem
104
Ricerca Ambientale, ha messo a punto un sistema che consenta una stima ancora più precisa del suolo consumato “effettivo”. Tale sistema si avvale della cartografia ad alta risoluzione messa a disposizione da Copernicus, programma europeo di osservazione della Terra. Le nuove stime escludono la superficie di territorio che risulta in qualche modo protetta naturalmente dalla minaccia dell’uomo o per caratteristiche geomorfologiche, per esempio elevata pendenza, o altre condizioni sfavorevoli. La percentuale di consumo effettivo di suolo secondo tale studio risulta essere il 10,8%. Un modello di questo tipo, che punta alla saturazione, traccia una modalità di sviluppo insostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, portando alla congestione e al collasso. A differenza degli altri paesi , che monitorano e combattono il fenomeno, in Italia, come vedremo, si assiste ad una deregolamentazione legislativa che finisce per favorirlo.
1.6 Il paesaggio cemento
di
Il nostro paese ha sempre mostrato attenzione e sensibilità rispetto al tema della tutela e della conservazione del paesaggio sia come portatore di valore in se stesso, come luogo in cui si tutela agricoltura e biodiversità e come ambiente attraverso cui si esprime l’identità individuale e collettiva degli abitanti. Questo si riflette in una strutturata legislazione in merito; come rileva Salvatore Settis, “l’Italia è fra i pochi paesi al mondo che abbiano la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale nella propria costituzione”1. Nonostante questo il nostro paese é, come abbiamo visto, soggetto più di altri al consumo di suolo, due fattori che possono spiegare perché sia favorita questa dispersione urbana indiscriminata possono essere, prima di tutto, il maggior peso che ha la rendita immobiliare, vista come il benerifugio per eccellenza, secondariamente il fatto che nel nostro paese sia stato promosso fin dal dopoguerra un modello di trasporto privato e su gomma. Il fattore principale é probabilmente individuabile
1
Settis Salvatore (2010), “Paesaggio costituzione cemento – La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile”, Einaudi, Torino, 2010
nella convinzione, poi tradotta in strategia politica, che il benessere del paese sia proporzionale alla sua espansione e in particolare si misuri nello stato di salute del settore edile. Vale la pena di soffermarsi sulla legge Buccalossi (L. 10/1977) che, nell’art. 12, vincolava strettamente i proventi da oneri di urbanizzazione alla realizzazione, da parte dei Comuni, delle “opere di urbanizzazione primaria e secondaria, il risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici, le spese di manutenzione ordinaria del patrimonio comunale”. Questo principio é stato abrogato ad opera del Testo unico per l’Edilizia2, che ha sciolto i Comuni da questo vincolo rendendoli liberi di utilizzare i proventi anche per altre finalità. Data la fase di sofferenza economica che vivevano, molti Comuni sono stati in realtà in questo modo spinti a cercare nuove fonti di introito, fra cui gli oneri di urbanizzazione, l’Ici (imposta comunale sugli immobili ora trasformata in Imu) promuovendo le nuove costruzioni anche a costo di concedere eccezioni o deroghe ai piani regolatori, facendo così passare in secondo piano la tutela del territorio o le sue effittive esigenze. Un’altra legge che vale la pena di citare é il “Piano Casa” (2008), nata inizialmente con l’intento 2
105
D.P.R. 380/2001, art. 136 c. 2, lettera c
di sopperire al fabbisogno abitativo delle classi a reddito medio-basso, in seguito radicalmente trasformata in termini di contenuti ed obiettivi, in norma che consente di ampliare del 20% tutti gli edifici privati costruiti prima del 2008, anche “in deroga alle disposizioni legislative, agli strumenti urbanistici vigenti o adottati e ai regolamenti edilizi”. “Per come stanno le cose oggi in Italia, il suolo continua ad essere considerato una risorsa monofunzionale, ovvero una risorsa economica per il privato che può guadagnarci e per il pubblico che pure può guadagnarci attraverso la riscossione degli oneri di urbanizzazione e dei costi di costruzione. Fin tanto che questo circuito non verrà interrotto, il consumo di suolo non si interromperà poiché l’amministrazione locale si trova nella difficile condizione di dover rinunciare ad entrate certe nel momento in cui decide di non far edificare suolo libero.”3
3 Osservatorio Nazionale sui Consumi di Suolo. Primo rapporto 2009, Maggioli Editore, 2009, pag 14 106
1.7 La cemento
filiera
del
Dopo aver parlato di cementificazione del suolo è forse utile soffermarsi su cosa sia il cemento, su come incida sul paesaggio e su quale sia il suo peso sull’economia del nostro paese. L’Italia é il primo produttore d’Europa di cemento, secondo solo alla Spagna. Ogni italiano ha a “disposizione” 432 kg di cemento, 118 in più del cittadino medio europeo1. Questo incide doppiamente sul paesaggio, da una parte per il consumo di nuovo suolo dall’altro per le trasformazioni apportate dall’attività estrattiva di materie prime. I materiali estratti per la produzione di cemento sono prevalentemente sabbia e ghiaia, utilizzati come inerti all’interno delle miscele, e calcari, utilizzati per la produzione del clinker. Questi materiali insieme raggiungono circa l’80% del totale di tutti i prodotti estratti. La conseguenza dell’attività estrattiva visibile sul paesaggio é la cava. Non ci sono cifre ufficiali dell’attività estrattiva in Italia ma si stima che il numero di cave, comprese sia quelle attive che quelle abbandonate presente sul Luca Martinelli, Le conseguenze del cemento, Altreconomia, 2011, pag 75
1
107
nostro territorio sia di circa 21.6002. Oltre a queste sono da tener presenti anche situazioni di cave non regolamentari, in cui, dietro un permesso per livellare un terreno agricolo o per realizzare un laghetto per la pesca sportiva, si porta avanti in realtà una vera e propria attività estrattiva. La crisi che sta mettendo alla prova vari settori dell’economia, sta colpendo anche il settore edile e le attività ad esso connesse. L’attività estrattiva di sabbia e ghiaia ha subito dal 2009 un calo del 43%, i consumi di cemento hanno registrato un calo del 22% dal 20113. Nonostante questa flessione i numeri rimangono comunque molto elevati: si parla infatti, per il 2012, di 80 i milioni di metri cubi estratti. In Italia l’attività estrattiva in cava manca di una regolamentazione organica; il riferimento normativo é il Regio Decreto 29 luglio 1927, n. 1443, una legge antica il cui intento era favorire lo sviluppo del paese che allora aveva bisogno di grandi opere strutturali, non tiene conto dell’impatto sul territorio. La questione della relazione tra cave e tutela del paesaggio si aggrava se si pensa che dal 1977 molto é demandato alle singole regioni. Si producono così situazioni molto diverse, poiché solo alcune regioni più avanzate in questo settore si sono 2 Legambiente, Rapporto Cave 2014, Roma, Febbraio 2014, pag 8 3 id
dotate di un piano cave, cioé di un Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE), documento di indirizzo, pianificazione e programma del settore. E’ interessante notare come l’estrazione di materie prime per costruire opere pubbliche sia interpretata dalla normativa vigente come eccezionale e pertanto possa “scavalcare” quanto indicato nel piano, quando presente. In altre regioni, come Abruzzo, Molise, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Sicilia, Calabria e Basilicata, vige una mancanza strutturale di regolamentazioni in merito. Ciò può produrre un deficit nella trasparenza e nel controllo pubblico, ma può anche favorire la partecipazione della criminalità organizzata (Ecomafie). L’assenza di un piano specifico accentua discrezionalità e la gestione del fenomeno procede per singole concessioni rilasciate dalle amministrazioni locali e “più il comune é piccolo, maggiore é l’influenza che un cavatore [ovvero l’impresario che si occupano dell’estrazione] può esercitare su sidaco, giunta e tecnici4”. Quella estrattiva é infatti un’attività attorno alla quale si raccolgono molti interessi perché garantisce guardagni molto elevati. Ci sono regioni, come Basilicata e Sardegna, in cui non è richiesto alcun canone di concessione agli impresari; in 4 108
Luca Martinelli, Op. cit., pag 25
altre, come Puglia, Valle d’Aosta, e Lazio, si richiedono solo pochi centesimi al mc: 0,08 €/m3 per materiali quali sabbia e ghiaia e da 0,08 a 0,13 €/m3 per il calcare, ovvero lo 0,3% del prezzo medio di vendita. La media nazionale delle tasse applicate in Italia si attesta intorno ad un 3,5% di costo sul totale del prezzo di vendita degli inerti, con un margine di guadagno così elevato che può far pensare ad una vera e propria svendita del territorio. In Puglia per esempio nel 2012 i 10,3 milioni di metri cubi di soli inerti estratti hanno fruttato 129 milioni di euro di introiti ai cavatori e al territorio solamente 827mila euro l’anno5. E’ evidente che i ricavi dell’attività estrattiva sono almeno a breve termine molto più elevati di quello dell’attività agricola che spesso soppiantano. Le conseguenze cui si assiste sul lungo periodo sono un impoverimento strutturale del territorio, che viene privato di appezzamenti agricoli fertili e del paesaggio, che si costella di buche a cielo aperto. Per tutelare il paesaggio esisterebbe, nonostante la legislazione in materia di cave non sia completa, la direttiva europea 85/337, che stabilisce la necessità di una valutazione di impatto ambientale per l’apertura di ogni nuova cava. Nel 1996 la direttiva é stata recepita in Italia e prevede 5
Legambiente, op. cit, pag 8
che siano sottoposte alla procedura di V.I.A., sotto il controllo delle Regioni, sia le cave che le tobiere con più di 500.000 mc di materiale estratto, oppure un’area interessata superiore a 20 ettari. Ciò si é tradotto nella pratica nel proliferare di piccole e medie cave estrattive, il 99,5% di quelle totali, che non si sottopongono pertanto a valutazione di impatto ambientale e “presentano minori garanzie per la corretta gestione dei siti e per la loro ricomposizione ambientale6”.Il meccaniscmo che si é instaurato produce danni ambientali significativi e non stimola gli impresari a cercare alternative, come per esempio a riciclare gli inerti. In Olanda, Belgio e Danimarca, si arriva a riutilizzare una media dell’80% dei rifiuti da costruzione e demolizione (C&D). In Danimarca, come sottolinea Legambiente, questo indice raggiunge anche il 97%, grazie ad una tassa in denaro di 50 euro a tonnellata istituita per chi porta questo tipo di rifiuti in discarica o li incenerisce. Questo ha stimolato un circolo virtuoso di riciclaggio dei materiali da costruzione e minore richiesta per l’apertura di nuove cave. La filiera del cemento prosegue, oltre alla fase estrattiva, con quella di lavorazione delle materie prime. I luoghi della produzione 6 109
id, pag 27
del cemento sono i cementifici e le centrali di macinazione, circa 88 impianti in Italia. Tra le industrie i cementifici sono tra i maggiori produttori di CO2 7 e consumatori di energia. Il processo di produzione implica, tra le altre cose, la cottura dei materiali a temperature molto alte, intorno a 1500 C°. I combustibili utilizzati sono per lo più di tipo fossile: carbone o pet-coke, ossia coke di petrolio. Quest’ultimo é in realtà lo scarto di lavorazione del petrolio, in particolare deriva dalla carbonizzazione prodotta da alcune sostanze presenti nel petrolio durante la sua distillazione. Vi sono due tipi di pet coke: quello puro, utilizzato anche per produrre le pile elettriche, e il coke catalitico, utilizzabile solo come combustibile e come tale molto diffuso grazie ai bassi costi ed all’elevato potere calorifico. La sua composizione chimica fa sì che sia estremamente inquinante, tanto che fino al 1995 era considerato un rifiuto pericoloso poiché contiene elevate dosi di zolfo oltre che idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e metali pesanti come cromo, vanadio e nichel. I rifiuti sono un altro combustibile utilizzato nei cementifici, tanto che questi sono considerati dal punto di vista normativo “co-inceneritori”8 e sono condizionati agli stessi limiti di emissioni 7 8
Luca Martinelli, Op. cit., pag 75 Decreto legislativo 133 del 2005
35000 30000 25000 20000
UK
FRANCIA
SPAGNA
5000
ITALIA
10000
GERMANIA
15000
0
PRODUZIONE IN MIGLIAIA DI MC DI CEMENTO NEL 2010 600
500
400
UK
FRANCIA
SPAGNA
100
ITALIA
200
GERMANIA
300
0
QUANTITA’ DI CEMENTO PROCAPITE NEL 2010 (MC) Fonte: Luca Martinelli, Le conseguenze del cemento, Altreconomia, 2011
degli inceneritori veri e propri. I rifiuti, a parità di potere calorifico rispetto ai combustibili fossili , consentono anche un guadagno dovuto al fatto che i cementifici sono pagati, per incenerirli, dai 5 ai 25 auro per una tonnellata di pneumatici. Il costo 110
ambientale é però molto alto, tanto che, come rilevava l’onorevole Anna Margherita Miotto nel 2010, “vivere accanto a un inceneritore é meno pericoloso che vivere accanto ad un cementificio”.
2
ALLA RICERCA DELLE CAUSE
2.1 C’è davvero bisogno di queste opere? “Per troppo tempo, troppe opere pubbliche sono state realizzate non perchè servissero o indipendentemente dal fatto che servissero”1 si legge nella lettera che l’ex Ministro dei lavori pubblici Paolo Costa scriveva in merito alle problematiche delle opere pubbliche in Italia. Egli elencava le cause della non-realizzazione di tali opere individuando la prima in quella che definisce “morale”. Viene spontaneo domandarsi se vi sia effettivamente necessità di queste opere e, se sì, di quali. Senza dubbio l’Italia ha bisogno di opere pubbliche, per lo meno di un sistema di infrastrutture effciente. Nel nostro paese, il tasso di motorizzazione é il secondo in Europa ed é in costante crescita: si é passati infatti dai 501 autovetture ogni 1000 abitanti del 1991 alle 606 del 2010, ciò significa più di 3 autovetture ogni 5 abitanti2. Questo dato, di per sé non é positivo perché un grande numero di autovetture ha un impatto negativo sull’aria e sul territorio e ci da la misura del fatto che in Italia si é investito molto sul trasporto privato e su gomma. La tendenza 1 Costa Paolo, “Opere pubbliche, corsa ad ostacoli in una giungla piena di trappole” ne La Stampa, 27/02/1997 2 112
Automobile club d’Italia (Aci)
europea é invece quella di investire sul sistema ferroviario, giudicato un indice di sviluppo e un settore strategico anche per quanto riguarda la sostenibilità ambientale. Dal punto di vista dello sviluppo del sistema ferroviario l’Italia si trova solo al tredicesimo posto, circa a metà “classifica”. Nel libro bianco dei trasporti redatto dalla Commissione dei trasporti nel 2011, in Italia si rileva la mancanza di infrastrutture adeguate al trasporto moderno, l’assenza di interoperabilità tra reti e sistemi oltre che le scarse ricerche sulle tecnologie innovative. Nel nostro paese ci sono circa 22.000 km di rete ferroviaria di cui 7000 km inutilizzati, Ferrovie dello Stato ha investito però solo sui 1342 km dell’Alta velocità3. Secondo uno studio di Confcommercio, se nel nostro paese potessimo godere della rete ferroviaria tedesca il PIL aumenterebbe sensibilmente4. Necessitiamo quindi sia di efficienti collegamenti locali per lo spostamento dei pendolari, sia di infrastrutture ferroviarie in grado di sostere il trasporto delle merci su rotaia. Secondo uno studio condotto dal WWF un’opera di ammodernamento della rete esistente in Liguria, al momento vecchia e sottoutilizzata, il buget previsto di un 3 Lavori in corso (2013), 23 settembre 2013, “Presa Diretta” , regia: Andrea Bevilacqua, ideatori: Riccardo Iacona, Francesca Barzini e Domenico Iannacone, Rai 4 Confcommercio, “Verso un libro bianco sui trasporti in Italia”, 2012
miliardo di euro permetterebbe il transito di 3 milioni di container5. A questa possibilità si preferisce però la creazione di un’opera infrastrutturale ex-novo, il terzo valico, del costo previsto di 6,2 miliardi di euro. Il tracciato previsto ha una lunghezza di 53 km, di cui 37 in galleria, con lo scopo di collegare con una linea ad altà velocità Genova e Milano. Il progetto risale al 1991 ma finora non sono ancora stati iniziati i lavori; uno dei motivi é che il progetto previsto si scontra con alcuni ostacoli presenti sul territorio, di cui non é stato tenuto conto. Vi sono inoltre anche alcuni dubbi sulla trasparenza nella procedura di assegnazione degli appalti, motivo per cui il progetto é finito sotto inchiesta da parte della magistratura: molti appalti sono stati assegnati senza gara e con trattativa privata. Secondo Marco Ponti, docente del Politecnico di Milano ed espeto in trasporti e logistica, la rete ferroviaria attuale gode di una capacità residua sfruttabile e sul piano economico é da prendere seriamente in considerazione l’ipotesi dell’ammodernamento dell’esistente rispetto alla creazione di una nuova infrastruttura. Ad entrare in gioco, secondo il docente, sono in questo caso interessi di ordine politico dovuti al fatto che una grande opera nuova ha un impatto anche mediatico molto maggiore di una che non la é. Gli interessi delle banche, inoltre, si 5 id 113
muovono per i grandi investimenti, ma non per le opere di ammodernamento, per le quali non giocherebbero un ruolo minore. Secondo Luca Martinelli, giornalista e redattore del mensile “Altreconomia”, nella “filiera grigia [...] il deus ex machina sono gli istituti di credito6”. In generale per le banche finanziare grandi progetti é una forma di investimento, pertanto sono spinte talvolta a sostenerli a prescindere dal fabbisogno reale. Capita, per esempio, che grandi progetti immobiliari vengano finanziati non solo quando la loro effettiva utilità é dubbia, ma quando rischiano di essere fallimentari. Inoltre, dal momento che il guardagno atteso di queste operazioni é ipotetico ma é calcolato non come se fosse un prestito ma come una rendita del tempo presente, si creano dei meccanismi che favoriscono la creazione di bolle speculative.
6 Luca Martinelli, Le conseguenze del cemento, Altreconomia, 2011, pag 23
2.2 Pianificazione del territorio Per quanto riguarda le grandi opere infrastrutturali, secondo alcuni uno dei fattori che influisce sulla complicazione del processo di realizzazione è attribuibile all’ “indecisione” delle istituzioni riguardo alla pianificazione del territorio, atteggiamento che spesso influisce sul loro non completamento. In alcuni casi una grande opera viene cominciata ma poi viene interrotta o a causa delle pressioni di una minoranza i cui interessi confliggono con la realizzazione della stessa, o per la contrarietà della popolazione locale. Ciò è forse imputabile a una distribuzione non chiara dei poteri attivi e di controllo tra diversi livelli di governo. Un esempio eclatante è rappresentato dall’Idrovia, una grande opera iniziata negli anni’60 che avrebbe assolto alla funzione di collegare commercialmente il mar Adriatico alle attività produttive in espansione collocate nella pianura Padana. Ad oggi ciò è stato completato solo in parte e sono stati spesi l’equivalente di 170 milioni di euro. Per ultimarla servirebbero ancora circa 200milioni di euro ma ciò consentirebbe di tenere sotto controllo le alluvioni, portatrici di un danno, oltre che ambientale e sociale, anche economico: 114
quella del 2010 provocò danni per più del doppio della cifra1. Il canale consentirebbe inoltre di smaltire parte del traffico di merci che oggi avvengono su strada. La realizzazione dell’opera ha però subito le resistenze dei sostenitori della creazione di un’opera ex-novo. La strada cosiddetta “Camionabile”, o “Nuova Romea” dovrebbe costituire un’alternativa all’drovia e consisterebbe in un tracciato stradale a fianco dell’argine. “Se la camionabile [..] andasse in porto, l’idrovia non potrebbe svolgere né la sua funzione di canale scolmatore, né di via navigabile per trasportare merci”.2 Secondo Guido Gentili è necessario considerare anche che ci troviamo in un paese in cui coesistono poteri di veto molto forti e una debolezza delle istituzioni, situazione che fa prevalere la resistenza al cambiamento di una parte rispetto all’interesse generale3. Allo stesso tempo però non significa che la soluzione possa consistere nell’adozione di un principio maggioritario sordo alle 1 https://it.wikipedia.org/wiki/Alluvione_del_Veneto_del_2010 2 Sblocca Italia(2015), 22 febbraio 2015, in “Presa Diretta” , regia: Andrea Bevilacqua, ideatori: Riccardo Iacona, Francesca Barzini e Domenico Iannacone, Rai 3 Gentili Guido (2001), “L’incompiuta: dalle dighe mobili di Venezia al Ponte di Messina: storia di un paese bloccato”, Sperling & Kupfer
istanze delle comunità locali: anzi, la loro partecipazione dev’essere ritenuta un valore culturale importante nella concretizzazione di grandi e piccole opere pubbliche. I temi legati alla sostenibilità ambientale e alla tutela del patrimonio culturale e paesistico stanno diventando oggetto di attenzione crescente da parte dell’opinione pubblica, che anela ad un ruolo sempre più attivo nel processo decisionale. In Svizzera, per esempio, le grandi opere pubbliche infrastrutturali passano dall’approvazione della comunità locale che viene coinvolta fin nelle fasi inziali del progetto attraverso appositi referendum. In Italia, al contrario, la popolazione viene coinvolta in fase finale, fase in cui sono difficili cambi di direzione nel progetto. Secondo Padoa Schioppa, ex Ministro dell’economia e giurista, “al parere delle soprintendenze e, ancor più, alle valutazioni di impatto ambientale vengono sottoposti oggi progetti spesso già definiti e difficilmente modificabili”. La conseguenza che si genera é spesso quella del blocco totale dei lavori.
115
2.3 Il ruolo Burocrazia e normative
della delle
I motivi per cui le opere pubbliche non vengono ultimate sono varie e diverse tanto che ogni opera incompiuta rappresenta quasi un caso a sé stante. Vi sono però alcune cause che ricalcano tematiche riccorrenti, spesso interconnesse tra loro: progettazione errata, errori esecutivi, mancanza di finanziamenti, proteste della popolazione locale, contenziosi legali tra gli attori, blocco del cantiere da parte delle autorità competenti a causa della violazione di normative, sequestri. L’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici (A.V.C.P.) conduce dal 2003 un’attività di monitoraggio dello stato di attuazione delle opere incompiute. I dati presi in considerazione dall’Autorità sulle cause di incompiutezza delle opere riguardano principalmente le strutture sanitarie e le opere idrauliche, ovvero le dighe non completate; é stato verificato che per la prima tipologia di opere le motivazioni dei ritardi nella costruzione, ristrutturazione e completamento sono riconducibili alla “mancanza di risorse finanziarie o alla approvazione di perizie di variante con conseguente sospensione dei lavori”. Per le opere di importo superiore 116
ai 15 milioni di euro, di qualsiasi tipologia si tratti, le criticità riguardano i lunghi tempi di realizzazione, che portano ad una forte lievitazione dei costi inizialmente preventivati, “nonché al formarsi di numerosi conflitti di varia natura che la maggior parte delle volte sfociano in procedimenti contenziosi eccessivamente lunghi ed onerosi.”4 E’ utile riflettere sui tempi di costruzione delle opere pubbliche, perché influiscono sul loro costo finale e in alcuni casi prosciugano le risorse economiche fino a causare l’abbandono dei cantieri. Per fare una strada in Italia occorrono anche quindici anni, per fare un ponte fino a diciotto5. Il tempo necessario alla costruzione di una diga, per esempio, è mediamente di 30 anni “con la necessità, il più delle volte, di effettuare una nuova programmazione per reperire ulteriori risorse”6. Dei 2410 giorni in media necessari per la costruzione di un’opera pubblica in Italia, la metà serve per espletare le procedure amministrative. Per costruire una strada infatti sono necessarie fino a 38 autorizzazioni. 4 Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, Relazione annuale 2011, Roma, Camera dei Deputati – 4 luglio 2012, pag 286 5 Gentili Guido (2001), “L’incompiuta: dalle dighe mobili di Venezia al Ponte di Messina: storia di un paese bloccato”, Sperling & Kupfer 6 id
Un suo ammodernamento e semplifiazione del sistema burocratico porterebbero indubbiamente dei benefici sul piano economico. Tuttavia é giusto imputare a questo tutta la responsabilità dell’esistenza delle opere incompiute? Secondo Luigi Zanda, ex presidente dell’Agenzia romana per la preparazione del Giubileo, “insieme ai conflitti di competenza e alle guerre burocratiche abbiamo prodotto una legislazione oscura e contradditoria. [...] Non sono le persone preparate che mancano, è la macchina che è destrutturata: fra vuoti organizzativi e diritti di veto praticamente nessuno è più responsabile di nulla”. L’ex ministro Costa rileva che “di leggi ce ne sono anche troppe, ma quella che doveva riordinare il settore, la Merloni, e’ una legge per la quale si e’ fatto di tutto per ritardarne l’applicazione”. Secondo l’autorità per la vigilanza sui contratti pubblici “prima dell’entrata in vigore della legge Merloni era prassi realizzare opere pubbliche mediante successivi stralci in dipendenza della disponibilità dei finanziamenti” e questo ha favorito la creazione di opere incompiute perché al verificarsi di un calo dei finanziamenti non si poteva procedere con lo stralcio successivo e in tal modo non era così garantito il completamento dell’opera. Sono però in corso tentativi, a livello normativo, per colmare i vuoti 117
legislativi in materia di opere pubbliche. Uno strumento legislativo che potrebbe favorirne il completamento é la “garanzia globale di esecuzione”. Essa è stata introdotta nel nostro ordinamento nel 19987, poi modificato nel 20018: ma la sua attuazione era demandata a norme regolamentari che nel periodo in cui era vigente la legge quadro sui lavori pubblici non furono mai emanate. L’istituto è stato nuovamente previsto nel 20069. Essa prevede un soggetto con ruolo di garante che si obbliga, nei casi in cui ci siano le condizioni, come per esempio in caso di inesatto adempimento delle obbligazioni di contratto o di una sua risoluzione, a corrispondere al committente dell’opera un importo di denaro. Inoltre, su richiesta della stazione appaltante o del soggetto aggiudicatore, garantisce l’obbligazione di fare, indicando un soggetto sostitutivo che subentra nell’esecuzione. Si tratta quindi di uno strumento importante, “in assenza del quale aumenta il rischio che le opere, iniziate e finanziate, non vengano compiute per fatti imputabili all’affidatario.”10 L’applicazione di questo sistema di garanzia, che potrebbe essere un valido 7 Art. 9 co. 57, L.18 novembre 1998 n. 415 8 Art. 7 co.1 L. 1 agosto 2001 n. 166 9 dall’art. 129, comma 3 10 Segnalazione ai sensi dell’art. 6, comma 7, lettera f), del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 Atto di segnalazione n. 2, del 4 luglio 2013
strumento per scoraggiare l’abbandono delle opere pubbliche, non é però valido in tutti i casi, poichè riguarda gli appalti di quei lavori che hanno un importo a base d’asta superiore a cento milioni di euro, sempre che sia stata prevista in bando, o gli appalti di progettazione e lavori aventi un importo a base d’asta superiore a settantacinque milioni di euro. E’ utile citare, tra le norme recenti, il cosiddetto “Sblocca Italia” il disegno di legge delega sugli appalti voluto dal premier Renzi. La legge tenta di risolvere i già citati problemi burocratici che si sono andati a creare nel tempo e per un adeguamento alle normative europee. La legge prevede un elenco di opere da “sbloccare”, tra cui compaiono alcuni tratti dell’Alta velocità. La tratta Napoli-Bari, con 4 miliardi già stanziati per un costo complessivo di 6 miliardi, è una delle opere contenute nell’elenco. La particolarità della legge risiede nell’erogazione dei finanziamenti a fronte del vincolo ad aprire i cantieri entro il primo novembre 2015, con ritiro delle risorse nel caso i cantieri non saranno realizzati in dieci mesi. Il senatore S. Esposito (PD) ha curato i lavori e ha presentato come relatore il disegno di legge11. Con il nuovo codice auspica di poter porre un argine alla corruzione: si 11 DL n°1678, approvato dal Senato il 18/06/2015 118
esclude il general contractor, cioè il direttore generale dei lavori, si richiede inoltre più trasparenza, costi e tempi certi, per evitare gli appalti aggiudicati al massimo ribasso.
2.4 Mancanza di trasparenza, corruzione e criminalità organizzata Forse il problema non sta tanto nella burocrazia o nelle leggi, ma nel tentativo di alcuni di “scavalcarle” sfruttando le incongruenze di una materia normativa ancora in defininizione. Secondo l’opinione di Giovanni Negri nelle normative “può annidarsi la corruzione per la capacità di penetrazione degli interessi forti al suo interno”1 e ciò può spingere alcuni amministratori ad omissioni o ad una discrezionalità nell’applicazione delle norme vigenti. Le attività illecite nel sistema degli appalti sfruttano prima di tutto la mancanza di trasparenza nelle procedure di gara: secondo alcuni non si è fatto abbastanza per favorirla, ma anzi, l’idea che “i lavori vadano assegnati sulla base di gare trasparenti che assicurino la piu’ larga partecipazione possibile” è in alcuni casi osteggiata2. D’altro canto è facile capire perchè il mercato degli appalti pubblici risulti appetibile a chi cerca di guadagnare in maniera illecita. In Italia questo settore vale circa 102 miliardi 1 Giovanni Negri, Il paese del non fare, Ponte delle Grazie, Varese, 1999, pag 16 2 Costa Paolo, “Opere pubbliche, corsa ad ostacoli in una giungla piena di trappole” ne La Stampa, 27/02/1997 119
di euro annui, che corrispondono a circa all’8% del PIL3. L’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici ha rilevato come sia da tenere in particolare considerazione il fenomeno dell’aumento delle procedure affidate senza gara, che risultano essere il 28% dei contratti il cui importo è superiore a 150.000 euro, che corrispondono a circa 28,56 miliardi di euro di finanziamenti pubblici4. Questo dato è significativo perchè la procedura senza gara, o negoziata è “da utilizzare con molta cautela e solo nei casi espressamente previsti dalla legge”5, poiché “l’eccessivo utilizzo di tale strumento di scelta del contraente può comportare una distorsione del mercato6” Inoltre lo studio rileva che tra le procedure negoziate si verifica una concentrazione degli affidamenti nelle stesse aziende: sul totale delle 50.000 aziende che hanno partecipato: nel 2010 sono coinvolte solo 5400. La corruzione si può verificare nelle procedure di gara attraverso varie forme di condizionamento dell’appalto che cambiano principlamente a seconda del momento della procedura in cui agisce: 3 Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, Relazione annuale 2010- Presentazione del Presidente Giuseppe Brienza, Roma, Senato della Repubblica, 15 giugno 2011, pag 4 4 Op. cit, pag 5 5 D.Lgs 2006 n°163, art.57 6 id
- in fase di progettazione dell’appalto; spesso l’attività illecita in questa fase consiste nella predisposizione di un bando ad hoc per includere a priori alcuni soggetti ed escluderne altri, pilotando in tal modo l’esito della gara; - in fase della procedura di aggiudicazione: sono talvolta messi in atto in questa fase dei controlli blandi o una vigilanza non accurata sulle anomalie presenti; - in fase di esecuzione dell’opera: in questo caso si realizza attraverso “l’assenza di controlli sull’esecuzione, in subappalti non autorizzati, e nell’adozione di varianti spesso di valore superiore a quello di aggiudicazione”7. La storia della criminalità organizzata é strettamente legata al settore delle costruzioni. La sua partecipazione nella realizzazione delle opere ha spesso un ruolo determinante nella lievitazione dei costi di costruzione, nel prolungamento dei tempi di consegna delle opere e, in alcuni casi, nella loro interruzione. Secondo la mappa dell’Alto Commissario Anticorruzione8 in particolare due sono le aree di interesse che é utile citare, accomunate dal loro gravitare intorno a risorse economiche della pubblica amministrazione: l’ambito del crimine ambientale e l’infiltrazione 7 id, pag 98 8 Il fenomeno della corruzione in Italia, La mappa dell’Alto Commissario Anticorruzione - Roma, 10 dicembre 2007, pag 96 120
negli appalti per la realizzazione di opere pubbliche e servizi. Hanno a che vedere con il primo ambito, chiamato anche ecomafia, due filoni di attività illecite: il ciclo dei rifiuti e quello del cemento. Quest’ultimo comprende una serie di attività “che vanno da quelle estrattive, alla movimentazione del terreno, alla produzione di cemento e calcestruzzo, sino all’abusivismo edilizio in zone turistiche, urbane e rurali”9: l’attività illecita sfrutta in questo caso la mancanza di piani regolatori e la carenza di controlli ed ha come conseguenza la devastazione del paesaggio in termini sociali ed ambientali. Per quanto riguarda il sistema degli appalti esso attira la criminalità organizzata a causa dei grandi interessi economici che spesso sono in gioco. I fondi coinvolti non sono necessariamente solo quelli locali o statali, ma si riscontra un sempre maggior interesse della criminalità organizzata per i finanziamenti pubblici del Ministero e della Comunità Europea. Un caso emblematico da questo punto di vista è rappresentato dai lavori dell’autostrada a3, conosciuta come Salerno-Reggio Calabria. Avrebbe dovuto essere completata nel 2012 ma, dopo una spesa di 12,5 miliardi di euro, rimangono ancora diversi chilometri da completare. Due inchieste hanno dimostrato la presenza radicata di gruppi di ‘ndrangheta 9
id, pag 97
all’interno dei cantieri dell’autostrada. La prima, l’indagine tamburo, fu compiuta nel 2002 dal comune di Cosenza e riguardava il tratto da Tarsia a Falerna, in cui erano coinvolte le famiglie della zona di Sibari. L’indagine portò a 38 arresti e dimostrò come alcuni clan si fossero spartiti alcuni lotti in cui si svolgevano i cantieri e si appropriassero di una tangente del 3% dell’importo lavori10. La tangente proveniva da una sovraffatturazione dei materiali che in realtà erano di qualità scadente. La seconda inchiesta, denominata Arca, del 2007, portò all’arresto di Noé Vazzana, sindacalista e capocantiere. Secondo i magistrati era lui la figura che metteva in contatto le famiglie di ‘ndrangheta con gli imprenditori vincitori degli appalti. Imponeva poi a quest’ultimi una tangente, che veniva iscritta a bilancio alla voce “tassa di sicurezza sui cantieri”, sotto minaccia di procurare danni ai macchinari di lavoro. L’inchiesta Alba di Scilla, del 2012, mette in luce come l’infiltrazione della criminalità organizzata nei cantieri delle opere pubbliche a volte si realizzi anche fisicamente, attraverso l’inserimento di alcuni esponenti delle famiglie mafiose che lo controllano dall’interno. Il procuratore aggiunto Michele Prestipino, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, specifica: “alcuni di questi dipendenti 10 Carlo Macrì, Appalti sulla SalernoReggio “Tangenti anche ai politici”, “Il Corriere della Sera”, 4 settembre 2003, pag 22 121
erano rappresentatnti sindacali, e questo é un dato estremamente allarmante, perché resituisce un’immagine devastante del quadro sociale11”. Attraverso tali figure il boss Francesco Nasone era in grado di controllare l’attività in tutte le aree dei cantieri ma anche di decidere l’assunzione delle maestranze, quindi di gestire la manodopera. Il controllo delle assunzioni é sempre stato in Calabria un ambito attorno al quale la ‘ndragheta ha concentrato i suoi interessi perchè è quello l’elemento che rafforza il consenso sul territorio, come sottolinea Nino Calogero, segretario generale Cgil della piana di Gioia Tauro, “in Calabria l’ufficio di collocamento é la ‘ndragheta”12.
11 Lavori in corso (2013), 23 settembre 2013, “Presa Diretta” , regia: Andrea Bevilacqua, ideatori: Riccardo Iacona, Francesca Barzini e Domenico Iannacone, Rai 12 id
2.5 Opere incompiute ed eventi sportivi La storia dei grandi interventi edilizi in Italia si intreccia spesso con quella dei grandi eventi nazionali. Tali eventi sono da una parte un’opportunità di sviluppo, dall’altra sono vissuti come “emergenza” e, in virtù di questo, occasione di “scavalcamento” delle regole e opportunità per realizzare programmi sovradimensionati. Secondo Damiano Disimine, il presidente di Legambiente Lombardia, il grande evento, con la sua esigenza al completamento in tempi rapidi, porta in Italia all’adozione di “legislazioni speciali che poi portano inevitabilmente alla deroga dei piani urbanistici“1, creando una breccia che costituisce terreno fertile per la speculazione edilizia. Secondo il giornalista Giovanni Negri é proprio questo il dilemma senza apparente soluzione, il circolo vizioso in cui ci si trova invischiati in Italia quando si inizia a realizzare un’opera pubblica: “quando i controlli funzionano bloccano tutto, quando invece i controlli sono scavalcati si scatena un gigantismo privo d’immaginazione”. L’evento viene così utilizzato per fini diversi rispetto all’occasione specifica e ciò produce, sempre secondo le parole del giornalista, 1 Cemento (2012), 12 febbraio 2012, “Presa Diretta” , regia: Andrea Bevilacqua, ideatori: Riccardo Iacona, Francesca Barzini e Domenico Iannacone, Rai
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“errata valutazione dei tempi e dispendio di risorse” e, aggiungiamo, risultati a volte molto diversi da quelli auspicabili. Per quanto riguarda l’edilizia sportiva questo intrecciarsi con i grandi eventi nazionali é ancora più evidente: vale la pena perciò soffermarsi su alcune grandi occasioni sportive che hanno lasciato, nel bene e nel male, un segno nel nostro territorio. Le Olimpiadi del 1960 di Roma risentirono del clima del boom edilizio che si respirava nel nostro paese dal dopoguerra. I giochi originariamente avrebbero dovuto svolgersi nei territori comunali intorno allo stadio Olimpico, l’intenzione era limitare in questo modo la speculazione edilizia. Si decise poi di spostarli verso l’Eur, lungo la via Olimpica, e questo portò ad una serie di nuove costruzioni, come il Velodromo e il Palazzo dello Sport. Venne costruito anche il villaggio olimpico, vicino allo Stadio Flaminio. Il villaggio era nato per ospitare dapprima gli atleti che partecipavano ai giochi e successivamente le famiglie dei dipendenti statali; però già dopo tre anni si rilevavano, oltre a carenza di servizi ed ad una cattiva progettazione degli ambienti interni, anche una situazione di grave degrado dei materiali, tanto che si parlò di “Scandalo del villaggio Olimpico”. Nonostante alcune carenze la maggior parte di ciò che fu costruito in quest’occasione è ancora funzionale. Il Giornalista Giovanni
Negri riassume così la situazione: Era un periodo in cui i lavori si facevano comunque
per
ricavarne
qualcosa
di durevole. Anche se, quando c’era l’occasione, si badava ad intascare il più possibile e i vincoli paesaggistici ed ambientali erano l’ultima cosa a venire considerata2.
Il dato fondamentale che riguarda i mondiali di Calcio del ‘90 é che furono l’occasione in cui venne inaugurato lo strumento della Conferenza dei Servizi, un istituto della legislazione italiana di semplificazione amministrativa. Il suo scopo era quello di facilitare l’acquisizione, da parte della pubblica amministrazione, di autorizzazioni, atti, licenze, permessi e nulla-osta o di altri elementi comunque denominati, mediante convocazione di apposite riunioni collegiali. Questo strumento, che può essere convocato dal comune oppure dal ministero dei lavori pubblici, “ha un meccanismo deliberatico che prevede sì l’unanimità degli enti partecipanti, ma non il loro numero definito”.3 I Mondiali furono al centro di alcuni scandali: prima di tutto quello legato alla sicurezza sui cantieri, dal momento che vi furono numerosi incidenti mortali; secondariamente, vi fu lo scandalo 2 Giovanni Negri, Il paese del non fare, Ponte delle Grazie, Varese, 1999, pag 165 3 id 123
dei costi delle opere gonfiati e degli impianti non completati. Alla fine, dei 3500 miliardi preventivati, se ne spesero più del doppio, 7320. Nella relazione generale della corte dei Conti, redatta a giugno del 1990, il procuratore generale affermava: “La pubblica amministrazione ha abbandonato i sistemi di progettazione autonoma, senza verificare la fattibilità degli interventi, e ciò ha determinato costi altissimi, non previsti a carico della finanza pubblica.” Il motivo della lievitazione dei costi risiede anche nei tempi stretti per l’ultimazione, che ebbe altre conseguenze, come il fatto che circa l’85% degli appalti venne concesso senza gara. Le Universiadi sono un evento sportivo che si svolge ogni due anni, ha carattere multidisciplinare ed é organizzato dalla FISU (Federazione Internazionale Sport Universitari). Quelle di Palermo del 1997 furono assegnate alla città nel 1991. I finanziamenti provenivano dalla regione sicilia: 345 miliardi per gli impianti e 66 miliardi per i servizi. L’evento si svolse non solo a Palermo ma coinvolse anche altre città siciliane, tra cui Catania, Messina e Trapani. Il dato più significativo riguardante l’evento svoltosi a Palermo é che per i 5 anni successivi all’assegnazione vi fu una situazione di stallo dei lavori. La maggior parte delle opere vennero realizzate infatti a partire dal 1996 e questo ebbe delle
conseguenze sia sulla qualità degli impianti che sulla tempistica. Parte delle opere non venne ultimata in tempo (al momento dell’inaugurazione era stato completato meno del 70% del totale dei lavori affidati); alcune non vennero realizzate, come lo stadio Olimpico che avrebbe dovuto sorgere in via Messina Marine, e altre manifestarono dei problemi dovuti a un’esecuzione frettolosa. Per esempio il Palazzetto dello sport di Sant’Agata Li Battiati già tre giorni dopo l’inaugurazione mostrava problemi di infiltrazione dell’acqua piovana, costringendo l’arbitro a sospendere la partita di pallavolo femminile Romania-Messico che si stava disputando. Per quanto riguarda la gestione degli appalti le universiadi di Palermo possono essere considerate,secondo alcuni, uno spartiacque tra il “prima tangentopoli”, in cui i politici usavano le grandi emergenze come occasione di decisionismo spiccio ma nascostamente, e il “dopo” tangentopoli, in cui la classe dirigente “rivendica con orgoglio [...] che le grandi occasioni sono usate sistematicamente per aggirare un sistema di controlli altrimenti paralizzante”4. Anche i Campionati mondiali di nuoto che si sono svolti a Roma nel 2009 meritano un approfondimento. I giochi si sono svolti principalmente presso le 4 124
Giovanni Negri, Op. cit, pag 159
strutture del Foro Italico e del Lido di Ostia, ma era stata prevista la costruzione di un nuovo impianto, la Città dello Sport, appositamente per l’evento, struttura che non è mai stata ultimata. Le vicende della struttura di Tor Vergata sono documentate da numerosi articoli di cronaca e anche dalla trasmissione d’inchiesta Report. Si tratta di un intervento che colpisce sia per le sue dimensioni che per la spesa pubblica che si è resa necessaria. Il progetto è stato affidato all’architetto Santiago Calatrava e avrebbe dovuto ospitare tribune fisse da 3000 spettatori, una vasca nuoto da 53m x 25m, una vasca tuffi da 25m x 25m, una vasca d’allenamento da 51.5m x 12m più una struttura all’aperto dotata di tribune e di una vasca da 53m x 25m. I costi originari erano di circa 240 milioni di euro. La società incaricata di eseguire il progetto è la Vianini Lavori, del Gruppo Caltagirone. La gestione dei fondi è affidata alla Protezione Civile, diretta allora da Guido Bertolaso. Il progetto viene approvato nel 2006 ma successivamente il Comune di Roma, in previsione della candidatura per le Olimpiadi del 2016, valuta l’opportunità di adeguare la Città dello Sport agli standard olimpionici. Questo implica un aumento dei costi che arrivano a circa 608 milioni di euro. Nel 2009 i lavori vengono bloccati per mancanza di fondi.
3
POSSIBILI S T R AT E G I E
3.1 Non-terminato e non-finito: tra orrore e poesia Se l’incertezza apre, secondo Socrate, la strada verso la verità, l’incompiutezza è il meccanismo che mette in moto la fantasia. 1
L’incompiutezza di una costruzione architettonica rimanda all’idea di una realtà abortita, di un abbandono, di un fallimento. L’opera non-finita é prima di tutto un oggetto che appartiene alla dimensione della realtà concreta, ma che ha visto venir meno ciò che la poteva rendere realmente sfruttabile. L’incompiutezza nell’uso la rende testimonianza dello sperpero di risorse, di un inefficace sistema di governo della cosa pubblica, oppure semplicemente di una crisi che coinvolge le finanze pubbliche. D’altra parte la sua incompiutezza formale ci fa cogliere in essa un’universalità che va oltre la realtà contingente. L’opera non-finita può essere vista, secondo gli autori del progetto “Incompiuto Siciliano”, come “rovina della surmodernità”, in quanto testimonianza di 1 Petros Markaris, “Non finito”, lettura presso il festival “La Milanesiana” 10 luglio 2012, Milano 126
un’epoca storica dominata da una mentalità liberista, che ha trasformato la disponibilità economica in esuberanza costruttiva lasciando così segni inconfondibili sul paesaggio. Essa in tal modo è elevata a “paradigma interpretativo dell’architettura pubblica in Italia dal dopoguerra ad oggi”2. Generalmente con “rovina” ci si riferisce a quei manufatti contemplando i quali è possibile vivere la suggestione di epoche passate quasi con un sentimento di nostalgia. La rovina è il tempo che sfugge alla storia [...] che
emerge nel presente
come un segno senza significato, o, per lo meno, senza altro significato che il sentimento del tempo che passa e che dura contemporaneamente3
Nel caso dello opere pubbliche interrotte, se si parla di rovine, bisogna evidenziare che si tratta di un tipo particolare di rovine, da una parte perché il tempo cui fanno riferimento é molto vicino al nostro, sostanzialmente quello del nosro presente, dall’altro perchè si tratta di “rovine nate rovine”4 ovvero di opere che, o perchè 2 Alterazioni video, “Manifesto dell’Incompiuto”, [www.incompiutosiciliano. org] 3 Marc Augé, “Rovine e macerie: il senso del tempo”, Bollati Boringhieri, Torino, 2004, pag 94 4 Marc Augè in AA.VV, “Non-finito,
eterni cantieri o perché abbandonate a metà, non hanno mai ricoperto una funzione specifica. Per Marc Augè occorre operare una distinzione tra “rovine” e “macerie”. Contemplare rovine – egli scrive – non equivale a fare un viaggio nella storia, ma a fare esperienza del tempo” e sono un invito a percepire il tempo nella sua dimensione più pura.5
La presenza “qui ed ora” di un frammento del passato ci fa cogliere lo scarto temporale e allo stesso tempo, nel perdurare della sua presenza, la sua continuità. Lo scrittore afferma però che “la storia futura non produrrà più rovine”, ovvero i luoghi della nostra contemporaneità sono destinati a diventare macerie. Questo avviene perché l’architettura contemporanea non aspira all’eternità, bensì al presente, un presente “sostituibile all’infinito”6. Per l’antropologo nella nostra epoca i cantieri ricoprono un ruolo importante: sono luoghi in cui “a costo di un’illusione” si mette in scena l’incertezza contrapposta alla certezza del presente e perciò “fungono per noi da rovine”. Sono spazi di attesa in cui, anche se per breve tempo, si mettono in infinito”, Electa, Milano, 2013 5 idem 6 id, pag 92 127
tensione passato e futuro e che “sollecitano l’immaginazione fintanto che esistono”. La “loro incompiutezza - scrive infatti contiene una promessa”. In questo senso forse nelle opere incompiute è possibile vedere il perdurare di questa condizione, dello slancio creativo originario che è entrato in una condizione di sospensione. Secondo il dizionario “non-finito” é ciò che, nell’arte, indica ciò che è caratterizzato “dalla tendenza a rinunciare alla finitezza esecutiva”. Il pensiero va ai celebri Prigioni di Michelangelo, le quattro sculture lasciate volutamente incomplete e che appaiono per questo quasi intrappolate nella pietra che le costituisce. Sono in questo modo in grado di esprimere un senso di tensione tra forma e materia che sarebbe stato difficile per l’artista ottenere in altri modi con altrettanta efficacia. Anche l’opera non finito di tipo architettonico secondo alcuni può essere letta attraverso la lente del linguaggio artistico. Le opere incompiute hanno la belezza di ciò che avrebbe potuto essere. Di ciò che non esiste ancora. Di ciò che forse un giorno ci sarà.7
Secondo “Incompiuto Siciliano” l’opera d’arte nasce dal difetto d’uso, per Marco Meneguzzo dal fatto che nell’opera non7
Benoit Felici, “Unfinished Italy”
finita, diversamente da quanto accade per quella “finita”, la dimensione materiale arriva a prevalere su quella formale. Il risultato sono dei monumenti senza uno scopo, che possono diventare dei nuovi luoghi della contemplazione. Significativo é in questo caso l’uso del cemento armato, una “materia allo stato puro” che rimanda all’idea di lavoro e produttività ma che subisce anche in modo particolarmente evidente i segni del tempo degradandosi e cambiando tonalità. La natura secondo questi artisti fa la sua parte in questo processo: la vegetazione dialoga con i manufatti fino a re-inglobarli nel paesaggio.
128
3.2 Demolizione La demolizione di un’opera incompita é presa in considerazione generalmente quando questa costituisce un elemento che deturpa il paesaggio, oppure quando le sue condizioni non sono tali da consentire la prosecuzione dei lavori, o ancora se la sua costruzione costituisce una violazione rispetto alle normative vigenti. E’ il caso delle tante opere, soprattutto private, costruite abusivamente, in aree protette o in territori tutelati da vincoli che non ne consentivano la costruzione. Si tratta di opere che coinvolgono tipicamente due scale: quella delle case unifamiliari abusive, e quella dei grandi complessi. Tuttavia esistono, come vedremo, anche alcuni casi di opere pubbliche costruite senza rispetto delle norme vigenti. Il dossier “mare mostrum” di Legambiente mette in evidenza la diffusione del fenomeno dell’abusivismo sul territorio nazionale, soprattutto lungo le coste, e mostra come il fenomeno sia ampio: nel 2013 si registrano più di 2800 infrazioni e quasi 1500 sequestri1. Legambiente inoltre da anni promuove l’abbattimento degli ecomostri, ottenendo anche alcuni risultati importanti come per esempio
1 L e g a m b i e n t e , “Mare monstrum 2013”, <http://www. legambiente.it/contenuti/dossier/maremonstrum> 21 giugno 2013 129
l’abbattimento del complesso di Scala dei Turchi, in provincia di Agrigento, uno scheletro di cemento armato abbattuto nel 2013 che era presente sulla famosa spiaggia dal 1989. Per quanto riguarda la demolizione delle case o ampliamenti costruiti senza le necessarie licenze da privati cittadini, la questione é complessa. Da una parte per il grande numero di casi e quindi per la difficoltà ad avere una documentazione esatta del fenomeno, tenendo anche conto della scarsità di risorse finanziarie o di personale a disposizione delle amministrazioni. Dall’altra parte per la suscettibilità che dimostrano gli abitanti per questo tema, visto da loro molte volte come espressione di un proprio diritto alla casa più che come una forma di illegalità. La speranza che c’è dietro é che sopraggiunga un condono edilizio, ovvero una sanatoria delle costruzioni abusive dietro pagamento di un contributo. Gli ultimi che sono stati fatti sono tre: uno nel 1984, uno nel 1995 e uno nel 2003. L’isola di Ischia, oltre a detenere un record di abusivismo edilizio privato - stando alle richieste di condono edilizio uno abuso ogni due abitanti.2- presenta anche un esempio di opera pubblica abusiva. 2 Cemento (2012), 12 febbraio 2012, “Presa Diretta” , regia: Andrea Bevilacqua, ideatori: Riccardo Iacona, Francesca Barzini e Domenico Iannacone, Rai
La costruzione della nuova caserma della guardia forestale di Casamicciola Terme é stata infatti avviata in un’area differente da quella indicata dal comune, la pineta di Bosco della Maddalena, una zona vincolata dove non sono permesse nuove edificazioni e dove vigeva un vincolo assoluto ad uso legnatico. Per la realizzazione delle fondamenta sono stati abbattuti decine di pini ad alto fusto “uno scempio ambientale [...] realizzato per conto dell’istituzione deputata alla difesa del nostro patrimonio boschivo”3 si legge ne Il Giornale. Inoltre l’opera risultava essere sospettosamente sovradimensionata, erano infatti previsti 200 posti letto per una stazione di circa una decina di uomini. L’opera é stata al centro di uno scandalo dal 2009: in seguito ad alcune denunce i lavori sono stati bloccati più volti dal TAR e nell’aprile 2014 si è conclusa un’indagine che ha portato a cinque richieste di rinvio a giudizio firmate dal pm Ugo Miraglia. Le opere pubbliche incompiute, oltre ad avere un impatto sul paesaggio il più delle volte negativo e talvolta drastico, rappresentano un costo per il contribuente, anche se il cantiere é fermo e i lavori interrotti. Come rileva l’indagine svolta da parte dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP) “Il permanere 3 Patricia Tagliaferri, Disboscano una collina per fare una caserma. Ma era quella sbagliata, ne “Il Giornale” 5 Aprile 2014, 130
di manufatti senza prospettive di completamento comporta [...] ricadute negative sull’ambiente e complessivamente sulla gestione del territorio” ma anche “oneri di diversa natura per la collettività, da quelli di tipo finanziario, in alcuni casi a garantire almeno condizioni di sicurezza”4. La demolizione é un’opzione presa in considerazione quando vi sono errori progettuali o esecutivi che non giustificano un avanzamento dei lavori oppure nei casi in cui la struttura é in stato di degrado tale da non consertirne il completamento o il recupero. In ogni caso però l’abbattimento delle opere pubbliche incompiute comporta ulteriori spese da parte della pubblica amministrazione oltre a quelle già sostenute. Un esempio di opera pubblica incompiuta demolita é il palazzetto dello Sport da 10000 posti di Cantù. L’edificio, progettato dall’architetto Gregotti, risale agli anni ‘80 e negli anni ha avuto un costo di circa 14 miliardi di lire. All’origine del fermo dei lavori vi fu la modifica in corso d’opera apportata dall’ufficio tecnico comunale nel 1991 per realizzare un’ulteriore palestra al di sotto delle tribune. In seguito alla scoperta della falda sottostante e delle modifiche progettuali da apportare vi 4 Interventi nelle aree depresse del territorio nazionale di cui all’ art. 1 del D.L. 25.03.1997, n. 67, convertito dalla legge 23.05.1997, n. 135 e legge 208/1998”
fu un rallentamento dei lavori e una lievitazione dei costi, che raggiunsero i 20 miliardi di lire5, condizioni che spinsero l’amministrazione ad abbandonare il completamento dell’opera. I lavori di demolizione del “palababele”, come chiamato dagli abitanti, sono iniziati nel 2010. Il progetto del comune é realizzare un nuovo palasport sul sedime dell’edificio incompiuto, ma questa volta l’opera verrà finanziata grazie ad un progetto di project financing con finanziatori privati. L’importo previsto é di 45 milioni di euro: “tre e mezzo li metterà il Comune, gli altri il costruttore, in cambio dei negozi, di due aree edificabili e di 30 anni di gestione dell’ impianto”6. L’allora assessore ai lavori pubblici Umberto Cappelletti spiega “Le ruspe non sono un bello spettacolo. Ma non c’ era scelta. Avremmo rischiato di doverci accollare le spese di demolizione [800 mila euro] e, se lì non si fosse fatto un altro palazzetto, anche di restituire 3 milioni e mezzo di euro al Credito Sportivo”.7 Un altro aspetto problematico della demolizione, oltre alla spesa pubblica che comporta, é quello del riutilizzo del suolo. 5 Paolo Marelli, Cantù, la beffa del palasport incompiuto, in “Il Corriere della Sera”, 12 gennaio 2007 6 Luca angelini, Il «PalaBabele» di Gregotti: 23 anni di lavori (per demolirlo), in “Il Corriere della Sera”, 13 agosto 2010 7 idem 131
L’apertura del cantiere di costruzione di un opera rappresenta un momento irreversibile nella trasformazione del suolo, che molto difficilmente può tornare alla condizione originaria. Successivamente all’abbattimento si apre perciò la questione di come riutilizzare il suolo reso libero dalla presenza di un manufatto edilizio. Un caso di riutilizzo virtuoso in questo senso é rappresentato dall’abbattimento e successivo riutilizzo del suolo della grande opera incompiuta di zona Ponte Lambro, nel Parco Agricolo Sud a Milano. Il complesso di ben 7 piani era stato costruito negli anni’90 e avrebbe dovuto ospitare un hotel per i mondiali di calcio ma non é stato ultimato entro la data di svolgimento dell’evento sportivo, diventando pertanto inutile per lo scopo previsto. Negli anni si sono succedute diverse proposte per il riutilizzo, tra cui quella di farne un campus universitario o una struttura sanitaria, ma queste ipotesi non si sono mai concretizzate. La demolizione dell’immobile, che non era più sanabile, é avvenuta nel giugno 2012, delle spese si é fatta carico la Beni Stabili, società proprietaria dell’immobile, che ha ricevuto in cambio la possibilità di destinazione d’uso da pubblico a privato di due torri collocate in zona Porta Garibaldi. Nell’area liberata dalla presenza del grande edificio incompiuto è stato realizzato nel 2013 un parco pubblico attrezzato dell’estensione di 20mila metri quadrati,
ai quali si aggiungono 30mila metri quadrati di terreni agricoli giĂ presenti intorno. Nel parco sono stati piantati 166 alberi, realizzati vialetti pedonali, percorsi ciclistici, sei postazioni per attivitĂ ginniche, unâ&#x20AC;&#x2122;area attrezzata con giochi per i bambini, unâ&#x20AC;&#x2122;area dedicata ai cani e un parcheggio.
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3.3 Riuso Data la diffusione di questo tipo di opere il riuso dei manufatti incompiuti rappresenta un’interessante opportunità. Da una parte per motivi economici, perché si tratta di opere per le quali sono stati spesi soldi pubblici che in caso di demolizione, come abbiamo visto precedentemente, andrebbero “persi”. Dall’altra perché queste opere ricoprono spesso un significato negativo all’interno dei contesti in cui sono inseriti, e facilmente sono associati all’idea di “interruzione” o di “blocco”, di realtà immobili, per cui un loro recupero avrebbe un grande significato per le comunità all’interno delle quali l’opera si inserisce. Qui ho raggruppato alcune ricerche che sono state svolte sulle opere incompiute. E’ il caso di Alterazioni Video, Atelier Coloco, Todo por la praxis, Studio Albori. Questi contributi, nonostante la varietà delle professionalità che coinvolgono, sono accomunati dal loro carattere più o meno teorico, dal momento che nessuna di queste proposte é stata realizzata. Nonostante questo esse rivestono comunque una grande valore sia di indagine del fenomeno nei rispettivi paesi di appartenenza sia perché indagano le possibili modalità attraverso cui approcciare questo complesso tema definendo alcuni possibili linee d’azione.
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PROJET “HABITER LES SQUELETTES” Sao Paulo, Brasile Atelier Coloco
“La reconversion urbaine et les conflits armés laissent derrière eux des structures en deshérence. Les Etats se désengagent toujours plus de la production de l’habitat, et le marché formel ne construit qu’une faible partie des logements dans le monde. Les squelettes pourraient bien être les précurseurs d’un mode de construction à developper.” Atelier Coloco
Coloco é un collettivo che si dedica alla ricerca urbana, paesaggistica ed architettonica. Da anni indaga il fenomeno delle opere incompiute, gli “scheletri”, conducendo un osservatorio che coinvolge non solo i paesi europei ma anche quelli in via di sviluppo. Il gruppo pone particolare attenzione agli edifici incompiuti come strumento per soddisfare il biosogno abitativo. Si distingono varie fasi dell’appropriazione: alla struttura esistente (squelette) si passa all’aggiunta della griglia sociale (installazione precaria nello scheletro), per poi giustapporre la griglia tecnologica (costruzione di facciate, sistemi di coibentamento, schermature), per arrivare infine alla griglia estetica, un packwork testimone della storia costruttiva e delle storie culturali che lo abitano). La strategia proposta dal collettivo si basa su un modello che combina prefabbricazione industriale e autocostruzione come elemento che rende possibile la trasformazione della realtà. All’interno del progetto “squelettes à habiter” i progettisti hanno ideato dei prototipi, pensati per Sao Paulo in Brasile, basati su moduli abitativi di 32 mq da giustapporre rispetto al telaio esistente e combinabili in differenti modalità. www.coloco.org 134
PROJETO INCREASIS Madrid, Spagna Todo por la Praxis
“Los huecos que se han generado con la retirada de empresas y administraciones de la producción urbanística, no son sólo materiales, son en muchos casos, vacíos de poder que se están confirmando como un territorio de reconquista por parte del sector ciudadano. A través de estructuras organizadas o informales, numerosos grupos vecinales están siendo los protagonistas de una reapropiación y puesta en uso de espacios residuales y abandonados en todas las ciudades de España.”
Il progetto si concentra sulla realtà, molto diffusa in Spagna, della residenze incompiute. Gli scheletri di questi edifici sono diventati ormai parte del paesaggio, a causa della bolla immobiliare scoppiata nel 2009. Il progetto si presenta come una “piattaforma di risposta ad un modello di città che fino a questo momento si é sviluppata in modo compulsivo, e propone strategie di attivazione di questi edifici e di rivitalizzazione di territori in disuso”. La finalità che è alla base dello studio del fenomeno da parte di questo gruppo é il riutilizzo di questi edifici e la loro riconversione in centri di produzione su piccola scala gestiti collettivamente. Il progetto si appoggia ad una piattaforma virtuale che vuole essere un archivio di strumenti, pratiche e strategie per il recupero del patrimonio immobiliare inutilizzato e sua riconversione in infrastrutture produttive di utlità per la cittadinanza.
http://www.todoporlapraxis.es
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ECOMOSTRO ADDOMESTICATO San Cristoforo (Mi), Italia Studio Albori “La proposta [...] risponde ad un’auspicata presenza attiva degli abitanti nel processo progettuale e costruttivo, rispecchiandone la molteplicità di possibili scelte e necessità, estesa nel corso di una progressiva modificazione, manutenzione, aggiustamento.” La struttura è collocata all’interno di un comparto ferroviario in via di dismissione. Si tratta dello scheletro dell’incompiuta struttura ferroviaria progettata da Aldo Rossi e Gianni Braghieri. L’approccio proposto da Studio Albori é quello di riutilizzare questa struttura, considerato, in ogni sua parte e realizzare alloggi e servizi (laboratori, asilo, bar-trattoria, un ostello, un piccolo teatro, una ciclofficina). Gli alloggi previsti sono uno diverso dall’alto per forma e rapporto con l’edificio esistente. Alloggi a canone sociale e a vendita libera sono entrambi presenti e mescolati, questo perché é convinzione dei progettisti che la tradizionale separazione tra questi due tipi di edilizia tenda alla creazione di ghetti separati. Dal punto di vista della fattibilità economica la redditività della parte di alloggi in vendita libera consentirebbe, secondo i calcoli, di finanziare l’operazione. Punto di partenza é comunque l’ipotesi che l’edificio, ora di proprietà di FS, diventi proprietà comunale, in accordo con le politiche comunali sulle aree ferroviarie dismesse. Una parte importante del progetto riguarda il riuso di materiali di scarto e l’uso di energie rinnovabili. I pannelli isolanti di tamponamento previsti sono involucri di tetrapak; quanto riguarda i serramenti la prosposta dello studio é riutilizzarli tra quelli che, seppur funzionanti, si usa sostituire con serramenti a più alte prestazioni grazie alle detrazioni fiscali che favoriscono il risparmio energetico. Un grande serbatoio di accumulo raccoglie invece l’acqua riscaldata grazie ai pannelli solari.
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PARCO ARCHEOLOGICO DELL’INCOMPIUTO Giarre, Italia Alterazioni Video
“Noi pensiamo che con le opere incompiute si possono fare quattro cose: le finiamo, le demoliamo, le riconvertiamo oppure le lasciamo così, monumenti della memoria. Affrontando caso per caso, perché solo alcune, che noi indichiamo come incompiute pure non possono essere ristrutturate per tutta una serie di motivi, né demolite per i costi eccessivi. Noi proponiamo di lasciare queste così come sono, intervenendo eventualmente per levare, invece che aggiungere.” Andrea Masu
La cittadina di Giarre, nella provincia di Catania, é il luogo che mostra, con 11 architetture, la più alta concentrazione di opere incompiute in Europa rispetto al numero di abitanti. E’ proprio qui che il gruppo di Alterazioni Video decide di agire, con lo scopo di “trovare un sistema alternativo per parlare di questa situazione andando oltre la denuncia”, come spiega Andrea Masu. Il progetto consiste in una messa a rete delle opere: la piscina, il centro culturale, il mercato dei fiori, la pista per automodellismo, la casa per anziani, le palazzine popolari, il parco pubblico Chico Mendez, il Teatro Comunale (in costruzione da 52 anni), lo Stadio, la nuova Pretura e il campo da polo, uno dei pochi costruiti in Italia. Il Parco prende vita ogni anno con un happening, il ”Festival delle incompute”: 3 giorni in cui la città attraversa questi spazi, teatro di azioni performative, concerti e worshops, e viene coinvolta nel dibattito aperto sul loro destino.
http://www.archinfo.it/parco-archeologico-dellincompiuto-siciliano/0,1254,53_ART_198227,00.html
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3.4 Casi virtuosi Esaminando una serie di proposte contemporanee che vanno dal riuso di spazi marginali, alla costruzione ex novo di edifici o dispositivi architettonici, ho raccolto qui una serie di elementi virtuosi che ritengo di ispirazione per la mia proposta progettuale e applicabili anche al fine di una proposta di attivazione di un’opera incompiuta. Gli elementi presi in considerazione sono l’economicità, il riuso dei materiali, la partecipazione, la temporaneità e il ritorno all’agricoltura urbana. Economicità perchè dato il contesto di crisi che stiamo vivendo è a volte difficile pensare ad un completamento delle opere così come erano state pensate. Questi casi studio possono essere di ispirazione per pensare a modelli realizzativi alternativi, più economici e più rispettosi dell’ambiente o a forme di finanziamento che facciano leva su soggetti non tradizionali. Partecipazione: il riutilizzo di un’opera che non é mai stata compiuta è un’occasione per riconsegnare alla comunità quei servizi di cui avevano bisogno e di cui non sono mai stati dotati. Per questo non è secondario il tipo di processo attraverso cui si realizza l’intervento, un processo partecipativo aperto avrebbe un grande significato, anche sembolico. 138
Temporaneità: sia che si tratti di un’opera che non si ultimerà mai che di una che verrà ripresa successivamente in un futuro indeterminato, l’azione in una finestra di tempo limitata consente un riuso mirato sulle esigenze specifiche del contesto e il fatto che possono cambiare nel tempo costituisce un innegabile vantaggio. Riuso dei materiali: questo aspetto da una parte è molto pratico e consente un risparmio dei costi sui materiali dall’altra vuole gettare uno sguardo più ampio sulle conseguenze positive a livello ambientale che potrebbe avere questa pratica nel settore edile. Ritorno all’agricoltura urbana: ho considerato questa categoria perchè mi interessava il possibile connubio che si potrebbe creare tra la condizione momentaneamente “improduttiva” dell’opera incompiuta e l’aspetto produttivo tipico degli orti urbani e delle urban farms. Per ognuno di questi elementi ho scelto uno o più casi che mi sembravano rappresentativi e degni di approfondimento al fine di capirne il funzionamento. I casi che ho preso in considerazione hanno, come già accennato, nature differenti ma sono accomunati dal loro rispondere ad una specifica esigenza sociale in modo immediato.
Economicità
Uno dei motivi per cui spesso non é possibile portare a termine le opere pubbliche é il venir meno delle risorse economiche. Per questo motivo ho preso in considerazione prima di tutto alcuni esempi di piccoli interventi in cui l’economicità fosse un elemento importante del progetto. In una società in cui il sistema del welfare é in crisi e spesso le amministrazioni locali faticano a raccogliere sufficienti fondi per la costruzione di servizi necessari alla popolazione, sono in alcuni casi i cittadini stessi ad incaricarsi di soddisfare la richiesta, espressa o inespressa, di spazi di socialità e condivisione. Un altro aspetto collaterale riguarda la crisi del settore immobiliare che spinge sempre più alcuni professionisti a riunirsi in collettivi multidisciplinari, propongendo progetti di facile realizzazione e di cui c’è necessità senza aspettare la commessa di un cliente. La popolazione locale può avere talvolta un ruolo importante nella progettazione, nella gestione e a volte anche della costruzione materiale di queste realizzazioni che hanno l’obiettivo di produrre una soddisfazione dei bisogni collettivi in tempi rapidi. L’autocostruzione è una pratica che consente un notevole risparmio sui costi. Un altro sistema spesso usato é il riciclo dei materiali da costruzione. Generalmente 139
queste iniziative sono autopromosse attraverso forme di autofinanziamento a livello locale, o si avvalgono di reti nazionali o internazionali di crowfunding. La realizzazione del progetto può rendersi così autonoma dal punto di vista economico rispetto alle amministrazioni. Il crowfunding è definibile come una forma di micro-finanziamento dal basso che, raccogliendo denaro in forma collaborativa, finanzia progetti o associazioni. Negli ultimi dieci anni ha subito una grande ascesa, principalmente grazie al web, che permette l’incontro e la collaborazione dei soggetti coinvolti. In particolare merita un approfondimento il civic crowfunding, un tipo di autofinanziamento con finalità civiche, definibile come “finanziamento collettivo di opere e progetti pubblici - al di fuori del buget dell’ente o amministrazione interessati- effettuato da parte di cittadini, organizzazioni e società private”.1 Secondo Alessio Barollo, Daniela Castracaro, che hanno redatto un piccolo saggio sul fenomeno, il civic crowfunding si caratterizza per tre aspetti fondamentali: - scarsità di finanziamenti dei governi locali alla base - “valore affettivo verso il territorio e la 1 Alessio Barollo, Daniela Castracaro “Il crowfunding civico:una proposta”, http://issuu.com/alessiobarollo/docs/civic-crowdfunding
comunità” che porta a costruire progetti per il bene comune - risultato di rafforzare i legami nelle comunità e senso di appartenenza dei cittadini, che porta ad un maggior rispetto della cosa pubblica. In tal modo è possibile generare “beni, servizi e infrastrutture comuni in modi che né lo Stato né l’economia di mercato da soli sono stati in grado di realizzare” 2 e che promuovere un modello di cittadinanza attiva. Per questo tale tipo di micofinanziamento è ritenuto uno strumento che ripropone, in piccola scala, un modello partecipativo democratico. Tale processo aperto permette di scelgliere progetti da finanziare o di proporli in prima persona, votare, porre questioni instaurando una modalità dialettica e di trasparenza. Si rende possibile infine un controllo diretto sull’utilizzo delle risorse e dei fondi, in particolare grazie all’uso di piattaforme web. I contributi possono essere, a seconda del modello adottato, alla stregua di donazioni oppure prevedere ricompense. Per quanto riguarda il primo tipo si parla di “modello donation-based”, che fa leva in gran parte sul legame emotivo ed affettivo che il progetto suscita nella comunità o nell’individuo: da questo legame dipende in gran parte il successo della 2 AA. VV “NESTA, CABE & Design Council”, Maggio 2011 140
campagna, dal momento che non prevede ricompense per i partecipanti. Un esempio di questo tipo di modelo è la piattaforma statunitense Spacehive. Un altro modello è il Reward-based, che prevede una forma di restituzione sotto in seguito alla donazione. Corrispondere ai partecipanti un segno tangibile del loro gesto può costituire un incentivo importante nella sensibilizzazione nei confronti dell’opera da realizzare e un modo per rendere pubblico l’impegno di ciascuno3. Tale modello è molto utilizzato per esempio dalla piattaforma neighbor.ly, da citizinvestor e da goteo.org. Un altro modello è costituito dal crowdlending: si tratta di un vero e porprio prestito offerto dai cittadini all’ente governativo che si incarica della realizzazione dell’opera ed è utilizzato per esempio dalla piattaforma tedesca LeihDeinerStadtGeld. Anche a livello di gestione dei fondi raccolti esistono vari modelli: la proposta più diffusa in piattaforme di civic crowfunding si basa sul modello all-or-nothing, che si basa sull’idea che se non viene raggiunto l’obiettivo finanziario previsto l’operazione non viene realizzata nemmeno in parte e i contributi non vengono riscossi. Una statistica condotta sulla piattaforma americana Spacehive mostra come la maggior parte dei finanziatori siano enti ed organizzazioni pubbliche4. 3 id 4 Alessio Barollo, Daniela Castracaro, op. cit
Dispositivo de Cebada Todo per la Praxis
ECONOMICITAâ&#x20AC;&#x2122; Luogo Iquique, Cile Attori Todo por la Praxis, cittadini, FRAVM, associazioni di cittadini ed abitanti del quartiere, collettivi locali Superificie --Costo 8000 â&#x201A;Ź Finanziamenti IDensitat in collaborazione con il Consejo Superior de Deportes Anno 2011 Occupazione Concessione di un anno suolo prorogabile
www.collaction.polimi-cooperation.org/
2011
Container, struttura in acciaio, legno
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Todo por la Praxis, abitanti del quartiere, impresa costruttrice
ECONOMICITA’ Il progetto si sviluppa all’interno di una piazza all’interno del tessuto urbano della città di Madrid, nel quartire della Latina. Questo spazio pubblico è da tempo oggetto dell’attenzione di un collettivo che si occupa dell’organizazione di diverse attività e della creazione di piattaforme multiuso per lo sfruttamento diversificato dello spazio e per facilitare la collaborazione sociale. In questo caso il dispositivo multiuso su due livelli che prevede una piccola caffetteria e spazi per la sosta e l’incontro. Il progetto è stato realizzato utilizzando container e travi in acciaio per impalcature. La semplicità tecnica è stato un elemento tenuto in grande considerazione a causa del gran numero di attori implicati, anche non specializzati. Il progetto è stato realizzato da Todo por la Praxis in collaborazione con gli abitanti del quartiere e i collettivi locali e realizzato mediante autocostruzione. Con il comune di Madrid è stato raggiunto un accordo di occupazione temporanea dello spazio della durata di un anno, termine prorogabile. I fondi disponibili erano di 8000 euro, finanziati dal Consejo Superior de Deportes.
www.collaction.polimi-cooperation.org/
Descrizione
Attuazione
Attori
Da Partecipazione Autocostruzione
ad
Per autocostruzione si intende un processo in cui l’utente finale é, in tutto o in parte, attore del processo edilizio stesso. Le fasi attraverso cui si può realizzare questa partecipazione sono: la progettazione, costruzione, montaggio di elementi, gestione. L’autocostruzione è una pratica che, oltre ad un risparmio economico, consente anche di rafforzare la coesione sociale tra attraverso la condivisione reciproca delle conoscenze. Ha origini antiche, si tratta infatti di quella modalità costruttiva che ha caratterizzato fin dall’origine l’edificazione delle abitazioni. Questo concetto era identificato con il processo attraverso cui i membri di una certa comunità costruivano autonomamente la propria abitazione, questa abitudine era per esempio molto radicata nella cultura contadina della tradizione italiana. In epoca moderna l’incontro tra questa tradizione e l’ambiente urbano, ha fatto sì che questo fenomeno sconfinasse in un’edificazione spontanea non controllata, producendo una contaminazione semantica tra il concetto di autocostruzione e quello di abusivismo edilizio. A partire dagli anni ‘60 iniziarono a svilupparsi le teorie sul progetto partecipato e cooperativistico e sui processi di autocostruzione e di gestione, che iniziarono ad essere visti 144
come rappresentativi “di un rapporto complesso tra attività dell’abitare e relazioni sociali”1. In quest’epoca si iniziò a studiare scientificamente il fenomeno e a porre le basi per farne una pratica sistematica al fine di soddisfare il crescente bisogno abitativo. Si riteneva importante far si che i cittadini potessero “mettere mano” alle proprie abitazioni e non semplicemente occuparli come spazi “già dati”. L’autocostruzione, inoltre, permetteva un risparmio sui costi di manodopera. Dagli anni ’70 per i processi di autocostruzione ci si avvalse dei prodotti derivati dalla prefabbricazione indutriale, modulari, combinabili, che potevano configurare “sistemi aperti, integrati e flessibili”2. Negi anni’80 l’autocostruzione divenne un tema di ampio interesse, come testimoniato dalla grande letteratura sull’argomento risalente a questo periodo. Un ambito che viene particolarmente approfondito riguarda l’autocostruzione assistita. Essa mira ad una forma di gestione collettiva e cooperativistica del processo edilizio e “tende a superare l’ideaologia più individualistica e privatistica della semplice autocostruzione”3. Tre sono gli attori principlai del processo: la pubblica amministrazione, i partners (che 1 Francesco Bagnato, Processi edilizi in autocostruzione assistita, Iiriti Editore, Reggio Calabria, 2002 2 R. Raiteri (a cura di), Progettare la residenza: tendenze innovative. Maggioli Ed., Rimini, 1990 3 Francesco Bagnato, Op. cit, pag 47
possono essere sia pubblici che privati) e i beneficiari finali e costruttori. La funzione di assistenza è svolta da un ente promotore, che svolge un ruolo di intermediazione e coordinamento. Gli ambiti d’intervento assistenziale dell’ente sono: processuale, che consiste nell’individuazione delle competenze necessarie allo sviluppo del progetto e nella verifica del rispetto delle normative vigenti; - economico finanziario, che consiste nel reperimento e nella gestione delle risorse; - progettuale; esecutivo, che riguarda l’appovvigionamento di materiali e competenze utili alla realizzazione dell’opera; - tecnico amministrativo. Nei paesi industrializzati, in particolare in quelli di matrice angolossone, tale pratica si é ormai consolidata in prassi operative quasi standardizzate. Esistono quindi numerose realtà concrete prodotte da questo processo partecipativo. Nel Regno Unito i primi esempi organizzati di autocostruzione assistita risalgono all’epoca industriale con le “imprese edili a termine”, come la Longridge Builging Society (1793). Queste imprese rendevano possibile ai membri, appartenenti alla nuova classe operaia, di contribuire alla costruzione dei propri alloggi e quindi di acquistarli ad un prezzo vantaggioso. L’attività di autocostruzione di abitazioni 145
e mutuo sostegno é continuata fino ai giorni nostri, dal Movimento Portlands degli anni ‘20 e ‘30, e alla crisi degli alloggi del dopoguerra, fino all’esperienza dell’ente Housing corporation, società a partecipazione statale, degli anni ‘60. Una realtà recente é costituita dal programma Self-Build shared Ownership, promosso negli anni ‘90 per venire in aiuto ai nuclei familiari che non potevano permettersi case di proprietà. I modelli utilizzati sono stati autocostruzione per comproprietà e autocostruzione per locazione; quest’ultima prevedeva la creazione di cooperative immobiliari che avrebbero fatto da imprese appaltatrici e avrebbero ricevuto una quota di capitale in cambio della manodopera dei loro membri. Tra i vantaggi di questa modalità costruttiva partecipata vi sono: - l’economicità degli alloggi autocostruiti rispetto a quelli edificati da imprese edili tradizionali; - il ruolo di emancipazione sociale e professionale reso possibile dal programma di formazione rivolto ai partecipanti;4 - fenomeno di “inclusione sociale”.
4 Self Building Programme Review The Housing Corporation, 1994
Elemental Quinta Monroy Alejandro Aravena
PARTECIPAZIONE ED AUTOCOSTRUZIONE Luogo Iquique, Cile Attori Programa Chile Barrio - MINVU (Committente), Architetto Alejandro Aravena (progetto), José Gajardo | Juan Carlos de la Llera (progetto strutturale), abitanti del quartiere Superificie 3.620 m² (sup. costruita), 36 m²-70 m² (superifcie abitazione) Costo 7.500$ per unità:196$ al m2 Finanziamenti ELEMENTAL whose shareholders are the Universidad Católica de Chile, COPEC (Chilean Oil Com pany) and the Ele men tal foun ders. Anno 2004
I fase
II fase
2004
2004 - in corso
Cemento, blocchi di cemento, malta, legno, vetro.
blocchi di cemento, malta, legno, vetro, intonaco, infissi, arredi mobili, tende.
30 mq
70 mq
Azienda costruttrice
Abitanti degli alloggi
PARTECIPAZIONE ED AUTOCOSTRUZIONE Il progetto si proponeva di alloggiare in modo dignitoso le famiglie che abitavano in quel terreno abusivamente da oltre 30 anni e in condizioni di insalubrità. Le famiglie avevano stabilito un legame affettivo con l’area, motivo che spinge a realizzare l’inervento in quel sito nonostante gli elevati costi del terreno. Il progetto si inserisce all’interno del costesto di ELEMENTAL una ricerca sull’alloggio sociale portata avanti dall’omonima azienda, “for profit” ma con interessi sociali. Punto di partenza è la visione dell’alloggio sociale come invenstimento il cui valore aumenti nel tempo e quindi come strumento di futuro riscatto sociale delle famiglie. In questo caso specifico si realizza questo obiettivo da una parte grazie alla posizione favorevole dell’area, all’altra dando la possibilità agli abitanti di ampliare il proprio alloggio fino al 50%. La tipologia scelta è a blocchi alternati di due piani per facilitare gli interventi di ampliamento.
Descrizione
I finanziamenti a disposizione erano di 7.500$ per unità, cifra che doveva comprendere il terreno, le infrastrutture e la parte costruita. Dal momento che il costo dell’area era superiore al costo di quelle normalmente destinate a “social housing” si cerca un tipo di insediamento di sufficiente densità complessiva ma senza sovraffollamento. La cifra complessiva non consentiva comunque la costruzione di un alloggio intero per famiglia, per quanto piccolo: si opta perciò per la costruzione di una pozione dia alloggio (30 mq), che gli abitanti potranno poi successivamente
Finanziamenti
ampliare fino a raggiungere i 70 mq. L’attuazione si è realizzata in due fasi: la prima, della durata di 9 mesi, ha previsto la dotazione di infrastrutture e la costruzione degli alloggi da 30 mq a blocchi alternati. In tali parti si realizzano, tra le altre cose, i blocchi servizi, ovvero quelle “ parti che una famiglia non sarà mai in grado di costruire in proprio, non importa con quanti soldi, energia o tempo”1 Gli attori coinvolti nell’esecuzione in questa fase erano, oltre ai progettisti, l’azienda costruttrice (Constructora Loga S.A ). La seconda fase, in corso, ha coinvolto soprattutto gli abitanti e ha riguardato la dotazione di finiture e la personalizzazione degli spazi esistenti oltre all’ampliamento di parti aggiuntive realizzato secondo dalle singole famiglie secondo le proprie esigenze e i propri mezzi. “L’edificio originale doveva quindi fornire un sostegno alla successiva espansione (piuttosto che esserne un vincolo), anche al fine di evitare eventuali effetti negativi dell’auto-costruzione, nel corso del tempo..”2. I materiali utilizzati sono principalmente cemento blocchi in laterizio, legno e vetro.
Attuazione e attori
1 “Quinta Monroy / ELEMENTAL” 31 Dec 2008. ArchDaily. Accessed 27 Jan 2015. <http://www.archdaily. com/?p=10775> 2 id
Fonti
Il ritorno all’agricoltura (urbana)
I Community gardens sono spazi pubblici progettati e gestiti dalla popolazione locale e ricavati in vecchie aree residuali, lotti interclusi abbandonati, slarghi. Sono ispirati dal principio che i cittadini non siano solo i fruitori ma anche i protagonisti attivi di questi nuovi spazi pubblici, caratterizzati da flessibilità di usi nell tempo. Nascono con l’obiettivo di essere spazi aperti per tutti, e hanno spesso la funzione di ricucire l’identità di quartieri e ridurre la criminalità locale. Questo modello ha avuto molto successo nelle città americane: a New York City esistono oggi più di 900 community gardens, suddivisi nelle cinque contee. Queste realtà, inizialmente indefinite dal punto di vista giuridico, hanno rischiato di scomparire a causa dell’intenzione dell’amministrazione della città di New York di vendere ai privati le aree. I giardini sopravvissuti a questa ondata speculativa sono stati poi salvati grazie al loro trasferimento ad un’organizzazione per la salvaguardia dei terreni sotto il controllo del TPL (Trust for Public Land). Una realtà simile ma improntata all’agricoltura riguarda i Farmer markets e le city farms. I primi sono mercati settimanali di frutta e verdura dal produttore al consumatore, che avvengono in lotti vuoti, percheggi, aree abbandonate. I produttori\venditori 150
pagano una tassa per lo spazio, finanziando la riqualificazione dell’area. Le city farms nascono in Inghilterra negli anni ‘70 in quelle aree di frangia tra città e campagna. Questi centri offrono alcuni servizi didattici come corsi di giardinaggio e il compostaggio o ancora lezioni di botanica e orticoltura.
Le 56 / Eco-interstice
Aaa -atelier d’architecture autogérée
AGRICOLTURA URBANA
Luogo Paris, Francia Attori Aaa - Atelier d’Architecture Autogérée, Amministrazione di Parigi, organizzazioni locali, abitanti del quartiere Superificie 200 mq circa Costo 90,000 € Finanziamenti fondi del comune di Parigi Anno 2006
2006
Legno, bancali, policarbonato vetro, pannelli solari.
200 mq
gruppo di quartiere
30
abitanti
del
AGRICOLTURA URBANA L’intervento alla base del progetto é sperimentare la possibilità di trasformare uno spazio di risulta che si trova nel tessuto urbano della città, una fetta di spazio aperto tra due edifici residenziali, in uno spazio collettivo autogestito. L’intervento consiste nella realizzazione di un orto collettivo e una piccola struttura lignea di due piani, permeabile al piano terra e sormontata da pannelli solari. La costruzione crea un filtro tra la strada e l’orto urbano, che si trova all’interno dell’isolato. Una scala sempre in legno connette l’orto con il primo piano, dove si trova un piccolo laboratorio coperto. L’aspetto della sostenibiltà ambientale è uno degli elementi cardine dell’intervento, ed è stato attuato attraverso la progettazione e la realizzazione di differenti dispositivi che sono, oltre ai già citati pannelli solari, il tetto verde, lo spazio di raccolta del compost, le “toilettes-compost”, recupero di acqua piovana, i muri di separazione col vicinato come elementi di servizio e di stoccaggio, il capanno degli attrezzi.
Descrizione
Lo spazio dell’orto è suddiviso in 30 piccole partcelle di coltivazione, ciascuna di 1 mq, che ospitano diverse piante, e una stazione per la raccolta delle sementi. L’area compresa tra l’orto e il laboratorio coperto è però anche lo scenario delle più diverse attività, tra cui dibattiti, mostre, pubbliche letture di poesia, concerti, barbeques, feste di quartiere, workshops, seminari e lezioni di ecocostruzione.
Attività
Il progetto nasce della ricerca nata all’interno del collettivo Aaa - Atelier d’Architecture Autogérée, associazione professionale esperta in eco-costruzioni e nella progettazione e coordinazione di interventi di riattivazione urbana realizzati attraverso l’autocostruzione. Nella realizzazione sono stati coinvolti numerosi attori, dall’amministrazione locale, a organizzazioni e associazioni locali, agli abitanti del quartiere.
Attori
L’atto di auto-costruzione, svolto in collaborazione con
Attuazione
AGRICOLTURA URBANA una trentina di abitanti della zona, ha costituito il primo atto vero e proprio di questo spazi di condivisione, unendo i partecipati e creando nuove reti e relazioni sociali a livello di quartiere. Tra i materiali utilizzati molti sono di recupero, come i bancali utilizzati per realizzare i muricontenitore laterali e il capanno degli attrezzi.
Temporaneità
L’uso temporaneo o provvisorio degli spazi residuali urbani é un fenomeno nato spontaneamente ma che poi é diventato, in alcune realtà europee tra cui la Germania, uno strumento utilizzato nella pianificazione della città. Nasce in luoghi marginali, vuoti urbani, spazi che hanno perso la loro originaria funzione e centralità e che stentano a avviarsi verso una nuova destinazione d’uso. La causa del prolungarsi di questi periodi di transizione può essere dovuta a vari fattori: a volte lo interesse economico che riverstono alcune di queste aree non favorisce il loro inserimento in piani di sviluppo urbano, oppure vi sono proteste a livello locale in corso che ne rallentano l’applicazione. Altre volte si tratta invece di aree private per cui il proprietario non ha ancora trovato una conveniente destinazione d’uso. L’attivazione di un intervento di riuso temporaneo, per quanto di piccola scala, costituisce un’occasione di sviluppo sociale ed economico per le aree coinvolte. Gli abitanti, definibili sia progettisti che fruitori di queste riattivazioni, hanno un vantaggio in termini acquisizione di servizi e vivibilità del quartiere, i proprietari di queste aree, residuali e poco appetibili sul mercato, hanno invece un vantaggio prevalentemente economico, dovuto all’aumento di valore dell’area che 155
generalmente si produce. La caratteristica di tali interventi é la loro durata limitata nel tempo: si va dall’uso puntuale dell’evento, all’uso temporaneo con durata prestabilita di anni o decenni, all’uso che, circostanze esterne permettendo, si protrae potenzialmente all’infinito. Alcuni interenti si caratterizzano per la spontaneità dell’intervento, che nasce quasi senza una pianificazione, dall’occupazione con spontanea di questi spazi da parte degli abitanti, altre volte la progettazione dell’intervento é mediata da professionisti. In ogni caso il carattere di sperimentazione porta ad una certa inderterminatezza nel processo di creazione di queste nuove realtà, che fa si che il progetto sia soggetto a molti aggiustamenti e rinegoziazioni, e, alla fine, sia il risultato unico ed irripetibile delle condizioni specifiche presenti. I processi di riuso temporaneo attualmente non sono regolamentati, ma generalmente si utilizzano contratti di comodato ad uso laboratorio, ufficio, o per concerti o mercati, a seconda delle necessità specifiche. Nello specifico “i contratti sono spesso in comodato gratuito o a canone sociale e chiariscono le responsabilità reciproche delle parti contraenti, definiscono la durata, le finalità del riuso temporaneo, le attività permesse o meno”1. Uno di questi 1 Isabella Inti, “A uso comune”, in Territori della condivisione: una nuova città, a cura di Cristina Bianchetti, Quodlibet, Macerata 2014, pag 116
esperimenti temporanei é il temporaere gaerten, esperimento che nasce a Berlino intorno al 1997. Sono sono organizzati dal Bund Deutscher Landschafts Architekten Berlin-Brandenburg (Senato Tedesco degli architetti del Paesaggio di BerlinoBrandeburgo) che ogni anno invita architetti del paesaggio e non, artisti e studenti a partecipare ad un piccolo concorso con un tema e un luogo specifici. Di solito vengono scelte preferibilmente aree ai margini della città, considerate problematiche o particolarmente bisognose di un intervento di riattivazione sociale. Una commissione sceglie poi 20 partecipanti che, durante i mesi successivi, lavorano alle realizzazioni dei loro progetti, tenendosi in stretto contatto con gli organizzatori. Il momento in cui i giardini vengono presentati alla città é il mese di giugno, in cui i giardini fioriscono. L’apertura é accompagnata da vari eventi musicali, artistici culturali che restituiscono a queste aree una nuova centralità. Un’altra esperienza legata al tema della temporaneità é quella dei dispositivi temporanei mobili, cioé legati più all’evento che ad un luogo specifico, anzi la loro caratteristica é la possibilità di colonizzare luoghi molto diversi tra loro.
156
Spacebuster Raumlabor
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TEMPORANEITA’
Luogo Itinerante Attori Collettivo Raumlabor, gruppo di studenti di architettura, Clemente Soto Vélez Cultural Center, Studio-X/Columbia GSAPP, Meanred Productions, Meatpacking District Initiative, Dumbo Improvement District, MARP LDC / Myrtle Ave Brooklyn BID, ForYourArt Costo Finanziamenti Sponsor: Goethe Institute New York, Department of Transportation – Urban Arts Initiative Anno 2004
2004
furgoncino, metallo zincato, polietilene
una volta espansa raggiunge i 130 mq
la
bolla
Collettivo Raumlabor, con la collaborazione di un grupo di studenti di architettura e dell’imprersa di costruzioni “Ibex Construction”
TEMPORANEITA’ Si tratta di un’installazione temporanea e mobile, concepita come un furgoncino rivestito in metallo zincato dotata di una “bolla” semistrasparente che diventa un’estensione dello spazio pubblico e può essere utilizzato per ospitare eventi di vario tipo. Il furgoncino, ovvero la parte “rigida” del dispositivo, contiene un guardaroba, una “reception” e un piccolo deposito. La parte espandibile é invece costituita da un manto di polietilene gonfiata costantemente da un ventilatore posto all’interno dell’elemento scatolare. La “bolla” che può raggiungere le dimensioni di 22 metri di lunghezza, 12 di larchezza e 6 di altezza ed é raggiungibile grazie ad un ponte in acciaio che la collega all’ingresso.
Descrizione
L’installazione, la cui possibilità d’uso é demandata alla popolazione locale, dimostra come basti un elemento molto semplice per generare identità e appartenenza all’interno del quartiere e conferire un nuovo senso allo spazio, a volte residuale e poco vissuto, dello spazio pubblico esistente. Altro aspetto interessante è che lo rendono utilizzabile in qualsiasi luogo raggiungibile da un’auto. Gli usi per cui finora lo “spacebuster” è stato utillato comprendono: cene e feste di quartiere, proiezioni, esposizioni.
Temporaneità
www.raumlabor.net, www.openarchitecturenetwork.org
Fonti
Riutilizzo dei costruzione
materiali
da
Il riciclo di materiali edili si realizza attraverso appositi impianti di riciclaggio che si occupano prima della raccolta, poi della trasformazione, quando necessario, e in seguito della commercializzazione dei materiali di recupero. Tale pratica presenta molti vantaggi per diversi attori del processo edilizio: - dal punto di vista del produttore si elimina o riduce il problema dei rifiuti di cantiere, riducendone il costo di smaltimento; - dal punto di vista del proprietario dell’impianto il materiale riciclato ha un valore commerciale; - l’acquirente di materiale riciclato può invece ottenere un materiale ancora di qualità ma a prezzo inferiore; - a livello globale si assiste ad un riuso di materiali che hanno ancora da offrire in termini prestazionali, ma che altrimenti sarebbero eliminati, quindi all’ottimizzazione delle risorse disponibili. Due sono i tipi di materiale riciclabili: quelli che possono essere reimpiegati così come sono, come coppi, travi, infissi, e quelli che necessitano di una fase di trasformazione prima di essere reimpiegati, come per esempio il calcestruzzo, legno, ferro, inerti. Il corretto riciclaggio dei materiali da costruzione ha inizio nella fase di demolizione. Alla demolizione non 160
selettiva, quella di tipo tradizionale, è da preferire quella selettiva, che è strutturata in differenti fasi operative volte a produrre rifiuti il più possibile omogenei tra loro. La pratica di demolizione selettiva permette di recuperare la quasi totalità dei rifiuti da demolizione, tra quelli direttamente riutilizzabile e quelli riciclabili, ad eccezione degli elementi edilizi che contengono sostanze pericolose. Il riciclo è una pratica molto diffusa nel nord Europa e negli Stati Uniti, in Danimarca, come si è visto, sono previste delle tassazioni per scoraggiare lo smaltimento in discarica o l’incenerimento di rifiuti edili ricilabili. Ciò ha portato a riutilizzare fino al 97% dei riufiuti da costruzione e demolizione. A Chicago esiste invece un’associazione chiamato Rebuilding exchange, si tratta di un mercato di materiali di recupero per l’edilizia e il design, che ha l’obiettivo di promuovere pratiche sosenibili di decostruzione e riutilizzo. L’iniziativa, gestita da Delta Institute, un ente no-profit, è nata nel 2009 e da allora ha dirottato 9.115,95 tonnellate di materiali da costruzione dalla discarica, e contemporaneamente creato oltre 2 milioni di dollari di materiali di riuso di qualità a disposizione del pubblico.
Auto-parco di divertimenti Basurama
161
RICICLO DEI MATERIALI Luogo Lima, Perù Attori Comune di Lima, Basurama, Christians
Luna, lSandra Nakamura, Camila Bustamante, colectivo El Cartón, Recurseo, grupo el C.H.O.L.O., Playstationvagon, El Codo, colectivo Motivando Corazones,grupo ambientalista Fuerza Juvenil, Costo > 5000$ Finanziamenti Ministerio de Asuntos Exteriores y de Cooperación. Agencia Española de Cooperación Internacional para el Desarrollo, Anno 2010
2010
Parti di automobili, pneumatici, tessuti, neon colorati.
vari km
Collettivo Basurama, associazioni locali e abitanti del quartiere
RICICO DEI MATERIALI La città di Lima come e forse più di altre città sudamericane ha subito, nel corso del 20° secolo, un incremento esponenziale dei mezzi di trasporti privati a fronte di uno sviluppo non adeguato della rete dei mezzi pubblici. Il risultato che si è prodotto è uno sviluppo urbano che ha privilegiato la viabilità veicolare ed e scoraggiato la libera circolazione pedonale e ciclabile per la città. Il progetto consiste nel recupero del treno elettrico sopraelevato rimasto incompiuto e ubicato del distretto di Surquillo. Si tratta di un tratto di viadotto in cemento armato di 9 metri di larghezza e lungo diversi kilometri circondato da strade ad alta percorrenza.
Descrizione
La proposta di recupero e il programma di parco divertimenti sono stati sviluppati dal collettivo “Basurama”, che si è avvalso della collaborazione di architetti ed artisti locali. Il progetto è stato poi sottoposto all’amministrazione locale. E’ stato portato avanti un progetto di tipo partecipato che si è avvalso della partecipazione attiva della popolazione del quartiere. Il contributo della popolazione è stato anche pratico, gli abitanti hanno infatti materialmente contribuito alla costruzione dell’attrezzatura del parco attraverso l’autocostruzione delle singole attrazioni.
Attori
I materiali utilizzati sono di recupero, questo sia per le risorse economiche limitate sia perchè il riutilizzo di materiali considerati di scarto per la realizzazione di istallazioni ad uso pubblico è parte integrante della filosofia del gruppo Basurama. Principalmente i materiali utilizzati sono stati parti di automobili e pneumatici, questo anche per stimolare una riflessione sul ruolo e sui limiti dell’uso dell’auto nella città di Lima.
Attuazione
www.basurama.org
Fonti
jellyfish theatre
Folke Koebberling, Martin Kaltwasser
RICICLO DEI MATERIALI Luogo Southwark, Londra, Regno Unito Attori Folke Koebberling, Martin Kaltwasser,
Oikos project, compagnia teatrale â&#x20AC;&#x153;Red Roomâ&#x20AC;?, volontari. Costo ___ Finanziamenti Arts Council England and Unity Theatre Trust Anno 2010
2010
Bancali, legno di recupero dei cantieri, sedie e mobili recuperati, pannelli di compensato. circa 300 mq
Folke Koebberling e Martin Kaltwasser, volontari.
RICICLO DEI MATERIALI Si tratta di un teatro temporaneo di 120 posti costruito nelle vicinaze di Londra per essere attivo nell’estate del 2010. E’ anche il primo teatro londinese realizzato interamente con materiali di recupero. Tra i componenti impiegati nella realizzazione si riconoscono i bancali provenienti dal mercato di Covent Garden market, pezzi di legno recuparti dai cantieri, scarti di poltrone teatrali, vecchi elementi di arredo donati dalle scuole e parti di mobili da cucina portate dai partecipanti.
Descrizione
La partecipazione dei volontari si è manifestata non solo attraverso la raccolta dei materiali ma anche materialmente attraverso l’offerta della loro manodopera. In tale contesto i progettisti sono usciti dal loro ruolo tradizionale per agire come coordinatori delle risorse, materiali e umane, con pochi disegni e senza molti piani prestabiliti ma anzi agendo, come riporta “The Guardian”, come il regista con i suoi attori1. Si calcola che abbiano collaborato circa 80 volontari che hanno lavorato per circa 4.200 ore nel corso delle 9 settimane di realizzazione del progetto.
Attori e
www.superbuero.de, theredroom.org.uk.
Fonti
www.theguardian.com,
www.
1 Jonathan Glancey, “Junkitecture and the Jellyfish theatre”, in “The Guardian”, 16/08/2010
attuazione
4
AZIONE
4.1 Chiavi di della strategia
lettura
Le opere non finite presenti sul nostro territorio rappresentano una somma singolarità: anche se è possibile ricostruire alcune dinamiche che ricorrono circa i motivi della loro costruzione o del loro abbandono, ciascuna é caratterizzata da una storia differente. Al di là delle singole storie però l’esito che producono, ovvero lo stato di fermo, blocco, inutilizzo, le accomunano. La strategia di progetto è stata sviluppata con riferimento ad un caso specifico: questo da una parte perchè si riteneva necessario scendere di scala, vedendo da vicino la storia particolare di una singola opera e ciò che l’ha condotta allo stato di incompiuta, dall’altro perchè l’avvicinarsi ad un contesto concreto, ha introdotto spunti utili sia in termini di necessità locali, che di vincoli ed opportunità reali. Allo stesso tempo la strategia di progetto vuole proporsi non solo come una soluzione valida per tale realtà specifica, ma come una modalità di approccio adattabile, con opportune modifiche, anche ad altri contesti le cui condizioni abbiano prodotto situazioni simili. All’interno della strategia progettuale si intende suggerire un quadro di intervento più ampio rispetto al perimetro del singolo intervento, questo nella consapevolezza 168
della varietà di ambiti, compreso quello ambientale, su cui incide l’opera di costruzione come di decostruzione. In particolare oltre si ritiene che la presenza stessa delle opere incompiute si presti alla formulazione di una linea d’azione guidata dal recupero delle risorse esistenti, dal riutilizzo dei materiali e dalla partecipazione diretta della popolazione.
4.2 La piscina di Albisola Superiore: stato di fatto Per la scelta dell’area di progetto sono state prese in considerazione le opere incompiute di tipo sportivo ubicate nel nord italia. In particolare sosno state considerate quelle collocate in contesti urbani. La scelta dell’area di progetto è ricaduta sulla piscina incompiuta di Via Lino Settone, che si trova nel Comune di Albisola Superiore, in provincia di Savona. L’opera era stata originarimente finanziata con fondi minsteriali attraverso il Patto Teritoriale della Provincia di Savona, risalente al 2001, che prevedeva la costruzione di alcuni impianti produttivi, sportivi ed infrastrutturali sul territorio. L’esigenza di una piscina coperta ad Albisola risale a molti anni fa. Il tentativo di realizzarla in via San Pietro, vicino alle scuole esistenti, non andò a buon fine. A causa degli elevati costi di gestione che avrebbe avuto l’impianto infatti, la destinazione d’uso dell’opera venne modificata e le vasche riempite per realizzare l’attuale bocciodromo. La piscina coperta avrebbe dovuto soddisfare il bacino di utenza di Albisola Superiore ma anche quello dei piccoli comuni limitrofi, come Stella (3.045 abitanti) Celle Ligure (5.342 abitanti), Varazze (13.467 abitanti) 169
e Sassello (1.836 abitanti). Anch’essi sono infatti privi di una piscina coperta, e per utilizzare questo servizio attualmente si spostano nella piscina di Savona (10 km da Albisola) o di Arenzano (20 Km da Albisola). Fino a quest’anno, anno della sua demolizione, era fruibile anche l’impianto scoperto di Albisola Marina, quello dei Bagni Mirage, aperto dal 1954 e attivo molto tempo prima che fossero costruiti gli impianti di Savona, e divenuta famosa per aver ospitato la squadra di pallanuoto Rari Nantes dalla metà degli anni ‘70. La Piscina di via Lino avrebbe dovuto, nelle intenzioni originarie, diventare un importante elemento di una nuova fascia di servizi sportivi destinata a sorgere in zona Luceto. La zona, ai margini del tessuto urbano consolidato ma collocata sulla strada provinciale, si prestava ad essere raggiunto agevolmente sia dal comune di Albisola Superiore sia da qulli limitrofi. La zona inoltre era destinata ad essere coinvolta nel progetto infrastrutturale dell’Aurelia bis, i cui lavori sono in corso nella tratta tra Ponte Pertini e Savona, facilitando maggiormente l’accessibilità dell’area. La costruzione della piscina risale al 2002, anno di indizione della gara da parte del comune. La gara riguardava l’affidamento della concessione sia di costruzione che
di successiva gestione dell’impianto, il cui programma originario prevedeva una piscina coperta e una sala polivalente. Nel gennaio del 2003 i lavori vengono aggiudicati ad un’associazione temporanea di imprese costituita da Edilmar s.r.l., O.C.CLIM s.r.l. e Coop Rari Nantes di Savona e Gesta s.r.l. I lavori, dopo alcune sollecitazioni da parte dell’Amministrazione, vengono effettivamente avviati nel 2005, ma presto vengono interrotti, tanto che già nel giugno del 2006 si constatava lo stato di fermo del cantiere. In un verbale del 7 luglio 2006 si legge: “il cantiere è completamente fermo, (...) non è in corso alcuna lavorazione, (...) lo stato di avanzamento dei lavori della piscina coperta risulta allo stesso punto che si era riscontrato nel febbraio 2006”. Ma si rilevano anche alcune difformità rispetto al progetto originario approvato dal comune, tanto da rendere necessaria, secondo l’Amministrazione, “la redazione di un progetto esecutivo di variante completo”1 che non verrà mai consegnato. L’unica parte completata risulta essere la piscina scoperta (stralcio “C” lotto 2) che inizialmente non era compresa nel progetto originario ma la cui costruzione era stata richiesta dall’impresa “per meglio sfruttare le potenzialità dell’area”. 1 Pratica n°135/2003, DT 3.2.056 del 04.04.2008, oggetto: Patti territoriali Luceto stralcio “C” lotto 2 -decadenza dalla concessione e risoluzione del contratto, redatto dal LL.PP. Comune di Albisola Superiore dal responsabile arch. Massimo Agamennone 170
Nell’agosto dello stesso anno l’impresa Edilmar s.r.l. fallisce, seguita dalla Gesta s.r.l. Il comune prende quindi atto del venir meno dei requisiti necessari alla titolarità della concessione. Nel 2007 il comune giunge alla decisione di interrompere anticipatamente il rapporto concessorio con l’impresa aggiudicataria della gara. Le motivazioni che si leggono nel documento di risoluzione del contratto, consultabile presso l’ufficio lavori pubbliuci del comune, sono le seguenti: “i termini concessi per la presentazione di una proposta satisfattiva per l’interesse dell’Amministrazione comunale sono ampiamente decorsi, senza che tale proposta sia stata formulata”, inoltre “l’esistenza di preminenti ragioni di pubblico interesse” spingono a “pervenire nei tempi più celeri possibili all’ultimazione dell’opera, destinata ad essere fruita dalla collettività”2.
2 Pratica n°PLP135/03, DT 3.2.108 del 20.07.2007, oggetto: Patti territoriali Luceto stralcio “C”, piscina coperta, e stralcio “D” sala polivalente palestra - risoluzione contratto costruzione e gestione, redatto dal LL.PP. del Comune di Albisola Superiore dal responsabile arch. Massimo Agamennone,
171
172
4.3 Contesto Il comune di Albisola Superiore occupa una superficie pari a 29,02 kmq. Il territorio comunale, come avviene tipicamente in Liguria, si trova stretto tra la catena appenninica a nord e il Mar Ligure a sud e dè attraversato dal torrente Sansobbia. Nel territorio di Albisola si riconoscono quattro parti urbane: Albisola Capo, che un tempo formava un comune autonomo, a vocazione balneare e turistica perchè affacciata sul mare, il nucleo storico di Albisola Superiore, che ricopre il ruolo amministrativo, la frazione di Luceto e quella di Ellera, nell’entroterra. Il suolo è prevalentemente boschivo (per il 70%) mentre il 27% risulta urbanizzato. Il Comune conta una popolazione residente di 10.307 abitanti1 che nel periodo estivo diventano anche 16.000. La popolazione, in conformità con quanto è avvenuto per la maggior parte dei comuni liguri, dagli anni ‘70 ha subito una flessione costante, passando dai quasi 13.000 abitanti del 1971 agli 11.900 del ‘91 fino ad arrivare all’attuale numero. Ai fini dell’elaborazione della proposta progettuale sono stati presi in considerazione anche i dati demografici del confinante e più piccolo Comune di Albissola Marina, che conta 5560 abitanti e che forma con il comune di Albisola 1 173
Dato Istat riferito riferito al 31.12.2013
Superiore, nonostante la presenza del fiume Sansobbia, un continuum urbano. A livello di struttura la popolazione adulta, compresa tra i 15 e i 64 anni, è quella che prevale (58%), seguita da quella anziana (31%). La popolazione immigrata rappresenta il 4% e le provenienze prevalenti sono albanese, rumena e ecquadoriana ed egiziana. Tra le attività produttive del territorio sono da segnalare quella turistica, quella agricola, soprattutto coltivazione di frutta, ortaggi e vite. Tanto il comune di Albisola Superiore quanto quello di Albisola Marina sono inoltre noti a livello nazionale per la lavorazione delle ceramiche: tale attività, che per un certo periodo ha subito anche un notevole sviluppo a livello industriale, oggi si svolge prevalentemente in botteghe artistiche ed artigiane.
4.4 Il mercato Le attività commerciali e artigianali presenti nel territorio del comune di Albisola Superiore sono prevalentemente di piccole e medie dimensioni. La maggior concentrazione tali attività si riscontra in Corso San Francesco e via Mazzini. Si è riscontrata l’assenza di strutture pubbliche destinate a mercato. Le attività commerciali di maggiori dimensioni sono infatti di tipo primario, e in particolare si tratta di supermercati, di dimensioni comprese tra 500 e 2000 mq. Inoltre il territorio comunale, caratterizzato da un’ampia superficie non urbanizzata, conta numerose piccole realtà produttive sia di tipo agricolo che a livello caseario e di allevamento, che potrebbero trarre vantaggio da una vetrina condivisa come un mercato dei produttori. Il progetto prevede la creazione di un mercato misto con prodotti sia alimentari che non alimentari aperto a cadenza giornaliera e di un mercato a filiera diretta per agricoltori e piccoli produttori aperto a settimanalmente. Sono stati presi in considerazione alcuni casi studio di diversi tipi di mercato, alimentari, misti, con e senza spazi ristoro al fine di comprendere il funzionamento 174
di questo tipo di struttura, in particolare per quanto riguarda accessi, tipi di prodotti prevalentamente venduti e la loro distribuzione all’interno del mercato.
Sono stati approfonditi il mercato degli agricoltori di Cascina cuccagna a Milano, il grande mercato misto di Porta Palazzo di Torino, la Buqueria e Santa Caterina di Barcellona, il mercato dei fiori, quello temporaneo di Barcelò e San Miguel a Madrid. Le tipologie di prodotti più vendute risultano essere quella ortofrutticola, la carne, il pesce, prodotti non alimentari, soprattutto libri e vestiti, e caffetterie e spazi dedicati alla ristorazione.
IL MERCATO DEI PRODUTTORI
Nel mercato a filiera corta, chiamato anche, e forse impropriamente, a km 0, o “mercato degli agricoltori” i venditori sono gli stessi soggetti produttori. I farmers markets puntano soprattutto sulla qualità del cibo, fresco e di stagione e sulla valorizzazione dei prodotti tipici del territorio. Dietro la nascita di questo tipo di iniziative vi è la volontà di instaurare un modello di alimentazione il più possibile sostenibile da più punti di vista. Secondo i sostenitori di questo tipo di mercato l’avvicinamento tra produttore e consumatore produce infatti conseguenze positive sotto vari aspetti. Dal punto di vista spaziale l’avvicinamento tra chi produce e chi consuma consente una riduzione dei costi energetici del trasporto, che si traduce in una riduzione dei costi complessivi di acquisto. Inoltre incoraggia un ritorno alla dimensione sociale del comprare, attività che in tal modo supera la semplice trasazione e diventa il tramite per affrondondire la conoscenza del proprio territorio e arricchire la cultura del cibo, minacciato da processi sempre più industrializzati e di decentramento che ne producono talvolta un impoverimento in termini culturali ed alimentari e può avere, inoltre, conseguenze sulla salute. I sostenitori dei farmers markets sono convinti inoltre della possibilità di cambiamento nella produzione e nel consumo degli alimenti possa passare attraverso scelte quotidiane individuali e tradursi in azioni collettive, dal forte potere trasformativo della realtà, a livello locale. Il mercato dei produttore coinvolge,più che in altri tipi di mercati, diversi attori, tra cui produttori\venditori, i consumatori e i gestori.
IL MERCATO DEI PRODUTTORI
Il consumatore: Il mercato a filiera corta risponde a nuove esigenze dei consumatori nate in relazione al cibo. Come già accennato parallelamente alla consapevolezza dell’insostenibilità ambientale di alcuni metodi produttivi, si è sviluppata infatti negli ultimi anni una crescente domanda di cibo di qualità, quindi sicuro e il cui processo di produzione sia noto. Ma è anche cresciuta l’attenzione verso il cibo non solo in quanto alimento ma in qualità di vettore di contenuti culturali legati alle tradizioni del territorio, e quindi all’identità individuale e collettiva. Consumatori non sono qui solo i singoli individui o famiglie, ma anche associazioni, gruppi di acquisto solidale, ristoranti. l’azienda: attraverso i mercati a filiera corta le piccole aziende, che normalmente faticherebbero a ricavarsi uno spazio, possono accrescere la propria visibilità e il loro orizzonte economico. I farmes markets contribuiscono quindi a dare nuovo impulso ai processi di sviluppo rurale del territorio. A livello normastivo sono diverse le leggi che si sono poste l’obiettivo di disciplinare il mercato dei produttori. Nella legislazione italiana la vendita diretta da parte dei produttori è da sempre stata oggetto di una disciplina specifica rispetto a quella commerciale tradizionale. consuetudine italiana, la prima legge in merito risale al 1821. Dagli anni ‘20 del ‘900 fino agli anni ‘60 circa si assiste alla tendenza di limitare la vendita diretta dei produttori nei mercati comunali. E’ dal 1963 che viene introdotta nel nostro ordinamento una disciplina espressamente dedicata alla vendita al pubblico in sede stabile dei prodotti agricoli da parte degli produttori diretti. Attualmente i mercati a filiera corta sono
IL MERCATO DEI PRODUTTORI
disciplinati dall’art. 1 e dall’art. 4 del Dlgs 228/2001, che stabilisce che i produttori “possono vendere direttamente al dettaglio, in tutto il territorio della Repubblica, i prodotti provenienti in misura prevalente dalle rispettive aziende, osservate le disposizioni vigenti in materia di igiene e sanità”1. Il Decreto del MiPAAF del 20 novembre 2007 ha invece stabilito alcune linee guida, non regolamentari ma di indirizzo, per la realizzazione dei mercati riservati all’esercizio della vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli. Nel decreto si indica che sono i Comuni ad istituire i mercati per la vendita diretta dei prodotti agricoli, di propria iniziativa o su richiesta degli imprenditori agricoli, singoli od associati, o delle associazioni di produttori agricoli. All’interno dei mercati agricoli di vendita diretta è ammesso “l’esercizio dell’attività di trasformazione dei prodotti agricoli da parte degli imprenditori agricoli nel rispetto delle norme igienicosanitarie”2; e che possono essere realizzate attività culturali, didattiche e dimostrative legate ai prodotti alimentari, tradizionali e artigianali del territorio rurale di riferimento.
1 ARSIA (a cura di), Guida per l’attivazione d forme collettive di vendita diretta, 2008, LCD srl, Firenze. 2 art. 4, commi 1 e 2
Mercato di Cascina Cuccagna Milano
5 ore a settimana
stand smontabili
17 produttori
media di 47,8 km
tesseramento
MERCATO DEI PRODUTTORI Il Mercato di Cascina Cuccagna nasce con l’intento di offrire ai cittadini milanesi lavoratori la possibilità di acquistare prodotti alimentari direttamente dai produttori. Nelle intenzioni degli organizatori ciò da una parte consente un alimentarsi consapevole, dall’altro riporta il comprare ad una dimensione sociale, che va oltre la semplice transazione. L’iniziativa è gestita dall’ Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna. La tessera sostenitore, a valore annuale e del costo di 10 euro, consente ai partecipanti uno sconto sui prodotti in vendita.
Mercato di Porta Palazzo Torino
tutti i giorni fino alle 12 o alle 2.00 struttura coperta e scoperta 51.300 mq di cui 4000 mq di vendita 1000 rivenditori
MERCATO AD USO MISTO Il mercato di Piazza della Repubblica costituisce l’epicentrro del quartiere di “Porta Palazzo” e si svolge sia all’aperto che ai chiuso. La parte all’aperto è la più grande d’Europa, ed è costituita principalmente da punti vendita mobili come banchi smontabili, furgoni attrezzati. Nella parte al coperto invece, ospitata da 4 edifici costruiti a partire dal 183, si commerciano soprattutto prodotti alimentari, che sono suddivisi in zone specializzate. E’ anche presente un’area dedicata alla vendita diretta degli agricoltori.
Tesi di laurea di Valeria Bormolini, Claudia Brunelli, Margherita Parati, “Ospitare le differenze” Politecnico di Milano, luglio 2008, www.maisonborgodora.it, www.food24.ilsole24ore.com, http:// www.nuok.it/turin/porta-palazzo-molto-piu-di-un-mercatodi-torino/,
www.cct-seecity.com,
www.lamiatorino.it.
www.ricettedicultura.com,
Tipologia punti vendita
Prodotti non alimentari
Latticini
Uova Carne
Piante e fiori
Pesce
Frutta e verdura
6 giorni a settimana
struttura coperta
6.089 mq
247 rivenditori
MERCATO CON ZONE RISTORAZIONE Il Mercato della Bouqueria è ospitato da una celebre struttura modernista in ferro e vetro costruita nel 1827. Qui si vendono principalmente prodotti alimentari, ma anche una piccola quantità di prodotti non alimentari, per esempio libri. Anticamente erano gli agricoltori e i produttori a vendere i loro prodotti e, anche se oggi non è più così e nonostante il grande afflusso di turisti, i prodotti alimentari di questo mercato rappresentano ancora un buon punto di riferimento per la città per la loro freschezza e qualità. La tipologia di punto di vendita prevalente è quella del box fisso. Le
Localizzazione prodotti
Prodotti non alimentari
Latticini
Uova
Carne
Pesce
Piante e fiori
Pasta e pane
Frutta e verdura
Mercato dei fiori Madrid
tutti i giorni
chioschi
14 rivenditori
area chiosco circa 6 mq
MERCATO NON ALIMENTARE Il mercato dei fiori si strova a Tirso de Molina a Madrid, e si costituisce di unâ&#x20AC;&#x2122;aggregazione di chioschi apribili che sono in attivitò tutti i giorni.
www.madrid.es www.lucasgalanlubascher.com
Mercato di Santa Caterina Barcellona
dal lunerdĂŹ al sabato banchi fissi sotto struttura coperta
una
67 rivenditori
area vendita / rivenditore circa 45 mq
MERCATO NON ALIMENTARE Il mercato, situato nella “Ciudad Vella”, è stato ristrutturato dallo studio EMBT nel 2005. Si tratta di una struttura coperta la cui superficie di vendita è suddivisa su due piani. Vi si commerciano prevalentemente prodotti alimentari, specialmente carne e pesce, ma anche alcuni prodotti non alimentari, in particolare libri. Gli spazi di vendita sono fissi e sono caratterizzati da dimensioni e forme diverse.
www.madrid.es www.lucasgalanlubascher.com
Prodotti non alimentari
Latticini
Uova
Carne
Pesce
Piante e fiori
Pasta e pane
Frutta e verdura
Mercato temporaneo Barcelò Madrid
dal lunedĂŹ al sabato banchi fissi in struttura coperta 73 rivenditori
area vendita / rivenditore circa 27 mq
MERCATO NON ALIMENTARE Il mercato è stato progettato da Nieto Sobejano e il suo team con lo scopo di servire il quartiere di Malasaña fintanto che fosse completata la struttura definitiva del mercato. Fin dall’inizio quindi lo smontaggio rapido e il riciclo dei materiali è stato un tema concreto con cui i progettisti si sono confronati. La struttura, con struttura in acciaio e tamponamenti in pannelli di policarbonato, si costituisce di un piano di vendita, articolato in sei diversi poligoni collegati da un passaggio centrale coperto, e da un piano interrato con parcheggi e magazzini. Ciascun poligono ospita una differente categoria merceologica di prodotti.
www. nietosobejano.com, www.diariodesign.com,
Prodotti non alimentari
Latticini
Uova
Carne
Pesce
Caffetteria
Pasta e pane
Frutta e verdura
Mercato di San Miguel Madrid
tutti i giorni fino alle 12 o alle 2.00 struttura coperta
1200 mq
34 rivenditori
MERCATO CON ZONE RISTORAZIONE Il mercato è attivo dal 1916; è ospitato da una struttura in ferro e vetro coperta. San Miguel rappresenta l’unico esempio di mercato di questo tipo di Madrid giunto fino ai nostri giorni ed è considerato per questo un vero e proprio monumento per la città. Ha due piani: il piano terra, usato come spazio per la vendita, e il piano interrato, che ospita i magazzini. Il mercato è cambiato con il passare del tempo, fino a diventare una comunità di imprenditori che offre una varietà di prodotti alimentari che possono essere consumati anche freschi sul posto. Per questa vocazione sia di vendita che di ristorazione il mercato è aperto durante quasi tutta la giornata e anche nelle ore notturne.
www.mercadodesanmiguel.es,www.directoalamesa.com, www.blakezanardi.files.wordpress.com, www.panoramio.com
Localizzazione prodotti
Prodotti non alimentari
Latticini
Uova
Carne
Pesce
Piante e fiori
Pasta e pane
Frutta e verdura
CONFRONTO TRA MERCATI Prossimità più frequenti tra prodotti
Prodotti non alimentari
Latticini
Uova
Carne
Pesce
Piante e fiori
Pasta e pane
Frutta e verdura
CONFRONTO TRA MERCATI cascina porta palazzo cuccagna
buqueria
santa caterina
barcelò
San Miguel
4.5 Materiali e componenti La scelta dei materiali assume una decisiva importanza all’interno del progetto di recupero, perchè questi si trovano ad essere gli strumenti privilegiati e concreti attraverso cui si rendono possibili gli obiettivi strategici dell’intervento. Coerentemente con gli scopi proposti sono stati privilegiati materiali e componenti compatibili con sistemi costruttivi a secco. Come testimoniato dalla maggior parte delle esperienze di autocostruzione europee infatti, tali materiali consentono una più agevole lavorazione rispetto a quelli tipici della lavorazione “a umido”, anche da parte di una manodopera non necessariamente specializzata. Tali caratteristiche risultano funzionali non solo rispetto alla necessità di un agevole assemblaggio al momento della messa in opersa del progetto di recupero, ma anche di un facile smontaggio al termine della finestra temporale designata per il progetto. Un aspetto importante della proposta progettuale riguarda il riutilizzo dei materiali da costruzione. Tale approccio contribuisce sia all’importante questione del contenimento dei costi dell’intervento e di smaltimento, sia, ad ampia scala, costituisce una strategia più sostenibile dal punto di vista ambientale. Per quanto 199
riguarda i materiali di recupero si prendono in considerazione prima di tutto componenti “di seconda mano”, come per esempio infissi o tavoli, già pronti per un possibile riciclo senza ulteriori lavorazioni. Alcuni di questi possono essere forniti dagli stessi partecipanti, riducendo i costi e favorendo la partecipazione e la condivisione dei cittadini. A tal fine si ipotizza di operare in un contesto in cui operino realtà che si occupino della raccolta e dello stoccaggio dei materiali di recupero, come avviene in altri paesi europei. Il modello cui si è fatto riferimento è l’archivio “Rotor”, un catalogo di materiali di recupero gestito da un collettivo di architetti belgi. I materiali e i componenti in questione derivano dalla demolizione programmata di edifici e le loro foto e caratteristiche sono pubblicate sul loro sito internet. Si è anche fatto riferimento al modello “(De) growing platform” prosposto dal team di StudioErrante Architetture in occasione della scorsa Biennale di Architettura1. Il progetto si pone il problema del destino dell’Area di Expo 2015 dopo la fine dell’evento. Secondo gli architetti “La semplice demolizione, senza una strategia precisa, è insostenibile sia dal punto di vista 1 Studioerrante Architetture, 14.BIENNALE VENEZIA, Padiglione italia, 2014 [http://www.studioerrantearchitetture.com/ biennale-/biennale0.html]
economico che ambientale”. Lo scenario del mercato è la piscina incompiuta di Luceto è un edificio incompleto, privo di finiture e con materiali a vista, di cui si intende preservare questo carattere di non finito, di cantiere aperto. Tenendo presente questo aspetto sono stati presi in considerazione: - materiali a basso costo: materiali utilizzati come struttura per gli elementi del nuovo intervento e per il rivestimento delle facciate; sono caratterizzati dal costo ridotto e dal loro appartenere alla realtà del cantiere, - materiali e componenti di recupero: mi sono confrontata con materiali e componenti reali provenienti da differenti ambiti, alcuni dalla demolizione di una casa unifamilare esistente, altri da un centro di raccolta dei rifiuti di Parma, quello di via Barbacini, altri provenienti dall’archivio online messo a punto dal citato collettivo Rotor.
200
M AT E R I A L I A BA S S O C O S TO
DEMOLIZIONE DI UNA C A S A U N I FA M I L I A R E
M A T E R I A L I
M AT E R I A L E D E L CAMPIONARIO ROTOR
R I G AT T I E R E CENTRO DI R A C C O LT A RIFIUTI
201
Assi per casseforme
Feltro
tubi innocenti
A
B A S S O
C O S T O
Pannelli legno OBS
M A T E R I A L I
Pannelli policarbonato
202
Anta armadio
U N A D I D E M O L I Z I O N E 203
x3
Scuro finestra 2 ante
Portoncino dâ&#x20AC;&#x2122;ingresso
x3 Anta armadio
x3
C A S A
U N I F A M I L I A R E
x3
Scuro finestra 1 anta
x9 Divisori armadio
Porta interna
Scuro finestra 1 anta
x9
Scuro
Divisori armadio
x 25
x2 Travetti copertura
x 12
x4
Mensola Mensola
Divisori libreria
Mobili cucina
Portafinestra
x2
Scaffali cucina
Scaffali cucina
x2 Comodini
Frigorifero Scrivania
finestra piccola 1 anta
Tavolo rotondo
x3
finestra 2 ante 204
Trave copertura
finestra 1 anta
x 20
M A T E R I A L I
D E L L â&#x20AC;&#x2122; A R C H I V I O
R O T O R
Mobile ufficio
205
x 20
x 20 Mobile ufficio Mobile ufficio
x 20 Mobile ufficio
x 25 Mobile ufficio
x 30
x 20 Lampadario Mobile ufficio
x 20
x 31
Compensato laminato
Mobile ufficio
x2 x2
x4
porta interna Serramenti fissi
pannelli divisori
x2 x8
x 11
pannelli divisori
serramenti fissi
controsoffitto
x 50 pannelli per soffitto
x 250 x 20
pannelli per soffitto
x1
x 200 piastrelle
x 60
controsoffitto pannelli per soffitto 206
pannelli rivestimento interno
Anta armadio
Porta
x2 Tanica
Tavolino
x 18
R I G A T T I E R E
Assi mdi metallo
Mobile cucina
x2
Scuro 207
Portariviste
Portaabiti
x4
x6
Cassa per bottiglie Lavatrice
Sedie
x7 Forno
Condizionatore
C E N T R O
R A C C O L T A
R I F I U T I
Mobile
Mobile cucina Cassa di legno Asse legno
x3
Frigorifero
x 10 Portas interna Fusto metallo
x5 Mobiletto in metallo Congelatore
208
4.6 Temporanetità, economicità, partecipazione Il progetto è pensato non come un intervento di completamento definitivo ma come una proposta di attivazione temporanea. In particolare la una finestra di tempo che si è ipotizzata è mediolunga, ovvero di 3-5 anni con possibilità di rinnovo della concessione. Data la situazione di scarsa disponibilità di fondi del Comune, si ipotizza, ad integrazione delle risorse comunali, uno scenario di finanziamento aperto, caratterizzato dalla partecipazione e che permetta a quanti vogliono aderire al progetto di offrire un contributo attraverso il crowfunding come già avviene in molte realtà europee anche di piccole dimensioni. Tale contributo, può provenire da liberi cittadini, associazioni, commercianti, produttori, e anche turisti. Si prevede che in corrispondenza del contributo, sia rilasciato un “premio” di tipo diverso a seconda delle categorie di donatori. Per singoli cittadini o per i turisti tessere sconti sui prodotti in vendita, mentre per commercianti e produttori che andranno ad occupare le postazioni di vendita la gratuità delle utenze per un periodo di tempo concordato. 209
L’intervento sia basa sull’idea che la popolazione locale possa partecipare non solo economicamente ma che costituisca l’attore principale della trasformazione di questo spazio in abbandono offrendo la loro manodopera, la loro esperienza e le loro idee. I lavori di base che riguardano la totalità dell’edificio come la messa in sicurezza dell’edificio, la demolizione di tramezzi, la collocazione si sistemi di ditribuzione verticale e di infrastrutture impiantistiche, è demandata a manodopera specializzata, ma i partecipanti grazie ai sistemi tecnologici non complessi qui proposti possono partecipare direttamente alla costruzione degli spazi comuni e dei dispositivi di vendita interni ed esterni, portando sul posto materiali e vecchi arredi inutilizzati, condividendo le idee sulla sistemazione degli spazi.
Contribuenti di tipo 1: singoli cittadini, associazioni, curiosi
Tessera sconto sui prodotti Fondi comunali
Contribuenti di tipo 2: Commercianti e produttori interessati ad occupare gli spazi di vendita
Raccolta Contributi attraverso il crowfunding
Utenze comuni gratuite
Progetto di Riuso
Possibili finestre temporali intervento di riuso*1 1-10 giorni
9 mesi
18 mesi
3 anni + rinnovo
5 anni + rinnovo
1 Isabella Inti, Giulia Cantaluppi, Matteo Persichino, â&#x20AC;&#x153;Temporiuso - Manuale per il riuso temporaneo di spazi in abbandonoâ&#x20AC;?, Altra Economia, Milano 2014 210
5
APPENDICI
211
5.1 Glossario Abusivismo edilizio Nel linguaggio politico e giornalistico, con “abusivismo edilizio” si intende la costruzione di manufatti architettonici realizzata in assenza delle necessarie licenze oppure in zone protette e vincolate. In Italia l’abusivismo edilizio assume i caratteri di un fenomeno sistematico, in cui è quasi un’abitudine edificare in assenza di permessi per poi attendere una sanatoria, che regolamenti le costruzioni dietro pagamento di un contributo in denaro. Gli ultimi condoni edilizi che sono stati fatti sono tre: uno nel 1984, uno nel 1995 e uno nel 2003. fonti: www.treccani.it Cemento Il termine “Cemento” racchiude una varietà di materiali da costruzione, noti come leganti idraulici. Si ottiene mescolando la pasta cementizia, costituita da una mistura di cemento e acqua, con inerti quali sabbia o ghiaia. A seconda della qualità degli inerti si ottengono prodotti diversi, dalla malta cementizia al calcestruzzo. L’Italia é il primo produttore d’Europa di cemento, seconda solo alla Spagna, e tredicesima nel mondo: si stima che nel 2009 si siano prodotte 36 milioni di tonnellate di cemento, pari a 212
circa 601 kg per abitante. fonti: www.wikipedia.org, Luca Martinelli, “Le conseguenze del cemento”, Altreconomia, 2011
Cementificazione Termine utilizzato in contesto giornalistico che indica uno sviluppo edilizio incontrollato, per lo più legato a piani di incremento turistico, ma talora abusivo o con fini speculativi, che comunque altera il paesaggio naturale, spesso deturpandolo. fonti: www.treccani.it Demolizione Per demolizione si intende la pratica di abbattere edifici o strutture. Per gli edifici di piccole dimensioni come le case, il processo di demolizione viene solitamente effettuato con mezzi meccanici come gru, escavatori e bulldozer. Per gli edifici di dimensioni maggiori come i palazzi vengono utilizzate tecniche più elaborate come le implosioni. www.wikipedia.org Ecomostro “Ecomostro” è un termine coniato da Legambiente ed entrato ormai a far parte del linguaggio colloquiale e giornalistico per indicare un edificio o un complesso di edifici considerati gravemente incompatibili con l’ambiente naturale circostante. Venne utilizzato per la prima
volta in riferimento all’albergo Fuenti, nel comune di Vietri sul Mare, uno dei più noti casi di abusivismo edilizio italiani. Si trattava di un grande scheletro di cemento di sette piani arroccato lungo la costiera Amalfitana che venne demolito nel 1999. fonti: www.wikipedia.org
Garanzia globale di esecuzione Si tratta di un sistema introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento con l’ Art. 9 co. 57, L.18 novembre 1998 n. 415 e poi nuovamente previsto nell’art. 129, comma 3 del 2006. Essa prevede un soggetto con ruolo di garante che si obbliga, nei casi in cui ci siano le condizioni, come per esempio in caso di inesatto adempimento delle obbligazioni di contratto o di una sua risoluzione, a corrispondere al committente un importo di denaro. Inoltre, su richiesta della stazione appaltante o del soggetto aggiudicatore, garantisce l’obbligazione di fare, dedotta in contratto, tramite l’indicazione di un soggetto sostitutivo che subentra nell’esecuzione. fonti: www.lineeavcp.it Lavori interrotti Per opere interrotte si intendono qui quelle opere per cui allo stato attuale non é prevista la ripresa dei lavori.
213
Maceria Il termine indica un cumulo di detriti, di parti di edificio abbattuto o crollato. Si riferiscono a materiali da costruzione per i quali prevale una dimensione di oggetti di scarto. Il termine è stato utilizzato dall’antropologo Marc Augè per indicare il futuro delle costruzioni della nostre epoca contemporanea, in contrapposizione alla “rovina”. fonti: www.treccani.it, Marc Augé, “Rovine e macerie: il senso del tempo”, Bollati Boringhieri, Torino, 2004 Opera pubblica La dottrina prevalente definisce pubblica quell’opera eseguita a spese della collettività da enti territoriali quali Stato, Regione, Provincia o Comune, per essere fruiti indistintamente dai cittadini, e cioè destinate al conseguimento di un pubblico interesse. Spesso vengono eseguite su aree acquisite mediante procedimento espropriativo. www.wikipedia.org Opera pubblica incompiuta Si definisce «opera pubblica incompiuta» ogni opera pubblica che risulta non completata per una o piu’ delle seguenti cause: mancanza di fondi; cause tecniche; sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge; fallimento,
liquidazione coatta e concordato preventivo dell’impresa appaltatrice; mancato interesse al completamento da parte della stazione appaltante, dell’ente aggiudicatore o di altro soggetto aggiudicatore. fonti: Decreto Ministero Infrastrutture e trasporti 13.03.2013 n° 42 , G.U. 24.04.2013
Opera terminata ma non consegnata Si intende un’opera i cui lavori di realizzazione, ultimati, non sono stati collaudati nel termine previsto in quanto l’opera non risulta rispondente a tutti i requisiti previsti dal capitolato e dal relativo progetto esecutivo, come accertato nel corso delle operazioni di collaudo. fonti: Decreto Ministero Infrastrutture e trasporti 13.03.2013 n° 42 , G.U. 24.04.2013 Project financing Chiamata anche “finanza di progetto” l’espressione designa un’operazione di finanziamento a lungo termine caratterizzata dal fatto che il ristoro dell’invesimento è proveniente dalla successiva attività di gestione dell’opera prevista nel progetto. Si tratta pertanto di una modalità di fianaziamento spesso adottata in caso di opere pubbliche o di pubblica utilità e che prevede il coinvolgimento di soggetti privati nella realizzazione, nella gestione e soprattutto nell’accollo totale o parziale dei 214
costi in vista di entrate economiche future. fonti: www.wikipedia.org
Rovina In senso figurato il termine può indicare un irreparabile o gravissimo disfacimento o degradamento di istituzioni o di organismi politici, sociali od economici. In senso letterale si riferisce a quei resti superstiti di edifici e di complessi urbani rovinati, parzialmente distrutti che suscitano talvolta suggestioni, riflessioni, e considerazioni filosofiche e morali. Secondo Marc Augé la rovina è ciò che fornisce “il senso del tempo senza riassumere la storia e senza concluderla nell’illusione del sapere” e della bellezza, in quanto capace di assumere la forma di opera d’arte, di “ricordo senza un passato”. fonti: www.treccani.it, Marc Augé, “Rovine e macerie: il senso del tempo”, Bollati Boringhieri, Torino, 2004– Scheletro edilizio Detto anche “telaio” è quel tipo di struttura portante costituita da travi, pilastri e solai, con il compito di sostenere il peso dell’edificio e dei carichi da esso portati e di scaricarlo a terra. Può indicare quelle opere non terminate per le quali è stata realizzata solo la struttura portante, inteso in tal senso è un sinonimo di “ecomostro”. fonti: www.wikipedia.org
5.2 Bibliografia
e processi di autocostruzione e autorecupero”, Fifrenze University Press, 2012
monografie:
Federambiente “Crash edu. Manuale antispreco per trasformare i rifiuti in ricchezza”, Messaggerie Libri, Milano, 1999
AA.VV, “Non-finito, infinito”, Electa, Milano, 2013 Settis Salvatore (2010), “Paesaggio costituzione cemento – La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile”, Einaudi, Torino, 2010 La Cecla Franco (2008), “Contro l’architettura”, Bollati Boringhieri Editore, Torino, 2008 Settis Salvatore (2002), “Italia S.p.A. - L’assalto al patrimonio culturale”, Einaudi, Torino, 2002
FrancoAngeli, Milano, 2000 AA.VV. “Uso disuso riuso”, FrancoAngeli, Milano, 2015 Francesca Fabiani (a cura di), “Atlante Italiano 007 - Rischio paesaggio. Ritratto dell’Italia che cambia”, Electa2007, Roma
Gentili Guido (2001), “L’incompiuta: dalle dighe mobili di Venezia al Ponte di Messina: storia di un paese bloccato”, Sperling & Kupfer,
Francesco Bagnato, “Processi edilizi in autocostruzione assistita”, Iiriti Editore, Reggio
A cura di Gibelli Cristina, Salzano Edoardo (2006), “No Sprawl – Perché é necessario controllare la dispersione urbana e il consumo di suolo” Alinea Editrice, Firenze, 2006
articoli:
Negri Giovanni (1999), “Il paese del non-fare”, Ponte delle Grazie, Varese, 1999 Luca Martinelli, “Le conseguenze del cemento, Altreconomia, 2011 AA.VV. “TEMPORIUSO - Manuale per il riuso temporaneo di spazi in abbandono in Italia”, Altreconomia Edizioni, Milano, 2014 AA.VV “Housing frontline. Inclusione sociale
215
Margherita Villa, “Uso riuso e progetto”,
Calabria, 2002
Ricci mosé (2008), “Il rischio del paesaggio“ , in Tria- Rivista Internazionale Semestrale di cultura Urbanistica, n°2 (2008), Edizioni Scientifiche italiane Ricci Mosé (2004), “Dinamiche del mutamento e rischio di paesaggio”, in “Ecoscape”, a cura di Paolo Fusero, Sala Editore, 2004 Fantigrossi Isabella (2013), “Le undici incompiute della Lombardia” in “Il Corriere della Sera – Lombardia”, 5/11/2013,
Messinetti silvio (2011), “Gimigliano: la diga incompiuta. Più soldi per tutti ma l’acqua a nessuno” in “Il Manifesto”, 25/01/2011, pag 15 Tondelli Jacopo (2010), “Grandi opere: le incompiute delle archistar” in “CorrierEconomia”, 25/01/2010, pag 5 Vespa Stefano (2007), “Carissime incompiute” in Panorama, 15/11/2007, pgg 104-114
report:
ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, “Il consumo di suolo in Italia – Edizione 2015”, maggio 2015 Legambiente, “Rapporto Cave 2014”, Roma, Febbraio 2014 Legambiente, “Mare Mostrum 2013”, Roma, 21 giugno 2013 A cura della Commissione Europea (2011) “LIBRO BIANCO - Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti - Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile”, 28.3.2011, Bruxelles
trasmissioni d’inchiesta: “Sportivo sarai tu” (2014), 5 maggio 2014, in “Report”, regia: Andrea Bevilacqua, ideatori: Riccardo Iacona, Francesca Barzini e Domenico Iannacone, Rai “Lavori in corso” (2013), 23 settembre 2013, in “Presa Diretta” , regia: Andrea Bevilacqua, ideatori: Riccardo Iacona, Francesca Barzini e Domenico Iannacone, Rai 216
“Cemento “(2012), 12 febbraio 2012, in “Presa Diretta”, regia: Andrea Bevilacqua, ideatori: Riccardo Iacona, Francesca Barzini e Domenico Iannacone, Rai “I re di Roma” (2008), 4 maggio 2008, in “Report”, regia: Andrea Bevilacqua, ideatori: Riccardo Iacona, Francesca Barzini e Domenico Iannacone, Rai
Tesi di laurea
Benedetta Cremaschi, Gabriele Corbetta, “Vuoti a rendere. L’uso temporaneo dei vuoti urbani come mezzo di riappropriazione della città”, tesi discussa alla facoltà di architettura, Politecnico di Milano, 2008 Accattini Chiara, “Il territorio sprecato. Indagine e valutazione sulle opere incompiute in Italia”, tesi discussa alla facoltà di architettura, Politecnico di Milano, 2010 Tesi di laurea di Valeria Bormolini, Claudia Brunelli, Margherita Parati, “Ospitare le differenze”, Politecnico di Milano, luglio 2008
Sitografia: http://www.serviziocontrattipubblici.it/simoi. aspx www.incompiutosiciliano.org www.architetturaecosostenibile.it www.repubblica.it/cronaca
www.conquistedellavoro.it www.avvenire.it/cronaca www.linkiesta.it www.lastampa.it www.lettera43.it www.nationalgeographic.it www.ilsole24ore.com www.lestradedellinformazione.it www.ilgiornale.it www.economia.ilmessaggero.it www.ilfattoquotidiano.it www.balarm.it www.casaeclima.com www.espresso.repubblica.it
217
6
E L A B O R AT I D I PROGETTO
Aree protette Aree agricole Attività commerciali Area di progetto
Supermercato Conad circa 400 mq
Analisi del contesto
L’analisi svolta mette in luce le aree agricole e protette presenti sul territorio di Albisola Superiore e la presenza di attività commerciali di rilievo comunale. Inoltre, prendendo in considerazione la scala intercomunale, sono state messe in evidenza le numerose attività agricole e di allevamento presenti nei dintorni.
Area fluviale torrente Sansobbia
Orti Faraggiana Supermercato “Carrefour express” circa 500 mq Mercato rionale settimanale circa 2.000 mq
Supermercato COOP circa 500 mq
220
Supermercato “OK” circa 300 mq
Area Balbi
5000m
Progetto
221
7500m
10000m
Mercati e aziende agricole
222
aziende casearie allevamenti agriturismi aziende agricole ristoranti mercati rionali
Progetto
223
piscine Mercati BOSCHIVO FORESTALE
7
VERDE PUBBLICO
ALVEI TORRENTI
URBANA
aziende
0%
1%
7
2%
Altro
0%
Tutti gli elementi
Ristorazione Tutti gli elementi
Livello senza titolo
Tipi di aree
1
PRESENZE TURISTICHE*
6.386
POPOLAZIONE RESIDENTE**
10.307
2
1
< 800m 10 min
2
3
< 1500m 20 min 10min
3
> 1500m 20 min
+
Presenza turistica
*Dato riferito al mese di agosto 2013 e comprensivo di ospiti che hanno soggiornato negli alberghi e campeggi (Fonte dati: PROVINCIA di SAVONA, Settore Sviluppo Economico, Servizio Promozione Turistica â&#x20AC;&#x201C; Ufficio Banca Dati Turistici) ** Dato riferito al 31.12.2013
224
Progetto
225
9
2
3 1 4
5
7 6
8
Analisi Luceto scala 1:2.500
Attività commerciali Bar &EJmDJ BEJCJUJ B TFSWJ[J 4FSWJ[J TQPSUJWJ 1BSDP BUUSF[[BUP 1 (PMG $MVC i-B mMBOEBw 2 Chiesa
3 $BNQP EB DBMDJP
4 "NCVMBUPSJ TBOJUBSJ 5 "SFB DBOJ
6 Area sagre estive
7 $BNQP EB DBMDFUUP 8 1JTDJOB TDPQFSUB
9 "MCJTPMFTF DFOUSP JQQJDP
226
2000m
3000m
Progetto
4000m
227
Stato di fatto
228
Stato di fatto
229
Tamponamento in laterizio muro 2 teste con intercapedine Tamponamento in laterizio muro a 2 teste 14 cm Tamponamento in laterizio tramezzo 8 cm
2m
3m
4m
Blocchi in calcestruzzo
Cemento armato
230
Tamponamento in laterizio muro 2 teste con intercapedine Tamponamento in laterizio
Stato di fatto
231
2m
232
3m
4m
Stato di fatto
233
2m
234
3m
4m
Stato di fatto
235
Proposta di attivazione
PERMANENTI Diverse tipologie di
stand
commerciali
Prodotti non alimentari
allâ&#x20AC;&#x2122;interno
ProssimitĂ
Latticini
di
progetto
tipologie
merceologiche in base ai casi Uova
Carne
studio
SETTIMANALI Pesce
Pasta e pane
Frutta e verdura
Peso
diverse
delle
tipologie
merceologiche
in
base ai casi studio
Uova PERMANENTI
SETTIMANALI
del
Funzioni
Costruzioni
demolizioni
Uso nellâ&#x20AC;&#x2122;arco della giornata
8- 14
giorni feriali
18-23
tutti i giorni
14-18
giorni feriali
8- 13 sabato
242
Progetto
243
- 0,01
+ 0,00
+ 0,50
+ 1,00
+ 1,00
+ 1,00
- 2,00
+ 1,00
+ 0,50
+ 1,34
+ 1,00
244
Progetto
245
+ 4,90
+ 5,10
+ 4,35
+ 1,00
+ 1,00
246
Progetto
247
2m
248
3m
4m
Progetto
249
2m
250
3m
4m
Progetto
251
2m
252
3m
4m
Progetto
253
3 Pelle in policarbonato
1 Serra ristorante
2 Stand mercato esterno
254
Progetto
255
comodini 50x50cm
1
1
Serra ristorante Materiali di demolizione di una villetta unifamiliare
Serra ristorante
25cm
50cm
trave copertura
100cm
20x40cm l=900cm
Materiali di demolizione di una villetta unifamiliare porta d’ingresso
tavolo
portafinestra
75x205cm
x 58 x3
150cm
75x205cm
x 26
x 12
Serra ristorante
1
tavolo
porta d’ingresso Materiali di demolizione diportafinestra una villetta unifamiliare 75x205cm
sedia
porta d’ingresso
x9 x 12
scrivania
40x40cm
75x205cm
150cm
75x205cm
165x80cm
x3 porta d’ingresso
portafinestra
scuro75x205cm interno finestra porta d’ingresso 55x75cm
75x205cm
75x205cm
scuro esterno finestra
mensola
40x210cm
scuro interno finestra
tavolo
sedia
x3
55x55cm
55x75cm
sedia
50cm lampadari100cm
scrivania
40x40cm
75x205cm
x7
scuro esterno finestra
55x150cm
25cm
porta d’ingresso
x 12
scrivania 165x80cm
scuro esterno finestra
110x150cm
150cm
lampadari
40x40cm
165x80cm
mensola 40x60cm
divisori libreria 30x60cm
scuro esterno finestra finestra
mensola
40x210cm
finestra
scuro esterno finestra
55x150cm 110x150cm
110x150cm
scuro esterno finestra
55x150cm finestra
55x55cm
55x55cm
scuro interno finestra
lampadari
55x75cm
anta armadio a muro
mobili cucina
45x150cm
60x60cm
mensola 40x60cm
mensola
40x210cm
divisori libreria 30x60cm
scuro esterno finestra 110x150cm
anta armadio a muro
scuro esterno finestra finestra
110x150cm
45x70cm
55x150cm
mobili cucina
scuro esterno finestra 55x55cm
finestra
55x150cm
finestra
60x60cm h=130cm
55x55cm
divisori armadio a muro 40x60cm
mensola 40x60cm
anta armadio a muro
mobili cucina
45x150cm
100x100cm h=260cm
tavolino
divisori libreria divisori armadio a muro
80x80cm
30x60cm 40x150cm
60x60cm
frigorifero
finestra
110x150cm
finestra
55x150cm
finestra 55x55cm
anta armadio a muro
mobili cucina
45x70cm
anta armadio a muro 45x150cm
60x60cm h=130cm
travetti copertura 8x8cm l=250
mobili cucina
comodini
divisori armadio a muro
60x60cm
50x50cm
40x60cm
frigorifero
256
25cm
50cm
anta armadio a muro divisori armadio a muro 100cm 45x70cm 40x150cm
divisori armadio a muro
tavolino 80x80cm
trave coperturamobili cucina 20x40cm l=900cm
60x60cm h=130cm
100x100cm h=260cm
Progetto
257
anta armadio a muro
anta armadio a muro mobili45x150cm cucina
45x150cm
60x60cm
anta armadio a muro
mobili cucina anta armadio a muro
45x70cm
45x70cm
60x60cm h=130cm
divisori armadio a muro
divisori armadio a muro
40x60cm
40x60cm
frigorifero 100x100cm h=260cm
tavolino
divisori armadio a muro
divisori armadio a muro
80x80cm
40x150cm
40x150cm
travetti copertura
travetti copertura
8x8cm l=250
8x8cm l=250
comodini 50x50cm
25cm
50cm
100cm
25cm
x 58
50cm
trave copertura 100cm 20x40cm l=900cm
x 26
x 58
x3
x3 x 12
x9
x9 x 12 x3
x3 x 12 x7
x7
x3 25cm
258
50cm
100cm
25cm
50cm
100cm
Progetto
259
h=64 cm
2
2
Stand mercato esterno
serramenti fissi 120x120 cm
Materiali di demolizione di recupero dell’archivio “Rotor”
Stand mercato esterno
25cm
50cm
100cm
25cm
50cm
100cm
pannelli controsoffitto 50x240
mobile ufficio 140x60 cm h=64 cm
x 6“Rotor” Materiali di demolizione di recupero dell’archivio
x8
mobile ufficio 95x60 cm h=80 cm
pannelli controsoffitto
pannelli controsoffitto
80x240
150cm
x4 240cm
140x60 cm h=80 cm
mobile ufficio 95x60 cm h=64 cm
x 200
pannelli controsoffitto
mobile ufficio
mobile ufficio 95x60 cm h=80 cm
pannelli controsoffitto
pannelli controsoffitto
80x240
50x240
x 20
mobile ufficio 140x60 cm h=64 cm
piastrelle
mobile ufficio
10x10cm
95x60 cm h=160 cm
pannelli controsoffitto
mobile ufficio
150cm
95x60 cm h=64 cm
pannelli controsoffitto
mobile ufficio
240cm
140x60 cm h=80 cm
pannelli controsoffitto 50x240 controsoffitto pannelli 60x60cm
mobile ufficio mobile ufficio
mobile ufficio
piastrelle
140x60 140x20 cm cm h=64 h=224 cm cm
95x60 cm h=160 cm
10x10cm
pannelli controsoffitto 150cm
pannelli divisori
pannelli controsoffitto 60x60cm
140x20 cm h=224 cm
100x250cm
100x340cm
mobile ufficio 140x60 cm mobile ufficio
mobile ufficio
pannelli divisori
pannelli controsoffitto 240cm
h=80 cm 44x70 cm h=80 cm
pannelli divisori
pannelli divisori
100x250cm
100x340cm
mobile ufficio 44x70 cm h=80 cm
lampadario
piastrelle
mobile ufficio
10x10cm
95x60 cm h=160 cm
serramenti fissi
lampadario
120x270 cm
serramenti fissi 120x270 cm
porta interna 90x210 cm
pannelli controsoffitto 60x60cm
porta interna 90x210 cm
mobile ufficio 140x20 cm h=224 cm
pannelli rivestimento interno 112x50cm
pannelli rivestimento interno
compensato laminato
112x50cm
80 x 150 x 2 cm
compensato pannelli divisori laminato 100x340cm
pannelli divisori 100x250cm
80 x 150 x 2 cm
mobile ufficio 44x70 cm h=80 cm
serramenti fissi 120x120 cm
25cm
serramenti fissi
50cm
100cm
120x120 cm
25cm
50cm
100cm
lampadario
260
x6
Progetto
x8 serramenti fissi 120x270 cm
261
Rotorâ&#x20AC;?
262
Progetto
263
Pannelli legno OBS
Pelle in policarbonato 3
120x120cm spessore 3cm
Pelle in policarbonato Materiali di a basso costo
Materiali di a bassoassicosto per casseforme 50x320cm
assi per casseforme 50x320cm
assi per casseforme
x 75
50x320cm
tubi innocenti ø5cm
tubi innocenti ø5cm
tubi innocenti ø5cm
Pannelli policarbonato 100x350cm
x 140
Pannelli policarbonato 100x350cm
Pannelli policarbonato 100x350cm
Feltro
spessore 2cm
≈500m
Pannelli legno OBS 120x120cm spessore 3cm
Feltro
Feltro
Pannelli legno OBS
Pannelli legno OBS
spessore 2cm
120x120cm spessore 3cm
spessore 2cm
120x120cm spessore 3cm
x 75
264
Progetto
265
assi per casseforme 50x320cm
tubi innocenti ø5cm
Pannelli policarbonato 100x350cm
Feltro
spessore 2cm
Pannelli legno OBS 120x120cm spessore 3cm
x 75
266
Progetto
267