TAX ACADEMY- Decreto Legislativo Internazionalizzazione - Branch Exemption Il Decreto ha previsto la possibilità, per le imprese residenti, di non assoggettare a tassazione gli utili e le perdite realizzati dalle proprie stabili organizzazioni all’estero; detta opzione è irrevocabile e deve essere esercitata per tutte le stabili organizzazioni dell'impresa residente, secondo il c.d. approccio all in, all out, a condizione che non siano localizzate in Stati o territori inclusi nel Decreto emanato ai sensi dell’articolo 167, comma 4, TUIR (ossia in Stati Black List, come modificati dal recente Decreto 30 marzo 2015 - Modifica del decreto 21 novembre 2001,recante individuazione degli Stati o territori a regime fiscale privilegiato di cui all'art. 127 - bis, comma 4, (ora articolo 167) del testo unico delle imposte sui redditi (cd. "black list"). Il reddito della stabile organizzazione estera, in vigenza della branch exemption, deve essere determinato secondo i principi e i criteri indicati nel novellato articolo 152 del TUIR. È stata introdotta una specifica disciplina in merito alla c.d. recapture delle perdite, qualora l’impresa residente in passato ha beneficiato delle perdite fiscali della propria stabile organizzazione; inoltre, è prevista anche una disposizione antielusiva volta ad evitare che venga aggirato detta recapture. Come osservato da Confindustria (nelle proprie osservazioni sul Decreto del 28 aprile 2015) "Sarebbe opportuno rivedere l’approccio all in, all out e determinare con precisione la procedura da seguire nei casi di costituzione di nuove stabili organizzazioni dopo l’esercizio dell’opzione per il regime in parola. Nulla è disciplinato, inoltre, ai fini dell’Irap. In termini generali, si osserva, inoltre che la scelta di adottare una income exemption e non tax exemption non è pienamente condivisibile anche perché potrebbe essere non pienamente conforme con i principi della Corte di Giustizia sul trattamento delle società estere".
Maggio 2015
Dottor Ignazio La Candia
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